Politica http://www.birmaniademocratica.org/section.aspx/it/politica?lang=it 786550165dc6447daf53260a34220c21 international and EU economic and political sanctions issued in the case of Burma/Myanmar in the last 21 years Il paper analizza la storia delle sanzioni politiche ed economiche internazionali ed europee nei confronti della dittatura militare passata ed attuale. 2021-12-22T07:51:42.4730000+01:00 http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=136d5fb8fc3b4634b37d4dcd66543d33&docid=786550165dc6447daf53260a34220c21 Wed, 22 Dec 2021 06:51:42 GMT f5f7bfb6c910409b9e557071e66d0e67 Aggiornamento sulla situazione in Myanmar in vista della prossima assemblea ONU il drammatico quadro della situazione 2021-09-01T17:17:03.9530000+02:00 MYANMAR PERCHE’ E’ NECESSARIO CHE L’ASSEMBLEA GENERALE ONU RICONOSCA IL GOVERNO DI UNITA’ NAZIONALE 1.9.21 Sono passati ormai sette mesi dal colpo di stato in Myanmar, e ad oggi si sono registrati oltre 1.040 persone uccise, 7.700 arresti circa 2.000 mandati di cattura, 65 condanne a morte. Tutta la classe politica e la leadership sindacale democratica o è in carcere o in clandestinità, in condizioni di gravi rischi a causa dei bombardamenti e degli attacchi della giunta. In questi giorni i militari stanno attaccando pesantemente i villaggi dello Stato Karen dove sono rifugiati oltre che i rappresentanti del Governo di Unità Nazionale, anche 5.000 giovani del CDM (Civil Disobedience Moviment) e gli attivisti e i leader sindacali ricercati. I recenti dati pubblicati dalle organizzazioni internazionali sono estremamente preoccupanti: · La Banca Mondiale, nel Myanmar Economic Monitor di luglio 2021, sottolinea come il combinato disposto del colpo di stato e della pandemia da Covid19 provocherà una caduta del PIL del 30 % nel 2021. · L'UNDP ha dichiarato che a breve 25 milioni di persone, quasi la metà dei 54 milioni di abitanti, saranno in povertà assoluta. · L’ILO ha calcolato che “nella prima metà del 2021 si sono persi almeno 2,2 milioni di lavoratori a tempo pieno. · Le donne sono state più colpite. Violenze, stupri, uccisioni e arresti sono all’ordine del giorno anche come elemento di ricatto per i familiari in clandestinità. La maggior parte delle giovani lavoratrici nelle zone industriali hanno perso il lavoro per aver partecipato agli scioperi contro la dittatura. I settori critici più duramente colpiti sono il tessile/abbigliamento, l’edilizia, il turismo e l'ospitalità, diminuiti rispettivamente di circa il 35 per cento, 31 per cento e 25 per cento, con perdite relative ancora più elevate di ore di lavoro. · L'ONU stima che agli 1.6 milioni di sfollati interni e rifugiati a causa del conflitto negli stati di Chin, Kachin, Rakhine e Shan in Myanmar e in Bangladesh, Malesia e Tailandia, dal 1° febbraio vi siano oltre 200.000 persone che si sono aggiunte a questo elevatissimo numero. · La diminuzione della presenza delle organizzazioni internazionali e delle ONG dopo il golpe ha causato un aumento drammatico della precarietà di vita nei campi profughi, soprattutto nel Rakhine e nelle zone di conflitto. · Gli esperti di salute pubblica in Myanmar prevedono che il 50% della popolazione del paese potrebbe essere infettata dalle varianti Alpha o Delta di COVID-19 entro la fine del mese. Con il 60% delle strutture sanitarie non funzionanti, non è possibile somministrare vaccini anti Covid e altre vaccinazioni salvavita. La recrudescenza della pandemia da Covid19 viene utilizzata dai militari per ulteriori azioni repressive contro medici, infermiere e personale sanitario, che si sono schierati con l'opposizione democratica. Gli ospedali sono stati razziati, i volontari sono stati arrestati. I militari bloccano l'arrivo dei medicinali dall'estero e sequestrano le bombole di ossigeno. Molti ospedali sono stati chiusi o posti sotto il controllo militare. Nelle carceri i prigionieri politici vengono esposti a malati di Covid19. · Negli Stati etnici, Kayah, Karen, Kachin e Cin, e nella regione di Magwe e Sagaing i militari, in cerca degli oppositori, hanno razziato e distrutto chiese, arrestato religiosi cattolici, costretto alla fuga e alla sopravvivenza nella giunga centinaia di migliaia di persone e utilizzano gli abitanti ed i monaci come scudi umani. · Molte delle fabbriche che hanno riaperto e che lavorano per i marchi internazionali della moda come C&A, Zara e altri, purtroppo non rispettano i diritti fondamentali nel lavoro ne tanto meno le norme anti Covid19 costringendo le lavoratrici a lavorare senza sufficienti protezioni, fianco a fianco di lavoratori positivi al COVID19. Altre imprese hanno licenziato gli attivisti sindacali e/o li hanno denunciati ai militari. · La comunità internazionale e la UE hanno affidato all’ASEAN il ruolo negoziatore primario per l’apertura di un dialogo tra il regime militare e l’opposizione democratica rappresentata dal National Unity Government, per ottenere il ripristino della democrazia, la liberazione di tutti i prigionieri politici, a partire dal Presidente della Repubblica Win Myint e dalla leader Aung San Suu Kyi. · Purtroppo, solo dopo tre mesi dal golpe, il 24 aprile scorso, il vertice ASEAN, a cui era stato invitato l’artefice del colpo di Stato e il capo delle forze armate birmane Min Aung Hlaing, ha prodotto un accordo in cinque punti per: 1) la cessazione della violenza nel Paese, 2) l’istaurazione di un dialogo tra le parti coinvolte per giungere a una risoluzione pacifica, 3) la nomina di un inviato speciale per facilitare la mediazione tra gli attori coinvolti, 4) gli aiuti umanitari per la popolazione e 5) la costituzione di una delegazione speciale per incontrare i partiti del Paese. · Ad oggi è successo tutto il contrario. Nessun passo è stato sino ad oggi compiuto per attuare tale accordo. Al contrario l’ASEAN sta mostrando tutta la sua irrilevanza. La Risoluzione ONU approvata il 18 giugno scorso (109 voti a favore, 36 astensioni e 1 voto contrario), ha visto un voto favorevole solo di alcuni paesi ASEAN (Malesia, Filippine, Indonesia, Singapore, Vietnam e Myanmar ( perché rappresentata ancora oggi all’ONU dall’Ambasciatore nominato dal governo dell’NLD). Da subito, l’ASEAN, invece di garantire un comportamento neutrale ed assertivo, volto a instaurare il dialogo tra le parti, sta continuando, in modo plateale, a riconoscere la giunta militare. Nel suo primo viaggio in Myanmar l’inviato speciale ha incontrato solo i rappresentanti della giunta. Il 6 agosto, Wunna Maung Lwin, l’illegittimo ministro degli esteri del regime militare, è stato invitato ad una Conferenza post ministeriale ASEAN-Unione Europea. L'incontro è stato presieduto da Josep Borrell, Alto rappresentante dell'UE per gli affari esteri e la politica di sicurezza, e dal ministro degli Esteri di Singapore, Vivian Balakrishnan, che non hanno obiettato alcunché, rispetto alla presenza del rappresentante della giunta militare. Dal 22 agosto al 25 agosto si è tenuta a Singapore la 42° Assemblea Generale dell’ASEAN Inter-Parliamentary Assembly, a cui sono stati invitati come osservatori, i rappresentanti della giunta militare, e non i parlamentari democraticamente eletti l’8 novembre scorso, che avevano diritto a partecipare. · Cina e Russia continuano a sostenere la giunta militare birmana e ad alimentare la repressione con armi e tecnologie militari. La Russia si è rifiutata sin dall’inizio di condannare il golpe, affermando che l’esercito è l’unico garante dell’unità del paese. Ha ospitato a Mosca il capo delle forze armate birmane e siglato ulteriori accordi militari. La Russia ha interesse a mettere un piede in Birmania, vista la sua collocazione nell’Oceano Indiano. Gli interessi geopolitici ed economici cinesi sono ancora maggiori, visti gli accordi siglati negli anni scorsi nel quadro della Belt and Road Initiative. Accordi che valgono miliardi di dollari e che garantiranno un controllo economico e politico sia del Myanmar che dell’area regionale, con i grandi progetti industriali e infrastrutturali che porteranno benefici politici ed economici enormi a Pechino. Tali grandi interessi possono essere controllati, solo da una decisione chiara della Assemblea Generale ONU per il riconoscimento del Governo di Unità Nazionale. Dalla sua nomina ad aprile scorso, il Governo di Unità Nazionale (NUG) ha lavorato alacremente a sostegno della popolazione birmana, provvedendo sia al sostegno economico che sanitario e ha adottato alcune fondamentali decisioni politiche tra cui: · la cancellazione della costituzione imposta dai militari nel 2008, e la riscrittura di una Costituzione democratica e federale, e di un sistema di difesa e sicurezza sotto il totale controllo civile. Ciò attraverso un lungo lavoro comune con tutte le organizzazioni etniche, della società civile e sindacali. · il riconoscimento formale della popolazione Rohingya come gruppo etnico birmano, · la attuazione di tutte le Raccomandazioni della Commissione Kofi Annan sul Rakhine, tra cui la cancellazione della legge sulla cittadinanza, e la sua sostituzione con una legge basata sullo jus soli. · la ratifica del Trattato di Roma sulla Corte Penale Internazionale (ICC), per il perseguimento dei crimini di guerra commessi dal 2002 ad oggi nel Rakhine (incluso i Rohingya) e in tutto il resto del paese dalla giunta militare. Ad oggi l’ONU continua a riconoscere le credenziali dell’Ambasciatore Kyaw Moe Tun, nominato dal governo dell’NLD. Mentre l’OMS, la FAO e l’ILO hanno rifiutato le credenziali presentate dalla giunta militare alle loro conferenze annuali. Questo è un segnale positivo. Il 6 agosto scorso due birmani sono stati arrestati con l’accusa di voler attentare alla vita dell’Ambasciatore Kyaw Moe Tun. Al fine di arrivare al riconoscimento delle credenziali del NUG alla prossima 75° Assemblea Generale dell’ONU, si sta organizzando una campagna internazionale. Molti governi e parlamenti hanno già aperto un dialogo positivo con il NUG. · Il 9 aprile il governo del Regno Unito ha convocato una riunione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite sulla base della formula Arria, invitando il NUG a spiegare la situazione in Myanmar. A maggio i leader del G7 hanno adottato una dichiarazione che ricorda gli sforzi del Comitato che rappresenta il Parlamento dell'Unione (CRPH) e di altri leader pro-democrazia, insieme al Governo di Unità Nazionale (NUG). · Il 24 maggio, la Repubblica Ceca è stata il primo paese a riconoscere ufficialmente il NUG. · Il 4 agosto, il NUG ha incontrato il vicesegretario di Stato americano, Wendy Sherman. · Il 28 agosto, il governo della Corea del Sud, ha riconosciuto formalmente il NUG. · Ad oggi il NUG ha incontrato altri governi e parlamentari, come il ministro degli esteri della Germania; la Commissione per le relazioni internazionali e la difesa del Senato della Repubblica Ceca; la Commissione Affari Esteri della Difesa e delle Forze Armate del Senato in Francia; la Baronessa Cox di Queensbury di Londra, il Parlamento della UK; · Il gruppo parlamentare giapponese a sostegno della democratizzazione in Myanmar ha approvato una dichiarazione congiunta; · 36 parlamentari della UE, Svizzera, Regno Unito e Australia; parlamentari in Spagna; parlamentari del Canada e il Parlamento europeo il 2 luglio. I parlamentari nel mondo hanno sostenuto il riconoscimento del NUG. I parlamentari dell'ASEAN per i Diritti Umani hanno esortato l'ASEAN a invitare il NUG alla riunione dei leader dell'ASEAN il 24 aprile. Il 10 giugno sei parlamentari britannici di tutti i partiti hanno invitato il governo del Regno Unito a riconoscere il NUG. Più di 40 parlamentari francesi hanno invitato il governo francese a riconoscere il NUG e ad aumentare la pressione sul conglomerato francese, Total in Myanmar. La Confederazione sindacale birmana CTUM, con oltre 100.000 iscritti in tutto il paese, che forma l’ossatura delle proteste popolari contro la giunta militare, ha lanciato una richiesta di sanzioni globali contro la giunta militare e sostiene la richiesta di riconoscimento del National Unity Government all’ONU. Da qui all’inizio della Assemblea Generale dell’ONU si terranno incontri con le autorità e parlamentari ASEAN, della UE, e degli USA. Il 15 settembre si terrà una iniziativa internazionale per il riconoscimento del NUG e la approvazione di sanzioni generalizzate contro la giunta militare. http://www.birmaniademocratica.org/document.aspx/it/aggiornamento_sulla_situazione_in_myanmar_il_1_settembre_2021/politica?lang=it Wed, 01 Sep 2021 15:17:03 GMT 0c7198efcd0f42dcbd4b9178fd043307 CRPH who we are approvata dal CRPH aprile 2021 2021-05-10T19:26:39.3500000+02:00 http://www.birmaniademocratica.org/document.aspx/it/crph/politica?lang=it Mon, 10 May 2021 17:26:39 GMT 077a775aab854c0381b7b058fecb28c8 Il Governo di Unità Nazionale nominato il 16 aprile 2021 2021-05-10T19:22:31.6330000+02:00 http://www.birmaniademocratica.org/document.aspx/it/il_governo_di_unita_nazionale/politica?lang=it Mon, 10 May 2021 17:22:31 GMT 1535f15481174523b419f5e27e7116c7 La decisione del comitato parlamentare da un duro colpo alle speranze presidenziali di Aung San Suu Kyi Il Portavoce della Camera Bassa Shwe Mann si era dichiarato favorevole alle modifiche per poter arrivare a elezioni libere e eque 2014-06-12T22:10:29.7070000+02:00 Normal 0 14 false false false IT JA X-NONE Normal 0 14 false false false IT JA X-NONE RANGOON —Il Comitato parlamentare che guida il processo di emendamenti costituzionali ha votato contro il l cambiamento del controverso articolo che impedisce alla leader di Aung San Suu Kyi di candidarsi alla presidenza. Il Comitato per la attuazione degli emendamenti costituzionali ha votato a stragrande maggioranza di raccomandare il mantenimento dell’articolo 59(F). ha dichiarato all’Irrawaddy il rappresentante del partito di governo USDP che fa parte del comitato. Nel corso di una riunione del comitato del 6 giugno “solo cinque componenti hanno votato a favore della modifica dell’articolo” ha dichiarato il parlamentare aggiungendo che i membri del comitato appartenenti all’USDP e quelli dell’esercito hanno persuaso gli altri a rifiutare i cambiamenti. “visto che la maggioranza dei componenti hanno votato contro, l’articolo non verrà cambiato da questo Parlamento. Dei 31 membri del comitato, sette sono rappresentanti dei militari non eletti mentre 14 rappresentano l’USDP. Solo due sono membri sono rappresentanti dell’NLD, il partito di Aung San Suu Kyi ed otto rappresentano altri partiti. Il comitato presenterà le sue raccomandazioni conclusive al Parlamento dell’Unione, dove si voterà le proposte di cambiamento costituzionale. Un articolo controverso. L’articolo 59 (F) è uno dei più controversi della costituzione scritta dai militari nel 2008 e stabilisce che il presidente non possa essere sposato o avere figli da persone di altra nazionalità e i figli di Aung San Suu Kyi e di suo marito l’accademico Michael Aris sono inglesi. La decisione della presidente dell’NLD di voler modificare questo articolo ha ottenuto il sostegno non solo dal pubblico ma anche da uno delle persone più potenti del parlamento: il portavoce della Camera bassa Shwe Mann, che guida l’USDP e che ha espresso egli stesso l’ambizione di diventare presidente. “ Per poter avere elezioni libere ed eque nel 2015, devo ammettere che dovremmo emendare il 59F” ha dichiarato all’Irrawaddy in una conferenza stampa tenutasi lo scorso anno a Naypyidaw. Il comitato centrale dell’USDP ha proposto a dicembre un emendamento che permetterebbe ad Aung San Suu Kyi di essere eleggibile alla presidenza, se i suoi figli adottassero la cittadinanza birmana, ma loro non sono intenzionati ad abbandonare la cittadinanza inglese e Suu Kyi non ha fatto pressione su di loro. Oltre all’articolo 59(F) Aung san Suu Kyi negli ultimi mesi si è concentrata sulla modifica dell’articolo 436 che conferisce ai militari il potere di porre veto sugli emendamenti. Un membro del Comitato per la attuazione degli emendamenti costituzionali ha dichiarato all’Irrawaddy il mese scorso che il comitato ha concordato di raccomandare l’emendamento dell’articolo 436. http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=136d5fb8fc3b4634b37d4dcd66543d33&docid=1535f15481174523b419f5e27e7116c7 Thu, 12 Jun 2014 20:10:29 GMT 6111e1bf66dc48a788a80cce0702121c I nazionalisti anti mussulmani guidati da monaci buddisti hanno lanciato un boicottaggio della azienda Ooredoo del Qatar che lancerà il mese di agosto la fornitura di servizi di telefonia mobile Con un investimento di 15 miliardi di $ Ooredoo ha promesso di sviluppare una rete che dovrebbe raggiungere in due anni il 90% della popolazione birmana . 2014-06-08T11:23:17.6730000+02:00 I nazionalisti anti mussulmani guidati da monaci buddisti hanno lanciato un boicottaggio della azienda Ooredoo del Qatar che lancerà il mese di agosto la fornitura di servizi di telefonia mobile."Non vogliamo avere altri guai nel nostro paese contribuendo ai profitti ad una azienda mussulmana” ha dichiarato Pamauhka, monaco del monastero Magwe di Rangoon, che sta guidando la campagna di boicottaggio.Il paese, a stragrande maggioranza buddista, dopo che la giunta militare aveva acconsentito alle elezioni politiche che hanno portato alla nomina del presidente Thein Sein nel 2011, ha visto una crescita delle posizioni antimusulmane.I monaci buddhisti estremisti hanno lanciato nel 2012 il movimento, cosiddetto 696, che incoraggia il boicottaggio di servizi di proprietà di mussulmani, che in tutto rappresentano meno del 10% della popolazione. Il monaco Parmouhka ha dichiarato che il suo monastero sta programmando di promuovere una iniziativa lungo tutto il paese per informare la gente e chiedergli di non acquistare i prodotti della azienda del Qatar. “Lo facciamo perché l’Ooredoo è di proprietà di buddhisti e loro utilizzeranno i loro profitti derivanti dal loro investimento in Birmania per costruire moschee nel nostro paese e sostenere finanziariamente quei buddisti che vogliono sposare le nostre donne. Questa azienda distruggerà la nostra razza ed è una minaccia alla nostra religione.” l’Ooredoo, azienda del Qatar, con base in Birmania è una delle due aziende del settore delle telecomunicazioni che lo scorso anno ha vinto la gara per la costituzione e gestione delle reti di telefonia mobile 2G e 3G. “ chiediamo al nostro popolo di non usare o acquistare alcun prodotto o servizio della Ooredoo e di non rispondere alle chiamate che provengono da numeri di Ooredoo.” Ha dichiarato Pamauhka. Lo staff birmano di Ooredoo ha relativizzato la campagna di boicottaggio. ”credo che qualsiasi sospetto nei confronti della nostra azienda verrà dissipato rapidamente una volta che la gente inizierà a conoscere di più il nostro marchio e gli effetti positivi che apporteremo alla popolazione del paese” ha dichiarato il portavoce Thiri Kyar Nyo. l’ Ooredoo inizierà a fornire i servizi di telefonia mobile 3G in agosto mentre la rivale norvegese Telenor dovrebbe iniziare i suoi servizi a settembre. La Telenor ha dichiarato di non considerare positivamente la richiesta di boicottaggio. “Per Telenor Birmania è importante trattare i nostri concorrenti con rispetto e quindi non sosteniamo queste azioni” ha sottolineato il direttore esecutivo Petter Furberg. Con un investimento di 15 miliardi di $ Ooredoo ha promesso di sviluppare una rete che dovrebbe raggiungere in due anni il 90% della popolazione birmana. http://www.birmaniademocratica.org/document.aspx/it/i_nazionalisti_anti_mussulmani_guidati_da_monaci_buddisti_hanno_lanciato_un_boicottaggio_della_azienda_ooredoo_del_qatar_che_lancera_il_mese_di_agosto_la_fornitura_di_servizi_di_telefonia_mobile/politica?lang=it Sun, 08 Jun 2014 09:23:17 GMT 1ceb6b2a778b4c73b4f75c19a0cbf17b Resa nota la proposta di legge contro i matrimoni interreligiosi e le conversioni secondo i critici sono discriminatorie e contro i mussulmani 2014-05-30T08:01:28.1570000+02:00 Il governo birmano ha iniziato a rivelare i contenuti delle proposte di legge che i critici sostengono siano motivate ​​da odio religioso e potrebbero aumentare la discriminazione nei confronti della minoranza musulmana, già oggi emarginata del Paese. I quattro disegni di legge traggono origine da una petizione presentata al presidente Thein Sein, nel luglio dello scorso anno da un gruppo di monaci buddisti nazionalisti. La petizione chiedeva tra l’altro, di limitare i matrimoni interreligiosi e le conversioni religiose. Secondo i monaci, vi è la necessità di proteggere la razza e la religione e di sostenere la pace. Le tensioni tra la maggioranza buddista e la minoranza musulmana in Birmania, sono aumentate fino ad arrivare alle durissime violenze tra buddhisti e mussulmani nel 2012, quando il paese iniziava ad emergere da decenni di regime militare autoritario. Una fazione dei buddisti nazionalisti è stata criticata ed accusata di fomentare le ostilità. Il primo progetto di legge - derivante da una richiesta presentata da una coalizione di monaci che fanno parte dell'Organizzazione per la protezione di razza, religione e di credo - è stata pubblicata dai media di Stato martedì, con una richiesta di commenti pubblici entro il 20 giugno. La proposta di legge prevede che coloro che vogliono cambiare religione debbono ottenere il permesso da una serie di autorità locali. L’obiettivo sono i mussulmani? Le organizzazioni della società civile ritengono che tale bozza sia motivata dalla preoccupazione di prevenire la diffusione dell'Islam nel Paese a maggioranza buddista. "L'obiettivo è contro i musulmani", ha detto Thin Thin Aung, della Lega delle donne birmane, che fa parte di una coalizione di organizzazioni di donne impegnate contro la proposta di legge sui matrimoni interreligiosi. "Quasi tutti i punti presenti in queste proposte di legge hanno come obiettivo i musulmani, si fondano sull’odio contro questa minoranza religiosa." Il progetto di legge sui matrimoni interreligiosi deve essere ancora pubblicato. Ma Human Rights Watch e altri gruppi per i diritti, che hanno dichiarato di aver visto il progetto di proposta, sostengono che questo preveda che le donne buddiste siano autorizzate a sposare solo uomini buddisti e coloro che vogliono sposare un buddhista devono cambiare religione. Il pretendente dovrebbe ottenere anche il consenso scritto dei genitori della donna. Secondo Human Rights Watch, la proposta prevede una pena detentiva di 10 anni per ogni non-buddista che sposa un buddista in violazione di legge,. Matthew Smith, direttore esecutivo dell’organizzazione per i diritti Fortify Rights, ha dichiarato che la legge "legittimerebbe sul piano legale i timori dei buddisti di uno scavalcamento dei mussulmani ed è palesemente discriminatoria" ha ribadito. "Il fatto che i legislatori birmani stiano prendendo in considerazione una legge come questa dovrebbe far suonare un campanello d'allarme tra la comunità internazionale. Le discriminazioni anti-musulmane stanno raggiungendo livelli senza precedenti." Ma Ye Htut, portavoce presidenziale, ha dichiarato invece che fino a quando il progetto di legge non verrà presentato, ogni commento sul suo contenuto è "solo speculazione". "Il comitato che lavora sul disegno di legge prenderà in considerazione tutti i consigli e le opinioni pubbliche sul loro lavoro", ha dichiarato. "Si devono anche considerare gli articoli della Costituzione che garantiscono nel nostro paese la libertà di religione, e fanno riferimento alle altre convenzioni internazionali sui diritti umani." Limiti alla dimensione della famiglia Secondo le organizzazioni per i diritti umani, le altre proposte di legge connesse con quella sulla "razza e protezione della religione" saranno presto presentate ed includeranno il divieto di poligamia e limiti sulle dimensioni della famiglia - anche per contenere la crescita della popolazione musulmana. I musulmani in Birmania rappresentano circa il 5% del dei quasi 60 milioni di abitanti. http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=136d5fb8fc3b4634b37d4dcd66543d33&docid=1ceb6b2a778b4c73b4f75c19a0cbf17b Fri, 30 May 2014 06:01:28 GMT a046fb1046754da998b9555389d7585f proposte di legge contro i matrimoni interreligiosi e le conversioni secondo i critici le proposte di legge sono discriminatorie e in violazioe dei diritti fondamentali 2014-05-30T07:43:38.3700000+02:00 Il governo birmano ha iniziato a rivelare i contenuti delle proposte di legge che i critici sostengono siano motivate ​​da odio religioso e potrebbero aumentare la discriminazione nei confronti della minoranza musulmana, già oggi emarginata del Paese. I quattro disegni di legge traggono origine da una petizione presentata al presidente Thein Sein, nel luglio dello scorso anno da un gruppo di monaci buddisti nazionalisti. La petizione chiedeva tra l’altro, di limitare i matrimoni interreligiosi e le conversioni religiose. Secondo i monaci, vi è la necessità di proteggere la razza e la religione e di sostenere la pace. Le tensioni tra la maggioranza buddista e la minoranza musulmana in Birmania, sono aumentate fino ad arrivare alle durissime violenze tra buddhisti e mussulmani nel 2012, quando il paese iniziava ad emergere da decenni di regime militare autoritario. Una fazione dei buddisti nazionalisti è stata criticata ed accusata di fomentare le ostilità. Il primo progetto di legge - derivante da una richiesta presentata da una coalizione di monaci che fanno parte dell'Organizzazione per la protezione di razza, religione e di credo - è stata pubblicata dai media di Stato martedì, con una richiesta di commenti pubblici entro il 20 giugno. La proposta di legge prevede che coloro che vogliono cambiare religione debbono ottenere il permesso da una serie di autorità locali. L’obiettivo sono i mussulmani? Le organizzazioni della società civile ritengono che tale bozza sia motivata dalla preoccupazione di prevenire la diffusione dell'Islam nel Paese a maggioranza buddista. "L'obiettivo è contro i musulmani", ha detto Thin Thin Aung, della Lega delle donne birmane, che fa parte di una coalizione di organizzazioni di donne impegnate contro la proposta di legge sui matrimoni interreligiosi. "Quasi tutti i punti presenti in queste proposte di legge hanno come obiettivo i musulmani, si fondano sull’odio contro questa minoranza religiosa." Il progetto di legge sui matrimoni interreligiosi deve essere ancora pubblicato. Ma Human Rights Watch e altri gruppi per i diritti, che hanno dichiarato di aver visto il progetto di proposta, sostengono che questo preveda che le donne buddiste siano autorizzate a sposare solo uomini buddisti e coloro che vogliono sposare un buddhista devono cambiare religione. Il pretendente dovrebbe ottenere anche il consenso scritto dei genitori della donna. Secondo Human Rights Watch, la proposta prevede una pena detentiva di 10 anni per ogni non-buddista che sposa un buddista in violazione di legge,. Matthew Smith, direttore esecutivo dell’organizzazione per i diritti Fortify Rights, ha dichiarato che la legge "legittimerebbe sul piano legale i timori dei buddisti di uno scavalcamento dei mussulmani ed è palesemente discriminatoria" ha ribadito. "Il fatto che i legislatori birmani stiano prendendo in considerazione una legge come questa dovrebbe far suonare un campanello d'allarme tra la comunità internazionale. Le discriminazioni anti-musulmane stanno raggiungendo livelli senza precedenti." Ma Ye Htut, portavoce presidenziale, ha dichiarato invece che fino a quando il progetto di legge non verrà presentato, ogni commento sul suo contenuto è "solo speculazione". "Il comitato che lavora sul disegno di legge prenderà in considerazione tutti i consigli e le opinioni pubbliche sul loro lavoro", ha dichiarato. "Si devono anche considerare gli articoli della Costituzione che garantiscono nel nostro paese la libertà di religione, e fanno riferimento alle altre convenzioni internazionali sui diritti umani." Limiti alla dimensione della famiglia Secondo le organizzazioni per i diritti umani, le altre proposte di legge connesse con quella sulla "razza e protezione della religione" saranno presto presentate ed includeranno il divieto di poligamia e limiti sulle dimensioni della famiglia - anche per contenere la crescita della popolazione musulmana. I musulmani in Birmania rappresentano circa il 5% del dei quasi 60 milioni di abitanti. http://www.birmaniademocratica.org/document.aspx/it/il_governo/politica?lang=it Fri, 30 May 2014 05:43:38 GMT 4cb3f7792ce643f89f1df6ca886fe543 importanti passi in avanti nei negoziati di pace. terminato il secondo round negoziale, i prossimi incontri, si spera definitivi si teranno nel mese di giugno 2014-05-23T16:45:13.2000000+02:00 http://www.birmaniademocratica.org/document.aspx/it/terminato_il_secondo_round_degli_accordi_di_pace/politica?lang=it Fri, 23 May 2014 14:45:13 GMT b88e5ab55ca44862a8239247aefa0161 L'NLD si oppone alle misure della commissione elettorale che esautorano il ruolo del Parlamento La commissione elettorale autorizza solo i singoli candidati ad indire manifestazioni elettorali 2014-05-16T10:05:29.9970000+02:00 I punti centrali del contenzioso riguardano i limiti alla campagna imposti dalla commisisone elettorale sui candidati alle elezioni. Il maggior partito di opposizione, l’NLD ha dichiarato che non vi sono stati progressi nel dialogo con la Commissione elettorale nazionale sulle nuove e controverse regole per la campagna elettorale. Il portavoce dell’NLD Nyan Win ha dichiarato martedì scorso che tali norme sono illegali. “nessuna legge ha autorizzato nessuno a mettere a punto questo tipo di procedrue, ed inoltre severranno attuate sarebbero contrarie alla giurisdizione del Parlamento dell’Unione.” Il punto principale di contesa riguarda i limiti imposti dalla commissione sui candidati alle elezioni. La commissione ha dichiarato che solo i singoli candidati possono organizzare manifestazioni pubbliche, mentre l’NLD afferma che nei prossimi giorni si alleerà con altri gruppi di attivisti per la attuazione di manifestazioni per l’adozione di misure che facilitino la modifica della costituzione. La leader dell’NLD e Premio Nobel Aung San Suu Kyi dovrebbe essere la figura chiave delle prossime manifestazioni sabato a Rangoon e domenica a Mandalay. Aung San Suu Kyi dovrebbe parlare insieme a Min Ko Niang, uno dei leader dell’organizzazione che promosse la rivolta degli studenti del 1988, rivolta repressa dalla giunta militare di allora. L’opposizione afferma che le attuali norme per la modifica della costituzione prevedono una maggioranza troppo alta per l’adozione di tali riforme. http://www.birmaniademocratica.org/document.aspx/it/l_nld_si_oppone_alle_misure_della_commissione_elettorale_che_esautorano_il_ruolo_del_parlamento/politica?lang=it Fri, 16 May 2014 08:05:29 GMT a3c283ee35a54d2f90dbc57105c62b3e l'NLD critica le misure sulle campagne politiche, adottate dalla commissione elettorale Duro attacco alla commissione elettorale: le misure ledono il ruolo del Parlamento 2014-05-16T09:53:06.0470000+02:00 I punti centrali del contenzioso riguardano i limiti alla campagna imposti dalla commisisone elettorale sui candidati alle elezioni. Il maggior partito di opposizione, l’NLD ha dichiarato che non vi sono stati progressi nel dialogo con la Commissione elettorale nazionale sulle nuove e controverse regole per la campagna elettorale. Il portavoce dell’NLD Nyan Win ha dichiarato martedì scorso che tali norme sono illegali. “nessuna legge ha autorizzato nessuno a mettere a punto questo tipo di procedrue, ed inoltre severranno attuate sarebbero contrarie alla giurisdizione del Parlamento dell’Unione.” Il punto principale di contesa riguarda i limiti imposti dalla commissione sui candidati alle elezioni. La commissione ha dichiarato che solo i singoli candidati possono organizzare manifestazioni pubbliche, mentre l’NLD afferma che nei prossimi giorni si alleerà con altri gruppi di attivisti per la attuazione di manifestazioni per l’adozione di misure che facilitino la modifica della costituzione. La leader dell’NLD e Premio Nobel Aung San Suu Kyi dovrebbe essere la figura chiave delle prossime manifestazioni sabato a Rangoon e domenica a Mandalay. Aung San Suu Kyi dovrebbe parlare insieme a Min Ko Niang, uno dei leader dell’organizzazione che promosse la rivolta degli studenti del 1988, rivolta repressa dalla giunta militare di allora. L’opposizione afferma che le attuali norme per la modifica della costituzione prevedono una maggioranza troppo alta per l’adozione di tali riforme. http://www.birmaniademocratica.org/document.aspx/it/l_nld_critica_le_misure_sulle_campagne_politiche_adottate_dalla_commissione_elettorale/politica?lang=it Fri, 16 May 2014 07:53:06 GMT feed733536a34737b34b2b3f5043b501 La richiesta di riforme costituzionali presentata da Aung San Suu Kyi è apprezzata dalle popolazioni del Delta dell’Irrawaddy. Sabato scorso, nel quadro della campagna nazionale per ottenere il sostegno pubblico alla riforma della costituzione non democratica, migliaia di residenti della zona del Delta dell’Irrawaddy hanno accolto con enorme calore la leader dell’opposizione Aung San Suu Kyi, un messaggio che è stato ricevuto positivamente dalla folla eccitata della Township di Maupin. 2014-05-14T10:16:48.4000000+02:00 Sabato scorso, nel quadro della campagna nazionale per ottenere il sostegno pubblico alla riforma della costituzione non democratica, migliaia di residenti della zona del Delta dell’Irrawaddy hanno accolto con enorme calore la leader dell’opposizione Aung San Suu Kyi, un messaggio che è stato ricevuto positivamente dalla folla eccitata della Township di Maupin. La presidente della lega Nazionale per la Democrazia ha dichiarato nel corso della manifestazione che l’esercito birmano, conosciuto anche come Tatmadaw, dovrebbe consentire la modifica della costituzione e rispettare il volere del popolo. “Il Tatmadaw dovrebbe lavorare solo per il popolo… Mio padre non ha costituito l’esercito perché lavorasse per gli interessi di un gruppo”. Ha dichiarato Suu Kyi facendo riferimento a suo padre, il generale Aung San, il più importante leader dell’indipendenza e fondatore dell’esercito subito dopo la II guerra mondiale. “La prima priorità dell’esercito è di rispettare i desideri del popolo” ha detto. “Non c’è bisogno che l’esercito abbia tema le idee contrastanti. Abbiamo bisogno di negoziare tutti insieme. La negoziazione per raggiungere una soluzione è la modalità con cui si lavora un sistema democratico. Decine di migliaia di persone, prevalentemente contadini si erano riuniti sabato mattina per l’evento, durato due ore, organizzato in un campo che ha offerto una certa protezione dal forte sole. Una folla festosa e molte persone indossavano abiti rossi e bianchi, i colori dell’NLD, agitando le bandiere con il simbolo del partito, il pavone da combattimento. Una giovane ragazza sul podio ha cantato una canzone sulla vittoria di Aung San Suu Kyi nelle prossime elezioni del 2015 e per la presidenza della repubblica. Aung San Suu Kyi non ha menzionato la questione della presidenza, ma ha attaccato la costituzione, descrivendola come un vincolo non democratico sul popolo birmano. “sottostare a questa costituzione è ancora più caldo che stare sotto questo sole. Quindi per potere essere in grado di vivere una condizione migliore, il nostro popolo ha bisogno di essere coinvolto in un movimento per l’emendamento della costituzione.” Ha dichiarato. “Il potere dovrebbe essere nelle mani del nostro popolo e non in quelle di un piccolo gruppo”. Il messaggio ha prodotto una reazione efficace da parte della folla, che quando interrogata da Suu Kyi sul possibile sostegno alla riforma costituzionale quasi tutti hanno sollevato le loro mani in aria. Una donna tra la folla battendo le mani urlava: “questo vuol dire molto per noi!” e poi ha aggiunto “Oh, sembra ancora così giovane e carina” riferendosi ad Aung San Suu Kyi. Dall’inizio del 2013 Suu Kyi ha iniziato a fare pressioni pubbliche per la modifica della costituzione, ma il partito di governo USDP è stato sempre riluttante a collaborare, mentre i militari hanno dichiarato che vogliono che la costituzione rimanga intoccata. A febbraio la leader dell’NLD ha annunciato che si sarebbe alleata con gli attivisti della organizzazione molto rispettata denominata “generazione 88 in modo da lanciare un movimento popolare per forzare la riforma della costituzione in vista delle elezioni del 2015. Nei recenti mesi la leader è intervenuta alle manifestazioni per chiedere al pubblico birmano il sostegno ed insieme al leader della Generazione 88 sta programmando di tenere grandi manifestazioni a Rangoon e Mandalay la prossima settimana. La costituzione è stata stilata dai militari nel 2008 e ratificata con un referendum farsa tenutosi solo pochi giorni dopo che il ciclone Nargis aveva colpito il paese. La costituzione da all’esercito il controllo su un quarto del parlamento, l’immunità dai crimini commessi durante il regime militare, e impedisce ad Aung San Suu Kyi di diventare presidente della repubblica perché i suoi figli hanno la cittadinanza inglese. La costituzione stabilisce inoltre che gli emendamenti chiave possono essere approvati solo con il sostegno del 75% del parlamento, una clausola che da all’esercito il potere di veto sulle riforme. http://www.birmaniademocratica.org/document.aspx/it/la_richiesta_di_riforme_costituzionali_presentata_da_aung_san_suu_kyi_e_apprezzata_dalle_popolazioni_del_delta_dell_irrawaddy_/politica?lang=it Wed, 14 May 2014 08:16:48 GMT 6e85027227494649a8f637b0b5cfd641 Concluso a Napyidaw il Vertice ASEAN, Il People Forum cancella l'incontro con i governi Asean a causa dell'interferenza di alcuni di loro sulle delegazioni ONG. Dopo 17 anni dall'ingresso della Birmania nell'ASEN. Preoccupazioni per la situazione nel Mare della Cina 2014-05-14T10:09:42.6600000+02:00 Naypyidaw - nella capitale birmana si è appena chiusa la prima importante riunione della presidenza birmana dell’ ASEAN, alla quale hanno partecipato oltre ai leader regionali, più di 400 giornalisti. Il primo vertice ASEAN del 2014 si è tenuto in Birmania dopo 17 anni da quando il paese è entrato a far parte dell'Associazione di 10 nazioni del sud-est asiatico Il tema della presidenza ASEAN (AEC) è stato: "Andare avanti insieme per una comunità prospera e pacifica". Quest'anno sarà un anno importante per la Birmania, che dovrebbe svolgere un ruolo più attivo nelle questioni regionali ed internazionali, da quando il paese ha deciso di avviare un programma di riforme politiche ed economiche che hanno consentito la sospensione delle sanzioni internazionali. I capi di governo ed i ministri e dei paesi Asean sono arrivati a Naypyidaw il 10 maggio, e il 24° vertice si è tenuto l’ 11 maggio presso il nuovo Myanmar International Convention Center 1. Le riunioni in programma hanno previsto colloqui sull’AEC, una riunione del Consiglio di Sicurezza Asean, un incontro dei parlamentari Asean. Nel mese di gennaio i Ministri degli esteri regionali si erano incontrati a Bagan, ma il vertice di Napyidaw sarà il primo di quest'anno e la prima riunione dei leader Asean in Birmania. Alcune delle strade poco utilizzate della capitale birmana, la cui costruzione è stata completata meno di un decennio fa, sono state riparate e rese più agevoli in vista del summit. Il governo birmano ha aperto per l’occasione un centro multimediale all’interno del MIC e sono stati messi a disposizione della stampa 100 computer e la connessione internet Wi-Fi. Al termine del vertice i ministri degli esteri in una dichiarazione specifica hanno sottolineato la loro profonda preoccupazione sugli attuali sviluppi nel Sud del mar della Cina, che hanno aumentato le tensioni nell’area ed hanno chiesto con urgenza a tutte le parti interessate di evitare ogni azione che potrebbe minare la pace e la stabilità nell’area e di risolvere le dispute con mezzi pacifici e senza minacciare o usare la forza. Inoltre è stata approvata la dichiarazione “realizzazione della comunità ASEAN entro il 2015. La dichiarazione riafferma l’impegno di promuovere la cooperazione nel sudest asiatico “in uno spirito di eguaglianza e partnership per contribuire alla pace, al progresso e alla prosperità della regione.” I governi si impegnano tra l’altro: a rafforzare il mantenimento e la promozione della pace, della stabilità dell’armonia e della prosperità nella regione, promuovendo la democrazia, la buona governance, lo stato di diritto la protezione e tutela dei diritti umani e delle libertà fondamentali. Come pure, l’impegno a promuovere ulteriormente gli sforzi per la pace e la riconciliazione utilizzando i meccanismi e le entità associate nell’ASEAN, compreso l’Istituto per la Pace e la Riconciliazione (AIPR). Uno dei punti più delicati riguardava la questione del mare del sud della Cina che ha visto la conferma dell’impegno al rispetto della dichiarazione sulla Condotta delle Parti nel Mare del Sud della Cina, secondo i principi della Convenzione ONU del 1982. La Dichiarazione prevede una collaborazione con le potenze nucleari della regione per la firma e ratifica del Protocollo al trattato sulla zona Southeast Asia Nuclear Weapon -Free Zone. Si prevede l’intensificazione del lavoro per la realizzazione della Asean Eonomic Community e la attuazione delle iniziative per la realizzazione del mercato unico della ASEAN e di tutte le misure necessarie per la liberalizzazione della circolazione delle merci, dei servizi, degli investimenti e del lavoro qualificato e per una maggiore liberalizzazione del flusso di capitali. Un paragrafo riguarda l’accelerazione della attuazione del Piano di Lavoro II dell’ IAI per incrementare la cooperazione tecnica e per lo sviluppo per ridurre i divari di sviluppo e ridurre la povertà anche dopo il 2015 ed uno per il rafforzamento dell’impegno per l’empowerment delle donne, dei giovani, dei minori e delle persone disabili e degli altri gruppi vulnerabili. Nel mese di marzo, si era tenuta a Rangoon la riunione dell'ASEAN People Forum, incontro periodico delle organizzazioni della società civile dei 10 paesi ASEAN, che hanno potuto incontrare il Ministro della Presidenza della Repubblica Birmana Aung Min, personalità chiave nello sviluppo dei programmi di pacificazione del paese. Il Ministro ha dichiarato: “dobbiamo lavorare alacremente per convincere le autorità che questo è un evento parallelo guidato dalla società civile. Abbiamo avuto incontri regolari con le agenzie governative interessate e ciò ci ha aiutato molto per superare tutti i tipi di incomprensioni e di informazioni sbagliate. Questo è veramente un buon segno." In precedenza infatti il People Forum aveva incontrato molti problemi. lo scorso anno in Cambogia, vi sono state interferenze pesanti da parte del governo cambogiano. Purtroppo tali interferenze si sono ripetute anche in vista dell'incontro tra la delegazione del People Forum e i governi Asean, in programma durante il vertice di maggio e nonostante gli sforzi del governo birmano per risolvere positivamente tali problemi chiave, la delegazione della società civile in un comunicato, ha spiegato le motivazioni che hanno portato il Forum a cancellare l'incontro previsto con i capi di stato e di governo a causa della inaccettabile sostituzione da parte dei governi di Cambogia, Malesia e Singapore di alcuni delegati della società civile di quei paesi e la sostituzione di questi con persone nominate dagli stessi governi. allegati: Dichiarazione dei capi di Stato e di Governo ASEAN Dichiarazione del Presidente di turno dell'ASEN Dichiarazione dei Ministri degli Esteri ASEAN http://www.birmaniademocratica.org/document.aspx/it/conclusosi_a_napyidaw_il_vertice_asean/politica?lang=it Wed, 14 May 2014 08:09:42 GMT 61baf6816e084b3eb32563f610f7e7ce Win Tin, eroe della dissidenza birmana muore a Rangoon. 2014-05-06T12:43:49.8970000+02:00 Una vita dedicata al suo paese. Un uomo di straordinario rigore morale ed intellettuale, , giornalista e uomo politico, lascia una grande eredità di valori e di principi che dovrebbero orientare la vita politica e le scelte future del paese. Arrestato nel luglio del 1989 insieme a centinaia di dissidenti, per le sue ripetute critiche alla giunta militare ed i suoi stretti legami con Aung San Suu Kyi, fu condannato a 21 anni di carcere ed ad ulteriori 7 nel 1996 per aver inviato un rapporto all'ONU sulle terribili condizioni di vita e sulle torture nelle carceri birmane. Ha trascorso la maggior parte dei 19 anni di carcere in isolamento in una gabbia per cani, ripetutamente torturato e privato delle cure mediche, di acqua e cibo. Fu rilasciato nel settembre 2008 grazie ad un'amnistia, che lui aveva rifiutato, perchè non avrebbe cancellato le accuse contro di lui. Finalmente venne rilasciato senza condizioni. Fino all'ultimo continuò ad indossare la camicia blu utilizzata dai detenuti, per chiedere la liberazione di tutti i prigionieri politici. Oltre 100.000 persone al suo funerale. Rangoon 21 aprile E' morto a 85 anni in Birmania Win Tin, noto giornalista e il prigioniero politico più a lungo detenuto per aver sfidato la giunta militare. Ha fondatocon Aung San Suu Kyi la Lega nazionale per la democrazia. Era in ospedale a Rangoon per problemi respiratori dal 12 marzo. Ex direttore di quotidiano, fu stretto collaboratore della leader dell'opposizione e premio Nobel per la pace, fondando con lei nel 1988 il partito pro-democrazia. Nel 1989 Suu Kyi fu messa agli arresti domiciliari, mentre Win Tin fu incarcerato e ripetutamente torturato per le sue attività politiche. La sua condanna fu prolungata più volte, la seconda delle quali per aver scritto una lettera alle Nazioni Unite. Mentre era in cella ricevette diversi riconoscimenti internazionali. A causa dei lunghi anni di carcere duro e di torture, la sua salute era molto malferma. . Nel suo libro 'Una vita da dissidente, uscito in Italia nel 2012, ha raccontato le torture subite, le mancate cure mediche, la scarsità di cibo dietro le sbarre. È stato liberato nell'amnistia del 2008. "Era un pilastro di forza. La sua morte a questo importante punto politico della transizione è una grande perdita, non solo per la Lega ma per il Paese", ha dichiarato Nyan Win, portavoce del partito. Win Tin “Una vita da dissidente” edizioni Obarra O Postfazione di Cecilia Brighi La narrazione del duro scorrere della vita di Win Tin, la sua semplicità e la sua pacata determinatezza consegnano a chi legge un testimone che non può essere lasciato cadere. Il racconto del tormentato scorrere dei suoi anni mostra la straordinaria semplicità con la quale può nascere ed irrobustirsi un ideale, come si rafforzano e si temprano le radici del suo carattere, germogliato da un seme piantato in gioventù nella temporanea condivisione della vita dei monaci e nell’incontro, seppur breve, con la figura del Generale Aung San. Ciò ha enormemente influito sulla futura vita di Win Tin, ragazzetto pieno di ideali, accompagnandolo negli anni complicati della sua esistenza. Un seme che si è trasformato in robusta pianta di saggezza e di sfida non violenta alla ferocia e alla stupidità di un regime lievitato nei decenni con la condiscendenza e nel disinteresse del mondo. Le prime lezioni di vita in un monastero, a contatto con i monaci ed il loro semplice gesto della raccolta delle elemosine. Quelle semplici ciotole, diventano da un lato strumento di misurazione delle condizioni di vita di un popolo e dall’altro potente strumento di condanna politica. I suoi viaggi per il paese, e poi in Russia e nei paesi dell’est europeo, sotto il pugno di acciaio del comunismo, generano una ricerca continua sul potrebbe essere il suo possibile contributo al cambiamento del paese, fino alla scoperta della propria strada di impegno che passa attraverso il giornalismo militante e la costante ricerca di pretesti sottili e indiretti per denunciare gli abusi della giunta militare. Da qui la straordinaria metafora del granchio e della zanzara, che ricorda al popolo birmano, come nella storia del mondo la individuazione del “tallone di Achille” possa diventare leva chiave per il cambiamento. Win Tin ci svela i sotterfugi utilizzati durante la lunga, tormentata sopravvivenza nel famoso carcere di Insein, nel tentativo di mantenere alta la dignità in un luogo simile ad un girone dell’inferno con le sue celle per cani, le torture, l’assenza di cure che se da un lato indeboliscono i corpi, dall’altro rafforzano, la straordinaria caparbia volontà di ferro dei detenuti politici, che arrivano a costituire un comitato d’azione congiunto ed un comitato per i diritti umani, sintesi democratica per eccellenza di come dovrebbe costruirsi una struttura rappresentativa. E infine ci lascia un messaggio per il futuro. Parole illuminanti sul ruolo delle elezioni farsa e sul trasformismo della giunta, che molti dei cosiddetti esperti di Birmania dovrebbero finalmente ascoltare: “ Un tempo le autorità stravedevano per il “socialismo”, termine usato per giustificare una politica che di socialista aveva ben poco. Oggi i generali si sono appropriati del termine “democrazia” E’ tutto un programma, piegano questa parola a loro vantaggio. Abbiamo forse una costituzione democratica, un parlamento democratico, un governo democratico, una società democratica?Secondo i generali,si basta aggiungere ogni volta l’aggettivo “disciplinato” . Risultato: in effetti abbiamo un regime interamente controllato e dominato dalla giunta”. Alla luce degli ultimi avvenimenti e dei risultati elettorali le previsioni di Win Tin si sono avverate. Elezioni farsa, basate su di una costituzione disegnata per garantire la continuità sostanziale del potere in mano ai generali, a militari che hanno lasciato le divise, solo per poter entrare in parlamento in altro modo. Leggi elettorali costruite ad arte in modo da ricattare un partito serio, come l’NLD, che per presentarsi. avrebbe dovuto giurare fedeltà ad una inaccettabile costituzione e quindi ad un potere diabolico e trasformista. Infatti la Lega Nazionale per la Democrazia ha dichiarato le elezioni inaccettabili, si è rifiutata di riconoscere la costituzione farsa e soprattutto di cacciare dal partito la sua Leader Aung San Suu Kyi e gli altri detenuti politici e di rinnegare la lotta per la democrazia, quella vera, non quella “disciplinata”. E i risultati elettorali possono essere accettati solo da chi non vuol vedere. L’ USDP, il partito nato dalle spoglie dell’organizzazione paramilitare USDA ha ottenuto il 76,5% dei voti e nelle aree di etnia birmana addirittura il 90%. L’NUP, anch’esso legato alla giunta, nato nel 1988 dalle costole del Partito del Programma Socialista, legato al generale Ne Win e sconfitto dal partito di Aung San Suu Kyi nelle uniche elezioni democratiche del 1990, ha ottenuto il 5.4% mentre un altro 4,9% è andato al partito etnico dello Stato Shan l’ SNDP, anch’esso figlio della strategia dei militari volta a conquistare consensi negli Stati etnici. Mentre il partito nato dalla costola della Lega Nazionale per la Democrazia, con l’obiettivo di sfidare elettoralmente la giunta e di conquistare spazi istituzionali per promuovere la democrazia ha ottenuto solo l’1,4 %. Si deve anche ricordare che un 25 % dei seggi è destinato a personalità nominate dai militari, e altri finti partiti, legati alla giunta hanno presentato come candidati alcuni “papaveri militari” obbligati a lasciare la divisa per presentarsi alle elezioni. Le ultime pedine di questo puzzle del vecchio potere militare sono il nuovo presidente ed ex generale, Thein Sein, primo ministro fino alle elezioni e primo segretario del Consiglio per la Pace e lo Sviluppo dello Stato, presidente della convenzione nazionale per la definizione della costituzione farsa. E i due vice presidenti: Tin Aung Myint Oo, luogotenente nella giunta prima di dare le dimissioni in vista della candidatura alle elezioni e Sai Mauk Kham, politico scarsamente noto, di etnia Shan e del partito della giunta USDP. Chi sperava, illusoriamente, che le elezioni potessero essere un grimandello per innescare il cambiamento deve rassegnarsi alla realtà dei fatti. D'altronde Win Tin, prima ancora delle elezioni, aveva previsto cosa sarebbe successo. Ha indicato chiaramente le possibili conseguenze di un parlamento eletto senza democrazia. Con la sua saggezza ha indicato alcuni importanti passi per garantire un rafforzamento della lotta per la democrazia e per il futuro della sua lega Nazionale per la Democrazia. Primo fra tutti il ricambio generazionale, l’apertura, il coinvolgimento dei giovani. Aung San Suu Kyi ha raccolto da subito questo suggerimento, ospitando e sostenendo fortemente la nascita della rete giovanile del partito. Il vecchio leader ha anche rivolto una sottile ma puntuale critica “a quei paesi che in passato non hanno instaurato relazioni speciali con la Birmania e constatano la lentezza del processo. Sono gesti di impazienza”, sottolineando la necessità di un forte appoggio politico occidentale, per evitare anche la trappola politica ed economica, che il governo di Pechino sta tessendo alacremente in Birmania, con i suoi massicci investimenti nel settore energetico e delle infrastrutture. Dall’appello di Win Tin e da una ricerca recente nasce la decisione dell’NLD di chiedere all’occidente il mantenimento delle sanzioni. La necessità di mantenere le sanzioni occidentali, deriva dalla verifica che l’embargo ha colpito unicamente il regime militare e non la popolazione. “Abbiamo constatato che le sanzioni colpiscono solo i leader del regime e i loro stretti alleati in affari” ha dichiarato agli inizi di febbraio 2011 Tin Oo Vice Presidente dell’NLD, contrapponendosi alla strategia della giunta, che punta ad attrarre sempre più gli investitori stranieri soprattutto asiatici. Un appello che ha prodotto un duro colpo, per quei governi ed imprese occidentali che con la scusa delle elezioni, speravano e sperano ancora di poter dribblare i veri problemi del paese, di ignorare le mai cessate violazioni dei diritti umani, per dare spazio alle strategie di conquista economica del paese, che non sopportando più di rimanere a guardare Cina, India e Corea del Sud mentre depredano liberamente, a man bassa e senza concorrenza, le risorse naturali del paese. L’appello del Partito di Aung San Suu Kyi mette in luce che le sanzioni economiche potrebbero essere modificate unicamente in cambio di concreti passi in avanti sul terreno della democrazia, del rispetto dei diritti umani e di un ambiente economico sano. Il recente documento dell’NLD sulle sanzioni, mostra come il re sia nudo. Non bisogna dimenticare che alla fine del 2010 il Rappresentante speciale ONU per la Birmania Ojea Quintana aveva proposto la costituzione di una commissione di indagine ONU sui crimini di guerra e contro l’umanità, commessi dalla giunta. Una giunta che ha messo in cassaforte la sua libertà futura, garantendo nella costituzione, l’impunibilità dei suoi membri per la violazione dei diritti umani, passata, presente e futura. La storia di Win Tin è un monito per la società civile del mondo, ma soprattutto per le diplomazie più realiste del re, che sempre più si affannano per esserci, dimenticando gli oltre 2.200 prigionieri politici, le decine di migliaia di persone costrette al lavoro forzato, allo sminamento senza alcun mezzo di protezione, la confisca delle terre, gli oltre cinquecentomila rifugiati interni, i bambini soldato, gli stupri, le torture, le uccisioni. Ecco la storia di un uomo come Win Tin ci lascia un testimone importante. Parla a tutti coloro che a vario titolo sono coinvolti nella vicenda birmana, ma anche in altre lotte per la democrazia in giro per il mondo e indica nell’ impegno politico, nella solidarietà ma anche nel sostegno finanziario, gli strumenti perché la democrazia non possa essere raggiunta, magari facendo leva su uno dei talloni di Achille della nuova dittatura in abiti civili. Cecilia Brighi http://www.birmaniademocratica.org/document.aspx/it/win_tin_eroe_della_dissidenza_birmana_muore_a_rangoon_/politica?lang=it Tue, 06 May 2014 10:43:49 GMT 7ca673480c604d649e62762048f2047b Incontri tra il Comandante in capo dell'esercito birmano e i rappresentanti dell'esercito Shan e Wa Il comandante in capo dell’esercito birmano, Generale Min Aung Hlaing, si è incontrato domenica nello Stato Shan, con i rappresentanti dei gruppi etnici armati e, secondo quanto riportato dai leader etnici, ha chiesto ai ribelli di deporre le armi. 2014-05-05T16:50:55.1430000+02:00 Durante un incontro tra i leader che rappresentano la maggior parte dei gruppi etnici armati e il gruppo negoziale sulla pace del governo, il comandante in capo ha raggiunto il Comando dell’esercito birmano del nordest a Lashio ed ha tenuto incontri separati con l’United Wa State Army (UWSA) e lo Shan State Progressive party (SSPP), l’ala politica dell’esercito Shan del nord. I colloqui presso il Myanmar Peace Center a Rangoon iniziati sabato e continuati lunedì stanno tentando da entrambe le parti di raggiungere un accordo su un testo per un accordo di cessate il fuoco, la cui firma è stata ripetutamente ritardata. Secondo il giornale governativo New Light of Myanmar, Min Aung Hlaing ha dichiarato ai due gruppi armanti nello Stato Shan che l’esercito noto come Tatmadaw vuole la pace con gli insurgenti birmani. Il giornale ha scritto lunedì che il capo dell’esercito ha incontrato una delegazione della leadership del’UWSA, gudata dal segretario Pauk Yuri e da una delegazione guidata dal Vice Presidente del gruppo Khe Tai. “il generale ha dichiarato la speranza per una collaborazione con i gruppi etnici armati per il bene del paese, affermando che tutto il popolo deve salvaguardare la sicurezza nazionale in modo unitario” . Il maggiore Dai La, portavoce del SSPP ha confermato all’Irrawaddy che il capo dell’esercito ha assicurato il gruppo che “l’esercito sostiene l’attuale processo di pace e di democratizzazione”. Comunque, Sai La ha affermato anche che “ha dichiarato che i gruppi armati dovrebbero deporre i loro fucili e dovrebbero integrarsi un esercito unico nazionale”. La questione su se i gruppi etnici armati dovrebbero disarmarsi completamente o essere inclusi in alcune forme di esercito federale, è stata un elemento di contenzioso nei dialoghi di pace in corso. Sa La ha dichiarato che non vi è stato alcun motivo specifico che ha portato all’incontro tra la leadership dell’SSPP e il comandante in capo. “non abbiamo discusso di nessuna delle questioni connesse con le questioni militari ne del processo di pace” ha dichiarato Sai La. Min Aung Hlaing tiene incontri regolari con i gruppi etnici armati come il SSPP e UWSA con i quali il governo ha sottoscritto accordi di cessate il fuoco individuali. Comunque l’ SSPP ha dichiarato a Min Aung Hlaing, che gli Shan sono in disaccordo con una metà dei principi contenuti nella “dichiarazione di sei punti” messa a punto dall’esercito con la quale ha definito le sue richieste ai gruppi ribelli durante il processo di pace-. Le richieste in sei punti che i gruppi etnici hanno definito come “un desiderio genuino per la pace” impegnano al mantenimento delle promesse fatte nel corso del processo di pace; si impegnano a non sfruttare gli accordi di pace; non devono essere un peso per il popolo; devono essere coerenti con lo stato di diritto; e rispettare la costituzione del 2008 definita dall’esercito. Non si è potuto raggiungere i funzionari dell’UWSA, l’esercito etnico più grande della Birmania, per discutere dei dettagli del loro incontro con Min Aung Hlaing, il quale , secondo il New Light of Myanmar, ha incontrato anche i 27 rappresentanti delle milizie che operano nello Stato Shan. http://www.birmaniademocratica.org/document.aspx/it/incontri_tra_il_comandante_in_capo_dell_esercito_birmano_e_i_rappresentanti_dell_esercito_shan_e_wa/politica?lang=it Mon, 05 May 2014 14:50:55 GMT 0a4ee6327a30478f974b319fb5b49bf3 Il censimento nazionale in Birmania ha riguardato circa 11 milioni di nuclei familiari Dal censimento sono state escluse le popolazioni Rohingya. 23.4.2014 2014-05-02T18:34:38.8030000+02:00 Il censimento nazionale ha riguardato 10.719 milioni di nuclei familiari, fatta eccezione di alcune aree nella parte più a nord dello Stato Kachin e delle zone occidentali dello Stato Rakhine, ha dichiarato in un comunicato il Ministero per l’Immigrazione e la popolazione. I 12 giorni durante i quali si è svolto il censimento, dal 30 marzo al 10 aprile, il primo dopo 30 anni, ha raccolto dati sulla attuale popolazione, dati economici e sociali con l’obiettivo di effettuare un piano di sviluppo nazionale. Contemporaneamente le forze di governo hanno lanciato una offensiva contro il gruppo di ribelli del Kachin Independence Army (KIA) in tre aree dello stato Kachin nel corso della quale sono stati uccisi 3 militari ed altri 17 sono stati feriti mentre 14 sono state le perdite tra i militari del KIA a cui sono stati confiscati anche munizioni e armi, secondo un rapporto ufficiale. Il governo ha dichiarato che l’operazione è stata lanciata l’8 aprile, quando si stava svolgendo contemporaneamente un colloquio a Rangoon tra i rappresentanti del Comitato governativo per la promozione della pace e i rappresentanti dei gruppi etnici armati del Team per il cessate il fuoco nazionale (NCCT). Il governo di Rangoon e i gruppi etnici armati hanno concordato una prima bozza di cessate il fuoco che dovrebbe essere discussa nei prossimi dialoghi programmati per la prima settimana di maggio. Il Relatore Speciale dell'ONU aveva espresso la sua preoccupazione sull’andamento del censimento in Birmania. “la decisione del governo contraria all’identificazione dei Rohingya nel censimento non rispetta gli standard internazionali sui diritti umani”. "L’autoidentificazione dovrebbe costituire un pilastro per la raccolta di dati disaggregati sul piano etnico ed è collegata al rispetto dei diritti degli individui nella affermazione della loro identità”. Ha dichiarato Quintana. “negare l’autoidentificazione è quindi una violazione dei diritti umani”. Durante l’ultima sua missione nel paese a febbraio scorso, il Relatore Speciale ha potuto ascoltare da una serie di gruppi etnici come le categorie etniche incluse nel censimento non riflettevano le modalità con cui loro stessi si identificano. “non è solo nello Stato Rakine che le persone obiettano sulle categorie etniche incluse nel censimento ed è diventato chiaro durante le mie discussioni con le comunità nello Stato Kachin che il governo ha affrontando il censimento senza aver effettuato una accurata e corretta consultazione con tutte le comunità interessate.” “Il punto di vista di Quintana sul censimento e la richiesta di un immediato ritorno degli operatori umanitari è stata condivisa dal Relatore Speciale sui diritti umani delle persone sfollate Chaloka Beyani; dal Relatore Speciale sulle minoranze Rita Izsák; dal Relatore Speciale sui diritti di ciascun individuo al govdimento degli standard più elevati di salute fisica e mentale, Anand Grover; dal Relatore Speciale sui diritti alla libertà di assemblea pacifica e di associazione Maina Kiai; e dal Relatore Speciale sulle attuali forme di razzismo, discriminazioni raziali, xenofobia e intolleranza collegate Mutuma Ruteere. http://www.birmaniademocratica.org/document.aspx/it/il_censimento_nazionale_in_birmania_ha_riguardato_circa_11_milioni_di_nuclei_familiari/politica?lang=it Fri, 02 May 2014 16:34:38 GMT 03741c435e5d4a68a263c1261cc74914 E' necessario introdurre emendamenti alla costituzione del 2008 e non riscrivere la costituzione lo ha affermato il Portavoce del Parlamento U Shwe Mann 25.4.2014 2014-05-02T18:04:29.2000000+02:00 25.04.2014 – Lo speaker del parlamento birmano U Shwe Mann ha dichiarato di preferire l’emendamento della costituzione rispetto alla proposta di una sua completa ristruttura chiedendo, nel frattempo, il rispetto della costituzione approvata nel 2008. U Shwe Mann ha espresso queste posizione nel corso di un incontro a Rangoon con gli amministratori delle township delle regioni, che comprendeva amministratori municipali e partiti politici. Il Portavoce del parlamento ha messo in guardia contro problemi indesiderabili se la costituzione fosse riscritta e ha affermato che si dovrebbero emendare solo i punti che necessitano di essere rivisti e modificati quelli che devono esserlo senza riscrivere completamente la costituzione. Ha sottolineato inoltre che l’emendamento della costituzione dovrebbe essere effettuato nel quadro dei principi e nell’interesse della nazione ed il parlamento sosterrà la modifica se contribuirà alla pace e alla stabilità del paese. Si dovrebbe anche andare avanti con tale processo senza timore nonostante le difficoltà. A marzo, sia lo speaker del parlamento U Shwe Mann che la leader Aung San Suu Kyi, hanno preso posizione su tale questione dopo la chiusura della 9° sessione del parlamento ed hanno concordato con la necessità di emendare la costituzione del 2008 prima delle elezioni del 2015. U Shwe Mann, presidente del partito di maggioranza, Union Solidarity and Development Party (USDP) ha sottolineato che i cambiamenti alla costituzione dovrebbero essere effettuati senza incidere sulla unità del paese, sulla pace e sulla riconciliazione nazionale, mentre Aung San Suu Kyi, presidente della Lega Nazionale per la Democrazia (NLD) e presidente del Comitato per lo Stato di diritto e la Tranquillità, della Camera Bassa, ha sottolineato la necessità di tali emendamenti per instaurare lo stato di diritto e una pace stabile. Sia l’USDP e l’NLD hanno rivelato che i partiti si candideranno alle seconde elezioni parlamentari suppletive che si terranno in 30 sezioni per sostituire i parlamentari che hanno lasciato i seggi vacanti. Tali elezioni si dovrebbero tenere prima della fine di questo anno. La Birmania ha tenuto le sue elezioni generali il 7 novembre 2010, nell’ambito delle quali l’USDP ha vinto la maggioranza dei seggi ed ha eletto il suo Presidente U Thein Sein a presidente della repubblica dopo cinque decenni di dittatura militare. Nell’aprile del 2012 si sono poi tenute le prime elezioni suppletive, nelle quali la NLD, il partito di opposizione ha potuto finalmente candidarsi, vincendo in 43 dei 45 seggi e portando in parlamento la Presidente dell’NLD Aung San Suu Kyi. http://www.birmaniademocratica.org/document.aspx/it/e_necessario_introdurre_emendamenti_alla_costituzione_del_2008_e_non_riscrivere_la_costituzione/politica?lang=it Fri, 02 May 2014 16:04:29 GMT 5454307771284776b54fec033d557949 L’ottimismo USA sulle riforme birmane diminuisce Molte sono le preoccupazioni circa la volontà di riformare la costituzione per permettere alla leader birmana di candidarsi alla presidenza della repubblica, di interrompere le tensioni etnico religiose nello stato Rakhine e di porre fine al crescente nazionalismo buddista che si teme possa aumentare con l'avvicinarsi delle elezioni. 2014-04-30T16:33:39.4530000+02:00 WASHINGTON — due anni dopo l’annuncio Usa sulla normalizzazione dei rapporti diplomatici con la Birmania, l’ottimismo a Washington sull’abbraccio della democrazia da parte del paese asiatico sta svanendo e stanno crescendo le preoccupazioni sulla crisi della minoranza mussulmana. Ciò che è stato visto come un successo della politica estera della amministrazione Obama, sostenuta sia dai democratici che dai repubblicani si trova di fronte ad un cammino pieno di ostacoli di fronte al rallentamento delle riforme politiche e all’aumento delle critiche del congresso USA. I legislatori stanno frustrando i tentativi americani di impegnare i potenti militari birmani e l’antipatia aumenterà se la leader dell’opposizione birmana Aung san Suu Kyi, da sempre apprezzata a Washington, sarà bloccata il prossimo anno nella sua corsa per la presidenza per completare una trasformazione simile a quella effettuata da Mandela, ovvero da prigioniera politica a capo dello stato. Suu Kyi è ineleggibile a presidente perché sposata ad uno straniero. Mentre gli USA sostengono di rimanere speranzosi, che si possa emendare la costituzione in modo da permettere a Suu Kyi di correre, i sostenitori del congresso affermano che i funzionari USA sono pessimisti su questa eventualità prima delle elezioni nazionali della fine del 2015. Le riforme costituzionali sono necessaria anche per ridurre il ruolo politico dei militari e per dare risposta alle richieste di autonomia da parte delle minoranze. I funzionari USA hanno dichiarato all’Associated Press che le riforme costituzionali sono un processo evolutivo e che i cambiamenti principali potrebbero non avvenire prima delle riforme, un obiettivo chiave nella transizione birmana da cinque decenni di regime militare repressivo. Ma le preoccupazioni maggiori per gli USA riguarda l’onda crescente di nazionalismo buddhista che si ritiene possa intensificarsi con l’avvicinarsi delle elezioni. Il comitato per gli Affari Esteri della Camera la settimana scorsa ha chiesto la fine della persecuzione dei mussulmani Rohingya senza stato, in una delle maggiori critiche del congresso nei confronti del governo riformista birmano. Il presidente repubblicano del Comitato Ed Royce, ha chiesto se gli USA debbano sposare la riconciliazione diplomatica con la Birmania, mentre i diritti umani stanno peggiorando. Il paese considera i Rohingya come immigrati illegali dal Bangladesh, anche se molti di loro vivono in Birmania da generazioni. Circa 140.000 Rohingya sfollati dalle violenze dalla metà del 2012 vivono in campi sporchi e sovraffollati che li segregano dai buddhisti. Decine di migliaia di Rohingya sono fuggiti dal paese in barca. Un mese fa la Birmania ha sospeso le operazioni di Medicina senza frontiere, la struttura che fornisce aiuti sanitari nello stato Arakan colpito dal conflitto. Altre agenzie umanitarie sono dovute fuggire questa settimana a causa degli attacchi da parte di folle di buddhisti che come hanno affermato gli USA stanno minacciando la risposta umanitaria nello stato. Il porta voce del Dipartimento di stato Marie Harf ha espresso la sua più profonda preoccupazione sulla “crisi umanitaria “ in quello stato. “Attualmente larghi segmenti di popolazione non hanno accesso a servizi sanitari adeguati come acqua, sanità e cibo. Il governo non è riuscito a garantire una sicurezza adeguata e le necessarie autorizzazioni di viaggio per i funzionari delle agenzie umanitarie perché possano riprendere le loro attività a difesa della vita” ha dichiarato. Questa dura dichiarazione è arrivata dopo due anni dal giorno in cui il segretario di stato Hillary Rodham Clinton ha annunciato la nomina da parte degli USA del primo ambasciatore in Birmania dopo venti anni, mettendo fine all’isolamento diplomatico. Dal novembre 2012 gli Usa hanno sospeso la maggior parte delle restrizioni sugli aiuti, commercio e investimenti e Barack Obama è diventato il primo presidente USA a visitare la Birmania incontrando Suu Kyi nella sua villa sul lago dove aveva vissuto imprigionata. La visita di Obama aveva coronato una rapida trasformazione nelle relazioni e i funzionari USA hanno dichiarato di rimanere ottimisti circa il percorso del paese, sottolineando il rilascio di centinaia di prigionieri politici, le riforme economiche e l’allentamento delle restrizioni sui media e sui sindacati. Il governo sta cercando anche di arrivare alla pace con i gruppi etnici armati che hanno lottato contro il governo centrale sin dai tempi dell’indipendenza avvenuta nel 1948. Un’ indagine finanziata negli Stati Uniti e pubblicata martedì scorso dall’ International Republican Institute ha rilevato che l’88% delle persone campionate in Birmania e che hanno risposto, ritengono che le cose stiano andando nella giusta direzione e il 57% ritiene che la loro situazione economica stia migliorando nell’anno in corso. Il margine di errore è di più o meno di due punti. Nell'ultimo incontro diplomatico, il Segretario alla Difesa statunitense Chuck Hagel ha ospitato il ministro della difesa della Birmani. L’incontro, con alti funzionari della difesa del sudest asiatico, si è tenuto questa settimana alle Hawaii. L’amministrazione ritiene che il coinvolgimento dei militari sia un modo per spingere l’esercito birmano ad adottare le norme internazionali. Questo approccio, che ha il sostegno dei legislatori che sovrintendono le politiche di difesa, prevede la formazione dei militari birmani sui diritti umani, lo stato di diritto e l’intervento in caso di disastri. Ma questa spinta è ostacolata dai legislatori che si occupano di politica estera, visto che sono influenzati dalle organizzazioni per i diritti umani che temono che l'avvio di un programma di formazione privo di obiettivi di riferimento chiari sulle azioni necessarie in Birmania, potrebbe portare ad un ampliamento strisciante dei legami militari, conferendo prestigio ad un esercito ancora coinvolto in abusi come stupri e torture. Mentre la Birmania è molto più aperta di quanto lo fosse sotto il regime militare, deve ancora permettere all’alto Commissario ONU per i diritti Umani di aprire un ufficio nel paese, come promesso ad Obama nel corso del suo viaggio in Birmania nel novembre 2012. Come risultato, l’organismo Onu più importante sui diritti umani ha votato la scorsa settimana la nomina di un altro Relatore che monitori il paese, così come è stato per l’Iran e la Corea del Nord. http://www.birmaniademocratica.org/document.aspx/it/l_ottimismo_usa_sulle_riforme_birmane_diminuisce/politica?lang=it Wed, 30 Apr 2014 14:33:39 GMT 78733cb8138f44b6a4a03728ca41e275 Convocazione del Parlamento del Popolo in vista delle elezioni del 2010 Riunione clandestina all'interno della Birmania a pochi giorni dalle elezioni 2015-09-02T17:14:26.8770000+02:00 dal 2 al 6 novembre 2010 si è tenuto nello Stato Karenni l'incontro dei parlamentari democraticamente eletti nel 1990 per sottolineare come le elezioni ufficiali non sono ne libere e eque. l'inconro durato 4 giorni ha adottato una serie di risoluzioni su vari temi. http://www.birmaniademocratica.org/document.aspx/it/convocazione_del_parlamento_del_popolo_in_vista_delle_elezioni_del_2010/politica?lang=it Wed, 02 Sep 2015 15:14:26 GMT 62c7f11fd9b54b6e934073a5714d0e39 La politica etnica e le elezioni del 2015 in Myanmar Nel documento allegato si espongono i dati e gli avvenimenti politici più rilevanti che hanno contraddistinto la Birmania-Myanmar dal 1990 ad oggi con particolare riferimento alle elezioni del 1990 e del 2010 e al NLD(Lega Nazionale per la Democrazia, partito di Aung San Suu Kyi), in previsione delle imminenti elezioni del prossimo 8 novembre, che probabilmente saranno un passo decisivo per il futuro del paese. 2015-10-16T16:16:46.3530000+02:00 http://www.birmaniademocratica.org/document.aspx/it/la_politica_etnica_e_le_elezioni/politica?lang=it Fri, 16 Oct 2015 14:16:46 GMT 788f1b813cda4c1cb009f6bc76b7bad1 Bridges to justice: Rule of Law Centres for Myanmar Studio di fattibilità sui Centri per o Stato di Diritto 2015-10-26T08:23:04.8800000+01:00 http://www.birmaniademocratica.org/document.aspx/it/bridges_to_justice_rule_of_law_centres/politica?lang=it Mon, 26 Oct 2015 07:23:04 GMT 59a8adf7da9d474496c643ab6b6f3e84 Prove di dialogo per la transizione pacifica alla democrazia. Aung San Suu Kyi, conscia della delicatezza della situazione post elettorale e del ruolo ineluttabile dell’esercito nel paese, ha fatto una strategica mossa e ha scritto una lettera al Presidente della Repubblica Thein Sein, al portavoce del parlamento Thura Shwe Mann e al Generale Capo delle Forze Armate Min Aung Hlaing. “per la dignità della nazione è importante che il volere del popolo che si è concretizzato nelle elezioni dell8 novembre, sia attuato correttamente in modo pacifico e stabile”. La risposta del Presidente Thein Sein è arrivata con una lettera a firma del Ministro dell’Informazione Ye Htut, che per conto del presidente, afferma che il governo accetterà il risultato del voto e attuerà al momento opportuno il trasferimento pacifico del potere. Aggiungendo che il governo lavorerà con l’NLD non appena verranno pubblicati i risultati definitivi. Invece Shwe Mann ha risposto alla lettera dalla sua pagina facebook affermando che ha in programma di incontrare Suu Kyi la prossima settimana per discutere della riconciliazione nazionale. L’Ufficio del Generale Min Aung Hlaing in una dichiarazione ha sottolineato che le forze armate “si congratulano con la Lega Nazionale per la Democrazia per aver ottenuto la maggioranza dei seggi nelle elezioni del 2015” e che si “ricercherà il dialogo con Daw Aung San Suu Kyi dopo che la commissione elettorale avrà pubblicato i risultati. Insomma prove di dialogo tra soggetti che si sono combattuti fino ad oggi. Passi importantissimi per il futuro del paese. In tutto questo, la conta dei voti continua ad andare a rilento. A tre giorni dalle elezioni tenutesi domenica 8 novembre, la Commissione Elettorale nazionale ha scrutinato i voti relativi a 200 dei 498 seggi del parlamento birmano e ha affermato che ci potrebbe volere una settimana o forse più prima di terminare lo spoglio. 