La polizia impedisce ai monaci di avvicinarsi alla residenza di Aung San Suu Kyi
si teme fortemente che la
giunta infiltri le manifestazioni con agenti in borghese e persone
violente in modo da far degenerare le manifestazioni e poterle
reprimerle con la forza
23,settembre 2007 g
Polizia antisommossa armata ha impedito ad una vasta
folla di monaci e manifestant di avvicinarsi nuovamente alla abitazione
della leader birmana Aung San Suu Kyi
Le forze di sicurezza hanno permesso ai monaci sabato
scorso di avvicinarsi alla casa vicino al lago dove è agli arresti
domiciliari da undici anni la leader birmana Aung San Suu Kyi. Sabato
la leader birmana è uscita dai cancelli della sua casa prigione per
pregare e salutare I monaci che dimostravano.. Eè stata questa la prima
uscita della leader birmana dal giorno del suo ultimo arresto.
Le forze anti sommossa si trovavano di fronte ai
cancelli sabato ma avevano permesso a gruppi di monaci di avvicinarsi.
Ma domenica quando 400 monaci e dimostranti per la democrazia avevano
cercato di avvicinarsi di nuovo alla casa della leader sono stati
bloccati da barricate erette alla fine della strada. Due monaci in
rappresentanza dei dimostranti hanno cercato di negoziare con la
polizia invano e poi si sono ritirati. La fola si è dispersa
pacificamente.
In mattinata. Circa 20.000 monaci, monache e
dimostranti applauditi dalla folla lungo la striada che li attendeva
attraverso il centro di Rangoon. Il percorso li ha portati atrraverso
la Shwedagon Pagoda, la ambasciata americana, la antica Sule Pagoda al
centro. La folla lungo il percorso si è data la mano formando una
catena di protezione dei monaci lungo la strada. Un volantino prodotto
dalla Alleanza di tutti i Monaci Buddisti Birmani, ottenuto da
Irrawaddy domenica lanciava un appello agli studenti, ai lavoratori, ai
contadini, agli artisti, agli intellettuali di aderire e partecipare
alle manifestazioni pacifiche. L’azione dei monaci rappresenta la piu’
grande sfida alla giunta militare da quasi 20 anni.
Il volantino afferma che le manifestazioni dovrebero
insistere su tre richieste: alleviare il peso delle vita quotidiana del
popolo, liberare i prigionieri politici, e promuovere la
riconciliazione nazionale.
Nel frattempo il ministro birmano per l’informazone il
Brig-Gen Kyaw Hsan ha chiesto ai giornalisti birmani agli scrittori,
agli attori e alle attrici di firmare un appello e di non partecipare
alle dimostrazioni.