Martedì il nuovo ambasciatore USA in Birmania, Scot Marciel, ha tenuto un discorso in cui ha voluto esprimere il consenso da parte degli Stati Uniti riguardo alla recente transizione politica avvenuta nel paese, sottolineando le straordinarie sfide che tuttavia il nuovo governo dovrà affrontare.
Il conflitto in atto tra l’esercito nazionale e le varie armate di ribelli etnici presenti nel paese, le crescenti tensioni religiose e una Costituzione che attribuisce un grande poter ai militari, rappresentano alcune di queste sfide: “Il nostro obbiettivo, l’obbiettivo degli Stati Uniti, rimane lo stesso: vedere una Birmania pacifica, prospera e democratica. In cui le persone vivono in armonia godendo dei propri diritti” ha detto Scot Marciel.
Washington si aspetta dunque che il mandato della NLD accrescerà la politica del paese e l’ambasciatore Marciel ha voluto elogiare gli sforzi da parte del nuovo governo per il rilascio dei prigionieri politici e per l’abrogazione degli articoli della costituzione che violano i diritti dei cittadini.
“Hanno capito, lo stanno facendo” ha detto Scott Marciel riguardo l’impegno della NLD nel perseguire il rispetto dei Diritti Umani nel paese, che per decenni è stato causa del dissenso da parte degli Stati Uniti nei confronti del vecchio regime; i rapporti diplomatici fra i due paesi, infatti, hanno cominciato a riavvicinarsi solo nel 2011 grazie alle riforme di liberalizzazione attuate dall’ex- presidente Thein Sein, e solo nel 2012 hanno visto Derek Mitchell, predecessore di Scot Marciel, diventare il primo ambasciatore americano in Birmania dal 1990.
L’ambasciatore ha inoltre voluto ricordare le sanzioni economiche che ancora vigono tra i due paesi - molte delle quali erano già state rimosse nel 2012, portando, secondo l’ US Commerce Department, all'ingresso, nel 2014, di 51 MLN di nuovi investitori sul mercato del paese del sud-est asiatico – che vedono più di cento nomi, tra persone e società, comparire sulla lista nera Usa, la Specially Designated Nationals (SDN), che impedisce a qualsiasi impresa statunitense di intraprendere affari con i designati ; tra le sanzioni ancora in vigore vanno evidenziate quella riguardante il commercio di gemme e quella per il commercio di materiale militare.