Breve storia BREVE STORIA DELLA BIRMANIA Nome precedente: Repubblica socialista dell’Unione birmana Nota: dal 1989 le autorità militari della Birmania hanno cambiato il nome del paese in Myanmar. Questa decisione non è stata approvata da nessuna legislatura e viene rifiutata da tutte le organizzazioni democratiche del Paese e da molti governi. DALLE ORIGINI ALL'IMPERO INGLESE La preistoria della Birmania ha inizio con l’immigrazione di tre gruppi nella regione: i primi furono i mon, provenienti dall’odierna Cambogia, poi fu la volta dei birmani mongoli, giunti dall’Himalaya orientale, seguiti dalle tribù tailandesi, originarie della Thailandia settentrionale. Il regno birmano di Bagan fu il primo, nell’XI secolo, ad assicurarsi il controllo del territorio dell’attuale Birmania ma, non essendo riuscito ad unificare gli eterogenei gruppi etnici, cadde prima dell’invasione dei tartari nel 1287. Per i successivi 250 anni la Birmania fu in preda al caos; il territorio fu unificato solo alla metà del XVI secolo, grazie alla sete di conquista di diversi re di Taungoo che riuscirono a sconfiggere definitivamente i siamesi. Nel XVIII secolo, con la nascita di nuovi regni fondati dai mon e da alcune tribù delle colline, il paese subì un’ulteriore disgregazione. Nel 1767 i birmani invasero il Siam e saccheggiarono Ayuthaya, obbligando i siamesi a trasferire la propria capitale a Bangkok. Gli sporadici scontri di frontiera e le ambizioni imperialiste spinsero la Gran Bretagna a invadere il territorio nel 1824 e nuovamente nel 1852 e nel 1883. La Birmania fu annessa all’impero anglo-indiano; in seguito i britannici costruirono le abituali infrastrutture coloniali e trasformarono il paese in uno dei più importanti esportatori di riso. Indiani e cinesi, arrivati con i britannici, si aggiunsero alla già complessa miscela razziale. VERSO L'INDIPENDENZA La separazione dall’impero anglo-indiano, avvenuta nel 1937, causò in Birmania la nascita di movimenti indipendentisti. Durante la seconda guerra mondiale i giapponesi cacciarono i britannici dalla Birmania e cercarono di ottenere l’appoggio politico della popolazione. Per un breve periodo i birmani furono tentati dalla possibilità di conseguire l’indipendenza, ma si sviluppò presto un movimento di resistenza. Nel 1948 la Birmania divenne indipendente; all’indipendenza seguì pressoché immediatamente un processo di disgregazione causato dalle rivolte di tribù delle colline, comunisti, musulmani ed etnia mon. IL 1962 E LA FINE DELLA LIBERTA' Nel 1962 un’insurrezione guidata da un esercito di stampo comunista, con a capo il generale Ne Win, destituì il fragile governo democratico indirizzando il paese sulla strada del socialismo. I venticinque anni che seguirono furono segnati da un costante declino economico fino a quando, nel 1987 e nel 1988, i birmani decisero che era giunto il momento di avviare il cambiamento. Con gigantesche manifestazioni di massa la popolazione chiese le dimissioni di Ne Win; la risposta cruenta dei militari nei confronti di coloro che manifestavano per la democrazia determinò, in sei settimane di feroci scontri, la morte di 3000 persone. Dopo la nomina di alcuni personaggi fantoccio da parte di Ne Win, un colpo di stato (presumibilmente ispirato dallo stesso Ne Win) portò al potere il generale Saw Maung, a capo del Consiglio di Stato per la legge e l’ordine (SLORC), il quale promise di indire le elezioni nel 1989. IL 1989 E L'INIZIO DELLA SECONDA ERA MILITARE L’opposizione formò rapidamente un partito di coalizione, la Lega Nazionale per la Democrazia (NLD) capeggiato da Aung San Suu Kyi, figlia dell’eroe dell’indipendenza Bogyoke Aung San. Nel 1989 il governo pose Aung San Suu Kyi agli arresti domiciliari, ma nonostante questo provvedimento la Lega Nazionale per la Democrazia riportò un successo schiacciante alle elezioni. La giunta militare impedì di governare ai capi di partito democraticamente eletti, inclusa la stessa Aung San Suu Kyi. A ciò fece seguito un’ondata di repressione brutale dei ribelli Karen e di collaborazione con l’esercito privato diKhun Sa, barone della droga, posto agli arresti domiciliari nella sua comoda villa di Yangon, con tanto di assistenti personali, automobili di lusso, scorta militare e un impero di proprietà immobiliari, provvedimenti che contribuirono a rafforzare il sospetto di un accordo di pace clandestino tra Rangoon e l’organizzazione criminale di Khun Sa. Durante la prigionia Aung San Suu Kyi si vide assegnare numerosi premi internazionali per la pace, tra cui il Nobel nel 1991. Per la gioia del popolo birmano e dei suoi sostenitori in tutto il mondo, il governo le revocò gli arresti domiciliari nel luglio del 1995. Venne comunque mantenuto a suo carico il divieto di varcare i confini della capitale fino a che fu arrestata nuovamente nel settembre del 2000 dopo un tentativo di lasciare la città. Già nell’ottobre del 2000 erano in corso trattative segrete tra Aung San Suu Kyi ed il governo per il tramite di un negoziatore delle Nazioni Unite, che sfociarono nel suo rilascio nel maggio del 2002. Le parti si impegnarono a proseguire le trattative e Aung San Suu Kyi si dichiarò ottimista sulla possibilità di introdurre riforme democratiche nel paese. Tuttavia nel maggio del 2003 Aung San Suu Kyi fu arrestata di nuovo in seguito a scontri violenti tra i suoi sostenitori una squadra di manifestanti pro-governativi durante una sua visita nel nord di Birmania. Circa 70 sostenitori della NLD e alcuni abitanti dei villaggi locali furono duramente picchiati , almeno un centinaio uccisi nel corso degli scontri. Aung San Suu Kyi fu di nuovo arrestata e si trova tuttora agli arresti domiciliari. Nel settembre del 2003 il primo ministro Generale Khin Nyunt ha redatto la propria “roadmap”, un percorso verso una democrazia disciplinata, progetto definito come una manovra diversiva dagli Stati Uniti, insieme a Unione Europea, che hanno inasprito le sanzioni nei confronti di Birmania dopo il nuovo arresto della Suu Ky. Gli sforzi per portare entrambe le parti al tavolo negoziale sono proseguiti con una convenzione costituzionale nel maggio 2004, la cui legittimità è stata tuttavia minata dal boicottaggio della NLD. La sostituzione avvenuta a pochi mesi di distanza del primo ministro Khin Nyunt è stata considerata come un segnale delle costanti difficoltà ai livelli più alti del regime militare.Successivamente i nuovi capi hanno continuato ad attaccare l'NLD e le organizzazioni democratiche, mantenendo agli arresti domiciliari la leader Aung San Suu Kyi e nelle carceri oltre 1000 detenuti politici, sindacalisti, attivisti e studenti. Nel corso del 2005 l'arcivescovo Desmund Tutu e l'ex Presidente della repubblica Checa Vaclav Havel hanno presentato un durissimo rapporto contro la giunta e hanno chiesto al Consiglio di Sicurezza di mettere all'ordine del giorno la questione birmana allo scopo di arrivare ad una risoluzione vincolante che obblighi il governo birmano a negoziare con le Nazioni Unite un percorso credibile e in tempi certi di pacificazione e democratizzazione del paese. (Puoi trovare in allegato dei documenti utili) http://www.birmaniademocratica.org/ViewCategory.aspx?lang=en&catid=4778b47d4d404723bf09cefbb15bd851 49746aa3daa34cb282894e1d5b52a7ff Storia della Birmania - tratta da Wikipedia 2009-06-11T11:39:32.2000000+02:00 La Storia della Birmania, lunga e travagliata, non riguarda solo la regione che porta oggi il nome di Birmania (o Myanmar) ma anche i territori limitrofi di Cina, India e Thailandia, in un intreccio di vicissitudini belliche e non, attraverso i secoli e le civiltà che vi hanno dimorato o lasciato le tracce del loro passaggio. Indice 1 Civiltà Mon, Thai e Shan 2 Civiltà Pyu3 Regno di Pagan4 Regni Ava e Pegu5 Dinastie di Toungoo6 Konbaung7 Periodo Coloniale 7.1 Seconda guerra mondiale e Giappone7.2 Dalla resa Giapponese all'assassinio di Aung San 8 Indipendenza e democrazia9 Dittatura di Ne Win 9.1 Crisi e Rivolta 8888 10 Seconda era militare11 Note12 Bibliografia13 Voci correlate14 Collegamenti esterni 1. Civiltà Mon, Thai e Shan Per quanto vi fossero insediamenti umani nella regione birmana già 11.000 anni fa, la prima civiltà riconoscibile fu quella dei Mon. Tale popolo iniziò la sua migrazione in quest'area probabilmente nel 3000 a.C., fondando il primo regno Suwarnabhumi (pronuncia: Suvanna Bhoum) attorno al porto di Thaton nel III secolo a.C. circa. Gran parte delle testimonianze scritte della cultura Mon sono state distrutte nel corso delle numerose guerre; le tradizioni orali indicano che essi già nel III secolo a.C. erano entrati in contatto con il Buddismo attraverso i commerci marittimi, anche se la conferma definitiva ebbe luogo nel II secolo a.C., con l'arrivo dei primi monaci inviati dal re indiano Asoka.[1] I Mon mescolarono la propria cultura con quella indiana per dare origine a un "ibrido" delle due civiltà, arrivando a dominare l'intero territorio della Birmania meridionale alla metà del IX secolo. Nello stesso periodo, la Birmania settentrionale era costituita da un gruppo di città-stato Shan e Thai unite in una coalizione libera nella quale il "re" di ciascuna città cambiava le proprie alleanze secondo convenienza. Nel corso della storia, quindi, gran parte dei territori settentrionali Shan si trovarono compresi nei regni Thai di Nan Chao (oggi Yunnan e Shaanxi in Cina), SipSong, Lanna (Chiang Mai in Thailandia, allora Siam), Ayuttaya (l'antica capitale del Siam) o addirittura affiliati con il Laos. Le principali città-stato Pyu 2. Civiltà Pyu Per approfondire, vedi la voce Pyu. Il popolo Pyu arrivò in Birmania nel I secolo a.C. stabilendo una serie di città-stato a Binnaka, Mongamo, Sri Ksetra, Peikthanomyo e Halingyi. Monete Pyu Durante questo periodo, la Birmania si trovava su una rotta commerciale terrestre che univa la Cina all'India. Le fonti cinesi sostengono che i Pyu avessero il controllo di 18 regni, descrivendoli come un popolo mite e pacifico. La guerra era pressoché sconosciuta e le dispute spesso si risolvevano attraverso duelli fra campioni o gare di costruzione. Essi vestivano con indumenti di seta vegetale in quanto il baco da seta era per loro sacro. I crimini erano puniti con frustate e non esistevano prigioni, sebbene per crimini gravi fosse possibile arrivare alla pena di morte. I Pyu praticavano il buddismo Theravada; tutti i bambini erano educati come novizi nei templi, dai sette fino ai venti anni di età. [2] Le città-stato Pyu non costituirono mai un Regno unitario ma le più potenti assunsero spesso un ruolo dominante, esigendo tributi dalle più deboli. La città di gran lunga più potente era Sri Ksetra, che dalle testimonianze archeologiche è attestata come la più grande mai costruita in Birmania. L'esatta data di fondazione non è nota, ma si ritiene che sia precedente a un cambio di dinastia avvenuto nel 94 d.C. di cui esiste menzione nelle cronache Pyu. Sri Ksetra fu apparentemente abbandonata nel 656 a favore di un luogo più a nord, del quale non è noto il sito esatto, che alcuni storici identificano con Halingyi. Ovunque la nuova città si trovasse, sappiamo che è stata saccheggiata dal regno di Nanzhao nella metà del IX secolo, alla fine del periodo di predominio Pyu.[2] 3. Regno di Pagan I templi della capitale del regno, Pagan Un'altra popolazione, i Bamar, intraprese anch'essa la colonizzazione dell'area settentrionale del paese. Nell'849 questa etnia aveva stabilito un potente regno il cui centro politico-culturale era la città di Pagan (oggi Bagan) che riempiva il vuoto lasciato dalla caduta dei Pyu. Questo stato crebbe in un relativo isolamento fino al regno di Anawrahta (1044-1077), che realizzò con successo l'unificazione della Birmania con la sconfitta della città Mon di Thaton nel 1057. Il rafforzamento della potenza Bamar fu compiuto dai suoi successori Kyanzittha (1084-1112) e Alaungsithu (1112-1167), tanto che alla metà del XII secolo la maggior parte del sud-est asiatico continentale si trovava sotto controllo birmano (Regno di Pagan) oppure cambogiano (Impero Khmer).[3] Il regno di Pagan iniziò il suo declino con la concentrazione di parti rilevanti del territorio e delle risorse nelle mani della potente classe di monaci Sangha e con l'avvento della minaccia mongola proveniente dal nord. L'ultimo vero sovrano di Pagan, Narathihapate (1254-1287), fiducioso nella sua capacità di resistere ai mongoli, si spinse nello Yunnan nel 1277 per aprire una guerra contro essi. Venne però aspramente sconfitto nella battaglia di Ngasaunggyan e la resistenza di Pagan collassò. Narathihapate fu assassinato da suo figlio nel 1287, accelerando l'invasione mongola con la battaglia di Pagan; i Tartari trainati dal successo conquistarono gran parte dell'impero, compresa la capitale, e la dinastia ebbe fine nel 1289 quando in Birmania venne instaurato un governo fantoccio.[4] 4. Regni Ava e Pegu Per approfondire, vedi le voci Ava (Birmania) e Pegu. La pagoda di Pegu Dopo il collasso dell'autorità dei Pagan, la Birmania era divisa. Una dinastia birmana di Ava (1364-1527) si stabili nella città omonima (oggi Innwa) nel 1364. La cultura di Pagan ebbe un nuovo risveglio e iniziò un'epoca d'oro per la letteratura birmana. Il regno era però privo di confini facili da difendere, il che ne consentì la conquista ad opera degli Shan nel 1527. [5] Più a sud, nella Birmania meridionale, una dinastia Mon si stabilì in un primo tempo a Martaban e poi a Pegu. Durante il regno di Rajadhirat (1383–1421), Ava e Pegu si trovarono impegnate in continue guerre. Successivamente, il regno pacifico della regina Baña Thau (in birmano: Shin Saw Bu; 1453-1472) ebbe fine quando essa scelse come suo successore il monaco buddista Dhammazedi (1472-1492). Sotto il dominio di quest'ultimo, Pegu divenne un centro di commerci e importante città del Buddhismo.[6] Il Regno di Ava era coinvolto in una continua guerra contro i signorotti Thai (Shan) che controllavano il territorio a Nord, alla frontiera con lo Yunnan. Vi furono numerose incursioni Thai su Ava cui il governo reagì inviando truppe a nord per attaccare roccaforti Thai quali Mong Mao. La dinastia Ming che regnava in Cina dal tardo XIV secolo tentò più volte, ma senza successo, di mettere fine a questi conflitti attraverso i consueti metodi diplomatici cinesi. Ava venne coinvolta a tratti anche nel conflitto fra Ming e Thai nello Yunnan, ad esempio nelle campagne di Luchuan-Pingmian (1436-1449).