Nomina per la prima volta di un Cardinale birmano: Mons. Charles Maung Bo
Papa Francesco nomina il primo Cardinale birmano in segno di riconoscimento delle lunghe e profonde discriminazioni della Chiesa cattolica nel paese

Tra le tante sorprese dell'elenco di nuovi cardinali annunciati oggi da papa Francesco spiccano due scelte molto forti compiute in Asia e in Oceania. La prima è quella di elevare alla porpora l'arcivescovo di Yangon, il salesiano Charles Maung Bo, che diventa così il primo cardinale in assoluto per il Myanmar. Nell'attenzione che Bergoglio sta dimostrando a tutta l'Asia questo gesto nei confronti dell'ex Birmania assume un significato del tutto particolare. Il Myanmar è infatti un Paese che sta vivendo una delicatissima transizione politica: nell'autunno del 2015 sono attese le elezioni politiche che dovrebbero segnare il punto d'arrivo della transizione avviata con la liberazione della premio Nobel per la pace Aung San Suu Kyi. E in questo clima anche la piccola Chiesa cattolica - 750mila fedeli, intorno all'1,3% della popolazione, con una presenza particolarmente significativa fra le minoranze etniche - sta vivendo un momento molto importante: il 2014 è stato l'anno delle celebrazioni del quinto centenario dell'evangelizzazione, ma è stato soprattutto quello durante il quale il Myanmar ha avuto la gioia del suo primo beato, il catechista Isidoro Ngei Ko Lat, ucciso nel 1950 in odium fidei insieme al missionario del Pime padre Mario Vergara, anche lui oggi beato.

 La porpora all'arcivescovo Bo è dunque un ulteriore riconoscimento a una Chiesa che ha vissuto nel Novecento un martirio durissimo sotto il regime socialista birmano del generale Ne Win (che nel 1966 decretò anche l'espulsione di tutti i missionari stranieri entrati nel Paese dopo il 4 gennaio 1948, il giorno dell'indipendenza dagli inglesi). Le sofferenze non hanno piegato questa Chiesa, divenuta oggi un terreno molto fertile di vocazioni al sacerdozio. E lo stesso ormai prossimo cardinale Bo ne è un simbolo vivente: nato proprio nel 1948, ordinato sacerdote nel 1976, è arcivescovo di Yangon ormai dal 2003 (dopo aver guidato in precedenza le diocesi di Lashio e Pathein). Più volte in questi ultimi tempi è intervenuto per additare al Paese la via dell'unità e del superamento dei contrasti tuttora anche violenti tra le diverse etnie del Myanmar; l'unica strada per far sì che la fine della dittatura militare apra davvero la strada a una stagione di pace.