Aung San Suu Kyi http://www.birmaniademocratica.org/ViewCategory.aspx?lang=en&catid=fb9143906e6c4cc99a09def69668a23e 063ff1b83af64ff0a5caead45f29cf0f Aung San Su Kyi: NLD e colloquio telefonico con Ban Ki Moon Birmania - Aung San Suu Kyi chiede revoca messa al bando Lnd Birmania. Aung San Suu Kyi chiede revoca messa al bando Lnd Presentato ricorso preso la Corte Suprema birmana Rangoon, 16 nov. (Ap) - Aung San Suu Kyi ha presentato ricorso presso la Corte Suprema birmana perché il suo partito, la Lega Nazionale per la Democrzia (Lnd), ottenga di nuovo lo status di associazione politica legale dopo essere stato sciolto dalla giunta militare la potere. L'Lnd era stato messo al bando dopo la decisione di boicottare le elezioni legislative dello scorso sette novembre, alle quali Suu Kyi - agli arresti domiciliari - non aveva potuto candidarsi: la leader democratica è stata scarcerata due giorni fa. (10 Novembre 2010) La leader dell'opposizione in Birmania, il premio Nobel per la Pace Aung San Suu Kyi ha avuto oggi un colloquio telefonico con il segretario generale dell'Onu, Ban Ki-Moon, al quale ha ribadito la sua richiesta per la liberazione di tutti i prigionieri politici da parte della giunta militare che governa ancora il suo paese. ''Aung San Suu Kyi ha espresso il suo sostegno alla prossima visita a Yangon del consigliere dell'Onu per la Birmania e il suo desiderio di impegnarsi insieme a lui per sostenere le questioni relative al popolo della Birmania'', si legge in un comunicato del Palazzo di Vetro. L'advisro dell'Onu, Vijay Nambiar, avrebbe dovuto visitare il paese prima delle elezioni dello scorso 7 novembre, ma la giunta aveva rinviato il permesso a dopo la consultazione. Lo stesso Ban Ki-Moon si era recato in Birmania lo scorso anno, ma non gli era stato concesso di incontrare Suu Kyi, all'epoca ancora agli arresti domiciliari. (10 Novembre 2010) 2014-02-13T14:14:00.5600000+01:00 http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=en&catid=fb9143906e6c4cc99a09def69668a23e&docid=063ff1b83af64ff0a5caead45f29cf0f Thu, 13 Feb 2014 13:14:00 GMT 8eb126d516eb48988ce098e03e84e992 Aung San Suu Kyi ammalata. Ma la corte allunga il processo - Articolo AP Irrawaddy - Secondo quanto riferito venerdì da fonti vicine all'opposizione democratica, Aung San Suu Kyi, detenuta a Insein, ha urgente bisogno di cure mediche ora, nella prigione dove si trova. La corte invece ha allungato il processo e senza una motivazione posticipa le dichiarazioni finali alla prossima settimana. 2014-02-13T14:14:30.2800000+01:00 Nel comunicato, la sua parte politica afferma di essere “gravemente preoccupata” circa lo stato di salute del Premio Nobel per la Pace, riferendo che non può dormire perché soffre di crampi alle gambe. Aung San Suu Kyi, 63 anni, è stata curata per i sintomi di disidratazione e bassa pressione nei primi giorni di maggio, pochi giorni dopo che l’americano Yettaw era stato arrestato per essersi introdotto furtivamente nella sua casa. Il regime militare ha accusato Aung San Suu Kyi di aver violato i termini dei propri arresti domiciliari per aver dato ospitalità all’Americano. Se trovata colpevole, rischia fino a 5 anni di carcere. Nella sua apparizione presso la corte, la giornata di martedì, è apparsa pallida e debole. Il Ministro degli Esteri della Birmania ha dichiarato in un comunicato domenica scorsa che a Suu Kyi, che è trattenuta in una “guest house” della prigione, “sono garantite adeguate cure mediche e che lei si trova in buona salute”. Le autorità hanno anche detto che un team di dottori la tiene sotto osservazione. Le dichiarazioni conclusive del processo sono state posticipate da Lunedì a Venerdì, ha detto Nyan Win, uno degli Avvocato di Aung San Suu Kyi. La ragione non è stata però resa pubblica. Il processo ha attirato a sè la condanna della comunità internazionale e dei sostenitori in Birmania di Aung San Suu Kyi, preoccupati che la giunta abbia trovato una scusa per continuare gli arresti della leader democratica oltre le elezioni dell’anno prossimo. Il suo partito (ndr La Lega Nazionale per la Democrazia) vinse in modo schiacciante le ultime elezioni nel 1990, ma i militari, che comandano nel Paese dal 1962, non gli hanno mai concesso di prendere il poterde, Aung San Suu Kyi si è dichiarata innocente. La sua difesa ha confermato che John W Yettaw, 53 anni, ha nuotato fino alla sua residenza, dove è stato per due giorni. Ma gli avvocati hanno anche argomentato che era compito preciso del servizio di sicurezza governativo osservare da vicino la sua casa per prevenire eventuali intrusioni. Yettaw, che è stato ricondotto presso la casa di Aung San Suu Kyi nella giornata di giovedì, per simulare davanti alle autorità giudiziarie la dinamica della sua intrusione, ha detto alla corte che era stato inviato da Dio per avvertire Suu Kyi di una premonizione da lui avuta e secondo la quale lei sarebbe stata presto assassinata dai terroristi, così ha detto Nyan Win. Yettaw arrivò segretamente nella casa di Suu Kyi alla fine dell’anno scorso, ma non riuscì ad incontrarla. In entrambi i casi, ha testimoniato, il personale della sicurezza lo ha osservato ma non ha fatto nulla per fermarlo, così ha concluso Nyan Win. (Puoi leggere l’articolo in originale su http://www.irrawaddy.org/highlight.php?art_id=15788) http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=en&catid=fb9143906e6c4cc99a09def69668a23e&docid=8eb126d516eb48988ce098e03e84e992 Thu, 13 Feb 2014 13:14:30 GMT f0f3bb90018d4a23be45c4520b20ab87 Aung San Suu Kyi appoggia una maggiore presenza dell’ILO in Birmania - Articolo di Chang Mai Mizzima - Nella giornata di venerdì la leader democratica birmana Aung San Suu Kyi si è incontrata a Rangoon con una delegazione dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO). La delegazione era guidata da Guy Ryder, Direttore Esecutivo del settore Norme, principi e diritti fondamentali del lavoro. Guy Ryder, vice direttore generale dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro, insieme alla leader - democratica birmana Aung San Suu Kyi nella sua residenza in University Avenue a Rangoon venerdì 25 febbraio 2011. Ryder è in Birmania per la firma della proroga di un anno di un accordo con la giunta birmana che ha permesso l’apertura di un ufficio dell’ILO per la gestione delle denunce dei cittadini su casi di lavoro forzato. Foto: Mizzima Aung San Suu Kyi ha assicurato il proprio appoggio all’ILO nel corso di una riunione tenutasi nella sua residenza di University Avenue. I progetti dell’ILO includono la protezione degli interessi e dei diritti del lavoro e il sostegno alla libertà di organizzazione sinacale. “La delegazione ha presentato ad Aung San Suu Kyi i progetti dell’ ILO per una maggiore presenza dell’Organizzazione, delineando inoltre i punti contenuti nel mandato presentato al regime birmano”, ha dichiarato Ohn Kyaing, leader della NLD, a Mizzima. Alla riunione hanno partecipato Ryder, il funzionario di collegamento dell’ILO Steve Marshall e altri tre rappresentanti dell’ILO, oltre a Nyan Win e Hanthar Myint dell’ NLD. Giovedì scorso una delegazione dell’ILO ha incontrato circa 80 attivisti dei diritti umani presso il Traders Hotel di Rangoon. Nel corso dell’incontro i partecipanti hanno espresso la propria preoccupazione circa il reclutamento di bambini soldato in Birmania; i funzionari dell’ILO hanno ribadito l’intenzione di proseguire nella raccolta di denunce da parte di cittadini birmani e di adoperarsi nei confronti del regime al fine di eliminare qualunque presenza di bambini soldato dalle forze armate. Un funzionario della NLD ha dichiarato: “Ci è stato spiegato che l’esercito si è assunto la responsabilità di questi bambini soldato. Per alcuni casi l’esercito ha rilasciato documenti di congedo , ma non per tutti”. Giovedì ILO e governo birmano hanno rinnovato per un ulteriore anno un protocollo d’intesa che prevede procedure per la presentazione di denunce per casi di lavoro forzato e per il reclutamento di bambini soldato. I funzionari hanno inoltre dichiarato che i cittadini possono presentare all’ILO denunce per il sequestro forzoso di terreni. Il direttore dello Human Rights Education Institute in Burma (HREIB) Aung Myo Min ha affermato che secondo stime del Governo birmano i bambini soldato nell’esercito sarebbero circa 60.000. Secondo gli osservatori, ulteriori 6.000 bambini soldato sono stati probabilmente reclutati da altri gruppi armati. (25 Febbraio 2011) 2014-02-13T14:14:44.3030000+01:00 http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=en&catid=fb9143906e6c4cc99a09def69668a23e&docid=f0f3bb90018d4a23be45c4520b20ab87 Thu, 13 Feb 2014 13:14:44 GMT 765c6bc2a40a4dbcbeef1fe88a3c1b85 Aung San Suu Kyi chiede una voce unica dell’UE sulla Birmania – Articolo di Peter Janseen Bangkok (dpa) – L’icona democratica Aung San Suu Kyi questo mercoledì (n.d.r. 24 Novembre 2010) ha chiesto un approccio coordinato all’interno dell’Unione Europea in materia di politica birmana, ammonendo che sarebbe una “disgrazia” se i Paesi membri cadessero vittima della tattica del divide et impera usata dalla giunta. “In tema di UE, e di nostri altri alleati, penso vorremmo vedere un approccio più coordinato”, ha detti Suu Kyi alla agenzia stampa tedesca dpa durante un’intervista telefonica. Suu Kyi, 65 anni, è stata rilasciata questo 13 Novembre dopo 7 anni di arresti domiciliari, una settimana dopo che la giunta birmana ha organizzato le prime elezioni da due decenni a questa parte. Il partito di Suu Kyi, la National League for Democracy (NLD) ha boicottato il voto in segno di protesta contro i regolamenti che avrebbero imposto l’allontanamento del Premio Nobel per la Pace dal partito. Oltre norme impedivano ai partiti di includere persone attualmente agli arresti. E Suu Kyi è stata agli arresti domiciliari dal 2003. Suu Kyi non è stata colpita (n.d.r. unimpressed) dal comunicato delle UE sui risultati delle elezioni, considerato da lei debole. “Senza un approccio coordinato, penso che i loro comunicati non saranno forti come li vorremmo” ha detto Suu Kyi. I membri dell’UE sono noti per dividersi su questioni come le sanzioni contro la Birmania, e il riavvio degli aiuti allo sviluppo nel paese, uno dei più poveri al mondo. Suu Kyi ha espresso le proprie preoccupazioni circa la politica birmana dell’Unione. “Se permetteranno al regime di dividerli e di decidere, penso che sarà una disgrazia per l’UE” ha dichiarato. Il partito dell’NLD sosteneva le sanzioni contro la Birmania, sebbene abbia promesso di dare inizio ad una nuova riflessione sul tema. “Analizzeremo nuovamente la questione delle sanzioni e solo in base all’impatto o meno di queste sulla gente, e solo se il popolo ha ragioni robuste per pensare che sono stati colpiti dalle sanzioni” ha detto Suu Kyi. L’NLD vinse le elezioni del 1990 (n.d.r. le ultime elezioni libere) con una valanga di voti, ma al partito fu impedito di assumere il potere negli ultimi 20 anni, e molti dei suoi membri sono stati imprigionati. Suu Kyi, figlia dell’eroe dell’indipendenza Aung San, ha speso 16 degli ultimi 21 anni agli arresti domiciliari. (28 Novembre 2010) 2014-02-11T17:21:04.2600000+01:00 http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=en&catid=fb9143906e6c4cc99a09def69668a23e&docid=765c6bc2a40a4dbcbeef1fe88a3c1b85 Tue, 11 Feb 2014 16:21:04 GMT da8b4db48efd4d5eb719f63f3e1ef112 Aung San Suu Kyi e parlamentari dei partiti etnici di opposizione sulle tensioni nello Stato Arakan La leader della opposizione birmana Aung San Suu Ky e I parlamentari dei partiti etnici di minoranza chiedono al governo di schierare un numero maggiore di forze di sicurezza per ristabilire la pace e la stabilità nello Stato Arakan in cui si sono sviluppati violenti conflitti tra buddisti e mussulmani. I parlamentari hanno pubblicato una dichiarazione comune chiedendo al governo di illustrare le politiche sulla gestione del conflitto etnico nell’Arakan, dove i funzionari governativi affermano che oltre 90 persone sono state uccise lo scorso mese e più i 30.000 sono rimaste senza tetto e d hanno sottolineato la necessità di dare risposta alle preoccupazioni espresse sia dai buddisti che dai mussulmani Rohingya. Nel corso delle precedenti violenze durante il mese di giugno, sono state uccise altrettante persone e oltre 75.000 persone sono rimaste senza tetto. Aung San Suu Kyi ha sottolineato la necessità di ristabilire lo stato di diritto e di affrontare alla radice le cause delle tensioni. Molti dei suoi sostenitori stranieri hanno espresso il loro disappunto per il fatto che la Premio Nobel non abbia preso posizione condannando le discriminazioni nei confronti dei Rohingya che sono state le principali vittime delle violenze. Nella dichiarazione si sottolinea come il governo dovrebbe essere chiaro sulla attuazione della legge del 1982 che riguarda le regole per la cittadinanza per coloro che si considerano Rohingya. Secondo le stime ONU, la maggior parte degli 800.000 Rohingya in Birmania sono senza stato e quindi sono privi dei diritti fondamentali. La dichiarazione non menziona direttamente il Bangladesh, ma suggerisce che questo abbia contribuito al problema. Molti sono coloro che in Birmania considerano i Rohingya come immigranti illegali dal Bangladesh, anche se il numero in questa categoria è fortemente discusso poiché migliaia di Rohingya hanno vivono nel paese da generazioni. “ entrambi I governi che condividono I confine dovrebbero rispettare ed assumenrsi la responsabilità della sicurezza delle frontiere e delle questioni connesse all’immigrazione” afferma il documento. “è imperativo che entrambi i paesi prevengano sistematicamente il passaggio delle frontiere e assicurino la loro sicurezza” Anche il Bangladesh si rifiuta di considerare i Rohingya suoi cittadini e blocca coloro che cercano di entrare dalla Birmania anche se ospita molti di loro in campi di rifugiati. 2014-02-13T14:15:09.8700000+01:00 http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=en&catid=fb9143906e6c4cc99a09def69668a23e&docid=da8b4db48efd4d5eb719f63f3e1ef112 Thu, 13 Feb 2014 13:15:09 GMT fb03043014de4ad1ac1349b054a95028 Aung San Suu Kyi denuncia il regime per aver sciolto il partito dell’NLD. Secondo quanto riferito dal legale del Premio Nobel per la Pace Aung San Suu Kyi, la leader birmana intende denunciare il regime birmano per aver dissolto il suo partito politico la Lega Nazionale per la Democrazia.Parlando all’Irrawaddy, martedì Nyan Win ha dichiarato, “ci stiamo preparando a presentare questa sera la denuncia alla Corte Suprema di Rangoon”. Aung San Suu Kyi e’ detenuta Suu Kyi da oltre 15 anni degli ultimi 21 anni. Il suo arresto domiciliare dovrebbe scadere il 13 novembre, solo pochi giorni dopo le prime elezioni generali degli ultimi 20 annoi. L’ NLD ha dichiarato di boicottare le elezioni dopo aver denunciato che il processo non e’ “ne inclusivo e non democratico”. L’NLD e’ stato messo fuori legge il 1 settembre scorso con altri 9 partiti per non aver rinnovato la sua registrazione. Alcuni critici sostengono che la denuncia preparata dall’NLD potrebbe non ottenere alcun risultato visto che la Corte Suprema invariabilmente favorisce la giunta. Nel Marzo scorso l’NLD ha denunciato il Capo della giunta Gen. Than Shwe per quelli che ha chiamato “leggi elettorali sbagliate” e un funzionario della Corte Suprema ha comunicato all’NLD che la corte non ha il potere di gestire il caso e ha rimandato indietro I documenti ai leader dell’opposizione. L’NLD aveva denunciato la legge elettorale che proibisce alla leader Suu Kyi di partecipare alle elezioni poiche’ e’ agli arresti domiciliari. (5 Ottobre 2010) 2014-02-13T14:15:24.7530000+01:00 http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=en&catid=fb9143906e6c4cc99a09def69668a23e&docid=fb03043014de4ad1ac1349b054a95028 Thu, 13 Feb 2014 13:15:24 GMT 1de3f6a9dbd14963a6d5b210be3093ff Arresto Aung San Suu Kyi: prime dure condanne di UE e ONU Condanne da parte della comunità internazionale per l'arresto di Aung San Suu Kyi. Con toni severi si esprimono l'Unione Europea, il Segretario Generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-Moon e Tomas Ojea Quintana, Relatore Speciale delle Nazioni Unite per i diritti umani in Birmania. Prime proteste anche dall'Italia. 2014-02-11T17:21:38.2200000+01:00 SINTESI - L'Unione Europea deplora l'accaduto e chiede con urgenza alle autorità birmane il rilascio della leader democratica e l'inizio di un processo di riconciliazione nazionale veramente condiviso e inclusivo. Il Segretario Generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-Moon, si dichiara seriamente preoccupato per la notizia dell'arresto di Aung San Suu Kyi ed afferma di credere che la leader democratica rimane una partner essenziale per il dialogo nel processo di riconciliazione nazionale in Birmania. Ban Ki-Moon chiede inoltre al governo birmano di non assumere nessun altro atto che possa minare questo importante processo. Poco prima era intervenuto Tomas Ojea Quintana, Relatore Speciale per i Diritti Umani in Birmania, che ha ricordato come gli arresti domiciliari in cui si trovava Aung San Suu Kyi al momento dell'accaduto erano già essi stessi contrari alle norme internazionali e alla stessa legislazione birmana. Quintana ha anche chiesto con forza che tutti 2156 prigionieri politici presente nel Paese siano liberati prima delle elezioni del 2010. Prime proteste anche da parte dell'Italia: l'Ambasciatore Birmano a Roma è stato convocato al Ministero degli Affari Esteri per una protesta ufficiale. Lo ha riferito Margherita Boniver, inviato speciale del governo per le emergenze umanitarie, secondo CorrieredellaSera.it Seguono i tre comunicati ufficiali: UE - Declaration of the Presidency on behalf of the European Union on the arrest of Daw Aung San Suu Kyi The EU deeply regrets that Daw Aung San Suu Kyi, leader of the National League of Democracy, and members of her household have been arrested and charged with breaching the terms of her detention, which the United Nations had determined violates international and national law. It is especially striking that these events practically coincide with the expiry of her house arrest. The EU strongly urges Burma/Myanmar's authorities to release Aung San Suu Kyi and engage in an inclusive process of national reconciliation, which is essential for setting Burma/Myanmar on a genuine path to stability and prosperity and initiate a new phase in the development of the country. UNSG - Statement of the UN Secretary-General Read out today at the Secretary General's Spokesperson's noon briefing: "The Secretary-General is gravely concerned about the news that Daw Aung San Suu Kyi has been moved to the Insein Prison to face criminal charges. The Secretary-General believes that Daw Aung San Suu Kyi is an essential partner for dialogue in Myanmar’s national reconciliation and calls on the Government not to take any further action that could undermine this important process. As he has said repeatedly, the Secretary-General believes strongly that Daw Aung San Suu Kyi and all those who have a contribution to make to the future of their country must be free to be able to do so to ensure that the political process is credible. UN - UN expert on Myanmar calls for release of Aung San Suu Kyi The United Nations Special Rapporteur on situation of human rights in Myanmar, Tomás Ojea Quintana, expressed serious concern Thursday regarding the unlawful detention of Aung San Suu Kyi, General Secretary of the National League for Democracy (NLD), and called for her unconditional release. According to information received by Ojea Quintana, Aung San Suu Kyi and two aides were escorted this morning by security forces to Insein prison. They appeared before a special court and were charged under article 22 of the State Protection law. Their trial has been scheduled for 18 May 2009. They are currently detained in the Insein compound. The new charges are said to be in connection with the recent intrusion of an American citizen into the home of Aung San Suu Kyi, who has been under house arrest for the past six years. “Since her house is well guarded by security forces, the responsibility for preventing such intrusions, and alerting the authorities, lies with the security forces and not with Aung San Suu Kyi and her aides,” Ojea Quintana said. Ojea Quintana said that Aung San Suu Kyi’s detention has been in contravention of Articles 9, 10 and 19 of the Universal Declaration of Human Rights, as well as Myanmar’s own State Protection Law of 1975 under which she was initially charged in 2003, which allows for a maximum of five years’ detention – meaning she should have been released a year ago. “I call on the Government of Myanmar to release Aung San Suu Kyi and her aides unconditionally,” Ojea Quintana said. He added that in order to ensure national reconciliation and democratic transition, to which the Myanmar leadership has committed itself, all 2156 prisoners of conscience currently detained by the authorities should be released before the 2010 elections. http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=en&catid=fb9143906e6c4cc99a09def69668a23e&docid=1de3f6a9dbd14963a6d5b210be3093ff Tue, 11 Feb 2014 16:21:38 GMT 80a8574a0f5c4d53a325aaa706750104 Aung San Suu Kyi incontra un alto funzionario della giunta Secondo il giornale ufficiale birmano, la Leader dell'opposizione birmana Aung San Suu Kyi ha incontrato venerdì 11 gennaio un alto funzionario della giunta militare, ma non si conoscono i contenuti dell'incontro. MRTV ha dato l'informazione circa la quarta riunione tra la Premio Nobel e l un membro della giunta. "non abbiamo idea di che cosa abbiano esattamente discusso, ma riteniamo positivo che si siano incontrati" ha dichiarato Nyan Win, porta parola dell'NLD. Testimoni hanno dichiarato alla Reuters che hanno visto un'auto lasciare la casa di Aung San Suu Kyi a Rangoon e dirigersi verso una struttura del governo. la riunione è durata circa un'ora. l'ultimo incontro si è tenuto il 19 novembre quando i diplomatici hanno ritenuto che i colloqui potessero essersi concentrati sulle precondizioni per i negoziati tra Suu Kyi ed il capo del regime Generale Than Swe. il quale si è reso disponiblie a colloqui diretti se Suu Kyi abandonasse la posizione di opposisione e il suo sostegno alle sanzioni contro i militari. La leader birmana aveva detto che i colloqui precedenti erano stati costruttivi ed era pronta a lavorare con i militari per stabilire adeguati negoziati. ma la giunta militare manda segnali contraddittori. Than Swe ha ripetutamente affermato che l'unico percorso verso le riforme passa attraverso la sua road map per la democrazia, suggerendo che qualsiasi colloquio deve avere questa impostazione come presupposto. I governi occidentali hanno rifiutato la road map perchè è un modo per legittimare la giunta al potere. secondo le linee dirattrici della roadmap il capo dell'esercitè sarebbe la persona più potente nel paese con il diritto di nominare le figura chiave del governo e sospendere la costituzione in caso di una emergenza da lui definita. 2008-03-22T17:04:25.9830000+01:00 http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=en&catid=fb9143906e6c4cc99a09def69668a23e&docid=80a8574a0f5c4d53a325aaa706750104 Sat, 22 Mar 2008 16:04:25 GMT 133bc8fac55c4abe9117ea6a6cfbc79d AUNG SAN SUU KYI PORTATA NEL TERRIBILE CARCERE DI INSEIN La leader democratica Aung San Suu Kyi è stata portata nella famosa prigione di Insein. Ha dichiarato la Reuters. L’ambasciatore inglese Mark Canning ha dichiarato in una intervista alla Reuters che il ministro della difesa birmano sembrerebbe essere alla testa della risposta del governo alle proteste guidate dai monaci. “ enrambi mi hanno assicurao che avrebbero getito la osa in modo corretto. Qualsiasi cosa questo significhi.” Ha dichiarato Sittwe, Arakan State, 2 p.m.—circa 500 monaci hanno marciato attraverso la township di Sittwe iniseme a 8000 manifestanti incluso dei mussulmani. Tre monaci alla testa del corteo portavano bandiere buddiste e ciotole rivolte verso il bbaso. I manifestanti chiedevano riforme democratiche, il rilascio dei detenuti e la riduzione dei prezzi dei generi di prima necessità. Mandalay, 4:30 p.m.—circa 10,000 monaci da molti monasteri di Mandalay hanno marciato pacificamente lungo la città . migliaia di residenti hanno partecipato al corteo non appena questo è arrivato al famoso mercato Zay Cho.. Moulmein, Mon State; 1 p.m.—circa 1,000 manifestanti quidati da 400 monaci hanno dimostrato nelpomeriggio di martedi. I monaci e i di cinque diversi monasteri hanno preso parte alle proteste per il secondo giorno e gli studenti universitari hanno anchessi partecipato alle maniestazioni suito dopo gli esami. I monaic e icittadini hanno cominciato la loro marcia dal mercato cittadino. Sin dalla mattina presto i soldati hanno preso posizione vicino all’università di Yadanabon University,. Maj-Gen Khin Zaw, presidente della divisione di Mandalai dell’SPDC Peace and Development Council, il partito dei militari e del Conmando Centrale è stato scortato da guardie della sicurezza mentre ispezionava i soldati intorno all’università prima di dirigersi verso il monastero di Masoeyein la mattina le strade di Mandalay erano copertedi volantini che intimavano i cittadini a non partecipare ai cortei i volantini si pensa siano stati distribuiti dalle autorità e annunciavano serieconsequenze per coloro cheavessero partecipato alle manifestazione e che in caso di violenze “il popolo buddista ne avrebbe sofferto” 2008-03-23T01:54:20.1570000+01:00 http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=en&catid=fb9143906e6c4cc99a09def69668a23e&docid=133bc8fac55c4abe9117ea6a6cfbc79d Sun, 23 Mar 2008 00:54:20 GMT eeb67b6f45d744e485f77a677ce94119 AUNG SAN SUU KYI rifiuta di accettare il cibo. Un anziano leader dell'NLD a Rangoon ha dichiarato che Suu Kyi ha programmato di rifiutare i rifornimenti alimentari fino a quando le sue richieste di incontro con il suo avvocato non fossero state accettate dalle autorità militari. vedi testo. 2008-08-26T15:46:35.8770000+02:00 La leader birmana Aung Suu Kyi ha chiesto a Myint Soe, che le porta regolarmente il cibo, di interrompere la fornitura di cibo. Questo secondo il suo avvocato Kyi Win , che ha avuto il permesso di incontrarla due volte il giorno 8 agosto e il 17 per discutere le questioni legali legate alla sua detenzione. Un anziano leader dell'NLD a Rangoon ha dichiarato che Suu Kyi ha programmato di rifiutare i rifornimenti alimentari fino a quando le sue richieste di incontro con il suo avvocato non fossero state accettate dalle autorità militari. Suu Kyiu era preoccupata dalle restrizioni imposte dalla giunta nilitare ha dichiarato il suo avvocato in particolare di non poter incontrare i diplomatici o le organizzazioni politiche e di non poter lasciare la sua casa. Secondo le restrizioni imposte dalla giunta Suu Kyi non avrebbe potuto incontrare Gambari o altri rappresentanti ONU in visita. Kyi Win ha dichiarato inoltre che il modo con cui i funzionari ONU che avevano richiesto alla leader birmana con degli altoparlanti di uscire dalla sua casa, avrebbe prodotto una forzatura perchè la leader sarebbe stata indotta a violare le restrizioni impostegli. Due funzionari ONU con degli altoparlanti avevano urlato di fronte alla casa della leader birmana che l'Inviato Onu Gambari avrebbe voluto incontrarla venerdì scorso. Alcuni osservatori hanno dichiarato che il rifiuto di Suu Kyi di incontrare Gambari la settimana scorsa era un modo di mostrare il suo disappunto nei confronti dei falliti tentativi di trovare una soluzione alla paralisi politica che dura ormai da anni. http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=en&catid=fb9143906e6c4cc99a09def69668a23e&docid=eeb67b6f45d744e485f77a677ce94119 Tue, 26 Aug 2008 13:46:35 GMT bd8ebea1936f4def898476d69685799d Aung San Suu Kyi rifiuta di incontrare il ministro di collegamento e il suo medico personale 2008-09-03T17:06:38.8530000+02:00 Secondo i media ufficiali birmani la leader birmana Aung San Suu Kyi si è rifiutata di incontrare il suo medico personale e un misinstro di alto livello come ulteriore segno della sua frustrazione rospetto alla lentezza dell'andamento dei colloqui (manifestanti a Delhi lo scorso mese con i ritratti della leader birmana) il Myanma Ahlin ha dichiarato mercoledì scorso che Aung San Suu Kyi si è rifiutata di partecipare ad una riunione con il ministro dei rapporti con la leader che era stato nominato per "facilitare" il dialogo per la riconciliazione che era stato sostenuto dall'ONU. Aung San Suu Kyi, che negli ultimi 19 anni è agli arresti domiciliari da 13 anni si è rifiutata anche di vedere il suo medico personale Dr. Tin Myo Win che era andato alla sua residenza per un controllo medico. i membri del partito di Aung San Suu Kyi's, la National League for Democracy ritengono che queste scelte sono la dimostrazione della sua frustrazione per lo stallo del dialogo di riconciliazione . http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=en&catid=fb9143906e6c4cc99a09def69668a23e&docid=bd8ebea1936f4def898476d69685799d Wed, 03 Sep 2008 15:06:38 GMT a1a3cdea17ad47759e361dc3c48bf6f2 Aung San Suu Kyi lascia la sua casa per incontrare vertici militari Rangoon, 25 ott. (Adnkronos) - Aung San Suu Kyi, leader dell'opposizione birmana agli arresti domiciliari da 12 anni, ha lasciato oggi la sua abitazione per andare ad incontrare i vertici militari del paese. Lo ha riferito la CNN. Ieri in 12 citta' del mondo erano state organizzate manifestazioni di protesta per chiedere all'Onu di premere per la liberazione della dissidente birmana. E' probabile che tale incontro avvenga con Aung Kyi un membro della giunta militare nominato come ministro intermediario l'8 ottobre scorso. non si conoscono però i compiti anche se a quanto pare dovrebbe coordinare i contatti di Aung San Suu Kyi con il regime e con le Nazioni Unite. Aung Kyi ha una reputazione tra i diplomatici, i funzionari ONU come una persona relativamente ragionevole in rapporto agli altri leader della giunta militare. avrà anche il compito di mantere i rapporti con l'ILO che accusa la giunta di utilizzare il lavoro forzato. 2008-03-23T01:21:33.5930000+01:00 http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=en&catid=fb9143906e6c4cc99a09def69668a23e&docid=a1a3cdea17ad47759e361dc3c48bf6f2 Sun, 23 Mar 2008 00:21:33 GMT 445263a13ec54c8eaedae2e0779d81f3 Aung San Suu Kyi incontra Kurt Campbell Aung San Suu Kyi ha incontrato a Rangoon una delegazione americana guidata dall'Assistant Secretary of State for East Asian and Pacific Affairs Kurt Campbell. L'incontro, secondo fonti ufficiali dell'Ambasciata, sarebbe durato due ore (dalle 11.40 alle 13.40). Si tratta della prima volta da due anni che il Premio Nobel per la Pace Aung San Suu Kyi appare in pubblico. Nella mattinata la delegazione aveva incontrato il Primo Ministro birmano Gen. Thein Sein. (Puoi leggere la notizia, tra gli altri, su The Irrawaddy, Mizzima, BBC, RaiNews24 e Reuters Italia) (4 Novembre 2009) 2014-02-11T17:49:21.2000000+01:00 http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=en&catid=fb9143906e6c4cc99a09def69668a23e&docid=445263a13ec54c8eaedae2e0779d81f3 Tue, 11 Feb 2014 16:49:21 GMT 7857f053049240a999f1090c6059c982 Aung San Suu Kyi si ha sottoscritto la sua candidatura alle prossime elezioni suppletive 2012-01-18T20:20:16.8700000+01:00 La Leader dell'opposizione birmana Aung San Suu Kyi ha lanciato la sua storica sfida per un seggio in parlamento, questo è l'ultimo segnale di cambiamento nel paese dopo la fine di decenni di vera e propria dittatura militare. Il Nobel per la pace si candida per le elezioni del 1 aprile e questa scelta è vista come un test importante di credibilità dell’impegno di riforma del regime dopo una serie sorprendente di gesti distensivi da parte del nuovo governo nominalmente civile. L’ icona della democrazia, rilasciata da lunghi anni di arresti domiciliari alla fine del 2010, ha presentato la sua candidatura in una circoscrizione rurale a Kawhmu vicino Rangoon, una zona devastata dal ciclone Nargis nel 2008. "Aung San Suu Kyi è il primo membro dell’ LND a candidarsi. alla Camera, la Lega nazionale per la democrazia (Nld), ha deciso di rientrare nell'arena politica ufficiale, in un contesto di riforme in atto tra cui il dialogo tra il regime e l'opposizione. L’ NLD è stata privata del suo status di partito politico legale nel 2010, dopo che ha scelto di boicottare le controverse elezioni nazionali tenutasi nel novembre dello stesso anno, criticando duramente le leggi elettorali che avrebbero impedito ai partiti candidati di avere tra le fila persone condannate. Quel voto, in cui gli alleati dei militari hanno rivendicato una vittoria schiacciante, è stata segnato dalle denunce di truffa e criticato da parte delle nazioni occidentali che applicano le sanzioni contro il regime. Un quarto dei seggi del parlamento sono appaltati a funzionari militari che vengono nominati, mentre l'Unione Solidarietà e Sviluppo (USDP), che è pieno di ex militari, detiene circa l'80 per cento della parte restante. Suu Kyi è stata rilasciata pochi giorni dopo le elezioni 2010, dopo aver trascorso gran parte degli ultimi due decenni in stato di detenzione. Fin dal suo arrivo al potere nel marzo, il nuovo governo sostenuto dal vecchio regime militare dominato da ex generali ha fatto una serie di mosse riformiste in un apparente tentativo di entrare in contatto con gli avversari politici e l'Occidente. Tra queste, il rilascio di centinaia di prigionieri politici, l’apertura del dialogo con l'opposizione, la sospensione della costruzione di una mega-diga impopolare e la firma di accordi di pace con i ribelli armati delle minoranze etniche. Nelle elezioni di aprile sono in ballo un totale di 48 seggi - non abbastanza per minacciare la maggioranza clamorosa detenuta dal partito di governo. Ma la partecipazione di Suu Kyi darebbe una spinta alla credibilità del nuovo governo. Una alto personaggio del regime ha detto alla AFP lunedi che la Birmania "non ha altro modo", che quello di abbracciare la democrazia, e ha promesso che le elezioni di aprile saranno democratiche. "Vi garantisco le elezioni saranno libere e giuste", ha detto lo speaker della Camera bassa Shwe Mann. Suu Kyi ha accennato durante il fine settimana che avrebbe potuto avere un ruolo nel governo, ma ha detto che "dipende dalle circostanze". le elezioni di aprile servono a sostituire i seggi lasciati liberi da coloro che eletti, nel 2010, sono diventati ministri e viceministri del governo. http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=en&catid=fb9143906e6c4cc99a09def69668a23e&docid=7857f053049240a999f1090c6059c982 Wed, 18 Jan 2012 19:20:16 GMT 17a88b0579154fd586df5872c00c89d2 Aung San Suu Kyi incontra alto funzionario della giunta Secondo il giornale ufficiale birmano, la Leader dell'opposizione birmana Aung San Suu Kyi ha incontrato venerdì 11 gennaio un alto funzionario della giunta militare, ma non si conoscono i contenuti dell'incontro 2008-01-11T16:57:51.7070000+01:00 www.birmaniademocratica.org Secondo il giornale ufficiale birmano, la Leader dell'opposizione birmana Aung San Suu Kyi ha incontrato venerdì 11 gennaio un alto funzionario della giunta militare, ma non si conoscono i contenuti dell'incontro. MRTV ha dato l'informazione circa la quarta riunione tra la Premio Nobel eun membro della giunta. "non abbiamo idea di che cosa abbiano esattamente discusso, ma riteniamo positivo che si siano incontrati" ha dichiarato Nyan Win, porta parola dell'NLD. Testimoni hanno dichiarato alla Reuters che hanno visto un'auto lasciare la casa di Aung San Suu Kyi a Rangoon e dirigersi verso una struttura del governo. la riunione è durata circa un'ora. l'ultimo incontro si è tenuto il 19 novembre quando i diplomatici hanno ritenuto che i colloqui potessero essersi concentrati sulle precondizioni per i negoziati tra Suu Kyi ed il capo del regime Generale Than Swe. il quale si è reso disponiblie a colloqui diretti se Suu Kyi abandonasse la posizione di opposisione e il suo sostegno alle sanzioni contro i militari. La leader birmana aveva detto che i colloqui precedenti erano stati costruttivi ed era pronta a lavorare con i militari per stabilire adeguati negoziati. Ma la giunta militare manda segnali contraddittori. Il generale Than Swe ha ripetutamente affermato che l'unico percorso verso le riforme passa attraverso la sua road map per la democrazia, suggerendo che qualsiasi colloquio deve avere questa impostazione come presupposto. Al contrario i governi occidentali hanno rifiutato la road map, perchè è un modo per legittimare la giunta al potere. Infatti, secondo le linee dirattrici della roadmap, il capo dell'esercito diventerebbe la persona più potente nel paese con il diritto di nominare le figura chiave del governo e sospendere la costituzione in caso di una emergenza da lui definita. http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=en&catid=fb9143906e6c4cc99a09def69668a23e&docid=17a88b0579154fd586df5872c00c89d2 Fri, 11 Jan 2008 15:57:51 GMT a7e67a254a96445bb975674bd1d1511b Aung San Suu Kyi: tratti principali Storia delle scelte di fondo della vita della leader birmana AUNG SAN SUU KYI 2008-03-16T19:13:50.4900000+01:00 AUNG SAN SUU KYI: LA SIGNORA DI UNIVERSITY AVENUE. di Cecilia Brighi Credo sinceramente che tutti i popoli e le religioni possano coesistere in pace, che qualsiasi sia la nostra origine o la nostra religione, possiamo tutti imparare a concordare su alcuni valori fondamentali essenziali per lo sviluppo della società umana [1] Prigioniera nella propria casa Gennaio 2006. Nella grande casa di University Avenue, considerata da molti come la Casa Bianca o il Cremlino birmano, stava scendendo la notte, mentre la Reuter lanciava la notizia, che la giunta militare birmana aveva esteso per altri dodici mesi gli arresti domiciliari al Premio Nobel per la Pace Aung San Suu Ky. Arresti domiciliari strettissimi, senza eccezioni. In tutto ormai erano 10 gli anni di prigionia, seppur non in carcere ma nella sua casa. Altri dodici mesi completamente isolata dal mondo e soprattutto dalla sua gente. Una reclusione rigorosa, senza alcuna concessione al fatto che, nonostante tutto lei è, e rimane la figlia del padre della patria. La figlia dell’uomo che aveva osato opporsi agli inglesi e che aveva ottenuto l’indipendenza del paese dal dominio inglese. La figlia dell’uomo venerato da tutti i birmani. Solo due persone, controllate e perquisite sia in entrata che in uscita dalla vecchia casa, potevano continuare a vederla. Una volta a settimana il suo medico personale e la signora delle pulizie, che poteva entrare in questa prigione senza sbarre, per sistemare le ormai pochissime cose rimaste in quella grande casa e portare il cibo. La casa di suo padre e di sua madre, circondata da sbarramenti e filo spinato, controllata giorno e notte da agenti dei servizi, ripiombò di nuovo nel suo impalpabile silenzio. Un silenzio avvolgente, lungo anni e protetto dal grande giardino, pieno di gigli fioriti, di frangipane e di gelsomini profumati, il fiore preferito di Suu Kyi, che non mancava mai di appuntarsi sui capelli o dietro l’orecchio. Un giardino silenzioso affacciato sul lago piatto, che, almeno per un lato fa sembrare la casa libera dai controlli costanti dei militari. Una sensazione di quasi libertà, in una casa ormai quasi del tutto vuota. I mobili di famiglia, che rappresentavano i giorni dei giochi, degli affetti, della tranquillità, i ricordi, erano stai venduti nel corso degli anni di reclusione, per pagare le spese della sopravvivenza. Lei non aveva mai accettato nulla, neanche il cibo dai militari. Anche il vecchio piano, che lei amava suonare nei lungi pomeriggi pieni di silenzio, si era arreso. Si era rotto e non aveva potuto farlo riparare. In genere lei si alzava prima dell’alba, quando l’aria è ancora soffice e fresca e anche il prato intorno alla casa era ancora bagnato dalla rugiada notturna. Suu Kyi amava molto alzarsi a quell’ora e non smetteva di commuoversi all’idea che il mondo in quei momenti fosse fragile, docile, in attesa di essere svegliato dalla luce del nuovo giorno, che lentamente saliva da dietro l’ orizzonte [2]. In genere quella era anche l’ora in cui nell’ autunno del 1988, prima di essere messa agli arresti domiciliari[3], usciva di casa e partiva per raggiungere al mattino presto le città, dove era solita tenere comizi o riunioni. Amava alzarsi prima del giorno, quando tutto e tutti dormivano, perché questo era il tempo giusto per la meditazione. Un ora senza tempo di concentrazione su se stessa, sull’universo e sul nulla. Poi, con un programma rigoroso,che si era data nei lunghi anni di isolamento, ascoltava alla radio le notizie della BBC, Voice of America e le notizie della BBC in birmano. Quando ci riusciva ed era fortunata ascoltava anche Democratic Voice of Burma, ma purtroppo le interferenze erano molte e non sempre riusciva a sentire tutte le notizie sulle attività della dissidenza birmana nel mondo. La radio, unico grande e costante collegamento con il mondo. È vero che in alcuni periodi le erano state concesse delle visite di diplomatici o di giornalisti, ma ormai questo era solo un ricordo. Ora era obbligata a stare sola con se stessa, con i suoi libri, con la sua quotidianità e soprattutto con i suoi pensieri. Finalmente faceva un bagno e poi una colazione. Il resto del giorno era scandito dalle letture, dallo studio, dalle passeggiate intorno alla casa o dall’ascolto o dal suonare un po’ di musica. Certo quando c’era il piano era un piacere immenso volare via con la mente e lasciare che le dita delle mani si rincorressero veloci sulla tastiera. Ora le era rimasta solo una chitarra, che il figlio più piccolo le aveva regalato e che le aveva insegnato a suonare, non certo bene come il piano. Ciò nonostante la casa si riempiva di quella musica, quella casa ormai vuota. In fondo, lei si era andata convincendo che i mobili non servono a molto, soprattutto a chi conduce una esistenza semplice, essenziale, tutta concentrata sull’ esercizio della mente e del corpo, per coltivare la forza dello spirito ed il coraggio. La vera ricchezza di una donna. Così, le sarebbe toccato un altro lungo anno senza poter fare nulla per il suo paese se non esistere e resistere, come simbolo di una opposizione coraggiosa e diffusa e spesso sconosciuta al mondo. Lei, consapevole del significato di questa terribile novità, era scesa in giardino a guardare, come spesso faceva, la luce del giorno che si andava via via sfumando. Il cielo perdeva la sua forza e lentamente cominciava a confondersi con i colori del lago, alleggerendosi con il passare dei minuti. Prima color cipria e poi sempre più rosa, rosso, viola, grigio. Le ombre degli alberi cominciavano ad allungarsi verso il lago e verso una notte, che sarebbe stata rischiarata dalla luna. Sembrava che anche i tronchi stessero cercando la libertà e stessero cercando di tuffarsi nel grande lago, liberi. Ombre tranquille, scure e silenziose, non nemiche. Tenere testa a una dittatura senza odio e con determinazione e dolcezza Fuori dal cancello i militari sonnecchiavano, a guardia della casa, circondata da garritte e da filo spinato che ormai la giunta produceva in tal quantità tanto da esportarlo. I suoi carcerieri erano tranquilli, tanto sapevano che nulla sarebbe cambiato né dentro, né fuori. Nonostante tutte le difficoltà e i lunghi anni di reclusione lei, “la Signora”, così viene chiamata da tutti, era rimasta la stessa. Una grande determinazione, ma nessun odio nei confronti dei suoi aguzzini. Disse una volta ad un giornalista. Non ho mai imparato ad odiarli. Se lo avessi fatto sarei stata veramente in loro balia. Ho sempre sentito che se avessi veramente cominciato ad odiare i miei carcerieri, ad odiare lo SLORC[4] e l’esercito, avrei sconfitto me stessa. Ciò mi fa venire in mente un altro intervistatore, che non credeva che tutti quegli anni agli arresti domiciliari non mi avessero impaurito. Pensava, allora che dovevo essere pietrificata. L’ho trovato un atteggiamento strano. Perché avrei dovuto essere impaurita? Se fossi stata cosi impaurita, avrei fatto i bagagli e sarei partita, perché loro, mi avrebbero sempre dato la possibilità di andarmene. Non sono così sicura che un buddista mi avrebbe posto questa domanda. I buddisti, in generale, sanno che l’isolamento non è qualcosa di cui aver paura. La gente mi chiede perché non avevo paura di loro. Era perché non sapevo che loro potevano farmi tutto quello che volevano? Certo che lo sapevo! Io credo che fosse perché non li odiavo e una persona non può essere veramente spaventata da coloro che non odia. L’odio e la paura vanno a braccetto”[5] E questa sua determinazione, questa sua immensa e ferma tranquillità che forse, al contrario rendeva sempre più irritati i generali. Purtroppo questa dura decisione della giunta non fu sufficientemente amplificata dai giornali internazionali. Le vicende medio orientali, la guerra in Iraq facevano sicuramente più notizia che non il fatto che una donna, sola, senza armi, continuasse a tenere testa ad una intera dittatura. Sessanta anni appena compiuti, piccola. Si muove come un gatto, dolcemente ed in modo elegante nella sua casa. La donna che sfida il regime militare più repressivo al mondo, resa ancora più minuta dalla durezza degli arresti, dalla scarsità di risorse, dalla poca salute, e dalla dieta obbligata dalle ristrettezze finanziarie, ha mantenuto intatti i suoi talenti: determinazione e dolcezza. Era nata alla fine della guerra, il 19 giugno del 45, una guerra che per i birmani, però ancora non era finita. L’indipendenza dall’impero inglese venne raggiunta grazie alla determinazione del suo giovanissimo padre: Aung San, l’ architetto della indipendenza. Egli aveva sposato Daw Khin Kyi, una giovane insegnante ed infermiera, da cui aveva avuto due figli maschi. Ma entrambi i genitori, avrebbero voluto anche una bambina e quando finalmente nacque, Aung San provò una grandissima emozione. Lei era minuta e bellissima, il visino di porcellana, spuntava allegro dal letto di coltri bianche e leggere su cui era adagiata, protetta da una altrettanto candida zanzariera. Volle metterle il nome di Suu, che in birmano vuol dire, “regalo” . Aung San Suu Kyi significava pertanto, regalo di Aung San a sua moglie Kyi. Aung San, il negoziatore dell’indipendenza, a soli 32 anni, aveva costituito l’esercito birmano e nell’aprile del 47, vinto le elezioni ottenendo un successo strepitoso per il suo partito, la Lega Antifascista per la Libertà del Popolo[6] conquistando 248 dei 255 seggi dell’Assemblea Nazionale e stava portando il paese verso l’indipendenza e la democrazia. Mancavano solo pochi mesi dal passaggio di consegne, che avrebbero sancito definitivamente la totale autonomia dalla Gran Bretagna e dal Commonwealth, quando il sogno collettivo venne interrotto bruscamente e violentemente il 19 luglio di quell’anno. Nel corso di una riunione di gabinetto, il padre della patria venne infatti assassinato in un attentato, insieme ai suoi compagni di governo. Anni difficili ed esilio Cominciarono gli anni difficili per Suu Kyi e per la Birmania. Tredici anni dopo, la madre di Suu Kyi venne nominata Ambasciatrice in India. La lunga lontananza dalla Birmania aveva permesso alla famiglia, sebbene solo in parte, di non assistere alla veloce involuzione del suo paese. Una giovane democrazia, divisa dalle lotte interne tra etnie e fazioni politiche che divenne facile preda dei militari, della miseria, della repressione e della emarginazione internazionale. Il 2 marzo del 1962 il generale Ne Win, noto per la sua violenza e le sue fissazioni astrologiche aveva preso il potere arrestando l’allora presidente del consiglio del governo democratico e tutti i suoi ministri e insediando al loro posto il Consiglio Rivoluzionario. Nacque il manifesto ideologico su cui si fondava la nuova dittatura: La via Birmana al Socialismo. Venne anche costituito il Partito Per il Programma Socialista Birmano (BPSPP) e senza perdere tempo, i militari, presero di mira il movimento degli studenti, assaltarono e facendo saltare in aria la loro storica sede all’Università di Rangoon e lasciarono in terra decine e decine di morti. Sarebbero stati i primi di una lunghissima lista di morti, lista che non si è mai interrotta nel corso degli anni. Suu Kyi, si spostò ad Oxford, dove continuò a studiare filosofia, politica ed economia. I giovani di mezzo mondo cominciavano a scendere in piazza contro la guerra nel Vietnam, contro il bigottismo, la morale tradizionale e il 1968 alle porte, avrebbe rivoluzionato il modo di vivere e di pensare di una intera generazione. Suu Kyi, guardava con attenzione a questi grandi cambiamenti e piena di apprensione ascoltava le notizie dal suo paese, con la certezza che sarebbe venuto il tempo nel quale avrebbe dovuto recuperare l’eredità politica del padre. La sua passione per la storia asiatica fu l’occasione per incontrare l’uomo che avrebbe sposato e con cui avrebbe diviso molti anni della sua vita, molte passioni e anche straordinari dolori. Michael Aris studioso di Tibet non poteva non condividere, con Suu Kyi, la passione e gli studi sull’Asia. Sebbene gli studi, il lavoro e l’amore l’avessero portata lontano dal suo paese, Suu Kyi era convinta però, nel profondo del cuore, che il destino l’avrebbe riportata tra la sua gente. Una evenienza che, probabilmente, cercava di negare anche a se stessa, ma che aleggiava nella sua quotidianità. Sapeva che prima o poi avrebbe dovuto tornare a Rangoon, tanto che prima del matrimonio aveva scritto al futuro marito un appello molto premonitore: Ti chiedo solo una cosa. Se il mio popolo avesse bisogno di me, tu mi dovrai aiutare a fare il mio dovere. Quanto questo sia probabile non lo so, ma questa possibilità esiste. Suu Kyi non avrebbe mai rinunciato all’eredità politica di suo padre. Lei aspettava solo il momento. E gli anni passavano con questo non detto. Ogni anno Suu Kyi tornava in Birmania a far visita alla sua anziana madre. A volte portava con se anche i suoi due figli, a cui, per ribadire la sua doppia appartenenza, avevano dato un doppio nome: uno birmano e uno inglese. I sogni di suo padre, che ipotizzava una grande e solida democrazia, uno stato federale e multietnico si erano infranti contro la violenta repressione della dittatura. Un paese impoverito ed impaurito. Un paese in carcere. Una repressione violenta e costante. Suu Kyi guardava al suo paese con grande tristezza, fino a quando, come aveva profetizzato e scritto al suo amore prima di sposarsi, il destino si realizzò . Una protesta nonviolenta, dopo ventisei anni di repressione Era il 1988. l’anno drammatico della sanguinosa repressione militare che fece migliaia di vittime innocenti. Sua madre aveva avuto un infarto e la sua vita era appesa ad un filo. Suu Kyi tornò subito a Rangoon. La grande casa era piena di tristezza. Tutti sapevano che la anziana signora li avrebbe lasciati tra breve. Molti parenti e amici continuavano a venire in visita, a chiedere notizie e a salutare il ritorno sfortunato di Suu Kyi. Molte di queste visite avevano anche un secondo scopo. Tastare il terreno, parlare sommessamente dei terribili avvenimenti che stavano funestando il paese intero. Un paese che aveva bisogno di una scossa e soprattutto di un leader, giovane ed in grado di parlare