26/09/2017
Aung San Suu Khy . Discorso al mondo sulla crisi nel Rakhine

Discorso de Sua Eccellenza Daw Aung San Suu Kyi, Consigliere di Stato della Repubblica dell’Unione di Myanmar sugli impegni del governo per la Riconciliazione Nazionale e la Pace.

Nay Pyi Taw 19 settembre 2017

Eccellenze,

Illustri Ospiti,


Un anno fa, quando ho preso la parola  all'Assemblea generale delle Nazioni Unite in qualità di rappresentante del nuovo governo birmano, ho ribadito il nostro impegno e la fiducia negli obiettivi e nei principi della Carta delle Nazioni Unite. E' in questa immutabile fiducia nella capacità delle nazioni di unirsi per costruire un mondo più pacifico e prospero, un mondo più gentile e più comprensivo per tutta l'umanità che vogliamo condividere con i membri della comunità internazionale le sfide che il nostro paese sta affrontando e le azioni che stiamo assumendo per risolverle.
Quest'anno, poiché non posso essere a New York per l'Assemblea Generale dell’ONU, ho organizzato questo briefing diplomatico.
Quando nelle elezioni del 2015 il nostro popolo ha votato a favore della Lega Nazionale per la Democrazia, ci ha, di fatto, affidato il compito di affrontare tre impegni: la  transizione democratica, la pace, la stabilità e lo sviluppo. Nessuna di queste sfide è facile o semplice. Per noi la transizione significa andare verso la democrazia dopo mezzo secolo o più di regime autoritario e ora stiamo in una fase in cui stiamo alimentando la nostra nascente, seppur imperfetta  democrazia.
La pace e la stabilità sono state qualcosa che dovevamo raggiungere dopo circa 70 anni di conflitto interno, iniziato all’atto della nostra indipendenza nel 1948. E lo sviluppo deve essere realizzato nel quadro dei due primi impegni: alimentare i valori democratici, instaurare la pace e la stabilità e promuovere quello sviluppo sostenibile che il nostro popolo considera equo.
Come tutti voi sapete, la Birmania è una nazione complessa. E le sue complessità sono accresciute dal fatto che il popolo si aspetta che noi risolviamo tutte queste sfide nel più breve tempo possibile.

Penso sia  opportuno ricordarvi che il nostro governo è al potere da meno di 18 mesi. Saranno 18 mesi alla fine di quest' anno. Diciotto mesi sono un tempo molto breve per aspettarsi che noi siamo in grado di affrontare e superare tutte le sfide che ci si aspettano da noi.
Ciò non significa che non siamo pronti a continuare con il nostro impegno a superare tutte queste sfide e poiché credo nella comunità delle Nazioni, sono pronta a condividere ciò che abbiamo fatto, con tutti gli amici che ci vogliono bene, che comprendono i nostri problemi e che ci sostengono, con l’obiettivo di raggiungere la transizione democratica, la pace, la stabilità e lo sviluppo.
So che l'attenzione del mondo si concentra sulla situazione nello Stato Rakhine e, come ho dichiarato all'Assemblea Generale dello scorso anno, come membro responsabile della Comunità delle Nazioni, il Myanmar non teme lo scrutinio internazionale e siamo impegnati a trovare una soluzione sostenibile che possa portare alla pace, alla stabilità e allo sviluppo di tutte le comunità di quello Stato.
Lo scorso anno ho poi illustrato brevemente i nostri programmi per la realizzazione di questi obiettivi. Sfortunatamente, il nove ottobre, 18 giorni dopo aver parlato all'Assemblea Generale, tre avamposti di polizia sono stati attaccati da gruppi di musulmani armati.

