5/5/2008
OLTRE 4.000 MORTI E 3.000 DISPERSI A SEGUITO DEL VIOLENTISSIMO CICLONE CHE SI E' ABBATTUTO SULLA BIRMANIA SABATO SCORSO.

il ciclone che si è abbattuto sabato scorso sulla Birmania con una violenza straordinaria in particolare sul delta del fiume Irrawaddy ha causato oltre 4.000 morti e 3.000 dispersi e lasciando senza tetto centinaia di migliaia di birmani.
Purtroppo ad oggi la risposta della giunta militare della Birmania, che è i 15 paesi con il più alto tasso di militari al mondo non ha risposto con la dovuta tempestività alla emergenza straordinaria causata dal ciclone, lasciando la popolazione in una situazione disperata.

A Rangoon  manca l’elettricità, l’acqua potabile e le strade sono completamente bloccate dai detriti, dagli alberi abbattuti e dall’acqua. I trasporti non funzionano   e gli abitanti della ex capitale sono senza tetto e senza generi di prima necessità e  medicinali. Nella prigione di Insein sono morti 36 detenuti e vi sono stati 76 feriti in uno scontro con la polizia antisommossa perché chiedevano di essere spostati a seguito del ciclone che aveva scoperchiato il tetto dell’edificio n. 1 che ospita oltre 800 detenuti. a seguito del rifiuto delle autorità i detenuti hanno dato fuoco ad un corridoio e non riuscendo a controllare la rivolta.  i secondini hanno chiamato le truppe antisommossa. <

Molti villaggi sono stati completamente spazzati via e centinaia di morti sono stati ritrovati molto lontano dalle loro case.

La giunta nonostante la gravissima situazione di emergenza a quanto pare intende mantenere il referendum indetto per il 10 maggio prossimo e che dovrebbe ratificare la bozza di costituzione, che garantirebbe il potere militare per il futuro. Nel frattempo prima del ciclone l’opposizione ha denunciato le pesantissime intimidazioni delle autorità locali sui villaggi. Le minacce sono innumerevoli. Gli studneti vengono obbligati a votare a favore altrimenti perderebbero l’anno scolastico e in molti villaggi si minaccia la  cancellazione delle famiglie dalle liste locali con gravissime conseguenze lavorative e sul futuro.

Il ministero degli esteri ha convocato gli ambasciatori residenti a Rangoon probabilmente per chiedere aiuti.