9/9/2009
Un’elezione che non serve al popolo birmano – Articolo di Win Tin
Washington Post – Grande attenzione è stata data alla recente visita del Senatore James Webb nel mio Paese e ai suoi incontri con il Generale Than Shwe e il Premio Nobel per la Pace, in carcere, Aung San Suu Kyi. Comprendo il desiderio di Webb di cercare un dialogo significativo (n.d.r. meaningful dialogue) con le autorità birmane. Sfortunatamente, i suoi tentativi hanno danneggiato il nostro movimento democratico e mostrato attenzione per un tema sbagliato – il potenziale per un' “elezione” rispetto alla quale Webb ci chiede di considerare una partecipazione, come parte di una strategia politica di lungo termine. Ma l’elezione di vetrina pianificata dal regime militare deride la libertà perseguita dal nostro popolo e renderebbe la dittatura militare permanente.
Nelle ultime elezioni libere, il popolo birmano ha rigettato il regime militare con una valanga di voti, premiando la nostra National League for Democracy com più dell’80% dei seggi in Parlamento. Tuttavia i militari si sono rifiutati di permettere all’NLD di formare un governo. Nei 19 anni successivi a quelle elezioni, gli attivisti democratici birmani hanno affrontato arresti, intimidazioni, torture e morte ogni volta che pacificamente hanno chiesto giustizia, diritti per le persone e i gruppi etnici, e una forma democratica di governo che rappresenti tutto il popolo della Birmania.                          

Senza mai fermare la nostra lotta per la democrazia, l’NLD ha continuamente cercato di entrare in contatto (n.d.r. engage) con il regime e aprire un dialogo – basato sulla pace e il rispetto reciproco – che potesse affrontare tanto i fondamentali problemi politici quanto quelli sociali della Birmania. Non inganniamoci – questi due temi sono interconnessi. La Birmania era un tempo la coppa (n.d.r. bowl) di riso dell’Asia. Ora a causa delle disastrose politiche economiche del regime e l’uso dell’oppressione per mantenere il regime militare, la Birmania è a pezzi e malata di povertà (n.d.r. Burma is a shattered, poverty-stricken country).                       

Il regime sta cercano di mettere una vernice di legittimità su sé stesso con queste “elezioni” di vetrina e dicendo che una “democrazia disciplinata” (n.d.r. “disciplined democracy”) verrà istituita l’anno prossimo. Tuttavia nel Maggio del 2008, solo pochi giorni dopo che un enorme ciclone aveva devastato la Birmania, uccidendo più di 100.000 persone, il regime ha usato un processo ridicolo (n.d.r. farcical process) per dichiarare che il 93% dei votanti avevano scelto di adottare una costituzione che in modo permanente garantisce il potere dei militari e impedisce a coloro con non meglio definiti “legami stranieri” (n.d.r. “foreign ties”) di assumere incarichi pubblici – norma che impedirà a Suu Kyi e gli attivisti democratici di correre per un incarico.   
                     
Alcuni osservatori internazionali vedono nelle elezioni pianificate per l’anno prossimo un’opportunità. Ma sotto le condizioni imposte dalla costituzione dei militari, le elezioni saranno una vergogna. Non sacrificheremo i principi democratici per i quali milioni di birmani hanno marciato, sono stati arrestati, sono stati torturati e sono morti per partecipare ad un processo senza la minima speranza di portare la libertà nel nostro Paese.                   

Le richieste dell’NLD sono ragionevoli. In Aprile abbiamo emesso un’altra dichiarazione per incoraggiare il dialogo con i militari, richiedendo il rilascio di tutti i prigionieri politici, una piena revisione della Costituzione, la riapertura degli uffici dell’NLD e il diritto di organizzarsi liberamente. La risposta del regime è stata continuare a tenere in prigione Suu Kyi e 2.000 altri attivisti, grandi operazioni militari contro i gruppi etnici e l’adozione di misure per imbavagliare la democrazia.                   

Come può la comunità internazionale giocare un ruolo importante? Primo, funzionari come Webb dovrebbero smettere di avere paura della Cina. Le sue parole sul contenere la Cina, e lavorare con il regime birmano, per raggiungere questo obiettivo, sono basate su una tesi sorpassata e non realistica. Suu Kyi ha rifiutato questa visione informando Webb che “noi non lavoreremo con nessuno con paure e insicurezze. Noi avremo a che fare con tutti, Cina, Stati Uniti, India, in modo eguale e amichevole. Non potendo scegliere i nostri vicini, sappiamo che dobbiamo avere buone relazioni con la Cina”. Secondo, l’NLD incoraggia altri Paesi e le organizzazioni internazionali a dialogare con la Giunta affinchè essa dialoghi con noi e con i gruppi etnici birmani. Gli Stati Uniti e molte altre nazioni hanno imposto sanzioni sulla Birmania. Questa è stata una loro decisione, basata sulla loro giustificata solidarietà con i valori democratici che noi abbiamo così a cuore. Se il regime sinceramente si aprirà al dialogo con l’NLD e i rappresentanti etnici, rilascerà i prigionieri politici, porrà fine agli attacchi contro le minoranze etniche e compirà ulteriori passi per costruire un vero stato democratico, queste sanzioni saranno abrogate al tempo giusto.                      

Nel frattempo, non lasciamo che qualcuno dubiti della nostra risolutezza. L’NLD è il riflesso della società birmana. Noi non saremo soggiogati o forzati a partecipare in un processo politico fatalmente scorretto che ruba al popolo birmano la libertà per la quale noi lottiamo. Siamo pronti a dialogare, ma siamo più che desiderosi di continuare la nostra lotta per i valori democratici per cui così tanti hanno sacrificato la loro vita e la loro libertà.                        

U Win Tin è un membro del Comitato Esecutivo Centrale e fondatore della National League for Democracy. E’ stato un prigioniero politico dal 1989 al 2008.


(L'articolo è una traduzione dell'originale apparso in lingua inglese sul Washington Post)


(9 Settembre 2009)