al cuore dei birmani, per ridargli speranza. Il giorno più duro era stato l’8 agosto 1988, giorno nel quale alle ore 8 e 8 minuti, i lavoratori del porto di Rangoon invasero le strade della città. La protesta si divampò immediatamente. Una data scelta soprattutto dal movimento degli studenti per il suo significato divinatorio:8.8.88. In Birmania infatti, la superstizione, la numerologia e l’astrologia hanno sempre giocato un ruolo importantissimo, tanto che il sanguinario generale Ne Win, il cui nome significava “Brillante come il sole”, essendo profondamente superstizioso, aveva scelto come numero fortunato il 9 e potendo regnare indisturbato, aveva fatto stampare nuove monete con la combinazione di numeri la cui somma dava nove. Banconote quindi da 45 Kyats o da 90 kyats. Aveva anche deciso di effettuare il colpo di stato il 18 settembre, nono mese dell’anno. Ventisei anni di totale isolamento dal resto del mondo, nel tentativo di costruire la via birmana al socialismo, avevano portato il paese al collasso. Una ricetta la sua intrisa di violenza, nazionalismo, orrore, numerologia e astrologia. Fino a quando le manifestazioni esplosero contemporaneamente quella fatidica mattina di agosto, in tutto il paese. A Rangoon studenti, lavoratori e monaci buddisti con le ciotole per il riso rivolte verso il basso in segno di protesta, avevano riempito le strade del centro. Un fiume umano scorreva deciso e invadeva la città. La repressione calò all’improvviso come una mannaia sui dimostranti. Dai camion dell’esercito sbucarono le mitragliatrici. I giovani con grande coraggio si schierarono davanti a queste a dorso nudo. In pochi minuti centinaia furono i morti per le strade. I militari continuavano a sparare all’impazzata contro i dimostranti, che innalzavano i cartelli con le foto del padre della patria, Aung San. La carneficina si interruppe solo all’alba del giorno dopo. Le manifestazioni continuarono in tutto il paese. Tutti indifferentemente scendevano in piazza. Medici, infermiere, avvocati con indosso le loro toghe, lavoratori, attori, scrittori, casalinghe, monaci buddisti, poliziotti, travestiti, cechi. L’intero paese si stava rivoltando e organizzando contro l’odiosa dittatura. Suu Kyi non poteva rimanere indifferente a tanto. Sapeva di dover rispondere a questa orgia di violenza che aveva prodotto in pochissimi giorni migliaia di morti. Moltissime erano state le pressioni nei suoi confronti. C’era bisogno di un leader, che guidasse le masse in rivolta, che desse fiducia ed evitasse che il sacrificio dei ragazzi uccisi e degli arrestati fosse stato vano. Bisognava incanalare la rivolta. Dare un futuro al movimento. Doveva prendere posizione. Doveva schierarsi e prendere le redini di questo movimento. Lei non ci mise neanche un minuto a decidersi. Si preparò e il 26 agosto fece il grande passo che avrebbe cambiato definitivamente la sua vita e quella della sua famiglia. Venne organizzata una grande manifestazione presso la Pagoda di Shwe Dagon. Suu Kyi decise che sarebbe intervenuta. Era venuto il grande momento. Una diffusa eccitazione si palpava tra la folla, che era li dalla sera prima. Sapevano che la figlia del loro eroe sarebbe arrivata. L’attesa era enorme. Finalmente un piccolo corteo di macchine si fermò lungo il bordo della strada. Lei uscì dall’auto, si fece lentamente largo tra la folla, L’attesa era stata lunga anni e ciascuno voleva vedere la figlia dell’amato leader e soprattutto voleva ascoltare da lei parole rassicuranti sul futuro della lotta e sul suo impegno. Un giuramento di fedeltà al popolo birmano Suu Kyi salì sul palco ed inizio a parlare. La sua voce era chiara e ferma. Leggeva scandendo le parole come se dovessero essere capite da tutti una per una. Leggeva e faceva lunghe pause. Fu l’unico discorso scritto, sino ai suoi arresti l’anno successivo. La sua prima preoccupazione fu quella di dimostrare al mondo che il vasto movimento di popolo non era un movimento violento, ma al contrario. Poi dopo averci pensato molto affrontò due dubbi che spesso aleggiavano tra la gente. Sarebbe stata in grado di affrontare la complessità dei problemi politici del paese, essendo vissuta per moltissimi anni all’estero e per giunta, avendo sposato uno straniero? Il suo fu un discorso semplice e chiaro. Un giuramento di fedeltà al popolo birmano. Un giuramento che anteponeva il suo popolo e il suo paese agli affetti personali, alla sua stessa vita. Giustificò la sua lunga lontananza dalla politica birmana, come segno di rispetto per suo padre, che una volta ottenuta l’indipendenza non avrebbe voluto prendere parte alla politica di potere che ne sarebbe seguita. Ora lei non avrebbe potuto rimanere indifferente a tutto quello che stava succedendo e paragonò la crisi nazionale ad una seconda lotta per l’indipendenza e per un sistema di governo democratico e parlamentare. A sostegno di queste affermazioni lesse una dichiarazione del padre: “dobbiamo fare della democrazia il credo popolare. Dobbiamo cercare di costruire una Birmania libera secondo tale credo. Se dovessimo fallire in questo, il nostro popolo sarà costretto a soffrire. Se la democrazia dovesse fallire, il mondo non potrà tirarsi indietro e stare a guardare, e per ciò; la Birmania sarà un giorno , come il Giappone e la Germania.. La democrazia è l’unica ideologia che è coerente con la libertà è anche una ideologia che promuove e rafforza la pace. Ed è perciò l’unica ideologia a cui dovremmo ambire ” . La folla ascoltava attenta e, più Aung San Suu Kyi parlava, più si percepiva che, come per miracolo, si stava consolidando uno straordinario legame di fiducia e di affidamento tra lei ed il suo popolo. Poi affrontò lo spinosissimo problema del rapporto con l’esercito. Quell’esercito che solo pochi giorni prima, aveva perpetrato una vera e propria carneficina e che da anni schiacciava con un pugno di ferro qualsiasi tentativo di dissenso. Un esercito creato dal padre, ma con tutt’altri obiettivi: le forze armate devono essere al servizio di questa nazione e questo popolo, e dovrebbero essere una forza, tale da ricevere gli onori e il rispetto del popolo. Se invece l’esercito dovesse essere odiato dal popolo, allora le aspettative, in base alle quali questo esercito è stato costituito, sarebbero state vane. Suu Kyi con queste parole cercava di evitare che l’odio verso l’esercito venisse fomentato ulteriormente. Sapeva che l’unica via di uscita possibile per il paese era rappresentata da una lotta pacifica e senza odio per gli aguzzini che tenevano prigioniero il popolo intero. Un appello alla pacificazione, al dialogo e all’unità del popolo. Una unità ed una forza controllata dalla disciplina e dalla volontà di raggiungere gli obiettivi di democrazia e di unità tra le diverse etnie birmane. Lei si appellava alla maggioranza di etnia birmana perchè si impegnasse costruire l’ unità e l’ amicizia tra i gruppi nazionali e razziali . Un appello importantissimo, che chiedeva la tolleranza anche nei confronti delle forze politiche di regime, che non avrebbero dovuto essere molestate in alcun modo. Da ultimo Suu Kyi lanciò la grande sfida alla giunta militare chiedendo che fossero convocate al più presto libere elezioni per la costruzione di un governo democratico multipartitico. Fu il discorso che cambiò definitivamente la sua esistenza. Era stata definitivamente accettata come leader del suo popolo e aveva lanciato una sfida pacifica, ma ferma, ai militari e a tutto il regime. Una sfida pagata pesantemente. Per dare una prospettiva e una organizzazione ad una lotta, che rischiava di degenerare e di implodere, venne decisa la fondazione di un partito: la Lega Nazionale per la Democrazia. Aung San Suu Kyi ne divenne segretaria generale. Un lavoro intenso che doveva per di più contrastare un colpo di stato improvviso, che aveva rafforzato il ruolo dei militari, che, per ingannare il mondo, avevano anche libere elezioni da tenersi il 27 maggio del 1990. Le mitragliatrici però non smettevano di seminare la morte tra i dimostranti. Suu Kyi iniziò a viaggiare per il paese e a tenere comizi, sempre affollatissimi e a organizzare il partito. Le costò caro. A luglio del 1989, i militari per tagliare le ali alla testa del movimento, misero Suu Kyi agli arresti domiciliari. Suu Kyi sapeva che sarebbe stata arrestata. Preparò le sue cose e si sedette a parlare con i suoi due figli, che erano venuti a trovarla a Rangoon. Dovevano ritornare in Gran Bretagna immediatamente: Come madre, il più grande sacrificio era quello di lasciare i miei figli, ma ero stata sempre conscia del fatto che altri avevano sacrificato molto più di quanto stessi facendo io. Ovviamente non è una scelta che avevo fatto allegramente, ma comunque una scelta che feci senza alcuna riserva od esitazione. Ma avrei voluto non aver perso tutti quegli anni della vita dei miei figli. Avrei preferito piuttosto averla vissuta insieme[7] Suu Kyi sentiva profondamente che nonostante la grande sofferenza nel veder andar via i propri figli lei viveva una condizione estremamente privilegiata. nel corso degli anni dei miei arresti domiciliari, la mia famiglia viveva in una società libera ed io ero sicura che loro erano economicamente protetti e al sicuro dia qualsiasi forma di persecuzione, la maggior parte dei miei colleghi che erano stati imprigionati non venivano confortati da assicurazioni dello stesso tipo. Sapevano bene che le loro famiglie erano in una posizione estremamente vulnerabile, in pericolo costante di interrogatori, di perquisizioni, di minacce generalizzate e di interferenze con i loro mezzi di sostentamento. Per quei prigionieri con dei figli era particolarmente difficile[8] Non venne accusata di nulla. Secondo la legge marziale, chiunque poteva essere messo agli arresti domiciliari sino a tre anni, senza alcuna accusa formale. Cercavano di impedire che le annunciate elezioni potessero diventare un boomerang per il potere. Suu Kyi per evitare che l’arresto potesse essere utilizzato per proibire al suo partito di candidarsi alle elezioni, rinunciò alla carica di segretaria generale. Le continue carneficine, gli accordi con il governo tailandese per il rimpatrio forzato degli studenti e dei dissidenti che erano scappati in Tailandia, i bombardamenti delle zone controllate dal gruppo etnico dei Kareni ed ora gli arresti della giovane leader birmana avevano fatto schizzare verso l’alto i consensi nei confronti dell’NLD e fatto diventare Suu Kyi una eroina. Nobel per la Pace e ancora reclusa Arrivarono finalmente le elezioni e la democrazia sbaragliò completamente i militari. Il partito di Suu Kyi stravinse, conquistando 392 seggi su 485, ma il potere non venne mai trasferito nelle mani del nuovo parlamento democraticamente eletto. Ogni giorno vi era una nuova decisione, che puntava a evitare di cedere il potere. Suu Kyi rimaneva chiusa nella sua grande casa, mentre continuava il braccio di ferro tra la giunta e il popolo. Centinaia furono gli arresti. Buona parte dei parlamentari eletti finì in carcere, mentre un altro gruppo scelse l’esilio. Suu Kyi viveva nella impossibilità di sostenere attivamente il suo popolo e sapeva che questa condizione non sarebbe durata poco. Neanche un anno dopo le elezioni, la giunta decise di estendere gli arresti domiciliari fino a cinque anni. Il mondo politico internazionale si mobilitò con grandi dichiarazioni, ma pochi furono i gesti concreti a sostegno di questa lotta tra Davide e Golia. Il Parlamento Europeo le conferì il Premio Sakharof, per i diritti umani e poi nello stesso anno arrivò il Premio Nobel Per la Pace. Suu Kyi lavorava molto nonostante il totale isolamento. I suoi punti di riferimento rimanevano Gandhi, Nelson Mandela e Vaclav Havel, che per altro l’aveva candidata al Nobel. la pace, la stabilità e l’unità non possono essere importati o imposti: hanno bisogno di essere nutriti attraverso la promozione della sensibilità verso i bisogni delle persone ed il rispetto per i diritti e le opinioni degli altri.[9] e il buddismo. Il suo pensiero nonostante tutto rimaneva orientato verso la necessità di una politica di riconciliazione nazionale, verso il difficile e quasi impossibile dialogo con i militari. ho letto da qualche parte che è sempre più difficile per il perpetratore di un atto crudele di perdonare la vittima, che per la vittima di perdonare il suo torturatore. Quando ho letto ciò l’ho trovato molto strano, ma credo che sia vero. La vittima può perdonare poiché ha una forte base morale per farlo. Nel 1994 la giunta estese i suoi arresti per altri cinque anni. Pur autorizzandola ad incontrare alcuni diplomatici stranieri. Suu Kyi potè così iniziare a lanciare la sua strategia in direzione di un negoziato, equo e tripartito con la giunta e le rappresentanze delle nazionalità etniche. E i risultati non tardarono ad arrivare. Cominciarono gli incontri segreti tra i generali e la Signora, e poi venne la sua liberazione. Il giorno dopo il suo rilascio Suu Kyi lanciò formalmente la richiesta di un negoziato con la giunta e di riforme politiche da stabilire di comune accordo. Chiese però contemporaneamente e con chiarezza agli investitori stranieri, alle istituzioni internazionali e ai governi di non investire nel suo paese sino a quando non fosse raggiunta una democrazia stabile. Il tempo aveva fatto affinare anche la sua strategia e l’aveva convinta che l’opposizione pacifica doveva essere accompagnata da un forte sostegno internazionale, anche attraverso la introduzione di sanzioni economiche, che avrebbero colpito al cuore il potere economico della giunta. I militari infatti avevano e tutt’ora hanno il controllo, diretto od indiretto, di tutte le imprese, soprattutto di quelle che producono per la esportazione, a partire da quelle petrolifere. Suu Kyi sapeva che il boicottaggio dei prodotti birmani non avrebbe colpito il suo popolo e soprattutto i lavoratori, perchè tutti erano già ridotti alla fame e schiavi dei salari irrisori e del lavoro forzato, ampliamente utilizzato dalla giunta. Subito dopo l’annuncio della sua liberazione, i cancelli della sua casa in University Avenue divennero un punto di incontro per migliaia di persone. Ogni giorno era una manifestazione. Suu Kyi usciva dal cancello della sua casa e con un megafono si rivolgeva alla folla, ogni giorno piccoli comizi che irritavano profondamente la giunta. Il suo obiettivo principale era aprire il dialogo con il governo, perchè fosse rispettato il volere del popolo, espresso nelle elezioni del 90 e perchè la Convenzione Nazionale, lanciata dalla giunta per riscrivere la Costituzione del paese, abrogata nel 1974, fosse realmente una Convenzione con criteri democratici e con una partecipazione altrettanto democratica e paritaria. non è mai semplice convincere coloro che hanno conquistato il potere con la forza della saggezza di un cambiamento pacifico seguitava ad affermare. Continuò a fare riunioni e a tenere comizi. Pur non potendo e volendo lasciare il paese, i suoi discorsi venivano letti in molti Convegni. Anche la Conferenza mondiale delle Donne di Pechino rese omaggio al suo coraggio e alla sua determinazione. Un suo videomessaggio aprì la Conferenza delle organizzazioni non governative. Un intervento che intendeva parlare alle donne, ma anche e ai suoi oppositori. la mia esperienza durante gli anni in cui sono stata impegnata nel movimento per la democrazia in Birmania mi ha convinto della necessità di enfatizzare gli aspetti positivi della tolleranza, che non è semplicemente vivi e lascia vivere. La tolleranza genuina richiede un impegno attivo per cercare di capire il punto di vista degli altri, significa una mente aperta e una visione come pure la fiducia nella propria abilità di affrontare le nuove sfide senza finire nella intransigenza o nella violenza… Non è una prerogativa dei soli uomini di portare la luce in questo mondo: le donne con la loro capacità di essere comprensive e con il loro sacrificio, il loro coraggio e la perseveranza hanno fatto molto per dissipare il buio della intolleranza e di odio, di sofferenze e disperazione.[10] La sua storia che l’aveva portata ad essere famosa, non aveva cambiato la sua natura schiva e semplice. Amava stare tra la sua gente perchè lei sentiva di essere considerata come una sorella maggiore e non come una persona importante. Riconosceva inoltre che la sua forza veniva dal coraggio degli altri. non c’è nulla di paragonabile con il coraggio della gente comune i cui nomi sono sconosciuti ed i cui sacrifici passano inosservati. Il coraggio che osa senza riconoscimenti, senza la protezione della attenzione dei media, è un coraggio in grado di sconfiggere ed ispira e riafferma il nostro credo nella umanità .Questo coraggio l’ho visto settimane dopo settimane sin dal mio rilascio dagli arresti domiciliari quindici mesi fa.[11] Un omaggio a tutte quelle migliaia di persone che si radunavano, nelle manifestazioni di fronte ai cancelli della sua casa. Un coraggio che le aveva dato la forza, nel 1999, di rinunciare ad andare in Gran Bretagna, dove suo marito stava morendo di cancro. La giunta gli aveva negato il visto di ingresso e avrebbe lasciato partire Suu Kyi, ma sicuramente le avrebbe impedito di tornare a Rangoon, dal suo popolo. Michael morì senza poter riabbracciare per l’ultima volta sua moglie. La sua determinazione riemerse poi quando per varie volte dal 1996 al settembre 2000, infranse il divieto uscire da Rangoon. L’ultimo braccio di ferro durò nove giorni. I militari antisommossa circondarono la sua macchina su di un ponte, bucarono le gomme e le impedirono di ripartire. Lei, pur di non cedere, rimase nella sua auto per tutti i nove giorni, sotto un sole cocente, senza cibo, né acqua a parte le scorte che si era portata. Le costò caro. Il 22 settembre fu messa nuovamente agli arresti domiciliari sino al 6 ottobre del 2002. Altri 19 mesi di arresti domiciliari. L’ultimo suo arresto in ordine di tempo avvenne subito dopo il massacro di Depayin avvenuto il 30 maggio 2005. Quel giorno a Depayin nella provincia di Sagaing, il convoglio di macchine che scortava la Signora ed altri leader del partito, venne fermato ed attaccato dalle squadracce della USDA[12], mentre entravano in un villaggio dove era attesa da una folla di sostenitori. Centinaia furono i feriti e i morti lungo il percorso. Suu Kyi venne catturata dai militari e tenuta nascosta per giorni. Poi fu ricondotta agli arresti nuovamente, ma in forma più rigida che mai. Dopo Depayin calò di nuovo un isolamento totale e feroce. Un isolamento che le periodiche dichiarazioni di condanna delle istituzioni internazionali e dei governi non riusciranno a scalfire, a meno che non si metta in moto una forte e coerente azione Internazionale, che superi le attuali ipocrisie e infingimenti. È tempo che il Consiglio di Sicurezza ONU discuta di Birmania, assuma decisioni chiare, anche usando le sanzioni economiche chieste da Suu Kyi ai governi, alle istituzioni internazionali e alle imprese, per attivare con tempi e scadenze certe un dialogo tripartito verso la democrazia. È tempo che Suu Kyi esca dalla sua casa prigione e possa liberamente vivere la sua vita di donna e di politica. [1] Bangkok Post, 4 gennaio 1998 The Benefit of Meditation. www.brimaniademocratica.org [2] Lettera dalla Birmania n.4 Thamanya: a place of peace and Kindness. [3] il 20 luglio del 1989 [4] State Law Order Restoration Council [5] The Humanist 11/1/1997 intervista di Clements Alan [6] AFPFL : Anti-Fascist Peoplès League [7] To be free. Stories from Asiàs struggle against oppression. Chee Soon Juan, [8] letters from Burma n.6 Aung San Suu Kyi, 31.12.1995 Mainichi Daily News. www.birmaniademocratica.org [9] Towards a true Refuge . 19 maggio 1993, The Joyce Pearce Memorial Lecture Refugee Studies Programme, University of Oxford . www.birmaniademocratica.org [10] intervento di apertura al Forum delle ONG della Conferenza delle donne, Pechino 31 agosto 1955. www.birmaniademocratica.org [11] Mainichi Daily News. Courage of ordinary people goes unmatched: “Tribute. Letter from Burma (No. 48) Aung San Suu Kyi. www. Brimaniademocratica.org [12] Solidarity Development Association, una organizzazione creata dalla giunta http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=en&catid=fb9143906e6c4cc99a09def69668a23e&docid=a7e67a254a96445bb975674bd1d1511b Sun, 16 Mar 2008 18:13:50 GMT 2b27e837737c4ddea5cfed778022114d ASSK si è detta insoddisfatta dei colloqui con i rappresentanti della giunta Aung San Suu Kyi si e' detta 'insoddisfatta' degli incontri tenuti con i rappresentanti del regime militare al potere in Birmania. Lo ha riferito un portavoce della Lega nazionale per la democrazia Nyan Win alla quale la dissidente appartiene. Dopo un raro incontro tra la Premio Nobel per la Pace Aung San Suu Kyi e i leader del suo partito. Il portavoce ha detto che Aung San Suu Kyi ha poche speranze che la straordinaria pressione internazionale sui generali porti dei frutti. “ dobbiamo sperare per il meglio e prepararci per il peggio” ha dichiarato la leader birmana che è preoccupata che l’incontro di 90 minuti con i leaders del suo partito e un successivo incontro con il ministro di collegamento Aung Kyi, possano dare spunto per false speranze. Il portavoce dell’NLD Aung San Suu Kyi ha anche dichiarato che ai suoi colleghi il timore di essere presa in giro dalla giunta, un gruppo di generali che ha trasformato la rottura delle promesse in un arte, senza tener conto della umiliante sconfitta delle elezioni del 1990. in un altro segno di intransigenza della giunta, al numero due dell’NLD Tin Oo che come Aung San Suu kyi è agli arresti domiciliari dal Maggio 2003, è stato impedito di partecipare alla riunione tenutasi in una struttura del governo birmano, sotto stretta sorveglianza di guardie pesantemente armate.. La polizia in questi giorni non ha smesso di arrestare i dissidenti e gli attivisti per la democrazia. Martedì ha arrestato Nay Phone Latt un politico esperto di blog, in un internet café a Rangoon. 2008-03-22T17:38:29.6400000+01:00 http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=en&catid=fb9143906e6c4cc99a09def69668a23e&docid=2b27e837737c4ddea5cfed778022114d Sat, 22 Mar 2008 16:38:29 GMT c02f6fa99a3a4c29b1b62307cb13687a Aung. San Suu Kyi visita l'India dopo 25 anni Nuova Delhi, 19 ott. (TMNews) - Aung San Suu Kyi andrà in India il mese prossimo per la prima volta dopo 25 anni. Nel paese di Gandhi la leader dell'opposizione birmana ha fatto parte dei suoi studi e sua madre ha lavorato come ambasciatrice. Il 14 novembre a Nuova Delhi il premio Nobel per la Pace (1991) terrà una conferenza al Jawaharlal Nehru Memorial Fund, Fondazione del primo ministro dell'India indipendente. "Sono in corso i preparativi per la conferenza, è un avvenimento molto importante", ha annunciato un membro dell'organizzazione. Un portavoce del ministero indiano degli Affari esteri ha indicato da parte sua che il proseguimento della visita di Suu Kyi, che dovrà includere degli incontri con dei dirigenti, è ancora allo studio. Il primo ministro indiano Manmohan Singh aveva invitato l'ex dissidente, 67 anni, a pronunciare un discorso in India durante la sua visita a Rangoon a maggio scorso, prima trasferta in Birmania di un premier indiano dopo 25 anni. (fonte Afp) 2014-02-13T14:16:22.1470000+01:00 http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=en&catid=fb9143906e6c4cc99a09def69668a23e&docid=c02f6fa99a3a4c29b1b62307cb13687a Thu, 13 Feb 2014 13:16:22 GMT 7ce6bffefcca409c84c0446ccc2106b2 Aggiornato il processo ad Aung San Suu Kyi Mizzima - La corte speciale della prigione di Insein alle 5 p.m. ora locale ha concluso l’udienza del giorno nella quale venivano presentate le tesi finali nel processo contro la leader democratica Aung San Suu Kyi. 2014-02-11T17:46:58.7870000+01:00 Un avvocato che stava aspettando fuori dalla prigione ha detto a Mizzima di aver visto gli avvocati di Aung San Suu Kyi essere scortati fuori dalla prigione in macchina. Anche i sostenitori e i membri del NLD, che stavano aspettando fuori dal carcere, si sono allontanati. La prossima udienza e’ prevista per lunedi’ 27 Luglio. (Puoi leggere l'articolo in orginale su Mizzima) (24 Luglio 2009) http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=en&catid=fb9143906e6c4cc99a09def69668a23e&docid=7ce6bffefcca409c84c0446ccc2106b2 Tue, 11 Feb 2014 16:46:58 GMT bb1cce63827148daae3f18752af4dc79 Birmania: il partito di Aung San Suu Kyi dichiarato illegale La National League for Democracy (NLD), il maggior partito dell’opposizione alla giunta militare birmana, verrà smobilitato il 6 Maggio. Dopo 21 anni, una vittoria elettorale nel 1990 mai accettata dalla giunta e i 14 anni di arresti domiciliari del Premio Nobel per la Pace Aung San Suu Kyi, la Laegue sarà dichiarato illegale perché si è rifiutata di registrarsi per le prossime elezioni. Il Comitato Esecutivo Centrale del partito ha votato all’unanimità di non prendere parte alle elezioni, una decisione difficile da prendere, per protestare contro la legge elettorale, in particolare nella norma che richiede di espellere il suo leader, Aung San Suu Kyi, perché condannata. Come lei, molti degli ufficiali del partito hanno sofferto, sono stati torturati e imprigionati per crimini di opinione. Tuttavia, l’NLD ha detto che la lotta per la democrazia in Birmania continuerà contro la dittatura militare, che governa il Paese dal 1962. “Non siamo tristi” ha detto Tin Oo, il vicepresidente dell’NLD – 83 anni – che ha passato molto tempo in prigione “Noi abbiamo onore. Un giorno torneremo, torneremo per la volontà del popolo”. “Non smobiliteremo il partito” ha detto uno degli attivisti vetereni del partito Win Tin, 80 anni, che è stato rilasciato nel 2008 dopo 19 anni di prigione. “Ma ricordi” ha aggiunto “non c’è nulla di nuovo in questo. Abbiamo già visto i nostri uffici chiusi in tutto il Paese, le nostre bandiere e le nostre insegne smantellate. Siamo abituati alla repressione”. Le elezioni generali sono programmate tra Ottobre e Novembre di quest’anno, ma non c’è una data precisa. Il loro obiettivo è quello di rafforzare il potere della giunta nel Paese. Un quarto dei seggi del nuovo Parlamento saranno riservato ai militari; i soldati che hanno recentemente abbandonato l’uniforme saranno considerati civili, un modo per rafforzare il potere militare nella futura legislatura. La leader dell’opposizione Aung San Suu Kyi è stata esclusa da una legge fatta appositamente contro di lei. (Puoi leggere la seconda parte dell'articolo qui) (9 Maggio 2010) 2014-02-13T14:12:15.1970000+01:00 http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=en&catid=fb9143906e6c4cc99a09def69668a23e&docid=bb1cce63827148daae3f18752af4dc79 Thu, 13 Feb 2014 13:12:15 GMT eadfbcef2c6844cfa13ddc81956146c5 Birmania: Concesso visto d'ingresso a figlio Aung San Suu Kyi AGI/AFP - Rangoon, 22 nov. - La giunta militare al potere nel Myanmar, l'ex Birmania, ha concesso il visto d'ingresso a Kim Aris, il figlio minore della leader dell'opposizione democratica Aung San Suu Kyi, rilasciata il 13 novembre scorso dagli arresti domiciliari dopo oltre sette anni. L'ha annunciato uno degli avvocati della premio Nobel per la Pace '91, Nyan Win, secondo cui il 33enne Kim si trova a Bangkok, e' gia' materialmente in possesso del visto e "sta cercando di arrivare oggi stesso" nel Paese di origine della madre. Quest'ultima, ha aggiunto il legale, andra' ad accoglierlo di persona all'aeroporto di Yangon, la vecchia capitale gia' chiamata Rangoon. (22 Novembre 2010) 2014-02-13T14:16:00.5400000+01:00 http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=en&catid=fb9143906e6c4cc99a09def69668a23e&docid=eadfbcef2c6844cfa13ddc81956146c5 Thu, 13 Feb 2014 13:16:00 GMT db18b1b9241a4b44b46e2bf709d7d401 Clinton: Liberate Aung San Suu Kyi e gli Stati Uniti potranno investire in Birmania - Articolo di Wai Moe Irrawaddy – Se la giunta militare birmana rilascerà il Premio Nobel per la Pace Aung San Suu Kyi, gli Stati Uniti d’America punteranno ad espandere le proprie relazioni con la Birmania, anche in termini di investimenti. Queste le parole del Segretario di Stato Hillary Clinton mercoledì a Phukhet. “Stiamo chiedendo il rilascio di Aung San Suu Kyi, che noi riteniamo molto importante. E’ davvero cruciale che venga liberata da ogni capo d’accusa” ha detto ai giornalisti durante una conferenza stampa. 2014-02-13T14:16:47.3230000+01:00 “E qualora venisse liberata, si aprirà l'opportunità, almeno per quanto riguarda il mio Paese, di espandere le relazioni con la Birmania, anche in termini di maggiori investimenti. Ma ora tutto è nelle mani della leadership birmana” ha aggiunto la Clinton. L’Amministrazione Clinton impose sanzioni economiche alla Birmania a partire dal 1997, impedendo di fatto nuovi investimenti nel Paese guidato dai militari. Gli Stati Uniti misero sanzioni più dure nel 2003, proibendo le importazioni dalla Birmania, in seguito all’attacco del convoglio di Aung San Suu Kyi a Depayin da parte di delinquenti (n.d.r. thugs) sostenuti dal governo centrale. Alla conferenza stampa di mercoledì, la Clinton ha ripetuto le preoccupazioni americane sulla cooperazione militare tra Birmania e Corea del Nord e sul tentativo di dotarsi di “armi d’attacco incluse quelle nucleari”. “Ci sono molti temi che la Birmania pone all’intera regione, non solo agli Stati Uniti” ha detto “Penso sia importante incoraggiare la leadership birmana ad iniziare un processo di apertura, perseguendo il modello che altri Paesi dell’Asean stanno seguendo”. A Bangkok, questo martedì, la Clinton aveva detto ai giornalisti che l’Amministrazione Obama è preoccupata dei crescenti legami tra i due regimi asiatici, Corea del Nord e Birmania. “Sappiamo che ci sono crescenti timori sulla cooperazione nucleare tra i due Paesi, che noi prendiamo molto seriamente. Questo scenario destabilizzerebbe tutta la regione” aveva detto il Segretario di Stato “Porrebbe una minaccia diretta ai Paesi che confinano con la Birmania. E questo è qualcosa che noi, come alleati della Thailandia, stiamo prendendo molto seriamente”. La Clinton, che partecipa in questi giorni all’Asean Regional Forum a Phukhet, ha detto che la Birmania sta andando nella direzione opposta a quella degli altri Paesi del Sud-Est asiatico che, come gli Stati Uniti, desiderano che il governo militare in Birmania modifichi il proprio comportamento. La Clinton ha inoltre detto che la giunta birmana avrebbe un futuro migliore se abbandonasse l’isolamento e trattasse il proprio popolo in modo migliore. Durante un'intervista al “The Nation”, un network televisivo thailandese, Hillary Clinton ha detto che l’Asean dovrebbe considerare l’ipotesi di espellere la Birmania dal blocco regionale, qualora la giunta mancasse di rilasciare la leader democratica Aung San Suu Kyi. Prima di volare per Phukhet, la Clinton ha incontrato parecchi attivisti a Bangkok, inclusa Dr. Cynthia Maung, la nota attivista birmana e Premio Magsaysay. Dopo esser scappata in seguito alla rivolta del 1988, Cynthia Maung ha costruito una clinica a Mae Sot dove lei e gli operatori sanitari che operano con lei curano rifugiati e immigrati. L’ex first lady Laura Bush aveva visitato la sua clinica nell’Agosto del 2008. (Puoi leggere l'articolo in originale su The Irrawaddy) (22 Luglio 2009) http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=en&catid=fb9143906e6c4cc99a09def69668a23e&docid=db18b1b9241a4b44b46e2bf709d7d401 Thu, 13 Feb 2014 13:16:47 GMT b84eb64d21f34a1685ed7edea4326441 Conferenza stampa della leader birmana Aung San Suu Kyi 2014-02-13T14:17:11.7230000+01:00 La leader democratica birmana Aung San Suu Kyi ha dichiarato in una conferenza stampa lunedì che la fine delle sanzioni economiche occidentali dipende dal grado di progresso politico e dei diritti umani del quasi governo civile paese. Ha dichiarato che le nazioni straniere che hanno imposto sanzioni, compresi gli Stati Uniti e il blocco dei paesi della UE, prima di sospendere le sanzioni, dovranno verificare se vi sono stati notevoli progressi. La Conferenza stampa di Suu Kyi, che si è tenuta presso la sede della Lega Nazionale per la Democrazia (NLD) a Rangoon, ha segnato il primo anniversario del suo rilascio dagli arresti domiciliari. Nel suo intervento ha chiarito che la Birmania deve ancora raggiungere lo stadio rispetto al quale la sua gente riterrà di sentirsi fiduciosa che il paese è sulla strada della vera democrazia. "C'è stato qualche progresso nel corso dell'ultimo anno, ma non ancora abbastanza," ha detto. "Una questione cruciale è lo stato di diritto, senza il quale non possiamo fare progressi su questioni quali i diritti umani, la liberazione dei prigionieri politici, gli sforzi per una pace interna o lo sviluppo sociale ed economico nel nostro paese." Ha anche chiesto un governo onesto e un sistema giudiziario giusto elementi alla base della fondazione di una nazione democratica, sottolineando che nell’ assenza permanente dello stato di diritto, la Birmania non sarà in grado di attirare investimenti esteri. Ma ha anche ribadito il suo ottimismo sugli sviluppi sotto il nuovo governo-che ha assunto l'incarico attraverso le elezioni fortemente truccate del novembre 2010-ed ha esortato la cittadinanza del paese ad essere realistici nel quadro delle attuali evoluzioni . "Abbiamo bisogno di visioni ottimistiche e di idee. Dobbiamo cambiare le nostre opinioni nel momento in cui c’è bisogno di cambiare. Sulla base delle nostre convinzioni, al momento opportuno dobbiamo anche essere in grado di assumere dei rischi ", ha detto, alludendo alla possibilità crescente che l’ NLD possa registrarsi nuovamente a fronte delle ultime modifiche della legge sulla registrazioni dei partiti politici secondo la quale potrebbe essere eletta in parlamento. Alla conferenza stampa, però, Suu Kyi non ha fatto alcun annuncio pubblico e non ha espresso la sua opinione sul fatto che l’ LND debba registrare nuovamente e contestare le elezioni parlamentari. Suu Kyi ha anche fatto appello ai membri delle forze armate birmane per la solidarietà con la cittadinanza e ha chiesto di lavorare insieme verso l'obiettivo di instaurare la democrazia in Birmania. "Tutti i membri dell'esercito sono anche cittadini del paese. Così come lo siamo tutti noi. Se tutti noi siamo allo stesso tempo cittadini, allora vorrei chiedersi perché non possiamo lavorare insieme. Dobbiamo essere in grado di farlo ", ha dichiarato. I suoi commenti hanno evidenziato il ruolo importante delle forze armate del paese, che era stata governato da successive dittature militari dal 1962, quando i militari in un colpo di stato presero il potere da un governo democraticamente eletto, fino a quando il precedente regim ha consegnato il potere all’attuale governo nominalmente civile guidato da ex generali militari. Secondo la Costituzione della Birmania, l'esercito controlla un quarto dei seggi nel Parlamento nazionale ed esercita anche un'influenza sostanziale attraverso il Consiglio per la sicurezza e la Difesa Nazionale, un organismo che si presume prenda le decisioni finali circa gli aspetti più importanti del governo del paese. Per quanto riguarda i conflitti etnici irrisolti, Suu Kyi ha detto che sia i governanti del paese che il leader etnici devono ripristinare la fiducia gli uni negli altri. La leader democratica anche chiesto il rilascio dei prigionieri politici del paese e ha notato la discrepanza tra il numero di prigionieri politici elencati dalla LND e il numero dichiarato dalla Commissione dei Diritti Umani sostenuta dal governo. Domenica scorsa, la Commissione dei Diritti Umani ha inviato una lettera aperta al Presidente Thein Sein nella quale lodava il governo per la liberazione, il mese scorso, di circa 200 dei 500 prigionieri politici nel paese, e chiedendo un ulteriore rilascio di prigionieri. Suu Kyi, tuttavia, ha detto che l'elenco dei prigionieri politici raccolto dall'NLD è più lungo rispetto alle 500 persone a cui ha fatto riferimento la Commissione, e ha dichiarato che prenderà in esame la questione. http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=en&catid=fb9143906e6c4cc99a09def69668a23e&docid=b84eb64d21f34a1685ed7edea4326441 Thu, 13 Feb 2014 13:17:11 GMT 69cdbc7ba13845eaa15dae8c2e2f6e3b Condizioni degli arresti domiciliari: gli avvocati preparano il ricorso in appello per Suu Kyi Democratic Voice of Burma – Gli avvocati della leader dell’opposizione Aung San Suu Kyi sono pronti a fare appello contro la sua sentenza la prossima settimana, per il fatto che le condizioni degli arresti domiciliari sono più dure di quelle precedenti. Suu Kyi ha incontrato i suoi avvocati ieri nella sua residenza di Rangoon dove sta scontando la pena a 18 mesi di arresti domiciliari. 2014-02-11T17:39:42.4830000+01:00 “Abbiamo discusso in gran parte di un appello che riconsideri la sentenza pronunciata dalla corte di Insein” ha dichiarato il suo avvocato Nyan Win. “Abbiamo portato con noi la bozza dell’appello che abbiamo scritto, che sarà emendato nei prossimi giorni”. La versione conclusiva dell’appello sarà presentata la prossima settimana. Nyan Win ha detto che gli avvocati hanno anche parlato con Suu Kyi delle nuove condizioni imposte dal governo ai suoi arresti. “Nei precedenti arresti domiciliari, le era concesso sia di incontrarsi con membri della famiglia sia di ricevere un check-up medico regolarmente, ma tutto ciò le è stato negato questa volta” ha detto Nyan Win, aggiungendo che molti tratti delle nuove condizioni sono ambigui. Suu Kyi è stata condannata l’11 Agosto ad una pena commutata in 18 mesi di arresti domiciliari, in seguito alla visita nella sua residenza nel mese di Maggio del cittadino americano John Yettaw. Yettaw, che era stato condannato a sette anni di duro lavoro, è stato rilasciato la settimana scorsa in seguito alla visita in Birmania del Senatore statunitense Jim Webb. Webb, che ha anche incontrato Suu Kyi, ha dato il via ad una controversia in seguito alla sua visita, lasciando pensare che Suu Kyi avesse fatto intendere un cambiamento nella sua posizione tradizionalmente favorevole alle sanzioni. Da qui anche un editoriale pubblicato ieri sul New York Times. “Daw Aung San Suu Kyi ha detto di non pensare che i commenti (n.d.r. di Webb) riflettano la politica dell’Amministrazione Obama” ha detto Nyan Win. Nyan Win ha dichiarato che la National League for Democracy (NLD) è stata informata dall’Ambasciata USA a Rangoon che tre esperti umanitari dal Senato USA si incontreranno con il partito oggi. Non è chiaro tuttavia cosa sarà discusso all’incontro (Vedi l'articolo "Funzionari del Congresso americano incontrano l'NLD") (Puoi leggere l'articolo in originale su Democratic Voice of Burma) (30 Agosto 2009) http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=en&catid=fb9143906e6c4cc99a09def69668a23e&docid=69cdbc7ba13845eaa15dae8c2e2f6e3b Tue, 11 Feb 2014 16:39:42 GMT 0f7ae01d579e46beb3f70325de76ca45 Condizioni degli arresti peggiori per Aung San Suu Kyi Associated Press – Il regime di detenzione della leader democratica birmana Aung San Suu Kyi si è fatto più duro dal momento della condanna ricevuta per aver violato i termini dei precedenti arresti domiciliari. Queste le parole del suo avvocato martedì. La giunta militare birmana non ha dato risposta alla richiesta di Suu Kyi di ricevere una visita del proprio medico personale, ha detto Nyan Win, suo avvocato e portavoce del suo partito, la National League for Democracy. 2014-02-11T17:40:06.7900000+01:00 Nyan Win ha anche detto che a lui e ai suoi colleghi non è stato ancora permesso di incontrare il Premio Nobel per la Pace, dalla condanna dell’11 Agosto, per discutere di un appello. “Il regime attuale imposto a Daw Aung San Suu Kyi è peggiore di quello precedente” ha detto. Daw è una formula di rispetto. Una corte birmana ha giudicato Suu Kyi, 64 anni, colpevole di aver dato rifugio ad un intruso americano, non invitato. La sua sentenza a tre anni di prigione è stata poi ridotta a 18 mesi di arresti domiciliari da un ordine della giunta. Suu Kyi è stata fatta tornare alla sua residenza, che è severamente controllata, già dal giorno della condanna. La leader democratica è stata agli arresti per circa 14 degli ultimi 20 anni a causa della sua attività politica non violenta, ma quest’anno è stata la prima volta che è stata incriminata penalmente. La corte ha stabilito 8 regole per i suoi nuovi arresti domiciliari, che erano state considerate più aperte di quelle precedenti, che l’hanno tenuta in quasi completo isolamento. Ora Suu Kyi e le due donne che vivono con lei potrebbero ricevere visite senza autorizzazione, avere cure mediche, leggere i giornali di stato e ascoltare la televisione di stato. Ma Nyan Win ha detto che le autorità non hanno ancora accolto la richiesta di Suu Kyi di avere il proprio medico personale anzichè quello del regime. Ha aggiunto che Suu Kyi chiede il suo dottore “perché lui conosce bene la sua storia clinica”. Suu Kyi aveva detto ai suoi avvocati di aver bisogno di chiarimenti dalle autorità riguardo ai termini dei propri arresti domiciliari, riguardo al diritto di visita e alla copertura medica. Nyan Win ha detto che non è chiaro se le sarà concesso di incontrare le persone che vuole, o se le persone che vogliono visitarla possono presentare una domanda. Nyan Win ha detto che è ora più difficile mandare a Suu Kyi libri rispetto a quando era nella Prigione di Insein durante il processo, perché ogni libro deve essere controllato, il ché comporta giorni. (Puoi leggere l'articolo in originale su Burmanet) (26 Agosto 2009) http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=en&catid=fb9143906e6c4cc99a09def69668a23e&docid=0f7ae01d579e46beb3f70325de76ca45 Tue, 11 Feb 2014 16:40:06 GMT 0edf2327e266497caca737df03a19915 I leader dell’Asem chiedono alla giunta di rilasciare Aung San Suu Kyi Pressioni crescenti sulla giunta militare dopo che i Ministri degli Esteri dell’Asia e dell’Europa, in un comunicato congiunto, ai margini del meeting ASEM di Hanoi, hanno rinnovato la propria richiesta per il rilascio della leader dell’opposizione democratica in Birmania Aung San Suu Kyi e degli altri prigionieri politici. Riportiamo la notizia tratta da Bangkok Post e AFP. 2014-02-11T17:40:34.6200000+01:00 BANGKOK POST e AFP - More pressure is being piled on Burma as Asian and European foreign ministers renew their calls for the release of opposition leader Aung San Suu Kyi and other political prisoners. A joint press statement, issued at the end of the Asia-Europe Meeting (Asem) in Hanoi yesterday, called for the early release of all political detainees in Burma, including Mrs Suu Kyi, and the lifting of all restrictions placed on political parties. The call came as the National League for Democracy (NLD) leader yesterday testified in a Rangoon court for the first time in answer to charges she violated the terms of her house arrest. Prime Minister Abhisit Vejjajiva yesterday defended the statement, saying it was endorsed by senior Asean officials and Asean foreign ministers. The position was supported by former Thai ambassador to Burma Poksak Nilubol. “We are justified in expressing concern because as an immediate neighbour we are affected by the spillover of Burmese domestic political turbulence, as well as other side effects,” he said. The Asean Inter-Parliamentary Burma Caucus yesterday called on Asean to suspend Burma’s membership if its military regime continued to detain Mrs Suu Kyi. It also urged Asean members to consider imposing targeted sanctions against Burma. But Mr Kasit said suspending Burma’s membership would be a setback. “What Asean has done is not to protect Burma but to encourage Burma to become a responsible member of Asean and the international community,” the foreign minister said. Previous sanctions only affected the impoverished Burmese people, he said. Mrs Suu Kyi said at her trial at Insein Prison yesterday she did not violate the terms of her house arrest by offering “temporary shelter” to John Yettaw, the US man who swam to her lakeside home. The statement also urged the Burmese government to hold multi-party elections next year in a free and fair manner. Burma dominated the two-day Asem meeting with its Foreign Minister Nyan Win being criticised by his counterparts from the European Union, a source at the meeting said. The source quoted the EU ministers as saying statements from the international community did not constitute interference in Burma’s internal affairs. The Burmese minister countered that Mrs Suu Kyi’s trial was, indeed, an internal matter. “Burma is at the turning point of democracy and doesn’t want this process interrupted,” the source quoted Nyan Win as telling the meeting. The Burma issue will be tabled for discussion today by Asean foreign ministers in Phnom Penh ahead of the AseanEU meeting there, according to Foreign Minister Kasit Piromya. Burma was upset by Thailand’s call as Asean chair for it to release the NLD leader immediately, and also by the warnings to the junta that its credibility would be shattered if it continued to hold Mrs Suu Kyi in detention. Prime Minister Abhisit Vejjajiva yesterday defended the statement, saying it was endorsed by senior Asean officials and Asean foreign ministers. The position was supported by former Thai ambassador to Burma Poksak Nilubol. "We are justified in expressing concern because as an immediate neighbour we are affected by the spillover of Burmese domestic political turbulence, as well as other side effects," he said. The Asean Inter-Parliamentary Burma Caucus yesterday called on Asean to suspend Burma's membership if its military regime continued to detain Mrs Suu Kyi. It also urged Asean members to consider imposing targeted sanctions against Burma. But Mr Kasit said suspending Burma's membership would be a setback. "What Asean has done is not to protect Burma but to encourage Burma to become a responsible member of Asean and the international community," the foreign minister said. Previous sanctions only affected the impoverished Burmese people, he said. Mrs Suu Kyi said at her trial at Insein Prison yesterday she did not violate the terms of her house arrest by offering "temporary shelter" to John Yettaw, the US man who swam to her lakeside home. http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=en&catid=fb9143906e6c4cc99a09def69668a23e&docid=0edf2327e266497caca737df03a19915 Tue, 11 Feb 2014 16:40:34 GMT 1fe085e4158543238514b07ce6c7a645 Giro di vite sulla sicurezza per il verdetto contro Suu Kyi – Articolo di Saw Yan Naing IRRAWADDY - Da mercoledì mattina sono state rafforzate le misure di sicurezza attorno alla prigione di Insein a Rangoon e ai negozi è stato ordinato di rimanere chiusi questo venerdì, giorno in cui è programmato il verdetto conclusivo del processo contro la leader dell’opposizione Aung San Suu Kyi. Due battaglioni di polizia hanno già raggiunto le forze di sicurezza che stazionavano attorno alla prigione in vista del possible scoppio di proteste, secondo quanto riferiscono fonti a Rangoon, che raccontano anche come le autorità siano di fatto preoccupate circa possibili manifestazioni. Poliziotti in tenuta antisommossa fanno guardia all'ingresso della Prigione di Insein (Associated Press, da Irrawaddy) 2014-02-11T18:00:14.1700000+01:00 Dozzine di sostenitori di Suu Kyi si sono radunati regolarmente fuori dalla prigione di Insein per ogni giorno del processo. Uno dei più importanti leader dell’opposizione, Win Tin, dirigente della National League for Democracy, si è aggiunto a chi è venuto a raccolta. Nella giornata di martedì, Win Tin ha raccontato di essere giunto in prossimità della Prigione di Insein, rimanendo per circa quaranta minuti per manifestare la propria solidarietà alla collega, Suu Kyi. Martedì sono stati presentati gli ultimi argomenti del processo mentre il verdetto è atteso per venerdì. I diplomatici che erano presenti in aula hanno detto di aver sentito Suu Kyi usare queste parole “Temo che il verdetto sarà dolorosamente ovvio” (n.d.r. “I’m afraid the verdict will be painfully obvious”), secondo quanto riportato dall’Associated Press. Dopo la sessione finale di martedì, Suu Kyi ha detto al proprio avvocato, Nyan Win, che il procedimento “mostrerà se nel Paese esiste o meno lo stato di diritto”. Suu Kyi potrebbe ricevere fino a cinque anni di carcere se ritenuta colpevole. E’ accusata di aver violato i termini dei propri arresti domiciliari. Il suo processo è iniziato il 18 Maggio venendo rallentato dalla decisione della corte di aggiornare le udienze numerose volte. Suu Kyi ha passato circa 14 degli ultimi 20 anni agli arresti domiciliari. L'ultimo periodo da reclusa, che di fatto ancora sta vivendo, è iniziato nel Maggio del 2003. (Puoi leggere l'articolo in originale su The Irrawaddy) (29 Luglio 2009) http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=en&catid=fb9143906e6c4cc99a09def69668a23e&docid=1fe085e4158543238514b07ce6c7a645 Tue, 11 Feb 2014 17:00:14 GMT ba101b73010c4948afec95ca0c8cb0fb Il gruppo “Amici della Birmania” convocato dal Segretario Generale ONU chiede il rilascio di Aung San Suu Kyi. 2008-10-03T12:15:33.5870000+02:00 Il gruppo “Amici della Birmania” convocato dal Segretario Generale ONU chiede il rilascio di Aung San Suu Kyi. Il Segretario generale dell’ONU Ban Ki- moon ha convocato il 27 settembre il primo incontro di alto livello del gruppo informale “amici della Birmania”. Il gruppo comprende i cinque membri permanenti del Consiglio di Sicurezza, Indonesia, Singapore, Thailandia, Viet Nam, la UE, India, Giapppone, Australia e Norvegia. alla riunione i membri del gruppo hanno discusso i futuri impegni con il regime birmano compreso la visita nel paese del Segretario Generale dell’ONU, programmata per Dicembre. Il Ministro degli esteri di Singapore ha espresso riserve circa la visita di Ban Ki-moon e ha dichiarato che il Segretario Generale non dovrebbe andare a meno che non vi siano chiari segnali di progresso. I rappresentanti dei paesi nel gruppo amici della Birmania, hanno chiesto alla giunta militare il rilascio di tutti i prigionieri, compreso Aung San Suu kyi e l’inizio del dialogo con l’opposizione. Ban Ki-moon cha dichiarato in un comunicato che la riunione “è un chiaro segnale della importanza che la comunità internazionale pone sulla situazione in Birmani” Il Consiglio di sicurezza ONU ha chiesto che il regime militare liberi tutti i prigionieri politici, apra un dialogo con l’opposizione e apra il processo politico e ponga fine agli abusi dei diritti umani. “il popolo bon è stato dimenticato dalla comunità internazionale” ha dichiarato il Ministro degli esteri David Miliband “ la verità è che il regime tiene stretto gelosamente il suo potere e controlla ciò che ha”. http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=en&catid=fb9143906e6c4cc99a09def69668a23e&docid=ba101b73010c4948afec95ca0c8cb0fb Fri, 03 Oct 2008 10:15:33 GMT 94675468d20a4d9fbd04ae02702c8570 Intervista ad Aung San Suu Kyi 2008-03-16T20:13:39.1330000+01:00 Over the last couple weeks, The Irrawaddy has conducted two exclusive interviews with Burmese democracy leader Aung San Suu Kyi. "I want to see unity." Aung San Suu Kyi speaks with Irrawaddy Editor Aung Zaw about the continuing process of national reconcilliation. "I see us in five years’ time as struggling, but I hope struggling happily and with liberty." Tony Broadmoor sits down with Aung San Suu Kyi at the National League for Democracy