[5] 5. Dinastie di Toungoo Il Re Mingyinyo fondò la prima dinastia di Toungoo (1486-1599) a sud di Ava, verso la fine della precedente dinastia. Dopo la conquista della città da parte degli invasori Shan, molti birmani migrarono a questo nuovo sito che divenne un importante centro governativo. [7] Il figlio di Mingyinyo, Tabinshwehti (1531-1550) unificò gran parte della Birmania. A quei tempi, la situazione geopolitica del Sud-est asiatico cambiò drasticamente. Gli Shan guadagnarono potere in un nuovo regno a nord, Ayutthaya (Siam), mentre i portoghesi arrivarono dal sud e conquistarono la Malacca. Con l'arrivo dei commercianti europei, la Birmania divenne nuovamente un importante centro di scambi, e quindi Tabinshwehti spostò la sua capitale a Pegu a causa della sua posizione strategica per i commerci. Egli avviò quindi le campagne per conquistare Prome, poi si diresse verso l'Arakan, Ayutthaya e Ava, che non furono però conquistate. Quando Bayinnaung (1551-1581), suo cognato, gli successe al trono lanciò una campagna di conquiste per invadere parecchi stati vicini, inculse Manipur (1560) e Ayutthaya (1569). Le sue guerre portarono al limite dell'esaurimento le risorse della Birmania e comunque, sia Manipur che Ayutthaya si resero in seguito nuovamente indipendenti. Di fronte alle rivolte di parecchie città e alle nuove incursioni da parte dei portoghesi, i governanti di Toungoo si ritirarono dalla Birmania meridionale e fondarono una seconda dinastia ad Ava, la Seconda dinastia di Toungoo (1597-1752). Il nipote di Bayinnaung, Anaukpetlun, riunì un'altra volta la Birmania nel 1613 e sconfisse definitivamente i portoghesi impedendo loro di sottomettere il paese. Il suo successore Thalun ristabilì il codice legislativo del regno di Pagan, però concentrò le sue forze sui valori religiosi e prestò minor attenzione alla parte meridionale del suo regno. Incoraggiata dai francesi in India, Pegu finalmente si ribellò contro Ava, fino ad indebolire lo stato che crollò definitivamente nel 1752. 6. Konbaung Per approfondire, vedi la voce Dinastia Konbaung. Non passò molto tempo perché una nuova dinastia, quella di Konbaung, prendesse il controllo della Birmania e la portasse di nuovo allo splendore. Un popolare capo locale chiamato Alaungpaya portò le forze di Pegu nella Birmania settentrionale (1753), compreso il regno di Manipur e per il 1759 riprese la città, sottomettendo completamente i Mon e la parte sud della nazione. Stabilì la sua capitale per breve tempo a Dagon, rinominata Rangoon (letteralmente Fine del Conflitto). Nel 1760, per poco tempo occupò il Tenasserim. Marciò anche in direzione di Ayutthaya, ma si ammalò seriamente e fu costretto a ritirarsi senza poter portare a termine l'invasione. Morì durante il viaggio di ritorno. Il suo secondo figlio Hsinbyushin (1763-1776) ritornò da Ayutthaya (Siam) nel 1766 e la conquistò prima della fine dell'anno successivo. [8] Anche la Cina iniziò a temere l'espansione della potenza birmana nell'est e mandò un esercito in Birmania, ma Hsinbyushin respinse con successo quattro invasioni cinesi dal 1766 al 1769 schierando l'esercito lungo il confine. Un altro figlio di Alaungpaya, Bodawpaya (1781-1819), perse il controllo di Ayutthaya, però conquistò Arakan (1784) e Tenasserim (1793). Nel gennaio del 1824, durante il regno del re Bagyidaw (1819-1837), un generale birmano, Maha Bandula gli riuscì a riconquistare l'Assam portando la Birmania a scontrarsi con gli interessi inglesi in India. 7. Periodo Coloniale L'espansione della Birmania ebbe delle conseguenze lungo le sue frontiere. Mentre esse si avvicinavano sempre di più all'India britannica, ci furono tensioni ed entrambi disposero gli eserciti lungo i propri confini. In risposta alle continue espansioni e alle conseguenti preoccupazioni, gli inglesi attaccarono lo stato Konbaung alleati con i Siamesi, rivali dei birmani, nel 1824. La prima guerra anglo-birmana (1824-1826) finì con la vittoria dei britannici e con il trattato di Yandaboo e la Birmania perse tutti i territori conquistati anni prima quali l'Arakan, l'Assam e il Manipur. Le mura di Mandalay Gli inglesi presero possesso del Tenasserim con l'intenzione di trattare in futuro sia con la Birmania che con il Siam. Trascorso un po' di tempo, i britannici durante un'era di grande espansione territoriale in India, iniziarono a desiderare le risorse ed il principale porto della Birmania. L'Indocina nel 1886, appena prima della caduta della Birmania Nel 1852, il Comandante Lambert fu mandato in Birmania dal governatore Dalhousie per risolvere i problemi, di piccola entità, riguardanti il trattato. I Birmani fecero subito concessioni inclusa l'eliminazione di un governatore che gli inglesi avevano usato come casus belli. Lambert infine provocò un confronto navale, con metodi molto discutibili, che portò alla Seconda guerra anglo-birmana nel 1852 e che finì con l'annessione da parte degli inglesi della Provincia di Pegu, denominata Bassa Birmania. La guerra provocò una rivoluzione nella casa reale ed il re Pagan Min (1846-1852) fu sostituito da suo fratello, Mindon Min (1853-1878). Re Mindon tentò di modernizzare lo stato e l'economia Birmana per poter resistere alle usurpazioni degli inglesi e stabilì la sua capitale a Mandalay, che procedé a fortificare. Questo non fu sufficiente a fermare i britannici che accusavano il figlio di Mindon, Thibaw (re 1878-1885) di essere un tiranno, di volersi alleare con i francesi, di non avere il controllo del proprio stato, di permettere disordini lungo le frontiere e di voler rinnegare il trattato che suo padre, Mindon Min, aveva firmato con gli inglesi. L'impero britannico dichiarò guerra alla Birmania nel 1885, conquistando ciò che rimaneva dello stato nella Terza guerra anglo-birmana la quale finì nel 1886 e segnò la totale sottomissione del paese. [9] I britannici fecero nel 1886 della Birmania una provincia dell'India con capitale Rangoon. La società cambiò drasticamente, alterata dalla fine della monarchia e dalla separazione fra stato e religione. Sebbene la guerra fosse ufficialmente finita dopo solo dopo un paio di settimane, fino al 1890 le resistenze nel nord della Birmania continuarono, con l'estremo ricorso di una distruzione dei villaggi e l'ordine agli ufficiali di compiere attività di guerriglia. Anche la natura economica della società cambiò radicalmente. Dopo l'apertura del Canale di Suez la domanda di riso birmano crebbe e vaste estensioni di terra furono dedicati alla coltivazione. Comunque, l'ordine di preparare nuova terra per la coltivazione fu forzato per prestare soldi ai banchieri Indiani chiamati chettiar ad alti interessi e furono spesso impediti e puniti con sfratti o sottrazioni di terra e bestiame. Gran parte dei lavori erano legati con gli Indiani, e tutti i villaggi divennero fuori legge se si univano nel "dacoity" (dall'inglese, Brigantaggio, tipico dell'India), organizzazione criminale armata. Mentre l'economia birmana stava crescendo, tutta la potenza e la ricchezza rimase nelle mani di parecchie aziende inglesi e ad alcuni migranti dall'India. Il servizio civile era in gran parte diretto dagli invasori, e i Birmani erano esclusi quasi completamente dal servizio militare. Sebbene lo stato prosperò, la popolazione venne a mancare della sua ricompensa. Per la fine del secolo, un movimento nazionalista iniziò a prendere forma nell'Associazione dei giovani uomini Buddisti (YMBA), ispirata alla YMCA, come le associazioni religiose erano permesse dalle autorità coloniali. Esse furono sostituite dal Concilio Generale delle Associazioni Birmane (GBCA).[10] Verso il 1920 la Birmania ottenne larghe autonomie dall'India, da cui si distaccherà definitivamente nel 1937. Gli sforzi furono intrapresi con l'incremento della rappresentazione dei Birmani nel servizio civile. Alcune persone iniziarono a pensare che il cambiamento non era abbastanza evidente e le riforme sociali non ancora abbastanza ampie. La cattedrale di S. Maria a Rangoon, che è sede dell'Arcidiocesi di Yangon, è una costruzione in stile coloniale [11] Nel 1920 i primi studenti universitari entrarono nella storia protestando contro il nuovo atto universitario che gli studenti credevano che promuovesse l'élite e il duraturo governo coloniale. Le Scuole nazionali si sollevarono in proteste in tutta la Birmania contro il sistema educativo inglese e la rivolta fu commemorata come giorno nazionale.[10] Ci furono ulteriori sollevazioni contro le alte tasse e proteste nei tardi anni venti guidate da monaci buddisti (hpongyi), importanti attivisti politici, tali U Ottama e U Seinda. Nell'Arakan, Essi guidarono ulteriori ribellioni armate contro i britannici. U Wisara fu il primo martire del movimento a morire dopo un colpo di proiettile in prigione (una delle maggiori strade di Rangoon fu chiamata proprio U Wisara)[10]. Nel dicembre del 1930, una protesta locale comandata da Saya San a Tharrawaddy e causata dalle tasse, crebbe rapidamente prima in un'insurrezione regionale e successivamente nazionale contro il governo. A distanza di due anni la ribellione di Galon, chiamata dopo come il mitico uccello Garuda - nemico del Nagas, i britannici, sostenuta da numerosi ribelli, richiese migliaia di truppe inglesi a sopprimere attraverso la scusa di ulteriori riforme politiche. Il finale processo di Saya San, che fu condannato, permise a parecchi capi nazionali, inclusi Ba Maw e U Saw, che parteciparono nel suo processo in sua difesa, di acquisire una certa importanza. Gli anni trenta videro la fondazione della Dobama Asiayone (Associazione di noi Birmani) i cui membri chiamavano loro stessi Thakin (un nome ironico, Thankin infatti significa "padrone" nella lingua birmana in contrapposizione alla volontà dei coloni inglesi, pertanto volevano dimostrare che loro erano i veri padroni della terra). La seconda rivolta studentesca scoppiò nel 1936 e fu causata dall'espulsione di Aung San e Ko Nu, capi dell'Unione Studentesca dell'Università di Rangoon (RUSU), per il loro rifiuto di rivelare il nome dell'autore che scrisse nel giornale universitario un articolo diffamatorio. Fu anche fondata l'Unione di tutti gli Studenti della Birmania (ABSU)[10]. Aung San e Ko Nu successivamente parteciparono al movimento Thakin per partecipare alla vita politica dello stato. I britannici separarono India e Birmania nel 1937 e assegnarono alla colonia una nuova costituzione convocando un'assemblea eletta a suffragio universale, ma questo provocò nei birmani un sentimento di indipendenza ed alcuni abitanti giudicarono l'esclusione da qualsiasi decisione legislativa indiana un passo positivo. Ba Maw prese la carica di primo ministro di Birmania, ma fu costretto a dimettersi in favore di U Saw nel 1939, che fu primo ministro dal 1940 fino a quando fu arrestato dagli inglesi nel 19 gennaio 1942 per il suo legame con i giapponesi. Un'ondata di proteste e sollevazioni che partirono dagli uliveti della Birmania centrale nel 1938 divenne un'insurrezione generale con tutte le sue conseguenze. A Rangoon gli studenti dimostranti, dopo aver con successo "assediato" il segretariato, la sede del governo coloniale, furono costretti a porre fine alle insurrezioni dai poliziotti inglesi, che uccisero uno studente universitario chiamato Aung Kyaw. A Mandalay, la polizia aprì il fuoco su una folla di protestanti, guidati dai monaci buddisti, e uccisero 17 persone . Il movimento fu conosciuto come Htang toun ya byei ayeidawbin (la rivoluzione del 1300 chiamata come l'anno del calendario birmano) e il 20 dicembre è il giorno di commemorazione della morte di Aung Kyaw. [10] 7.1 Seconda guerra mondiale e Giappone Alcuni nazionalisti birmani videro lo scoppio della Seconda guerra mondiale come un'opportunità di estorcere concessioni dai britannici in cambio del supporto in guerra. Altri, come il movimento Thakin, si opposero alla partecipazione del paese nella guerra sotto qualunque circostanza. Aung San con altri Tankin fondò il Partito Comunista della Birmania (CPB) nell'agosto 1939. Aung San fu anche i co-fondatore del Partito Rivoluzionario del Popolo (PRP), rinominato Partito Socialista dopo la Seconda guerra mondiale. Diede anche un contributo fondamentale nella fondazione del Bama htwet yat gaing (Blocco liberale) con l'alleanza del Dobama (ABSU) formato da monaci politicamente attivi e dal partito degli umoni poveri. Dopo che l'alleanza del Dobama chiamò per una rivolta nazionale, molti componenti furono arrestati e Aung San scappò in Cina. Le intenzioni di Aung San erano di avere contatti con i Comunisti cinesi ma fu trovato dalle autorità Giapponesi con cui offrì il suo supporto per formare una segreta organizzazione di spionaggio (chiamata Minami Kikan) ma in cambio far bloccare la Strada per la Birmania e supportare un'insurrezione nazionale. Aung San brevemente ritornò in Birmania per arruolare i ventinove uomini che andarono in Giappone con lui con l'ordine di ricevere truppe militari sull'isola di Hainan, Cina, ed essi furono chiamati "I Trenta Commilitoni"[12]. Quando i giapponesi occuparono Bangkok nel dicembre 1941, Aung San annunciò la formazione dell'Esercito per l'Indipendenza della Birmania (Burma Independence Army o BIA) in anticipazione dell'invasione Giapponese in Birmania nel 1942.[10] L'Espansione Giapponese, La Birmania è il territorio più occidentale in viola Il BIA formò un governo provvisorio in alcune aree dello stato nella primavera del 1942, tuttavia ci furono differenze fra le sue intenzioni e quelle del governo Giapponese sul futuro della Birmania. Mentre il colonnello Suzuki incoraggiò i Trenta Commilitoni a formare un governo provvisorio, i maggiori capi dell'esercito giapponese non accettarono mai un tale piano. Alla fine l'esercito Giapponese si accordò con Ba Maw per formare un governo. Durante la guerra, nel 1942, il BIA era cresciuto un una maniera incontrollabile e anche criminali parteciparono. Era riconosciuto come Esercito di difesa della Birmania (BDA) sotto i Giapponesi ma ancora sotto il controllo di Aung San. Mentre il BIA era una forza irregolare, il BDA era aiutato e rifornito di armi dai militari Giapponesi. Quando poi i giapponesi occuparono la Birmania, nel 1943 il BDA fu rinominato Esercito Nazionale della Birmania (BNA), in quanto era in teoria "Indipendente". [10] Presto divenne evidente che le promesse di indipendenza giapponesi erano assolutamente false e che Ba Maw era un governante corrotto. Mentre la guerra cambiò a sfavore dei Giapponesi, essi dichiararono la Birmania uno stato completamente sovrano nell'agosto 1943, ma questo fu un altro imbroglio. Disilluso, Aung San iniziò trattative che portarono alla formazione dell'Organizzazione Anti-Fascista (AFO) nell'agosto 1944 ad un segreto incontro con CPB, PRP e BNA a Pegu. L'AFO fu poi rinominata Lega Libera delle Persone Anti-Fasciste (AFPFL)[10]. Alcuni Thankin assieme ai Socialisti si allearono con i britannici, i Sovietci e gli altri alleati per combattere il Giappone, mettendosi in contatto con il governo coloniale, ormai esiliato a Simla, India. Ci furono informali contatti tra l'AFO e gli Alleati nel 1944 e nel 1945 attraverso l'organizzazione britannica Forza 136. Nel 27 marzo 1945 l'Esercito Nazionale della Birmania si ribellò in un'insurrezione per tutto lo stato contro i Giapponesi. Il 27 marzo si celebra come il giorno della resistenza fino a quando fu rinominato "Giorno dei Tatmadaw (Forze armate)". Aung San ed altri successivamente iniziarono i negoziati con il conte Mountbatten e ufficialmente si unì con gli Alleati con le Forze Patriottiche Birmane (PBF). Al primo incontro, l'AFO si rappresentò agli inglesi come il governo provvisorio della Birmania con Thakin Soe come presidente e Aung San come membro del comitato governante. I Giapponesi furono cacciati dalla Birmania per il maggio 1945. In negoziati poi iniziarono con gli inglesi con il disarmo dell'AFO e la partecipazione delle sue truppe in un esercito post-Guerra della Birmania. Alcuni veterani si organizzarono in una forza paramilitare sotto Aung San chiamata Pyithu yèbaw tat o Organizzazione delle persone volontarie (PVO) e furono organizzate delle esercitazione. L'assorbimento del PBF fu concluso con successo alla Conferenza di Kandy a Ceylon nel settembre del 1945.