Il 28 marzo, la Commissione elettorale dell'Unione del Myanmar, nominata dai militari, ha deciso di sciogliere quaranta partiti politici, tra cui la Lega nazionale per la democrazia, adducendo la loro mancanza di registrazione presso il regime militare ai sensi della sua "Legge sulla registrazione dei partiti politici".
Questi includono quei partiti che
hanno ottenuto i voti della stragrande maggioranza dei cittadini del Myanmar nelle elezioni dell'8 novembre 2020. Eppure molti dei loro leader politici sono stati arrestati in seguito al colpo di stato militare e rimangono in prigione.
Questa decisione è l'ennesima dimostrazione della palese mancanza di rispetto da parte del regime militare per la democrazia e per i diritti e i desideri della popolazione del Myanmar, e dimostra la determinazione del regime militare a sradicare qualsiasi opposizione democratica e pacifica al suo governo.
Solo un processo politico inclusivo che coinvolga i partiti politici democratici, la società civile, i leader religiosi e delle minoranze, i gruppi etnici, il Governo di Unità Nazionale, il Comitato che rappresenta il Pyidaungsu Hluttaw, il Consiglio Consultivo di Unità Nazionale e tutte le altre parti interessate in Myanmar può aprire la strada verso la fuoriuscita dalla crisi nel paese verso un significativo processo democratico che rispecchi veramente la volontà del popolo birmano e contribuisca così alla riconciliazione interna e alla stabilità.
L'Unione Europea ribadisce il suo fermo sostegno agli sforzi dell'ASEAN volti a trovare una soluzione pacifica all'attuale conflitto e sollecita progressi nella revisione del novembre 2022 del consenso in cinque punti dell'ASEAN. Ciò diventa sempre più urgente alla luce del crescente numero di segnalazioni di atrocità commesse quotidianamente dai militari in tutto il Myanmar.