2015-11-11T17:56:00.8530000+01:00 http://www.birmaniademocratica.org/document.aspx/it/prove_di_dialogo_per_la_transizione_pacifica/politica?lang=it Wed, 11 Nov 2015 16:56:00 GMT 3b4e748e6c014fa3a29e8ef921f9617a Trionfo dell’ NLD e di Aung San Suu Kyi alle elezioni 2016-05-03T12:40:44.2300000+02:00 C’è clima di grande festa nelle strade della Birmania, oltre 10.000 elettori della Lega Nazionale per la Democrazia hanno festeggiato sotto la pioggia la vittoria alle prime elezioni democratiche tenutesi in 25 anni all’interno del paese. I dati saranno confermati entro due settimane, anche se finora dallo scrutinio è emerso che il partito di Aung San Suu Kyi ha ottenuto una vittoria schiacciante ricevendo oltre il 70% dei voti nazionali. L’NLD ha vinto, infatti, 56 dei 57 seggi per la Camera Bassa e 12 su 12 alla Camera Alta nella Regione di Rangoon, raggiungendo la maggioranza anche a Mandalay, nelle zone centrali del paese, dove avrebbe ricevuto l’80% dei voti e negli stati Mon e Karen, 70%. Il premio Nobel per la Pace ha cercato di non indispettire il’USDP e i militari per evitare quanto già avvenuto nelle elezioni del 1990 in cui il partito di Suu Kyi, dopo aver vinto le elezioni, non potè mai entrare in parlamento. I leader del partito di opposizione USDP, hanno dichiarato che il risultato verrà rispettato a differenza di quanto accadde in seguito alle elezioni del ’90: ”Accetteremo la volontà degli elettori, qualunque essa sia” ha affermato il generale Thein Sein, Presidente della Repubblica. Il capo del partito di governo ha riconosciuto la sconfitta.. “Mamma Suu”, come la chiamano i suoi sostenitori, non potrà però essere il presidente del paese, visto che la costituzione, vieta di diventare presidente a chi ha coniuge o figli di altra nazionalità; questo non impedirà comunque Suu Kyi a dirigere, di fatto, il partito e il paese. Queste elezioni sono dunque una svolta per Aung San Suu Kyi – che finalmente, dopo le stenuanti battaglie e gli anni passati agli arresti domiciliari, è riuscita finalmente a coronare la sua più grande ambizione- e, per la Birmania che - è riuscita finalmente a costruire un punto di partenza per il processo di pacificazione interno e di crescita economica, per quello che al momento è considerato uno dei paesi più poveri al mondo. http://www.birmaniademocratica.org/document.aspx/it/trionfo_dell_nld_e_di_aung_san_suu_kyi_alle_elezioni/politica?lang=it Tue, 03 May 2016 10:40:44 GMT 938c379cc1f84deda16da3876ab0818e Il Presidente dovrà muoversi secondo le indicazioni dell'NLD 2015-11-11T04:02:23.0200000+01:00 Aung San Suu in una intervista alla BBC e a Asia News ha affermato che il suo partito ha ottenuto circa il 75% e il minimo per formare un governo è il 67%. I militari hanno dichiarato che rispetteranno il volere del popolo e che attueranno i risultati elettorali. Le è stato chiesto se ritiene che ci possa essere un colpo di coda dei militari. “I tempi sono cambiati, e le persone sono cambiate, ho trovato che le persone sono molto più politicizzate di quanto non lo fossero nel 1990 o, di quanto non lo fossero persino nel 2012, e poi c’è stata una evoluzione dell’informazione tutti vanno in rete. Sarà molto più difficile per loro, fare quello che vogliono”. Secondo la Leader birmana le elezioni non sono state eque ma “sostanzialmente libere”. Ci sono state zone in cui vi sono state intimidazioni. Rispetto al ruolo del futuro presidente, Aung San Suu Kyi ha dichiarato ad Asia News: “Io prenderò tutte le decisioni, perché sono la leader del partito che ha vinto e il presidente sarà colui che scegliamo, nel rispetto dei dettami della costituzione, e il presidente dovrà capire che non avrà alcuna autorità e che dovrà muoversi sulla base di quanto deciso dal partito. In ogni paese democratico il leader del partito che ha vinto diventa anche il capo del governo e se la nostra costituzione non lo permette dovremo adottare le decisioni che permettano di far si che si lavori in modo democratico. Se il presidente non avrà alcun potere c’è un governo e il presidente farà ciò che gli viene detto. Siamo stati in grado di sopravvivere perché avevamo il sostegno del popolo. Alcuni pensano che lei possa governare con un pugno duro. “noi non potremo governare in modo autoritario perché dipendiamo dal sostegno del popolo e un governo così non può essere autoritario.” Se saranno i militari o un altro organismo dovremo imparare attraverso il lavoro e non in modo teorico. Quindi come gestiremo la situazione dipende dalla sua evoluzione non è qualche cosa che si possa definire a priori. L’NLD ha dichiarato ufficialmente che Il 25% dei seggi attribuiti ai militari dalla costituzione, dovrà essere eliminato nel tempo e che l'NLD dovrà negoziare questo punto decidendo come affrontare il negoziato. Loro (i militari) dovranno negoziare non appena formeremo il governo. http://www.birmaniademocratica.org/document.aspx/it/il_presidente_dovra_muoversi_secondo_le_indicazioni_del_partito/politica?lang=it Wed, 11 Nov 2015 03:02:23 GMT 4c81f05200a24c8aa34e2d468d329191 STRAORDINARIA, STORICA VITTORIA DEL POPOLO BIRMANO!!!!!!! PRIMI RISULTATI: L'NLD CONQUISTA OLTRE IL 70% DEI VOTI Grande gioia nel paese. Il partito digoverno ammette la sconfitta. Si volta pagina. 2015-11-11T17:55:20.5070000+01:00 Dai primi dati presentati dalla Commissione elettorale, l'NLD stravince il 70% dei seggi nelle regioni centrali del paese. una vittoria di popolo, una vittoria delle centinaia di migliaia di donne e uomini che per decenni hanno lavorato alacramente, hanno sacrificato la loro libertà e, spesso la loro vita per questo risultato. La vittoria, riconosciuta anche dal partito di governo USDP, segna l'inizio di una nuova difficile ma straordinaria fase di lavoro per il cambiamento del paese reale, per l'affermazione dei diritti umani di tutti e tutte. per la pace e lo sviluppo. Una vittoria che vuole spazzare via i decenni di repressione, violenze e costruire un futuro inclusivo per i milioni di giovani donne e uomini, per la straorinaria natura del paese. una vittoria che ha una grande leader Aung San Suu Kyi. Dialogo, fiducia, partecipazione e collaborazione dovranno essere strumenti fondamentali per la costruzione del cambiamento. La grande svida coinvolgerà necessariamente l'esercito che ancora oggi ha in mano il vero potere politico ed economico del paese. un esercito che decide importantissimi ruoli nel governo. il ministro della difesa, il ministro degli affari di confine e il ministro degli interni, che decide chi sono i primi ministri degli stati e delle regioni. un esercito che ancora governa le due grandi strutture economiche del paese. Quindi una grande vittoria che richiede grande saggezza nella gestione del futuro. http://www.birmaniademocratica.org/document.aspx/it/straordinaria_vittoria_delpoolo_birmano_primi_risultati_l_nld_conquista_oltre_il_70_dei_voti/politica?lang=it Wed, 11 Nov 2015 16:55:20 GMT e28233d394934979b13824f31c733887 Aggredito membro della NLD durante una manifestazione nella periferia di Rangoon 2015-11-12T10:54:26.8030000+01:00 Naing Ngan Lynn, esponente parlamentare della NLD è stato aggredito giovedì durante un comizio tenutosi a Thaketa, nella periferia di Rangoon; insieme a lui sarebbero stati feriti altri tre esponenti del partito, tra cui il responsabile elettorale di Lynn, Thandar Aung. Naing Ngan Lynn, rappresentante della provincia di Dekkinathiri in Naypyidaw, stando alle ultime dichiarazioni da parte della moglie si è ristabilito dopo aver subito un intervento chirurgico al volto e ora si trova ricoverato al reparto ortopedico del Rangoon General Hospital, dove subirà un ulteriore intervento. Gli assalitori erano in sei, armati di spade e bastoni; tre di loro sono stati arrestati e rinchiusi nella stazione di polizia di Thaketa. Uno degli uomini, considerato il leader del gruppo, dovrà rispondere delle accuse di lesioni con arma da taglio, atti osceni in luogo pubblico e favoreggiamento al crimine. Thandar Aung ha dichiarato che erano stati minacciati dall’inizio del corteo: un cartello con su scritto che Nang Lynn sarebbe stato attaccato era esposto fuori da una casa, che dopo si scoprirà essere quella di uno degli assalitori. Una grande folla si è riunita fuori dall’ospedale nella notte fra giovedì e venerdì e le vesti rosse del partito hanno tenuto una veglia per i membri del partito feriti. La NLD e i partiti di opposizione sono ora in allerta per la possibilità di ulteriori aggressioni a poco più di una settimana dalle elezioni nel paese. Questo è, infatti, il più grave episodio di violenza prima delle votazioni; altri due se n’erano verificati: una nel comune delta del Myenugmya e uno il 19 settembre a Mingaladon sempre contro membri della NLD. La scorsa notte dall’ospedale Min Ko Naing, esponente di livello della “88 Generation Peace” e dell’ “Open Society Group” ha espresso delle parole di sostegno nei confronti del partito di Suu Kyi: “Vorrei esortare tutti a dare prova di moderazione – dobbiamo sapere ciò che è importante e ciò che non lo è -. Non sto dicendo che dobbiamo tenere la testa bassa e sopportare tutto ciò che ci viene fatto, ma dobbiamo dare esempi di pace e di coraggio, che ci prendiamo cura gli uni degli altri nel momento del bisogno. Quello di cui la gente ha bisogno in questo momento cruciale per la storia del suo paese è tutela giuridica. Ma visto che non possiamo ottenere una completa protezione, dobbiamo proteggerci e allo stesso tempo saperci guidare in maniera reciproca. Dobbiamo prevedere ogni pericolo e trovare la strada migliore per poterci difendere”. Si attendono ora le dichiarazioni della NLD riguardanti l’aggressione. http://www.birmaniademocratica.org/document.aspx/it/aggredito_membro_della_nld_durante_una_manifestazione_nella_periferia_di_rangoon/politica?lang=it Thu, 12 Nov 2015 09:54:26 GMT fde978b9bb194453aadd0221601ddab5 Grande manifestazione dell'NLD ad una settmana dalle storiche elezioni gli obiettivi, la politica economica e i problemi del partito di Aung San Suu Kyi 2015-11-01T12:31:28.1330000+01:00 Ad appena otto giorni dalle storiche elezioni politiche, che si spera si tengano in modo libero, ed equo, domenica 1 novembre decine di migliaia di sostenitori della leader dell’opposizione Aung San Suu Kyi hanno riempito la piazza nella più grande manifestazione del suo partito. E’ la prima volta che la leader birmana e il suo partito si candidano, dopo le storiche elezioni del 1990. Le strade che portano all’area della manifestazione erano congestionate da auto che con gli altoparlanti suonavano le musiche della campagna elettorale. Le aspettative verso il cambiamento, soprattutto tra i giovani sono enormi. La leader birmana nelle ultime settimane ha attraversato in lungo e largo il paese in una intensa campagna elettorale che ha toccato le aree montane del nord e le regioni del delta, in manifestazioni che hanno raccolto sempre grandi folle. Molti ritengono che l’NLD riscuoterà un successo enorme anche se il punto di debolezza del partito riguarda la scarsa preparazione dei propri quadri e leader e il fatto che molti di loro sono estremamente anziani, cosa che ha causato difficoltà nella individuazione dei potenziali candidati alla presidenza della repubblica. L’amministratore delegato della Diamond Consultant Group, Thet Aung Min Latt, ha dichiarato che “il problema principale dell’NLD è l’assenza di figure in grado di entrare nel governo” e alcuni analisti sottolineano come un eventuale governo guidato dall’NLD non sia sufficientemente coeso, così come lo è l’attuale amministrazione. Alcuni critici sottolineano come il comitato esecutivo centrale, l’organismo decisionale dell’NLD sia nominato dai leader e sia in qualche modo visto come uno strumento privato della leader birmana. Secondo Aung Din, questo è un organismo fedele che fa riferimento soltanto alla sua leader, mentre gli iscritti vengono considerati come soci di minoranza senza diritto di voto. Una struttura che indebolisce il legame tra la leadership e la base. Un punto debole sottolineato quando sono stati selezionati i candidati alle elezioni. Infatti alcuni iscritti al partito hanno criticato il fatto che non sono state prese in considerazione le indicazioni sulle candidature presentate dal livello locale. Queste critiche hanno portato alle dimissioni dal partito di alcuni attivisti. Il primo obiettivo dell’NLD una volta assunto il governo del paese, sarà la riforma del ruolo dei militari e l’eliminazione del diritto di veto al cambiamento della costituzione. In ogni caso l’NLD dovrà continuare a collaborare con l’esercito su molte questioni. La strategia di politica economica dell’NLD si concentra su cinque punti fondamentali: prudenza fiscale, un governo efficiente e lineare, il rafforzamento dell’agricoltura, una stabilità fiscale e monetaria, lo sviluppo di infrastrutture efficienti. Il primo pilastro mira a ridurre la spesa improduttiva e alla privatizzazione delle imprese pubbliche non strategiche in modo trasparente. La debolezza del sistema fiscale nasce da una spesa improduttiva e male orientata, che ha tagliato i capitali a sostegno del settore privato, alimentato una instabilità macroeconomica e minato la valuta e il sistema finanziario. L’NLD mira a gestire il bilancio in modo trasparente, a revisionare il sistema di tassazione e a ridurre drasticamente l’evasione fiscale e la corruzione tra i funzionari pubblici. L’introduzione di nuove tariffe dovrebbe aumentare le entrate pubbliche senza produrre un maggiore o inutile carico sul pubblico. Le risorse verranno utilizzate per finanziare misure “produttive sul piano sociale” per contribuire a ridurre il deficit di bilanci e l’inflazione. Il secondo pilastre delle riforme si concentrerà sulla creazione di istituzioni per la promozione dello stato di diritto, dei diritti di proprietà, della trasparenza e della accountability. Questo a fronte della considerazione che la macchina pubblica è inefficiente, piena di corruzione, con uno spropositato numero di ministeri, saliti ad oltre 30 che mancano di controllo e di coordinamento. Una situazione che alimenta la rampante corruzione. L’NLD prevede un coinvolgimento pubblico nella definizione del bilancio, una responsabilità diffusa nel governo per la gestione delle risorse e un cambiamento dell’approccio top-down, attraverso una gestione partecipata nella individuazione e nel monitoraggio del processo di bilancio. Il terzo pilastro punta a migliorare la produttività agricola, valorizzandone i potenziali e promuovendo un coinvolgimento tra i contadini e la catena di fornitura ovvero dagli intermediari, agli esportatori, prevedendo anche un sostegno finanziario per migliorare l’accesso al mercato, al credito, e un coinvolgimento delle imprese straniere per lo sviluppo delle aree vergini anche attraverso incentivi mirati. Tutto questo tenendo conto che si dovrà rafforzare il sistema industriale e dei servizi che dovrà diventare il motore dello sviluppo a lungo termine Il quarto pilastro punta al rafforzamento di un sistema finanziario che possa garantire la disponibilità di capitali alle imprese, agli agricoltori e ai nuclei familiari. Questo anche attraverso un rafforzamento della Banca Centrale birmana, garantendone l’indipendenza operativa che possa garantire una stabilità finanziaria. L’NLD ritiene necessaria una liberalizzazione del sistema finanziario con l’assicurazione che si possa attuare una rigorosa supervisione. Il quinto pilastro coinvolge lo sviluppo di adeguate infrastrutture per sostenere lo sviluppo del paese. Questo, attraverso l’assistenza internazionale e i crediti, come pure la partecipazione finanziaria di soggetti privati per il finanziamento dei progetti. Infine un miglioramento dell’ambiente economico per favorire maggiori investimenti diretti esteri, nel pieno rispetto delle norme nazionali e degli standard sui diritti umani approvati sul piano internazionale. L’NLD ha però un antagonista pesante. Ovvero il gruppo ultranazionalista buddista Ma Ba Tha, che sta conducendo una sfacciata campagna a sostegno del partito di governo. Il gruppo buddhista che non potendo per legge presentarsi alle elezioni, può influenzare enormemente la scelta degli elettori. U Wirathu, il monaco più famoso ha appoggiato apertamente la campagna elettorale del Presidente Thein Sein, criticando duramente l’NLD . Infatti la sua leadership ha dichiarato apertamente il suo sostegno all’USDP La campagna porta a porta, coordinata dal fondatore di Ma Ba Tha, il monaco Parmaukkha, ha ottenuto nel recente passato un grande successo, con l’approvazione delle quattro leggi sulla protezione della razza e della religione. Il peso di questa organizzazione radicale è soprattutto nelle campagne, dove la religione buddista gioca un ruolo molto forte. Il rischio è che i monaci radicali possano contribuire a impedire all’NLD di ottenere la maggioranza dei seggi in parlamento, salvando l’USDP e il potere dei militari da una sconfitta elettorale imbarazzante. Questo è il motivo per cui l’NLD ha deciso di non esporsi, scegliendo di non candidare alcun rappresentante di religione mussulmana. http://www.birmaniademocratica.org/document.aspx/it/grande_manifestazione_dell_nld_ad_una_settmana_dalle_storiche_elezioni/politica?lang=it Sun, 01 Nov 2015 11:31:28 GMT 1b726b5144e1441eb02f01e264d0c31f Alcuni dati chiave sulle storiche elezioni 32 milioni di votanti l'8 novembre decideranno il futuro del paese 2015-11-03T08:30:02.7930000+01:00 32 milioni di votanti. 6.040 sono i candidati (800 candidate donne pari al 13,3%) dei 91 partiti politici e 310 i candidati indipendenti che si sono presentati per oltre 1.000 seggi ai vari livelli del parlamento . Va ricordato che la costituzione prevede che il 25 % dei seggi venga assegnata a militari nominati. I candidati del partito di governo USDP sono 1.122, mentre 1.124 sono i candidati del partito di opposizione NLD. Un totale di 10.500 osservatori internazionali sono schierati per monitorare l’andamento delle elezioni tra cui 1.118 diplomatici, osservatori di organismi internazionali e 9. 406 rappresentanti di 13 organizzazioni locali. 40.000 forze di polizia addestrate per il monitoraggio dei seggi elettorali. 290 giornalisti di 45 media copriranno le elezioni. Due centri d’informazione sui risultati sono stati costituiti presso il Myanmar Peace Center di Yangon e presso l’ufficio della Commissione Elettorale di Nay Pyi Taw e inizieranno a lavorare l’8 novembre. 46.400 sono i seggi elettorali in 1.163 distretti elettorali , prevalentemente nelle Regioni di Yangon, Mandalay Ayeayaddy, Bago e Magway in cui si voteranno i tre livelli ovvero la Camera Bassa (330 seggi), La Camera delle Nazionalità o Camera Alta 168 seggi), i Parlamenti a livello delle regioni o dei singoli Stati (636 seggi) e 29 rappresentanti delle nazionalità etniche. La commissione elettorale ha deciso che in alcuni collegi, soprattutto nello Stato Shan non si voti, a causa della situazione di instabilità e dei conflitti in atto. La campagna elettorale si chiude il 6 novembre, due giorni prima del voto. I militari, le loro famiglie, i dipendenti pubblici e i funzionari addetti alle elezioni hanno già cominciato a votare e il voto anticipato terminerà il 7 novembre. All’estero in 44 ambasciate sono stati aperti i seggi per permettere a 29.000 residenti all’estero di votare. http://www.birmaniademocratica.org/document.aspx/it/alcuni_dati_chiave_sulle_storiche_elezioni_/politica?lang=it Tue, 03 Nov 2015 07:30:02 GMT dc08496e6c26495d972b8eaad2a0def2 L’AMBASCIATORE ITALIANO IN BIRMANIA ALLA MISSIONE CONGIUNTA DEI CAPI MISSIONE UE IN NORD SHAN. RICONFERMATO IL PIENO SOSTEGNO DELL’ITALIA AL PROCESSO DI PACE. 2016-05-18T18:01:12.4900000+02:00 I Capi Missione dei Paesi UE in Birmaniahanno concluso oggi una visita di tre giorni in Nord Shan finalizzata a verificare e meglio comprendere la situazione esistente sul campo, alla luce della recente ripresa degli scontri a fuoco in tale area. Le delegazione ha visitato diversi campi profughi a Thibaw e avuto interessanti incontri con rappresentanti delle Forze Armate, membri dell’amministrazione locale, dei partiti politici e dei gruppi etnici armati. Hanno avuto inoltre luogo utili colloqui con esponenti della societa’ civile impegnati in un’azione di contrasto alla produzione e al traffico di stupefacenti. "Credo che la missione sia stata molto utile per capire meglio le dinamiche sul terreno, sia dal punto di vista politico che militare" ha dichiarato l’Ambasciatore italiano, Pier Giorgio Aliberti, che ha attivamente partecipato all'iniziativa. "Dopo gli incontri di questi giorni sono ancora più convinto della fondamentale importanza del processo di pace per il futuro di questo Paese. Ed è per questo motivo che l'Italia è entrata a far parte del Peace Support Group, gruppo informale che riunisce i Paesi più interessati al tema, ed è per questo che stiamo finalizzando la nostra partecipazione al Joint Peace Fund". http://www.birmaniademocratica.org/document.aspx/it/l_ambasciatore_italiano_in_birmania_alla_missione_congiunta_dei_capi_missione_ue_in_nord_shan_riconfermato_il_pieno_sostegno_dell_italia_al_processo_di_pace_/politica?lang=it Wed, 18 May 2016 16:01:12 GMT 8cd815692b244e9aae27aa01bde463ff IL NUOVO GOVERNO LIBERA I PRIGIONIERI POLITICI UNA DELLE PRIORITA' GIA' RISPETTATA 2016-04-08T19:17:13.2730000+02:00 IL GOVERNO BYPASSA IL CONSIGLIO PER LA DIFESA E LA SICUREZZA, CONTROLLATO DAI MILITARI E DECIDE LA LIBERAZIONE DI TUTTI I PRIGIONIERI POLITICI Doo la prima riunione del governo Aung San Suu Kyi ha annunciato la decisione di liberare i prigionieri politici. Lacrime, abbracci, sguardi di incredulità, felicità immensa, commozione: sono le reazioni dei prigionieri politici rilasciati venerdì i e dei loro familiari. Aung San Suu Kyi, ha dichiarato che il governo rilascerà i prigionieri politici, gli attivisti e gli studenti attualmente presenti nelle carceri. Nelle prossime due settimane il governo tenterà di scarcerare queste persone, come viene scritto in un comunicato rilasciato dal governo di Htin Kyaw e firmato dalla consigliera di stato Suu Kyi. Nel comunicato viene utilizzato questo verbo incerto che probabilmente si riferisce alle tensioni con le forze armate. l'amnistia avverrà in conformità con la sez. 204 c della costituzione che autorizza il presidente a dare il perdono e con l'art. 401(1) del codice di procedura penale, ce autorizza il presidente a rilasciare prigionieri a sua discrezione ma prevede che possano rientrare in prigione in qualsiasi momento per terminare di scontare la pena. per coloro che sono stati arrestati ma ancora condannati, l'NLD utilizzerà la sezione 494 del codice penale che permette di lasciar cadere una causa anche dopo l'inizio di un processo. Il comunicato dichiaa che non è stato fatto ricorso alla sezione 204b della costituzione che prevede che il presidente abbia"il potere di garantire una amnistia secondo le raccomandazioni del Consiglio per la difesa e la Sicurezza. Dai calcoli dovrebbero essere una novantina i prigionieri politici ancora presenti nelle carceri del Paese. Dopo i migliaia di attivisti rilasciati negli ultimi anni a opera dell’ex governo di Thein Sein, le figure restanti sarebbero state arrestate in alcune proteste degli ultimi anni. Come accadde in passato, per rimettere in libertà i detenuti sarà utilizzato il capodanno buddista, che si celebrerà la prossima settimana. http://www.birmaniademocratica.org/document.aspx/it/il_nuovo_governo_libera_i_prigionieri_politici/politica?lang=it Fri, 08 Apr 2016 17:17:13 GMT d9b59fe3312a4627a63b66cd7a86b2e1 Riconciliazione nazionale, pace interna, nuova costituzione, miglioramento della vita della popolazione priorità del presidente U Htin Kyaw il discorso di insediamento del Presidente 2016-03-31T08:15:05.4830000+02:00 Vorrei innanzi tutto esprimere la mia gioia per essere stato eletto presidente dal parlamento, perché è un evento storico. Essendo stato eletto presidente, sono la persona che è responsabile per il Parlamento dell’Unione e per il governo nato dalle elezioni del novembre 2015 nati in coerenza con le politiche dell’NLD guidata da Daw Aung San Suu Kyi . Il nostro nuovo governo attuerà le seguenti politiche: La riconciliazione nazionale, La pace interna L’emergere di una costituzione che porti alla attuazione di una unione democratica e federale e Il miglioramento della qualità della vita della maggioranza della popolazione. Vorrei sottolineare che sarò necessariamente molto cauto nel mio compito di mantenere questi impegni. Inoltre mi impegnerò nella definizione di una costituzione che sarà coerente con le norme democratiche e adatta al nostro paese. Sono anche conscio che dovrò essere paziente nella realizzazione di questo obiettivo politico, al quale aspira da lungo tempo il popolo. Vorrei concludere enfatizzando che il nostro governo dell’Unione si impegnerà fortemente per rispondere alle aspirazioni e ai desideri del suo popolo. Auguro a tutti i cittadini pace e prosperità nei rispettivi cammini della vita ” Dopo la cerimonia del giuramento tenutasi in parlamento, si è tenuta una cerimonia di passaggio delle consegne dal presidente uscente U Thein Sein a U Htin Kyaw . http://www.birmaniademocratica.org/document.aspx/it/riconciliazione_nazionale_pace_interna_lpresidente_u_htin_kyaw/politica?lang=it Thu, 31 Mar 2016 06:15:05 GMT 39594c5b3cb4461095183fd554731f86 La Birmania ha un nuovo presidente, U Htin Kyaw ha prestato giuramento nella capitale Naypyidaw. 2016-03-31T08:06:56.5930000+02:00 Il nuovo presidente civile della Birmania Htin Kyaw ha prestato giuramento. Questa è la prima volta da generazioni che un presidente civile eletto guida il paese, che dal 1962 ha sofferto sotto vari regimi militari. "E 'una giornata estremamente significativoa e simbolicamente importante per il Myanmar", ha detto l'analista politico indipendente Richard Horsey. La Lega Nazionale per la Democrazia, guidata da Aung San Suu Kyi, ha vinto nelle elezioni di novembre, circa l'80 per cento dei seggi in parlamento. Suu Kyi avrà un ruolo di primo piano nel nuovo governo, assumendo carica di Ministro degli esteri, dell'istruzione e dell'energia, sarà ministro nell'ufficio del presidente. "Sarei sorpreso se fosse in grado di seguire questi quattro ministeri da sola e quindi penso che dovremo aspettarci da lei o la nomina di un vice ministro di fiducia che assuma la mole di lavoro quotidiano, o nel giro di pochi mesi dopo che lei avrà impostato la direzione politica di massima, la nomina di altri ministri ", ha detto Horsey. Suu Kyi ha detto chiaraente che guiderà il paese, con l'amico fidato Htin Kyaw in qualità di suo rappresentante. Il presidente in uscita Thein Sein ha supervisionato un periodo di grandi cambiamenti in Myanmar. Il trasferimento di potere sarà celebrato con una cena di gala nella residenza del presidente a Naypyidaw. http://www.birmaniademocratica.org/document.aspx/it/la_birmania_ha_un_nuovo_presidente_u_htin_kyaw_ha_prestato_giuramento_nella_capitale_naypyidaw_/politica?lang=it Thu, 31 Mar 2016 06:06:56 GMT f9b50a09b2d14aba84a58bd31b6969e5 Ecco la lista dei nuovi ministri, gli incarichi, i CV 2016-03-29T08:20:24.2370000+02:00 Ministero Nome Partito Ministro dell’Agricoltura e dell’ allevamento Aung Thu NLD Ministro per gli affari di confine Ye Aung, Lt. Gen. Mil Ministro del Commercio Than Myint NLD Ministro delle Costruzioni Win Khaing Ind Ministro della Difesa Sein Win, Lt. Gen. Mil Ministro dell’Istruzione Aung San Suu Kyi NLD Ministro dell’Energia e della elettricità Aung San Suu Kyi NLD Ministro degli Affari etnici Naing Thet Lwin MNP Ministro degli Esteri Aung San Suu Kyi NLD Ministro della Sanità Myint Htwe Ind Ministro degli Interni Kyaw Swe, Lt. Gen. Mil Ministro del Turismo e Hotel Ohn Maung Ind Ministro dell’Industria Khin Maung Cho Ind Ministro dell’Informazione Pe Myint Ind Ministro del Lavoro, dell’immigrazione e della Manodopera Thein Swe USDP Miinistro della tutela ambientale e delle risorse naturali Ohn Win Ind Ministro della Programmazione e Finanze Kyaw Win NLD Ministro degli Affari religiosi e della Cultura Aung Ko USDP Ministro della Previdenza sociale aiuti e reinsediamento Win Myat Aye NLD Ministro dei Trasporti e delle Comunicazioni Thant Zin Maung NLD Ministro dell’Ufficio di Presidenza Aung San Suu Kyi NLD Revisore Generale dell’Unione TBD Avvocato Generale dell’Unione TBD [1] U AUNG THU (Agricoltura e allevamento NLD Ex rettore dell’Università di Yangon U Aung Thu è stato un funzionario pubblico per alcuni decenni prima di andare in pensione ad agosto 2015 per candidarsi alle elezioni. Ha vinto un seggio nella camera bassa nella township di Latha a Yangon.. ha lavorato in molte università della Birmania, compreso come professore i matematica nell’Università di Taungoo. Durante il suo rettorato l’Università di Yangon ha rafforzato la sua collaborazione con le istituzioni formative internazionali e ha aumentato l’insegnamento univeristario. U THANT ZIN MAUNG (Trasporti e comunicazioni) NLD Un diretore generale in pensione delle ferrovie birmane. U Thant Zin Maung detiene un master in matematica dall’università di Yangon. È stato anche letore all’università prima di enrare nell’azienda Ferroviaria pubblica. Più recentemente, a novembre 2015 si è candidato per l’NLD nella sua città natale di Monywa e ha conquistato un seggio alla Pyithu Hluttaw. THURA U AUNG KO (Affari religiosi e Cultura) USDP Un funzionario militare in pensione e ex vice ministro per gli affari religiosi fino alla sua partecipazione alle elezioni del 2010. Thura U Aung Ko ha avuto una promozione con l’NLD. Il membro del Comitato esecutivo centrale dell’USDP, durante la precedente legislatura era legato all’ex portavoce Thura U Shwe Mann e anche vicino alla leader dell’NLD. Era stato eletto in rappresentanza della città di Kanpetlet, Stato Chin. Nato nel 148, è stato nell’esercito dal 1969 al 1977. È stato anche per un breve periodo vice ministro dell’ex ministero della Scienza e della Tecnologia. U OHN WIN (Risorse Naturali e ambiente) INDIPENDENTE Attualmente membro del comitato consultivo del Myanmar Institute for Integrated Development, Una organizzazione no -profit, U Ohn Win ha tra le sue credenziali il lavoro per un periodo come professore all’Università delle foreste di Yezin. Ha ricevuto il master in scienza della gestione dei bacini idrici nella Università dello Stato del Colorado negli USA è si è specializzato in idrologia, conservazione dei suoli, adattamento al cambiamento climatico e conservazione della biodiversità. Non è membro dell’NLD. U PE MYINT (Informazione) INDIPENDENTE Ex medico on laurea presso l’ Institute of Medicine, U Pe Myint dopo 11 anni ha cambiato carriera ha studiato giornalismo presso la Indochina Media Memorial Foundation di Bangkok. Ha iniziato poi una carriera come scrittore scrivendo decine di novelle. Ha partecipato al Programma internazionale di scrittura presso l’Università dell’ Iowa nel 1998, ed è stato anche editore capo della rivista The People’s Age Journal. E’ nato nello stato Rakine nel 1949. U THEIN SWE (lavoro, immigrazione popolazione) USDP Un altro membro del comitato esecutivo dell’USDP e alleato di Thura U Shwe Mann. U Thein Swe è stato anche portavoce del partito di governo . Sotto il governo militare è stato anche ministro dei transporti. È stato eletto nella township di Ann nello Stato Rakhine. U WIN KHAING (Costruzioni) INDIPENDENTE Un ingegnere meccanico di formazione, U Win Khaing ha servito nella Myanmar Investment Commission ed è stato fondatore e presidente della United Engineering Group, una società del settore gas oil e della logistica. Laureato nel Rangoon Institute of Technology è entrato nella Myanmar Oil and Gas Enterprise nel 1976 pima di partire per l’USSR per un percorso formativo nel 1981. E’ stato eletto presidente della Myanmar Engineering Society nel 2011 componente della ASEAN Federation of Engineering Organizations. NAING THET LWIN (Affari etnici) MNP Uno dei più anziani membri del governo, Naing Thet Lwin, di etnia Mon, è nato nel 194 0, entrato in politica nel 1958 e re ani dopo si è iscritto al Mon Development Party. Nel 1988 ha guidato il movimento antigovernativo ed è stato cofondatore e vice presidente del Mon Democratic Party, nel 1990 si è candidato per un seggio nella regione di for a seat in Mawlamyine in the 1990 election. Since then he has developed extensive business interests, including rubber, fisheries processing, food exports and hotels. Dr Myint Htwe (health) NLD Questa è la seconda volta che il Dr Myint Htwe torna al Minitero della Sanità dove ha lavorato per 17 anni prima di lasciarlo per andare a lavorare all’OMS. Li ha assunto varie posizioni, compresa quella di direttore del programma di gestione e consulente regionale fino al pensionamento nel 2010. Secondo il suo CV ha studiato all’ Institute of Medicine 1 e ha ottenuto il master in medicina pubblica Institute of Public Health, University of the Philippines as well come pure un dottorato in medicina pubblica dalla Johns Hopkins University negli USA. E’ membro della Myanmar Academy of Medical Science e vice presidente della Liver Foundation. Non è membro dell’NLD. U THAN MYINT (Commercio) NLD U Than Myint è diventato membro dell’NLD nel 2012e ha preso parte al comitato economico del partito. Secondo un profilo pubblicato dall’NLD ha una laurea in economia ottenuta nella Yangon University, e un master e un dottorato presso la Pacific Western University negli USA. La sua esperienza internazionale comprende un periodo come funzionario ONU, ma non si sa in quale posizione. Ha ottenuto un seggio a Hlaing Tharyar, dove è coinvolto in un gruppo che offre un servizio di ambulanza gratuito. U WIN MYAT AYE (Previdenza sociale, aiuti e ricollocazione) NLD Ha una lunga storia nel campo medico. Di formazione pediatra è descritto come professore in pensione ed esperto pediatra. Durante la sua carriera ha servito in tutto il paese, compreso Yangon, agwe e Sagaing. L’ultimo incarico è stato presso la Magwe Medical University, da cui è stato pensionato a giugno 2015. Nelle ultime elezioni è stato eletto nell’Amyotha Hluttaw a Bago, dove è cresciuto. Ha anche una lunga storia di lavoro nel volontariato. U KHIN MAUNG CHO (Industria) INDIPENDENTE Nato a Meiktila nel 1950, U Khin Maung Cho ha una lauarea in ingegneria meccanica. Il suo CV lo indica come ingegnere dirigente nella azienda automobilistica Super Seven Stars, importatore delle auto o Kia. U KYAW WIN (Programmazione e Finanze) NLD Molte informazioni sull’esperienza di U Kyaw Win, e soprattutto sul suo profilo accademico sono in discussione. Nato a Laputta nel 1948, il suo CV suggerisce che si è laureato in economia alla Yangon University ed ha ottenuto un master in consulenza aziendale e un PhD dalla Brooklyn Park University, una informazione che ha ammesso non essere veritiera. Il suo CV indica anche un diploma nella Global Academy of Finance Management, che dice di offrire certificati di specializzazione, alcuni a pagamento. U Kyaw Win ha lavorato nel Dipartimento della Pianificazione e successivamente nel Dipartimento delle entrate fino al 1997, quando è diventato il Consigliere economico dell’NLD. Nelle elezioni del 2015 è stato eletto alla Pyithu Hluttaw nella township di Dagon Seikkan. U OHN MAUNG (Hotel e turismo) NLD Il suo coinvolgimento nel settore turistico risale al periodo socialista, quando gestiva l’unica guesthouse vicino al lago Inle. Nel 1988 era tra i leader del movimento antigovernativo e è entrato nell’NLD l’anno successivo come presidente di township. Ha partecipato alle elezioni del 1990 e come moltri altri colleghi è stato arrestato e mandato nella prigione di Insein. Condannato a 10 anni di carcere è stato amnistiato nel 1992 e ha concentrato la sua attenzione al nascente settore del turismo. Nei decenni successivi ha lanciato un certo numero di hotel di successo, compreso Inle Princess Resort. Ha riallacciato i rapporti con l’ NLD nel 2012. LT GEN SEIN WIN (Difesa) MILITARE Il prossimo ministro della difesa sostituirà U Wai Lwin. Prima di prendere parte alle elezioni dirigeva la difesa aerea . laureato presso la Officer Training School. Secondo il Tagaung Institute of Political Studies, il Lt Gen Sein Win ha da sempre primeggiato in scienza e tecnologia. Viene descritto come freddo e calmo e ha la reputazione tra i militaridi essere un soldato molto professionale. LT GEN KYAW SWE (Interni) MILITARE Laureato presso la Defence Services Academy ha prestato servizio come preside dell’istituto. E’ stato comandante della Southwest Region Command, nella Regione dell’Ayeyarwady durante il Ciclone Nargis. Un ex capo dei servizi militari di sicurezza, è stato anche ministro degli affari di confine. LT GEN YE AUNG (affari di confine) MILITARE Proveniente dalla Defence Services Academy, il primo incarico del Lt Gen Ye Aung è stato a capo del comando delle operazioni regionali a Tanai, nello Stato Kachin. Successivamente è diventato comandante per il Comando centrale con base a Mandalay e giudice militare avvocato generale. Secondo il Tagaung, nel passato è stato vicino a Thura U Shwe Mann ma ora è una persona affidabile secondo il Comandante in Capo Senior General Min Aung Hlaing. http://www.birmaniademocratica.org/document.aspx/it/ecco_la_lista_dei_nuovi_ministri_gli_incarichi_i_cv/politica?lang=it Tue, 29 Mar 2016 06:20:24 GMT 0040120297cd47a0b1cbfea112365a39 HTIN KYAW. PRIMO PRESIDENTE CIVILE DOPO 50 ANNI! FATTO STORICO un uomo di grande rigore morale, preparazione e semplicità. AUGURI! 2016-03-16T08:27:35.0770000+01:00 “ E’ la vittoria di Aung San Suu Kyi, E’ grazie alla buona volontà del popolo e alla sua gentilezza amorevole che io divento presidente. Grazie a ognuno di voi” . Ha dichiarato U Htin Kyaw alla stampa dopo la sua elezione a presidente. U Htin Kyaw è stato eletto con 360 voti su 630 votanti. Il primo vice presidente sarà U Myint Swe nominato dai militari con 223 voti, mentre il secondo vice presidente sarà U Henry Van Htee, rappresentante NLD proveniente dallo Stato Chin. Henry Van Htee è stato eletto con 79 voti. L’elezione di U Htin Kyaw rappresenta un fatto storico. Sarà il primo presidente civile dopo oltre 50 anni di dittatura militare. Una persona da sempre legata all’NLD e alla leader birmana Aung San Suu Kyi. Il nuovo presidente e i due presidenti giureranno il 30 marzo prossimo e il passaggio dei poteri dovrebbe aver luogo il giorno successivo. Ma la sua elezione ha avuto un problema. Il comitato parlamentare che aveva l’incarico di verificare l’eleggibilità dei tre candidati ha visto l’astensione del componente militare che si è astenuto perché U Htin Kyaw non è un membro del parlamento, anche se la costituzione non pone questa condizione e si è opposto alla elezione dell’altro candidato affermando che le forze armate hanno bisogno di tempo per verificare se il fatto che lui sia stato a lungo all’estero possa essere un ostacolo alla sua elezione. Questo evento, insieme ad alcuni altri sono il segno del fatto che i militari cercheranno di ostacolare l’NLD e il futuro governo, che entrerà in carica il 1 aprile. Il primo vice presidente è tutt’oggi sulla black list del governo americano per i suoi legami con l’ex capo della giunta militare Generale Than Shwe. Molte sono le aspettative rispetto al nuovo governo, che dovrà affrontare una serie di sfide. Da quella della pace, al problema diffuso della corruzione e della incapacità delle istituzioni birmane di gestire la cosa pubblica con trasparenza ed efficienza. Secondo alcuni il governo dovrà affrontare anche le pressioni della Cina soprattutto nella ripresa della costruzione della diga di Myitsone, un progetto faraonico sull’Irrawaddy, sospeso cinque anni fa dal Presidente Thein Sein a causa delle fortissime pressioni pubbliche sia per il pesantissimo impatto ambientale sia perché ancora una volta la quasi totalità dell’energia prodotta verrebbe esportata nella provincia cinese dello Yunnan. All’indomani dell’elezione di U Htin Kyaw, similmente a quello che sta accadendo nei paesi vicini, India e Tailandia, dove Yingluck Shinawatra e Manmohan Sing Thaksin fanno le veci di Shinawatra e Sonia Gandhi, ci si chiede cosa farà la nuova amministrazione per la crescita del paese e per modificare le norme costituzionali sul ruolo degli organi esecutivi, in modo che Suu Kyi in futuro possa assumere la carica di Primo Ministro. La costituzione, infatti, non prevede la nomina di tale carica, che, se introdotta, permetterebbe a Aung San Suu Kyi di rappresentare il paese a livello internazionale, come Capo di Governo - così ché le scelte spettino a entrambi, Capo di Stato e Capo di Governo - e agevolerebbe la sua partecipazione ai Summit dell’ASEAN. Non sarà così necessario per Aung San Suu Kyi ricoprire la carica di Ministro degli Esteri per fare parte del principale organo di controllo del paese, l’NSDC (National Defense and Security Council). L’NSDC agisce come organo di coordinamento per la Difesa e la Sicurezza all’interno del paese, attualmente presieduto dal Comandante in Capo Min Aung Hlaing, il quale ha attualmente un buon rapporto con Suu Kyi. I militari, che non si aspettavano la vittoria della leader democratica alle elezioni, attendono ora l’evolversi della situazione; sarà dunque necessario per “Mamma Suu” mantenere dei buoni rapporti con i militari, per evitare qualsiasi tipo ostilità e turbamento e affinché non si verifichi nulla di simile a ciò che avvenne dopo le elezioni del 1990. http://www.birmaniademocratica.org/document.aspx/it/htin_kyaw_primo_presidente_civile_dopo_50_anni_fatto_storico/politica?lang=it Wed, 16 Mar 2016 07:27:35 GMT 441be24f24b04d019c688015c67c1225 GRANDE SUCCESSO LA CONFERENZA NAZIONALE DI PACE ora parte il lavoro negoziale 2016-09-18T19:13:15.9400000+02:00 GRANDE SUCCESSO DELLA CONFERENZA NAZIONALE DI PACE A soli cinque mesi dall’insediamento del nuovo governo La leader birmana ha mantenuto la promessa convocando a Napidaw il 31 agosto la Panglong 21st Century Conference. La conferenza ha inteso ricalcare le orme di quella promossa a Panglong nel 1947 dal Generale Aung San, che ha portato alla firma dello storico accordo con alcuni gruppi etnici. Un accordo che prevedeva, tra l’altro la costituzione di uno Stato federale e il diritto alla secessione, dopo 10 anni nel caso in cui gli impegni sottoscritti non fossero stati rispettati. Il nuovo governo di Aung San Suu Kyi ha così riunito nella capitale circa 1600 partecipanti in rappresentanza. di tutte le minoranze etniche, delle organizzazioni armate, i membri del governo, del parlamento, dei militari e della società civile. Le 17 organizzazioni etniche, tra cui le 8 organizzazioni firmatarie dell’accordo Nazionale per il Cessate il Fuoco (NCA) di ottobre 2015 e le 7 organizzazioni che non lo avevano firmato, rappresentate dall’ United Nationalities Federal Council, come pure I gruppi Mongla e Wa sono arrivate in forza. Quest’ultimi hanno lasciato la Conferenza il secondo giorno in segno di protesta per essere stati accreditati erroneamente solo come osservatori. Obiettivo centrale, la ripresa dei dialoghi di pace e l’individuazione delle strategie necessarie al raggiungimento della riconciliazione nazionale e del superamento dei conflitti armati in atto da decenni in molte zone etniche del paese. A conclusione dei lavori non è stata approvata alcuna risoluzione, ma il dato fondamentale è che si è finalmente data l’opportunità ai leader politici di circa 20 gruppi etnici e a tutti gli altri attori, di presentare formalmente le loro preoccupazioni e le loro aspirazioni politiche. Solo tre gruppi etnici che continuano a scontrarsi con le truppe dell’esercito nazionale non hanno partecipato ai dialoghi, mentre la delegazione degli Wa, ha abbandonato i lavori il secondo giorno, perché erroneamente inserita tra gli osservatori. Aung San Suu Kyi, che tra l’altro presiede l’Union Peace Dialogue Joint Committee (UPDJC), a chiusura dei lavori, aveva sottolineato come l’evento rappresenti un tassello importante del processo di pace. “Il problema della pace non va discusso solo nell’ambito di questa conferenza, dobbiamo alimentare il nostro impegno per raggiungere la pace e la riunificazione del paese”. Un obiettivo e un lavoro che non potrà essere appannaggio dei soli addetti ai lavori, ma dovrà essere alimentato dal contributo e dal sostegno di tutti in particolare sui temi del dialogo politico e sull’inizio di tale dialogo a livello nazionale, che dovrà iniziare subito dopo la conclusione della Conferenza, il cui aggiornamento si terrà dopo sei mesi dalla sua conclusione . Il dibattito è stato sicuramente molto acceso, a’ampia partecipazione e la diversità di opinioni sia tra i gruppi etnici che tra questi e alcune forze politiche e militari, anche se vi è stato un generale accordo verso la costruzione di una Unione federale e democratica, come sottolineato dall’Accordo Nazionale per il Cessate il Fuoco (NCA). Anche se non ci si aspettava di raggiungere alcun accordo, la Conferenza ha rappresentato un passo avanti importante per la pace. Aung San Suu Kyi all’apertura aveva dichiarato che la Conferenza segna l’inizio di un percorso di pace nel paese e che l’Accordo Nazionale di Cessate il Fuoco (NCA) è il primo passo non solo verso la pace ma verso la realizzazione di un’ unione federale. “Se non saremo in grado di raggiungere la riconciliazione e l’unità nazionale non saremo mai in grado di raggiungere una unione pacifica, duratura e sostenibile” ha dichiarato ai delegati. Alla cerimonia di apertura avevano preso parte il segretario Generale ONU Ban Kyi-moon e i diplomatici dei vari paesi presenti nel paese. Molte sono le opinioni e le voci che hanno influenzato il dibattito. Un delegato della Shan Youth Organization: Sai Aung Myint Oo ha dichiarato che servirà molto più tempo per raggiungere il cessate il fuoco, poiché in alcune aree, i combattimenti tra governo e gli eserciti etnici sono ancora in corso. Una voce scarsamente rappresentata è stata quella delle donne, sia nelle delegazioni che alla cerimonia di apertura, dove sugli otto interventi uno solo è stato quello di una donna: Aung San Suu kyi . Inoltre le organizzazioni delle donne erano state invitate come osservatrici e non come delegate ai tavoli negoziali. Un problema sottolineato anche da Ban Ki Moon che ha ribadito la necessità che almeno il 30 % dei delegati ai colloqui di pace debba essere rappresentato da donne. Infatti, le donne sono e sono state in passato tra le principali vittime dei conflitti armati nel paese, tanto che una delle priorità è quella di garantire la pace e la sicurezza alle donne e ai bambini , poiché la “violenza di genere, in particolare le violenze sessuali nelle zone di conflitto rappresentano un abuso di potere. In un rapporto ombra presentato al Comitato della Convenzione per la eliminazione di tutte le forme di discriminazione contro le donne, la Gender Equality Network ha raccomandato la introduzione di punizioni severe per tutti coloro che hanno commesso violenze sessuali, così da superare il clima di impunità presente nel paese. Molti casi di violenze sessuali, stupri continuano ad essere denunciati dalle organizzazioni delle donne, nonostante l’assenza di sostegni da parte del governo. Otto organizzazioni di donne raggruppate sotto la sigla di AGIPP avevano elaborato un documento politico in vista della conferenza ma non sono state in grado di presentarlo, visto il loro status di osservatori. Se le organizzazioni di donne sono state poco valorizzate, la Conferenza ha dato voce anche ai rappresentanti delle varie religioni, tra cui il Cardinale Charles Maung Bo, che ha ribadito la necessità di costruire uno stato federale in grado di rappresentare le diversità del paese. L’Ethnic armed Alliance the United Nationalities Federal Council (UNFC) aveva presentato la sua bozza di costituzione federale, illustrandone i punti salienti attraverso gli interventi dei propri appresentanti. Tra le proposte la formazione di un esercito federale, la riforma del settore della sicurezza, la revisione del nome del nome del paese: “se dovremo essere un paese federale il nome non dovrebbe rappresentare un unico gruppo etnico e dovrebbe rappresentare tutti i gruppi etnici e le regioni. Una voce fuori dal coro è stata quella dei rappresentanti dell’esercito impegnati a sostenere l’importanza di salvaguardare la Costituzione del 2008, strumento di protezione degli Stati birmani, dando priorità al processo di disarmo, smobilitazione e reintegrazione dei gruppi armati (DDR Process) che dovrebbe garantire la sicurezza e la stabilità nel paese. Una posizione non accettata da molti gruppi armati che ritengono questa discussione prematura, poichè bisognerebbe preparare il processo di riforma del settore della sicurezza dovrebbe essere attuato in via prioritaria in modo da garantire che lo stesso processo di disarmo, smobilitazione e reintegro, avvengano in modo democratico e corretto. I gruppi armati, compresi gli Wa nello Stato Shan e i Shani (Tai Leng) nello Stato Kachin hanno proposto la creazione di nuovi stati autonomi, che dovrebbero sorgere nel quadro degli attuali Stati e Divisioni, sulla base della rappresentanza etnica. “I gruppi etnici minoritari hanno il diritto a chiedere uno Stato autonomo, e dovremo valutare quando si potrà realizzare” perchè “la sfida riguarda la quantità di risorse che avremo quando cercheremo di costruire uno stato: se avremo un numero sufficiente di legislatori, educatori, medici, di risorse tecniche e informatiche etc..” Un alto punto di discussione ha riguardato “il principio degli otto Stati”. Una proposta inclusa della bozza di costituzione elaborata da alcuni gruppi etnici armati. L’attuale paese è diviso in sette divisioni e sette stati etnici: Chin, Kachin, Karen, Karenni, Mon e Shan. Il cambiamento proposto riguarda la fusione di tre di queste divisioni a maggioranza Bamar, in un unico Stato composto dalle divisioni di Mandalay, Magwe e Pegu. Questo permetterebbe una rappresentanza politica e una condivisione delle risorse equa tra Ii Bamar e gli altri gruppi etnici del paese. Khun Marko Ban, che rappresenta il Karenni National Progressive Party (KNPP), ha descritto l’attuale discussione come interessante perchè si focalizza sullo spirit e sui principi dell’Accordo firmato alla Conferenza di Panglong del 1947 e che comprendono il federalismo, l’uguaglianza e l’autodeterminazione. Ha espresso il suo sostegno alla proposta sottolineando che “il principio degli otto Stati , è un principio base visto che trae origine dall’Accordo della Conferenza di Panglong del 1947”. Altro tema ha riguardato quanto sottolineato dal vice Presidente dell’UNFC, Nai Hong Sar circa la necessità di “costruire migliori relazioni tra i gruppi etnici se si vuole lavorare per la costruzione dello stato. http://www.birmaniademocratica.org/document.aspx/it/grande_successo_la_conferenza_nazionale_di_pace/politica?lang=it Sun, 18 Sep 2016 17:13:15 GMT af0c7c13da434e09835ca5703269db0f Conclusa con successo la prima sessione di lavoro del nuovo Parlamento 2016-06-10T17:30:50.0130000+02:00 La prima sessione del nuovo Parlamento uscito dalle elezioni del novembre scorso si è concluso con l’introduzione di 16 disegni di legge, la discussione di decine di mozioni e centinaia di interrogazioni da parte dei parlamentari. In quattro mesi di lavoro il parlamento è stato in sessione per olte 40 giorni, durante i quali sono state emendate e approvate 9 leggi, mentre altre sette sono ancora i discussione. Il Portavoce della Camera Bassa Win Myint ha detto ai parlamentari nell’ultima riunione di lavorare più intensamente durante l’interruzione, la seconda sessione si dovrebbe riunire a metà luglio. Ha ringraziati i parlamentari per aver appoggiato la nomina dei portavoce, del Presidente Htin Kyaw e dei membri del governo e degli altri 15 comitati che lavorano su questioni connesse ai diritti civili ed economici, alla pace, alle finanze e agli investimenti. Tra le leggiapprovate vi è quella sul nuovo Consigliere di Stato, che ha permesso la creazione di una nuova pozizione per la leader dell’NLD Aung San Suu Kyi, nonostante le obiezioni dei militari nominati nel parlamento. Altri punti importanti hanno riguardato la revoca della legge sulla protezione dello Stato del 1975, utilizzata per reprimere gli attivisti politici sotto il regime militare e gli emendamenti alle leggi delConsiglio del popolo e del Consiglio di Stato che sono state approvate nel 1974. I parlamentari hanno anche lavorato per emendare le norme del Ward e del Village Tract Administration Law che obbligano di registrare gli ospiti per la notte, emendamenti che sono ancora in discussione come quelli riguardanti la Legge sulle assemblee pacifiche. Sai Thiha Kyaw, un parlamentare rieletto che rappresenta la Shan Nationalities League for Democracy (SNLD),ha dichiarato che la sessione parlamentare è stata un successo nonostante i problemi ereditati dalla precedente amministrazione. Poiché la prima sessione ha dovuto impegnarsi prevalentemente nella nomina dei portavoce e del governo, c’è stato poco tempo per discutere delle questioni etniche in particolare della tutela dei civili nelle zone di conflitto. Durante la sessione alcuni parlamentari, soprattutto coloro che rappresentano i partiti minoritari, hanno presentato denunce per lo scarso spazio di parola. http://www.birmaniademocratica.org/document.aspx/it/conclusa_con_successo_la_prima_sessione_di_lavoro_del_nuovo_parlamento/politica?lang=it Fri, 10 Jun 2016 15:30:50 GMT 5083b040d7984501ba13484b5869fa5b Ritorno in Myamar Nuovo numero di RISE, Trimestrale sulle Relazioni internazionali e International political economy del Sud-Est asiatico del Torino World Affairs Institute, dedicato alle politiche, ai problemi economi, sociali in Birmania . Il numero può essere scaricato dal link: https://www.twai.it/magazines/ritorno-in-myanmar/ 2017-08-05T12:50:34.8970000+02:00 http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=136d5fb8fc3b4634b37d4dcd66543d33&docid=5083b040d7984501ba13484b5869fa5b Sat, 05 Aug 2017 10:50:34 GMT d367544013754d37b77b354384361391 Papa Francesco visiterà la Birmania e il Bangladesh 2017-08-24T09:17:54.5500000+02:00 Il Papa visiterà la Birmania e il Bangladesh prima di Natale, probabilmente dal 27 al 29 novembre prossimo. A maggio scorso, nel corso della visita di Aung San Suu Kyi a Roma sono stati riallacciati i rapporti diplomatici tra la Birmania e lo Stato Vaticano . Sarà la prima visita nel Paese di un Papa. Grandi sono le aspettative soprattutto per il fatto che papa Francesco ha espresso viva preoccupazione per la situazione dei Rohingya e per la pace in Birmania. http://www.birmaniademocratica.org/document.aspx/it/papa_francesco_visitera_la_birmania_e_il_bangladesh/politica?lang=it Thu, 24 Aug 2017 07:17:54 GMT 80a17225802e49288d177dc316930f69 il Chief Minister di Yangon ospite oggi a Romadi Italia-Birmania.Insieme Importante seminario su Smart cities e riforma dei musei all'ICCROM 2017-06-21T06:32:05.6130000+02:00 Oggi a Roma una importante delegazione del Governo Regionale di Yangon, composta dal Chief Minister U Phyo Min Thein, dalla Ministra per le Infrastrutture Nilar Kyaw, dalla Segretaria del Yangon City Development Committee Hlaing Maw Oo. La delegazione prenderà parte all'ICCROM al Seminario organizzato da Italia-Birmania.Insieme su: Conservazione integratadei patrimoni urbani e città inclusive e intelligenti, possibili sinergie tra Italia e Myanmar: il caso di Yangon. All'incontro pinterverranno oltre al Direttore dell'ICCROM de Caro, il Sottosegretario alla Cultura On. Cesaro, il Direttore centrale del MAECI Vellano, il Prorettore della Sapienza Botta, La preside della Facoltà di Architettura Giovenale, Piero Fassino, il Prof. Gugliermetti e il Direttore di Symbola Sturabotti. Cecilia Brighi, Segretario Generale IBI coordinerà l'incontro. http://www.birmaniademocratica.org/document.aspx/it/il_chief_minister_di_yangon_ospite_oggi_a_romadi_italia-birmania_insieme/politica?lang=it Wed, 21 Jun 2017 04:32:05 GMT 51a4dc674b814a01a1540d65d3e99d4f Elezioni suppletive: l'NLD conquista 9 seggi su 18 2017-04-02T16:41:06.2400000+02:00 Si sono tenute in Birmania le elezioni suppletive in alcune regioni e Stati, con ‘obiettivo di sostituire i parlamentari nominati al governo azionale o regionale. Il voto nelle elezioni suppletive per coprire i 19 seggi del parlamento nazionale e di quelli regionali, considerato come un test per la popolarità della leader birmana ha consegnato la metà dei seggi al suo suo partito l’NLD. L’NLD ha vinto 9 seggi, tra cui il seggio dove era stata eletta Aung San Suu Kyi, La Lega delle Nazionalità Shan per la Democrazia ne ha ottenuti 6; l’USDP , il partito messo in piedi dai generali solo 2 e nello Stato Rakhine, il leader dell’Arakan National Party ha vinto un seggio e nello stato Kayah l’All Nationalities Democracy Party ha ottenuto un seggi, anche per il fatto che l’NLD non aveva presentato in tempo la candidatura. Questo voto rappresenta un’ulteriore indicazione del sostegno alla attuale amministrazione nel mezzo di una ripresa dei conflitti con i gruppi armati degli stati etnici e a fronte di un rallentamento della crescita economica. Secondo la Commissione Nazionale per le Elezioni, l’NLD ha conquistato 9 seggi su 18. In un recente discorso televisivo, Suu Kyi ha riconosciuto la frustrazione di una parte importante della popolazione per la lentezza delle riforme de dello sviluppo. Ma ha anche ribadito la priorità centrale del suo governo ovvero la conclusione dei conflitti che hanno mantenuto la Birmania in uno stato di guerra civile perenne. Mentre le elezioni suppletive non avranno un impatto sugli equilibri nel parlamento, dove l’NLD ha la stragrande maggioranza, offre la possibilità di avere il polso della popolarità dell’amministrazione nazionale. Win Htein, uno dei maggiori leader dell’NLD ha dichiarato che “il partito ha dovuto affrontare barriere linguistiche e problemi con i gruppi armati nei distretti dello Stato Shan a causa del conflitto cresciuto nei mesi passati. Stiamo migliorando nello Stato Shan, ma i locali non parlano birmano quindi dobbiamo tradurre le scelte politihe nella lingua Shan” ha detto. I maggior gruppi armati impegnati negli scontri con i militari hanno rifiutato di parteipare attivamente al processo di pace promosso da Aung San Suu Kyi. Infatti molti conflitti sono aumentati dall’inizio del governo e hanno prodotto un aumento di 160.000 persone sfollate. Oltre due milioni di votanti, meno del 5% della popolazione del paese, hanno potuto votare nelle elezioni suppletive nelle quali erano in ballo i seggi di otto stati e regioni. “Dopo un anno accettiamo ancora il governo dell’NLD. Stanno governando correttamente” ha dichiarato Victor Hla Sein, di 73 I risultati mostrano come il partito sia ancora forte nelle sue aree centrali del paese, ma rivelano un certo malcontento . tra le minoranze etniche, che hanno a lungo lottato sotto il dominio della maggioranza Bamar a cui Suu Kyi appartiene. L’ NLD è andato bene nelle sue roccaforti attorno alla capitale commerciale Yangon e nelle regioni centrali più a nord, ma ha subito perdite nelle zone più remote, anche nelle regioni delle minoranze etniche in cui la violenza degli insorti ha continuato nonostante la volontà di Suu Kyi di portare la pace, dopo decenni di lotte. http://www.birmaniademocratica.org/document.aspx/it/elezioni_suppletive_l_nld_conquista_9_seggi_su_18/politica?lang=it Sun, 02 Apr 2017 14:41:06 GMT 133d090aa2284f25b26237b410a787c5 il governo birmano denuncia le notizie false sulle violazioni dei diritti umani nello stato Rakhine fabbricate 2017-03-07T10:47:19.3200000+01:00 Il New Light of Myanmar pubblica una dura critica da parte del governo per la pubblicazione sui media internazionali di notizie false e foto riferite in realtà a luoghi esterni alla regione dopo gli attacchi del 9 ottobre scorso a Maungtaw, nel nord dello Stato Rakhine. Notizie e foto che hanno prodotto durissime critiche e condanne nei confronti del governo birmano da parte di governi e organizzazioni per i diritti umani. “Queste notizie e foto costruite ad arte sono state inviate ai media internazionali con l’obiettivo di discreditare il paese” ha dichiarato il rappresentante del comitato per l’informazione. Il giornale pubblica anche le foto incriminate illustrando i reali contenuti e luoghi in cui erano state scattate. Sempre il giornale ufficiale pubblica la notizia dell’arresto dei poliziotti colpevoli di aver picchiato, nel corso di operazioni di sicurezza, il 5 novembre scorso, alcuni abitanti di Kotankau, un villaggio dello Stato Rakhine. Il pestaggio è stato documentato attraverso un video clip diffuso da uno dei militari mentre mostra i poliziotti che picchiavano alcuni abitanti del villaggio. Il video era stato ripreso da molti media internazionali. Subito dopo la diffusione del video il Comitato ha contattato i funzionari della polizia e del Ministero degli Interni chiedendo una indagine immediata sull’accaduto. Secondo la polizia il video è stato girato nel corso di una operazione di sicurezza effettuata da un team congiunto della polizia della Guardia di Frontiera n. 2 e delle forze di sicurezza n. 36 nel villaggio di Kotankauk il 5 novembre, nel corso del quale 10 poliziotti avevano arrestato numerosi abitanti. Le operazioni di sicurezza erano iniziate dopo che sei persone in motocicletta avevano sparato a 11 poliziotti di fronte l posto di polizia di frontiera di Norular, il 3 novembre scorso causando la morte di un poliziotto e il ferimento di un altro. La polizia aveva effettuato perquisizioni a seguito di una soffiata che indicava che nel villaggio viveva un uomo che aveva distribuito agli abitanti documenti e cartelli contenenti informazioni false utilizzati per aizzare una manifestazione di protesta il 3 novembre, in occasione della visita di un gruppo di diplomatici. Nel corso delle perquisizioni sono stati sequestrati sei machete, una lancia e un coltello e due persone sono state accusate di essere coinvolte negli attacchi armati. http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=136d5fb8fc3b4634b37d4dcd66543d33&docid=133d090aa2284f25b26237b410a787c5 Tue, 07 Mar 2017 09:47:19 GMT 9c45e6d4cc4e44e69b2ccfd395e4d9bb Stanziati nuovi fondi per il Ministero della Difesa 2016-12-20T16:27:29.8170000+01:00 È stata approvata , dal Parlamento, la manovra per apportare un aumento di capitale al bilancio del Ministero della Difesa nell’anno fiscale 2016-2017. È previsto un nuovo stanziamento di fondi da destinare ai salari dell’Esercito, all’operatività e all’approvvigionamento delle fabbriche di proprietà della Myanmar Economic Corporation, gestita dal Ministero della Difesa.secondo Secondo quanto affermato anche dall’esponete della Camera Bassa U Aung Min,per compensare a questa spesa,non si verificheranno tagli agli altri Enti . I fondi equivarranno a 1,3 trilioni di Kyat ($1 Mld), da cui sono stati tagliati, prima della approvazione, 69 Mln di Kyat ($52 Mln). Il Ministero della Difesa è l’unico che fino a questo momento non ha registrato nessuna riduzione di bilancio, a differenza di quanto è già avvenuto per gli’Interni e per la Central Bank of Myanmar. A Gennaio, infatti, ancora durante il governo dell’USDP, era stato approvato un bilancio preventivo pari a $17,5 Mld. Più del 14% dei fondi sono stati utilizzati e la recente proposta approvata dal Parlamento apporterà nuove finanze per $75Mln da utilizzare entro la fine di Marzo. È stato, invece, fortemente criticato il taglio alle finanze del Ministero dell’Interno, che ha visto , come unico fondo in suo favore nell’anno in corso, quello destinato alla messa a norma delle prigioni, imposta dalla Commissione per i diritti umani. A tal proposito U Aung Min ha detto “Dobbiamo limitare le spese, ove possibile, gli altri ministeri dovranno attendere il prossimo anno, al momento ci stiamo focalizzando sulle spese necessarie”. Il Ministero degli Interni aveva presentato un bilancio preventivo di $27Mln, a cui sono stati tagliati $7 Mln, così come la Central Bank of Myanmar a cui sono stati tagliati $40 Mln su un bilancio di $98 Mln. Non ci sono state richieste, invece, né da parte dell’Ufficio del Presidente, né dall’Ufficio del Consigliere di stato, né dal Ministero per gli Affari Etnici. La commissione per lo stanziamento dei fondi pubblici prende in considerazione per la valutazione fattori come il termine di realizzazione del progetto – se il progetto sarà di competenza dell’anno fiscale in corso -, la veridicità delle spese proposte, e i benefici che il progetto potrebbe arrecare alla popolazione. Per quanto riguarda la revisione dei bilanci, sono incaricati due comitati, uno per conto del governo e un altro, retto dal vice-presidente, per conto degli Stati autonomi; la revisione finale viene effettuata da una commissione condotta dal presidente, che riesamina tutte le proposte per sottoporle, finalmente, al Parlamento. http://www.birmaniademocratica.org/document.aspx/it/stanziati_nuovi_fondi_per_il_ministero_della_difesa/politica?lang=it Tue, 20 Dec 2016 15:27:29 GMT e1ce0991aa624549afed47b2ce7f9fb4 Censimento pubblicati i dati su mortalità neonatale, materna e rapporto su fertilità e matrimoni un quadro preoccupante e importante per l'azione futura del governo 2016-11-12T15:18:28.3230000+01:00 http://www.birmaniademocratica.org/document.aspx/it/censimento_dati_su_mortalita_neonatale/politica?lang=it Sat, 12 Nov 2016 14:18:28 GMT f58aeec390ee4ed187b96637dcb451c6 Pubblicato il terzo rapporto sulla trasparenza delle imprese birmane la corruzione rimane tra i problemi prioritari 2016-09-20T19:04:40.1630000+02:00 Il Myanmar Centre for Responsible Business ha pubblicato il suo terzo rapporto sulla trasparenza delle imprese birmane: Pwint Thit Sa/Transparency in Myanmar Enterprises (TiME) che utiliza 35 domande per valutare i siti delle 100 imprese maggiori in Birmania per quanto riguarda l’informazione sui programmi anticorruzione, la trasparenza organizzativa, i diritti umani, la salute e sicurezza e l’ambiente. Le imprese con il punteggio maggiore nel 2016 sono: First Myanmar Investment (FMI) che quest’anno è stata calcolata separatamente da SPA, Serge Pun and Associates (SPA) e Max Myanmar. Le 10 migliori sulle 15 imprese più trasparenti nel 2016 sono prevalentemente le stesse dell’anno precedente con solo piccoli cambiamenti nell’ordine ma con complessivi miglioramento nel punteggio. Tra le imprese migliori le aree di maggiore miglioramento includono la pubblicazione dei dati finanziari, meccanismi di risoluzione dei conflitti, le valutazioni di impatto sociale e ambientale. Molte imprese non hanno ancora propri siti (34% di quelle analizzate) o anche li dove esistono, i siti non funzionano pienamente o pubblicano scarse o poche informazioni riguardanti la governance aziendale (circa il 45%). Il rapporto indica anche alcune raccomandazioni alle imprese, al governo, al parlamento e agli investitori istituzionali, alla società civile e ai media. Il nuovo Parlamento ha sottolineato la necessità di affrontare il problema della corruzione, mentre questo implica in primo luogo una leadership del governo, che si fonda sui passi iniziali intrapresi dal nuovo governo, l’attuale regime legale sulla corruzione non è ancora completamente in linea con gli obblighi internazionali secondo la Convenzione ONU sulla Corruzione (UNCAC) per affrontare i problemi della corruzione nel settore privato. L’ UN Office of Drugs and Crime (UNODC) sta sostenndo la Commissione birmana contro la corruzione: Anti-Corruption Commission (ACC) nella attuazine della prima revisione dell’ UNCAC.17 Tale revisione deve identificare gli specifici divari nel quadro legale ed attuativo in rapporto a quanto previsto dall’UNAC e come affrontare i problemi. In particolare l’art. 26 dell’UNCAC prevede che la Birmania definisca la responsabilità delle persone legali per la partecipazione a azioni di corruzione, li dove la Myanmar Anti-Corruption Law (2013), il Codice Penale e il Myanmar Commercial Act (1914) sembrano suggerire che sia le imprese locali che quelle straniere operanti in Birmania non siano responsabili della partecipazione ai reati di corruzione. http://www.birmaniademocratica.org/document.aspx/it/pubblicato_il_terzo_rapporto_sulla_trasparenza_delle_imprese_birmane/politica?lang=it Tue, 20 Sep 2016 17:04:40 GMT 09d2721a93fe491299778cc33350a45c Sei uffici negli stati e regioni per la gestione degli accordi di cessate il fuoco 2016-09-18T19:36:57.1070000+02:00 Secondo una dichiarazione dell'Ufficio della Leader Aung San Suu Kyi, è stato raggiunto l’accordo per l’apertura di sei uffici nelle are del cessate il fuoco. Secondo ila sessione dell’ Union Joint Ceasefire Monitoring Committee (JMC-U) alla Centro Nazionale per la riconciliazione e la Pace di Yangon. Quattro comitati regionali e statali per il monitoraggio del cessate il fuoco son stati istituiti negli Stati Shan, Kayin,Mon e nella Regione del Taninthari ed è in programma di aprirne altri due nella regione di Bago e nello Stato Chin. Secondo il segretario JMC-U Dr Shwe Khar, gli uffici verranno aperti ad ottobre nella regione di Bago e a Haka nello Stato Cin a Novembre. La discussione ha incluso un incontro dtra JMC-U e i rappresentanti ONU. L’UNDP finanzia il comitato perché conduca le sua attività di sostegno alla pace ritenendo che serva al comitato altri 100.000 $ per la prosecuzione del suo lavoro sino alla fine dell’anno. L’esercito in parallelo aprirà il dialogo con le organizzazioni armate dei gruppi etnici sotto la supervisione dell’ Union Joint Ceasefire Monitoring Committee. Il comitato ha in programma di includere anche le organizzazioni della società civile nel processo. http://www.birmaniademocratica.org/document.aspx/it/sei_uffici_negli_stati_e_regioni_per_la_gestione_degli_accordi_di_cessate_il_fuoco/politica?lang=it Sun, 18 Sep 2016 17:36:57 GMT afda85a8f9d74d609d4206b6757c65d2 Formata una Delegazione di Pace per Richiedere il disarmo dei Gruppi Etnici nello stato Shan 2016-06-23T13:12:07.3870000+02:00 Una delegazione di pace guidata dal dr. Tin Myo Win è stata inviata nello stato Shan per incontrare i rappresentanti dei gruppi etnici presenti nello Stato e convincerli a interrompere gli attacchi contro l’esercito e a disarmare le truppe in vista della conferenza di pace che si terrà il prossimo mese, nel corso della quale si celebreranno anche gli accordi di Panglong del 1947. La delegazione si è incontrata prima con i rappresentanti dei gruppi TNLA (Ta’Ang National Liberation Party) AA (Arakan Army) e MNDAA (Myanmar National Democratic Alliance Army) - nessuno dei quali ha aderito al NCA (Nationwide Ceasefire Agreement) dell’anno scorso, perché esclusi dal precedente governo –, e poi con i rappresentanti dei gruppi Wa e Mongla, nella città di Mongla. I primi tre gruppi fanno, inoltre, parte dell’ UNFC (United Nationalities Federal Council), una coalizione per i diritti delle minoranze etniche, dal quale avevano recentemente affermato di volersi distaccare per formare un alleanza con la United Wa State Army (UWSA) e la National Democratic Alliance Army (NDAA). Le richieste fatte ai rappresentanti del UWSA prevedevano anche l’abbandono delle basi al confine con la Thailandia, richiesta che i rappresentanti del gruppo etnico hanno rifiutato affermando di possedere le basi ormai da molti anni. I membri della delegazione ritengono che il comandante dell’esercito Min Aung Hleng giocherà un ruolo fondamentale nel trovare un punto d’incontro con i gruppi etnici, nel frattempo è stata formata una sub –commissione col compito di gestire i gruppi che hanno già aderito al NCA. tradotto da Giuseppe de Gregorio http://www.birmaniademocratica.org/document.aspx/it/formata_una_delegazione_di_pace_per_richiedere_il_disarmo_dei_gruppi_etnici_nello_stato_shan/politica?lang=it Thu, 23 Jun 2016 11:12:07 GMT 5cd9c2b5055a49efb1ace54a01480aa2 ITALIA-MYANMAR. AVVIATA COOPERAZIONE IN CAMPO CULINARIO TRA ALMA, LA SCUOLA INTERNAZIONALE DI CUCINA ITALIANA, E LA HOSPITALITY AND CATERING TRAINING ACADEMY DI YANGON. 