[10] 7.2. Dalla resa Giapponese all'assassinio di Aung San La capitolazione dei giapponesi portò ad un'amministrazione militare in Birmania e le richieste per l'eliminazione di Aung San per le sue operazioni miliari nel 1942. Mountbatten realizzò che questo era pressoché impossibile considerando che Aung San era davvero popolare. Dopo che la guerra finì, il governatore britannico, Reginald Dorman-Smith ritornò. Il governo ristorato stabilì un programma politico che consentiva nella ricostruzione del paese e ritardò la discussione dell'indipendenza. L'AFPFL si oppose al governo che dominava con un'instabilità politica nel paese. Ci fu una spaccatura all'interno dell'AFPFL fra i comunisti e Aung San assieme ai socialisti non prevista, che portò Than Tun, ex thakin, a ritirarsi dalla posizione di Segratario generale nel luglio 1946 e dell'espulsione del CPB dal AFPFL nel seguente ottobre. Dorman-Smith fu rimpiazzato da Hubert Rance come nuovo governatore e quasi immediatamente dopo la sua nomina la polizia di Rangoon entrò in sciopero. Lo sciopero, cominciato nel settembre 1946, poi si estese dalla polizia ai dipendenti del governo e divenne in poco tempo in uno sciopero generale. Rance calmò la situazione incintrandosi con Aung San e convincendolo a partecipare al Concilio Esecutivo del Governo con alcuni membri dell'AFPFL. Il nuovo concilio esecutivo, che adesso aveva maggiore credibilità nello stato, iniziò i negoziati per l'indipendenza della Birmania, che furono conclusi con successo il 27 gennaio 1947. L'accordo lasciò parti le comuniste e conservatrici dell'AFPFL insoddisfatte, comunque, con i comunisti guidati da Thakin Soe clandestini e i conservatori come opposizione. Aung San ebbe successo in un'intesa con le minoranze etniche per una Birmania unita alla Conferenza di Panglong nel 12 febbraio, giorno celebrato come Giorno dell'Unione. Poco tempo dopo, scoppiò una ribellione nell'Arakan guidata dal monaco U Seinda, e cominciò ad estendersi nelle altre divisioni. La popolarità dell'AFPFL, ora dominata da Aung San e dai socialisti, fu infine confermata quando vinse nell'aprile 1947 le elezioni dell'assemblea costituente. [10] Dopo un importante evento, che sbalordì la nazione, accadde il 19 luglio 1947. U Saw, Primo ministro della Birmania prima della Guerra, organizzò l'assassinio di Aung San e parecchi membri del suo partito incluso il più vecchio fratello Ba Win, il padre dell'attuale Lega Nazionale per la Democrazia in esilio, quando si incontrarono al segretariato. Il 19 luglio è stato commemorato come il "giorno dei Martiri".[12] Thakin Nu, il capo socialista, fu ora chiamato a formare un nuovo partito e fu lui a presiedere l'indipendenza dell'Unione di Birmania il 4 gennaio 1948. Il sentimeno popolare di dividersi dagli inglesi fu talmente forte che per quel momento la Birmania non optò di entrare nel Commonwealth delle Nazioni a differenza dell'India e del Pakistan.[10] 8. Indipendenza e democrazia La bandiera della Birmania fino al 1974. I primi anni dell'indipendenza birmana furono caratterizzati da una successione di insurrezioni da parte dei comunisti della Bandiera Rossa guidati da Thakin Soe, da quelli della Bandiera Bianca di Thakin Than Tun e i Yèbaw Hpyu di Bo La Yaung, un membro dei trenta Commilitoni. Le remote aree della Birmania settentrionale furono per anni controllate da un esercito del Kuomintang (KMT) dopo la vittoria in Cina dei comunisti di Mao Tse Tung nel 1949. La Birmania accettò l'assistenza straniera nella ricostruzione del paese in questi anni iniziali, però continuò il supporto americano per l'Esercito nazionalista cinese e per la sua presenza in Birmania e alla fine lo stato iniziò a rifiutare gli aiuti, e anche non accettare di far parte della SEATO e supportare la Conferenza di Badaung del 1955[10]. La Birmania generalmente lottò per essere imparziale negli affari internazionali e fu una dei primi stati del mondo a riconoscere Israele e la Repubblica Popolare Cinese. Per il 1958 il paese si era in gran parte ripreso economicamente, ma stava iniziando a cadere politicamente a causa di una divisione nel AFPFL in due fazioni, una guidata da Nu e Tin Thakin, l'altra da Ba Swe e Kyaw Nyein. E malgrado questo, l'inaspettato successo degli "Armamenti per la democrazia" di U Nu portò Shan, Mon, Pa-O, Arakanesi a posare le armi. La situazione divenne instabile nel parlamento con la continua opposizione fra U Nu e il Fronte Nazionale Unito (NUF), creduti vicini ai comunisti. L'esercito, guidato da Ne Win, si accordò con U Nu e alla fine molti membri del NUF, compreso Aung Than (fratello di Aung San), vennero arrestati o deportati in isole del mare delle Andamane. Alcuni quotidiani, creduti vicini ai comunisti, chiusero. [10] Il governo provvisorio di Ne Win ristabilì la situazione con successo e aprì la strada per le nuove elezioni del 1960 in cui il partito di U Nu ritornò con una larga maggioranza. La situazione non rimase stabile per lungo tempo, quando il movimento federale Shan, avviato da Sao Shwe Thaik (il primo presidente della Birmania indipendente 1948-1952) che sperava in uno stato meno centralizzato, fu visto come un movimento separatista che insisteva sul governo per applicare il diritto di secessione presente nella costituzione del 1947. Ne Win ebbe anche successo nel convincere i Sawbas (feudatari Shan) nel 1959 attraverso pensioni lussuose. Egli organizzò un colpo di stato il 2 marzo 1962, arrestò U Nu, Sao Shwe Thaik e molti altri fondando uno stato socialista guidato da un 'Concilio rivoluzionario' di generali dell'esercito.[10] 9. Dittatura di Ne Win Appena dopo che Ne Win si impossessò il potere, avvenne una pacifica rivolta nell'Università di Rangoon soppressa attraverso l'uccisione oltre 100 studenti il 7 giugno 1962. Il giorno dopo, l'esercito fece saltare in aria la sede dell'unione degli studenti. Nel 1963 si organizzò un incontro fra Pacifisti e gruppi insorgenti per discuterne, ma non si ottenne alcun passo in avanti e allo stesso tempo del suo fallimento, a Rangoon furono arrestati centinaia di politici, sia di destra che di sinistra. Tutte le forme di opposizione furono bandite il 28 marzo 1964. Ne Win dovette affrontare una ribellione dei Kachin guidata dal Kachin Independence Organisation o KIO (organizzazione per l'indipendenza dei kachin) cominciata nel 1961 di conseguenza alla dichiarazione di U Nu del Buddismo come religione di stato e un'altra dell'esercito dello Stato Shan (SSA) guidato dalla moglie di Sao Shwe Thaik, Mahadevi, e dal figlio Chao Tzabg Yaunghwe, che lanciarono una rivolta nel 1964, di conseguenza al colpo di stato nel 1962. Ne Win prese velocemente l'iniziativa di trasformare lo stato Socialista e di chiudere ogni contatto dal resto del mondo. Fu stabilito un sistema monopartitico con solo il BSPP (Partito del programma socialista in Birmania) ad avere il potere. Commercio e industria furono nazionalizzate in tutto il paese, ma l'economia non crebbe subito a causa del governo che concentrò le attività economiche sull'industria pesante, a danno dell'agricoltura. Nell'aprile 1972, il generale Ne Win e il resto del Concilio rivoluzionario si ritirarono dall'esercito, ma il dittatore, ora conosciuto come U Ne Win, continuò a governare il paese attraverso il BSPP. Fu promulgata una nuova costituzione nel gennaio 1974 con cui nacque l'assemblea della gente (Pyithu Hluttaw) che aveva i poteri legislativo, esecutivo e giudiziario, e furono creati i locali concili della gente. Cominciata nel maggio 1974, un'ondata di proteste colpì Rangoon e altrove nello stato contro l'ambiente di corruzione, inflazione e mancanza di cibo, specialmente riso. Lì molti operai furono arrestati e le truppe aprirono il fuoco anche sui lavoratori del porto. Nel dicembre 1974, le più grandi proteste anti-governo dittatoriale, scoppiarono proprio in occasione del funerale di U Thant, segretario generale dell'ONU. U Thant fu l'ultimo primo ministro del governo di U Nu, simbolo dell'opposizione al regime militare. I birmani capirono che a U Thant fu negato un funerale di stato, che meritava, a causa della sua importanza internazionale e della sua collaborazione con U [13] U Nu, dopo il suo rilascio dalla prigione nell'ottobre 1966, lasciò la Birmania nell'aprile 1969 e formò il Partito Parlamentare Democratico (PDP) l'agosto seguente a Bangkok, Thailandia assieme ad alcuni ex-trenta commilitoni. Il PDP lanciò una ribellione armata lungo il confine thailandese dal 1972 al 1978. U Nu e altri tre compagni tornarono a Rangoon dopo l'amnistia del 1980. Ne Win tentò anche di stringere pace con il KIO, ma non concluse niente. 9.1. Crisi e Rivolta 8888 [modifica] Per approfondire, vedi la voce Rivolta 8888. Negli anni ottanta, l'economia cominciò a crescere dato che il governo moderò le 'restrizioni' sugli aiuti stranieri, ma verso la fine del decennio la diminuzione dei prezzi e il deficit pubblico portarono ad una crisi economica. Questa portò a riforme economiche nel 1987-1988, che ridusse i controlli socialisti e incoraggiò gli investimenti stranieri. Ciò non fu abbastanza, comunque, per fermare la crescita dei tumulti nel paese, dovuti alla 'demonetizzazione' del kyat, che finì a rovinare i risparmi di gran parte dei birmani. Così lo stato entrò fra i paesi del Quarto mondo secondo le stime ONU e in questo modo si evidenziò il fallimento economico delle politiche socialiste che impoverirono la gente. Ne Win, che si era ritirato dalla carica di presidente nel 1981, ma rimase a capo del BSPP fino al suo inaspettato annuncio delle dimissioni dalle sue cariche il 23 luglio 1988. Provocate da una brutale repressione di studenti da parte della polizia fra marzo e giugno del 1988 che causò solo la morte di più di cento civili, proteste e dimostrazioni si estesero per tutto il paese dall'8 agosto. I militari risposero aprendo il fuoco sulla folla, alleandosi con i comunisti. Violenza e caos regnavano e l'amministrazione civile cessò di esistere, e nel settembre dell'anno era nel pieno della rivoluzione. Le forze armate sotto il comando del generale Saw Maung organizzò il 18 settembre un colpo di stato per ristabilire l'ordine. Durante la rivolta 8888, come dopo fu chiamata, migliaia di persone furono uccise. La costituzione del 1974 fu rimpiazzata in favore di una legge marziale sotto Concilio dello Stato per il ristabilimento dell'ordine e della legge (SLORC) con Saw Maung come presidente e primo ministro. Ad una speciale conferenza stampa il 5 agosto 1989, il generale Khin Nyunt, il segretario dello SLORC, affermò che i comunisti, attraverso la loro organizzazione segreta, erano riusciti a domare la rivolta. Nonostante ciò ci furono nuovamente scontri fra il BSPP e i ribelli delle minoranze etniche che si organizzarono in veri e propri eserciti (KIO per i Jingpo (Kachin), SSA per gli Shan) e alla fine i socialisti persero il loro potere, dapprima dalla Birmania centrale fino a ritirarsi per andare in esilio attraverso il confine con la Cina. 10. Seconda era militare Il governo militare cambiò il nome del paese da Birmania a Myanmar nel 1989. Continuò anche con le riforme economiche cominciate con il vecchio regime e chiamò un'Assemblea costituente per revisionare la costituzione del 1974. Questo portò alle elezioni del maggio 1990, in cui la Lega Nazionale per la Democrazia (NLD) vinse nettamente contro il Partito di unità nazionale (NUP, il successore del BSPP) e un'altra dozzina di partiti più piccoli. I militari, comunque, non avrebbero lasciato i democratici governare, e continuarono a tenere i due capi del NLD, Aung San Suu Kyi (figlia di Aung San) e U Tin U, sotto gli arresti domiciliari in cui erano dall'anno precedente. La Birmania cominciò ad essere sotto la pressione internazionale e fu anche colpita da sanzioni economiche, particolarmente dopo l'assegnazione ad Aung San Suu Kyi del Premio Nobel per la pace. Saw Maung fu rimpiazzato da Than Shwe nel 1992 come presidente dello SLORC. Than Shwe rilasciò U Nu dalla prigione e moderò alcune regole sull'arresto di Aung San Suu Kyi, alla fine liberandola nel 1995, ma proibendole di lasciare Rangoon. Egli lasciò anche riunire l'assemblea costituente nel gennaio 1993, ma chiese che essa lasciasse comunque un importante ruolo politico ai militari in futuro. La Lega Nazionale per la Democrazia (NLD) alla fine lasciò l'assemblea, che fu sciolta definitivamente nel marzo 1996, senza fare una costituzione. Durante gli anni novanta, il regime militare dovette anche affrontare le insurrezione delle minoranze etniche lungo i confini. Il generale Khin Nyunt riuscì a negoziare con molti gruppi etnici, tra cui Kokang, Va, ma anche Kachin (Jingpo), tuttavia con i Karen la diplomazia non fu necessaria. I militari alla fine catturarono la base Karen a Manerplaw nella primavera 1995, ma fino ad oggi non c'è stata ancora una vera pace. Khun Sa, un signore dell'oppio che controllava grandi parti dello Stato Shan, arrivò alla pace con il governo nel dicembre 1995 solo dopo le pressioni degli Stati Uniti. Dopo il fallimento dell'Assemblea Costituente di creare una nuova costituzione, le tensioni fra il governo e il NLD crebbero, così di conseguenza ci furono due decreti che imponevano misure restrittive ai democratici il 1996 e il 1997. Lo SLORC fu abolito nel novembre 1997 per essere rimpiazzato dal Concilio dello Stato per la Pace e lo Sviluppo (SPDC) ma fu solo un cambiamento apparente. Continue notizie di violazione dei diritti umani in Myanmar portarono gl Stati Unti ad intensificare le sanzioni nel 1997, seguiti dall'Unione Europea nel 2000. Aung San Suu Kyi fu rimessa sotto arresto domiciliare dal settembre 2000 a maggio 2002, quando furono allentate le restrizioni. Le discussioni per la riconciliazione furono guidate dal governo, ma queste finirono in un punto morto e Aung San Suu Kyi fu di nuovo messa sotto arresti domiciliari in maggio 2003 dopo un'imboscata alla sua autoparada e tuttora non è in libertà. Il governo emanò un'altra serie di restrinzioni contro il NLD, arrestando gran parte dei suoi leader e chiudendo parte dei suoi uffici. La situazione in Birmania è la stessa anche oggi. Nell'agosto 2003, Khin Nyunt annunciò un piano a sette punti per la democrazia, che il governo annuncia di essere ancora in fase preparatoria. Ma non c'è alcun programma del governo a dedicarsene e neanche fonti certe che lo SPDC se ne stia occupando davvero. Per queste ragioni, gran parte dei governi occidentali e quelli dei paesi vicini della Birmania sono stati scettici e critici nei confronti di questo piano. Il 17 febbraio 2005 il governo riconvocò la Convenzione Nazionale per la prima volta dal 1993, in attesa di riscrivere una costituzione. Comunque, alle maggiori organizzazioni e partiti per la democrazia, inclusa la Lega Nazionale per la Democrazia, fu proibito di partecipare e i militari accettarono solo i partiti più piccoli. La Convenzione fu rinviata ancora in gennaio 2006. Nel novembre 2005, la giunta militare cominciò a spostare il governo da Yangon (Rangoon) ad un nuovo sito vicino a Kyatpyay proprio fuori Pyinmana, che fu designato città capitale. Quest'azione pubblica segue una criticata politica di spostamento delle infrastrutture amministrative fuori da Yangon per evitare una nuova ripetizione di eventi simili a quelli del 1988. Nel giorno della Forze Armate (27 marzo 2006), la capitale fu ufficialmente nominata Naypyidaw (letteralmente "Città reale" o "Sede dei re"). Nel settembre 2007, i bonzi protestarono pacificamente contro il regime invitando il popolo ad unirsi nelle dimostrazioni. La giunta militare rispose con la violenza: si sa per certo che ci sono stati dei morti tra monaci e giornalisti stranieri ma non ci sono stime sicure. Alcuni dei militari rifiutarono di sparare alla gente, anche se le proteste sono andate via via placandosi. I monaci chiedevano il rispetto dei diritti umani e libertà, di culto in particolare, che il regime totalitario impediva. La manifestazioni di piazza, nel segno della non violenza, hanno suscitato una vasta eco internazionale. Ad oggi le prime stime accertate sulle vittime degli scontri di piazza sono oltre duecento (per difetto), anche se il governo militare si è rifiutato di divulgare precise informazioni a proposito e minimizza l'accaduto. Infatti ha vietato anche l'uso d'Internet a tutta la popolazione, preoccupato dalle possibili reazioni dell'opinione pubblica mondiale. L'ONU ha inviato un suo rappresentante nigeriano, Ibrahim Gambari, per verificare la situazione. 