headquarters in Rangoon. Aung San Suu Kyi: "I want to see unity" In an exclusive interview with The Irrawaddy, Aung San Suu Kyi spoke over the telephone with Editor-in-Chief, Aung Zaw. Burma's pro-democracy leader discusses the next steps that are required for national reconciliation, Burma's relationship with Thailand, the role of the press, and called for the unity of all the peoples of Burma. Q: The military government and your party have both said that the phase of confidence building is over. But there is still a lack of confidence between the people and the government. Can you explain more about the confidence-building process? A: We can consider the situation in this way: Trust building is a never-ending process. It is a continuing process even between a democratic government and its peoples. We hear it so often. When the people lose trust in the government, it loses power in the next election. If we think about trust building in this way, it is something that has to be carried out on a continuing basis. We accept this as a fact. But what we are specifically referring to is the confidence building (not trust building) that started in 2000 between the Burmese military junta and the NLD. Q: What about restrictions imposed on you and the NLD? Have the authorities lifted restrictions on you and the NLD? If there are no restrictions, can you publish a newspaper? Press freedom is very important and I believe it must play a role to promote democracy and national reconciliation. Burmese people have a lot of things to discuss in the media. A: First of all, I have not heard the regime mention anything about lifting restrictions on the NLD. My release has been unconditional …. The regime has not said that all restrictions on the rights of the NLD have been taken away. That’s why we have stated up until now that we will work for the freedom of not only the NLD but also other political parties. Regarding the dissemination of information, we will apply for the right (to publish a party newspaper). We have a plan (to do so). We’ll see whether this will be allowed. As you mentioned, we have already accepted that there must be freedom of expression and (dissemination of information through media) to bring about a democracy. Q: What do you think of the Myanmar Times? Have they ever approached you for an interview? A: A reporter from the Myanmar Times came to my press conference when I was released on May 6. We know that it is not only us but also the Myanmar Times that has to endure censorship. Q: There have been continuous human rights violations taking place in the provinces and in prisons. The NLD always spoke out against these human rights abuses in the past in official statements. Will you continue to raise these issues? Do you have any plans to cooperate with the government in order to reduce these abuses? A: Regarding the release of political prisoners, we have prioritized it as one of the most crucial issues—that they are all released unconditionally and at the earliest possible date. The Burmese junta knows it as well. This happens to be one of the things that I have mentioned again and again since I was released. We are totally frustrated at the slow progress in the release of political prisoners. We want them to be released immediately and unconditionally. The fact that we have not issued any statements (regarding the status of the talks) is not because there was an official agreement (between the junta and the NLD). Let’s just say it is an understanding. In an effort to build trust during the confidence-building stage, the regime stopped publishing slanderous articles about us; it was their own decision, and not because we asked them to do so. When the authorities stopped attacking us, in return we also stopped criticizing the activities of the regime by discontinuing our statements. However, this does not mean that we have stopped speaking out against the injustices and human rights abuses. We have informed those who should be informed on these matters. Q: I now want to ask you about Asean and Thailand. What do you think of Mahathir Mohamed's back door policy toward Burma? What is your opinion of the Thaksin Shinawatra government in Thailand? A: Regarding the peoples of Asean, we deem it best if we can all build close friendship among ourselves. Particularly, Thailand is one of our neighboring countries. This is not going to change; it will be our neighbor as long as the world exists. That’s why it is of the utmost importance to develop a good relationship with a neighbor (like Thailand). My take is that we’ll have to wait and see at the moment. It’s a little too early to comment. I think that Thailand has changed its stance with regard to the NLD, which has been working for democracy inside Burma. I mean the change has been positive. However, it is still too early to say much in regard to this question. Q: In 1995, you have said that Thai people were supportive of the democracy movement in Burma. A: I truly have a positive outlook on the peoples of Thailand. We want them to reciprocate in the name of understanding and friendship. I understand that our problems spill over the border. All of us will have to cooperate so as to prevent such spillovers happening in the future. Q: What do you think of exiled activists, politicians and organizations? Do you think they will have a role in Burma in the future? A: All the people of Burma will have a role in the future of our country. If anyone wishes to participate (in the affairs of the country), he will have opportunities. But if you ask me what I think about organizations both within and outside the country, what I want to say is, I want to see unity. Because we have so many organizations, we can experience differences in opinions. We all want democracy. If we cannot bring about unity and understanding at a crunch time like this, it will be more difficult to do so when we return to normalcy. Q: You are now rebuilding the NLD party. How do you respond to the criticism that the party’s leadership is aging and that mid-level leadership is not strong enough to replace older leaders? A: I don’t see it that way. I don’t understand why we are asked sometimes why the older leadership is not replaced with young blood. It is true that the NLD leaders are old, but they are quite competent. In addition, it is the youth and those in middle age who have always supported our work. I believe that if they are very competent and clever, they will have opportunities in the future to make it to the top. This interview was conducted by phone. It was also broadcast on Radio Free Asia [RFA]. [Top] "I see us in five years’ time as struggling, but I hope struggling happily and with liberty." Freshly released from nearly two years under house arrest, Daw Aung San Suu Kyi sits down with Tony Broadmoor for an exclusive interview at the National League for Democracy (NLD) headquarters in Rangoon. Speaking shortly after a trip to the party’s office in Shwe Pyi Thar—the first time in 13 years that she has been free to visit another NLD office—she discusses the current state of the NLD and the challenges that lie ahead. Q: You have an incredible grassroots following right now that seems to be nearly 100 percent when you go around the country and talk to people. I realize the majority of these people are not registered members of the NLD or other opposition parties. How can you harness this force? What needs to happen to make these voices heard? A: Well, this is the main reason why we have been working for the rights of political parties to operate freely, because in any country the only way you get the people to have a voice is through political parties, and that is our prime motive in asking that political parties be allowed to operate freely. This is why the NLD has been struggling over these last years to carry on, that we may have the opportunity to give a voice to these people. Mind you, I don’t think we are the only political party that can do it. I think especially in the ethnic nationality areas they have their own parties, which should be allowed to operate freely. Q: During the 20 months of the talks, did you detect an element of sincerity from the generals? Was there any change in their attitude compared to your previous encounters? A: I think you have to say there is a change in their attitude; otherwise we wouldn’t be where we are. And as to the matter of sincerity, this is for time to give the answer. Q: Do you see your release as a face-saving gesture for the United Nations and the SPDC, or is it a genuine sign of progress? What do you think of the role of the UN special envoy? A: I don’t think it was a face-saving gesture for either, because I don’t think it is face saving that is involved. We have faith in Mr Razali’s goodwill, but certainly we have confidence that the United Nations wants what is best for Burma and that the United Nations wants to implement what is spelled out in the United Nations’ resolution on Burma. And we look upon Mr Razali as a man of integrity who is truly interested in bringing about desirable change, so I certainly don’t think this is a face-saving gesture on his part and on the part of the SPDC. Q: What might push the SPDC to change? A: I think the impetus behind any decision to change is the realization that either change is really for the best and you accept what is for the best, or you see that change is inevitable and you decide to gracefully go the way of change. This is usually the reason why people change—because they think it is for the better or because they think they cannot avoid it. Q: Do you feel that there are members of the regime who recognize the magnitude of Burma’s social and economic crises and truly want peace and change, but are afraid to speak up—people who ultimately support you and what you stand for? A: I don’t know whether there are people [in the military] who support me, or who support the NLD, but certainly I’d think there must be people who realize the enormity of our economic and social problems. Whether or not they dare to speak up, and why they would not dare to speak up if they do not dare, that one would only know if you had an inside knowledge of the regime, which I certainly do not have. Q: You have stated that your release was "unconditional". However, [NLD Secretary] U Lwin told me earlier this week that the government did set one condition: that you are "not permitted to disturb the peaceful situation in the country". Can you comment on this? A: Well, I think you will have to ask U Lwin about it because I don’t know to what he is referring at all. Q: You are now calling for an immediate start to the next step of the reconciliation process. Have there been any developments over the past few days? A: We have nothing to say about that. Q: In 1999 you said that you felt it would not take another ten years for democracy to come to Burma. Do you have any vision of Burma five years from now? A: I am not a visionary . . . I can just see us working harder in five years time because this is what everybody has got to be prepared for, to work harder and when we get democracy we have to work even harder. There seems to be this perception in some circles that once we get democracy, we can all sit back and take it easy, but it is nothing like that at all. It means that once we get democracy we have to work very, very hard, much harder than we have ever worked, because we will then have the opportunity to be free to work and we need to work in order to catch up, because we have fallen behind so very badly over the past decades. So I see us in five years’ time as struggling, but I hope struggling happily and with liberty. Q: What is the next step for the National League for Democracy? A: Well, the present step at the moment (is to) work very hard to do exactly the sort of thing you were talking about when you asked the first question. To ensure that we are in touch with the people so we can act as their voice, or rather, so that we can make their voice heard. This is why we started reorganizing the party and reopening party offices—not just for the simple joy of hanging up the party signboard, but because we want to be able to work and we want to be able to get to the people. Just now I was at one of our townships reorganizing the youth committee there. We want more young people to be involved because this is our future. And I am very pleased that in spite of all the difficulties, we have young people coming forward prepared to take up responsibilities in the youth wing of the NLD. And we have been reorganizing our township committees. Then we want to go right down to the village and ward level so that exactly the sort of people you are talking about can make their voice heard through us. They can tell us what they want us to do, so that the lines of communication are open. Q: There seems to be a lack of political consciousness among people under 20 in Burma. Are some of the people joining these committees between 18-25? A: Yes, teenagers. Most of our new recruits are around that age because our youth wing does not take people after the age of 35. We have to keep filling the places. We have to keep getting new people. We manage. This morning I was taking a look at our new youth committee. There were 14 on the committee and I would have thought that at least half of them were under the age of 25, but I don’t know this just by looking. Some of them look very young. Previously we limited membership of our youth wing to 30 because I think this is the international norm for youth clubs, youth committees. But we extended it to 35 because of the difficulties of getting young people—especially after the regime made it practically impossible for university students to join political organizations. So we extended it to 35, but a couple of years ago I started reorganizing the committees with this in mind. I think some who were 35-plus were not too happy about it, but we have to stop somewhere. Otherwise, you know, our chairman will be a member of the youth wing if we keep on extending it 35-40, 40-45 and go on like that. So I can see the danger of professional youth members. Q: You have said since your release that your stance on sanctions, humanitarian aid and tourism has remained unchanged. The issue of humanitarian aid is obviously a sensitive one, one that needs to be addressed in the near term. A: We will keep looking into this issue in a very practical way. We want to look into some of the humanitarian aid projects which are going on in Burma, and we would like to see how effective they are and whether they are getting aid to the right people in the right way. This is something that we keep reiterating—that it is not just a matter of giving aid, but it has to be given to the right people in the right way, which is to say it has be given to the those who really need it, in a way that will strengthen civil society, not in a way which will entrench the people in the mode of totalitarian rule. Q: Would you support increased humanitarian aid if it could be proven that it was being delivered directly to those in need and not prolonging the regime’s grip on power? A: Well we have never said no to humanitarian aid as such. We have always said humanitarian aid must be given to the right people in the right way, which of course calls for accountability and transparency. And of course we always say that the minimum necessary requirement is independent monitoring, and this has been our stand throughout. If people thought that we simply said no to humanitarian aid it was a misunderstanding of our position, because we have never said that. We have always said that humanitarian aid must be given to the right people in the right way. That would mean there is a need for transparency and accountability and there must be independent monitoring to ensure that there is accountability. Q: Some of the aid people I have spoken to are worried that an influx of new international non-governmental organizations (INGOs) could make things more difficult for those already here. What do you think of these concerns? A: Surely they should not be so much concerned about their role as concerned about the general humanitarian situation. This is something that we worry about—that there are some organizations that are a little bit more concerned about their position, rather than about the common goal. This is human nature. I don’t think that just because you belong to an INGO you are absolutely without failings of any kind. Q: Do you see a federalist nation for the future of Burma? A: We think that to be a true and lasting union it would have to be of a federalist nature. I think it is important that the people of Burma understand what federal means. The word federal has unhappy connotations because for some reason during the early days of independence the perception of the people in Burma and in general—that is to say, those who were interested in such matters and understood federalism—they understood federal to mean a system under which each state could opt to secede from the union. This was the unfortunate misunderstanding that has made federal such a dangerous concept in Burma. We have been trying to explain over the years, that is not what federal means. Federal simply means the division of powers between the central government and the state governments, and that the constitution makes it clear what powers the central government has and what powers the state government has and who is responsible for anything that could be termed residual powers. If there is a conflict of interest, there should be a constitutional method, usually through the judiciary, whereby this conflict can be resolved. So this is what federalism is. But unhappily, people in Burma do not understand this. There is still this hangover from the early days when federal was taken to mean the right to secede. But as you probably know, the ethnic nationalities are not asking for secession. They are just asking for their rights within a true federal union. Q: At Karen National Day this year they were saying "independence no, federalism yes". A: I think that this is something which is very encouraging for the future of Burma, because the ethnic nationalities I believe are keen to build up a strong and lasting union. This is a very good sign. Q: You have stressed the need for further releases of political prisoners. Has there been any word on Min Ko Naing or U Win Tin? A: Ten prisoners were released yesterday, but certainly no word on U Win Tin or Min Ko Naing. We are very anxious that all political prisoners should be released unconditionally and as soon as possible. That has always been our stand. Irrawaddy.org http://www.irrawaddy.org/ http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=en&catid=fb9143906e6c4cc99a09def69668a23e&docid=94675468d20a4d9fbd04ae02702c8570 Sun, 16 Mar 2008 19:13:39 GMT 10a7aadce243444fb95c62672a3e5705 Intervista ad Aung San Suu Kyi: vi spiego perché non sarò il prossimo presidente della Birmania Financial Times - La sera prima del mio incontro con Aung San Suu Kyi, prendo un taxi scalcinato fino all'antica pagoda di Shwedagon, dove tutto è cominciato. È qui che una mattina di agosto del 1988 la figlia del generale Aung San, eroe dell'indipendenza birmana, tenne il suo primo discorso importante, che l'avrebbe catapultata nel calderone della politica nazionale. Nonostante la sua naturale riservatezza e una folla eccezionale - un numero imprecisato fra 300 mila e un milione di persone - non mostrò alcun timore. Dietro di lei c'era un ritratto di suo padre, il Bogyoke o "grande leader", assassinato a 32 anni solo qualche mese prima che il suo sogno dell'indipendenza birmana si concretizzasse. «Reverendi monaci e popolo», esordì Suu Kyi, all'epoca 43enne, chiedendo un minuto di silenzio per i tremila dimostranti per la democrazia trucidati in quel vorticoso mese di rivoluzione e soppressione. «In quanto figlia di mio padre, non potevo restare indifferente di fronte a tutto ciò che sta accadendo», disse lanciando quella che definì «la seconda battaglia per l'indipendenza nazionale». Per quanto cercasse la riconciliazione più dello scontro, il messaggio sotteso era chiaro. Suo padre aveva liberato la Birmania dagli inglesi. Lei avrebbe contribuito a liberarla dai generali. Suu Kyi era tornata a casa non per entrare in politica, ma per assistere la madre morente. Se ne era andata dalla Birmania a 14 anni, quando sua madre aveva accettato un incarico da ambasciatrice a Nuova Delhi. Dopo l'India, Suu Kyi ha trascorso gran parte dei trent'anni successivi in Inghilterra, con lunghi periodi in Bhutan e negli Stati Uniti, tornando in Birmania solo per le vacanze. Ma non ha mai dimenticato il suo paese di origine e ha avvisato il marito, l'accademico Michael Aris, che un giorno avrebbe potuto essere costretta a rispondere all'appello del suo popolo. Quel momento arriva in un tranquillo pomeriggio a Oxford, quando riceve una telefonata con cui la avvisano che sua madre ha avuto un ictus. «Mise giù il telefono e cominciò subito a fare i bagagli», avrebbe scritto più tardi Aris. «Ebbi il presentimento che le nostre vite sarebbero cambiate per sempre». Due giorni dopo, Suu Kyi si ritrova all'ospedale di Rangoon, dove sua madre è ricoverata. L'ospedale è in subbuglio: ci stanno portando la maggior parte dei dimostranti feriti. Senza volerlo, Suu Kyi è finita nel bel mezzo della sanguinosa sommossa del 1988. Quando Ne Win, il numerologo e xenofobo che aveva governato la Birmania dal colpo di stato del 1962, annuncia l'intenzione di andarsene, Suu Kyi sente il richiamo della storia. Neanche un mese dopo, centinaia di migliaia di persone sarebbero affluite in massa verso la cupola scintillante di Shwedagon per sentire il discorso della bella figlia del loro eroe nazionale assassinato. Nella mia breve permanenza a Rangoon, ribattezzata Yangon dai generali che hanno cambiato anche nome al paese in Myanmar, ho già intravisto più volte scorci magnetici di questa montagna d'oro, un'incredibile cono che svetta fra la vegetazione e i malandati edifici coloniali. Nella famosa descrizione di Rudyard Kipling: «Un mistero dorato si eleva all'orizzonte... La cupola d'oro disse, ‘Questa è la Birmania e sarà diversa da qualsiasi altra terra che conosci'». Da vicino, Shwedagon è anche più magica di quanto non sia a distanza. Al tramonto, tutto, tranne il blu emozionante del cielo notturno, è bianco e oro. Ci si avvicina allo zedi dorato, imponente con i suoi 115 metri, passando fra decine di altri templi e stupa (cupole) minori. Il suono dei gong dei templi riverbera nell'aria mentre i fedeli chinano il capo meditando in silenzio. Si avvicina un monaco rasato con un abito rosso e l'occhio vispo. Ha parole di affetto per Gordon Brown, convinto sostenitore delle sanzioni alla Birmania, che evidentemente crede sia ancora primo ministro inglese. Quando gli chiedo cosa pensa di Suu Kyi, sussurra qualcosa che ho già sentito decine di volte nelle ultime ore. «Tutti amano la Signora», dice. «La Signora è molto coraggiosa». Il mattino dopo mi preparo per il mio incontro con la Signora, come è universalmente nota, non senza una certa ansia. Ai giornalisti stranieri di solito non è consentito l'ingresso in Birmania. Quelli che riescono a entrare sanno che incontrare Suu Kyi significa cercare guai. Mi hanno avvisato che probabilmente qualcuno mi seguirà non appena lascerò la sede della Lega nazionale per la democrazia, dove faremo l'intervista. Un fotografo del Time che ha ritratto di recente Suu Kyi per una copertina, ha descritto in un video online l'inseguimento di due ore, a 140 chilometri l'ora, in cui è stato coinvolto, anche se ho qualche difficoltà a immaginare come sia riuscito a trovare un taxi in grado di raggiungere quella velocità nel decrepito parco macchine di Rangoon. La mia prima preoccupazione è far uscire dal paese una trascrizione dell'intervista prima che me la sequestrino. Metto due registratori nello zaino (di cui uno da nascondere in un calzino dopo l'intervista), un paio di berretti e gli occhiali da sole per nascondere il volto. Mi sento vagamente ridicolo. Quando il tassista si ferma davanti a quella che sembra una baracca malandata, penso che mi abbia portato nel posto sbagliato. Solo quando vedo la scritta National League for Democracy dipinta con tratto incerto sopra l'ingresso mi rendo conto di essere arrivato nel fragile cuore del movimento di libertà birmano. A testa bassa, entro rapidamente passando accanto a un gruppetto di uomini fermi sui gradini. Non c'è servizio di sicurezza e mi ritrovo in una stanza lunga con delle panche da ambo i lati. Ci sono decine di persone sedute che parlano a bassa voce. Alle pareti, foto in bianco e nero del Bogyoke Aung Sang e altri che immagino siano i suoi Trenta compagni d'armi, gli eroi della liberazione addestrati dai giapponesi perché contribuissero alla cacciata degli inglesi. Mi rendo conto, troppo tardi, che qualcuno si è intrufolato dentro e mi ha fotografato di nascosto. Alla fine, mi accompagnano su per una scalinata sudicia e angusta, che porta a una minuscola sala d'attesa. La vernice blu si sta spellando dalle pareti e dal soffitto e c'è una folla di sostenitori in fervente attesa fuori da una fragile porta di legno. Dietro, mi dicono - anche se ancora non ci posso credere - siede la Signora, come un Buddha in una nicchia nascosta di Shwedagon. Si apre uno spiraglio di porta e mi chiedono di entrare. Non faccio quasi in tempo a rendermi conto, che Aung San Suu Kyi, una delle donne più famose del mondo, è in piedi davanti a me. «Mi dispiace. Mi dispiace molto», sta dicendo. Mi ci vuole qualche secondo per capire che si sta scusando per avermi fatto aspettare. Ci sediamo nel minuscolo ufficio, a distanza inevitabilmente ravvicinata. Indossa un sarong viola, una camicia di seta rosa appena operata e un bocciolo di gelsomino fra i capelli. La prima cosa che noto è l'intensità dello sguardo. È un po' invecchiata nell'ultimo periodo di arresti domiciliari (nel video il momento della liberazione), durato sette anni, dal quale è stata rilasciata due mesi fa (nel video il momento della liberazione). Ma potrebbe essere tranquillamente 15 anni più giovane della sua età reale. Incredibilmente, la donna la cui immagine ha affascinato il mondo quando ha ricevuto il premio Nobel per la Pace nel 1991, ha 65 anni. Una volta ripreso fiato, comincio chiedendo quanto è diversa la libertà dagli arresti domiciliari. «Mentalmente ed emotivamente, non c'è alcuna differenza. Talvolta penso che se sei solo, sei più libero perché puoi disporre del tuo tempo», dice, ridendo di questa vaga assurdità. «In un certo senso, non ne disponi perché sei agli arresti domiciliari e non puoi uscire. Però, dato che per natura non sono tanto una bighellona, per me non è stato un grosso peso». Noto molti tratti della donna che il mondo ha imparato ad ammirare: il suo stile misurato e giusto un accenno di giocosità, un delicato contrappunto al brutale regime che sta combattendo. E poi c'è la voce: ogni parola è enunciata, con piglio da istitutrice, ogni consonante, soprattutto la "w" di "what" (cosa) e di "where" (dove), aspirata con vigore. E infine c'è l'uso che fa del termine "bighellona", una parola che risale ad altri tempi, quando era la moglie pressoché ideale di un accademico di Oxford, madre di due figli maschi e scrittrice. «Probabilmente dipende dal carattere di ognuno», dice riferendosi al modo in cui ha gestito la solitudine. Ha vissuto seguendo una rigorosa routine, in modo che alla fine della settimana, potesse premiarsi con un po' di "tempo libero" per fare ciò che voleva. «Ah», dice trionfalmente, compiacendosi del trucco psicologico che ha usato su sé stessa e sui generali che cercavano di annientare il suo spirito. «Penso che se possiedi dentro di te risorse sufficienti, puoi vivere in isolamento per lunghi periodi di tempo senza per questo sentirti sminuito». Oltre ad ascoltare incessantemente la Bbc, si esercitava al piano, studiava giapponese e meditava. Ha anche scoperto Tennyson. «Forse è un fatto legato all'età, ma ora apprezzo più la poesia della prosa. Ho scoperto alcune opere molto belle di Tennyson. Una volta lo ritenevo un vecchio superato, ma non è così. Alcuni poemi tratti da La principessa sono davvero belli». Poco tempo dopo il suo rilascio, ha rincontrato il figlio minore Kim, che oggi ha 33 anni, dopo una separazione durata dieci anni. «È stato bellissimo, bellissimo», dice. «Perché ci siamo sentiti vicini come siamo sempre stati. Ed è stato bello. Credo che mi avrebbe rattristato molto se ci fossimo allontanati».È entusiasta del cucciolo che lui le ha portato, un bastardino: «Mi ha regalato un cane, un cagnolino molto carino, ma il veterinario mi ha detto che diventerà piuttosto grande. Finirà per occupare troppo spazio nel mio letto». La liberazione di Suu Kyi ha fatto notizia sui giornali di tutto il mondo, anche se, per comodità dei generali, è avvenuta giusto una settimana dopo le finte elezioni alle quali il suo partito, la Lega nazionale per la democrazia, si è rifiutato di partecipare. Da allora, la situazione appare tristemente stagnante. «In realtà, sono successe tante cose, che forse la gente dal di fuori non ha notato», dice lei. «Il giorno stesso in cui mi hanno rilasciata ho detto che avrei creato una rete, una rete di persone per la democratizzazione, e il progetto è realmente decollato. Ho scoperto che ci sono moltissimi gruppi ovunque, che agiscono ognuno per conto proprio, ma ora hanno cominciato a coordinarsi. Stiamo iniziando a trovare la forza nei numeri». Il governo vorrebbe limitare l'attività politica alle assemblee nazionali elette di recente, dominate dai suoi seguaci. «Per questo dobbiamo lavorare fuori dalle assemblee ed è ciò che sta cercando di fare la nostra rete». Fra i sostenitori di Suu Kyi, alcuni sono frustrati dal suo rifiuto di partecipare alle elezioni di novembre, per quanto fossero una messa in scena. Questa mossa non ha relegato la sua organizzazione fuori dal processo politico? Suu Kyi nega con veemenza. «La gente continua a parlare di queste elezioni», dice con tono esasperato, aggiungendo che il referendum del 2008 sulla costituzione, approvata da un immaginario 92 percento della popolazione, è stato l'evento più importante. «Dopo tutto, le elezioni ci sono ogni cinque anni. Una costituzione in teoria dovrebbe essere praticamente per sempre». Non partecipare alla cosiddetta «democrazia dalla fiorente disciplina» dei militari non significa abbandonare l'opposizione politica. Quando l'Europa centrale e orientale era comunista, «era come uno stagno ghiacciato», dice lei citando lo storico Timothy Garton Ash. «Ma la vita andava avanti sotto la superficie». Eppure, insisto, suo padre non avrebbe visto questa tattica come troppo pura e legata ai principi? Perseguendo l'indipendenza nazionale, lui non ha disdegnato il ricorso all'inganno, arrivando a collaborare con i giapponesi per poi allearsi di nuovo con gli inglesi alla fine della guerra. Ha "rinnegato" gli accordi con entrambi, dico, con una scelta di termini maldestra che mi viene fatta scontare immediatamente. Il volto di Suu Kyi si rabbuia. «Lui non ha rinnegato nessun patto, né con gli inglesi né con i giapponesi», mi rimprovera. «Penso che si possa dire il contrario. Sono stati i giapponesi a venire meno a un patto siglato con i birmani. Avevano promesso di dare l'indipendenza alla Birmania e non l'hanno fatto». Riformulo la domanda, dicendo che suo padre era disposto ad agire in modo "strategico" e a sottoscrivere alleanze scomode. «Oh, anche noi siamo pronti a muoverci in modo molto strategico», risponde lei, e un sorriso malizioso, quasi da adolescente, le illumina di nuovo il viso. «Ma dovete capire che la situazione è completamente diversa. Dopo tutto, mio padre combatteva contro nemici stranieri. Noi stiamo tentando una battaglia contro gente della nostra stessa razza. Stiamo cercando di cambiare la cultura politica della Birmania, ed è un compito molto più difficile». La Birmania è davvero un altro mondo. Luogo remoto in epoca coloniale e isolato dalle sanzioni in epoca moderna, la Birmania viene descritta come la Thailandia di 50 anni fa. Per me, ci sono molte analogie con l'India che ho visto la prima volta negli anni ‘80: uomini in strada che battono lettere ufficiali su vecchie macchine da scrivere; gente che parla ai telefoni installati ai lati della strada; rudimentali sale da tè improvvisate sui marciapiedi con sedie e tavoli di plastica. La maggior parte della popolazione indossa sarong colorati o longyi. Molte donne si imbrattano il viso con una sorta di pittura di guerra gialla, una pasta ricavata dalla corteccia dell'albero di thanaka, che le fa sembrare quasi dei fantasmi. Per le strade la presenza militare non è ovvia, in parte perché i generali, come tanti re birmani prima di loro, hanno creato una capitale nuova di zecca, Naypyidaw, a 320 chilometri a nord di Rangoon. C'è anche qualcosa della Corea del Nord, nella Birmania dei generali. Quella mattina, la notizia principale sul New Light of Myanmar era: "Spalla in acciaio installata sul ponte Ayeyawady (Pakokku)", con un articolo ripreso a pagina otto. Poi ci sono gli slogan, diligentemente stampati dai quotidiani in grassetto. "L'anarchia genera anarchia, non democrazia", "VOA, BBC - seminano odio fra la gente", e "Ci opponiamo al disordine e alla violenza", cui segue immediatamente il mio preferito: "Annientate coloro che incitano al disordine e alla violenza". . . . Mi chiedo come Suu Kyi riesca a provare ancora affetto per un esercito così corrotto da essere irriconoscibile rispetto agli ideali di suo padre. «Mi hanno educata ad apprezzare l'esercito, a credere che tutti coloro che indossano un'uniforme dell'esercito erano, in un modo o nell'altro, figli di mio padre. Non è una cosa di cui ci si può semplicemente liberare. Ti resta dentro», dice. Molti dei fondatori della Lega nazionale per la democrazia erano ex generali. «È qualcosa di un po' più sofisticato che rovesciare la dittatura militare», continua. Per lei è più facile, ammette, mantenere un sentimento di amicizia nei confronti dell'esercito dal momento che, contrariamente a molti suoi compatrioti politici, non ha mai subito torture né è mai stata lasciata a marcire in una prigione birmana (anche se ha fatto uno sciopero della fame la prima volta che venne arrestata nel 1989, per chiedere di essere messa anche lei in prigione). Dal suo ultimo rilascio, ha ribadito l'appello al dialogo. A oggi, non è arrivata alcuna risposta dai generali. «Non ho sondato il terreno perché non so bene chi sia a tenere davvero le redini». Se ne deduce che il sistema politico birmano è in una fase piuttosto fluida. L'assemblea appena costituita dovrebbe riunirsi questo lunedì per eleggere un nuovo capo del governo. Than Shwe, oggi 77enne, comandante in capo dell'esercito birmano dal 1992, dovrebbe uscire gradualmente di scena, anche se alcuni sospettano che continuerà a tramare dietro le quinte color kaki. In questo contesto in evoluzione, qualche membro dell'opposizione birmana ha intravisto un'opportunità. Se l'esercito, attualmente guidato da un drappello di generali più giovani, dopo vari pensionamenti forzati, inizia a contendersi il potere con le nuove assemblee, potrebbe crearsi un varco politico. Suu Kyi è scettica. «Talvolta penso che una parodia di democrazia potrebbe essere più pericolosa di una dittatura palese, perché darebbe alla gente l'opportunità di evitare di fare qualcosa al riguardo». L'occidente tende a vedere la Birmania attraverso il prisma del movimento democratico di Suu Kyi. Ma una crisi altrettanto grave e, anzi, secondo alcuni anche più preoccupante, è la guerra civile infinita fra l'esercito birmano e i tanti gruppi etnici minori, che vivono soprattutto nelle zone di confine. Gli scontri con i Karen, Kachin, Wa, Shan e altre popolazioni si riaccendono continuamente da sessant'anni, durante i quali hanno provocato forse un milione di morti. Non è qualcosa che il ritorno alla democrazia potrebbe risolvere facilmente, anche se alcune minoranze potrebbero essere più disposte a far parte di una nazione democratica che non di un regime militare votato alla loro totale sottomissione. Il padre di Suu Kyi tentò di affrontare il problema nella piccola città Shan di Panglong, che nel 1947 ospitò una conferenza durante la quale le popolazioni Shan, Chin e Kachin, ma non gli altri gruppi etnici, accettarono di far parte della repubblica in cambio di una notevole autonomia. Suu Kyi ha dichiarato l'intenzione di convocare una seconda Panglong lanciando un nuovo tentativo di accordo con le minoranze etniche, i cui leader in alcuni casi la vedono non tanto come una paladina della democrazia, quanto come la rappresentante del nazionalismo birmano. «Non c'è ancora uno spirito unitario», ammette lei. «Non esiste fra le nazionalità etniche, inclusi noi birmani, che siamo soltanto i più numerosi, la sensazione di un'appartenenza comune». Molti sono scettici anche sulla sua possibilità di convocare una conferenza di questo tipo, date le limitazioni, esplicite o implicite, imposte alla sua attività dai militari. Lei nega che siano state poste condizioni per la sua liberazione. Ma perché, allora, non ha lasciato Rangoon? «Ho molto lavoro da fare qui. Come potrei stare qui a parlare con lei se dovessi andare in giro per tutta la Birmania?», risponde in modo non troppo convincente. Panglong 2, dice, si può fare nel cyberspazio, anche se le autorità dovrebbero concederle una connessione internet solo il giorno in cui la intervisto. «Se non riusciremo a incontrarci tutti insieme di persona in un posto, possiamo comunicare usando tutte le tecnologie informatiche disponibili nel XXI secolo«, afferma. Affrontando un altro argomento strategico, le chiedo delle sanzioni. Thant Myint-U, scrittore e nipote di U Thant, ex segretario generale dell'Onu, si è espresso contro queste misure in modo molto eloquente, scrivendo che è stato Ne Win ad appendere il cartello «non disturbare» sulla porta della Birmania. «L'esercito potrà sostenere altri quarant'anni di isolamento senza alcun problema, molto più di qualsiasi altra componente della società birmana». Riguardo al turismo, Suu Kyi si è ammorbidita. Il suo partito diffonderà a breve un libro bianco che approva i singoli turisti attenti a non spendere denaro destinato a finire direttamente nelle tasche dei generali. «Vogliamo incoraggiare il turismo individuale, suggerendo ai turisti di soggiornare in determinati tipi di alberghi: un turismo etico, se vuole», dichiara. Ma sulle sanzioni economiche in senso lato è molto più cauta: del resto, sono ancora le sue principali monete di scambio. «Alcuni stanno usando il problema delle sanzioni come arma politica per colpire il movimento democratico, e non perché sono misure che danneggiano gravemente la popolazione», aggiunge specificando che la povertà è colpa di anni di cattiva gestione da parte di una giunta economicamente analfabeta. In ogni modo, ha voluto un riesame del tema delle sanzioni, che potrebbe portare qualche "modifica" nella posizione del suo partito, ammette. Nel 1946, in un discorso in cui sottolineava la responsabilità di tutti i birmani di premere per l'indipendenza, suo padre disse: «Sono una persona molto amata dalla gente. Ma non sono un dio, né un mago».Mi chiedo se anche Suu Kyi senta il peso di aspettative eccessive, e se non tema di sottrarre il pungolo della ribellione a un popolo che ripone una fiducia irrealistica nella sua capacità di provocare un cambiamento. Noto un cenno di ammissione. «Devo confessare che non ho mai avuto tanto sostegno. Però, contemporaneamente, credo che ci sia più senso di responsabilità fra i miei sostenitori. Ho la sensazione che si rendano conto di dover fare di più, che io ho il mio ruolo, ma ne hanno uno anche loro». E continua: «Quando la gente mi chiede se voglio essere il prossimo presidente della Birmania, rispondo di no. Lo scopo di questo esercizio è avere un presidente dopo l'altro e un altro ancora». La Birmania non sembra più vicina all'obiettivo rispetto a quasi 23 anni fa, quando lei parlò la prima volta alla pagoda di Shwedagon, dico io. In un certo senso i generali sono più forti che mai. Ricevono miliardi di dollari dalla vendita di gas naturale alla Thailandia e alla Cina e hanno appena portato a termine una subdola manovra costituzionale ed elettorale finalizzata a dare una facciata democratica al loro regime. Considerando il sacrificio che ha fatto - la separazione dai due figli e dal marito, morto di cancro nel 1999 - trovo sconvolgente la sua prima risposta: «Penso che non ci siamo ancora mossi». Poi spiega. «Vorrei che il mondo capisse che le elezioni e il mio rilascio non indicano che abbiamo raggiunto un punto di svolta. Mi hanno liberato perché la mia pena era finita». La speranza non si è estinta. «Grazie a un cambio di atteggiamento della popolazione della Birmania, soprattutto dei giovani, credo che ci muoveremo più rapidamente verso il cambiamento. Non sto dicendo che il traguardo sia vicino, o qualcosa del genere, ma solo che il movimento sta prendendo vigore». Chiedo: dopo il picco di rivolta del 1988, non c'è stata un'altra sommossa minore guidata dai monaci nel 2007? No, risponde lei. Ora la gente è ancora più attiva e coraggiosa. «Le persone sono più disposte a farsi coinvolgere. Questi collegamenti aiutano. Ti senti molto isolato se qualcuno ti picchia» - la frase suona strana sulle sue labbra - «e nessuno lo sa. Ma se la polizia ti malmena e tu puoi comunicarlo immediatamente tramite i media, e la gente comincia a gridare il tuo nome per sostenerti, questo di dà potere». Quando ormai l'orologio segna mezzogiorno, riporto la conversazione sul tema iniziale. Sente rimpianto per gli anni che ha perduto, per il mondo esterno alla sua prigione casalinga e oltre i confini della sua prigione Birmania? «No. Ovviamente mi mancano gli amici», dice con decisione. «Ma anche rispetto agli amici, ho ricordi molto felici. Se hai ricordi felici, puoi vivere in isolamento senza pensare di aver perso troppo». Mi alzo per andarmene. «Grazie infinite di essere venuto», dice, come se fossi semplicemente andato a trovarla per un tè. Parliamo del mio piano elaborato e totalmente ridicolo per evitare la polizia segreta, che prevede un cambio di berretto e uno scambio di taxi. «Forse il suo abito gessato è un po' vistoso», scherza lei. Non so perché lo facciano. Deve essere terribilmente faticoso e anche noioso». Si congeda raccontandomi la storia di un inglese che stava progettando un viaggio in Birmania qualche anno fa. «È andato al pub che frequentava come al solito e ha detto che sarebbe andato in vacanza in Birmania. E uno dei suoi amici ha detto: "Sicuro che dovresti andarci? Quella donna con il nome impronunciabile ha detto che non devi farlo". Mi ha molto commossa. Non sapeva pronunciare il mio nome, ma ovviamente aveva preso a cuore il mio messaggio». E poi aggiunge, quasi con indifferenza, come se gli ultimi 23 anni fossero stati un piccolo inconveniente: «Ho pensato che la prossima volta che riesco ad andare in Inghilterra, devo andare in quel pub». *David Pilling è il direttore responsabile del Financial Times in Asia Copyright The Financial Times Limited 2011 Traduzione di Francesca Marchei (31 Gennario 2011) 2014-02-17T15:59:24.7930000+01:00 http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=en&catid=fb9143906e6c4cc99a09def69668a23e&docid=10a7aadce243444fb95c62672a3e5705 Mon, 17 Feb 2014 14:59:24 GMT 984833f6281244338392e5774f4b4f37 Il Senatore Webb incontra Aung San Suu Kyi. Yettaw torna negli Stati Uniti Mizzima – In una significante evoluzione dei fatti, giunta a sorpresa, il Senatore statunitense Jim Webb, in visita lampo in Birmania, nell’ambito di un tour che sta toccando 5 Paesi asiatici, ha incontrato questo sabato la leader dell’opposizione democratica, ora agli arresti, Aung San Suu Kyi, condannata la settimana scorsa a 18 mesi. Questo quanto riferito dal portavoce dell’NLD. Nyan Win, portavoce della National League for Democracy ha dichiarato “Jim Webb ha incontrato Aung San Suu Kyi questo pomeriggio dopo esser tornato da Naypyitaw”. 2014-02-11T17:43:30.9630000+01:00 Sempre di sabato il Senatore della Virgina aveva incontrato i rappresentanti di 10 partiti politici, compresi tre leader dell’NLD, riuniti per un incontro a Naypytaw. Il Senatore ha infine avuto un colloquio con il Generale supremo della Giunta Than Shwe prima di tornare a Rangoon. Testimoni affermano di aver visto sabato pomeriggio Aung San Suu Kyi essere scortata dalla propria casa e condotta alla residenza del Governo, dove ha incontrato il Senatore. A Naypytaw, ha continuato Nyan Win, i leader del partito hanno incontrato Webb ma non hanno poi commentato i dettagli della discussione. Webb è il funzionario statunitense più alto in grado a incontrare il capo della giunta, il Generale Than Shwe, da più di un decennio a questa parte. Mentre gli Stati Uniti stanno rivedendo la propria politica birmana, gli analisti credono che la visita di Webb possa essere utile per l’Amministrazione Obama per avere un quadro più chiaro di quello che sta succedendo nell'ermetico paese asiatico. Tuttavia Nyan Win ha dichiarato “Non abbiamo nessuna posizione ufficiale sulla visita di Webb per ora. E siamo consci che lui non rappresenta gli Stati Uniti". (Puoi leggere l'articolo in originale su Mizzima) Mizzima – La giunta militare birmana ha accettato di estradare su basi umanitarie il cittadino statunitense John William Yettaw, condannato a sette anni di prigione questo martedì, per esser entrato illegalmente nella residenza di Aung San Suu Kyi. Questo quanto riferito dalle fonti militari. Le fonti dicono che le autorità hanno emesso un ordine che decide sull’estradizione di Yettaw negli Stati Uniti invece dei setti anni di prigione da scontare in Birmania, a causa del suo stato di salute. “L'americano John Yettaw deve essere quindi estradato verso il suo Paese su basi umanitarie, a causa del suo stato di salute”, ha detto la fonte, citando l’ordinanza del governo. Secondo un comunicato dell’Ufficio di Webb, Yettaw volerà verso la Thailandia domenica insieme allo stesso Senatore, in visita nel Paese. Le autorità birmane avevano già deciso di estradare Yettaw prima della visita di Webb, ha continuato la fonte. Ciononostante, la questione è stata sollevata anche durante l’incontro di Webb con i funzionari birmani. Yettaw era stato condannato a sette anni di prigione con lavoro duro per avere violato le restrizioni alla casa di Aung San Suu Lyi, la legge sull’immigrazione e per aver nuotato in area proibita. Colei che era co-imputata nel processo, Aung San Suu Kyi, e i suoi due compagni di partito, che erano accusati di aver violato i termini degli arresti domiciliari per aver accolto Yettaw nella casa, sono stati condannati a 3 anni di prigione con lavoro duro. Un ordine speciale del Generale Than Shwe ha poi commutato la loro pena in un anno e mezzo di arresti domiciliari. (Puoi leggere anche questo articolo su Mizzima) (16 Agosto 2009) http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=en&catid=fb9143906e6c4cc99a09def69668a23e&docid=984833f6281244338392e5774f4b4f37 Tue, 11 Feb 2014 16:43:30 GMT 43facbd49bcd47f8b947a6735979078e Il Segretario Generale ONU incontra la leader birmana Aung San Suu Kyi 2014-02-13T16:45:05.6900000+01:00 Nel corso del suo viaggio Aung San Suu Kyi ha incontrato anche il Segretario Generale ONU Ban Ki-moon che ha sottolineato il ruolo avuto dalla Premio nobel nel processo di riconciliazione birmana e ha riaffermato l’impegno ONU a sostegno della Birmania. “abbiamo grandi aspettative ha dichiarato che la leader birmana guiderà questo percorso di riconciliazione e maggiore partecipazione democratica per lo sviluppo del suo paese, insieme al presidente della repubblica Thein Sein” ha dichiarato Ban riconoscendo il ruolo di entrambi nella costruzione di un percorso di riconciliazione, stabilità politica e democrazia nel rispetto dei diritti umani. Nel corso dell’incontro il Segretario Generale ONU e la leader birmana hanno discusso del ruolo dell’Onu nella promozione della democrazia. Ban ha apprezzato l’impegno della leader birmana e la sua partecipazione alla iniziativa “istruzione al primo posto, che si concentra su tre priorità: inserire tutti i bambini a scuola, migliorare la qualità della istruzione e promuovere una cittadinanza globale. Il Segretario Generale ha anche sottolineato come l’ONU conti sull’impegno futuro della Premio Nobel “nel lavoro dell’Organizzazione con la Birmania, in particolare in settori nei quali l’ONU si è impegnata a sostenere come l’assistenza tecnica per il primo censimento del paese e un maggior e impegno per far si che la Birmania raggiunga le sue priorità di sviluppo. http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=en&catid=fb9143906e6c4cc99a09def69668a23e&docid=43facbd49bcd47f8b947a6735979078e Thu, 13 Feb 2014 15:45:05 GMT c94e7cfd016340d49bae237daf5bec9c La Corte Suprema birmana ascolterà la richiesta di appello di Aung San Suu Kyi – Articolo di Myint Maung e Mungpi Mizzima – La Corte Suprema birmana questo venerdì ha accettato di ascoltare – il 21 Dicembre - la richiesta di appello contro la sentenza inflitta alla leader democratica Aung San Suu Kyi, secondo le parole del suo avvocato. Nyan Win, uno dei suoi avvocati difensori, ha riferito a Mizzima questo venerdì, che la Corte Suprema ha fissato l’udienza il 21 Dicembre per ascoltare la richiesta di appello contro la sentenza inflitta al Premio Nobel per la Pace ad Agosto. 2014-02-13T16:44:28.0930000+01:00 La leader democratica birmana era stata condannata a tre anni di prigione per aver violato i termini degli arresti domiciliari consentendo ad un uomo americano, che aveva attraversato a nuoto il lago nei pressi della sua residenza, di stare due notti presso di lei nello scorso Maggio. Ma il capo supremo della Giunta militare il Generale Than Shwe, con un ordine esecutivo, aveva dimezzato la sentenza e tramutata in arresti domiciliari, dove Suu Kyi ha speso la maggior parte dei 14 anni di detenzione. “Presenteremo i nostri argomenti il 21 Dicembre, e il giudice deciderà se l’appello verrà accettato” ha aggiunto Nyan Win. In precedenza, la Corte provinciale di Rangoon aveva accettato l’appello ma dopo una serie di udienze aveva stabilito che la decisione della Corte locale fosse legittima secondo la legge . La difesa, tuttavia, si era da subito dimostrata insoddisfatta di questa decisione, sostenendo che la sentenza contro l’icona democratica si basava su una legge del 1975, di fatto superata – insieme alla Costituzione del 1974 – dalla presa del potere da parte dell’attuale gruppo di militari nel 1988. (Puoi leggere l'articolo in originale su Mizzima) (6 Dicembre 2009) http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=en&catid=fb9143906e6c4cc99a09def69668a23e&docid=c94e7cfd016340d49bae237daf5bec9c Thu, 13 Feb 2014 15:44:28 GMT ca0cc3b240ab4511b3d66f4a78aa4b09 La corte suprema birmana rigetta il ricorso a favore dello stato legale della NLD La Corte superema birmana rigetta il ricorso a favore dello stato legale della Lega Nazionale per la Democrazia. 