L'11 ottobre e il 12 novembre si sono verificati ulteriori attacchi che hanno provocato la perdita di vite umane, feriti, incendi nei villaggi e la fuga di persone dalle zone colpite. Molti mussulmani sono fuggiti in Bangladesh. Da allora il governo sta compiendo ogni sforzo per ristabilire la pace, la stabilità e promuovere l'armonia tra le comunità musulmana e Rakhine.
Anche prima che questi scontri si verificassero, avevamo istituito un Comitato a livello centrale per lo Stato di diritto e lo sviluppo nello Stato Rakhine e abbiamo invitato il dottor Kofi Annan a presiedere una Commissione che ci dovrebbe aiutare a risolvere i problemi di lungo periodo di quello Stato.
Tuttavia, nonostante tutti questi impegni, non siamo stati in grado evitare che i conflitti scoppiassero. Nel corso dell'ultimo anno abbiamo continuato con il nostro programma di sviluppo e per il raggiungimento della pace e dell'armonia.
Dopo diversi mesi di apparente tranquillità e pace, il venticinque agosto, 30 avamposti di polizia, il quartier generale del reggimento nel villaggio di Taungala sono stati attaccati da gruppi armati. In seguito a questi attacchi, il governo ha dichiarato l’“Arakan Rohingya Salvation Army” e i suoi sostenitori, responsabili di atti di terrorismo, come gruppo terrorista,  secondo  la legge sull’antiterrorismo Sezione 6, Sottosezione 5.
Nel mondo c'è stata molta preoccupazione per la situazione nello Stato Rakhine. Non è intenzione del governo birmano attribuire colpe o negare responsabilità. Condanniamo tutte le violazioni dei diritti umani e l’illegale violenza. Siamo impegnati al ripristino della pace, della stabilità e dello Stato di diritto in tutto lo Stato.

Le forze di sicurezza sono state istruite a rispettare rigorosamente il Codice di condotta nello svolgimento delle operazioni di sicurezza, a esercitare tutte le debite cautele e ad adottare tutte le misure necessarie per evitare danni collaterali e danni a civili innocenti. Le violazioni dei diritti umani e tutti gli altri atti che compromettono la stabilità e l'armonia e minano lo stato di diritto saranno affrontati nel rispetto delle rigide norme di giustizia.
Siamo profondamente colpiti dalla sofferenza di tutte le persone che sono state intrappolate nel conflitto. Coloro che sono dovute fuggire dalle loro case sono molti. Non solo musulmani e Rakhine, ma anche piccoli minoranze, come i Dyna, i Mro, i Thet,i  Magyi e gli  Indù, la  cui presenza è in gran parte sconosciuta all’opinione mondiale.
A partire dal 27 agosto,  l'assistenza umanitaria è stata fornita alle comunità sfollate da un team presieduto dal Ministro della Previdenza sociale , degli aiuti e del reinsediamento. I dettagli dei programmi di assistenza umanitaria saranno messi a disposizione di tutti i nostri ospiti a tempo debito.
Il rapporto finale della Commissione Consultiva sullo Stato Rakhine, presieduta dal Dr. Kofi Annan, è stata resa pubblica il 24 agosto, in realtà il giorno stesso in cui ha avuto luogo l'ultima serie di attentati. Siamo determinati ad attuare le Raccomandazioni della Commissione, dando priorità a quelle raccomandazioni che produrranno rapidamente dei miglioramenti alla situazione. Altre raccomandazioni dovremo attuarle più avanti. Ma ogni singola raccomandazione che andrà a beneficio della pace, dell'armonia e dello sviluppo nello Stato Rakhine sarà attuata nel più breve tempo possibile.
Il governo sta lavorando per riportare la situazione alla normalità. Dal 5 settembre non ci sono stati scontri armati e non ci sono state operazioni di sgombero. Ciononostante, siamo preoccupati per il fatto che numerosi musulmani stanno fuggendo in Bangladesh. Vogliamo capire perché questo esodo sta avvenendo. Vorremmo parlare con coloro che sono fuggiti, così come con coloro che sono rimasti. Penso che si sappia poco che la grande maggioranza dei musulmani dello Stato Rakhine non ha preso parte all'esodo. Più del 50 per cento dei villaggi musulmani sono intatti. Sono come prima degli attacchi. E vorremmo sapere perché.