11. Note ^ Note sulla storia Mon del George Aaron Broadwell (Dip.to di Antropologia dell'Università di Albany, NY, USA); risorsa consultata il 9 maggio 2007^ a b Pyu su Encyclopaedia Britannica 1911^ Pagan su answers.com^ Countries quest^ a b Ava - Encyclopaedia Britannica^ "Kingdom of Pegu" di W. Hunter^ An Account of An Embassy to the Kingdom of Ava by Michael Symes,1795.^ An Account of An Embassy to the Kingdom of Ava by Michael Symes,1795 .^ Godfrey Eric Harvey. British Rule in Burma, 1824-1942 . Londra, Faber, 1946 .^ a b c d e f g h i j k l m n Martin Smith. Burma - Insurgency and the Politics of Ethnicity. Zed Books, 1991.^ http://www.answers.com/topic/saint-mary-s-cathedral-yangon^ a b Mental Culture in Burmese Crisis Politics: Aung San Suu Kyi and the National League for Democracy. , 1999. ISBN 4-87297-748-3^ "Può un altro asiatico indossare le scarpe di U Thant?" 12. Bibliografia George Orwell. Giorni in Birmania. Mondadori, 2006. ISBN 8804551151Amitav Ghosh. Estremi Orienti. Einaudi, 1998. ISBN ISBN 8806147579Aung San Suu Kyi. Libera dalla paura. Sperling & Kupfer, 1996. ISBN 8878249343Amitav Ghosh. Il palazzo degli specchi. Einaudi, 2001. ISBN 8806159399Sir Herbert Thirkell White. Burma. The University press, 1923.Giuseppe Tucci. Le Civiltà dell'Oriente: storia, letteratura, religioni, filosofia, scienze, e arte. Gherardo Casini, 1956Gianni Limonta. Birmania. Myanmar. Leonardo Arte, 1998. ISBN 8878132616Paul H. Kratoska. South East Asia: Colonial History . Routledge, 2001. ISBN 041525390 http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=en&catid=4778b47d4d404723bf09cefbb15bd851&docid=49746aa3daa34cb282894e1d5b52a7ff Thu, 11 Jun 2009 09:39:32 GMT 3d9d18fd6183441e87ab268f3cd90afe Cronologia della storia birmana Puoi trovare in questa pagina una cronologia dettagliata della storia birmana a partire dal 1945 e fino al 2007. Anni Quaranta e Cinquanta 1945 1° MAGGIO: Rangoon è conquistata dalla resistenza. I giapponesi cominciano a ritirarsi dalla Birmania. 1° GIUGNO: nasce il sindacato All Burma Trade Union Congress. 15 GIUGNO: si tiene la sfilata ufficiale per la vittoria della guerra. La bandiera della resistenza birmana sfila accanto a quella inglese. 5 SETTEMBRE: lord Mountbatten incontra a Kandy (Ceylon) i leader militari birmani guidati dal generale Aung San. Nasce l’esercito birmano. 1946 17-19 GENNAIO: centinaia di migliaia di persone si radunano convocate dall’AFPFL fuori della Pagoda di Shwe Dagon. MARZO: i Saohpa Shan si incontrano con i politici birmani a Panglong per discutere del futuro delle aree di frontiera. 5 SETTEMBRE: la polizia di Rangoon entra in sciopero e chiede migliori condizioni di lavoro e aumenti salariali. I lavoratori dei servizi pubblici, del petrolio e gli studenti scendono in piazza. 23 SETTEMBRE: l’AFPFL proclama lo sciopero generale per ottenere l’indipendenza. 1947 27 GENNAIO: il generale Aung San e il primo ministro inglese Clement Attlee firmano un accordo per la costituzione di un governo ad interim, che deve preparare l’indipendenza. 5 FEBBRAIO: nasce il KNU (Karen National Union) che chiede l’indipendenza. 3-12 FEBBRAIO: firma dell’accordo di Panglong tra Aung San e i leader degli Stati etnici Shan Kachin e Chin che concordano di aderire all’Unione. 9 APRILE: si tengono le elezioni all’assemblea costituente e vince l’AFPFL. 9 GIUGNO: l’assemblea costituente si riunisce a Rangoon per discutere la nuova Costituzione. 19 LUGLIO: Aung San viene assassinato insieme a sei membri del suo gabinetto. U Nu viene nominato primo ministro. 24 SETTEMBRE: l’assemblea costituente approva una nuova Costituzione federale. Si sancisce il diritto di secessione dalla futura Birmania indipendente, ma unicamente per gli Shan e i Karenni. 17 OTTOBRE: il primo ministro inglese Attlee firma un accordo con U Nu e programma l’indipendenza. 1948-1958 Primi esperimenti di democrazia nel Paese: il primo ministro U Nu e l’AFPFL si trovano ad affrontare le rivolte comuniste e la lotta armata da parte di alcuni gruppi etnici, in particolare i Karenni, che non sono soddisfatti del modo in cui l’accordo di Panglong viene attuato. Molte città vengono occupate dalle forze comuniste. Il governo è molto attivo e rispettato sul piano internazionale. 1948 4 GENNAIO: la Birmania diventa indipendente. FEBBRAIO-MARZO: iniziano gli scioperi promossi dal partito comunista birmano. 18 MARZO: a Pyinmana, grande manifestazione di contadini. 28 MARZO: il partito comunista birmano entra in clandestinità e riprende la lotta armata. 25 MAGGIO: U Nu proclama «l’Unità di sinistra per cercare di frenare le spinte dei comunisti. APRILE-DICEMBRE: molti scontri tra l’esercito e le truppe comuniste. I comunisti occupano molte città della Birmania centrale e del Nord. 1949 7 FEBBRAIO: sciopero dei lavoratori pubblici. 16 FEBBRAIO: il sindacato dei ferrovieri partecipa allo sciopero. 24 MARZO: si forma il People Democratic Front. 1° APRILE: il generale Ne Win, capo delle forze armate, diventa vice primo ministro con responsabilità degli Interni e della Difesa. 6 APRILE: si tengono incontri a Rangoon tra U Nu, Ne Win e i rappresentanti del KNU. 1950 GENNAIO-MARZO: le truppe del Kuomingtang entrano nello Stato Shan dopo la vittoria dei comunisti in Cina. 1951 GIUGNO: elezioni generali secondo la Costituzione del 1947. 7 LUGLIO: India e Birmania firmano un accordo di amicizia. 1952 GENNAIO: si tengono le elezioni generali. L’AFPFL ottiene 147 seggi, ovvero il 60% dei voti; i partiti dell’opposizione ottengono 33 seggi. 25 MARZO: la Birmania protesta con l’ONU per la presenza del Kuomingtang in Birmania. 22 APRILE: l’Assemblea generale dell’ONU adotta una risoluzione che chiede l’allontanamento delle truppe del Kuomingtang. 30 APRILE: viene firmato il trattato di amicizia tra la Birmania e il Giappone. 1° SETTEMBRE: viene introdotta la legge marziale negli Stati Shan. SETTEMBRE: viene costituito uno Stato Kareno, ma il KNU non accetta i confini. 1954 MARZO: una delegazione di ribelli Mon e Karen inizia i colloqui con le autorità thailandesi per la costituzione di campi lungo il confine con la Thailandia. Continuano gli scontri con i guerriglieri comunisti e le truppe del KMT. 29 GIUGNO: Zhou Enlai visita la Birmania. 8 SETTEMBRE: firma del Trattato di Manila tra USA, Gran Bretagna, Australia, Francia, Nuova Zelanda, Pakistan, Filippine e Thailandia. 5 NOVEMBRE: firma del Trattato di pace tra Giappone e Birmania. 1955 Conferenza di Bandung e nascita del movimento dei Paesi non allineati, di cui la Birmania entra a far parte. Continua lo scontro tra i guerriglieri comunisti e l’esercito. 4 MARZO: ratifica della Convenzione OIL 29 sul lavoro forzato. 1956 Alle elezioni generali l’AFPFL ottiene il 55% dei seggi. GIUGNO: U Nu dà le dimissioni, diventa primo ministro Ba Swe, leader socialista. NOVEMBRE: U Nu visita la Cina e ottiene il ritiro delle truppe delle forze cinesi dallo Stato Kachin. 1957 7 FEBBRAIO: manifestazioni in tutti gli Stati Shan a sostegno della secessione. 1° MARZO: U Nu viene nuovamente nominato primo ministro. APRILE: cominciano ad arrendersi i quadri del partito comunista birmano. 20 APRILE: i capi della comunità buddista Shan tengono un incontro con tutti i rappresentanti Shan eletti a Mong Yai. 1958 27 APRILE: scissione del partito AFPFL; una fazione è guidata dai socialisti Ba Swe e Kyaw Nyein e l’altra da U Nu e Thakin Tin. 23 GIUGNO: i militari capeggiati da Ne Win riaffermano la loro neutralità e il rispetto della democrazia. 26 SETTEMBRE: U Nu annuncia di voler dare le sue dimissioni e chiede al generale Ne Win di formare un governo ad interim. 28 OTTOBRE: U Nu dà le dimissioni e i militari, guidati da Ne Win, formano un governo ad interim. Anni Sessanta 1960 FEBBRAIO: elezioni e vittoria del partito di U Nu, l’Union Party, ora una fazione dell’AFPFL. 4 APRILE: U Nu forma un nuovo governo. 21 MAGGIO: nel primo rapporto all’OIL sul lavoro forzato, ilgoverno birmano dichiara che questo non esiste nel Paese, e che non viene autorizzato in nessuna forma. 1° OTTOBRE: viene sottoscritto un accordo tra Birmania e Cinaper quanto riguarda i confini. 1961 2 GENNAIO: Zhou Enlai effettua una visita in Birmania, ratifica il trattato sui confini e sottoscrive un accordo di cooperazionetecnica ed economica. 24 GENNAIO: il Comitato per la revisione della Costituzionedello Stato Shan adotta una risoluzione per chiedere una struttura di governo veramente federale. 27 GENNAIO: firma di un accordo cino-birmano a Pechino. 26 AGOSTO: il buddismo viene adottato come religione di Stato. Scontento tra i Kachin, prevalentemente cristiani. 1962 2 MARZO: il generale Ne Win effettua un colpo di Stato militare e governa attraverso un Consiglio Rivoluzionario. Viene proclamata «La Via Birmana al Socialismo e la nazionalizzazione di tutte le imprese straniere, nonché l’isolamento del Paese da qualsiasi influenza esterna. 3 MARZO: viene sospesa la Costituzione del 1947 e sciolto il parlamento. 9 MARZO: il Consiglio Rivoluzionario conferisce pieni poteri al generale Ne Win. 3 APRILE: viene pubblicata «La Via Birmana al Socialismo manifesto ideologico della giunta militare. 7 LUGLIO: la protesta degli studenti contro il generale Ne Win viene repressa nel sangue. L’esercito spara agli studenti dell’università di Rangoon. Oltre 100 studenti vengono uccisi e la sede della Student Union viene distrutta dall’esercito. 1963 15 FEBBRAIO: nazionalizzazione della produzione, distribuzione ed esportazione di tutte le materie prime, divieto di promuovere imprese private. Caduta rapida dell’economia. 23 FEBBRAIO: nazionalizzazione delle banche. 1° APRILE: il Consiglio Rivoluzionario annuncia l’amnistia per tutti coloro che erano insorti. 6 GIUGNO: viene costituita l’agenzia di informazioni birmana News Agency of Burma, con il compito di assorbire tutte le agenzie giornalistiche private. 1964 Il Comitato degli esperti dell’OIL sull’applicazione delle Convenzioni e Raccomandazioni fa riferimento alla legge coloniale Village Act (sezione 11) e denuncia la violazione della Convenzione sul lavoro forzato. Il Consiglio Rivoluzionario vara una serie di leggi che eliminano l’autonomia per molti Stati interni. 31 GENNAIO: ha termine l’amnistia. 28 MARZO: vengono proibiti tutti i partiti politici. 18 APRILE: un decreto obbliga tutte le organizzazioni buddiste a registrarsi. 3 MAGGIO: il decreto viene ritirato dopo le manifestazioni buddiste. 17 MAGGIO: tutte le banconote da 100 e 50 kyats vengono ritirate. SETTEMBRE: vengono nazionalizzati tutti i quotidiani e i giornali. 2 NOVEMBRE: vengono riaperte dopo dieci mesi tutte le università e i college. 1965 1° APRILE: vengono nazionalizzate tutte le scuole private. 30 APRILE: arresto di 92 monaci buddisti per aver dimostrato contro la costituzione di un’organizzazione buddista filo-governativa e l’emissione di carte di identità per i monaci buddisti. 15 GIUGNO: arresto di Aung Gyi. 5 LUGLIO: nazionalizzazione degli ospedali cristiani. 6 DICEMBRE: proibizione formale di tutti i giornali privati. 1966 4 APRILE: nazionalizzazione di 685 scuole private. 7 MAGGIO: il generale Ne Win visita il Pakistan e il 9 maggio viene sottoscritto un accordo sui confini. 8 SETTEMBRE: il generale Ne Win va in visita di stato negli Stati Uniti. 1967 10 MARZO: la Birmania sottoscrive un accordo sui confini con l’India. 18 GIUGNO: il partito comunista birmano, sulla scia della rivoluzione culturale cinese, lancia una purga interna. Alcuni leader di partito vengono uccisi. 19 GIUGNO: il ministro dell’istruzione proibisce agli studenti di portare spille non autorizzate, con l’obiettivo di proibire quelle di Mao, soprattutto da parte degli studenti di origine cinese. 27 GIUGNO: viene introdotta la legge marziale in alcune zone di Rangoon, a causa di manifestazioni. 28 GIUGNO: 1328 cinesi vengono arrestati a Rangoon. 29 GIUGNO: l’Ambasciata cinese a Rangoon viene assaltata dai dimostranti. La Cina ritira il proprio ambasciatore. Il governo birmano dichiara che negli scontri tra il 22 e il 29 giugno circa cinquanta cinesi hanno perso la vita. Fonti cinesi dichiarano che centinaia di cinesi hanno perso la vita. 7 LUGLIO: la Cina sospende la cooperazione con la Birmania. 6 OTTOBRE: tutti i tecnici cinesi vengono rimpatriati. 1968 27 GENNAIO: rilascio di 127 prigionieri politici. 22 LUGLIO: conflitto tra le forze governative e le truppe del partito comunista a Tao Long. 1969 3 APRILE: Aung Gyi, tra i leader del partito comunista birmano, viene ucciso. 11 APRILE: U Nu parte per l’India e forma un governo in esilio. 1° GIUGNO: l’Organismo consultivo per l’Unità Interna presenta il suo rapporto che raccomanda un governo di coalizione nazionale, dialogo di pace con i ribelli e il decentramento dell’economia. U Nu invia un proprio rapporto. 2 GIUGNO: Ne Win rifiuta le proposte presentate dall’Organismo consultivo per l’Unità Interna. 1° DICEMBRE: gli studenti di Rangoon, Mandalay e Moulmein approfittano dei Giochi del Sud-est asiatico a Rangoon per protestare contro il Consiglio Rivoluzionario. Le manifestazioni vengono represse e molti studenti vengono espulsi dall’università. Anni Settanta 1972-1973 Critiche internazionali per il traffico di droga costringono il governo birmano ad abbandonare il sodalizio con i signori della droga e della guerra; ciò nonostante, tra il 1974 e il 1988 la produzione di oppio cresce di venti volte. 1974 3 GENNAIO: viene adottata una nuova Costituzione, che stabilisce un sistema politico con un partito unico e uno Stato centralizzato. I poteri delegati dalla vecchia Costituzione agli Stati etnici vengono annullati. Ne Win continua a governare con il Burma Socialist Programme Party (BSPP). 