23 nov. La Corte superema birmana ha rigettato il ricorso presentato da Aung San Suu Kyi finalizzato al recupero dello stato legale del suo partito. La Lega Nazionale per la Democrazia ha perso la sua autorizzazione a Maggio dopo aver rifiutato di registrarsi alle elezioni del 7 novembre. Infatti la Lega Nazionale per la Democrazia per candidarsi, avrebbe dovuto espellere la leader birmana dal partito insieme a tutti gli altrti detenuti politici e avrebbe dovuto giurare fedeltà ad una inaccettabile costituzione. 2014-02-13T16:44:06.0200000+01:00 http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=en&catid=fb9143906e6c4cc99a09def69668a23e&docid=ca0cc3b240ab4511b3d66f4a78aa4b09 Thu, 13 Feb 2014 15:44:06 GMT 365e45f3ec244f50838b96a10c8f5df3 La Giunta avverte i dimostranti in vista del verdetto su Aung San Suu Kyi – Articolo di Leo Lewis The Times – Il regime militare birmano è sembrato la notte scorsa voler acquistare forza per affrontare una possibile ondata di proteste pro-democrazia – e forse anche rivolte – in vista del verdetto che questa settimana verrà emesso su Aung San Suu Kyi. Segnali che la giunta potrebbe aver preparato delle misure significative in tal senso sono emersi in settimana su New Light of Myanmar, il giornale di Stato. 2014-02-13T16:43:48.7800000+01:00 Con la chiara volontà di avvertire i manifestanti, un editoriale ha condannato gli “opportunisti in cerca di potere” (n.d.r. power carving opportunists) e consigliato a tutti coloro che ricalcavano la descrizione di abbandonare ogni piano di rivolta che prendesse a pretesto il processo contro Aung San Suu Kyi. Le misure di sicurezza sono aumentate nelle strade della capitale e le preoccupazioni della giunta sembrano giustificate. La conclusione del processo di Suu Kyi coinciderà verosimilmente con il ventunesimo anniversario della ribellione che diede vita alla sua fama di campionessa della democrazia. Quella rivolta terminò con la repressione militare e 3.000 morti. Aung San Suu Kyi ha passato la notte scorsa nella prigione di Insein, aspettanto il risultato di un processo che ha attirato la condanna di tutto il mondo e che è stato definito come una farsa (n.d.r charade). Il verdetto è stato già posticipato, e ci sono stati segnali nei giorni scorsi che questo possa accadere nuovamente. Aung San Suu Kyi è accusata di aver violato i termini dei propri arresti domiciliari – dove è stata tenuta per 14 degli ultimi 20 anni – dopo che un Americano di 56 anni, John Yettaw, ha attraversato a nuoto il lago per raggiungere la sua residenza. I ripetuti ritardi nel processo sono visti da più parti come un tentativo della Giunta di assicurarsi che la minaccia più grande per il regime venga tenuta sotto chiave in vista delle elezioni del prossimo anno. La corte potrebbe nuovamente procrastinare il verdetto invocando la salute di John Yettaw. Si dice che l'americano abbia sofferto di attacchi epilettici e che sia stato spostato in un ospedale dalla prigione. Sebbene voci ieri suggerivano che le sue condizioni stessero migliorando, Yettaw ha digiunato per giorni durante la prigionia e fonti diplomatiche dicono che quest’incertezza può offrire una scusa per ritardare l’esito del processo di un’altra settimana. I diplomatici pensano, tuttavia, che ci potrebbe essere un limite alla capacità del regime di ritardare il verdetto più a lungo. Ban Ki-Moon, il Segretario generale delle Nazioni Unite, è stato solo l’ultimo di coloro che nelle ultime settimane hanno chiesto il rilascio delle migliaia di prigionieri politici birmani. Alcuni credono che la Giunta potrebbe sentirsi sotto pressione, almeno per concludere il processo contro Suu Kyi prima dell’Assemblea Generale dell’ONU di Settembre. (Puoi leggere l'articolo in originale su The Times) (10 Agosto 2009) http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=en&catid=fb9143906e6c4cc99a09def69668a23e&docid=365e45f3ec244f50838b96a10c8f5df3 Thu, 13 Feb 2014 15:43:48 GMT 956bf89bf41d40a0b63005e0feb81ae4 L’ASEAN discute se richiedere il rilascio di Suu Kyi – Articolo di Francis Wade Democratic Voice of Burma – I membri del blocco regionale asiatico si incontrano oggi per decidere se richiedere alla Birmania di rilasciare la leader dell’opposizione Aung San Suu Kyi, ora agli arresti. La Birmania è diventata la spina nel fianco dell’Association of Southeast Asian Nations (ASEAN) – che comprende 10 membri – e la sua presenza nel blocco è diventata sempre più controversa a partire dal processo e la prigionia di Suu Kyi. 2014-02-13T16:43:28.3000000+01:00 La leader del partito di opposizione National League for Democracy (NLD) è stata condannata lo scorso lunedì a 18 mesi di arresti domiciliari alla fine di quello che molti leader del mondo hanno definito un “processo vergogna”, nato da motivazioni politiche. L’ASEAN, che generalmente segue il principio di non-interferenza negli affari interni degli Stati membri, è sempre meno a proprio agio con la membership birmana. Subito dopo l’inizio del processo, la Thailandia, che attualmente ricopre la presidenza ASEAN, ha espresso la preoccupazione che la Birmania mini l’immagine del blocco. I dirigenti dell’ASEAN si incontreranno questa sera a Giacarta per una sessione che potrebbe prolungarsi fino a venerdì, secondo quanto riferisce la Reuters. Discuteranno se inviare una lettera alla Giunta in Birmania per fare pressioni per il rilascio di Suu Kyi. “Cercheranno di chiedere alla Birmania un’amnistia, ma questo è solo in principio. Non so esattamente come questo si tradurrà nella lettera”, ha detto Teuku Faizasyah portavoce del Ministro degli Esteri indonesiano. “Sospetto che si parlerà di Suu Kyi. Non so se toccherà tutti i prigionieri politici”. In seguito alla visita della visita del Segretario delle Nazioni Unite in Birmania questo luglio, l’Ambasciatore del regime presso l’ONU aveva detto al Consiglio di Sicurezza che la Birmania si stava preparando a concedere l’amnistia ai prigionieri (nd.r. “in the process”) sebbene fino ad ora non ci sono stati segnali che questo stia avvenendo realmente. La durata della condanna di Suu Kyi significa che lei rimarrà agli arresti fino ad oltre le elezioni del 2010, previste per il Marzo dell’anno prossimo. La settimana scorsa una visita del Senatore americano Jim Webb ha assicurato il rilascio del cittadino statunitense John Yettaw, che era stato condannato a 7 anni di lavoro duro per essere entrato nella residenza di Suu Kyi a Maggio. (Puoi leggere l'articolo in originale su Democratic Voice of Burma) (19 Agosto 2009) http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=en&catid=fb9143906e6c4cc99a09def69668a23e&docid=956bf89bf41d40a0b63005e0feb81ae4 Thu, 13 Feb 2014 15:43:28 GMT ddd9d82833c343fda90fe86b765eed13 l'appello per la richiesta della liberazione di Aung San Suu Kyi verrà presto presentato dal suo legale L’appello per la liberazone di Suu Kyi verrà presentato questa settimana nella capitale Naypyidaw L’avvocato di Aung San Suu kyi ha dichiarato che presenterà questa settimana un appello formale contro la prosecuzione degli arresti domiciliari della leader. Gli arresti erano stati prorogati a maggio per un altro anno. La leader birmana aveva già trascorso gli ultimi 5 anni agli arresti e il suo avvocato ha dichiarato che tale proroga è illegale.. Kyi Win ha dichiarato all’ Irrawaddy che ncontrerà Aung San Suu Kyi al più presto per discutere dell’appello da presentare alle autorità birmane. Kyi Win ha dichiarato che Suu Kyi dovrebbe incontare l’ufficiale di collegamento Aung Kyi, non appena le sue condizioni di salute lo permetterann. L’agenzia stampa AFP ha dichiarato che Suu Kyi sta facendo una cura di flebo per rimettersi in salute dopo aver rifiutato le provviste di cibo per un mese in una protesta contro le sue condizioni di detenzione. 2014-02-13T16:42:56.8330000+01:00 http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=en&catid=fb9143906e6c4cc99a09def69668a23e&docid=ddd9d82833c343fda90fe86b765eed13 Thu, 13 Feb 2014 15:42:56 GMT e5b6d5b14e444d15b7d8466f8a3aec9f L'ONU dichiara illegale la detenzione di Aung San Suu Kyi Traduzione in Italiano da documento originale in Inglese di Freedom Now Washington, D.C. – Nella giornata odierna Freedom Now ha pubblicato il Parere n° 12/2010 del Gruppo di Lavoro delle Nazioni Unite sulla Detenzione Arbitraria. La sentenza di questo tribunale internazionale stabilisce inequivocabilmente che l’attuale detenzione del leader democratico birmano Daw Aung San Suu Kyi è illegale e viola il diritto internazionale. Nel suo parere il Gruppo di Lavoro dichiara che “il protrarsi della privazione della libertà di Aung San Suu Kyi è un fatto arbitrario e contravviene agli articoli 9, 10, 19 e 20 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani”. Il Gruppo di Lavoro ha inoltre condannato la reclusione illegale da parte della giunta di Aung San Suu Kyi affermando che la stessa “non è stata informata delle motivazioni del suo arresto, non ha potuto adoperarsi efficacemente per opporvisi, non le sono stati forniti i relativi atti, non è stata informata dei suoi diritti, le è stata negata la possibilità di comunicare con il mondo esterno ed è stata arrestata a causa delle sue opinioni politiche”. Il Gruppo di Lavoro delle Nazioni Unite sulla Detenzione Arbitraria è un organo indipendente e imparziale del Consiglio dei Diritti Umani delle Nazioni Unite. Attualmente si compone di esperti di Cile, Norvegia, Pakistan, Federazione Russa e Senegal. Si tratta del sesto parere pronunciato dal Gruppo di Lavoro in cui i termini dell’arresto domiciliare di Aung San Suu Kyi vengono dichiarati in violazione con il diritto internazionale. Insieme ai suoi alleati, il partito politico di Aung San Suu Kyi, la Lega Nazionale per la Democrazia (n.d.r. National League for Democracy) si è aggiudicato le elezioni birmane del 1990 conseguendo oltre l’80% dei seggi parlamentari. Dopo le elezioni Aung San Suu Kyi ha trascorso 14 degli ultimi 20 anni agli arresti domiciliari. L’ingresso non annunciato e illegale del cittadino americano John Yettaw nella residenza di Aung San Suu Kyi nel maggio del 2009 ha causato l’ultima di una serie di proroghe illegali dei suoi arresti domiciliari. In una recente dichiarazione trasmessa dai mass-media controllati dallo Stato, il ministro degli esteri birmano ha affermato che la Birmania “è un paese che rispetta sempre le dichiarazioni e le decisioni delle Nazioni Unite, essendo uno Stato membro dell’ONU”. Se ciò fosse vero Aung San Suu Kyi dovrebbe essere rilasciata immediatamente. “Daw Aung San Suu Kyi compirà 65 anni sabato 19 giugno, un altro compleanno trascorso ingiustamente agli arresti”, ha affermato Jared Genser, presidente di Freedom Now e legale internazionale pro bono della Suu Kyi. “Con la detenzione di Aung San Suu Kyi la giunta militare prosegue nelle sue manifeste violazioni del diritto internazionale e delle decisioni del Gruppo di Lavoro delle Nazioni Unite”. (In allegato il testo integrale del documento di Freedom Now e del Parere n° 12/2010 tradotti in Italiano da Birmaniademocratica.org) (Puoi leggere il documento nell'originale inglese qui) (21 Giugno 2010) 2014-02-11T17:41:28.6900000+01:00 http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=en&catid=fb9143906e6c4cc99a09def69668a23e&docid=e5b6d5b14e444d15b7d8466f8a3aec9f Tue, 11 Feb 2014 16:41:28 GMT 218a1068b94a405db0dc64514b489a36 Libertà dal terrore e dalla paura L’appello lanciato recentemente dall’Ex Presidente della Repubblica Ceca Vaclav Havel e dal Premio Nobel della Pace Desmond Tutu con la pubblicazione del rapporto sulla gravissima violazione dei diritti umani fondamentali in Birmania, non può essere ignorato. La Birmania è un paese martoriato da decenni di violenta dittatura che ha imposto l’arbitrio come legge e come modalità di governo. Un paese che ha raggiunto il triste primato di essere il primo produttore di metanfetamine al mondo, il secondo per produzione di oppio, il primo per bambini soldato e numero di persone costrette al lavoro forzato. Un paese in cui la più autorevole leader politica e Premio Nobel per la Pace Aung San Suu Kyi è sottoposta dal 1989, tranne alcune interruzioni, agli arresti domiciliari. Da troppo tempo si chiede inutilmente la liberazione della Premio Nobel della Pace Aung San Suu Kyi e degli altri leader politici, sindacali e religiosi, la cancellazione del lavoro forzato e degli altre violazioni dei diritti umani fondamentali e l’avvio di un serio dialogo tripartito con il coinvolgimento di tutte le parti interessate, procedure e scadenze condivise. Gli effetti nefasti di questa dittatura non colpiscono solo la intera popolazione del paese, ma hanno pesanti ripercussioni politiche, sociali, e per di più anche di sicurezza, in tutta la regione e sul piano internazionale. L’Assemblea Generale ONU ha approvato ben 14 risoluzioni consecutive sulla Birmania. La Commissione ONU per i diritti umani ha approvato 13 risoluzioni consecutive. Tali risoluzioni chiedono l’avvio di negoziati tra la giunta militare al potere e il movimento democratico guidato dall’unico Premio Nobel per la pace in carcere: Aung San Suu Kyi e dai rappresentanti delle minoranze etniche, per la riconciliazione nazionale pacifica e la democrazia. Sia al rappresentante speciale di Kofi Annan: Ismail Razali, che al Prof. Pinheiro, Relatore Speciale della Commissione per i diritti Umani è stato vietato l’ingresso in Birmania, mentre al rappresentante OIL in quel paese viene limitato al minimo lo spazio di azione e movimento volto a sostenere la eliminazione del lavoro forzato. Chiediamo pertanto con urgenza, al parlamento italiano, al governo, ai rappresentanti italiani presso il Parlamento Europeo e presso le altre istituzioni internazionali, di far si, come richiesto dall’ex Presidente Ceco Vaclav Havel e da Mons. Desmond Tutu, che: “ il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite esamini con urgenza la situazione birmana. La salvaguardia della pace, della sicurezza e della stabilità in questa regione e nel mondo ed il conseguimento della riconciliazione nazionale in Birmania non meritano nulla di meno”. Chiediamo pertanto che Il Consiglio di Sicurezza ONU approvi una risoluzione sulla Birmania, che obblighi il regime militare a lavorare con il Segretariato Generale dell’ONU per la messa a punto di un piano nazionale di riconciliazione; che vi sia un resoconto periodico al Consiglio di Sicurezza; che gli aiuti umanitari possano liberamente e senza condizioni raggiungere le persone più bisognose e che si ottenga la liberazione immediata della Premio Nobel per la Pace Aung San Suu Kyi. Inoltre, così come richiesto dall’ NLD, il partito di cui è leader la Premio Nobel per la Pace Aung San Suu Kyi, ci appelliamo ai paesi membri del Consiglio di Sicurezza ONU, affinché non esercitino il loro potere di veto, contro l’ inserimento di questo punto all’ordine del giorno, sostenendo, viceversa, le proposte avanzate nel Rapporto stesso. Hanno già firmato: Savino Pezzotta Walter Veltroni Paolo Pobbiati presidente Amnesty International Italia Fulco Pratesi FIRMA ANCHE TU L'APPELLO! 2014-02-11T17:41:12.2170000+01:00 http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=en&catid=fb9143906e6c4cc99a09def69668a23e&docid=218a1068b94a405db0dc64514b489a36 Tue, 11 Feb 2014 16:41:12 GMT 2b5c025950c9487085f1a4303abed253 Aung San Suu Kyi incontra il Presidente Thein Shwe Un importante incontro i cui contenuti non sono stati divulgati. Probabilmente si è discusso della modifica della costituzione 2014-03-11T07:43:02.5900000+01:00 “Si sono incontrati nella casa di campagna del Presidente a Naypyidaw dalle 5 alle 5.50” ha dichiarato Zeyar Thaw, un funzionario del settore comunicazione dell’ufficio nazionale dell’NLD nella capitale e membro del Parlamento per il partito della leader. Zeyar Thaw ha rifiutato di fornire dettagli di ciò che è stato discusso durante l’incontro di circa un’ora perché il paese non intende rilasciare informazioni sull’incontro”. In ogni caso Monywa Aung Shin, il funzionario incaricato del Comitato centrale dell’NLD ha dichiarato a The Irrawaddy che l’incontro p stato aperto dal Presidente. “Per quanto ne so alla riunione non ha partecipato nessun altro, solo Daw Aung San Suu Kyi e U Thein Sein”. L’incontro di domenica scorsa è stato il primo di quest’anno. I due si sono incontrati in tutto quattro volte dallo storico primo incontro del 2011. L’ultimo incontro si è tenuto ad agosto. Durante la riunione di domenica i due leader potrebbero aver parlato di un incontro tra quattro partiti, proposto da Suu Kyi a novembre al Presidente. La leader della opposizione ha chiesto incontri con la sua partecipazione, quella di Thein Sein, il potente speaker della Camera bassa Shwe Man e il comandante in capo dell’esercito Min Aung Hlaing per discutere gli emendamenti alla costituzione. Il presidente all’epoca aveva rifiutato tale proposta dicendo che avrebbe preso in considerazione la proposta di incontro, dopo che il comitato congiunto per la revisione costituzionale del parlamento aveva rilasciato la proposta di cambiamento della costituzione del 2008. Il comitato aveva sottoposto le proposte al Parlamento a fine gennaio di quest’anno e era stato formato un nuovo comitato per discutere gli emendamenti. Suu Kyi aveva continuato a manifestare a sostegno della modifica della costituzione scritta dai militari che garantisce un ruolo delle forze armate nella polica e impedisce alla leader dell’NLD di candidarsi alla presidenza. La riunione di domenica tra Suu Kyi e Thein Sein ha avuto luogo solo due giorni dopo che il portavoce della Camera bassa Shwe Mann aveva dichiarato la sua disponibilità a tenere l’incontro a quattro. Il commentatore politico Yan Myo Thien aveva dichiarato che nell’incontro di domenica si sarebbe parlato con molta probabilità dell’incontro a quattro. “Dato l’attuale panorama politico è possibile che Daw Aung San Suu Kyi si concentrerà su tale riunione come pure sui cambiamenti costituzionali” ha dichiarato. “Credo che tenere quest’incontro sia la cosa più importante. Se si raggiungerà un accordo generale potrebbero allargarlo ad un dialogo politico globale e inclusivo. Se ciò succederà gli emendamenti costituzionali potranno considerarsi concordati” ha aggiunto. Nonostante aver incontrato più volte Thein Sein e Shwe Mann Suu Kyi ancora non ha incontrato Min Aung Hlaing. All’inizio di quest’anno aveva dichiarato a Napyidaw che aveva cercato di incontrare il Generale Min Aung Hlaing ma i suoi tentativi non hanno avuto successo. “I miei rapporti con lui non sono migliorati per nulla perché non sono riuscita ad incontrarlo” ha dichiarato la Presidente della NLD. “ma non ho mai gettato la spugna dopo aver fallito una volta”. Yan Myo Thein ha dichiarato di ritenere che l’incontro tra Suu Kyi e il comandante in capo è “strategicamente importante”. “I cambiamenti politici in questo paese sono impossibili senza un incontro con i militari” ha dichiarato. http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=en&catid=fb9143906e6c4cc99a09def69668a23e&docid=2b5c025950c9487085f1a4303abed253 Tue, 11 Mar 2014 06:43:02 GMT 8de590a1f81c40fca5e825713d750152 Aung San Suu Kyi presidente potrebbe riconciliare la Birmania Nei prossimi mesi la giunta militare che da anni guida la Birmania (ribattezzata Myanmar per volere dei generali al potere dopo il colpo di stato del 1990) deciderà se Aung San Suu Kyi, leader dell'opposizione, potrà candidarsi alle elezioni presidenziali del 2015. Questo sarà possibile solo se verrà cambiata la Costituzione voluta dai militari e approvata nel 2008. Il primo ministro Thein Sein sembra orientato verso questa soluzione. Una soluzione che finalmente permetterebbe di pacificare il paese. E che aprirebbe con molta probabilità le porte del palazzo presidenziale a The Lady, Nobel per la pace, la Signora della resistenza gentile alla giunta militare, per anni costretta agli arresti domiciliari, leader della riconciliazione. U Win Tin, 83 anni, grande giornalista e politico, dirigente della Lega Nazionale per la Democrazia, è tra i principali consiglieri politici di Aung San Suu Kyi. Arrestato nel luglio del 1989 ha passato 19 anni in carcere, in una cella progettata per di Sandra Zampa* - Il Sole 24 Ore - leggi su http://24o.it/nHBweAu 2014-02-11T16:18:48.9730000+01:00 http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=en&catid=fb9143906e6c4cc99a09def69668a23e&docid=8de590a1f81c40fca5e825713d750152 Tue, 11 Feb 2014 15:18:48 GMT 0d8420c7e0b849c8a2d1241122f76d30 Ecco dove è detenuta Aung San Suu Kyi INSEIN - Questa l’immagine della prigione di Insein, dove probabilmente si trova in questo momento Aung San Suu Kyi, già in precarie condizioni di salute. La leader democratica è stata incarcerata dalla Giunta militare, a pochissimi giorni dalla conclusione degli arresti domiciliari, con l'accusa di aver favorito l'ingresso del cittadino USA arrivato a nuoto nella sua residenza. 2009-05-14T15:01:30.0870000+02:00 http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=en&catid=fb9143906e6c4cc99a09def69668a23e&docid=0d8420c7e0b849c8a2d1241122f76d30 Thu, 14 May 2009 13:01:30 GMT 1dbff648207f4bd1a9ff48581dcdad05 Hillary Clinton: "La Birmania deve rilasciare Aung San Suu Kyi" - Associated Press WASHINGTON – Il Segretario di Stato Hillary Rodham Clinton nella giornata di giovedì ha chiesto con urgenza alle autorirà birmane di rilasciare la leader democratica Aung San Suu Kyi. (Segue l'articolo di Foster Clug - Associated Press) 2009-05-15T12:45:08.0000000+02:00 La Clinton ha detto in modo perentorio ai giornalisti di essere profondamente preoccupata della decisione della giunta di accusare di un “crimine senza fondamento” Suu Kyi, che si trova ora ad affrontare un nuovo capo d’imputazione a meno di due settimane dalla fine dei suoi arresti domiciliari, dopo che il cittadino americano è riuscito ad entrare nella sua residenza. “Noi ci opponiamo ai tentativi del regime di usare l’incidente come pretesto per predisporre nuove e ingiustificate restrizioni contro di lei” ha detto la Clinton. Il Ministro degli Esteri della Malesia, Anifah Aman, che si trovava appena al lato della Clinton all’incontro ASEAN, ha invece usato termini più concilianti. “Questa è una situazione in cui cerchiamo un processo di coinvolgimento e non vogliamo lasciare Birmania (ndr Myanmar) isolata” ha detto Anifah. Manifestanti hanno accusato la Birmania di usare l’incidente per tenere Aung San Suu Kyi in prigione fino alle elezioni nazionali del 2010. E gli avvocati di Suu Kyi riferiscono che la leader NLD rischia, se dichiarata colpevole, fino a 5 anni di carcere. Alla Clinton è stato anche chiesto di premere su Paesi con forte capacità di influenza sulla giunta militare, come Cina e alcuni membri dell’ASEAN, perchè esercitino più pressioni sul caso Suu Kyi. La Clinton ha dichiarato che gli Stati Uniti stanno già lavorando con i Paesi ASEAN affinchè questi prendano una posizione. Il Segretario di Stato ha detto inoltre che alcuni funzionari americani hanno già avuto incontri con Cina e altri Paesi per “vedere se è possibile, su basi umanitarie, soccorrere Aung San Suu Kyi da questo ultimo tentativo di intimidirla e, forse, di incarcerarla”. Il processo di Suu Kyi è programmato per lunedì, presso la corte speciale della famosa prigione di Insein, nella quale è rinchiusa da giovedì (...). (L'articolo è una riduzione da "Clinton: Myanmar should release opposition leader" di Foster Klug per Associated Press - Segue l'articolo in originale) WASHINGTON (AP) — Secretary of State Hillary Rodham Clinton on Thursday urged Myanmar to immediately release pro-democracy leader Aung San Suu Kyi, even as Malaysia's foreign minister warned of isolating the military-run country. Clinton, in tough language, told reporters at the State Department that she was deeply troubled by Myanmar's decision to charge Suu Kyi for a "baseless crime" against the Nobel Peace laureate, who faces new charges less than two weeks before her house arrest was due to end after an American man swam across a lake and entered her home. "We oppose the regime's efforts to use this incident as a pretext to place further unjustified restrictions on her," Clinton said. Malaysian Foreign Minister Anifah Aman, standing at Clinton's side after their meeting, spoke in more conciliatory terms. "This is where we use the process of engagement, and we do not want to leave Myanmar in isolation," Anifah said. Supporters accused Myanmar of using the incident to keep Suu Kyi in detention ahead of general elections scheduled next year. Suu Kyi's lawyer says she could face a prison term of up to five years if convicted. Clinton also was asked about calls by rights groups for countries with leverage with Myanmar's ruling generals, including China and members of the 10-member Association of Southeast Asian Nations, to do more to pressure Myanmar over Suu Kyi's case. Clinton said the United States is reaching out to ASEAN countries to speak out. She said officials are also talking to China and other countries to "see if we can't, on a humanitarian basis, seek relief for Aung San Suu Kyi from this latest effort to intimidate and perhaps even incarcerate her." Suu Kyi's trial is scheduled to start Monday at a special court at Yangon's notorious Insein Prison, where she was arraigned Thursday. She is accused of breaking the terms of her detention by harboring the American visitor for two days, even though one of Suu Kyi's lawyers said she told the man to leave her home. The junta appears eager to ensure that next year's general elections are carried out without any significant opposition from pro-democracy groups that say the balloting will merely perpetuate military rule under a democratic guise. The 63-year-old Suu Kyi has already spent more than 13 of the last 19 years — including the past six — in detention without trial for her nonviolent promotion of democracy in Myanmar, also called Burma. A steady progression of U.S. lawmakers on Thursday criticized Myanmar and expressed support for Suu Kyi. (Puoi leggere l'articolo su www.google.com/hostednews/ap/article/ALeqM5hGMfx81z4NHImqmyuU597mpoeKXvD98694F82) http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=en&catid=fb9143906e6c4cc99a09def69668a23e&docid=1dbff648207f4bd1a9ff48581dcdad05 Fri, 15 May 2009 10:45:08 GMT 961af87d3bfc413ab8b9fe541c21093c Hillary Clinton incontra Aung San Suu Kyi Il segretario di Stato americano, Hillary Clinton, nel terzo e ultimo giorno della sua visita in Birmania ha incontrato la leader dell'opposizione, Aung San Suu Kyi. 2011-12-02T22:35:01.5370000+01:00 (Per vedere la galleria di foto clicca qui) http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=en&catid=fb9143906e6c4cc99a09def69668a23e&docid=961af87d3bfc413ab8b9fe541c21093c Fri, 02 Dec 2011 21:35:01 GMT f275eeb9a2524cdab9a6d50945b03e1f Gambari, Inviato Speciale ONU termina la sua visita in Birmania con un nulla di fatto e con il rifiuto della leader birmana Aung San Suu Kyi di incontrarlo 2008-08-26T12:04:19.3000000+02:00 Ibrahim Gambari , Inviato Speciale ONU ha concluso la sua quarta visita in Birmania, durata sei giorni nel corso della quale ha incontrato il primo ministro birmano, il ministro degli esteri, della sanità etc. ha itenuto incontri con i diplomatici presenti nel paese, il Comitato internazionale della Croce Rossa, e il Gruppo tripartito che comprende il rappresentante ONU, il governo birmano e i rappresentanti ASEAN. Gambari nel primo giorno della sua visita il portavoce ONU Farhan Haq aveva dichiarato che " secondo il suo mandato, l'inviato speciale ONU intende incontreare tutte le parti interessate al processo di riconciliazione nazionale, compresi tutti coloro che ha incontrato nelle precedenti occasioni" . Infatti nelle precedenti visite Gambari aveva incontrato non solo i rappresentanti dell'NLD, ma anche la leader birmana Aung San Suu kyi, ancora oggi agli arresti domiciliari. Questa volta Gambari ha tenuto ripetuti incontri con i rappresentanti della giunta militare, della Union of Myanmar Federation of Chambers of Commerce and Industry che è il principale finanziatore della milizia del regime "Swan Ah Shin, che ha represso duramente le manifestazioni del settembre 2007. Gambari ha anche incontrato i rappresentanti dell'USDA (Union Solidarity and Development Association) una organizzazione sostenuta dalla giunta che ha organizzato il massacro di Depayin nel maggio 2003, in cui sono state uccise quasi 100 persone. Gambari ha incontrato anche altri nove dei gruppi messi in piedi dalla giunta. Invece i due incontri con i rappresentanti dell'NLD sono stati estremamente brevi. Gambari ha chiesto ai membri dell'esecutivo dell'NLD la loro opinione circa le elezioni programmate dalla giunta per il 201, se quest efossero state libere e corrette. e i rappresentanti dell'NLD in risposta hanno chiesto a Gambari la sua posizione rispetto ai risultati elettorali delle libere elezioni del 1990, che la giunta non ha mai volutoriconoscere. Purtroppo Gambari non ha dato alcuna risposta, secondo Win Naing, il portavoce dell'NLD. Si ritiene anche a seguito dell'andamento della visita che l'ONU si stia muovendo verso una "capitolazione" nei confronti della strategia della giunta che intende legittimare la nuova costituzione e le elezioni del 2010. Nel corso della visita Gambari ha cercato di incontrare Aung San Suu Kyi, ma ha ottenuto un silenzioso rifiuto. Sia mercoledì che venerdì scorso, sono stati visti di fronte alla casa in cui è detenuta da anni la leader birmana, i rappresentanti dell'inviato speciale dell'ONU. "non sappiamo le motivazioni del rifiuto di Aung San Suu Kyi di incontrare l'inviato dell'ONU Gambari" ha dichiarato Win Naing un portavoce dell'NLD, "ma sappiamo che lei non è contenta della situazione e neanche noi". http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=en&catid=fb9143906e6c4cc99a09def69668a23e&docid=f275eeb9a2524cdab9a6d50945b03e1f Tue, 26 Aug 2008 10:04:19 GMT 366dcc945d314d25891fbbec03a272bb Gambari incontra Aung San Suu Kyi e i membri dell'NLD 2009-02-02T16:39:13.8570000+01:00 La Leader dell’opposizione birmana Aung San Suu Kyi ha incontrato Ibrahim Gambari, l’inviato speciale ONU in Birmania e i membri dell’esecutivo della Lega Nazionale per la Democrazia in una guest house del governo. E’ la prima volta che ad Suu Kyi che è agli arresti domiciliari da 13 anni sugli ultimi 19 anni, gli è stato concesso di incontrare i membri del Comitato esecutivo del suo partito, nel corso di una visita dell’inviato speciale ONU Aung San Suu Kyi ha incontrato I membri del comitato esecutivo e Ibrahim Gambari e ha potuto discutere della questione dei prigionieri politici e la richiesta della liberazione dei prigionieri politici . (Photo: AFP) L’incontro è avvenuto lunedì mattina dopo che Suu Kyi è stata prelevata dalla sua casa per incontrare con Gambari e I membri del partito, copreso il presidente Aung Shwe e I membri anziani Nyunt Wai, Than Htun, Hla Pe e Soe Myint. Particolari della riunione non sono disponibili, ma il portavoce dell’NLD Nyan Win ha dichiarato : “il panorama della visita di Gambari è cambiato. È la prima volta che il Comitato Esecutivo dell’NLD si incontra con Gambari e Daw Aung San Suu Kyi.” In ogni caso ha sottolineato che è troppo presto per dire se la visita porterà a risultati positive. Si ritiene che Gambari e i membri dell’esecutivo dell’NLD abbiano discusso l’arresto e la detenzione degli attivisti politici e degli oppositori e la richiesta dell’NLD di rilascio di tutti i prigionieri politici. L’incontro è durato un’ora e mezzo ha dichiarato Nyan Win. Nel corso della riunione i leader della opposizione hanno dichiarato all’inviato ONU che i suoi sforzi di avviare un dialogo per la riconciliazione potrebbero avere effetti positivi solo se tutti i prigionieri politici verranno rilasciati. Secondo i rapporti Suu Kyi ha dichiarato a Gambari che il Segretario Generale dell’Onu Ban Ki-moon dovrebbe visitare la Birmania solo se lei e gli altri prigionieri politici verranno rilasciati. Prima della visita di Gambari si sono intensificate le voci che il regime sarebbe intenzionato a rilasciare Aung San Suu Kyi più in la nel corso dell’anno. Questa decisione è attesa da lungo tempo poiché la giunta ha spesso utilizzato il rilascio dei prigionieri politici come strumento per piegare le critiche internazionali e ottenere il sostegno alla sua agenda politica. Gambari, che è arrivato a Rangoon sabato , dovrebbe volare Naypyidaw martedì ha dichiarato Nyan Win. Non è chiaro se sarà in grado di incontrare il leader del -Gen Than Shwe. Some political analysts said that it was unlikely he would meet the senior leader during his four-day trip, but in a statement, the UN said that Gambari hoped to have “meaningful discussions with all concerned.” domenica Gambari ha incontrato il Ministro per l’informazione Brig-Gen Kyaw Hsan e altri membri del regime. L’inviato Onu ha avuto colloqui con ufficiali anziani compreso Aung Kyi, il ministro di collegamento con l’NLD, il Ministro degli Esteri Nyan Win, il Ministro della cultura Maggiore -Gen Khin Aung Myint, il Ministro della Sanità Kyaw Myint e Thaung Nyunt, a un membro della commissione per la gestione del referendum costituzionale e diplomatici stranieri. Aung Naing Oo, un analista politico che vive in Thailandia, ha dichiarato che ci si aspetta pochi progressi politici dai colloqui di lunedì ma questi hanno dato una possibilità ad ASSK di poter discutere con I propri rappresentanti le proprie opinioni http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=en&catid=fb9143906e6c4cc99a09def69668a23e&docid=366dcc945d314d25891fbbec03a272bb Mon, 02 Feb 2009 15:39:13 GMT cae08eaeef0e43909d66a4fe29263d38 Il 19 giugno Aung San Suu Kyi compie 64 anni. Quasi sicuramente li compirà in carcere - Articolo di Cecilia Brighi Tratto da Articolo21 - “Se Aung San Suu Kyi rimane in carcere, dovremmo avere il coraggio di incarcerare simbolicamente la giunta militare birmana circondando le ambasciate birmane in tutti i paesi” così ha aperto il suo intervento al Congresso CISL, Maung Maung, Segretario Generale del sindacato clandestino birmano FTUB e Segretario Generale delll’NCUB, la più grande alleanza di organizzazioni democratiche birmane. Un Congresso che la CISL ha dedicato ad Aung San Suu Kyi e alla lotta e al coraggio di una donna e di un popolo che lotta da anni per la democrazia e I diritti umani. 2009-05-25T12:37:18.4570000+02:00 Oggi, ancora una volta la giunta militare sfida la comunità internazionale con l’arresto della leader birmana Aung San Suu Kyi, a pochi giorni dalla scadenza dei suoi arresti domiciliari che scadono il 27 marzo. Ancora una volta la sfida serve a verificare la serietà delle parole delle istituzioni internazionali e dei governi. E’ noto che l’arresto della Aung San Suu kyi serve a isolare e zittire la leader, come tutta l’opposizione ormai in carcere, in vista delle elezioni del 2010 e a verificare se le istituzioni internazionali sono tigri di carta o meno. Elezioni importantissime, quelle del prossimo anno, perché la giunta possa rifarsi il make up di fronte al mondo e ai rampanti interessi economici e politici di governi e imprese. Forse i militari birmani nel tastare sfrontatamente il terreno sanno già che il rischio per loro non è poi così tanto alto. E forse non hanno tutti i torti nel farsi beffa della comunità internazionale. Alte in questi giorni sono state le note di condanna. Una sfilza di primi ministri e di Ministri degli Esteri hanno fatto dichiarazioni alla stampa. Ma chi chiedeva di superare i rituali e di passare ad una azione più incisive, (ovviamente non violente) ancora oggi rimane deluso. Basta leggere lo scarno comunicato emesso a conclusione del Consiglio dei Ministri Europeo tenutosi il 18 maggio scorso: “Il Consiglio ha valutato gli ultimi sviluppi nel paese. Ha condannato duramente l’arresto della leader dell’opposizione Daw Augn San Suu Kyi alcun giorni prima della scadenza prevista dei suoi arresti domiciliari e ha chiesto il suo immediato rilascio. Il Consiglio ha richiamato che all’atto del rinnovo delle misure restrittive della UE contro la Birmania nell’arile 2007 aveva sottolineato la sua disponibilità a emendare o a rafforate tali misure alla luce degli sviluppi nel paese. Il Consiglio ha chiesto ai suoi organismi preparatori di esaminare ulteriori passi. Ha anche concordato di aumentare il dialogo con I paesi asiiatici sulla Birmania.” Ovviamente questa dichiarazione veramente “essenziale” mostra quanto l’Europa sia divisa. Le sanzioni europee, in atto solo dal marzo 2008 sono come un colabrodo perché non sono state adottate contemporaneamente adeguate misure di monitoraggio per prevenire la loro violazione, soprattutto attraverso la triangolazione nella importazione di prodotti. Triangolazione che passa ancora oggi soprattutto da Thailandia e Cina. Ricostruire la provenienza dei prodotti importati sarebbe fondamentale. Quali possono essere i passi successivi non è dato sapere. Le organizzazioni democratiche birmane, tra cui il sindacato, da sempre chiedono non solo un monitoraggio stretto delle sanzioni, ma soprattutto il loro ampliamento per includere soprattutto i settori assicurativi e finanziari, impedendo alla giunta e alle imprese a questa legate di effettuare transazioni in euro. Questo tipo di sanzione è stato adottato con successo dal governo degli Stati Uniti impedendo così che la giunta e i loro amici possano effettuare transazioni in dollari. Una decisione semplice che contribuirebbe a strangolare economicacmente la giunta e a costringerla ad un tavolo di dialogo. Mentre il blocco delle assicurazioni e riassicurazioni paralizzerebbe aerei, navi e imprese che non avendo più la copertura assicurativa non potrebbero più muoversi, almeno fino a quando non si riorganizzassero. La maggior parte del mercato assicurativo e riassicurativo è in Europa e questo garantirebbe una efficacia della decisione. Alcune grandi imprese assicurative come l’inglese Lyodd, sembra si siano per altro dichiarate disponibili. Se guardiamo poi al Consiglio di Sicurezza, questo finalmente si è pronunciato, Ma anche qui, vista la gravità della vicenda ci si sarebbe aspettato la approvazione di una risoluzione urgente. In realtà si è riusciti ad adottare solo un comunicato stampa di condanna. Altro segnale preoccupante sta nel fatto che questo comunicato non è stato letto dal Presidente di turno del consiglio di Sicurezza, l’ambasciatore Russo a significare i problemi e le divisioni all’interno di questo organismo. Il comunicato usa un linguaggio diplomatico chiaro. Esprime la “preoccupazione” del Consiglio sull’impatto politico dei recenti sviluppi circa Aung San Suu Kyi, sottolinea l’importanza del rilascio di tutti i prigionieri politici, però senza menzionare esplicitamente la liberazione della leader birmana. Da ultimo è positivo il richiamo alla necessità che il governo birmano crei le condizioni necessarie per un dialogo genuino con l’opposizione birmana. Ovviamente questo risultato è il frutto della cautela di Cina e Russia che vogliono a tutti i costi preservare i loro rapporti priviliegiati con la giunta. Il governo cinese in questi giorni, ha infatti fatto naufragare su questo punto il dialogo bilaterale con la UE. Il portavoce del Ministro degli esteri cinese al termine dell’incontro ha dichiarato alla stampa che “ le questioni della Birmania dovrebbero essere decise dal popolo birmano. Come vicini della Birmania speriamo che le parti principali in Birmania utilizzino il dialogo per raggiungere la riconciliazione, la stabilità e lo sviluppo.” Quindi nessuna interferenza, e chiaramente nessuna menzione della necessità di costruire un percorso verso la democrazia. Tutto ciò mostra quanto sia difficile la strada per il rilascio di Aung San Suu Kyi . La giunta militare ovviamente sta a guardare. Avrebbe potuto chiudere il processo in un giorno solo, invece sta tastando le reazioni internazionali. Se la comunità internazionale si mostrasse decisa forse qualche cosa potrebbe cambiare e qualche spiraglio potrebbe aprirsi. Intanto la giunta sta cercando di infangare l’immagine della leader birmana, con una serie di provocazioni inaccettabili di cui non vale neanche la pena parlare e dargli risonanza. La prossima settimana, proprio nei giorni che segnano la teorica scadenza degli arresti domiciliari si riunisce ad Hanoi il vertice Asem (europa Asia) e successivamente il vertice Europa Asean. È importante che i governi chiedano urgentemente l’invio in Birmania di Ban ki-moon segretario Generale dell’ONU, dell’inviato speciale della UE Piero Fassino e del Segretario generale dell’Asean Surin, con l’obiettivo di chiedere l’immediato rilascio della leader birmana. Ovviamente tale missione è estremamente delicata e vanno identificati chiaramente gli obiettivi e soprattutto gli strumenti con cui cercare di raggiungerli. Mentre l’Onu dovrebbe immediatamente chiedere al Conisiglio di Sicurezza la introduzione di un embargo generale sulle armi, la UE dovrebbe più chiaramente indicare la propria strategia: se su alcuni punti questa può essere condivisa, soprattutto per quanto riguarda la richiesta (ovvia) del rilascio immediato di Aung San Suu Kyi, degli altri prigionieri politici e l’avvio del dialogo tripartito per la riconciliazione, su un punto la posizione UE strategia appare a dir poco ingenua. La UE chiede alla giunta infatti, come terzo elemento strategico, un quadro di garanzie chiare rispetto al processo elettorale ed una legge elettorale in linea con gli standard internazionali e la presenza di osservatori internazionali alle elezioni. Ma di che elezioni parla la UE? Eppure tutti sanno che le elezioni del 2010 servono alla giunta solo per ricostruire uno straccio di legittimità internazionale. Un finto parlamento e una finta democrazia. Le elezioni serviranno a votare un parlamento e un sistema istituzionale fondato su una costituzione decisa dalla giunta per la giunta, a porte chuse impedendo la partecipazione della opposizione. Sarebbe quanto meno ingenuo pensare, soprattutto dopo il referendum dello scorso anno, nel corso del quale la gente è stata costretta a votare secondo il volere della giunta, che basti una legge elettorale o alcuni osservaori internazionali a garantire che si volti pagina. Il segretario del sindacato birmano, Maung Maung in questi giorni sta avendo una fitta rete di incontri. Ha potuto illustrare le richieste e la strategia delle organizzazioni democratiche birmane in un incontro con l’Onorevole Craxi, sottosegretaria agli Esteri, all’inviato speciale della UE Piero Fassino, al Presidente della Provincia di Roma Zingaretti. Maung Maung ha sottolineato come “oltre alla liberazione della Aung San Suu Ki e degli altri prigionieri politici, prima delle elezioni vi deve essere una revisione congiunta della costituzione. Questa revisione deve cancellare il diritto dei militari di nominare il 25% del parlamento, che i prigionieri politici e gli ex prigionieri politici non possano essere eletti e non possano votare, che si costituisce uno stato centralizzato, mentre il paese è composto da stati e minoranze etniche che da sempre chiedono un sistema federale che li garantisca.” “ la revisione della costituzione viene richiesta dal governo e dal parlamento in esilio e da tutte le organizzazioni democratiche tra cui il sindacato. L’Unione Europea deve raccogliere queste richieste che provengono da organizzazioni rappresentative.” Il sindacalista birmano ha chiesto al governo italiano di appoggiare l’allargamento delle sanzioni europee, di sostenere la richiesta di deferire la Birmania alla Corte Internazionale di Giustizia per la violazione del lavoro forzato e soprattutto di fare pressione sulla giunta militare perché accetti una missione urgente del Segretario generale dell’ONU, di Piero Fassino, e del Segretario generale dell’Asean, perché come dopo il ciclone Nargis, questi interventi possono sbloccare la situazione. “Solo a fronte di segnali tangibili come la liberazione di Aung San Suu Kyi e degli altri prigionieri politici e l’apertura del dialogo con tutte le parti, alcune delle sanzioni potrebbero essere rimosse”. Maung Maung ha anche ribadito la richiesta di incremento delle sanzioni europee mirate. Insomma, la situazione attuale impone un cambiamento deciso di marcia. Impone il superamento degli egoismi nazionali. I governi, primo tra tutti quello italiano e i parlamenti dovrebbero finalmente da un lato rafforzare le sanzioni mirate, e dall’altro il dialogo negoziale con Cina, India e Russia sulla base di obiettivi chiari. La diplomazia sembra invece a corto di idee e di proposte e soprattutto sembra sempre trovare ostacoli insormontabili alle proposte lanciate da una opposizione birmana che lavora insieme e che mantiene un approccio non violento. Il 27 marzo data di scadenza degli arresti domiciliari è dietro l’angolo. Il 19 giugno Aung San Suu Kyi compie 64 anni. Quasi sicuramente li compirà in carcere. Chi sa se al suo posto agli arresti domiciliari ci fossero i leader politici che hanno permesso un comunicato europeo così “scarno” o gli ambasciatori del Consiglio di Sicurezza? Bisognerebbe chiedergli di chiudere gli occhi per un minuto e cercare di mettersi nei panni di una donna, sola in una grande casa da anni. Sola contro il più grande esercito del sud est asiatico. Di mettersi nei panni di una donna coraggiosa e malandata in salute. Per ora chi legge dovrebbe provare questo piccolo esercizio di pazienza: chiudete gli occhi per un minuto. Un solo minuto immaginate di essere agli arresti da anni, senza poter vedere i vostri figli, senza aver potuto vedere vostro marito morente, senza poter andare al cinema, vedere la televisione, amare, parlare, uscire per vivere. Immaginate tutto ciò mentre qualcuno vi legge il comunicato dei ministri europei. Cosa provereste? (Puoi leggere l'articolo anche su http://www.articolo21.info/5362/editoriale/il-19-giugno-aung-san-suu-kyi-compie-64-anni.html) http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=en&catid=fb9143906e6c4cc99a09def69668a23e&docid=cae08eaeef0e43909d66a4fe29263d38 Mon, 25 May 2009 10:37:18 GMT f8e34d1be8de4e5c80b7d43071e592be La campagna elettorale in Birmania E le cose da sapere in vista del voto di domenica: Aung San Suu Kyi è candidata al Parlamento e ha segnalato irregolarità 2012-04-10T14:48:15.1270000+02:00 Domenica 1 aprile si voterà in Birmania per assegnare una cinquantina di seggi del parlamento. Le elezioni erano state annunciate a fine dicembre e sono uno dei molti segnali che da alcuni mesi indicano un tentativo di riforma “dall’interno” del regime militare che controlla il paese dal 1962, anche se formalmente dal 2011 la giunta è stata dissolta e si è insediato un governo “civile” (ma il vincitore delle elezioni del 2010 e attuale presidente, Thein Sein, è un ex militare che è stato primo ministro negli ultimi anni della giunta). Il parlamento birmano è composto per la stragrande maggioranza da membri dei partiti che sostengono i militari. È tornato a riunirsi a gennaio dello scorso anno dopo oltre vent’anni di inattività a Naypyidaw, la città che la giunta militare ha fatto costruire dal nulla pochi anni fa nella giungla al centro del paese e che dal 2005 è la capitale del paese al posto di Yangon. Le elezioni di domenica prossima servono ad eleggere i sostituti per i parlamentari che nel frattempo hanno ottenuto incarichi di governo: 40 posti nella camera bassa, 8 nella camera alta e due nelle assemblee regionali. Non è possibile che le elezioni cambino gli equilibri all’interno del parlamento, formato per un quarto dai seggi assegnati direttamente dall’esercito e per l’80 per cento dei seggi rimanenti da rappresentanti (spesso ex militari) del Partito di Unione per la Solidarietà e lo Sviluppo, che sostiene il regime. Il principale partito di opposizione, la Lega Nazionale per la Democrazia della celebre dissidente e premio Nobel per la pace Aung San Suu Kyi, potrà partecipare alle elezioni dopo aver nuovamente registrato il suo partito a dicembre del 2011: la LND aveva boicottato le elezioni del 2010 ed era stata sciolta dalla giunta militare. Suu Kyi, 66 anni, ha passato gran parte degli ultimi vent’anni come detenuto politico per la sua opposizione al regime ed è stata rilasciata dagli arresti domiciliari solo nel novembre 2010, dopo le elezioni generali. Nel 1990 la LND vinse le elezioni multipartitiche concesse dai militari, ma la giunta non permise che assumesse il governo. Nelle elezioni di domenica prossima Suu Kyi concorrerà per il seggio della zona rurale di Kawhmu, dopo che la sua campagna elettorale ha visto grandi folle partecipare ai suoi comizi in diverse zone della Birmania. È probabile che la LND riesca ad entrare in parlamento, dove formerebbe la prima e per ora unica opposizione, e che Suu Kyi riesca ad ottenere il seggio di Kawhmu, anche se ci sono molte denunce di episodi di intimidazione, violenze e irregolarità negli ultimi mesi per danneggiare l’ LND. Oggi la stessa Suu Kyi ha detto in una conferenza stampa che le prossime elezioni “non possono essere considerate vere elezioni libere e democratiche”, anche se ha ripetuto la propria determinazione a partecipare. http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=en&catid=fb9143906e6c4cc99a09def69668a23e&docid=f8e34d1be8de4e5c80b7d43071e592be Tue, 10 Apr 2012 12:48:15 GMT 87e714f28a474a94a9afeb4292184ac1 Le Nazioni Unite tardano a rispondere alla richiesta di ASSK per un nuovo inviato – Articolo di T.M. Shwe Burmanet – Il Segretario Generale delle Nazioni Unite Ban Ki-Moon sta ancora valutando la designazione di un sostituto a tempo pieno dell’inviato speciale dell’ONU, ha detto il suo portavoce questo giovedì a New York. Il ruolo è in questo momento occupato temporaneamente dal capo dello staff di Ban, l’ex diplomatico indiano Vijay Nambiar, che ha assunto il compito poco più di un anno fa. La leader democratica birmana Aung San Suu Kyi avrebbe detto, secondo quando riportato questo mese, di volere un inviato il prima possibile. Suu Kyi ha dichiarato infatti a Radio Free Asia questo 4 Marzo: “Penso che se una persona responsabile è designata a tempo pieno per monitorare in modo adeguato e in profondità la situazione in Birmania, allora il Segretario Generale avrà la possibilità di percepire la situazione reale della Birmania. Questo è il motivo per cui spero che una persona venga designata il primo possibile a tempo pieno”. Il portavoce delle Nazioni Unite ha risposto a una domanda sul desiderio di Suu Kyi di avere un nuovo inviato per la Birmania, confermando che sia Suu Kyi, che gli Stati Membri che sono parte del gruppo Amici della Birmania hanno richiesto un inviato a tempo pieno. “Il Segretario Generale ha dichiarato di aver preso nota di queste idee, su cui rifletterà, tenendole in considerazione” ha continuato il portavoce. Tre mesi fa, l’Ambasciatore inglese e l’Ambasciatore messicano all’ONU hanno detto all’inviato dell’Inner City Press Matthew Russell Lee di auspicare che il Segretario Generale trovi presto un sostituto per Nambiar. Il riferimento di Suu Kyi a una “persona responsabile” per il ruolo di inviato in Birmania potrebbe richiamarsi al suo rifiuto di incontrare il predecessore di Nambiar, il nigeriano Ibrahim Gambari in almeno una occasione. Gambari, che ricopriva il ruolo di inviato speciale quando Suu Kyi era agli arresti domiciliari, era precedentemente stato Ambasciatore della Nigeria presso le Nazioni Unite durante la dittatura militare di Sani Abacha. (Puoi