Questo è ciò per cui dobbiamo lavorare. Non solo per valutare i problemi ma anche per analizzare quelle zone  in cui non vi sono problemi. Come siamo riusciti a evitare questi problemi in alcune zone? E per questo motivo, vorremmo invitare i membri della comunità diplomatica a unirsi a noi nel nostro impegno per imparare di più da quei musulmani che si sono integrati con successo nello Stato Rakhine.
Se siete interessati ad unirvi a noi nel nostro impegno, fatecelo sapere. Possiamo farvi visitare queste zone in modo che possiate chiedere voi direttamente perché non sono fuggiti, perché hanno scelto di rimanere nei loro villaggi, anche in un momento in cui tutto ciò che li circonda sembra essere in uno stato di caos.
Oltre a quanto stiamo facendo per tranquillizzare il nostro popolo, vorrei dire che abbiamo continuato a portare avanti i nostri programmi di sviluppo socio economico nel Rakhine. Permettetemi di illustrarne alcuni aspetti. Il Piano di Sviluppo Socio economico dello Stato Rakhine 2017-2021 è stato elaborato per promuovere lo sviluppo regionale in vari settori.

Centinaia di nuovi posti di lavoro e nuove opportunità sono state create per la popolazione locale attraverso partenariati pubblico-privato. Stiamo verificando la fattibilità di una nuova zona economica speciale per realizzare nuovi posti di lavoro e nuove imprese. Per quanto riguarda lo sviluppo infrastrutturale, è stata aumentata l'elettrificazione e sono state costruite nuove strade e ponti, tra cui una nuova autostrada che collega aree remote precedentemente accessibili solo via acqua. Tutti coloro che vivono nello Stato Rakhine hanno accesso all'istruzione e all’assistenza sanitaria senza discriminazioni. I servizi sanitari sono disponibili in tutto lo Stato, con nuove cliniche mobili, anche nelle aree difficili da raggiungere. Nel Rakhine il governo ha potenziato 300 scuole e sono stati avviati programmi di formazione professionale e tecnica. Anche gli studenti musulmani hanno accesso all'istruzione superiore senza alcuna discriminazione. Prima dei recenti attacchi del 25 agosto, gli aiuti umanitari hanno raggiunto tutte le comunità nel 95% delle aree colpite. Stiamo avviando un'altra tornata di aiuti umanitari che ci auguriamo toccheranno tutte le i rifugiati interni, sono stati chiusi tre campi e sono stati forniti gli aiuti necessari, compresa la costruzione di nuove case. C'è ancora molto da fare su questi problemi. Siamo consapevoli delle sfide che ci troviamo ad affrontare.
Per quanto riguarda la cittadinanza
, è stata elaborata una strategia con scadenze specifiche per mandare  avanti il processo di verifica nazionale. Ma questo è un processo che richiede la collaborazione di tutte le comunità. In alcune comunità musulmane, i loro leader hanno deciso che non parteciperanno al processo di verifica. Saremmo lieti se tutti gli amici potessero convincerli a partecipare al processo perché non hanno nulla da perdere.
Stiamo anche cercando di promuovere l'armonia religiosa tra le comunità coinvolgendo gruppi interreligiosi. Nelle scuole sarà introdotto un nuovo programma focalizzato in particolare sui temi morali,  educazione civica, pace e stabilità.