2 MARZO: dodicesimo anniversario del colpo di Stato del 1962; entra in vigore la nuova Costituzione. 13 MAGGIO: i lavoratori dei campi petroliferi di Chauk, nella Birmania centrale, organizzano uno sciopero e chiedono salari più alti. Lo sciopero si diffonde in altre 42 imprese di Stato e ne segue una rivolta nazionale. 6 GIUGNO: l’esercito interviene per interrompere gli scioperi e spara sui lavoratori portuali e quelli tessili. Almeno 22 persone sono uccise dalla polizia. 25 NOVEMBRE: il segretario generale dell’ONU, U Thant, muore. Manifestazioni di studenti e monaci buddisti che chiedono funerali di stato. La bara viene trafugata dagli studenti. DICEMBRE: manifestazioni degli studenti chiedono l’eliminazione della dittatura e del partito unico. 11 DICEMBRE: la legge marziale viene introdotta. 12 DICEMBRE: continuano le manifestazioni contro la dittatura; nove studenti uccisi e migliaia di studenti e attivisti vengono arrestati. Le università vengono chiuse. 1975 13 MAGGIO: le università vengono riaperte. 6 GIUGNO: riprendono le manifestazioni degli studenti e dei lavoratori nell’anniversario delle manifestazioni operaie dell’anno precedente. Le scuole e le università vengono chiuse di nuovo. 11 GIUGNO: l’esercito interviene contro i dimostranti vicino alla Pagoda di Shwe Dagon e arresta 213 studenti e altri manifestanti. 213 di questi vengono condannati a quattro, cinque anni di carcere; 80 lavoratori della Burma Pharmaceutical Corporation e della Jute Mill vengono condannati a dieci e sedici anni di carcere per ostruzione all’economia socialista. Le università vengono chiuse. LUGLIO: si annuncia il tentativo di colpo di Stato da parte di giovani ufficiali contrari al sistema socialista. 10 SETTEMBRE: processo ai golpisti, tra cui l’ex capo dell’esercito e il ministro della Difesa. 1976 5 GENNAIO: le università, chiuse dal giugno 1975, vengono riaperte. 2 MARZO: le università vengono nuovamente chiuse, a seguito di ulteriori agitazioni studentesche. 26 APRILE-10 MAGGIO: i leader etnici ribelli di dodici gruppi si riuniscono a Manerplaw, quartiere generale del KNU, per formare il National Democratic Front. 31 AGOSTO: viene sospesa la legge marziale a Rangoon. 1977 1° OTTOBRE: le università, chiuse dal 1976, vengono riaperte. 1978 11 FEBBRAIO: l’esercito lancia l’operazione Naga Min (Re Dragone) nello Stato Arakan, migliaia di musulmani vengono arrestati nella zona di Sittwe. 3 MARZO: altre 200 persone vengono arrestate nello Stato Arakan, stupri, uccisioni e incendi. 15 MARZO: interi villaggi vicino a Buthidaung, nell’Arakan, vengono bruciati e migliaia di persone fuggono in Bangladesh. MAGGIO: migliaia di persone dell’etnia Rohingya fuggono in Bangladesh ogni giorno. 6 GIUGNO: il ministro degli Esteri bengalese arriva a Rangoon per discutere la crisi dei rifugiati. 30 GIUGNO: i rifugiati Rohingya in Bangladesh sono ormai 200.000. 9 LUGLIO: accordo tra il governo birmano e bengalese sul rimpatrio dei rifugiati. 31 AGOSTO: comincia il rimpatrio. 1979 12 LUGLIO: la giunta annuncia un accordo di cooperazione con la Cina per 63 milioni di dollari. 7 SETTEMBRE: la Birmania lascia il movimento dei Paesi non allineati. Anni Ottanta 1980 25 MAGGIO: il governo annuncia un’amnistia di tre mesi nei confronti dei ribelli. 16 AGOSTO: il governo annuncia che 1431 ribelli si sono arresi. Il totale alla fine dell’amnistia sarà di 2189; stime indipendenti riferiscono di 300-400 persone. 1981 La Cina interrompe il sostegno al partito comunista birmano. 1982 1° LUGLIO: il sottosegretario agli Esteri americano va in visita a Rangoon e conferma il sostegno americano alla lotta ai narcotici. 1987 La Birmania viene inserita nella lista ONU dei Paesi meno avanzati. Rangoon manda fuori corso le banconote da 75, 35 e 25 kyats e le rimpiazza con banconote da 90 e 45 kyats. Studenti infuriati scendono in piazza e attaccano le proprietà dello Stato. 1988 16 MARZO: l’Incidente del Ponte Rosso. Una protesta di studenti a Rangoon contro il governo Ne Win viene repressa dall’esercito e decine di studenti rimangono uccisi. Le università e le scuole vengono chiuse. 1000 dimostranti vengono arrestati. 10 MAGGIO: Amnesty International pubblica un rapporto sulla Birmania e accusa l’esercito di stupri, torture, uccisioni, esecuzioni sommarie nelle zone di frontiera, nonché di costringere migliaia di persone al lavoro forzato e a intervenirecome detector umani nelle zone minate. 30 MAGGIO: riaprono le scuole e le università. 15-21 GIUGNO: proteste studentesche in tutto il Paese vengono represse con la violenza e viene introdotto il coprifuoco. Tutte le università e le scuole vengono nuovamente chiuse. 23 LUGLIO: dimissioni del generale Ne Win che dichiara di voler convocare un referendum per decidere se mantenere il partito unico o andare verso una democrazia multipartitica, ma il BSPP non accetta la proposta. Sein Lwin diventa il nuovo presidente. 8 AGOSTO: la rivolta soprannominata 8.8.88. Gli operai dichiarano uno sciopero, gli studenti lo sostengono scendendo in piazza in tutto il Paese. Milioni di dimostranti invadono le strade del Paese per chiedere democrazia e rispetto dei diritti umani. Centinaia di persone vengono uccise dall’esercito a Rangoon. 19 AGOSTO: Sein Lwin, «il macellaio di Rangoon, dà le dimissioni. Il dottor Maung Maung, l’unico membro civile del BSPP, diventa presidente e presidente del BSPP. 24 AGOSTO: viene sospesa la legge marziale. Maung Maung promette un referendum sulla richiesta di un governo multipartitico. 26 AGOSTO: Aung San Suu Kyi parla a mezzo milione di personeradunatesi presso la Pagoda di Shwe Dagon a Rangoon e rilancia il movimento democratico. Lo sciopero generale strangola Rangoon. 26-28 AGOSTO: una rivolta scoppia nella famosa prigione di Insein. Simultaneamente in altre nove carceri nel Paese circa 9000 detenuti riescono a fuggire. 28 AGOSTO: la Federazione birmana degli studenti ABFSU nasce a Rangoon e Min Ko Naing viene eletto presidente. U Nu forma la Lega per la Democrazia e la Pace, U Tin Oo ne diventa segretario generale. 29 AGOSTO: giuristi, scrittori, attori di cinema e cantanti si uniscono alle manifestazioni. 18 SETTEMBRE: nasce, a seguito di un colpo di Stato militare, lo SLORC. Continua la mattanza nel Paese. Circa 10.000 persone perdono la vita. Lo SLORC pubblica l’Ordinanza n. 2/88 in cui si proibisce ogni attività effettuata da cinque o più persone. Tale Ordinanza è rafforzata dalla legge 1908 sull’associazione illegale, che punisce coloro che violano le norme, con non meno di due anni di carcere. 24 SETTEMBRE: viene costituita la Lega Nazionale per la Democrazia e Aung San Suu Kyi, figlia del padre della patria, il generale Aung San, diventa segretaria generale. 30 SETTEMBRE: viene emessa l’Ordinanza n. 6/88 nota come «Legge sulla formazione di associazioni e organizzazioni che obbliga ogni organizzazione a chiedere l’autorizzazione al ministero degli Interni per continuare a esistere. Chi viola la norma potrà essere condannato fino a cinque anni di carcere. 27 DICEMBRE: Daw Khin Kyi, madre di Aung San Suu Kyi, muore a Rangoon e una folla immensa inscena una protesta pacifica contro il regime. 1989 10 GENNAIO: un rapporto di Amnesty International denuncia come l’esercito thailandese costringa al rientro in Birmania gli studenti che si erano rifugiati nelle città di confine tra i due Paesi. 7 FEBBRAIO: un rapporto del Dipartimento di Stato americano denuncia e accusa il regime birmano di uccisioni indiscriminate, arresti arbitrari e torture dei prigionieri politici. 23 APRILE: arresto di studenti che avevano partecipato a un’iniziativa dell’NLD per l’anno nuovo. 27 MAGGIO: lo SLORC cambia il nome di Birmania in Myanmar. 19 GIUGNO: vengono riaperte le scuole primarie, chiuse dal 9 agosto 1988. 7 LUGLIO: una bomba esplode nella raffineria di Syriam vicino Rangoon. 20 LUGLIO: Aung San Suu Kyi e il presidente dell’NLD U Tin Oo vengono posti agli arresti domiciliari e viene impedito loro di candidarsi alle elezioni. 25 SETTEMBRE: vengono riaperte le scuole superiori. 11 DICEMBRE: 100 partiti politici si candidano per partecipare alle elezioni che verranno indette per il maggio 1990. 29 DICEMBRE: U Nu viene messo agli arresti domiciliari. Anni Novanta 1990 16 GENNAIO: la Commissione elettorale impedisce ad Aung San Suu Kyi di contestare le procedure elettorali. 13 FEBBRAIO: la Commissione per i diritti umani dell’ONU nomina un relatore speciale per la Birmania. 27 MAGGIO: si tengono le elezioni e l’NLD ottiene 392 seggi su 485. La giunta militare rifiuta di riconoscere i risultati elettorali. 20 GIUGNO: l’NLD chiede l’apertura di un negoziato con lo SLORC. 27 LUGLIO: secondo lo SLORC, i parlamentari eletti non possono formare il nuovo governo sino a quando non verrà redatta una nuova Costituzione. Lo SLORC annuncia che continuerà a governare il Paese con la legge marziale sino ad allora. 28 LUGLIO: l’NLD adotta una Costituzione ad interim che emenda la Costituzione del ’47 e sostituisce quella del 1974. Lo SLORC si rifiuta di accettare una Costituzione temporanea. 8 AGOSTO: le manifestazioni per il secondo anniversario delle rivolte popolari vengono nuovamente represse nel sangue. A Mandalay 300 monaci buddisti scendono in piazza. Nella manifestazione vengono uccisi due studenti e due monaci buddisti. La giunta impone ai monaci di formare un’organizzazione autorizzata. Il cugino di Aung San Suu Kyi, Sein Win, e altri sette parlamentari fuggono presso il KNU e formano il governo birmano in esilio, NCGUB (National Coalition Government of the Union of Burma). 9 OTTOBRE: il ministro degli Affari Esteri dello SLORC, U Ohn Gyaw, annuncia all’Assemblea generale dell’ONU l’apertura di un tavolo negoziale sulla Costituzione. 12 OTTOBRE: Aung San Suu Kyi viene premiata in Norvegia, con il Thorolf Rafto Human Rights Award. 1991 Il Parlamento europeo dichiara illegittimo lo SLORC, condanna il governo birmano e chiede la liberazione di Aung San Suu Kyi. 17 GENNAIO: la CISL Internazionale, in un rapporto all’OIL, consegna le prove della presenza diffusa del lavoro forzato controllato dall’esercito, che coinvolge migliaia di lavoratori, donne e bambini. 10 LUGLIO: Aung San Suu Kyi riceve il Premio Sakharov, dal Parlamento europeo. 10 AGOSTO: il regime militare emenda la legge e autorizza la detenzione per altri tre anni di Aung San Suu Kyi. 29-30 AGOSTO: arresto di dissidenti accusati di legami con i gruppi etnici ribelli. 3 OTTOBRE: l’NCGUB (governo in esilio) chiede l’introduzione di sanzioni da parte dell’ONU. 14 OTTOBRE: Aung San Suu Kyi riceve il Premio Nobel per la Pace. 1992 Gli Stati del Sud-est asiatico, che fanno parte dell’ASEAN, si riuniscono e rifiutano le richieste degli altri Paesi occidentali, per una condanna dello SLORC. Il generale Than Shwe sostituisce Sau Maung come presidente dello SLORC, primo ministro e ministro della Difesa. GENNAIO-FEBBRAIO: migliaia di insegnanti sono obbligati a partecipare a corsi di rieducazione. 4 MARZO: la Commissione dell’ONU per i diritti umani si riunisce a Ginevra e condanna il governo birmano per le continue violazioni dei diritti umani. 20 MARZO: lo SLORC dichiara illegali altri partiti politici che avevano preso parte alle elezioni. MAGGIO: rilascio di prigionieri politici e comuni al fine di migliorare l’immagine internazionale della giunta. GIUGNO: a Ginevra il governo birmano presenta all’OIL un rapporto in cui riconosce che l’esercito è costretto a utilizzare portatori per il trasporto di cibo e armi nelle zone di conflitto, ma rifiuta le accuse di maltrattamento e lavoro forzato. Sostiene anche che il Trade Union Act, la legge che vieta i sindacati, verrà emendata. 1993 23 GENNAIO: la CISL Internazionale presenta un’ulteriore denuncia all’OIL secondo l’art. 24 dello Statuto con prove che attestano come l’esercito abbia istituzionalizzato il lavoro forzato, attraverso il reclutamento forzato e gli abusi, nonché l’utilizzo di donne e bambini. GENNAIO: si apre la Convenzione nazionale, che si riunisce sporadicamente nei quattro anni successivi. MARZO: la 255° sessione del Consiglio di amministrazione dell’OIL decide che la denuncia della CISL Internazionale è ricevibile e istituisce un comitato ad hoc per esaminare la grave violazione della Convenzione che vieta il lavoro forzato. 1994 GENNAIO: la giunta militare annuncia che Aung San Suu Kyi potrebbe rimanere agli arresti domiciliari fino a sei anni, secondo la legge marziale. FEBBRAIO: per la prima volta alcune persone al di fuori della famiglia di Aung San Suu Kyi sono autorizzate a incontrarla. 20 SETTEMBRE: il presidente della giunta Than Shwe e il generale Khin Nyunt incontrano Aung San Suu Kyi. Si spera nell’avvio di un dialogo. 28 OTTOBRE: una seconda riunione tra il generale Khin Nyunt e Aung San Suu Kyi avviene presso la State Guest House. NOVEMBRE: il Consiglio di amministrazione dell’OIL approva il rapporto del comitato ad hoc e le sue conclusioni, in cui si afferma che il lavoro e i servizi forzati sono effettuati in violazione della Convenzione 29. 1995 GIUGNO: il governo dichiara all’OIL che sta provvedendo a modificare la legislazione nazionale onde proibire il lavoro forzato. La CISL Internazionale denuncia la violazione delle norme fondamentali del lavoro; denuncia altresì che oltre 800.000 persone sono coinvolte nel lavoro forzato, e che nella costruzione della ferrovia Ye-Tavoy sono usati oltre 20.000 lavoratori forzati, presentando una denuncia per la violazione del Regolamento Europeo di Preferenze generalizzate. L’UE sospende le preferenze commerciali con la Birmania. 10 LUGLIO: Aung San Suu Kyi viene liberata dopo sei anni di arresti domiciliari. 28 NOVEMBRE: l’NLD si ritira dalla Convenzione nazionale e denuncia l’assenza di democrazia nel processo decisionale. Il giorno successivo la giunta espelle i delegati dell’NLD. 1996 11 FEBBRAIO: Aung San Suu Kyi lancia un appello alla comunità internazionale e chiede il sostegno mondiale per ripristinare la democrazia. MARZO: Aung San Suu Kyi sale sul treno per Mandalay, ma per «problemi tecnici la carrozza nella quale si trova, non viene fatta partire. 31 MARZO: la Convenzione nazionale viene sospesa sino a data da destinarsi. 20 GIUGNO: 25 delegati del gruppo lavoratori alla Conferenza annuale dell’OIL denunciano nuovamente la giunta e creano le condizioni per la costituzione di una Commissione di Inchiesta sul lavoro forzato. 23 LUGLIO: la Birmania viene ammessa come osservatore nell’ASEAN. LUGLIO: 5000 Shan vengono spostati in aree controllate dallo SLORC. 26 SETTEMBRE: la polizia antisommossa costruisce barriere di fronte alla casa di Aung San Suu Kyi in University Avenue, per impedire l’effettuazione del congresso dell’NLD. 21 OTTOBRE: scontri a Rangoon tra la polizia e gli studenti. 26 OTTOBRE: l’Unione Europea adotta la Posizione comune, a causa del lavoro forzato che conferma l’embargo di armi imposto nel 1990, la sospensione della cooperazione militare e introduce divieto di visti. 3 DICEMBRE: arresto di circa 600 studenti. 1997 7-14 GENNAIO: quattordici gruppi etnici rifiutano la Convenzione nazionale, in quanto strumento per il mantenimento della dittatura. Dichiarano di voler lavorare con l’NLD per la costituzione di uno Stato federale. APRILE: decine di migliaia di Shan vengono spostati forzatamente. 