leggere l'articolo in originale su Burmanet) (19 Marzo 2011) 2011-03-19T16:34:25.1900000+01:00 http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=en&catid=fb9143906e6c4cc99a09def69668a23e&docid=87e714f28a474a94a9afeb4292184ac1 Sat, 19 Mar 2011 15:34:25 GMT 76d6948337f8497498d3eaf0d6fde3d3 MYANMAR: AUNG SAN SUU KYI RIFIUTA PERMESSO PER VOTARE ADN Kronos - La leader dell'opposizione birmana, Aung San Suu Kyi, ha rifiutato il permesso speciale per andare a votare il 7 novembre che le era stato concesso dalla giunta militare al potere nel Myanmar (ex Birmania). Lo ha reso noto il suo avvocato, Nyan Win. Il nome dell'icona per la democrazia e' stato inserito il 24 settembre nella lista degli elettori a Yangon (ex Rangoon) dove Su Kyi e' costretta agli arresti domiciliari. La giunta militare ha escluso dal voto la sua Lega Nazionale per la Democrazia che nel 1990 aveva vinto le ultime elezioni a stragrande maggioranza ma al quale era stato impedito di assumere il governo. A Suu Kyi, che ha trascorso 15 degli ultimi 21 anni agli arresti domiciliari, e' stato vietato di candidarsi inserendo nella costituzione una clausola che nega questo diritto a chi ha sposato uno straniero. La premio Nobel per la pace, vedova di un cittadino britannico, concludera' l'attuale condanna a 18 mesi di arresti domiciliari il prossimo 13 novembre. (12 Ottobre 2010) 2010-10-14T19:26:49.6070000+02:00 http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=en&catid=fb9143906e6c4cc99a09def69668a23e&docid=76d6948337f8497498d3eaf0d6fde3d3 Thu, 14 Oct 2010 17:26:49 GMT b8c68f6f170f40239523bd596051346d Messaggio di Aung San Suu Kyi alla Camera dei Rappresentanti USA 2011-06-24T14:34:57.4070000+02:00 Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti Commissione per gli affari esteri Sottocommissione Asia e Pacifico Audizione sulla Birmania: “Squarciare il velo del silenzio Birmano: la verità dietro le elezioni farsa e la difficile strada da percorrere” 22 giugno 2011 Ore 12.30, Rayburn House Office Building, Aula 2172 Trascrizione del messaggio video di Daw Aung San Suu Kyi Segretario Generale della Lega Nazionale per la Democrazia, Rangoon, Birmania Qualsiasi dichiarazione resa di fronte ad una commissione del Congresso degli Stati Uniti non può non cominciare con almeno poche e brevi parole di apprezzamento per tutto ciò che voi e i vostri colleghi avete fatto per la causa della democrazia in Birmania negli ultimi due decenni. Vi siamo molto riconoscenti e siamo certi che anche in futuro continuerete a fare tutto il possibile per sostenerci. Come è noto, lo scopo di questa commissione consiste nello scoprire cosa sia realmente accaduto in Birmania dalle elezioni del Novembre 2010, per – potremmo dire – rompere il velo del silenzio e scoprire la verità sulla situazione in Birmania. Sono certa che potrete accedere a numerose informazioni provenienti da fonti diverse che vi permetteranno di valutare correttamente la situazione. A questo proposito, vorrei richiedervi di considerare quanto sta accadendo in Birmania alla luce della Risoluzione del Consiglio per i Diritti Umani delle Nazioni Unite, l’ultima pubblicata a marzo. Questa Risoluzione riguarda tutte le attuali necessità della Birmania, o per meglio dire tutte le attuali necessità politiche della Birmania di oggi. Le richieste, le sollecitazioni, le istanze di questa risoluzione sono del tutto in linea con quanto riteniamo sia necessario in Birmania affinché il paese intraprenda un vero processo di democratizzazione. Considerando attentamente la risoluzione e quindi esaminando l’attuale situazione in Birmania, avrete modo di sviluppare un’idea molto precisa della nostra attuale posizione nel cammino verso la democrazia, se veramente lo abbiamo intrapreso. La risoluzione tratta questioni molto importanti, quali i prigionieri politici, la libertà di associazione e informazione, l’indipendenza del potere giudiziario e il diritto del Professor Quintana, Relatore sui Diritti Umani delle Nazioni Unite, di recarsi in Birmania ogni volta che lo reputi opportuno. Prevede inoltre la necessità di un processo politico inclusivo in Birmania, che permetta di negoziare una soluzione che conduca alla riconciliazione nazionale. Le richieste sollevate dalla Risoluzione del Consiglio per i Diritti Umani sono essenziali per aprire la Birmania ad una costituzione liberale e a istituzioni democratiche. Sarà un cammino lungo – è già stato un cammino lungo e difficile– e non vi è dubbio che la strada che dobbiamo ancora percorrere sarà irta di difficoltà. Tuttavia, abbiamo fiducia che con l’aiuto e il sostegno di coloro che condividono i nostri valori, coloro che, come voi, sono veri amici (perché i veri amici sono quelli che condividono gli stessi valori e comprendono perché non si intenda rinunciare a tali valori, nonostante le difficoltà), sono sicura, dicevo, che, con l’aiuto e il sostegno dei veri amici saremo in grado di percorrere il cammino della democrazia, non così facilmente e forse non così velocemente come vorremmo, ma con sicurezza e fermezza. Ed è per questo motivo che vorrei chiedervi di fare tutto il possibile per assicurare che le richieste e le istanze della Risoluzione del Consiglio per i Diritti Umani delle Nazioni Unite siano soddisfatte nella maniera più ampia, sincera e rapida possibile dall’attuale governo della Birmania.Come già accennato, la risoluzione richiede tra l’altro l’indipendenza del potere giudiziario. Questa è la necessità più urgente per il paese, poiché senza una magistratura indipendente non può esservi stato di diritto, senza uno stato di diritto nessuno può essere difeso e quindi non vi può essere un autentico progresso verso la democrazia. Vi è poi il caso dei prigionieri politici; se questo governo è veramente intenzionato a compiere reali passi avanti verso la democrazia per quale ragione sono ancora in carcere? Se questo governo è sincero quando sostiene di voler portare la democrazia in Birmania, in questo paese non devono esistere prigionieri di coscienza. Democrazia significa che tutti abbiamo il diritto alle nostre convinzioni, che tutti abbiamo il diritto di cercare di vivere rispettando la nostra coscienza. Per questa ragione, il caso dei prigionieri di coscienza è cruciale per decidere se l’attuale governo sia o meno sincero rispetto alle aspirazioni democratiche. Il Professor Quintana ha parlato della necessità di una commissione di inchiesta sulle violazioni dei diritti umani in Birmania. Appoggio la sua richiesta in merito a questa commissione, sottolineando che una commissione di inchiesta non è un tribunale, ma è appunto una commissione incaricata di verificare se siano state commesse violazioni dei diritti umani e di capire come sia possibile intervenire per assicurare che tali violazioni non abbiano a ripetersi in futuro. Apprezzerei qualsiasi sforzo volto a sostenere il Professor Quintana nel suo lavoro. Poiché, a meno che non rispettiamo il lavoro del Relatore sui Diritti Umani, non credo che saremo in grado di realizzare molti progressi nell’attuazione della Risoluzione del Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite. Non ho mai reso prima una dichiarazione davanti ad una commissione del Congresso degli Stati Uniti, quindi non sono molto sicura su come procedere. Mi piacerebbe semplicemente cogliere l’occasione per chiedervi di fare tutto il possibile per aiutarci ad attuare la Risoluzione del Consiglio per i Diritti Umani delle Nazioni Unite, poiché ciò aprirà la vera strada verso la democrazia per tutti noi. Vorrei anche cogliere l’occasione per ripetere quanto apprezziamo tutto ciò che avete fatto, e come ciò abbia significato molto per noi. Sono certa che continuerete a esaminare la situazione e a rivedere quanto è stato fatto in passato, cercando di capire quanto debba essere fatto in futuro. La Birmania non è una società aperta e volte ci troviamo costretti semplicemente a supporre cosa sia necessario. Ritengo tuttavia che poiché crediamo veramente nei valori democratici e poiché siamo sinceri nel rispetto dei diritti umani e delle libertà costituzionali, le nostre supposizioni non possano essere poi così sbagliate. Vorrei quindi chiedervi di proseguire nel vostro lavoro nutrendo piena fiducia in ciò che state facendo ed essendo coscienti che il vostro lavoro è molto apprezzato. Grazie Aung San Suu Kyi http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=en&catid=fb9143906e6c4cc99a09def69668a23e&docid=b8c68f6f170f40239523bd596051346d Fri, 24 Jun 2011 12:34:57 GMT d529549f4f9449ad9af359b6833199b8 Lettera aperta di Daw Aung San Suu Kyi's al Presidente birmano Thein Sein 2011-08-01T16:08:03.1200000+02:00 Traduzione non ufficiale U Thein Sein, Presidente dell’Unione di MyanmarOrganizzazione per l’Indipendenza del Kachin (KIO)Karen National Union (KNU)Nuovo Partito dello Stato Mon (NMSP)Esercito dello Stato Shan (SSA) 28 luglio 2011 Dopo il conseguimento dell’indipendenza la fondazione dell’Unione Birmana ha visto la partecipazione congiunta di diverse nazionalità. Come fratelli della stessa famiglia, tutte queste nazionalità coabitano su questa terra da tempi immemorabili. Per questa ragione forgiare legami di pace e unità tra le varie nazionalità costituisce un elemento di estrema importanza. Recentemente i mass-media hanno dato conto di conflitti militari tra le Forze Armate del paese e i gruppi etnici armati in diverse regioni, quali ad esempio Kachin, Shan, Karen, Mon e altre. Questi conflitti comportano conseguenze tragiche, quali la perdita di vite umane, la distruzione di costose infrastrutture fisiche e di progetti economici e una condizione di deterioramento generale. Oltre a causare enormi sofferenze tra le comunità locali, questi conflitti possono potenzialmente espandersi e diffondersi nelle zone circostanti. L’utilizzo della forza quale strumento di soluzione dei conflitti non potrà che danneggiare tutte le parti coinvolte. Riconciliazione nazionale e unità non possono essere costruite sulla base della forza, ma solamente attraverso il negoziato politico. Solo attraverso il negoziato politico potrà essere costruita un’autentica unità nazionale e solo una tale unità tra le diverse nazionalità potrà garantire un futuro di pace per il paese. In mancanza di una pace e di una riconciliazione autentiche permarrà il rischio latente del potenziale diffondersi della guerra civile. I conflitti tra nazionalità diverse possono certamente trovare una soluzione nel rispetto e nella comprensione reciproca, ciò che finalmente condurrà alla pace e alla stabilità dell’Unione. Solo una volta che l’Unione sarà veramente pacifica e stabile sarà possibile attuare positivamente i programmi per la costruzione di una nazione. Per questa ragione, con il solo obiettivo di promuovere il benessere di tutte le nazionalità del paese, faccio appello per un immediato cessate il fuoco e per la risoluzione pacifica dei conflitti. Da parte mia sono pronta e mi impegno a fare tutto quanto nelle mie possibilità per conseguire la cessazione dei conflitti armati e per costruire la pace nell’Unione. Firmato Aung San Suu Kyi 54/56 University Avenue, Rangoon http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=en&catid=fb9143906e6c4cc99a09def69668a23e&docid=d529549f4f9449ad9af359b6833199b8 Mon, 01 Aug 2011 14:08:03 GMT c55df80f0e8044ab90fa306e96270496 ostacoli e restrizioni alla campagna elettorale dell'NLD e di Aung San Suu Kyi 2012-03-05T17:16:17.9730000+01:00 Rangoon (AsiaNews/Agenzie) - A dispetto dei proclami governativi delle ultime settimane, che assicuravano una campagna elettorale libera e priva di restrizioni, la Lega nazionale per la Democrazia continua a incontrare problemi nell'assegnazione degli spazi pubblici per i comizi dei propri candidati e della leader del partito, Aung San Suu Kyi. Il primo aprile in Birmania si terranno le elezioni parlamentari suppletive, per assegnare i 48 seggi tuttora vacanti alle Camere; in vista del voto la Nld denuncia "serie difficoltà" nella concessione di luoghi adeguati per i propri incontri. Già nelle scorse settimane la Nobel per la pace e l'opposizione avevano descritto le restrizioni - che riguardavano anche stadi e campi sportivi - ma l'esecutivo aveva promesso "un cambiamento" e la parità di trattamento per tutti i candidati (cfr. AsiaNews 21/02/12 Aung San Suu Kyi, il governo elimina le restrizioni alla sua campagna elettorale ). Il calendario elettorale di Aung San Suu Kyi prevede, per il prossimo 6 marzo, quattro incontri pubblici a Dekkhina Thiri, Ottara Thiri, Zabu Thiri e Pobba Thiri, distretti della capitale Naypyitaw. Tuttavia, secondo il portavoce Nld Nyan Win, le autorità hanno bloccato almeno due dei quattro appuntamenti. "Abbiamo presentato nuovamente la domanda - aggiunge il responsabile della campagna - e non chiediamo altro che una competizione all'insegna della correttezza". Il principale partito di opposizione si è visto rifiutare gli incontri di Pobba Thiri, dove si presenta con Zay Yar, un popolare cantante birmano, e a Zabu Thiri, dove concorre con Sandar Min. Se la Commissione elettorale (Uec) dovesse sollevare il divieto, si terrà come da programma il discorso pubblico della "Signora" a sostegno dei candidati. Intanto permane l'obbligo per gli esponenti dell'opposizione di segnalare alla Uec gli spostamenti per il Paese. Intanto fonti del movimento democratico denunciano una campagna di boicottaggio e vandalismo verso i simboli della Nld. Nella capitale due manifesti sono stati distrutti, mentre i quotidiani filo-governativi birmani attaccano duramente la leader Aung San Suu Kyi per le sue posizioni. Tuttavia, la Nobel per la pace continua senza sosta il suo tour, che ieri l'ha condotta nello Stato Shan, dove ha tenuto discorsi pubblici a Kalaw, Aung-Ban e Heho. http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=en&catid=fb9143906e6c4cc99a09def69668a23e&docid=c55df80f0e8044ab90fa306e96270496 Mon, 05 Mar 2012 16:16:17 GMT 8c7d12dc8e274c3f84a1fd8a13309dd2 Online Video: Con Aung San Suu Kyi per una Birmania libera - Serata del 17 Giugno Da oggi è possibile vedere su CislTV il video "Con Aung San Suu Kyi per una Birmania libera", sulla serata di solidarietà verso il popolo birmano, promossa da Cisl, birmaniademocratica.org ed ISCOS, all'Auditorium Parco della Musica di Roma il 17 Giugno, in occasione del 65° compleanno del Premio Nobel per la Pace e leader democratica Aung San Suu Kyi. (Per vedere il video clicca sull'immagine o segui questo link) Nel video gli intereventi o le testimonianze di Raffaele Bonanni, Cecilia Brighi, Vincenzo Scotti, Renata Polverini, Nicola Zingaretti, Renzo Bellini, Ronnie Than Lwin e alcune immagini del film documentario Burma VJ. (22 Giugno 2010) 2010-06-22T23:11:20.6200000+02:00 http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=en&catid=fb9143906e6c4cc99a09def69668a23e&docid=8c7d12dc8e274c3f84a1fd8a13309dd2 Tue, 22 Jun 2010 21:11:20 GMT ef8ac4c14054487e90235dc07d280103 OGGI ARRIVA A ROMA LA LEADER BIRMANA AUNG SAN SUU KYI BENVENUTA FINALMENTE A ROMA 2014-02-11T16:16:05.4370000+01:00 Oggi finalmente a Roma Aung San Suu Kyi. una donna di straordinario coraggio e impegno politico. Per molti anni a Roma decine di migliaia di persone si sono mobilitare per chiederne la liberazione. Una donna emblema. Da oggi a Roma per ricevere la cittadinanza onoraria e poi un giro tra alcune importanti città. sarebbe stato importante dare la possibilità a tutte e tutti coloro che si sono impegnati per anni a sostegno della democrazia in Birmania di poter salutare e abbracciare simbolicamente la grande leader. Una occasione persa e sostituita solo da incontri istituzionali, pur importanti ma non sufficienti a far dire grazie a tutti per l'esempio che questa grande donna ha dato a tutti e tutte nel corso di questi anni http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=en&catid=fb9143906e6c4cc99a09def69668a23e&docid=ef8ac4c14054487e90235dc07d280103 Tue, 11 Feb 2014 15:16:05 GMT 64631f91340740d4a009b285e9dc5607 Processo a San Suu Kyi: è ora di agire - Articolo di Cecilia Brighi (da Articolo21.info) Come è noto, lunedì 18 maggio il tribunale della prigione di Insein a Rangoon giudicherà questa donna straordinaria accusata di aver violato le misure degli arresti domiciliari “per aver ospitato” il nuotatore americano. Quale sia il confine tra quanto la ormai famosa “nuotata” sia stata una provocazione costruita dalla giunta o quanto la giunta abbia utilizzato questa irresponsabile azione non è dato sapere con certezza. Il risultato comunque non cambia. 2009-05-16T11:32:20.7430000+02:00 La giunta militare non ha mai voluto liberare la leader birmana per nessun motivo e questo incidente è arrivato al momento giusto. Permettere che la Signora possa parlare, muoversi ed organizzare l’opposizione sarebbe un rischio troppo grosso che bisogna evitare a tutti i costi. La giunta che detiene il potere, i media, l’economia, le organizzazioni paramilitari che insieme ai servizi segreti spiano e controllano anche l’aria che si respira, la giunta che ha ignorato volutamente le segnalazioni sull’arrivo del ciclone Nargis, la giunta che ha imposto con la forza il referendum lo scorso anno, non vuole essere disturbata da una donna. Quelle del 2010 devono essere elezioni indisturbate. Per mantenere se stessa al potere anche per il futuro e per darsi una parvenza di credibilità istituzionale si è inventata anni addietro la cosidetta roadmap per la democrazia. Ha costruito ad arte una costituzione di cartapesta, l’ha fatta votare con un referendum il cui voto è stato estorto con la forza e i ricatti durante il post ciclone e ora passa a rifarsi il trucco con le elezioni di un parlamento a sua immagine e somiglianza. Secondo questa costituzione, il Capo dello Stato deve aver fatto parte dell’esercito e non può essere stato coniugato con un cittadino straniero. Una misura è specificamente prevista allo scopo di impedire che Aung San Suu Kyi, possa essere democraticamente eletta e possa mai ricoprire tale carica. Viene vietato il diritto di voto agli appartenenti a ordini religiosi, quali ad esempio i monaci, come pure a tutti i prigionieri politici attuali e pregressi. In questo modo con un colpo solo si priva del diritto di voto, quasi tutta l’opposizione organizzata alla dittatura. E poi va ricordato che il 25% dei seggi del futuro parlamento saranno nominati dai militari. Non vi sarà indipendenza del sistema giudiziario, ne vi sarà una vera garanzia per le libertà fondamentali, a partire dalla libertà di organizzazione politica e sindacale e il lavoro forzato potrà continuare attraverso l’utilizzo dei detenuti, dando legittimità a quanto ora si sta facendo, attraverso arresti diffusi per crimini inventati in modo da avere una costante e ampia manodopera a costo zero. E’ pertanto evidente che non è possibile sostenere le elezioni e la costituzione nella loro forma attuale. La giunta intende rimanere al potere anche per continuare a guadagnare cifre esorbitanti e per questo deve rifarsi la verginità di fronte ai governi del mondo. Dalla esportazione di gas nel 2008 ha ricavato 3.5 miliardi di $. Dove vadano a finire questi profitti non è dato sapere, visto che non sono dichiarati e che nelle transazioni internazionali viene utilizzato il tasso ufficiale di cambio per nascondere buona parte di questi guadagni. Perché nessun governo o istituzione internazionale non ha mai chiesto alla giunta militare dove vanno a finire gli enormi proventi derivanti dalle esportazioni birmane? Perché nelle sedi internazionali, all’ASEM, Asean o all’ONU non si denuncia il fatto che quello birmano è il primo esercito del Sudest asiatico e il decimo al mondo, quando il paese è alla fame e Transparency International ha inserito la giunta militare birmana come il secondo governo più corrotto al mondo? I militari sanno per esperienza che basta un del fumo negli occhi, come delle pseudo elezioni e un futuro parlamento fantoccio per permettere ai governi amici: Cina, India, Russia e ai molti altri pseudo democratici alleati da sempre nelle sedi internazionali: Zimbabwe, Bielorussia, Vietnam, Cuba etc… di sostenere che finalmente si è voltato pagina e si può fare affari indisturbati. Ora tutto questo non è più accettabile. I governi non possono più mostrare solo indignazione e scandalo. Cosa fare? Molte sono le azioni politice che potrebbero essere messe in campo. L’ONU e l’ASEAN dovrebbero decidere di inviare urgentemente un loro inviato di alto livello in Birmania e dovrebbe essere convocato d’urgenza il Consiglio di Sicurezza, per decidere misure urgenti tra cui un embargo sugli armamenti. Si sa che vi sarà sicuramente l’opposizione di Cina e Russia, ma di fronte a quanto sta avvenendo sarebbe veramente oltraggioso che la comunità internazionale possa accettare il loro silenzio. I governi del G8 possono negoziare con Cina e Russia un cambiamento delle loro posizioni o la crisi economica globale costringe ad essere silenziosi con alleati così potenti? E' possibile rivedere almeno temporaneamente la partecipazione della Birmania all’Asem? La Birmania sta attraversando tre gravi crisi: una crisi politica e/o costituzionale; una crisi socio-economica ed una crisi umanitaria. Per questo la comunità internazionale deve chiedere urgentemente non solo la liberazione di Aung San Suu Kyi e degli altri prigionieri politici, ma anche un piano di riconciliazione nazionale, che si basi sulla verità e sul riconoscimento degli abusi e delle violazioni dei diritti umani, che preveda la revisione della costituzione effettuata con le organizzazioni democratiche e delle rappresentanze etniche, la definizione accordi condivisi sulla divisione dei poteri durante la fase di transizione, la garanzia di un sistema e di una legge elettorale democratica ed un piano economico per la transizione. Vi sono altre azioni urgenti che l’Unione Europea dovrebbe adottare compreso il rafforzamento delle sanzioni economiche, recentemente rinnovate, come richiesto da sempre dalle organizzazioni europee a sostegno della democrazia in Birmania. Le attuali sanzioni non includono infatti nè i settori del Gas nè dei settori finanziari ed assicurativi. E’ ora di superare questi limiti. Ma andrebbe adottato anche un sistema di monitoraggio che eviti la triangolazione con i paesi limitrofi: Thailandia, Cina, Malesia costruendo un sistema di tracciabilità dell’origine dei prodotti. L’Italia che ospiterà il vertice G8 dovrebbe farsi portatrice di una forte iniziativa politica e diplomatica e dovrebbe sostenere attivamente le richieste del governo birmano in esilio e delle organizzazioni democratiche, uscendo finalmente da una posizione defilata e timida anche per quanto riguarda questa area del mondo. Su questo terreno vi è il pieno accordo bipartisan in Parlamento, a partire dai contenuti di una risoluzione congiunta che approvata alla camera giace in Senato ormai da sei mesi. (torna alla home page http://www.birmaniademocratica.org/Home.aspx e firma la petizione per il rilascio immediato di Aung San Suu Kyi) (Puoi leggere l'articolo originale su http://www.articolo21.info/8458/notizia/processo-a-san-suu-kyi-e-ora-di-agire.html ) http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=en&catid=fb9143906e6c4cc99a09def69668a23e&docid=64631f91340740d4a009b285e9dc5607 Sat, 16 May 2009 09:32:20 GMT 655891e13c194986954eba1e75f930dc Secondo incontro tra Suu Kyi e il Ministro Aung Kyi - Articolo di Te te Mizzima – La leader democratica birmana Aung San Suu Kyi e il rappresentante del governo, il Ministro Aung Kyi, hanno raggiunto un accordo questo venerdì (n.d.r. 12 Agosto) su un comunicato di quattro punti teso a evitare visioni configgenti e a lavorare su basi reciproche. Si è trattato del secondo incontro quest’anno tra il Ministro e Suu Kyi alla guesthouse del governo a Rangoon. L’incontro è durato 50 minuti. Dopo i colloqui, Aung Kyi ha letto il comunicato congiunto ai giornalisti. I quattro punti del comunicato sono: Coopereremo con il governo per la stabilità e lo sviluppo nel Paese per adempiere alle necessarie aspirazioni del popolo.Coopereremo in modo costruttivo per il fiorire della democrazia nel Paese e uno sviluppo migliore economico e sociale.Eviteremo visioni confliggenti e ci concentreremo sulla mutua cooperazione.Continueremo gli incontri.Rispondendo ad un giornalista che chiedeva se ci fosse stato un progresso reale negli incontri, Suu Kyi ha detto: “Se c’è cooperazione, ci deve essere progresso negli affari etnici e in tutto il resto, compreso nei media”. Rispondendo ad una lettera aperta inviata da Suu Kyi al governo appena formatosi e ai gruppi etnici armati con la richiesta di un cessate-il-fuoco nazionale, Aung Kyi ha dichiarato: “Questo è uno dei punti in agenda nella nostra cooperazione”. Ha aggiunto: “C’è molto bisogno di cooperazione nel nostro Paese, e questo è un tema centrale. Se noi risolviamo questo tema, tutto il resto sarà risolto più facilmente”. Aung Kyi è Ministry of Social Welfare, Relief and Resettlement. Egli stesso e la leader dell’opposizione democratica Suu Kyi si sono incontrati già una prima volta il 25 Luglio. Su quell’incontro, entrambi avevano dichiarato che i colloqui erano stati produttivi, ma non ne avevano comunicato i dettagli. Tre giorni dopo l’incontro, Suu Kyi aveva pubblicato una lettera aperta, chiedendo la pace tra il governo e i gruppi etnici armati. Allo stesso modo, aveva emesso un comunicato questo giovedì esprimendo la propria preoccupazione sulla costruzione della Diga Myitsone sul fiume Irrawaddy nella Birmania orientale. Gli osservatori birmani ha detto che è evidente che il governo ha preso la decisione di contattare Suu Kyi nel tentativo di usare la sua influenza e il suo prestigio in connessione ad altri temi importanti in Birmania, come la povertà, la guerra civile, l’economia stagnante, i problemi monetari, l’ambiente e altre questioni. D’altra parte, alcuni osservatori hanno detto che il governo potrebbe stare cercando di compromettere l’autonomia di Suu Kyi e alleggerire il suo criticismo verso il governo e la precedente leadership militare. In questo momento, la Birmania aspira alla presidenza dell’ASEAN per il 2014, anche se ci sono richieste da parte delle comunità internazionale per una Commissione d’Inchiesta ONU per investigare i crimini di guerra e i crimini contro l’umanità perpetrati dal precedente regime militare. Tra le preoccupazioni che Suu Kyi ha ripetutamente espresso c’è l’immediato rilascio di tutti i prigionieri politici dalle carceri birmani, prigionieri che ora sono più di 2,000. (Puoi leggere l'articolo in originale su Mizzima) (14 Agosto 2011) 2011-08-14T09:29:37.0970000+02:00 http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=en&catid=fb9143906e6c4cc99a09def69668a23e&docid=655891e13c194986954eba1e75f930dc Sun, 14 Aug 2011 07:29:37 GMT a5c010a5ac9649ef8213e39beaedc0ac Secondo Aung San Suu Kyi " c'è un clima di paura" dietro i disordini in Birmania 2013-10-28T08:44:14.1370000+01:00 Aung San Suu Kyi: ' C' è un clima di paura ' dietro i disordini in Birmania La Leader dell'opposizione birmana Aung San Suu Kyi ha dato la colpa a quello che ha descritto come un " clima di paura " che esacerba le tensioni tra musulmani e buddisti . Alla domanda circa la sorte di 140.000 musulmani che sono stati costretti a lasciare le loro case, ha detto che anche molti buddisti avevano abbandonato la Birmania, nota anche come Myanmar. Suu Kyi ha negato che i musulmani siano stati sottoposti a pulizia etnica ed è stata criticata per non aver difeso i musulmani da quando, due anni, fa è stata liberata dagli arresti domiciliari. Nel corso degli ultimi due anni, la violenza tra buddisti e musulmani Rohingya è scoppiata nello stato Rakhine. Ci sono stati anche scontri tra buddisti e musulmani nella Birmania centrale. I musulmani hanno sopportato il peggio della violenza, con centinaia di morti, spesso da folle armate di coltelli e bastoni. "Penso che il problema sia dovuto alla paura sentita da entrambe le parti ", ha dichiarato a Mishal Husain della BBC. "I musulmani sono stati presi di mira, ma anche i buddisti sono stati oggetto di violenza. "Questo timore è quello che sta portando a tutti questi problemi. " Ha sottolineato che le tensioni sono state alimentate da una percezione a livello mondiale – presente anche in Birmania - che la potenza musulmana mondiale è " molto grande " . Ha detto che è responsabilità del governo porre fine alla violenza e far ritornare i rifugiati buddisti costretti a lasciare il paese negli ultimi anni, per sfuggire alla persecuzione politica. " Questo è il risultato delle nostre sofferenze sotto un regime dittatoriale. Penso che dopo aver vissuto per molti anni sotto una dittatura la gente non riesce a fidarsi l'un l'altro - una dittatura genera un clima di sfiducia , "ha detto. Suu Kyi ha dichiarato anche che l'effettiva attuazione dello stato di diritto è un elemento essenziale . " Prima che la gente possa sedersi e risolvere le differenze si deve sentire al sicuro . Se percepiscono che stanno per essere uccisi nei loro letti non avranno intenzione di parlare di armonia o di imparare a capirsi l'un l'altro . " Ha sottolineato che la Birmania ha ancora una lunga strada da percorrere, prima di diventare pienamente democratica. " La gente crede troppo facilmente che in un percorso verso la democrazia- la strada possa avere ritmo veloce . - Ma non sta avvenendo per niente così " http://www.thedailystar.net/beta2/news/climate-of-fear-behind-myanmar-unrest-suu-kyi/ http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=en&catid=fb9143906e6c4cc99a09def69668a23e&docid=a5c010a5ac9649ef8213e39beaedc0ac Mon, 28 Oct 2013 07:44:14 GMT 800741fb59f34b069ed885525bfbbb15 Serata d'Onore 65° compleanno di Aung San Suu Kyi - Roma 17 Giugno In vista del 19 giugno, 65° compleanno della Premio Nobel e Leader birmana Aung San Suu Kyi, CISL, www.birmaniademocratica.org e ISCOS promuovono una serata pubblica in onore e in solidarietà con il popolo birmano, contro le elezioni farsa della giunta militare. L’ iniziativa si terrà all’Auditorium della Musica, Sala Sinopoli , il 17 giugno alle ore 20.30 e prevederà, tra l’altro, la proiezione del documentario candidato all’Oscar BURMA VJ. Lo straordinario film è l'esaltante e commovente cronaca della "rivoluzione zafferano" birmana del settembre 2007, raccontata attraverso le immagini dei videoreporter clandestini di Democratic Voice of Burma che, rischiando torture e carcere, sono una delle pochissime fonti di informazione da un paese in pugno a una spietata dittatura militare. La Serata d’onore avrà anche l’obiettivo di raccogliere fondi a sostegno della coalizione di organizzazioni tdemocratiche e del sindacato birmano per aiutarli, nei prossimi mesi ad opporsi pacificamente ai piani della giunta di trasformare con le elezioni farsa, la violenta dittatura militare in una altrettanto violenta dittatura civile. 2010-06-02T20:12:55.1870000+02:00 (2 Giugno 2010) http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=en&catid=fb9143906e6c4cc99a09def69668a23e&docid=800741fb59f34b069ed885525bfbbb15 Wed, 02 Jun 2010 18:12:55 GMT dd5737ee4be44630909967005d87b2c1 URGENTE - Aung San Suu Kyi condannata ad altri 18 mesi di arresti domiciliari Si e' concluso oggi il processo alla Prigione di Insein. Aung San Suu Kyi e' stata condannata a tre anni di lavoro forzato, commutati poi in 18 mesi di arresti domiciliari. Il verdetto ampiamente atteso segna una nuova triste pagina nella storia recente del Paese asiatico. Come aveva detto la stessa Suu Kyi pochi giorni fa una sentenza di questo tipo avrebbe spazzato via qualsiasi parvenza di stato di diritto in Birmania. La sentenza e' infatti contraria alle stesse leggi birmane. La sentenza fa' si' che la leader democratica e Premio Nobel per la Pace rimarra' sotto chiave durante le elezioni nazionali dell'anno prossimo. Il cittadino americano John Yettaw e'stato condannato a 7 anni di lavori forzati. 2009-08-11T09:36:18.3370000+02:00 http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=en&catid=fb9143906e6c4cc99a09def69668a23e&docid=dd5737ee4be44630909967005d87b2c1 Tue, 11 Aug 2009 07:36:18 GMT 0a358110525d48958ab5436a4ba2e50b Un inviato degli Stati Uniti incontra la leader dell’opposizione Suu Kyi Uno dei più importanti diplomatici americano doveva incontrare la leader dell’opposizione Aung San Suu Kyi questo lunedì nel momento in cui la giunta è criticata in merito alla preparazione delle prime elezioni dopo due decenni. L’amministrazione Obama ha fatto del dialogo con gli avversari la firma della propria politica e ha lanciato il dialogo con la Birmania dopo aver concluso che i tentativi occidentali di isolare il regime non hanno portati grandi frutti. Kurt Campbell, Assistente Segretario per East Asian and Pacific Affairs, si doveva incontrare Suu Kyi e i membri dei partiti politici come parte della due giorni nel Paese, ha detto un ufficiale del governo birmano. 2010-05-10T21:51:57.6930000+02:00 Campbell è arrivato nella capitale della Birmania, Naypyidaw, questa domenica e ha avuto modo di parlare con vari ufficiali, tra cui il Ministro dell’Informazione Kyaw Hsan. La National League for Democracy (NLD) è stata smobilitata con la forza la settimana scorsa per le leggi, ampiamente criticate, che regolano le elezioni che sono programmate per la fine di quest’anno. Il Premio Nobel per la Pace (64 anni) è stata agli arresti per 14 degli ultimi 20 anni. Campbell l’ha incontrata a Yangon lo scorso Novembre, diventando cosi il più alto ufficiale a visitare la Birmania in 14 anni. Prima della sua ultima visita, Campbell ha detto di essere preoccupato per la preparazione delle elezioni in Birmania, Paese governato dai militari dal 1962. “Siamo preoccupati da molto di quello che abbiamo visto e abbiamo reali preoccupazioni sulla legge elettorale e sull’atmosfera che è stata creata” ha detto Campbell questa domenica. Era in programma per il massimo inviato di Obama in Estremo Oriente un colloquio con i membri del vecchio NLD, compreso un incontro con Suu Kyi e una conferenza stampa (...). (Puoi leggere la seconda parte dell'articolo qui) (10 Maggio 2010) http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=en&catid=fb9143906e6c4cc99a09def69668a23e&docid=0a358110525d48958ab5436a4ba2e50b Mon, 10 May 2010 19:51:57 GMT feed733536a34737b34b2b3f5043b501 La richiesta di riforme costituzionali presentata da Aung San Suu Kyi è apprezzata dalle popolazioni del Delta dell’Irrawaddy. Sabato scorso, nel quadro della campagna nazionale per ottenere il sostegno pubblico alla riforma della costituzione non democratica, migliaia di residenti della zona del Delta dell’Irrawaddy hanno accolto con enorme calore la leader dell’opposizione Aung San Suu Kyi, un messaggio che è stato ricevuto positivamente dalla folla eccitata della Township di Maupin. 2014-05-14T10:16:48.4000000+02:00 Sabato scorso, nel quadro della campagna nazionale per ottenere il sostegno pubblico alla riforma della costituzione non democratica, migliaia di residenti della zona del Delta dell’Irrawaddy hanno accolto con enorme calore la leader dell’opposizione Aung San Suu Kyi, un messaggio che è stato ricevuto positivamente dalla folla eccitata della Township di Maupin. La presidente della lega Nazionale per la Democrazia ha dichiarato nel corso della manifestazione che l’esercito birmano, conosciuto anche come Tatmadaw, dovrebbe consentire la modifica della costituzione e rispettare il volere del popolo. “Il Tatmadaw dovrebbe lavorare solo per il popolo… Mio padre non ha costituito l’esercito perché lavorasse per gli interessi di un gruppo”. Ha dichiarato Suu Kyi facendo riferimento a suo padre, il generale Aung San, il più importante leader dell’indipendenza e fondatore dell’esercito subito dopo la II guerra mondiale. “La prima priorità dell’esercito è di rispettare i desideri del popolo” ha detto. “Non c’è bisogno che l’esercito abbia tema le idee contrastanti. Abbiamo bisogno di negoziare tutti insieme. La negoziazione per raggiungere una soluzione è la modalità con cui si lavora un sistema democratico. Decine di migliaia di persone, prevalentemente contadini si erano riuniti sabato mattina per l’evento, durato due ore, organizzato in un campo che ha offerto una certa protezione dal forte sole. Una folla festosa e molte persone indossavano abiti rossi e bianchi, i colori dell’NLD, agitando le bandiere con il simbolo del partito, il pavone da combattimento. Una giovane ragazza sul podio ha cantato una canzone sulla vittoria di Aung San Suu Kyi nelle prossime elezioni del 2015 e per la presidenza della repubblica. Aung San Suu Kyi non ha menzionato la questione della presidenza, ma ha attaccato la costituzione, descrivendola come un vincolo non democratico sul popolo birmano. “sottostare a questa costituzione è ancora più caldo che stare sotto questo sole. Quindi per potere essere in grado di vivere una condizione migliore, il nostro popolo ha bisogno di essere coinvolto in un movimento per l’emendamento della costituzione.” Ha dichiarato. “Il potere dovrebbe essere nelle mani del nostro popolo e non in quelle di un piccolo gruppo”. Il messaggio ha prodotto una reazione efficace da parte della folla, che quando interrogata da Suu Kyi sul possibile sostegno alla riforma costituzionale quasi tutti hanno sollevato le loro mani in aria. Una donna tra la folla battendo le mani urlava: “questo vuol dire molto per noi!” e poi ha aggiunto “Oh, sembra ancora così giovane e carina” riferendosi ad Aung San Suu Kyi. Dall’inizio del 2013 Suu Kyi ha iniziato a fare pressioni pubbliche per la modifica della costituzione, ma il partito di governo USDP è stato sempre riluttante a collaborare, mentre i militari hanno dichiarato che vogliono che la costituzione rimanga intoccata. A febbraio la leader dell’NLD ha annunciato che si sarebbe alleata con gli attivisti della organizzazione molto rispettata denominata “generazione 88 in modo da lanciare un movimento popolare per forzare la riforma della costituzione in vista delle elezioni del 2015. Nei recenti mesi la leader è intervenuta alle manifestazioni per chiedere al pubblico birmano il sostegno ed insieme al leader della Generazione 88 sta programmando di tenere grandi manifestazioni a Rangoon e Mandalay la prossima settimana. La costituzione è stata stilata dai militari nel 2008 e ratificata con un referendum farsa tenutosi solo pochi giorni dopo che il ciclone Nargis aveva colpito il paese. La costituzione da all’esercito il controllo su un quarto del parlamento, l’immunità dai crimini commessi durante il regime militare, e impedisce ad Aung San Suu Kyi di diventare presidente della repubblica perché i suoi figli hanno la cittadinanza inglese. La costituzione stabilisce inoltre che gli emendamenti chiave possono essere approvati solo con il sostegno del 75% del parlamento, una clausola che da all’esercito il potere di veto sulle riforme. http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=en&catid=fb9143906e6c4cc99a09def69668a23e&docid=feed733536a34737b34b2b3f5043b501 Wed, 14 May 2014 08:16:48 GMT aa5085b070b540e792f665554b54a038 69° Compleanno della Leader birmana Aung San Suu Kyi 15 organizzazioni di donne si sono coalizzazzatea sostegno della campagna di Aung San Suu Kyi in vista delle elezioni del 2015 2014-06-25T16:28:52.9770000+02:00 Aung San Suu Kyi ha celebrato il suo compleanno con 140 colleghi nel compound del Parlamento a Nay yi Taw. In un comunicato pubblicato il 19 giugno, l’organizzazione, ‘Women’s Political Action 2015’, nata per dare voce alle donne in vista delle prossime elezioni, che si terranno alla fine del 2015, ha dichiarato che le iscritte alle 15 organizzazioni aderenti lavoreranno a sostegno della campagna di Aung San Suu Kyi.” Abbiamo fiducia nella nostra leader del popolo, se diventerà presidente le organizzazioni delle minoranze etniche si uniranno” ha dichiarato Ma Pyoe Lett Han, quale componente della rete. “Lei ha fatto enormi sacrifici e tutto il possibile per il bene dell’economia del paese e del welfare del popolo birmano. Per questo la sosteniamo.” Daw Aung San Suu Kyi, che ha celebrato il suo compleanno insieme a 140 colleghi, nel compound del Parlamento a Nay Pyi Taw, ha inviato una dichiarazione formale alla celebrazione in suo onore organizzata per questa occasione nella Sede principale dell’NLD a Yangon. “I compleanni rappresentano momenti in cui riflettere sulle azioni dell’anno passato. Come politica, preferisco guardare a quanto è stato ottenuto nell’interesse del mio paese, più di quanto è ottenuto sul piano personale “ ha dichiarato la Presidente dell’NLD. http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=en&catid=fb9143906e6c4cc99a09def69668a23e&docid=aa5085b070b540e792f665554b54a038 Wed, 25 Jun 2014 14:28:52 GMT 0db3d6535936468db89aac44aa8723e8 “Stiamo affrontando una crisi della Costituzione” ha dichiarato Aung San Suu Kyi al proprio avvocato – Articolo di Min Lwin The Irrawaddy - Parlando a The Irrawaddy giovedì, l’avvocato Nyan Win ha detto che la leader e icona democratica Aung San Suu Kyi gli ho riferito privatamente che le accuse contro di lei sono illegittime, dal momento che il capo d'imputazione è in nome della Legge sulla Sicurezza Statale del 1975, legge che è stata resa nulla dalla Costituzione del 2008. “Stiano affrontando una crisi della costituzione, non una crisi costituzionale”, queste le sue parole secondo quanto riferito. 2014-02-13T12:40:20.4800000+01:00 L’avvocato ha detto che Suu Kyi è accusata secondo una legge del 1975, che trae forza giuridica dalla costituzione del 1974, che è stata però resa nulla da quando l’attuale giunta dei militari ha preso il potere nel 1988. In aggiunta, in accordo con la la road map presentata dal regime, il Paese ha approvato una nuova costituzione nel Maggio del 2008 tramite referendum nazionale, che ha anche reso nullo l’atto del 1975. Il testimone della difesa Kyi Win (che non ha nessun legame con l’omonimo avvocato di Suu Kyi) ha dato eco ai sentimenti di Aung San Suu Kyi nella corte giovedì, testimoniando che qualora la costituzione del 1974 fosse ritenuta ancora vigente, allora quella attuale sarebbe “nulla e priva di valore”. Così viene riportato da una notizia dell’organo statale The New Light of Myanmar di venerdì. Kyi Win ha testimoniato durante il nono giorno di processo contro Aung San Suu Kyi. E’ stato il solo testimone concesso alla difesa. Ad altri tre testimoni è stata negata la possibilità di presentarsi, sebbene la corte non abbia dato nessuna spiegazione per questo diniego. Kyi Win ha anche messo in discussione la tesi della giunta secondo la quale Aung San Suu Kyi fosse responsabile per l’intrusione della sua residenza tra il 3 e il 5 maggio, continua sempre The New Light of Myanmar. Sebbene possa trarre in inganno, si crede che l’organo statale stia tentando di trasformare la testimonianza di Kyi Win per indicare che se lo Stato ha assunto delle guardie attorno alla residenza di Suu Kyi, allora la sicurezza della casa era loro e non di Aung San Suu Kyi. Sebbene la versione ufficiale delle dichiarazioni di Kyi Win indica diversamente, è stato riportato che il testimone abbia detto che la Legge Safeguard the State against the Dangers of Those desiring to Cause Subversive Acts è stata già resa nulla dalla Costituzione del 2008. Nel frattempo, giovedì pomeriggio, dopo il processo, le autorità hanno scortato John William Yettaw nei pressi della residenza di Aung San Suu Kyi perché venisse descritto come era entrato e come aveva lasciato la residenza tra il 3 e il 5 maggio. Così riferiscono gli organi di informazioni di proprietà del governo. Nel nono giorno di processo, ci è stato riferito che Yettaw ha testimoniato di essere entrato nella residenza la mattina del 4 maggio e di averla lasciata dopo la mezzanotte del 5 maggio, e di aver deciso da solo di andare nella casa del Premio Nobel per la Pace. Parlando a The Irrawaddy venerdì, Nyan Win ha detto che il pool che difende Aung San Suu Kyi non è stato informato del fatto che l’Americano venisse portato presso la residenza. “Il governo fa solo quello che vuole”, ha detto “Se loro vogliono fare qualcosa che riguarda il processo, devono informarci” Viene riferito che Yettaw ha ammesso di fronte alla corte l’accusa di aver violato la Legge sull’immigrazione birmana e le leggi della città di Rangoon, entrando segretamente nella residenza di Aung San Suu Kyi di notte, senza chiedere nessun permesso, anche se sapeva che la casa era controllata dalle guardie, così riferisce l’organo, di proprietà della giunta, The New Light of Myanmar (Puoi leggere l’articolo in originale su http://www.irrawaddy.org/article.php?art_id=15786) http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=en&catid=fb9143906e6c4cc99a09def69668a23e&docid=0db3d6535936468db89aac44aa8723e8 Thu, 13 Feb 2014 11:40:20 GMT 158fe277e9e24643a857fcbafce57e37 Suu Kyi racconta all’Associated Press: l'esercito l’esercito birmano potrebbe bloccare le riforme 2012-01-14T19:52:30.6800000+01:00 Suu Kyi racconta all’AP: esercito l’esercito birmano potrebbe bloccare le riforme da The Associated Press RANGOON, Birmania 5 gennaio, 2012, 4:10 ET Rangoon (Ap) - Giovedi la leader dell'opposizione Aung San Suu Kyi ha avvertito che le riforme democratiche iniziate dal governo nominalmente civile del Birmania non sono "inarrestabili" e avranno successo solo se il potente esercito accetta i cambiamenti..Il premio Nobel per la Pace ha dichiarato di essere cautamente ottimista sul fatto che possano essere fatti maggiori progressi. I suoi commenti in un'intervista con l'Associated Press sono stati chiaramente orientati a mettere in guardia l'Occidente a non farsi travolgere dalle riforme e per ricordargli che l’esercito della Birmania (a lungo al potere) esercita ancora un potere enorme, nonostante una patina di democrazia fornita dalle elezioni. "Non direi che ci sono molti pericoli, ma non direi nemmeno che i progressi siano inarrestabili. Penso che ci siano ostacoli, e ci sono alcuni pericoli che dobbiamo evidenziare," ha detto Suu Kyi. "Sono preoccupata per quanto sostegno verso i cambiamenti ci sia in campo militare. Alla fine questo è il fattore più importante, fino a che punto i militari sono disposti a cooperare con i principi di riforma". Ha parlato di come lei e la sua Lega Nazionale per la Democrazia hanno deciso la piena partecipazione politica elettorale. Il governo ha approvato la registrazione del partito giovedi, e la NLD può ora scegliere i candidati per le elezioni del 1° aprile. Il partito ha deciso di candidarsi alle elezioni politiche dopo che il governo, sostenuto dai militari, ma eletto si è insediato nel mese di marzo, sostituendo la giunta militare e ha cercato un allentamento dopo anni di repressione. I suoi cambiamenti includono la legalizzazione dei sindacati, l’aumento della libertà di stampa e l'apertura di un dialogo con Suu Kyi. I critici hanno indicato la decisione dell’NLD di ritornare alle elezioni come una capitolazione dopo anni di resistenza al regime militare. Il partito ha vinto le elezioni generali del 1990, ma gli fù negato il potere dopo che i militari avevano impedito al parlamento di insediarsi. Nel 2010, i militari hanno indetto un'altra elezione generale, ma l’ NLD ha ritenuto le regole ingiuste e ha rifiutato di partecipare, con la conseguenza di essere eliminati dalla lista dei partiti politici legali. I critici affermano che la partecipazione dell’NLD aiuta il governo a mantenere una parvenza di legittimità per ciò che è effettivamente - per statuto costituzionale, così come la maggioranza detenuta da legislatori pro-militari - continua il dominio della politica con l'esercito. "Credo che quest'anno scopriremo se stiamo facendo progressi verso la democrazia", ​​ ha detto Suu Kyi, aggiungendo che i punti di riferimento da considerare sono "la liberazione di tutti prigionieri politici, ... come si svolgeranno le elezioni suppletive, ... quanto maggiore libertà di informazione sarà permessa e se verranno prese misure forti per stabilire lo stato di diritto. "Il rilascio dei prigionieri politici – stimati in un numero compreso tra 600 e 1700 - è una pietra di paragone per i riformatori e gli attivisti di massa all’estero. Alcune amnistie per i detenuti hanno portato alla liberazione di oltre 200 detenuti politici, ma molti prigionieri di alto profilo stanno ancora scontando lunghe pene. L'ultimo rilascio di martedì ha suscitato particolare disappunto, perché le speranze che erano state sollevate dal maggiore impegno del governo con il NLD e con i paesi stranieri critici sui militari, sono stati evidenziati in particolare dalla visita dicembre del Segretario di Stato americano Hillary Rodham Clinton. Il Ministro degli esteri britannico William Hague è in visita questa settimana, portando lo stesso messaggio di incoraggiamento delle riforme. Hague è il primo ministro degli esteri britannico a visitare il Birmania dal 1955. Negli incontri con il presidente Thein Sein ed altri funzionari del governo a Naypyitaw giovedi, ha sottolineato "l'importanza che il governo britannico attribuisce alle riforme che il governo birmano ha intrapreso negli ultimi sei mesi", ha detto in una dichiarazione rilasciata a Londra. La Gran Bretagna continua a chiamare Birmania con il suo nome sotto il dominio britannico, piuttosto che con la designazione ufficiale del governo locale. Sebbene la visita di due giorni diHague segnali un cambiamento nelle relazioni, la Gran Bretagna non ha promesso alcun cambiamento immediato nelle sanzioni dell'Unione europea sulla vendita di armi, il congelamento dei beni e divieti di viaggio - o di cambiare una politica che scoraggia le imprese del Regno Unito dal commercio con Birmania. Ha aggiunto che la Gran Bretagna "si aspetta di vedere il rilascio di tutti i prigionieri politici, elezioni suppletive credibili in aprile, e una riduzione vera delle sofferenze nelle aree etniche". Suu Kyi ha convenuto che la mancata liberazione di più detenuti politici è stata "deludente", ma vede i prigionieri come la manifestazione di un problema più grande, la "mancanza di stato di diritto", che significa che gli attivisti potrebbero essere arrestati di nuovo per la più debole delle ragioni. Ha detto che sente che ci sono differenze tra le autorità su chi possa effettivamente rappresentare un pericolo per la società, optando per il scontro e provocando disordini. "Ho sempre detto che sarebbe meglio rilasciare tutti nello stesso momento. Mantenere alcuni indietro(in prigione) non aiuta. Nessuno è riconoscente, tutti sono delusi se ne rilasciano solo alcuni", ha detto. Suu Kyi ha dichiarato che la risoluzione dei conflitti etnici che durano da molto tempo nel Paese è probabilmente la questione più importante nel corso del tempo, perché "se non c'è armonia etnica sarà molto difficile per noi costruire una democrazia forte". Le consistenti minoranze etniche del paese per decenni hanno lottato per una maggiore autonomia, portando a cicli di brutale guerra di contro-insurrezione. Anche se il precedente regime militare ha stipulato il cessate il fuoco con molti dei gruppi, gli accordi sono precari e alcuni dei più grandi eserciti etnici non li hanno sottoscritti. Nonostante un ordine di Thein Sein di cessare le ostilità, l'esercito è impegnato in una lotta sanguinosa contro la minoranza Kachin nel nord, spesso trascurata a causa della sua ubicazione remota e degli sviluppi positivi a livello nazionale. "La