4/21/2011
I costruttori di dighe cinesi rischiano il conflitto – Articolo di Francis Wade
Democratic Voice of Burma - Le imprese cinesi stanno ignorando ogni preoccupazione umanitaria e ambientale mentre procedono con i progetti idroelettrici in Africa e Asia. Queste la denuncia degli attivisti, che esprimono una preoccupazione particolare per l’impatto dei progetti in Birmania.            

Peter Bosshard, Policy Director della californiana International Rivers, questo mercoledì ha descritto i costruttori di dighe cinese come “avventati”.
          
“C’è spesso ancora una completa mancanza di trasparenza e di consultazione, particolarmente con i gruppi della società civile, nei paesi degli impianti” ha dichiarato Bosshard alla Reuters durante una conferenza stampa del Foreign Correspondents Club of China.                 

La domanda energetica cinese sta crescendo al nove per cento l’anno; se questo trend continua inalterato, entro il 2020 richiederà il doppio delle dighe, delle centrali a carbone, degli impianti nucleari e delle altre fonti di energia. La Cina inoltre dovrà fare i conti con l’esaurimento delle proprie risorse naturali, il ché significa che l’internazionalizzazione dei progetti aumenterà.          

Un paese che ha subito gli effetti di questo processo è la Birmania, le cui norme ambientali sono inesistenti e dove ogni possibile dissenso contro i progetti energetici è soppresso in modo violento dai militari.          

“Se questi progetti continueranno, l’esercito birmano prenderà possesso e occuperà i villaggi” ha detto Bosshard.           

“Non c’è dubbio che le popolazioni indigene sono molto scontente di questi progetti che percepiscono come una semplice estensione del regime militare nel Paese, e questo potrebbe portare a conflitti seri”.         

“La Birmania è uno dei principali destinatari degli 8.5 miliardi dollari che le imprese cinesi hanno già investito all’estero solo quest’anno”.                     

La grande maggioranza dei progetti energetici cinesi risponderà ai bisogni della stessa popolazione cinese, che soffre anche di livelli allarmanti di inquinamento – ulteriore fattore  per cui probabilmente Pechino sta guardano ai territori confinanti per sostenere il suo fabbisogno.                     

Nel 2009 la Birmania è stata aggiunta alla special “watch list” dei paesi ricchi in risorse naturali disegnata dal Ministry of Land and Resources di Pechino, e la Cina è entrata con vigore nel settore idroelettrico e gassifero del Paese.

La Cina sta ora investendo in più di 100 progetti idroelettrici in circa 40 paesi nel mondo, mentre le sue grandi dighe sul fiume Mekong sono considerate le responsabili della mancanza di acqua nei Paesi confinanti che si trovano a valle. Ciò nonostante Pechno sta progettano altre sei dighe lungo il fiume, e ha iniettato un capitale significativo in progetti in Laos e Cambogia (…).


(Puoi leggere l'articolo in originale su Democratic Voice of Burma)


(22 Aprile 2011)