È stato creato un nuovo canale radio per informate tutte le comunità, tra le altre cose, su assistenza sanitaria, processo di verifica nazionale e istruzione. Trasmette nelle lingue Rakhine, Bengalese e birmana.
La formazione e lo sviluppo delle capacità delle forze di polizia e di sicurezza vengono fornite in collaborazione con l'Unione Europea e le Agenzie delle Nazioni Unite. Dal dicembre 2016 nel Rakhine, media locali e stranieri hanno avuto accesso a zone precedentemente off limits. Anche dopo gli scontri del 25 agosto, abbiamo fatto in modo che diversi media visitassero le zone colpite.
Il governo sta lavorando instancabilmente per migliorare le attuali relazioni con il Bangladesh. Il Ministro degli Affari Esteri e il Consigliere per la Sicurezza Nazionale si sono recati in Bangladesh nei mesi di gennaio e luglio di quest'anno.

Speravamo anche di ricevere una visita dal Ministro degli Interni del Bangladesh, ma è stato necessario posticiparla per motivi legati agli altri impegni assunti dal Ministro. Tuttavia, lo accoglieremo con favore in qualsiasi momento in cui egli possa venire e speriamo di portare avanti l'accordo sulla sicurezza delle frontiere che stiamo cercando di attuare insieme.
E' stato lanciato un appello per il rimpatrio dei rifugiati fuggiti dal Myanmar in Bangladesh. Siamo pronti ad avviare il processo di verifica in qualsiasi momento. Già nel 1993 è stato avviato un processo di verifica e sulla base dei principi che entrambi i paesi hanno concordato in questo momento possiamo continuare con la verifica dei rifugiati che desiderano ritornare in Myanmar.
Ci atterremo ai criteri concordati all'epoca e, come il nostro Consulente per la Sicurezza Nazionale ha assicurato al Bangladesh, e posso confermarlo ora, siamo pronti ad avviare il processo di verifica in qualsiasi momento e coloro che sono stati verificati come rifugiati da questo paese saranno accettati senza alcun problema e con la piena garanzia della loro sicurezza e del loro accesso agli aiuti umanitari.
So che molti dei nostri amici in tutto il mondo sono preoccupati per le notizie di villaggi bruciati e di orde di rifugiati in fuga. Come ho già detto, dal 5 settembre non vi sono stati conflitti e nessuna operazione di  bonifica. Anche noi siamo preoccupati, vogliamo comprendere i reali problemi. Ci sono state accuse e contro accuse, dobbiamo ascoltarle tutte,  e dobbiamo assicurarci che queste accuse si basino su prove solide prima di agire. Saranno intraprese azioni contro tutti coloro, a prescindere dalla loro religione, razza o posizione politica, che non rispettano le leggi del Paese e violano i diritti umani riconosciuti dalla nostra comunità internazionale.
Non siamo mai stati deboli sui diritti umani in questo paese. Il nostro governo è stato eletto come un organismo impegnato nella difesa dei diritti umani, non dei diritti di una comunità specifica, ma dei diritti di tutti gli esseri umani entro i confini del nostro Paese.
Mentre ci concentriamo sui problemi nello Stato Rakhine, vorrei anche cogliere l'occasione per ricordarvi che  per noi ci sono problemi altrettanto gravi per quanto sta accadendo nella parte occidentale del nostro Paese. Abbiamo cercato di costruire la pace uscendo dai conflitti interni, una pace che deve essere duratura e accompagnata da uno sviluppo sostenibile ed equo.

Vi invitiamo a partecipare a questo processo di pace, ad unirvi a noi nella ricerca di soluzioni durature ai problemi che da anni affliggono il nostro Paese. Il processo di pace avviato lo scorso anno in agosto continua, e ci troviamo di fronte a molte difficoltà. Ciò non mi sorprende, perché è normale che processi di pace in qualsiasi parte del mondo incontrino difficoltà e talvolta si trovino in una situazione di stallo, a volte rimangano ad un punto morto, a volte sembra che tutto stia crollando; eppure, alla fine, ci uniamo tutti insieme e andiamo avanti.

