In Thailandia e a Singapore i cittadini del Myanmar hanno potuto cominciare a votare per le politiche che nel loro Paese si terranno l’8 novembre. Oltre 500 i birmani registrati in Thailandia, ma sarebbero circa due milioni, molti arrivati illegalmente.
Il premio Nobel per la Pace Aung San Suu Kyi – la cui “Lega Nazionale per la Democrazia” è data per favorita – è fino a domenica in campagna elettorale nella regione di Rakhine, segnata dalle violenze degli estremisti buddhisti contro i musulmani Rohingya, cui non è permesso votare. Da un lato è stata criticata per aver taciuto davanti alle discriminazioni, dall’altro è stata accusata di essere filo-musulmana.
Dopo la recente firma del cessate il fuoco con parte dei gruppi ribelli, storica per il presidente Thein Sein, il tema delle minoranze è al centro del dibattito. Ma in circa 400 villaggi settentrionali, dove continuano gli scontri, il voto non si terrà.
Per il governo di transizione, in funzione dallo scioglimento della giunta militare nel 2011, sono le prime elezioni democratiche in circa 25 anni.
tradotto da GIUSEPPE DE GREGORIO