2016-05-24T17:22:06.4730000+02:00 YANGON, 24 MAGGIO 2016 – La cooperazione tra Italia e Myanmar si arricchisce di un nuovo tassello: Ye Ko Naing, un giovane studente birmano presso la Hospitality and Catering Training Accademy (HCTA) di Yangon, inizia domani il suo percorso formativo presso ALMA, la scuola internazionale di cucina italiana. La HCTA e’ uno dei progetti realizzati dalla Fondazione Daw Khin Kyi, creata da Aung San Suu Kyi in memoria della madre, e grazie ad una efficace sinergia con ALMA, l’Ambasciata d’Italia a Yangon e l'ex Senatrice Albertina Soliani dell’Associazione per l’Amicizia Italia Birmania Giuseppe Malpeli, Ye Ko Naing verra’ ospitato presso la Reggia di Colorno dove potra’ frequentare l’International Culinary Program della nota scuola di cucina italiana. “Sin da quando ho visitato, nei mesi scorsi, la HCTA, ho subito pensato a una collaborazione con un’eccellenza italiana nel campo della cucina” ha affermato l’Ambasciatore Pier Giorgio Aliberti, che invia i suoi piu’ calorosi auguri al giovane apprendista cuoco. “Grazie al dialogo con la Senatrice Soliani e l’Associazione Italia Birmania Giuseppe Malpeli siamo riusciti a coinvolgere ALMA e nel giro di pochi mesi il progetto e’ diventato realta’. Ritengo si tratti di un inizio molto promettente in un settore per noi di grande interesse e su cui ho riscontrato qui in Myanmar una fortissima attenzione”. http://www.birmaniademocratica.org/document.aspx/it/italia-myanmar_avviata_cooperazione_in_campo_culinario_tra_alma_la_scuola_internazionale_di_cucina_italiana_e_la_hospitality_and_catering_training_academy_di_yangon_/politica?lang=it Tue, 24 May 2016 15:22:06 GMT f0294477acd045598d63b6981494128f firmato lo storico accordo per il cessate il fuoco con otto gruppi etnici Un passo fondamentale verso il dialogo politico per porre fine al conflitto più lungo al mondo 2016-05-03T12:41:47.4430000+02:00 Otto gruppi armati delle nazionalità etniche hanno firmato oggi uno storico accordo di cessate il fuoco con il governo birmano, dopo oltre quattro anni di negoziati, che hanno visto l’esclusione di altri gruppi armati. “Riteniamo che questo sia il primo passo per la costruzione di una pace sostenibile nel paese” ha dichiarato il Presidente Thein Sein nel corso della cerimonia. Dall’indipendenza ottenuta nel 1948 ad oggi ,il paese è stato vittima di costanti tensioni e conflitti armati. I gruppi che hanno sottoscritto l’accordo comprendono gli eserciti degli Stati Shan e Karen, ma altri sette gruppi si sono rifiutati di sottoscrivere l’accordo e molti altri sono stati esclusi dai negoziati da parte del governo. Speriamo che gli altri gruppi etnici armati firmeranno prima o dopo l’accordo perché sappiamo che anche loro vogliono la pace” ha dichiarato Saw Kwe Htoo Win, segretario del Karen National Union l’ala politica del gruppo etnico karen. "Senza un cessate il fuoco, non possiamo iniziare il dialogo politico e solo i mezzi politici possono risolvere i conflitti civili nel nostro paese ha dichiarato al DPA per telefono prima della cerimonia. Il governo nei prossimi 60 giorni inizierà il dialogo politico anche con i gruppi che non hanno partecipato alla firma. Ha dichiarato Hla Maung Shwe, del Myanmar Peace Centre. Alla cerimonia per la firma hanno partecipato rappresentanti della UE, USA, Norvegia, Giappone e Tailandia e i maggiori partiti politici del paese. La leader del partito di opposizione NLD, Aung San Suu Kyi e Khun Htun Oo del Shan National League for Democracy sono stati invitati ma non hanno partecipato alla cerimonia ed hanno mandato propri rappresentanti come testimoni. Le otto organizzazioni che hanno firmato l’accordo sono stati rimossi dalla lista delle organizzazioni terroriste e fuori legge, ma i critici dicono che nessuno deiprigionieri politici, compresi i membri di queste organizzazioni sono stati rilasciati. Anche se i gruppi Shan e Kachin hanno rifiutato di firmare l’accordo, i negoziati continueranno con loro. I leadr Shan e Kachin hanno espresso il loro scetticismo rispetto al fatto che il governo ha escluso dai negoziati alcuni gruppi che sono stati alleati delle nazionalità etniche. Inoltre vi sono forti perplessità sulla reale volontà dell’esercito di mantenere la parola data. Secondo il The Telegraph, Pechino avrebbe fatto pressioni nei confronti delle organizzazioni armate, presenti lungo il confine tra Cina e Birmania e anche nei confronti del governo birmano, perché non si firmasse l’accordo. La frontiera infatti non è solo luogo degli insurgenti ma rappresenta un area molto porosa per il commercio delle risorse naturali birmane, come il legname e la giada. Sembra che i cinesi abbiano reagito molto negativamente per il fatto che la Birmania stia cercando di promuovere una maggiore autonomia politica da Pechino. Un fatto emblematico è stato l’invito alla cerimonia dei rappresentanti della UE e del Giappone. tradotto da GIUSEPPE DE GREGORIO http://www.birmaniademocratica.org/document.aspx/it/firmato_lo_storico_accordo_per_il_cessate_il_fuoco_con_otto_gruppi_etnici/politica?lang=it Tue, 03 May 2016 10:41:47 GMT b5931de7e13e4b4d9dd1d657af80bc37 Elezioni: i residenti all'estero votano prima 2016-05-03T12:41:22.4830000+02:00 In Thailandia e a Singapore i cittadini del Myanmar hanno potuto cominciare a votare per le politiche che nel loro Paese si terranno l’8 novembre. Oltre 500 i birmani registrati in Thailandia, ma sarebbero circa due milioni, molti arrivati illegalmente. Il premio Nobel per la Pace Aung San Suu Kyi – la cui “Lega Nazionale per la Democrazia” è data per favorita – è fino a domenica in campagna elettorale nella regione di Rakhine, segnata dalle violenze degli estremisti buddhisti contro i musulmani Rohingya, cui non è permesso votare. Da un lato è stata criticata per aver taciuto davanti alle discriminazioni, dall’altro è stata accusata di essere filo-musulmana. Dopo la recente firma del cessate il fuoco con parte dei gruppi ribelli, storica per il presidente Thein Sein, il tema delle minoranze è al centro del dibattito. Ma in circa 400 villaggi settentrionali, dove continuano gli scontri, il voto non si terrà. Per il governo di transizione, in funzione dallo scioglimento della giunta militare nel 2011, sono le prime elezioni democratiche in circa 25 anni. tradotto da GIUSEPPE DE GREGORIO http://www.birmaniademocratica.org/document.aspx/it/elezioni_i_residenti_all_estre/politica?lang=it Tue, 03 May 2016 10:41:22 GMT 3b5187ee395d4dbaa35e88e9bd0f8d48 I gruppi etnici si aspettano che Suu Kyi riporti la pace nel paese 2016-05-03T12:28:04.5400000+02:00 Stando a quanto emerso in questi giorni dalle dichiarazioni del governo e dei partiti politici, i colloqui di pace si svolgeranno sotto l'attuale governo senza violare le scadenze dell'accordo nazionale per il cesate-il-fuoco. Tuttavia i colloqui tenuti per l'assuzione di decisioni riguardanti la democratizzazione e la creazione di uno stato federale nel paese, sono da rinviare al prossimo governo. Il cessate-il-fuoco, firmato tra il governo e otto gruppi etnici il 15 ottobre, stabilisce che la prima serie di colloqui politici avvenga entro 60 giorni e la seconda entro 90. Aung Min, a nome del governo, ha invitato i partiti politici a selezionare 16 persone per la formazione di un Comitato Paritetico dell'unione per il Dialogo Politico. Secondo Aunng Naing Oo, del Myanmar Peace Centre, sarà difficile portare a termine la prima serie di colloqui entro il 15 dicembre. La leader democratica Aung San Suu Kyi, ha dichiarato che la pace sarà una priorità del nuovo governo. Suu Kyi, nel discorso tenuto nella campagna elettorale durante la visita a Shadaw, ha detto: "La pace nel paese è una delle nostre priorità, perchè il popolo si arricchirà solo quando ci sarà pace; è proprio per questo che la pace rappresenta una priorita. Dobbiamo cambiare la costitu<ione in modo da garantire i diritti dei gruppi etnici. Gli elementi base per una pace eterna sono l'atteggiamento delle minoranze etniche e la soddisfazione del popolo. Adotteremo le necessarie decisioni su come operare per raggiugere la sicurezza, il benessere e l'alleanza in un vertice". Il 10 novembre gli otto gruppi firmatari del cessate-il-fuoco, hanno annunciato la convinzione che il nuovo governo continuerà ad attuare il percorso del processo di pace e ha esortato gli altri gruppi etnici a condividere la visione comune per la costruzione, attraverso il dialogo,di unione democratica e federale. Il 12 di novembre il United Nationalities Federation Council ha esortato la NLD perchè le principali priorità siano volte a porre fine alla guerra civile e ha spinto alla modifica della Costituzione varata nel 2008 e a costruire un'unione federale basata sull'uguaglianza e l'empowerment. tradotto da GIUSEPPE DE GREGORIO http://www.birmaniademocratica.org/document.aspx/it/i_gruppi_etnici_si_aspettano_che_suu_kyi_riporti_la_pace_nel_paese/politica?lang=it Tue, 03 May 2016 10:28:04 GMT 21885a9154bf4ae4a5ae75a2aae4d6f4 approvata a entrambe le camere l'elezione straordinaria per il seggio vacante 2016-05-03T12:25:19.6800000+02:00 Entrambe le camere hanno appena approvato un emendamento alla legge elettorale che prevede un elezione straordinaria, entro sei mesi, per un seggio che risulta vacante alla camera. Giovedì, durante una sessione parlamentare, la Camera Alta ha inviato le leggi emendate alla Camera Bassa i disegni di legge che dovrebbero essere applicati sia all’assemblea, che alle legislature regionali; per quanto riguarda la Camera, invece, non ci sono state modifiche alla legislazione. Le modifiche alla legge saranno ora inviate al presidente Thein Sein per essere revisionate. Le nuove leggi dovrebbero permettere alla Commissione Elettorale dell’Unione (UEC) di organizzare un’elezione straordinaria entro sei mesi dall'annuncio. La legge elettorale vigente, non prevedeva, infatti, un’evenienza simile. Il parlamentare Phone Myint Aung si è espresso così a riguardo :”Se la Lega Nazionale per la Democrazia (NLD) selezionasse i membri del gabinetto tra i propri legislatori eletti, come faceva il Partito dell’Unione per la Solidarietà e lo Sviluppo (USDP), allora potrebbe essere necessario che l’elezione suppletiva si tenga quest’anno. Un’altra elezione suppletiva c’era già stata nel 2012 dopo che i membri eletti al potere dopo le screditate elezioni tenutesi nel 2010 e successivamente erano stati nominati a posizioni di gabinetto sotto il governo dell’USDP L’NLD , con le elezioni suppletive aveva ottenuto 43 su 44 seggi. tradotto da GIUSEPPE DE GREGORIO http://www.birmaniademocratica.org/document.aspx/it/approvata_a_entrambe_le_camere_l_elezione_straordinaria_per_il_seggio_libero/politica?lang=it Tue, 03 May 2016 10:25:19 GMT 60418e2bc2954ee1bde8829381ffae7d Eletti i relatori al Parlamento Upper House Convenes, Confirms Ethnic Minority Speakers --> 2016-05-03T12:22:33.5700000+02:00 Al parlamento sono stati eletti il presidente e il vice-presidente della Camera Alta, che si sono assicurati tre quarti dei voti da parte dei legislatori dei partiti di stampo etnico. Mahn Win Khaing Than, di etnia Karen, parlamentare dell’NLD e Aye Tha Aung, del Partito Nazionale Arakan (ANP), hanno prestato giuramento durante la prima convocazione della Camera Alta avvenuta Mercoledì. Win Myint, un membro dell’NLD di etnia Bamar, e T Khun Myat, un legislatore appartenente all’USDP, hanno iniziato il loro mandato come presidente e vice-presidente della Camera Bassa lunedì. I legislatori è gli osservatori si sono compiaciuti per la scelta dell’NLD di portare,per la prima volta nella storia del paese, la diversità ne parlamento . I quattro relatori dell’USDP, che ha appena ceduto il suo controllo sul paese, hanno lasciato il posto ai membri di etnia Bamar dell’NLD. "Accolgo con favore e sono contento per le nomine dell’NLD, che ha scelto di dare spazio alle minoranze etniche, e, anche se abbiamo visto l’elezione di tre relatori appartenenti a minoranze etniche, dobbiamo attendere l’esito delle nomine ai Ministeri e ai governi locali” ha detto Pe Than, membro dell’ANP. Suu Kyi aveva già promesso di nominare membri di altri partiti e appartenenti a minoranze etniche a ruoli importanti per promuovere la riconciliazione nazionale. I rappresentanti dell’NLD sono stati convocati per la prima volta questa settimana, dopo la straripante vittoria ottenuta alle elezioni. Il prossimo incontro avverrà giovedì. tradotto da GIUSEPPE DE GREGORIO http://www.birmaniademocratica.org/document.aspx/it/stabiliti_i_relatori_al_parlamento/politica?lang=it Tue, 03 May 2016 10:22:33 GMT 417e4f7028fc489594e4e57d2285ca6b Emanata amnistia nel paese: liberati 52 prigionieri politici, 78 ancora dietro le sbarre 2016-05-03T12:22:10.0300000+02:00 Cinquantadue prigionieri politici sono stati liberati da penitenziari di tutta la Birmania venerdì, mentre 78 rimangono in carcere e altre centinaia sono ancora sotto processo per cause politiche. L'Associazione di assistenza ai prigionieri politici (AAPP), ha chiesto al governo di rilasciare tutti i vecchi prigionieri politici. L'amnistia ordinata dal presidente Thein Sein ha portato all'uscita di un totale di 101 detenuti birmani e un neozelandese, Phil Blackwood, che era stato condannato lo scorso anno a 2,5 anni di carcere per diffamazione religiosa. “Il presidente ha concesso l’amnistia a seguito della positiva conclusione delle elezioni del 2015, della prima Conferenza di Pace dell’Unione e della Conferenza Mondiale Buddista per la Pace”, ha dichiarato il direttore dell'Ufficio del Presidente Zaw Htay sul suo account Facebook. Tra le nove carceri da cui son stati liberati i prigionieri politici, la notoria prigione Insein di Rangoon e il carcere di Hpa-an nello stato Karen, hanno rilasciato il maggior numero di prigionieri: 19 detenuti politici ciascuna. Aung Myo Kyaw da AAPP ha dichiarato a The Irrawaddy che restano in carcere ancora 78 prigionieri politici, considerando che l’operatore umanitario Kachin, Patrick Khum Jaa Lee è stato condannato a sei mesi di prigione poche ore dopo l'amnistia presidenziale, per aver diffamato l’esercito birmano su un post di Facebook. Bo Kyi, segretario aggiunto dell’ AAPP, ha dichiarato che il gruppo legale continuerà a richiedere il rilascio di tutti i prigionieri, senza eccezioni, citando attivisti studenteschi, ambientalisti e giornalisti. “Apprezziamo la liberazione dei prigionieri, ma quello che noi, e le organizzazioni internazionali, avevamo richiesto, era la liberazione di tutti i prigionieri politici, senza eccezioni” ha detto Bo Kyi a The Irrawaddy. “Il paese otterrebbe maggiori benefici se i prigionieri politicivenissero liberati e gli venisse data l’opportunità di fare qualcosa all’interno del paese , piuttosto che tenerli rinchiusi nella cella di una prigione. Questo, inoltre, può rappresentare un ostacolo per la riconciliazione nazionale”. Anche se il rilascio di Blackwood e di 13 persone, che protestavano in una manifestazione contro i militari, nel quartiere Michaungkan a Rangoon, hanno fatto diminuire il numero di cause ad alto-profilo dalla lista dell’ AAPP, diversi nomi di spicco compaiono ancora nell’elenco. In un caso recente, Chaw Sandi Tun è stato condannato a sei mesi di reclusione, alla fine di dicembre, per la condivisione on-line di un collage di foto in cui vengono confrontate le nuove versioni delle divise militari, con i vestiti indossati dalla leader della NLD, Aung San Suu Kyi . Chaw Sandi Tun, però, non era fra i prigionieri rilasciati Lunedì, ha detto la madre. Tin Oo Lin, scrittore ed ex membro NLD, non è stato liberato, secondo AAPP. Sta scontando una condanna a due anni di carcere con lavori forzati dopo aver sostenuto, a un festival letterario, che la discriminazione per motivi razziali e religiosi è incompatibile con i principi generali del buddismo. Per questo, il giudice lo ha ritenuto colpevole di “oltraggio a una confessione religiosa”. Cinque membri del giornale “Unity”, inoltre, sono stati allontanati e continueranno a scontare la loro pena di sette anni per aver pubblicato un articolo in cui venivano rivelati segreti di Stato. AAPP ha aggiunto che più di 400 attivisti sono ancora sotto processo per accuse politicamente motivate e non sono stati considerati nell’amnistia. Il vice Segretario di Stato americano Antonio Blinken ha visitato la Birmania questa settimana e ha invitato il governo uscente a liberare tutti i rimanenti prigionieri politici prima che la NLD salga al potere, alla fine di marzo. Human Rights Watch di New York, ha pubblicato un comunicato lo stesso giorno, sostenendo che il governo Thein Sein potrebbe lasciare dietro di sé un'eredità positiva liberando "immediatamente e senza condizioni" tutti i rimanenti prigionieri politici. "Thein Sein non deve aspettare che il nuovo governo prenda ufficio a fine marzo per liberare coloro che non sarebbero dovuti mai essere incarcerati", ha detto il vice direttore per l'Asia di Human Rights Watch, Phil Robertson. Thein Sein ha rilasciato più di 1.000 prigionieri politici nel corso dei suoi cinque anni di legislatura. tradotto da GIUSEPPE DE GREGORIO Cinquantadue prigionieri politici sono stati liberati da penitenziari di tutta la Birmania venerdì, mentre 78 rimangono in carcere e altre centinaia sono ancora sotto processo per cause politiche. L'Associazione di assistenza ai prigionieri politici (AAPP), ha chiesto al governo di rilasciare tutti i vecchi prigionieri politici. L'amnistia ordinata dal presidente Thein Sein ha portato all'uscita di un totale di 101 detenuti birmani e un neozelandese, Phil Blackwood, che era stato condannato lo scorso anno a 2,5 anni di carcere per diffamazione religiosa. “Il presidente ha concesso l’amnistia a seguito della positiva conclusione delle elezioni del 2015, della prima Conferenza di Pace dell’Unione e della Conferenza Mondiale Buddista per la Pace”, ha dichiarato il direttore dell'Ufficio del Presidente Zaw Htay sul suo account Facebook. Tra le nove carceri da cui son stati liberati i prigionieri politici, la notoria prigione Insein di Rangoon e il carcere di Hpa-an nello stato Karen, hanno rilasciato il maggior numero di prigionieri: 19 detenuti politici ciascuna. Aung Myo Kyaw da AAPP ha dichiarato a The Irrawaddy che restano in carcere ancora 78 prigionieri politici, considerando che l’operatore umanitario Kachin, Patrick Khum Jaa Lee è stato condannato a sei mesi di prigione poche ore dopo l'amnistia presidenziale, per aver diffamato l’esercito birmano su un post di Facebook. Bo Kyi, segretario aggiunto dell’ AAPP, ha dichiarato che il gruppo legale continuerà a richiedere il rilascio di tutti i prigionieri, senza eccezioni, citando attivisti studenteschi, ambientalisti e giornalisti. “Apprezziamo la liberazione dei prigionieri, ma quello che noi, e le organizzazioni internazionali, avevamo richiesto, era la liberazione di tutti i prigionieri politici, senza eccezioni” ha detto Bo Kyi a The Irrawaddy. “Il paese otterrebbe maggiori benefici se i prigionieri politicivenissero liberati e gli venisse data l’opportunità di fare qualcosa all’interno del paese , piuttosto che tenerli rinchiusi nella cella di una prigione. Questo, inoltre, può rappresentare un ostacolo per la riconciliazione nazionale”. Anche se il rilascio di Blackwood e di 13 persone, che protestavano in una manifestazione contro i militari, nel quartiere Michaungkan a Rangoon, hanno fatto diminuire il numero di cause ad alto-profilo dalla lista dell’ AAPP, diversi nomi di spicco compaiono ancora nell’elenco. In un caso recente, Chaw Sandi Tun è stato condannato a sei mesi di reclusione, alla fine di dicembre, per la condivisione on-line di un collage di foto in cui vengono confrontate le nuove versioni delle divise militari, con i vestiti indossati dalla leader della NLD, Aung San Suu Kyi . Chaw Sandi Tun, però, non era fra i prigionieri rilasciati Lunedì, ha detto la madre. Tin Oo Lin, scrittore ed ex membro NLD, non è stato liberato, secondo AAPP. Sta scontando una condanna a due anni di carcere con lavori forzati dopo aver sostenuto, a un festival letterario, che la discriminazione per motivi razziali e religiosi è incompatibile con i principi generali del buddismo. Per questo, il giudice lo ha ritenuto colpevole di “oltraggio a una confessione religiosa”. Cinque membri del giornale “Unity”, inoltre, sono stati allontanati e continueranno a scontare la loro pena di sette anni per aver pubblicato un articolo in cui venivano rivelati segreti di Stato. AAPP ha aggiunto che più di 400 attivisti sono ancora sotto processo per accuse politicamente motivate e non sono stati considerati nell’amnistia. Il vice Segretario di Stato americano Antonio Blinken ha visitato la Birmania questa settimana e ha invitato il governo uscente a liberare tutti i rimanenti prigionieri politici prima che la NLD salga al potere, alla fine di marzo. Human Rights Watch di New York, ha pubblicato un comunicato lo stesso giorno, sostenendo che il governo Thein Sein potrebbe lasciare dietro di sé un'eredità positiva liberando "immediatamente e senza condizioni" tutti i rimanenti prigionieri politici. "Thein Sein non deve aspettare che il nuovo governo prenda ufficio a fine marzo per liberare coloro che non sarebbero dovuti mai essere incarcerati", ha detto il vice direttore per l'Asia di Human Rights Watch, Phil Robertson. Thein Sein ha rilasciato più di 1.000 prigionieri politici nel corso dei suoi cinque anni di legislatura. Cinquantadue prigionieri politici sono stati liberati da penitenziari di tutta la Birmania venerdì, mentre 78 rimangono in carcere e altre centinaia sono ancora sotto processo per cause politiche. L'Associazione di assistenza ai prigionieri politici (AAPP), ha chiesto al governo di rilasciare tutti i vecchi prigionieri politici. L'amnistia ordinata dal presidente Thein Sein ha portato all'uscita di un totale di 101 detenuti birmani e un neozelandese, Phil Blackwood, che era stato condannato lo scorso anno a 2,5 anni di carcere per diffamazione religiosa. “Il presidente ha concesso l’amnistia a seguito della positiva conclusione delle elezioni del 2015, della prima Conferenza di Pace dell’Unione e della Conferenza Mondiale Buddista per la Pace”, ha dichiarato il direttore dell'Ufficio del Presidente Zaw Htay sul suo account Facebook. Tra le nove carceri da cui son stati liberati i prigionieri politici, la notoria prigione Insein di Rangoon e il carcere di Hpa-an nello stato Karen, hanno rilasciato il maggior numero di prigionieri: 19 detenuti politici ciascuna. Aung Myo Kyaw da AAPP ha dichiarato a The Irrawaddy che restano in carcere ancora 78 prigionieri politici, considerando che l’operatore umanitario Kachin, Patrick Khum Jaa Lee è stato condannato a sei mesi di prigione poche ore dopo l'amnistia presidenziale, per aver diffamato l’esercito birmano su un post di Facebook. Bo Kyi, segretario aggiunto dell’ AAPP, ha dichiarato che il gruppo legale continuerà a richiedere il rilascio di tutti i prigionieri, senza eccezioni, citando attivisti studenteschi, ambientalisti e giornalisti. “Apprezziamo la liberazione dei prigionieri, ma quello che noi, e le organizzazioni internazionali, avevamo richiesto, era la liberazione di tutti i prigionieri politici, senza eccezioni” ha detto Bo Kyi a The Irrawaddy. “Il paese otterrebbe maggiori benefici se i prigionieri politicivenissero liberati e gli venisse data l’opportunità di fare qualcosa all’interno del paese , piuttosto che tenerli rinchiusi nella cella di una prigione. Questo, inoltre, può rappresentare un ostacolo per la riconciliazione nazionale”. Anche se il rilascio di Blackwood e di 13 persone, che protestavano in una manifestazione contro i militari, nel quartiere Michaungkan a Rangoon, hanno fatto diminuire il numero di cause ad alto-profilo dalla lista dell’ AAPP, diversi nomi di spicco compaiono ancora nell’elenco. In un caso recente, Chaw Sandi Tun è stato condannato a sei mesi di reclusione, alla fine di dicembre, per la condivisione on-line di un collage di foto in cui vengono confrontate le nuove versioni delle divise militari, con i vestiti indossati dalla leader della NLD, Aung San Suu Kyi . Chaw Sandi Tun, però, non era fra i prigionieri rilasciati Lunedì, ha detto la madre. Tin Oo Lin, scrittore ed ex membro NLD, non è stato liberato, secondo AAPP. Sta scontando una condanna a due anni di carcere con lavori forzati dopo aver sostenuto, a un festival letterario, che la discriminazione per motivi razziali e religiosi è incompatibile con i principi generali del buddismo. Per questo, il giudice lo ha ritenuto colpevole di “oltraggio a una confessione religiosa”. Cinque membri del giornale “Unity”, inoltre, sono stati allontanati e continueranno a scontare la loro pena di sette anni per aver pubblicato un articolo in cui venivano rivelati segreti di Stato. AAPP ha aggiunto che più di 400 attivisti sono ancora sotto processo per accuse politicamente motivate e non sono stati considerati nell’amnistia. Il vice Segretario di Stato americano Antonio Blinken ha visitato la Birmania questa settimana e ha invitato il governo uscente a liberare tutti i rimanenti prigionieri politici prima che la NLD salga al potere, alla fine di marzo. Human Rights Watch di New York, ha pubblicato un comunicato lo stesso giorno, sostenendo che il governo Thein Sein potrebbe lasciare dietro di sé un'eredità positiva liberando "immediatamente e senza condizioni" tutti i rimanenti prigionieri politici. "Thein Sein non deve aspettare che il nuovo governo prenda ufficio a fine marzo per liberare coloro che non sarebbero dovuti mai essere incarcerati", ha detto il vice direttore per l'Asia di Human Rights Watch, Phil Robertson. Thein Sein ha rilasciato più di 1.000 prigionieri politici nel corso dei suoi cinque anni di legislatura. Cinquantadue prigionieri politici sono stati liberati da penitenziari di tutta la Birmania venerdì, mentre 78 rimangono in carcere e altre centinaia sono ancora sotto processo per cause politiche. L'Associazione di assistenza ai prigionieri politici (AAPP), ha chiesto al governo di rilasciare tutti i vecchi prigionieri politici. L'amnistia ordinata dal presidente Thein Sein ha portato all'uscita di un totale di 101 detenuti birmani e un neozelandese, Phil Blackwood, che era stato condannato lo scorso anno a 2,5 anni di carcere per diffamazione religiosa. “Il presidente ha concesso l’amnistia a seguito della positiva conclusione delle elezioni del 2015, della prima Conferenza di Pace dell’Unione e della Conferenza Mondiale Buddista per la Pace”, ha dichiarato il direttore dell'Ufficio del Presidente Zaw Htay sul suo account Facebook. Tra le nove carceri da cui son stati liberati i prigionieri politici, la notoria prigione Insein di Rangoon e il carcere di Hpa-an nello stato Karen, hanno rilasciato il maggior numero di prigionieri: 19 detenuti politici ciascuna. Aung Myo Kyaw da AAPP ha dichiarato a The Irrawaddy che restano in carcere ancora 78 prigionieri politici, considerando che l’operatore umanitario Kachin, Patrick Khum Jaa Lee è stato condannato a sei mesi di prigione poche ore dopo l'amnistia presidenziale, per aver diffamato l’esercito birmano su un post di Facebook. Bo Kyi, segretario aggiunto dell’ AAPP, ha dichiarato che il gruppo legale continuerà a richiedere il rilascio di tutti i prigionieri, senza eccezioni, citando attivisti studenteschi, ambientalisti e giornalisti. “Apprezziamo la liberazione dei prigionieri, ma quello che noi, e le organizzazioni internazionali, avevamo richiesto, era la liberazione di tutti i prigionieri politici, senza eccezioni” ha detto Bo Kyi a The Irrawaddy. “Il paese otterrebbe maggiori benefici se i prigionieri politicivenissero liberati e gli venisse data l’opportunità di fare qualcosa all’interno del paese , piuttosto che tenerli rinchiusi nella cella di una prigione. Questo, inoltre, può rappresentare un ostacolo per la riconciliazione nazionale”. Anche se il rilascio di Blackwood e di 13 persone, che protestavano in una manifestazione contro i militari, nel quartiere Michaungkan a Rangoon, hanno fatto diminuire il numero di cause ad alto-profilo dalla lista dell’ AAPP, diversi nomi di spicco compaiono ancora nell’elenco. In un caso recente, Chaw Sandi Tun è stato condannato a sei mesi di reclusione, alla fine di dicembre, per la condivisione on-line di un collage di foto in cui vengono confrontate le nuove versioni delle divise militari, con i vestiti indossati dalla leader della NLD, Aung San Suu Kyi . Chaw Sandi Tun, però, non era fra i prigionieri rilasciati Lunedì, ha detto la madre. Tin Oo Lin, scrittore ed ex membro NLD, non è stato liberato, secondo AAPP. Sta scontando una condanna a due anni di carcere con lavori forzati dopo aver sostenuto, a un festival letterario, che la discriminazione per motivi razziali e religiosi è incompatibile con i principi generali del buddismo. Per questo, il giudice lo ha ritenuto colpevole di “oltraggio a una confessione religiosa”. Cinque membri del giornale “Unity”, inoltre, sono stati allontanati e continueranno a scontare la loro pena di sette anni per aver pubblicato un articolo in cui venivano rivelati segreti di Stato. AAPP ha aggiunto che più di 400 attivisti sono ancora sotto processo per accuse politicamente motivate e non sono stati considerati nell’amnistia. Il vice Segretario di Stato americano Antonio Blinken ha visitato la Birmania questa settimana e ha invitato il governo uscente a liberare tutti i rimanenti prigionieri politici prima che la NLD salga al potere, alla fine di marzo. Human Rights Watch di New York, ha pubblicato un comunicato lo stesso giorno, sostenendo che il governo Thein Sein potrebbe lasciare dietro di sé un'eredità positiva liberando "immediatamente e senza condizioni" tutti i rimanenti prigionieri politici. "Thein Sein non deve aspettare che il nuovo governo prenda ufficio a fine marzo per liberare coloro che non sarebbero dovuti mai essere incarcerati", ha detto il vice direttore per l'Asia di Human Rights Watch, Phil Robertson. Thein Sein ha rilasciato più di 1.000 prigionieri politici nel corso dei suoi cinque anni di legislatura. http://www.birmaniademocratica.org/document.aspx/it/rilasciati_52_prigionieri_politici_/politica?lang=it Tue, 03 May 2016 10:22:10 GMT 859117119f6244eca5dc08d77febc066 Il nuovo governa attuerà tagli drastici ai ministeri Si avvicina il 1 Febbraio, giorno in cui i nuovi parlamentari prenderanno il loro posto in parlamento La maggioranza dei parlamentari appartiene alla Lega Nazionale per la Democrazia (Nld), dopo la vittoria alle elezioni di novembre, anche se l'esercito mantiene ancora un quarto di tutti i seggi sia alla Camera Bassa che alla Camera Alta e il controllo di tre ministeri chiave (Difesa, Interni, Affari di Confine). In un comunicato, il presidente della Camera, Thura Shwe Mann, ha dichiarato che "tutti i deputati apriranno il nuovo parlamento alle ore 10 di Lunedi 1 febbraio 2016." Uno dei primi compiti del nuovo parlamento sarà quello di eleggere due candidati presidenziali. Un rappresentante della Camera Bassa e uno per la Camera Alta si sfideranno con un rappresentante dei militari per la presidenza della Repubblica. I candidati non eletti ricopriranno il ruolo di vice-presidenti. In accordo a quanto previsto dalla Costituzione redatta dai militari, l’attuale presidente U Thein Sein rimarrà al potere fino al 31 di Marzo. L’ NLD avrebbe dovuto già scegliere i suoi candidati, ma nessun nome è stato sinora rivelato. 2016-05-03T12:21:29.2530000+02:00 Il governo di Aung San Suu Kyi inizierà il suo mandato con tagli drastici ai ministeri, eliminando almeno 10 posti ministeriali. In un’ intervista al settimanale birmano Popular News, Win Htein ha detto che alcuni ministeri sono del tutto inutili e dovrebbero essere sciolti. "Ci sono 36 ministri in questo momento, e circa 100 vice-ministri", ha detto Win Htein, aggiungendo che il partito sta ancora valutando se eliminare o meno la carica di vice ministro. La NLD, che si è assicurata una vittoria schiacciante alle elezioni dell’8 novembre, ed è pronta a formare il nuovo governo a fine marzo, aveva già fatto riferimento al piano nel suo manifesto di partito, dichiarando che si sarebbe impegnata a tagliare i ministeri per ridurre le spese di governo e formare un governo saldo ed efficiente. Win Htein ha detto che l'amministrazione intende riassegnare i dipendenti del governo ad altre responsabilità più rilevanti senza tagliare il personale. La maggior parte dei ministri sotto l'attuale amministrazione del presidente Thein Sein sono militari in pensione. I ministri sono nominati dal presidente, eccetto tre: gli Affari di confine, la difesa e gli affari interni - che sono selezionati dal comandante in capo. Poco dopo la vittoria del suo partito alle elezioni, il capo della NLD, Suu Kyi, ha parlato nella capitale, dicendo che la sua amministrazione non discriminerà nessun dipendente. “I dipendenti non si devono preoccupare. Ridurre la forza lavoro non fa parte della nostra politica. Anche se sei un incompetente ti aiuteremo a migliorare”. tradotto da GIUSEPPE DE GREGORIO http://www.birmaniademocratica.org/document.aspx/it/il_nuovo_governa_attuera/politica?lang=it Tue, 03 May 2016 10:21:29 GMT e0b48bb2229245c99eb19c3cefc3e145 Intervista a Ko Ni, rappresentante legale dell'NLD “All levels of government administration are under authority of the military chief” | Myanmar Now 2016-05-03T12:16:54.7170000+02:00 In vista dell’imminente cambio di governo, LNLD si prepara a prendere il controllo delle istituzioni e alla proposta delle possibili riforme da attuare. Una di queste istituzioni è il GAD (General Administration Department), che rappresenta la spina dorsale delle amministrazioni locali di tutto il paese,e che fa capo al Ministero degli Affari Interni. E' controllata da un Generale dell’esercito, in accordo con la costituzione, compenetra in tutti i livvelli dei servizi civili del paese, da quelli di Stato a quelli locali. Questo, pertanto, solleva delle questioni su come l’NLD potrà avere l’effettivo controllo sulle istituzioni e si pensa alle possibili riforme da varare per favorire il decentramento del potere e accontentare le minoranze etniche. Un giornalista di Myanmar Now, Phyo Thiha Cho, ha intervistato Ko Ni, giudice della Corte Suprema e rappresentante giuridico dell’NLD sull’importanza di portare il gad sotto un controllo civile e decentralizzare il suo potere. Phyo Thiha Cho: Cosa si dovrà fare per riparare ai decenni di cattivo governo all’interno del paese? Ko Ni: l’ex leader militare Ne Win aveva formulato un sistema di amministrazione generale controllato da una sola agenzia di governo (il GAD), I servizi civili di tutti e 14 gli stati e regioni erano sotto il controllo del Ministero degli Interni e le stesse leggi sono rimaste sotto il governo militare dopo il colpo di stado del 1988. In conformità con la Costituzione del 2008 , ci sono 15 governi - il governo centrale e i 14 governi delle 7 regioni e dei 7 Stati etnici. Si tratta di un sistema di gestione apparentemente liberale per rispettivi stati e regioni , senza invadenti controlli del governo centrale . In realtà l'intero paese è amministrato dal Dipartimento dell'amministrazione generale e la Polizia del Myanmar , che sono sotto il Ministero degli affari interni, di cui il ministro è stabilido dal capo dell’esercito. Così tutti i livelli amministrativi sono sotto il controllo dei militari. Phyo Thiha Cho: ci sono ufficiali eletti tra le unità di governo locali? Che lavorano a fianco del GAD, ma sembra che il GAD gestisca la magior parte del potere e dell’autorita, è Corretto? Ko Ni: Sì, questo è un sistema di governo altamente centralizzato . In realtà, i parlamenti statali e regionali eleggono i propri membri del governo e hanno i loro ministri ( nominati dal presidente ) . Gli stati e le Regioni dovrebbero essere in grado di nominare autonomamente il personale civile, così come il personale di polizia. In questo modo non dovrebbero dipendere dal governo centrale, potrebbero controllare i processi amministrativi e i rispettivi ministri si farebbero carico di trovare i fondi peri i propri governi autonomamente. Però, visto che il governo centrale sta acquisendo potere su questi processi, attraverso il GAD, i ministeri locali non hanno nessuna autorità nel loro territorio. Phyo Thiha Cho: Cosa dovrebbe fare il nuovo governo per riformare il GAD, affinchè venga stabilità un unione federale? Ko Ni: Attualmente l’obbiettivo della maggior parte dei militari, del governo e dell’NLD, è lo sviluppo del paese attraverso un sistema di amministrazione federale, anche se, così facendo, andrebbe rivoluzionato l’intero sistema amministrativo e il GAD andrebbe abolito ,in quanto contrario al sistema federale per via del suo controllo invasivo su tutte le procedure di governo. Phyo Thiha Cho: C’è chi dice che la Costituzione del 2008 sia parzialmente conforme ad uno stato di stampo federale, è vero? Ko Ni: non si puo’ dire che la Costituzione del 2008 contenga norme di stampo federale, anzi manca completamente di leggi che favoriscano questo tipo di sistema. La matrice federale delle norme contenute è solo apparente, in quanto non contiene norme che diano autorità agli Stati e alle Regioni. Essa prevede che i governi locali si occupino di supportare il governo centrale per garantire la pace e lo stato di diritto. Infatti, anche se il governo non ha i diritto di intervenire nelle amministrazioni locali, esso ha autorità su tutto il paese e priva i governi locali del loro potere. tradotto da GIUSEPPE DE GREGORIO http://www.birmaniademocratica.org/document.aspx/it/intervista/politica?lang=it Tue, 03 May 2016 10:16:54 GMT 36762e0198bb4f2289b10b77732cd83e Hanno inizio i colloqui di pace a Naypyidaw l primo round del dialogo politico, volto a porre fine a più di 60 anni di guerra civile, è iniziato a Nay Pyi Taw, anche se i colloqui sono stati boicottati dai principali gruppi etnici armati che non hanno firmato l’accordo con il governo nel mese di ottobre. Un gruppo di più di 100 organizzazioni della società civile aveva richiesto di rinviare i colloqui, a causa dei combattimenti in corso tra il Tatmadaw (le forze armate della Birmania) e i gruppi etnici nelle zone di confine. La leader dell’ NLD Aung San Suu Kyi, ha partecipato alla prima giornata di colloqui il 12 gennaio dicendo che è “pronta ad assumersi le responsabilità del processo di pace, per ricambiare il popolo del suo voto”, dopo la schiacciante vittoria del suo partito alle elezioni di Novembre. Alla prima giornata erano presenti circa 700 persone, tra cui gli alti ranghi militari e i rappresentanti dei gruppi etnici. Gruppi importanti come l’Esercito Unito dello Stato Wa e l’Organizzazione per l’Indipendenza Kachin hanno rifiutato di firmare l’accordo e non saranno presenti alla conferenza. Il problema principale dei non firmatari è il fatto che il governo si rifiuta di includere i gruppi in combattimento con il Tatmadaw nell’accordo di cessate il fuoco. Aung San Suu Kyi si ha rilasciato delle dichiarazioni riguardo alla Conferenza di cinque giorni apertasi a Naypyidaw questa settimana, affermando che l'evento si è tenuto solo per "legittimare" il cosiddetto accordo di cessate il fuoco a livello nazionale, firmato nell'ottobre tra gli otto dei più di 20 gruppi armati e il governo uscente del presidente Thein Sein. “Quello che ho capito è che questa conferenza di pace è stata indetta per legittimare quello che hanno concordato per quanto riguarda il NCA [ Accordo Nazionale di cessate il fuoco]. Il nuovo governo dovrà promuovere una vera e propria conferenza di pace. Come si può concludere una conferenza di pace in cinque giorni? " ha detto Aung San Suu Kyi, capo dell’ NLD. La Conferenza di pace dell'Unione è iniziata a Naypyidaw martedì, segnando l'inizio di un dialogo politico a lungo cercato tra il governo birmano e molti dei gruppi armati del paese. La maggior parte degli eserciti ribelli del paese si è astenuta dal partecipare, e nonostante fossero stati invitati a partecipare in qualità di osservatori, tutti i non firmatari non erano presenti. Nelle sue osservazioni nel giorno di apertura della conferenza, Suu Kyi ha sottolineato l'importanza dell'unità nazionale, nonostante le carenze dell'accordo di pace in corso, sottolineando che l’importanza di "non avere divisioni tra coloro che hanno firmato e quelli che non lo ha fatto", e suggerendo di rendere “flessibile” il dialogo politico. tradotto da GIUSEPPE DE GREGORIO 2016-05-03T12:16:06.5900000+02:00 http://www.birmaniademocratica.org/document.aspx/it/hanno_inizio_i_colloqui_di_pace_a_naypyidaw/politica?lang=it Tue, 03 May 2016 10:16:06 GMT 5732dc636f12451fa0ebb6acd07a5581 SUU KYI HA ANNUNCIATO CHI SARANNO I SUOI CANDIDATI ALLA PRESIDENZA 2016-05-03T12:15:47.6670000+02:00 Htin Kyaw è il candidato a Presidente, il primo “non-militare” dal 1960, scelto da Aung San Suu Kyi. Htin Kyaw, politico di lungo corso ha un forte legame con la premio Nobel Suu Kyi, che ripone in lui grande fiducia; la leader democratica aveva bisogno, infatti, di qualcuno a cui affidarsi nella guida del governo, vista la sua impossibilità a ricoprire la carica di presidente a causa della nazionalità dei suoi figli e di suo marito. La decisione di presentare Htin Kyaw alla presidenza della Camera è stata presa giovedì e le probabilità che il candidato possa ricoprire questa carica sono molto alte, vista la schiacciante maggioranza ottenuta dal partito alle elezioni. Htin Kyaw negli ultimi anni è stato a capo della Fondazione Daw Khin Kyi, istituita nel 2012 da Aung San Suu Kyi e intitolata a sua madre, che opera per migliorare gli standard di salute, di istruzione e di vita nelle aree meno sviluppate del Paese. Nato a Yangoon un anno dopo “Mamma Suu” ha frequentato la stessa scuola della leader democratica, per poi laurearsi in economia alla Yangon University e successivamente lavorare all’interno del Ministero della Finanza. Il padre era un famoso poeta e studioso, professore a Yangoon e in Giappone; è stato candidato per l’NLD nelle elezioni del 1990, che il partito vinse, ma la vittoria non fu mai riconosciuta. Prima delle elezioni Suu Kyi venne messa agli arresti domiciliari, e, dopo il suo primo rilascio, nel 1995, Htin Kyaw fu coinvolto nelle sue attività politiche grazie anche al suocero, U, Lwin, allora segretario della NLD. U. Lwin era uno dei fondatori della NLD, e precedentemente, sotto la dittatura socialista di Ne Win, era stato vice-primo ministro e ministro delle Finanze. Su Su Lwin , la figlia di U. Lwin, è moglie di Htin Kyaw ed anche lei è parlamentare dell' NLD alla Camera e fa parte del comitato per le relazioni estere del Parlamento. Adesso, i candidati alla presidenza sono tre, uno della Camera bassa , uno per la Camera alta e uno per i militari, che da costituzione hanno diritto al 25% dei seggi; e poiché la NLD ha ottenuto la maggioranza in entrambi i rami del parlamento, due di questi tre candidati apparterranno alla sua lista. I candidati, dopo esser stati valutati da una commissione parlamentare, prenderanno parte alla votazione in una sessione speciale congiunta delle due camere, con la quale si stabilirà chi dovrà ricoprire il ruolo di presidente, mentre i candidati che usciranno sconfitti, ricopriranno le cariche di vice-presidenti. L’altro candidato per la NLD è Henry Vantriu, un legislatore dello stato Chin, al nord del paese, al confine con India e Bangladesh; scelto per la sua appartenenza ad una delle minoranze etnichedel paese. Henry Van Thio, un parlamentare NLD, è l’altro candidato alla vice presidenza; anche L’USDP ha già scelto i suoi due candidati per i ruoli presidenziali, mentre ancora non si sa chi sarà il candidato che si presenterà con i militari. tradotto da GIUSEPPE DE GREGORIO http://www.birmaniademocratica.org/document.aspx/it/suu_kyi_ha_annunciato_chi_saranno_i_suoi_candidati_alla_presidenza/politica?lang=it Tue, 03 May 2016 10:15:47 GMT 122bef7c1de8435b88d437c0b82ba9a3 CINA E BIRMANIA STABILISCONO UN NUOVO INIZIO 2016-05-03T12:09:51.3170000+02:00 Martedì se è tenuto il primo incontro diplomatico dal 30 marzo – giorno in cui il nuovo governo è salito al potere – tra Wang Yi, ministro degli esteri cinese, e Aung San Suu Kyi. Durante l’incontro il ministro cinese ha affermato che con questo cambio di governo “I rapporti tra Cina e Birmania sono ad uno storico punto di partenza” e che questo è il momento per consolidare le politiche di scambio fra i due paesi e rimuovere tutte le barriere e gli ostacoli che intralciano la cooperazione. Lo stesso ministro ha aggiunto che “la Cina era ansiosa di accrescere la fiducia tra le due nazioni”, promettendo che Pechino sosterrà il processo interno di riconciliazione in Birmania. La Cina è, infatti, il maggior partner commerciale e fonte d’investimento per il paese. Dopo l’incontro Suu Kyi è stata intervistata dall’Agence France-Presse e durante l’intervista la leader democratica ha affermato che “I rapporti con la Cina sono importantissimi per il paese sia politicamente che economicamente e socialmente”. Nyunt Maung Shein, capo dell’Istituto per gli Studi Strategici ed Internazionali, parlando al China Daily ha affermato che i rapporti con la Cina “Sono stati testati nel corso del tempo” e che la nuova amministrazione “Perseguirà i tradizionali legami di amicizia”, aggiungendo che la Cina “è un paese importante per la Birmania” e che “Era Scontato” che la prima visita dopo la nomina di Suu Kyi a Ministro degli Esteri sarebbe stata quella del ministro Wang. Aggiungendo che gli investimenti da parte della Cina per offrire alla popolazione opportunità di lavoro e promuovere la responsabilità sociale delle imprese e la salvaguardia dell’ambiente “ Saranno sempre ben accolti in Birmania”. I colloqui erano molto attesi per la risoluzione di alcune controversie riguardanti programmi di cooperazione di interesse comune. Xu Liping, un ricercatore senior per gli studi sul Sud-Est asiatico presso l’accademia delle Scienze Sociali cinese, ha, infatti, ribadito l’interesse da parte della Birmania a rafforzare i legami di cooperazione con la Cina e l’attuale impegno del governo nella campagna di riconciliazione nazionale, in cui la Cina sta svolgendo un ruolo importante. Ha aggiunto che “La Birmania vuole rinnovare le sue infrastrutture idriche e sviluppare le sue zone industriali, ambiti in cui la Cina ha una grande esperienza”. Il portavoce del ministro Wang, Hong Lei, ha detto che il ministro terrà un incontro anche con la leadership politica birmana e ha espresso un giudizio sulla relazione pragmatica fra i due paesi affermando che questa “ Ha promosso lo sviluppo economico e sociale della Birmania offrendo benefici anche alla popolazione locale". Il 15 marzo il presidente Xi Jinping ha inviato un messaggio a U Htin Kyaw per congratularsi con lui dell’elezione alla presidenza. Lo Stesso presidente ha detto che la Cina è “" Disposta a lavorare per lo sviluppo di una stabile e durevole collaborazione strategica fra i due paesi per il beneficio di entrambe i popoli”. tradotto da GIUSEPPE DE GREGORIO http://www.birmaniademocratica.org/document.aspx/it/cina_e_birmania_stabiliscono_un_nuovo_inizio/politica?lang=it Tue, 03 May 2016 10:09:51 GMT 817fc49197394c1999cc9baed77ea3ae La NLD richiede la Riforma del Sistema Sanitario 2016-05-03T12:09:30.8330000+02:00 La Nuove lega per la Democrazia, nel corso della settimana passata, ha pubblicato la sua proposta per l’attuazione di una riforma sanitaria nel paese, che vede come obbiettivo-pilastro il raggiungimento di una Copertura Sanitaria Generale(UHC) entro il 2030. Nel frattempo continua il dialogo fra i ministeri di salute, lavoro, immigrazione e popolazione per stabilire i servizi che dovranno avere la priorità in base ai criteri di entità della malattia, di efficacia dei costi e di disponibilità delle risorse. Il governo dovrà, quindi, innanzitutto, dividere la popolazione in gruppi in base ai servizi a cui avranno diritto e alla condizione socio-economica. I gruppi, secondo una prima analisi, saranno tre: i poveri e vulnerabili, i non poveri informalmente, e il settore formale. Il primo avrà diritto ad una copertura totale o parziale per i servizi riguardanti la salute riproduttiva, la nutrizione materna e le malattie trasmissibili e non; agli altri due , invece, sarà imposto un contributo, obbligatorio o volontario, per beneficiare dei servizi. Un primo pacchetto base di servizi destinati al primo gruppo dovrebbe essere pronto già nel 2020, nella prima fase di avviamento dell’UHC. Questa riforma rappresenta una grande sfida per il paese, considerando, soprattutto, che all’interno dell’ ASEAN è il paese che ha l’aspettativa di vita media più bassa: con 282 morti ogni 100.000 nati vivi, proprio a causa della fragilità del sistema sanitario ed alla totale mancanza di accessibilità ai servizi sanitari essenziali e ad interventi di qualità. Migliorare l’accessibilità ai servizi medici sarà dunque la chiave per risollevare gli standards sanitari del paese, e, come ha riferito Kanchana Thornton del Burma Children Medical Fund “ Aiutare i malati delle zone rurali offrendo loro i farmaci necessari per evitare l’aggravamento della loro condizione durante il tragitto verso gli ospedali dove riceveranno le cure di cui hanno bisogno”. Altre importanti sfide sono rappresentate dall’ottenimento di fondi – combinando i contributi provenienti dall’interno e dall’esterno –, lo sviluppo di un quadro normativo forte ed infine una riforma a livello d’ufficio all’interno del Ministero della Salute o, in alternativa, la creazione di un corpo di controllo del quadro normativo. tradotto da GIUSEPPE DE GREGORIO http://www.birmaniademocratica.org/document.aspx/it/il_piano_della_nld_di_introdurre/politica?lang=it Tue, 03 May 2016 10:09:30 GMT d82ec99176124a90b70d8d1deed4e9fb Ecco i membri del nuovo governo e le nomine dei ministri degli stati e delle regioni molti rappresentanti dell'NLD e indipendenti 2017-10-18T22:53:46.9730000+02:00 Dopo il giuramento del nuovo Presidente U Htin Kyaw il presidente del Parlamento dell'Unione U Mann Win Khaing ha presieduto il giuramento del gabinetto di governo Tre sono i ministeri guidati da Aung San Suu Kyi: il Ministero dell’Ufficio del Presidente, il Ministero della Pubblica Istruzione e il Ministero dell'Elettricità e dell'Energia. Oltre ad Aung San Suu Kyi, altri cinque deputati dell’NLD sono stati nominati ministri, tra cui il dottor Aung Thu nominato ministro dell'agricoltura, degli allevamenti e dell'irrigazione, U Thant Zin Maung ministro dei trasporti e della comunicazione, il Dr. Than Myint Ministro del commercio, il dr, Win Myat Aye ministro della Previdenza sociale, degli aiuti e del reinsediamento, e U Kyaw Win ministro della pianificazione e delle finanze. Due deputati dell’ex partito di governo (USDP) sono stati nominati nel nuovo governo, tra cui Thura U Aung Ko ministro degli affari e della cultura religiosa, e U Thein Swe ministro del lavoro, dell'immigrazione e della popolazione. Sette sono gli esperti outsider e non parlamentari inclusi nel governo: U Ohn Win, ministro delle risorse naturali, della conservazione dell'ambiente, il Dr. Pe Myint, ministro delle informazioni, U Win Khaing ministro del settore costruzioni, Nai Thet Lwin ministro di degli affari etnici, Myint Htwe ministro della salute, U Khin Maung Cho ministro dell'industria e U Ohn Maung ministro del settore alberghiero e del turismo. Tre deputati militari, il generale Sein Win, il generale Kyaw Swe e il generale Ye Aung, serviranno rispettivamente come ministri della difesa, degli Interni e degli affari di confine,. U AUNG THU (Agricoltura e allevamento NLD Ex rettore dell’Università di Yangon U Aung Thu è stato un funzionario pubblico per alcuni decenni prima di andare in pensione ad agosto 2015 per candidarsi alle elezioni. Ha vinto un seggio nella camera bassa nella township di Latha a Yangon.. ha lavorato in molte università della Birmania, compreso come professore i matematica nell’Università di Taungoo. Durante il suo rettorato l’Università di Yangon ha rafforzato la sua collaborazione con le istituzioni formative internazionali e ha aumentato l’insegnamento univeristario. U THANT ZIN MAUNG (Trasporti e comunicazioni) NLD Un direttore generale in pensione delle ferrovie birmane. U Thant Zin Maung detiene un master in matematica dall’università di Yangon. È stato anche letore all’università prima di enrare nell’azienda Ferroviaria pubblica. Più recentemente, a novembre 2015 si è candidato per l’NLD nella sua città natale di Monywa e ha conquistato un seggio alla Pyithu Hluttaw. THURA U AUNG KO (Affari religiosi e Cultura) USDP Un funzionario militare in pensione e ex vice ministro per gli affari religiosi fino alla sua partecipazione alle elezioni del 2010. Thura U Aung Ko ha avuto una promozione con l’NLD. Il membro del Comitato esecutivo centrale dell’USDP, durante la precedente legislatura era legato all’ex portavoce Thura U Shwe Mann e anche vicino alla leader dell’NLD. Era stato eletto in rappresentanza della città di Kanpetlet, Stato Chin. Nato nel 148, è stato nell’esercito dal 1969 al 1977. È stato anche per un breve periodo vice ministro dell’ex ministero della Scienza e della Tecnologia. U OHN WIN (Risorse Naturali e ambiente) INDIPENDENTE Attualmente membro del comitato consultivo del Myanmar Institute for Integrated Development, Una organizzazione no -profit, U Ohn Win ha tra le sue credenziali il lavoro per un periodo come professore all’Università delle foreste di Yezin. Ha ricevuto il master in scienza della gestione dei bacini idrici nella Università dello Stato del Colorado negli USA è si è specializzato in idrologia, conservazione dei suoli, adattamento al cambiamento climatico e conservazione della biodiversità. Non è membro dell’NLD. U PE MYINT (Informazione) INDIPENDENTE Ex medico on laurea presso l’ Institute of Medicine, U Pe Myint dopo 11 anni ha cambiato carriera ha studiato giornalismo presso la Indochina Media Memorial Foundation di Bangkok. Ha iniziato poi una carriera come scrittore scrivendo decine di novelle. Ha partecipato al Programma internazionale di scrittura presso l’Università dell’ Iowa nel 1998, ed è stato anche editore capo della rivista The People’s Age Journal. E’ nato nello stato Rakine nel 1949. U THEIN SWE (lavoro, immigrazione popolazione) USDP Un altro membro del comitato esecutivo dell’USDP e alleato di Thura U Shwe Mann. U Thein Swe è stato anche portavoce del partito di governo . Sotto il governo militare è stato anche ministro dei transporti. È stato eletto nella township di Ann nello Stato Rakhine. U WIN KHAING (Costruzioni) INDIPENDENTE Un ingegnere meccanico di formazione, U Win Khaing ha servito nella Myanmar Investment Commission ed è stato fondatore e presidente della United Engineering Group, una società del settore gas oil e della logistica. Laureato nel Rangoon Institute of Technology è entrato nella Myanmar Oil and Gas Enterprise nel 1976 pima di partire per l’USSR per un percorso formativo nel 1981. E’ stato eletto presidente della Myanmar Engineering Society nel 2011 componente della ASEAN Federation of Engineering Organizations. NAING THET LWIN (Affari etnici) MNP Uno dei più anziani membri del governo, Naing Thet Lwin, di etnia Mon, è nato nel 194 0, entrato in politica nel 1958 e re ani dopo si è iscritto al Mon Development Party. Nel 1988 ha guidato il movimento antigovernativo ed è stato cofondatore e vice presidente del Mon Democratic Party, nel 1990 si è candidato per un seggio nella regione di for a seat in Mawlamyine in the 1990 election. Since then he has developed extensive business interests, including rubber, fisheries processing, food exports and hotels. Dr Myint Htwe (health) NLD Questa è la seconda volta che il Dr Myint Htwe torna al Minitero della Sanità dove ha lavorato per 17 anni prima di lasciarlo per andare a lavorare all’OMS. Li ha assunto varie posizioni, compresa quella di direttore del programma di gestione e consulente regionale fino al pensionamento nel 2010. Secondo il suo CV ha studiato all’ Institute of Medicine 1 e ha ottenuto il master in medicina pubblica Institute of Public Health, University of the Philippines as well come pure un dottorato in medicina pubblica dalla Johns Hopkins University negli USA. E’ membro della Myanmar Academy of Medical Science e vice presidente della Liver Foundation. Non è membro dell’NLD. U THAN MYINT (Commercio) NLD U Than Myint è diventato membro dell’NLD nel 2012e ha preso parte al comitato economico del partito. Secondo un profilo pubblicato dall’NLD ha una laurea in economia ottenuta nella Yangon University, e un master e un dottorato presso la Pacific Western University negli USA. La sua esperienza internazionale comprende un periodo come funzionario ONU, ma non si sa in quale posizione. Ha ottenuto un seggio a Hlaing Tharyar, dove è coinvolto in un gruppo che offre un servizio di ambulanza gratuito. U WIN MYAT AYE (Previdenza sociale, aiuti e ricollocazione) NLD Ha una lunga storia nel campo medico. Di formazione pediatra è descritto come professore in pensione ed esperto pediatra. Durante la sua carriera ha servito in tutto il paese, compreso Yangon, agwe e Sagaing. L’ultimo incarico è stato presso la Magwe Medical University, da cui è stato pensionato a giugno 2015. Nelle ultime elezioni è stato eletto nell’Amyotha Hluttaw a Bago, dove è cresciuto. Ha anche una lunga storia di lavoro nel volontariato. U KHIN MAUNG CHO (Industria) INDIPENDENTE Nato a Meiktila nel 1950, U Khin Maung Cho ha una lauarea in ingegneria meccanica. Il suo CV lo indica come ingegnere dirigente nella azienda automobilistica Super Seven Stars, importatore delle auto o Kia. U KYAW WIN (Programmazione e Finanze) NLD Molte informazioni sull’esperienza di U Kyaw Win, e soprattutto sul suo profilo accademico sono in discussione. Nato a Laputta nel 1948, il suo CV suggerisce che si è laureato in economia alla Yangon University ed ha ottenuto un master in consulenza aziendale e un PhD dalla Brooklyn Park University, una informazione che ha ammesso non essere veritiera. Il suo CV indica anche un diploma nella Global Academy of Finance Management, che dice di offrire certificati di specializzazione, alcuni a pagamento. U Kyaw Win ha lavorato nel Dipartimento della Pianificazione e successivamente nel Dipartimento delle entrate fino al 1997, quando è diventato il Consigliere economico dell’NLD. Nelle elezioni del 2015 è stato eletto alla Pyithu Hluttaw nella township di Dagon Seikkan. U OHN MAUNG (Hotel e turismo) NLD Il suo coinvolgimento nel settore turistico risale al periodo socialista, quando gestiva l’unica guesthouse vicino al lago Inle. Nel 1988 era tra i leader del movimento antigovernativo e è entrato nell’NLD l’anno successivo come presidente di township. Ha partecipato alle elezioni del 1990 e come moltri altri colleghi è stato arrestato e mandato nella prigione di Insein. Condannato a 10 anni di carcere è stato amnistiato nel 1992 e ha concentrato la sua attenzione al nascente settore del turismo. Nei decenni successivi ha lanciato un certo numero di hotel di successo, compreso Inle Princess Resort. Ha riallacciato i rapporti con l’ NLD nel 2012. LT GEN SEIN WIN (Difesa) MILITARE Il prossimo ministro della difesa sostituirà U Wai Lwin. Prima di prendere parte alle elezioni dirigeva la difesa aerea . laureato presso la Officer Training School. Secondo il Tagaung Institute of Political Studies, il Lt Gen Sein Win ha da sempre primeggiato in scienza e tecnologia. Viene descritto come freddo e calmo e ha la reputazione tra i militaridi essere un soldato molto professionale. LT GEN KYAW SWE (Interni) MILITARE Laureato presso la Defence Services Academy ha prestato servizio come preside dell’istituto. E’ stato comandante della Southwest Region Command, nella Regione dell’Ayeyarwady durante il Ciclone Nargis. Un ex capo dei servizi militari di sicurezza, è stato anche ministro degli affari di confine. LT GEN YE AUNG (affari di confine) MILITARE Proveniente dalla Defence Services Academy, il primo incarico del Lt Gen Ye Aung è stato a capo del comando delle operazioni regionali a Tanai, nello Stato Kachin. Successivamente è diventato comandante per il Comando centrale con base a Mandalay e giudice militare avvocato generale. Secondo il Tagaung, nel passato è stato vicino a Thura U Shwe Mann ma ora è una persona affidabile secondo il Comandante in Capo Senior General Min Aung Hlaing. http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=136d5fb8fc3b4634b37d4dcd66543d33&docid=d82ec99176124a90b70d8d1deed4e9fb Wed, 18 Oct 2017 20:53:46 GMT 37beb419e22d41d59f01fd279b70d2ed Anche la Leader Aung San Suu Kyi nella lista dei ministri. la lista sarà votata dal parlamento nei prossimi giorni 2016-03-22T08:41:45.6700000+01:00 Il Portavoce del Parlamento Mann Win Khaing Than ha presentato stamane al parlamento la lista dei ministri. Aung San Suu Kyi è tra i membri del governo civile. Ma ancora oggi non sono stati attribuiti i ministeri. E nel corso della settimana la lista verrà votata. Si dice che Aung San Suu Kyi probabilmente assumerà il ruolo di ministro degli esteri che garantisce un ruolo internazionale e la partecipazione nell’importante Consiglio per la Sicurezza, dominato dai militari. Secondo le complesse norme birmane, l’assunzione di un ruolo ministeriale comporterà la necessità che la leader birmana abbandoni la posizione di guida della Lega Nazionale per la democrazia. "Vuole essere al cuore del governo e vuole farlo nel modo migliore e formalmente e soprattutto legalmente, questo per lei è importante. E ora sarà in grado di mantenere uno sguardo attento su tutto ciò che ritiene importante" ha dichiarato Trevor Wilson, un accademico dell’ Australian National University ed ex ambasciatore in Birmania. Ma la nuova amministrazione dovrà affrontare una raffica di sfide, compreso il conflitto con le minoranze etniche, la povertà endemica, e la necessità di migliorare le decrepite infrastrutture e i servizi sanitari e dell’istruzione. Un’altra sfida chiave sarà quella dell’ammorbidimento delle relazioni con i militari che ancora oggi detengono un forte potere politico ed economico. Il nuovo governo ha fatto uscire poche notizie sulle future scelte anche se ha già scelto di ridurre il labirinto delle strutture amministrative tagliando i ministeri e ridurre il numero dei ministri. Nel promuovere un governo di riconciliazione nazionale la lista dei ministri comprende una serie di nomi al di fuori dall’NLD, compreso un ministro del partito sostenuto dai militari. Tre saranno i generali nominati dai militari ai ministeri della difesa, degli interni e degli affari di confine. - Vedi anche: http://www.mizzima.com/news-domestic/blocked-presidency-suu-kyi-set-myanmar-cabinet#sthash.bNS2fW1Z.dpuf http://www.birmaniademocratica.org/document.aspx/it/aunche_la_leader_aung_san_suu_kyi_nella_lista_dei_ministri_/politica?lang=it Tue, 22 Mar 2016 07:41:45 GMT 15a8477c81ff4336875766672d9324db ll nuovo presidente propone una riduzione dei ministeri nella formazione del nuovo governo 2016-03-19T22:05:15.7330000+01:00 ll nuovo presidente propone una riduzione dei ministeri nella formazione del nuovo governo Il neo eletto president U Htin Kyaw giovedì ha presentato in Parlamento un disegno di legge per ridurre di un terzo il numero dei ministeri, abolendone 4 e fondendone 10. La proposta è stata trasmessa due giorni dopo la sua elezione a presidente. La proposta prevede la formazione di 21 ministeri ( di cui tre di appannaggio dei militari) e la nomina di 18 ministri. La proposta prevede anche la costituzione del Ministero per gli Affari Etnici, per sottolineare l’importanza che il governo attribuisce alle questioni etniche e per favorire la riconciliazione nazionale. . I ministeri previsti sono: Affari Esteri, Agricoltura- Allevamento ed Irrigazione, Trasporti e Comunicazione, Cultura e Affari Religiosi, Risorse e Conservazione Ambientale, Energia e sistema elettrico, Lavoro- Immigrazione e Popolazione, Pianificazione e Finanza, Industria, Sanità, Istruzione, Costruzioni, Previdenza Sociale, Soccorso e reinserimento, Turismo e Hotel, Commercio, Informazione, Questioni Etniche, Difesa, Affari Interni, e Affari di Confine. Vengono aboliti i ministeri delle cooperative, delle ferrovie, della scienza e tecnologia, dello Sport. La legge varata dal precedente governo di U Thein Sein, prevedeva la formazione di 36 ministeri e la nomina di 32 ministri. Insieme alla proposta saranno presentati anche i nomi dei candidati alle cariche di ministro. Secondo l’analisi, questa legge permetterebbe al governo di risparmiare circa 100 milioni di Kyat (equivalenti a 83,000 dollari) per ciascun ministro. La costituzione del 2008 prevede inoltre che tre ministeri – Interni, Affari di Confine e Difesa- siano di competenza dei militari. Sempre giovedì, dopo la sottoscrizione della proposta da parte di U Htin Kyaw al Parlamento, è giunta la notizia della nomina, da parte della Camera, di Aung San Suu Kyi a presidente del Comitato Congiunto di Coordinamento per lo Sviluppo delle Questioni Parlamentari. Adesso i membri dell’NLD attendono il 30 Marzo, giorno in cui avverrà il giuramento presso il Parlamento; il passaggio di poteri invece avverrà nel Palazzo Presidenziale. http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=136d5fb8fc3b4634b37d4dcd66543d33&docid=15a8477c81ff4336875766672d9324db Sat, 19 Mar 2016 21:05:15 GMT 48f5bc763b334f2e99abc8f28985695a solo 166 delle 281 raccomandazioni ONU sui diritti umani accettate dal governo uscente 2016-03-18T07:12:07.6830000+01:00 La risposta della Birmania sulla seconda revisione periodica universale (UPR) relativa allo stato dei diritti umani presso le Nazioni Unite ha confermato la riluttanza del governo uscente ad affrontare le principali sfide del paese sui diritti umani, FIDH e l’organizzazione membro di FIDH ALTSEAN-Birmania ha dichiarato il 17 marzo. "Il rifiuto dell'amministrazione uscente di accettare le raccomandazioni chiave sui diritti umani è estremamente deludente e dimostra che il governo ha rispettato solo a parole il processo UPR. Il nuovo governo deve segnare una chiara rottura con il passato e compiere passi significativi per l’attuazione di tutte le raccomandazioni chiave che la Birmania ha ricevuto ", ha detto il presidente FIDH Karim Lahidji, secondo un comunicato stampa del 17 marzo. La seconda Revisione Periodica UPR sulla Birmania si è tenuta il 6 novembre 2015 a Ginevra. Secondo la risposta del governo alla revisione, pubblicata il 10 marzo 2016, il governo birmano uscente ha accettato solo 166 delle 281 raccomandazioni ricevute da altri Stati. La posizione del governo che ha dichiarato di non aver mai attuato alcuna pratica discriminatoria basata sulla razza o sulla religione è stata accompagnata dal rifiuto di accettare numerose raccomandazioni. Le autorità sono state invitate ad affrontare le discriminazioni e l’ incitamento all'odio contro le minoranze religiose, compresi i musulmani, e per proteggere i loro diritti. Il governo ha rifiutato anche di accettare 10 raccomandazioni, che per la modifica o l'abrogazione delle quattro leggi discriminatorie sulla tutela della razza e della religione. Il governo ha rifiutato di accettare tutte le 27 raccomandazioni che hanno fatto riferimento specifico ai musulmani Rohingya, compresi quelli che richiedono la tutela dei loro diritti umani fondamentali e la fine delle discriminazioni. Inoltre, Naypyidaw non ha accettato 16 raccomandazioni sui diritti di cittadinanza per le minoranze etniche e religiose, tra cui Rohingya. Cinque di queste raccomandazioni hanno chiesto la modifica della legge sulla cittadinanza del 1982. Il governo Thein Sein fa riferimento ai Rohingya come ai"bengalesi", sostenendo di solito che sono immigrati clandestini provenienti dal Bangladesh. L'amministrazione di Thein Sein ha evitato anche la cooperazione con i meccanismi di monitoraggio dei diritti umani delle Nazioni Unite. secondo il gruppo, Naypyidaw non ha accettato sei raccomandazioni che invitano il governo a rivolgere attenzione permanente a tutte le procedure tematiche speciali. Il governo ha rifiutato di accettare anche sette raccomandazioni riguardanti l'apertura di un ufficio del Commissario per i Diritti Umani (OHCHR). Per quanto riguarda la pena di morte, il governo non ha accettato nove raccomandazioni che chiedevano l'istituzione di una moratoria su tutte le esecuzioni e l'abolizione della pena capitale. Tuttavia, con una una mossa chiaramente contraddittoria, Naypyidaw accettato tre raccomandazioni, che chiedono la ratifica del secondo protocollo opzionale al Patto internazionale sui diritti civili e politici (ICCPR), che mira ad abolire la pena di morte. Infine, il governo ha rifiutato di accettare cinque raccomandazioni, che hanno per obiettivo la ratifica dello Statuto di Roma sulla Corte penale internazionale (CPI). "Dopo che l'attuazione della maggior parte delle raccomandazioni, che la Birmania aveva accettato cinque anni fa è fallita, l'amministrazione di Thein Sein ha utilizzato il processo UPR per negare l'esistenza di una discriminazione nei confronti Rohingya, ignorare l'impunità per le violazioni dei diritti umani, e sorvolare sul suo fallimento nella riforma legislativa ", ha dichiarato Debbie Stothard segretario generale ALTSEAN-Birmania e Coordinatore e FIDH. Molte delle raccomandazioni che il Myanmar ha accettato durante la sua seconda UPR erano legate alla ratifica dei principali strumenti internazionali sui diritti umani, tra cui La Convenzione sulla tortura e altri trattamenti crudeli, punizioni inumane o degradanti (CAT), il Patto internazionale sui diritti economici , i diritti sociali, e culturali (ICESCR), la Convenzione internazionale sull'eliminazione di tutte le forme di discriminazione razziale (ICERD), e la Convenzione internazionale per la protezione di tutte le persone dalle sparizioni forzate (ICPPED) (per un totale di 41 raccomandazioni). Altre raccomandazioni che la Birmania aveva accettato incluse nove raccomandazioni, che hanno per la riforma della Commissione nazionale per i diritti umani per rendere il corpo conforme ai Principi di Parigi. Tuttavia, le raccomandazioni simili che il governo ha accettato dopo la prima UPR del Myanmar all'inizio del 2011 rimangono irrisolti. Il gruppo ha dichiarato che il governo è stato incoerente nell’ affrontare l’ impunità per le violenze contro le donne e ha accettato nove raccomandazioni che invitano le autorità ad affrontare la questione della violenza contro le donne - compresa la violenza sessuale - e cinque raccomandazioni che chiedono al governo di combattere l'impunità per le violazioni dei diritti umani. Tuttavia, il governo intende opporsi a tre raccomandazioni che invitato le autorità ad affrontare la questione dell'impunità relativa alle violazioni dei diritti umani commesse da membri delle forze armate. http://www.birmaniademocratica.org/document.aspx/it/solo_166_delle_281_raccomandazioni_onu_sui_diritti_umani_accettate_dal_governo_uscente/politica?lang=it Fri, 18 Mar 2016 06:12:07 GMT 4472aa2fbfc8448c895dd7d00da90556 Myanmar. Dove la Cina incontra l'India . Thant Myint U a Roma il 19 aprile per la presentazione del suo libro 2016-03-15T12:05:50.6700000+01:00 http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=136d5fb8fc3b4634b37d4dcd66543d33&docid=4472aa2fbfc8448c895dd7d00da90556 Tue, 15 Mar 2016 11:05:50 GMT a042df4c3fcb473c97bd36a8854752e0 46 bambini soldato restituiti alle loro famiglie Già 744 minori ex bambini soldato hanno ricominciato a vivere normalmente 2016-03-14T08:00:24.6030000+01:00 13.3. 2016 Le forze armate birmane hanno rilasciato 46 bambini soldato, portando a 744 i rilasci negli ultimi quattro anni. Un comunicato pubblicato dal Minstero dell’informazione ha dichiarato che domenica scorsa 46 bambini soldato, erroneamente arruolati nell’esercito, sono stati riconsegnati alle loro famiglie in una cerimonia alla presenza dei osservatori ONU. “l’Esercito è impegnato a eliminare dalle proprie file i soldati sotto l’età minima”. Ha dichiarato il Generale Tauk Tun said, nel corso della cerimonia. La questione dell’arruolamento forzato di minori è stato un problema molto rilevante nel corso degli ultimi decenni. Non solo l’esercito ufficiale, ma anche le organizzazioni armate etniche hanno utilizzato bambini soldato. L’Ilo da decenni è impegnato nella eliminazione del lavoro forzato, della confisca delle terre e del reclutamento di minori nell’esercito, ma a tutt’oggi mancano dati certi sulla dimensione del fenomeno e preoccupa il permanere di conflitti armati in alcune aree del paese, in particolare nel Nord dello Stato Kachin e a est dello Stato Shan. Secondo i dati ONU per lo meno sette eserciti etnici continuano ad utilizzare il reclutamento di minori. http://www.birmaniademocratica.org/document.aspx/it/46_bambini_soldato_restituiti_alle_loro_famiglie/politica?lang=it Mon, 14 Mar 2016 07:00:24 GMT cb0d1cab59cf4c75b0733c2f027792c4 MARCIA BUDDISTA PER NON FAR DIVENTARE SUU KYI PRESIDENTE 2016-03-03T13:00:12.0130000+01:00 I buddisti di stampo nazionalista hanno organizzato una manifestazione per impedire la sospensione della norma costituzionale che impedisce ad Aung San Suu Kyi,dopo la vittoria alle elezioni, di diventare il prossimo presidente del paese. circa 600 le persone, fra i molti monaci buddisti, hanno manifestato nella capitale nel corso di una marcia organizzata domenica dal Myanmar National Affairs Network. I manifestanti indossavano magliette bianche con stampato il numero 59 colorato di un rosso acceso, e la scritta “LA SEZIONE 59 DELLA COSTITUZIONE NON SI DEVE TOCCARE”. La sezione 59 della costituzione è, di fatto, quella che impedisce alla leader democratica di diventare presidente, a causa delle sue parentele straniere - i figli, infatti, possiedono il passaporto inglese - . I legali dell' NLD stanno valutando ora la proposta di deroga della legge. I manifestanti hanno rivolto parole di grande dissenso nei confronti di questa proposta, dichiarando che si opporranno fino alla fine osta, in quanto la legge serve a preservare il paese dalle influenze estere, e se la legge dovesse essere annullata ci sarà probabilmente un colpo di stato. Perché la norma venga modificata, comunque, sarebbero necessari due terzi dei seggi, in un parlamento in cui il 25% dei seggi appartiene ai militari. traduzione di Giuseppe de Gregorio http://www.birmaniademocratica.org/document.aspx/it/marcia_buddista_per_non_far_diventare_suu_kyi_presidente/politica?lang=it Thu, 03 Mar 2016 12:00:12 GMT 0a49b9a9683d4697b5ea2bd93ae45ede Birmania-Vaticano, si preparano le relazioni diplomatiche A caldeggiarle è il cardinale Bo chevede la strada spianata nell’Anno giubilare e ne ha già parlato alla leader Aung San Suu Kyi 2016-02-20T19:46:18.7230000+01:00 paolo affatato roma Molti lo vedono come frutto di un lungo cammino, ripreso a piccoli passi dal 1993, quando al missionario italiano Igino Mattarucco fu consentito di rientrare e soggiornare in terra birmana, dopo oltre 25 anni di black-out. Oggi la strada verso le piene relazioni diplomatiche tra Birmania e Santa Sede sembra spianata: lo afferma a chiare lettere il Cardinale Charles Bo, arcivescovo di Yangon, che vede nell’imminente formazione del nuovo governo democraticamente eletto una storica opportunità per annodare un filo che da anni la Chiesa locale desiderava intessere. Il kairòs, il «momento di grazia», come lo considera il card. Bo, giunge nell’Anno giubilare della misericordia, 50 anni dopo quel fatidico 1965-66, quando il regime impose la nazionalizzazione delle chiese cattoliche, di scuole, ospedali e proprietà, allontanando dal paese 239 missionari cattolici e altre centinaia di protestanti. Solo dieci anni prima, nel 1954, la Birmania aveva accolto il primo vescovo autoctono, mons. U Win, e l’anno dopo la Santa Sede aveva instaurato la gerarchia locale, con la formazione di due province ecclesiastiche, Rangoon e Mandalay. Il Vangelo era giunto almeno due secoli prima: la prima missione organizzata in Birmania risale al 1700, affidata dalla Santa Sede ai padri barnabiti prima e poi, un secolo dopo, ai religiosi delle Missioni Estere di Parigi (MEP) e del Pontificio Istituto Missioni Estere (Pime). L’interruzione di quel cammino si era verificata negli anni ’60 del secolo scorso, con il colpo di stato del generale Ne Win e il tentativo di instaurare «la via birmana verso il socialismo», che generò l’ondata di nazionalizzazioni e confische a danno delle comunità cristiane. Ma, a partire dal 1993, la comunità cattolica ha potuto gradualmente riprendere la sua vita e le opere pastorali. E oggi, anche grazie all’opera dei catechisti laici, è una comunità viva, sia pur sempre piccola minoranza di 500mila fedeli, l’1% della popolazione complessiva. Terminato il periodo della giunta militare al potere, e con la nuova stagione politica ormai realtà, il cardinale Charles Bo, primo Porporato nella storia birmana, nominato da Papa Francesco tra le «chiese di periferia», vede dunque con fiducia l’insediamento del nuovo governo democratico, guidato dalla Lega nazionale per la democrazia (Nld), il partito della premio Nobel per la pace Aung San Suu Kyi, Secondo le previsioni, il nuovo esecutivo dovrebbe essere in carica all’inizio di aprile. Nei giorni in cui circolano indiscrezioni sul fatto che il noto articolo 50 della Costituzione – che impedisce alla donna di diventare presidente, eredità della vecchia giunta militare – potrebbe essere sospeso, spalancandole le porte della presidenza, Bo ha ricordato di aver parlato già con lei del possibile allaccio di relazioni diplomatiche tra Birmania e Vaticano. Trovando «pieno sostegno nella leader», come ha spiegato in una recente intervista all’agenzia Eglises d’Asie. Depone bene, a tal proposito, che Aung San Suu Kyi abbia incontrato Papa Francesco nell’ottobre del 2013 in Vaticano, restando favorevolmente impressionata dal faccia a faccia con Bergoglio. Lo scambio di ambasciatori – mentre oggi la Birmania è cura di un Delegato apostolico vaticano residente a Bangkok – potrebbe generare un netto miglioramento dello status giuridico per la Chiesa birmana e contribuire ulteriormente alla sua crescita e stabilizzazione nel paese. La Chiesa – ha spiegato Bo – chiede più libertà nella sua opera di evangelizzazione, a partire dal delicato settore dell’istruzione: «Il sistema educativo nazionale oggi è centralizzato. La Chiesa desidera gestire scuole e chiede al governo il permesso ufficiale per costruire chiese e conventi. Speriamo di ottenere la parità di trattamento di tutte le religioni», ha spiegato. Un altro tra i desiderata espressi dal cardinale è riavere le scuole nazionalizzate e confiscate nel 1962, una cinquantina di istituti. Pur non essendo espressamente incluso nel programma di governo della Lega, Bo si mostra ottimista in quanto «Aung San Suu Kyi ha detto che avrebbe ascoltato i leader religiosi. Sono certo che le nostre proposte e raccomandazioni saranno ascoltate e recepite». Tuttavia,la priorità, riconosce Bo, è la riconciliazione nazionale e la pacificazione del paese, premessa per lo sviluppo economico, sociale e culturale della popolazione. Un’esigenza, quella di pace, giustizia e armonia, che precede anche le legittime aspettative della Chiesa. http://www.birmaniademocratica.org/document.aspx/it/birmania-vaticano_si_preparano_le_relazioni_diplomatiche/politica?lang=it Sat, 20 Feb 2016 18:46:18 GMT 05ed56195dea414e96c5239c789430f7 L'Italia riconferma il pieno sostegno alle istituzioni democratiche birmane L'Ambasciatore Aliberti incontra i neo Presidenti delle due Camere 2016-02-19T13:01:14.2770000+01:00 L’ITALIA RICONFERMA IL PROPRIO PIENO SOSTEGNO ALLE ISTITUZIONI DEMOCRATICHE DEL MYANMAR YANGON, 19 FEBBRAIO 2016 - L’Ambasciatore italiano a Yangon Pier Giorgio Aliberti ha incontrato oggi a Nay Pyi Taw nel corso di due incontri separati i neo-eletti Presidenti delle due Camere del Parlamento birmano, U Win Myint (Camera bassa) e U Mahn Win Khaing Than (Camera alta). Dopo aver convenuto sull'eccellente andamento delle relazioni bilaterali tra Italia e Myanmar, soprattutto a partire dal 2011, l'Ambasciatore e i due Speaker hanno avuto un proficuo scambio di vedute sul ruolo estremamente importante del Parlamento, organo propulsore delle riforme portate avanti negli ultimi anni e fulcro della vita politica della giovane democrazia birmana. In proposito, da entrambi i colloqui e’ emerso un condiviso auspicio per un’intensificazione dei rapporti parlamentari e degli scambi people-to-people tra i due Paesi. "In questo passaggio storico di transizione democratica" ha sottolineato l'Amb. Aliberti "si aprono straordinarie opportunità per rendere ancora più solido e proficuo il rapporto bilaterale". Espressa gratitudine verso l’Italia per il crescente impegno profuso negli ultimi cinque anni a sostegno della transizione democratica e dello sviluppo socio-economico del Paese, attraverso le attivita’ della cooperazione italiana. http://www.birmaniademocratica.org/document.aspx/it/l_italia_riconferma_il_pieno_sostegno_alle_istituzioni_democratiche_birmane/politica?lang=it Fri, 19 Feb 2016 12:01:14 GMT dde75efc96d841aeb4a5a00c9d830ce5 L'Italia sostiene il processo di evoluzione delle forze amate birmane e verso il progressivo abbandono della politica L'Ambasciatore Italiano Aliberti incontra il Capo delle Forze Armate Birmane 2016-02-18T08:32:51.5530000+01:00 L’ITALIA SOSTIENE IL PROCESSO DI EVOLUZIONE DELLE FORZE ARMATE BIRMANE VERSO UN ESERCITO MODERNO E PROFESSIONALE, CON IL PROGRESSIVO ABBANDONO DELLA SCENA POLITICA E UN RIENTRO NELLE CASERME. YANGON, 18 FEBBRAIO 2016 - L’Ambasciatore italiano a Yangon Pier Giorgio Aliberti ha incontrato ieri a Nay Pyi Taw il Comandante in Capo delle Forze Armate, Sen. Gen. Min Aung Hlaing, con cui ha convenuto circa l’eccellente stato delle relazioni bilaterali tra i due Paesi. Il Generale, assistito dal Vice Comandante in Capo Gen. Soe Win, si e' infatti espresso in termini molto positivi nei confronti dell'Italia. Nel richiamare come le relazioni diplomatiche, stabilite nel 1950, si fossero raffreddate a seguito della repressione dei moti di piazza del 1988 che avevano portato alla caduta del Gen. Ne Win e all'instaurazione della giunta militare, il Senior General ha rilevato come dal 2011 i rapporti bilaterali abbiano registrato un significativo miglioramento. In merito all’attuale contesto politico, Min Aung Hlaing ha riconfermato il sostegno delle Forze Armate ad ogni futuro governo che continui le riforme democratiche “nel rispetto delle leggi vigenti”. In proposito, l’Ambasciatore Aliberti ha infine sottolineato l’importanza di una convinta adesione delle Forze Armate al disegno di progressivo sviluppo democratico del Paese con la graduale trasformazione del Tatmadaw in esercito moderno e professionale che torni a svolgere il proprio ruolo nelle caserme, abbandonando la scena politica, seguendo l’esempio di altri Paesi della Regione come l’Indonesia. http://www.birmaniademocratica.org/document.aspx/it/l_italia_sostiene_il_processo_di_evoluzione_delle_forze_amate_birmane/politica?lang=it Thu, 18 Feb 2016 07:32:51 GMT 2cf8693881e445db9f88d84428be736f La Commissione Elettorale assegna 366 militari al nuovo Parlamento 2016-01-19T16:45:49.7230000+01:00 Stando alle dichiarazioni rese pubbliche martedì, la Commissione Elettorale dell’Unione ha nominato 366 parlamentari tra i militari che dovranno ricoprire i tre livelli del nuovo parlamento (Camera dei Rappresentanti, Camera delle Nazionalità, Parlamenti regionali) perché ricoprano il 25% dei seggi in ogni livello del corpo legislativo. Dei 366 deputati “non-eletti” e nominati direttamente dai militari, 110 sono stati assegnati alla Camera dei Rappresentanti, 56 alla Camera delle Nazionalità e 200 ai 14 parlamenti delle 7 regioni e dei 7 Stati del paese. Tra i 110 nominati alla Camera dei Rappresentanti, ci sono due generali maggiori, sei brigadieri e sette colonnelli; tra i 56 alla Casa delle Nazionalità, invece, compaiono un generale maggiore, cinque brigadieri e quattro colonnelli. Tra gli alti ranghi nel prossimo parlamento ci saranno il genero dell’ex uomo forte della dittatura birmana generale Than Swe. Tre Generali Maggiori Tauk Tun e Than Htut Thein che siederanno nella Camera Bassa mentre il General Maggiore, Than Soe siederà nella Camera Alta. Thein Naing, marito della figlia del Generale Than Shwe’s Khin Pyone Shwe, che siederà nel parlamento della Divisione di Rangoon. Secondo l’analista politico Yan Myo Thein Thein Naing è il militare più alto in grado nel parlamento della Regione di Rangoon e potrebbe essere il candidato a Primo Ministro della divisione di Yangon che è la più popolata. Yan Myo ha sostenuto in un post su facebook che la traiettoria politica di Thein Naing e la sua potenziale candidatura a Primo Ministro della Regione di Yangon, potrebbe far parte di un accordo raggiunto tra la Presidente dell’NLD Aung San Suu Kyi, Than Shwe e il comandante in capo dell’esercito Gen Min Aung Hlaing. Il prossimo mandato della Camera dei Rappresentanti e della Camera delle Nazionalità del nuovo Parlamento, eletto alle elezioni del 8 Novembre scorso, inizierà il 1 Febbraio. Il mandato del parlamento attuale, iniziato con le elezioni del 2010 e in funzione dal 2011, terminerà il 30 gennaio. Sono in corso i lavori di preparazione per il passaggio del potere alle matricole. Nel frattempo il partito vincente alle elezioni, la Lega Nazionale per la Democrazia, guidata da Aung San Suu Kyi, sta lavorando alla scelta dei candidati a presidente e alla vice presidenza (due vice-presidenti) del paese, che verranno annunciati a fine marzo, quando subentreranno i nuovi membri del parlamento e il nuovo governo salirà al potere. Il risultato ottenuto alle elezioni dell’8 novembre dall’ NLD, che ha vinto con la maggioranza assoluta dei seggi parlamentari, gli consente di poter formare un nuovo governo in modo indipendente, secondo la costituzione, e ha diritto di nominare il presidente e due vice presidenti; i risultati delle elezioni hanno visto la NLD aggiudicarsi 886 seggi, il 77%, su 1150 nei tre livelli parlamentari: 255 parlamentari pari al 79% alla Camera; 135 parlamentari pari all’80%, al Senato; 496 parlamentari pari al il 75,7% ai parlamenti delle regioni o degli stati del paese. Il governo attuale, con al comando il Partito per la Solidarietà e lo Sviluppo dell’Unione (USDP), è riuscito ad ottenere solamente 30 seggi alla Camera, 12 al Senato e 76 nelle regioni e negli stati, per un totale di 118 seggi, corrispondenti al 10% del totale. Dei 1150 parlamentari eletti, 323 andranno alla Camera, 168 al Senato e 659 tra le regioni/stati del paese. La costituzione prevede inoltre che il 25% dei seggi ad ogni livello del parlamento vada ai militari, e che questi vengano decisi dal comandante dei servizi di difesa in carica. http://www.birmaniademocratica.org/document.aspx/it/la_commissione_elettorale/politica?lang=it Tue, 19 Jan 2016 15:45:49 GMT 03b9b81c418048d88bd677fbd5a5455a IL PAVONE E I GENERALI. Birmania dalla dittatura alla rinascita-di Cecilia Brighi- ed. Baldini Castoldi in libreria dal 28 gennaio 2016-01-20T21:54:52.2700000+01:00 IL PAVONE E I GENERALI BIRMANIA DALLA DITTATURA ALLA RINASCITA di Cecilia Brighi edizioni Baldini Castoldi 256 pagine. 