The Irrawaddy - “Non voglio vivere più da quando
ho perso la mia gamba su una mina” ha detto il trentacinquenne Nai Aree, dell’etnia
Mon.
Nai Aree, un vecchio soldato del New Mon State
Party (NMSP), ha lasciato l’organizzazione dopo che questa ha firmato il
cessate il fuoco con il governo e l’esercito birmani nel 1995. Aveva aderito
all’NMSP quando aveva tredici anni.
Lavorando a Phuket, ora guadagna 150 baht al
giorno, circa 5 dollari, in una industria di lavorazione del pesce.
“Devo risparmiare dei soldi finché sono
giovane e ancora capace di lavorare perché sono disabile” ha detto Nai Aree.
Kyaw Thein, 39 anni, una vittima delle mine che ha perso la sua gamba
sinistra, ha detto “Ogni volta che penso alla mia vita prima dell’incidente, mi
sento pieno di rabbia. Ora non posso uscire con gli amici con facilità. Ogni
volta che escono, io li guardo, e mi sento triste”.
A Bangkok, Kyaw Thein lavora e guadagna 270 baht (9$) al giorno in un
cantiere edile.
Kyaw
Thein e Nai Aree sono tra le centinaie di vittime di mine in Birmania la cui
vita è stata resa difficile per sempre a causa della natura unica delle ferrite
da mina.
L’
International
Campaign to Ban Landmines (ICBL), di Ginevra, stima che circa 1.500 birmani
sono stati feriti o uccisi dalle mine ogni anno.
L’ICBL
considera la Birmania seconda solo all’Afganistan in quanto a feriti e morti da
mine in Asia, mentre la maggior parte delle vittime non riceve adeguata
riabilitazione o assistenza dopo l’incidente.
L’ICBL
nota che sia l’esercito regolare che i gruppi armati a base etnica usano mine
nella loro guerra.
Karenni,
Arakan, Shan, Tenasserim e Pegu, sono tutte aree dove c’è un uso pesante di
mine nel conflitto tra gruppi etnici e truppe dell’esercito.
La
Birmania ha avuto almeno 438 vittime di mina nel 2007 e 246 nel 2006. Ma molti
altri sono rimasti ignoti, ha detto l’ICBL.
A
dispetto della condanna da parte dei gruppi internazionali per i diritti umani,
entrambi le parti usano le mine e quest’uso sta aumentando, secondo l’ICBL.
La
Birmania non ha firmato il
Landmine Ban Treaty del 1997, che è stato segnato da
156 Stati. Tra gli Stati che non hanno firmato compaiono anche gli Stati Uniti,
la Cina, la Russia, l’India, Israele, Singapore, Sud e Nord Corea.
Le mine
usate dalla Birmania provengono dalla Russia, dalla Cina e dall’India. Alcune
mine dovrebbero essere arrivate da Singapore, secondo alcune fonti dell’esercito.
Un
attivista anti-mine, Suthikiet Sopanik, che è segretario della
Thailand
Campaign to Ban Landmines, ha ditto che le vittime di mina vivono una
condizione particolare, perché perdere un arto o la vista li colpisce per il
resto della loro vita.
Le mine
hanno un affetto devastante su civili e animali.
“Durante
la guerra, il nemico uccide usando qualsiasi cosa. Ma, dopo la battaglia, la
gente che soffre di più sono civili e bambini innocenti. Anche loro sono
vittime di mine” ha detto Sopanik, che chiede con urgenza ad esercito e gruppi
etnici di trovare una via diplomatica per risolvere i propri conflitti.
“E’
giunto il tempo per la Birmania di unirsi e usare la saggezza per risolvere i problemi”
ha ditto.
Il
vecchio soldato Mon, Nai Aree, è d’accordo “Penso che la mia organizzazione non
abbia più bisogno di soldati. Devo solo pensare ad educare la propria gente”.
Anche i
gruppi etnici armati sono responsabili per l’uso delle mine. Tra di loro, il braccio
armato del KNU, la
Karen National Liberation Army (KNLA), ha usato più mine di
qualsiasi altro gruppo nel 2005-2006, secondo il Landmine Monitor, rilasciato
dall’ICBL del 2008.
Una
vittima di mina di 23 anni, Saw Naing Naing, soldato della KNLA, ha detto “La
ferita da mina è diversa da quella di colpo da sparo. Non puoi morire con una
mine. Diventi disabile. E muori con la testa”.
Saw
Naing Naing ha perso la sua mano destra e il suo occhio destro nello scoppio di
una mine, durante una battaglia tra la Settima Brigata KNLA e l’esercito
birmano e il suo alleato, la
Democratic Karen Buddhist Army.
“L’uso
di mine è cattivo” ha aggiunto “Odio le mine perché hanno rovinato la mia vita”
(
Puoi leggere l'articolo in originale su The Irrawaddy)
(17 Luglio 2009)