 Noi tutti vogliamo la pace e non la guerra, vogliamo l'armonia e non il conflitto, e questa è l'aspirazione condivisa da tutta la nostra gente.
Pace, stabilità, armonia e progresso - non è un'agenda ampia, ma è difficile, e mentre proseguiamo nei nostri sforzi per rimediare ai mali di questa nazione, vorrei chiedere ai nostri amici che capiscono e simpatizzano con le nostre aspirazioni e i nostri problemi di unirsi a noi. Vorremmo che si unissero a noi in modo positivo e costruttivo per trovare nuove strade verso la pace e la stabilità, verso l'armonia.

Vorremmo che pensaste al nostro Paese nel suo complesso, e non solo alle aree tormentate; è solo nel suo complesso che possiamo compiere progressi.Vorrei che si usasse per analogia un essere umano in salute. Un essere umano sano deve essere sano nel suo complesso. Non si può trascurare la sua salute generale solo per concentrarsi su un organo malato. Uso questa analogia perché la sanità è quella che ha compiuto i maggiori progressi da quando abbiamo cominciato a governare lo scorso anno. Concentrandoci sulla sanità pubblica, abbiamo scoperto che anche altri problemi sanitari possono essere affrontati meglio. Ad esempio, nell' arco di un anno, i decessi per HIV si sono dimezzati, non perché ci stiamo concentrando solo sull' HIV-AIDS, ma perché ci stiamo concentrando sulla salute pubblica nel suo complesso, sulla salute di tutti i nostri cittadini e di tutte le nostre comunità.
E' così che vorrei che voi guardaste al nostro Paese. Siamo una democrazia giovane e fragile, che deve affrontare molti problemi. Ma dobbiamo affrontarli tutti allo stesso tempo nello stesso modo in cui dobbiamo affrontare tutti i nostri problemi sanitari. Non possiamo concentrarci solo su alcuni. Vorrei che tutti si unissero a noi nel trovare nuove strade, nuove risposte, più costruttive, più positive, più innovative e forse più audaci.

Se non riusciamo a risolvere rapidamente i nostri problemi, ciò non significa che non saremo mai in grado di risolverli, significa solo che le sofferenze della nostra gente continueranno e vorremmo porre fine quanto prima alle sofferenze della nostra gente. Vorremmo fare del nostro Paese una nazione al cui interno tutti possano vivere in sicurezza e prosperità. Si tratta di una grande visione ed  una grande ambizione. Ma non è impossibile realizzarle.
Dobbiamo unirci insieme. Riconosco che la vera responsabilità ricade sul popolo di questo Paese. Tutto il popolo del Myanmar, dal governo a ogni singolo individuo all'interno di questo paese ha la responsabilità dello sviluppo e del progresso di questo paese.

 Ma vorremmo che i nostri amici si unissero a noi nel nostro grande impegno. Si tratta certamente di una grande responsabilità, di uno impegno ambizioso, di una determinazione a costruire, a partire da un paese afflitto da molti problemi, uno Stato sano, forte, in grado di guardare avanti con fiducia a un futuro sicuro.
E' triste che, nell'incontrare la nostra comunità diplomatica, io sia costretta a concentrarmi su pochissimi dei nostri problemi, quando ce ne sono molti altri, che credo potremmo risolvere insieme. Per questo motivo, apro la porta a tutti coloro che tra di voi desiderate unirvi a noi nei nostri sforzi. Vi invitiamo ad unirvi a noi, a parlarci, a discutere con noi, a venire con noi nelle zone problematiche - dove possiamo garantirvi la sicurezza, perché non vogliamo che si verifichino ulteriori problemi se dovesse accadervi qualcosa.