situazione Kachin è importante a causa delle ostilità e del destino dei profughi e della popolazione locale ", ha detto Suu Kyi. Ma il conflitto è anche indicativo delle relazioni tra il governo e le nazionalità etniche in tutto il paese, un problema che dovrebbe essere risolto con una soluzione politica, ha detto. Si prevede che Suu Kyi si candidi per un seggio parlamentare, una decisione che il suo partito formalizzerà a fine mese. Alla domanda circa il rischio che lei potrebbe essere co-optata, specialmente se fosse guadagnata una piccola minoranza di seggi, ha detto che il partito continuerà a lavorare al di fuori del parlamento. "Non dobbiamo dimenticare che abbiamo fatto il nostro lavoro al di fuori del parlamento, anche quando non c'era nessun parlamento, ovvero per gli ultimi 20 anni. Continueremo con la nostra attività extra-parlamentare e l’attività in cui ci impegneremo all'interno del governo è solo in aggiunta al lavoro politico che abbiamo fatto negli ultimi 23 anni, "ha detto. Ha difeso la sua decisione di seguire il percorso elettorale: "Penso che sia molto pericoloso se i politici cosiddetti democratici pensano di essere al di sopra del processo elettorale" http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=en&catid=fb9143906e6c4cc99a09def69668a23e&docid=158fe277e9e24643a857fcbafce57e37 Sat, 14 Jan 2012 18:52:30 GMT 38d3ba0ae0694f24bc704cbd243965e3 Suu Kyi: la priorità principale è la creazione di posti di lavoro 2012-02-20T16:38:26.2670000+01:00 Martedì 14 febbraio 2012 – ore 13:20 Kyaw Kha Chiang Mai (Mizzima) – Alla testa di un corteo composto da oltre 200 automobili e migliaia di motocicli nella Township di Kawhmu, in occasione di un evento della sua campagna la presidente della Lega Nazionale per la Democrazia (NLD) Aung San Suu Kyi ha affermato che la sua priorità principale è la creazione di posti di lavoro per tutto il popolo, giovani e anziani. Nella giornata di sabato il corteo lungo circa due chilometri ha impiegato sei ore per raggiungere il villaggio di Warthinkha, a 40 miglia da Rangoon, rallentato dall’entusiasmo della folla ai lati della strada. Nel suo discorso nel villaggio di Warthinkha, Aung San Suu Kyi ha chiesto al popolo di sostenere i candidati della NLD. “Il problema principale della Township di Kawhmu è che la gente non ha lavoro”, ha affermato. “La maggior parte dei laureati della Township non ha un posto di lavoro. La nostra principale responsabilità è quella di creare lavoro sufficiente per il popolo”. Aung San Suu Kyi ha dichiarato di avere bisogno del sostegno di tutti “in un cammino politico lungo e difficile”. La folla ai lati delle strade era composta da persone provenienti dalle township di Dala, Twante, Kunchangon e Dedaye. Quale benvenuto ad Aung San Suu Kyi, la gente ha suonato strumenti musicali, mentre i gruppi si esibivano in balli tradizionali Karen. Aung San Suu Kyi ha affermato di avere scelto il distretto povero di Kawhmu perché la sua popolazione include numerose persone originarie del Karen. Secondo le stime, circa 20.000 persone si sono raccolte nel villaggio di Warthinkha per ascoltare il discorso di Suu Kyi, che ha anche visitato Maselseik, Nghat Aw San e altri villaggi circostanti. Il 31 marzo, alla vigilia delle elezioni suppletive dell’1 aprile, Suu Kyi esprimerà il proprio voto nel villaggio. Nella circoscrizione della Township di Kawhmu il principale concorrente di Suu Kyi è Soe Min, candidato del partito di governo – il Partito dell’Unione per la solidarietà e lo sviluppo (USDP) –, che lavora presso la clinica Phyo Saydanar, un ente di beneficenza dell’USDP. Durante la campagna elettorale per le elezioni politiche del 2010 Soe Min gestiva un’unità sanitaria mobile senza fini di lucro. http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=en&catid=fb9143906e6c4cc99a09def69668a23e&docid=38d3ba0ae0694f24bc704cbd243965e3 Mon, 20 Feb 2012 15:38:26 GMT 9aad1f2fafe0430e8aabad4edb24d42c Suu Kyi chiede un’azione su una delle dighe maggiori – Articolo di Ahunt Phone Myat Democratic Voice of Burma - Suu Kyi ha descritto il fiume Irrawaddy sul quale si sta costruendo la diga come “la grande autostrada naturale” della Birmania (Reuters). Aung San Suu Kyi ha fatto un appello ai governi birmano e cinese e alla comunità internazionale per lavorare per diminuire l’impatto della maggiore diga sul più importante fiume della Birmania, che gli esperti dicono possa causare danni ambientali e sociali diffusi. In una lettera scritta ieri e intitolata “l’Appello Irrawaddy”, la leader dell’opposizione ha anche chiesto ai diplomatici stranieri di aiutare a salutare quella che ha descritto come "l'elemento geografico più caratteristico del nostro Paese”. Il fiume Irrawaddy entra nella Birmania dalla Cina a nord e corre per 2.170 chilometri verso sud prima di sfociare nel mare delle Andamane. E’ la maggiore via d’acqua commerciale del Paese e permette a milioni di birmani di sostentarsi. Ma un importante progetto idroelettrico a monte, nello Stato Kachin, minaccia di sfollare 15,000 persone e causare delle ramificazioni per tutta la lunghezza del Paese. Al momento del suo completamento, la Diga Myitsone di 6000 MW, finanziata in larga parte dalla Cina, diventerà la 15ma diga più grande del mondo. Ohn Kyaing, responsabile della comunicazione del partito di Suu Kyi, il National League for Democracy, ha dichiarato che la lettera, scritta sia in birmano che in inglese, è un appello “serio e genuino” ed è stato distribuito ai media internazionali e ai diplomatici e ai funzionari ONU in Birmania. Nonostante i costi umani e ambientali del progetto, la grande maggioranza del ricavato andrà alla China Southern Power Grid, nonostante solo il 20% della popolazione birmana abbia accesso regolare all’elettricità. L’ultimo mese, il Burma Rivers Network (BRN) ha pubblicato una sinossi di un rapporto interno del 2009 della China Power International (CPI) Corporation, la compagnia dietro la diga Myitsone, che chiedeva che si abbandonasse la lucrativa iniziativa, definendola come inutile e affermando che i danni causati sarebbero stati troppo costosi. Sia la BRN che la CPI hanno avvertito che gli effetti della diga sull’idrologia del fiume più a valle potrebbe essere gravemente dannosi. La lettera di Suu Kyi ha detto che la “mancanza di una seria pianificazione, l’incapacità di mettere in atto la necessaria legislazione ambientale, e la scarsa coscienza ecologica ha creato diversi problemi”. Riferendosi al ruolo della Cina nel progetto, ha aggiunto che “tenendo a mente gli interessi di entrambi i Paesi, i due governi dovrebbero augurarsi di evitare le conseguenze che potrebbero mettere a rischio vite e case”. (Puoi leggere l'articolo in originale su Democratic Voice of Burma) (12 Agosto 2011) 2011-08-12T21:29:03.0400000+02:00 http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=en&catid=fb9143906e6c4cc99a09def69668a23e&docid=9aad1f2fafe0430e8aabad4edb24d42c Fri, 12 Aug 2011 19:29:03 GMT 9ce0c22358dc4686bdf4f3f864889620 Suu Kyi incontra il presidente della Birmania Mizzima – Il Presidente birmano Thein Sein e la leader dell’opposizione Aung San Suu Kyi si sono incontrati per la prima volta questo venerdì a Naypyitaw in una località sconosciuta, secondo quanto riferito dal giornale locale 7 days. “Si sono incontrati all’una di pomeriggio” ha detto una fonte vicina alle istituzione, quando Mizzima ha chiesto informazioni. La cerimonia di apertura di un workshop nazionale sulla povertà e lo sviluppo economico è stata ritardata di un’ora a causa dell’incontro, ha detto il giornale. Suu Kyi è stata ufficialmente invitata a partecipare alla tre-giorni del workshop che finirà questa domenica. Funzionari di alto profilo, membri dei partiti politici e rappresentanti del settore privati tra gli invitati. I partecipanti al workshop hanno dichiarato a 7 days di non aver visto Suu Kyi, che è arrivata a Naypytaw venerdì. Sotto misure speciali, una squadra di sicurezza del governo è apparsa di fronte alla casa di Suu Kyi a Rangoon alle nove di mattina, sotto la guida del comandante della Polizia speciale Colonnello Win Naing Tun e la ha accompagnata a Naypyitaw. Le relazioni tra il governo e Suu Kyi sono progressivamente migliorate dopo due incontri recenti tra Suu Kyi e il Ministro Aung Kyi. (Puoi leggere l'articolo in originale su Mizzima) (19 Agosto 2011) 2011-08-19T19:58:39.5370000+02:00 http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=en&catid=fb9143906e6c4cc99a09def69668a23e&docid=9ce0c22358dc4686bdf4f3f864889620 Fri, 19 Aug 2011 17:58:39 GMT 0d7175f491ed46b4a3d467b51bb34620 Suu Kyi, India sostenga la democrazia. "rattristata dai rapportri del paese di Gandhi con i generali Nuova Delhi, 24 nov. - (Adnkronos/Dpa) - Aung San Suu Kyi chiede all'India di sostenere l'opposizione democratica in Birmania e si dice "rattristata" dall'appoggio offerto da Nuova Delhi alla giunta militare al potere. "Pensavo che l'India sarebbe stata con noi. Avrebbe cosi' seguito la tradizione del Mahatma Gandhi e di Jawaharlal Nehru", ha dichiarato la leader dell'opposizione birmana riferendosi ai padri dell'indipendenza indiana in una intervista telefonica concessa al quotidiano Indian Express. La premio Nobel ha vissuto a lungo in India, dove sua madre e' stata ambasciatore della Birmania, e ha sempre citato Gandhi come suo modello. "Non mi oppongo ai rapporti con i generali, ma spero che il governo indiano parli anche con noi"- ha affermato- "vorremmo che l'India lavorasse strettamente con noi, con il mio partito, la Lega Nazionale per la Democrazia". Nuova Delhi aveva inizialmente sostenuto il movimento democratico birmano ma, dopo che i generali hanno annullato la vittoria elettorale del partito di Suu Kyi nel 1990, ha progressivamente stretto i suoi rapporti con la giunta militare. Interessata a contrastare l'influenza cinese nell'Asia meridionale e alle risorse del a Birmania, Nuova Delhi ha stretto una serie di contratti con i militari birmani per la fornitura di gas e petrolio. In luglio, il generale Tahn Shwe, capo della giunta militare del Myanmar e' giunto a Nuova Delhi in visita di Stato. (Cif/Zn/Adnkronos) 24-NOV-10 11:46 NNNN 2010-11-27T18:34:16.8400000+01:00 http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=en&catid=fb9143906e6c4cc99a09def69668a23e&docid=0d7175f491ed46b4a3d467b51bb34620 Sat, 27 Nov 2010 17:34:16 GMT 1340cd74700f473d9346e2be1f650728 Suu Kyi difende le donne senza lavoro. Suu Kyi inizia ad affrontare la questione lavoro sfatando quanto si dice circa le donne che perdendo il lavoro diverrebbero prostitute. Suu Kyi afferma che intende affrontare la questione delle condizioni economiche dei lavoratori e delle lavoratrici birmane. 2010-11-27T19:54:14.1670000+01:00 Commentando l’impatto delle sanzioni economiche sulla Birmania Aung San Suu Kyi ha dichiarato che non tutte le lavoratrici che perdono il lavoro diventano prostitute, in una intervista con il giornale giapponese: “Asahi Shimbun” “ non è semplice come si dice ovvero che tutte le donne lavoratrici che perdono il lavoro diventano prostitute. Questa mi sembra un punto di vista estremamente radicale“ ed ha dichiarato che vuole verificare le condizioni economiche che le donne e gli altri lavoratori birmani subicono. http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=en&catid=fb9143906e6c4cc99a09def69668a23e&docid=1340cd74700f473d9346e2be1f650728 Sat, 27 Nov 2010 18:54:14 GMT 0e26408ff8bc443c888ed75b9b846b52 Suu Kyi e una seconda Panglong The Irrawaddy – (Titolo originale: "Suu Kyi Calms Fears About Confrontation"). La leader democratica Aung San Suu Kyi ha dato rassicurazione sul un suo possibile confronto con il governo militare birmano circa quella che ha descritto come “una conferenza etnica in conformità con il 21° secolo”. “Questa conferenza punta alla riconciliazione nazionale. Non stiamo tentando di formare un governo parallelo o un governo parallelo”, questo quanto è stato detto da lei, secondo le parole dei membri del Democracy and Peace Party (DPP) che l’hanno incontrata negli uffici della National Leaugue for Democracy (NLD) a Rangoon. Il riferimento è alla proposta conferenza etnica che gli osservatori hanno chiamato una “seconda Panglong” – un incontro di leader etnici e di altri attori importanti sulle orme della conferenza di Panglong del 1947, che non solo aveva provveduto alle basi dell’unione federale, ma anche garantito che le minoranze etniche avessero il diritto di secedere dall’unione dieci anni dopo che la Birmania si era conquistata l’indipendenza dalla Gran Bretagna. “Daw Suu ha detto che avrebbe semplicemente provato a ravvivare lo spirito di Panglong, che è stato indebolito nelle ultime decadi” ha dichiarato Myo Nyunt, portavoce del DPP. “Ha anche detto che la conferenze sarà tenuta senza un incontro formale di persone in un luogo specifico con l’aiuto dei mezzi di comunicazioni attuali come internet”, ha detto Myo Nyunt, aggiungendo che il suo partito aveva espresso preoccupazioni circa le possibile conseguenze negative di una seconda Panglong. Ha aggiunto che anche se il Premio Nobel per la Pace riuscisse a maneggiare il processo in modo cauto, potrebbe in intenzionalmente avere lei stessa dei problemi con il regime dal momento che il tema è estremamente delicato. “Non pensiamo sia possible che questa conferenza abbia luogo con successo senza la partecipazione del regime” ha aggiunto. I commenti di Suu Kyi sono seguiti a un editoriale della tv di stato birmana questo mercoledì che diceva che la possibile conferenza etnica “andrebbe contro la road map disegnata dalla giunta e porterebbe più danno che bene” – il primo avvertimento publico del regime a Suu Kyi sulle sue attività politiche da quando il mese scorso è stata liberata. L’idea di questa conferenza è stata inizialemente avanazata da un gruppo di leader etnici in opposizione alle elezioni di Novembre. Dopo il suo rilascio, Suu Kyi ha accettato la richiesta del gruppo per assumersi la leadership di realizzare l’evento, dando vita a preoccupazioni che l’evento dia in effetti una possibilità al regime per arrestarla nuovamente e lanciare nuove azioni contro il suo partito, che è stato smobilitato per non essersi registrato alle elezioni. Questo giovedì, quando gli è stato chiesto di rispondere all’editoriale, i leaders etnici che hanno boicottato le elezioni insieme al NLD hanno detto che avrebbero in ogni caso proceduto nel tentativo di realizzare una seconda Panglong. “Andremo avanti con questo piano e non siamo intimoriti dai richiami nel giornale” ha detto Aye Thar Aung, un leader Arakanese, il cui partito partecipò con successo alle elezioni del 1990 ma che ha boicottato quelle del mese scorso. Si Lone, Vice Presidente del Chin Progressive Party, un partito etnico che ha invece partecipato alle elezioni di novembre, ha detto che sebbene le minoranze etniche si sono aspettate di vedere la riconciliazione nazionale a partire dal parlamento, le prospettive si sono chiuse dal momneto che il partito della giunta, l’Union Solidarity and Development Party, ha conquistato la maggioranza dei seggi grazie ai brogli. “Non possiamo aspettarci ancora di lavorare per un sistema federale attraverso il parlamento” ha detto “ma sarebbe ottimo se le forze etniche e politiche, compreso l’esercito, potesse incontrarsi e lavorare insieme per una soluzione che porti alla riconciliazione nazionale”. (Puoi leggere l'articolo nell'originale inglese su The Irrawaddy) (11 Dicembre 2010) 2010-12-11T17:51:34.1230000+01:00 http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=en&catid=fb9143906e6c4cc99a09def69668a23e&docid=0e26408ff8bc443c888ed75b9b846b52 Sat, 11 Dec 2010 16:51:34 GMT d4702222d17947b7b04616262eb5216b Suu Kyi combatte per l’esistenza del partito Agence France-Presse – L’icona democratica Aung San Suu Kyi ha fatto appello alla Suprema Corte questo giovedì, l’ultimo dopo una serie di schermaglie legali sopra la dissoluzione del suo partito politico prima delle elezioni dell’anno scorso. Il partito della National League for Democracy (NLD) del Premio Nobel della Pace è stato reso illegal per aver boicottato le elezioni della giunta, le prime in 20 anni, in risposta a regole che impedivano alla leader di prendervi parte. “Abbiamo consegnato il nostro appello special alla Corte Suprema nella capital Naypyidaw questo pomeriggio. Aspettiamo la loro risposta” ha detto Nyan Win, uno degli avvocati di Suu Kyi e portavoce del partito. Suu Kyi, cofondatrice del NLD è stata rilasciata dopo più di 7 anni di arresti questo 13 Novembre, pochi giorni dopo le elezioni in cui i partiti della giunta dicono di aver vinto. Poco dopo il suo rilascio, la corte si è rifiutata di ascoltare le sue denunce contro la giunta per aver dissolto l’NLD. Aveva in precedenza e senza successo tentato di denunciare tutto alla Corte Suprema, nel tentativo di evitare l’abolizione. I verdetti della corte nel Paese governato dalla giunta raremente hanno favorito gli attivisti all’opposizione, una serie di appelli fatti da Suu Kyi, per esempio, contro i suoi arresti domiciliari – prima che scadessero a Novembre – sono sempre stati rigettati. L’NLD è stato fondato nel 1988 dopo una rivolta popolare contro la giunta militare che lasciò migliaia di morti tra gli attivisti. Due anni dopo il partito vinse le elezioni a valanga ma i risultati non furono mai riconosciuti dal regime. (Puoi leggere l'articolo in originale su Democratic Voice of Burma) (15 Gennaio 2010) 2011-01-15T11:15:58.0570000+01:00 http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=en&catid=fb9143906e6c4cc99a09def69668a23e&docid=d4702222d17947b7b04616262eb5216b Sat, 15 Jan 2011 10:15:58 GMT ac9b58a2aec648a0a5df5297c6d89f0a Suu Kyi telefona a Veltroni. Grazie ai romani ANSA - La signora Aung San Suu Kyi, premio Nobel per la Pace, ha telefonato questa mattina a Walter Veltroni per esprimere a lui e tutti i cittadini di Roma ''la sua immensa gratitudine per il sostegno determinato con il quale, negli anni in cui Veltroni e' stato Sindaco della citta', la capitale ha sostenuto la causa della sua liberta' e dei diritti in Birmania''. La signora San Suu Kyi e Veltroni, si legge in una nota - hanno concordato sulla necessita' di continuare nell'impegno di tutte le energie civili e democratiche per sostenere la causa alla quale e' stata legata la sofferenza della leader birmana: la liberta' e la democrazia per la sua terra'' 2011-02-10T22:28:29.1970000+01:00 (10 Febbraio 2011) http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=en&catid=fb9143906e6c4cc99a09def69668a23e&docid=ac9b58a2aec648a0a5df5297c6d89f0a Thu, 10 Feb 2011 21:28:29 GMT ebf4150770fd43ba8ebb52800851ebaa Gravissime minacce della Giunta ad Aung San Suu Kyi " farà una fine tragica" 2011-02-14T22:39:56.9830000+01:00 "Aung San Suu Kyi e la Lega Nazionale per la Democrazia (NLD) faranno una tragica fine se continueranno a sostenere le sanzioni occidentali." Ha dichiarato il quotidiano di stato birmano: "The New Light of Myanmar" in un articolo di Domenica. L'avvertimento per il Premio Nobel e il suo partito arriva pochi giorni dopo che la LND ha pubblicato una lunga e puntuale Dichiarazione che appoggia le sanzioni adottate dalla UE, dagli USA, dal Canada e dall'Australia. Nel documento si illustrano con chiarezza le responsabilità della giunta per le gravissime condizioni sociali del paese e per le violazioni dei diritti umani. ".... la causa delle sanzioni sono le violazioni di diritti umani e la mancanza di pratiche democratiche, è proprio con l'affrontare questi problemi che si può meglio raggiungere la rimozione delle sanzioni. Il rilascio di tutti i prigionieri politici è la richiesta critica. Noi perciò esortiamo il Governo birmano a fare tutti i passi necessari in modo spedito e assiduo. L'NLD considera che, nel frattempo, le condizioni di vita della gente migliorerebbero se le imprese che avessero già investito, o pensano di investire, in Birmania osservassero le linee guida mirate alla conservazione dell'ambiente ecologico, alla protezione dei diritti dei lavoratori e alla promozione della società civile......" La dichiarazione smonta le posizioni di coloro che affermano che le sanzioni hanno colpito il popolo birmano. (La Dichiarazione è pubblicata su www.birmaniademocratica.org). L'NLD ha chiesto "di aprire un confronto con gli USA, EU, Canada, Nuova Zelanda e Australia col proposito di raggiungere un accordo su quando, come e sotto quali circostanze si possano modificare le sanzioni nell'interesse della democrazia, dei diritti umani e un salutare ambiente economico. Sarebbero utili alla discussione uno studio e un'analisi da parte di un gruppo di professionisti rispettati da tutti sugli effetti delle sanzioni." Il commento giornale, dal titolo "Le sanzioni, Daw Suu Kyi e NLD," è stato firmato da Yan Aung Gyi," e apparentemente è uno pseudonimo. La giunta militare, che il 15 marzo prossimo verrà sostituita dal nuovo governo farsa, formato da tutti ex militari tranne 4 ministri ovvero il ministro della sanità, dell'istruzione, lavori pubblici e sviluppo economico, dopo le elezioni farsa, basate sulla costituzione del 2008 la cui approvazione è stata ottenuta con il ricatto, ha lanciato immediatamente gravissime minacce alla leader birmana ed il suo partito. La giunta forse si fa forte del fatto che alcuni governi, alcuni in Europa stanno spingendo per l'abbandono delle sanzioni dando molto spazion non tanto all'NLD, quanto a quei partiti indipendenti che si sono presentati alle elezioni e che vogliono l'eliminazione delle sanzioni. I governi Europei dovrebbero fare quadrato e non lasciare sola la leader birmana a partire dal'impegno, di rinnovare ad aprile la Dichiarazione comune sulle sanzioni, includendo i nuovi capi del governo e inserendo meccanismi di controllo e di monitoraggio della loro attuazione http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=en&catid=fb9143906e6c4cc99a09def69668a23e&docid=ebf4150770fd43ba8ebb52800851ebaa Mon, 14 Feb 2011 21:39:56 GMT c9251b165e2b4b47a1cd3a0b5c51a54b Gravissime minacce della Giunta ad Aung San Suu Kyi: " farà una fine tragica" “Aung San Suu Kyi e la Lega Nazionale per la Democrazia (NLD) faranno una tragica fine se continueranno a sostenere le sanzioni occidentali". Ha dichiarato il quotidiano di stato birmano: The New Light of Myanmar in un articolo pubblicato Domenica. L'avvertimento per il Premio Nobel e il suo partito arriva pochi giorni dopo che la LND ha pubblicato una lunga e puntuale Dichiarazione che appoggia le sanzioni adottate dalla UE, USA, Canada e Australia, nel quale si smontano le posizioni di coloro che affermano che le sanzioni hanno colpito il popolo birmano. ( La Dichiarazione è pubblicata su www.birmaniademocratica.org). L'NLD nel documento ha illustrato come la drammatica situazione in cui versa il paese è solo dovuta alle scelte della giunta militare, alla corruzione, al depauperamento delle risorse naturali e alla distrazione di fondi. Dal momento che la causa delle sanzioni sono le violazioni di diritti umani e la mancanza di pratiche democratiche, è proprio con l'affrontare questi problemi che si può meglio raggiungere la rimozione delle sanzioni. Il rilascio di tutti i prigionieri politici è la richiesta critica. “Noi perciò esortiamo il Governo della Birmania di fare tutti i passi necessari in modo spedito e assiduo.” Afferma la dichiarazione. “L’ NLD considera che, nel frattempo, le condizioni di vita della gente migliorerebbero se gli uomini di affari che avessero già investito, o pensano di investire, in Birmania osservassero le linee guida mirate alla conservazione dell'ambiente ecologico, alla protezione dei diritti dei lavoratori e alla promozione della società civile". L’NLD ha chiesto agli stati che hanno introdotto le sanzioni di avviare con L'NLD un dialogo con esperti per valutare come, se, e quando si potranno modificare le sanizoni. accusando la giunta di continue violazioni dei diritti umani, di disastri ambientali e di deforestazione del paese, con il contributo dei paesi vicini. Il commento giornale, dal titolo "Le sanzioni, Daw Suu Kyi e NLD,"è stato firmato da Yan Aung Gyi," ed era apparentemente uno pseudonimo. 2011-02-16T21:54:17.8370000+01:00 http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=en&catid=fb9143906e6c4cc99a09def69668a23e&docid=c9251b165e2b4b47a1cd3a0b5c51a54b Wed, 16 Feb 2011 20:54:17 GMT 1e974465343d472088d5b1900e76e28c BIRMANIA: STAMATTINA AUNG SAN SUU KYI LUNGA TELEFONATA ALLA CISL – UE MANTENGA SANZIONI O DIRITTI UMANI ANCORA PIU’ A RISCHIO Ufficio Stampa Cisl - “Se le sanzioni economiche dell’Europa verso il Governo Birmano non verranno mantenute, ne risentirebbero fortemente i diritti umani“. E’ quanto ha affermato oggi la leader Birmana Aung San Suu Kyi nel corso di una lunga telefonata con la responsabile Asia per la Cisl, Cecilia Brighi. La leader birmana ha ringraziato la CISL per il grande impegno a sostegno della democrazia, dei diritti del lavoro e del sindacato birmano. Ha apprezzato l’impegno del sindacato e la campagna “adottiamo un sindacalista birmano”, lanciata dal Segretario Generale della Cisl, Raffaele Bonanni. “I diritti dei lavoratori sono negati in Birmania e i lavoratori non hanno voce” ha sottolineato nel corso della conversazione telefonica Aung San Suu Kyi chiedendo anche un impegno della CISL e del sindacato globale nei confronti dell’ILO (Organizzazione internazionale del lavoro), perché il mandato di questa agenzia vada oltre la lotta al lavoro forzato per comprendere la violazione dei diritti dei lavoratori e il divieto di libertà sindacale. Il premio nobel Birmano per la pace ha espresso timore per le iniziative legislative sulla libertà sindacale che la giunta intende attuare nel nuovo parlamento, che non va sostenuto, perché completamente dominato dalla giunta. Aung San Suu Kyi ha affermato di essere molto preoccupata della posizione contraddittoria nell’Unione Europea sulle sanzioni: “E’ importante che il sindacato chieda che l’Unione Europea mantenga le sanzioni economiche e che l’Europa rimanga unita su questa questione. Il ruolo dell’Italia in tal senso è fondamentale”, ha sottolineato la leader Birmana. La Cisl da parte sua ha confermato la richiesta di un monitoraggio effettivo dell’ attuazione delle sanzioni e il rispetto del divieto per i ministri Europei di andare in Birmania. La leader birmana ha ringraziato per le preoccupazioni espresse dalla Cisl per la sua sicurezza, che dopo le recenti minacce della giunta è a serio rischio. La leader birmana ha chiesto alla Cisl di rimanere in contatto perché l’impegno del sindacato è importante e produce grande incoraggiamento per coloro che all’interno della Birmania lavorano per la democrazia. Aung San Suu Kyi ha anche auspicato di poter incontrare presto in Birmania il Segreterio Generale della CISL Raffaele Bonanni, a cui manderà una lettera di ringraziamento. (19 Febbraio 2011) 2011-02-20T22:31:18.8670000+01:00 http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=en&catid=fb9143906e6c4cc99a09def69668a23e&docid=1e974465343d472088d5b1900e76e28c Sun, 20 Feb 2011 21:31:18 GMT cd4b827743b84dc8a34433ef3ad21956 Diplomatici dell'UE hanno discusso delle sanzioni alla Birmania con la leader Aung San Suu Kyi e altri leader politici (Rangoon) – Martedì scorso alcuni diplomatici europei ha avuto colloqui con la leader birmana Aung San Suu Kyi e altri attivisti birmani dei partiti di opposizione e delle minoranze etniche. Tema la possibile revoca delle sanzioni occidentali. Circa 25 diplomatici dell'Unione europea da Bangkok, e nove ambasciatori presenti in Birmania, hanno partecipato alla riunione tenutasi a Rangoon presso l'Ambasciata Italiana. "I diplomatici non hanno dichiarato nulla, ma hanno solo preso nota della discussione." ha dichiarato uno dei partecipanti e rappresentante dell'NDF, il partito che si è scisso dall'NLD. Il rilascio di Suu Kyi dagli arresti domiciliari a novembre dopo le elezioni ampiamente criticate, ha riacceso il dibattito sulle sanzioni, applicate in particolare dall'Unione europea e dagli Stati Uniti in risposta alle violazioni dei diritti umani. L'NLD aveva recentemente pubblicato una lunga ed articolata dichiarazione sulla necessità di mantenere le sanzioni, illustrando anche che lo stato di grave povertà in cui si trova il paese non è dovuto alle sanzioni, ma alle scelta inique della giunta militare che preferisce intascare i proventi derivanti dagli investimenti internazionali piutttoscto che promuovere lo sviluppo sociale, l'istruzione e la sanità. L'NLD ha hanche chiesto ai governi che hanno posto le sanzioni di aprire un dialogo con l'NLD per valutare insieme i benchmarks e gli obiettivi che la giunta deve raggiungere perchè le sanzioni possano essere modificate, indicando tra i primi il rilascio di tutti i prigionieri politici. Un portavoce della Nld, Ohn Kyaing, ha detto che il gruppo non aveva nulla da riportare circa l'incontro, ma un diplomatico europeo a Rangoon ha dichiarato che i colloqui sono volti a "creare interazioni" tra i partiti di opposizione del Myanmar. "Tutti hanno mantenuto le loro posizioni", ha detto un diplomatico, rifiutando di essere nominato. " non sono abituati a discutere e negoziare tra di loro cos’ il dialogo non è stato facile. Questo non è nella loro cultura. " Khin Maung Swe ha detto ha dichiarato ai diplomatici che la gente ha sofferto a causa delle sanzioni. I sostenitori delle sanzioni commerciali e finanziarie hanno affermato che queste sono l'unico modo per fare pressione sulla giunta militare, dove ci sono circa 2.200 prigionieri politici. Il partito di Suu Kyi, ha lanciato un appello nel mese di febbraio per i colloqui con l'Occidente sulle sanzioni, ed ha dichiarato che queste i danni all’economia derivano dalla cattiva politica e che le eventuali modifiche devono essere collegati a un miglioramento dei diritti umani. Gli Stati Uniti hanno dichiarato il mese scorso che gli appelli per alleggerire le sanzioni nei confronti della Birmania sono prematuri. (15 Marzo 2011) 2011-03-22T22:21:58.1200000+01:00 http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=en&catid=fb9143906e6c4cc99a09def69668a23e&docid=cd4b827743b84dc8a34433ef3ad21956 Tue, 22 Mar 2011 21:21:58 GMT 73d2f157bc0444b5b78dfcd6ccad53d5 E' solo Fumo negli occhi la decisione della giunta militare birmana di far votare Aung San Suu Kyi ancora agli arbitrari arresti domiciliari arbitrari E' SOLO FUMO NEGLI OCCHI VERSO I GOVERNI RIUNITI ALL'ONU LA DECISIONE DELLA GIUNTA DI CONCEDERE ALLA LEADER BIRMANA AUNG SAN SUU KYI AGLI ARRESTI DOMICILIARI DI VOTARE NELLE ELEZIONI FARSA DEL 7 NOVEMBRE. La giunta militare birmana, per ingraziarsi i consensi dei governi in vista delle prossime elezioni che mirano a trasformare la dittatura militare in una dittatura politica, inizia a utilizzare la annosa tattica volta a gettare fumo negli occhi dei governi, riuniti all’ONU. Il il 14 settembre scorso aveva messo al bando il Partito della leader democratica birmana, Aung San Suu Kyi, agli arresti domiciliari, poiché si era rifiutato di registrarsi per le elezioni, in considerazione del fatto che la costituzione e le leggi elettorali sono state costruite, senza un confronto democratico e sono strutturalmente funzionali al mantenimento del potere assoluto anche dopo le elezioni. La commissione per le elezioni ha infatti dichiarato che la leader birmana non può votare perché condannata, in quanto criminale e vedova di uno straniero, ma le viene concesso di votare. Aung San Suu Kyi, il mese scorso ha chiesto agli iscritti al partito, ormai fuori legge, di non votare e di boicottare le prossime elezioni. Purtroppo il suo appello non viene ascoltato da molti governi, che facendo finta di non conoscere la costituzione birmana e le elggi elettorali, continuano a dichiarare che le elezioni dovranno essere “libere ed eque ed inclusive” e che possono rappresentare un primo passo verso la democrazia. Il solo fatto che la leader birmana non si possa candidare liberamente inficia di per se queste elezioni. 2010-09-26T18:31:18.4230000+02:00 http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=en&catid=fb9143906e6c4cc99a09def69668a23e&docid=73d2f157bc0444b5b78dfcd6ccad53d5 Sun, 26 Sep 2010 16:31:18 GMT b94f04a531fd47cd8ff1fef1d3436a61 Rilasciata Aung San Suu Kyi - Un ritratto della leader democratica Rilasciata Aung San Suu Kyi. Grande gioia ma non si deve abbassare la guardia. La comunitá internazionale deve vigilare, non cadere nelle solite trappole della giunta. Giá in precedenza rilasci non hanno cambiato la situazione interna. Si deve chiedere un dialogo. Tripartito e inclusivo. E mantenere le sanzioni. Cecilia Brighi Aung San Suu Kyi - Un ritratto Per una ritratto del Premio Nobel per la Pace e per capire più in profondità le scelte di fondo della leader democratica birmana puoi leggere il racconto "Aung San Suu Kyi, la signora di University Avenure" scritto nel 2006, seguendo il link o scaricando il file in allegato. (13 Novembre 2010) 2010-11-13T16:55:46.4500000+01:00 http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=en&catid=fb9143906e6c4cc99a09def69668a23e&docid=b94f04a531fd47cd8ff1fef1d3436a61 Sat, 13 Nov 2010 15:55:46 GMT 2e9f478765484982a908db6a4228bf31 Suu Kyi pronta a cercare un incontro con Than Shwe The Irrawaddy – Aung San Suu Kyi ha proposto ai leader del suo partito un suo incontro con il leader della giunta Generale Than Shwe per un colloquio diretto su come rimuovere le sanzioni economiche internazionali contro la Birmania, questo secondo fonti vicine alla National League for Democracy (NLD). Questo mercoledì, Suu Kyi ha incontrato Nyan Win, il portavoce del NLD e chiesto a lui di informare il comitato esecutivo del partito di “importanti” proposte. Nyan Win ha rifiutato di parlare piu a fondo la natura delle sue proposte. 2009-11-14T13:48:54.1900000+01:00 Quando The Irrawaddy ha chiesto a Nyan Win, questo venerdì, se Su Kyi abbia già discusso di un possibile incontro con Than Shwe per parlare di sanzioni economiche, il portavoce ha detto: “Le sanzioni sarebbero il tema più idoneo per iniziare dei colloqui di questo livello”. In ogni caso, ha poi declinato di dare ulteriori informazioni dicendo: “Aspettate fino a Martedì”. Ha anche aggiunto che il comitato esecutivo centrale del NLD discuterla proposta di Suu Kyi lunedì e probabilmente emetterà un comunicato per martedì. Presumibilmente, se avrà il parere favorevole del suo partito, Suu Kyi scriverà una lettera a Than Shwe cercando un incontro diretto o farà una proposta attraverso Aung Kyi, che è il funzionario di collegamento tra lei e il generale Secondo le nostre fonti, Suu Kyi cercherà anche di chiedere al regime il permesso per incontrare gli altri leader del partito e di visitare a casa tre membri dell’esecutivo del partito, che si trovano a casa in precarie condizioni di salute – il PresidenteAung Shwe, il Segretario U Lwin e Lun Tin. Nel passato, Suu Kyi ha infastidito la giunta per il suo sostegno alle sanzioni economiche, ma negli ultimi mesi ha dichiarato che è ora pronta a cooperare con il regime per lavorare alla loro rimozione. Questo cambiamento di posizione è arrivato con l’inizio del diretto coinvolgimento degli Stati Uniti con la Birmania e ha condotto a parecchi incontri esplorativi con i generali. In Agosto, Suu Kyi ha inviato una lettera a Than Shwe, offrendo di cooperare con il governo e richiedendo un incontro con i diplomatici occidentali per discutere l’impatto e la severità delle sanzioni. Da allora lei ha incontrato due volte il funzionario di collegamento Aung Kyi. Poco dopo, le è stato concesso di incontrare i diplomatici, di base a Rangoon, di Gran Bretagna, Australia e Stati Uniti per raccogliere più informazioni sull’impatto delle sanzioni. Le aspettative che Suu Kyi possa presto essere rilasciata dai suoi arresti domiciliari o che le venga concessa qualche forma di libertà stanno crescendo a Rangoon, soprattutto in seguito ad una dichiarazione di Min Lwin, il Direttore generale del Ministero degli Affari Esteri, concessa a The Associated Press a Manila questo lunedì, in cui veniva detto “C’è un piano per rilasciare Aung San Suu Kyi subito”. Nel frattempo, gli avvocati di Suu Kyi stanno completando l’appello alla Corte Suprema che chiama in causa la legalità dei suoi arresti domiciliari. Gli Stati Uniti hanno dichiarato giovedì che qualora ad Aung San Suu Kyi non venga concesso di partecipare alle elezioni birmane del 2010, la comunità internazione non potrebbe considerare le elezioni credibili. Il Segretario di Stato americano Hillary Rodham Clinton ha richiesto questa settimana il rilascio incondizionato di Suu Kyi, per far sì che le elezioni siano libere e giuste. (Puoi leggere l'articolo in originale su The Irrawaddy) (14 Novembre 2009) http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=en&catid=fb9143906e6c4cc99a09def69668a23e&docid=2e9f478765484982a908db6a4228bf31 Sat, 14 Nov 2009 12:48:54 GMT 47e92c3f5727423b8827e39f6246a81b Ultima ora: Aung San Suu Kyi incarcerata Incarcerata Aung San Suu Kyi per la violazione dell'attivista americano. La dissidente premio Nobel per la pace, agli arresti domiciliari, è gravemente malata. E' accusata di aver favorito l'ingresso di un cittadino Usa, arrivato a nuoto nella sua residenza. 2009-05-14T13:39:51.7730000+02:00 (da Repubblica.it, 14 maggio 2009) RANGOON - La leader democratica e premio Nobel per la pace Aung San Suu Kyi è stata condotta in un carcere dove rischia di essere incriminata per l'intrusione di un americano la settimana scorsa nella casa dove è tenuta in isolamento dal 2003 a Rangoon, secondo quanto hanno riferito testimoni. Pochi giorni fa i collaboratori della leader dell'opposizione avevano lanciato l'allarme per le sue deteriorate condizioni di salute, appellandosi alla comunità internazionale perché facesse pressione sul regime birmano affinché permettesse al medico della Suu Kyi, anch'egli incarcerato, di visitarla. La donna, dicono fonti a lei vicine, è gravemente disidratata e indebolita e la carcerazione rischia ora di aggravare le sue condizioni. Le misure di sicurezza erano state considerevolmente rafforzate all'alba intorno alla residenza del Nobel, ormai sessantatreenne, che è stata privata della libertà per la maggior parte degli ultimi 19 anni, da 6 anni agli arresti domiciliari. Un convoglio della polizia che trasportava la Suu Kyi ha lasciato la sua casa alle 7 del mattino (le 2.30 in Italia) per recarsi al carcere di Insein dove ha sede un tribunale. Pochi minuti dopo il convoglio è arrivato nel centro di detenzione, situato nella periferia di Rangoon. Aung San Suu Kyi e le sue due collaboratrici domestiche sono "detenute nel carcere", ha dichiarato Nyan Win, portavoce della Lega nazionale per la democrazia, principale partito d'opposizione in Birmania. Le autorità "hanno preparato un fascicolo" giudiziario e la oppositrice "non può tornare a casa sua" ha aggiunto il portavoce. Il processo è stato rinviato a lunedì 18 maggio. Se verrà riconosciuta colpevole, insieme a un domestico e al suo medico, di aver ospitato in casa sua per tre giorni il cittadino americano, la leader della Lega nazionale per la democrazia rischia da tre a cinque anni per visita non autorizzata. La precedente condanna di Suu Kyi scade il prossimo 27 maggio. Proprio una settimana fa, il regime dei generali aveva reso noto l'arresto di un cittadino statunitense, John Yettaw, che aveva raggiunto la casa della Suu Kyi attraversando a nuoto il lago che la costeggia e vi è restato per due giorni. Anche per lui sono scattate le misure detentive. Poche notizie sono filtrate sulla rocambolesca intrusione che è stata rivelata dalla giunta militare. (da BBC News, 14 Maggio 2009) "Burma's Suu Kyi 'to face trial' Ms Suu Kyi is reportedly suffering from low blood pressure and dehydration Burmese pro-democracy leader Aung San Suu Kyi is to face trial for breaching the conditions of her detention under house arrest, her lawyer has said. Ms Suu Kyi will stand trial on 18 May, the lawyer, Hla Myo Myint, said. She was taken to a prison from her home in Rangoon, where she has spent most of the past 19 years, to hear the charges. A US man whose uninvited visit to her home led to the charges, will also be tried on immigration and security offences, the lawyer added. The American man, John Yettaw, was arrested after swimming across a lake to her house and staying there secretly for two days. The charges are yet to be confirmed by the government. But it looks as though this is a pretext to keep her detained until elections due in 2010 which the generals think will give them some legitimacy, says BBC South-East Asia correspondent Jonathan Head. Another of her lawyers said they would contest the charge. "The charge is going to be violating the conditions of her house arrest and what her lawyer is going to argue is that of course that's ridiculous because, yes under the terms of her arrest she cannot invite people to visit her but she of course did not invite this person to visit her," Jared Genser told the BBC. "If somebody shows up at her door step in violation of Burmese law she can not be held responsible for it." Security stepped up A spokesman for her National League for Democracy (NLD), Nyan Win said he had been informed of the plan to try Ms Suu Kyi and two women who live with her by her lawyer, who visited Ms Suu Kyi in her off-limits house on Wednesday. She was driven in a police convoy with the two aides from her house to the prison, eyewitnesses said. Reports say security has been stepped up at the Insein jail, already a top security prison where a number of leading dissidents are incarcerated. The Nobel Peace laureate has been under house arrest for much of the past 19 years. The latest detention began in May 2003, after clashes between opposition activists and supporters of Burma's (Myanmar) military government. The house arrest was extended last year - a move which analysts say is illegal even under the junta's own legal limits. It is now due to expire at the end of May. Earlier this month, the military government rejected an appeal for the 63-year-old to be freed, despite NLD claims that she was suffering from low blood pressure and dehydration. Ms Suu Kyi was detained after the NLD's victory in a general election in 1990. Burma's junta refused to allow the party to assume power. http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=en&catid=fb9143906e6c4cc99a09def69668a23e&docid=47e92c3f5727423b8827e39f6246a81b Thu, 14 May 2009 11:39:51 GMT afa503b8badb414e877722fa3befe172 Silenziosi campi di sterminio in Birmania: nuovo report su campi di lavoro e di prigionia MAE SOT (Thailandia) - L’Assistance Association for Political Prisoners (Burma) in un nuovo rapporto documenta le precarie condizioni di salute dei prigionieri politici in Birmania. Il rapporto – intitolato “Burma’s prisons and labour camps: Silent killing fields” (in allegato) – sottolinea l’impatto in termini di salute della tortura sistematica, della prigionia, dei trasferimenti nelle regioni più remote del Paese e della negazione di ogni più basilare assistenza medica per gli attivisti del movimento democratico. 2009-05-13T10:30:48.5730000+02:00 Il Segretario Aggiunto AAPP Bo Kyi riferisce: “La situazione dei prigionieri politici in Birmania è critica. Non solo ci sono più prigionieri politici che mai, ma stanno anche affrontando sentenze più dure. I leader sono stati trasferiti nelle regioni più remote del Paese, dove non ci sono dottori, e sono perciò i più vulnerabili a malattie come la malaria e la tubercolosi. Questa è una nuova e disumana strategia da parte del regime". Secondo il rapporto, più di 350 attivisti sono stati sentenziati da Ottobre, e la maggior parte è stata trasferita in campi di detenzione lontano dalle proprie famiglie. A causa della mancanza di adeguata assistenza medica, i prigionieri politici fanno affidamento alle proprie famiglie per medicine e cibo. D’altro canto, i trasferimenti rendono più difficili i contatti con le famiglie. Almeno 127 prigionieri politici si trovano i precarie condizioni di saluto – secondo il rapporto – 19 dei quali hanno urgentemente bisogno di cure. Tra loro: il Premio Nobel per la Pace Daw Aung San Suu Kyi, l’autore teatrale Zarganar, il sindacalista Su Su Nway e il leader del gruppo Generazione 88 Min Ko Naing. “Molti prigionieri politici sono già morti in prigione. Tutto questo deve fermarsi. Il regime deve porre fine a pratiche così crudeli e disumane e rilasciare tutti i prigionieri politici” ha aggiunto Bo Kyi. AAPP in questi giorni coordina una campagna globale a favore dei prigionieri politici in Birmania, che punta a raccogliere 888,888 firme prima del 24 maggio. Questa sarà la data nella quale la giunta ha affermato dovrebbe rilasciare Daw Aung San Suu Kyi, nonostante gli Stati Uniti abbiamo recentemente dichiarato che la detenzione è illegittima anche per le stesse leggi del regime. La petizione può essere firmata su www.fbppn.net Per maggiori informazioni: Tate Naing +66-(0)81-2878751 Bo Kyi +66-(0)81-3248935 AAPP, P.O. Box 93, Mae Sot, Tak Province 63110 Thailand e-mail info@aappb.org, website: www.aappb.org (Il presente documento è una traduzione del comunicato ufficiale AAPP) (In allegato puoi trovare il comunicato ufficiale AAPP e il rapporto “Burma’s prisons and labour camps: Silent killing fields”) http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=en&catid=fb9143906e6c4cc99a09def69668a23e&docid=afa503b8badb414e877722fa3befe172 Wed, 13 May 2009 08:30:48 GMT ccf47f0b04804f62bf1dd2a8fce7f63f Comunicato Urgente del Governo Birmano in Esilio (NCGUB) su Aung San Suu Kyi L’ NCGUB esprime profonda preoccupazione per la detenzione di Daw Aung San Suu Kyi e per il suo grave stato di salute. Il protrarsi della privazione di libertà per la leader del movimento democratico birmano si dimostra ancora una volta una misura illegittima, che viola tanto le norme internazionali quanto la legislazione interna. La situazione è critica e ci si auspica un'immediata e forte reazione da parte della comunità internazionale. 2009-05-14T09:53:57.6500000+02:00 Segue il Comunicato: NCGUB Raises Concerns over Daw Aung San Suu Kyi's Detention The National Coalition Government of the Union of Burma is deeply concerned by developments taking shape in Burma. The democracy leader is reported to have dangerously low blood pressure and to be suffering severe dehydration, requiring her to be on an intravenous drip. Reports of Daw Aung San Suu Kyi's desperately ailing health and of the subsequent arrest of her physician indicate the regime is preparing to face the wave of outcry over her incarceration as calls for her unconditional release build. Last year at the end of May, the Burmese generals extended the house arrest of Burma's democracy leader Aung San Suu Kyi by one more year, which was declared by the United Nations Working Group on Arbitrary Detentions as unlawful because it "not only violates international law but also national domestic laws". Burma's 1975 State Protection Law only allows renewable arrest orders for a maximum of five years. The time for Daw Aung San Suu Kyi's long-overdue release -- she has already spent 13 of 19 years under detention -- is up once again at the end of May. Pressure is increasing on the Burmese regime to release the democracy leader, along with thousands of other political prisoners, as a means of giving some democratic credibility to national elections scheduled for 2010. As this situation unfolds, sketchy reports of a breach of security by an American citizen named John Yeattaw at the heavily-guarded residence of the Nobel Peace Laureate have emerged. He is said to have stayed at the democracy leader's house for 2 days after swimming across Inya Lake near her home, before attempting to escape across the lake again, where he was apparently arrested. This bizarre incident looks to be a characteristically surreal set-up. Even though the intruder's antics may not amount to much -- and were obviously undertaken without Daw Aung San Suu Kyi's knowledge -- they provide an opportunity for the Burmese generals to use it as an excuse to continue detaining her. Prime Minister, Dr. Sein Win, who is also Aung San Suu Kyi's cousin, expressed grave fears for the democracy leader; “Her personal physician is not allowed to meet her and is now being detained at an undisclosed location. His assistant who checked Daw Aung San Suu Kyi was prevented from treating her last weekend. She must be given medical care immediately.” “The situation is very troubling." "Under no circumstances must the international community tolerate the generals continuing the detention of Daw Aung San Suu Kyi. It must act together and prevent injustices from continuing in our country," said Dr Sein Win. L’NCGUB è costituito da rappresentanti eletti nelle elezioni birmane del 1990. Per ulteriori informazioni contattare Tel: (301) 424-4810 Fax (301) 424-4812; e-mail: ncgub@ncgub.net. (Puoi trovare il documento originale in allegato) http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=en&catid=fb9143906e6c4cc99a09def69668a23e&docid=ccf47f0b04804f62bf1dd2a8fce7f63f Thu, 14 May 2009 07:53:57 GMT 673b416a320b4e2587c3f21cddc42da0 LIBERIAMO AUNG SAN SUU KYI E TUTTI I PRIGIONIERI POLITICI ORA! FIRMA LA PETIZIONE “FINO A QUANDO TUTTI I NOSTRI PRIGIONIERI POLITICI NON SARANNO LIBERI, NESSUNO DI NOI PUO’ DIRE CHE LA BIRMANIA E’ VERAMENTE SULLA STRADA DI UN CAMBIAMENTO DEMOCRATICO” Daw Aung San Suu Kyi 2009-05-15T12:28:57.5830000+02:00 Queste sono le parole di Daw Aung San Suu Kyi, Premio Nobel per la Pace (1991), agli arresti domiciliari per 13 degli ultimi 19 anni. La petizione "Liberiamo tutti i prigionieri politici!" ha l’obiettivo di raccogliere 888,888 firme prima del 24 maggio 2009, data legale nella quale dovrebbe essere liberata Daw Aung San Suu Kyi dagli arresti domiciliari. La giunta militare deve liberare immediatamente e senza condizioni tutti i prigionieri politici, compresa Daw Aung San Suu Kyi, Myo Aung Thant, Khun Tun Oo and Min Ko Naing. Il rilascio di tutti i prigionieri politici è il primo passo verso la democrazia. Noi sottoscrittori chiediamo al Segretario Generale ONU Ban Ki-moon di fare di questo la sua priorità per garantire il rilascio di tutti i prigionieri politici da parte dell’ SPDC. Firma anche tu la petizione sul sito: www.fbppn.net http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=en&catid=fb9143906e6c4cc99a09def69668a23e&docid=673b416a320b4e2587c3f21cddc42da0 Fri, 15 May 2009 10:28:57 GMT 87d57df7853d4b1ebaa69f858a7523e5 Generazione 88, Monaci e Student Unions condannano duramente la detenzione di Aung San Suu Kyi In un comunicato ufficiale l’All Burma Monks Alliace (ABMA), gli Studenti di Generazione 88 e la All Burma Federation of Student Unions (ABFSU) condannano la giunta militare per aver imprigionato Daw Aung San Suu Kyi e dichiarono che si opporranno con qualsiasi mezzo, comprese manifestazioni di massa. 2009-05-17T23:01:06.6400000+02:00 (Segue il Comunicato Ufficiale in inglese, tratto da The Burma Campaign UK) 1. The six-year term of house arrest of Daw Aung San Suu Kyi is to end on May 27, 2009. Not only the Burmese people but also the international community have been aware of this fact and that the Burmese military regime does not have any possible legal grounds to extending the terms of her house arrest under Article 10 (B) of the Act of “Protection the State from Danger of Subversive Elements”. Therefore, the junta had no choice but to release her. 2. The military regime no doubt felt that if Daw Aung San Suu Kyi was released, she would inevitably become the vanguard challenger to the junta’s campaign plan and the strongest opposition to the 2010 Elections and the unilaterally enacted 2008 Constitution which ultimately entrenches permanent military rule in Burma. 