5/18/2009
La CISL chiede non più solo dichiarazioni di condanna, ma impegni concreti urgenti delle istituzioni italiane, europee ed internazionali per la liberazione immediata della leader birmana

Urgente

 COMUNICATO STAMPA

 

 Oggi si tiene un inaccettabile ed arbitrario processo alla leader birmana Aung San Suu Ky.

 La CISL condanna duramente questa ulteriore violazione dei diritti umani fondamentali nei confronti di una donna di straordinario coraggio, che rappresenta l’anima e la volontà di opposizione pacifica del popolo, delle lavoratrici e dei lavoratori birmani alla sanguinosa giunta militare.

Questo processo è solo un’ulteriore copertura per evitare la liberazione dagli arresti domiciliari della leader democratica e per garantirsi che le elezioni del 2010 possano essere tenersi senza che alcuna voce di dissenso ne denunci l’illegittimità.

Tali elezioni sono infatti il passo decisivo per garantire la prosecuzione del potere militare, sotto una parvenza pseudo democratica.

Come denunciato dal sindacato birmano e dal governo birmano in esilio, tali elezioni sono frutto di una costituzione fatta ad immagine e somiglianza della giunta, che garantirà la nomina diretta da parte dei militari del 25% dei parlamentari e del capo dello stato. Anche dopo le elezioni saranno verranno vietate le libertà fondamentali, tra cui quella di organizzazione sindacale. Il lavoro forzato potrà continuare ad essere impunemente sfruttato da quello che è il decimo esercito al mondo. La giunta militare affama il suo popolo e i suoi lavoratori con salari di fame, con la confisca delle terre e con il lavoro forzato e gli stupri, mentre sono enormi i suoi profitti dalla vendita di gas, legname, minerali rari e pietre preziose.

La CISL chiede al governo italiano di attivarsi con urgenza per l’immediata liberazione della leader birmana e degli altri detenuti politici tra cui molti sindacalisti. La CISL sollecita il governo a chiedere l’invio urgente da parte della UE, dell’ONU e dell’Asean di propri inviati speciali di alto livello e la convocazione urgente del Consiglio di Sicurezza ONU. Devono essere adottate idonee misure internazionali, tra cui l’embargo delle armi e la denuncia alla Corte Criminale Internazionale per crimini contro l’umanità.

Nella Sessione Speciale dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro del 6 giugno prossimo il governo italiano e la UE chiedano finalmente l’attuazione di misure urgenti tra le quali la denuncia della Birmania alla Corte Internazionale di Giustizia per il lavoro forzato, crimine praticato contro centinaia di migliaia di lavoratori e lavoratrici.

La CISL chiede infine all’Italia e, attraverso la Confederazione Europea dei Sindacati, alla UE, una verifica urgente dell’attuazione delle esistenti sanzioni economiche europee ed il loro ampliamento, includendo il settore finanziario e del gas. Le imprese italiane devono interrompere i rapporti economici e commerciali con la Birmania, per evitare che tali rapporti rafforzino la giunta militare.  La CISL presenterà a breve l’elenco aggiornato delle imprese italiane che continuano a fare affari con la giunta e chiederà ai consumatori di evitare di acquistare tali prodotti.