2/10/2008
Quello che bisognerebbe sapere sulla costituzione farsa e sul referendum indetto dalla giunta, per non cadere nella trappola della giunta militare birmana

Sabato 5 febbraio la giunta militare birmana ha annunciato che terrà a maggio prossimo un referendum sulla nuova costituzione ed elezioni generali nel 2010.

la nuova costituzione è stata elaborata dopo la sanguinosa repressione delle manifestazioni per la democrazia, da una ristretta cerchia di 54 persone selezionate dalla giunta militare in totale spregio delle raccomandazioni e delle richieste fatte dal Segretario generale dell'ONU Ban Ki- moon e dal suo rappresentante speciale Ibrahim Gambari. L'ONU, la UE che si sono svegliati come da un sonno decennale dopo la sanguinosa repressione delle manifestazioni pacifiche di agosto e settembre, come molti governi, chiedevano l'apertura immediata di un dialogo negoziale tripartito con la partecipazione della leader birmana Aung San Suu kyi e dei rappresentanti delle nazionalità etniche. Dopo la repressione sanguinosa, le decine di morti, gli arresti e le torture di centinaia di persone, la giunta militare ha cercato di gettare fumo negli occhi delle istituzioni internazionali e dei governi sperando di prendere tempo e di far dimenticare i drammatici avvenimenti di settembre scorso. Le organizzazioni della opposizione democratica avevano cercato, invano, di mettere in guardia i negoziatori internazionali, perchè chi conosce profondamente da anni i comportamenti dei macellai di Rangoon, sa che le tattiche di "addormentamento" delle diplomazie attraverso promesse, illusioni e piccoli gesti superficiali hanno sempre funzionato. Dal 1988 abbiamo registrato un andirivieni ad elastico di promesse, liberazioni di detenuti e di nuove incarcerazioni. Di finti negoziati. Tutto per mantenere la situazione inalterata. E fino all’autunno scorso il gioco aveva pagato bene. La giunta era riuscita ad evitare a gennaio 2007 la approvazione di una risoluzione del Consiglio di Sicurezza. Grazie al veto di Cina e Russia. Ha sempre evitato dure condanne all’ILO per il continuo utilizzo di centinaia di migliaia di lavoratori forzati, di bambini soldato. E’ sempre riuscita a comprare il silenzio complice di Cina, India, Russia e degli altri paesi asiatici interessati ad evitare che gli sguardi indiscreti delle istituzioni internazionali potessero mettere il naso anche sulle violazioni dei diritti umani e del lavoro nei loro paesi. Cosi per anni con la logica della non interferenza negli affari di un altro paese, tutti hanno chiuso gli occhi sulle durissime condizioni di vita del popolo birmano, sugli stupri, sul genocidio in atto del popolo kareno, sul lavoro forzato, sui bambini soldato, sul traffico di oppio e metanfetamine, sulle distruzioni dell’ambiente.

Anche molti dei governi europei, che a novembre scorso sono stati costretti, "ob torto collo" ad approvare finalmente e per la prima volta sanzioni serie ma marziali nei confronti della giunta militare, non vedono l’ora di riprendere indisturbati a fare affari con la giunta alla luce del sole. Infatti ancora nel mese di dicembre molte imprese europee, quatte quatte, hanno continuato ad importare teak dalla Birmania e hanno addirittura costituito società finte per evitare di apparire nelle liste di coloro che si macchiano di sangue facendo affari con la giunta. E’ in questo clima che la giunta militare si permette di osare tanto da approvare una costituzione farsa e di poter credere che la comunità internazionale si berrà anche un altrettanto farsesco referendum.

Anche i 4 incontri tra la leader birmana, ancora oggi agli arresti domiciliari , ed un ministro della giunta, le missioni a Rangoon del rappresentante dell’ONU Gambari e del rappresentante ONU per i diritti Umani Pineiro sono serviti dare l’illusione che qualche cosa si stesse muovendo.

La nuova costituzione farsa è stata definita sulla base di linee guida approvate da una Convenzione riconvocata nel 2004 dopo anni di interruzione dei lavori. La giunta aveva nominato 1.100 rappresentanti selezionati appositamente per poter lavorare indisturbati senza la partecipazione della opposizione. Con la apertura della Convenzione è stata approvata anche una legge speciale che prevede la condanna fino a 20 anni di carcere nei confronti di chiunque osi criticare il processo costituente.

I lavori della Convenzione, guarda caso, sono stati chiusi il 3 settembre scorso nel bel mezzo delle manifestazioni. con la approvazione di linee guida per la stesura della costituzione. Subito dopo la giunta militare ha nominato, altrettanto arbitrariamente una commissione di 54 persone che ha definito la nuova costituzione farsa.

Secondo le linee guida approvate dalla convenzione, i militari avrebbero continuato a controllare i maggiori ministeri, a mantenere un blocco di rappresentanti in ogni organismo legislativo, il diritto di dichiarare lo stato di emergenza e di riprendere il potere in qualsiasi momento.