15.00 € IN LIBRERIA DAL 28 GENNAIO Della Birmania sapremmo poco o nulla se Aung San Suu Kyi per oltre vent’anni non avesse lottato contro una dittatura sanguinosa che usa lo stupro e la deportazione come armi. La sua battaglia le è valsa il premio Nobel per la Pace nel 1991. Nel novembre 2015 ha vinto le elezioni e conquistato la maggioranza necessaria per formare un nuovo governo democratico. Storie di resistenza quotidiana al regime militare in Birmania, adesso Myanmar, tra rivolte soffocate nel sangue e impegno politico di molti, da semplici cittadini fino al premio Nobel Aung San Suu Kyi. Nella fantasia di molti occidentali, la Birmania è una terra di grande fascino, di storie preziose, di incanti velati. In realtà, questo Paese è il primo esportatore di metanfetamine al mondo e il secondo per il traffico di oppio. Un Paese che da quasi mezzo secolo è oppresso da un sanguinoso regime dittatoriale che per oltre dieci anni ha tenuto agli arresti domiciliari Aung San Suu Kyi, Premio Nobel per la Pace e simbolo della resistenza democratica e non violenta. Questo libro racconta le vicissitudini dei protagonisti politici e sindacali dell’opposizione. Nato dal lungo lavoro di collaborazione dell’autrice con alcuni di loro, Il Pavone e i generali ci presenta un intreccio di vicende attraverso le quali scorre anche la storia politica e sociale della Birmania, dal dopoguerra a oggi, la brutalità e la repressione di questa dittatura di fronte alla quale molti governi ancora oggi chiudono gli occhi. È la storia dei sentimenti e delle emozioni di uomini e donne che sono stati costretti ad abbandonare i loro amori, i figli, le famiglie, i loro progetti di lavoro, per diventare protagonisti dell’opposizione al regime. http://www.birmaniademocratica.org/document.aspx/it/il_pavone_e_i_generali/politica?lang=it Wed, 20 Jan 2016 20:54:52 GMT 43214056dfca47bbb510898aa0119c67 La NLD si aggiudica 387 seggi su 478 2015-11-18T16:22:58.0370000+01:00 Sui 491 seggi della Camera e del Senato per i quali si è votato nelle elezioni di domenica scorsa, la Commissione elettorale dell'Unione, ha annunciato i risultati relativi a 478 seggi di cui 387 vinti dalla NLD - il partito di Aung San Suu Kyi ha vinto 253 seggi su 315 alla camera e 134 su 163 al Senato. L'NLD si è inoltre aggiudicato 15 dei 22 voti destinati ai rappresentanti etnici su un totale di 29 tra tutti gli Stati e le Regioni. I restanti seggi sono stati assegnati rispettivamente: 29 alla Camera e 13 al senato all'USDP, il Partito dell'Unione per la Solidarietà e lo Sviluppo; 15, di cui 12 alla Camera, alla Lega per la Democrazia dello Stato Shan; 15, di cui 8 alla Camera, al Partito Nazionale Arakan, che spera di ottenere altri 5 seggi tra le restanti tredici circoscrizioni in cui i risultati devono ancora essere annunciati; 3 all'Organizzazione Nazionale Pa-O; 3 al Partito Nazionale Taaung (Palaung); 2 al Congresso Zomi per la Democrazia; 1 al Partito Democratico Wa; 1 al Partito per la Democrazia dello Stato Kachin; 1 al Partito Kokang per la Democrazia e l'Unità; 1 al Partito Lisu per lo Sviluppo Nazionale; mentre nessun seggio è stato assegnato ai deputati indipendenti. Al Senato, invece, il Congresso Zomi ha ottenuto 2 seggi; il Pa-O National 1; il Partito Nazionale Taaung 1; il Partito Nazionale Mon 1 e un seggio è stato assegnato a un deputato indipendente. http://www.birmaniademocratica.org/document.aspx/it/la_nld_si_aggiudica_387_seggi_su_478/politica?lang=it Wed, 18 Nov 2015 15:22:58 GMT 06693aa8563a4bc2b6d90245bbde408a Elezioni: aumentano le township dove non si voterà 2015-11-11T17:43:26.6100000+01:00 Stando alle ultime affermazioni dell’UEC(Commissione Elettorale dell’Unione Birmana)non si voterà in due comuni e diversi villaggi dello stato di Shan. I comuni interessati sarebbero Mong Hsu e Kyethi, 8 villaggi nella provincia di Tangyan e 42 nella provincia di Hopang. Il corpo elettorale si è avvalso del diritto di annullamento/rinvio del voto nelle zone che presentano una situazione di instabilità politica o territoriale per una votazione equa e solidale. La causa scatenante l’annullamento delle elezioni in questi comuni è il persistente conflitto tra l’esercito Birmano e l’SSA-N(Armata dello Stato del Nord-Shan) iniziati questo mese, che ha portato l’SNDP(Partito Democratico della Nazionalità Shan) a richiedere il rinvio al voto. Aumentano dunque le zone in cui non si voterà l’8 novembre, che arrivano a 400 villaggi e 41 comuni sparsi fra gli stati di Kachin, Karen, Shan, Mon Stati e Divisione Pegu. http://www.birmaniademocratica.org/document.aspx/it/elezioni_aumentano_i_comuni_dove_non_si_votera/politica?lang=it Wed, 11 Nov 2015 16:43:26 GMT 9fa80538816b4757a6a834d854c16775 Myanmar agriculture Development Bank Analisi della Myanmar Agriculture development Bank fondata nel 1953 con l'obiettivo di sostenere lo sviluppo della agricoltura. La banca necessita di profonde modifiche. Il documento analizza i limiti e le modifiche necessarie perchè la banca possa affrontare le sfide attuali e quelle future. 2015-11-01T09:54:54.2030000+01:00 http://www.birmaniademocratica.org/document.aspx/it/myanmar_agriculture_development_bank/politica?lang=it Sun, 01 Nov 2015 08:54:54 GMT da524bd5179849f8a3c6e8628ca957f3 Governo Birmano acconsente alla costruzione di due raffinerie da parte di due imprese italiane 2015-10-19T14:52:35.5400000+02:00 Interessanti prospettive di lavoro, in Birmania, per due società italiane. Entro fine mese, Itp Benelli (specializzata nella realizzazione di attrezzature e componentistica per l’industria oil&gas, giro d’affari sui 40 milioni, un’ottantina di dipendenti) e Meta Carpenteria Group srl (metalmeccanica bergamasca, 1,5 milioni di ricavi, una trentina di dipendenti) daranno vita ad una joint venture con Silver Wave Energy Ltd, multinazionale petrolifera del Myanmar, un turnover dichiarato di circa 250 milioni di dollari. Obiettivo dell’accordo: realizzazione, consegna e installazione, nel Paese dell’Asia sud-orientale, di due raffinerie modulari, ciascuna delle quali sorgerà su un’area di circa tre ettari. «Il valore complessivo delle due commesse si aggirerà sui 750 milioni di dollari» spiega Gaetano Antonio Maganuco, presidente della neo costituita società consortile Meta & Benelli Consorzied, che avrà in carico il 49% della nascitura joint venture. «La consegna dei due impianti – aggiunge Maganuco – è prevista entro fine 2017. Inizialmente la capacità di ciascuna delle due raffinerie sarà intorno ai 10mila barili/giorno. Ma, dal 2020, contiamo di riuscire a raddoppiarne le potenzialità». Crescita, dunque, ma con un occhio di riguardo a sicurezza e ambiente. «Oltre a rispondere agli elevati standard europei in tema di sicurezza – sottolinea Maganuco – gli impianti ridurranno ai minimi termini l’impatto ambientale, grazie anche a catalizzatori d’avanguardia di cui saranno dotati». Domani, Maganuco volerà a Singapore a firmare l’atto costitutivo della società, che sarà dotata di un capitale sociale di 5 milioni di dollari. In base agli accordi presi, Silver Wave Energy (quartier generale a Yangon e succursali in Thailandia, Giappone, India e Sud Africa dove ha recentemente firmato i permessi relativi a 30 concessioni estrattive) controllerà il 51% della joint venture, alla cui presidenza è stato designato Minn Minn Oung, patron della Swe. «Gli ordini alla joint venture italo-birmana arriveranno direttamente da noi» spiegano Gianluigi Nava e Mehra Texx, advisors di Swe Ltd. «Se abbiamo deciso di collaborare con Itp Benelli e Meta Carpenteria – aggiungono – è perché le loro competenze, in questo settore, soddisfano le esigenze industriali di Silver Wave Energy». Soddisfatti, i commenti dei due partner italiani. Se Manfredi Mazziotti di Celso, Ceo di Itp Benelli, non esita a definire l’operazione «decisamente interessante», Luigi Martorana, titolare della Meta Carpenteria Group, sottolinea due aspetti: «L’apertura della mia azienda verso un mercato estero e i possibili sviluppi occupazionali, diretti ed indiretti, che le due commesse potrebbero generare». http://www.birmaniademocratica.org/document.aspx/it/governo_birmano_acconsente_alla_costruzione_di_due_raffinerie_da_parte_di_due_imprese_italiane/politica?lang=it Mon, 19 Oct 2015 12:52:35 GMT c09abdbc4fcf495581936d31fd0c3613 Personalità e partiti politici del Myanmar Una lista dei partiti e dei personaggi di maggior rilievo nella politica del paese 2015-10-16T16:21:38.4630000+02:00 http://www.birmaniademocratica.org/document.aspx/it/personalita_e_partiti_politici_del_myanmar/politica?lang=it Fri, 16 Oct 2015 14:21:38 GMT f22d55a90fb54223b1657214df2d2c26 Birmania: confermate le elezioni dell'8 novembre Le elezioni politiche in Birmania sono un grande passo verso la democrazia, tuttavia mostrano profonde ingiustizie: Aung San Suu Kyi non può diventare presidente e non tutti i cittadini possono votare. 2015-10-15T17:41:58.7470000+02:00 I cittadini della Birmania (Myanmar) saranno chiamati a votare, l’8 novembre, per scegliere i membri del parlamento che governeranno per i prossimi cinque anni. Sono le prime elezioni politiche dopo i cinquant’anni di dittatura militare terminata nel 2011, momento in cui il paese ha iniziato un processo di riforma politica spianando la strada verso la democrazia. Tuttavia, nonostante il governo sia ufficialmente una repubblica presidenziale, l’esercito continua ad avere notevoli poteri. Il parlamento è composto dai membri eletti della camera alta e della camera bassa, e dagli ufficiali militari non eletti. I rappresentanti di questi tre gruppi, come sancito dalla costituzione del 2008, nominano il presidente durante una sessione di voto, a seguito di lunghe trattative. Vista la complessità del processo, è piuttosto improbabile che il nuovo presidente verrà scelto e il nuovo governo formato prima di marzo 2016. Alle elezioni parteciperanno novanta partiti, fatto che rispecchia la diversità etnica del Myanmar. Infatti, la molteplicità di etnie del paese è suddivisa in otto gruppi etnici principali: i Bamar (birmani), che vivono nelle sette regioni con il 44 per cento dei seggi, più le sette più grandi minoranze etniche che vivono negli stati con il 31 per cento dei seggi. Il restante 25 per cento è riservato invece ai militari. I principali candidati sono il partito dell’attuale presidente Thein Sein, Union Solidarity and Development Party (Usdp), e il più grande partito dell’opposizione, National League for Democracy (Nld), guidato da Aung San Suu Kyi. Tuttavia, la costituzione del paese, imposta dalla giunta militare, vieta a qualsiasi cittadino che abbia persone straniere tra i membri della propria famiglia di essere eletto presidente. Ciò significa che Aung San Suu Kyi, il cui defunto marito era inglese e due dei suoi figli possiedono il passaporto britannico, non potrà mai andare al governo, a prescindere dal risultato delle elezioni. Questa condizione non cambierà nel breve periodo, dato che gli emendamenti costituzionali richiedono almeno il 75 per cento dei voti di entrambe le camere, garantendo così il potere di veto all’esercito su qualsiasi decisione. Un altro aspetto controverso delle elezioni è il fatto che il gruppo etnico musulmano dei rohingya non potrà votare. All’inizio di quest’anno il presidente Thein Sein ha infatti dichiarato nulli i loro documenti di identità, rendendoli così incapaci di dimostrare la propria cittadinanza, necessaria per registrarsi al voto. Decisione che l’organizzazione Human rights watch ha definito “una nube che oscura l’integrità democratica delle elezioni”, e che si pensa essere una mossa elettorale volta a compiacere il numero sempre più alto di buddisti nazionalisti, intolleranti nei confronti della minoranza musulmana. Aung San Suu Kyi ha nel frattempo lanciato un appello alla comunità internazionale per aiutare il Myanmar, affinché “osservi ciò che accadrà prima, dopo e, soprattutto, durante le elezioni,” momento cruciale segnato dalle negoziazioni tra le parti per decidere il futuro del paese. http://www.birmaniademocratica.org/document.aspx/it/birmania_confermate_le_elezioni_dell_8_novembre/politica?lang=it Thu, 15 Oct 2015 15:41:58 GMT 25188a92fc1f4263a530a24ed06392ae Legge per le commissioni sugli investimenti La legge stabilisce tutti i tipi di attività economica che non sono soggetti a esenzione e sgravo fiscale 2015-10-14T15:47:00.4970000+02:00 http://www.birmaniademocratica.org/document.aspx/it/legge_per_commissioni_sugli_investimenti/politica?lang=it Wed, 14 Oct 2015 13:47:00 GMT e9a1fee25ad94825b22279b4c754e318 E' improbabile che l'amnistia includa molti prigionieri politici Secondo i resoconti il governo militare birmano sta pianificando di concedere un'amnistia ai prigionieri da far coincidere con la visita di questa settimana del Presidente Thein Sein in Indonesia per un vertice dell'Association of Southest Asion Nations (Asean), tuttavia è improbabile che ci saranno molti prigionieri politici tra i rilasciati, afferma uno dei gruppi principali dei diritti dei prigionieri. L'ex generale Thein Sein, che precedentemente è stato primo ministro birmano, per la prima volta si recherà all'estero con questo nuovo ruolo in occasione del vertice che inizierà il 4 maggio e che durerà cinque giorni. Secondo un ufficiale che ha parlato con l'agenzia di stampa AFP “ Alcuni prigionieri saranno rilasciati durante la prima visita di stato del presidente. La decisione di rilasciare un non specificato numero di prigionieri è probabilmente un tentativo di rafforzare la posizione internazionale nel nuovo regime mentre sta cercando di assumere la presidenza dell'Asean dal 2014, dicono gli osservatori. Tate Naing, il segretario dell'Assistance Association for Political Prisoners-Burma (AAPP) con sede in Thailandia, afferma che questa mossa riflette le continue critiche del nuovo governo birmano, che nonostante la sua apparente transizione verso un governo composto da civili, è ancora guidato da vecchie figure militari del vecchio regime. “Questo rilascio può includere una manciata di prigionieri politici, ma non molti” dice Taite Naing. “Sicuramente non vorranno liberare nessun prigioniero politico che possa sfidare il potere militare”. Secondo l'AAPP ci sono 2.073 prigionieri politici nelle carceri del paese. Il loro rilascio è stato a lungo la richiesta chiave dei gruppi di opposizione politica e dei governi stranieri che chiedevano le riforme democratiche. Recentemente 324 tra giornalisti, scrittori e artisti hanno firmato una petizione che richiedeva il rilascio di tutti i prigionieri politici e l'ha inviata al Presidente birmano Thei Sein. (3 Maggio 2011) 2015-10-14T15:02:17.0930000+02:00 http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=136d5fb8fc3b4634b37d4dcd66543d33&docid=e9a1fee25ad94825b22279b4c754e318 Wed, 14 Oct 2015 13:02:17 GMT 0cf556cf50e749af9b8f8bd6720394e0 NUOVA LEGGE SULLA CONCORRENZA Il 24 febbraio 2015, la Birmania ha approvato la legge sulla concorrenza (Il n ° legge Pyidaungsu Hluttaw 9/2015) ("legge sulla concorrenza"). La legge sulla concorrenza entrerà in vigore in una data stabilita dal presidente ed è attualmente in attesa della scadenza del termine legale di 90 giorni entro i quali il governo della Birmania deve introdurre norme e regolamenti per l'attuazione del diritto alla concorrenza ("Regolamento"). 2015-10-13T15:27:03.3070000+02:00 La legge pone le basi per la creazione di un organismo di regolamentazione con poteri investigativi e aggiudicativi, affronta i tre pilastri standard del diritto della concorrenza (accordi che limitano la concorrenza, abuso di posizione dominante e concentrazioni), le pratiche commerciali sleali, nonché ("UTP"), stabilisce un regime sanzionatorio globale con la possibilità per i danni privati, la convinzione di dirigenti e di una politica di clemenza. Di seguito riassumiamo le principali disposizioni del diritto alla concorrenza e individuiamo alcune aree che riteniamo dovranno essere chiaritenel regolamento, al fine di rendere più efficacemente la attuazione della politica di concorrenza del Myanmar. ASEAN SFONDO Ai sensi dell'articolo 41 delle norme della Comunità economica ASEAN ("Blueprint AEC"), i Paesi membri dell'ASEAN ("AMC"), hanno deciso, tra le altre cose, di impegnarsi per la introduzione della politica della concorrenza entro il 2015. La politica di concorrenza non è definitoa nel Blueprint AEC ; tuttavia una discussione del suo significato può essere trovato sul sito web del gruppo di esperti ASEAN sulla concorrenza: "La politica della concorrenza può essere generalmente definita come una politica governativa che promuove o mantiene il livello di concorrenza nei mercati, e comprende misure governative che interessano direttamente il comportamento delle imprese e della struttura industriale e dei mercati. La politica della concorrenza riguarda fondamentalmente: Il Set di politiche che promuovono la concorrenza nei mercati locali e nazionali, come ad esempio l'introduzione di una politica commerciale rafforzata, l’eliminazione delle pratiche commerciali restrittive, favorendo l'accesso al mercato e di uscita, riducendo gli interventi governativi non necessari e facendo maggiore affidamento sulle forze di mercato; e il Diritto alla concorrenza, che comprende la legislazione, decisioni giudiziarie e normative volte a prevenire le pratiche commerciali anticoncorrenziali, abuso di posizione dominante e anticoncorrenziali fusioni ". Ciò riflette una concezione comune della politica di concorrenza che include entrambe le politiche governative più generali che riguardano la concorrenza, nonché una legge organica generale della concorrenza. E 'quindi un po' sorprendente che l’ AMC, con una sola eccezione, abbia interpretato l'articolo 41 che impone l'attuazione di una legge organica di concorrenza entro il 2015, nonostante questo non sia esplicitamente nel Blueprint AEC. Prima al 24 febbraio 2015, ciascun paese come Indonesia, Malesia, Singapore, Tailandia e Vietnam avevano attuato leggi generali della concorrenza con diversi gradi di efficacia; mentre le Filippine hanno invece perseguito una diversa strategia di promozione politica della concorrenza in assenza di tale legge. I restanti AMC (Brunei, Cambogia, Laos e Birmania) si sapeva stessero per emanare rispettive legislazioni globali sulla concorrenza. Il 24 febbraio, la Birmania è entrata nell'arena del diritto alla concorrenza e si è unito alle circa 127 giurisdizioni con una legge specifica aumentando la pressione sui restanti AMC che non hanno ancora preso l'iniziativa di definire norme simili. E 'interessante notare che, prima della promulgazione della legge sulla concorrenza, la Birmania aveva già un diritto generale della concorrenza, come afferma la sua Costituzione del 1947 ovvero: "Le organizzazioni monopoliste private, come cartelli, sindacati e trust costituiti allo scopo di dettare prezzi o per monopolizzare il mercato o altrimenti definite al fine di danneggiare gli interessi dell'economia nazionale, sono vietati. "Anche se sappiamo che questa disposizione non è mai stata attuata in pratica, è non è stata abrogata dai successivi documenti costituzionali ed è quindi ancora in vigore. Mentre è lodevole che la Birmania abbia fatto questo primo passo essenziale nell’ emanare la legislazione sulla concorrenza, ci vorrà del tempo prima che l'efficacia del diritto della concorrenza e la sua attuazione può essere valutata e, come di seguito, questo dipenderà, in parte, sulla Regole e le decisioni dell'autorità di regolamentazione. COSA PREVEDE LA LEGGE DELLA CONCORRENZA La legge sulla concorrenza copre quattro principali aree sostanziali: Norme di controllo della concorrenza; Monopolio dei Mercati; Fusioni; e UTP. Inoltre, il diritto della concorrenza delinea i obiettivi e principi generali, pone le basi per l'autorità competente per la regolamentazione e l'attuazione del diritto della concorrenza, stabilisce una causa privata di azione, stabilisce i livelli di penali per le infrazioni e delinea alcune misure procedurali, quali il diritto al ricorso e una politica di trattamento favorevole. In altre parole, la legge sulla concorrenza presenta la struttura di base di un regime di concorrenza sofisticati; anche se con particolari significativi da fornire dal Regolamento e l'autorità di regolamentazione. CHI È COPERTO DALLA LEGGE SULLA CONCORRENZA La legge sulla concorrenza non ha una disposizione specifica che indica a cui si applica; in contrasto con la legislazione analoga in Vietnam (che si applica alle "imprese") e Tailandia (che prevede per i tipi di soggetti ai quali la legge non si applica). Più che una dichiarazione generale di applicazione del diritto della concorrenza, ogni divieto di fondo del Diritto della concorrenza stabilisce il tipo di entità a cui si applica: La sezione prevede 13 divieti che si applicano a ciascun soggetto; 1 previsto a partire dall’ ottobre 2013 nella Cooperazione internazionale nel rapporto sulla attuazione della Legge sulla Concorenza presentato al Meeting del Consiglio ministeriale dell'OCSE del 6-07 maggio 2014. la monopolizzazione (sezione 15) e divieti UTP (Sezioni 18-29) si applicano alle persone commerciali; e le disposizioni di fusione si applicano alle imprese. La legge sulla concorrenza definisce due principali tipi di entità ai punti 2 (i) e, rispettivamente, (j): Economico di imprese: qualsiasi imprese impegnate in ogni attività di produzione, distribuzione, l'acquisto, la vendita, l'importazione, l'esportazione e lo scambio nonché le imprese di servizi; e Persona di affari: una persona che si impegna in qualsiasi impresa o servizio economico di impresa. In questa espressione, saranno inclusi anche le organizzazioni che svolgono attività economiche, nonché servizi di rendering. Anche se non esplicito, a quanto pare, in base alle norme di legge, le aziende di Stato saranno regolate dalla legge sulla concorrenza in quanto probabilmente rientrano in queste definizioni, se sono impegnate in una delle attività descritte; tuttavia sembra che le associazioni imprenditoriali o commerciali non possono essere affrontate nel quadro del diritto della concorrenza. Indipendentemente da qualsiasi ulteriore chiarimento che può essere fornita dal Regolamento, sarà interessante notare come saranno applicate sezione 8 (b) e l'impatto che avrà l'applicazione del diritto della concorrenza in quanto fornisce l'autorità di regolamentazione del potere di stabilire deroghe per "imprese essenziali, piccole e medie imprese di scala per gli interessi del Paese". COS'E 'L'autorità di regolamentazione costituiti secondo la legge CONCORSO L'autorità di regolamentazione principale ai sensi della legge della concorrenza sarà la Commissione della concorrenza; con funzioni specifiche per essere effettuata da vari comitati e, in particolare, una commissione d'inchiesta che sarà istituito per indagare comportamenti che possono violare il diritto della concorrenza. Mentre sezione 7 prevede che la Commissione della concorrenza sarà indipendente, molto poco altre informazioni si rimanda al diritto della concorrenza per quanto riguarda la composizione o la dimensione della Commissione della concorrenza o che cosa le qualifiche che il governo richiede per i suoi membri. La Commissione della concorrenza è garantita una vasta gamma di potenze che includono: la introduzione di deroghe alla legge sulla concorrenza per le industrie essenziali e le PMI; fissazione di soglie per determinare quando un progetto di fusione sarà considerata non competitiva; la fissazione di soglie per determinare quando un business sarà considerato monopolizzare; l’indicazione alle aziende a ridurre la loro quota di mercato a una quantità prescritta quando la Commissione della concorrenza stabilisce che la sua quota di mercato danneggia la concorrenza; la limitazione delle quote di mercato e vieta la promozione delle vendite di un'azienda considerata monopolizzata; e l’organizzazione esenzioni dalle punizioni per coloro che ammettono il loro malefatte a corte. Di particolare rilievo sono elementi (d) e (e), come sembrano essere ampi poteri concessi alla Commissione della concorrenza al di fuori del campo di applicazione dei divieti di merito discussi qui di seguito. Ci auguriamo che ulteriori orientamenti saranno fornite nel regolamento in relazione a questi poteri. La commissione d'inchiesta è stato creata ai sensi dell'articolo 9 della legge sulla concorrenza da 5 a 9 membri (il che suggerisce che la Commissione stessa deve avere almeno 5 membri) con ogni membro che ha esperienza e conoscenza in materia di economico, giuridico, il commercio, l'agricoltura o contabile. Nella sezione 11 (c), della legge della concorrenza riguarda la potenziale distorsione della commissione d'inchiesta, vietando membri del Comitato di indagine dalle industrie indagare a cui si riferiscono. I poteri del Comitato sono: interrogare i testimoni e l'esame di prova documentale; e entrino nei locali al fine di condurre qualsiasi indagine o ricerca. Qual è la portata geografica della DIRITTO DELLA CONCORRENZA Si tratta di un settore in cui ci aspettiamo che il regolamento per fornire ulteriori chiarimenti come il diritto della concorrenza non include una guida esplicita sulla sua competenza geografica. Non è quindi chiaro se la legge sulla concorrenza si applica agli enti o comportamenti al di fuori di Myanmar o se un test di effetti o attuazione sarà utilizzato per determinare la competenza. Al contrario, diritto della concorrenza di Malesia e Singapore ogni espressamente incorporano le azioni nel loro ordinamento, che possono aver luogo al di fuori dei rispettivi paesi in cui tali azioni hanno un effetto all'interno del paese in questione. COS'È IL MERCATO RILEVANTE La legge sulla concorrenza definisce "Mercato" nella Sezione 2 (m) come "qualsiasi luogo in cui si svolge transazione tra il venditore e l'acquirente fuori" e "Market Share" nella Sezione 2 (n) come la "percentuale o il rapporto dei beni venduti o servizi per l'uomo d'affari dalla quantità totale di vendita di mercato ". Analisi della concorrenza si riferisce normalmente ad un mercato rilevante definito che include sia un mercato rilevante del prodotto e il mercato geografico rilevante. Nell'analisi tradizionale, questa definizione del mercato è spesso alla base della determinazione della quota di mercato, il potere di mercato e la portata e gli effetti della condotta rilevante. Come "mercato" è un aspetto importante di divieti del diritto della concorrenza, non ci aspettiamo che rimarrà limitata a questa definizione geografica ristretta. Prevediamo che il regolamento attueranno una interpretazione più completa del "mercato" e fornire indicazioni sulla metodologia di come verrà determinato un mercato rilevante. Come esempi, si nota il trattamento estensivo del mercato rilevante nel diritto della concorrenza del Vietnam e le normative di accompagnamento e la definizione del mercato nella legge malese concorrenza che incorpora esplicitamente entrambe le dimensioni del prodotto e geografico. COS'È UN 'IMPRESA di controllare la concorrenza Questo termine è definito sostanzialmente in sezione 2 come "le prestazioni di ridurre o prevenire la competizione tra le imprese verificatosi sul mercato. In questo periodo, gli accordi che controllano il concorso, abuso di posizione dominante sul mercato e monopolizzano individualmente o collettivamente devono essere inclusi anche ". Tuttavia, questo termine è usato anche per identificare Capitolo VII della legge sulla concorrenza, che contiene le sezioni 13 e 14. L'utilizzo di questa rubrica per queste sezioni crea ulteriore incertezza nel modo in cui verrà attuato Sezione 13. Come redatta, la sezione 13 divieti coprono una vasta gamma di attività, tra cui: Fissazione dei prezzi (anche se la lingua incluso "di compromesso" suggerisce che solo le azioni attraverso un accordo sono affrontate); Accettare di controllare o limitare la concorrenza; Abuso di posizione dominante; Agire per controllare o limitare un mercato; Controllo o vietare l'accesso a un mercato o risorse; Limitare o controllare gli investimenti, la produzione, l'acquisto di mercato, tecnologie o ricerca; e Bid-rigging. Purtroppo, l'orientamento significativo sarà necessario interpretare questa sezione come non sembra esserci alcuna distinzione tra: attività orizzontali e verticali; comportamenti collusivi / unilaterale e comune; o Di per sé (fissazione dei prezzi) e potenzialmente regola della ragione (abuso di posizione dominante) condotta. Se la definizione di impresa per il controllo della concorrenza ha lo scopo di guidare l'interpretazione della sezione 13, questo suggerisce che la sezione 13 dovrebbe essere ampiamente interpretata come altri titoli dei capitoli pertinenti sono molto specifiche - il titolo si riferisce al capitolo VIII monopolizations, il capitolo IX in direzione UTP e il capitolo X voce alle fusioni. Probabilmente se Sezione 13 è stato pensato per essere interpretata in modo restrittivo, l'intestazione del capitolo VII sarebbe stato redatto in maniera altrettanto specifica e stretta (ad esempio "accordi anticoncorrenziali"). Mentre sembra ragionevole ritenere che la sezione 13 è destinata a concentrarsi sul comportamento collusivo dato il contesto dei restanti divieti e il riferimento al punto 14 agli accordi che limitano la concorrenza, è richiesta una guida specifica al riguardo. Inoltre, indicazioni su come gli quote di mercato o di effetti soglie saranno applicate in relazione alla condotta consentirà inoltre di migliorare la comprensione dei divieti in questione. Basato esclusivamente sulla lingua di legge, sembra che gli accordi di distribuzione esclusiva, geografiche limitazioni di vendita e anche alcune joint venture potrebbero tutti essere vietato di per sé ai sensi della Sezione 13 indipendentemente dal fatto che fossero vietati a norma più direttamente applicabile sezioni del diritto della concorrenza. Come ulteriore esempio di chiarimenti richiesti, sarà necessario distinguere tra i divieti di cui alla sezione 13, Sezione 15 e la sezione 27 in relazione agli abusi di potere di mercato date le differenze tra potenziali pene detentive e l'esenzione potenziale disponibili nella Sezione 14. One potenziale distinzione può essere se il comportamento censurato sia unilaterale o congiunta. In alternativa, Sezione 13 può essere applicata solo in presenza di un accordo per abuso posizione dominante; considerando Sezione 15 può domandare di abusi congiunti unilaterale e concertata. Anche se questo quadro non affronta una base per distinguere la sezione 27 divieto di abusi sleali. Dato che la sanzione per la violazione della Sezione 13 comprende potenziale di reclusione, non vediamo l'ora di ulteriori orientamenti essendo previsti per determinare la portata della sezione 13 divieti così come i dettagli per quanto riguarda la natura specifica del comportamento vietato in modo che gli enti possano per determinare se il loro comportamento è problematico. Se l'esempio del diritto della concorrenza del Vietnam è considerato, mentre la legge si riferisce esplicitamente al divieto di tipi enumerati di accordi e regolamenti di accompagnamento forniscono significativo dettaglio nella loro interpretazione; non vi è ancora alcuna indicazione esplicita se accordi verticali sono incorporati nelle disposizioni pertinenti e il problema è stato affrontato solo attraverso le dichiarazioni dell'autorità di regolamentazione. CI SONO ESENZIONI ALLA SEZIONE 13 DIVIETI Ai sensi dell'articolo 14, la Commissione della concorrenza deve concedere una deroga per un periodo determinato per eventuali accordi che altrimenti sarebbe vietata, se gli accordi di lavoro a vantaggio dei consumatori: Aumentare l'efficienza; Lo sviluppo della tecnologia; Lo sviluppo di standard tecnologici o aumentare la qualità dei prodotti; Relativamente ai temi della gestione, la distribuzione o il pagamento che non si riferiscono a prezzo; Promozione della competitività delle PMI; e Promuovere la competitività delle imprese Myanmar internazionale. Come la Commissione della concorrenza è stato concesso il potere di determinare le forme necessarie, procedure e regolamenti per l'applicazione di un'approvazione per limitare la concorrenza, ci aspettiamo che una qualche forma di notifica o di approvazione sarà implementata la possibilità di derogare da emettere ai sensi della Sezione 14 . Speriamo che ulteriori orientamenti saranno fornite anche su come queste norme verranno applicate in relazione ad un dato accordo anticoncorrenziale (ad esempio sarà un aumento dell'efficienza essere sufficiente o saranno miglioramenti di efficienza, sarà necessario per superare gli effetti anticoncorrenziali in ordinare una deroga da concedere?). Inoltre, ci auguriamo che il regolamento chiariranno se Sezione 14 agisce solo a prevedere eccezioni in relazione a comportamenti vietati ai sensi della Sezione 13 o se fornisce un potenziale esenzione gli accordi altrimenti vietate ai sensi della legge sulla concorrenza. COM'E 'monopolizzazione affrontata nel quadro delle LEGGE CONCORSO Sezione 15 della legge sulla concorrenza vieta monopolizzare i mercati da un uomo d'affari attraverso: Controllo dei prezzi di beni o servizi; Limitare la disponibilità di un bene o servizio con l'obiettivo di controllare prezzi; Ridurre la disponibilità di un bene o servizio senza motivi adeguati o abbassare la qualità di un bene per ridurre la domanda di mercato; Il controllo o limitare il mercato geografico delle vendite per impedire la quota di ingresso e controllo del mercato; e Interferire nelle operazioni un'altra attività 'in maniera sleale. Con il riferimento di legge a "un uomo d'affari", non è chiaro se la sezione 15 si applica solo ad un comportamento unilaterale o se il comportamento comune è rivolto anche. Anche se non è chiaro come verrà interpretata "monopolizzazione" di un mercato, ci aspettiamo che questo si concentrerà sugli abusi tradizionale di analisi dominanza come la Commissione della concorrenza ha il potere di determinare la quota di mercato, la vendita del volume, la capitale, il numero di azioni e la quantità di attività che sono considerate da monopolizzando. In questa fase, non è chiaro in che modo la Commissione della concorrenza si applica e attuare la Sezione 15 divieti tra cui questioni come se verrà applicata una qualche forma di diminuzione sostanziale del criterio della concorrenza. A tal fine, si nota che una qualche forma di effetti soglia o obiettivi sono espressamente contemplato per quanto riguarda alcuni dei comportamenti vietati (ad esempio, "senza motivi adeguati", "obiettivo del controllo dei prezzi", "in maniera sleale"). Infine, la guida è necessario per le distinzioni nel trattamento di abuso di potere di mercato nelle sezioni 13, 15 e i divieti UTP nel capitolo IX. Questi tipi di problemi avrà un impatto notevolmente l'attuazione del diritto della concorrenza e pertanto anticipare che saranno affrontati nel Regolamento. Un potenziale ulteriore problema con lasciando soglie per poi determinazione da parte della Commissione della concorrenza è illustrato dall'esempio di Thailandia, dove l'abuso di soglie di dominanza sono state introdotte solo circa 8 anni dopo la sua legge sulla concorrenza è stata emanata, lasciando l'abuso della Thailandia di regime dominanza efficacemente implementato in questo periodo . Anche se non sembra essere una deroga espressamente prevista per la sezione 15 divieti, sezione 16, che è l'unica altra sezione del capitolo VIII, afferma che la Commissione della concorrenza può approvare il coordinamento tra le imprese (forse suggerendo che il comportamento comune abusivi è rivolta all'interno Sezione 15) o acquisizioni al fine di sostenere un business o creare un nuovo business. Come questo larghe indirizzi potenza entrambi gli accordi anticoncorrenziali e fusioni, si spera che le regole forniranno ulteriori orientamenti per quanto riguarda l'attuazione della Sezione 16 compreso il processo di richiesta di tale approvazione. ESISTE UN REGIME DI FUSIONE La legge sulla concorrenza prevede un regime di fusione, anche se una serie di questioni sono lasciati per la determinazione successiva. Sezione 30 definisce le fusioni per includere: affiliazioni, fusioni, acquisizioni, joint venture e fusioni con altri mezzi previsti dalla Commissione della concorrenza. La legge sulla concorrenza quindi vieta fusioni dove: la fusione ha lo scopo di portare ad un eccessivo predominio del mercato; la concentrazione ridurrà la concorrenza in un mercato con pochi concorrenti; o la quota di mercato risultante supera le soglie previste dalla Commissione della concorrenza. Tuttavia, la sezione 33 consente una fusione altrimenti vietata se: l'impresa risultante rimane una PMI; uno dei partecipanti alla concentrazione era, o poteva diventare, fallito; o la fusione promuove esportazioni o lo sviluppo di tecnologie, sistemi o innovazione. La Commissione della concorrenza è stato concesso il potere di entrambi: determinare le forme necessarie, procedure e regolamenti per l'applicazione di una approvazione di una fusione; e determinare la quota di mercato, la vendita del volume, la capitale, il numero di azioni e la quantità di beni che possono incidere sulla concorrenza leale a causa di una acquisizione o fusione parziale o totale. Dato probabili preoccupazioni con questioni quali la competenza, la politica industriale, la disponibilità dei dati di mercato, definizione del mercato rilevante, e delle preoccupazioni sollevate dai mercati sottili e aziende di Stato, sarà interessante vedere come il regime di fusione si sviluppa e ci aspettiamo significativi ulteriori dettagli da fornire nel Regolamento. Vietnam fornisce un esempio di come questi tipi di problemi possono avere un impatto sulla realizzazione di un regime di fusione. Un altro confronto utile è la Thailandia, dove la normativa 1999, prevista una notifica di fusione e sistema di approvazione, ma la determinazione di soglie rilevanti di fusione (simili a quelle osservato al punto b precedente) sono stati lasciati per la determinazione da parte dell'autorità di regolamentazione. Ad oggi, non ci sono soglie rilevanti sono state prescritte e il regime di fusione rimane efficace non implementata in Thailandia. Più in contrario, in Malesia, non vi è alcun regime di controllo delle concentrazioni e di Singapore, il regime di notifica delle concentrazioni è volontaria. UTP La maggior parte delle sezioni sostanziali del diritto della concorrenza accordo con UTP che non dovrebbe essere una sorpresa dato l'esempio fornito dal Vietnam, dove UTP esecuzione è stato l'aspetto più efficace del suo regime diritto della concorrenza ad oggi. Sezione 17 della legge sulla concorrenza definisce concorrenza sleale per includere: Clienti ingannevoli; Rivelare segreti commerciali e delle informazioni; Intimidazione altre imprese; Danneggiare la reputazione altre imprese '; Interferire con le attività di altre imprese; Pubblicità e vendite promozioni che costituiscono concorrenza sleale; Discriminazione contro altre imprese; Vendere inferiore al costo di produzione ed è atterrato costi; Abuso di potere le imprese e favorire le violazioni di un business 'contratti con terzi; e Qualsiasi atto prescritto come tale dalla Commissione. Le sezioni 18-28 della legge della concorrenza elaborano sullo svolgimento enumerato fornendo divieti più specifici in relazione a ogni forma definita di UTP. Inoltre, la sezione 29 vieta alle imprese di importazione di merci in modo sleale o vendita di tali prodotti a prezzi di mercato inferiori. Data l'ampiezza di alcuni dei divieti UTP e l'apparente sovrapposizione con altri divieti ai sensi della legge sulla concorrenza, ci auguriamo che il regolamento e la Commissione della concorrenza fornirà più complete di orientamento come molte attività che sembrano vietate può essere favorevole alla concorrenza, o almeno neutrale se praticato in circostanze appropriate. Ad esempio, mentre la sezione 37 sembra concentrarsi il divieto di vendere al di sotto di produzione o costi per situazioni in cui vi è l'intenzione di ridurre la concorrenza atterrato, la guida è necessaria in quanto i costi saranno calcolati (ad esempio media, marginali, totale, etc.) inoltre, se sarà consentito giustificazioni (egtemporary capo perdita, mercanzie antiquato, inventario eccessivo, concorrenti di corrispondenza, ecc.) Quali sono le sanzioni SOTTO IL DIRITTO DELLA CONCORRENZA La legge sulla concorrenza prevede sia sanzioni amministrative e penali. Per quanto riguarda il primo, la Commissione della concorrenza ha il diritto di mettere in guardia, infliggere ammende prescritti o temporaneamente o definitivamente chiudere un business in cui c'è stata una violazione delle restrizioni, stipulazioni, direttive e regolamenti della Commissione della concorrenza. Qualora una multa prescritta non viene pagata, può essere raccolto come un arretrato di entrate terra. Altre sanzioni sono contenute nel capitolo XI come segue: (A) per una violazione delle sezioni 13 (le imprese per controllare la concorrenza), 23 (pubblicità ingannevole), 24 (attività promozionali abusive) o 29 (importazione con mezzi sleali): reclusione fino a 3 anni, una multa fino a 15 milioni Kyat o entrambe; (B) per una violazione delle sezioni 15 (che monopolizzano il mercato), 19 (idonei a rivelare segreti aziendali), 22 (disturbare altre imprese), 26 (vendita al di sotto dei costi), 27 (abusando del potere di mercato ingiustamente), 31 (fusioni vietati) o 32 (fusioni di sopra della quota di mercato prevista): reclusione fino a 2 anni, multa fino a 10 milioni di Kyat o entrambi; (C) per le violazioni di cui ai punti 18 (ingannevoli consumatori), 20 (intimidatorie imprese), 21 (la diffusione di informazioni false), 25 (discriminazione) o 28 (allettanti violazione di contratto): reclusione fino ad un anno, con la multa fino a 5 milioni Kyat o di entrambi; (D) per mancata presentazione di documenti o di comparire come testimone senza motivo sufficiente: reclusione fino a 3 mesi o una multa fino a 100.000 Kyat. Di particolare rilievo, gli individui dirigere un'impresa possono essere condannati insieme con il business relativo a meno che tale persona può dimostrare il reato è stato commesso, nonostante i suoi / sue intenzioni e la dovuta diligenza per evitare tale reato. C'È private enforcement Mentre nessun diritto autonomo per private enforcement sembra essere contemplato nell'ambito del diritto della concorrenza, esiste la possibilità di azioni civili di risarcimento danni nei confronti di qualsiasi persona condannata in base alla legge della concorrenza. ESISTE UN politica di clemenza Anche se non esplicitamente descritto nel diritto della concorrenza, è chiaro che una qualche forma di politica di trattamento favorevole è contemplata come la Commissione della concorrenza ha il potere di lavorare con i tribunali e studi legali per fornire sollievo dal pene per chi confessano di violazione della Sezione 13. è anche un potere di riferimento ai sensi della Sezione 8 (p) per fornire sollievo per i partiti che confessare che non sembra essere limitata sezione 13. A seguito della politica di trattamento favorevole è generalmente accettato come uno degli strumenti più potenti per il rilevamento di anticoncorrenziale accordi, ci aspettiamo ulteriori dettagli sull'applicazione di questi poteri di clemenza da fornire. C'E 'UN DIRITTO DI RICORSO Vi è un diritto di un ultimo appello da un ordine o giudizio della commissione d'inchiesta o di un altro Comitato alla Commissione della concorrenza entro 60 giorni. Non è chiaro come questo funziona in pratica come la commissione d'inchiesta non sembra avere il diritto di effettuare ordini o giudizi, ma invece, ha poteri per indagare e quindi riferire sui risultati alla Commissione della concorrenza. Al contrario, sezione 8 (d), prevede la Commissione della concorrenza con il potere di prendere decisioni in merito a questioni sollevate dai comitati o organismi di lavoro. Speriamo che questo diritto di ricorso sarà affrontato nel regolamento per garantire che sia efficace. COSA SI DEVE SAPERE La legge sulla concorrenza non è attualmente in vigore, ma fornisce il quadro di base di una politica globale della concorrenza nel Myanmar; La legge sulla concorrenza vieta determinati atti anticoncorrenziali, abusi di posizione dominante, fusioni e UTP; Vi è una notevole quantità di dettagli e di orientamento obbligatori prossime norme e la Commissione della concorrenza, al fine di garantire che il diritto della concorrenza efficace attuazione e che le sue disposizioni siano correttamente compreso; La legge sulla concorrenza può cambiare il modo in cui le aziende Myanmar si comportano con un ampio quadro di proibito comportamenti anticoncorrenziali e UTP; Le imprese dovrebbero iniziare presto a controllare il loro comportamento per determinare le attività potenzialmente vietate in modo che siano pronti quando la legge sulla concorrenza entrerà in vigore; Una politica di trattamento favorevole, una volta attuata, cambia la dinamica del rischio di aver partecipato ad accordi anticoncorrenziali e le imprese dovranno tenerne conto prima di concludere o continuare a partecipare a tali accordi; La legge sulla concorrenza avrà denti - ci sono sanzioni forti (ad esempio carcere di dirigere le menti) che sono potenzialmente applicabili. http://www.birmaniademocratica.org/document.aspx/it/nuova_legge_sulla_concorrenza_24_02_2015_pyidaungsu_hluttaw_9_2015_/politica?lang=it Tue, 13 Oct 2015 13:27:03 GMT 1c41550c7cd04a0cb62558fee218d29a Le elezioni potrebbero essere rinviate, ma l'NLD è contraria alla proposta La proposta è stata avanzata dal Presidente della Commissione elettorale 2015-10-13T14:52:13.3100000+02:00 Il Presidente della Commissione elettorale Tin Aye, aveva invitato 10 partiti politici ad una riunione, martedì scorso per discutere del possibile rinvio delle elezioni. Sei dei partiti invitati hanno partecipato all’incontro, compreso l’NLD, che si è opposta al rinvio. “mi sono opposto alla propostae ho chiamato Aung San SuuKyi che ha concordato con me.” Ha dichiarato Win Htein, un portavoce dell’NLD e membro del parlamento. L’USDP ha appoggiato invece la proposta insieme all’NUP,al NDP, e al Myanmar Myanmar Farmers’ Development Party. Il National Democratic Force, un partito nato dalla scisisone dell’NLD è rimasto neutrale. U Tin Aye ha dichiarato che annuncerà la sua decisione mercoledì prossimo. Secondo le norme la Commisisone può posporre la data delle elezioni fino a 90 giorni. http://www.birmaniademocratica.org/document.aspx/it/le_elezioni_potrebbero_essere_rinviate/politica?lang=it Tue, 13 Oct 2015 12:52:13 GMT ff839a16936942129f4761bcfe86a910 Il presidente birmano firma la legge (anti-musulmana) che proibisce la poligamia la legge inserita nel pacchetto dei provvedimenti a difesa “della razza e della religione” 2015-09-03T07:42:33.0730000+02:00 Yangon (AsiaNews/Agenzie) - Il presidente birmano Thein Sein ha approvato l’ultima di quattro controverse leggi, volute con forza dalla frangia radicale buddista ma criticata con forza da gruppi pro diritti umani, perché lesiva dei diritti della minoranza musulmana. La firma alla Legge sulla monogamia è arrivata ieri e sancisce l’entrata in vigore la norma che proibisce di sposarsi con più di una donna o di vivere con una persona se non si è legati in matrimonio. La norma è una delle quattro leggi promosse negli ultimi mesi dal Comitato per la protezione della nazionalità e della religione (Ma Ba Tha, un gruppo buddista), contenute all’interno del pacchetto “Leggi a difesa della razza e della religione”. In precedenza avevano ottenuto il via libera la norma sulle conversioni, che prevede una “approvazione” delle autorità per cambiare religione. Il Myanmar si prepara alle storiche elezioni dell’8 novembre - il primo voto generale con la partecipazione del principale partito di opposizione (Lega nazionale per la democrazia, che aveva boicottato le urne nel 2011) - registrando una crescente deriva estremista interna. Nel mirino, in particolare, la minoranza musulmana da anni - con l’inizio delle violenze anti-Rohingya nello Stato occidentale di Rakhine nel 2012 - nel mirino dei fondamentalisti buddisti. Il governo birmano nega che la norma sia stata scritta ad hoc per la comunità musulmana, che rappresenta il 5% circa del totale in Myanmar. Sebbene non diffusa, la poligamia è praticata da alcuni membri della minoranza religiosa. Attivisti e gruppi pro diritti umani criticano con forza il pacchetto di norme votate dal Parlamento e approvate dal presidente. Secondo Phil Robertson, vice-direttore Asia di Human Rights Watch (Hrw), esse sono fonte di “potenziale discriminazione” in tema di religione e posso dar adito a “gravi violenze confessionali”. Ora che hanno ricevuto il via libera, aggiunge, “la preoccupazione è come verranno applicate e attuate”. Anche l’attivista birmano Robert San Aung nutre dubbi sulle modalità di applicazione della legge, che nella sua stesura appare poco chiara. L’avvocato aggiunge che essa “non risponde agli standard internazionali” sui diritti umani e auspica che i monaci buddisti “che amano la pace” e gli studiosi “lavorino insieme per modificare la norma”. Per rispondere alla campagna di odio e intolleranza a sfondo confessionale contro i musulmani (Rohingya), in estate un gruppo di ragazzi ha lanciato la campagna “My Friend”. Promossa da un gruppo di studenti birmani sui social network (Facebook e twitter) per favorire la tolleranza fra cittadini e contrastare l’odio e le violenze islamo-buddiste, essa intende rafforzare il valore di unità nello Stato. Contro l'emarginazione e l'abbandono in cui versa la minoranza musulmana è intervenuta a più riprese anche la Chiesa cattolica birmana. http://www.birmaniademocratica.org/document.aspx/it/il_presidente_birmano_firma_la_legge_anti-musulmana_che_proibisce_la_poligamia/politica?lang=it Thu, 03 Sep 2015 05:42:33 GMT f013c77f6bf743439a8d39eebf0d52d6 la Commissione elettorale respinge la candidatura di esponenti musulmani Bocciata la richiesta di 17 aspiranti deputati (su 18), per problemi sulla cittadinanza la maggioranzai Rakhine, 2015-09-03T07:38:46.3300000+02:00 angon (AsiaNews/Agenzie) - La Commissione elettorale del Myanmar (Uec) ha respinto ieri le candidature avanzate da tutti i membri di un partito islamico per problemi legati alla cittadinanza, bloccandone di fatto la partecipazione alle elezioni generali in programma l’8 novembre. I membri della commissione hanno bocciato le applicazioni di 17 persone (su un totale di 18) che avrebbero voluto concorrere per un seggio in Parlamento. Essi violano la norma in base alla quale un candidato deve avere i genitori già di nazionalità birmana al momento della nascita e deve aver vissuto per almeno 10 anni consecutivi nel Paese. La decisione, affermano i vertici del partito, potrebbe determinare così lo scioglimento dello Democracy and Human Rights Party (DHRP), partito birmano del partito di ispirazione islamica. Almeno 11 dei candidati respinti provengono dallo Stato occidentale di Rakhine, teatro dal 2012 delle violenze confessionali fra buddisti birmani e musulmani Rohingya, che hanno causato negli ultimi mesi la fuga di centinaia di migliaia di profughi. Gli altri sei vivono nella divisione di Yangon. Intervistato da Radio Free Asia (Rfa) Kyaw Min, leader di Dhrp, sottolinea che “la notifica di respingimento non specifica le ragioni” ma afferma solo che i candidati avrebbero violato “leggi e regolamenti”. I leader del partito hanno tempo sette giorni per presentare ricorso, aggiunge l’uomo, anch’egli di etnia Rohingya, già membro del Parlamento nelle elezioni del 1990 (vinte dalla Lega nazionale per la democrazia e mai riconosciute dalla dittatura militare). Se la Commissione elettorale confermerà anche in appello la decisione, il partito è destinato allo scioglimento in base alla norma prevista dalla Legge sulla registrazione dei partiti politici, che vuole almeno tre candidature valide per rimanere in vita. E, sempre per legge, non possono essere sostituiti in corsa i candidati che non ottemperano ai requisiti previsti dalla legge. Kyaw Min afferma che tutti i candidati sarebbero in possesso della carta che attesta la cittadinanza e tutti sono registrati nelle liste nazionali. “La bocciatura - conclude - non è fondata sulla legge; è solo un tentativo da parte loro di non concederci spazio [politico]”. Sul tema sono intervenuti anche i rappresentanti della Lega nazionale per la democrazia (Nld), secondo cui le decisioni prese dalla Uec - che ha respinto le candidature per questioni legate alla cittadinanza - sono del tutto “incostituzionali”. In questi ultimi giorni i vertici politici e istituzionali del Myanmar hanno preso una serie di decisioni che, secondo attivisti ed esperti, colpiscono i diritti e le tradizioni della minoranza musulmana (il 5% del totale). Oltre alla bocciatura di candidati, vi è la promulgazione di una serie di norme - l’ultima di questi giorni, che proibisce la poligamia - volute con forza dalla frangia estremista buddista che ha lanciato da tempo una campagna contro i fedeli dell’islam nel Paese. http://www.birmaniademocratica.org/document.aspx/it/la_commissione_elettorale_respinge_la_candidatura_di_esponenti_musulmani/politica?lang=it Thu, 03 Sep 2015 05:38:46 GMT 77acca088cd6431c870e749b16da2ee5 Elezioni. una ricerca sulled tendenze elettorali. i dati mostrano una possibile vittoria dell'NLD ma non una vittoria strabiliante. 2015-08-24T17:19:35.3770000+02:00 Dai dati preliminari pubblicati da una istituzione di ricerca asiatica, un primo quadro delle opinioni dell’elettorati a due settimane dall’inizio della campagna elettorale, la maggior parte dei dati conferma l’opinione della maggioranza dei 51 milioni di birmani, ovvero che la maggioranza sostiene la democrazia, una maggiore autonomia delle minoranze etniche e il rafforzamento del federalismo, mentre rimane elevata la sfiducia nel sistema giudiziario e nelle forze di polizia. La maggior parte delle persone considera l’accaparramento delle terre come un problema serio, mentre il problema più serio riguarda l’economia che secondo il 45% degli intervistati e una maggioranza significativa si identifica profondamente nella religione. I ricercatori coinvolti nella ricerca dell’organizzazione di Taiwan: Asian Barometer ha intervistato1.620 persone in tutti i 14 stati e divisioni, prendendo un campione significativo e chiedendo risposte a 200 domande sui punti di vista sulla politica, l’economia e le questioni sociali. I risultati della ricerca non sono senza sorprese. Gli intervistati avevano posizioni contrastanti su se i militari dovrebbero o meno mantenere il loro ruolo in politica. Il 39% era a favore e il 40% contro. La maggior parte degli intervistati (57 %) si è rifiutata di rispondere alla domanda sul loro sostegno agli emendamenti alla costituzione e in particolare dell’art. 59F che impedisce attualmente alla leader ASSK di candidarsi a presidente della repubblica. L’indiagine ha registrato notevoli differenze su alcune questioni tra gli intervistati delle minoranze etniche e coloro che fanno parte della maggioranza Bamar sull’empowerment delle persone elette negli stati o nelle divisioni per la selezione del primo ministro. Il 64% degli intervistati sostiene i cambiamenti rispetto all’attuale sistema di nomina del presidente ma il 77% degli intervistati delle minoranze etniche sottolineano di essere favorevoli agli emendamenti della costituzione, contro il 60% della maggioranza Bamar. Un impegno al cambiamento delle norme costituzionali sui primi ministri, sostenuto principalmente dai parlamentari delle minoranze etniche non è riuscito a modificare la norme del 75% quando è stata votata in parlamento. Come ci si aspettava l’NLD si ritiene sia il partito con maggiore possibilità di vincere, anche se le cifre mostrano un risultato potenziale meno robusto dei risultati ottenuti nelle elezioni suppeltive del 2012, la metà dei rispondenti si è rifiutato di esprimere una preferenza nei confronti di un partito, ma il 24% ha dichiarato che voterà per l’NLD rispetto al 16% che ha dichiarato di scegliere l’USDP. L’NLD si è assicurata una vittoria straordinaria nelle elezioni del 2012 ottenendo 43 dei 44 seggi in palio. L’indagine da motivo di speranza tra i partiti delle minoranze etniche che documentano notevoli differenze nelle preferenze rispetto ai partiti. Solo il 17% ha dichiarato che voterebbe per l’NLD rispetto al 25% che voterà per “altri partiti”. I risultati indicano che il 62% dell’elettorato a livello nazionale dichiara di non essere legata ad alcun partito. Sulla questione del presidente il 29% ha dichiarato che preferirebbe Aung San Suu Kyi rispetto al 16% che sostiene l’attuale presidente Thein Sein, mentre coloro che non hanno risposto (54%) lasciano ampi spazi di interpretazione. Sulla rimozione dell’arti 59F, il 36% era a favore e un 7% contro e il 57% non ha risposto. Nonostante la preferenza verso ASSK come presidente, l’80% degliintervistati ha dichiarato di essere molto o “in qualche modo “ soddisfatto dell’azione dell’attuale presidente. Rispetto alle elezioni un terzo degli intervistati ha dichiarato che le prossime elezioni saranno “completamente libere e eque” e solo il 4% pensa l’opposto. Mentre un terzo non ha voluto rispondere. I militari e il presidente, entrambi iscritti all’USDP sono ritenuti le istituzioni più affidabili. Alla domanda se è più importante lo sviluppo economico che la democrazia il 53% ha dichiarato che lo sviluppo economico è più importante mentre il 30% ritiene che sia la democrazia. E al contrario dell’NLD è l’USDP che raccoglie i successi della crescita negli investimenti esteri dalla rimozione delle sanzioni. Senza alcuna sorpresa solo il 5% degli intervistati ha dichiarato che la Birmania ha raggiunto la“Piena democrazia” e il 73% ritiene che la democrazia ha problemi più o meno grandi o non vi è per nulla. L’indagine di Asian Barometer ha lavorato con la Yangon School of Political Science dal gennaio al marzo 2015 e i risultati saranno pubblicati nei prossimi mesi. http://www.birmaniademocratica.org/document.aspx/it/elezioni_una_ricerca_sulled_tendenze_elettorali_/politica?lang=it Mon, 24 Aug 2015 15:19:35 GMT b25077b68ba94887bfc0f5690e715784 L’NLD e il gruppo Generazione 88 coopereranno in vista delle elezioni 2015-08-24T17:16:31.0970000+02:00 Il partito guidato da Aung San Suu Kyi: l’ NLD e l’organizzazione 88- Generation Peace - Open Society Group hanno ribadito il reciproco impegno a continuare il a cooperare nel processo elettorale. Un comunicato congiunto ha fatto appello ai votanti perché vigilino e verifichino la lista dei votanti personalmente nelle prossime elezioni. La dichiarazione fa appello perché si sviluppi un monitoraggio e si denuncino le scorrettezze durante il voto. I due gruppi coopereranno con le organizzazioni etniche durante il processo elettorale e per la realizzazione di una unione federale e la cooperazione si svilupperà anche per promuovere la stabilità nel processo elettorale e nelle riforme. Il gruppo 88 Generation Peace and Open Society ha subito la trasformazione dal gruppo degli studenti. Secondo la lista preliminare dei candidati, annunciata nel weekend, 6,189 candidati che comprendono 323 candidati indipendenti si sono regirstrati per le prossime elezioni. 5,866 candidati sul totale sono iscritti a 93 partiti politici. Sui 5,866 candidati di partito, l’USDP, il partito di governo guidato da U Htay Oo, ha 1.134 candidati, mentre l’NLD ne ha 1,151. http://www.birmaniademocratica.org/document.aspx/it/l_nld_e_il_gruppo_generazione_88_coopereranno_in_vista_delle_elezioni/politica?lang=it Mon, 24 Aug 2015 15:16:31 GMT 280e0354c1d047e7b57d49659a6ef5f3 Riparte il progetto per la costruzione del megaporto e della Zona Economica Speciale di Dawei Lo sviluppo lungamente posticipato del porto profondo di Dawei e della Zona Economica Speciale sembra fare passi avanti. Nei prossimi giorni si terrà in Birmania la riunione tripartita del Joint High-Level Committee che dovrà discutere i dettagli del mega progetto. Questo sarà un momento importante, visto che il governo birmano dovrà sottoscrivere gli accordi per la realizzazione delle opere per lo sviluppo della prima fase del mega progetto con i due dei più importanti gruppi tailandesi: la Rojana Industrial Park Plc e la Italian Thai Development Plc (ITD). Arkhom Termpittayapaisith, Segretario generale del National Economic and Develoment Board ha dichiarato che la riunione co- presieduta dal vice ministro del commercio tailandese e dal vice presidente birmano si concentrerà principalmente su tre questioni tra cui la partnership del Giappone nello sviluppo della Dawei SEZ Development C. (DSDC). Tailanda e Birmania hanno concordato da tempo un piano di sviluppo complessivo che dovrebbe prevedere una zona industriale di circa 132km quadrati, un porto profondo che potrà gestire 170 milioni di tonnellate di merci e 5 milioni di TEU l’anno, una strada a quattro corsie per collegare il confine della Tailandia con Dawei, la fornitura e il trattamento delle acque e importanti impianti energetici. L’investimento iniziale previsto per la realizzazione della Zona Economica Speciale sarà di 12 miliardi di Bath, di molto inferiore ai 100 miliardi proposti in precedenza. 2015-08-07T10:41:29.5770000+02:00 http://www.birmaniademocratica.org/document.aspx/it/riparte_il_progetto_per_la_costruzione_del_megaporto_e_della_zona_economica_speciale_di_dawei/politica?lang=it Fri, 07 Aug 2015 08:41:29 GMT e26a0559a7f6421fb6d0ae6a483da653 Perché bisogna preoccuparsi dei Monaci Estremisti del gruppo Ma Ba Tha il gruppo buddhista estremista sta prendendo piede in tutto il paese 2015-08-04T17:07:24.4730000+02:00 Perché bisogna preoccuparsi dei Monaci Estremisti del gruppo Ma Ba Tha Uno degli sviluppi piè preoccupanti in una democrazia nascente è l'istituzionalizzazione e l'integrazione delle ideologie estremiste. I paesi in fase di transizione politica sono forse più sensibili a ciò, viste le condizioni dell’iniziale processo di democratizzazione - le manovre di gruppi per il potere in un momento in cui le istituzioni sono troppo deboli per vincolare quelle forze. In queste situazioni vi sono le condizioni perché le ideologie di massa prendano piede e proliferino. Alcuni gruppi possono usare i canali dei media più aperti per manipolare sentimenti nazionalisti, giocare sulle paure del pubblico su ciò che la democrazia potrebbe produrre e diffondere nuove "verità" circa le intenzioni ostili di elementi all'interno della società. Questi gruppi si trincerano dietro i valori della tradizione, e avvertono che il cambiamento di qualsiasi tipo, si tratti di nuovi partiti politici che accrescono il loro potere, o la crescita demografica che modifica la società -sono intrinsecamente minacciosi. In tal modo essi acquisiscono un ampio sostegno popolare nei confronti di politiche o azioni che in altri contesti sembrerebbero estremiste, ma in questa situazione vengono viste solo come risposta alla prospettiva di un cambiamento. la Birmania non è sfuggita a ciò. Il fantasista più evidente in questa arena è il gruppo di monaci Ma Ba Tha, nato dal movimento anti-islamico 969 ora ha uffici in tutto il paese ed è composto da monaci e laici. Questa settimana si è impegnata per far espellere un'ONG locale per aver aiutato le vittime delle inondazioni nel nord della Birmania per il fatto che l'ONG non si era coordinata con il gruppo di Ma Ba Tha durante le operazioni di soccorso. Nella città di Kawlin dove l'ONG aveva lavorato, quasi 50.000 persone sono state colpite dalle inondazioni e, pertanto, avevano urgente bisogno di questa assistenza. Ma ciò che è forse più preoccupante rispetto alla scelta di Ma Ba Tha di negare aiuto a chi ne ha bisogno - che è stato in grado di ottenerlo con molta facilità, sta nel fatto che ora ha la sicurezza necessaria per esercitare l'autorità in quel modo. La fiducia non nasce dal nulla - ma richiede l'appoggio tacito o addirittura la collusione, di elementi all'interno dello Stato e il sostegno di una fetta consistente della popolazione. Diversi anni fa il gruppo di Ma Ba Tha non avrebbe potuto ottenere un risultato così rapido a Kawlin, ma nel corso del tempo è stato in grado di costruire, mattone su mattone, un istituto formidabile con il potere di orientare dibattiti in parlamento e persuadere i parlamentari a sostenere leggi anti-democratiche e discriminatorie che i suoi stessi membri avevano predisposto. Si predica un modello di esclusione nazionalista che ha trovato un ampio sostegno perché lega il destino del paese al destino del buddismo, in modo che coloro che non sono sostenitori del buddismo - vale a dire, le altre religioni - non sostengono il progetto nazionale e, quindi, minacciano la Birmania e il suo popolo. E il più astuto degli allarmismi. Il governo non ha avuto ne la capacità ne la volontà di frenare il gruppo. Il fatto che il parlamento abbia approvato varie leggi estremamente discriminatorie “di protezione della razza e della religione” dimostra che il sostegno ideologico del gruppo coinvolge i più alti livelli del potere. Naturalmente non tutti in Birmania appoggiano il gruppo Ma Ba Tha - e voci vitali e coraggiose manifestano contro di esso - ma il gruppo ha acquisito sufficiente influenza per passare dal livello di piccolo gruppo di attivisti su piccola scala ad una sorta di gruppo di pressione di massa a livello nazionale in modo da poter efficacemente scrivere le leggi. Il gruppo, nonostante qualche conflitto, ha apertamente sostenuto l’Union Solidarity and Development Party (USDP) e calunniato il partito d’opposizione: la Lega Nazionale per la Democrazia (Nld) sostendendo che sia un partito amante dei musulmani, facinoroso non patriottico che vuole ottenere il tipo di modifiche che Ma Ba Tha ha indicato come minacciose. Con le risorse già disponibili, le paure popolari alimentate dalla prospettiva di avere al potere un tale partito "ostile" possono essere facilmente attivate, quindi eliminando il sostegno all’ NLD. Anche se è improbabile che questo possa influenzare il risultato delle elezioni di novembre, è stata ben avviata una campagna mirata che potrebbe avere ripercussioni a lungo termine. U Wirathu, il suo simbolico leader, parla del gruppo come di una divinità: "Siamo venuti giù dal cielo ... Siamo persone brillanti." Questo approccio è particolarmente sinistro perché include implicitamente il messaggio che coloro che non sono ideologicamente allineati sono l’opposto, non puri, non eccezionali, ma nefasti e minacciosi. Su questa dicotomia si fonda gran parte del suo lavoro, le leggi per la " protezione della razza e della religione" puntano a proteggere il buddismo dai diavoli dell'Islam, come uno scontro tra le forze dei "cattivi" e dei "buoni" i cui membri condividono tutti quei tratti. Nonostante la semplificazione di un tale inquadramento, l'approvazione delle leggi dimostra come questa campagna si sia dimostrata estremamente efficace. Gruppi della “società incivile” come Ma Ba Tha possono diventare in molti modi più potenti dei detentori del potere formale, perché entrambi influenzano pesantemente la legislazione, non sono vincolati dalle stesse leggi che limitano il peso dei partiti politici e non sono soggetti al controllo delle loro azioni. La loro base non è composta da iscritti al partito, ma da reti fluide di sostenitori e agitatori presenti in tutti i gradini della società, e che può fare campagne su temi a prescindere dalle regole dei cicli elettorali, o può minacciare proteste di massa quando le cose non non vanno come vorrebbero. La loro retorica non è temperata dall’ortodossia politica, ma è libera di creare "posizioni" su gruppi rivali, di diffonderle attraverso canali di informazione sempre più aperti, e di prescrivere soluzioni piuttosto sinistre ai problemi apparentemente creati dalle organizzazioni rivali. Così, mentre possiamo scioccarci per quello che è avvenuto a Kawlin, non dovremmo sorprenderci. Da troppo tempo il potere di Ma Ba Tha è cresciuto fuori controllo, e ora funziona su due livelli: il locale, dove la sua rete di uffici lungo la Birmania mostra sempre più che si stanno comportando de facto come autorità locali, e la dimensione nazionale, dove può basarsi su un ampia base di sostegno civile, ma molto pericolosa, che può far sentire le sue politiche in Parlamento con una patina di sostegno popolare. Gruppi come Ma Ba Tha sono prodotti diretti della democratizzazione - il loro obiettivo è quello di sfruttare le emergenti libertà di movimento e di informazione per catturare le istituzioni statali quando sono ancora deboli. Come abbiamo visto in Birmania, nessuno soggetto al potere sta organizzando un’opposizione - e questo vuoto è esattamente ciò Ma Ba Tha, oggi forse una delle più grandi minacce per la transizione della Birmania, ha bisogno di indirizzare meglio il corso della transizione. http://www.birmaniademocratica.org/document.aspx/it/perche_dobbiamo_preoccuparci_dei_monaci_estremisti_del_gruppo_ma_ba_tha/politica?lang=it Tue, 04 Aug 2015 15:07:24 GMT 704b4d8a0fdd4f70b623346eea09077d I negoziati sul cessate il fuoco si chiudono senza una soluzione. Riprenderanno in agosto. scarsi risultati dell'ultima tornata di negoziati. agli inizi di agosto si riprende 2015-07-26T16:01:08.7200000+02:00 L’ultima tornata di negoziati di pace tra il governo birmano e i gruppi etnici armati, tenutasi a Rangoon venerdì scorsom con scarsi risultati verso il tanto atteso accordo di cessate il fuoco. I colloqui ricominceranno agli inizi di agosto nel tentativo di trovare soluzione a tre questioni rimaste in sospeso nell’attuale bozza di accordo che è in discussione da più di 18 mesi e punta a porre fine a decenni di conflitto civile nel paese tra i ribelli etnici e l’eserito birmano. Il processo di pace si è interrotto quest’anno con la continuazione del conflitto nel nordest del paese ed è ripreso lo scorso mese quando il blocco dei negoziatori etnici- the Nationwide Ceasefire Negotiation Team è stato sostituito da una nuova delegazione di leader. Il nuovo team ha richiesto 13 emendamenti al testo già quasi concordato da entrambe le parti all’inizio dell’anno. Tre di queste rimangono irrisolte. Tra le questioni spisnose vi sono il disarmo, la smobilitazione e il reintegro, la gestione delle risorse naturali e se il presidente e il parlamento possono essere firmatari del patto. Un ulteriore blocco problematico riguarda l’esclusione di alcuni gruppi etnici armati che non sono riconosciuti dal governo e quindi non possono partecipare alla firma dell’accordo. I tre gruppi: il Ta’ang National Liberation Army (TNLA), Arakan Army (AA) e il Myanmar National Democratic Alliance Army (MNDAA)—sono tutti coinvolti nel devastante conflitto nel Kokang che è iniziato a febbraio. Il TNL, che fa parte dell’NCCT ma non ha sottoscritto un accordo bilaterale di cessate il fuoco con il governo, ha partecipato ai dialoghi di pace di questa settimana per mostrare il suo impegno al raggiungimento di un genuino accordo nazionale. Un ufficiale anziano del gruppo ha dichiarato comunque che il governo era riluttante ad includere gli altri gruppi nella discussione prima di un accordo bilaterale. “siamo stati pressati a firmare un accordo bilaterale di cessate il fuoco” ha dichiarato il vice responsabile comunicazione del TNLA Tar Bang Hla. “potremmo farlo ma loro non ci parlerebbero.” Per quanto riguarda i tre gruppi armati, questi non possono partecipare al NCA ha dichiarato Hla Maung Shwe del gruppo di sostegno tecnico del Myanmar Peace Center (MPC) perché la firma di un accordo bilaterale sul cessate il fuoco è necessario er essere inclusi nell’accordo nazionale perché dimostra “un profondo impegno” per la pace. “ gli altri gruppi non hanno accordi bilaterali di nessun tipo” vogliamo che loro abbiano un impegno concreto attraverso gli accordi bilaterali. Per questo vogliamo firmare il National Ceasefire Agreement prima con i gruppi armati che già hanno un accordo bilaterale. C’è voluto del tempo per sottoscrivere il NCA e vogliamo che loro siano fortemente impegnati, prima di sottoscriverlo”. Il team negoziale del governo, l’Union Peace-making Work Committee (UPWC) continuerà a lavorare con la Delegazione per trovare una via per firmare gli accordi con i tre gruppi, ha aggiunto, spiegando che ci sono state molte ragioni che hanno prodotto molte difficoltà” nel corso dei negoziati con loro. Quei gruppi armati che sono elegibili per firmare l’accordo hanno ribadito il loro desiderio a che tutti i soggetti interessati fossero inclusi. Kweh Htoo Win, segretario generale del Karen National Union, ha dichiarato che la posizione della delegazione negoziale è molto chiara sull’inclusione. “Dovremmo tutti ribadire le nostre politiche e negoziare con ciascuno. Da parte nostra firmeremo il NCA quando tutti i nostri 16 membri saranno messi in grado di partecipare. Ha dichiarato Kweh Htoo Win. “Abbiamo bisogno di trovare un metodo per negoziare con i gruppi che non hanno un accordo bilaterale sul cessate il fuoco per poi raggiungere un accordo. http://www.birmaniademocratica.org/document.aspx/it/i_negoziati_sul_cessate_il_fuoco_si_chiudono_senza_una_soluzione_riprenderanno_in_agosto_/politica?lang=it Sun, 26 Jul 2015 14:01:08 GMT f6251e49be0a460ab361d75c21fb7474 Ripresi i negoziati di pace. ma molti sono gli ostacoli prima di arivare ad un accordo definitivo 2015-07-25T17:49:01.8270000+02:00 Il governo birmano, i militari e gruppi etnici armati hanno ripreso venerdì i colloqui a Yangon per porre fine a decenni di guerra civile. I negoziati sono entrati in una fase finale, prima delle storiche elezioni di novembre. i negoziati iniziati quattro anni fa tra i nemici di lunga data dopo la nomina del governo quasi-civile con l’obiettivo di raggiungere un accordo di cessate il fuoco e risolvere i sanguinosi conflitti etnici. Ma, le incombenti elezioni generali minacciano di spazzare via dall'ordine del giorno il processo di pace a causa di persistenti sospetti che continuano a oscurare l'affare. "La fiducia è molto importante nella trattativa. Potremo avere successo solo se i negoziati si fondano sulla fiducia," La Ja, uno dei leader della delegazione che rappresenta i gruppi etnici armati, ha dichiarato durante discorso di apertura. In marzo il presidente Thein Sein ha espresso la volontà di arrivare ad un progetto accordo con più di una dozzina di gruppi ribelli dopo decenni di lotta. Questo secondo le Nazioni Unite sarebbe un "risultato storico e significativo". Ora il governo vuole suggellare un pieno cessate il fuoco nazione prima delle elezioni dell'8 novembre, che sono considerate come un test chiave delle riforme, dopo decenni di regime militare. Ma le schermaglie continuano nello Stato di Kachin del nord, dove un accordo di cessate il fuoco è saltato nel 2011, subito dopo la fine del dominio della giunta. Secondo il negoziatore del governo Aung Min, le parti hanno già concordato di 10 punti e gli ultimi tre punti saranno discussi in una nuova serie di incontri,. Dopo le discussioni di venerdì si dovrebbero concentrare su altre questioni spinose "oltre il cessate il fuoco a livello nazionale. I gruppi etnici hanno chiesto che alla firma dell'accordo si includano anche tre gruppi attualmente bloccati in un combattimento con le truppe governative – gli eserciti Arakan, l’ Esercito di liberazione nazionale Ta'ang (TNLA) e Kokang - che gli osservatori dicono abbiano creato un punto di stallo nei colloqui. http://www.birmaniademocratica.org/document.aspx/it/ripresi_i_negoziati_di_pace_/politica?lang=it Sat, 25 Jul 2015 15:49:01 GMT 186682b004464f4fbdc8cb1a390611a4 Conclusioni del Consiglio UE sulle prossime elezioni politiche in Birmania la UE auspica elezioni democratiche, inclusive, credibili, trasparenti ed eque 2015-07-22T15:23:51.5070000+02:00 Il documento fissa la posizione della Unione Europea sulle prossime elezioni previste per l'8 novembre 2015. Le elezioni afferma il Consiglio saranno un punto importante nella transiione verso la democraiza ed una opportunità per confermare che le riforme sono irreversibili. La UE seguirà attentamente i negoziati tra il governo e le nazionalità etniche per il raggiungimento di un accordo nazionale sul cessate il fuoco e incoraggia tutti i leader a lavorare insieme verso la pace e la riconciliazione nazionale. Il Consiglio riafferma la sua richiesta perchè le elezioni siano democratiche, inclusive, eque, credibili e trasparenti e che tutte le persone, comprese quelle appartenenti alle minoranze possano esercitare appieno i loro diritti politici e di voto e perchè si assicuri gli stessi diritti per tutti i candidati. la Ue sottolinea ancora una volta la necessità che si realizzino strumenti per garantire il diritto di voto a tutti coloro che erano in possesso della Carta di Registrazione Temporanea e perchè si incoraggi la partecipazione delle donne al voto. la UE ringrazia la Commissione elettorale per l'invito ad osservare l'andamento delle elezioni. http://www.birmaniademocratica.org/document.aspx/it/conclusioni_del_consiglio_ue_sulle_prossime_elezioni_politiche_in_birmania/politica?lang=it Wed, 22 Jul 2015 13:23:51 GMT efbdab0accb04065aafb559093c5d79e EU Multiannual Indicative Programme 2014-2020 Myanmar EU Development Cooperation Instrument 2015-07-22T14:54:19.8900000+02:00 Il documento presenta le priorità politiche e progettuali della UE in Birmania e indica i temi principali e gli impegni finanziari nel paese su ciascun tema. http://www.birmaniademocratica.org/document.aspx/it/eu_multiannual_indicative_program/politica?lang=it Wed, 22 Jul 2015 12:54:19 GMT 2801f257e1f5427ab76cf35c1acd1abf Il referendum sulla modifica dell'art. 436 della costituzione si terrà insieme alle elezioni politiche lo ha dichiarato il Portavoce del Parlamento Shwe Mann 2015-07-02T11:35:30.2900000+02:00 Lo Speaker del Parlamento Birmano Shwe Mann martedì 1 luglio, ha annunciato che il referendum nazionale sull’emendamento costituzionale dell’articolo 59(d) si terrà insieme alle elezioni generali programmate per l’autunno di quest’anno. La settimana scorsa il parlamento ha votato l’emendamento di una parte dell’articolo 59(d) che prevede che i candidati alla presidenza debbano avere la conoscenza della “difesa” piuttosto che quanto è ora previsto ovvero la conoscenza di “questioni militari”. Secondo l’articolo 436© l’emendamento deve essere approvato da oltre il 75% del parlamento ma deve essere anche approvato dalla metà dei votanti al referendum nazionale. Intervenendo nella sessione del parlaemnto il 1 luglio Shwe Mann ha dichiarato che la decisione di tenere il referendum in parallelo con le elezioni nazionali mira a ridurre i tempi, le risorse e i costi dell’organizzazione di un referendum. “il Portavoce del Parlamento invierà un messaggio al presidente della Commissione per le elezioniper proporre di voler facilitare il referendum per l’emendamento dell’art. 59(d) insieme alle elezioni programmate per quest’anno” ha annunciato Shwe Man. A seguito della decisione gli osservatori politici hanno sottolneato che questo piccolo cambiamento costituzionale non atttrarrà l’attenzione della popolazione birmana e si corre il rischio di essere considerato una perdita di risorse nazionali. Aye Kyaw dell’organizzazione di Open Myanmar Initiative ha dichiarato che l’organizzazione contemporanea del referendum e delle elezioni potrebbe creare confusione tra i birmani per quanto riguarda le procedure elettorali. “ le due votazioni hanno una natura profondamente diversa. Nelle elezioni generali la gente deve votare per eleggere i parlamentari tra molti candidati, ma in un referendum deve votare si o no. E tenere le due votazioni insieme potrebbe creare qualche confusione. La Commissione elettorale dovrebbe programmare le elezioni tra la fine di ottobre o gli inizi di novembre. Una data esatta verrà pubblicata tre mesi prima delle elezioni. http://www.birmaniademocratica.org/document.aspx/it/il_referendum_sulla_modifica_dell_art_436_della_costituzione_si_terra_insieme_alle_elezioni_politiche/politica?lang=it Thu, 02 Jul 2015 09:35:30 GMT 6f30594884894539907bb7a4fd0f4127 Rapporto sullo Stato di diritto e mappatura delle sfide e delle opportunità pubblicato dall'UNDP nel 2014 2015-07-04T18:51:49.0830000+02:00 il rapporto è il frutto di una mappatura effettuata da UNDP sulle sfide e le opportunità per il rafforzamento dello stato di diritto e dell'accesso alla giustizia effettuata tra aprile 2013 e agosto 2014 in Birmania. http://www.birmaniademocratica.org/document.aspx/it/legislazione/politica?lang=it Sat, 04 Jul 2015 16:51:49 GMT 5be0b3add65c406f8027197bc5649592 Il Parlamento birmano vota contro i cambiamenti alla costituzione ASSK: è chiaro che i militari sono contro il cambiamento 2015-06-25T14:25:48.2400000+02:00 Il parlamento birmano ha bloccato i cambiamenti costituzionali. il parlamento birmano ha votato contro i cambiamenti della costituzione assicurando così il mantenimento del potere di veto dei militari sulle leggi principali e sui cambiamenti costituzionali e impedendo alla leader Aung San Suu Kyi di poter diventare presidente della repubblica con le prossime elezioni della fine dell’anno. Il dibattito parlamentare, durato tre giorni, sulle modifiche della costituzione del 2008 che vieta alla Premio Nobel di candidarsi alla presidenza della repubblica e che da il diritto di veto ai militari che rappresentano il 25 % del parlamento si è concluso con il blocco a qualsiasi cambiamento. Nelle prossime elezioni, la cui data non è stata ancora definita, la leader birmana dovrebbe ottenere una grande vittoria contro il partito di governo USDP. Nonostante si sapesse che il disegno di legge non sarebbe passato, al momento della lettura dei risultati sull’aula parlamentare è sceso il silenzio e molti parlamentari dell’NLD, che si erano impegnati a sostenere la campagna che aveva raggiunto i 5 milioni di firme, erano visibilmente adirati. I 388 voti a favore delle modifiche non hanno raggiunto la soglia del 75% necessaria per passare. Solo la clausola che prevede che il presidente debba avere una esperienza militare, è stata abolita. “Non sono sorpresa dei risultati. Coloro che non hanno votato a favore delle modifiche hanno dimostrato di essere contro il cambiamento. Questo voto mostra chiaramente che la costituzione non può essere modificata se i rappresentanti dei militari si oppongono” La leader birmana ha sollecitato il popolo a non perdere la speranza e in con una dichiarazione di sfida ha anche sottolineato che l’opposizione non si ritirerà dalle prossime elezioni che dovrebbero tenersi tra ottobre e novembre prossimo. Elezioni che saranno una cartina di tornasole sulla reale volontà dell’attuale governo di sostenere la transizione alla democrazia. I militari, dopo quattro anni dall’insediamento di un governo semi-civile, si sono rifiutati di ridurre il loro controllo sul parlamento e sulla costituzione. Il voto ha rifiutato la proposta di riduzione della maggioranza del 75% al 70% per i voti sulle modifiche costituzionali. Il parlamento ha respinto anche la modifica della clausola che impedisce a coloro che sono sposati o hanno figli di cittadinanza straniera di diventare presidenti o vice presidenti. http://www.birmaniademocratica.org/document.aspx/it/il_parlamento_birmano_vota_contro_i_cambiamenti_alla_costituzione/politica?lang=it Thu, 25 Jun 2015 12:25:48 GMT 65f94fbe0d17484fbb527cf56afa0a9d opposizione dei militari al cambiamento della costituzione nel dibattito parlamentare Nel secondo giorno di discussione parlamentare sulle modifiche della costituzione, un rappresentante dei militari in parlamento ha cercato di buttare acqua fredda sulle aspirazioni di coloro che vorrebbero vedere la leader birmana Aung San Suu Kyi come presidente della repubblica,. Il Brig. Gen. Tin Soe, parlamentare nominato dall’esercito, ha dichiarato ai parlamentari che la modifica dell’art. 59(f) che impedisce alla leader birmana di diventare presidente, potrebbe esporre la Birmania alla influenza straniera rischiando di minare la sovranità nazionale. La posizione del militare vuole “assicurare che possiamo decidere autonomamente del futuro del paese e del popolo perché la norma potrebbe permettere a cittadini con sangue misto di gestire gli affari e l’amministrazione del paese e questo avrebbe un impatto sulla indipendenza e la sovranità nazionale.” “dovremmo prendere decisioni lungimiranti su ciascuna questione che riguarda il paeseche ha una posizione geografica importatne” ha dichiarato Tin Soe. “ chiedo al Parlamento di mantenere l’articolo 59/(f) con imparzialità e senza compromessi. Se dei leader birmani o le loro famiglie avessero legami con una potenza straniera, la Birmania ne sarebbe indirettamente sotto l’influenza. Solo coloro che non hanno sangue o rapporti coniugali con stranieri possono avere la fiducia del popolo, ha aggiunto il militare. Il disegno di legge sugli emendamenti verrà presentato al parlamento questa settimana, ma la proposta rimuove solo le parole che impediscono l’eleggibilità di qualsiasi persona i cui figli hanno sposato uno straniero, il che significa che Aung San Suu Kyi rimarrebbe ineleggibile se il testo venisse approvato con queste caratteristiche. Un rappresentante dell’NLD ha rigettato le dichiarazioni di Tin Soe dicendo che il non cambiamento della costituzione comprometterà la credibilità delle elezioni. “senza adeguati emendamenti agli articoli 436 e 59(f), le elezioni generali del 2015 non saranno in alcun modo ne libere ne eque perché si svolgeranno prima che la costituzione potesse essere modificata e visto che la costituzione impedisce alla leader birmana di diventare presidente, non ci sarebbe bisogno neanche di chiedersi se sono libere ed eque” ha detto il deputato Naing Ngan Lin al Parlamento. Un altro militare il Brig-Gen Tint San Naing, ha preso la parola affermando che la costituzione dovrebbe restare immodificata per il bene della pace e della stabilità della Birmania e nell’interesse nazionale in un momento in cui si sta avviando una transizione democratica. “se la costituzione potesse essere modificata con facilità, potrebbe essere modificata più volte e ciò minerebbe la vera essenza della Costituzione” ha dichiarato. “Quindi ritengo che la costituzione del 2008 che è stata stilata con le buone intenzioni e non danneggia gli interessi del popolo, non dovrebbe essere modificata”. I parlamentari dell’NLD del partito di governo USDP e e piccoli partiti etnici hanno tutti parlato a favore dell’abbassamento delle quote minime che garantiscono ai militari il diritto di veto sui cambiamenti costituzionali. 