10/12/2011
Rilasciati 8 sindacalisti birmani tra cui Myo Aung Thant, condannato all'ergastolo nel 1997 per attività sindacali
tra gli 8 sindacalisti e sindacaliste liberate spicca il nome di Myo Aung Thant insignito  dalla CISL nel 2006 del Premio internazionale per i diritti umani Giulio Pastore. Con lui era stata arrestata anche la moglie sindacalista anche lei e condannata a 7 anni di carcere.
Myo Aung Thant, membro del Comitato Esecutivo dell'FTUB, è stato imprigionato nel carcere di Insein, nei sobborghi di Rangoon, fino alla seconda metà del 1998, quando è stato trasferito nel carcere di Myitkyina, nel lontano stato Kachin, all’estremo nord della Birmania.

Myo Aung Thant, Membro del Comitato Esecutivo Centrale, FTUB

Al momento del suo arresto il 13 giugno 1997 presso l’aeroporto Mingaladon di Rangoon al rientro da una missione sindacale della Federazione dei Sindacati Birmani (FTUB) in Tailandia, Myo Aung Thant era membro sindacale della società petrolchimica birmana All Burma Petro-Chemical Corporation, con tessera numero 029. Nel 1995 divenne membro del Comitato Esecutivo Centrale della Federazione dei sindacati birmani (FTUB). Myo Aung Thant è un sindacalista dedicato alla causa del ripristino del diritto dei lavoratori di associarsi e di organizzarsi in Birmania.

Nel corso di una conferenza stampa presieduta dal Generale Khin Nyunt (capo dei servizi di intelligence militare dello SLORC, il Consiglio di Stato per il ripristino della legge e dell’ordine) tenutasi a Rangoon il 27 giugno 1997, Myo Aung Thant è stato accusato di alto tradimento per presunte attività terroristiche, tra cui il contrabbando di esplosivi. Si tratta di un’accusa priva di fondamento, dato che lo FTUB ed il movimento sindacale birmano ricorrono esclusivamente a tattiche non violente per il ripristino della democrazia in Birmania. La presunta prova fornita dall’intelligence militare birmana era costituita da esplosivi rinvenuti dallo SLORC presso l’area portuale di Kawthaung, a centinaia di chilometri di distanza da Rangoon, dove Myo Aung Thant veniva arrestato.

In effetti, la reale motivazione dell’arresto di Myo Aung Thant va ricercata nell’utilizzo di un telefono satellitare non registrato, utilizzato per lo scambio di informazioni con FTUB ed altri movimenti democratici in esilio considerati come organizzazioni illegali da parte della giunta militare birmana. Il Generale Khin Nyunt lo aveva inoltre accusato di mantenere contatti con la Lega Nazionale per la Democrazia (NLD), il partito politico che si è aggiudicato le elezioni del 1990 e che dal 1991 è presieduto dal Premio Nobel per la pace Aung San Suu Kyi. Nonostante il fatto che la Birmania abbia ratificato la Convenzione 87 dell’OIL che garantisce il diritto della libertà di associazione, Myo Aung Thant è stato anche accusato di reclutamento di nuovi iscritti al sindacato come se ciò costituisse un crimine. Tra gli altri “atti pericolosi” di cui è stato accusato da parte del SPDC, il Consiglio di Stato per la pace e lo sviluppo, vanno citati l’assistenza ai sindacalisti internazionali durante le visite a Rangoon, la redazione di rapporti sulla piaga dei “lavoratori a basso reddito” e le “lamentele e rimostranze sull’elevato costo della vita”, oltre ad aver preso accordi per la produzione di un video su Aung San Suu Kyi.

Il 15 agosto 1997, dopo un processo farsa durante il quale gli è stata negata la possibilità di ricorrere ad un legale, Myo Aung Thant è stato condannato all’ergastolo per l’accusa di tradimento, oltre ad un’ulteriore condanna a sette anni (sezione 5 della Legge del 1950 sugli atti di emergenza). Evidentemente, la giunta militare non ha ritenuto sufficiente la pena dell’ergastolo. Lo SLORC ha fornito un legale l’ufficio, legale che però si è rifiutato di fornire una linea di difesa nel corso del processo, essendo apparso evidente che il verdetto era già stato scritto.

Il tribunale militare speciale dello SLORC che ha pronunciato la sentenza ha fatto ricorso ad una confessione dello stesso Myo Aung Thant strappatagli tramite tortura fisica ed abusi psicologici durante il periodo di detenzione. L’immagine del volto di Myo Aung Thant in una foto scattata durante il periodo di detenzione e pubblicata su un quotidiano controllato dal governo evidenzia segni di edema probabilmente causati da violenze fisiche. Il processo è durato solamente tre giorni e non ha fatto altro che confermare il verdetto di colpevolezza di Myo Aung Thant già scritto dallo SLORC.

Myo Aung Thant è stato relegato nel carcere di Insein, nei sobborghi di Rangoon, fino alla seconda metà del 1998, quando è stato trasferito nel carcere di Myitkyina, nel lontano stato del Kachin, all’estremo nord della Birmania. Durante il periodo di detenzione a Insein ai fratelli è stato concesso di fargli visita una volta al mese, ma dopo il trasferimento nello stato del Kachin la possibilità di fargli visita si è ridotta ad una volta ogni tre mesi in ragione del costo da sostenere per recarsi presso il lontano carcere.

Aye Ma Gyi, moglie di Myo Aung Thant, è stata anch’essa arrestata dai militari in concomitanza con l’arresto del marito. Aye Ma Gyi è stata processata e condannata dallo stesso tribunale militare in qualità di complice del marito e condannata ad una pena di dieci anni di detenzione. Attualmente dopo aver scontato cinque anni di carcere  nella prigione di Insein è fuggita in Tailandia con le figlie. Nella conferenza stampa del 27 giugno del 1997 Aye Ma Gyi è stata accusata di complicità nelle attività del marito e di avere fornito a gruppi in esilio un elenco di numeri di fax di ministri del governo birmano.