08/01/2010
Elezioni in Birmania fissate per il 10 Ottobre 2010 – Asahi Shimbun
Le elezioni nazionali che si terranno quest’anno come parte del processo di transizione verso un governo civile della giunta (la cosiddetta Roadmap for democracy) sono state fissate per il 10 Ottobre, secondo delle fonti interne all’esercito del 6 Gennaio. A causa del voto prossimo, molti ministri pianificano di rinunciare ai propri incarichi per potersi candidare entro aprile, avendo così il tempo necessario – 6 mesi – per fare campagna elettorale, sulla base proprio della convinzione che le elezioni si terranno in Ottobre.                   

Secondo fonte interne all’esercito, le elezioni della Camera Bassa (440 seggi) e del Senato (224 seggi) avverranno lo stesso giorno, mentre la legge elettorale e la legge sui partiti dovrebbero essere promulgate verso Aprile. Oltre ad alcuni ministri del SPDC che stanno rassegnando le dimissioni, ci si attende che l’organizzazione fantoccio del SPDC, la “Union Solidarity and Development Association (USDA)” formerà 2 o 3 partiti favorevoli alla Giunta.                        

Nella Costituzione approvata nel Maggio del 2008, un quarto dei seggi tanto al Senato quanto alla Camera Bassa saranno assegnati ai militari, mentre gli altri verranno decisi in base alle elezioni. Portando dentro al governo molti sostenitori della giunta, già sotto la sua influenza, i generali puntano a perpeturare il proprio potere anche dopo le elezioni.                    

Alcuni giochetti elettorali sono cominciati. L’SPDC ha deciso di aumentare i salari di circa 100,000 funzionari statali di circa 20,000 Kyat entro la fine di questo mese, una misura che punta a conquistare il voto della burocrazia.                     

Secondo fonti diplomatiche, la partecipazione alle elezioni della National League for Democracy (NLD), guidata dalla leader del movimento democratico Aung San Suu Kyi e da altri gruppi d’opposizione, è probabile che venga riconosciuta. Sotto la facciata delle elezioni democratiche, il nuovo governo punta a guadagnare l’approvazione della comunità internazionale.                

In ogni caso, l’idea che gira tra le fonti diplomatiche è che sotto l’oppresione della giunta, l’NLD è stato indebolito e che l’SPDC ha rifiutato di allentare le restrizioni, compreso il rilascio di Suu Kyi dagli arresti domiciliair. Se a Suu Kyi non è concesso di operare liberamente, è certo che la partecipazione alle elezioni forzerà l’NLD ad una dura battaglia, e che il partito dovrà quindi valutare con attenzione i pro e i contro di una eventuale partecipazione. 


(8 Gennaio 2010)