L’ONU ha chiesto formalmente al governo birmano di intervenire immediatamente per affrontare le violazioni dei diritti umani e degli aiuti umanitari nello Stato Rakhine. Il portavoce dell’UNHCR Adrai Edwards ha chiesto al governo di “ garantire la protezione e la dignità di tutti i civili nel territorio birmano “ secondo i principi dello stato di diritto e gli obblighi internazionali”.
Decine di migliaia di civili sono stati costretti a lasciare le loro case a causa di operazioni di sicurezza in risposta agli attacchi armati alle postazioni di confine. Il risultato è stato che numerosi gruppi minoritari hanno subito la violazione di vari diritti umani, compreso la tortura, stupri, violenze sessuali, esecuzioni sommarie e distruzione di moschee e case. I buddhisti Rakhine e i Rohingya hanno affrontato gli effetti di queste violazioni di diritti umani. A questo si aggiunge il fatto che molti dei programmi umanitari che forniscono cibo, alloggi e istruzione sono stati interrotti e i civili si sono trovati nel mezzo di attacchi militari. Nel tentativo di affrontare questi problemi, l’UNHCR ha chiesto al governo del Bangladesh di lasciare aperte le frontiere con la Birmania, in modo da facilitare il passaggio in sicurezza dei profughi. Il Relatore Speciale ONU sui diritti umani in Birmania, Yanghee Lee, ha espresso il suo malcontento per l’inazione del governo per quanto riguarda il deterioramento della situazione dei diritti umani in Birmania. In particolare ha dichiarato che “non bisogna lasciare carta bianca alle forze di sicurezza nell’aumento delle loro operazioni trincerandosi dietro la scusa di aver garantito l’accesso ad una delegazione internazionale” . Lee ha anche espresso preoccupazione per il fatto che il governo birmano non iniziato indagini sulle violazioni dei diritti umani.
La questione dei diritti umani è stata la priorità del nuovo governo birmano, sin dalla fine di decenni di dittatura. A giugno un esperto ONU ha presentato un rapporto sui fondamentalismi religiosi, politici, nazionalisti o culturali dichiarando che l’intolleranza fondamentalista sta crescendo in tutto il mondo e sta contribuendo alla violazione dei diritti di associazione e di assemblea pacifica. Agli inizi di novembre il Segretario Generale ONU Ban Ki -moon si è dichiarato schioccato per l’aumento del numero di minori reclutati e uccisi nei conflitti armati in molti paesi: il governo della Birmania ha rilasciato a marzo 46 minori reclutati dall’esercito, nel quadro di un accordo sottoscritto nel 2012. A Maggio Human Right Watch, ha fatto pressioni sul parlamento birmano perché riconsiderasse la proposta di legge che sembra limitare potenzialmente la libertà di espressione e di assemblea. Sempre in maggio il Segretario di Stato USA Kerry ha offerto al governo democratico birmano il sostegno americano e ha chiesto al paese di spingere per la approvazione delle riforme democratiche affrontando le questioni connesse con i diritti umani.