2/20/2012
La CIS , Confederazione internazionale dei sindacati, chiede che le sanzioni alla Birmania siano abrogate gradualmente solo dopo la attuazione di cambiamenti stabili e sostanziali
Il lavoro forzato è ancora largamente praticato, le organizzazioni sindacali sono tuttora illegali e centinaia di prigionieri politici sono ancora in carcere. tra le condizioni: porre termine con urgenza al lavoro forzato, liberare tutti i prigionieri politici in modo incondizionato, abrogando le leggi  draconiane che li hanno portati in carcere, interrompere la violazione di tutti i diritti umani e degli attacchi contro le nazionalità etniche. Garanzia della libertà di organizzazione sindacale etc.

La Birmania deve intervenire sugli abusi cronici dei diritti umani prima che le sanzioni vengano revocate, secondo un nuovo Rapporto  della Confederazione Internazionale dei Sindacati (ITUC‑CIS).   
Nonostante alcuni segnali positivi di cambiamento, in Birmania il lavoro forzato è ancora largamente praticato, le organizzazioni sindacali sono tuttora illegali e centinaia di prigionieri politici sono ancora in carcere. Di conseguenza, come si legge nel rapporto, “riteniamo che i tempi non siano ancora maturi per procedere ad una revisione sostanziale delle sanzioni”.
Secondo il rapporto, le sanzioni dovrebbero essere revocate solamente una volta che il governo della Birmania abbia:

- Eliminato il lavoro forzato: crimine ancora ampliamente diffuso da parte di autorità civili e militari in quasi tutti gli Stati e le divisioni del paese. Il governo birmano non attuato nessuna delle misure le raccomandazioni dell’ILO del 1998 sull’eliminazione del lavoro forzato nel paese.  

- Ammesso sindacati indipendenti e democratici: nonostante la recente approvazione della Legge sulle Organizzazioni del Lavoro, il governo non è ancora passato alla fase attuativa. La legge contiene inoltre alcune problemi significativi, oltre ad essere indebolita da altre leggi tutt’ora in vigore. Inoltre la Federation of Trade Unions - Burma (FTUB), organizzazione sindacale affiliata alla CIS, è ancora considerata una organizzazione fuorilegge. È necessario che governo birmano, sindacati, datori di lavoro e ILO modifichino la legge appena approvata e ne verifichino l’effettiva attuazione. 

- Liberato tutti i prigionieri politici: il governo ha rilasciato centinaia di prigionieri politici, ma sono oltre 1.000 quelli che rimangono ancora in carcere, mentre molti altri dissidenti sono tuttora in esilio. I prigionieri politici devono essere rilasciati senza condizioni, garantendone il reinserimento sociale. Le norme di legge che hanno portato alla loro incarcerazione devono essere abrogate.

Il rapporto fa inoltre appello alle autorità birmane affinché pongano fine a tutti gli altri gravi abusi dei diritti umani, avviino un cessate il fuoco a livello nazionale e intervengano sulle cause alla radice del conflitto, celebrino elezioni libere ed eque, tra l’altro emendando l’iniqua costituzione del 2008, e limitino il ruolo dei militari nel governo e nell’economia.
Il rapporto richiede inoltre “un allentamento graduale e misurato delle sanzioni a mano a mano che il governo birmano compirà progressi sull’insieme di questa lista”.
 Il rapporto è stato sviluppato in stretta collaborazione con l’ FTUB in risposta ai crescenti appelli da parte di UE, USA, Canada e Australia per una revoca delle sanzioni nei confronti della Birmania.

 Il rapporto della CIS si concentra principalmente sui diritti del lavoro, ma al tempo stesso fa appello ai “governi a fare riferimento anche alle raccomandazioni di altre organizzazioni della società civile che sollevano ulteriori e urgenti preoccupazioni in materia di diritti umani”.

 VEDI DOC. ALLEGATO