1/25/2017
il partito di opposizione chiede pretestusamente la convocazione del Consiglio Nazionale per la Difesa e Sicurezza

 

 C’era da aspettarselo. Il partito di opposizione birmano USDP e i suoi alleati hanno chiesto l’intervento del Consiglio Nazionale per la Difesa e la Sicurezza (NDSC) perché affronti la crisi della sicurezza e dello stato di diritto nel paese.  Il Consiglio Nazionale per la Difesa e la Sicurezza, previsto dalla costituzione del 2008 è un organismo sovraordinato al Governo e al Parlamento ed è stato creato appositamente con l’obiettivo di poter avocare a se tutti i poteri e di convocare lo stato di emergenza. Degli 11-membri dell’NDSC nominati dall’ex Presidente U Thein Sein, 6 sono militari e sono quindi la maggioranza.  

Facendo riferimento agli attacchi del 9 ottobre scorso alle postazioni dei militari nello stato Rakhine, il Presidente dell’USPD U Than Htay ha chiesto appunto l’intervento del Consiglio. All’incontro sulla situazione della sicurezza e sullo stato di diritto erano stati invitati 10 partiti politici, compreso la Lega Nazionale per la Democrazia, la National Unity Party, il National Democratic Force e i partiti etnici Karen.  Non c’era alcun dubbio che l’USDP criticasse il governo per non aver nonostante vi fosse stato un incontro tra il Presidente U Htin Kyaw, il Consigliere di Stato Aung San Suu Kyi e il capo delle forze armate Gen Min Aung Hlaing. Il capo dell’USDP ha anche criticato la revoca della legge sulle emergenze e la revoca delle norme per l’amministrazione dei villaggi secondo la quale i cittadini devono informare le autorità nel caso abbiano ospiti per la notte. Alcuni partecipanti hanno anche proposto la formazione di una nuova agenzia nazionale per la sicurezza, nonostante vi siano già un proliferare di agenzie come l’

 Office of the Military Security Affairs of Burma Army, e altre come il  Bureau of Special Investigation controllato dal Ministero degli Interni.

Il capo del gruppo tecnico del Joint Monitoring Committee  costituito nel quadro dell’accordo nazionale per il cessate il fuoco, Dr. Min Zaw Oo, che ha discusso il punto connesso con la sicurezza nazionale e la transizione democratica ha sottolineato: “ quello di cui abbiamo bisogno in particolare è una politica nazionale della sicurezza che il governo, le forze armate e il parlamento possono concordare. Se avessimo tale politica avremmo una strategia nazionale per la sicurezza.”

Tra le altre questioni discusse vi è stata quella della accettazione o meno del ritorno dei Rohingya, che erano fuoriusciti a suo tempo dal paese,la formazione di una Commissione consultiva sullo Stato Rakhine, la nomina di un consigliere nazionale per la sicurezza. L’incontro si è concluso con una dichiarazione congiunta firmata dall’ex partito di governo l’USDP e altri 14 partiti politici nella quale si afferma che la sicurezza socio economica del popolo sta diventando sempre più debole e che anche la sicurezza dello stato è a rischio. La dichiarazione comune ha sottolineato come l’attuale governo ha ignorato le discussioni parlamentari, le preouccpazioni dei partiti politici e i suggerimenti riguardanti la formazione della Commissione Consultiva sullo Stato Arakan guidata da Kofi Annan.

 “Il governo non ha consultato il NDSC  quando ha preso una decisione così importante” e la recente nomina del National Security Advisor  è stata fatta dal governo nazionale senza alcuna consultazione.

L’NDSC dovrebbe gestire le minacce alla sicurezza e allo stato di diritto cin atto nel paese.” La dichiarazione chiede anche una spiegazione chiara dal governo sui piani nei confronti dei Rohingya che sono fuggiti a seguito della repressione  da parte delle forze di sicurezza, visto che la gente teme che il governo possa accettare il rientro dalla finestra di un ampio gruppo senza cittadinanza.  L’ONU ha dichiarato che circa 65.000 persone si sono rifugiate in Bangladesh temendo un ulteriore repressione da parte delle forze di sicurezza, dopo una serie di attacchi armati alle guardie di confine. Recentemente l’inviato speciale birmano

U Kyaw Tin ha incontrato il primo ministro del Bangladesh Sheikh Hasina e ha discusso la questione Rohingya rifugiatisi in Bangladesh,.

Daw Aye Aye Soe,  Vice direttore generale del Ministero Affari Esteri,  ha dichiarato al the Irrawaddy che si procederà ad una verifica da entrambe le parti e che coloro che coloro che avevano lasciato il paese sarebbero stati fatti rientrare a tempo debito.