5/17/2021
Papa Francesco prega per la Birmania
preghiera e Messa a San Pietro con la comunità birmana

Debora Donnini – Città del Vaticano

Papa Francesco porta sull’altare “le sofferenze” dell’amato popolo birmano, segnato dalla violenta repressione delle manifestazioni che attraversano il Myanmar, dal golpe del primo febbraio scorso, che ha portato al potere la giunta militare. Il Papa prega con forza Dio perché converta i cuori di tutti alla pace e ricorda che “il Signore sempre ascolta il grido del suo popolo”. Questa vicinanza e questa preghiera le esprime anche con la Messa di stamani, celebrata presso l’Altare della Cattedra della Basilica di San Pietro, e dedicata ai fedeli del Myanmar residenti a Roma, nei cui occhi si legge quel grido di dolore di cui parla Francesco nell’omelia. Una Messa in cui la Prima e la Seconda Lettura vengono proclamate in birmano e anche alcuni canti sono nella lingua del Paese asiatico, rendendo ‘vicino’ questo luogo lacerato, così come hanno fatto i tanti appelli per il Myanmar rivolti dal Papa in questo tempo.

Impegnarsi anche nelle scelte sociali e politiche

Ai fedeli di un Paese così segnato dal dolore e dalla paura, il Papa chiede di custodire la fede, l’unità e la verità, rischiando anche la vita per il Vangelo. Lo fa a partire proprio dal brano in cui Gesù, nel momento del doloroso congedo dai suoi discepoli e da questo mondo, prega il Padre per i suoi amici usando il verbo custodire. “Custodire la verità”, spiega, non significa difendere delle idee, “diventare guardiani di un sistema di dottrine e di dogmi”, ma restare legati a Cristo perché Lui è “la verità”. La preghiera per i suoi discepoli è dunque quella che non seguano “i criteri” del mondo, piegando il Vangelo a logiche umane. “Custodire la verità significa essere profeti in tutte le situazioni della vita” e esserne testimoni anche quando significa andare controcorrente:

A volte, noi cristiani cerchiamo il compromesso, ma il Vangelo ci chiede di essere nella verità e per la verità, per la propria verità, donando la vita per gli altri. E dove c’è guerra, violenza, odio, essere fedeli al Vangelo e artigiani di pace significa impegnarsi, anche attraverso le scelte sociali e politiche, rischiando la vita. Solo così le cose possono cambiare. Il Signore non ha bisogno di gente tiepida: ci vuole consacrati nella verità e nella bellezza del Vangelo, perché possiamo testimoniare la gioia del Regno di Dio anche nella notte buia del dolore e quando il male sembra più forte.

 

A volte, noi cristiani, - ha detto tra l’altro Papa Francesco - cerchiamo il compromesso, ma il Vangelo ci chiede di essere nella verità e per la verità, per la propria verità, donando la vita per gli altri. E dove c’è guerra, violenza, odio, essere fedeli al Vangelo e artigiani di pace significa impegnarsi, anche attraverso le scelte sociali e politiche, rischiando la vita. Solo così le cose possono cambiare. Il Signore non ha bisogno di gente tiepida: ci vuole consacrati nella verità e nella bellezza del Vangelo, perché possiamo testimoniare la gioia del Regno di Dio anche nella notte buia del dolore e, quando il male sembra più forte.