Vorremmo che voi vi uniste a noi, che vediate con i vostri occhi cosa sta accadendo e che possiate valutare voi stessi, cosa possiamo fare per eliminare questi problemi. Vorrei anche che rivolgeste la vostra attenzione nell’esaminare in modo particolare le zone pacifiche - come sono riuscite a preservare l'armonia? Perché non si combattono l’un l’altro in queste particolari zone? Questa è la risposta di cui abbiamo bisogno. Non si tratta solo di eliminare i mali, ma anche di promuovere ciò che è positivo. Dobbiamo eliminare il negativo e aumentare il positivo, e vorremmo farlo insieme a tutti voi.
Come probabilmente saprete, il nostro Ministro del Affari sociali, reinsediamento e ricostruzione sta coordinando il nostro programma di assistenza umanitaria. Siamo molto lieti che il Comitato Internazionale della Croce Rossa si unisca a noi e accoglieremo favorevolmente coloro, che vorranno unirsi a noi nel nostro impegno. Molti si sono già impegnati ad aiutarci con generose donazioni sia in denaro che in mezzi, e garantiremo che ogni loro contributo per la promozione della pace e dell'armonia nello Stato Rakhine verrà usato nel miglior modo possibile a beneficio di tutte le comunità.
Non vogliamo che Myanmar sia una nazione divisa da convinzioni religiose, da diversità etniche o dall’ ideologia politica. Tutti noi abbiamo il diritto alle nostre diverse identità, e tutti noi abbiamo il diritto di cercare di vivere la nostra vita nel modo in cui crediamo giusto. Ma dobbiamo anche lavorare insieme perché apparteniamo alla stessa nazione e, poiché apparteniamo alla stessa nazione, noi apparteniamo anche a questo mondo.

Per questo motivo abbiamo attribuito grande importanza al ruolo delle Nazioni Unite, in quanto Assemblea di nazioni creata per promuovere la pace e l'armonia, affinché il nostro mondo non ricada mai più nella sofferenza che tutti abbiamo vissuto durante la seconda guerra mondiale.
E' con l'intenzione di porre fine alle guerre, cioè porre fine ai conflitti, che le Nazioni Unite sono state istituite e vorrei che pensaste che ciò che stiamo facendo oggi qui potrebbe essere l’inizio di un movimento veramente forte ed efficace per porre fine a tutti i conflitti all'interno del Myanmar, ai conflitti tra le nostre comunità, ai conflitti tra le etnie, e allo scontro d’idee sul come procedere.

 Lo scontro d’idee può essere risolto, può essere superato attraverso la discussione e il dialogo e attraverso l’apertura mentale, la generosità ed il coraggio, che ci permette di considerare il punto di vista degli altri. Vorrei anche dire quella generosità e coraggio che permetterebbe agli altri di considerare anche il nostro punto di vista. E' solo attraverso la collaborazione che il nostro mondo può andare avanti. Attaccandoci l'un l'altro, con parole o con armi o addirittura attraverso le emozioni, non ci aiuteremo.
L'odio e la paura sono la rovina principale  del nostro mondo. Tutti i conflitti nascono dall'odio o dalla paura. Solo eliminando le fonti dell'odio e della paura saremo in grado di eliminare i conflitti dal nostro paese e dal mondo.
Come sapete, vi sono molte accuse e contro accuse. Non ho preso in considerazione nessuna di esse perché non voglio promuovere e incoraggiare i conflitti, siano essi di idee o di armi, ma vorrei cercare di promuovere l'armonia e la comprensione. Spero che ci capirete e vi unirete a noi nei nostri sforzi.
Come ho detto in precedenza, questo è un briefing diplomatico che ha l'obiettivo di spiegare ai membri della nostra comunità diplomatica, ai rappresentanti dei nostri amici di tutto il mondo, ciò che stiamo cercando di fare. Per certi versi, però, è più di un briefing diplomatico. E' un appello  fraterno a tutti coloro che vogliono bene al Myanmar, un appello ad aiutarci a raggiungere gli obiettivi che, penso sarete d'accordo, non sono solo auspicabili i per questo particolare Paese, ma anche per i Paesi di tutto il mondo.


Grazie.