La
Cisl condanna duramente la giunta militare birmana e la inaccettabile
nuova legge elettorale che impedisce alla eroina birmana Aung San Suu
Kyi ed agli altri oltre 2.100 detenuti politici di candidarsi e di
votare alle prossime elezioni.
Questa
legge rappresenta la tragica conferma, la totale non credibilità delle
prossime elezioni e l' assoluta non volontà della giunta militare
birmana di avviare una rapida ed effettiva transizione alla democrazia.
La
nuova legge elettorale segue l'imposizione di una costituzione che
perpetua anche nel futuro il potere militare, impedisce la libertà di
organizzazione, prevede il lavoro forzato e la violazione dei diritti
umani fondamentali.
La
Cisl, al fianco del sindacato birmano FTUB, denuncia, ancora una volta,
il tentativo della giunta militare di rimanere saldamente al potere
trasformandosi in un governo militare in abiti civili, autoritario e
repressivo in cui lo stato di diritto rimane un illusione valida per
quei governi altrettanto autoritari che vogliono continuare a
depauperare le risorse naturali, sociali ed umane del paese.
La
CISL denuncia l'aumento drammatico della repressione dei diritti umani
fondamentali, delle uccisioni, degli stupri, degli arresti arbitrari,
del lavoro forzato, dell'utilizzo dei bambini soldato ed un spaventoso
peggioramento delle condizioni di vita e di lavoro. Per questo,
migliaia di lavoratrici, mettendo a rischio la loro libertà, stanno
scendendo quotidianamente in sciopero nelle zone industriali di Rangoon.
La
CISL chiede insieme al sindacato ed a tutte le organizzazioni
democratiche birmane, l'immediata liberazione di Aung San Suu Kyi e
degli altri detenuti politici, che venga garantito a tutti il diritto a
partecipare ed essere candidati alle elezioni, la apertura immediata di
un dialogo tra la giunta, le
organizzazioni democratiche e le nazionalità etniche, e soprattutto la
revisione della costituzione.
La
CISL chiede al governo italiano, al Parlamento, al Rappresentante
Speciale UE di farsi carico di queste legittime richieste, di
condizionare la accettazione delle elezioni al rispetto di queste
condizioni minime e di avviare in vista della missione di alto livello
UE di fine aprile in Birmania, una consultazione urgente con le
organizzazioni sindacali e democratiche birmane e con le organizzazioni
sindacali europee.
La
CISL chiede inoltre al governo italiano di impegnarsi perché la UE
decida, con urgenza, un rafforzamento
delle sanzioni economiche mirate, con l'inclusione dei settori
finanziari ed assicurativi, il divieto di nuovi investimenti e
procedure di controllo certe. Inoltre in vista del Consiglio di
Amministrazione ILO, l'Italia non
può essere silenziosa e deve chiedere un rafforzamento delle misure ILO
per la immediata abolizione del lavoro forzato e la libertà sindacale,
anche attraverso il ricorso alla Corte Internazionale di Giustizia.Considerati
i grandi interessi politici ed economici dei paesi asiatici, in
particolare la Cina, la CISL chiede infine un rafforzato impegno UE nei
confronti di questi paesi anche nel prossime
vertice ASEM (Asia Europa).
(10 marzo 2010)