3. Thus the military government has made an attempt to hush its biggest obstacle and made a political plot against Daw Aung San Suu Kyi by charging her under Article 22 relating to the case of a foreigner invading into her home. It is clear that she did not make any effort to break her house arrest, and why would she, when she was so close to completing the terms of her house arrest. If there is any fault to be had in the situation, the total responsibility lies with the military regime failure to take the necessary security precautions. 4. Instead of taking full responsibility for their security breach, the regime is now trying to jail Daw Aung San Suu Kyi and is finding a ploy to detain her without just cause. This is the latest exemplification of the regime’s complete disregard to international law and respect for fundamental freedoms. 5. Furthermore, it is clearly indicative of the military junta’s rejection of holding genuine political dialogue and national reconciliation with the National League for Democracy (NLD) that Daw Aung San Suu Kyi and various international bodies such as the United Nations, European Union, The United States, and the Association of Southeast Asian Nations have consistently asked for. This latest action on the regime’s part is also an obvious and deliberate attempt by the military regime to refrain from the “Shwe-gone-dine Declaration” released by the NLD after its two-day meeting on April 28 and 29, 2009. 6. We stand united with the world leaders who have expressed concern over the case of Daw Aung San Suu Kyi and demand for her release. However, our past 20 years of experience in dealing with the military regime has taught us one thing: it does not respond to any verbal and/or written statements. Therefore, we seriously urge the international community along with the United Nations to act immediately with concrete measures on the Burmese military junta for the release of Daw Aung San Suu Kyi. 7. We call all political forces for Free Aung San Suu Kyi to mobilize all over Burma, by holding praying sessions in homes, places of worship for her release, and holding silent peaceful rallies in front of Insein Prison each day until she is released from now on to the court hearing. 8. We, the All Burma Monks Alliance (ABMA), 88 Generation Students and All Burma Federation of Student Unions (ABFSU) strongly condemn the military government for its bullying over Daw Aung San Suu Kyi and will oppose this latest atrocity using any means until Daw Aung San Suu Kyi is freed. All Burma Monks’ Alliance (ABMA) The 88 Generation Students All Burma Federation of Student Unions (ABFSU) (Puoi leggere il comunicato su http://www.burmacampaign.org.uk/index.php/burma/news/abma-88-generation-students-abfsu-condemn-burmas-military-for-imprisonment-) http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=en&catid=fb9143906e6c4cc99a09def69668a23e&docid=87d57df7853d4b1ebaa69f858a7523e5 Sun, 17 May 2009 21:01:06 GMT d7b8c1747bb54296a8f6476a459b2112 Processo a Aung San Suu Kyi: Aggiormento del 18 Maggio E’ cominciato ieri il primo giorno del processo ad Aung San Suu Kyi. Riportiamo in allegato l’aggiornamento di ciò che è avvenuto durante il processo, così come ricevuto dal movimento democratico birmano. La cronologia segue l’orario locale. 2009-05-19T13:43:02.7000000+02:00 Segnaliamo alcuni punti importanti: tutte le strade attorno alla Prigione di Insein sono state bloccate e recintate con filo spinato. C’è una massiccia presenza della polizia. Alcuni gruppi paramilitari aiutano a controllare la zona;ci sono grandi difficoltà per mettersi in contatto con la Birmania e molte linee telefoniche sono state tagliate; membri del corpo diplomatico di Gran Bretagna, Australia, Francia, Germania e Italia hanno visto negarsi l’accesso alla Prigione di Insein. http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=en&catid=fb9143906e6c4cc99a09def69668a23e&docid=d7b8c1747bb54296a8f6476a459b2112 Tue, 19 May 2009 11:43:02 GMT 57440b0ffc3149869d91a16225effdb6 La giunta militare respinge il pronunciamento ASEAN sul processo di Aung San Suu Kyi Il processo contro la leader democratica Aung San Suu Kyi dominerà l’incontro Asia-Europa (Asem) che si sta tenendo in questi giorni ad Hanoi e che vedrà presenti i ministri degli Esteri di 45 paesi – l’Unione Europea, l’Asean, la Cina, il Giappone, la Corea del Sud, l’India e il Pakistan. Il Commissario UE per le Relazioni Esterne, Benita Ferrero-Waldner, ha auspicato che i Paesi asiatici si impegnino con la giunta militare in modo tale che le cose cambino presto ma è convinta che la soluzione della crisi venga dall'Asia. Nel frattempo, la giunta respinge le accuse ricevute dall’ASEAN la settimana scorsa. Sul tema proponiamo un lungo articolo tratto da Irrawaddy e tradotto in italiano. 2009-05-26T08:37:15.5100000+02:00 IRRAWADDY – La giunta ha “respinto con durezza” (ndr “Strongly rejected”) il pronunciamento dell’Asean che condannava il processo della leader democratica Aung San Suu Kyi. Secondo i canali di informazione del governo, la giunta militare ha affermato che il pronunciamento Asean della settimana scorsa – che l’Unione Europea ha ieri definitivo “rimarchevole” – era sbagliato nei fatti e deviava dalle pratiche usuali dell’ASEAN. Il pronunciamento è stato fatto in nome dell’Asean dal Chairman dell’Organizzazione, il Ministro degli Esteri della Thailandia. “Tale pronunciamento fatto dal Chiarman dell’Asean – che non è rituale nelle pratiche dell’Asean, incorretto nei fatti e interferisce negli affari interni della Birmania (ndr Myanmar) – è respinto con durezza dalla Birmania (ndr Myanmar)” ha riferito il governo birmano. “E’ triste notare che il Chairman dell’Asean ha fallito nel preservare la dignità dell’Asean, la dignità della Birmania (ndr Myanmar) e la dignità della Thailandia” continua il comunicato del regime, che è stato anche pubblicato su giornali, televisioni e radio dello stato. Pressata da Stati Uniti e da Unione Europea, la Thailandia, attuale Chairman dell’Asean, ha emesso un comunicato in cui si diceva che con gli occhi della comunità internazionale sulla Birmania, “l’onore e la credibilità” del regime birmano erano “in gioco”. Nel Comunicato l'Asean riaffermava la disponibilità del gruppo regionale di contribuire in modo costruttivo al processo di riconciliazione nazionale e alla transizione pacifica verso la democrazia in Birmania, mentre chiedeva l’immediato rilascio di Aung San Suu Kyi. “L’Asean sta tentando piccoli passi per far smuovere la posizione della Birmania”, così riferisce Debbie Stothard, coordinatrice del gruppo di advocacy regionale Altsean-Burma. “L’Asean ha bisogno di essere più dura per superare le tattiche prepotenti della giunta militare birmana”. “I leader militari birmani sono la principale ragione per cui milioni di richiedenti asilo e migranti hanno lasciato la Birmania e hanno creato le condizioni per sostenere crimine transnazionale” ha detto “ La giunta ha creato la più seria crisi umanitaria nella storia e sta conducendo la guerra più lunga del mondo. La reazione difensiva della Birmana contro il comunicato Asean dovrebbe essere un buon segnale che l’Asean sia ora sul binario giusto”. Nel frattempo, i rappresentanti UE al meeting di Hanoi chiedono al regime di liberare Suu Kyi. Hanno fatto la richiesta all’inizio della due giorni di incontri nella capitale vietanamita con i rappresentanti di 45 paesi di Asia e Europa. Il Meeting Asia-Europa (Asem) a Hanoi è stato convocato per discutere modi per interrompere la recessione economica mondiale e per rafforzare la cooperazione economica. Ma ci si aspetta che tutto questo sia superato tanto dal processo contro Suu Kyi, quanto dai test nucleari nordcoreani di lunedì. All’incontro partecipano i Ministri degli Esteri dell’Unione Europea, i dieci paesi dell’Asean più Cina, India, Corea del Sud, Giappone, Mongolia e Pakistan. Parlando a Parigi prima dell’incontro Asean, Rama Yade, il Ministro francese per i diritti umani, ha detto a TV5 Monde in un intervista che ora è compito dei governi asiatici rafforzare le pressioni sulla Birmania. “E’ ovvio che la chiave è in Asia” ha detto Yade. Il Ministro francese ha descritto l’arresto di Suu Kyi come un “pretesto per gettarla in prigione e metter su un finto processo”. Yade ha avvertito: “Se noi la perdiamo, sarà sulla nostra coscienza”. In ogni caso, un incontro UE-Cina della scora settimana a Brussels non è riuscito a trovare un accordo su nuove possibili pressioni da adottare sul regime birmano per ristabilire la democrazia. Mentre la Thailandia – nonostante abbia emanato il comunicato – ha detto che l’Asean non cambierà la sua posizione di coinvolgimento della Birmania, la Cina ha rifiutato di partecipare. Il Primo Ministro cinese Wen Jiabao ha chiesto all’Unione Europea di “assicurare che le proprie relazioni bilaterali non saranno colpite in modo negativo da incidenti individuali” (Puoi leggere l'articolo in orginale su http://www.irrawaddy.org/article.php?art_id=15727) http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=en&catid=fb9143906e6c4cc99a09def69668a23e&docid=57440b0ffc3149869d91a16225effdb6 Tue, 26 May 2009 06:37:15 GMT 0c3f63b8741b47a1b4fa54277dc9b761 Il processo di Aung San Suu Kyi aggiornato al 12 giugno Mizzima – La corte speciale della Prigione Insein a Rangoon ha aggiornato il processo della leader democratica Aung San Suu Kyi al 12 giugno. La corte, che si è riunita alle 10 a.m. di questa mattina (ndr venerdì 5 giugno), non ha proceduto a nessuna udienza ma ha fissato la prossima data del processo per il 12 giugno. Nel frattempo la corte di Rangoon (Alta Corte) ha accettato la richiesta degli avvocati della difesa di riammettere i testimoni portati dalla difesa che erano stati rifiutati dalla corte della prigione di Insein. 2009-06-05T18:14:05.6400000+02:00 Gli avvocati di Aung San Suu Kyi hanno presentato quattro testimoni ma la corte di Insein ne ha respinti tre e accettato uno solo – Kyi Win. Gli altri tre testimoni, a cui è stato impedito di deporre, sono il giornalista veterano Win Tin, il leader NLD Tin On, che è anche agli arresti domiciliari, e l’avvocato Khin Moe Moe. (Puoi leggere l’articolo in originale su http://www.mizzima.com/news/inside-burma/2256-aung-san-suu-kyis-trial-adjourned-till-june-12.html) 5 Giugno 2009 http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=en&catid=fb9143906e6c4cc99a09def69668a23e&docid=0c3f63b8741b47a1b4fa54277dc9b761 Fri, 05 Jun 2009 16:14:05 GMT de1cf87847b741db856fbf919bec1c1d ONU, il Gruppo di Lavoro Sugli Arresti Arbitrari ha dichiarato che arresti domiciliari di Aung San Suu Ky contravvengono non solo le norme internazionali ma anche la stessa legislazione birmanai 2009-03-25T10:41:28.1200000+01:00 GLI ARRESTI DOMICILIARI DELLA LEADER BIRMANA SONO CONTRARI ALLA STESSA LEGISLAZIONE BIRMANA gli arresti domiciliari della leader birmana Aung San Suu Kyi sono illegali e contro la legislazione interna birmana, ha sentenziato un organismo ONU. il Gruppo di lavoro ONU contro le detenzioni arbitrarie ha dichiarato a conclusione dei suoi lavori che la detenzione di Aung San Suu Kyi e' del tutto arbitraria anche secondo la legislazione birmana e ha chiesto la sua immediata liberazione. Protesters dramatize the continued detention of pro-democracy icon Aung San Suu Kyi and other political prisoners in Burma during a protest at the Burmese Embassy at Manila's financial district of Makati city on February 27. (Photo: AP) Il giudizio del tribunale internazionale ha dichiarato inequivocabilmente che la detenzione della leader birmana e' in violazione della legislazione birmana e del diritto internazionale. “ Il gruppo di Lavoro ritiene che gli arresti domiciliari della Signora Aung San Suu Kyi’s siano arbitrari ed in violazione degli articoli 9,10 e 19 della Dichiarazione universale dei diritti umani dell'ONU ed anche della legislazione nazionale..... che essa stessa contraddice i principi fondamentali della legislazione internazionale... .” ha dichiarato il Gruppo di lavoro ONU sulla detenzione arbitraria. Il Gruppo di lavoro ONU ha chiesto alla giunta militare di adottare le misure pratiche per rimediare alla situazione e per portare in conformita' con gli standard internazionali delle norme sui diritti umani e di studiare la ratifica alla Convenzione sui diritti civili e politici e delle altre norme e trattati sui diritti umani. Il Gruppo di Lavoro sulla detenzione Arbitraria e' un organismo indipendente ed imparziale del Consiglio per i Diritti Umani, ed e' formato da esperti del Ciile, Pakistan, Russian Federation, Senegal e Spagna Mentre nelle precedenti quattro opinioni connesse con Aung San Suu Kyi il gruppo di lavoro aveva dichiarato gli arresti domiciliari come violazione delle norme internazionali, questa e' la prima volta che ha dichiarato la violazione delle norme nazinali. http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=en&catid=fb9143906e6c4cc99a09def69668a23e&docid=de1cf87847b741db856fbf919bec1c1d Wed, 25 Mar 2009 09:41:28 GMT 39ef84801db84064a5e368b37561e0cf chiesto appello contro la continuazione degli arresti domiciliari di Aung San Suu Kyi 2009-03-19T11:40:23.6000000+01:00 L’avvocato che rappresenta la leader birmana , Aung San Suu Kyi, ha chiesto al Pirmo Gen Thein Sein di convocare una audizione sull’appello presentato dalla sua cliente contro la continuazione degli arresti domiciliari. L’avvocato Kyi Win ha dichiarato all’Irrawaddy martedì scorso di aver inviato una lkettera al primo Ministro il 13 marzo scorso attraverso il suo assistente a Naypyidaw. “l’appello della leader è rimasto inascoltato” ha dichiarato “quindi abbiamo inviato una richiesta alle autorità perchè si attivino rispetto all’appello. Non possiamo dire per certo cosa succedere. Possiamo fare solo quello che è in nostro potere.” Nella comunità diplomatica di Bangkok e Rangoon, le attese sul rilascio di Aung San Suu Kyi sono recentemente aumentate. Alcuni diplomatici hanno dichiarato che si aspettano il rilascio di Aung San Suu Kyi nei prossimi due mesi, forse quando il Segretario Generale ONU Ban Ki-moon andrà in Birmania ad aprile prossimo. Invece il think tank londinese, Economist Intelligence Unit, ha dichiarato nel suo rapporto di marzo sulla Birmania che vi sono scarse possibilità che Suu Kyi venga rilasciata dagli arresti domiciliari prima delle elezioni del 2010. altri osservatori hanno dichiarato che il Snr-Gen Than Shwe, capo della giunta militare, rilascerebbe il Premio Nobel se fosse obbligato a giocare la “carta Suu Kyi” sia per i giochi interni o per giochi politici internazionali. Thein Sein che si è recato a Singapore nel quadro di una serie di visite nella regione. Ha lasciato l’Indonesia martedì scorso dove si è incontrato con il Presidente Susilo Bambang Yudhoyono ed ha discusso sul processo democratico e la questione dei boatpeople Rohingya. Yudhoyono ha suggerito una soluzione pratica alla questione Rohingya e anche elezioni eque ed inclusive per il 2010. e apparentemente non ha sollevato al questione dei prigionieri politici con Thein Sein. Secondo il portavoce presidenziale Dino Patti Djalal, il premier birmano avrebbe dichiarato la sua disponibilità ad accettare i Rohingya se potranno provare di essere birmani. I due leader hanno discusso e concordato di rafforzare I rapporti bilaterali , di rafforzare la cooperazione in vari campi tra cui quello militare, economico e del turismo. Per quanto riguarda le relazioni militari, i due paesi hanno iniziato programmi di scambio di studenti delle accademie militari e programmato un seminario congiunto sulla difesa. http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=en&catid=fb9143906e6c4cc99a09def69668a23e&docid=39ef84801db84064a5e368b37561e0cf Thu, 19 Mar 2009 10:40:23 GMT c279d649bf4a4123921bc2dd9452cea4 EU: L’inviato Speciale dell’ONU dovrebbe tornare in Birmania per ottenere la liberazione di Aung San Suu Kyi L’Unione Europea afferma che la Birmania dovrebbe permettere all’inviato Speciale dell’ONU Ibrahim Gambari di tornare nel paese al piu’ presto pssibile.. L’inviato speciale della UE on. Fassino ha dichiarato che Gambari dovrebbe concentrarsi nel raggiungere risultati concreti come il rilascio della leader democratica Aung San Suu Kyi. Piero Fassino, ha dichiarato che l’Europa rivedrà la sua politica sulla Birmania, comprese le sanzioni, dopo aver verificato I risultati che la visita di Gambari raggiungerà. 2008-03-22T17:10:41.2970000+01:00 http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=en&catid=fb9143906e6c4cc99a09def69668a23e&docid=c279d649bf4a4123921bc2dd9452cea4 Sat, 22 Mar 2008 16:10:41 GMT 1ce012cba3d6441fa2839a55916f0665 Prorogati per altri 12 mesi gli arresti domiciliari di Aung San Suu Kyi La CISL esprime il suo sdegno, denuncia le imprese italiane che fanno affari con la Birmania e critica il governo italiano per scarsa coerenza 2008-03-16T19:20:58.8370000+01:00 "La Cisl esprime sdegno e ferma condanna per la decisione della giunta militare birmana di prorogare gli arresti domiciliari per altri dodici mesi al premio Nobel per la pace Aung San Suu Kyi".Lo afferma il segretario generale, Savino Pezzotta, che così prosegue:"E' un fatto vergognoso che fa seguito ai recenti arresti di sindacalisti, che avevano la sola colpa di aver preso contatti con il rappresentate dell’OIL, e alla minaccia del ministro del Lavoro birmano dopo la risoluzione approvata nel giugno scorso dall’ OIL di abbandonare l’Organizzazione Internazionale del Lavoro". "La risoluzione- ricorda Pezzotta- chiedeva ai governi e agli imprenditori di sospendere i rapporti con la giunta, compresi gli investimenti diretti esteri a causa del continuo utilizzo del lavoro forzato". Pezzotta osserva che "in questo quadro è gravissimo che il governo italiano non abbia attuato nella sostanza la risoluzione approvata dall’OIL ed ha mandato il proprio rappresentante a Rangoon ad incontrare la giunta con l’obiettivo di riaprire un improbabile dialogo per la democrazia. In violazione delle decisioni assunte a livello di OIL e di Unione Europea il Governo italiano ha, inoltre, finanziato attraverso l’Ice un programma di collaborazione industriale"."La Cisl -prosegue Pezzotta- sollecita tutte le imprese ad interrompere, da subito, ogni rapporto con questo paese". Ed aggiunge: " Dopo questi recenti avvenimenti sollecitiamo il Governo e le imprese a mettere in atto un’iniziativa attiva per riportare la democrazia in questo paese, rispettando le decisioni assunte sul piano internazionale, e chiediamo che il Ministero degli Esteri convochi un incontro urgente con le Organizzazioni imprenditoriali e sindacali". "La Cisl- conclude Pezzotta- chiede inoltre che il Governo si faccia parte attiva con gli altri paesi per far si che la questione birmana venga messa all’ordine del giorno del Consiglio di Sicurezza ONU e chiede alle forze politiche e a tutti i cittadini di sottoscrivere l’appello che ha lanciato recentemente e che può essere sottoscritto sul sito www. Birmaniademocratica.org" http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=en&catid=fb9143906e6c4cc99a09def69668a23e&docid=1ce012cba3d6441fa2839a55916f0665 Sun, 16 Mar 2008 18:20:58 GMT 76e8d119f722424fb7f6a2a7f50dca44 La giunta militare estende gli arresti domiciliari alla leader birmana Aung San Suu Kyi 2008-03-16T19:17:42.4130000+01:00 la giunta militare ha esteso sabato gli arresti domiciliari della leader birmana Aung San Suu Kyi per un altro anno,Suu Kyi si era incontrata con il sottosegretario ONU Gambari United Nations la scorsa settimana e alcuni membri dell'NLD si erano dichiarati ottimisti circa la sua liberazione,National League for Democracy (dopo che il Segretario Generale ONU UN Secretary-General Kofi Annan appealed directly . fonti anonime riferiscono che l'incontro tra Suu Kyi e funzionari governativi per discutere i termini del suo rilascio non abbiano portato a conclusioni positive tanto da indurre il governo a imporre un altro anno di arresti. . l'opposizione birmana ha condannato l'estensione degli arresti domiciliari. infatti l'NLD ha denunciato la decisione del governo di esterdere tali arresti per un altro anno e ha dichiarato illegale tale decisione avvisando che questa potrebbe danneggiare il processo di riconciliazione. http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=en&catid=fb9143906e6c4cc99a09def69668a23e&docid=76e8d119f722424fb7f6a2a7f50dca44 Sun, 16 Mar 2008 18:17:42 GMT 727c914500584bc9bb23cc71bf3a29a6 Suu Kyi: Non voglio caduta del regime ma rivoluzione non violenta Yangon, 15 nov - L'icona della democrazia Aung San Suu Kyi ha espresso il suo desiderio di assistere a ''una rivoluzione non violenta'' in Birmania. In un'intervista alla Bbc dal quartier generale del suo partito, la Lega nazionale per la democrazia, la vincitrice del premio Nobel per la pace ha detto di essere sicura che ''un giorno la democrazia arrivera' anche in Birmania'', anche se ''non sa quando''. Ha poi aggiunto che sfruttera' ogni opportunita' di dialogo con la giunta militare al potere perche' non vuole la caduta del regime, ma un suo cambiamento. ''Non voglio vedere cadere il regime. Voglio vedere i militari raggiungere livelli dignitosi di professionalita' e di vero patriottismo'', ha detto. ''Credo che sia abbastanza chiaro cio' che desidera la gente. I cittadini vogliono una vita migliore basata su sicurezza e liberta''', ha proseguito. Suu Kyi ha sottolineato che vuole una fine non violenta del potere militare. ''Credo che dobbiamo fare uno sforzo per fare in modo che questo avvenga'', ha commentato. Oggi Suu Kyi ha passato 7 ore al quartier generale dell'Ndl, dove ha incontrato diversi esponenti regionali del partito. Ha poi concluso il suo primo giorno di lavoro con una gita al monastero di Yangon. Suu Kyi ha dichiarato alla Bbc di non essere sottoposta ad alcuna restrizione della sua liberta' personale, ma che e' pronta ad agire qualora la giunta decidesse di imprigionarla nuovamente. (15 Novembre 2010) 2010-11-15T23:31:22.7800000+01:00 http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=en&catid=fb9143906e6c4cc99a09def69668a23e&docid=727c914500584bc9bb23cc71bf3a29a6 Mon, 15 Nov 2010 22:31:22 GMT 9eeb492e251c40ea8e65a1df4b06799a BBC: La Birmania di Aung San Suu Kyi e i soldati semplici dell'esercito La redazione Birmania della BBC ha detto di avere i primi indizi del supporto dei ranghi più bassi dell’esercito per la leader democratica Aung San Suu Kyi. Militari della fanteria da due divisioni dell’esercito birmano hanno confermato che parecchie centinaia di soldati hanno viaggiato fino a Rangoon per essere presenti al suo rilascio. Hanno detto di sperare che lei riesca a parlare con i ranghi più alti della mancanza di rifornimenti. Il rilascio di Aung San Suu Kyi è arrivato una settimana dopo che il partito politico sostenuto dai militari ha vinto le prime elezioni da vent’anni a questa parte. Il voto è stato ampiamento denunciato come una farsa. Aung San Suu Kyi (65 anni) è stata liberata dopo che l’ultimo periodo di arresti domiciliari è scaduto e non è stato rinnovato dal governo militare. “Grandi speranze” La misura del sostegno per Suu Kyi nell’esercito non è chiaro. Un numero di soldati dai Battaglioni nelle divisione di Rangoon e Bago e le loro famiglie hanno raggiunto la casa di Aung San Suu Kyi questo 13 Novembre per salutare il suo rilascio. “Siamo andati per salutarla perché crediamo che le difficoltà dei ranghi più bassi dell’esercito possono essere risolte se la signora Suu Kyi e i comandanti militari lavorano insieme”. “Riponiamo grandi speranze in Suu Kyi” ha detto un soldato a BBC Birmania. Tutto ciò segue le voci di Settembre secondo le quali in molte aree del Paese i soldati si sono rifiutati di lavorare per protesta contro le razioni e i salari mancati. In una serie di interviste condotte dalla BBC, i soldati hanno dichiarato che le loro razioni sono state tagliate per settimane. Hanno inoltre dichiarato che l’esercito ha bloccato loro l’accesso ai propri risparmi, che sono depositati in un fondo comune centrale. Le autorità birmane hanno negato ogni inquietudine tra i militari. (Puoi leggere l'articolo in originale su BBC) (20 Novembre 2010) 2010-11-20T16:11:03.3570000+01:00 http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=en&catid=fb9143906e6c4cc99a09def69668a23e&docid=9eeb492e251c40ea8e65a1df4b06799a Sat, 20 Nov 2010 15:11:03 GMT a86f3c536ca64f1eb64db663a8fa7600 Birmania: Sospesa pubblicazione 9 magazine con Suu Kyi in copertina Yangon, 22 nov. (Adnkronos) - Nove settimanali in Birmania sono stati chiusi per mancato rispetto delle norme in vigore. L'organismo di controllo e censura del regime militare che governa la ex Birmania non ha precisato quali siano state le violazioni riscontrate nei diversi media privati che hanno dovuto sospendere le pubblicazioni, riporta il magazine 'Weekly Eleven' citato dal 'Washington Post'. Tutti e nove i settimanali avevano inserti con le foto di Aung San Suu Kyi che sono state usate come sovracopertina dei numeri in uscita quando la Premio Nobel per la pace e' tornata libera dagli arresti domiciliari, il 13 novembre scorso. (Ses/Ct/Adnkronos) (22 Novembre 2010) 2010-11-22T22:10:30.1270000+01:00 http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=en&catid=fb9143906e6c4cc99a09def69668a23e&docid=a86f3c536ca64f1eb64db663a8fa7600 Mon, 22 Nov 2010 21:10:30 GMT 44937e93158a4611a6641486501f3c62 Il Parlamento Europeo approva una Risoluzione sullo svolgimento delle elezioni e la liberazione di Aung San Suu Kyi Il testo della Risoluzione approvata il 25 novembre scorso, "deplora che la nuova costituzione garantisca all'esercito birmano almeno un quarto del totale dei seggi in parlamento, quanto basta a consentirgli di porre il veto a qualsiasi modifica costituzionale e di sospendere tutte le libertà civili e il parlamento ogniqualvolta lo ritenga necessario;"condanna con forza le violazioni in atto delle libertà fondamentali e dei diritti democratici basilari della popolazione della Birmania per mano della giunta militare birmana;sollecita con urgenza il regime birmano ad avviare discussioni con Aung San Suu Kyi e la Lega nazionale per la democrazia nonché con rappresentanti delle popolazioni minoritarie; accoglie con favore a tal riguardo gli sforzi di mediazione intrapresi dal Segretario generale dell'ONU e dal suo relatore speciale sulla Birmania; 2010-11-27T19:31:32.7470000+01:00 http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=en&catid=fb9143906e6c4cc99a09def69668a23e&docid=44937e93158a4611a6641486501f3c62 Sat, 27 Nov 2010 18:31:32 GMT b05b5a8811ce475088baac765a39741f L’opposizione birmana organizza un network di avvocati per sostenere gli attivisti – Articolo di Htet Aung Kyaw Democratic Voice of Burma - Il Central Legal Aid Team (CLAT) della National League for Democracy (NLD) guidato dal Premio Nobel Aung San Suu Kyi è sul punto di dare il via ad un network di avvocati nelle varie regioni della Birmania, nel tentative di dare assistenza legale ai dissident in carcere e agli attivisti. I membri del CLAT Aung Thein e Khin Maung Shein hanno visitato le regioni del Mandalay e del Monywa nella Birmania centrale per incontrare gli avvocati del posto e discutere il loro piano di mettere in piedi il network. “Abbiamo discusso come i gruppi di avvocati nella regione possono dare assistenze a coloro che sono stati perseguitati nei casi che sono in corso nelle loro regioni” ha detto Aung Thein. “Il network non si preoccupa di essere affiliato all’NLD – è solamente per assistere chi è coinvolto in casi giudiziari” “Ancora più importante, ci sono molto casi di bambini soldati e di confisca delle terre nel nostro Paese, e gli avvocati che lavorano su questi casi spesso non sanno dove cercare assistenza. Noi vogliamo aiutarli – come volontari”. Ci sono più di 2200 prigionieri politici in questo momento detenuti nelle carceri del Paese, nonostante il recente rilascio di Aung San Suu Kyi. (Puoi leggere l'articolo in originale su Democratic Voice of Burma) (6 Gennaio 2011) 2011-01-09T14:00:40.3570000+01:00 http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=en&catid=fb9143906e6c4cc99a09def69668a23e&docid=b05b5a8811ce475088baac765a39741f Sun, 09 Jan 2011 13:00:40 GMT 5ee4ade568264fd4a68d0cf5da8a506f Zingaretti: la provincia di Roma ha sempre sostenuto Aung San Suu Kyi ANSA - 'Siamo felici che il premio Nobel Aung San Suu Kyi - con la telefonata fatta oggi a Walter Veltroni - abbia voluto ringraziare tutte le persone e le istituzioni che le sono state vicine e non hanno mai mancato di continuare ad alimentare quella pressione internazionale che poi l'ha portata ad essere liberata''. Lo dichiara in una nota il presidente della Provincia di Roma, Nicola Zingaretti. La Provincia di Roma, prosegue Zingaretti, ''ha sostenuto da subito con convinzione la vicenda legata alla leader birmana, contribuendo con ogni mezzo perche' l'attenzione internazionale rimanesse alta su un caso di palese violazione dei diritti umani. E' compito dei governi e degli enti locali impegnarsi per difendere la democrazia dove e quando e' in pericolo. Vogliamo continuare a lottare perche' nessuno e in nessun posto al mondo venga ingiustamente privato dei propri diritti''. 2011-02-10T22:41:25.2230000+01:00 (11 Febbraio 2011) http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=en&catid=fb9143906e6c4cc99a09def69668a23e&docid=5ee4ade568264fd4a68d0cf5da8a506f Thu, 10 Feb 2011 21:41:25 GMT 6e792b75b4eb4597b109880f29324a83 Urgente - Ministro della giunta incontra Aung San Suu Kyi Mizzima – Il Ministro di collegamento (n.d.r. Liasion Minister) della giunta militare birmana, Aung Kyi, ha incontrato la leader dell’opposizione Aung San Suu Kyi questo sabato pomeriggio tra le 1.00 e le 1.40 di pomeriggio (n.d.r. ora locale) a Rangoon, nella residenza per gli ospiti del governo Sein Le Kan Thar. Non è ancora chiaro quale sia stata l’agenda del’emissario della giunta ma fonti dell’opposizione a Rangoon hanno detto che la lettera scritta dalla leader democratica al capo supremo della Giunta, Gen. Than Shwe, potrebbe essere stata discussa. In quella lettera del 25 Settembre, il Premio Nobel della Pace da tempo agli arresti domiciliari scriveva di esser pronta a lavorare con la giunta per favorire l’eliminazione delle sanzioni economiche sulla Birmania. Chiedeva inoltre di ricevere il permesso di parlare con i rappresentanti dei Paesi che avevano imposto le sanzioni per capire la loro posizione. Sebbene Aung Kyi sia stato nominato Liaison Minister l’8 Ottobre del 2007, l’ultima volta che ha incontrato il Premio Nobel è stato nel Gennaio del 2008. (Puoi leggere la notizia in originale su Mizzima) (3 Ottobre 2009) 2009-10-03T11:57:46.1770000+02:00 http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=en&catid=fb9143906e6c4cc99a09def69668a23e&docid=6e792b75b4eb4597b109880f29324a83 Sat, 03 Oct 2009 09:57:46 GMT 1ff9eeea2501423c948f8b23f3283c78 Gli esperti delle Nazioni Unite chiedono per Aung San Suu Kyi un processo giusto e aperto 5 relatori indipendenti delle Nazioni Unite, esperti di diritti umani, hanno emesso un comunicato congiunto che denuncia l’illegalità del procedimento contro Aung San Suu Kyi, chiedendo con forza un processo giusto e aperto (ndr “fair and open”). 2009-06-21T17:36:58.8730000+02:00 Sono il Relatore Speciale per l’indipendenza dei giudici e degli avvocati Mr. Leandro Despoy, il Relatore Speciale per la libertà di opinione e di espressione Mr. Frank La Rue, il Presidente del UN Working Group sulla detenzione arbitraria Ms. Carmela Castrilo, il Relatore Speciale per i diritti umani in Birmania, Mr. Tomas Quintana e il Relatore Speciale per i Difensori dei Diritti Umani, Ms. Margaret Sekaggya. Secondo i relatori, sono già evidenti violazioni serie nel procedimento processuale e nei diritti alla difesa e la trasparenza delle sedute può considerarsi annullata con la decisione di operare a porte chiuse. Infine e soprattutto la difesa non ha potuto far ascoltare i propri testimoni. I relatori hanno ricevuto il prezioso supporto del Burma Fund UN Office. Il Comunicato rappresenta un nuovo importante strumento per la comunità internazionale. http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=en&catid=fb9143906e6c4cc99a09def69668a23e&docid=1ff9eeea2501423c948f8b23f3283c78 Sun, 21 Jun 2009 15:36:58 GMT 68bc344e27274c998ccde8a3918646ed Aggiornato nuovamente il processo ad Aung San Suu Kyi. Questa volta a martedì Nonostante la lunga seduta di lunedì, dalle 10 di mattina fino al tardo pomeriggio, non si è ancora concluso il processo alla leader democratica e Premio Nobel per la Pace Aung San Suu Kyi. La seduta è stata aggiornata a martedì 28 Luglio. Aung San Suu Kyi, se ritenuta colpevole, rischia fino a cinque anni di carcere. Secondo The Irrawaddy, i suoi avvocati pensano che il verdetto possa essere emesso nelle prossime due/tre settimane. Nel frattempo, Suu Kyi ha ricevuto l’Ambassador of Coscience Award - massima onorificenza di Amnesty Internatioanal - e nella città di Rangoon sono aumentate le forze di polizia. (27 Luglio 2009) 2009-07-28T00:37:43.4830000+02:00 http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=en&catid=fb9143906e6c4cc99a09def69668a23e&docid=68bc344e27274c998ccde8a3918646ed Mon, 27 Jul 2009 22:37:43 GMT 5183ffd79718490d80960904ea6ff43d Venerdì il verdetto per Aung San Suu Kyi – Articolo di Naw Say Phaw Democratic Voice of Burma – Il processo di Aung San Suu Kyi, che si è prolungato per quasi tre mesi, è finito questa mattina. Il verdetto finale sarà pronunciato questo venerdì, ha riferito uno degli avvocati di Suu Kyi. 2009-07-28T21:17:45.5700000+02:00 Il processo contro la leader dell’opposizione birmana ha subito continui ritardi, ma l’udienza finale si è ufficialmente conclusa questa mattina alle ore 11.30, dopo che l’accusa ha presentato le sue ultime istanze. “La corte ha stabilito come data per il verdetto finale Venerdì 31 Luglio” ha riferito l’avvocato Nyan Win, aggiungendo che la corte ha rigettato un appello fatto ieri dal team di avvocati della difesa per ascoltare un ultimo testimone. Oggi è anche emerso che gli avvocati di Aung San Suu Kyi hanno presentato nuovi argomenti sulla base di una serie di dichiarazione fatte alle Nazioni Unite da un ex Ambasciatore birmano che a lungo ha lavorato proprio presso il Palazzo di Vetro. Secondo Nyan Win, l’Ambasciatore avrebbe dichiarato che nel 2003, il governo tecnicamente non mise Suu Kyi agli arresti domiciliari, in seguito all'attacco da parte di una banda al convoglio nel quale stava viaggiando, ma piuttosto la leader venne costretta nella propria casa per la propria sicurezza. Il testimone invocato lavora presso il Ministero degli Esteri birmano, sebbene non è chiaro quale sia la sua identità. “Ritenevamo questo punto vitale per il caso e avevamo bisogno di un testimone per confermarlo, per questo abbiamo avanzato la nostra proposta” ha detto Nyan Win “Ma la corte l’ha rigettata, dichiarando che non era rilevante ai fini del processo”. Suu Kyi avrebbe anche dichiarato durante l’udienza di oggi che nel 2003 richiese assistenza legale ma che questa le fu negata. “A mio parere la corte ha rigettato la nostra richiesta per nascondere le vere ragioni per cui il governo è contro di noi” ha detto Nyan Win. Qualora, come viene diffusamente pronosticato, verrà pronunciato un verdetto di colpevolezza, Suu Kyi potrebbe rischiare fino a 5 anni di carcere, che la terrebbero agli arresti ben oltre le elezioni dell’anno prossimo. Nyan Win ha detto ieri che Suu Kyi “si sta preparando per il peggio” (n.d.r. “preparing for the worst”), mentre vari leader internazionali stanno chiedendo in questi giorni il suo rilascio. Se imprigionata, ha concluso Nyan Win, “continueremo a cercare giustizia seguendo la legge”. (Puoi leggere l'articolo in originale su Democratic Voice of Burma) (28 Luglio 2009) http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=en&catid=fb9143906e6c4cc99a09def69668a23e&docid=5183ffd79718490d80960904ea6ff43d Tue, 28 Jul 2009 19:17:45 GMT 0ff6958d1fc2426abb8d4b9dfb25a9ca Verdetto del processo contro Aung San Suu Kyi posticipato all'11 Agosto Queste le parole dell'avvocato del Premio Nobel per la Pace, Nyan Win. Nel frattempo le forze di polizia continuano ad aumentare nei pressi della Prigione di Insein e sei membri della National League for Democracy sono stati arrestati nella notte, sempre secondo fonti vicine all'opposizione birmana. 2009-08-09T19:18:02.3630000+02:00 http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=en&catid=fb9143906e6c4cc99a09def69668a23e&docid=0ff6958d1fc2426abb8d4b9dfb25a9ca Sun, 09 Aug 2009 17:18:02 GMT 413590370ea142f48f4d7610ee7da9ee Allontanati nuovamente i diplomatici dal processo a Aung San Suu Kyi BBC NEWS - Le autorità birmane hanno impedito nuovamente agli osservatori internazionali di assistere al processo di Aung San Suu Kyi, il giorno dopo aver concesso loro di partecipare. Il regime aveva aperto le aule a diplomatici e giornalisti mercoledì, dando l’impressione di rispondere alle crescente critiche. Ma un funzionario birmano ha detto che questa scelta è stata “solo per un giorno”. 2009-05-24T20:19:09.3200000+02:00 La leader del movimento democratico Aung San Suu Kyi è accusata di avere infranto i termini del proprio arresto, dopo l’ingresso dell’americano nella sua residenza. Gli avvocati della difesa hanno affermato che Suu Kyi non ha invitato l’americano, John Yettaw, a invitarla e che ha solo permesso a lui di stare perché lui ha detto che era esausto. Ms. Suu Kyi, 63 anni è stata agli arresti per più di 13 degli ultimi 19 anni. Il suo ultimo periodo di detenzione a casa sarebbe dovuto terminare il 27 maggio e molti osservatori considerano questo caso contro di lei come un pretesto per assicurarsi che la leader democratica sia ancora agli arresti durante le prossime elezioni. Mercoledì, ad Aung San Suu Kyi è stato concesso di parlare con tre diplomatici stranieri. A molti altri, insieme a 10 giornalisti, è stato concesso di assistere ai lavori della corte nella Prigione di Insein. Ma un funzionario Birmano ha detto che la corte non sarebbe stata aperta agli osservatori internazionali questo giovedì. “Solo per un giorno diplomatici e stampa hanno potuto accedere”, ha detto il funzionario non identificato a AFp News. Ma l’Ambasciatore inglese in Birmania, Mark Canning, a cui era stato concesso di assistere al processo mercoledì, ha ditto alla BBC che le autorità potrebbero essere preparati a lasciare entrare osservatori stranieri presso la corte di nuovo. “Ci è stato descritto come evento unico, ma loro hanno anche ditto che se l’esperimento funzionava loro avrebbero potuto essere pronti per rifarlo”. “E’ una tattica che hanno già adottato in altre circostanze; all’inizio del ciclone l’anno scorso per esempio abbiamo visto il regime essere preso in contropiede dalla forza delle condanne internazionali, e li abbiamo visti fare marcia indietro e fare una seri di concessioni allo scopo di comprarsi il silenzio di quelle condanne. Comunque Mr. Canning ha anche detto che lui non pensa che Suu Kyi riceverà un giusto processo e che la conclusione della storia “è già stata scritta". Il regime dice che loro terranno un’elezione con più partiti nel 2010. La Lega Nazionale per la Democrazia di Aung San Suu Kyi vince le ultime elezioni, nel 1990 ma non gli fu mai concesso di prendere il potere. (Puoi leggere l'articolo su http://news.bbc.co.uk/nol/ukfs_news/hi/newsid_8060000/newsid_8060700/8060715.stm) http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=en&catid=fb9143906e6c4cc99a09def69668a23e&docid=413590370ea142f48f4d7610ee7da9ee Sun, 24 May 2009 18:19:09 GMT 239e2fff520b4dd3bd49512d5ff10e23 VITA AGLI ARRESTI DI AUNG SAN SUU KYI un film di Marco Martinelli 2017-08-29T15:43:54.9300000+02:00 Dopo l'anteprima al Biografilm Festival-International celebration of lives di Bologna e al Festival Kilowatt, il film 'Vita agli arresti di Aung San Suu Kyi' -scritto e diretto da Marco Martinelli, protagonista Ermanna Montanari, produzione Teatro delle Albe/Ravenna Teatro con StartCinema- sarà presentato a Venezia il 31 agosto all'interno degli Incontri di Cinematografo-Fondazione Ente dello Spettacolo alla 74 Mostra del Cinema di Venezia, e proiettato a Sarzana il 3 settembre al Festival della Mente. 'Vita agli arresti di Aung San Suu Kyi' è riconosciuto come film di interesse culturale dal Ministero per i beni e le attività culturali-Direzione generale Cinema, sostenuto dalla Regione Emilia Romagna-Film Commission e patrocinato da Amnesty International Italia e dall'Associazione per l'Amicizia Italia Birmania Giuseppe Malpeli. http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=en&catid=fb9143906e6c4cc99a09def69668a23e&docid=239e2fff520b4dd3bd49512d5ff10e23 Tue, 29 Aug 2017 13:43:54 GMT 0a426daed0f748c1ab9ec3793357c60a LE SFIDE DI AUNG SAN SUU KYI PER LA NUOVA BIRMANIA Un libro che fa capire gli enormi problemi ancora irrisolti nel paese delle pagode 2017-03-10T11:06:14.7330000+01:00 LE SFIDE DI AUNG SAN SUU KYI PER LA NUOVA BIRMANIA Di Cecilia Brighi Ed. Eurilink Un libro sul difficile e non scontato sul processo di cambiamento verso la democrazia in un paese: la Birmania, uscita da oltre 50 anni di violenta dittatura militare e di conflitti armati interni. La storica vittoria della leader democratica Aung San Suu Kyi a novembre 2015, da inizio ad una nuova e complessa fase di sviluppo. Molti sono gli interessi economici e geopolitici che ruotano intorno a questo paese asiatico, incastonato tra due giganti come India e Cina, la cui pervasiva presenza in Birmania, paese strategico per lo sviluppo delle grandi reti commerciali e di comunicazione, come la Via della Seta Marittima e di Terra, hanno indotto anche gli Stati Uniti a giocare un nuovo ruolo in Birmania, non solo a sostegno della democrazia. La scommessa di popolo e della sua leader e Premio Nobel per la Pace, Aung San Suu Kyi, è messa a rischio dalle crescenti tensioni etnico religiose, soprattutto nei confronti dei mussulmani dello Stato Rakhine, vittime di violenze, uccisioni estragiudiziali, stupri, denunciate anche dall’ONU. Violenze che sembrano essere manovrate da frange nazionaliste e militari che tutt’ora, grazie alla Costituzione, detengono il vero potere politico ed economico del paese. Anche il processo di pacificazione interno avanza con difficoltà. I conflitti armati e le scaramucce tra l’esercito nazionale e gli eserciti etnici, continuano, sia per le diffidenze e i sospetti sulla volontà reale dei militari e del governo centrale, di arrivare ad una auspicata autonomia delle minoranze etniche, che per interessi inconfessabili: produzione e traffico di oppio, anfetamine, minerali, pietre preziose e teak. Così la pacificazione del paese, nonostante il rinnovato impegno di Aung San Suu Kyi appare ancora molto lontana. Il libro presenta le luci e le difficoltà che accompagnano questa nuova fase, esamina, dati economici, politici e sociali alla mano, gli ostacoli che il paese deve superare per realizzare una governance democratica, lo stato di diritto e uno sviluppo innovativo basato sulla inclusione sociale sul rispetto dei diritti umani e dello stato di diritto. In gioco c’è il futuro di un importante paese e la possibilità o meno di evitare il ripetersi degli errori commessi in altri paesi asiatici, Cina in primis, cresciuti vertiginosamente a scapito della democrazia e del rispetto dei diritti umani fondamentali. http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=en&catid=fb9143906e6c4cc99a09def69668a23e&docid=0a426daed0f748c1ab9ec3793357c60a Fri, 10 Mar 2017 10:06:14 GMT 39fe2a7231c4460f8a703a5f2bde7dfc AUNG SAN SUU KYI INCONTRA I RAPPRESENTANTI DI ITALIA-BIRMANIA.INSIEME 2017-05-04T08:48:08.2670000+02:00 La Leader birmana e Consigliere di Stato Aung San Suu Kyi, ha incontrato ieri a Roma una rappresentanza dell’ Associazione ITALIA-BIRMANIA.INSIEME (IBI). All’ incontro, erano presenti alcuni soci fondatori di IBI Vincenzo Scotti, Presidente, Raffaele Morese, Presidente di Nuovi Lavori, Anna Maria Cossiga di Link Campus University, Marino Lizza di Wecanjob, Lorenzo Carreras di Italian Design for Myanmar. Nel corso dell’importante incontro, Vincenzo Scotti ha ribadito il pieno sostegno di ITALIA-BIRMANIA.INSIEME alla Leader birmana e al suo governo, impegnati nel difficile processo di democratizzazione e di pacificazione del paese, processo reso ancor più difficile dall’attuale costituzione, che prevede una forte ruolo dei militari nelle istituzioni del paese, frenando la formazione di uno Stato federale, la soluzione dei conflitti armati in alcune zone del paese e la soluzione alle profonde tensioni etnico religiose nello Stato Rakhine. La delegazione di ITALIA-BIRMANIA.INSIEME e la leader birmana, nel corso dell’incontro hanno discusso della possibile realizzazione di programmi per la promozione di uno sviluppo sostenibile ed inclusivo, soprattutto negli Stati etnici, per la creazione di occupazione di qualità, l’empowerment delle donne, soprattutto migranti e dei giovani, la realizzazione di programmi innovativi di formazione professionale e la promozione di imprese sostenibili, nei settori industriali e in agricoltura. La Leader birmana ha espresso la volontà di sviluppare ambiti di collaborazione nel settore della conservazione del ricchissimo patrimonio storico e culturale birmano e con un focus particolare sullo sviluppo l’aggiornamento e riqualificazione dei poli museali per far si che diventino dei veri attrattori sociali, attraverso lo sviluppo di competenze professionali specifiche ed innovative. http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=en&catid=fb9143906e6c4cc99a09def69668a23e&docid=39fe2a7231c4460f8a703a5f2bde7dfc Thu, 04 May 2017 06:48:08 GMT e01ed76830f44b7a84eddc383119e858 "Insieme con il popolo" il nuovo obiettivo di Aung San Suu Kyi ad un anno dalla formazione del governo NLD Pronti a dimetterci se ci verrà richiesto. 