5/19/2009
Win Tin: “Noi non riconosciamo il processo” – Intervista a Irrawaddy
Win Tin, uno dei leader della Lega Nazionale per la Democrazia (NLD) viene intervistato da Irrawaddy sul processo contro Aung San Suu Kyi, che si sta tenendo in questi giorni presso la prigione di Insein.

(Segue la traduzione dall’originale)



D: Le autorità hanno qualche ragione contro Aung San Suu Kyi?


A: Non credo. Questa è una cospirazione. La questione della sua sicurezza è totalmente nelle loro mani. Se le autorità non danno accesso al compound, nessuno può entrare. A questo punto, loro hanno rigettato il suo appello e addirittura le hanno mosso altre imputazioni. Io credo che questa sia una cospirazione. Credo che sia perché non vogliono rilasciarla. Loro vogliono impedirle di fare politica in futuro.

Q: Quale sarà l’esito del processo?

A: Idealmente, loro vogliono metterla in prigione. Ma politicamente, loro non possono farlo. La comunità internazionale incomincia a fare rumore e a chiederne anche il rilascio. Noi (l’NLD) neanche accettiamo le accuse e chiediamo che venga rilasciata.

Se il caso procede, noi domandiamo giustizia durante i lavori della corte. La corte deve aprirsi al pubblico cosìcchè la gente possa vedere con i propri occhi il processo. Devono permettere ad un numero adeguato di avvocati di difenderla nella corte. Questo significa che il numero di avvocati non deve essere adeguato solo nella difesa, ma anche nella preparazione, per raccogliere dati e informazioni.

Un processo giusto permetterebbe alle famiglie e al pubblico di essere presenti. Daw Aung San Suu Kyi ha i figli in Inghilterra. Loro dovrebbero emettere i visti perché vengano in Birmania. Allo stesso modo, la famiglia di Daw Khin Khin Win vive all’estero. Le autorità devo permettere loro di venire qui se lo vogliono. Anche se i membri della famiglia sono stranieri, loro devono emettere i visti.

Ai media deve essere concesso di seguire il caso. I giornalisti devono avere il diritto di porre domande agli avvocati difensori e alla pubblica accusa. Dovrebbero anche poter fare domande anche alle persone che vengono a vedere il processo.

Un  altro punto è la sicurezza. Non possiamo dire che la sicurezza è buona e che loro non la minacceranno anche nella corte all’interno della prigione. Loro devono garantire la sicurezza di Aung San Suu Kyi. Devono inoltre garantire la sicurezza dei suoi avvocati.

Q: Negli ultimi 20 anni, Aung San Suu Kyi è stata attaccata e detenuta per molti anni. E’ stata agli arresti domiciliari per più di 13 anni. Qual è il suo stato mentale?

A: Io non l’ho vista, ma il suo avvocato, U Kyi Win, l’ha vista. Quello che voglio dire innanzitutto è ripetere il commento di U Kyi Wi: Daw Suu è mentalmente forte e ferma nella sua posizione. Riguardo al caso in questione, lei ha chiaramente detto all’avvocato di non aver infranto alcuna legge. Su queste basi, la posizione di Suu Kyi, è forte e ferma. Sebbene io non l’abbia vista ormai da anni, sulla base della nostra esperienza passata, della sua caratura politica e del sacrificio degli ultimi 20 anni, posso dire che lei non si sentirà mai depressa o abbandonerà o cambierà la propria posizione politica.

Q: Perché pensa che il governa vuole continuare a tenerla prigioniera?

A: La verità è che ciò accade a causa della fama personale di Daw Suu e del riconoscimento che il mondo tributa al suo ruolo. Lei è diventata il nemico maggiore per il regime militare. Non considerano la fama personale e guardando alle cose dal punto di vista della politica attuale, la situazione è largamente cambiata. Nel passato noi chiedevamo un Parlamento per disegnare una costituzione in continuità con le elezioni del 1990, che noi avevamo consistentemente sostenuto. Ora, abbiamo recentemente chiesto per un Parlamento che riveda la costituzione e per instaurare un dialogo con i militari. Noi abbiamo cambiato la nostra posizione per essere più flessibili e raggiungere il dialogo. Daw Suu è stata in un posizione molto importante nel risolvere i problemi politici con il dialogo già dal 1988. Il generale Saw Maung sottolineò l’importanza di costruire un dialogo quando ci sono molte parti coinvolte. Molti partiti diedero mandato a Daw Suu per predisporre il dialogo con i militari. Anche l’NLD le diede il suo mandato.

Anche oggi, se noi avessimo un dialogo con la giunta, penso che tutti i gruppi etnici le chiederebbero di parlare a nome loro.

Daw Suu ha un ruolo chiave se noi vogliamo risolvere la situazione attuale attraverso il dialogo. Quindi, le accuse odierne contro Daw Suu significano che la vogliano eliminare dalla scena. Sento che loro stanno cercando di distruggere ogni possibilità di dialogo politico e di riconciliazione nazionale.

Q: Il Dottor Tin Myo Win, il dottore di famiglia di Aung San Suu Kyi, è stato detenuto per quasi una settimana. Come si collega questo con quello che sta succedendo ora?

A: All’inizio, noi avevano avuto notizia che il Dott. Tin Myo Win era stato anche lui portato presso la corte e che ci sarebbero state cinque persone nel caso. Ma lui non era nella lista. Forse, è stato interrogato e torturato. Ha già passato queste esperienze in passato. Temo che loro abbiano fatto pressioni sul Dott. Tin Myo Win affinchè dicesse le cose che loro volevano sentirsi dire. Oppure lo stanno giudicando per altre accuse perché questo caso può portare al massimo a cinque anni di prigione.

Un’altra opzione è che loro possano mettere il Dott. Tin Myo Win nella lista dei testimoni. Se così fosse, noi non siamo preoccupati perché lui non è una persone che si fa persuadere facilmente a dire cose che altri vogliono. Noi conosciamo il suo credo politico e le sue opinioni e la sua storia. Noi lo rispettiamo. Non siamo preoccupati di questo.

Se viene portato alla corte come testimone,  lui dirà quello che è successo veramente. Quello che ha fatto non è molto; Daw Aung San Suu Kyi gli aveva detto di riferire l’arrivo di Yettaw dell’anno scorso alle autorità, e lui andò al Ministero dell’Interno a riferire. Non ha nulla da dire in più. Non ci aspettiamo che lui possa dire di aver avuto un incontro personale con Yettaw.

(Puoi leggere l’articolo in originale su:
http://www.irrawaddy.org/article.php?art_id=15674&page=2)