L'ALLEANZA DELLO STATO SHAN DEL NORD RICHIEDE MAGGIORI SFORZI PER IL RAGGIUNGIMENTO DELLA TREGUA
It’s time to close the vicious circle in the search for peace | Frontier Myanmar

Continuano le tensioni nello Stato Shan, dove vanno avanti gli scontri fra l'alleanza composta da quattro gruppi etnici presenti nello Stato - guidata dall'Armata Indipendentista Kachin (KIA) - ed il Tatmadaw, iniziati il 20 Novembre scorso a causa dell'assalto, da parte delle milizie etniche, alle stazioni della polizia e dell'esercito delle città di Muse, Pan Hseng, Kotkai e Mong Ko, al confine con la Cina. 

L'attacco ha contribuito ad inasprire l'atteggiamento del Tatmadaw nei confronti dei gruppi etnici - anche se, già, non correvano buoni rapporti fra l'esercito governativo e tre dei gruppi facenti parte dell'alleanza: l'Armata Arakan (AA), l'Armata dell'Alleanza Nazional-Democratica del Myanmar (MNDAA) e l'Armata Ta'ang per la Liberazione Nazionale (TNLA), che erano stati esclusi dall'NCA - e sta prendendo piede, ora, il timore che l'attacco possa avere ripercussioni negative sull'imminente processo di pace.

In una dichiarazione rilasciata il 21 Novembre, alcune ore dopo l'attacco, si affermava che l'offensiva ha rappresentato l'inevitabile risposta all'invadente controllo da parte dei militari nei territori  etnici, piuttosto che un tentativo di boicottare il processo di riconciliazione.

Sebbene il KIA ed i suoi alleati stiano tentando di allentare le divergenze per il raggiungimento della tregua, non hanno tenuto  conto della gravità dell'atto e delle possibili ripercussioni sul delicato processo di pace in atto.

L’attacco, a sorpresa, è stato ben congegnato ed ha causato un forte scompiglio iniziale tra le schiere del Tatmadaw e delle altre forze governative, costringendole a isolare immediatamente la zona al confine chiudendo un tratto  di strada di 170 K, usato per gli scambi commerciali .

La città di Mong Ko è stata trasformata in un campo di battaglia, e gli scontri hanno costretto un gran numero di persone ad abbandonare le proprie abitazioni, causando l’incremento del già grande numero di sfollati presenti all’interno del paese.

Il Tatmadaw ha tentato, senza successo, di far ricadere sul KIA l’accusa di terrorismo, denunciandola presso l’Assemblea Nazionale – il Pyidaungsu Hluttaw – ma il parlamento, retto dalla NLD di Aung San Suu Kyi, ha respinto l’accusa per evitare possibili effetti negativi sul processo di riconciliazione interna. La denuncia da parte dei funzionari del Tatmadaw ha, invece, riscosso maggior consenso presso l’Assemblea dello stato Shan, dove l’ex-partito di governo, l’USDP (Union Solidarity and Development Party) – di stampo militare, ora all'opposizione– gode della maggioranza dei seggi, e ha deciso di accogliere le accuse di terrorismo mosse ai quattro gruppi.
 Il Kia ed i suoi alleati, come ci si aspettava, non hanno ben accolto la sentenza ed i rappresentanti dei rispettivi partiti hanno affermato che il giudizio emesso contribuirà unicamente a compromettere il processo di pace.

Anche secondo i membri del UWSA (United Wa State Army)  l’accusa mossa ai quattro gruppi contribuirà a creare scompiglio e ne hanno richiesto l’abrogazione, insieme, anche, ad alcuni dei gruppi firmatari del NCA, tra cui il CNF (Chin National Front), che ha dichiarato di ritenere la sentenza emessa dall’Assemblea dello Stato Shan incostituzionale.

Questa situazione, dunque, ha creato un forte scompiglio all’interno del paese portando ad un accanimento generale delle parti che si sta, piano piano, trasformando in un vortice dal quale difficilmente si riuscirà a riemergere, e, che, comprometterà, sempre più, l’esito dell’ Accordo Nazionale per il Cessate il Fuoco, se Daw Aung San Suu Kyi e la sua NLD non prenderanno subito una decisione radicale per risolvere questa situazione e ristabilire gli equilibri, tentando di coinvolgere e sensibilizzare l’intera nazione. Solo allora il paese sarà sul cammino per il raggiungimento della vera pace.