24 LUGLIO: la Birmania entra formalmente a far parte dell’ASEAN. 12 AGOSTO: vengono riaperte migliaia di scuole primarie e secondarie. SETTEMBRE: l’NLD annuncia che convocherà il parlamento, istituisce un comitato per attuare il mandato dei restanti 251parlamentari eletti. 15 NOVEMBRE: lo SLORC cambia nome in SPDC (State Peace and Development Council). NOVEMBRE: a Ginevra, il governo birmano si rifiuta di partecipare all’Hearing convocata dalla Commissione di Inchiesta dell’OIL. 1998 300 membri dell’NLD vengono liberati, ma la giunta si rifiuta di rispettare la scadenza posta dall’NLD per la convocazione del parlamento democraticamente eletto. MARZO: centinaia di avvocati e monaci buddisti vengono arrestati in tutto il Paese. LUGLIO: la Commissione di Inchiesta dell’OIL presenta un rapporto e definisce il 1° maggio 1999 come data limite perché il governo birmano adegui la legislazione ed elimini il lavoro forzato. LUGLIO-AGOSTO: Aung San Suu Kyi cerca di incontrare gli iscritti all’NLD fuori da Rangoon, ma la polizia blocca la sua auto sulla strada per Bassein. OTTOBRE: l’UE rafforza la Posizione comune e il divieto di visti per la giunta. 1999 27 MARZO: il marito di Aung San Suu Kyi, Michael Aris, muore di cancro alla prostata; la sua richiesta di visto al governo birmano, per poter incontrare per l’ultima volta la moglie che non vedeva dal 1995, viene rifiutata. Aung San Suu Kyi rifiuta l’offerta della giunta di andare a Londra a incontrare per l’ultima volta il marito morente. 20 SETTEMBRE: Aung San Suu Kyi viene nuovamente posta agli arresti domiciliari. 1996-2000 Aung San Suu Kyi viola più di una volta il divieto di allontanarsi da Rangoon per incontri politici e manifestazioni. Anni Duemila 2000 APRILE: l’Unione Europea adotta una posizione più rigida contro il regime militare, introducendo un divieto di esportazione di armi e di prodotti utilizzabili dall’esercito o dalla polizia, impone la proibizione dell’accesso dei membri della giunta e dei loro familiari nell’UE, e il congelamento dei fondi di proprietà della giunta. 4 APRILE: Kofi Annan nomina Ismail Razali come rappresentante speciale per la Birmania. GIUGNO: l’OIL adotta una risoluzione che sanziona la giunta militare per il continuo utilizzo del lavoro forzato. L’OIL chiede ai governi, alle istituzioni internazionali, agli imprenditori e alle organizzazioni sindacali di rivedere profondamente i rapporti con la giunta militare, così da evitare che possano essere utilizzati per mantenere la pratica del lavoro forzato. 22 SETTEMBRE: Aung San Suu Kyi viene messa di nuovo agli arresti domiciliari. OTTOBRE: Aung San Suu Kyi incontra ripetutamente i rappresentanti dell’SPDC. Iniziano gli incontri segreti. 21 OTTOBRE: una delegazione dell’OIL arriva in Birmania per incontri finalizzati a trovare una soluzione al problema del lavoro forzato. 13 DICEMBRE: Amnesty International presenta un rapporto «Birmania l’istituzione della tortura in cui denuncia che circa 1700 prigionieri politici sono a rischio di tortura. 2000-2002 Colloqui segreti tra Aung San Suu Kyi e il regime militare per cercare di avviare un dialogo democratico. Tuttavia non si ha alcuna apertura da parte della giunta. 2001 24 GENNAIO: il regime libera 84 rappresentanti dell’NLD. GENNAIO: una delegazione della troika dell’UE visita la Birmania per la seconda volta per verificare gli eventuali progressi, così da permettere la cancellazione delle sanzioni. APRILE: l’UE rinnova le sanzioni a causa dell’assenza di progressi nel processo di riconciliazione. Tali sanzioni vengono rinnovate ogni sei mesi. 17 MAGGIO: una missione dell’OIL va a Rangoon per discutere con la giunta le misure da attuare per eliminare il lavoro forzato. GIUGNO: informazioni sui colloqui vengono diffuse sui giornali birmani, dopo sei mesi dalla loro diffusione su quelli stranieri. NOVEMBRE: il segretario generale dell’ONU, Kofi Annan, chiede al regime di continuare il processo di riconciliazione. Il presidente cinese Jiang Zemin visita la Birmania e dichiara il suo sostegno al governo birmano. 31 DICEMBRE: 219 prigionieri politici sono stati rilasciati, ma la maggior parte di loro aveva già scontato la pena. 2002 18 FEBBRAIO: l’OIL ritorna in Birmania, la delegazione non riesce a incontrare Aung San Suu Kyi. Il giudizio è estremamente critico. MARZO: si raggiunge un accordo per la nomina di un rappresentante dell’OIL in Birmania. 13 MARZO: la troika dell’UE arriva per la terza volta in Birmania per discutere con la giunta il rilascio di Aung San Suu Kyi e l’avvio di un dialogo credibile per la democrazia. 6 MAGGIO: Aung San Suu Kyi viene nuovamente rilasciata, dopo circa venti mesi di arresti domiciliari, e le viene consentito di viaggiare fuori da Rangoon. 22 MAGGIO: la giunta chiude tutte le frontiere con la Thailandia, dopo alcune tensioni con le truppe thailandesi. 15 GIUGNO: Aung San Suu Kyi fa la sua prima uscita da Rangoon, in pellegrinaggio a un monastero. 16 GIUGNO: la Conferenza Internazionale del Lavoro adotta una risoluzione che chiede ai governi, alle imprese e alle istituzioni internazionali di adottare con urgenza le misure appropriate, comprese quelle relative agli investimenti diretti esteri, in tutte le varie forme, le relazioni con le imprese di proprietà della giunta militare o dello Stato. 19 GIUGNO: Aung San Suu Kyi compie 57 anni. 21 GIUGNO: Aung San Suu Kyi inizia un tour per la Birmania del Nord e a Mandalay. 18 AGOSTO: il primo ministro malese Mahathir Mohamad arriva a Rangoon, Aung San Suu Kyi chiede di vederlo. La giunta lo impedisce. 8 SETTEMBRE: una missione dell’UE arriva a Rangoon per una valutazione sul processo e sul dialogo tra il regime e l’opposizione. 23 OTTOBRE: l’UE decide di estendere le sanzioni. 5 DICEMBRE: l’ex uomo forte, il generale Ne Win, muore a Rangoon. 2003 Il generale Khin Nyunt diventa primo ministro. La «Far Eastern Economic Review in un articolo denuncia che la Corea del Nord è diventata la fonte primaria di tecnologia nucleare per la Birmania, e che tecnici nord-coreani sono stati visti più volte scaricare pesanti attrezzature militari a Myothit, vicino alla città di Natmauk, al centro della Birmania. 80 militari vanno in Corea del Nord per studiare tecnologia ed energia atomica e nucleare. 8 GENNAIO: Aung San Suu Kyi tiene la sua conferenza stampa di fine anno e denuncia la non volontà della giunta di andare avanti nel dialogo. 31 GENNAIO: due rappresentanti di Amnesty International arrivano in Birmania per degli incontri. 6 FEBBRAIO: Aung San Suu Kyi riceve il Neuharth Free Spirit of the Year Award. 10 FEBBRAIO: la giunta arresta dodici sostenitori della democrazia. 26 FEBBRAIO: l’FTUB, il sindacato birmano, rilascia un appello alle organizzazioni internazionali e chiede la sospensione di tutti gli aiuti e l’assistenza al governo birmano. 16 MAGGIO: il convoglio dell’NLD viene bloccato da 300 membri dell’USDA, l’associazione che fa capo alla giunta militare, vicino alla capitale dello Stato Kachin. 30 MAGGIO: massacro di Depayin. Un convoglio dell’NLD viene attaccato da uomini dell’SPDC nel tentativo di uccidere la leader birmana. I morti sono centinaia. Aung San Suu Kyi viene rapita, tenuta per un lungo periodo in un luogo segreto e nuovamente arrestata. 1-2 GIUGNO: i leader del mondo chiedono il rilascio di Aung San Suu Kyi. 19 GIUGNO: Aung San Suu Kyi trascorre il suo 58° compleanno agli arresti. 15 LUGLIO: il Congresso americano approva una legge che proibisce il commercio con la Birmania. 17 LUGLIO: la Thailandia propone una Road Map per la democrazia. 20 LUGLIO: il primo ministro malese Mahathir Mohamad avverte la giunta che la Birmania potrebbe essere espulsa dall’ASEAN, se non rilascia Aung San Suu Kyi. AGOSTO: la giunta presenta una Road Map in sette punti per l’avvio delle riforme politiche. 30 AGOSTO: il generale Khin Nyunt annuncia la volontà di promuovere una Road Map verso la democrazia. Sette punti che comprendono la ripresa della Convenzione nazionale per riscrivere la Costituzione. Mancano totalmente le regole democratiche. 1° SETTEMBRE: Aung San Suu Kyi inizia lo sciopero della fame. 10 OTTOBRE: l’azienda Kappa interrompe i rapporti commerciali con la Birmania, a seguito di pressioni sindacali e delle ONG. NOVEMBRE: vengono rilasciati dagli arresti domiciliari cinque leader dell’NLD dopo la visita dell’inviato speciale dell’ONU. 2004 MARZO: il Consiglio di amministrazione dell’OIL chiede alla giunta il rilascio immediato di tre sindacalisti condannati a morte per essere stati trovati in possesso del biglietto da visita del rappresentante dell’OIL. 26 APRILE: l’UE rafforza ulteriormente le sanzioni. 12 MAGGIO: la Corte Suprema modifica la condanna a morte in condanna al carcere a vita per uno di essi, con lavori pesanti, e a due e tre anni per gli altri. 17 MAGGIO: viene convocata una nuova Convenzione nazionale. L’NLD e i rappresentanti degli otto gruppi etnici principali decidono di non partecipare, in quanto né le regole né gli obiettivi e tanto meno il processo hanno una minima base democratica. GIUGNO: l’ambasciatore birmano informa la Conferenza dell’OIL che la Corte Suprema ha commutato la condanna a morte a tre anni di carcere per tre sindacalisti, accusati di tradimento per il possesso di un un telefono satellitare e del biglietto da visita di un rappresentante dell’OIL. La giunta mi litare viene nuovamente condannata dall’OIL per la violazione della Convenzione 87 sulla libertà di organizzazione sindacale, oltre che per il lavoro forzato. 9 LUGLIO: la Convenzione nazionale viene sospesa nuovamente. 6 SETTEMBRE: l’Unione Europea acconsente all’entrata della Birmania nell’ASEM (Asia-Europe Meeting) e viene criticata pesantemente per questa scelta. 19 OTTOBRE: il primo ministro generale Khin Nyunt viene messo agli arresti domiciliari per corruzione e sostituito con il generale Soe Win. Vi è una purga in tutto il sistema di potere e nei servizi segreti. 25 OTTOBRE: il Consiglio dei ministri dell’UE rivede la Posizione comune e rafforza le sanzioni proibendo alle imprese europee di investire nelle imprese di proprietà dello Stato birmano. NOVEMBRE: il Consiglio di amministrazione dell’OIL decide che nella successiva sessione di marzo dovrà adottare ulteriori azioni comprese quelle riguardanti gli investimenti diretti esteri o l’attuazione del Piano di azione. 26 DICEMBRE: lo tsunami colpisce anche la costa meridionale della Birmania, le Coco Islands e il delta dell’Irrawaddy. Ma la giunta nega qualsiasi danno. 2005 12 FEBBRAIO: l’NCUB, l’organizzazione ombrello che raccoglie tutti i partiti democratici, le organizzazioni dei gruppi etnici e i sindacati si riunisce clandestinamente in Birmania e approva i principi fondamentali in base ai quali stendere la Costituzione democratica e federale. 17 FEBBRAIO: la giunta riconvoca la Convenzione nazionale. I colloqui si interrompono a gennaio 2006 senza nessuna conclusione. 25 APRILE: rinnovo per un altro anno della Posizione comune dell’UE. 7 MAGGIO: tre bombe esplodono simultaneamente nelle zone centrali della capitale causando, secondo il governo, 23 morti. 26 LUGLIO: la Birmania, a seguito delle forti pressioni internazionali, è costretta a rinunciare alla presidenza dell’ASEAN che avrebbe dovuto assumere nel 2006. 21 SETTEMBRE: il Premio Nobel per la Pace arcivescovo Desmond Tutu e l’ex presidente ceco presentano un rapporto «Threat to Peace e lanciano un appello perché il Consiglio di Sicurezza dell’ONU metta all’ordine del giorno la questione Birmania. 24 OTTOBRE: decimo anno di arresti domiciliari per Aung San Suu Kyi. 27 NOVEMBRE: la giunta estende per un altro anno gli arresti domiciliari di Aung San Suu Kyi. NOVEMBRE: la giunta annuncia lo spostamento della capitale e della sede del governo nella città di Pyinmana, (ora rinominata Naypydaw o Royal capital) al centro del Paese. Questo spostamento ha causato la migrazione forzata di oltre 2000 persone e la confisca delle loro terre. DICEMBRE: il Comitato Internazionale della Croce Rossa sospende tutte le attività d’ispezione delle prigioni a causa delle pressione da parte dell’USDA (l’associazione pro giunta) perché i suoi funzionari accompagnino gli ispettori della Croce Rossa. 2 DICEMBRE: l’Associazione di Assistenza dei Prigionieri Politici (AAPP) presenta il rapporto sulle torture e gli abusi fisici, psicologici e sessuali. 16 DICEMBRE: il Consiglio di Sicurezza dell’ONU discute della questione Birmania, sebbene ancora a livello informale, compresa la questione del lavoro forzato. 2006 4 GENNAIO: l’inviato speciale dell’ONU, Ismail Razali, dà le dimissioni per l’impossibilità di operare, a causa del rifiuto della giunta di concedergli il visto per entrare nel Paese ormai da 22 mesi. 12 GENNAIO: l’azienda coreana Daewoo International annuncia la scoperta di depositi di gas al largo della costa occidentale della Birmania. 31 GENNAIO: la giunta sospende la Convenzione nazionale per la nuova Costituzione dopo meno di due mesi di lavoro. 2 FEBBRAIO: vengono lanciate in moltissimi Paesi iniziative contro la presenza della TOTAL Oil in Birmania, quarta azienda petrolifera più grande del mondo. 7 FEBBRAIO: il rapporto del relatore speciale dell’ONU sui diritti umani Paulo Sérgio Pinheiro sottolinea il vasto e sistematico utilizzo del lavoro e del reclutamento forzato di lavoratori da parte delle autorità. 10 FEBBRAIO: l’ex ministro degli Esteri Wing Aung è accusato di corruzione. La giunta emette nuove linee guida che limitano fortemente il funzionamento delle agenzie dell’ONU e delle organizzazioni internazionali operanti in Birmania. Il Global Fund contro l’HIV-AIDS interrompe i propri programmi e si ritira dalla Birmania. MARZO: la nuova capitale Pyinmana ospita il suo primo evento ufficiale con la parata della giornata delle forze armate. 1° MARZO: il Dipartimento di Stato americano dichiara che la Birmania rimane il secondo Paese produttore di oppio al mondo dopo l’Afghanistan. 30 MARZO: Medécin Sans Frontieres chiude i suoi uffici a Rangoon, a causa delle restrizioni alle attività imposte dalla giunta. 6 APRILE: le organizzazioni democratiche riunite nell’NCUB (National Council of the Union of Burma) approvano una bozza di Costituzione democratica e federale. 26 APRILE: la giunta dichiara l’NLD «organizzazione terrorista e il ministro dell’Informazione dichiara che l’NLD «ha collegamenti con gruppi di espatriati, terroristi e distruttivi e che la giunta è sotto attacco di un complotto terrorista. 18 MAGGIO: il sottosegretario generale dell’ONU, Ibrahim Gambari, comincia una visita di tre giorni in Birmania per incontri con il generale Than Shwe. Incontra brevemente anche il Premio Nobel Aung San Suu Kyi agli arresti domiciliari. 27 MAGGIO: il regime militare estende per un altro anno gli arresti domiciliari di Aung San Suu Kyi. L’organizzazione delle donne Palaung denuncia l’aumento della produzione di oppio. 5 GIUGNO: il ministro della Difesa indiano Pranab Mukherjee dichiara che il suo governo non si farà coinvolgere nei tentativi di ripristinare la democrazia in Birmania. 