18 parlamentari, 17 eletti e un rappresentante militare hanno preso parte al secondo giorno di decisioni sugli emendamenti della Costituzione. Il dibattito continua fino al voto. Qualsiasi legge che di modifica dell’articolo 436 dovrebbe essere approvato da oltre il 75% dei parlamentari dovrebbe essere confermato da un referendum nazionale che dovrebbe raggiungere il 50% dei votanti. I parlamentari di questa legislatura sembra siano uniti nel sostenere almeno i cambiamenti della costituzione con anche i membri dell’USDP, molti dei quali sono ex generali, hanno chiesto di ridurre il ruolo dei militari attraverso il cambiamento dell’articolo 436. 2015-06-24T18:38:44.2230000+02:00 http://www.birmaniademocratica.org/document.aspx/it/opposizione_dei_militari_al_cambiamento_della_costituzione_nel_dibattito_parlamentare/politica?lang=it Wed, 24 Jun 2015 16:38:44 GMT 7bd6f400656d430c9c47712946fe1fbc Dialogo bilaterale UE Birmania sui diritti umani. conclusioni positive riaffermato impegno prioritario sulla tutela dei diritti umani, sui diritti alla terra, sui migranti e sui diritti del lavoro 2015-06-22T10:07:35.1670000+02:00 In un comunicato stampa congiunto pubblicato a seguito della conclusione del secondo dialogo bilaterale sui diritti umani, dialogo preceduto da un incontro con la società civile, la UE ha sottolineato la continuazione del profondo impegno a sostegno della transizione e della riforma democratica della Birmania e il rafforzamento ulteriore dei legami bilaterali. Durante il dialogo entrambe le parti hanno fornito aggiornamenti sugli impegni in corso per il rafforzamento della protezione e promozione dei diritti umani. Sul tema migrazione, le due parti hanno concordato sull’importanza di salvare le vite e proteggere i diritti umani delle popolazioni coinvolte. E la UE ha accolto positivamente ed incoraggiato le iniziative regionali per combattere il traffico di esseri umani nei paesi di origine, transito e destinazione e ha dichiarato che avrebbe fornito la necessaria assistenza, in riferimento ai recenti eventi nel Mediterraneo e nel Mar delle Andamane. Entrambe le parti hanno fornito aggiornamenti sul quadro legale connesso alla protezione di persone appartenenti a minoranze e sugli sforzi in corso per promuovere la non discriminazione nel contesto dei Rom negli stati EU e la situazione nello Stato Rakhine. I rappresentanti UE hanno anche sollevato il problema del disegno di legge sui “ quattro pilastri per la protezione della razza e della religione” . poichè i diritti umani sono universali ed inalienabili la UE ha ribadito la preoccupazione sulla norma proposta in relazione agli obblighi internazionali della Birmania sui diritti umani. In questo quadro entrambe le parti hanno concordato sulla necessità di lottare contro l’intolleranza e l’incitamento all’odio e alla violenza per assicurare il pieno godimento dei diritti umani, compresa la libertà di credo e religione da parte delle persone appartenenti alle minoranze. Sul diritto alla terra entrambe le parti hanno concordato sull’importanza di una consultazione pubblica per lo sviluppo di un quadro legale efficace che riguardi l’accesso alla terra, la sicurezza dei diritti di proprietà da parte dei piccoli contadini e la risoluzione dei conflitti sulla terra. Sui diritti del lavoro entrambe le parti si sono impegnate a continuare la cooperazione nel quadro della “iniziativa per promuovere i diritti e le pratiche fondamentali del lavoro” a cui la UE ha aderito a Maggio 2015. La Birmania e la UE hanno discusso sulla necessità di un quadro legale rafforzato per i diritti del lavoro, come pure per un miglioramento della attuazione delle leggi in modo da promuovere investimenti responsabili ed una crescita economica equa. Concordando che il 2015 sarà un anno chiave nel processo di democratizzazione in Birmania, con le elezioni generali che si terranno alla fine dell’anno, la UE si aspetta che le elezioni siano inclusive, credibili e trasparenti. Da parte sua i rappresentanti della Birmania hanno ribadito l’impegno a condurre elezioni libere ed eque in accordo con gli standard internazionali, esprimendo apprezzamento relativamente alla recente missione esplorativa della UE per la valutazione della possibilità di inviare una missione di osservazione sulle elezioni più in la nel corso dell’anno. Entrambe le parti hanno concordato di tenere il prossimo dialogo formale a Brussel nel 2016. Il dialogo UE Birmania è stato preceduto dal forum della società civile che è stato co-presieduto dal Segretario Permanente de Ministero degli Affari Esteri U Aung Lynn a e dal capo della delegazione della UE Ambasciatore Roland Kobia. Nel corso del Forum si sono discussi i problemi dei diritti umani e si sono avuti incontri bilaterali con vari stakeholders. http://www.birmaniademocratica.org/document.aspx/it/dialogo_bilaterale_ue_birmania_/politica?lang=it Mon, 22 Jun 2015 08:07:35 GMT 6633a1e9148b40269776980b1fe8b827 Aung Sn Suu Kyi incontra il Presidente cinese Xi Liping Non si sa se il caso di Liu Xiaobo, Premio Nobel per la Pace cinese condannato a 11 anni di carcere sia stato affrontato. 2015-06-11T16:02:17.2830000+02:00 Nel corso di una visita a Pechino, con l’obiettivo di rafforzare i legami con il potente vicino del suo paese, la leader dell'opposizione birmana Aung San Suu Kyi ha incontrato il presidente cinese Xi Jinping. Secondo l’agenzia Xinhua News, il Presidente Xi ha detto a Suu Kyi di apprezzare ll'impegno ad aumentare i legami tra Cina e Birmania." Non si sa se Aung San Suu Kyi nel corso degli incontri abbia sollevato la questione del suo collega Premio Nobel per la Pace Liu Xiaobo condannato nel 2009 a 11 anni di carcere per sovversione pr aver promosso una petizione che chiedeva la fine del partito unico. Gli attivisti hanno chiesto alla leader birmana di sollevere questo caso, che oviamente imbarazza i leader cinesi. Nessun evento pubblico è in programma durante la visita di basso profilo che durerà cinque giorni. La Cina spera di utilizzare le riunioni in programma per puntellare la influenza in declino in Birmania a seguito delle riforme democratiche che hanno visto il paese del sud-est asiatico spostare la propria attenzione da Pechino verso nazioni occidentali, il Giappone e altri potenziali investitori. I cittadini birmani ora più liberi di protestare ed hanno bloccato la costruzione di una diga cinese altri progetti per le preoccupazioni ambientali,. Queste proteste sono anche spinte da una reazione contro la dominazione economica della Cina. La Cina considera la Birmania strategicamente importante perché rappresenta la porta di ingresso per l'Oceano Indiano e il Golfo del Bengala, e vuole garantirsi la gestione di oleodotti e gasdotti del paese del sud-est asiatico. Tuttavia, si sono registrate frizioni recenti tra i due paesi nel corso di scontri tra esercito e ribelli della Birmania lungo il confine tra i due paesi che ha causato la morte di cinque agricoltori cinesi e ha prodotto un flusso di rifugiati in Cina. Il miglioramento dei rapporti tra Suu Kyi e il governo autoritario cinese rappresenta una rottura stridente dai suoi anni come icona della democrazia agli arresti domiciliari per l'ex giunta birmana. Gruppi per i diritti umani l'hanno esortato a chiedere la liberazione dei compagni cinesi Premio Nobel per la Pace Liu Xiaobo, che è stato imprigionato per i suoi appelli per la democrazia. Dal suo rilascio nel 2010, Suu Kyi ha sostenuto, che il suo paese deve mantenere relazioni amichevoli con la Cina, e il viaggio dimostra la sua determinazione ad accumulare le credenziali diplomatiche per contestare potenzialmente la presidenza birmana, non importa quanto possa scontrarsi con l’immagine costruita in anni.. Il viaggio di Suu Kyi è ufficialmente un incontro tra i due partiti : il Partito comunista cinese e la Lega nazionale per la Democrazia (NLD), che dovrebbe avere un buon successo alle elezioni che si terranno entro la fine dell'anno. E ' previsto inoltre un incontro con il premier Li Keqiang, e rapporti cinesi non confermate prevedono che Aung San Suu Kyi visiterà anche il centro finanziario di Shanghai e la provincia dello Yunnan, che confina con la Birmania. http://www.birmaniademocratica.org/document.aspx/it/aung_sn_suu_kyi_incontra_il_presidente_cinese_xi_liping/politica?lang=it Thu, 11 Jun 2015 14:02:17 GMT 2ccd9ac77ebd4b119e78e05e0b4e4b4e La posizione dell’NLD sui boat people. Un importante appello per una rapida soluzione dell'emergenza dei boat people 2015-06-07T11:47:58.6570000+02:00 LEGA NAZIONALE PER LA DEMOCRAZIA. 1 GIUGNO 2015 La posizione dell’NLD sui boat people. Riferimento dichiarazione 01/06/2015 In una serie di occasioni nelle ultime settimane barconi carichi di “boat people” sono stati avvistati lungo le coste della birmania e di altri paesi ASEAN. Ci sono state molte sofferenze a causa della mancanza di cibo e delle pesanti condizioni di vita e, in molti casi per problemi sanitari. Alcune di queste persone hanno anche perso la vita. Si stima che il totale di questi boat people sui barconi che sono stati trovati siano di alcune decine di migliaia. Secondo le notizie stampa, la maggioranza sono provenienti dal Bangladesh e alcuni dalla Birmania. Bisogna far si, come priorità principale, che si garantisca al più presto p0ossibile la sicurezza di questi boat people e la risposta ai loro bisogni fondamentali. I problemi che stanno affrontando ora devono essere affrontati con l’assistenza della comunità internazionale I paesi di origine dei boat people devono essere verificati e controllati accuratamente. Si ritiene che la questione dei boat people sia collegata ai conflitti che si sono verificati tre anni fa nelle townships di Buthitaung e Maungdaw nello Stato Rakhine. Anche il problema del traffico di esseri umani deve essere affrontato con efficacia. Il traffico di esseri umani riguarda tutto il mondo e la comunità internazionale dovrebbe unirsi per contribuire alla sua soluzione. È essenziale individuare e assumere iniziative al più presto possibile contro quegli individui che gestiscono questi traffici. Se ci saranno ritardi nell’affrontare la questione il problema potrà solo aumentare. L’NLD e la Presidente del Partito ( Daw Aung San Suu Kyi), hanno dichiarato coerentemente che la risoluzione del conflitto nello Stato Rakhine dovrebbe basarsi sui principi dei diritti umani, della democrazia e dello stato di diritto e che bisognerebbe evitare parole e azioni provocatorie. L’NLD ha sempre sostenuto con forza e inequivocabilemente la politica della non violenza nella risoluzione delle difficoltà. Le situazioni devono essere valutate attentamente e gestite con attenzione con una prospettiva di lungo periodo. Ci sono stati molti interventi e dichiarazioni relativamente ai problemi dello Stato Rakhine, ma le parole non sono sufficienti. Bisogna sviluppare azioni efficaci e sensibili che tengano conto di tutti i punti di vista. In modo da risolvere il conflitto nello Stato Rakhine e da prevenire per il futuro l’emergenza dei boat people bisognerà: attuare lo stato di diritto. Garantire la sicurezza delle frontiere Sradicare la corruzione tra le autorità nelle zone di frontiera. Assicurare un rapido e pieno accesso all’assistenza umanitaria per le personeche ne hanno bisogno. amongst the authorities in the border areas. Ricollocare al più presto coloro che vivono nei campi per sfollati interni. Migliorare e sviluppare la situazione economica e il welfare dei residenti in quell’area. Affrontare la situazione della cittadinanza in modo equo, trasparente e al più presto possibile. Per sradicare il problema del traffico di esseri umani e assicurare una soluzione pacifica dei conflitti locali nello Stato Rakhine, dobbiamo lavorare con coraggio e in modo consistente verso gli obiettivi della pace, dell’armonia e dei diritti umani e dell’emergere dei valori democratici. Nel fare ciò, i governi regionali, le organizzazioni internazionali interessate e tutti gli attori nazionali devono collaborare. http://www.birmaniademocratica.org/document.aspx/it/la_posizione_dell_nld_sui_boat_people_/politica?lang=it Sun, 07 Jun 2015 09:47:58 GMT 29c3a63a0abe4d8c9566b2c09f133f97 Gli investimenti esteri in crescita in Birmania ulteriori previsioni di crescita soprattutto se si firmerà l'accordo bilaterale UE -Birmania 2015-05-24T08:31:04.1600000+02:00 Domenica 19 aprile, 2015 La Birmania ha fissato il modesto obiettivo di attrarre 6 miliardi di dollari in investimenti diretti esteri (IDE) nel corrente anno fiscale, con il forte ottimismo che l'obiettivo sarà superato, come l'anno precedente. "Questo è il nostro obiettivo iniziale," ha detto Aung Naing Oo, direttore generale della Direzione Investment and Company Amministrazione e segretario generale della Commissione per gli investimenti Myanmar (MIC),. "L'anno scorso, inizialmente, avevamo fissato il target a $ 4 miliardi. In seguito ci siamo riposizionati su 5 miliardi di dollari e abbiamo finito con 8,01 miliardi dollari", ha detto in un'intervista telefonica. Negli ultimi tre esercizi, gli IDE in Birmania hanno superato gli obiettivi. Nell'anno fiscale 2012-13, la Birmania si aspettava di ricevere $ 1 miliardo di investimenti diretti esteri, ma in realtà ha attirato 3,42 miliardi dollari. Nell'anno fiscale 2013-14, la quantità prevista era 3 miliardi, ma l'importo effettivo ricevuto è stato 4,11 miliardi dollari. In confronto, nell'anno fiscale 2009-10 IDE ammontava a soli $ 329.600.000. Gli investitori stranieri hanno individuato enormi opportunità non sfruttate in Birmania, che ha adottato la democrazia nel 2011, dopo essere stata governata dai militari per molti decenni. Gli investimenti esteri in Myanmar sono aumentati costantemente nel corso degli ultimi quattro anni, in quanto gli investitori stranieri hanno il permesso di affittare le aree di proprietà dello Stato, oltre alla proprietà privata, di trasferire la proprietà delle imprese agli stranieri sotto la guida del MIC e di trasferire denaro con meno restrizioni. Il MIC nel primo trimestre di quest'anno, ha consentito investimenti a 77 imprese locali e straniere in vari settori, tra cui petrolio e gas, produzione di beni commodity e ospitalità. Aung Naing Oo, ha detto che l'obiettivo degli IDE è stato fissato in linea con il piano ventennale del governo per la promozione degli IDE. "E 'difficile aumentare il target velocemente perché dobbiamo essere in linea con il piano generale. Ma da quando si è avuta l'apertura dell'economia, è stato molto facile raggiungere gli obiettivi e, a volte riceviamo più del doppio di quanto previsto. Siamo molto ottimisti circa quest'anno. Credo che sarà più facile ricevere di più ", ha detto. Secondo il capo del DICA, il settore manifatturiero potrebbe guidare la lista degli afflussi di IDE di quest'anno in Birmania seguito dai settori del petrolio e del gas e dei servizi. Si aspetta un forte aumento degli investimenti giapponesi, grazie allo sviluppo della Zona Economica Speciale Thilawa, mentre Singapore, Hong Kong e Cina sono suscettibili di mantenere i loro primi osti nella lista dei principali investitori. Prospettiva luminosa Aung Naing Oo, ha dichiarato che gli investimenti provenienti da paesi europei potrebbero probabilmente crescere l'anno prossimo se si firmerà entro la fine dell'anno l'accordo UE-Myanmar protezione degli investimenti. "Sono in corso fruttuose discussioni sull'accordo. Se riusciamo a firmare quest'anno, riceveremo un sacco di investimenti dell'Unione europea nel 2016. L'eventuale afflusso di investimenti dell'UE negli ultimi tre mesi dell'anno fiscale [gennaio-marzo] avrà un enorme impatto sui nostri dati relativi agli IDE, "ha detto. Sul lato Asean, ci si aspettava di ricevere maggiori investimenti dalla Malesia e dalla Tailandia. la recente apertura economica permetterà una crescita degli investitori thailandesi, che come strategia di investimento in uscita si concentra principalmente sulla Birmania e sulle Filippine. Nell'anno fiscale 2014-15, che si è chiuso il 31 marzo, la Birmania ha permesso a 211 imprese straniere di investire 8,01 miliardi dollari nel paese. Tra questi, 141 imprese investiranno nel settore manifatturiero, seguito da 26 nuovi operatori nel settore del petrolio e del gas, 8 nel settore dei trasporti e delle comunicazioni, 6 nel settore immobiliare, 5 ciascuno nel bestiame e rispettivamente la pesca, alberghi e turismo, 4 in agricoltura affari e uno ciascuno, nel settore minerario ed energia. Altri servizi hanno visto l’arrivo di 14 investitori. In termini di importi approvati, il settore del petrolio e del gas è il più grande, con 3,22 miliardi dollari, seguito da trasporti e comunicazioni (1,68 miliardi dollari) e manifatturiero (1,5 miliardi dollari). Il settore immobiliare ha ottenuto 780.750 mila dollari di nuovi investimenti e negli alberghi e settore del turismo ha ricevuto 357.950 milioni di dollari, leggermente più di quelli in altri servizi ($ 357.320.000). La Birmania ha inoltre approvato $ 40,11 milioni di investimenti per il solo nuovo arrivato nel settore energetico, 39.670 milioni di dollari in agricoltura, 26.860 milioni dollari nei settori dell’allevamento e la pesca, e 6,26 milioni dollari nel settore minerario. Lo scorso anno, ventisette paesi hanno avuto il via libera per fare affari nel paese. Singapore è in cima lista degli investitori stranieri con 43 nuovi operatori che hanno apportato capitale per 4,3 miliardi dollari, seguita dal Regno Unito (13 aziende che investono $ 850.760.000), Hong Kong (28 imprese, 625.560 milioni di dollari), la Cina (34 aziende, $ 516.900.000) e i Paesi Bassi (4 aziende, 302.410 milioni dollari). Tra i restanti paesi in elenco, i primi 10 investitori sono la Corea del Sud (24 attività, 299,59 dollari), India (6 imprese, $ 208.890.000), Vietnam (1 investimento, $ 175.400.000), Tailandia (11 imprese, 165.680 mila dollari), e il Canada ( 2 aziende, 153.920 mila dollari). Giappone è stato l’11 ° maggior investitore con 16 imprese investendo $ 85,740. A venticinque aziende di sette paesi europei - Regno Unito, Paesi Bassi, Svezia, Svizzera, Francia, Norvegia e Germania - è stato permesso l'ingresso in Birmania. Ma il loro totale approvato è stato solo 1,28 miliardi dollari. La legge sugli Investimenti Esteri è stata promulgata nel 1988, quando il paese ha iniziato ad adottare una politica economica orientata al mercato. La legge ha ottenuto una risposta positiva da parte degli investitori stranieri nei primi anni. Eppure, l'afflusso di IDE si è drasticamente ridotto durante 1997-2004. Nel 2005, un record storico è stato raggiunto con un investimento approvato di 6,03 miliardi dollari, grazie soprattutto agli investimenti della Tailandia nel settore energetico. Dal momento che gli investimenti esteri sono tornati nel paese, il settore energetico, che comprende petrolio e gas e di energia idroelettrica è stato il principale contributore alla crescita degli IDE e dovrebbe esserlo anche in futuro. A seguito dell'entrata in vigore della nuova legge sugli investimenti esteri nel 2012, l’afflusso degli IDE ripreso e il settore energetico è rimasto il magnete più importante. Dall'anno fiscale 1988-1989, le statistiche hanno dimostrato che il Myanmar ha approvato 895 aziende provenienti da 38 paesi per investimenti pari a 54,24 miliardi dollari. Di 12 settori nel loro radar, la generazione di energia elettrica, che copre il settore energia ha attratto l'investimento approvato di 19,32 miliardi dollari o 35.63 per cento degli investimenti diretti esteri aggregato al 31 marzo 2015. Questa è stata seguita dal settore petrolifero e del gas, che ha vinto l'investimento approvato 17,59 miliardi dollari o 32,44 per cento; produzione, 5,49 miliardi dollari o 10,12 per cento; trasporti e comunicazioni, 3,18 miliardi dollari o 5,87 per cento; e minerario 2,87 miliardi dollari o 5,29 %. Facilità di regolamenti Secondo il rapporto di valutazione Myanmar Investment Climate, pubblicato il mese scorso della Banca Mondiale, il tempo necessario per ottenere una licenza d'esercizio e i requisiti patrimoniali minimi molto elevati sono i maggiori vincoli per gli investitori stranieri. Il capitale versato richiesto è stato di $ 50.000 per le società di servizi, mentre per le società di infrastrutture e di produzione è stato di $ 150.000. Ciò è in netto contrasto con le economie a livello globale. Secondo i dati di Doing Business, 90 non hanno il requisito di capitale minimo versato,. Il rapporto ha anche sottolineato che circa il 69 % delle imprese ha dichiarato di aver chiesto la licenza di esercizio, un numero che è simile ad altri paesi. Tuttavia, le imprese medie devono aspettare 27 giorni per una licenza di esercizio in Birmania, mentre in Indonesia l'attesa è di 21 giorni, e soli 11 giorni nelle Filippine. Con 27 giorni di tempo per ottenere una licenza di esercizio in attesa, le imprese in Birmania devono affrontare l'attesa più lunga tra i paesi dell'ASEAN. Aung Naing Oo, tuttavia, ha insistito che la Birmania sta compiendo sforzi per creare un contesto imprenditoriale più di favore, allentando le restrizioni. Ha detto che il MIC sta riesaminando tutte le norme e i regolamenti e pubblicherà prossimamente un bando più attraente per gli investitori stranieri. Sulla licenza di esercizio, ha detto, "Non ci sarà più un lungo periodo di attesa. Ora diamo il rilascio delle licenze per tutti gli esercizi commerciali stranieri entro tre giorni." Ritmo di riforma Le questioni nazionali, vanno dal cessate il fuoco a livello nazionale, alle prime elezioni democratiche entro la fine dell'anno, così come le critiche sulle violazioni dei diritti umani. Gli investitori stranieri sono stati colpiti dagli sforzi che la Birmania ha compiuto per liberalizzare la sua economia. Tutti gli investitori stranieri, in particolare quelli provenienti da altri paesi dell'ASEAN che controllano quasi la metà dell'aggregato dei FDI, si aspettano che questo slancio per continuare. In un'intervista con il Straits Times a margine dell'ultimo Asean-Myanmar Forum, Sarasin Viraphol, executive vice-president di Charoen Pokphand Group, ha detto che la liberalizzazione economica della Birmania è così forte e attraente da poter essere fermata, nonostante l’ irto contesto politico. Il conglomerato del settore agro-business è presente in Birmania da quasi 20 anni ed è in fase di grande espansione. "Non importa quello che succede sul fronte politico o il fronte internazionale, possiamo solo vedere un ulteriore sviluppo per la società, le persone. Crediamo che sia il momento di accelerare", ha detto Sarasin. Riflettendo ciò la Birmania sta tentando di emanare una nuova legge sugli investimenti, potenzialmente il prossimo anno. Mentre prevede che il tasso di crescita economica dovrebbe superare l'8 per cento annuo nei prossimi anni, la Banca Asiatica di Sviluppo ha elogiato le riforme economiche in corso. Il programma di riforme strutturali del paese ha prodotto una forte crescita negli ultimi anni, che continuerà quest'anno, ha detto. Peter Brimble, specialista di ADB ha condiviso l'ottimismo degli investitori stranieri.“Ci auguriamo che l'impulso alle rif http://www.birmaniademocratica.org/document.aspx/it/gli_investimenti_esteri_in_crescita_in_birmania/politica?lang=it Sun, 24 May 2015 06:31:04 GMT 0536bd04b96540589cb0f0a242835f5b Il boicottaggio delle elezioni sono un'opzione, se la costituzione rimarrà invariata Aung San Suu Kyi non nega la possibilità che l'NLD possa boicottare le elezioni 2015-04-15T17:16:03.2800000+02:00 La leader dell’opposizione birmana Aung San Suu Kyi ha dichiarato che il boicottaggio delle prossime elezioni rappresentano un’”opzione” se la costituzione, scritta dai militare che le vieta di diventare presidente, rimarrà invariata. In una intervista la Premio Nobel ha dichiarato alla Reuters, che il suo partito è “pronto a governare” ma che il Presidente Thein Sein non è sincero per quanto riguarda le riforme e potrebbe cercare di posporre le elezioni. La leader birmana ha anche affermato che l’apprezzamento americano verso il governo semi civile birmano, che ha preso il potere nel 2011 dopo quasi 50 anni di brutale regime militare l’ha reso compiacente verso la riforma. Mentre era caustica con quello che lei ha chiamato il governo dalla linea dura di Thein Sein, Suu Kyi ha enfatizzato la necessità di una riconciliazione con i militari che l’hanno tenuta prigioniere per 15 anni fino al suo rilascio dagli arresti domiciliari nel 2010. “Non riteniamo che il boicottaggio delle elezioni sia la scelta migliore” ha dichiarato Suu Kyi, ma ci lasciamo aperta questa opzione. “ Sottolineando comunque l’importanza delle prossime elezioni generali ha affermato che sono “il vero test di quanto si sta andando verso la democrazia o meno”. Il partito della leader birmana aveva boicottato le elezioni del 2010 ampliamente ritenute manipolate, che avevano portato all’elezione di Thein Sein, un ex generale e membro della giunta. Il suo governo aveva lanciato una serie di riforme economiche e politiche e molte persone ritengono ora che il processo di riforma si sia arenato e che i militari, che hanno un potere immenso privo di verifiche , gettino un’ombra sulle votazioni. Suu Kyi ha affermato che durante la prima riunione nel 2011 Thein Sei è stato sincero sulle riforme ,ma ora non lo era più. “Perché se fosse sincero sulle riforme, allora saremmo molto più avanti di ora” ha detto parlando in una sala riunioni nel complesso del parlamento a Naypyitaw. E si è detta preoccupata del fatto che Thein Sein possa usare i negoziati di pace con i ribelli etnici come pretesto per rimandare le elezioni. Il cambiamento della costituzione dipende dal governo che lei ha ripetutamente descritto come “un regime” dalla linea dura. “non sono interessati a negoziare o ad emendare la costituzione o a prendere seriamente il volere del popolo è difficile dire che siano dei moderati. Suu Kyi ha anche messo in dubbio il sostegno americano al governo birmano , nella speranza di incoraggiare nuove riforme. “vorrei chiedere se in realtà li sta incoraggiando a fare di più o se li si rende più compiacenti” ha dichiarato. “ Gli Stati Uniti e i governi occidentali in generale sono troppo ottimisti e un certo scetticismo aiuterebbe tutti molto.” A novembre un funzionario americano aveva dichiarato prima della seconda visita di Obama nel paese che Washington aveva deciso di non fare presssioni per il cambiamento della costituzione birmana con l’obiettivo di mantenere l’influenza sul governo. Ma SuuKyi ha affermato che non si sente abbandonata dagli Stati Uniti e che li vi sono “buoni amici”. Una “necessità assoluta è la ricucitura delle relazioni con i militari. “non possiamo vere un paese diviso tra i militari e il resto del popolo”. Nel 2012 Suu Kyi aveva irritato molti sostenitori per aver detto che aveva “un debole” per l’esercito, che è stato fondato dal padre il generale Aung San, eroe dell’indipendenza. Ora rifiuta la critica di essere manovrata dai generali birmani. “ abbiamo sempre saputo che loro non cederanno i loro privilegi tanto facilmente, Vi è un tempo in cui dobbiamo difendere in nostri principi e un tempo in cui uno dei principi dovrebbe essere la riconciliazione nazionale piuttosto che guardare al passato”. Suu Kyi ha anche rifiutato le accuse di non aver parlato a favore dei mussulmani Rohingya, un popolo senza stato che vive in condizioni pessime nella parte occidentale della Birmania,, dopo scontri con la maggioranza buddhista nel 2012. “ quando ho parlato di stato di diritto e del fatto che abbiamo condannato tutte le forme di violenza, nessuno era interessato, “ ha detto. “questo non faceva notizia”. http://www.birmaniademocratica.org/document.aspx/it/il_boicottaggio_delle_elezioni_sono_un_opzione_se_la_costituzione_rimarra_invariata/politica?lang=it Wed, 15 Apr 2015 15:16:03 GMT 4963873ac5df42bf9377a8f874f331c5 Presentato il disegno di legge per la modifica della costituzione approvato dal Comitato specifico prevede anche la modifica della sezione 59(f) sulla elezione del Presidente della repubblica 2015-01-19T10:41:54.2170000+01:00 Pronto il disegno di legge sui cambiamenti costituzionali Aye Mauk, segretario del Comitato per l’attuazione degli emendamenti costituzionali ha dichiarato che disegno di legge per l' emendamento della costituzione del 2008, sarà presentato in parlamento, dopo che il Comitato ha ricevuto il consenso del 20% dei parlamentari . la Costituzione prevede che “se il 20% dei parlamentari presenta un disegno di legge per emendare la Costituione, tale disegno di legge verrà preso in consideraizone dal pParlamento dell’Unione.” Aye Mauk ha dichiarato: “sono stati fatti sforzi per presentre tale disegno di legge. La proposta sarà presentata nel corso della sessione parlamentare che si apre ora. I cambiamenti costituzionali saranno attuati nei tempi previsti. Il nostro comitato ha riferito di ciò alla delegazione ONU”. La petizione è stata promossa dal partito di governo, USDP, e tutti i parlamentari che l’hanno sottoscritta fanno parte di quel partito, ha aggiunto. La 12° sessione parlamentare si riunisce dal 19 gennaio e sarà il Portavoce del Parlamento Thura Shwe Mann a fissare la data per l’effettuazione del referendum, che dovrebbe tenersi a maggio di quest’anno. Il parlamentare dell’USDP Thura Aye Myint ha presentato una richiesta di emendamento della costituzione a marzo 2013. Il Comitato per la attuazione degli emendamenti alla Costituzione ha presentato un rapporto ad ottobre 2014, suggerendo che vengano emendate 210 sezioni, compresa quella 59(f) sulle 457 sezioni della costituzione. http://www.birmaniademocratica.org/document.aspx/it/presentato_il_disegno_di_legge_per_la_modifica_della_costituzione/politica?lang=it Mon, 19 Jan 2015 09:41:54 GMT f06820bdbecf428d8207ac24d337aba0 Gravissimi insulti del monaco nazionalista U Wirathu nei confronti della rappresentante ONU per i diritti umani alcune centinaia di monaci estremisti a Rangoon contro il riconoscimento dei diritti dei Rohingya e contro la posizione ONU 2015-01-19T08:52:16.6670000+01:00 Un gruppo di circa 500 monaci e laici guidati dal monaco oltranzista Wirathu e da Parmaukkha hanno marciato dalla Pgoda di Kyay Thon vicino alla Pagoda di Shwedagon alla township di Tamwe vicino al centro storico portando cartelli con scritto.: “ le decisioni ONU provocano problemi in Birmania e noi siamo contro”. Tra i manifestanti vi erano membri della Reta Nazionale Arakan, che ha condannato la richiesta ONU per il riconoscimento ai rappresentanti della cittadinanza alla comunità Rohingya nati nel paese. La manifestazione è stata organizzata in coincidenza con la conclusione della seconda visita nel paese di 10 giorni della rappresentante ONU Yanghee Lee. “ i diritti mani fondamentali non sono gerarchici, non c’è alcuna condizionalità ne uno sia sovrapposto ad un altro. Sono inalienabili” ha dichiarato la rappresentante ONU. “ voglio assicurare che in tutti i miei incontri con gli interlocutori governativi uso il termine Rohingya. I diritti dei Rohingya devono essere protetti, promossi e garantiti” ”A dicembre scorso l’Assemblea Generale ONU ha approvato una risoluzione non vincolate, scritta dalla UE, che chiedeva a Naypyidaw di estendere il diritto di cittadinanza ai Rohingya e di rimuovere le restrizioni di movimento imposte sulle popolazioni di questa etnia. La risoluzione chiedeva inoltre di indagare sugli abusi nei confronti dei diritti registrati nello Stato Arakan, di prevedere un equo accesso ai servizi essenziali e di garantire la riconciliazione tra le comunità buddhiste e mussulmane della regione. In un intervento durante la manifestazione nello stadio di Kyeikkasan nella township di Tamwe, il controverso monaco nazionalista Wiratu ha insultato la relatrice speciale ONU per i diritti umani in Birmania, Yanghee Lee, chiamandola “puttana” per i suoi presunti pregiudizi nei confronti della minoranza mussulmana Rohingya. “Abbiamo reso pubblica la nostra legge sulla protezione della razza, ma senza neanche averla studiata, questa cagna [in birmano: kaungma], continua a lamentarsi di come la legge violi i diritti umani. “ ha gridato di fronte a centinaia di sostenitori. http://www.birmaniademocratica.org/document.aspx/it/il_monaco_nazionalista_u_wirathu_insulta_pesantemente_la_rappresentante_onu_per_i_diritti_umani/politica?lang=it Mon, 19 Jan 2015 07:52:16 GMT ed4da3f514874bb4bc6932b23b985fd5 L'NLD ammette di non poter vincere la battaglia per il cambiamento della costituzione Aung San Suu Kyi non potrà candidarsi alla presidenza della repubblica 2014-11-19T23:40:52.5300000+01:00 La Lega Nazionale per la Democrazia ha ammesso che non potrà vincere la sua battaglia per la modifica della costituzione che impedisce Daw Aung San Suu Kyi di candidarsi alla presidenza della repubblica. U Nyan Win, portavoce dell’NLD ha dichiarato che il veto dei militari in parlamento comporta l’impossibilità per l’NLD di far vincere gli sforzi per modificare la costituzione nel corso del dibattito nella legislatura corrente. I potenti rappresentanti del potente esercito presenti in parlamento si sono schierati durante il dibattito esprimendo la loro opposizione a sostanziali cambiamenti. “secondo un calcolo matematico non potremo vincere (la battaglia per la modifica dei punti chiave della costituzione)” ha dichiarato all’AFP elencando sia la clausola che impedisce ad Aung San Suu Kyi di diventare presidente che quella che garantisce ai militari l’ultima parola sugli emendamenti. “Quindi perché stiamo facendo pressioni? Perché crediamo nella democrazia” ha aggiunto. “i parlamentari sceglieranno un nuovo presidente dopo le elezioni generali del novembre 2015. Ma Aung San Suu Kyi non può candidarsi alla carica più importante a causa della sezione 59f della costituzione che impedisce di candidarsi a tutti coloro che hanno un marito o un figlio straniero. E suo marito e i suoi figli sono inglesi. Il portavoce del parlamento Thura U Shwe Mann il 18 novembre aveva dichiarato che a maggio 2015 si dovrebbe tenere un referendum sugli emendamenti approvati dal parlamento a conclusione di un dibattito infuocato in atto a NayPyi Taw. e ha aggiunto che sarà impossibile attuare alcuna modifica costituzionale sino a dopo le prossime elezioni viste come un test sulla transizione del paese, iniziato con l’uscita dalla dittatura militare nel 2011. Alcuni osservatori hanno dichiarato che i militari sono molto riluttanti ad allentare la propria presa, nonostante una recente riunione senza precedenti tra il capo delle forze armate, Aung San Suu Kyi, il presidente ed altre personalità politiche. Un esperto di Birmania Renaiud Egreteau ha affermato che i militari considerano il mantenimento della costituzione come il loro compito principale nella politica dello stato. © 1994-2014 Agence France-Presse http://www.birmaniademocratica.org/document.aspx/it/l_nld_ammette_di_non_poter_vincere_la_battaglia_per_il_cambiamento_della_costituzione/politica?lang=it Wed, 19 Nov 2014 22:40:52 GMT 36a120a0ef0d4fc98e0a3ec4e8fb9cc4 Firmato un controverso emendamento alla legge elettorale Con la sua approvazione i residenti temporanei non potranno costituire partiti 2014-10-08T13:35:34.1200000+02:00 Un controverso emendamento relative alla legge elettorale che vieterà ai cosiddetti “cittadini temporanei” la formazione o l’iscrizione a partiti politici. Il disegno di legge di modifica della legge di registrazione dei partiti politici è stato inviato al Gabinetto del Presidente il 26 settembre, dopo essere stato approvato da entrambi I rami del parlamento, ha dichiarato U Soe Myint, vice direttore generale dell’ufficio dell’Hluttaw a Nay Pyi Taw. Mentre il disegno di legge si applica a tutte le parti e le comunità religiose ed etniche del paese, è a tutti gli effetti parte di una battaglia più ampia sui diritti politici dei mussulmani nello Stato Rakhine, che si identificano con I Rohingya, ma sono ufficialmente considerati bengalesi. La prima proposta presentata nel 2013 da tre rappresentanti del Partito Nazionale Rakhine aveva lo scopo di revocare il diritto di voto e di organizzazione politica di cui godono tutti coloro che sono in possesso di documenti di identificazione temporanea, molto comuni nel nord dello Stato Kakhine, dove centinaia di migliaia di mussulmani sono stati forniti di schede bianche in sostituzione delle Citizen Scrutiny Cards Secondo la precedente versione della legge di registrazione dei partiti politici, a tutti i cittadini e "titolari di certificati temporanei" potevano fare domanda per costituire un partito politico, purché al momento della domanda avessero 15 membri Con la nuova legge, il partito avrà 90 giorni di tempo per iscrivere almeno 500 membri ammissibili se prevede di partecipare solo alle elezioni regionali, o 1000 membri per partecipare alle elezioni nazionali. Gli attivisti Rohingya e i parlamentari hanno dichiarato al Myanmar Times che la nuova legge rappresenta un tentativo di cancellare la rappresentanza politica delle loro comunità.. U Khin Maung Myint, membro di spicco del Partito Democratico Nazionale per lo Sviluppo - uno dei tre partiti politici registrati con una leadership che si identifica in quanto Rohingya - ha sottolineato come l'emendamento "faccia deragliare" ogni possibilità di riconciliazione tra musulmani dello Stato e buddisti. "Il Parlamento ha il potere di approvare questa legge, ma dovrà fare i conti con le conseguenze", ha detto. ammissibili. http://www.birmaniademocratica.org/document.aspx/it/firmato_un_controverso_emendamento_alla_legge_elettorale/politica?lang=it Wed, 08 Oct 2014 11:35:34 GMT 55f2cdb579ca4c88bc4e260541d0c457 Il Parlamento boccia la richiesta di emendamento della legge sui sergreti nazionali La legge coloniale, usata a luglio per condannare a 10 anni di carcere duro 5 giornalisti, dopo la pubblicazione di un rapporto sulla fabbricazione di armi chimiche 2014-10-01T09:12:21.7370000+02:00 Il Parlamento boccia la richiesta di emendamento la legge sui segreti ufficiali Una mozione per emendare la legge sui Segreti ufficiali della Birmania non è riuscita ad ottenere il sostegno per la sua approvazione in Parlamento il 25 settembre, ma il portavoce della Camera Thura Mann Shwe ha dichiarato che vi potrebbe essere un altro modo per modificare la legge dell’era coloniale che fu scritta in inglese. Potrebbe essere possibile emendare, rivedere o emendare la legge una volta che verrà ufficialemnte tradotta in lingua birmana, ha dichiarato aggiungendo che richiederà che ciò venga fatto rapidamente. I parlamentari potranno valutare la traduzione e il comitato affari legali e giudiziari potrà rivederla e sottoporrla al parlamento per la sua approvazione. Ha sottolineato Thura Mann Shwe. “dobbiamo anche considerare se dovremo o meno approvare delle leggi suppletive o delle dichiarazioni per rendere la legge più puntuale” ha aggiunto. La legge è stata utilizzata per condannare il 10 luglio quattro giornalisti, tutti ventenni, e il direttore del Unity Journal a 10 anni di carcere con l’aggiunta del lavoro forzato. Ciò a seguito di una denuncia presentata dall’Ufficio del Presidente in relazione ad un rapporto del giornale che ora è stato chiuso. Il rapporto denuncciava la produzione di armi chimiche in una fabbrica militare nella Township di Pauk nella regione di Magway. Alla fine del mese scorso I legali dei cinque condannati hanno presentato un appello alla sentenza presso la corte di Magwe, e hanno dichiarato che “I dittatori pensano che I giornalisti dovrebbero scrivere tutto quello che vuole il governo. Questa posizione non ha alcun spazion in una società progressista.” La richiesta di emendare la legge è stata presentata Thein Nyunt, parlamentare della Lega della Democrazia che rappresenta l’area della Township di Thingangyun a Yangon. Il suo emendamento che punta a evitare che il governo arresti I giornalisti a fronte di rapport che criticano I funzionari, ha dichiarato al giornale Eleven lo scorso anno. Il parlamentare ha sottolineato che la legge del 1923 non risponde alla situazione politica e sociale e neanche alla Costituzione del 2008, che prevede che la lingua ufficiale sia il birmano e garantisce ai cittadini birmani che gli inglesi non prevedevano. La legge viola anche la legge sui media. Il vice ministro degli interni Brigadiere Generale Kyaw Kyaw Tun ha dichiarato che la legge non dovrebbe essere modificata perchè deve proteggere la sicurezza dello stato soprattutto in questo momento, un punto di vista condiviso dalla maggiorparte dei parlamentare dell’ Union Solidarity and Development Party. Thein Nyunt ha aggiuònto che I cittadini hanno diritto a raccogliere le diverse informazioni. “quando ho letto la legge ho visto che vi sono alcune sezioni che devono essere emendate. La prima cosa è che questa è scritta in inglese e la gente commune non la può capire. Quando I giudici emettono una sentenza devono far riferimento alla legge nella sua versione in birmano” e le differenze tra le due versioni sono particolarmente problematiche in particolare sul punto che riguarda il diritto di riferire e raccogliere le notizie. Thein Nyunt ha fatto riferimento alle sezioni della costituzione e alla legge sui media nella sua richiesta di modifica, in modo che nessuna di queste venga violata. http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=136d5fb8fc3b4634b37d4dcd66543d33&docid=55f2cdb579ca4c88bc4e260541d0c457 Wed, 01 Oct 2014 07:12:21 GMT 69eab37a965040bb8b814b02b1e2ab33 Costituzione di un sistema federale e modifica della costituzione sono obiettivi chiave afferma l’NLD l'NLD rischia di trovarsi in un vicolo cieco per l'indisponibilità di esercito e maggioranza a modificare la costituzione per renderla democratica. 2014-10-01T08:34:43.2300000+02:00 ElevenMyanmar La Lega Nazionale per la Democrazia ha dichiarato che oggi vi sono due compiti per aiutare la costruzione di una unione federale insieme ai gruppi etnici e l’emendamento della costituzione del 2008 Un comunicato pubblicato nel corso della cerimonia per ricordare il 26° anniversario della fondazione dell’NLD, tenutasi nella sede del partito nella Township di Bahan. Poichè la Presidente Aung San Suu Kyi e alcuni rappresentanti hanno dovuto partecipare alla 11° sessione del Parlamento a Nay Pyi Taw, l’evento è stato presieduto da Tin Oo.alla cerimonia l’NLD ha dichiarato che vi sono due impegni da raggiungere. Il primo è quello di introdurre un sistema federale insieme ai gruppi etnici e il secondo è quello di emendare la costituzine del 2008. C’è un legame concreto tra le questioni delle nazionalità etniche e la democrazia e il legame dovrebbe essere la base del contesto per il raggiungimento del cessate il fuoco nazionale, sottolinea la dichiarazione. La riforma del sistema elettorale è stata uno sforzo inappropriato da parte di alcuni partiti preoccupati dael sostegno futuro da parte dei cittadini mentre l’emendamento della costituzioneè ciò che tutti i cittadini ragionevoli si aspettano e desiderano, afferma il comunicato. Tin Oo, il promotore del partito, ha dichiarato che anche se la Presidente dell’NLD, Daw Aung San Suu Kyi ha chiesto un incontro delle parti per discutere gli emendamenti alla Costituzione del 2008 i soggettiinteressati nessun soggetto interpellato ha preso in considerazione questo invito. Per questo è stata effettuata una forte azione per illustrare la volontà del popolo e circa 5 milioni di persone hanno firmato una petizione per chiedere di emendare la costituzione sulla base delle richieste popolari. Questo è considerato un atto rilevante e rispettoso e se le autorità non prendono in seria considerazione queste richieste la leadership del partito dovrà assumenre gradualmente le misure più efficaci per ottenere il cambiamento costituzionale, in accordo con le regole democratiche.” “Inoltre bisognerebbe rispondere con grande attenzione nel caso in cui le autorità sostituissero gli emendamenti costituzionali con un nuovo sistema elettorale e pensassero che la rappresentanza proporzionale sia il modo per scegliere nelle elezioni democratiche, i capi del partito e altri partiti politici etnici si oppongono a questo sistema di public relations” ha dichiarato. “Secondo la Costituzione del 2008, il 25% dei parlamentari deve essere nominato dai militari e fino a quando la Carta, che produce un parlamento influenzato dai militari, non verrà emendata in modo democratico, sarebbe messa in dubbio la correttezza e la pulizia delle prossime elezioni” ha continuato Tin Oo. Allo stesso modo compiti come l’effettuazione di incontri di tutte le quattro parti, la richiesta di un cessate il fuoco, la attuazione della pace a livello nazionale, la formazione di un vero sistema federale e la definizione di una costituzione democratica potrebbero essere attuate solo quando i leader dei partiti rispetteranno il volere della gente. Alla cerimonia per la celebrazione della fondazione dell’NLD hanno partecipato rappresentanti dei partiti politici, ambasciatori e membri del partito provenienti da varie townships. Il gruppo Panyelann (sentiero dei fiori) si è esibito nel corso della cerimonia. http://www.birmaniademocratica.org/document.aspx/it/costituzione_di_un_sistema_federale_e_modifica_della_costituzione_sono_obiettivi_chiave_afferma_l_nld/politica?lang=it Wed, 01 Oct 2014 06:34:43 GMT 6c8564053c6a4450a2d3555597e069a8 I partiti discutono le linee di fondo del dialogo politico 54 partiti hanno discusso le linee del dialogo politico in assenza del partito di governo UNDP e di quello dell'opposizione NLD 2014-09-15T08:31:12.2370000+02:00 Oltre 50 partiti politici hanno effettuato colloqui preliminari su un unico testo quadro per il dialogo da discutere dopo la firma dell’accordo di cessate il fuoco. I colloqui tenutisi presso il Green Hill Hotel di Yangon nel corso del weekend sono stati organizzati dalla Federazione delle Associazioni delle nazionalità, (NBF). 54 partiti hanno preso parte all’incontro, ma il partito di governo Union Solidarity and Development Party (USDP), il partito di opposizione National League for Democracy (NLD) e altri partiti, membri dell’alleanza Unita delle Nazionalità (UNA), non hanno partecipato. Sai Aik Paung, del Partito Democratico delle Nazionalità Shan ha dichiarato: “ stiamo negoziando i comportamenti ed i principi per un quadro politico e di pace e tutti i partiti etnici hanno bisogno di avere lo stesso atteggiamento e opinione. Non pensiamo che la pace possa essere costruita dall’ UPWC (Union Peace-making Work Committee) e l’NCCT (National Ceasefire Coordination Team). Dobbiamo lavorare tutti insieme per assicurare che l’intera Unione sia pacificata. Questo è il motivo per il quale abbiamo organizzato questo evento. Ciascun partito ha espresso la sua opinione sul processo di pace e il primo giorno è stato concordato un testo per un quadro per il dialogo politico. Il Dr Aye Maung del Rakhine National Party ha sostenuto: “ci sono così tanti partiti politici. con sole 17 persone si può formare un partito politico e non si può dire che un partito politico rappresenti un gruppo o una comunità etnica.” Anche se l’NBF ha organizzato l’evento, non ha discusso il testo per il dialogo politico ma ha solo verificato le posizioni dei partititi politici. Il Dr. Aye Maung ha proseguito: “ l’NBF dovrebbe definire la sua posizione sul dialogo politico. Se lo facesse le scelte dei partiti politici sarebbero più veloci. L’NBF è un gruppo molto forte. Dodici partiti legati all’NLD stanno definendo separatamente i contenuti del dialogo politico. Ritengo che la linea del governo sia quella di prendere tempo”. Il governo e i gruppi etnici stanno delineando le linee ed i principi per il dialogo politico da discutere dopo il processo sul cessate il fuoco. Anche la a Federal Democracy Alliance (FDA) e l’ UNA stanno scrivendo le loro posizioni. http://www.birmaniademocratica.org/document.aspx/it/i_partiti_discutono_le_linee_di_fondo_del_dialogo_politico/politica?lang=it Mon, 15 Sep 2014 06:31:12 GMT 7fdef670bde949859396907ddbf0d756 La mancanza di lavoro e sicurezza oltre alla istabilità sono all'origine dell’esodo, ha dichiarato Aung San Suu Kyi. la disoccupazione, i bassi salari e l'insicurezza politica alla base della emigrazione e fuga in altri paesi 2014-09-15T08:19:18.2070000+02:00 La mancanza di lavoro e sicurezza oltre alla istabbilità politica stanno causando ancora la fuga delle persone dal paese, ha dichiarato venerdì ai giornalisti Aung San Suu Kyi, presidente della lega Nazionale per la Democrazia durante una pausa della 11° sessione del Parlamento. “Per farla breve, non c’è sufficiente lavoro in questo paese; nessuna sicurezza ne stabilità politica. Queste questioni aumentano il problema dei migranti e rifugiati(che vanno in altri paesi). Non possiamo aspettarci di superare questi problemi dal giorno alla notte. Neanche il governo può risolverli da solo. L’intero paese dovrebbe e dovrebbe avere il diritto a prendere parte a questo processo!” ha dichiarato la Lady. Durante la sessione i funzionari dei ministeri del lavoro, degli interni e degli esteri hanno discusso il problema dei migranti e dei rifugiati che sono rifugiati nei campi in Thailandia. Il vice ministro del lavoro Htin Aung ha dichiarato che dal 2011 ad oggi le agenzie per l’impiego hanno fornito 1.2 milioni di opportunità del lavoro. “ stiamo cercando di dare opportunità di lavoro ai migranti quando rientrano”. Ha dichiarato durante la sessione. Alcuni parlamentari hanno dichiarato che i rimedi dei ministeri per contrastare l’esodo della gente verso altri paesi è stato flebile. La parlamentare Nann War Nu ha dichiarato: “scommetto che ci siano molti che vorrebbero tornare nel loropaese, ma il paese è pronto ad avere cura di loro? Hanno un reddito in un paese straniero che è il doppio di quanto la gente è pagata nel nostro. Come può il nostro governo cercare di fornire loro un lavoro ben retribuito? “ ha continuato” specie la maggior parte deirifugiati che sono fuggiti all’estero visto che il loro paese non poteva garantire loro la sicurezza e la stabilità.” Un altro parlamentare Than Oo ha aggiunto: “oltre ai connazionali che vivono nei campi rifugiati all’estero, in quei paesi ce ne sono altri che si identificano come birmani e la percentuale ‘ del 50%. Se dovessimo far tornare i nostri connazionali dovremmo valutarli attentamente.” http://www.birmaniademocratica.org/document.aspx/it/la_mancanza_di_lavoro_e_sicurezza_oltre_alla_istabilita_sono_all_origine_dell_esodo_ha_dichiarato_aung_san_suu_kyi_/politica?lang=it Mon, 15 Sep 2014 06:19:18 GMT 7d1b32d59092478b9bb4fbdbdab7deb8 Decifrare il Processo di pace nel Myanmar. Una guida di riferimento 2014 Il quadro puntuale dello stato dei negoziati. Tabelle, immagini sui protagonisti, luoghi, conflitti, oppio, tensioni religiose, gruppi etnici armati. esercito 2014-09-14T09:32:23.7170000+02:00 Nel 2013, il processo di pace ha avuto un andamento altalenante e in alcune aree del paese i conflitti rimangono aperti, anche se sono registrati sviluppi nei dialoghi per la pace. L’impegno alla pace da entrambe le parti e la volontà di accettare i compromessi con l’ammorbidimento delle richieste, ha garantito l’avanzamento dei negoziati e il completamento, quasi definitivo, di un testo di accordo per il cessate il fuoco. Dopo due anni di dialoghi cominciati all’inizio dell’insediamento del nuovo governo, la strategia negoziale ha avuto una maturazione da entrambi i lati, che hanno deciso di iniziare i colloqui a partire dai punti condivisi prima di affrontare questioni più sensibili connesse agli affari politici e militari. La storica conferenza tenutasi agli inizi di novembre a Laiza che ha riunito tutti i gruppi armati (Non State Actor Groups NSAG) per discutere una bozza governativa, ha rappresentato una svolta nel rafforzamento delle posizioni negoziali dei gruppi etnici armati. Il Nationwide Ceasefire Coordination Team (NCCT) è stato creato come gruppo negoziale per la gestione di tutti i negoziati per conto dell’NCA con il team del governo. Invece dei piani governativi iniziali di negoziare il cessate il fuoco singolarmente per ogni gruppo, si è scelto di lavorare per la firma di un unico testo tra tutti i gruppi. Per superare le resistenze da parte di molti gruppi a firmare il cessate il fuoco prima del completamento del dialogo politico i rappresentanti dei gruppi etnici hanno accettato una bozza governativa che include l’agenda dei colloqui politici con l’NCA. Ciò aiuta a garantire la continuazione dei negoziati verso la desiderata autodeterminazione dopo la firma. La risposta positiva presentata alla seconda conferenza a Law Khee Lar (20-25 January 2014) la creazione di un comitato congiunto governo NSAG di elaborazione della bozza di cessate il fuoco e le frequenti riunioni con i rappresentanti del governo segnalano che le due parti si stanno avvicinando alla firma di un accordo nazionale di cessate il fuoco, anche se l’avvicinarsi dell’accordo comporta il continuo rimandare la data della firma. I i punti per il reintegro dei gruppi armati e l’assistenza alle comunità colpite dal conflitto, definiti con l’accordo a livello nazionale e statale della fine del 2011, hanno fatto giù dei passi in avanti sostenendo l’insieme del movimento per la pace, come la legalizzazione dei gruppi armati, la costruzione della fiducia, i diritti delle nazionalità etniche e la ricollocazione. L’assistenza da parte della comunità internazionale ha giocato un ruolo cruciale a sostegno della attuazione di questi ”dividendi di pace ma deve evitare che si ignorino le questioni politiche chiave che continuano a guidare il conflitto. I miglioramenti nella vita quotidiana registrati nelle comunità che hanno vissuto il conflitto è un chiaro segno dei miglioramenti realizzati. Ma se non si risolveranno le questioni politiche connesse con l’autodeterminazione molti rimarranno scettici per quanto riguarda la sincerità del governo e temono il ritorno al conflitto. Nonostante i grandi sviluppi sul fronte dei negoziati di pace, il persistente ed elevato livello di conflitto negli Stati Shan e Kachin sono causa di preoccupazione. I rapporti dei gruppi armati non statali indicano che la continuazione delle politiche aggressive dell’esercito del Myanmar con l’obiettivo spazzarli via produce il mantenimento della sfiducia sia verso il governo che verso l’insieme del processo di pace. La violenza comunale che è iniziata nella parte occidentale dello stato Rakhine nel 2012 si è diffuso in tutto il paese e, come dimostrato dalla crescente popolarità del ha causato una rapida crescita del radicalismo religioso, come dimostrato dall’aumento della popolarità del movimento buddhista 969. La violenza in corso legata al conflitto etnico e comunale ha prodotto solo nuovi rifugiati interni e ha impedito il ritorno di quelli già esistenti ma minaccia di rallentare o di cancellare le riforme positive fatte nel paese. L’aumento della produzione di oppio e del suo commercio è un altro dei risultati contraddittori del processo di pace. Molto deve essere ancora fatto per capire e affrontare alla radice le cause politiche che alimentano questi conflitti. Con l’aumento della integrazione nella comunità internazionale attraverso la presidenza dell’ASEAN nel 2014 il Myanmar è sempre più entusiasta nella volontà di superare i danni provocati da decadi di lunghi conflitti e adeguarsi agli standard internazionali. http://www.birmaniademocratica.org/document.aspx/it/decifrare_il_processo_di_pace_nel_myanmar_una_guida_di_riferimento_2014/politica?lang=it Sun, 14 Sep 2014 07:32:23 GMT f6cda36297da418d99037135a2fddb23 Approvata la circolare della Myanmar Industrial Commission sui settori che devono sottostare a restrizioni 2014-09-11T10:53:55.8300000+02:00 La MIC ha recentemente approvato tre circolari riguardanti importanti aspetti connessi agli investimenti esteri: la circolare 49/2014 che indica i settori chiusi o parzialmente aperti agli investimenti esteri. La Circolare 50/2014 che indica in quali settori gli investimenti devono effettuare un Rapporto di valutazione di impatto ambientale, con relativa notifica e la Circolare 51/2014 che indica quai investimenti non usufruiscono di esenzioni dalla tassazione commerciale e doganale . La Circolare 49 del 14 agosto 2014. sostituisce la Circolare 1/2013: Classifica dei tipi di attività economiche e diverrà uno dei documenti che gli investitori dovranno consultare preventivamente in modo da verificare se l'investimento è soggetto ad autorizzazione regolamentare. Nonostante si debba riconoscere che la MIC ha ridotto in modo considerevole la lista, non si deve sopravvalutare l'importanza di tali decisioni perchè, sulla base della vecchia regolamentazione, vi è molta differenza tra quanto si dice di poter fare e la realtà. alcuni investitori in pratica si sono trovati nella situazione in cui i ministeri hanno rifiutato di appoggiare investimenti che in pratica erano considerati approvabili secondo la circolare. http://www.birmaniademocratica.org/document.aspx/it/approvata_la_circolare_della_myanmar_industrial_commission_sui_settori_che_devono_sottostare_a_restrizioni/politica?lang=it Thu, 11 Sep 2014 08:53:55 GMT 49e99cefb39e4dd08f63e6795b4d3cf5 Che la sfida cominci la telefonia mobile ad una svolta in Birmania. 