Il Myanmar Centre for Responsible Business ha pubblicato il suo terzo rapporto sulla trasparenza delle imprese birmane: Pwint Thit Sa/Transparency in Myanmar Enterprises (TiME) che utiliza 35 domande per valutare i siti delle 100 imprese maggiori in Birmania per quanto riguarda l’informazione sui programmi anticorruzione, la trasparenza organizzativa, i diritti umani, la salute e sicurezza e l’ambiente. Le imprese con il punteggio maggiore nel 2016 sono:
First Myanmar Investment
(FMI) che quest’anno è stata calcolata separatamente da SPA, Serge Pun
and Associates (SPA) e Max Myanmar. Le 10 migliori sulle 15 imprese più trasparenti nel 2016 sono prevalentemente le stesse dell’anno precedente con solo piccoli cambiamenti nell’ordine ma con complessivi miglioramento nel punteggio. Tra le imprese migliori le aree di maggiore miglioramento includono la pubblicazione dei dati finanziari, meccanismi di risoluzione dei conflitti, le valutazioni di impatto sociale e ambientale. Molte imprese non hanno ancora propri siti (34% di quelle analizzate) o anche li dove esistono, i siti non funzionano pienamente o pubblicano scarse o poche informazioni riguardanti la governance aziendale (circa il 45%). Il rapporto indica anche alcune raccomandazioni alle imprese, al governo, al parlamento e agli investitori istituzionali, alla società civile e ai media.
Il nuovo Parlamento ha sottolineato la necessità di affrontare il problema della corruzione, mentre questo implica in primo luogo una leadership del governo, che si fonda sui passi iniziali intrapresi dal nuovo governo, l’attuale regime legale sulla corruzione non è ancora completamente in linea con gli obblighi internazionali secondo la Convenzione ONU sulla Corruzione (UNCAC) per affrontare i problemi della corruzione nel settore privato.
L’ UN Office of Drugs and Crime (UNODC) sta sostenndo la Commissione birmana contro la corruzione: Anti-Corruption Commission (ACC) nella attuazine della prima revisione dell’ UNCAC.17 Tale revisione deve identificare gli specifici divari nel quadro legale ed attuativo in rapporto a quanto previsto dall’UNAC e come affrontare i problemi. In particolare l’art. 26 dell’UNCAC prevede che la Birmania definisca la responsabilità delle persone legali per la partecipazione a azioni di corruzione, li dove la Myanmar Anti-Corruption
Law (2013), il Codice Penale e il Myanmar Commercial Act (1914) sembrano suggerire che sia le imprese locali che quelle straniere operanti in Birmania non siano responsabili della partecipazione ai reati di corruzione.