6 GIUGNO: l’attivista sindacale Su Su Nway viene liberata dopo aver scontato sette mesi di carcere su diciotto nella prigione di Insein, per aver denunciato le autorità locali per il lavoro forzato. Verrà insignita del John Humphrey Freedom Award a novembre in Canada. GIUGNO: la leader Aung San Suu Kyi è ricoverata d’urgenza in ospedale per una forte diarrea. 16 GIUGNO: la Commissione europea annuncia il finanziamento di un programma contro l’HIV-AIDS, la tubercolosi e la malaria. 5 LUGLIO: nel giornale ufficiale in lingua inglese «The New Light of Myanmar la giunta militare lancia un avvertimento ad Aung San Suu Kyi: «i suoi giorni sono contati e «lei sta andando verso una tragica fine. 8 LUGLIO: l’attivista del lavoro e giurista Aye Myint viene liberato dalla prigione di Pegu, dopo un anno di carcere per false informazioni nel difendere le vittime del lavoro forzato. 1° AGOSTO: il presidente americano George Bush rinnova le sanzioni economiche contro la giunta. 31 AGOSTO: la CISL Internazionale presenta un nuovo rapporto con migliaia di nuovi casi di lavoro forzato. 15 SETTEMBRE: il Consiglio di sicurezza dell’ONU tiene una seconda discussione e decide di mettere formalmente all’ordine del giorno la questione birmana. 27 SETTEMBRE: gli attivisti ed ex prigionieri politici Min Ko Naing, Ko Ko Gyi e Htay Kywe sono arrestati nuovamente nel 18° anniversario della nascita dell’NLD. 2 OTTOBRE: il gruppo della Generazione degli Studenti dell’88 inizia la sua prima campagna politica e avvia una raccolta di firme per la liberazione dei prigionieri politici: più di 500.000 firme verranno consegnate all’ONU. 4 OTTOBRE: la CISL Internazionale denuncia all’OIL che 400 detenuti, che hanno già scontato la pena, vengono costretti ai lavori forzati con uniformi dell’esercito e dei vigili del fuoco per non essere identificati. 31 OTTOBRE: un filmato sul sontuosissimo matrimonio della figlia del generale Than Shwe viene lanciato da internet. Il matrimonio è costato intorno a 80 milioni di dollari. NOVEMBRE: il Consiglio di amministrazione dell’OIL dà mandato al direttore generale di richiedere, su basi prioritarie, un parere consultivo alla Corte Internazionale di Giustizia sulla questione giuridica, circa le conseguenze del fallimento costante e persistente da parte della Birmania di rispettare i suoi obblighi secondo la Convenzione sul lavoro forzato. 4 NOVEMBRE: una nave cargo della Corea del Nord attracca al porto di Rangoon. Si vocifera il trasporto di armi e di materiale nucleare. 10 NOVEMBRE: la Convenzione nazionale adotta una nuova bandiera nazionale birmana. 2007 27 FEBBRAIO: viene sottoscritto a Ginevra tra l’OIL e la giunta un accordo che dovrebbe garantire a chi denuncia i casi di lavoro forzato di non essere perseguito. Rimane aperta la questione della violazione del lavoro forzato. 28 FEBBRAIO: mobilitazione internazionale contro la costruzione delle dighe sul fiume Salween e contro le deportazioni di massa, il lavoro forzato, la distruzione dell’ambiente. 19 MARZO: in Italia CISL, WWF, GREENPEACE, LEGAMBIENTE lanciano appello comune contro il lavoro forzato, a favore della democrazia, dei diritti, della tutela dell’ambiente e della liberazione di Aung San Suu Kyi. MARZO: la Lega delle donne Chin denuncia in un rapporto «unsafe state numerosi casi di violenza sessuale commessi da parte dell’esercito birmano. APRILE: l’India ha promesso di fornire un maggior numero di armi e formazione militare all’esercito birmano. 4 APRILE: la Confederazione Internazionale dei Sindacati approva nella Conferenza di Katmandu una dichiarazione con un’agenda di impegni e richieste alla comunità internazionale. MAGGIO: nuovo accordo con la Russia per la costruzione di un «centro per studi nucleari con un reattore nucleare di 10 MW. 19 GIUGNO: Aung San Suu Kyi compie 62 anni agli arresti domiciliari. Numerose manifestazioni in tutto il mondo. GIUGNO: la conferenza dell’OIL conclude che il lavoro forzato è ancora ampliamente utilizzato in Birmania, e che nessuna raccomandazione della Commissione di Inchiesta è stata attuata. Il rappresentante speciale dell’ONU per i bambini nei conflitti armati lancia un programma per monitorare l’uso dei bambini soldato in Birmania. Sino a ora sono oltre 70.000. 29 GIUGNO: con una rara decisione, la Croce Rossa (ICRC) condanna duramente le violazioni delle norme umanitarie internazionali, l’utilizzo del lavoro forzato e di detenuti come portatori e sminatori umani per le forze armate, gli arresti arbitrari, le uccisioni, le deportazioni e la distruzione di scorte alimentari. LUGLIO: la giunta militare riconvoca la Convenzione nazionale annunciando che entro due mesi si dovrebbe arrivare alla bozza di nuova Costituzione. 15 LUGLIO: alcune organizzazioni tra cui Amnesty International denunciano l’India per aver costruito e per voler vendere alla Birmania un elicottero d’attacco prodotto in India con componenti europee, tra cui componenti italiane prodotte dall’Elettronica Aster, in violazione dell’embargo sulle armi e della risoluzione ILO del 2000. 18 LUGLIO: la CISL scrive al governo per chiedere la sospensione dell’accordo di cooperazione per la difesa Italia-India a meno che l’India non si impegni a non esportare armi e attrezzature militari in Birmania. 15 AGOSTO: la giunta militare decide l’aumento fino al 500% del costo dei carburanti e dei generi di prima necessità. Manifestazioni spontanee si sono tenute e continuano a tenersi in Birmania nonostante gli arresti dei alcuni leader democratici. 16 AGOSTO: prime manifestazioni in piazza contro gli aumenti dei prezzi e a favore della democrazia. 19 AGOSTO: leader del gruppo «Generazione 88 hanno manifestato nelle strade di Rangoon. 21-23 AGOSTO: altre centinaia di persone si sono riversate nelle strade in segno di protesta per gli aumenti dei prezzi dei carburanti e sono stati minacciati da aderenti a organizzazioni pro giunta. I lavoratori di imprese petrolifere sono stati obbligati a rimanere in fabbrica per tutto il giorno. 24 AGOSTO: circa venti persone sono stare arrestate e quaranta messe sotto stretta sorveglianza. 25 AGOSTO: le manifestazioni si sono propagate ad altre città. I militari hanno arrestato 100 persone tra cui tredici leader politici. Tra questi Min Ko Naing, liberato alcuni mesi prima, dopo sedici anni di carcere duro, e altri come Ko Ko Gyi, Htay Win Aung, Min Zeya, Mya Aye e Kyaw Min Yu. 1° SETTEMBRE: la Convenzione nazionale indetta dalla giunta militare per l’approvazione della nuova Costituzione e come prima tappa della Road Map militare si conclude. La first lady americana Laura Bush chiede con urgenza la liberazione degli arrestati e l’intervento del segretario generale dell’ONU Ban Ki-Moon. 3 SETTEMBRE: oltre 1000 persone manifestano a La Butta nella divisione di Irrawaddy, scrittori e intellettuali guidati da Nyunt Lwin, Tin Latt Ko e Zin Kyaw Pai manifestano nella divisione di Mandalay. La giunta arresta alcuni attivisti e leader delle manifestazioni. 5 SETTEMBRE: arresto di Aung Khin Bo, presidente dell’NLD di Bogale, e di altri funzionari dell’NLD. 6 SETTEMBRE: a Pakokku centinaia di monaci sequestrano per alcune ore una ventina di membri delle forze di sicurezza che si erano recati nel monastero per scusarsi del ferimento di tre monaci; le loro cinque auto sono date alle fiamme. Il Parlamento europeo approva una durissima risoluzione a favore della democrazia. 7 SETTEMBRE: il governo italiano esprime preoccupazione per gli arresti e rammarico per il fallimento della Convenzione nazionale. 8 SETTEMBRE: la giunta militare al potere in Birmania condanna a 20 e 28 anni di prigione sei sindacalisti, dopo un processo a porte chiuse nella prigione di Rangoon. 13 SETTEMBRE: il senato italiano approva una risoluzione sulla Birmania. 17 SETTEMBRE: i monaci buddisti lanciano il boicottaggio delle offerte da parte dei militari. 19 SETTEMBRE: 500 monaci occupano la Sule Pagoda. Altri 200 manifestano in altre parti di Rangoon. 20 SETTEMBRE: oltre 1000 monaci scendono in piazza a sostegno della popolazione a Rangoon. 21 SETTEMBRE: 3000 persone compresi 1500 monaci di nuovo in piazza a Rangoon. 22 SETTEMBRE: manifestazione di 10.000 persone e 4000 monaci a Mandalay. Oltre 20.000 monaci e 10.000 persone raggiungono la residenza di Aung San Suu Kyi. La leader birmana esce dal cancello e prega con i monaci. 23 SETTEMBRE: la polizia antisommossa armata impedisce ai monaci e manifestanti di avvicinarsi all’abitazione di Aung San Suu Kyi. 24 SETTEMBRE: 100.000 in piazza. Manifestazioni pacifiche a Rangoon, Mandalay. L’esercito si schiera nelle piazze. 25 SETTEMBRE: decine di migliaia scendono in piazza. Si ritiene che Aung San Suu Kyi sia stata trasferita dalla sua residenza al quartier generale della polizia. Bush annuncia il rafforzamento delle sanzioni economiche. Continuano gli arresti nei monasteri. Quattro monaci buddisti vengono uccisi. 26 SETTEMBRE: arresti dei leader, di attori e intellettuali che hanno sostenuto le manifestazioni pacifiche e fatto offerte ai monaci. 27 SETTEMBRE: 70.000 persone scendono in piazza a Rangoon. I ministri dell’ASEAN esprimono repulsione verso le azioni della giunta. L’UE decide di riconsiderare le sanzioni economiche. 28 SETTEMBRE: Papa Benedetto XVI lancia un appello per la pace e il dialogo in Birmania nella preghiera di mezzogiorno. 29 SETTEMBRE: manifestanti uccisi a Rangoon. L’opposizione denuncia oltre 200 morti nelle manifestazioni. I corpi sarebbero stati portati via di nascosto. Oltre 2000 gli arresti: alcuni monaci sono condannati a sei anni di carcere. Appello del sindacato birmano che lancia lo sciopero generale nelle zone industriali. 1° OTTOBRE: Ibrahim Gambari, inviato speciale dell’ONU, arriva a Rangoon per incontrare i capi della giunta. Incontra Aung San Suu Kyi. 4 OTTOBRE: la CISL pubblica l’elenco delle oltre 300 imprese che importano ed esportano con la Birmania e chiede che interrompano i loro affari con la giunta. 5 OTTOBRE: si riunisce il Consiglio di Sicurezza, Gambari riferisce della missione in Birmania. Continuano gli assalti dell’esercito contro i monasteri tra cui quelli di Shwetaungpaw, Dhammazaya e Sandilayama Zayawaddy, e la caccia ai monaci ma anche alla Pagoda di Chauk Htat Gyee, al monastero Maggin a Rangoon; alcuni militari chiedono sino a 130 euro, in cambio del rilascio di detenuti importanti. I cristiani birmani iniziano a pregare per la Birmania. Oltre 6000 persone di 57 parrocchie coinvolte nella regione di Myitkyina. Il generale Than Shwe riceve l’inviato dell’ONU Gambari e si dichiara disponibile a incontrare Aung San Suu, se rinuncerà alle richieste di sanzioni economiche. Aung San Suu Kyi rifiuta. Il prezzo dei generi di prima necessità aumenta di ora in ora a Rangoon, le manifestazioni continuano. 6 OTTOBRE: in tutto il mondo si organizzano manifestazioni di fronte alle ambasciate della Birmania. 8 OTTOBRE: spuntano i forni crematori. Testimonianze su religiosi schiacciati e poi cremati in massa. In Giappone si celebrano i funerali del fotoreporter Kenji Nagai, ucciso a bruciapelo da un militare birmano durante le manifestazioni a Rangoon. Testimoni dei massacri del 27 settembre a Rangoon affermano che quel giorno l’esercito sparava direttamente dai camion facendo oltre trenta morti. 9 OTTOBRE: i dissidenti denunciano almeno 200 corpi dei manifestanti uccisi, cremati di nascosto dalla giunta. 10 OTTOBRE: Paulo Sérgio Pinheiro inviato del Consiglio dell’ONU per i diritti umani ha avuto mandato di effettuare una missione in Birmania. 11 OTTOBRE: i gioiellieri Bulgari, Tiffany e Cartier annunciano che non acquisteranno più preziosi birmani sino al ritorno della democrazia. Il sindacato internazionale chiede forti sanzioni economiche che comprendano gas, legno, minerali e pietre preziose. Il Consiglio di Sicurezza dell’ONU raggiunge un compromesso e approva un documento che «deplora fortemente la violenta repressione delle manifestazioni pacifiche da parte della giunta. La Rolls Royce chiude le proprie attività in Birmania. 12 OTTOBRE: il sindacato birmano FTUB chiede in un appello sanzioni economiche robuste a partire dai settori del gas, pietre preziose, minerali, legno. 13 OTTOBRE: Gambari parte per un giro di consultazioni nelle capitali di Thailandia, Malesia, India e Cina, e programma di ritornare a Rangoon per discutere con i generali e Aung San Suu Kyi. Finte manifestazioni vengono organizzate dalla giunta militare a sostegno del governo costringendo migliaia di persone a partecipare. 15 OTTOBRE: il Consiglio dei Ministri europei vara nuove sanzioni e vieta gli investimenti e l’esportazione di macchinari per i settori del legno, delle pietre preziose, dei minerali e l’importazione di prodotti di questi settori. Rimane escluso il settore del gas e dell’energia. La Thailandia propone un foro di Paesi asiatici senza precondizioni per discutere con la giunta militare. 16 OTTOBRE: l’NLD chiede alla giunta di fermare le torture e liberare tutti gli oltre 3000 arrestati. 18 OTTOBRE: Htay Kywe, Mie Mie e Aung Thu, leader del gruppo «Generazione 88 che avevano guidato le proteste, vengono arrestati insieme a Ko Ko, che li aveva aiutati a nascondersi. Muore il primo ministro birmano, generale Soe Win, accusato di aver orchestrato l’attacco di Depayin del 2003 che ha causato la morte di un centinaio di persone e il riarresto della leader. Il famoso commediografo birmano Zanagar e il famoso attore Kyaw Thu sono stati liberati dalla giunta. Oltre 300 membri dell’NLD sono in carcere, di cui cinque già condannati a vari anni di reclusione. 24 OTTOBRE: Aung San Suu Kyi compie il suo dodicesimo anno di arresti domiciliari. Manifestazioni in tutto il mondo per la sua liberazione. 25 OTTOBRE: Aung San Suu Kyi incontra il nuovo ministro per i rapporti con l’ONU Aung Kyi. 31 OTTOBRE: oltre 100mila monaci scendono in piazza a Pakokku al centro della Birmania. L’esercito recluta con la forza minori e bambini. 2 NOVEMBRE: la giunta decide di espellere il rappresentante dell’ONU Charles Petrie. 3 NOVEMBRE: Gambari, rappresentante dell’ONU, arriva i Birmania per colloqui con la giunta e con Aung San Suu Kyi. 7 NOVEMBRE: a Rangoon alcuni giovani stracciano copie del giornale ufficiale della giunta «The New Light of Myanmar. La Croce Rossa si dichiara «profondamente preoccupata per il futuro degli arrestati. 8 NOVEMBRE: Gambari lascia la Birmania dopo aver incontrato Aung San Suu Kyi e i membri della giunta ma non il generale Than Swe. Piero Fassino è nominato inviato speciale per la Birmania dell’Alto rappresentante dell’UE per la Politica estera, Javier Solana. 9 NOVEMBRE: Aung San Suu Kyi emette un comunicato attraverso Gambari in cui auspica disponibilità a un dialogo tripartito con la giunta. Aung San Suu Kyi ha incontrato i leader dell’NLD dopo tre anni. 2009-06-11T12:12:12.4900000+02:00 http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=en&catid=4778b47d4d404723bf09cefbb15bd851&docid=3d9d18fd6183441e87ab268f3cd90afe Thu, 11 Jun 2009 10:12:12 GMT 53340ea46e5f42a4bbfca617cf01dfc1 Burma Cronology The major dates in the history of Burma and Aung San Suu Kyi 2009-06-11T11:56:55.9630000+02:00 1057 - King Anawrahta founds the first unified Burmese state at Pagan and adopts Theravada Buddhism. Shwedagon Pagoda: Burma's key religious site Said to date back 2,500 years Restored in 1998 Jewellery donated for gold roof 1287 - Mongols under Kublai Khan conquer Pagan. 