25/07/2009
Gli Stati Uniti rinnovano le sanzioni contro la giunta - Articolo di Francis Wade
Democratic Voice of Burma – Il Senato americano ha approvato il rinnovo annuale delle sanzioni che bandiscono le importazioni di beni birmani negli Stati Uniti, e ora attende il parere del Congresso su un possible prolungamento della decisione.        

La decisione e’ stata presa dalla Senate Finance Committee, che negli Stati Uniti ha il potere di esprimersi in materia di commercio internazionale.  
L'attuale  risoluzione sulla Birmania, contenuta nel Burmese Freedom and Democracy Act del 2003, autorizza il Congresso a rinnovare le sanzioni anno per anno fino al 2012.           

“Fintanto che la giunta birmana continuera' a rendersi responsabile di estese ed evidenti (n.d.r gross) violazioni dei diritti umani e a governare il suo popolo con il pugno di ferro, gli Stati Uniti dovranno continuare a sostenere i diritti umani, in nome del popolo birmano” ha detto il Senate Finance Chairman Max Baucus.       

“Queste sanzioni sul commercio internazionale, insieme alle sanzioni imposte da molti nostri partner economici, impongono sulla giunta la presssione necessaria affinche’ essa metta la parola fine alle ingiustizie contro la propria gente”.          

La decisione del rinnovo delle sanzioni USA appariva gia’ verosimile da Maggio, quando Aung San Suu Kyi, leader dell’opposizione democratica, era stata portata in tribunale con l’accusa di aver violato le condizioni dei propri arresti domiciliari.       

Il processo ha segnato il ritorno alla tradizionale posizione americana nei confronti della Birmania, che in parte sembrava essere stata superata, stando alle parole del Segretario di Stato Hillary Clinton che a Febbraio aveva detto che a Washington c’era bisogno di ripensare la propria politica birmana, alla luce del fallimento delle sanzioni.          

Mercoledi tuttavia la Clinton ha fatto presagire che si sta passando ad una nuova fase delle relazioni tra i due Paesi, parlando della possibilita’ per Washington di impegnarsi con la Birmania, anche in termini di investimenti economici, qualora Aung San Suu Kyi venisse liberata.      

Gli Stati Uniti hanno anche espresso la propria preoccupazione circa la possibilita’ che Birmania e Corea del Nord commercino in materiale nucleare e scambino informazioni sensibili, da quando le relazioni tra i due regimi si sono intensificate.         

Intervenendo a margine dell’ASEAN Regional Forum, che finisce oggi in Thailandia, il Ministro degli Esteri birmano Nyan Win avrebbe detto al Segretario di Stato americano che la Birmania potrebbe aderire alla risoluzione ONU che richiede agli Stati membri di ispezionare i cargo nordcoreani sospetti.           

Nei giorni scorsi, Hillary Clinton aveva chiesto con urgenza ai 10 Paesi dell’ASEAN, che tradizionalmente non interferiscono negli affari interni degli Stati membri, di espellere la Birmania se questa non mettera' in atto le necessarie riforme democratiche.    



(Puoi leggere l'articolo in originale su Democratic Voice of Burma)


(25 Luglio 2009)