Il documento limita severamente il diritti e gli spazi dei partiti politici, i diritti umani e le attività politiche sulla base di cosiddette "preoccupazioni per la sicurezza nazionale". Le linee approvate dalla Convenzione prevedono inoltre procedure limitative per le attività dell’opposizione che sembrano essere ritagliate apposta per impedire qualsiasi agibilità politica ad Aung San Suu Kyi. Da ultimo vengono negate ancora una volta le legittime aspettative delle nazionalità etniche che chiedono da sempre il rispetto della autonomia dei singoli stati attraverso un forte federalismo, il rispetto delle diversità culturali, tanto da creare il rischio di riarmo di gruppi del cessate il fuoco. Questa arroganza mette a serio rischio la stabilità e l’unità del paese e minaccia una ulteriore violazione dei diritti umani .

La nuova costituzione farsa, elaborata senza la partecipazione dei legittimi rappresentanti del popolo birmano, perpetrerà il potere della giunta e dei suoi amici. Il 25% dei seggi del parlamento andranno ai rappresentanti dei militari e questi avranno il potere di veto sulle decisioni del parlamento. Con questa scelta la giunta militare continuando nella sua strada per la attuazione della cosiddetta Road Map, da un calcio alle richieste delle istituzioni internazionali e del popolo birmano e va nella direzione opposta a qualsiasi tentativo di ripristinare la democrazia. Con il referendum i militari cercano di gettare fumo negli occhi dei governi facendo credere che si sta adottando un percorso democratico. Inoltre si tenta di far credere che il processo del referendum sia un processo democratico. in Birmania non esistono vere e credibili liste elettorali e si pensa che la giunta possa forzare le persone, come nel passato a partecipare a manifestazioni di massa per poi affermare che queste hanno dato il mandato alla giunta per approvare la costituzione. inoltre non solo in Birmania non vi è la libertà politica e i partiti e le organizzazioni sindacali e della società civile non hanno il diritto di organizzarsi, ma è vietato criticare anche la bozza di costituzione e coloro che lo fanno sono passibili di condanna fino a 20 anni di carcere.

L’Italia, la UE devono rifiutare di riconoscere il processo illegittimo iniziato con la approvazione della costituzione farsa e il futuro referendum e devono chiedere una riunione di emergenza del Consiglio di sicurezza perchè assuma decisioni efficaci per impedire che si attui un altro inaccettabile insulto alla democrazia. Anche a livello UE il consiglio dovrebbe tenere un incontro urgente ed adottare nuove e rafforzate sanzioni economiche, introducendo i settori del gas, il settore delle banche e quello finanziario tra i settori nei quali è vietato fare affari con la Birmania prevedendo inoltre procedure di controllo e monitoraggio della attuazione della posizione comune. Sarà perchè le decisioni non sono retroattive, o sarà il caso ma dai dati provenienti dalla Birmania risulta che Italia, Francia e Germania hanno continuato ad importare grandi quantità di teak anche nel mese di dicembre 2007, ovvero dopo l'inasprimento delle sanzioni. E’ solo una fase di transizione o non esistono controlli?

In vista di questo nuovo passaggio i macellai di Rangoon stanno testando anche le capacità di reazione dei media internazionali. Sanno infatti che non solo i governi, ma anche la stampa ha la memoria corta e che si dimentica presto delle cose che scrive. Sei sindacalisti stati recentemente condannati definitivamente a 28 e 20 anni di carcere per aver indetto un seminario sui diritti del lavoro, e nessuno ne ha parlato. Recentemente, come denunciato dal sito Irrawaddy un giovane di nom Nay Phone Latt è stato arrestato per aver tenuto aperto un blog.

Potrebbe essere condannato, secondo la legge sullo stato di emergenza a sette anni di carcere. "Le forze di sicurezza hanno anche aumentato la sorveglianza sugli internet cafè a Rangoon, controllando tutti coloro che li visitano sulla base anche delle foto scattate durante le manifestazioni. "il regime deve lottare contro nuovi nemici: i cyber dissidenti. I cittadini reporters armati di cellulari, macchine digitali e memory sticks". Le organizzazioni democratiche birmane stanno chiedendo aiuto perchè tali strumenti vengano rafforzati. Perchè possano essere tenute in piedi le radio che trasmettono in Birmania le informazioni dall’esterno, facendo al tempo stesso circolare le notizie delle manifestazioni e delle iniziative di protesta interne.

I media, i giornalisti democratici, le grandi reti televisive e radiofoniche hanno il dovere di fare la loro parte non solo contribuendo a stimolare la partecipazione della società civile democratica e della politica, ma anche direttamente a sostenere i giornalisti in carcere, il rafforzamento degli strumenti di informazione democratica per far si che si possa definitivamente promuovere il cambiamento democratico.