7/19/2020
Covid 19 e situazione in Birmania
il quadro economico, sociale e occupazionale e le tendenze
BIRMANIA: Gli effetti del Covid19  sull'economia, sulla situazione sociale e sulle condizioni di vita anche dei rifugiati interni.

La situazione COVID19 in Birmania.

L'impatto del Covid19 sull'economia, l'uso della pandemia da parte delle imprese per licenziamenti antisindacali, l'importante accordo tra il sindacato dell'abbigliamento affiliato a  IndustriAll e i marchi globali; la situazione nei campi profughi.

A cura di Cecilia Brighi


Rispetto ad altri paesi della regione, l'epidemia COVID-19 in Myanmar sembra aver avuto impatti molto limitati sul piano sanitario. Il paese registra 341 casi confermati e 6 morti (al 19 luglio), nonostante la popolazione di 54 milioni di abitanti. Questo probabilmente a causa della limitata capacità di test, ma anche grazie al fatto che le autorità hanno messo in atto misure di contenimento rigorose ben prima dei primi casi, tra cui restrizioni di viaggio, chiusura delle frontiere terrestri, blocco dei voli dalla Cina, lock down che continua in alcune aree del paese e divieti di raduni pubblici di massa, contribuendo ad appiattire la curva delle infezioni. La pandemia, e le misure di contenimento, stanno però minando la domanda aggregata, bloccando le catene del valore e riducendo l'offerta di lavoro.
Secondo Banca Mondiale, nel secondo trimestre dell'anno fiscale 2019/20,  l'industria manifatturiera birmana ha registrato una carenza di materie prime a causa della sospensione delle importazioni dalla Cina, che fornisce il 90 percento degli input per la produzione di abbigliamento,  causando un drastico calo della produzione totale birmana nel secondo trimestre. L'impatto combinato dell’interruzioni della catena di approvvigionamento internazionale, delle restrizioni interne all'attività economica e del calo della domanda estera stanno causando una caduta del PIL dal 6.8% allo 0,5% fino a -2,5%.

Secondo l’ILO, l'occupazione nel settore manifatturiero dovrebbe diminuire ancora e si ritiene  che la pandemia colpisca in modo sproporzionato i giovani, particolarmente vulnerabili alla riduzione della domanda di lavoro, e in particolare le donne, che sono sovra rappresentate nel settore manifatturiero. Dall'inizio della chiusura nel terzo trimestre, circa 175 fabbriche hanno licenziato un totale di circa 60.000 lavoratori. Nel complesso, l'occupazione manifatturiera sta minacciando i mezzi di sussistenza del 6% delle famiglie che hanno perso il lavoro durante il periodo di chiusura. È probabile che l'occupazione nel settore manifatturiero rimanga depressa fino alla fine dell'anno fiscale, a causa della lenta ripresa prevista e della persistenza di misure di distanziamento sociale

La ripresa economica sarà quindi estremamente complicata, nonostante il sostegno del FMI, di BM e di contributi della UE. Il governo birmano ha immediatamente posto in atto un piano di sostegno economico ai settori più in difficoltà e ai lavoratori e lavoratrici licenziate o che sono state colpite dal blocco delle importazioni delle materie prime. Le azioni di sostegno alla situazione sociale  hanno previsto un programma di distribuzione di generi di prima necessità, e sostegni economici ad oltre 1.4 milioni di nuclei familiari, mentre altre risorse verranno distribuite a 5.4 milioni di nuclei familiari nella terza settimana di luglio, con l’obiettivo di porre le basi per una crescita più inclusiva e di minimizzare l’impatto economico e sociale della pandemia, stimolando l’economia e sostenendo la spesa per la sanità e le reti di protezione sociale ( che sino ad oggi hanno visto bilanci molto risicati, rispetto agli altri paesi ASEAN).

La crisi ha avuto un effetto particolarmente negativo sul commercio all'ingrosso e al dettaglio, sui servizi legati al turismo, sulla produzione e sull'edilizia. Le interruzioni  dei trasporti interni e la chiusura dei mercati locali hanno colpito famiglie e imprese, soprattutto in agricoltura, che comprende un quinto dell'economia e oltre la metà dell'occupazione.
A questo si aggiunge il fatto che quasi quattro lavoratori su cinque in Birmania sono impiegati nel settore informale, con accesso limitato alle reti di sicurezza sociale.
Molte famiglie povere sono particolarmente esposte agli effetti del Covid-19 a causa dell'insicurezza del lavoro, del lavoro nel settore informale, spesso in attività occasionali o stagionali, che offrono scarsa o nessuna sicurezza e protezione sociale. Nella maggior parte dei casi, il salario complessivo di un lavoratore a basso reddito, riesce solo a garantire il soddisfacimento dei bisogni di base (cibo e trasporti )e l’assenza della capacità di risparmio li rende altamente vulnerabili dal punto di vista economico e degli shock sanitari.
Il deficit commerciale si è ridotto per circa un anno, portando a pressioni di apprezzamento del tasso di cambio. Questa tendenza ha ora iniziato a rilassarsi. Ciò potrebbe continuare man mano che le importazioni aumentano e, si prevede, che l'economia si riprenda. Allo stesso tempo, le norme di intervento sui cambi in Myanmar, adottate alla fine dell'anno scorso, hanno facilitato l'accumulo di riserve valutarie, che rimangono inadeguate.
Il Fondo Monetario Internazionale ha inviato fondi per l’emergenza pari 356,5 milioni di US$ unitamente alla sospensione del servizio per il debito. I fondi saranno impegnati a finanziare il piano di sostegno economico del governo, che ha posto le basi per una crescita più inclusiva puntando a minimizzare l’impatto negativo del Covid19 stimolando l’economia e sostenendo la spesa per la sanità e le reti di protezione sociale.
Il finanziamento di emergenza del FMI contribuirà a rafforzare le riserve in considerazione della lunghezza e dell'intensità incerte della pandemia, della mancanza di accesso al mercato e delle maggiori vulnerabilità del settore bancario e esterno.

