Kofi Annan presenta le prime proposte per la solluzione del problema Rohingya
Rapporto interinale della Commissione consultiva nominata dal Ministro degli Esteri Aung San Suu Kyi e guidata da Kofi Annan sulla situazione dei Rohingya
Il mandato della Commissione non era di investigare specifiche violazioni dei diritti umani ma di affrontare i problemi istituzionali e strutturali che minano le prospettive di pace, giustizia e sviluppo nello Stato Rakhine e di proporre adeguate misure che possano consentire il miglioramento della vita delle comunità dello Stato e la soluzione dei problemi.
La commissione si è avvalsa del contributo di numerosi soggetti, dal governo dello Stato al parlamento Rakhine, alle istituzioni religiose, le organizzazioni della società civile, i rappresentanti dei villaggi e degli sfollati nei campi.
Le raccomandazioni includono una richiesta di accesso umanitario a tutte le aree colpite dalle violenze, assicurando gli aiuti umanitari e l’assistenza a tutte le comunità colpite dalle violenze. Il governo dovrebbe garantire anche l’accesso regolare ai media nazionali ed internazionali a tutte le zone interessate dalle violenze; il governo dovrebbe garantire lo stato di diritto condannando tutti coloro che sono risultati colpevoli di violazione dei diritti umani. Una stretta collaborazione con il governo del Bangladesh attraverso la costituzione di una commissione congiutna che dovrebbe affrntare le questioni connesse con il ritorno volontario di rifugiati dal Bangladesh, meccanismi congiunti per combattere il traffico di esseri umani, della droga e di altri commerci illeciti, come pure una strategia congiunta per affrontare le immigrazioni illegali. Un piano per lo sviluppo economico e sociale dovrebbe essere definito dal governo birmano visto che lo Stato Rakhine è il secondo più povero della Birmania sviluppando tra l’altro un piano di formazione professionale e tecnica con particolare attenzione alla formazione professionale per le donne. Il governo dovrebbe stabilire immediatamente una strategia chiara e un processo di verifica della cittadinanza concordata con le parti interessate; dovrebbe mappare tutte le restrizioni esistenti alla libertà di circolazione; effettuare una campagna porta a porta di registrazione dei nuovi nati garantendo a tutti i bambini il certificato di nascita e dovrebbe definire una strategia che porti alla chiusura dei campi