2017-03-31T15:38:15.4330000+02:00 In occasione del primo anniversario dalla formazione del nuovo governo democratico, la leader birmana Aung San Suu Kyi in un discorso trasmesso dalle televisioni e che può essere considerato il quadro sullo stato del paese, ha ringraziato il suo popolo per la comprensione nei confronti del nuovo governo sottolineando che continuerà ad andare avanti sulla strada di uno stato federale pacificato introducendo un nuovo slogan: “insieme con il popolo”. Aung San Suu Kyi ha ricordato come il suo governo ha approvato leggi che hanno potuto garantire la protezione del popolo e la cancellazione o la modifica di alcune leggi che erano state utilizzare per reprimere il popolo. Ha ricordato come siano state aumentate le risorse per la sanità e i rapidi miglioramenti dei servizi sanitari e nella lotta all’HIV/AIDS, alla malaria e alla tubercolosi. Il raggiungimento di tali obiettivi è stato riconosciuto anche dal Global Fund. In questa nuova fase il governo dovrebbe concentrarsi nella promozione di occupazione, nel miglioramento dei trasporti e dell’accesso alla elettricità. Ha poi riconosciuto il malcontento della gente rispetto alla situazione del paese e ha dichiarato che è pronta a rassegnare le dimissioni se il suo popolo non è soddisfatto della sua leadership. "Quando ho iniziato a fare politica, ho promesso una cosa: che avrei fatto del mio meglio. Questo è tutto. Non posso fare meglio di quanto abbia fatto sinora”. Quindi, se si pensa che non sia sufficientemente idonea per il nostro paese e per la nostra gente e, se qualche organizzazione ritiene di poter operare meglio di noi, siamo pronti a dimetterci!" Ha dichiarato Suu Kyi chiedendo più tempo, considerati i numerosi problemi che il paese deve affrontare tra cui il conflitto con i gruppi etnici armati nelle zone di confine, sottolineando la complessità del processo di pace, anche a causa della ulteriore deflagrazione del conflitto nel nord dello Stato Kachin nella parte orientale dello Shan. In relazione alla pace ha annunciato che altri cinque gruppi etnici armati: (United Nationalities Federal Council (UNFC)— Karenni National Progressive Party (KNPP), New Mon State Party (NMSP), Arakan National Council (ANC), Lahu Democratic Union (LDU) e la Wa National Organization (WNO) hanno accettato di sottoscrivere l’accordo di cessate il fuoco. Ha fatto riferimento alle atrocità che da tempo subiscono i mussulmani Rohingya, rispetto a cui ha criticato la decisione del Consiglio ONU per i Diritti Umani di formare una missione di indagine sulla situazione nello Stato Rakhine: “Siamo coloro che meglio capiscono di cosa ha bisogno il nostro paese” ha dichiarato. La leader ha anche sottolineato il problema della crescita dei discorsi di odio e dei progressi troppo lenti nella riforma dell’economia, bloccata da 50 anni di dittatura militare. Domani dovrebbe essere reso noto l’intero discorso al paese. http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=en&catid=fb9143906e6c4cc99a09def69668a23e&docid=e01ed76830f44b7a84eddc383119e858 Fri, 31 Mar 2017 13:38:15 GMT 2d78735bbc354fae9fe70d9c7e14e5c8 Aung San Suu Khy . Discorso al mondo sulla crisi nel Rakhine 2017-09-27T23:05:04.8000000+02:00 Discorso de Sua Eccellenza Daw Aung San Suu Kyi, Consigliere di Stato della Repubblica dell’Unione di Myanmar sugli impegni del governo per la Riconciliazione Nazionale e la Pace. Nay Pyi Taw 19 settembre 2017 Eccellenze, Illustri Ospiti, Un anno fa, quando ho preso la parola all'Assemblea generale delle Nazioni Unite in qualità di rappresentante del nuovo governo birmano, ho ribadito il nostro impegno e la fiducia negli obiettivi e nei principi della Carta delle Nazioni Unite. E' in questa immutabile fiducia nella capacità delle nazioni di unirsi per costruire un mondo più pacifico e prospero, un mondo più gentile e più comprensivo per tutta l'umanità che vogliamo condividere con i membri della comunità internazionale le sfide che il nostro paese sta affrontando e le azioni che stiamo assumendo per risolverle. Quest'anno, poiché non posso essere a New York per l'Assemblea Generale dell’ONU, ho organizzato questo briefing diplomatico. Quando nelle elezioni del 2015 il nostro popolo ha votato a favore della Lega Nazionale per la Democrazia, ci ha, di fatto, affidato il compito di affrontare tre impegni: la transizione democratica, la pace, la stabilità e lo sviluppo. Nessuna di queste sfide è facile o semplice. Per noi la transizione significa andare verso la democrazia dopo mezzo secolo o più di regime autoritario e ora stiamo in una fase in cui stiamo alimentando la nostra nascente, seppur imperfetta democrazia. La pace e la stabilità sono state qualcosa che dovevamo raggiungere dopo circa 70 anni di conflitto interno, iniziato all’atto della nostra indipendenza nel 1948. E lo sviluppo deve essere realizzato nel quadro dei due primi impegni: alimentare i valori democratici, instaurare la pace e la stabilità e promuovere quello sviluppo sostenibile che il nostro popolo considera equo. Come tutti voi sapete, la Birmania è una nazione complessa. E le sue complessità sono accresciute dal fatto che il popolo si aspetta che noi risolviamo tutte queste sfide nel più breve tempo possibile. Penso sia opportuno ricordarvi che il nostro governo è al potere da meno di 18 mesi. Saranno 18 mesi alla fine di quest' anno. Diciotto mesi sono un tempo molto breve per aspettarsi che noi siamo in grado di affrontare e superare tutte le sfide che ci si aspettano da noi. Ciò non significa che non siamo pronti a continuare con il nostro impegno a superare tutte queste sfide e poiché credo nella comunità delle Nazioni, sono pronta a condividere ciò che abbiamo fatto, con tutti gli amici che ci vogliono bene, che comprendono i nostri problemi e che ci sostengono, con l’obiettivo di raggiungere la transizione democratica, la pace, la stabilità e lo sviluppo. So che l'attenzione del mondo si concentra sulla situazione nello Stato Rakhine e, come ho dichiarato all'Assemblea Generale dello scorso anno, come membro responsabile della Comunità delle Nazioni, il Myanmar non teme lo scrutinio internazionale e siamo impegnati a trovare una soluzione sostenibile che possa portare alla pace, alla stabilità e allo sviluppo di tutte le comunità di quello Stato. Lo scorso anno ho poi illustrato brevemente i nostri programmi per la realizzazione di questi obiettivi. Sfortunatamente, il nove ottobre, 18 giorni dopo aver parlato all'Assemblea Generale, tre avamposti di polizia sono stati attaccati da gruppi di musulmani armati. L'11 ottobre e il 12 novembre si sono verificati ulteriori attacchi che hanno provocato la perdita di vite umane, feriti, incendi nei villaggi e la fuga di persone dalle zone colpite. Molti mussulmani sono fuggiti in Bangladesh. Da allora il governo sta compiendo ogni sforzo per ristabilire la pace, la stabilità e promuovere l'armonia tra le comunità musulmana e Rakhine. Anche prima che questi scontri si verificassero, avevamo istituito un Comitato a livello centrale per lo Stato di diritto e lo sviluppo nello Stato Rakhine e abbiamo invitato il dottor Kofi Annan a presiedere una Commissione che ci dovrebbe aiutare a risolvere i problemi di lungo periodo di quello Stato. Tuttavia, nonostante tutti questi impegni, non siamo stati in grado evitare che i conflitti scoppiassero. Nel corso dell'ultimo anno abbiamo continuato con il nostro programma di sviluppo e per il raggiungimento della pace e dell'armonia. Dopo diversi mesi di apparente tranquillità e pace, il venticinque agosto, 30 avamposti di polizia, il quartier generale del reggimento nel villaggio di Taungala sono stati attaccati da gruppi armati. In seguito a questi attacchi, il governo ha dichiarato l’“Arakan Rohingya Salvation Army” e i suoi sostenitori, responsabili di atti di terrorismo, come gruppo terrorista, secondo la legge sull’antiterrorismo Sezione 6, Sottosezione 5. Nel mondo c'è stata molta preoccupazione per la situazione nello Stato Rakhine. Non è intenzione del governo birmano attribuire colpe o negare responsabilità. Condanniamo tutte le violazioni dei diritti umani e l’illegale violenza. Siamo impegnati al ripristino della pace, della stabilità e dello Stato di diritto in tutto lo Stato. Le forze di sicurezza sono state istruite a rispettare rigorosamente il Codice di condotta nello svolgimento delle operazioni di sicurezza, a esercitare tutte le debite cautele e ad adottare tutte le misure necessarie per evitare danni collaterali e danni a civili innocenti. Le violazioni dei diritti umani e tutti gli altri atti che compromettono la stabilità e l'armonia e minano lo stato di diritto saranno affrontati nel rispetto delle rigide norme di giustizia. Siamo profondamente colpiti dalla sofferenza di tutte le persone che sono state intrappolate nel conflitto. Coloro che sono dovute fuggire dalle loro case sono molti. Non solo musulmani e Rakhine, ma anche piccoli minoranze, come i Dyna, i Mro, i Thet,i Magyi e gli Indù, la cui presenza è in gran parte sconosciuta all’opinione mondiale. A partire dal 27 agosto, l'assistenza umanitaria è stata fornita alle comunità sfollate da un team presieduto dal Ministro della Previdenza sociale , degli aiuti e del reinsediamento. I dettagli dei programmi di assistenza umanitaria saranno messi a disposizione di tutti i nostri ospiti a tempo debito. Il rapporto finale della Commissione Consultiva sullo Stato Rakhine, presieduta dal Dr. Kofi Annan, è stata resa pubblica il 24 agosto, in realtà il giorno stesso in cui ha avuto luogo l'ultima serie di attentati. Siamo determinati ad attuare le Raccomandazioni della Commissione, dando priorità a quelle raccomandazioni che produrranno rapidamente dei miglioramenti alla situazione. Altre raccomandazioni dovremo attuarle più avanti. Ma ogni singola raccomandazione che andrà a beneficio della pace, dell'armonia e dello sviluppo nello Stato Rakhine sarà attuata nel più breve tempo possibile. Il governo sta lavorando per riportare la situazione alla normalità. Dal 5 settembre non ci sono stati scontri armati e non ci sono state operazioni di sgombero. Ciononostante, siamo preoccupati per il fatto che numerosi musulmani stanno fuggendo in Bangladesh. Vogliamo capire perché questo esodo sta avvenendo. Vorremmo parlare con coloro che sono fuggiti, così come con coloro che sono rimasti. Penso che si sappia poco che la grande maggioranza dei musulmani dello Stato Rakhine non ha preso parte all'esodo. Più del 50 per cento dei villaggi musulmani sono intatti. Sono come prima degli attacchi. E vorremmo sapere perché. Questo è ciò per cui dobbiamo lavorare. Non solo per valutare i problemi ma anche per analizzare quelle zone in cui non vi sono problemi. Come siamo riusciti a evitare questi problemi in alcune zone? E per questo motivo, vorremmo invitare i membri della comunità diplomatica a unirsi a noi nel nostro impegno per imparare di più da quei musulmani che si sono integrati con successo nello Stato Rakhine. Se siete interessati ad unirvi a noi nel nostro impegno, fatecelo sapere. Possiamo farvi visitare queste zone in modo che possiate chiedere voi direttamente perché non sono fuggiti, perché hanno scelto di rimanere nei loro villaggi, anche in un momento in cui tutto ciò che li circonda sembra essere in uno stato di caos. Oltre a quanto stiamo facendo per tranquillizzare il nostro popolo, vorrei dire che abbiamo continuato a portare avanti i nostri programmi di sviluppo socio economico nel Rakhine. Permettetemi di illustrarne alcuni aspetti. Il Piano di Sviluppo Socio economico dello Stato Rakhine 2017-2021 è stato elaborato per promuovere lo sviluppo regionale in vari settori. Centinaia di nuovi posti di lavoro e nuove opportunità sono state create per la popolazione locale attraverso partenariati pubblico-privato. Stiamo verificando la fattibilità di una nuova zona economica speciale per realizzare nuovi posti di lavoro e nuove imprese. Per quanto riguarda lo sviluppo infrastrutturale, è stata aumentata l'elettrificazione e sono state costruite nuove strade e ponti, tra cui una nuova autostrada che collega aree remote precedentemente accessibili solo via acqua. Tutti coloro che vivono nello Stato Rakhine hanno accesso all'istruzione e all’assistenza sanitaria senza discriminazioni. I servizi sanitari sono disponibili in tutto lo Stato, con nuove cliniche mobili, anche nelle aree difficili da raggiungere. Nel Rakhine il governo ha potenziato 300 scuole e sono stati avviati programmi di formazione professionale e tecnica. Anche gli studenti musulmani hanno accesso all'istruzione superiore senza alcuna discriminazione. Prima dei recenti attacchi del 25 agosto, gli aiuti umanitari hanno raggiunto tutte le comunità nel 95% delle aree colpite. Stiamo avviando un'altra tornata di aiuti umanitari che ci auguriamo toccheranno tutte le i rifugiati interni, sono stati chiusi tre campi e sono stati forniti gli aiuti necessari, compresa la costruzione di nuove case. C'è ancora molto da fare su questi problemi. Siamo consapevoli delle sfide che ci troviamo ad affrontare. Per quanto riguarda la cittadinanza, è stata elaborata una strategia con scadenze specifiche per mandare avanti il processo di verifica nazionale. Ma questo è un processo che richiede la collaborazione di tutte le comunità. In alcune comunità musulmane, i loro leader hanno deciso che non parteciperanno al processo di verifica. Saremmo lieti se tutti gli amici potessero convincerli a partecipare al processo perché non hanno nulla da perdere. Stiamo anche cercando di promuovere l'armonia religiosa tra le comunità coinvolgendo gruppi interreligiosi. Nelle scuole sarà introdotto un nuovo programma focalizzato in particolare sui temi morali, educazione civica, pace e stabilità. È stato creato un nuovo canale radio per informate tutte le comunità, tra le altre cose, su assistenza sanitaria, processo di verifica nazionale e istruzione. Trasmette nelle lingue Rakhine, Bengalese e birmana. La formazione e lo sviluppo delle capacità delle forze di polizia e di sicurezza vengono fornite in collaborazione con l'Unione Europea e le Agenzie delle Nazioni Unite. Dal dicembre 2016 nel Rakhine, media locali e stranieri hanno avuto accesso a zone precedentemente off limits. Anche dopo gli scontri del 25 agosto, abbiamo fatto in modo che diversi media visitassero le zone colpite. Il governo sta lavorando instancabilmente per migliorare le attuali relazioni con il Bangladesh. Il Ministro degli Affari Esteri e il Consigliere per la Sicurezza Nazionale si sono recati in Bangladesh nei mesi di gennaio e luglio di quest'anno. Speravamo anche di ricevere una visita dal Ministro degli Interni del Bangladesh, ma è stato necessario posticiparla per motivi legati agli altri impegni assunti dal Ministro. Tuttavia, lo accoglieremo con favore in qualsiasi momento in cui egli possa venire e speriamo di portare avanti l'accordo sulla sicurezza delle frontiere che stiamo cercando di attuare insieme. E' stato lanciato un appello per il rimpatrio dei rifugiati fuggiti dal Myanmar in Bangladesh. Siamo pronti ad avviare il processo di verifica in qualsiasi momento. Già nel 1993 è stato avviato un processo di verifica e sulla base dei principi che entrambi i paesi hanno concordato in questo momento possiamo continuare con la verifica dei rifugiati che desiderano ritornare in Myanmar. Ci atterremo ai criteri concordati all'epoca e, come il nostro Consulente per la Sicurezza Nazionale ha assicurato al Bangladesh, e posso confermarlo ora, siamo pronti ad avviare il processo di verifica in qualsiasi momento e coloro che sono stati verificati come rifugiati da questo paese saranno accettati senza alcun problema e con la piena garanzia della loro sicurezza e del loro accesso agli aiuti umanitari. So che molti dei nostri amici in tutto il mondo sono preoccupati per le notizie di villaggi bruciati e di orde di rifugiati in fuga. Come ho già detto, dal 5 settembre non vi sono stati conflitti e nessuna operazione di bonifica. Anche noi siamo preoccupati, vogliamo comprendere i reali problemi. Ci sono state accuse e contro accuse, dobbiamo ascoltarle tutte, e dobbiamo assicurarci che queste accuse si basino su prove solide prima di agire. Saranno intraprese azioni contro tutti coloro, a prescindere dalla loro religione, razza o posizione politica, che non rispettano le leggi del Paese e violano i diritti umani riconosciuti dalla nostra comunità internazionale. Non siamo mai stati deboli sui diritti umani in questo paese. Il nostro governo è stato eletto come un organismo impegnato nella difesa dei diritti umani, non dei diritti di una comunità specifica, ma dei diritti di tutti gli esseri umani entro i confini del nostro Paese. Mentre ci concentriamo sui problemi nello Stato Rakhine, vorrei anche cogliere l'occasione per ricordarvi che per noi ci sono problemi altrettanto gravi per quanto sta accadendo nella parte occidentale del nostro Paese. Abbiamo cercato di costruire la pace uscendo dai conflitti interni, una pace che deve essere duratura e accompagnata da uno sviluppo sostenibile ed equo. Vi invitiamo a partecipare a questo processo di pace, ad unirvi a noi nella ricerca di soluzioni durature ai problemi che da anni affliggono il nostro Paese. Il processo di pace avviato lo scorso anno in agosto continua, e ci troviamo di fronte a molte difficoltà. Ciò non mi sorprende, perché è normale che processi di pace in qualsiasi parte del mondo incontrino difficoltà e talvolta si trovino in una situazione di stallo, a volte rimangano ad un punto morto, a volte sembra che tutto stia crollando; eppure, alla fine, ci uniamo tutti insieme e andiamo avanti. Noi tutti vogliamo la pace e non la guerra, vogliamo l'armonia e non il conflitto, e questa è l'aspirazione condivisa da tutta la nostra gente. Pace, stabilità, armonia e progresso - non è un'agenda ampia, ma è difficile, e mentre proseguiamo nei nostri sforzi per rimediare ai mali di questa nazione, vorrei chiedere ai nostri amici che capiscono e simpatizzano con le nostre aspirazioni e i nostri problemi di unirsi a noi. Vorremmo che si unissero a noi in modo positivo e costruttivo per trovare nuove strade verso la pace e la stabilità, verso l'armonia. Vorremmo che pensaste al nostro Paese nel suo complesso, e non solo alle aree tormentate; è solo nel suo complesso che possiamo compiere progressi.Vorrei che si usasse per analogia un essere umano in salute. Un essere umano sano deve essere sano nel suo complesso. Non si può trascurare la sua salute generale solo per concentrarsi su un organo malato. Uso questa analogia perché la sanità è quella che ha compiuto i maggiori progressi da quando abbiamo cominciato a governare lo scorso anno. Concentrandoci sulla sanità pubblica, abbiamo scoperto che anche altri problemi sanitari possono essere affrontati meglio. Ad esempio, nell' arco di un anno, i decessi per HIV si sono dimezzati, non perché ci stiamo concentrando solo sull' HIV-AIDS, ma perché ci stiamo concentrando sulla salute pubblica nel suo complesso, sulla salute di tutti i nostri cittadini e di tutte le nostre comunità. E' così che vorrei che voi guardaste al nostro Paese. Siamo una democrazia giovane e fragile, che deve affrontare molti problemi. Ma dobbiamo affrontarli tutti allo stesso tempo nello stesso modo in cui dobbiamo affrontare tutti i nostri problemi sanitari. Non possiamo concentrarci solo su alcuni. Vorrei che tutti si unissero a noi nel trovare nuove strade, nuove risposte, più costruttive, più positive, più innovative e forse più audaci. Se non riusciamo a risolvere rapidamente i nostri problemi, ciò non significa che non saremo mai in grado di risolverli, significa solo che le sofferenze della nostra gente continueranno e vorremmo porre fine quanto prima alle sofferenze della nostra gente. Vorremmo fare del nostro Paese una nazione al cui interno tutti possano vivere in sicurezza e prosperità. Si tratta di una grande visione ed una grande ambizione. Ma non è impossibile realizzarle. Dobbiamo unirci insieme. Riconosco che la vera responsabilità ricade sul popolo di questo Paese. Tutto il popolo del Myanmar, dal governo a ogni singolo individuo all'interno di questo paese ha la responsabilità dello sviluppo e del progresso di questo paese. Ma vorremmo che i nostri amici si unissero a noi nel nostro grande impegno. Si tratta certamente di una grande responsabilità, di uno impegno ambizioso, di una determinazione a costruire, a partire da un paese afflitto da molti problemi, uno Stato sano, forte, in grado di guardare avanti con fiducia a un futuro sicuro. E' triste che, nell'incontrare la nostra comunità diplomatica, io sia costretta a concentrarmi su pochissimi dei nostri problemi, quando ce ne sono molti altri, che credo potremmo risolvere insieme. Per questo motivo, apro la porta a tutti coloro che tra di voi desiderate unirvi a noi nei nostri sforzi. Vi invitiamo ad unirvi a noi, a parlarci, a discutere con noi, a venire con noi nelle zone problematiche - dove possiamo garantirvi la sicurezza, perché non vogliamo che si verifichino ulteriori problemi se dovesse accadervi qualcosa. Vorremmo che voi vi uniste a noi, che vediate con i vostri occhi cosa sta accadendo e che possiate valutare voi stessi, cosa possiamo fare per eliminare questi problemi. Vorrei anche che rivolgeste la vostra attenzione nell’esaminare in modo particolare le zone pacifiche - come sono riuscite a preservare l'armonia? Perché non si combattono l’un l’altro in queste particolari zone? Questa è la risposta di cui abbiamo bisogno. Non si tratta solo di eliminare i mali, ma anche di promuovere ciò che è positivo. Dobbiamo eliminare il negativo e aumentare il positivo, e vorremmo farlo insieme a tutti voi. Come probabilmente saprete, il nostro Ministro del Affari sociali, reinsediamento e ricostruzione sta coordinando il nostro programma di assistenza umanitaria. Siamo molto lieti che il Comitato Internazionale della Croce Rossa si unisca a noi e accoglieremo favorevolmente coloro, che vorranno unirsi a noi nel nostro impegno. Molti si sono già impegnati ad aiutarci con generose donazioni sia in denaro che in mezzi, e garantiremo che ogni loro contributo per la promozione della pace e dell'armonia nello Stato Rakhine verrà usato nel miglior modo possibile a beneficio di tutte le comunità. Non vogliamo che Myanmar sia una nazione divisa da convinzioni religiose, da diversità etniche o dall’ ideologia politica. Tutti noi abbiamo il diritto alle nostre diverse identità, e tutti noi abbiamo il diritto di cercare di vivere la nostra vita nel modo in cui crediamo giusto. Ma dobbiamo anche lavorare insieme perché apparteniamo alla stessa nazione e, poiché apparteniamo alla stessa nazione, noi apparteniamo anche a questo mondo. Per questo motivo abbiamo attribuito grande importanza al ruolo delle Nazioni Unite, in quanto Assemblea di nazioni creata per promuovere la pace e l'armonia, affinché il nostro mondo non ricada mai più nella sofferenza che tutti abbiamo vissuto durante la seconda guerra mondiale. E' con l'intenzione di porre fine alle guerre, cioè porre fine ai conflitti, che le Nazioni Unite sono state istituite e vorrei che pensaste che ciò che stiamo facendo oggi qui potrebbe essere l’inizio di un movimento veramente forte ed efficace per porre fine a tutti i conflitti all'interno del Myanmar, ai conflitti tra le nostre comunità, ai conflitti tra le etnie, e allo scontro d’idee sul come procedere. Lo scontro d’idee può essere risolto, può essere superato attraverso la discussione e il dialogo e attraverso l’apertura mentale, la generosità ed il coraggio, che ci permette di considerare il punto di vista degli altri. Vorrei anche dire quella generosità e coraggio che permetterebbe agli altri di considerare anche il nostro punto di vista. E' solo attraverso la collaborazione che il nostro mondo può andare avanti. Attaccandoci l'un l'altro, con parole o con armi o addirittura attraverso le emozioni, non ci aiuteremo. L'odio e la paura sono la rovina principale del nostro mondo. Tutti i conflitti nascono dall'odio o dalla paura. Solo eliminando le fonti dell'odio e della paura saremo in grado di eliminare i conflitti dal nostro paese e dal mondo. Come sapete, vi sono molte accuse e contro accuse. Non ho preso in considerazione nessuna di esse perché non voglio promuovere e incoraggiare i conflitti, siano essi di idee o di armi, ma vorrei cercare di promuovere l'armonia e la comprensione. Spero che ci capirete e vi unirete a noi nei nostri sforzi. Come ho detto in precedenza, questo è un briefing diplomatico che ha l'obiettivo di spiegare ai membri della nostra comunità diplomatica, ai rappresentanti dei nostri amici di tutto il mondo, ciò che stiamo cercando di fare. Per certi versi, però, è più di un briefing diplomatico. E' un appello fraterno a tutti coloro che vogliono bene al Myanmar, un appello ad aiutarci a raggiungere gli obiettivi che, penso sarete d'accordo, non sono solo auspicabili i per questo particolare Paese, ma anche per i Paesi di tutto il mondo. Grazie. http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=en&catid=fb9143906e6c4cc99a09def69668a23e&docid=2d78735bbc354fae9fe70d9c7e14e5c8 Wed, 27 Sep 2017 21:05:04 GMT 51a4dc674b814a01a1540d65d3e99d4f Elezioni suppletive: l'NLD conquista 9 seggi su 18 2017-04-02T16:41:06.2400000+02:00 Si sono tenute in Birmania le elezioni suppletive in alcune regioni e Stati, con ‘obiettivo di sostituire i parlamentari nominati al governo azionale o regionale. Il voto nelle elezioni suppletive per coprire i 19 seggi del parlamento nazionale e di quelli regionali, considerato come un test per la popolarità della leader birmana ha consegnato la metà dei seggi al suo suo partito l’NLD. L’NLD ha vinto 9 seggi, tra cui il seggio dove era stata eletta Aung San Suu Kyi, La Lega delle Nazionalità Shan per la Democrazia ne ha ottenuti 6; l’USDP , il partito messo in piedi dai generali solo 2 e nello Stato Rakhine, il leader dell’Arakan National Party ha vinto un seggio e nello stato Kayah l’All Nationalities Democracy Party ha ottenuto un seggi, anche per il fatto che l’NLD non aveva presentato in tempo la candidatura. Questo voto rappresenta un’ulteriore indicazione del sostegno alla attuale amministrazione nel mezzo di una ripresa dei conflitti con i gruppi armati degli stati etnici e a fronte di un rallentamento della crescita economica. Secondo la Commissione Nazionale per le Elezioni, l’NLD ha conquistato 9 seggi su 18. In un recente discorso televisivo, Suu Kyi ha riconosciuto la frustrazione di una parte importante della popolazione per la lentezza delle riforme de dello sviluppo. Ma ha anche ribadito la priorità centrale del suo governo ovvero la conclusione dei conflitti che hanno mantenuto la Birmania in uno stato di guerra civile perenne. Mentre le elezioni suppletive non avranno un impatto sugli equilibri nel parlamento, dove l’NLD ha la stragrande maggioranza, offre la possibilità di avere il polso della popolarità dell’amministrazione nazionale. Win Htein, uno dei maggiori leader dell’NLD ha dichiarato che “il partito ha dovuto affrontare barriere linguistiche e problemi con i gruppi armati nei distretti dello Stato Shan a causa del conflitto cresciuto nei mesi passati. Stiamo migliorando nello Stato Shan, ma i locali non parlano birmano quindi dobbiamo tradurre le scelte politihe nella lingua Shan” ha detto. I maggior gruppi armati impegnati negli scontri con i militari hanno rifiutato di parteipare attivamente al processo di pace promosso da Aung San Suu Kyi. Infatti molti conflitti sono aumentati dall’inizio del governo e hanno prodotto un aumento di 160.000 persone sfollate. Oltre due milioni di votanti, meno del 5% della popolazione del paese, hanno potuto votare nelle elezioni suppletive nelle quali erano in ballo i seggi di otto stati e regioni. “Dopo un anno accettiamo ancora il governo dell’NLD. Stanno governando correttamente” ha dichiarato Victor Hla Sein, di 73 I risultati mostrano come il partito sia ancora forte nelle sue aree centrali del paese, ma rivelano un certo malcontento . tra le minoranze etniche, che hanno a lungo lottato sotto il dominio della maggioranza Bamar a cui Suu Kyi appartiene. L’ NLD è andato bene nelle sue roccaforti attorno alla capitale commerciale Yangon e nelle regioni centrali più a nord, ma ha subito perdite nelle zone più remote, anche nelle regioni delle minoranze etniche in cui la violenza degli insorti ha continuato nonostante la volontà di Suu Kyi di portare la pace, dopo decenni di lotte. http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=en&catid=fb9143906e6c4cc99a09def69668a23e&docid=51a4dc674b814a01a1540d65d3e99d4f Sun, 02 Apr 2017 14:41:06 GMT 60603b9842444c3ea7f4c7ac2b6b78fc Aung San Suu Kyi parla all'Assemblea Generale ONU prima rapprentante di un governo civile birmano 2016-09-27T00:37:19.6770000+02:00 21 Septembre 2016 – salendo sul podio dell’assemblea Generale ONU, come primo rappresentante di un governo civile in 50 anni Aung San Suu Kyi ha dichiarato che lo stesso spirito ed obiettivi che hanno sipriato la fondazione dell’ONU informano la nuova amministrazione del suo paese. “la forza di questa Organizzazione si fonda sulla sua universalità e legittimità, ancorata nella carta dei Principi fondamentali della legge internazionale. Nonostante tutte le sue imperfezioni e limiti le Nazioni Unite rimangono un punto di riferimento delle nostre speranze per un mondo più pacifico e prosperoso, una casa gentile e più compassionevole per tutta l’umanità” ha affermato. Ha sottolineato come la Birmania avesse aderito all’ONU come nuovo paese indipendente nel 1948, un “era di speranza determinata, quando i popoli del mondo si sollevarono dalla guerra per ricostruire i loro paesi e la loro speranza nella capacità degli esseri umani di raggiungere la pace con uguaglianza, prosperità e giustizia”. “ ora, ancora una volta, è tempo di una speranza convinta per ila Birmania” e citando la stragrande maggioranza di voti ottenuti nelle elezioni dall’NLD, nel novembre scorso, quando i votanti hanno dimostrato il sostegno ad una cultura politica basata sul diritti a definire il futuro del proprio paese secondo i propri sogni ed aspirazioni. “e questi sogni ed aspirazioni fanno eco a coloro che hanno portato alla nascita dell’ONU. Daw Aung San Suu Kyi ha sottolineato che per un paese che ha sperimentato circa sessanta anni di conflitti armati, nulla è più importante di una pace duratura e della riconciliazione nazionale. Affrontando il problema della situazione nello Stato Rakhine, dove decine di migliaia di mussulmani Rohingya vivono in campi in condizioni di povertà dopo un conflitto locale con una setta buddhista, una questione sollevata dal Segretario Generale Ban Ki-moon durante una visita nel paese il mese scorso, Aung San Suu Kyi ha dichiarato di non temere il giudizio internazionale. “ Noi siami impegnati a trovare soluzioni sostenibili che porteranno pace, stabilità e sviluppo per tutte le comunità nello stato. Il nostro govno sta assumendo un approccio olistico che mette al centro lo sviluppo con programmi a breve e lungo termine volti a promuovere comprensione e fiducia” ha sottolineato facendo notare che ha nominato l’ex Segretario generale ONU Kofi Annan alla presidenza di una commissione per la promozione di questi obiettivi. In termini generali Daw Aung San Suu Kyih dichiarato che la questione dei migranti può essere risolta solo affrontando alla radice il problema. E due elementi più importanti sono l’assenza di pace e l’assenza di sviluppo. Sul terrorismo ha sottolineato che l’assenza di sicurezza sociale e economica sono senza dubbio problemi importanti. Ma anche noi dobbiamo considerare la possibilità che l’assenza di volontà di un senso di direzione nella vita potrebbero anche essere una forza che spinge molti, spcie se giovani nel limbo delle ideologie che sembrano offrire certezze. http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=en&catid=fb9143906e6c4cc99a09def69668a23e&docid=60603b9842444c3ea7f4c7ac2b6b78fc Mon, 26 Sep 2016 22:37:19 GMT 7b0abc5ba50c428a9be9da52416aa659 LE SFIDE DI AUNG SAN SUU KYI PER LA NUOVA BIRMANIA 2016-12-12T11:53:17.4070000+01:00 http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=en&catid=fb9143906e6c4cc99a09def69668a23e&docid=7b0abc5ba50c428a9be9da52416aa659 Mon, 12 Dec 2016 10:53:17 GMT 5c18bc54609546c9a44f10c3c99166a1 Aung San Suu Kyi minacciata di morte su Facebook L'NLD denuncerà il responsabile delle minacce 2016-02-08T09:22:05.0170000+01:00 L’NLD ha reso noto che denuncerà l’uomo legato ai militari che ha minacciato online di assassinare la leader birmana Aung San Suu Kyi. Ye Lwin Mint, questo è il nome dell’uomo ha pubblicato un post su Facebook nel quale ha minacciato di uccidere Aung San Suu Kyi se verrà rimosso l’articolo costituzionale che vieta la sua nomina alla presidenza della repubblica. “avrò bisogno solo di un AWM una pistola o un fucile AS 50 e un mese di allenamento”. “l’ucciderò, sono serio”. E ha anche rivelato di voler formare un gruppo su Facebook chiamato: “ coloro che muoiono di assassinare Daw Suu”.il Post era accompagnato da una foto di due uomini in posa con fucili di assalto e uno di loro sarebbe stato Ye Lwin Myint. A quanto pare chi ha creato il post è un ex attache militare ora luogotenente Comandate XO del Comando militare regionale del sud. L’NLD ha rafforzato la sicurezza intorno alla leader birmana. “Siamo seri, perché la storia ci insegna che c’è sempre gente che utilizza queste persone per i propri interessi”. http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=en&catid=fb9143906e6c4cc99a09def69668a23e&docid=5c18bc54609546c9a44f10c3c99166a1 Mon, 08 Feb 2016 08:22:05 GMT 1aa2e1526c154877b8c8e42a384d0bab Il Ministro Gentiloni incontra il nuovo Presidente birmano e la Leader Aung San Suu Kyi Forte sostegno dell'Italia al processo di democratizzazione 2016-04-08T12:08:55.7630000+02:00 Il Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale Paolo Gentiloni è giunto l'altro ieri in Myanmar per una visita ufficiale di due giorni nel Paese. Il Ministro, primo membro di governo occidentale a visitare il Myanmar all’indomani dell’insediamento del nuovo esecutivo, ha incontrato i principali esponenti del neo-eletto governo a guida NLD, tra cui il Ministro degli Affari Esteri, Aung San Suu Kyi, il Presidente della Repubblica, U Htin Kyaw, e il Comandante in Capo delle Forze Armate birmane, Gen. Min Aung Hlaing. La visita rappresenta un forte segnale politico di sostegno dell’Italia al primo governo democraticamente eletto del Paese negli ultimi cinquant’anni e, allo stesso tempo, un gesto di particolare amicizia della nuova leadership birmana che accoglie oggi il Ministro Gentiloni. “Ringrazio il Ministro italiano per la sua visita a soli sei giorni dal mio insediamento. Gentiloni rappresenta l’Italia perché è stato eletto democraticamente in libere elezioni e quindi nessuno più di lui può apprezzare il valore del processo democratico in corso in Birmania” ha detto Aung San Suu Kyi. “L’Italia - ha sottolineato Gentiloni - ha creduto nel processo democratico che sotto la guida di Aung San Suu Kyi ha portato a libere elezioni e appoggerà ogni sforzo del nuovo governo finalizzato al conseguimento della pace e dell'unitàdel Paese”. “La mia presenza oggi - ha proseguito il titolare della Farnesina - conferma l'impegno italiano a sostenere lo sviluppo del Paese, a promuovere un’attiva presenza delle nostre imprese e dei nostri operatori economici, rafforzando ulteriormente le già ottime relazioni bilaterali”. "Sono grata all’Italia per il suo sostegno e la disponibilità a collaborare per lo sviluppo del mio Paese. È importante -ha aggiunto il Ministro birmano - che questo impegno si traduca in progetti sostenibili con il pieno coinvolgimento della società birmana". Il Ministro Gentiloni ha poi incontrato il Presidente della Repubblica U Htin Kyaw che ha chiesto la collaborazione dell'Italia per il rilancio del turismo, per il recupero e la valorizzazione dell'importante patrimonio culturalelocale e per la produzione di energia rinnovabile di elevato valore tecnologico . Nel corso della visita è stato firmato un accordo bilaterale di cooperazione culturale, scientifica e tecnologica , che potrà contribuire alla valorizzazione del patrimonio culturale birmano e allo sviluppo delle attività turistiche ad esso connesse. http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=en&catid=fb9143906e6c4cc99a09def69668a23e&docid=1aa2e1526c154877b8c8e42a384d0bab Fri, 08 Apr 2016 10:08:55 GMT 5732dc636f12451fa0ebb6acd07a5581 SUU KYI HA ANNUNCIATO CHI SARANNO I SUOI CANDIDATI ALLA PRESIDENZA 2016-05-03T12:15:47.6670000+02:00 Htin Kyaw è il candidato a Presidente, il primo “non-militare” dal 1960, scelto da Aung San Suu Kyi. Htin Kyaw, politico di lungo corso ha un forte legame con la premio Nobel Suu Kyi, che ripone in lui grande fiducia; la leader democratica aveva bisogno, infatti, di qualcuno a cui affidarsi nella guida del governo, vista la sua impossibilità a ricoprire la carica di presidente a causa della nazionalità dei suoi figli e di suo marito. La decisione di presentare Htin Kyaw alla presidenza della Camera è stata presa giovedì e le probabilità che il candidato possa ricoprire questa carica sono molto alte, vista la schiacciante maggioranza ottenuta dal partito alle elezioni. Htin Kyaw negli ultimi anni è stato a capo della Fondazione Daw Khin Kyi, istituita nel 2012 da Aung San Suu Kyi e intitolata a sua madre, che opera per migliorare gli standard di salute, di istruzione e di vita nelle aree meno sviluppate del Paese. Nato a Yangoon un anno dopo “Mamma Suu” ha frequentato la stessa scuola della leader democratica, per poi laurearsi in economia alla Yangon University e successivamente lavorare all’interno del Ministero della Finanza. Il padre era un famoso poeta e studioso, professore a Yangoon e in Giappone; è stato candidato per l’NLD nelle elezioni del 1990, che il partito vinse, ma la vittoria non fu mai riconosciuta. Prima delle elezioni Suu Kyi venne messa agli arresti domiciliari, e, dopo il suo primo rilascio, nel 1995, Htin Kyaw fu coinvolto nelle sue attività politiche grazie anche al suocero, U, Lwin, allora segretario della NLD. U. Lwin era uno dei fondatori della NLD, e precedentemente, sotto la dittatura socialista di Ne Win, era stato vice-primo ministro e ministro delle Finanze. Su Su Lwin , la figlia di U. Lwin, è moglie di Htin Kyaw ed anche lei è parlamentare dell' NLD alla Camera e fa parte del comitato per le relazioni estere del Parlamento. Adesso, i candidati alla presidenza sono tre, uno della Camera bassa , uno per la Camera alta e uno per i militari, che da costituzione hanno diritto al 25% dei seggi; e poiché la NLD ha ottenuto la maggioranza in entrambi i rami del parlamento, due di questi tre candidati apparterranno alla sua lista. I candidati, dopo esser stati valutati da una commissione parlamentare, prenderanno parte alla votazione in una sessione speciale congiunta delle due camere, con la quale si stabilirà chi dovrà ricoprire il ruolo di presidente, mentre i candidati che usciranno sconfitti, ricopriranno le cariche di vice-presidenti. L’altro candidato per la NLD è Henry Vantriu, un legislatore dello stato Chin, al nord del paese, al confine con India e Bangladesh; scelto per la sua appartenenza ad una delle minoranze etnichedel paese. Henry Van Thio, un parlamentare NLD, è l’altro candidato alla vice presidenza; anche L’USDP ha già scelto i suoi due candidati per i ruoli presidenziali, mentre ancora non si sa chi sarà il candidato che si presenterà con i militari. tradotto da GIUSEPPE DE GREGORIO http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=en&catid=fb9143906e6c4cc99a09def69668a23e&docid=5732dc636f12451fa0ebb6acd07a5581 Tue, 03 May 2016 10:15:47 GMT 0a44acb3a5ce434b9f40a8dd2c384912 Aung San Suu Kyi potrebbe diventare presidente se i militari accetteranno di modificare un articolo della costituzione i negoziati in atto potrebbero bypassare il divieto costituzionale 2016-05-03T12:18:47.8800000+02:00 Consultazioni tra Aung San Suu Kyi e il comandante in capo delle forze armate Gen. Min Aung Hlaing sono in corso la possibilità di sospendere l’articolo 59(f) della costituzione del 2008, che prevede che nessun cittadino con figli con la cittadinanza straniera può essere eletto presidente. Sembra che la sospensione richieda un numero minore di voti rispetto alla sua abrogazione. Il nuovo speaker del parlamento Man Win Khine, ha annunciato che i nomi dei tre candidati alla presidenza della repubblica verranno resi noti il 17 febbraio. Il parlamento poi dovrà selezionare tra questi il Presidente e i due vice presidenti. Ovviamente, visto che l’NLD ha la maggioranza in entrambi i rami del parlamento, potrà eleggere il presidente ed uno dei due vice presidenti. Il terzo verrà scelto dai militari. Sebbene un membro del Comitato Centrale dell’NLD abbia affermato che tutto andrà bene e che i negoziati permetteranno ad Aung San Suu Kyi di essere eletta presidente” l’analista politico Yan Myo Thein avverte: “ è ancora troppo resto per confermare che Suu Kyi sarà tra i candidati alla presidenza. Anche la sospensione della costituzione richiederà tempo”. Venerdì scorso è stato costituito un comitato di consulenti giuridici, guidato dall’ex portavoce Shwe Mann, membro dell’USDP. Il comitato è composto da esperti e membri della Camera bassa. tradotto da GIUSEPPE DE GREGORIO http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=en&catid=fb9143906e6c4cc99a09def69668a23e&docid=0a44acb3a5ce434b9f40a8dd2c384912 Tue, 03 May 2016 10:18:47 GMT 02d2849f66bb47a7b078709368a7923a la UE interrompe le relazioni con le forze armate birmane. 2017-10-17T08:26:16.0070000+02:00 L'Unione europea lunedì 16 ha dato un colpo a ciò che erano stati dei legami sempre più amichevoli tra il blocco dei paesi UE e l'esercito birmano, affermando che avrebbe sospeso qualsiasi invito ai responsabili del Tatmadaw e avrebbe "esaminato tutta la cooperazione pratica sui temi della difesa", mantenendo inoltre l’attuale embargo sulle armi. La rottura delle relazioni nasce a seguito del conflitto nello Stato Arakan, che il Consiglio dell'Unione ha descritto come uno "sproporzionato di uso delle forze da parte delle forze di sicurezza" contro i musulmani Rohingya. I più alti funzionari delle Nazioni Unite hanno descritto la campagna di contro-insurrezione come un "caso da manuale dipulizia etnica", un'accusa che il consigliere della sicurezza nazionale della Birmania ha negato in una dichiarazione davanti al corpo mondiale il mese scorso. "La situazione umanitaria e dei diritti umani nello Stato Rakhine [Arakan] è estremamente grave", afferma la risoluzione adottata dal Consiglio dell'UE il lunedì. "Ci sono rapporti profondamente preoccupanti su continui incendi e violenze contro le persone e gravi violazioni dei diritti umani, tra cui l’uso indiscriminato delle armi, la presenza di mine terrestri e le violenze sessuali e di genere. Questo non è accettabile e deve terminare immediatamente ". La dichiarazione è stata rilevante in quanto in tre sue parti faceva riferimento alla popolazione "Rohingya, un uso di una terminologia controversa che solo l'anno scorso l'ambasciatore dell'UE in Birmania ha detto non sarebbe stato pronunciata, su richiesta del consigliere di Stato Aung San Suu Kyi. "Quando così tante persone vengono sfollate in modo così rapido, questa indica con forza un'azione deliberata per espellere una minoranza", ha detto la dichiarazione, invitando il governo della Birmania a garantire che i rifugiati Rohingya, di cui oltre 500.000 sono fuggiti in Bangladesh nelle ultime settimane, possano tornare "in sicurezza e dignità". L'esodo di massa è stato indotto da una pesante risposta della sicurezza contro gli attentati militari dell'Arakan Rohingya Salvation Army (ARSA) su alcuni avamposti della polizia il 25 agosto. Un paese europeo, non vincolato dagli impegni di adesione all'Unione europea, però, non sembra essere toccato dalla violenza nello Stato Arakan: Secondo i media dello stato birmano, la Svizzera ha ricevuto lunedì una delegazione che comprendeva il generale n. 2 dell’ Tatmadaw, Soe Win. La risoluzione del Consiglio dell'UE arriva solo poche settimane dopo un tentativo tra il Tatmadaw e la Gran Bretagna, che ha sospeso un programma di formazione per gli ufficiali birmani e gli ex militari mentre i rappresentanti delle forze armate birmane hanno dichiarato di non voler prendere "mai più" in considerazione l’invio di propri uomini nel Regno Unito per qualsiasi tipo di impegno militare bilaterale. La rottura nei rapporti minaccia di indebolire le prospettive di investimento in Birmania da parte delle imprese dell'UE dopo l'abolizione di una serie di sanzioni economiche nel 2013. La Birmania sembra sempre più doversi rivolgere ai vecchi partner economici come la Cina, vista spirale nella situazione dello Stato Arakan: i media statali hanno riferito domenica di una manifestazione a favore del leader cinese, Xi Jinping, del primo ministro indiano Narendra Modi e del presidente russo Vladimir Putin per il loro approccio alla crisi dello stato Arakan. Storie correlate Il Consiglio dell'Unione europea ha invitato altresì la Birmania ad accettare la missione di inchiesta delle Nazioni Unite istituita a marzo per verificare le violazioni dei diritti umani nello Stato Arakan, così come negli stati Kachin e Shan. Il governo ha detto che non permetterà ai membri del team di entrare in Birmania. Tuttavia, quella della UE non è stata una condanna globale. "L'UE ei suoi Stati membri riconfermano il loro forte impegno, sottolineato dalla strategia sul Myanmar [giugno 2016] a sostegno della transizione democratica del Paese, la pace, la riconciliazione nazionale e lo sviluppo socioeconomico", ha sottolineato la risoluzione di lunedì http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=en&catid=fb9143906e6c4cc99a09def69668a23e&docid=02d2849f66bb47a7b078709368a7923a Tue, 17 Oct 2017 06:26:16 GMT 9ec92ac6709b4a02b72a36612e2b63a3 la sicurezza di Aung San Suu Kyi può essere a rischio. 2017-10-17T00:22:24.1270000+02:00 NAYPYITAW - La leadership militare ha messo in guardia la Consigliere di Stato Daw Aung San Suu Kyi in relazione alla struttura della sua sicurezza e lei ha replicato che avrebbe adottato ulteriore cautela. "Per quanto mi riguarda, i militari l’hanno costantemente messa in guardia sulla sua sicurezza, e lei ha risposto i che avrebbe adottato ulteriori cautele ", ha dichiarato all’Irrawaddy U Khin Maung Win, presidente del Comitato per gli affari giuridici e legali della Camera Bassa. Domenica sera, Phyiko Ko Ko Tint San, presidente del gruppo ACE e U Tint San, figlio dell’ex ministro dello sport sotto l'amministrazione U Thein Sein e due dipendenti ACE sono stati arrestati per il possesso illegale di armi da fuoco e droghe illecite prima di imbarcarsi a bordo di un volo della Myanmar National Airlines, creando preoccupazioni pubbliche sulla sicurezza dei leader politici del paese. Secondo il ministero degli affari interni, la polizia ha trovato nello zaino di U Phyo Ko Ko Tint San 12 pasticche di WY, 1,5 grammi di metamfetamine, due pistole e 72 pallottole . Altri cinque pistole e 804 proiettili sono stati trovati nella stanza di U Phyo Ko Ko Tin San all'ACE Hotel di Naypyitaw e altre nove pistole e 892 proiettili sono stati trovati nella stanza di una persona dello staff di ACE, domenica sera. "Il Tatmadaw ha le strutture [apparato di sicurezza] che anche abbiamo. Hanno messo in allarme la leaderper la sua sicurezza. E Daw Suu ha anche accettato di adottare delle cautele per quanto riguarda i suoi movimenti", ha detto U Khin Maung Win, che è anche un parlamentare che rappresenta la Township Lanmadaw di Yangon. U Zaw Htay, portavoce del governo e ufficiale più vicino ad Daw Aung San Suu Kyi, ha dichiarato che dal 2016, dopo che il suo nome è apparso in una lista di obiettivi, inviata gruppo militante dello Stato islamico in Iraq e Siria (ISIS) alla polizia in Malesia la sicurezza è stata sempre più stretta per lei. "A partire da quel momento abbiamo garantito una notevole sicurezza. Non posso parlarle di certe cose, ma ci sono anche ufficiali sotto copertura ", ha detto a The Irrawaddy. Il colonnello della polizia Zaw Khin Aung, capo della polizia di Naypyitaw, ritiene che il sequestro di armi da fuoco non sia direttamente correlato alla sicurezza di Daw Aung San Suu Kyi. "Non c'è niente di cui preoccuparsi. Ci assumiamo la piena responsabilità per la sua sicurezza ", ha detto ai giornalisti a Naypyitaw lunedì. Il parlamentare della Camera Alta MP U Thein Swe, che per molti anni è stato funzionario per la sicurezza di Daw Aung San Suu Kyi, è preoccupata per la sua sicurezza, perché il consigliere di Stato si preoccupa molto più del suo lavoro che della sua sicurezza. "Sono preoccupato per la sua sicurezza a causa del sequestro di armi. Quindi, voglio che le autorità interessate prestino maggiore attenzione alla sua sicurezza. E voglio anche sollecitarli ad adottare azioni legali severe contro il possesso di armi in assenza di compiti di sicurezza. Solo allora, la sicurezza del paese sarà garantita ", ha dichiarato U Thein Swe. Anche se Daw Aung San Suu Kyi quando viaggia per funzioni ufficiali, utilizza automobili a prova di proiettile fornite dal governo, utilizza solo la propria auto privata in altre occasioni, ha detto U Thein Swe, suggerendo che deve sempre prestare attenzione. "Qualunque sia la ragione per cui esce per incontri pubblici, è la persona più importante del paese. Dovrebbe essere in piena sicurezza dal momento che lei è Laleader del paese. Dovrebbe esserci una sicurezza 24 ore su 24 e lei dovrebbe accettare questo ", ha detto U Thein Swe. "Il numero di armi non è stato così grande come nei precedenti casi di Aye Ne Win e Kyaw Ne Win", ha affermato U Khin Maung Win, riferendosi al caso del 2002, quando i nipoti del dittatore militare Generale Ne Win sono stati arrestati per presunto complotto di un colpo di stato. "È corretto dire che [Phyo Ko Ko Tint San] abbia intenzionalmente immagazzinato armi da fuoco. Non voglio dire che avrebbe potuto assassinare una certa persona. Ma perché aveva il possesso di tante armi deve essere indagato, "ha aggiunto. U Tint San, il padre di U Phyo Ko Ko Tint San, è attualmente in viaggio in Cina. Secondo fonti vicine a lui, è un fanatico di armi da fuoco e spesso pubblica le foto delle sue armi su Facebook. http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=en&catid=fb9143906e6c4cc99a09def69668a23e&docid=9ec92ac6709b4a02b72a36612e2b63a3 Mon, 16 Oct 2017 22:22:24 GMT 4126393a5ef64842841d16729f152c23 la verità sulla assenza di ASSK alla Assemblea ONU 2017-10-17T00:20:27.9670000+02:00 Quando Aung San Suu Kyi ha deciso di inviare il suo vice presidente U Henry Van Thio a parlare all'ONU a New York, è stata criticata per aver evitato le domande e le critiche sulla situazione dei cosiddetti Rohingya e per le violenze nello Stato Rakhine. Alcuni addetti ai lavori, tuttavia, ritengono che la consigliere di Stato abbia avuto problemi più urgenti a casa. Dallo scoppio della crisi, il presidente U Htin Kyaw è stato sottoposto a un operazione a Bangkok. I generali volevano dichiarare uno stato di emergenza nello Stato di Rakhine dopo l’avvio delle operazioni di attacchi. Se Daw Aung San Suu Kyi avesse deciso di andare a New York, mentre U Htin Kyaw era in un ospedale a Bangkok per essere curato, U Myint Swe avrebbe assunto le redini del paese e l'esercito avrebbe potuto dichiarare lo stato di emergenza nello Stato Rakhine. Sin dall’inizio, Daw Aung San Suu Kyi si è rifiutato di dichiarare lo stato di emergenza nello Stato Rakhine. Il vice presidente U Myint Swe è un ex alto generale e ha servito come primo ministro della Regione di Yangon sotto l'amministrazione U Thein Sein ed era noto come un militare dalla linea dura sotto il regime di Snr Gen Than Shwe. Dopo aver analizzato la precaria situazione, Daw Aung San Suu Kyi ha deciso di non andare a New York ed è invece intervenuta in un briefing diplomatico in inglese per affrontare i problemi dello Stato Rakhine. Contemporaneamente, in alcune grandi città si sono svolte manifestazioni a sostegno di Daw Aung San Suu Kyi e di condanna per la crescente pressione internazionale sulla Consigliere di Stato. U Htin Kyaw è tornato da un trattamento medico, ma Daw Aung San Suu Kyi ha annullato il programmato viaggio a Praga. Invece, è andata in Brunei per partecipare al galà del Giubileo d'Oro del re Sultan Haji Hassanal Bolkiah al trono. È stata vista con diversi leader dell'Asean che hanno espresso preoccupazione per la situazione nello Stato Rakhine. La Malesia ha deciso di dissociarsi da una dichiarazione sul Rakhine, rilasciata dal presidente filippino dell'Associazione delle Nazioni del Sud-Est asiatico. Affermando che la dichiarazione non rappresenta la realtà della situazione e manca di riferimenti ai musulmani di Rohingya. In ogni caso, nell'ambito della Costituzione del 2008, l'esercito può dichiarare uno stato di emergenza. Ma c'è una procedura. Solo il presidente può dichiarare lo stato d'emergenza dopo essersi consultato e coordinato con il comandante in capo dei servizi di difesa e degli affari interni. Questa dichiarazione deve essere presentata secondo la Costituzione al Consiglio Nazionale della Difesa e dellla Sicurezza (NDSC) per l’approvazione il più presto possibile,. Va notato che sotto l'attuale amministrazione non si svolgono riunioni regolari NDSC. Il comandante in capo avrebbe potere sovrano, ma avrebbe dovuto chiedere l'approvazione della NDSC per estendere il periodo di emergenza a sei mesi o più. Deve anche riferire a una sessione di emergenza del Parlamento dell'Unione. Questo scenario è probabile se il Paese viene percepito come in una grave situazione di emergenza o una minaccia formidabile alla sovranità. Tra diplomatici e osservatori, circolano ancora voci di un colpo di stato. Cina, India e altri paesi vicini alla Birmania guardano i giochi di potere in corso a Naypyitaw, sapendo che le relazioni tra la consigliere di Stato Daw Aung San Suu Kyi e il Min Aung Hlaing sono al punto basso. http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=en&catid=fb9143906e6c4cc99a09def69668a23e&docid=4126393a5ef64842841d16729f152c23 Mon, 16 Oct 2017 22:20:27 GMT c3eb84df3ac14dc69c2193db96d84157 Aung San Suu Khy condannatai ad altri 6 anni di carcere per corruzione Fino ad ora è stata condannata a 17 anni di carcere. 2022-08-16T09:04:19.7700000+02:00 Un tribunale della giunta birmana ha condannato lunedì la leader Daw Aung San Suu Kyi ad altri sei anni di prigione, giudicandola colpevole di ulteriori accuse di corruzione, relative a un fondazione di beneficenza istituita da lei in memoria della sua defunta madre. Nei quattro casi di corruzione decisi lunedì, un tribunale speciale della prigione di Naypyitaw, dove Suu Kyi è detenuta in isolamento, ha affermato che la leader 77enne del Partito della Lega Nazionale per la Democrazia ha abusato del suo potere per affittare un terreno pubblico ad un costo al di sotto dei prezzi di mercato, per costruire una residenza con donazioni destinate all'ente di beneficenza di Suu Kyi, la Daw Khin Kyi Foundation. Fonti vicine al tribunale hanno affermato che Daw Aung San Suu Kyi ha protestato per l'ingiustizia del verdetto e ha chiesto ai suoi avvocati di ricorrere in appello. Dal suo arresto in seguito al colpo di stato dello scorso anno, il regime militare ha presentato 20 accuse contro Suu Kyi, inclusi 13 casi di corruzione. Complessivamente rischia una potenziale pena detentiva di 164 anni se giudicata colpevole di tutte e 20 le accuse, con il regime apparentemente determinato a garantire che le loro accuse motivate politicamente tengano Suu Kyi dietro le sbarre per il resto della sua vita. Finora, è stata condannata a 17 anni di carcere con sei accuse. A maggio, Daw Aung San Suu Kyi è stata condannata a cinque anni di carcere per aver accettato tangenti dall'allora Primo Ministro della regione di Yangon U Phyo Min Thein, che ha testimoniato nell'ottobre dello scorso anno di averle dato sette viss (circa 11,4 kg) di oro e 600.000 USD nel 2017 e nel 2018. Il verdetto si basava solo sulla testimonianza di U Phyo Min Thein e non ci sono prove dell'oro o dei dollari ricevuti da Suu Kyi. http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=en&catid=fb9143906e6c4cc99a09def69668a23e&docid=c3eb84df3ac14dc69c2193db96d84157 Tue, 16 Aug 2022 07:04:19 GMT