The Irrawaddy – (Titolo originale: "
Suu Kyi Calms Fears About Confrontation"). La leader democratica Aung San Suu Kyi ha
dato rassicurazione sul un suo possibile confronto con il governo militare
birmano circa quella che ha descritto come “una conferenza etnica in conformità
con il 21° secolo”.
“Questa
conferenza punta alla riconciliazione nazionale. Non stiamo tentando di formare
un governo parallelo o un governo parallelo”,
questo quanto è stato detto da lei, secondo le parole dei membri del
Democracy and Peace Party (DPP) che l’hanno incontrata negli uffici della
National Leaugue for Democracy (NLD) a Rangoon.
Il riferimento è alla proposta
conferenza etnica che gli osservatori hanno chiamato una “seconda Panglong” –
un incontro di leader etnici e di altri attori importanti sulle orme della
conferenza di Panglong del 1947, che non solo aveva provveduto alle basi dell’unione
federale, ma anche garantito che le minoranze etniche avessero il diritto di
secedere dall’unione dieci anni dopo che la Birmania si era conquistata l’indipendenza
dalla Gran Bretagna.
“Daw Suu ha detto che avrebbe
semplicemente provato a ravvivare lo spirito di Panglong, che è stato
indebolito nelle ultime decadi” ha dichiarato Myo Nyunt, portavoce del DPP.
“Ha anche detto che la
conferenze sarà tenuta senza un incontro formale di persone in un luogo
specifico con l’aiuto dei mezzi di comunicazioni attuali come internet”, ha
detto Myo Nyunt, aggiungendo che il suo partito aveva espresso preoccupazioni
circa le possibile conseguenze negative di una seconda Panglong.
Ha aggiunto che anche se il Premio Nobel per
la Pace riuscisse a maneggiare il processo in modo cauto, potrebbe in
intenzionalmente avere lei stessa dei problemi con il regime dal momento che il
tema è estremamente delicato.
“Non pensiamo sia possible che
questa conferenza abbia luogo con successo senza la partecipazione del regime”
ha aggiunto.
I commenti di Suu Kyi sono
seguiti a un editoriale della tv di stato birmana questo mercoledì che diceva
che la possibile conferenza etnica “andrebbe contro la road map disegnata dalla
giunta e porterebbe più danno che bene” – il primo avvertimento publico del
regime a Suu Kyi sulle sue attività politiche da quando il mese scorso è stata
liberata.
L’idea di questa conferenza è
stata inizialemente avanazata da un gruppo di leader etnici in opposizione alle
elezioni di Novembre. Dopo il suo rilascio, Suu Kyi ha accettato la richiesta
del gruppo per assumersi la leadership di realizzare l’evento, dando vita a preoccupazioni che l’evento dia in
effetti una possibilità al regime per arrestarla nuovamente e lanciare nuove
azioni contro il suo partito, che è stato smobilitato per non essersi registrato
alle elezioni.
Questo giovedì, quando gli è stato
chiesto di rispondere all’editoriale, i leaders etnici che hanno boicottato le
elezioni insieme al NLD hanno detto che avrebbero in ogni caso proceduto nel
tentativo di realizzare una seconda Panglong.
“Andremo avanti con questo piano e
non siamo intimoriti dai richiami nel giornale” ha detto Aye Thar Aung, un
leader Arakanese, il cui partito partecipò con successo alle elezioni del 1990
ma che ha boicottato quelle del mese scorso.
Si Lone, Vice Presidente del
Chin
Progressive Party, un partito etnico che ha invece partecipato alle elezioni di
novembre, ha detto che sebbene le minoranze etniche si sono aspettate di vedere
la riconciliazione nazionale a partire dal parlamento, le prospettive si sono
chiuse dal momneto che il partito della giunta, l’
Union Solidarity and
Development Party, ha conquistato la maggioranza dei seggi grazie ai brogli.
“Non possiamo aspettarci
ancora di lavorare per un sistema federale attraverso il parlamento” ha detto “ma
sarebbe ottimo se le forze etniche e politiche, compreso l’esercito, potesse
incontrarsi e lavorare insieme per una soluzione che porti alla riconciliazione
nazionale”.
(
Puoi leggere l'articolo nell'originale inglese su The Irrawaddy)
(11 Dicembre 2010)