2014-09-08T09:12:10.2370000+02:00 Che il gioco cominci Per la prima volta nella storia della Birmania, la concorrenza per la conquista di decine di milioni di consumatori in un mercato della telefonia mobile ancora tutto da conquistare, sta crescendo. Questa settimana, dopo che lo scoro mese, l’Ooredoo, prima azienda di telecomunicazioni straniera a lanciare la rete telefonica mobile nel paese, l’operatore di telefonia sostenuto dal governo che ha monopolizzato il settore delle telecomunicazioni nei lunghi anni di dittatura militare, ha messo in vendita le carte SIM a basso costo. lunghe file di persone si sono formate fuori dai negozi autorizzati di Rangoon dopo che questi hanno messo in vendita le SIM card 3G per sole 1.500 kyats (circa 1,5 Euro). “Ho atteso in fila per due giorni ma ora i negozi hanno esaurito le scorte” ha dichiarato Mying Win di 41 anni della Township di North Okkalapa, aggiungendo che tenterà di nuovo più avanti e che finalmente non dovrà attendere di vincere la lotteria che fino a poco fa l’MPT organizzava per distribuire un numero limitato di SIM a poco prezzo. Durante il monopolio dell’MPT nel corso della dittatura militare, sono state vendute carte SIM a 5 milioni di Kyats ($5,000). E dopo l’inizio del governo semi-civile nel 2011, quando l’MPT ha lanciato le lotterie mensili i prezzi sono crollati scendendo a 1.500 Kyats. “Da questo mese non ci saranno più lotterie pubbliche” ha dichiarato Kyaw Soe che dirige il centro di formazione dell’MPT. La vendita di SIM a basso costo si è resa possibile dopo che le imprese di telecomunicazioni birmane si sono alleate con due imprese giapponesi la KDDI e la Sumitomo, che investiranno 2 miliardi di $ nei prossimi 10 anni per ampliare i servizi dell’MPT che sta programmando di vendere questo mese oltre 700.000 SIM e 5 milioni entro la fine dell’anno. L’enorme domanda di SIM avviene in una fase in cui molti a Rangoon sono scontenti dei costi relativamente alti e della scarsa copertura della rete di internet dell’Oredoo. L’Oredoo è una delle due aziende di telefonia straniera che ha una licenza di fornitura dei servizi mobili in Birmania e che ha lanciato a metà agosto la sua carta SIM a 1.500 kyats, vendendone già ora 1 milione. Ma la gente è stupita dei costi di utilizzo delle SIM di Oredoo visto che i costi operativi sono estremamente alti anche per l’accsso ad internet. Pyi Soe Htun, direttore del negozio di telefonia mobile Lu Gyi Min di Rangoon, ha affermato che subito dopo il lancio, la domanda estremamente alta di SIM Oredoo,, deriva dal fatto che le aspettative della gente erano molto elevate. Tutti si sono affrettati a comprarle, ma dopo aver verificato il basso livello di copertura e a seguito dell’iniziativa di MPT, hanno perso il loro interesse. Il suo negozio ha ricevuto dall’MPT 6.500 SIM che ha venduto in tutte le sue 25 filiali, in un giorno solo. “I consumatori birmani valutano innanzi tutto il prezzo, visto che hanno familiarità con le carte a tempo per Internet e non amano pagare in base al volume dei dati che usano, nonostante che entrambi i sistemi abbiano pregi e difetti”. I consumatori vogliono comunicare ovunque. Questa è la loro priorità e l’MPT offre servizi accettabili visto che la sua rete copre la maggior parte del paese". Phyu Thae Mon, che lavora a Madaya presso la Mobile Corner Phone Sale Center nella divisione di Mandalay, ha dichiarato che la domanda di SIM Ooredoo è crollata perché non permette di telefonare da li. “Visto che la rete mobile di Ooredoo non è funziona così come la gente si sarebbe aspettata, la maggior parte è ritornata a comprare MPT che ha già una rete” ha aggiunto il direttore della filiale di Lu Gyi Min Mobile Phone della divisione di Magway. L’Ooredoo ha dichiarato che la sua rete 3G, al momento del lancio, copriva 7.8 milioni di potenziali consumatori, mentre ora ne copre più di 9 milioni. L’azienda ha 20 torri a Rangoon e afferma di coprire anche Thayet nelle Divisioni di Magwe, Thayarwady e Taungoo, Pegu, e Pyin Oo Lwin nella divisione di Mandalay. “Quando abbiamo dovuto far fronte alla forte crescita della domanda e ad alcune sfide della rete, al centro di Rangoon, abbiamo utilizzato la tecnologia giusta e la gente giusta vincendo le sfide. Siamo fiduciosi che continueremo a fornire miglioramenti significativi sia per quanto riguarda la copertura di rete che la potenza del segnale”. Ha dichiarato Ross Cormack, capo della Ooredoo Birmania in una conferenza stampa tenutasi a Rangoon sabato scorso. La azienda del Qatar ha ridotto i costi internet da 25 a 10 kyats per megabyte. Martedì scorso l’MPT ha lanciato una promozione valida fino al 12 settembre e ha offerto un sconto del 20% su lcredito per i clienti che comprano una carta ricaricabile da 5.000 kyats e un 30% di sconto per coloro che comprano una carta per 10.000 kyats. http://www.birmaniademocratica.org/document.aspx/it/che_la_sfida_cominci/politica?lang=it Mon, 08 Sep 2014 07:12:10 GMT 90a194d1a56a4dac96288adc20f5f62e Oltre tre milioni di firme a sostegno della petizione per il cambiamento della costituzione birmana continua la campagna di Aung San Suu Kyi contro il potere di veto dei militari in parlamento 2014-07-01T10:33:24.4000000+02:00 Con l’avvicinarsi delle elezioni politiche, che si dovrebbero tenere a novembre 2015, la leader dell’opposizione birmana Aung San Suu Kyi sta rafforzando la sua campagna politica per ottenere il cambiamento della costituzione che le impedisce la presidenza del paese e che assicura in parlamento il potere principale ai militari. Come è noto la costituzione, stilata dalla vecchia giunta militre garantisce ai militari il 25% dei seggi in Parlamento, prevede il loro potere di veto sulle riforme costituzionali, vieta la possibilità di mettere sotto accusa i militari responsabili di violazione dei diritti umani, mentre la maggioranza dei restanti seggi è saldamente in mano agli alleati dei militari: l’USDP, composto prevalentemente da ex militari. “Se non cambieremo l’articolo 436 significherà che i militari manterranno il potere di veto su tutto ciò che si vuole o non vuole cambiare nella costituzione” ha sottolineato Aung San Suu Kyi alla Reuters. La leader birmana ha ottenuto un inaspettato sostegno dal Comitato parlamentare che sta esaminando gli emendamenti alla costituzione. Il Panel ha votato a favore del cambiamento della maggioranza del 75% necessaria per una maggioranza dei due terzi, ha dichiarato un rappresentante del comitato, che ha chiesto di mantenere l’anonimato, visto che i lavoro del comitato sono segreti. Questa modifica faciliterebbe la introduzione di altri emendamenti da parte dell’NLD, compresa la clausola che impedisce alle persone sposate o con figli con cittadinanza straniera di essere eletti alla Presidenza. La maggior parte degli analisti ritengono che questa clausola, la 59(f) sia stata scritta dai militari specificatamente per evitare l’elezione di Aung San Suu Kyi. Un’ampia coalizione Secondo Andrew McLeod, che guida il programma sulla Birmania della Facoltà di legge dell’Università di Oxford, Puntando sulla modifica della maggioranza necessaria per la introduzione di cambiamenti costituzionali, Suu Kyi è riuscita a coagulare a suo favore un ampio fronte. “ Molti dei problemi costituzionali riguardano il controllo civile sui militari” ha dichiarato Tom Malinowsky, Vice Segretario di Stato USA per la democrazia, i diritti umani e il lavoro, che ha incontrato la scorsa settimana i rappresentanti dei militari. Gli alleati di Suu Kyi per i cambiamenti costituzionali includono i membri della ‘88 Generation, una associazione di veterani delle proteste studentesche del 1988 contro il regime militare, che stanno lavorando insieme alla leader e alla Lega nazionale per la Democrazia per promuovere una petizione che chiede il cambiamento della costituzione. Il comitato parlamentare dovrà presentare le sue proposte a febbraio 2015 e anche se raccomandasse la modifica dell’articolo 436, questa dovrebbe essere approvata dal 75% del parlamento, sottoposta a referendum nazionale ed ottenere il 50% dei voti. Ad oggi la petizione presentatala Aung San Suu Kyi ed i suoi alleati ha ottenuto oltre 3.3 milioni di firme. La campagna è stata lanciata un mese fa e terminerà il 19 luglio. Le firme saranno presentate al parlamento. http://www.birmaniademocratica.org/document.aspx/it/oltre_tre_milioni_di_firme_a_sostegno_del_cambiamento_della_costituzione_birmana/politica?lang=it Tue, 01 Jul 2014 08:33:24 GMT 463f8faebbfb40d7b9c9a743808c87f9 L'inflazione rimarrà al 9% e la crescita al 7%- il FMI sostiene la necessità di controllare attentamente la attribuzione delle licenze 2014-06-26T14:49:03.8970000+02:00 Nel medio periodo l’inflazione rimarrà al 9%, ha dichiarato una azienda di previsioni economiche specializzata in mercati di frontiera. “Sulla base del deprezzamento della moneta birmana, della crescita dei consumi elettrici, dell’aumento dei salari dei dipendenti pubblici, ci aspettiamo che l’inflazione in Birmania continui a crescere per tutto quest’anno,” ha dichiarato la società Mantis, con sede in Olanda. “l’inflazione dovrebbe stabilizzarsi al 9%. L’inflazione ha cominciato a crescere nel primo quadrimestre di quest’anno anche a causa della riduzione della disponibilità di prodotti alimentari dovuta ai problemi metereologici. Mantis sostiene che gli IDE siano cresciuti di circa il 9% del PIL. Le esportazioni sono diminuite dal 21% del precedente quadrimestre al 12.5% del PIL nel primo quadrimestre 2014, da una media del 15,5% degli ultimi cinque anni. Si prevede che le riforme economiche continuino, che sia gli investimenti esteri che gli aiuti allo sviluppo rimangano elevati, permettendo al paese di accumulare riserve internazionali e una crescita ad ampio spettro del 7% circa nei prossimi 5 anni. In ogni modo Mantis lancia l’allarme rispetto al problema he la transizione economica del paese può prevedere molte incertezze. Secondo il FMI le nuove licenze per le banche straniere dovrebero essere monitorate attentamente da parte del governo Secondo il Fondo Monetario Internazionale, il governo birmano dovrà controllare attentamente la attribuzione finale delle licenze ad alcune banche straniere perché attivino i propri affari bancari. Controlli stringenti saranno necessari per consentire lo sviluppo corretto delle operatività delle banche ha dichiarato Matt Davies, capo della missione del Fondo Monetario in Birmania. La Birmania sta scegliendo quali banche straniere avranno l’autorizzazione ad operare esi ritiene che verranno date dalle 5 alle 10 licenze. Più di 40 banche straniere hanno già aperto uffici di rappresentanza in Birmania, ma possono fornire unicamente servizi di consulenza. Secondo il quotidiano tailandese The Nation. I grandi contendenti comprendono la Tailandia, che ha quattro banche con uffici in Birmania, compresa la grande Bangkok Bank. http://www.birmaniademocratica.org/document.aspx/it/l_inflazione_rimarra_al_9_/politica?lang=it Thu, 26 Jun 2014 12:49:03 GMT ec92b924d52f4d56b3e754b25f9cdc89 La lotta per la conquista della Birmania Sfide ed opportunità per gli investitori, la Responsabilità sociale come grande opportunità 2014-06-17T17:34:40.4870000+02:00 10 giugno 2014 . Con l’uscita della Birmania da decenni di isolamento autoimposto, le agenzie di relazioni publiche si stanno dando da fare per fare affari e l’Agenzia Blink è l’ultima in ordine di tempo ad aprire i propri uffici. “Vi sono grandi opportunità nella nuova Birmania per il tuo marchio, per promuovere I tuoi prodotti e servizi e gestire la tua reputazione, ma vi sono poche persone con l’abilità in grado di far si che questo si realizzi” ha dichiarato Stephen Kywaw, ex presentatore Tv ed ora direttore esecutivo e CEO di The Blink Agency. Il giovane capo ha appena preso degli spazi per uffici vicino a China Town nella zona centrale di Rangoon e lavora su un normale tavolo che la sera si trasforma in un tavolo da ping pong.. Arrivata dal freddo Dopo anni di isolamento, il Myanmar noto anche come Birmania sta finalmente uscendo dal freddo. Si è registrato un tasso di crescita del 6.5% nel 2013 e secondo la Banca Mondiale, lo scorso anno gli investimenti diretti esteri sono saliti a 2.7 miliardi dai 1.9 miliardi del 2012. L’aumento delle esportazioni di gas dai fields di Shwe e Zawtika, l’apertura del gasdotto di 2000 km tra la Birmania e la Cina e l’annuncio della aperture di 30 blocchi offshore nel 2014 significa che il settore energetico continuerà a giocare un ruolo chiave nella guida della crescita che l’ADB prevede possa raggiungere il 6.8% quest’anno. Il settore del commercio e delle costruzioni si stanno ampliando con la costruzione di hotel, centri commerciali e edifice per appartamenti in tutta Rangoon, Mandalay e nella capital Nay Pyi Daw. Molto ci si aspetta dall’agricoltura , dalle telecomunicazioni, dalla finanza e dal settore minerario. Le prospettive di crescita economica stanno migliorando con l’aumento del processo di modernizzazione. Anche se si devono risolvere molte questioni connesse con l’impegno del governo sulle riforme e sulla sua volontà di arginare la corruzione, la partecipazione straniera all’economia è in crescita. A Maggio di quest’anno l’assicurazione canadese Manulife è ritornata in Birmania dopo settanta anni di assenza e ha aperto un ufficio di rappresentanza a Rangoon. “le attività economiche nel paese si muovono più felicemente di quanto ci si potesse aspettare” ha dichiarato a PRWeek Paulius Kuncinas, Editore regionale di OBG. Blink è l’ultima ad affiancarsi alle agenzie e imprese del settore dei media che hanno recentemente aperto I propri uffici in Birmania. Nel 2013 la TNS è stata la prima azienda di ricerca e consulenza ad aprire i suoi uffici. Secondo la Direzione investimenti e amministrazione d’impresa, più di 5.000 nuove imprese si sono ufficialmente registrate in Birmania dall’inizio del 20111. Ciò comprende anche le 1300 imprese straniere che per la prima volta hanno aperto proprie filiali o uffici di rappresentanza nel paese. All’ apice del cambiamento La Birmania a concesso la licenza a due operatori telefonici stranieri la Ooredoo del Qatar e la norvegese Telenor. L’apertura del settore delle telecomunicazioni è stato considerato come un test del programma di riforma del governo. E rappresenta una pietra miliare negli sforzi di modernizzazione del paese. Secondo l’OBG il tasso di penetrazione della telefonia mobile del paese dovrebbe raggiungere l’85% in meno di cinque anni. “Il governo birmano voleva fare nel paese in due anni quello che I nostri paesi hanno fatto n 15” ha dichiarato Sigve Brekke, direttore esecutivo della Telenor Asia. “in altre parole vogliono ottenere in una volta I servizi dati 2G, 3G e $G."Una scheda Sim nel 2010 costava 2.000$ , oggi è scesa a 120” ha detto a PRWeek, Rajeev Merchant, direttore esecutivo di Asia Advisory Group told PRWeek. Questo è ancora fuori dalla portata dei birmani ordinari, ma l’arrivo di due fornitori di servizi di telefonia mobile considerati dei fuori classe promette di ottenere una riduzione dei costi e di dare una spina alla penetrazione della telefonia mobile che oggi al 10 % rimane deprimente.. Scommettere sul digitale. Blink ha scommesso sulla crescita dei media digitali. Secondo l’MPT la società birmana di Poste e Telecomunicazione attualmente vi sono più di 2.6 milioni di persone che usano internet, con oltre 1.8 milioni di loro che usano le reti mobile GSM. Il paese sta cercando di aumentare di 70.000/80.000 utenti di internet al mese. Secondo MPT circa 100.000 utilizzatori usano internet attraverso la rete WCDMA, 350.000 attraverso CDMA800 e 330.000 attraverso CDMA800. Uno spettatore filma uno spettacolo di danze tradizionali del leone sul suo Smartphone a Rangoon (2013). La Birmania sta entrando nell’era digitale. "a casa, al lavoro o in giro i birmani stanno iniziando ad adottare stili di vita digitali” osserva Erik Oo Coo dell’Anthem Asia, una azienda indipendente di investimenti e consulenze che sta finanziando Blink. Ma l’adozione di uno stile digitale non è facile in un paese dove la connettività è un problema e dove vi sono frequenti interruzioni di corrente. L’ editore ha scoperto questo sulla sua pelle quando non è riuscito ad avere una telefonata senza interruzioni con I suoi interlocutori di Rangoon via Skype. “Il problema più grosso per ciascuno è di far sic he internet sia stabile e che non vi siano interruzioni di elettricità” ha ammesso Kyaw. Facebook è la piattaforma sociale più usata nel paese, ma ha solo 1.4 milioni di iscritti. Il tasso di penetrazione di internet è inferiore al 2%. E con una banda larga molto bassa, piattaforme del tipo YouTube, Twitter e Instagram non sono molto utilizzate. Ma Kyaw è speranzoso sul future. “la Birmania sta per saltare nel mondo digitale da zero tanto più che due reti di telefonia mobile straniere stanno lanciandosi a livello nazionale con un salto immediate.” Con una popolazione di 60 milioni di abitanti la Birmania non rappresenta un mercato di frontiera vergine. E con l’inclusione finanziaria di milioni di nuovi consumatori che stanno aspettando che ciò avvenga, (probabilmente attraverso risorse finanziarie) le opportunità per i media a pagamento o gratuite sono allettanti. “ vediamo le opportunità di affari come Blink che serviranno una domanda interna e dei consumatori che cresce velocemente.,” spiega Peter Witton, direttore di Anthem Asia per illustrare la decisione dell’azienda di fondare Blink. Uno dei primo progetti era di lanciare per conto del gigante della rete e delle comunicazioni cinese Hwawei, una campagna di outreach digitale durante il Capodanno Birmano (Thingyan) I dividendi dell’impegno La Birmania è stata considerate per molto tempo uno stato reietto Insieme a la Corea del Nord e Cuba è stata inserita nella lista internazionale degli stati isolati per I loro spaventosi record sui diritti umani. I generali che avevano gestito il paese avevano evitato gli investimenti esteri e reso estremamente difficile a tutti fare affari nel paese. Ma dopo la nomina del governo semi civile guidato dal Presidente Thein Sein, un ex generale dell’esercito, nel marzo 2011, il vento del cambiamento ha cominciato a migliorare il clima politico e degli investimenti nel paese. La leader democratica Aung San Suu Kyi e il suo partito l’NLD hanno sbaragliato le elezioni suppletive l’anno successive facendo sic he venissero eliminate le sanzioni occidentali con il conseguente ritorno degli investitori stranieri. Ma I risultati di questo reinserimento con il resto del mondo sono stati un po di croce e delizia per I nuovi investitori. Mentre lo skyline di Rangoon è segnato dalle gru e dalle impalcature per la costruzione di alberghi, grandi magazzini e edifici per abitazioni, così da mantenere il passo con la crescente domanda, gli affitti degli uffici sono in esponenziale crescita. "Quando sono appena arrivato a Rangoon circa due anni fa, le stanze d’albergo costavano tra I 60 e 80 $. La stessa stanza oggi costa tra I 250 e I 300 $” afferma Merchant. Secondo Karlo Pobre, direttore di ricerca presso la Colliers International, Rangoon oggi detiene la media più alta del costo degli affitti al mese. Uno scioccante 21% in più rispetto a Singapore. Gli affitti possono andare tra I 20$ ai 39$ al mq al mese” ha dichiarato a PRWeek. Nel primo quadrimestre la media del costo degli uffici è cresciuta del 2.7$ rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Questo rende difficile per le agenzie che dipendono dai flussi di cassa di fare programmi a lungo termine. Il capo di una agenzia locale ha dichiarato al PRWeek che il suo proprietario ha aumentato l’affitto del suo ufficio due volte nel corso dello scorso anno. Media tradizionali "ogni azienda che vuole lanciarsi in Birmania ha bisogno di una visione di lungo periodo” ha dichiarato Brian Griffin, direttore esecutivo di Vero, che a gennaio 2013 ha aperto un ufficio e ora si è guadagnato una nicchia nel settore delle consulenze di PR e negli affari pubblici. "Dall’inizio del 2013 la domanda di PR è cresciuta a causa dell’arrivo delle multinazionali “ ha detto Rose Swe direttore del della locale azienda di PR Mangosteen: “l’allentamento delle norme sui media e la concessine di licenze per la pubblicazione di quotidiani ai privati sta sostenendo la domanda di servizi di PR”. Secondo Swe il panorama dei media birmani oggi consiste in 15 giornali, tre reti televisive di stato nazionali e tre canali a pagamento. Kyodo News ha aperto I suoi uffici a Rangoon lo scorso anno dopo che il governo ha concesso a uffici stranieri di news di aprire I loro uffici.. Relazioni pubbliche e RSI Con la aperture di settori come quello minerario, dell’agricoltura e delle telecomunicazioni, le relazioni pubbliche sono diventate un’importante settore per I grandi investitori globali. Con la crescita delle preoccupazioni sull’accaparramento delle terre, la evacuazione delle popolazioni locali e il degrado ambientale gli investitori sono sempre più convinti della necessità di rendere la RSI una componente per l’accesso al mercato. “entrare in Birmania con una forte campagna sulla RSI aiuta le imprese a rispondere agli stakeholders locali nei settori pubblici e privati, nella costruzione di infrastrutture e nella raccolta di informazioni sull’ambiente di affari” dice Griffin. In Birmania la RSI non è obbligatoria come in India, dove le imprese sono tenute a accantonare il 2% dei profitti per investimenti sociali. Ma la RSI in Birmania offre una opportunità unica per avere un impatto notevole. Tom Evrard, direttore esecutivo di FTI Consulting ha dichiarato a PRWeek che il suo cliente Ooredoo ha coordinato una serie di attività di RSI da quando a giugno dello scorso anno è stato annunciato che aveva vinto la gara. Ha siglato una partnership con Cherie Blair Foundation per le donne per la formazione di 30.000 donne birmane perché diventino agenti per la vendita al dettaglio delle schede. Anche le PMI e le medie aziende si sono salite sul treno della RSI “Il nostro modello di affari si basa sul turismo sostenibile, l’uso di materiali locali, il sostegno alla agricoltura organica, il riciclo dei rifiuti, l’utilizzo prevalente delle risorse derivanti dal turismo nella comunità e la creazione di posti di lavoro nella contemporanea tutela dell’ambiente;” ha dichiarato a PRWeek Josephine Price, cofondatrice e proprietaria di Thahara, una azienda che offre alloggi ed esperienze uniche in Birmania.”Per la maggior parte delle agenzie la vera azione di PR da parte delle agenzie comunque riguarda l’ambito degli affari pubblici, dove la costruzione della fiducia, e la promozione di un rapporto di lavoro sano tra investitori e funzionari pubblici rimane ancora oggi il punto più critico da riempire. La sfida Gli investitori sostengono che lingua e talento sono gli ostacoli maggiori da superare. Il lungo isolamento dalla comunità internazionale significa che pochi direttori di marketing hanno una reale esperienza di gestione degli affari nel paese. La sua lingua e cultura sono uniche e, come ha scoperto recentemente l’Unilever, le imprese straniere possono spesso trovarsi spiazzate dalle condizioni locali. Il gigante dei prodotti di consumo ha cercato questo mese di rimuovere della pubblicità dai negozi nella provincia dello stato Rakhine dove era stato esposto il simbolo di un movimento buddista estremista, condannato per una ondata di attacchi sanguinari contro la minoranza mussulmana. Anche se i birmani espatriati stanno tornando indietro per riprendere gli affari che avevano lasciato per lungo tempo e la loro assunzione potrebbe essere una proposta molto costosa. I pochi talenti locali sono presi in grande considerazione e vengono accaparrati velocemente dalla concorrenza. I salari anche se ancora convenienti, stanno salendo rapidamente e mentre la crescita giustifica l’aumento degli investimenti nei talenti, assicurare una robusta qualità di servizi, rimane ancora una sfida per il prossimo futuro. http://www.birmaniademocratica.org/document.aspx/it/a/politica?lang=it Tue, 17 Jun 2014 15:34:40 GMT 9cfcfd4ef9a3498fbc36072e51d4fbbb La decisione del comitato parlamentare da un duro colpo alle speranze presidenziali di Aung San Suu Kyi 2014-06-12T21:59:59.5470000+02:00 RANGOON —Il Comitato parlamentare che guida il processo di emendamenti costituzionali ha votato contro il l cambiamento del controverso articolo che impedisce alla leader di Aung San Suu Kyi di candidarsi alla presidenza. Il Comitato per la attuazione degli emendamenti costituzionali ha votato a stragrande maggioranza di raccomandare il mantenimento dell’articolo 59(F). ha dichiarato all’Irrawaddy il rappresentante del partito di governo USDP che fa parte del comitato. Nel corso di una riunione del comitato del 6 giugno “solo cinque componenti hanno votato a favore della modifica dell’articolo” ha dichiarato il parlamentare aggiungendo che i membri del comitato appartenenti all’USDP e quelli dell’esercito hanno persuaso gli altri a rifiutare i cambiamenti. “visto che la maggioranza dei componenti hanno votato contro, l’articolo non verrà cambiato da questo Parlamento. Dei 31 membri del comitato, sette sono rappresentanti dei militari non eletti mentre 14 rappresentano l’USDP. Solo due sono membri sono rappresentanti dell’NLD, il partito di Aung San Suu Kyi ed otto rappresentano altri partiti. Il comitato presenterà le sue raccomandazioni conclusive al Parlamento dell’Unione, dove si voterà le proposte di cambiamento costituzionale. Un articolo controverso. L’articolo 59 (F) è uno dei più controversi della costituzione scritta dai militari nel 2008 e stabilisce che il presidente non possa essere sposato o avere figli da persone di altra nazionalità e i figli di Aung San Suu Kyi e di suo marito l’accademico Michael Aris sono inglesi. La decisione della presidente dell’NLD di voler modificare questo articolo ha ottenuto il sostegno non solo dal pubblico ma anche da uno delle persone più potenti del parlamento: il portavoce della Camera bassa Shwe Mann, che guida l’USDP e che ha espresso egli stesso l’ambizione di diventare presidente. “ Per poter avere elezioni libere ed eque nel 2015, devo ammettere che dovremmo emendare il 59F” ha dichiarato all’Irrawaddy in una conferenza stampa tenutasi lo scorso anno a Naypyidaw. Il comitato centrale dell’USDP ha proposto a dicembre un emendamento che permetterebbe ad Aung San Suu Kyi di essere eleggibile alla presidenza, se i suoi figli adottassero la cittadinanza birmana, ma loro non sono intenzionati ad abbandonare la cittadinanza inglese e Suu Kyi non ha fatto pressione su di loro. Oltre all’articolo 59(F) Aung san Suu Kyi negli ultimi mesi si è concentrata sulla modifica dell’articolo 436 che conferisce ai militari il potere di porre veto sugli emendamenti. Un membro del Comitato per la attuazione degli emendamenti costituzionali ha dichiarato all’Irrawaddy il mese scorso che il comitato ha concordato di raccomandare l’emendamento dell’articolo 436. http://www.birmaniademocratica.org/document.aspx/it/la_decisione_del_comitato_parlamentare_da_un_duro_colpo_alle_speranze_presidenziali_di_aung_san_suu_kyi/politica?lang=it Thu, 12 Jun 2014 19:59:59 GMT 19b00de00d324f078fc461c3718949e8 Positiva conclusione del secondo round dei colloqui di pace tra i rappresentanti del Myanmar Peace Center e i rappresentanti dei gruppi etnici armati Prossimo incontro a giugno con la speranza che si possa sottoscrivere una intesa definitiva. 2014-05-23T16:52:43.8700000+02:00 S econdo un comunicato stampa emesso al termine di una tre giorni di lavoro, i ra pprese ntanti del governo birmano e dei gruppi etnici armati hanno elaborato la seconda bozza dell’accordo nazionale per il cessate il fuoco. La seconda bozza è stata adottata sulla base della prima. Il secondo giro di colloqui presso il Myanmar Peace Center, tra il gruppo di lavoro (PMWC) e il Team di Coordinamento Nazionale per il Cessate il Fuoco dei gruppi etnici armati è iniziato mercoledì 21 maggio. Entrambe le parti erano guidate rispettivamente da U Aung Min, e da Pado Saw Kwe Htoo Win i quali hanno concordato di continuare i colloqui a Yangon nel mese di giugno per definire una terza bozza di accordo che potrebbe essere quella definitiva, se si faranno sufficienti progressi. Il PMWC, comitato governativo ed il NCCT in rappresentanza dei gruppi etnici si erano incontrati precedentemente a Yangon all’inizio di aprile per i dialoghi di pace e per la definizione della prima bozza con la quale si era raggiunto l’accordo su sette capitoli. Entrambe le parti si sono impegnate a far si che si arrivi alla definizione dell’accordo finale e alla sua firma nel più breve tempo possibile. http://www.birmaniademocratica.org/document.aspx/it/positiva_conclusione_del_secondo_round_dei_colloqui_di_pace_tra_i_rappresentanti_del_myanmar_peace_center_e_i_rappresentanti_dei_gruppi_etnici_armati/politica?lang=it Fri, 23 May 2014 14:52:43 GMT d83220e5ec3541f9949b030a131c6085 L'assemblea dei monaci rifiuta di discutere le norme per la risoluzione pacifica dei conflitti religiosi 2014-05-16T09:49:49.2830000+02:00 Una assemblea del consiglio di amministrazione dei monaci buddhisti, sponsorizzato dallo stato, State Central Sangha Organization, ha rifiutato la discussione di una proposta per la definizione di una norme miranti alla risoluzione pacifica del problema religioso in Birmania. La proposta era stata presentata il 13 maggio da un membro dell’organizzazione, il Venerabile Hhadanda Wimala, nel corso di una assemblea a cui hanno partecipato più di 2.500 monaci delle 9 principali organizzazioni birmane. L’assemblea di due giorni, la prima dopo 19 anni, è iniziata il 12 maggio, nella Pagoda Kaba Aye di Rangoon. Il venerabile Bhadanda Wimala, che proviene dalla Regione del Tanintharyi Region, ha avanzato tale proposta nel corso di una discussione sulla raccomandazione che i membri di tutte le organizzazioni dovrebbero rispettare le norme approvate nell’incontro dalla State Central Sangha Organisation. Parlando a latere della riunione, un altro membro dell’organizzazione, il Venerabile U Thiri, ha dichiarato a Mizzima di apprezzare i suggerimenti del Venerabile Bhadanda Wimala. Le questioni religiose devono essere risolte in modo sistematico e la State Central Sangha Organisation dovrebbe adottare istruzioni chiare in tal senso. http://www.birmaniademocratica.org/document.aspx/it/l_assemblea_dei_monaci_rifiuta_di_discutere_le_norme_per_la_pacificazione_religiosa/politica?lang=it Fri, 16 May 2014 07:49:49 GMT 808d2e94979343f1aeb52b017b7f3d33 1° Maggio in Birmania. celebrazioni nella zona industriale di Rangoon Ospite d'onore il Ministro della Presidenza della Repubblica U Aung Min 2014-05-05T16:47:37.5230000+02:00 Anche quest’anno il 1° Maggio è stato celebrato dal sindacato birmano FTUM con una iniziativa/concerto che si è tenuta nel campo di calcio di Aung Myae Tharyar della Township industriale di Hlaing Thayar. L’evento, iniziato alle ore 8 con un miniconcerto è proseguito con interventi del vice Ministro del Lavoro U U Htin Aung, del Segretario Generale dell’ U Maung Maung e del Direttore dell’Ufficio birmano dell’ITUC Shigeru Nakajima. Ospite d’onore della manifestazione, il Ministro dell’Ufficio del Presidente della Repubblica U Aung Min. l'FTUM è il sindacato maggiormente rappresentativo, anche se ancora oggi non ha ottenuto la registrazione da parte del governo birmano. http://www.birmaniademocratica.org/document.aspx/it/1_maggio_in_birmania_celebrazioni_nella_zona_industriale_di_rangoon/politica?lang=it Mon, 05 May 2014 14:47:37 GMT 355f3cc827be49b9a692b1f29f038301 Il censimento previsto per la fine di marzo fonte di potenziali violenze etnico religiose C'è ancora il tempo per modificare le parti più contestate relative all'appartenenza etnica e religiosa 2014-04-30T16:04:06.2000000+02:00 Ci si dovrebbe stupire per il fatto che la Birmania intenda veramente effettuare il censimento nazionale, sapendo che questo rischia di infiammare la violenza etnico religiosa in un momento così critico. Il paese ha avviato il processo di pace con i gruppi etnici armati, la transizione democratica ma sta per attuare un censimento con domande che potrebbero mettere a rischio queste attività. C’è infatti il timore che il censimento possa essere la scintilla per tali violenze, come sottolinea l’International Crisis Group ma tali preoccupazioni sono state sollevate anche dalla comunità internazionale. Facendo ciò il governo, l’ONU e i donatori possono dimostrare che sono sensibili ai seri rischi che scaturiscono dalla struttura attuale e che vogliono rispondere alle profonde riserve espresse da importanti gruppi del paese. Mentre la raccolta accurata di dati demografici è cruciale per la programmazione dello sviluppo, visto che l’ultimo censimento si è tenuto 30 anni fa, l’attuale questionario con 41 domande è eccessivamente complicato e fonte di rischi. Si dovrebbe pertanto apportare rapidamente dei tagli per concentrarsi solo sulle domande demografiche, rinviando quelle che sono divisive o creano senza alcun bisogno conflitti. Ovvero quelle sulla religione, etnicità, status della cittadinanza. La Birmania è uno dei paesi con le maggiori diversità e l’etnicità è una questione complessa, contestata e politicamente sensibile, in un contesto nel quale le comunità etniche hanno a lungo creduto che il governo manipola le categorie etniche a scopo politico. Inoltre la Birmania nella sua transizione politica da uno stato militare e autoritario alla governance democratica, sta lottando per porre fine a conflitti multipli e interconnessi in atto da decenni nelle zone di confine. Nello stesso tempo nei mesi recenti è nato un movimento nazionalista virulento di Buddhisti birmani che ha guidato gli assalti alle comunità mussulmane. Un censo che rischia di aumentare queste tensioni è poco consigliabile. Ci sono molti problemi nella classificazione etnica usata dal censimento, che si basa su una vecchia e molto criticata lista di 135 gruppi messa a punto negli anni 80. In alcuni casi il piccolo Gruppo etnico Chin è diviso in 53 categorie , molti villaggi o nomi di gruppi che non hanno giustificazione alcuna di tipo etno-linguistica. In altri i gruppi sono accorpati mentre hanno identità etniche separate. Per esempio molti gruppi nello Stato Shan come i Palaung, Lahu e Intha sono inseriti come suddivisioni dell’etnia Shan, ma invece non sono correlati in alcun modo dal punto di vista etnico o linguistico. Alcuni di questi gruppi, compreso i partiti politici ed etnici e organizzazioni armate hanno emesso dei comunicati molto critici sul censimento chiedendo di rimandarlo o riclassificarlo sulla base della consultazione con le comunità etniche. La classificazione è correlata a altri fattori oltre l’identità culturale perché avrà degli impatti politici. La costituzione e le leggi elettorali stabiliscono una serie di norme relative alle circoscrizioni elettorali costruite in base alle etnie per quei gruppi che raggiungono delle soglie di popolazione, con rappresentanti nominati come ministri nei governi locali. I gruppi temono che se le loro comunità saranno suddivise o classificate erroneamente, potrebbero non venire riconosciuti i diritti di rappresentanza politica. Non c’è alcuna possibilità di riportare etnie miste, ciò costringerebbe la gente a classificarsi con una identità soltanto, con impatti negativi sui gruppi più piccoli. La religione aggiunge un altro elemento alla controversa questione. Il crescente nazionalismo buddhista tra l’etnia dominante birmana caratterizzato dal movimento 969 (vedere il rapporto The Dark Side of Transition: Violence Against Muslims in Myanmar, prefigura una narrativa fantastica che la Birmania e la religione maggioritaria buddhista saranno surclassati dai mussulmani. Il censimento potrebbe servire non volendo a sostenere questa tesi. Attualmente si ritiene che la popolazione mussulmana in Birmania sia del 4%, dato riportato dal censimento del 1983. Comunque vi sono chiari segnali che il dato reale fosse del 10% ma che fosse stata presa una decisione politica di pubblicare il dato più accettabile del 4%. I risultati del prossimo censimento potrebbero per tanto essere interpretati erroneamente fornendo l’evidenza di un aumento nel corso degli ultimi trent’anni, di tre volte della popolazione mussulmana nel paese. Una chiamata alle armi potenzialmente molto pericolosa per i movimenti estremisti. La questioni della etnicità, religione, e cittadinanza, formano una miscela particolarmente potente nello Stato Arakan, luogo di pesanti scontri violenti anche recenti. Molti nella comunità buddhista Rakhine ritengono di stare lottando per la loro sopravvivenza etnica e religiosa di fronte ad una popolazione mussulmana Rohingya che è percepita in forte crescita, ma a cui attualmente viene negata la cittadinanza e i diritti umani fondamentali. L’accusa è che molti Rohingya sono immigrati di recente dal Bangladesh, una storia che viene ripetuta da decenni, nonostante l’evidenza del contrario. In aggiunta alle tensioni che potrebbero innescarsi dopo la pubblicazione dei dati sulla popolazione Mussulmana, alcuni politici estremisti Rakhine temono indubbiamente che il censimento fisserà una quadro relativo alla popolazione mussulmana sfatando il mito della loro recente immigraizone. I politici Rakhine stanno già denunciando che attualmente si stanno infiltrando nello Stato Rakhine dei mussulmani bengalesi in modo da poter essere inclusi nel censimento. Questi politici chiedono di poter formare delle milizie armate Rakhine per prevenire tale immigrazione. Vedi ICG http://www.crisisgroup.org/en/publication-type/alerts/2014/myanmar-conflict-alert-a-risky-census.aspx http://www.birmaniademocratica.org/document.aspx/it/il_censimento_previsto_per_la_fine_di_marzo_fonte_di_potenziali_violenze_etnico_religiose/politica?lang=it Wed, 30 Apr 2014 14:04:06 GMT 7728145ddf334256a03e34d7582b9e0a L’Unione Europea e la Birmania negozieranno un accordo per la tutela degli investimenti 2014-04-30T15:55:44.0970000+02:00 Con la sospensione delle sanzioni, da parte della UE, grazie ai progressi nella attuazione delle norme internazionali ILO sul lavoro forzato e le libertà fondamentali e al lancio delle riforme politiche,la UE apre un negoziato per un accordo sugli investimenti e commercio. Sarà fondamentale che tale accordo definisca chiaramente impegni e procedure di monitoraggio per lo sviluppo sostenibile e la promozione di una condotta responsabile delle imprese, in linea con i principi e le linee guida riconosciuti a livello internazionale." L’Unione Europea e la Birmania negozieranno un accordo per la tutela degli investimenti Comunicato Stampa Dopo la reintroduzione nel luglio 2013, del Sistema di Preferenze commerciali da parte della UE nei confronti della Birmania/Myanmar, il Commissario Europeo Karel De Gucht ha lanciato oggi a Napyitaw i negoziati per la definizione di un accordo sulla protezione degli investimenti tra l’Unione Europea e Myanmar/Birmania con il Ministro della Programmazione Economica e dello Sviluppo della Birmania Dr. Kan Zaw. Gli stati membri della EU hanno dato semaforo verde al mandato negoziale all’inizio della settimana il 18 ottobre a Bruxelles. L’accordo sugli investimenti migliorerà la protezione ed il trattamento equo degli investitori da entrambe le parti e quindi contribuirà alla attrazione degli investimenti verso Myanmar/Birmania e la UE. "Questo accordo sugli investimenti potrebbe funzionare da importante acceleratore per il processo di riforma in Myanmar/Birmania” ha dichiarato il Commissario al Commercio De Gucht. “L’esperienza mostra che il miglioramento delle certezze legali e della predittibilità degli investimenti è un elemento chiave per fornire opportunità di investimento e del tanto necessario sviluppo per questa economia in crescita. Io spero che noi potremo concludere velocemente i negoziati per aprire la porta ad un maggiore flusso di investimenti positivi per entrambi. L’ UE appoggia pienamente il processo di riforme ed è pronta ad ulteriori sostegni in questa direzione. Attualmente, non vi è alcun trattato bilaterale sugli investimenti tra la Birmania/Myanmar e gli stati membri della EU. Un accordo sulla tutela degli investimenti tra l’ UE e la Birmania/Myanmar offrirebbe agli investitori le garanzie chiave nei loro rapporti con la Birmania come: Tutela contro ogni discriminazione; Tutela contro gli espropri senza compensazione; Tutela contro trattamenti scorretti e diseguali; Tutela della possibilità di trasferire capitali. Questi provvedimenti forniscono garanzie alle imprese che i loro investimenti saranno trattati correttamente e su basi eguali agli altri investitori. La creazione della certezza legale e della predittività per le imprese contribuirà ad attrarre e mantenere gli investimenti diretti esteri (IDE) per sostenere lo sviluppo della Birmania/Myanmar. L’accordo potrebbe avere un impatto positivo a lungo termine sul processo di riforma in Birmania/Myanmar poiché sarebbe coerente con alcuni cambiamenti legislativi in atto, come le leggi sulle fusioni d’investimenti esteri e interni. Allo stesso tempo l’accordo sugli investimenti non interferirà con il diritto dello stato di regolare per il raggiungimento degli obiettivi di politica pubblica e di lavorare per lo sviluppo del paese e della sua gente, poiché assicurerà un equilibrio tra il diritto di regolare e di raggiungere obiettivi legittimi di politica pubblica e il bisogno di tutelare gli investitori. L’accordo offrirà inoltre una opportunità per la UE e la Birmania/Myanmar di continuare a sostenere i loro forti impegni per lo sviluppo sostenibile e la promozione di una condotta responsabile delle imprese in linea con i principi e le linee guida riconosciuti a livello internazionale. Relazioni commerciali e di investimento tra UE e EU-Myanmar In risposta al processo di riforme politiche ed economiche iniziate nel 2011 e dopo la decisione del giugno 2012 da parte della Conferenza internazionale dell’Organizzazione Internazionale del lavoro (ILO) di sospendere la risoluzione restrittiva sulla Birmania/Myanmar la UE ha reintrodotto lo Schema di Preferenze Generalizzate e le preferenze tariffarie il 19 luglio 2013 con una applicazione retroattiva a partire dal 13 giugno 2012. La UE aveva temporaneamente sospeso tali preferenze a partire dal 1997 a causa delle violazioni dei principi della Convenzione ILO sul lavoro forzato. In seguito a ciò nel 2013 l’interscambio commerciale in merci con la Birmania/Myanmar era pari a €569 milioni un aumento del 41% rispetto al 2012 (€403 milioni). Le esportazioni della Birmania/Myanmar verso la UE sono aumentate del 35% nel 2013 fino a €223 milioni (rispetto ai €165 milioni del 2012). Mentre in passato, le esportazioni si limitavano all’abbigliamento (66,9%), prodotti della pesca (8%), riso (4,4%) e cereali (4.3%), le esportazioni della Birmania nel 2013 hanno visto la quota dell’abbigliamento ridursi al 58,2% ed un aumento delle esportazioni di pietre preziose (11,7%) e prodotti del legname (7,8%). Le esportazioni UE verso il paese sono aumentate del 45% nel 2013 ed hanno raggiunto quota €346 milioni (paragonati ai €239 milioni del 2012). Le esportazioni chiave della UE sono state aerei, prodotti farmaceutici, macchinari elettrici e attrezzature. Gli investimenti UE in Birmania /Myanmar sono stati limitati, fino ad oggi, a causa delle precedenti sanzioni Europee. Secondo i dati ufficiali della Birmania/Myanmar gli investimenti esistenti totali della UE ammontavano nel 2013 a circa 3.1 miliardi di USD (9% dei FDI della Birmania/Myanmar) Per ulteriori informazioni Joint communiqué on the launch of EU-Myanmar investment relations Rapporti commerciali tra UE e Myanmar/Birmania http://ec.europa.eu/trade/policy/countries-and-regions/countries/myanmar/ Press Release (IP/13/695): EU re-opens its market to Myanmar/Burma, 18 July 2013 Press Release (IP/14/271): EU Trade Commissioner De Gucht travels to South East Asia to boost trade ties with Vietnam, Cambodia and Myanmar, 14 March 2014 Sulle politiche degli investimenti UE /Myanmar http://ec.europa.eu/trade/policy/accessing-markets/investment/ http://www.birmaniademocratica.org/document.aspx/it/unione_europea_e_birmania_negozieranno_un_accordo_per_la_tutela_degli_investimenti/politica?lang=it Wed, 30 Apr 2014 13:55:44 GMT c68a56803b9645d0a1b35f0a9f39f73f Il Presidente birmano elogia i risultati dei tre anni delle politiche di riforma a tre anni dal suo insediamento il presidente sottolinea i successi del suo mandato, sottolinea la necessità di emendare la costituzione e di non deludere le speranze delle popolazioni etniche. 2014-03-26T18:00:43.0900000+01:00 In un suo discorso al parlamento, in occasione del terzo anniversario della sua elezione, il Presidente Thein Sein ha dichiarato che le riforme economiche e politiche in corso hanno già ottenuto il reinserimento della Birmania nella comunità internazionale. “Tre anni fa, proprio qui, ho preso l’impegno solenne che avremmo cercato di diventare un paese rispettabile e avremmo preso parte attivamente alle organizzazioni internazionali” “La presidenza dell’Asean l’aver ospitato i 27° giochi del Sudest asiatico, le visite degli grandi leader e il flusso di investimenti internazionali sono stati tra i frutti delle politiche di riforme di questo governo” ha dichiarato. Il nostro processo di riforme è stato accettato positivamente e riconosciuto dalla comunità internazionale che ci ha fornito, per quanto è possibile, l’assistenza necessaria ” “Vorrei esprimere qui i nostri sinceri apprezzamenti alla comunità internazionale per la loro considerazine e sostegno” Il superamento delle sanzioni ha comportato una crescita degli investimenti a 1.01 miliardi di Euro nel 2012 e 3.5 miliardi nel 2013, con un crescente sviluppo di progetti nei settori delle telecomunicazioni, infrastrutture e industriali..Il presidente ha anche sottolineato che la natura degli investimenti è mutata e da un tipo di investimenti prevelentemente legati al settore estrattivo si sta spostando verso i servizi e le costruzioni. Thein Sein ha anche sottolineato che il turismo sta diventando una storia di successo con un numero sempre più crescente di arrivi registrato negli ultimi anni. Il settore del turismo ha raggiunto il record di due milioni di turisti nel 2013 e “ci si attende di arrivare a tre milioni quest’anno e cinque milioni nel 2015”. Nel corso del suo discorso durato circa 45 minuti, il presidente ha anche sottolineato che per poter raggiungere gli standard democratici bisognerà emendare i contenuti dell’attuale costituzione, approvata con un referendum fortemente criticato. La costituzione garantisce ai militari birmani un ruolo molto forte nella politica del paese ed un quarto dei seggi, vieta l’elezione alla presidenza della repubblica della leader birmana Aung San Suu Kyi e non è accettata dalle minoranze etniche che chiedono maggiore autonomia nelle loro regioni. “Vi sollecito a farlo (emendare la costituzione) gentilmente e tranquillamente, sulla base della esperienza, della lungimiranza e sincerità di tutte le parti interessate coinvolte” ha dichiarato ai parlamentari. "E ciò non porterà ad una impasse politica”. Il presidente ha anche aggiunto che l’esercito manterrà un ruolo nella politica del paese. “ Vi è ancora bisogno dell’esercito nelle tavole rotonde politiche dove si risolvono i problemi attraverso mezzi politici” ha aggiunto. “la riduzione graduale del ruolo dell’esercito dipende dalla pace interna e dallo sviluppo come pure dalla maturità della democrazia”. Ha anche aggiunto che la costituzione deve essere modificata tenendo a mente il dialogo politico tra il governo e i gruppi etnici armati, che ci si attende abbia luogo dopo la firma di un tanto atteso accordo per il cessate il fuoco. “ogni emendamento ha possibili conseguenze positive e negative, non solo per ora ma anche per il futuro” ha sottolineato Thein Sein, “quindi sarà importante pensare anche a questo”. E ha aggiunto che crede fermamente che la guerra civile durata più di sessant’anni finirà presto. “ Ma perdere molto tempo nel processo di pace potrebbe togliere la speranza alle popolazioni etniche” Il presidente ha valutato il lavoro dei suoi tre anni di governo. Ha elogiato la trasformazione apparente in una nazione governata costituzionalmente che viene accolta dagli altri paesi che una volta l’avevano etichettata come una dittatura arretrata. Inoltre ha aggiunto il suo governo ha lavorato per la riconciliazione nazionale con sforzi soddisfacenti. “Oggi tutti possono vedere a che punto siamo con la transizione birmana verso la democrazia. Non dovremmo nemmeno parlarne”. Anche se ha ammesso che ci sono stati degli errori durante la sua amministrazione, ma non ha approfondito il concetto. Il presidente ha ringraziato il popolo birmano e la comunità internazionale per la partecipazione al processo di riforma iniziato da lui stesso, sottolineando che i risultati positivi si possono notare in molti settori tra cui l’istruzione e la sanità, gli investimenti esteri, la liberazione dei prigionieri politici, la risoluzione dei conflitti sulle terre ed il processo di pace. “Ciascuno di noi ha la responsabilità di non mortificare le speranze del popolo. Quello che abbiamo raggiunto durante il nostro governo sarà ricordato dalla storia”. Ha concluso. http://www.birmaniademocratica.org/document.aspx/it/il_presidente_birmano_elogia_i_risultati_dei_tre_anni_delle_politiche_di_riforma/politica?lang=it Wed, 26 Mar 2014 17:00:43 GMT cb9dec9c0aba4dddb210d923569f9eb6 Lo Speaker del Parlamento chiede un lavoro interministeriale per la soluzione del problema del taglio del legname da parte degli abitanti dei villaggi 2014-03-20T09:01:25.2930000+01:00 0 0 1 276 1579 13 3 1852 14.0 Normal 0 14 false false false IT JA X-NONE Lo speaker del parlamento Thura U Shwe Mann ha sostenuto la necessità che il governo ed il parlamento assicurino che gli abitanti dei villaggi, che continuano a tagliare legname per il proprio uso non vengano messi in carcere, così come previsto dalle leggi per la tutela delle foreste dal taglio del legname. “Questa questione deve essere risolta di comune accordo tra i rispettivi ministeri e dal parlamento”. Il ministero dell’ambiente e della conservazione delle foreste non è stato in grado di risolvere da solo la questione. Thura U Shwe Mann ha dichiarato che la questione deve essere affrontata da un comitato composto da rappresentanti del parlamento, i ministeri della conservazione ambientale e delle foreste e quelli degli interni e l’Alta Corte. L’intervento dello Speaker è stato fatto a seguito di uno scambio di opinioni tra U Khin Maung Shwe (Union Solidarity and Development Party, della Township di Tamu, Sagaing Region) e il Ministro per la conservazione ambientale e foreste U Win Tun. U Khin Maung Shwe ha chiesto se fosse giusto che tali casi fossero affrontati solo dal Dipartimento delle foreste ed ha dichiarato che, se gli abitanti dei villaggi che tagliano legname per uso personale, fossero portati davanti alle corti sarebbero quasi sicuramente condannati al carcere. “Negli ultimi tempi, coloro che raccolgono legname per uso personale potevano chiedere l’autorizzazione al taglio al dipartimento delle foreste” ed ha chiesto che venga reintrodotto tale sistema di permessi. U Win Tun ha dichiarato che secondo le leggi sulle foreste, tali permessi non necessari per il taglio del legname per uso personale. Ed ha dichiarato che gli abitanti dei villaggi che avevano bisogno di legame avrebbero potuto schivare l’arresto se avessero chiesto il permesso al taglio alle amministrazioni delle rispettive Township. http://www.birmaniademocratica.org/document.aspx/it/lo_speaker_del_parlamento_chiede_un_lavoro_interministeriale_per_la_soluzione_del_problema_del_taglio_del_legname_da_parte_degli_abitanti_dei_villaggi/politica?lang=it Thu, 20 Mar 2014 08:01:25 GMT cbe710e839e34fbbace449a8ab59eebc La scarsità di fornitura di energia elettrica limiterà la crescita nel settore della sanità la sfida dovrà affrontare anche i problemi di crescita nei settori delle infrastrutture e dei servizi 2014-03-17T23:10:11.2930000+01:00 Secondo uno studio, i piani del governo per l’ ampliamento del sistema sanitario birmano attraverso la attrazione degli investimenti stranieri è limitato dalla scarsità di fornitura di energia elettrica. "Sarà una sfida per il paese attuare i suoi progetti se non ci saranno miglioramenti significativi in altri settori, come quelli infrastrutturali e dei servizi," Ha dichiarato Business Monitor International (BMI ) in una analisi sulle prospettiveper gli investitori del settore sanitario in Birmania. "Il tasso di elettrificazione del Paese è il penultimo in Asia, dopo la Cambogia, e soffre di un deficit nella produzione di energia e nelle capacità di rete, mettendo a rischio le operazioni dell'ospedale. " Anche le incertezze normative frenano gli investimenti nella sanità, sostiene il documento. "Secondo Chatree Duangnet , capo operativo della Dusit Medical Services con sede a Bangkok Tailandia, è percepito come ' prima priorità per gli investimenti esteri ' della società , ma la società è in attesa che il governo approvi leggi chiare sugli investimenti. "In vista delle elezioni generali previste nel 2015, riteniamo che tali incertezze potranno persistere fino a dopo le elezioni", ha dichiarato la BMI con sede a Londra. Nel corso del 2013 due società con sede a Singapore: AsiaMedic e Parkway Hospital, hanno firmato accordi provvisori per investimenti in Birmania. http://www.birmaniademocratica.org/document.aspx/it/la_scarsita_di_fornitura_di_energia_elettrica_limitera_la_crescita_nel_settore_della_sanita/politica?lang=it Mon, 17 Mar 2014 22:10:11 GMT 62f78fedff7c446b85aab59c4bd1b6a5 L’esplorazione di petrolio e gas onshore sarà il prossimo punto nell’agenda del governo. 2014-03-17T08:42:33.8300000+01:00 http://www.birmaniademocratica.org/document.aspx/it/l_esplorazione_di_petrolio_e_gas_onshore_sara_il_prossimo_punto_nell_agenda_del_governo_/politica?lang=it Mon, 17 Mar 2014 07:42:33 GMT 2b5c025950c9487085f1a4303abed253 Aung San Suu Kyi incontra il Presidente Thein Shwe Un importante incontro i cui contenuti non sono stati divulgati. Probabilmente si è discusso della modifica della costituzione 2014-03-11T07:43:02.5900000+01:00 “Si sono incontrati nella casa di campagna del Presidente a Naypyidaw dalle 5 alle 5.50” ha dichiarato Zeyar Thaw, un funzionario del settore comunicazione dell’ufficio nazionale dell’NLD nella capitale e membro del Parlamento per il partito della leader. Zeyar Thaw ha rifiutato di fornire dettagli di ciò che è stato discusso durante l’incontro di circa un’ora perché il paese non intende rilasciare informazioni sull’incontro”. In ogni caso Monywa Aung Shin, il funzionario incaricato del Comitato centrale dell’NLD ha dichiarato a The Irrawaddy che l’incontro p stato aperto dal Presidente. “Per quanto ne so alla riunione non ha partecipato nessun altro, solo Daw Aung San Suu Kyi e U Thein Sein”. L’incontro di domenica scorsa è stato il primo di quest’anno. I due si sono incontrati in tutto quattro volte dallo storico primo incontro del 2011. L’ultimo incontro si è tenuto ad agosto. Durante la riunione di domenica i due leader potrebbero aver parlato di un incontro tra quattro partiti, proposto da Suu Kyi a novembre al Presidente. La leader della opposizione ha chiesto incontri con la sua partecipazione, quella di Thein Sein, il potente speaker della Camera bassa Shwe Man e il comandante in capo dell’esercito Min Aung Hlaing per discutere gli emendamenti alla costituzione. Il presidente all’epoca aveva rifiutato tale proposta dicendo che avrebbe preso in considerazione la proposta di incontro, dopo che il comitato congiunto per la revisione costituzionale del parlamento aveva rilasciato la proposta di cambiamento della costituzione del 2008. Il comitato aveva sottoposto le proposte al Parlamento a fine gennaio di quest’anno e era stato formato un nuovo comitato per discutere gli emendamenti. Suu Kyi aveva continuato a manifestare a sostegno della modifica della costituzione scritta dai militari che garantisce un ruolo delle forze armate nella polica e impedisce alla leader dell’NLD di candidarsi alla presidenza. La riunione di domenica tra Suu Kyi e Thein Sein ha avuto luogo solo due giorni dopo che il portavoce della Camera bassa Shwe Mann aveva dichiarato la sua disponibilità a tenere l’incontro a quattro. Il commentatore politico Yan Myo Thien aveva dichiarato che nell’incontro di domenica si sarebbe parlato con molta probabilità dell’incontro a quattro. “Dato l’attuale panorama politico è possibile che Daw Aung San Suu Kyi si concentrerà su tale riunione come pure sui cambiamenti costituzionali” ha dichiarato. “Credo che tenere quest’incontro sia la cosa più importante. Se si raggiungerà un accordo generale potrebbero allargarlo ad un dialogo politico globale e inclusivo. Se ciò succederà gli emendamenti costituzionali potranno considerarsi concordati” ha aggiunto. Nonostante aver incontrato più volte Thein Sein e Shwe Mann Suu Kyi ancora non ha incontrato Min Aung Hlaing. All’inizio di quest’anno aveva dichiarato a Napyidaw che aveva cercato di incontrare il Generale Min Aung Hlaing ma i suoi tentativi non hanno avuto successo. “I miei rapporti con lui non sono migliorati per nulla perché non sono riuscita ad incontrarlo” ha dichiarato la Presidente della NLD. “ma non ho mai gettato la spugna dopo aver fallito una volta”. Yan Myo Thein ha dichiarato di ritenere che l’incontro tra Suu Kyi e il comandante in capo è “strategicamente importante”. “I cambiamenti politici in questo paese sono impossibili senza un incontro con i militari” ha dichiarato. http://www.birmaniademocratica.org/document.aspx/it/aung_san_suu_kyi_incontra_il_presidente_thein_shwe/politica?lang=it Tue, 11 Mar 2014 06:43:02 GMT 74e249ff1cf24c179b8d45f09d9246cb La Camera Bassa del Parlamento birmano propone un ammorbidimento della legge sulla libertà di assemblea 2014-03-07T10:05:43.8100000+01:00 La camera bassa propone un ammorbidimento della legge sulla libertà di assemblea. La Camera Bassa del Parlamento birmano ha approvato una legge che elimina il potere delle autorità locali di vietare la richiesta di permessi di manifestazione. La legge emendata ora deve attendere l’approvazione della Camera Alta. La legge sul diritto di assemblea e manifestazione pacifica del 2011 prevede che tutte le manifestazioni siano programmate in anticipo e che forniscano tutti i dettagli alle autorità locali, perché possano essere approvate. La legge prevede che possano essere condannati al carcere o al pagamento di multe coloro che convocano proteste senza autorizzazione. In ogni caso la Camara Bassa ha approvato una proposta che riduce la severità delle pene massime di detenzione. Con le modifiche introdotte ora, la pena per coloro che sono responsabili di proteste non autorizzate è ridotta da un anno ad un massimo di sei mesi di carcere. Se la legislazione così come emendata diventi legge, le autorità locali dovranno anche in futuro approvare le manifiestazioni in modo che possano essere legali. In ogni caso Thura Aung Ko, presidente del Comitato Affari giudiziari e legali ha dichiarato che con le modifiche introdotte le autorità potrebbero essere punite per aver vietato il permesso di manifestare. La legge attualmente prevede che il permesso non possa essere negato quando la protesta non sia in violazione “della sicurezza dello Stato, dello stato di diritto, della pace e della tranquillità delle comunità e della morale pubblica”. Thura Aung Ko ha dichiarato a DVB che a seguito dei cambiamenti le autorizzazioni dovranno essere garantite senza alcuna eccezione. http://www.birmaniademocratica.org/document.aspx/it/liberta_di_manifestazione_proposta_di_emendamento_della_legge/politica?lang=it Fri, 07 Mar 2014 09:05:43 GMT 1f22c923bf5847428325b88c45b6eb40 il censimento previsto per la fine di marzo fonte di potenziali violenze etnico religiose c'è ancora il tempo per modificare le parti più contestate relative all'appartenenza etnica e religiosa 2014-02-18T07:38:29.7700000+01:00 Ci si dovrebbe stupire per il fatto che la Birmania intenda veramente effettuare il censimento nazionale, sapendo che questo rischia di infiammare la violenza etnico religiosa in un momento così critico. Il paese ha avviato il processo di pace con i gruppi etnici armati, la transizione democratica ma sta per attuare un censimento con domande che potrebbero mettere a rischio queste attività. C’è infatti il timore che il censimento possa essere la scintilla per tali violenze, come sottolinea l’International Crisis Group ma tali preoccupazioni sono state sollevate anche dalla comunità internazionale. Facendo ciò il governo, l’ONU e i donatori possono dimostrare che sono sensibili ai seri rischi che scaturiscono dalla struttura attuale e che vogliono rispondere alle profonde riserve espresse da importanti gruppi del paese. Mentre la raccolta accurata di dati demografici è cruciale per la programmazione dello sviluppo, visto che l’ultimo censimento si è tenuto 30 anni fa, l’attuale questionario con 41 domande è eccessivamente complicato e fonte di rischi. Si dovrebbe pertanto apportare rapidamente dei tagli per concentrarsi solo sulle domande demografiche, rinviando quelle che sono divisive o creano senza alcun bisogno conflitti. Ovvero quelle sulla religione, etnicità, status della cittadinanza. La Birmania è uno dei paesi con le maggiori diversità e l’etnicità è una questione complessa, contestata e politicamente sensibile, in un contesto nel quale le comunità etniche hanno a lungo creduto che il governo manipola le categorie etniche a scopo politico. Inoltre la Birmania nella sua transizione politica da uno stato militare e autoritario alla governance democratica, sta lottando per porre fine a conflitti multipli e interconnessi in atto da decenni nelle zone di confine. Nello stesso tempo nei mesi recenti è nato un movimento nazionalista virulento di Buddhisti birmani che ha guidato gli assalti alle comunità mussulmane. Un censo che rischia di aumentare queste tensioni è poco consigliabile. Ci sono molti problemi nella classificazione etnica usata dal censimento, che si basa su una vecchia e molto criticata lista di 135 gruppi messa a punto negli anni 80. In alcuni casi il piccolo Gruppo etnico Chin è diviso in 53 categorie , molti villaggi o nomi di gruppi che non hanno giustificazione alcuna di tipo etno-linguistica. In altri i gruppi sono accorpati mentre hanno identità etniche separate. Per esempio molti gruppi nello Stato Shan come i Palaung, Lahu e Intha sono inseriti come suddivisioni dell’etnia Shan, ma invece non sono correlati in alcun modo dal punto di vista etnico o linguistico. Alcuni di questi gruppi, compreso i partiti politici ed etnici e organizzazioni armate hanno emesso dei comunicati molto critici sul censimento chiedendo di rimandarlo o riclassificarlo sulla base della consultazione con le comunità etniche. La classificazione è correlata a altri fattori oltre l’identità culturale perché avrà degli impatti politici. La costituzione e le leggi elettorali stabiliscono una serie di norme relative alle circoscrizioni elettorali costruite in base alle etnie per quei gruppi che raggiungono delle soglie di popolazione, con rappresentanti nominati come ministri nei governi locali. I gruppi temono che se le loro comunità saranno suddivise o classificate erroneamente, potrebbero non venire riconosciuti i diritti di rappresentanza politica. Non c’è alcuna possibilità di riportare etnie miste, ciò costringerebbe la gente a classificarsi con una identità soltanto, con impatti negativi sui gruppi più piccoli. La religione aggiunge un altro elemento alla controversa questione. Il crescente nazionalismo buddhista tra l’etnia dominante birmana caratterizzato dal movimento 969 (vedere il rapporto The Dark Side of Transition: Violence Against Muslims in Myanmar, prefigura una narrativa fantastica che la Birmania e la religione maggioritaria buddhista saranno surclassati dai mussulmani. Il censimento potrebbe servire non volendo a sostenere questa tesi. Attualmente si ritiene che la popolazione mussulmana in Birmania sia del 4%, dato riportato dal censimento del 1983. Comunque vi sono chiari segnali che il dato reale fosse del 10% ma che fosse stata presa una decisione politica di pubblicare il dato più accettabile del 4%. I risultati del prossimo censimento potrebbero per tanto essere interpretati erroneamente fornendo l’evidenza di un aumento nel corso degli ultimi trent’anni, di tre volte della popolazione mussulmana nel paese. Una chiamata alle armi potenzialmente molto pericolosa per i movimenti estremisti. La questioni della etnicità, religione, e cittadinanza, formano una miscela particolarmente potente nello Stato Arakan, luogo di pesanti scontri violenti anche recenti. Molti nella comunità buddhista Rakhine ritengono di stare lottando per la loro sopravvivenza etnica e religiosa di fronte ad una popolazione mussulmana Rohingya che è percepita in forte crescita, ma a cui attualmente viene negata la cittadinanza e i diritti umani fondamentali. L’accusa è che molti Rohingya sono immigrati di recente dal Bangladesh, una storia che viene ripetuta da decenni, nonostante l’evidenza del contrario. In aggiunta alle tensioni che potrebbero innescarsi dopo la pubblicazione dei dati sulla popolazione Mussulmana, alcuni politici estremisti Rakhine temono indubbiamente che il censimento fisserà una quadro relativo alla popolazione mussulmana sfatando il mito della loro recente immigraizone. I politici Rakhine stanno già denunciando che attualmente si stanno infiltrando nello Stato Rakhine dei mussulmani bengalesi in modo da poter essere inclusi nel censimento. Questi politici chiedono di poter formare delle milizie armate Rakhine per prevenire tale immigrazione. Vedi ICG http://www.crisisgroup.org/en/publication-type/alerts/2014/myanmar-conflict-alert-a-risky-census.aspx http://www.birmaniademocratica.org/document.aspx/it/il_censimento_previsto_per_la_fine_di_marzo_fonte_di_potenziali_tensioni_e_scontri/politica?lang=it Tue, 18 Feb 2014 06:38:29 GMT c94e7cfd016340d49bae237daf5bec9c La Corte Suprema birmana ascolterà la richiesta di appello di Aung San Suu Kyi – Articolo di Myint Maung e Mungpi Mizzima – La Corte Suprema birmana questo venerdì ha accettato di ascoltare – il 21 Dicembre - la richiesta di appello contro la sentenza inflitta alla leader democratica Aung San Suu Kyi, secondo le parole del suo avvocato. Nyan Win, uno dei suoi avvocati difensori, ha riferito a Mizzima questo venerdì, che la Corte Suprema ha fissato l’udienza il 21 Dicembre per ascoltare la richiesta di appello contro la sentenza inflitta al Premio Nobel per la Pace ad Agosto. 2014-02-13T16:44:28.0930000+01:00 La leader democratica birmana era stata condannata a tre anni di prigione per aver violato i termini degli arresti domiciliari consentendo ad un uomo americano, che aveva attraversato a nuoto il lago nei pressi della sua residenza, di stare due notti presso di lei nello scorso Maggio. Ma il capo supremo della Giunta militare il Generale Than Shwe, con un ordine esecutivo, aveva dimezzato la sentenza e tramutata in arresti domiciliari, dove Suu Kyi ha speso la maggior parte dei 14 anni di detenzione. “Presenteremo i nostri argomenti il 21 Dicembre, e il giudice deciderà se l’appello verrà accettato” ha aggiunto Nyan Win. In precedenza, la Corte provinciale di Rangoon aveva accettato l’appello ma dopo una serie di udienze aveva stabilito che la decisione della Corte locale fosse legittima secondo la legge . La difesa, tuttavia, si era da subito dimostrata insoddisfatta di questa decisione, sostenendo che la sentenza contro l’icona democratica si basava su una legge del 1975, di fatto superata – insieme alla Costituzione del 1974 – dalla presa del potere da parte dell’attuale gruppo di militari nel 1988. (Puoi leggere l'articolo in originale su Mizzima) (6 Dicembre 2009) http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=136d5fb8fc3b4634b37d4dcd66543d33&docid=c94e7cfd016340d49bae237daf5bec9c Thu, 13 Feb 2014 15:44:28 GMT 365e45f3ec244f50838b96a10c8f5df3 La Giunta avverte i dimostranti in vista del verdetto su Aung San Suu Kyi – Articolo di Leo Lewis The Times – Il regime militare birmano è sembrato la notte scorsa voler acquistare forza per affrontare una possibile ondata di proteste pro-democrazia – e forse anche rivolte – in vista del verdetto che questa settimana verrà emesso su Aung San Suu Kyi. Segnali che la giunta potrebbe aver preparato delle misure significative in tal senso sono emersi in settimana su New Light of Myanmar, il giornale di Stato. 2014-02-13T16:43:48.7800000+01:00 Con la chiara volontà di avvertire i manifestanti, un editoriale ha condannato gli “opportunisti in cerca di potere” (n.d.r. power carving opportunists) e consigliato a tutti coloro che ricalcavano la descrizione di abbandonare ogni piano di rivolta che prendesse a pretesto il processo contro Aung San Suu Kyi. Le misure di sicurezza sono aumentate nelle strade della capitale e le preoccupazioni della giunta sembrano giustificate. La conclusione del processo di Suu Kyi coinciderà verosimilmente con il ventunesimo anniversario della ribellione che diede vita alla sua fama di campionessa della democrazia. Quella rivolta terminò con la repressione militare e 3.000 morti. Aung San Suu Kyi ha passato la notte scorsa nella prigione di Insein, aspettanto il risultato di un processo che ha attirato la condanna di tutto il mondo e che è stato definito come una farsa (n.d.r charade). Il verdetto è stato già posticipato, e ci sono stati segnali nei giorni scorsi che questo possa accadere nuovamente. Aung San Suu Kyi è accusata di aver violato i termini dei propri arresti domiciliari – dove è stata tenuta per 14 degli ultimi 20 anni – dopo che un Americano di 56 anni, John Yettaw, ha attraversato a nuoto il lago per raggiungere la sua residenza. I ripetuti ritardi nel processo sono visti da più parti come un tentativo della Giunta di assicurarsi che la minaccia più grande per il regime venga tenuta sotto chiave in vista delle elezioni del prossimo anno. La corte potrebbe nuovamente procrastinare il verdetto invocando la salute di John Yettaw. Si dice che l'americano abbia sofferto di attacchi epilettici e che sia stato spostato in un ospedale dalla prigione. Sebbene voci ieri suggerivano che le sue condizioni stessero migliorando, Yettaw ha digiunato per giorni durante la prigionia e fonti diplomatiche dicono che quest’incertezza può offrire una scusa per ritardare l’esito del processo di un’altra settimana. I diplomatici pensano, tuttavia, che ci potrebbe essere un limite alla capacità del regime di ritardare il verdetto più a lungo. Ban Ki-Moon, il Segretario generale delle Nazioni Unite, è stato solo l’ultimo di coloro che nelle ultime settimane hanno chiesto il rilascio delle migliaia di prigionieri politici birmani. Alcuni credono che la Giunta potrebbe sentirsi sotto pressione, almeno per concludere il processo contro Suu Kyi prima dell’Assemblea Generale dell’ONU di Settembre. (Puoi leggere l'articolo in originale su The Times) (10 Agosto 2009) http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=136d5fb8fc3b4634b37d4dcd66543d33&docid=365e45f3ec244f50838b96a10c8f5df3 Thu, 13 Feb 2014 15:43:48 GMT 956bf89bf41d40a0b63005e0feb81ae4 L’ASEAN discute se richiedere il rilascio di Suu Kyi – Articolo di Francis Wade Democratic Voice of Burma – I membri del blocco regionale asiatico si incontrano oggi per decidere se richiedere alla Birmania di rilasciare la leader dell’opposizione Aung San Suu Kyi, ora agli arresti. La Birmania è diventata la spina nel fianco dell’Association of Southeast Asian Nations (ASEAN) – che comprende 10 membri – e la sua presenza nel blocco è diventata sempre più controversa a partire dal processo e la prigionia di Suu Kyi. 2014-02-13T16:43:28.3000000+01:00 La leader del partito di opposizione National League for Democracy (NLD) è stata condannata lo scorso lunedì a 18 mesi di arresti domiciliari alla fine di quello che molti leader del mondo hanno definito un “processo vergogna”, nato da motivazioni politiche. L’ASEAN, che generalmente segue il principio di non-interferenza negli affari interni degli Stati membri, è sempre meno a proprio agio con la membership birmana. Subito dopo l’inizio del processo, la Thailandia, che attualmente ricopre la presidenza ASEAN, ha espresso la preoccupazione che la Birmania mini l’immagine del blocco. I dirigenti dell’ASEAN si incontreranno questa sera a Giacarta per una sessione che potrebbe prolungarsi fino a venerdì, secondo quanto riferisce la Reuters. Discuteranno se inviare una lettera alla Giunta in Birmania per fare pressioni per il rilascio di Suu Kyi. “Cercheranno di chiedere alla Birmania un’amnistia, ma questo è solo in principio. Non so esattamente come questo si tradurrà nella lettera”, ha detto Teuku Faizasyah portavoce del Ministro degli Esteri indonesiano. “Sospetto che si parlerà di Suu Kyi. Non so se toccherà tutti i prigionieri politici”. In seguito alla visita della visita del Segretario delle Nazioni Unite in Birmania questo luglio, l’Ambasciatore del regime presso l’ONU aveva detto al Consiglio di Sicurezza che la Birmania si stava preparando a concedere l’amnistia ai prigionieri (nd.r. “in the process”) sebbene fino ad ora non ci sono stati segnali che questo stia avvenendo realmente. La durata della condanna di Suu Kyi significa che lei rimarrà agli arresti fino ad oltre le elezioni del 2010, previste per il Marzo dell’anno prossimo. La settimana scorsa una visita del Senatore americano Jim Webb ha assicurato il rilascio del cittadino statunitense John Yettaw, che era stato condannato a 7 anni di lavoro duro per essere entrato nella residenza di Suu Kyi a Maggio. (Puoi leggere l'articolo in originale su Democratic Voice of Burma) (19 Agosto 2009) http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=136d5fb8fc3b4634b37d4dcd66543d33&docid=956bf89bf41d40a0b63005e0feb81ae4 Thu, 13 Feb 2014 15:43:28 GMT bb1cce63827148daae3f18752af4dc79 Birmania: il partito di Aung San Suu Kyi dichiarato illegale La National League for Democracy (NLD), il maggior partito dell’opposizione alla giunta militare birmana, verrà smobilitato il 6 Maggio. Dopo 21 anni, una vittoria elettorale nel 1990 mai accettata dalla giunta e i 14 anni di arresti domiciliari del Premio Nobel per la Pace Aung San Suu Kyi, la Laegue sarà dichiarato illegale perché si è rifiutata di registrarsi per le prossime elezioni. Il Comitato Esecutivo Centrale del partito ha votato all’unanimità di non prendere parte alle elezioni, una decisione difficile da prendere, per protestare contro la legge elettorale, in particolare nella norma che richiede di espellere il suo leader, Aung San Suu Kyi, perché condannata. Come lei, molti degli ufficiali del partito hanno sofferto, sono stati torturati e imprigionati per crimini di opinione. Tuttavia, l’NLD ha detto che la lotta per la democrazia in Birmania continuerà contro la dittatura militare, che governa il Paese dal 1962. “Non siamo tristi” ha detto Tin Oo, il vicepresidente dell’NLD – 83 anni – che ha passato molto tempo in prigione “Noi abbiamo onore. Un giorno torneremo, torneremo per la volontà del popolo”. “Non smobiliteremo il partito” ha detto uno degli attivisti vetereni del partito Win Tin, 80 anni, che è stato rilasciato nel 2008 dopo 19 anni di prigione. “Ma ricordi” ha aggiunto “non c’è nulla di nuovo in questo. Abbiamo già visto i nostri uffici chiusi in tutto il Paese, le nostre bandiere e le nostre insegne smantellate. Siamo abituati alla repressione”. Le elezioni generali sono programmate tra Ottobre e Novembre di quest’anno, ma non c’è una data precisa. Il loro obiettivo è quello di rafforzare il potere della giunta nel Paese. Un quarto dei seggi del nuovo Parlamento saranno riservato ai militari; i soldati che hanno recentemente abbandonato l’uniforme saranno considerati civili, un modo per rafforzare il potere militare nella futura legislatura. La leader dell’opposizione Aung San Suu Kyi è stata esclusa da una legge fatta appositamente contro di lei. (Puoi leggere la seconda parte dell'articolo qui) (9 Maggio 2010) 2014-02-13T14:12:15.1970000+01:00 http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=136d5fb8fc3b4634b37d4dcd66543d33&docid=bb1cce63827148daae3f18752af4dc79 Thu, 13 Feb 2014 13:12:15 GMT a9b01089fba3494e8cdbf8444d2bab86 L’NLD dichiara che le nomine del governo sono illegali Rangoon - L'opposizione birmana ha dichiarato mercoledì che il presidente eletto non ha diritto a nominare i ministri. Le accuse del premio Nobel Aung San Suu Kyi rappresenano il suo secondo attacco in meno di una settimana alle recenti azioni del governo e confermano il ruolo critico di primo piano dell’NLD – partito che è stato sciolto dalla giunta militare. Il governo eletto a seguito della sedicente transizione dei militari verso la democrazia, nel frattempo non si è ancora insediato, a più di un mese dalla elezione del parlamento, dopo oltre due decenni. Il presidente eletto Thein Sein è un ex generale e ministro sotto la giunta militare che guida Partito di Solidarietà dell'Unione e dello Sviluppo USDP, che ha vinto a larga maggioranza le elezioni generali del novembre scorso, che i critici hanno dichiarato truccate a favore dell'esercito. Infatti il Parlamento lo ha nominato presidente il 4 febbraio, ma non ha ancora prestato giuramento. Per questo la Lega afferma che non ha diritto di nominare ministri, giudici della Corte suprema, il procuratore generale o il capo del comitato parlamentare. L’NLD ha dichiarato inoltre che i partiti politici legalmente registrati hanno il dovere di segnalare le attività anticostituzionali. Le sessioni del Parlamento sono durate circa 30 minuti e si sono chiuse, lasciando l'impressione che si tratti di un organismo che serve solo a ratificare le decisioni della maggioranza dominata dai militari. L’NLD è stata ufficialmente sciolta l'anno scorso per non aver accettato di registrarsi come partito intenzionato a presentarsi alle elezioni generali dello scorso novembre, che secondo il parere dell’NLD erano ingiuste e antidemocratiche. Venerdì scorso, l’NLD ha criticato una nuova legge che consente al capo militare della Birmania l’accesso a un fondo speciale senza alcuna supervisione da parte del Parlamento. L’ organizzazione di Aung San Suu Kyi ha denunciato inoltre il bilancio recentemente pubblicato dal governo per la ripartizione dei troppi fondi destinati per la difesa e non abbastanza per i servizi sociali. (13 Marzo 2011) 2014-02-13T14:12:32.9200000+01:00 http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=136d5fb8fc3b4634b37d4dcd66543d33&docid=a9b01089fba3494e8cdbf8444d2bab86 Thu, 13 Feb 2014 13:12:32 GMT 2a3010ec5b8544a9b68c7fdc89578237 La nuova legge per la registrazione dei partiti - Come bloccare la partecipazione In allegato il testo in inglese della nuova legge per la registrazione dei partiti approvata dall'SPDC l'8 marzo scorso. Il testo della legge è una traduzione non ufficiale. Ecco cosa stabilisce la legge, nei suoi punti fondamentali. Commisione elettorale La legge affida alla commissione elettorale poteri eccessivi in quanto quest'organo può convocare le elezioni, gestire e controllare i partiti politici, deregistrarli e il suo giudizio sarebbe definitivo. Prigionieri politici I prigionieri politici non possono partecipare alle elezioni. Secondo l'art. 4 e l'arti 10, i prigionieri politici compresa Daw Aung San Suu Kyi non potranno essere membri di alcun partito politico e non potranno partecipare al processo elettorale. NLD L'NLD, in particolare, deve rispettare e proteggere la costituzione del 2008. Secondo l'art. 6c, i partiti politici devono impegnarsi a rispettare e proteggere la costituzione del 2008 di cui l'NLD - nella Dichiarazione di Shwegondaing - ha chiesto la revisione. All'NLD si chiede la sua registrazione entro 60 giorni. L'NLD deve chiedere la registrazione entro 60 giorni se vuole continuare ad esistere. Secondo l'art. 12 a1, l'NLD deve presentare almeno 3 candidati. L'NLD non ha altra scelta che partecipare alle elezioni se vuole chiedere la registrazione. Secondo la legge appena approvata dal gen. Than Shwe, l'NLD deve espellere i 12 membri del suo Comitato Centrale, inclusa Daw Aung San Suu Kyi, poichè sono in carcere e condannati e deve impegnarsi a rispettare e proteggere la costituzione del 2008, presentando infine perlomeno 3 candidati alle elezioni, altrimenti verrà automaticamente cancellato dalla lista dei partiti politici, secondo l'art. 25. (17 marzo 2010) 2014-02-13T12:48:28.2300000+01:00 http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=136d5fb8fc3b4634b37d4dcd66543d33&docid=2a3010ec5b8544a9b68c7fdc89578237 Thu, 13 Feb 2014 11:48:28 GMT ae510144861d42aa9b196332ac5ab82a La politica birmana degli Stati Uniti delineata alle Nazioni Unite - Articolo di Lalit K Jha IRRAWADDY - Questo lunedì l’amministrazione Obama ha annunciato che instaurerà un dialogo con la giunta militare birmana, ma ha riaffermato gli obiettivi fondamentali in Birmania e ha dichiarato di aspettarsi che il processo richiederà tempo. “Intendiamo iniziare un dialogo diretto con le autorità birmane per tracciare un percorso che porti a relazioni migliori” così ha detto ai giornalisti l’Assistant Secretary of State for East Asian and Public Affairs Kurt Campbell. 2014-02-13T12:49:26.2930000+01:00 “Il dialogo includerà una parte specifica sulla democrazia e i diritti umani dentro Burma, sulla cooperazione in materia di sicurezza internazionale, compresa la non-proliferazione e la fedeltà alle risoluzione 1874 e 1218, e aree che potrebbero essere di reciproco interesse come la lotta al narcotraffico e la ricostruzione dei danni causati dalla Seconda Guerra mondiale” ha aggiunto. Campbell, che testimonierà alla Commissione del Congresso questa settimana, ha detto che gli Stati Uniti sostengono una Birmania unita, pacifica, prospera e democratica, nel pieno rispetto dei diritti umani dei suoi cittadini. Per raggiungere questo scopo, noi continueremo a premere per un immediate e incondizionato rilascio di Aung San Suu Kyi e di tutti i prigionieri politici, per la fine dei conflitti con le minoranza etniche e delle violazioni dei diritti umani, per l’inizio di un dialogo politico interno credibile con l’opposizione democratica e i leader delle minoranze etniche sulla base della riconciliazione e della riforma” ha detto. Contemporaneamente, l’Amministrazione Obama farà pressioni affinché la Birmania rispetti i suoi obblighi internazionali, compresa la non-proliferazione, ponendo fine ad ogni cooperazione illegale di tipo miliare o legato alla proliferazione con la Corea del Nord, nel pieno rispetto delle Risoluzioni ONU 1874 e 1718. “Se la Birmania prenderà delle decisioni significative in questa direzione, sarà possibile migliorare le relazioni con gli Stati Uniti passo dopo passo. Riconosciamo che questa molto probabilmente sarà un processo lungo e difficile, e siamo preparati a sostenere il nostro impegno in questo senso” ha dichiarato Campbell. Ha anche aggiunto che gli Stati Uniti manterranno le sanzioni esistenti fino a che non si vedano passi concreti verso la riforma. “Togliere le sanzioni ora manderebbe un segnale sbagliato” ha detto “Diremo ai Birmani che discuteremo un allentamento delle sanzioni solo se loro compiranno delle azioni che rispondano alle nostre preoccupazioni principali. Ci riserviamo la possibilità di inasprire le sanzioni, in base a quello che succederà in Birmania”. Sulle elezioni del 2010, Campbell ha detto che gli Stati Uniti assumeranno un approccio cauto fino a che non siano valutate le condizioni in cui si svolgeranno le lezioni e fino a che non si sappia se l’opposizione e i gruppi etnici possano partecipare. “Siamo scettici sul fatto che le elezioni saranno libere e corrette, ma non mancheremo di ricordare ai Birmani le condizioni che noi consideriamo necessarie per un processo elettorale credibile” ha aggiunto. Rispondendo alle domande dei giornalisti, Campbell ha detto che durante i sette mesi necessari alla rivisitazione della propria politica birmana, l’Amministrazione Obama ha riconosciuto di dover cambiare i metodi ma non gli obiettivi. “Penso che in questa fase iniziale, riteniamo sia importante far capire che noi siamo pronti a sederci, ma che sappiamo anche che nulla è ancora cambiato nel Paese o in merito ad alcune delle attività in cui la Birmania è stata coinvolta. Penso che questo passo iniziale sia l’approccio giusto, e può essere fatta maggiore chiarezza, speriamo, con il dialogo nelle prossime settimane” ha detto. Nel frattempo, parlando all’Assemblea Generale, il Primo Ministro birmano General Thein Sein ha dichiarato che le nazioni potenti del mondo stanno riproponendo le sanzioni economiche contro la Birmania per fare pressioni contro i Paesi in via di sviluppo. “Le sanzioni sono state usate come uno strumento politico contro la Birmania e noi le consideriamo ingiuste” ha aggiunto, chiedendo ai membri dell’Assemblea Generale di intervenire con urgenza affinché vengano tolte. “Le sanzioni devono essere fermate” ha detto. Poco prima, Thein Sein aveva incontrato il Segretario generale dell’ONU, Ban Ki-Moon. Un Comunicato delle Nazioni Unite riferisce che il Segretario generale ha riferito nuovamente che si aspetta che la Birmania risponderà in maniera tempestiva alle proposte che ha lasciato alla leadership durante la sua recente visita. In particolare, Ban ha chiarito che l’ONU ha chiesto al governo di creare le condizioni necessario per elezioni credibili e inclusive, compreso il rilascio di Aung San Suu Kyi e di tutti i prigionieri politici, e il dialogo con tutti gli attori coinvolti. Parlando ai giornalisti al quartiere generale delle Nazioni Unite, l’Under Secretary-General for Political Affairs B. Lynn Pascoe ha detto che ci fosse un serio processo politico nel Paese, leader politici come Aung San Suu Kyi dovrebbero poter partecipare. D’altra parte sembrava esserci un chiaro consenso nella comunità internazionale che “le sanzioni e basta” non funzionano. Devono essere bilanciati da un approccio positivo, ha aggiunto. Anche il Senatore Americano Jim Webb ha incontrato il Primo Ministro alle Nazioni Unite a New York. “Sono ansioso di continuare il dialogo con il Primo Ministro Thein Sein, cominciato il mese scorso” ha dichiarato Webb in un comunicato. (Puoi leggere l'articolo in originale su The Irrawaddy) (29 Settembre 2009) http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=136d5fb8fc3b4634b37d4dcd66543d33&docid=ae510144861d42aa9b196332ac5ab82a Thu, 13 Feb 2014 11:49:26 GMT 0db3d6535936468db89aac44aa8723e8 “Stiamo affrontando una crisi della Costituzione” ha dichiarato Aung San Suu Kyi al proprio avvocato – Articolo di Min Lwin The Irrawaddy - Parlando a The Irrawaddy giovedì, l’avvocato Nyan Win ha detto che la leader e icona democratica Aung San Suu Kyi gli ho riferito privatamente che le accuse contro di lei sono illegittime, dal momento che il capo d'imputazione è in nome della Legge sulla Sicurezza Statale del 1975, legge che è stata resa nulla dalla Costituzione del 2008. “Stiano affrontando una crisi della costituzione, non una crisi costituzionale”, queste le sue parole secondo quanto riferito. 