10/24/2012
Ripresi gli scontri tra mussulmani e buddisti nello stato Rakine.

Nuovi scontri tra mussulmani e buddisti sono scoppiati nella zona della Birmania occidentale provocando per lo meno 2 morti e più di un migliaio di case bruciate hanno dichiarato martedì  23 ottobre  le autorità. Il ministro per l’informazione ha dichiarato che le violenze continuano e che le autorità stavano cercando di ripristinare la legge e l’ordine. Le tensioni sono cominciate  domenica notte e sono una delle peggiori  tra i mussulmani Rohingya e i buddisti Rakhine dopo le scaramucce iniziate a giugno nella regione che hanno prodotto la fuga di circa 70.000 persone. Il procuratore generale dello stato Rakhine Generale  Hla Thein  ha dichiarato che le ultime violenze sono cominciate nella Township  di Minbyar  a circa 25 chilometri dalla capitale Sittwe e si sono propagate ulteriormente a nord nella Township di Mrauk-U. entrambe le aree sono remote e raggiungibili solo a piedi.

Le autorità hanno imposto un coprifuoco  ed ora entrambe le aree sono tranquille, aveva annunciato Hla Thein, ma successivamente le tensioni sono riesplose. Hla Thein ha dichiarato che un uomo buddista e due donne mussulmane sono morte negli scontri di domenica, ma il ministro ha dichiarato che i morti sarebbero solo due e che sono state distrutte 531 case in 6 villaggi a Minbyar e 508 case in due villaggi della zona di Mrauk-U. Gli scontri arrivano quattro mesi dopo che i due gruppi religiosi si sono rivoltati l’un  contro l’altro quattro mesi fa dopo il presunto stupro e omicidio di una donna buddista da parte di tre uomini mussulmani avvenuto a fine maggio. Le violenze hanno provocato 90 morti e la distruzione di 3000 case, moschee e monasteri. I due gruppi sono ora pressoché segregati nelle città come Sittwe dove i Rakhine sono liberi di girare liberamente mentre i Rohinya sono confinati in una serie di campi al di fuori della città. Gli ultimi pesanti scontri sono avvenuti in agosto, e hanno provocato, secondo il governo la morte di sette persone nella città di Kyaktaw. L’ONU ha dichiarato che  all’epoca sono state bruciate 600 case.

Tali conflitti risalgono a decenni fa e traggono origine in una disputa sulla provenienza dei mussulmani. Sebbene molti Rohingya  abbiano vissuto per generazioni in Birmania, sono ampiamente considerati stranieri, incursori, provenienti dal vicino Bangladesh per appropriarsi delle scarse terre.

L’ONU stima che questi siano circa 800.000 ma il governo non li include tra i 135 gruppi etnici e quindi, come il Bangladesh rifiuta loro la cittadinanza. I gruppi per i diritti umani dichiarano che il razzismo gioca un ruolo: molti Rohingya che parlano un dialetto bengalese e assomigliano a mussulmani bengalesi hanno una pelle più scura e sono pesantemente discriminati. Questo conflitto appare una delle maggiori sfide per il governo del Presidente Thein Sein che ha iniziato una serie di riforme democratiche dopo mezzo secolo di dittatura militare che si è conclusa nel 2011.


http://news.yahoo.com/myanmar-clashes-between-muslims-buddhists-163052386.html;_ylt=A2KJjbwze4dQuCAAHwLQtDMD