Il governo intende convogliare denaro e trasferimenti in natura verso i gruppi più vulnerabili e a rischio in tutte le regioni del paese, anche sfruttando i pagamenti digitali. Le politiche proattive del settore monetario e finanziario continueranno a sostenere la ripresa economica, rimanendo ancorate alla garanzia della stabilità economica e finanziaria.

I rischi per la sostenibilità del debito sono limitati, nonostante l'aumento della spesa urgentemente necessaria. Le spese necessarie per sostenere misure urgenti di risanamento, nonché il calo delle entrate, aumenteranno il disavanzo fiscale del Myanmar e eserciteranno pressioni sui finanziamenti. Tuttavia, i rischi per la sostenibilità del debito sono limitati in quanto, sia il debito pubblico interno che quello esterno, sono relativamente bassi, consentendo un aumento dei prestiti esterni a basso costo per sostenere una crescita più rapida e inclusiva.

Molte imprese hanno approfittato della situazione di emergenza causata dal Covid19 per licenziare gli iscritti al sindacato e i delegati. E’ stato il caso della Kamcaine Manifacturing, che ha licenziato 58 lavoratrici tutte iscritte ad Industrial Workers Federation Myanmar, affiliata ad IndustriALL di cui 7 erano nel direttivo.

Sebbene l’azienda neghi alcuna azione antisindacale, la Presidente dell’IWFM Khaing Zar, afferma:

È un'assurdità completa. Kamcaine da febbraio ha messo in atto diversi tentativi di distruggere il sindacato. I dirigenti sindacali locali sono stati licenziati senza una solida ragione, hanno utilizzato la corruzione, per dividere il sindacato e le lavoratrici che vivono nell'ostello aziendale sono state costrette a lasciare il sindacato se volevano rimanere nell'ostello.”
La prova più evidente del comportamento antisindacale è che, subito dopo il licenziamento dei nostri iscritti, l’azienda ha assunto nuovi lavoratori per riempire i posti vacanti.
Nessun piano di licenziamento dovrebbe essere realizzato senza un'adeguata consultazione con il sindacato
”.

A questa situazione si contrappone in modo positivo l’azione  dei marchi globali del settore abbigliamento calzaturiero:Arcadia, ASOS, BESTSELLER, C6A, COTTON ON GROUP, ESPRIT, G STAR RAW, H6M, INDITEX, K, LDT, INBROUWN G0UP, NEW LOOK, NEXT, PENTLAND, PRIMARK, PVH,TCIBOR, TESCO, ZALANDO
, aderenti ad ACT: Action Collaboration Trasformation, che hanno contratti di fornitura dalla Birmania. I grandi marchi hanno avviato un dialogo con i sindacati nazionali e globali per proteggere fabbriche e lavoratori dai peggiori impatti della pandemia di COVID-19 nel settore dell'abbigliamento e delle calzature birmane. Un importante accordo è stato negoziato dalla Federazione dei lavoratori industriali del Myanmar (IWFM), affiliata alla CTUM e IndustriALL Global Union, da un gruppo dei datori di lavoro di Fornitori organizzati nell’ ACT. Il programma prevede il rispetto della libertà sindacale, la negoziazione collettiva e il rispetto delle norme internazionali ILO.


COVID E CONFLITTI ARMATI

Secondo una inchiesta di Human Rights Watch (Hrw), ripresa da Asia News, almeno 350mila sfollati interni in Myanmar sono “seduti sul sentiero di una possibile catastrofe pubblica” sul piano sanitario.

Ad aggravare la situazione il sovraffollamento nei campi, le restrizioni ai movimenti e le pessime condizioni del sistema sanitario che hanno lasciato scoperti i più vulnerabili, fra cui le minoranze e i gruppi etnici, di fronte a un dilagare dell’epidemia. Nel Rakhine, a seguito dello scontro armato tra l’Arakan Army e l’esercito nazionale vi sono oggi circa 160.000 sfollati che sopravvivono in precari campi profughi o nei monasteri, senza alcuna assistenza sanitaria e, sia nel Rakhine che negli altri campi profughi sparsi per gli Stati etnici, le misure di prevenzione e di distanziamento sociale sono impossibili. Più di 107.000 persone vivono in 172 campi per sfollati nello Stato Kachin e nello Shan settentrionale; circa il 36 percento si trova in aree al di fuori del controllo del governo.