2014-02-13T12:40:20.4800000+01:00 L’avvocato ha detto che Suu Kyi è accusata secondo una legge del 1975, che trae forza giuridica dalla costituzione del 1974, che è stata però resa nulla da quando l’attuale giunta dei militari ha preso il potere nel 1988. In aggiunta, in accordo con la la road map presentata dal regime, il Paese ha approvato una nuova costituzione nel Maggio del 2008 tramite referendum nazionale, che ha anche reso nullo l’atto del 1975. Il testimone della difesa Kyi Win (che non ha nessun legame con l’omonimo avvocato di Suu Kyi) ha dato eco ai sentimenti di Aung San Suu Kyi nella corte giovedì, testimoniando che qualora la costituzione del 1974 fosse ritenuta ancora vigente, allora quella attuale sarebbe “nulla e priva di valore”. Così viene riportato da una notizia dell’organo statale The New Light of Myanmar di venerdì. Kyi Win ha testimoniato durante il nono giorno di processo contro Aung San Suu Kyi. E’ stato il solo testimone concesso alla difesa. Ad altri tre testimoni è stata negata la possibilità di presentarsi, sebbene la corte non abbia dato nessuna spiegazione per questo diniego. Kyi Win ha anche messo in discussione la tesi della giunta secondo la quale Aung San Suu Kyi fosse responsabile per l’intrusione della sua residenza tra il 3 e il 5 maggio, continua sempre The New Light of Myanmar. Sebbene possa trarre in inganno, si crede che l’organo statale stia tentando di trasformare la testimonianza di Kyi Win per indicare che se lo Stato ha assunto delle guardie attorno alla residenza di Suu Kyi, allora la sicurezza della casa era loro e non di Aung San Suu Kyi. Sebbene la versione ufficiale delle dichiarazioni di Kyi Win indica diversamente, è stato riportato che il testimone abbia detto che la Legge Safeguard the State against the Dangers of Those desiring to Cause Subversive Acts è stata già resa nulla dalla Costituzione del 2008. Nel frattempo, giovedì pomeriggio, dopo il processo, le autorità hanno scortato John William Yettaw nei pressi della residenza di Aung San Suu Kyi perché venisse descritto come era entrato e come aveva lasciato la residenza tra il 3 e il 5 maggio. Così riferiscono gli organi di informazioni di proprietà del governo. Nel nono giorno di processo, ci è stato riferito che Yettaw ha testimoniato di essere entrato nella residenza la mattina del 4 maggio e di averla lasciata dopo la mezzanotte del 5 maggio, e di aver deciso da solo di andare nella casa del Premio Nobel per la Pace. Parlando a The Irrawaddy venerdì, Nyan Win ha detto che il pool che difende Aung San Suu Kyi non è stato informato del fatto che l’Americano venisse portato presso la residenza. “Il governo fa solo quello che vuole”, ha detto “Se loro vogliono fare qualcosa che riguarda il processo, devono informarci” Viene riferito che Yettaw ha ammesso di fronte alla corte l’accusa di aver violato la Legge sull’immigrazione birmana e le leggi della città di Rangoon, entrando segretamente nella residenza di Aung San Suu Kyi di notte, senza chiedere nessun permesso, anche se sapeva che la casa era controllata dalle guardie, così riferisce l’organo, di proprietà della giunta, The New Light of Myanmar (Puoi leggere l’articolo in originale su http://www.irrawaddy.org/article.php?art_id=15786) http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=136d5fb8fc3b4634b37d4dcd66543d33&docid=0db3d6535936468db89aac44aa8723e8 Thu, 13 Feb 2014 11:40:20 GMT 505f8d1631254623aefbf05d48f623ea La Lega Nazionale per la democrazia rifiuta il referendum della giunta La Lega Nazionale per la Democrazia rifiuta in un comunicato ufficiale il referendum deciso dalla giunta e i piani elettorali. Affermando che non porteranno a riforme democratiche ma questa è solo una ulteriore tattica per prolungare il regime militare in Birmania. Il porta parola dell’NLD U Thein Nyunt ha affermato “non crediamo che ci sarà un referendum e delle elezioni libere e corrette e perché la giunta ha una tradizione di rottura delle sue promesse compresa la sua promessa in vista delle elezioni del 1990. quindi pensiamo che questa sia solo una violazione dei diritti umani e della democrazia. “ La dichiarazione dell’NLD letta a Mizzima al telefono è la prima risposta ai programmi della giunta., Indire un referendum su una bozza di costituzione che è scritta senza la partecipazione dei rappresentanti del popolo, mostra solo che non porterà a riforme democratiche ma creerà problemi politici e sociali ulteriori nel paese ha affermato il comunicato. Prima di tenere un’altra elezione senza riconoscere i risultati delle elezioni del 1990, prova soltanto che la giunta ignora il desiderio popolare e lo farà di nuovo. “ per questo l’NLD non crede che il referendum verrà condotto correttamente” aggiunge il comunicato. “ se il governo intende risolvere genuinamente la crisi politica in Birmania dovrebbero rispettare il volere del popolo e la costituzione deve riflettere la volontà del popolo” ha dichiarato Thein Nyunt. 2014-02-13T12:40:36.0930000+01:00 http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=136d5fb8fc3b4634b37d4dcd66543d33&docid=505f8d1631254623aefbf05d48f623ea Thu, 13 Feb 2014 11:40:36 GMT dc334f820ce64a2abf76ef01d6353196 Il messaggio del Presidente della repubblica nella giornata dell’unione sostiene il federalismo importanti dichiarazioni a sostegno del federalismo potrebbero aumentare le speranze di pace 2014-02-13T10:09:26.4100000+01:00 Con i dialoghi per il cessate il fuoco, previsti per il mese prossimo il Presidente Thein Sein ha dato, quella che appare una forte spinta alla presa di posizione del governo, noto da tempo per la sua posizione centralista, perché tenga in considerazione le richieste delle minoranze etniche per maggiori poteri alle regioni attraverso un’unione federale. Nel messaggio in occasione della giornata dell’Unione, il presidente ha dichiarato: “il governo sta lavorando per il rafforzamento in collaborazione con tutto il popolo della nazione” questa dichiarazione è stata pubblicata insieme ad una precedente che affermava:” che tutte le razze nazionali devono costruire l’unità nazionale sulla base dello spirito di Panglong” per poi marciare verso una nazione pacifica, moderna e democratica attraverso un sistema federale”. Comunque le parole del presidente sono state offuscate dai rapporti relativi a ulteriori conflitti nel nord della Birmania, con scontri tra l’esercito birmano e il Kachin Independence Army (KIA) e tra l’esercito birmano e il piccolo Ta’ang National Liberation Army (TNLA), che è appoggiato dal KIA. Secondo i rapporti in rete del Kachin media, il 261° battaglione leggero e il 421° reggimento di fanteria dell’esercito birmano si sono scontrati lunedì con la milizia del popolo Kachin, sotto il 18° battaglione del KIA nella zona di Liza, una piccola città ai confini tra Birmania e Cina, sede del KIA. Gli stessi media hanno dichiarato che l’TNLA si sono scontrati lunedì, con il reggimento leggero n. 505 e 506 dell’esercito birmano nella parte Nord dello Stato Shan e ulteriori combattimenti hanno causato la morte di tre soldati birmani. L’Irrawaddy non è stato in grado di raggiungere le fonti del KIA per confermare questi rapporti. Ma con il governo riformista e i leader delle minoranze etniche in cerca e nella speranza di investimenti nei poveri stati di confine hanno firmato accordi di cessate il fuoco con 14 milizie e hanno in atto dialoghi per un accordo di cessate il fuoco che dovrebbe aver luogo a marzo. Precedenti messaggi nel giorno dell’Unione o avevano sottovalutato o ignorato l’accordo di Panglong, che i gruppi etnici hanno da sempre considerato ideale per la costruzione di una Birmania decentrata. http://www.birmaniademocratica.org/document.aspx/it/il_messaggio_del_presidente_della_repubblica_nella_giornata_dell_unione_sostiene_il_federalismo/politica?lang=it Thu, 13 Feb 2014 09:09:26 GMT 1fe085e4158543238514b07ce6c7a645 Giro di vite sulla sicurezza per il verdetto contro Suu Kyi – Articolo di Saw Yan Naing IRRAWADDY - Da mercoledì mattina sono state rafforzate le misure di sicurezza attorno alla prigione di Insein a Rangoon e ai negozi è stato ordinato di rimanere chiusi questo venerdì, giorno in cui è programmato il verdetto conclusivo del processo contro la leader dell’opposizione Aung San Suu Kyi. Due battaglioni di polizia hanno già raggiunto le forze di sicurezza che stazionavano attorno alla prigione in vista del possible scoppio di proteste, secondo quanto riferiscono fonti a Rangoon, che raccontano anche come le autorità siano di fatto preoccupate circa possibili manifestazioni. Poliziotti in tenuta antisommossa fanno guardia all'ingresso della Prigione di Insein (Associated Press, da Irrawaddy) 2014-02-11T18:00:14.1700000+01:00 Dozzine di sostenitori di Suu Kyi si sono radunati regolarmente fuori dalla prigione di Insein per ogni giorno del processo. Uno dei più importanti leader dell’opposizione, Win Tin, dirigente della National League for Democracy, si è aggiunto a chi è venuto a raccolta. Nella giornata di martedì, Win Tin ha raccontato di essere giunto in prossimità della Prigione di Insein, rimanendo per circa quaranta minuti per manifestare la propria solidarietà alla collega, Suu Kyi. Martedì sono stati presentati gli ultimi argomenti del processo mentre il verdetto è atteso per venerdì. I diplomatici che erano presenti in aula hanno detto di aver sentito Suu Kyi usare queste parole “Temo che il verdetto sarà dolorosamente ovvio” (n.d.r. “I’m afraid the verdict will be painfully obvious”), secondo quanto riportato dall’Associated Press. Dopo la sessione finale di martedì, Suu Kyi ha detto al proprio avvocato, Nyan Win, che il procedimento “mostrerà se nel Paese esiste o meno lo stato di diritto”. Suu Kyi potrebbe ricevere fino a cinque anni di carcere se ritenuta colpevole. E’ accusata di aver violato i termini dei propri arresti domiciliari. Il suo processo è iniziato il 18 Maggio venendo rallentato dalla decisione della corte di aggiornare le udienze numerose volte. Suu Kyi ha passato circa 14 degli ultimi 20 anni agli arresti domiciliari. L'ultimo periodo da reclusa, che di fatto ancora sta vivendo, è iniziato nel Maggio del 2003. (Puoi leggere l'articolo in originale su The Irrawaddy) (29 Luglio 2009) http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=136d5fb8fc3b4634b37d4dcd66543d33&docid=1fe085e4158543238514b07ce6c7a645 Tue, 11 Feb 2014 17:00:14 GMT 445263a13ec54c8eaedae2e0779d81f3 Aung San Suu Kyi incontra Kurt Campbell Aung San Suu Kyi ha incontrato a Rangoon una delegazione americana guidata dall'Assistant Secretary of State for East Asian and Pacific Affairs Kurt Campbell. L'incontro, secondo fonti ufficiali dell'Ambasciata, sarebbe durato due ore (dalle 11.40 alle 13.40). Si tratta della prima volta da due anni che il Premio Nobel per la Pace Aung San Suu Kyi appare in pubblico. Nella mattinata la delegazione aveva incontrato il Primo Ministro birmano Gen. Thein Sein. (Puoi leggere la notizia, tra gli altri, su The Irrawaddy, Mizzima, BBC, RaiNews24 e Reuters Italia) (4 Novembre 2009) 2014-02-11T17:49:21.2000000+01:00 http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=136d5fb8fc3b4634b37d4dcd66543d33&docid=445263a13ec54c8eaedae2e0779d81f3 Tue, 11 Feb 2014 16:49:21 GMT e5b6d5b14e444d15b7d8466f8a3aec9f L'ONU dichiara illegale la detenzione di Aung San Suu Kyi Traduzione in Italiano da documento originale in Inglese di Freedom Now Washington, D.C. – Nella giornata odierna Freedom Now ha pubblicato il Parere n° 12/2010 del Gruppo di Lavoro delle Nazioni Unite sulla Detenzione Arbitraria. La sentenza di questo tribunale internazionale stabilisce inequivocabilmente che l’attuale detenzione del leader democratico birmano Daw Aung San Suu Kyi è illegale e viola il diritto internazionale. Nel suo parere il Gruppo di Lavoro dichiara che “il protrarsi della privazione della libertà di Aung San Suu Kyi è un fatto arbitrario e contravviene agli articoli 9, 10, 19 e 20 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani”. Il Gruppo di Lavoro ha inoltre condannato la reclusione illegale da parte della giunta di Aung San Suu Kyi affermando che la stessa “non è stata informata delle motivazioni del suo arresto, non ha potuto adoperarsi efficacemente per opporvisi, non le sono stati forniti i relativi atti, non è stata informata dei suoi diritti, le è stata negata la possibilità di comunicare con il mondo esterno ed è stata arrestata a causa delle sue opinioni politiche”. Il Gruppo di Lavoro delle Nazioni Unite sulla Detenzione Arbitraria è un organo indipendente e imparziale del Consiglio dei Diritti Umani delle Nazioni Unite. Attualmente si compone di esperti di Cile, Norvegia, Pakistan, Federazione Russa e Senegal. Si tratta del sesto parere pronunciato dal Gruppo di Lavoro in cui i termini dell’arresto domiciliare di Aung San Suu Kyi vengono dichiarati in violazione con il diritto internazionale. Insieme ai suoi alleati, il partito politico di Aung San Suu Kyi, la Lega Nazionale per la Democrazia (n.d.r. National League for Democracy) si è aggiudicato le elezioni birmane del 1990 conseguendo oltre l’80% dei seggi parlamentari. Dopo le elezioni Aung San Suu Kyi ha trascorso 14 degli ultimi 20 anni agli arresti domiciliari. L’ingresso non annunciato e illegale del cittadino americano John Yettaw nella residenza di Aung San Suu Kyi nel maggio del 2009 ha causato l’ultima di una serie di proroghe illegali dei suoi arresti domiciliari. In una recente dichiarazione trasmessa dai mass-media controllati dallo Stato, il ministro degli esteri birmano ha affermato che la Birmania “è un paese che rispetta sempre le dichiarazioni e le decisioni delle Nazioni Unite, essendo uno Stato membro dell’ONU”. Se ciò fosse vero Aung San Suu Kyi dovrebbe essere rilasciata immediatamente. “Daw Aung San Suu Kyi compirà 65 anni sabato 19 giugno, un altro compleanno trascorso ingiustamente agli arresti”, ha affermato Jared Genser, presidente di Freedom Now e legale internazionale pro bono della Suu Kyi. “Con la detenzione di Aung San Suu Kyi la giunta militare prosegue nelle sue manifeste violazioni del diritto internazionale e delle decisioni del Gruppo di Lavoro delle Nazioni Unite”. (In allegato il testo integrale del documento di Freedom Now e del Parere n° 12/2010 tradotti in Italiano da Birmaniademocratica.org) (Puoi leggere il documento nell'originale inglese qui) (21 Giugno 2010) 2014-02-11T17:41:28.6900000+01:00 http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=136d5fb8fc3b4634b37d4dcd66543d33&docid=e5b6d5b14e444d15b7d8466f8a3aec9f Tue, 11 Feb 2014 16:41:28 GMT 984833f6281244338392e5774f4b4f37 Il Senatore Webb incontra Aung San Suu Kyi. Yettaw torna negli Stati Uniti Mizzima – In una significante evoluzione dei fatti, giunta a sorpresa, il Senatore statunitense Jim Webb, in visita lampo in Birmania, nell’ambito di un tour che sta toccando 5 Paesi asiatici, ha incontrato questo sabato la leader dell’opposizione democratica, ora agli arresti, Aung San Suu Kyi, condannata la settimana scorsa a 18 mesi. Questo quanto riferito dal portavoce dell’NLD. Nyan Win, portavoce della National League for Democracy ha dichiarato “Jim Webb ha incontrato Aung San Suu Kyi questo pomeriggio dopo esser tornato da Naypyitaw”. 2014-02-11T17:43:30.9630000+01:00 Sempre di sabato il Senatore della Virgina aveva incontrato i rappresentanti di 10 partiti politici, compresi tre leader dell’NLD, riuniti per un incontro a Naypytaw. Il Senatore ha infine avuto un colloquio con il Generale supremo della Giunta Than Shwe prima di tornare a Rangoon. Testimoni affermano di aver visto sabato pomeriggio Aung San Suu Kyi essere scortata dalla propria casa e condotta alla residenza del Governo, dove ha incontrato il Senatore. A Naypytaw, ha continuato Nyan Win, i leader del partito hanno incontrato Webb ma non hanno poi commentato i dettagli della discussione. Webb è il funzionario statunitense più alto in grado a incontrare il capo della giunta, il Generale Than Shwe, da più di un decennio a questa parte. Mentre gli Stati Uniti stanno rivedendo la propria politica birmana, gli analisti credono che la visita di Webb possa essere utile per l’Amministrazione Obama per avere un quadro più chiaro di quello che sta succedendo nell'ermetico paese asiatico. Tuttavia Nyan Win ha dichiarato “Non abbiamo nessuna posizione ufficiale sulla visita di Webb per ora. E siamo consci che lui non rappresenta gli Stati Uniti". (Puoi leggere l'articolo in originale su Mizzima) Mizzima – La giunta militare birmana ha accettato di estradare su basi umanitarie il cittadino statunitense John William Yettaw, condannato a sette anni di prigione questo martedì, per esser entrato illegalmente nella residenza di Aung San Suu Kyi. Questo quanto riferito dalle fonti militari. Le fonti dicono che le autorità hanno emesso un ordine che decide sull’estradizione di Yettaw negli Stati Uniti invece dei setti anni di prigione da scontare in Birmania, a causa del suo stato di salute. “L'americano John Yettaw deve essere quindi estradato verso il suo Paese su basi umanitarie, a causa del suo stato di salute”, ha detto la fonte, citando l’ordinanza del governo. Secondo un comunicato dell’Ufficio di Webb, Yettaw volerà verso la Thailandia domenica insieme allo stesso Senatore, in visita nel Paese. Le autorità birmane avevano già deciso di estradare Yettaw prima della visita di Webb, ha continuato la fonte. Ciononostante, la questione è stata sollevata anche durante l’incontro di Webb con i funzionari birmani. Yettaw era stato condannato a sette anni di prigione con lavoro duro per avere violato le restrizioni alla casa di Aung San Suu Lyi, la legge sull’immigrazione e per aver nuotato in area proibita. Colei che era co-imputata nel processo, Aung San Suu Kyi, e i suoi due compagni di partito, che erano accusati di aver violato i termini degli arresti domiciliari per aver accolto Yettaw nella casa, sono stati condannati a 3 anni di prigione con lavoro duro. Un ordine speciale del Generale Than Shwe ha poi commutato la loro pena in un anno e mezzo di arresti domiciliari. (Puoi leggere anche questo articolo su Mizzima) (16 Agosto 2009) http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=136d5fb8fc3b4634b37d4dcd66543d33&docid=984833f6281244338392e5774f4b4f37 Tue, 11 Feb 2014 16:43:30 GMT 69cdbc7ba13845eaa15dae8c2e2f6e3b Condizioni degli arresti domiciliari: gli avvocati preparano il ricorso in appello per Suu Kyi Democratic Voice of Burma – Gli avvocati della leader dell’opposizione Aung San Suu Kyi sono pronti a fare appello contro la sua sentenza la prossima settimana, per il fatto che le condizioni degli arresti domiciliari sono più dure di quelle precedenti. Suu Kyi ha incontrato i suoi avvocati ieri nella sua residenza di Rangoon dove sta scontando la pena a 18 mesi di arresti domiciliari. 2014-02-11T17:39:42.4830000+01:00 “Abbiamo discusso in gran parte di un appello che riconsideri la sentenza pronunciata dalla corte di Insein” ha dichiarato il suo avvocato Nyan Win. “Abbiamo portato con noi la bozza dell’appello che abbiamo scritto, che sarà emendato nei prossimi giorni”. La versione conclusiva dell’appello sarà presentata la prossima settimana. Nyan Win ha detto che gli avvocati hanno anche parlato con Suu Kyi delle nuove condizioni imposte dal governo ai suoi arresti. “Nei precedenti arresti domiciliari, le era concesso sia di incontrarsi con membri della famiglia sia di ricevere un check-up medico regolarmente, ma tutto ciò le è stato negato questa volta” ha detto Nyan Win, aggiungendo che molti tratti delle nuove condizioni sono ambigui. Suu Kyi è stata condannata l’11 Agosto ad una pena commutata in 18 mesi di arresti domiciliari, in seguito alla visita nella sua residenza nel mese di Maggio del cittadino americano John Yettaw. Yettaw, che era stato condannato a sette anni di duro lavoro, è stato rilasciato la settimana scorsa in seguito alla visita in Birmania del Senatore statunitense Jim Webb. Webb, che ha anche incontrato Suu Kyi, ha dato il via ad una controversia in seguito alla sua visita, lasciando pensare che Suu Kyi avesse fatto intendere un cambiamento nella sua posizione tradizionalmente favorevole alle sanzioni. Da qui anche un editoriale pubblicato ieri sul New York Times. “Daw Aung San Suu Kyi ha detto di non pensare che i commenti (n.d.r. di Webb) riflettano la politica dell’Amministrazione Obama” ha detto Nyan Win. Nyan Win ha dichiarato che la National League for Democracy (NLD) è stata informata dall’Ambasciata USA a Rangoon che tre esperti umanitari dal Senato USA si incontreranno con il partito oggi. Non è chiaro tuttavia cosa sarà discusso all’incontro (Vedi l'articolo "Funzionari del Congresso americano incontrano l'NLD") (Puoi leggere l'articolo in originale su Democratic Voice of Burma) (30 Agosto 2009) http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=136d5fb8fc3b4634b37d4dcd66543d33&docid=69cdbc7ba13845eaa15dae8c2e2f6e3b Tue, 11 Feb 2014 16:39:42 GMT ddd9d82833c343fda90fe86b765eed13 l'appello per la richiesta della liberazione di Aung San Suu Kyi verrà presto presentato dal suo legale L’appello per la liberazone di Suu Kyi verrà presentato questa settimana nella capitale Naypyidaw L’avvocato di Aung San Suu kyi ha dichiarato che presenterà questa settimana un appello formale contro la prosecuzione degli arresti domiciliari della leader. Gli arresti erano stati prorogati a maggio per un altro anno. La leader birmana aveva già trascorso gli ultimi 5 anni agli arresti e il suo avvocato ha dichiarato che tale proroga è illegale.. Kyi Win ha dichiarato all’ Irrawaddy che ncontrerà Aung San Suu Kyi al più presto per discutere dell’appello da presentare alle autorità birmane. Kyi Win ha dichiarato che Suu Kyi dovrebbe incontare l’ufficiale di collegamento Aung Kyi, non appena le sue condizioni di salute lo permetterann. L’agenzia stampa AFP ha dichiarato che Suu Kyi sta facendo una cura di flebo per rimettersi in salute dopo aver rifiutato le provviste di cibo per un mese in una protesta contro le sue condizioni di detenzione. 2014-02-13T16:42:56.8330000+01:00 http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=136d5fb8fc3b4634b37d4dcd66543d33&docid=ddd9d82833c343fda90fe86b765eed13 Thu, 13 Feb 2014 15:42:56 GMT ca0cc3b240ab4511b3d66f4a78aa4b09 La corte suprema birmana rigetta il ricorso a favore dello stato legale della NLD La Corte superema birmana rigetta il ricorso a favore dello stato legale della Lega Nazionale per la Democrazia. 23 nov. La Corte superema birmana ha rigettato il ricorso presentato da Aung San Suu Kyi finalizzato al recupero dello stato legale del suo partito. La Lega Nazionale per la Democrazia ha perso la sua autorizzazione a Maggio dopo aver rifiutato di registrarsi alle elezioni del 7 novembre. Infatti la Lega Nazionale per la Democrazia per candidarsi, avrebbe dovuto espellere la leader birmana dal partito insieme a tutti gli altrti detenuti politici e avrebbe dovuto giurare fedeltà ad una inaccettabile costituzione. 2014-02-13T16:44:06.0200000+01:00 http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=136d5fb8fc3b4634b37d4dcd66543d33&docid=ca0cc3b240ab4511b3d66f4a78aa4b09 Thu, 13 Feb 2014 15:44:06 GMT d3c4557a327e41e295399b9d0497ff78 Quadro complessivo per la politica della UE e per il sostegno alla Birmania/Myanmar Le conclusioni del Consiglio Europeo approvate il 22 luglio 2013 rappresentano un importante impegno su temi fondamentali in vista delle elezioni del 2015 . un percorso fondametnale per la transizione. La UE si pone come obiettivo il sostegno allo sviluppo politico , sociale ed economico, al rispetto dei diritti umani e alla assistenza al governo nel riprendere il proprio posto nella comunità internazionale. . l'impegno complessivo che coinvolgerà le azioni degli Stati membri e delle Istituzioni europee si concentra sulle seguenti aree: PACE DEMOCRAZIA SVILUPPO E COMMERCIO IMPEGNO DELLA BIRMANIA/MYANMAR CON LA COMUNITA' INTERNAZIONALE Su ciascun punto il documento illustra in modo puntuale gli impegni necessari. 2014-02-17T15:39:25.7600000+01:00 http://www.birmaniademocratica.org/document.aspx/it/quadro_complessivo_per_la_politica_della_ue_e_per_il_sostegno_alla_birmania_myanmar/politica?lang=it Mon, 17 Feb 2014 14:39:25 GMT 4b40dbf4d8104571a8a0fab63dad28e6 L'NLD rifiuta le accuse sulle sanzioni economiche e sulla devastazione provocata dalle posizioni democratiche e chiede un dialogo diretto con il generale Than Shwe 2014-02-13T14:13:08.5500000+01:00 LA LEGA NAZIONALE PER LA DEMOCRAZIA RIAFFERMA CHE LA LEADER BIRMANA AUNG SAN SUU KYI CHIARISCE LA POSIZIONE NEI CONFRONTI DELLA GIUNTA E AFFERMA CHE LA DICHIARAZIONE DEL 17 FEBBRAIO SULLE SANZIONI FA RIFERIMENTO ALLE POSIZIONI DELLA GIUNTA . Il chiarimento avviene a seguito della dichiarazione dell’NLD che chiede l’apertura di un dialogo con il Generale Than Shwe. Nel documento si fa riferimento alla dichiarazione della giunta n. 1/2007 ed erroneamente si affermava che “lo scontro, la devastazione e le sanzioni economiche ed il totale isolamento descritte nel paragrafo sette della dichiarazione dell’SPDC non portano benefici al paese e al popolo.” L’errore nella trascrizione del messaggio fa apparire come se l’NLD fosse d’accordo con la dichiarazione della giunta. Nyan Win, portavoce dell’NLD ha dichiarato a Mizzima vi e’ stato un errore che puo’ portare a fraintendimenti . Lunedì infatti l’NLD ha emesso un comunicato di chiarimento. Il paragrafo deve essere letto nel modo seguente: “ il Paragrafo sette (7) della dichiarazione dell’ SPDC’ No. 1/2007 asserisce che lo scontro, la devastazione , le sanzioni economiche e il totale isolamento non portano benefici al paese e al popolo” Nel 2007 Than Shwe aveva rilasciato una dichiarazione che affermava la volonta’ di aprire un dialogo con la leader birmana Aung San Suu Kyi a patto che lei interrompesse il suo atteggiamento di scontro, la devastazione e la richiesta di sanzioni e il totale isolamento. L’ NLD, nel suo documento del 17 febbraio 17 ha dichiarato che Aung San Suu Kyi ha inviato un messaggio al ministro di collegamento Aung Kyi that che e’disponibile a aprire un dialogo con il Gen Than Shwe sul suo documento che accusa lei ed il suo partito di aver scelto un percorso di scontro, di devastazione e di richiesta di sanzioni economiche e di totale isolamento. Secondo la dichiarazione dell’NLD la Premio Nobel ha anche affermato di voler dialogare con Than Shwe se lui e’ pronto ad arrivare ad un accordo sulle accuse e e’ anche disponibile ad arrivare ad una dichiarazione congiunta a seguito dei colloqui. Per quanto riguarda le accuse di Than Shwe rilasciate nel 2007, Nyan Win ha dichiarato a Mizzima, “non abbiamo nulla da modificare,perche’ le sanzioni economiche sono state imposte non da noi ma riguardano gli altri paesi che le hanno adottate e noi non abbiamo fatto nulla di quanto ci accusa la giunta.” http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=136d5fb8fc3b4634b37d4dcd66543d33&docid=4b40dbf4d8104571a8a0fab63dad28e6 Thu, 13 Feb 2014 13:13:08 GMT 54bf0d98f0e5400c9e500cce0342ae39 Nld: voto storico, per la registrazione del partito di opposizione birmano articolo da Asia News 2014-02-13T14:12:51.2500000+01:00 Rangoon (AsiaNews) – La Lega nazionale per la democrazia (Nld) – principale movimento di opposizione democratica in Myanmar – si riunirà il 18 novembre in una conferenza “storica”, per decidere se registrarsi come partito e partecipare alle elezioni parlamentari, rientrando a pieno titolo nella vita politica del Paese. L' Nld ha boicottato il voto del novembre 2010, bollato come “farsa” dall’Occidente, perché regolato da norme previste nella Costituzione del 2008 e dalla Legge sulla registrazione dei partiti, giudicate “anti-democratiche” e “ingiuste” dai leader dell’opposizione. Guidato dalla Nobel per la Pace Aung San Suu Kyi, che ha trascorso 15 degli ultimi 21 anni agli arresti, la Lega nazionale per la democrazia ha trionfato alle elezioni del 1990, mai riconosciute dalla giunta militare che ha guidato per due decenni la Birmania. Il voto del novembre 2010 ha sancito il passaggio a un cosiddetto governo “civile”, ma pur sempre vicino alla leadership dell’esercito. Da qualche settimana arrivano segnali che indicano la volontà del più importante movimento di opposizione, di rientrare a pieno titolo nell’alveo della politica birmana. Ieri il Comitato esecutivo centrale dell' Nld si è riunito nella casa di Aung San Suu Kyi, a Rangoon, per discutere della questione. Al termine dell’incontro la decisione di indire una conferenza per il 18 novembre nel quartier generale della Nld in città, alla presenza di tutti e 106 i membri del Comitato centrale provenienti da tutto il Paese. A loro il compito di stabilire se la Nld farà parte a tutti gli effetti dello scenario politico birmano. Nel marzo 2010 in vista del voto, con la “Signora” ancora agli arresti, la maggioranza del partito aveva deciso di non registrarsi e boicottare le urne. Una delle principali richieste avanzate da Aung San Suu Kyi e dai leader del movimento di opposizione, che non è stata ancora soddisfatta in toto dal governo, è la liberazione di tutti i prigionieri politici che affollano le carceri. Al riguardo, l’esecutivo dovrebbe annunciare nelle prossime settimane un nuovo provvedimento di amnistia che potrebbe portare alla liberazione di altri detenuti per reati di pensiero. Sul sito internet dell’Irrawaddy non mancano i commenti degli internauti birmani, divisi fra rinnovate speranze e timori di un futuro ancora contraddistinto da censure e libertà negate. Sai Suriya scrive che “l' Nld si muove nella giusta direzione” e chiede “pieno sostegno e rispetto ai suoi leader”. Altri invitano ad andare sino in fondo, alle elezioni, perché i birmani possano avere un partito “da votare”. I critici, tuttavia, sottolineano che registrarsi ed entrare nel quadro politico implica scendere al livello dei militari e sporcarsi le mani con il loro sangue: in questo caso, scrive Ohn, l' “Nld potrebbe diventare irrilevante” nell’economia del Paese. http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=136d5fb8fc3b4634b37d4dcd66543d33&docid=54bf0d98f0e5400c9e500cce0342ae39 Thu, 13 Feb 2014 13:12:51 GMT a1b53e7b305a487f8af74d9474d50148 La National League for Democracy allarga il comitato esecutivo centrale – Articolo di Phanida Mizzima – Il più importante partito dell’opposizione birmana, la National League for Democracy (NLD) questo lunedì ha deciso di allargare il proprio Comitato Esecutivo Centrale (CEC) aggiungendo 9 nuovi membri agli 11 esistenti. Win Tin, uno dei membri del CEC ha rivelato che la decisione è stata presa questo lunedì durante la riunione del Comitato, a cui hanno partecipato sette degli attuali nove membri. 2014-02-13T12:47:44.5630000+01:00 Anche se il Segretario generale del partito, ora agli arresti domiciliari, Aung San Suu Kyi, i Vice-Presidenti Aung Shwe e Tin Oo e il Segretario U Lwin non hanno potuto partecipare, la decisione di fatto riprendeva gli accordi presi a Dicembre anche con loro. Il leader del Partito e Premio Nobel per la Pace Aung San Suu Kyi ha ottenuto in Dicemebre uno dei rari permessi per incontrare tre dei membri anziani del partito – Aung Shwe, U Lwin, Lun Tin – e discutere la riforma del Partito. “Siamo stati d’accordo nell’allargare il comitato esecutivo centrale del Partito. Ma dobbiamo ancora emettere un comunicato perché c’è ancora qualche dettaglio da perfezionare. Dobbiamo anche notificare le autorità riguardo alle nostre decisione” queste le parole di Khin Maung Swe, membro del CEC e Direttore del Dipartimento Informazione e Comunicazione del NLD. Il Partito, che vinse le elezioni del 1990, farà un annuncio ufficiale sui nuovi nove membri il 18 Gennaio. I circoli politici di Rangoon riferiscono che i futuri membri saranno Thein Nyunt, della città di Thgankyun, Win Naing, Segretario della sezione di Rangoon, Han Thar Nyint, Membro del Comitato per l’Educazione, Than Nyein, Vice-Presidente della sezione di Rangoon, e Nyan Win, Membro del Parlamento della provincia Apaung. Il CEC del NLD, di cui molti membri hanno passato molti anni in prigione, è stato nei recenti mesi sotto pressione nel partito tanto che molti chiedevano un’assemblea generale. Ma Khin Maung Shwe ha dichiarato che dal momento che il partito non è costituito in ogni sua parte, il CEC è stato costretto a nominare i nuovi membri dall’alto invece di usare i processi della democrazia interna. Con la giunta militare che sta lavorando alle elezioni nazionali del 2010, gli osservatori stanno tenendo sotto osservazione le attività del NLD. L’ NLD ha dichiarato che sarà felice di partecipare alle elezioni se la costituzione del 2008 verrà prima rivista e tutti i prigionieri politici rilasciati. L’NLD ha tempo e ha chiesto nuovamente alla giunta di iniziare un dialogo politico come primo passo per negoziare un processo di riconciliazione. La giunta, comunque, ha costantemente rigettato la proposta dell’NLD e ha continuato nella sua “roadmap per la democrazia”. A Novembre, Aung San Suu Kyi, in una lettera al capo supremo della giunta Than Shwe ha offerto di cooperare nell’addolcire le sanzioni occidental e richiesto un incontro faccia a faccia per discutere del tema. Mentre Than Shwe ha accettato di farle incontrare i membri del suo partito, non ha risposto ufficialmente alla richiesta di un incontro con lei. (Puoi leggere l'articolo in originale su Mizzima) (12 Gennaio 2010) http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=136d5fb8fc3b4634b37d4dcd66543d33&docid=a1b53e7b305a487f8af74d9474d50148 Thu, 13 Feb 2014 11:47:44 GMT 8c7e304623a8471584b257c4d452f8fe La politica cinese sulla Birmania potrebbe ritorcersi contro la Cina, ha dichiarato Win Tin, leader dell’opposizione democratica birmana The Irrawaddy - Secondo quanto sostenuto venerdì scorso da un importante leader dell’opposizione birmana, il sostegno di Pechino a favore della giunta birmana potrebbe influenzare negativamente gli interessi di lungo termine della Cina in Birmania e la percezione della Cina in qualità di “attore responsabile” da parte della comunità internazionale. Win Tin, leader della Lega Nazionale per la Democrazia (NLD) che ha trascorso 19 anni in carcere, ha dichiarato a The Irrawaddy nella giornata di venerdì che la Cina, una tra le nazioni più potenti al mondo e che vanta la seconda economia mondiale, deve assumere un ruolo di maggiore responsabilità sulle questioni birmane in relazione a temi quali stabilità, democratizzazione e diritti delle minoranze etniche. “Se i leader cinesi elogiano il regime non dimostrando maggiore attenzione nei confronti dei problemi del popolo birmano, la Cina non riuscirà a conquistare il cuore della gente, ciò che potrebbe influenzare gli interessi cinesi in Birmania nel lungo termine. Quanto sopra potrebbe anche minare la speranza da parte della comunità internazionale che la Cina divenga un attore sensibile alle questioni internazionali”, ha sostenuto Win Tin. Sempre secondo il leader dell’opposizione, il sostegno espresso dalla Cina a favore del regime repressivo birmano e delle elezioni farsa che si svolgeranno attraverso un processo politico non inclusivo potrebbero innescare tra il popolo birmano un forte sentimento anticinese, ciò che a sua volta potrebbe minacciare la stabilità degli investimenti cinesi in Birmania. La politica cinese sulla Birmania si concentra primariamente sulla stabilità, ma un processo politico incentrato su elezioni che non siano libere, eque e inclusive comporterebbe instabilità nel paese, influenzando negativamente gli interessi cinesi in Birmania, ha sostenuto Win Tin. Nel frattempo in coincidenza con la visita del capo della Giunta birmana Generale Than Shwe a Pechino il 7 settembre, la portavoce del governo cinese Jiang Yu ha affermato nel corso di una conferenza stampa che i leader cinesi non intendono esprimersi sulle elezioni birmane nel corso degli incontri che si terranno con il Generale. “Le elezioni politiche in Birmania costituiscono una questione interna. La Cina sostiene sempre il principio della non interferenza negli affari interni degli altri Stati”, ha affermato la portavoce, aggiungendo che la Cina auspica che la comunità internazionale fornisca un aiuto costruttivo alle elezioni birmane astenendosi dall’intraprendere qualsivoglia misura che possa comportare “un impatto negativo sul processo politico interno [birmano], come pure sulla pace e sulla stabilità regionale”. La portavoce ha proseguito affermando che una Birmania pacifica, stabile e in crescita va a vantaggio non solamente del popolo birmano, ma anche degli altri paesi della regione, aggiungendo che le questioni interne della Birmania “devono essere risolte in via indipendente” dal regime e dal popolo birmano. Secondo quanto riportato dall’agenzia stampa cinese Xinhua, leader cinesi, quali ad esempio il Presidente Hu Jintao, il numero due cinese Wu Bangguo e il Primo Ministro Wen Jiabao non avrebbero trattato direttamente il tema delle elezioni in Birmania durante gli incontri con Than Shwe e la delegazione birmana tenutisi in data 8 e 9 settembre, mentre si sarebbe parlato più concretamente dei legami tra i due paesi. “La politica birmana non verrà modificata, indipendentemente dai cambiamenti della situazione internazionale”, ha sostenuto Hu, il quale ha inoltre aggiunto che è salda intenzione politica della Cina quella di rafforzare e di sviluppare una positiva cooperazione di vicinato con la Birmania. Giovedì Than Shwe ha ribadito ai leader cinesi il proprio impegno volto a “sviluppare relazioni strategiche con la Cina” nel periodo post-elettorale, anche nella formazione del nuovo governo. Bates Gill, esperto di Cina e direttore dell’Istituto Internazionale di Ricerca sulla Pace di Stoccolma, ha affermato nel suo articolo intitolato “La Cina diventa un attore responsabile” che la tendenza intrapresa dalla Cina che dovrebbe condurla a divenire un attore responsabile dovrebbe proseguire nel breve-medio termine, rientrando chiaramente negli interessi della Cina il mantenimento e il rafforzamento di una tale posizione. “L’approccio più responsabile che la Cina ha assunto sulle questioni internazionali da ormai oltre un decennio può essere attribuito a tre motivazioni il cui conseguimento riveste particolare rilevanza per la leadership cinese: (1) attenuare le tensioni esterne in modo da intervenire con maggiore efficacia sulle sfide interne; (2) rassicurare gli Stati vicini sulle intenzioni pacifiche di una Cina in crescita, disinnescando l’emergere di una tendenza a interventi di contenimento morbido o di altre misure di contrasto nei confronti della Cina; (3) adoperarsi per giungere ad una posizione bilanciata con gli Stati Uniti evitando il confronto”. Sempre secondo Gill, “sul tema dei diritti umani, e in particolare sul sostegno fornito da Pechino a governi abusivi di tutto il mondo, la tanto auspicata accettazione da parte della Cina del ruolo di “grande potenza responsabile” viene pesantemente meno. Lo sviluppo di relazioni strette e di sostegno con paesi quali Birmania e Zimbabwe, pur attraversando attualmente una fase di ripensamento da parte cinese, non risultano tuttavia coerenti con il concetto di attore responsabile”. (10 Settembre 2010) 2014-02-13T12:49:49.3970000+01:00 http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=136d5fb8fc3b4634b37d4dcd66543d33&docid=8c7e304623a8471584b257c4d452f8fe Thu, 13 Feb 2014 11:49:49 GMT 3843b0ddf94947ae9e4f3fe0d0ef0ce6 L'NLD si oppone alla costituzione farsa, chiede la liberazione dei detenuti politici e la convocazione del parlamento democratico 2014-02-11T16:59:34.0130000+01:00 l'NLD HA CHIESTO CON URGENZA LA REVISIONE DELLA ATTUALE COSTITUZIONE, LA CONVOCAZIONE DEL PARLAMENTO ELETTO NEL 1990 E L'AVVIO DI UNA COMMISSIONE DI QUESTO PARLAMENTO LEGITTIMO CHE ENTRO SEI MESI POSSA RIVEDERE E MODIFICARE LA COSTITUZIONE DECISA DA MILITARI. L'NLD CHIEDE IL RILASCIO IMMEDIATO DI TUTTI I PRIGIONIERI POLITICI E L'AVVIO DI UN DIALOGO URGENTE TRA IL GENERALE THAN SHWE E AUNG SAN SUU KYI. La dichiarazione del Comitato esecutivo dell'NLD n. 3. del 19 febbraio in cui si riassumono i punti principali discussi nell'incontro con l'inviato speciale dell'ONU Gambari. L'NLD nell'incontro ha sottolineato. che tutti i prigionieri politici dovrebbero essere immediatamente rilasciati senza condizioni per raggiungere la riconciliazione nazinale, che si dovrebbe aprire un dialogo diretto tra il Generale Than Shwe e Aung San Suu Kyi; che l'NLD ha gia' dichiarato che non puo' accettare la costituzione e ha proposto e richiesto gia' i modi e i mezzi per la modifica della Costituzione Dichiarazione n. 4 della Lega Nazionale per la Democrazia del 19 febbraio a seguito della visita di Ibrahim Gambari. Nella dichiarazione si elencano i prerequisiti richiesti dalla NLD: La liberazione immediata di tutti i prigionieripolitici L'inizio urgente di un dialogo politicamente significativo tra il generale Than Shwe e Aung San Suu Kyi La convocazione del Parlamento del Po;olo secondo le elezioni del 1990 e la formazione di una commissione per la revisione della costituzione per la Costituzione da parte di detto parlamento e il completamento del processo di revisione entro 6 mesi. Normal 0 14 false false false IT X-NONE X-NONE La dichiarazione sottolinea che poiche' gambari ha affermato durante la sua visita in Giamppone che ha incoraggiato il governo birmano a tenere le elezioni in modo credibile per la comuita' internazionale, l'NLD e' profondamente preoccupata poiche' tali dichiarazioni sono diverse da quanto dichiarato dalla NLD e dalle risoluzioni dell'Assemblea Generale ONU che ha chiesto sempre il riconoscimento delle elezioi del 1990. http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=136d5fb8fc3b4634b37d4dcd66543d33&docid=3843b0ddf94947ae9e4f3fe0d0ef0ce6 Tue, 11 Feb 2014 15:59:34 GMT ebdae49fb49545349c0c1b7f421a6cb5 NLD ed Aung San Suu Kyi continuano ad incontrare e sostenere il popolo birmano La National Leaugue for Democracy (NLD) e Aung San Suu Kyi continuano ad incontrare e sostenere il popolo birmano (15 Maggio 2011) 2014-02-11T16:44:04.4370000+01:00 http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=136d5fb8fc3b4634b37d4dcd66543d33&docid=ebdae49fb49545349c0c1b7f421a6cb5 Tue, 11 Feb 2014 15:44:04 GMT 97d3ecd01b1e49cb8e2efb681e865dc1 I livelli di vita dei contadini in Birmania sono molto inferiori di quanto non fossero durante il periodo coloniale. Lo ha dichiarato la Lega Nazionale per la Democrazia e il parlamentare Myint Thein 2014-02-10T14:39:38.6970000+01:00 Il parlamentare è intervenuto in occasione del Farmers Summit della lowland area. All’evento hanno partecipato i contadini di 25 townships della regione di Magway. È la prima volta che si tiene un incontro di questo tipo da quando si è insediato il nuovo governo ed è stata fondato il sindacato dei contadini. “Sino ad oggi i contadini del nostro paese non hanno ottenuto uguaglianza come aveva dichiarato il Generale Aung San. Non siamo stati in grado di disegnare il nostro futuro. Le nostre terre sono state accaparrate con la forza. Quando abbiamo chiesto indietro le nostre terre siamo stati arrestati. Per proteggere questo tipo di situazione deve essere formato un sindacato di contadini ha dichiarato Myint Thein che è anche membro di una indagine sull’accaparramento delle terre. I contadini che hanno partecipato al vertice hanno discusso principalmente di accaparramento forzato delle terre, lo spostamento in altri luoghi perché non c’è terra per coltivare e una scarsità di lavoratori a causa della emigrazione. “le vite dei contadini ripetono la stessa storia. I contadini sono sempre coloro che soffrono mentre i “cronies” ovvero i corrotti e i militari che governano sono i vincitori” ha dichiarato Sein Tun parlamentare della township di Htantabin nella Regione di Bago. Il network sociale Myit Kwayt Ayeyar di Magway ha effettuato la formazione dei contadini per circa due anni sulle leggi sulla terra ed ora si potrebbe gestire il summit. Sono stati inviati messaggi di sostegno da alcune organizzazioni politiche e sociali. http://www.birmaniademocratica.org/document.aspx/it/i_livelli_di_vita_dei_contadini_in_birmania_sono_molto_inferiori_che_nel_periodo_coloniale_/politica?lang=it Mon, 10 Feb 2014 13:39:38 GMT 0baf331fa1b243cf989185172ae9e264 La leader dell’NLD appoggia il nuovo organismo per la revisione della costituzione Nuovo comitato parlamentare ristretto per la definizione dei cambiamenti costituzionali 2014-02-11T14:35:05.1530000+01:00 09 febbraio 2014 Daw Aung San Suu Kyi ha appoggiato la formazione di un nuovo comitato per la stesura di un disegno di legge sui cambiamenti costituzionali, nonostante le proteste dei partiti più piccoli che non hanno una rappresentanza. Il 3 febbraio scorso i parlamentari hanno deciso di formare un comitato composto da 31 membri. Il portavoce della Pyidaungsu Hluttaw, U Shwe Mann, ha proposto il nuovo organismo per la attuazione dei risultati presentati dal comitato di revisione costituzionale, che ha presentato il 31 gennaio, le proprie conclusioni al parlamento. L’USDP ha 11 posti in tale comitato, mentre i militari ne hanno 7, l’NLD ne ha 2. Un posto è stato assegnato a ciascun altro partito ovvero: il National Unity Party, il National Democratic Force, Rakhine Nationalities Development Party, Chin Progessive Party, Phalon-Sawaw Democratic Party e Shan Nationalities Democratic Party. “E’ preferibile formare un comitato ristretto. Penso anche che sarebbe meglio un comitato ancora più ristreto (di quello con 31 componenti). La cosa più importante è che il comitato funzioni, non da quante persone è composto” ha dichiarato Daw Aung San Suu Kyi. Alla fine tutti i parlamentari decideranno. Quando questo avverrà ognuno dovrebbe essere in grado di discutere apertamente la propria posizione in parlamento”. Comunque U Paw Hlyan Lwin del Chin Progressive Party ha criticato la proposta del comitato, sottolineando gli svantaggi per i partiti più piccoli. “ sono 21 i partiti in parlamento, quindi riteniamo che ciascun partito dovrebbe avere un proprio rappresentante.” Ha dichiarato. Lo speaker ha risposto affermando che ai nove partiti senza rappresentanza verrà concesso di partecipare alle riunioni e di avanzare le proprie proposte sulla riforma costituzionale. Ha dichiarato inoltre che il numero dei posti assegnati nel comitato dipende dal numero di parlamentari che hanno. Se questo organismo fosse più grande si rallenterebbero i lavori sugli emendamenti. http://www.birmaniademocratica.org/document.aspx/it/la_leader_dell_nld_appoggia_il_nuovo_organismo_per_la_revisione_della_costituzione_2/politica?lang=it Tue, 11 Feb 2014 13:35:05 GMT 6e0f94652848401faf3c34bdc1600616 Papa Francesco invitato al 500° anniversario dell'arrivo della Chiesa cattolica in Birmania storico invito in Birmania. le celebrazioni si terranno dal 21 al 23 novembre 2014 2014-02-02T22:03:33.0970000+01:00 Rangoon. Papa Francesco e il Presidente Thein Sein saranno invitati a partecipareal 500° anniversario dell’arrivo in Birmania della chiesa cattolica. - Lo ha stabilito la Conferenza dei vescovi cattolici della Birmania (CBCM). Il segretario della CBCM Vescovo Fr. Leo Mang ha dichiarato alla stampa che la cerimonia per il cinquecentesimo anniversario si terrà per mostrare gratitudine ai pionieri missionari che hanno portato la cristianità in Birmania e per educare il pubblico alla storia del cattolicesimo in Birmania per far sapere che i cattolici locali sono stati fiduciosi nella costruzione del paese e che la Chiesa cattolica è arrivata in Birmania molto tempo prima che il paese fosse colonizzato dagli inglesi. “pregheremo tutto l’anno per ricordare il cinquecentesimo anniversario dell’arrivo della Chiesa cattolica in Birmania” ha dichiarato il Vescovo Leo Mang. “La cerimonia di chiusura si terrà a livello nazionale dal 21 al 23 novembre e è stato inviato un invito al Papa perché partecipi alla cerimonia. Invieremo anche un invito ufficiale al Presidente Thein Sein a febbraio.” Se il Papa parteciperà alla cerimonia, la CBCM chiederà al Presidente Thein Sein di presiederla a livello di stato. La cerimonia di chiusura si terrà nella Cattedrale di St.Mary al centro di Rangoon il 21 novembre e il 22 e allo stadio Aung San il 23 con danze etniche e eventi musicali. http://www.birmaniademocratica.org/document.aspx/it/papa_francesco_invitato_al_500_anniversario_dell_arrivo_della_chiesa_cattolica_in_birmania/politica?lang=it Sun, 02 Feb 2014 21:03:33 GMT e3fd27c2cac04b259c01985650955563 Tra ulteriori ritardi, le rivalità dividono i gruppi etnici. Saw Yan Naing, Irrawaddy 2014-02-10T09:50:54.0400000+01:00 I soldati della Karen National Liberation Army sono stati utilizzati per motivi di sicurezza alla conferenza di Law Khee Lar, nello Stato Karen. Il governo birmano e i gruppi etnici ribelli non si incontreranno come programmato questo mese per la conferenza nazionale sul cessate il fuoco. L’incontro è stato rinviato ancora una volta a Marzo. E i leader dei gruppi etnici dichiarano di aver bisogno di più tempo per negoziare tra di loro prima di presentare la loro bozza di cessate il fuoco. I leader etnici dichiarano che bisogna attendersi dei ritardi nella fase finale, ma sotto la superficie sono le rivalità tra i gruppi etnici ad aver rallentato il processo.Mahn Nyein Maung, membro del Comitato Centrale del Karen National Union (KNU), ha dichiarato che il team negoziale del governo e i gruppi etnici hanno programmato di tenere la conferenza nazionale sul cessate il fuoco a fine febbraio a Pa-an, capitale dello stato Karen. “ma abbiamo dovuto rimandarla perché i negoziati non sono terminati” ha dichiarato all’Irrawaddy. “ non abbiamo concluso i prenegoziati”. Ha fatto riferimento a riunioni del mese scorso tra il team negoziale del governo rappresentato dal Myanmar Peace Center (MPC), e dal team del Nationwide Ceasefire Coordination (NCCT), che è il gruppo di lavoro per una alleanza tra i gruppi etnici del paese. Il MPC e l’NCCT hanno programmato di incontrarsi per un dialogo informale il 16 febbraio a Rangoon, dove discuteranno la bozza di proposte per un accordo nazionale sul cessate il fuoco. “Nel processo di pace, teniamo spesso incontri informali per discutere e modificare le questioni su cui non siamo d’accordo da ambo le parti e per includere ciò che vogliamo. Lo facciamo spesso per preparare ed assicurarci che non vi siano difficoltà nella fase finale”. Ha dichiarato Mahn Nyein Maung, aggiungendo di ritenere che l’accordo nazionale sul cessate il fuoco verrà firmato a marzo. Comunque, alcuni rappresentanti etnici potrebbero non partecipare. I Wa e i Mongla, come i leader Shan del Restoration Council of Shan State (RCSS), non hanno confermato se firmeranno o meno durante il prossimo incontro di Pa-an. Mahn Nyein Maung ha dichiarato che il NCCT richiede che venga impedito all’esercito governativo di attaccare i gruppi ribelli che non firmano l’accordo di Pa-an. Mentre entrambe le parti cercano di raggiungere un compromesso, le divisioni interne possono contribuire a spiegare perché sono state convocate così tante riunioni prima della conferenza nazionale sul cessate il fuoco. Il mese scorso i gruppi etnici si sono incontrati nello Stato Karen presso la base KNU di Law Khee Lar. Gli osservatori a tale incontro hanno dichiarato che tra le cose di contorno nei dialoghi di pace vi è una lotta di potere tra i leader dei diversi gruppi etnici, in particolare tra quelli del KNU, il RCDD e il Kachin Independence Organization (KIO). Durante l’incontro di Law Khee La, un osservatore, che chiede di mantenere l’anonimato perché non autorizzato a parlare con i media, ha dichiarato: “ vi sono conflitti sulla presidenza del United Nationalities Federal Council” l’UNFC una alleanza di 11 gruppi etnici attualmente presieduta dal KIO. “il KNU vuole presiedere l’ UNFC,” ha dichiarato. “non amano molto che il KIO presieda l’alleanza. Per questo gli Shan [RCSS] non hanno preso parte all’UNFC e non hanno firmato la bozza di accordo sul cessate il fuoco.” £credo che il problema sia che stanno lottando per avere il mandato e il credito” . Non è la prima volta che le minoranze etniche si sono riunite per chiedere maggiore autonomia dal governo centrale ed un maggior controllo sulle risorse naturali nei loro stati e diritti fondamentali e come una più ampia rappresentanza in parlamento. Nel 1976 i membri del NDF National Democratic Front, un blocco di gruppi armati, si sono impegnati per raggiungere questi obiettivi comuni. Ma nel 1990 due membri del NDF: il KIO e il New Mon State Party (NMSP)— hanno sottoscritto accordi separati di cessate il fuoco con il governo militare. Sono stati criticati per aver dato priorità ai loro interessi rispetto agli obiettivi comuni dell’alleanza e per aver lasciato indietro gli altri partner. Il cessate il fuoco del KIO è stato rotto nel 2011 ed oggi l’organizzazione Kachin è uno dei due principali gruppi etnici ribelli che devono ancora oggi firmare il cessate il fuoco. Una milizia Karen, nota come Democratic Karen Buddhist Army (DKBA), i cui membri erano stati parte del KNU, hanno sottoscritto l’accordo di cessate il fuoco con il governo nel 1990. All’epoca il governo aveva lanciato una pesante offensiva contro il KNU. Oggi alcuni leader dell’ala militare del KNU sottolineano come il vice presidente del KIO N’Ban La, oggi guidi l’UNFC, mentre Nai Hong Sar del NMSP ha ottenuto solo la seconda carica più importante dell’alleanza. “Quando abbiamo subito le offensive governativa del 1990, loro hanno firmato gli accordi di cessate il fuoco. Ora tornano e agiscono come dei boss per dirigerci. Abbiamo dovuto resistere all’esercito governativo fino alla caduta del nostro quartier generale di Manerplaw,” ha dichiarato in modo anonimo all’Irrawaddy un funzionario del Karen National Liberation Army (KNLA). Il quartier generale è stato conquistato dall’esercito governativo nel 1995. “Il governo, all’epoca ha cercato di dividerci utilizzando anche la religione he. Siamo stati divisi in due fazioni e abbiamo sofferto enormemente.” Ha dichiarato facendo riferimento alla rottura da parte della Buddhist Karen-led con la KNLA. Da all’ora la KNLA ha sottoscritto accordi di pace con il governo del Presidente Thein Sein e ha dichiarato che la sua ala politica il KNU avrebbe cooperato con gli altri gruppi etnici per continuare a muoversi in direzione dei processi di pace. “gli faremo giocare il ruolo politico e attenderemo” ha dichiarato. A Law Khee Lar, lo scorso mese le divisioni tra i gruppi etnici hanno portato a scontri verbali tra i leader Pa-O e i leader Shan del Shan State Progressive Party (SSPP) dopo che un rappresentante Pa-O aveva chiesto di discutere la proposta del diritto di secessione dallo stato da parte delle minoranze etniche dello Stato Shan. Il Pa-O è uno delle principali minoranze etniche che vivono nello Stato Shan. Quando i rappresentanti dell’SSPP hanno ascoltato questa proposta hanno dichiarato che avrebbero lasciato la riunione se i partecipanti avessero discusso di questo. Ma i rappresentanti Pa-O hanno rinunciato e hanno dichiarato che quella proposta non doveva essere discussa con urgenza e che avrebbe potuto aspettare” ha raccontato un osservatore Arakan che ha chiesto l’anonimato. In una precedente riunione tenutasi lo scorso anno tra gruppi etnici a Laiza, nello Stato Kachin alcuni osservatori ritenevano che l’RCSS non avrebbe sostenuto la firma di un accordo nazionale di cessate il fuoco perché non volevano che al KIO fosse riconosciuto il credito di questo importante passo nel processo di pace. Il portavoce del RCSS Col. Sai La, ha dichiarato a quel tempo all’Irrawaddy che il suo gruppo aveva bisogno di tempo per consultare i partiti politici Shan e le organizzazioni di base sulla bozza di accordo. “dopo aver discusso con queste organizzazioni, l’RCSS firmerà a tempo debito un accordo comune”. Mentre il vice capo del KNLA, Lt-Gen Baw Kyaw Heh, ha dichiarato poi all’Irrawaddy che si sentiva scoraggiato dalle divisioni tra i gruppi etnici. “ci siamo incontrati e abbiamo discusso tante volte, il tempo è passato, anno dopo anno ma l’unità tra di noi è altalenante, perché il governo birmano ci ha diviso in varie fazioni” ha dichiarato all’Irrawaddy. “ non è che il governo birmano sia così intelligente, ma anche noi stessi non siamo intelligenti a sufficienza”. http://www.birmaniademocratica.org/document.aspx/it/tra_ulteriori_ritardi_le_rivalita_dividono_i_gruppi_etnici_/politica?lang=it Mon, 10 Feb 2014 08:50:54 GMT e14e7ec5541448ea964a3914077ff4e1 giornalisti arrestati per aver denunciato l'ipotetica presenza di una fabbrica di armi chimiche 2014-02-10T14:38:04.9270000+01:00 Quattro giornalisti e il direttore del giornale di Rangoon: Unity, sono stati arrestti dalle forze speciali di polizia dopo che il giornale aveva riferito della sospetta esistenza di una fabbrica di armi chimiche nella Birmania centrale. Il rapporto pubblicato la scorsa settimana e dal titolo: una segreta fabbrica di armi chimiche degli ex generali, tecnici cinesi e del comandante in capo della township di Pauk” comprendeva fotografie del supposto impianto di armi chimiche, nella divisione di Magwe. Lu Maw Naing, un reporter del giornale con sede nella township di Pauk e l’amministratore delegato Tint San sono stati arrestati rispettivamente venerdì e sabato, apparentemente per aver pubblicato segreti di stato. Secondo la sua famiglia, Lu Maw Naing è stato preso per essere interrogato venerdì sera. Sabato mattina la sua famiglia è stata informata che non ci sarebbe stata alcuna cauzione per aver rivelato segreti di stato e che sarebbe stato portato in custodia della sezione speciale a Pakokku. “la polizia di Pauk ha dichiarato che la cauzione era al di fuori della loro autorità.” Ha dichiarato la moglie Lu Maw Naing. Secondo il suo assistente, sabato mattina Tint San è stato arrestato a Rangoonda funzionari della polizia speciale nell’ufficio del quotidiano Unity . “tre ufficiali sono venuti e l’hanno portato via dichiarando che dovevano interrogarlo. Ma non sappiamo dove sia stato portato e cosa gli succederà” ha dichiarato Thiha Aung. Anche altri tre giornalisti Yarzar Oo, Paing Thet Kyaw e Sithu Soe sono stati arrestati. “dobbiamo assicurarci cosa sta succedendo ai nostri giornalisti e all’editore in capo e consulteremo i nostri legali e il Consiglio della stampa Birmana sul caso e deciderà cosa fare.” Parlando all’Irrawaddy prima Tint San ha insistito che il giornale ha le prove per sostenere le dichiarazioni sulla fabbrica di armi chimiche. “io stesso sono stato alla fabbrica. Abbiamo dati concreti. Ho anche tralasciato alcuni fatti che potrebbero divulgare segreti di stato. La questione del giornale Unity contenente il rapporto è stato preso dagli archivi delle autorità. Il rapporto in quesitone descrive in dettaglio la fabbrica, dichiarando che è costituita da edifici intorno alla collina, collegati da oltre 1,000 piedi di tunnel. La fabbrica è conosicuta con il n. 24. Il rapporto ha sostenuto che tecnici cinesi sono stati visti da gente della zona che lavora alla fabbrica e che al suo interno sono stati trasportati molti boilers di metallo e grandi quantità di cemento. Le dichiarazioni non poterono essere verificate in modo indipendente. Il rapporto ha anche sottolineato che la fabbrica è stata visitata nel 2009dall’ex comandante in capo dell’esercito Snr Gen Than Shwe, dall’attuale comandante in capo Min Aung Hlaing nel 2011 nel 2013 dall'ex vice presidente Tin Aung Myint Oo e dall’attuale Vice Presidente Nyan Htun. La fabbrica è stata costruita nel 2009 su più di 3,000 acri di terreno confiscato ai contadini. http://www.birmaniademocratica.org/document.aspx/it/giornalisti_arrestati_per_aver_denunciato_l_ipotetica_presenza_di_una_fabbrica_di_armi_chimiche/politica?lang=it Mon, 10 Feb 2014 13:38:04 GMT 41934c6374c0449ead01c06f543bc732 forze invisibili stanno orchestrando la violenza anti- musulmana in Birmania ? I militari hanno molto da perdere dalle riforme democratiche e potrebbero utilizzare il bagno di sangue come un modo per riaffermare il loro controllo . 9 ottobre 2013 Al Jazeera La scorsa settimana il Presidente birmano ha effettuato il suo primo viaggio nella città di Thandwe colpita da violenze, giorni dopo che una anziana donna mussulmana di 94 –anni è stata uccisa da buddhisti in un villaggio vicino . Istigata da un battibecco tra un leader politico musulmano e un tassista buddista due giorni prima, una folla, il 1 ° ottobre, si è avvicinata alla sua casa in un villaggio vicino. Sua figlia è riuscita a fuggire , ma tornata ha torvato la casa carbonizzata e la madre con ferite al collo, alla testa e allo stomaco. Successivamente, il New Light of Myanmar ha citato il presidente Thein Sein , che avrebbe affermato di avere dei sospetti circa la natura degli attacchi avvenuti a Thandwe , dove sono state rase al suolo quasi 100 case. "I Rakhine [ buddhisti ] e gli etnici Kaman [ musulmani ] hanno vissuto qui in una convivenza pacifica per molti anni", ha dichiarato. " motivi esterni hanno istigato violenze e conflitti. Secondo le prove in possesso, i rivoltosi che hanno dato fuoco ai villaggi vengono da fuori." Per coloro che nel corso degli ultimi 16 mesi hanno dimostrato inettitudine nell’affrontare con decisione la violenza anti-mussulmana, la dichiarazione appare sorprendente. Con questa dichiarazione, finalmente sembra si voglia riconoscere che in Birmania operano reti di estremisti buddisti organizzati. E 'qualcosa che gli osservatori sospettano da lungo tempo: il metodo e lo stile degli attentati nello Stato Rakhine, nella regione di Mandalay, nello stato Shan e non solo, stranamente sono stati simili, con piccoli eventi di provocazione, che hanno innescato la rapida formazione di bande che scendono sulla città in massa, con le armi già pronte. Nella maggior parte dei casi, la polizia è rimasta a guardare, e spesso i locali presenti alla scena hanno sostenuto che gli agitatori sono composti da "outsider" . Una fotografia scattata vicino a Thandwe questa settimana, mostra un camion carico di uomini armati che indossavano bandane rosse , cosa che appare in contrasto con l'idea che questi gruppi siano solo gruppi di civili locali danneggiati. Anche il ruolo dei monaci buddisti che incitavano alla violenza contro i musulmani, ha preso molti di sorpresa , anche se pure alcuni monaci erano stati coinvolti in attacchi alle moschee durante le violenze contro i musulmani nel 1997. Non è un fenomeno nuovo Se c'è un qualcosa di organizzato, allora sorge la questione di chi, e perché. Non c'è una risposta chiara, ma vi sono forze potenti in Birmania, in particolare i militari, che trarrebbero vantaggio da queste tensioni. In diverse occasioni negli ultimi decenni, violenti scontri diretti ad una minoranza etnica hanno coinciso con delicate questioni politiche presenti nel paese: nel 1967 le rivolte anti- cinesi, con gli attacchi orchestrati dai militari nei confronti di immobili di proprietà cinese, erano state istigate in parte per distrarre dalla diffusa pessima gestione dell'economia da parte del generale Ne Win, e nel 1988, quando scoppiarono gli attacchi contro i musulmani a Taunggyi e Prome contemporaneamente alle proteste anti-regime che avevano pervaso il paese . Molti all'epoca ritennero che i militari avevano cercato di infiammare le tensioni etniche per dividere ciò che altrimenti avrebbe potuto essere un coeso fronte anti - regime. Si può applicare questa teoria alla Birmania di oggi? Le riforme democratiche di Thein Sein potrebbero aver innervosito i militari, che ricevono più di un quinto del bilancio complessivo dello Stato. Con il percorso verso la democrazia, si pone la questione delle colossali risorse veicolate alle forze armate, e se regge ancora la posizione delle forze armate che si considerano come un patriarca della società birmana. Questa settimana, l’USDP, il partito di governo sostenuto dai militari, ha lanciato l’allarme sul fatto che il paese si troverebbe in " grave pericolo e dovrebbe affrontare conseguenze al di là delle aspettative ", se la costituzione fosse modificata. Uno dei motivi principali che l'opposizione ha nel chiedere la revisione della costituzione - redatta dalla giunta militare nel 2008 sarebbe quello di diluire il potere dei militari. Disordini sociali, che si tratti di tensioni civili o conflitti in corso con gli eserciti etnici, offrono un'ottima occasione per qualsiasi militare di riaffermare una influenza che sta scemando. Già questo ha prodotto un effetto sorprendente in un paese, dove sono profonde le divisioni politiche ed etniche. I Rakhine, che a lungo hanno opposto resistenza all’invasione militare nel loro stato, ora chiedono ne la protezione contro quello che ritengono essere come una marea islamica che dilaga nello Stato. Membri di spicco del movimento pro-democrazia hanno dichiarato che si sarebbero all’ l'esercito per combattere gli "invasori stranieri", vale a dire la minoranza musulman Rohingya. Il ruolo dei monaci buddisti che incitavano alla violenza contro i musulmani ha colto molti di sorpresa, anche se i monaci sono stati coinvolti in attacchi alle moschee durante le violenze contro i musulmani nel 1997. I Rohingya, sono una minaccia esistenziale? Non c'è nessuna pistola fumante in tutto questo, ma l'evoluzione del conflitto che ha avuto inizio a Sittwe nel giugno scorso tra il popolo Rakhine e i Rohingya, suggerisce qualcosa al di là di una bagarre locale per il predominio etnico o religioso. È importante sottolineare che gli ultimi attacchi a Thandwe erano diretti a Kaman musulmani, mentre la stragrande maggioranza delle violenze che ha colpito lo stato Rakhine dal giugno dello scorso anno ha preso di mira i Rohingya, che sono diversi dai Kaman. Mentre fino ad allora i Kaman avevano vissuto pacificamente nello stato, i Rohingya sono stati a lungo visti dai Rakhine come immigrati clandestini bengalesi, e la loro presenza è considerata una minaccia esistenziale per la popolazione buddhista. Campagne di violenza contro i Rohingya sono state giustificate pertanto agli occhi di molti Rakhine come un mezzo di difesa del suolo per preservare il buddhismo . Quella narrazione ha cambiato leggermente di segno quando, nel marzo di quest'anno, le violenze sono scoppiate Meiktila, al centro della Birmania. Meiktila ha una popolazione musulmana, ma non sono Rohingya, come a Lashio nello stato Shan, a Oakkan nella divisione di Yangon e a Hpakant nello Stato Kachin, dove hanno avuto luogo successivamente alcuni attacchi mortali contro i musulmani. Più che un problema limitato ad un minoranza etnica nella Birmania occidentale, si è intensificata una in generale campagna contro i musulmani. Come l’ accademico birmano ,Maung Zarni, ha osservato in una recente email, non tutti gli attacchi e le violenze inter-etniche sono state orchestrate. In alcuni casi si tratta di rimostranze locali genuine a seguito di scatti d'ira. Ma, afferma Zarni, sin dai tempi del colonialismo vi è una storia di mobilitazioni etno- religiose architettate", volte a destabilizzare l'ordine in Birmania ", qualcosa che l’eroe dell’indipendenza, Generale Aung San aveva segnalato alla conclusione del potere coloniale . questa ideologia anti – musulmana potrebbe davvero essersi diffusa in un’area geografica così vasta, senza l'aiuto di una entità come i militar , l'unica entità in grado di operare su scala nazionale ? Diversi analisti hanno cercato di razionalizzare l'evoluzione di questo ultimo conflitto anti- musulmano paragonandolo ad uno scenario come quello della Jugoslavia, dove le tensioni etniche che erano state imbottigliate per decenni sono emerse a seguito di un cambiamento nello forma di governo. Questo ha probabilmente giocato un ruolo in Birmania, visti i tentativi dei governi successivi all'indipendenza di minare la legittimità dei musulmani come "reali" concittadini. Alimentata dall'ascesa dei social media , la propaganda e le provocazioni possono diffondersi a macchia d'olio, facendo si che Meiktila non rimanga ormai così distante da Sittwe. Ma c'è qualcosa di molto sospetto nelle similitudini degli attentati in tutto il paes . Sabato scorso, una folla riunita fuori di una stazione di polizia a Kyaunggon, vicino Yangon ha chiesto che gli venisse consegnato un uomo musulmano sospettato del tentativo di violenza nei confronti di una ragazza buddista avvenuto un mese fa. Quando la polizia ha rifiutato, la folla ha incendiato cinque case musulmane. Una situazione simile ha innescato le rivolte a Thandwe, con la polizia che rifiuta di consegnare il leader Kaman musulmano che è stato arrestato in seguito a ciò. Stesse tattiche usate dalla giunta ? E 'un modello che è stato usato in tutto il paese, attraverso i diversi stati etnici come lo stato Shan , Kachin e Rakhine. Nello Stato Kachin, le violenze anti- musulmane sono un fenomeno nuovo. Eppure, l'unico filo conduttore che unisce il nazionalismo di questi gruppi etnici è una resistenza ai progetti sui loro stati da aprte dell’etnia birmana, e non musulmana. Ci sono poche altre ovvie sinapsi che legano questi vasti fattori ideologici e geografici, e attraverso ciò che questo sentimento anti- musulmano potrebbe passare con tale velocità. Perché si ha questa reazione violenta alla presenza di musulmani? Le rivolte anti- cinesi del 1960 e 1970 hanno seguito i principali flussi di cinesi in Birmania, ed erano dovute in parte ad una reazione alle paure locali che il lavoro stava andando nelle mani degli immigrati. Questo pretesto non può essere applicato nello stesso modo per i musulmani . E’ plausibile sospettare che una entità in grado di operare su scala nazionale (esono pochi in Birmania) può aver messo lo zampino negli eventi di oggi. Solo due soggetti hanno questa possibilità - i militari , e il Sangha, il consiglio religioso che amministra le istituzioni buddhiste e che, data l'importanza storica del buddhismo per a coesione sociale in Birmania, ha il suo tornaconto a fermare la crescita della popolazione musulmana del Paese. Quindi, piuttosto che riferirsi ad una questione limitata a Thandwe , Thein Sein riecheggiava qualcosa, che le stesse vittime della violenza anti- musulmana altrove, hanno dichiarato, ovvero, che c'è una forza apparentemente invisibile che orchestra le prime fasi di questi attacchi. Chi esattamente, non è chiaro. Il movimento popolare anti -islamico 969 è stato fatto risalire al ministro degli affari religiosi sotto la vecchia giunta, ma un più ampio sentimento 969 è vivo e vegeto nel governo di oggi: anche Thein Sein, considerato comparativamente un moderato, ha pubblicamente chiesto la rimozione dei i Rohingya , e considera la dottrina 969, nonostante i suoi legami intrinseci con la violenza, come un " simbolo di pace " La scorsa settimana, Shwe Mann, il potente speaker della Camera, ha dichiarato: "Apprezzo i tentativi del popolo Rakhine di proteggere la Birmania",. Ciò alimenta la sensazione che bengalesi stiano cercando di prendere possesso dello stato più occidentale del paese e deve essere respinto . Di conseguenza, non è un ipotesi peregrina suggerire che il governo almeno potrebbe essere accomodante nei confronti di qualunque forza stia mobilitando delle squadracce per incendiare i quartieri musulmani. Se questo fosse il caso, tuttavia perchè Thein Sein stesso farebbe accenno a questo? Anche in questo caso, non c'è una risposta chiara, ma molti osservatori sono rimasti sorpresi della divisione nel governo, e del fatto che persino alcuni parlamentari militari - nominati non hanno votato sempre in blocco. Thein Sein sembra voler mandare avanti il paese, ma altri nel suo gabinetto evidentemente vogliono mantenere il controllo che avevano sotto il governo militare . Alcune delle tattiche riscontrate nelle violenze anti- musulmane sono simili a quelle usate dalla giunta, con le squadracce "esterne" che ricordano le milizie civili in borghese come le Swan Arr Shi , che utilizzate in modo efficace dai generali per suscitare violenze e confondere le alleanze durante le proteste pacifiche. Ciò che è emerso da numerose segnalazioni di inazione della polizia, e anche di istruzioni di non intervento fino a buona parte della seconda giornata di violenze a Meiktila, e l'immagine si intorbidisce ulteriormente. Piuttosto che un caso e/o ciò che può essersi verificato è una sintesi tra due interessi principali - quelli di una élite politico-militare con collaboratori volenterosi del Sangha e nei partiti politici Rakhine , e quelli di una popolazione civile indottrinatoa a considerare i musulmani come cittadini di serie b o non cittadini. Una cosa alimenta l'altra, e insieme lavorano in perfetta armonia: capi militari o politici in cerca di un pretesto per riaffermare il controllo di un paese in rapida evoluzione farebbero da sfondo ad atteggiamenti anti- musulmani nella società birmana usando la classica regola del divide et impera - la costruzione di una minaccia, del modo saltarci su. Ciò serve sia come un colpo di stato di relazione pubbliche, di fronte alle critiche interne circa lo stato della sicurezza in Birmania, e aiuta a dividere e indebolire la società - di nuovo una manna per i militari. Questa tattica ha sicuramente dei precedenti storici in Birmania, e può anche essere stata rinvigorita da un militare che oggi ha molto da perdere da una riforma democratica . Francis Wade è un giornalista e analista freelance che vive in Tailandia - che copre la Birmania ed il Sud-Est asiatico. Le opinioni espresse in questo articolo sono proprie dell'autore e non riflettono necessariamente la politica editoriale di Al Jazeera . http://www.aljazeera.com/indepth/opinion/2013/10/are-invisible-forces-orchestrating-myanmar-anti-muslim-violence-201310864149233413.html 2013-10-29T15:43:50.6970000+01:00 http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=136d5fb8fc3b4634b37d4dcd66543d33&docid=41934c6374c0449ead01c06f543bc732 Tue, 29 Oct 2013 14:43:50 GMT a5c010a5ac9649ef8213e39beaedc0ac Secondo Aung San Suu Kyi " c'è un clima di paura" dietro i disordini in Birmania 2013-10-28T08:44:14.1370000+01:00 Aung San Suu Kyi: ' C' è un clima di paura ' dietro i disordini in Birmania La Leader dell'opposizione birmana Aung San Suu Kyi ha dato la colpa a quello che ha descritto come un " clima di paura " che esacerba le tensioni tra musulmani e buddisti . Alla domanda circa la sorte di 140.000 musulmani che sono stati costretti a lasciare le loro case, ha detto che anche molti buddisti avevano abbandonato la Birmania, nota anche come Myanmar. Suu Kyi ha negato che i musulmani siano stati sottoposti a pulizia etnica ed è stata criticata per non aver difeso i musulmani da quando, due anni, fa è stata liberata dagli arresti domiciliari. Nel corso degli ultimi due anni, la violenza tra buddisti e musulmani Rohingya è scoppiata nello stato Rakhine. Ci sono stati anche scontri tra buddisti e musulmani nella Birmania centrale. I musulmani hanno sopportato il peggio della violenza, con centinaia di morti, spesso da folle armate di coltelli e bastoni. "Penso che il problema sia dovuto alla paura sentita da entrambe le parti ", ha dichiarato a Mishal Husain della BBC. "I musulmani sono stati presi di mira, ma anche i buddisti sono stati oggetto di violenza. "Questo timore è quello che sta portando a tutti questi problemi. " Ha sottolineato che le tensioni sono state alimentate da una percezione a livello mondiale – presente anche in Birmania - che la potenza musulmana mondiale è " molto grande " . Ha detto che è responsabilità del governo porre fine alla violenza e far ritornare i rifugiati buddisti costretti a lasciare il paese negli ultimi anni, per sfuggire alla persecuzione politica. " Questo è il risultato delle nostre sofferenze sotto un regime dittatoriale. Penso che dopo aver vissuto per molti anni sotto una dittatura la gente non riesce a fidarsi l'un l'altro - una dittatura genera un clima di sfiducia , "ha detto. Suu Kyi ha dichiarato anche che l'effettiva attuazione dello stato di diritto è un elemento essenziale . " Prima che la gente possa sedersi e risolvere le differenze si deve sentire al sicuro . Se percepiscono che stanno per essere uccisi nei loro letti non avranno intenzione di parlare di armonia o di imparare a capirsi l'un l'altro . " Ha sottolineato che la Birmania ha ancora una lunga strada da percorrere, prima di diventare pienamente democratica. " La gente crede troppo facilmente che in un percorso verso la democrazia- la strada possa avere ritmo veloce . - Ma non sta avvenendo per niente così " http://www.thedailystar.net/beta2/news/climate-of-fear-behind-myanmar-unrest-suu-kyi/ http://www.birmaniademocratica.org/document.aspx/it/secondo_aung_san_suu_kyi_c_e_un_clima_di_paura_dietro_i_disordini_in_birmania/politica?lang=it Mon, 28 Oct 2013 07:44:14 GMT 1f94fd1d0afa468ba6378884bf9db4ff Lo Speaker del Parlamento birmao ha affermato che si dovrà modificare la Costituzione al fine di dare l'opportunità alla leader democratica Aung San Suu Kyi di diventare presidente . 