1531 - Toungoo dynasty, with Portuguese help, reunites Burma. 1755 - Alaungpaya founds the Konbaung dynasty. 1824-26 - First Anglo-Burmese war ends with the Treaty of Yandabo, according to which Burma ceded the Arakan coastal strip, between Chittagong and Cape Negrais, to British India. 1852 - Britain annexes lower Burma, including Rangoon, following the second Anglo-Burmese war. 1885-86 - Britain captures Mandalay after a brief battle; Burma becomes a province of British India. 1937 - Britain separates Burma from India and makes it a crown colony. Japanese occupation 1942 - Japan invades and occupies Burma with some help from the Japanese-trained Burma Independence Army, which later transforms itself into the Anti-Fascist People's Freedom League (AFPFL) and resists Japanese rule. 1945 - Britain liberates Burma from Japanese occupation with help from the AFPFL, led by Aung San. 1947 - Aung San and six members of his interim government assassinated by political opponents led by U Saw, a nationalist rival of Aung San's. U Nu, foreign minister in Ba Maw's government, which ruled Burma during the Japanese occupation, asked to head the AFPFL and the government. Independence 1948 - Burma becomes independent with U Nu as prime minister. The Irrawaddy: backbone of Burma's rice trade 2,170 km (1,350 miles) long Commercially navigable for 1,300 km (800 miles) Mid-1950s - U Nu, together with Indian Prime Minister Nehru, Indonesian President Sukarno, Yugoslav President Tito and Egyptian President Nasser co-found the Movement of Non-Aligned States. 1958-60 - Caretaker government, led by army Chief of Staff General Ne Win, formed following a split in the ruling AFPFL party. 1960 - U Nu's party faction wins decisive victory in elections, but his promotion of Buddhism as the state religion and his tolerance of separatism angers the military. One-party, military-led state 1962 - U Nu's faction ousted in military coup led by Gen Ne Win, who abolishes the federal system and inaugurates "the Burmese Way to Socialism"- nationalising the economy, forming a single-party state with the Socialist Programme Party as the sole political party, and banning independent newspapers. Ne Win crushed dissent, propelled Burma into isolation 2002: Obituary - Ne Win BBC's Larry Jagan on Ne Win's death 1974 - New constitution comes into effect, transferring power from the armed forces to a People's Assembly headed by Ne Win and other former military leaders; body of former United Nations secretary-general U Thant returned to Burma for burial. 1975 - Opposition National Democratic Front formed by regionally-based minority groups, who mounted guerrilla insurgencies. 1981 - Ne Win relinquishes the presidency to San Yu, a retired general, but continues as chairman of the ruling Socialist Programme Party. 1982 - Law designating people of non-indigenous background as "associate citizens" in effect bars such people from public office. Riots and repression 1987 - Currency devaluation wipes out many people's savings and triggers anti-government riots. AUNG SAN SUU KYI Resistance figure and daughter of Burma's founding father Profile: Aung San Suu Kyi Aung San Suu Kyi: A life in pictures BBC Talking Point 2002: Interview with Aung San Suu Kyi 1988 - Thousands of people are killed in anti-government riots. The State Law and Order Restoration Council (Slorc) is formed. 1989 - Slorc declares martial law, arrests thousands of people, including advocates of democracy and human rights, renames Burma Myanmar, with the capital, Rangoon, becoming Yangon. NLD leader Aung San Suu Kyi, the daughter of Aung San, is put under house arrest. Thwarted elections 1990 - Opposition National League for Democracy (NLD) wins landslide victory in general election, but the result is ignored by the military. 1991 - Aung San Suu Kyi awarded Nobel Peace Prize for her commitment to peaceful change. 1992 - Than Shwe replaces Saw Maung as Slorc chairman, prime minister and defence minister. Several political prisoners freed in bid to improve Burma's international image. 1995 - Aung San Suu Kyi is released from house arrest after six years. 1996 - Aung San Suu Kyi attends first NLD congress since her release; Slorc arrests more than 200 delegates on their way to party congress. 1997 - Burma admitted to Association of South East Asian Nations (Asean); Slorc renamed State Peace and Development Council (SPDC). Release of pro-democracy supporters 1998 - 300 NLD members released from prison; ruling council refuses to comply with NLD deadline for convening of parliament; student demonstrations broken up. Mandalay, Burma's second city, saw action in World War II BBC History: The Burma Campaign 1999 - Aung San Suu Kyi rejects ruling council conditions to visit her British husband, Michael Aris, who dies of cancer in UK. 2000 September - Ruling council lifts restrictions on movements of Aung San Suu Kyi and senior NLD members. 2000 October - Aung San Suu Kyi begins secret talks with ruling council. 2001 Ruling council releases some 200 pro-democracy activists. Government says releases reflect progress in talks with opposition NLD leader Aung San Suu Kyi who remains under house arrest. 2001 February - Burmese army, Shan rebels clash on Thai border. Improving border relations 2001 June - Thai Prime Minister Shinawatra visits, says relations are back on track. 2001 September - Intelligence chief Khin Nyunt visits Thailand. Burma pledges to eliminate drugs trade in the Golden Triangle by 2005. 2001 November - Chinese President Jiang Zemin visits, issues statement supporting government, reportedly urges economic reform. Conflicting signals 2002 May - Pro-democracy leader Aung San Suu Kyi released after nearly 20 months of house arrest. Former PM Khin Nyunt was ousted in late 2004 2004: Khin Nyunt's fall from grace 2003 May - Aung San Suu Kyi taken into "protective custody" after clashes between her supporters and those of government. 2003 August - Khin Nyunt becomes prime minister. He proposes to hold convention in 2004 on drafting new constitution as part of "road map" to democracy. 2003 November - Five senior NLD leaders released from house arrest after visit of UN human rights envoy. 2004 January - Government and Karen National Union - most significant ethnic group fighting government - agree to end hostilities. 2004 May - Constitutional convention begins, despite boycott by National League for Democracy (NLD) whose leader Aung San Suu Kyi remains under house arrest. The convention adjourns in July. Prime minister ousted 2004 October - Khin Nyunt is replaced as prime minister amid reports of a power struggle. He is placed under house arrest. Pyinmana: New capital is in a remote region In pictures: Burma's capital move 2006: Burma's confusion over capital 2004 November - Leading dissidents are freed as part of a release of thousands of prisoners, including Min Ko Naing, who led the 1988 pro-democracy student demonstrations. 2004 December - Giant waves, generated by an undersea earthquake off the Indonesian coast, hit the coast. The prime minister says 59 people were killed and more than 3,000 left homeless. 2005 February - Constitutional convention resumes, but without the participation of the main opposition and ethnic groups. Talks end in January 2006 with no reports of any clear outcomes. 2005 7 May - Three near-simultaneous explosions go off in shopping districts in the capital; the government puts the death toll at 23. 2005 July - Asean announces that Burma has turned down the 2006 chairmanship of the regional grouping. 2005 November - Burma says its seat of government is moving to a new site near the central town of Pyinmana. 2006 March - The new capital hosts its first official event, an Armed Forces Day parade. http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=en&catid=4778b47d4d404723bf09cefbb15bd851&docid=53340ea46e5f42a4bbfca617cf01dfc1 Thu, 11 Jun 2009 09:56:55 GMT e34129b06d5640d2b40090922cd8d9b1 Democrazia in Birmania Con le elezioni del 27 maggio 1990 in Birmania si è avuta la vittoria della democrazia. La Lega Nazioionale per la Democrazia (LND) ha ottenuto 392 dei 485 seggi al parlamento. Ma nonostante ciò, i militari hanno mantenuto il potere arrestando oltre 100 dei deputati eletti. 20 deputati sono morti in carcere, mentre gli altri sono fuggiti in esilio. La situazione in Birmania è tutt’ora estremamente pesante. Tutti i diritti umani e sindacali sono completamente negati. Uccisioni extragiudiziali, arresti, reclutamento forzato nell’esercito, deportazione di massa, stupri, e lavoro forzato sono la linea di comportamento della giunta militare. A ciò si aggiunge la durissima repressione nei confronti dei gruppi etnici. Un esempio eclatante riguarda i Kareni, il gruppo etnico più grande dopo i birmani, subisce una repressione durissima. Prima delle elezioni dell’89 si era riusciti a concordare una sorta di federalismo, che riconosceva la autonomia dei gruppi etnici nei confronti del governo centrale. Questa ipotesi è completamente saltata dopo la repressione posta in atto a seguito della sconfitta nelle elezioni da parte della giunta. I Kareni e gli altri gruppi etnici, considerati i ribelli, subiscono da anni la deportazione forzata dai loro villaggi, verso i luoghi più “controllabili”. Poiché la maggioranza dei Kareni sono contadini, i militari bruciano i loro villaggi e distruggono i mezzi di lavoro, costringendo la popolazione a spostarsi verso le città; più di 100 mila sono coloro che scappano e si nascondono nella giungla. Per evitare che possano ritornare nei villaggi di provenienza i militari, dopo aver bruciato le case, minano le strade dei villaggi e i campi di riso. La popolazione è costretta quindi a sopravvivere negli stenti, sapendo che chiunque viene trovato nella giungla viene ucciso. L’esercito professionale recluta i soldati attraverso quote assegnate alle province e attraverso il reclutamento forzato e improvviso. Chiunque in un qualsiasi giorno può venire catturato da raids dell’esercito e costretto o all’arruolamento o a fare il portatore per conto dell’esercito. Anche le donne possono essere prese e costrette al lavoro forzato per costruire strade, ponti ferrovie o a fare qualsiasi altro lavoro nelle imprese gestite dai militari, ma soprattutto allo scopo di promuovere migliorare e restaurare infrastrutture, musei, alberghi per rilanciare il turismo. Circa due milioni sono le persone costrette a fuggire dalla Birmania In Tailandia o in India e a vivere in campi profughi ai confini con la Birmania. Centinaia di migliaia sono i lavoratori clandestini in Tailandia, costretti a lavorare in condizioni durissime e senza salario a volte per mesi con la promessa di un salario che spesso non arriverà mai. Gli imprenditori, infatti, arrivano anche ad accordarsi con rappresentanti corrotti del la polizia tailandese, che irrompe nei luoghi di lavoro e riporta gli immigrati al confine, acconsentendo poi a non farli rimpatriare in cambio di denaro. Anche per gli immigrati legalmente, a seguito della crisi economica in Tailandia, la situazione è diventata precaria. Il governo tailandese che aveva deciso per il loro rimpatrio, in realtà trova l’opposizione degli imprenditori che hanno trovato una manodopera a basso costo. Nonostante il sindacato tailandese abbia richiesto l’uguaglianza salariale. . Sul piano economico la Birmania negli anni 60 era considerato un paese in espansione, forse il più ricco tra i paesi dell’area (U Tant, ex segretario generale dell’ONU era di Rangoon). Ora la sua situazione economica è estremamente precaria, tanto da essere stata classificata dall’ONU tra i paesi meno avanzati. Anche il rapporto della Banca Mondiale, afferma che la crisi economica in Birmania è dovuta al regime, alla corruzione, al monopolio dei militari, che contribuiscono alla crisi agricola, alla carenza di produzione di riso a causa delle emigrazioni forzate e delle mine poste diffusamente nei campi. Tutto ciò ha portato ad una contrazione degli investimenti esteri, anche se forti sono gli interessi economici in questo paese di Giappone, Singapore, Gran Bretagna, Malesia, Thailandia. Alcune aziende, come la Levi Strauss e Coca Cola ritirano i propri interessi poiché rappresenterebbero un aiuto al regime.. Cina e Singapore appoggiano il governo birmano attraverso l’esportazione di armi per l’esercito Anche qualche impresa italiana ha ancora rapporti commerciali in questo paese: l’ICE ha reso noto che nel 2003 le importazioni da questo paese sono state pari a 13 milioni di dollari. L’NCUB,’organizzazione ombrello che raccoglie al suo interno tutte le organizzazioni democratiche birmane e l’NCGUB, il governo in esilio, chiedono da sempre l’apertura di un dialogo aperto e inclusivo, tra la giunta militare, i rappresentanti dei partiti politici e ====== per la restaurazione di un clima pacifico, della democrazia, ma questa richiesta è stata da sempre rifiutata. Akung San Su Ky, leader e premio Nobel per la pace continua la sua lotta agli arresti domiciliari nella sua casa di Rangoon. Il movimento sindacale opera in clandestinità e anche nei campi profughi ai confini in Tailandia e in India. Alcune attività, soprattutto del sindacato agricolo, hanno permesso la formazione di quadri che vengono poi rimandati in Birmania per costruire anche all’interno il Sindacato. Gli insegnanti, più di 700 nei campi rifugiati, hanno promosso attività di formazione. Nel 92 in Tailandia è nato il sindacato dei lavoratori marittimi. La giunta militare ha provveduto a mettere in carcere o a condannare a pene durissime i due maggiori leader.; la campagna dovrà continuare a puntare sulle sanzioni politiche ed economiche, anche perché sino ad ora gli investimenti esteri hanno fatto guadagnare solo la giunta militare. L’Unione Europea su richiesta della CES e della CISL Internazionale ha sospeso le preferenze generalizzate alla Birmania a causa del massiccio uso di lavoro forzato in tutti i settori; gli USA hanno ritirato l’ambasciatore USA mantenendo solo un ufficio per le relazioni con Bruma abbassando cosi il livello della rappresentanza diplomatica. Si tratta ora di sviluppare una campagna per la democrazia a Burma, che sia in grado di operare su più fronti, il primo dei quali è il riconoscimento politico del parlamento democraticamente eletto e non entrato in funzione e del CRDP. Il Parlamento europeo, quello Belga, danese, Quebec, British Columbia e l’Unione Interparlamentare hanno fatto altrettanto. Si tratta ora di ampliare il consenso. In Europa si deve mantenere la sospensione delle agevolazioni tariffarie all’importazione e possibilmente andare oltre per minare la forza economica della giunta, introducendo altresì una serie di sanzioni economiche mirate nei confronti di tutte le imprese di proprietà dello stato e dei militari, senza alcuna esclusione. 2014-02-17T16:01:49.2500000+01:00 http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=en&catid=4778b47d4d404723bf09cefbb15bd851&docid=e34129b06d5640d2b40090922cd8d9b1 Mon, 17 Feb 2014 15:01:49 GMT