2013-10-27T09:50:19.1700000+01:00 Lo Speaker del Parlamento birmao ha affermato che si dovrà modificare la Costituzione al fine di dare l'opportunità alla leader democratica Aung San Suu Kyi di diventare presidente . Naypyidaw - lo speaker del Parlamento birmano ha dichiarato che la costituzione deve essere modificata per creare un'opportunità affinchè la leader democratica Aung San Suu Kyi possa diventare presidente . Shwe Mann ha dichiarato giovedì a The Irrawaddy che il governo dovrebbe permettere al Parlamento di modificare una parte della Carta, che attualmente vieta il premio Nobel per la Pace dal lavoro . " Per avere elezioni libere e giuste nel 2015 , dovremmo modificare la Sezione 59F della Costituzione ", ha eichiarato in una conferenza stampa a Naypyidaw , rispondendo a una domanda sulle restrizioni costituzionali alla presidenza. La sezione 59F del 2008 della Costituzione della Birmania prevede che chiunque abbia un coniuge o figli che siano cittadini stranieri non sono eleggibili alla presidenza o vicepresidenza. Suu Kyi e il marito, il compianto accademico britannico Michael Aris hanno due figli che sono cittadini inglesi All'inizio di quest'anno, durante il World Economic Forum di Naypyidaw, Shwe Mann aveva ventilato che anche lui aveva ambizioni a diventare presidente della Birmania, dopo che Suu Kyi nello stesso forum, aveva ribadito il suo desiderio ad assumere la carica di Presidente. Giovedi ', il presidente del Parlamento aveva dichiarato che, data la sua esperienza in Parlamento la leader birmana non richiederebbe alcuna ulteriore preparazione per poter avere la presidenza . " Non avrei problemi ad essere presidente ", ha detto, prima di aggiungere : " Voglio essere presidente, perché è la posizione che mi permetterebbe meglio di lavorare meglio per gli interessi dei miei cittadini. " Lo speaker del Parlamento aveva aggiunto che non sapeva quanto tempo sarebbe stato necessario per ridurre il numero di seggi in Parlamento detenuti dall'esercito, ma che sarebbe stato possibile farlo in futuro . La Costituzione del 2008 riserva il 25 per cento dei seggi in parlamento per i rappresentanti militari . http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=136d5fb8fc3b4634b37d4dcd66543d33&docid=1f94fd1d0afa468ba6378884bf9db4ff Sun, 27 Oct 2013 08:50:19 GMT b4b0e276295444218232a6eb5f8c8b42 Le gerarchie militari sono interessate alle riforme economiche e non a quelle politiche crescita incontrollata dei progetti nel settore turistico e potenziali impatti sul lavoro minorile 2013-10-22T08:36:06.6770000+02:00 Le gerarchie militari sono interessate alle riforme economiche e non a quelle politiche Secondo Burma Campaign UK e altre ONG la gerarchia militare è interessata alle riforme economiche e non alle riforme democratiche, perché trarrebbero enorme profitto dalla terra e dalle risorse naturali ha dichiarato un vasto gruppo di ONG in una dichiarazione rivolta a tre governi occidentali. Le ONG che rappresentano 15 comunità etniche in Birmania hanno sollecitato i governi di USA, Gran Bretagna e Australia a riconsiderare i piani di collaborazione con i militari birmani e di fornire tra l’altro programmi di formazione sui diritti umani. “I militari birmani non violano i diritti umani a caso o per ignoranza. La leadership militare birmane ordina ai propri ufficiali e soldati di violare i diritti umani in modo da prendere il controllo sulle proprietà e sulle risorse” ha dichiarato il comunicato pubblicato attraverso il gruppo Burma Campaing UK. “ le principali riforme a cui sono interessati i militari sono le riforme economiche non quelle democratiche. Queste priorità portano benefici alla leadership militare birmana i cui ampi interessi economici e imprese assicurano grandi profitti dalla confisca delle nostre terre e risorse” afferma il documento inviato al Presidente Obama, al Primo Ministro britannico Camerun e al Primo Ministro Australiano Tony Abbot. . http://www.birmaniademocratica.org/document.aspx/it/le_gerarchie_militari_sono_interessate_alle_riforme_economiche_e_non_a_quelle_politiche/politica?lang=it Tue, 22 Oct 2013 06:36:06 GMT aeb119f5ce724936b67ee98d5f654c07 forze invisibili stanno orchestrando la violenza anti- musulmana in Birmania ? forze invisibili stanno orchestrando la violenza anti- musulmana in Birmania ? I militari hanno molto da perdere dalle riforme democratiche e potrebbero utilizzare il bagno di sangue come un modo per riaffermare il loro controllo . 9 ottobre 2013 Al Jaszeera La scorsa settimana il Presidente birmano ha effettuato il suo primo viaggio nella città di Thandwe colpita da violenze, giorni dopo che una anziana donna mussulmana di 94 –anni è stata uccisa da buddhisti in un villaggio vicino . Istigata da un battibecco tra un leader politico musulmano e un tassista buddista due giorni prima, una folla, il 1 ° ottobre, si è avvicinata alla sua casa in un villaggio vicino. Sua figlia è riuscita a fuggire , ma tornata ha torvato la casa carbonizzata e la madre con ferite al collo, alla testa e allo stomaco. Successivamente, il New Light of Myanmar ha citato il presidente Thein Sein , che avrebbe affermato di avere dei sospetti circa la natura degli attacchi avvenuti a Thandwe , dove sono state rase al suolo quasi 100 case. "I Rakhine [ buddhisti ] e gli etnici Kaman [ musulmani ] hanno vissuto qui in una convivenza pacifica per molti anni", ha dichiarato. " motivi esterni hanno istigato violenze e conflitti. Secondo le prove in possesso, i rivoltosi che hanno dato fuoco ai villaggi vengono da fuori." Per coloro che nel corso degli ultimi 16 mesi hanno dimostrato inettitudine nell’affrontare con decisione la violenza anti-mussulmana, la dichiarazione appare sorprendente. Con questa dichiarazione, finalmente sembra si voglia riconoscere che in Birmania operano reti di estremisti buddisti organizzati. E 'qualcosa che gli osservatori sospettano da lungo tempo: il metodo e lo stile degli attentati nello Stato Rakhine, nella regione di Mandalay, nello stato Shan e non solo, stranamente sono stati simili, con piccoli eventi di provocazione, che hanno innescato la rapida formazione di bande che scendono sulla città in massa, con le armi già pronte. Nella maggior parte dei casi, la polizia è rimasta a guardare, e spesso i locali presenti alla scena hanno sostenuto che gli agitatori sono composti da "outsider" . Una fotografia scattata vicino a Thandwe questa settimana, mostra un camion carico di uomini armati che indossavano bandane rosse , cosa che appare in contrasto con l'idea che questi gruppi siano solo gruppi di civili locali danneggiati. Anche il ruolo dei monaci buddisti che incitavano alla violenza contro i musulmani, ha preso molti di sorpresa , anche se pure alcuni monaci erano stati coinvolti in attacchi alle moschee durante le violenze contro i musulmani nel 1997. Non è un fenomeno nuovo Se c'è un qualcosa di organizzato, allora sorge la questione di chi, e perché. Non c'è una risposta chiara, ma vi sono forze potenti in Birmania, in particolare i militari, che trarrebbero vantaggio da queste tensioni. In diverse occasioni negli ultimi decenni, violenti scontri diretti ad una minoranza etnica hanno coinciso con delicate questioni politiche presenti nel paese: nel 1967 le rivolte anti- cinesi, con gli attacchi orchestrati dai militari nei confronti di immobili di proprietà cinese, erano state istigate in parte per distrarre dalla diffusa pessima gestione dell'economia da parte del generale Ne Win, e nel 1988, quando scoppiarono gli attacchi contro i musulmani a Taunggyi e Prome contemporaneamente alle proteste anti-regime che avevano pervaso il paese . Molti all'epoca ritennero che i militari avevano cercato di infiammare le tensioni etniche per dividere ciò che altrimenti avrebbe potuto essere un coeso fronte anti - regime. Si può applicare questa teoria alla Birmania di oggi? Le riforme democratiche di Thein Sein potrebbero aver innervosito i militari, che ricevono più di un quinto del bilancio complessivo dello Stato. Con il percorso verso la democrazia, si pone la questione delle colossali risorse veicolate alle forze armate, e se regge ancora la posizione delle forze armate che si considerano come un patriarca della società birmana. Questa settimana, l’USDP, il partito di governo sostenuto dai militari, ha lanciato l’allarme sul fatto che il paese si troverebbe in " grave pericolo e dovrebbe affrontare conseguenze al di là delle aspettative ", se la costituzione fosse modificata. Uno dei motivi principali che l'opposizione ha nel chiedere la revisione della costituzione - redatta dalla giunta militare nel 2008 sarebbe quello di diluire il potere dei militari. Disordini sociali, che si tratti di tensioni civili o conflitti in corso con gli eserciti etnici, offrono un'ottima occasione per qualsiasi militare di riaffermare una influenza che sta scemando. Già questo ha prodotto un effetto sorprendente in un paese, dove sono profonde le divisioni politiche ed etniche. I Rakhine, che a lungo hanno opposto resistenza all’invasione militare nel loro stato, ora chiedono ne la protezione contro quello che ritengono essere come una marea islamica che dilaga nello Stato. Membri di spicco del movimento pro-democrazia hanno dichiarato che si sarebbero all’ l'esercito per combattere gli "invasori stranieri", vale a dire la minoranza musulman Rohingya. Il ruolo dei monaci buddisti che incitavano alla violenza contro i musulmani ha colto molti di sorpresa, anche se i monaci sono stati coinvolti in attacchi alle moschee durante le violenze contro i musulmani nel 1997. I Rohingya, sono una minaccia esistenziale? Non c'è nessuna pistola fumante in tutto questo, ma l'evoluzione del conflitto che ha avuto inizio a Sittwe nel giugno scorso tra il popolo Rakhine e i Rohingya, suggerisce qualcosa al di là di una bagarre locale per il predominio etnico o religioso. È importante sottolineare che gli ultimi attacchi a Thandwe erano diretti a Kaman musulmani, mentre la stragrande maggioranza delle violenze che ha colpito lo stato Rakhine dal giugno dello scorso anno ha preso di mira i Rohingya, che sono diversi dai Kaman. Mentre fino ad allora i Kaman avevano vissuto pacificamente nello stato, i Rohingya sono stati a lungo visti dai Rakhine come immigrati clandestini bengalesi, e la loro presenza è considerata una minaccia esistenziale per la popolazione buddhista. Campagne di violenza contro i Rohingya sono state giustificate pertanto agli occhi di molti Rakhine come un mezzo di difesa del suolo per preservare il buddhismo . Quella narrazione ha cambiato leggermente di segno quando, nel marzo di quest'anno, le violenze sono scoppiate Meiktila, al centro della Birmania. Meiktila ha una popolazione musulmana, ma non sono Rohingya, come a Lashio nello stato Shan, a Oakkan nella divisione di Yangon e a Hpakant nello Stato Kachin, dove hanno avuto luogo successivamente alcuni attacchi mortali contro i musulmani. Più che un problema limitato ad un minoranza etnica nella Birmania occidentale, si è intensificata una in generale campagna contro i musulmani. Come l’ accademico birmano ,Maung Zarni, ha osservato in una recente email, non tutti gli attacchi e le violenze inter-etniche sono state orchestrate. In alcuni casi si tratta di rimostranze locali genuine a seguito di scatti d'ira. Ma, afferma Zarni, sin dai tempi del colonialismo vi è una storia di mobilitazioni etno- religiose architettate", volte a destabilizzare l'ordine in Birmania ", qualcosa che l’eroe dell’indipendenza, Generale Aung San aveva segnalato alla conclusione del potere coloniale . questa ideologia anti – musulmana potrebbe davvero essersi diffusa in un’area geografica così vasta, senza l'aiuto di una entità come i militar , l'unica entità in grado di operare su scala nazionale ? Diversi analisti hanno cercato di razionalizzare l'evoluzione di questo ultimo conflitto anti- musulmano paragonandolo ad uno scenario come quello della Jugoslavia, dove le tensioni etniche che erano state imbottigliate per decenni sono emerse a seguito di un cambiamento nello forma di governo. Questo ha probabilmente giocato un ruolo in Birmania, visti i tentativi dei governi successivi all'indipendenza di minare la legittimità dei musulmani come "reali" concittadini. Alimentata dall'ascesa dei social media , la propaganda e le provocazioni possono diffondersi a macchia d'olio, facendo si che Meiktila non rimanga ormai così distante da Sittwe. Ma c'è qualcosa di molto sospetto nelle similitudini degli attentati in tutto il paes . Sabato scorso, una folla riunita fuori di una stazione di polizia a Kyaunggon, vicino Yangon ha chiesto che gli venisse consegnato un uomo musulmano sospettato del tentativo di violenza nei confronti di una ragazza buddista avvenuto un mese fa. Quando la polizia ha rifiutato, la folla ha incendiato cinque case musulmane. Una situazione simile ha innescato le rivolte a Thandwe, con la polizia che rifiuta di consegnare il leader Kaman musulmano che è stato arrestato in seguito a ciò. Stesse tattiche usate dalla giunta ? E 'un modello che è stato usato in tutto il paese, attraverso i diversi stati etnici come lo stato Shan , Kachin e Rakhine. Nello Stato Kachin, le violenze anti- musulmane sono un fenomeno nuovo. Eppure, l'unico filo conduttore che unisce il nazionalismo di questi gruppi etnici è una resistenza ai progetti sui loro stati da aprte dell’etnia birmana, e non musulmana. Ci sono poche altre ovvie sinapsi che legano questi vasti fattori ideologici e geografici, e attraverso ciò che questo sentimento anti- musulmano potrebbe passare con tale velocità. Perché si ha questa reazione violenta alla presenza di musulmani? Le rivolte anti- cinesi del 1960 e 1970 hanno seguito i principali flussi di cinesi in Birmania, ed erano dovute in parte ad una reazione alle paure locali che il lavoro stava andando nelle mani degli immigrati. Questo pretesto non può essere applicato nello stesso modo per i musulmani . E’ plausibile sospettare che una entità in grado di operare su scala nazionale (esono pochi in Birmania) può aver messo lo zampino negli eventi di oggi. Solo due soggetti hanno questa possibilità - i militari , e il Sangha, il consiglio religioso che amministra le istituzioni buddhiste e che, data l'importanza storica del buddhismo per a coesione sociale in Birmania, ha il suo tornaconto a fermare la crescita della popolazione musulmana del Paese. Quindi, piuttosto che riferirsi ad una questione limitata a Thandwe , Thein Sein riecheggiava qualcosa, che le stesse vittime della violenza anti- musulmana altrove, hanno dichiarato, ovvero, che c'è una forza apparentemente invisibile che orchestra le prime fasi di questi attacchi. Chi esattamente, non è chiaro. Il movimento popolare anti -islamico 969 è stato fatto risalire al ministro degli affari religiosi sotto la vecchia giunta, ma un più ampio sentimento 969 è vivo e vegeto nel governo di oggi: anche Thein Sein, considerato comparativamente un moderato, ha pubblicamente chiesto la rimozione dei i Rohingya , e considera la dottrina 969, nonostante i suoi legami intrinseci con la violenza, come un " simbolo di pace " La scorsa settimana, Shwe Mann, il potente speaker della Camera, ha dichiarato: "Apprezzo i tentativi del popolo Rakhine di proteggere la Birmania",. Ciò alimenta la sensazione che bengalesi stiano cercando di prendere possesso dello stato più occidentale del paese e deve essere respinto . Di conseguenza, non è un ipotesi peregrina suggerire che il governo almeno potrebbe essere accomodante nei confronti di qualunque forza stia mobilitando delle squadracce per incendiare i quartieri musulmani. Se questo fosse il caso, tuttavia perchè Thein Sein stesso farebbe accenno a questo? Anche in questo caso, non c'è una risposta chiara, ma molti osservatori sono rimasti sorpresi della divisione nel governo, e del fatto che persino alcuni parlamentari militari - nominati non hanno votato sempre in blocco. Thein Sein sembra voler mandare avanti il paese, ma altri nel suo gabinetto evidentemente vogliono mantenere il controllo che avevano sotto il governo militare . Alcune delle tattiche riscontrate nelle violenze anti- musulmane sono simili a quelle usate dalla giunta, con le squadracce "esterne" che ricordano le milizie civili in borghese come le Swan Arr Shi , che utilizzate in modo efficace dai generali per suscitare violenze e confondere le alleanze durante le proteste pacifiche. Ciò che è emerso da numerose segnalazioni di inazione della polizia, e anche di istruzioni di non intervento fino a buona parte della seconda giornata di violenze a Meiktila, e l'immagine si intorbidisce ulteriormente. Piuttosto che un caso e/o ciò che può essersi verificato è una sintesi tra due interessi principali - quelli di una élite politico-militare con collaboratori volenterosi del Sangha e nei partiti politici Rakhine , e quelli di una popolazione civile indottrinatoa a considerare i musulmani come cittadini di serie b o non cittadini. Una cosa alimenta l'altra, e insieme lavorano in perfetta armonia: capi militari o politici in cerca di un pretesto per riaffermare il controllo di un paese in rapida evoluzione farebbero da sfondo ad atteggiamenti anti- musulmani nella società birmana usando la classica regola del divide et impera - la costruzione di una minaccia, del modo saltarci su. Ciò serve sia come un colpo di stato di relazione pubbliche, di fronte alle critiche interne circa lo stato della sicurezza in Birmania, e aiuta a dividere e indebolire la società - di nuovo una manna per i militari. Questa tattica ha sicuramente dei precedenti storici in Birmania, e può anche essere stata rinvigorita da un militare che oggi ha molto da perdere da una riforma democratica . Francis Wade è un giornalista e analista freelance che vive in Tailandia - che copre la Birmania ed il Sud-Est asiatico. Le opinioni espresse in questo articolo sono proprie dell'autore e non riflettono necessariamente la politica editoriale di Al Jazeera . http://www.aljazeera.com/indepth/opinion/2013/10/are-invisible-forces-orchestrating-myanmar-anti-muslim-violence-201310864149233413.html 2013-10-17T18:35:28.3330000+02:00 http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=136d5fb8fc3b4634b37d4dcd66543d33&docid=aeb119f5ce724936b67ee98d5f654c07 Thu, 17 Oct 2013 16:35:28 GMT f9d7ec355e4242efac21b747b083dd43 Il dialogo per la pace in Birmania - Incontro con Nyo Ohn Myint, rappresentante del Myanmar Peace Center 8 Ottobre ore 17:00 Link University Roma 2013-09-18T11:14:43.1930000+02:00 http://www.birmaniademocratica.org/document.aspx/it/8_ottobre/politica?lang=it Wed, 18 Sep 2013 09:14:43 GMT 5046957cee6b40d99e33953a509c4bfa Prima conferenza stampa del Presidente Thein Sein che affronta il problema del conflitto nello Stato Kachin 2012-10-24T12:22:37.1370000+02:00 Il Presidente Birmano ha tenuto domenica la sua prima conferenza stampa per I giornalisti locali. È un fatto memorabile dopo anni di vaghezze con la politica della vecchia giunta militare sulle restrizioni alla libertà di stampa. Thein Sein ha risposto a circa una quarantina di domande da parte dei giornalisti birmani e dei corrispondenti della stampa estera. Sul conflitto nello Stato Kachin, questione sollevata da 7Day News Journal, il Presidente ha detto che il paese ospita più di 100 nazionalità ha qualche problema, secondo il giornale ufficiale governativo New Light of Myanmar. Il Presidente ha dichiarato che i conflitti armati hanno avuto origine dal periodo successivo all’indipendenza e ancora sono in piedi e a causa loro il paese ha avuto difficoltà a promuovere il paese e a trasformarlo in un paese sviluppato. La guerra civile in Birmania è durata quasi 60 anni e è la guerra più vecchia ancora in corso del mondo. Secondo la risposta del presidente, il suo governo ha intrapreso una percorso di pacificazione in tre fasi per porre fine ai conflitti armati. Il primo stadio di questa politica di tre punti è quello di porre fine alle ostilità nelle regioni di frontiera. La seconda fase riguarda l’azione del Comitato centrale di pacificazione presieduto dal Presidente stesso. La terza fase prevede la presentazione del caso al parlamento per una discussione al suo interno. Ha aggiunto inoltre che la perdita di un membro del KIA a causa del conflitto è una perdita per la nazione così come la perdita di un soldato governativo. Il Presidente ha espresso la sua simpatia per i rifugiati interni che devono rifugiarsi luoghi protetti abbandonando il proprio lavoro e le proprie cose a causa di tali conflitti Quindi, lo Stato Kachin, ha dichiarato il Presidente potrebbe diventare una regione pacifica e stabile come altre regioni se soltanto il processo di pace continuasse con pazienza e comprensione della buona volontà del governo, ha riportato il giornale di stato. In coincidenza della conferenza stampa, l’intera popolazione del villagio di Nam Si- In nella parte occidentale dello Stato Kachin è dovuta fuggire durante il week end a causa delle minacce di massacri da parte delle truppe governative, ha dichiarato il Kachin News Group riportando le dichiarazioni di alcuni abitanti che stavano fuggendo. Il villaggio ora abbandonato si trova trra Kahtan-Yang e Ka-maing sulla strada Myitkyina-Hpakant. Gli abitanti hanno assistito a violenti combattimenti perché i militari stanno cercando di cacciare la Kachin Independence Organization (KIO) dalla zona molto ricca di giada. Il 19 novembre una unità dell’esercito birmano con più di 60 soldati della Light Infantry Division No. 88 sono entrati nel villaggio. I soldati hanno chiamato a raccolta la maggior parte degli uomini del villaggio e li hanno interrogati sul ruolo del KIO, ha dichiarato sotto anonimato un testimone. La maggior parte degli abitanti sono stati rilasciati tranne il capo villaggio U Naing Linn e un suo compagno Lagyawm Gun che sono ancora prigionieri dell’esrcito. Dopo il rilascio la maggior parte degli abitanti è fuggita nella vicina a Ka-maing e hanno ottenuto protezione nelle chiese o presso i loro parenti. La chiesa battista locale sta ospitando più di 170 rifugiati, la maggior parte dei quali sono anziani o bambini . Le forze militari governative effettuano assalti estremamente aggressivi sia nello Stato Kachin che nella parte Nord dello Stato Shan pagando spesso con la morte, nonostante le dichiarazioni di pacificazione fatte dal governo sia agli Stati Uniti che alla UE. Il KIO ha costantemente rifiutato la strategia di tre fasi del governo perché I problemi dovrebbero essere risolti in base alla costituzione del 2008. il KIO preferisce ovviamente il suo progetto in tre fasi : la prima fase riguarderebbe un accordo sulla distribuzione e posizionamento delle truppe, la seconda fase comporterebbe una discussione complessiva sulla falsa riga della Conferenza di Panlong che dovrebbe coinvolgere tutti i leader etnici e il governo in modo da risolvere tutte le divergenze e la terza ed ultima fase riguarderebbe la attuazione dell’accordo così come verrà definito. Anche se il Presidente ha espresso la sua vicinanza alle vittime del conflitto,non ha mai affermato di voler risolvere la questione Kachin attraverso mezzi politici e ha sempre sostenuto che ci dovrebbe essere un solo esercito nel quadro della Costituzione del 2008. http://asiancorrespondent.com/91109/burma-president-gives-disappointed-answer-on-kachin-war/ http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=136d5fb8fc3b4634b37d4dcd66543d33&docid=5046957cee6b40d99e33953a509c4bfa Wed, 24 Oct 2012 10:22:37 GMT 2b6d78d96f584bd58415bea1d53770ac la Birmania non è l'America e noi dobbiamo trovare la nostra strada per la democrazia ha sostenuto Aung San Suu Kyi al termine del suo viaggio negli USA 2012-10-04T13:49:25.8900000+02:00 La leader birmana in una intervista a Voice of America ha dichiarato che il percorso di cambiamento politico in Birmania nel corso degli ultimi due anni è sorprendente e che l0esercito non si è ancora impegnato per un completo cambiamento, che dovrebbe icludere la modifica di alcune parti della Costituzione che attribuisce poteri eccezionali all’esercito rispetto al governo civile. “secondo l’attuale costituzione, l’esercito può sempre assumere la responsabilità di governo se ritiene sia necessario. Quindi fino a quando l’esercito non si impegnerà esplicitamente e in modo consistente a sostegno del processo democratico, non potremo dire che il cambiamento è irreversibile. Aung San Suu Kyi ha anche dichiarato di sostenere la abolizione delle sanzioni USA perché è tempo per il popolo birmano di camminare con le proprie gambe. “In molti hanno sostenuto che le sanzioni hanno punito economicamente la Birmania, ma io non concordo con questa posizione. Se si guarda il rapporto del FMI per esempio, questo chiarisce che l’impatto economico sulla Birmania non è stato così pesante. Ma credo che invece l’impatto politico sia stato molto forte e ci ha aiutato nella nostra lotta per la democrazia.” ha dichiarato la leader birmana. Aung San Suu Kyi, concludendo la visita negli Stati Uniti con un discorso a Los Angeles ha auspicato che il suo Paese trovi la sua strada verso la democrazia. Il Premio Nobel per la Pace ha affermato che la Birmania ha "molto da imparare" dai Paesi dell'est europeo e dal Sudafrica che hanno percorso la transizione democratica. "Ma noi", ha spiegato, "dobbiamo trovare la nostra strada, perché i problemi del nostro Paese non sono esattamente gli stessi di quelli di altri Paesi". "Non può essere come in America, perché la Birmania non e' l'America", ha avvertito Suu Kyi alludendo alle imminenti elezioni presidenziali Usa. "Ogni Paese sviluppa il suo modello di democrazia, che non e' qualcosa che possa essere imposto dall'esterno. Mi sono sempre opposta a quella che viene chiamata la democrazia disciplinata, proposta dal regime militare" birmano, ha insistito Suu Kyi. http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=136d5fb8fc3b4634b37d4dcd66543d33&docid=2b6d78d96f584bd58415bea1d53770ac Thu, 04 Oct 2012 11:49:25 GMT 760497d34f3144618001540d38c869eb storico incontro tra Obama e Aung San Suu Kyi 2012-10-04T13:42:08.2500000+02:00 È la prima volta che il presidente americano si trova di fronte alla leader dell’opposizione birmana, in visita negli Stati Uniti. L’appuntamento strettamente privato col presidente Usa - a differenza di quello ufficiale con il segretario di Stato, Hillary Clinton - non era in programma e rappresenta la ciliegina sulla torta di questa tournee americana che per il premio Nobel della Pace si è già rivelata un trionfo. La lady di ferro birmana è stata accolta in pompa magna anche a Capitol Hill, dove è stata insignita della prestigiosa medaglia d’oro del Congresso, la più alta onorificenza civile negli Stati Uniti. «La visita di Aung San Suu Kyi ci permette di riaffermare ancora una volta il nostro sostegno di lunga data alla sua lotta e alla lotta di molti altri per un governo democratico, giusto e trasparente in Birmania, ha detto il portavoce della Casa Bianca, Jay Carney, che ha tenuto a precisare come l’amministrazione Obama sia soddisfatta anche dei rapporti con l’attuale presidente birmano, Thien Sein, che la prossima settimana sarà a New York per partecipare all’Assemblea generale degli Stati Uniti. A dimostrazione di ciò, il Dipartimento al Tesoro ha deciso di depennare il nome di Thien Sein, ex generale legato al passato regime di Rangoon, dalla lista nera delle persone accusate di aver partecipato negli scorsi anni alla repressione politica in Birmania e per questo colpite da sanzioni. Un gesto distensivo che spiana ancor di più la strada all’eliminazione delle sanzioni americane ancora in vigore contro la Birmania. Eliminazione chiesta a gran voce dalla stessa San Suu Kyi anche nell’incontro avuto con Hillary Clinton, che è però tornata a mettere in guardia il governo birmano dai rischi di un ritorno al passato, ancora esistenti, e da quelli legati a eventuali relazioni pericolose col regime della Corea del Nord. -->La leader birmana in una intervista a Voice of America ha dichiarato che il percorso di cambiamento politico in Birmania nel corso degli ultimi due anni è sorprendente e che l0esercito non si è ancora impegnato per un completo cambiamento, che dovrebbe icludere la modifica di alcune parti della Costituzione che attribuisce poteri eccezionali all’esercito rispetto al governo civile. “secondo l’attuale costituzione, l’esercito può sempre assumere la responsabilità di governo se ritiene sia necessario. Quindi fino a quando l’esercito non si impegnerà esplicitamente e in modo consistente a sostegno del processo democratico, non potremo dire che il cambiamento è irreversibile. Aung San Suu Kyi ha anche dichiarato di sostenere la abolizione delle sanzioni USA perchè è tempo per il popolo birmano di camminare con le proprie gambe. “In molti hanno sostenuto che le sanzioni hanno punito economicamente la Birmania, ma io non concordo con questa posizione. Se si guarda il rapporto del FMI per esempio, questo chiarisce che l’impatto economico sulla Birmania non è stato così pesante. Ma credo che invece l’impatto politico sia stato molto forte e ci ha aiutato nella nostra lotta per la democrazia.” ha dichiarato la leader birmana. http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=136d5fb8fc3b4634b37d4dcd66543d33&docid=760497d34f3144618001540d38c869eb Thu, 04 Oct 2012 11:42:08 GMT 7d92bc1a624c423c9e26acd65e2645d1 Elezioni Birmania: chiusi seggi, scontata elezioni Suu Kyi sarà una grande vittoria di popolo nonostante i brogli, le minacce e le intimidazioni diffuse in tutto il paese. Una vittoria del coraggio di un popolo e della sua eroina: Aung San Suu Kyi. 2012-04-10T14:48:41.1730000+02:00 Elezioni Birmania: chiusi seggi, scontata elezioni Suu Kyi 1 aprile. Si sono chiusi in Birmania, alle 11:30 italiane, i seggi nei 45 collegi dove si è votato per le elezioni suppletive che, a meno di improbabili colpi di scena, porteranno Aung San Suu Kyi, il premio Nobel per la pace, in Parlamento, in una giornata dove da più parti l'opposizione ha segnalato irregolarità, non ancora confermate dagli osservatori stranieri. Ai seggi e al loro esterno non si sono verificate violenze, ma le accuse di brogli e inesattezze nella preparazione del voto sono diffuse: si va dalle persone impossibilitate a votare perché non comparivano nelle liste, a schede con segni che rendevano impossibile votare la "Lega nazionale per la democrazia" di Suu Kyi, a denunce di autorità locali che raccoglievano preferenze casa per casa. Il portavoce dell'Nld, Nyan Win, ha dichiarato che il partito presenterà un reclamo formale presso la Commissione elettorale. Lo spoglio è iniziato a seggi appena chiusi, ed è probabile che l'attesa elezione di Suu Kyi nel distretto rurale di Kawhmu verrà festeggiata già in serata. Per un quadro definitivo della esatta ripartizione dei seggi servirà però attendere almeno qualche giorno. Oltre alle irregolarità già segnalate, il timore di molti attivisti dell'opposizione è per i risultati del voto in anticipo, a cui hanno diritto i militari e i dipendenti pubblici. già nelle elezioni-farsa nel 2010, quelle schede contribuirono in diversi casi a far pendere la bilancia dalla parte dell'Usdp, il partito del regime. Liberata nel novembre 2010 dopo sette anni agli arresti domiciliari (e 15 degli ultimi 22 passati in detenzione), negli ultimi mesi Suu Kyi, 66 anni, ha finalmente riabbracciato un popolo che in larga parte l'adora, in comizi dove e' stata accolta come una rockstar da centinaia di migliaia di sostenitori in festa. Prima di lanciarsi in una campagna elettorale nazionale che ha messo a dura prova le sue forze, Suu Kyi aveva gia' un'agenda fitta: oltre a lavorare al rilancio della sua Lega Nazionale per la Democrazia (Nld), ha incontrato ministri degli esteri, diplomatici, investitori stranieri. Una volta libera, l'iniziale cautela nel testare i suoi spazi di manovra ha lasciato gradualmente spazio a una maggiore decisione. Preferendo la retorica (una dei suoi slogan e' "per una Birmania libera della paura") a specifiche promesse politiche, ora segnala anche il bisogno di cambiare la Costituzione, che assegna il 25% dei seggi in Parlamento ai militari: tema che potrebbe portare a future tensioni. http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=136d5fb8fc3b4634b37d4dcd66543d33&docid=7d92bc1a624c423c9e26acd65e2645d1 Tue, 10 Apr 2012 12:48:41 GMT f8e34d1be8de4e5c80b7d43071e592be La campagna elettorale in Birmania E le cose da sapere in vista del voto di domenica: Aung San Suu Kyi è candidata al Parlamento e ha segnalato irregolarità 2012-04-10T14:48:15.1270000+02:00 Domenica 1 aprile si voterà in Birmania per assegnare una cinquantina di seggi del parlamento. Le elezioni erano state annunciate a fine dicembre e sono uno dei molti segnali che da alcuni mesi indicano un tentativo di riforma “dall’interno” del regime militare che controlla il paese dal 1962, anche se formalmente dal 2011 la giunta è stata dissolta e si è insediato un governo “civile” (ma il vincitore delle elezioni del 2010 e attuale presidente, Thein Sein, è un ex militare che è stato primo ministro negli ultimi anni della giunta). Il parlamento birmano è composto per la stragrande maggioranza da membri dei partiti che sostengono i militari. È tornato a riunirsi a gennaio dello scorso anno dopo oltre vent’anni di inattività a Naypyidaw, la città che la giunta militare ha fatto costruire dal nulla pochi anni fa nella giungla al centro del paese e che dal 2005 è la capitale del paese al posto di Yangon. Le elezioni di domenica prossima servono ad eleggere i sostituti per i parlamentari che nel frattempo hanno ottenuto incarichi di governo: 40 posti nella camera bassa, 8 nella camera alta e due nelle assemblee regionali. Non è possibile che le elezioni cambino gli equilibri all’interno del parlamento, formato per un quarto dai seggi assegnati direttamente dall’esercito e per l’80 per cento dei seggi rimanenti da rappresentanti (spesso ex militari) del Partito di Unione per la Solidarietà e lo Sviluppo, che sostiene il regime. Il principale partito di opposizione, la Lega Nazionale per la Democrazia della celebre dissidente e premio Nobel per la pace Aung San Suu Kyi, potrà partecipare alle elezioni dopo aver nuovamente registrato il suo partito a dicembre del 2011: la LND aveva boicottato le elezioni del 2010 ed era stata sciolta dalla giunta militare. Suu Kyi, 66 anni, ha passato gran parte degli ultimi vent’anni come detenuto politico per la sua opposizione al regime ed è stata rilasciata dagli arresti domiciliari solo nel novembre 2010, dopo le elezioni generali. Nel 1990 la LND vinse le elezioni multipartitiche concesse dai militari, ma la giunta non permise che assumesse il governo. Nelle elezioni di domenica prossima Suu Kyi concorrerà per il seggio della zona rurale di Kawhmu, dopo che la sua campagna elettorale ha visto grandi folle partecipare ai suoi comizi in diverse zone della Birmania. È probabile che la LND riesca ad entrare in parlamento, dove formerebbe la prima e per ora unica opposizione, e che Suu Kyi riesca ad ottenere il seggio di Kawhmu, anche se ci sono molte denunce di episodi di intimidazione, violenze e irregolarità negli ultimi mesi per danneggiare l’ LND. Oggi la stessa Suu Kyi ha detto in una conferenza stampa che le prossime elezioni “non possono essere considerate vere elezioni libere e democratiche”, anche se ha ripetuto la propria determinazione a partecipare. http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=136d5fb8fc3b4634b37d4dcd66543d33&docid=f8e34d1be8de4e5c80b7d43071e592be Tue, 10 Apr 2012 12:48:15 GMT ce8ba0425de34eb0a8e018c644c6c954 in vista della revisione delle sanzioni da parte UE il sindacato dichiara che i tempi non sono maturi per procedere ad una revisione sostanziale delle sanzioni qualsivoglia allentamento delle sanzioni dovrà essere introdotto in modo incrementale, collegando alle evidenze di progressi effettivi e sostanziali un proporzionale allentamento delle sanzioni 2012-04-10T14:34:28.0370000+02:00 CONFEDERAZIONE INTERNAZIONALE DEI SINDACATI PARAMETRI PER LE SANZIONI NEI CONFRONTI DELLA BIRMANIA Il movimento sindacale globale ormai da decenni è impegnato per la promozione della democrazia e dei diritti umani in Birmania, in particolare attraverso il sostegno ai sindacati e alle organizzazioni della società civile attive all’interno e all’esterno del paese. Di concerto con queste organizzazioni, siamo intervenuti con azioni di lobbying nei confronti di diversi governi e istituzioni internazionali affinché venissero imposte sanzioni per accelerare il ripristino della democrazia e il rispetto dei diritti umani internazionali. In risposta a ciò, i governi di Stati Uniti, Canada, Unione Europea e Australia hanno imposto, ciascuno, una serie di sanzioni su viaggi, , investimenti, finanza e diplomazia. Sono tuttavia sempre più frequenti le richieste di riesame di queste sanzioni in risposta sia alle misure reali intraprese dal governo birmano che a quelle percepite. Noi non riteniamo che i tempi non siano ancora maturi per procedere ad una revisione sostanziale delle sanzioni. Inoltre qualsivoglia allentamento delle sanzioni dovrà essere introdotto in modo incrementale, collegando alle evidenze di progressi effettivi e sostanziali un proporzionale allentamento delle sanzioni. Questo documento si pone l’obiettivo di delineare le priorità del movimento sindacale, suggerendo inoltre una risposta adeguata che permetta di rispettare i parametri sopra elencati. Va sottolineato che tali parametri non coprono l’intero panorama di problemi sui quali il governo birmano è tenuto ad intervenire; Per questa ragione sollecitiamo i governi a far riferimento anche alle raccomandazioni di altre organizzazioni della società civile che sollevano ulteriori e urgenti preoccupazioni in materia di diritti umani. Contesto Nel periodo tra la fine del 2011 e l’inizio del 2012 in Birmania abbiamo effettivamente constatato alcuni cambiamenti. Nel 2011 il governo ha avviato un dialogo politico con Daw Aung San Suu Kyi (ASSK), dialogo tuttora in corso. La Lega Nazionale per la Democrazia (NLD) è riuscita ad ottenere importanti modifiche della legge elettorale, grazie alle quali ha potuto costituirsi legalmente quale partito politico, permettendo quindi ad ASSK e ad altri attivisti della NLD di candidarsi al Parlamento nelle elezioni suppletive dell’aprile 2012. Recentemente il governo ha rilasciato diversi prigionieri politici, tra cui attivisti sindacali e leader del movimento “Generazione 88”. Di recente è stato inoltre sottoscritto un accordo per il cessate il fuoco con alcuni gruppi etnici, tra cui il Karen National Union (KNU), per quanto su questo accordo permangano ancora alcuni dubbi. È stata inoltre rimossa la censura nei confronti dei media e le restrizioni nei confronti dell’accesso a Internet. Tuttavia, molto resta ancora da fare nei settori nei quali sono stati compiuti alcuni passi in avanti, visto che questi problemi sono ben lungi dall’essere stati risolti e permane la necessità di attuare fondamentali riforme istituzionali e legislative. L’attuale Costituzione presenta vizi di fondo e il Parlamento risulta tuttora dominato da militari e da ex militari. Un vasto numero di prigionieri politici sono tuttora in carcere e il governo sembra disposto a fare poco o nulla a sostegno di coloro che per anni, se non per decenni, sono stati sottoposti a torture e/o a condizioni di detenzione disumane. I sistemi normativo e giudiziario all’origine delle condanne di questi soggetti non sono stati modificati, con la conseguenza che questi attivisti potrebbero ritrovarsi molto presto in carcere. Inoltre, nonostante gli accordi per il cessate il fuoco i militari proseguono nei propri attacchi brutali a danno delle comunità etniche degli Stati Kachin e Shan, mentre non si è affatto intervenuti sulle cause alla base dei conflitti armati di lunga data. Su numerosi altri fronti il governo non ha ancora avviato nessuna iniziativa seria. Nonostante l’istituzione di una Commissione d’Inchiesta dell’ILO nel 1998, il lavoro forzato (inclusa la coscrizione e l’utilizzo di bambini soldato) rimane diffuso in buona parte del paese. Il governo ha fallito completamente dal frenare l’esercito, responsabile di buona parte dei casi di lavoro forzato, né di assicurare che i responsabili vengano perseguiti e condannati alla giusta pena, una volta dichiarati colpevoli. Proseguono in tutto il paese altre gravi violazioni dei diritti umani, i cui responsabili solo di rado vengono chiamati a renderne conto. Non è stata approntata nessuna riforma del sistema giudiziario che garantisca l’indipendenza dall’interferenza militare o politica. Nonostante l’approvazione della nuova legge, i sindacati non sono ancora liberi di registrarsi e di operare, mentre non esiste una norma di legge moderna che regolamenti la contrattazione collettiva e la risoluzione dei conflitti sul lavoro. Sono tuttora in vigore leggi, ordinanze e decreti che frappongono ostacoli invalicabili all’esercizio delle libertà sindacali, mentre la Federation of Trade Unions – Burma (FTUB), organizzazione sindacale affiliata alla CIS, risulta ancora fuorilegge come presunta “organizzazione terroristica”. Lo stesso Segretario Generale è stato falsamente accusato di avere commesso atti terroristici. Ripetute dichiarazioni rese da diversi funzionari di alto rango ci preoccupano enormemente circa il fatto che il governo tenterà di reprimere la costituzione di un movimento sindacale indipendente[1]. In questo processo, sottolineiamo l’importanza del dialogo tra tutte le parti a livello nazionale e internazionale. La CIS, di concerto con i propri affiliati, è pronta e disponibile ad avviare un dialogo franco e aperto con tutte le parti, compresi il governo birmano e le associazioni imprenditoriali del paese, con l’obiettivo di delineare un percorso che permetta la rifondazione del paese sulla base del rispetto per i diritti umani fondamentali, l’inclusione sociale, la protezione dell’ambiente e uno sviluppo economico e sociale sostenibile e ampiamente condiviso. Riteniamo che tale sviluppo si debba basare sulla promozione di lavoro dignitoso, la piena occupazione, la protezione sociale ed investimenti responsabili e seri nel rispetto delle norme dell’ILO, del Quadro di riferimento delle Nazioni Unite su imprese e diritti umani e delle Linee guida dell’OCSE per le imprese multinazionali. PARAMETRI SINDACALI PRIORITARI PER LA BIRMANIA A. Parametri relativi al lavoro 1. Porre fine al lavoro forzato: Nel 2011 il Comitato di Esperti dell’ILO ha dichiarato di avere ricevuto “documentazione esauriente e dettagliata in relazione al persistere di diffuse pratiche di lavoro forzato da parte di autorità civili e militari in quasi tutti gli Stati e le divisioni del paese”[2]. Relazioni pubblicate successivamente da fonti credibili dimostrano come il ricorso diffuso e sistematico al lavoro forzato (compreso il reclutamento forzato di bambini soldato) prosegua senza sosta in tutto il paese. In particolare, i militari continuano ad obbligare gli abitanti dei villaggi a fare da portatori, nella costruzione e riparazione di strade, nella costruzione di campi militari, erezione di fortificazioni e sgombero di strade. In alcuni casi gli abitanti dei villaggi sono anche costretti alla coltivazione di riso e altre colture ad uso dei militari[3]. In alcune regioni, come ad esempio nello Stato Arakan, il ricorso al lavoro forzato è addirittura aumentato nel 2011[4]. Inoltre in numerose regioni chiunque voglia presentare una denuncia è fatto oggetto o di minacce o viene scoraggiato dal farlo. Nel 2011 Human Rights Watch e il Karen Human Rights Group hanno pubblicato un corposo rapporto dal titolo Dead Men Walking: Convict Porters on the Front Lines in Eastern Burma (Condannati a morte: carcerati costretti a fare i portatori sulle linee del fronte in Birmania orientale) sul ricorso a centinaia di carcerati come portatori forzati da parte dei militari, tra l’altro nello Stato Karen settentrionale[5]. Nelle interviste i carcerati hanno dichiarato di essere stati sottoposti a condizioni terribili. I militari hanno giustiziato dei carcerati, hanno inflitto abusi fisici e si sono rifiutati di fornire loro protezione dai pericoli di operazioni militari o di prestare cura ai feriti o ai malati. Ai portatori sono stati negati addirittura cibo e acqua, ed hanno dovuto trasportare carichi estremamente pesanti lungo percorsi pericolosi con riposi ridotti al minimo. Vi sono inoltre continui rapporti sul reclutamento di bambini soldato da parte delle forze armate. Solo pochi responsabili di questi casi sono stati sanzionati, e anche quando ciò è avvenuto si è trattato di sanzioni di carattere amministrativo, come ad esempio misure disciplinari o l’espulsione dall’esercito. Nel 1998 la Commissione d’Inchiesta dell’ILO ha richiesto al governo birmano di introdurre le misure necessarie al fine di garantire: 1) che le norme di legge pertinenti, in particolare la Legge sui villaggi e la Legge sulle città, fossero rese conformi alla Convenzione; 2) che nella pratica non venisse più imposto lavoro obbligatorio o forzato da parte delle autorità, con particolare da parte dei militari; 3) che le sanzioni comminabili ai sensi della sezione 374 del Codice Penale per l’imposizione di lavoro obbligatorio o forzato venissero rigorosamente attuate, a seguito di indagini approfondite, azoni penali e punizioni adeguate per i colpevoli. La Relazione dell’ILO al Consiglio d’Amministrazione del novembre 2011: “Sviluppi relativi alla questione dell’osservanza da parte del governo birmano della Convenzione n.29 sul lavoro forzato, 1930” dimostra come, sebbene siano stati compiuti alcuni piccoli passi avanti, la Birmania non abbia ancora non abbia ancora ottemperato a nessuna delle richieste, ad oltre un decennio dalla costituzione della Commissione[6]. Il governo è tenuto a dare piena attuazione parametri introdotti dalla Commissione d’Inchiesta dell’ILO, garantendo al tempo stesso rimedi efficaci a favore delle vittime[7]. 2. Garanzia delle libertà sindacali e della contrattazione collettiva come previsto dalle Convenzioni 87 e 98 dell’ILO. Ad ottobre 2011, il Governo birmano ha approvato la Legge sulle Organizzazioni del Lavoro (LOL). Si tratta senza dubbio di un passo avanti rispetto alla lunga situazione precedente, nella quale le libertà sindacali erano vietate per legge e nella pratica. Tuttavia permangono due importanti problemi. Innanzitutto, la LOL non è ancora entrata in vigore, poiché il governo ora sostiene di dover prima introdurre le relative norme attuative per poi permettere la registrazione delle organizzazioni sindacali. Questo importante dettaglio non era stato reso noto a nessuno (nemmeno al Consiglio d’Amministrazione dell’ILO di novembre), per cui le organizzazioni sindacali locali hanno tentato di registrarsi ai sensi della nuova legge. In conseguenza di ciò, alcuni leader sindacali sono stati interrogati e minacciati dalla polizia, dalle forze speciali e dalle autorità locali. Tutte le richieste di registrazione sono state respinte. Alla data odierna, non esiste un quadro giuridico vigente che permetta alle organizzazioni sindacali di registrarsi e di operare. In secondo luogo, la LOL non include pienamente i diritti garantiti ai sensi delle Convenzioni 87 e 98 dell’ILO. le future modifiche della LOL, e se necessario, delle norme attuative, dovranno avvenire attraverso un processo tripartito che preveda la partecipazione del governo e dei rappresentanti dei datori di lavoro e delle organizzazioni sindacali, ciò che purtroppo non è accaduto al momento della precedente redazione di entrambe. La LOL è sprovvista quasi del tutto di norme utilizzabili relative alla contrattazione collettiva e alla risoluzione dei conflitti sul lavoro. In mancanza ciò, permane l’ambiguità su quali siano le norme di legge - sempre ammesso che esistano - che regolamentano i conflitti industriali. Anche questo aspetto deve essere risolto con l’approvazione di norme di legge che istituiscano l’obbligo alla contrattazione collettiva in buona fede e rapide procedure per la risoluzione dei conflitti. Da ultimo, le norme di legge sul lavoro (come pure diverse ordinanze e decreti sulle libertà sindacali) adottate negli anni ‘20, ‘60 e ‘80 potrebbero permanere in vigore. In effetti la LOL ha abrogato solamente la Legge sui sindacati del 1926. Preoccupa in particolare la mancata esplicita abrogazione, almeno per quanto a nostra conoscenza, delle seguenti norme di legge: Ordinanza 2/88 (che proibisce gli assembramenti o la possibilità di camminare o marciare in corteo da parte di gruppi di cinque o più persone, indipendentemente dal fatto che l’atto si proponga di creare disturbo o di commettere un reato); Ordinanza 6/88 (secondo la quale “le organizzazioni sono tenute a richiedere l’autorizzazione a costituirsi al Ministero degli affari interni e religiosi”, indicando inoltre che chiunque sia ritenuto colpevole di iscrizione, sostegno o favoreggiamento nei confronti di organizzazioni non autorizzate, o utilizzo di materiali a queste collegati viene punito con una pena detentiva fino ad un massimo di tre anni; Legge sulle associazioni illegali (secondo la quale chiunque sia iscritto ad un’associazione illegale, o partecipi a riunioni di tale associazione, oppure contribuisca, o riceva, o richieda contributi per gli scopi di tale associazione, o in qualsivoglia modalità fornisca assistenza alle attività di tale associazione, viene punito con il carcere per una pena non inferiore ai due anni e non superiore ai tre anni, oltre ad essere passibile di sanzione pecuniaria; Dichiarazione 1/2006 (nella quale si asserisce che la Federation of Trade Unions of Burma (FTUB) è una “organizzazione terroristica”, pur essendo effettivamente un’organizzazione sindacale che opera attraverso mezzi non violenti). Tutti questi decreti devono essere abrogati. Desta particolare preoccupazione il fatto che il governo birmano continui a considerare l’ FTUB una organizzazione terroristica e il suo Segretario Generale un terrorista, nonostante le numerose raccomandazioni da parte dell’ILO nelle quali è stato richiesto al governo di riconoscere l’ FTUB come organizzazione sindacale legittima[8]. Fino a quando ciò non avverrà, i dirigenti dell’FTUB saranno obbligati a proseguire la gestione delle attività del sindacato dall’esilio. All’ FTUB deve essere consentito di operare liberamente all’interno del paese quale federazione sindacale regolarmente costituita, e ai suoi leader dovrà essere consentito di rientrare nel paese. A seguito di richiesta ufficiale il governo dovrà emettere i visti a uno o più esperti in materia di libertà sindacali, in modo da permettere loro di lavorare nell’Ufficio ILO di Rangoon, per fornire assistenza tecnica al nascente movimento sindacale. Tale richiesta è stata formulata da tempo dal movimento sindacale internazionale. Inoltre ci aspettiamo l’istituzione di un organismo nazionale tripartito con il compito di presentare regolarmente, nel corso dei prossimi cinque anni, relazioni approfondite al Consiglio d’Amministrazione dell’ILO, per quanto riguarda la registrazione e il riconoscimento dei sindacati, ivi compresi sindacati locali, regionali, le federazioni e le confederazioni. Tale organismo potrebbe anche farsi carico di redigere le necessarie revisioni della LOL. B. Criteri relativi a diritti umani e democrazia 1. Rilascio dei prigionieri politici ancora in carcere e rientro degli esiliati politici: Negli ultimi mesi il governo ha provveduto al rilascio di centinaia di prigionieri politici, tra cui numerosi attivisti sindacali. È tuttavia necessario che il governo completi l’opera, rilasciando senza condizioni tutti i prigionieri politici ancora in carcere e approvando un’amnistia che ne annulli le condanne. Secondo le stime della AAPPB, l’Associazione per l’assistenza ai prigionieri politici (Birmania), sono oltre 1000 i prigionieri politici ancora in carcere, anche dopo il rilascio di 651 prigionieri avvenuto il 16 gennaio 2012[9]. Inoltre il governo si deve assumere la responsabilità degli danni fisici e psicologici derivanti dalla detenzione prolungata di questi prigionieri, come pure di quelli derivanti dalla tortura e da altri trattamenti brutali loro inflitti, adottando un piano complessivo per il loro recupero. Allo stesso modo, a coloro che sono stati costretti all’esilio possibilità deve essere concesso di rientrare nel paese senza la minaccia di arresto a causa di attività politiche svolte in passato. A questo proposito, è necessario che il Parlamento dovrà attivarsi per l’abrogazione delle numerose norme di legge utilizzate per imprigionare di questi attivisti. Nel frattempo il governo dovrebbe interrompere immediatamente il ricorso a queste norme di legge quale strumento per soffocare il dissenso politico. 2. Porre fine ad altri gravi abusi dei diritti umani: Purtroppo il lavoro forzato non costituisce l’unica violazione dei diritti umani commessa dalle autorità civili e militari birmane. Organizzazioni dei diritti umani e Nazioni Unite hanno documentato violazioni diffuse e sistematiche dei diritti umani – ivi compresi crimini di guerra e crimini contro l’umanità – commesse in tutto il paese nel periodo 2011-12. In particolare, nei territori abitati dalle minoranze etniche sono state perpetrate violazioni quali esecuzione di uccisioni extragiudiziarie, torture, stupri, sparizioni di persone, trasferimenti forzati, distruzione degli approvvigionamenti di acqua e cibo e distruzione di villaggi; Ciò ha creato un’enorme crisi di rifugiati, con oltre 450.000 sfollati interni e un numero di gran lunga superiore di rifugiati nei paesi confinanti con la Birmania e in altri. È necessario che il governo ponga fine a questi abusi dei diritti umani commessi dalle forze armate e da funzionari civili . Il governo dovrebbe adottare politiche chiare per il rispetto del diritto internazionale, assicurandone il rispetto e la attuazione attraverso lungo la catena di comando delle forze armate fino alle truppe. In caso di violazione, i responsabili devono essere severamente puniti. quelle Nella misura in cui le norme di legge nazionali non sono conformi alle norme internazionali sui diritti umani, il Parlamento dovrebbe agire rapidamente per far si che dette norme rispettino gli standard internazionali. Quanto sopra dovrà essere attuato da un sistema giudiziario indipendente e professionale. Nel frattempo, è necessario che il governo permetta agli osservatori un accesso senza limitazioni di sorta nelle aree in cui si verificano violazioni dei diritti umani. 3. Proclamazione di un cessate il fuoco a livello nazionale e avvio di un intervento sulle cause alla radice del conflitto: Fino a quando proseguiranno i conflitti etnici la Birmania non potrà avere un futuro sostenibile e pacifico. Il governo deve lavorare per il conseguimento di un cessate il fuoco a livello nazionale, prerequisito per qualsivoglia positivo sviluppo a livello politico, sociale ed economico per il paese. Tuttavia è anche necessario che il governo vada oltre, intervenendo anche sulle problematiche all’origine di conflitti che perdurano ormai da decenni. Qualsivoglia cessate il fuoco deve prevedere l’impegno a negoziare gli obiettivi posti dalle minoranze etniche per un decentramento/federalismo costituzionale, la condivisione dei poteri e un sistema fiscale federale equo, oltre a garantire i diritti delle singole minoranze, ivi compresi quelli religiosi, culturali e linguistici. È questo l’unico modo per garantire una pace sostenibile. 4. Elezioni libere ed eque e limitazione dell’intervento dei militari nel governo e nell’economia: La Birmania deve poter celebrare elezioni libere ed eque alle quali tutti i cittadini e tutti i gruppi etnici possano partecipare liberamente e in cui chiunque soddisfi i necessari prerequisiti potrà candidarsi. Le prossime elezioni suppletive costituiranno un importante banco di prova per determinare se le recenti modifiche apportate alle leggi che regolamentano i partiti politici siano state pienamente attuate. Nelle elezioni future dovrà essere data la possibilità di partecipare ai partiti politici che rappresentano i gruppi etnici di tutta la Birmania. Dovrà essere ammessa la presenza di osservatori internazionali che verifichino il processo elettorale in tutto il paese, al fine di valutare in che misura la Birmania si sia effettivamente impegnata nelle riforme democratiche. Inoltre la Costituzione del 2008 concede un potere rilevante ai militari.La Costituzione dovrebbe essere emendata al più presto possibile in modo da escludere i militari dalla sfera politica. Il governo dovrà inoltre introdurre norme di legge che limitino sostanzialmente la partecipazione dei militari alle imprese economiche e il loro ruolo negli investimenti diretti esteri. Conclusioni: Il movimento sindacale internazionale non suggerisce un approccio all’allentamento delle sanzioni che preveda la semplice corrispondenza tra una specifica sanzione e un determinato parametro. Piuttosto, siamo favorevoli ad un allentamento graduale e misurato delle sanzioni, a mano a mano che il governo birmano compirà progressi sull’insieme di questa lista. Ad esempio, sanzioni mirate “ morbide” potranno essere revocate solamente in presenza di prove di riforme strutturali reali, per quanto parziali (ad esempio nella misura del 50%), con la revoca di ulteriori sanzioni economiche in presenza di progressi più sostanziali (75%) e una revoca totale delle sanzioni (commerciali e sugli investimenti) una volta che i parametri siano stati completamente rispettati. Nel frattempo, governi e istituzioni internazionali potrebbero contribuire alla accelerazione di questo processo, in consultazione con le organizzazioni dei lavoratori e dei datori di lavoro, unitamente ad altre organizzazioni della società civile, fornendo assistenza tecnica in modo da superare i numerosi problemi identificati nel presente documento. La comunità internazionale deve iniziare a prepararsi fin da subito per una Birmania del post-sanzioni. Gli investimenti in Birmania, in particolare provenienti dall’Asia (e soprattutto dalla Cina) sono comunque proseguiti e si stanno ulteriormente intensificando. Con l’allentamento o la revoca delle sanzioni si registrerà senza dubbio una vera e propria “corsa all’oro” degli investimenti internazionali”, nel tentativo di sfruttare le abbondanti risorse naturali del paese, il basso costo del lavoro e l’inesistenza di norme di responsabilità pubblica. La comunità internazionale può - e in realtà deve - evitare che una miseria vada a sostituirne un’altra. È assolutamente essenziale che i nuovi investimenti in Birmania, una volta che le sanzioni saranno finalmente revocate, vadano a sostegno dello sviluppo sociale ed economico di lungo periodo dell’intera nazione. Ciò non si potrà realizzare senza il rispetto dei diritti dei lavoratori, la tutela dell’ambiente e la responsabilità e la trasparenza pubblica. Per raggiungere questi risultati sarà necessario un coordinamento a livello internazionale, e l’impegno di governi, imprese e donatori al pieno rispetto di un pacchetto di principi internazionali sulla responsabilità e l’accountability delle imprese. I principi esistenti – come le Linee guida OCSE sulle multinazionali e i Principi guida su imprese e diritti umani: attuazione del Quadro di riferimento delle Nazioni Unite “Proteggere, rispettare e rimediare” – possono essere utilizzati come regole del gioco. [1] In diverse occasioni alcuni funzionari del governo hanno dichiarato che i sindacati non sarebbero necessari. Lo scorso mese di giugno un funzionario del ministero del lavoro ha dichiarato ai media: “Dei lavoratori si occupa il Ministero, per cui non c’è nessun bisogno di un sindacato… Se verrà loro data la possibilità di costituire un sindacato, questo potrebbe distruggere la stabilità del paese”. Si veda l’articolo Burmese Chamber of Commerce Threatens Crackdown on High-Paying Factories, pubblicato su The Irrawaddy, il 7 giugno e disponibile in linea all’indirizzo http://www.irrawaddy.org/ article.php?art_id=21445 [2]http://www.ilo.org/wcmsp5/groups/public/@ed_norm/@relconf/documents/meetingdocument/wcms_151556.pdf [3] Newsletter di febbraio 2011 disponibile in linea all’indirizzo www.shanhumanrights.org/index.php/newsletter/ 74-2011/305-february-2011.html; Newsletter di marzo 2011 disponibile in linea all’indirizzo www.shanhumanrights.org/ index.php/newsletter/ 74-2011/306-march-2011.html. [4] Si veda The Arakan Project, Forced Labour after the Elections: An Overview of Forced Labour Practices in North Arakan, Burma (Nov. 2010-July 2011). Il rapporto rileva anche come secondo stime di osservatori il 35-40% dei lavoratori forzati siano bambini, alcuni dei quali addirittura di appena 10 anni di età. [5] Il rapporto è disponibile in linea all’indirizzo http://www.hrw.org/reports/2011/07/12/dead-men-walking-0. Un corposo allegato contenente le interviste utilizzate per la stesura del rapporto è disponibile in linea all’indirizzo http://www.khrg.org/ khrg2011/khrg1102.pdf. [6] Disponibile in linea all’indirizzo http://www.ilo.org/wcmsp5/groups/public/---ed_norm/---relconf/documents/meetingdocument/wcms_166958.pdf. [7] Stati Uniti e Unione Europea hanno sospeso i vantaggi derivanti dall’inclusione della Birmania nel Sistema delle Preferenze Generalizzate (GSP) in ragione del costante e diffuso ricorso al lavoro forzato. Appare evidente come l’inclusione della Birmania nel GSP non debba essere rinnovata fino all’eliminazione del lavoro forzato. [8] Si veda tra gli altri Comitato per la libertà sindacale, Caso 2591 (Birmania) 2008, par. 1093. [9] Il numero di prigionieri politici ancora detenuti in Birmania permane ancora nell’incertezza. Appoggiamo la raccomandazione della AAPPB favorevole ad un processo di verifica sostenuto dalle Nazioni Unite al fine di determinare con esattezza il numero di prigionieri politici tuttora detenuti in Birmania. http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=136d5fb8fc3b4634b37d4dcd66543d33&docid=ce8ba0425de34eb0a8e018c644c6c954 Tue, 10 Apr 2012 12:34:28 GMT a58c07f55c3148819b57aa8cdc8a7b9e Birmania Ministro in esilio: Thein Sein riformista “per caso”, i birmani vogliono vera democrazia 2012-03-05T17:18:29.5100000+01:00 Roma (AsiaNews) - In vista delle elezioni parlamentari suppletive del primo aprile in Myanmar, in cui verranno assegnati 48 seggi tuttora vacanti, le autorità birmane hanno sollevato le restrizioni relative alla campagna elettorale di Aung San Suu Kyi, che potrà usufruire di stadi e spazi all'aperto; oggi la Nobel per la pace arriverà nello Stato settentrionale Kachin, area teatro di guerra fra esercito centrale e milizie ribelli, dove incontrerà personalità politiche e terrà discorsi pubblici. Esperti di politica interna plaudono alle buone intenzioni manifestate dal governo "civile", impegnato in una serie di riforme democratiche. Nel contesto si inserisce anche l'annuncio di Thein Sein all'alto funzionario Asean - associazione che riunisce 10 nazioni del Sud-est asiatico - secondo cui la Birmania potrebbe consentire l'ingresso di osservatori del Blocco in vista del voto. Il presidente si è detto "seriamente intenzionato" a considerare l'ipotesi di una loro presenza. Tuttavia, dalla ex Birmania emergono vicende di cronaca che gettano più di un'ombra sul reale cambiamento. Fra queste, la conferma di un nuovo processo a carico di Ashin Gambira, monaco dissidente, leader della Rivoluzione zafferano del settembre 2007, condannato a 68 anni di galera e liberato di recente. Egli comparirà davanti ai giudici per rispondere di "occupazione abusiva" di un monastero a Yangon e di aver fatto irruzione in altri due, ai quali il governo aveva messo i sigilli. Dalla scarcerazione, egli ha più volte violato i termini della libertà condizionata e rilasciato interviste molto critiche nei confronti della leadership politica. Per approfondire gli sviluppi della politica birmana, le prospettive del cammino democratico e il significato politico delle elezioni parlamentari suppletive, AsiaNews ha intervistato Tint Swe, membro del Consiglio dei ministri del governo di coalizione nazionale dell'Unione della Birmania (NCGUB), composto da rifugiati dal Myanmar dopo le elezioni del 1990 vinte dalla Lega nazionale per la democrazia, e mai riconosciute dalla giunta. Fuggito in India nel 1990, dal 21 dicembre 1991 Tint Swe vive a New Delhi, esercita la professione medica e ha il ruolo di responsabile per l'informazione sull'Asia del Sud e Timor Est nel Consiglio. Ecco, di seguito, l'intervista rilasciata ad AsiaNews da Tint Swe, rappresentante della Lega nazionale per la democrazia (Nld) in India: Quali sono le sue aspettative, in vista delle elezioni del primo aprile? Nessuno si aspetta più di tanto, dalle elezioni suppletive. Tuttavia, assume un particolare valore il fatto che il nuovo Parlamento potrà contare sul sostegno di Aung San Suu Kyi, anche se il peso numerico del partito è davvero minimo. Così, alcune cose che un tempo venivano considerate impossibili in seno al corpo legislativo, adesso possono diventare probabili. Infatti, non è certo l'elemento numerico che ha dato vita ai cambiamenti sinora raggiunti. La vita politica al di fuori del Parlamento è oggi molto più importante e decisiva di quella che viene discussa all'interno delle camere; e ciò avrà un significato ancora maggiore con il prossimo Parlamento, in cui vi saranno anche seggi occupati dalla Lega nazionale per la democrazia (Nld). Il manifesto politico della Nld spiega in modo molto chiaro agli elettori e al governo in carica che Aung San Suu Kyi lavorerà per il raggiungimento di tre obiettivi principali: il rispetto della legalità, modifiche alla Costituzione e la pace nel Paese. Per questo possiamo assistere a dibattiti, un elemento nuovo, perché la "Signora" non fa mai promesse che non è in grado di mantenere. Assisteremo a votazioni libere e giuste? Le autorità competenti stanno facendo promesse all'insegna della libertà e della correttezza del voto. Dalle parole di U Tin Aye, capo della Commissione elettorale, emerge l'invito a dimenticare il passato. Un invito equiparabile all'ammissione - fra le righe - che le critiche fatte alle elezioni del novembre 2010 erano corrette e che, questa volta, [abusi e violazioni] non si ripeteranno. Del resto, il popolo non crede alle promesse fatte dall'attuale regime. Ad oggi vi sono denunce di restrizioni e di misure ridicole adottate da autorità di vario livello contro la campagna elettorale di Aung San Suu Kyi. Gli studenti universitari di Pathein hanno dovuto sostenere un esame mai fatto prima [per impedire loro di incontrarla], le hanno vietato l'ingresso negli stadi, sono stati distribuiti dei foglie e opuscoli contenenti una propaganda contro-Aung San Suu Kyi... La Commissione elettorale birmana non le ha concesso a lungo la possibilità di fare campagna nello Stato Kachin [ora gli ostacoli sono stati rimossi, ndr], dove i negoziati di pace non hanno dato alcun esito. Certo, vi possono sussistere motivazioni riguardanti la sua sicurezza, ma l'unione di intenti fra minoranze etniche e Nld può costituire una seria minaccia per l'attuale governo. Anche in caso di elezione della Nobel per la pace e di conquista di tutti e 48 i seggi per la Nld, a livello di numeri cambia poco in Parlamento. In ogni caso, si vedrà comunque qualcosa di nuovo. La Nld ne porterà il peso, sebbene il numero è minimo. Non tutte le decisioni hanno bisogno di un voto. E non tutti i candidati del partito vicino al regime sono favorevoli alla dittatura. Quanti non appartengono allo Union Solidarity and Development Party (Usdp) saranno incoraggiati. I partiti etnici lavoreranno con la Lega nazionale per la democrazia per la pace interna al Paese. Il presidente U Thein Sein e quanti sostengono le riforme riconosceranno di certo il valore di Aung San Suu Kyi e ne sosterranno l'ingresso nell'alveo politico nazionale. Dottor Swe, comunque vada il voto sarà un cambiamento storico? La stragrande maggioranza della popolazione combatte e ha combattuto per la democrazia. Gli organismi legislativi di tutti i livelli hanno un numero minimo di rappresentanti favorevoli al processo democratico. E vi sarà un'aggiunta marginale a questo numero. La battaglia andrà avanti sino a che tal numero non costituirà la maggioranza. Tuttavia, la presenza della Nld è importante per tutti a livello politico: per i membri stessi della Lega nazionale per la democrazia, per il governo del presidente Thein Sein, per la comunità internazionale. Le elezioni di aprile rappresentano un trampolino di lancio per il futuro tanto della Nld, quanto della nazione. Il rilascio di prigionieri politici, gli accordi di pace con minoranze: ministro, le recenti riforme promosse dal governo sono reali o di convenienza? L'esperienza di oltre un decennio e mezzo ci insegna che i regimi militari o semi-militari non meritano affatto fiducia. Il generale Ne Win, i generalissimi Saw Maung e Than Shwe ne sono degli esempi. Lo Usdp ha una nomea un pochino diversa da quella del Bspp, il Burma Socialist Program Party. Ha una fama leggermente migliore, ma l'attuale governo sostenuto dallo Usdp è conosciuto per gli attacchi di massa contro Aung San Suu Kyi e gli attivisti per la democrazia. Inoltre bisogna aggiungere che è stato lo stesso Usdp a orchestrare la compravendita di voti nelle elezioni del 2010. È sbagliato dare credito al governo all'attuale guidato dallo Usdp, per rispetto di quanti si sono sacrificati in passato. Le modifiche non vanno di pari passo con le vite di quanti sono morti, sono stati imprigionati o sono stati costretti ad abbandonare il Paese. Di recente, la protesta di un gruppo di operai ha sortito un aumento minimo nei salari. Segno di un maggior potere di contrattazione? Assolutamente sì, i lavoratori sono desiderosi di combattere perché i loro diritti vengano rispettati. Difatti non è solo una battaglia degli operai, ma riguarda tutti ivi compresi studenti, artisti, media e società civile, che stanno guardando nel modo giusto alla situazione attuale. L'International Labor Organization (Ilo) lavora sodo per raggiungere conquiste graduali. La Federazione delle organizzazioni sindacali birmane (Ftub) e altri gruppi per il lavoro sono in via semi-ufficiale i rappresentanti delle maestranze. E l'Ilo vuole che abbiano voce in capitolo. Sfortunatamente la Ftub è stata dichiarata dal regime associazione fuorilegge. Questo implica che tutte le malefatte compiute dalla giunta militare sono ostacoli concreti per le politiche dell'attuale regime al potere. Difatti il merito dello stop ai lavori della diga di Myitsone [nello Stato settentrionale Kachin, progetto di una multinazionale cinese, ndr] è da attribuire al movimento che fa capo alla società civile. E molto altro ancora ci dobbiamo aspettare. Le riforme del presidente Thein Sein rappresentano un punto di rottura rispetto al regime di Than Shwe? U Thein Sein ha acquisito la sua fama di riformista per puro caso, non per una reale volontà di cambiamento. Egli era Primo Ministro della giunta ed è stato scelto da Than Shwe che ha optato per una uscita indolore dalla vita politica. Il generalissimo non si è mai interessato a una reale democrazia per la Birmania, ma ha pensato solo ai propri interessi. Egli ha assistito agli ultimi giorni di Muammar Gheddafi e Hosni Mubarak; mentre in realtà vorrebbe morire come Kim Il-sung. Ecco perché ha scelto un proprio uomo, Thein Sein, in qualità di successore; a lui ha affidato il compito di portare a termine il piano concordato con il capo. Guardando alla storia della Birmania, egli può essere equiparato a U Nu, baciato dalla sorte che gli diede in mano il potere dopo l'assassinio di Aung San nel 1947. Ma il punto cruciale è che Thein Sein segue alla lettera quanto concordato con Than Shwe. In caso contrario, il generalissimo avrebbe dovuto essere confinato ai domiciliari, avendo fatto tutto il contrario di quanto fatto sinora dallo Sdpc. Resta il fatto che Thein Sein non è certo paragonabile a Mikhail Gorbaciov. Insomma, un Parlamento diviso fra riformisti e conservatori, mentre la maggioranza dei deputati temporeggia, per capire quale sarà il fronte vincente... È una teoria pertinente, ma si tratta di meccanismi sempre validi ed è anche logico che funzioni così. Esercito e autocrati, per tradizione, sono servi del potere e al suo servizio dal 1962. Ed è difficilissimo scardinare dinamiche consolidate. Arrivano gli ordini, ma non sanno come comportarsi di preciso. Anche i responsabili della politica sembrano confusi. È giusto cercare delle opinioni anche al di fuori. Tuttavia, vi sono sfruttatori che lo fanno solo per il proprio interesse, mentre il Paese ha bisogno di scegliere organizzazioni giuste e consulenti adatti. Aung San Suu Kyi lo sa bene, ma finora è stato solo un'invitata [al tavolo del potere]. Ed è al momento difficile capire il peso del Parlamento, perché molti di quelli che sono stati eletti nel 2010 sono una via di mezzo. Non possiamo aspettarci più di tanto in questo scenario. Dottor Swe, lei concorda con Aung San Suu Kyi quando invita ad aspettare il voto del primo aprile per rimuovere le sanzioni? Nutro più riserve di quante non ne abbia Aung San Suu Kyi sulla questione. Anche se le elezioni dovessero andar bene, questo non basterebbe a giustificarne la cancellazione. Per prima cosa vanno eliminate le leggi restrittive e ingiuste, non le sanzioni. E un altro criterio sono i rapporti degli inviati Onu per i diritti umani. Vanno prese in considerazione le rassicurazioni relative al processo di pace interno al Paese. Ma prima di tutto va emendata la Costituzione del 2008. Quale futuro si prospetta per la Birmania? Credo vi saranno altri cambiamenti nel corso dell'anno. Ma potrebbero essere in gran parte di facciata. Per milioni di rifugiati e lavoratori migranti il terreno non è ancora fertile. E i cambiamenti a Naypyidaw non sono un indicatore attendibile. Un solo anno di lavori non può portare sviluppi tangibili nell'economia, nella sanità e nell'istruzione. L'esercito birmano ha bisogno di fronteggiare la situazione. Ci vorrà del tempo, ma mi auguro non siano necessari altri 12 anni! http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=136d5fb8fc3b4634b37d4dcd66543d33&docid=a58c07f55c3148819b57aa8cdc8a7b9e Mon, 05 Mar 2012 16:18:29 GMT c8204e405ca547b8a754959e17196f53 Il monaco Gambira, recentemente liberato, sarà processato per "occupazione abusiva" Il dissidente è accusato di essere entrato illegalmente in luoghi di culto chiusi dal governo. Per il giornale ufficiale di Stato i leader buddisti "biasimano" il suo comportamento e chiedono "misure punitive". Gli Usa ricordano le promesse di riforme e invitano a "proteggere le libertà fondamentali". 2012-02-20T16:11:40.0600000+01:00 Rangoon (AsiaNews/Agenzie) - Il monaco dissidente birmano Ashin Gambira - tra le centinaia di detenuti politici liberati il mese scorso dal presidente Thein Sein - sarà di nuovo sottoposto a processo. Lo conferma il giornale di Stato New Light of Birmania, secondo cui il 33enne religioso buddista è accusato di "occupazione abusiva" di un monastero a Yangon e di aver fatto irruzione in altri due, ai quali il governo aveva messo i sigilli all'indomani della "Rivoluzione zafferano". Le autorità, aggiunge il quotidiano, "stanno prendendo i provvedimenti legali necessari per condurlo alla sbarra", con il sostegno dei monaci anziani che "biasimano" il suo comportamento e chiedono "misure punitive" nei suoi confronti. Gambira è uscito dal carcere lo scorso gennaio, in seguito al provvedimento di amnistia deciso dal capo di Stato. Il 10 febbraio, a meno di un mese di distanza dal rilascio (cfr. AsiaNews 13/01/2012 Liberati detenuti politici birmani di primo piano ), egli è stato fermato dalle forze dell'ordine, interrogato e rilasciato qualche ora più tardi. Il monaco dissidente ha trascorso gli ultimi tre anni in prigione per aver guidato la rivolta del settembre 2007 - ribattezzata Rivoluzione zafferano dal colore delle tuniche dei monaci - repressa in un bagno di sangue dalla giunta militare. Il tribunale birmano aveva condannato Gambira a 68 anni di galera, ridotti a 32 in un secondo processo tenuto nel 2008. Durante il periodo di detenzione egli ha subito più volte torture e violenze; tuttavia, la sua liberazione, insieme a centinaia di altri prigionieri di coscienza, sembrava confermare le riforme avviate dal governo "civile" nel tentativo di rientrare a pieno titolo in seno alla comunità internazionale e ottenere la presidenza dei Paesi Asean - associazione che riunisce 10 nazioni del Sud-est asiatico - nel 2014. Dal suo rilascio, egli ha più volte violato i termini della libertà condizionata facendo irruzione in monasteri chiusi dalle autorità o rilasciando interviste molto critiche nei confronti della leadership politica (cfr. AsiaNews 17/01/2012 Ashin Gambira: riforme di facciata, il governo birmano viola diritti umani e libertà religiosa ), in cui ribadisce di non credere alle promesse dell'esecutivo e all'immagine di apertura al mondo. Interpellata sul procedimento a carico di Gambira, Victoria Nuland, portavoce del Dipartimento di Stato americano, ricorda le promesse di riforme fatte dal governo birmano e invita le autorità a "proteggere le libertà fondamentali" di tutti i cittadini, inclusi "quelli da poco rilasciati dopo un periodo detentivo". http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=136d5fb8fc3b4634b37d4dcd66543d33&docid=c8204e405ca547b8a754959e17196f53 Mon, 20 Feb 2012 15:11:40 GMT 3d14da6296f14266ae6e07df0f266ffe la coalizione di 10 partiti dovrà sfidare la forza morale e politica della Lega Nazionale per la Democrazia 2012-01-18T20:25:37.7070000+01:00 La alleanza di 10 partiti che hanno partecipato alle elezioni di novembre del 2010 ammettono che devono affrontare una dura lotta nei confronti del partito di opposizione della Lega Nazionale per la Democrazia (NLD) nelle prossime elezioni suppletive in Birmania. L’ NLD schiererà i candidati in tutti i 48 collegi elettorali in cui i seggi sono in palio. Tra loro è la leader dell'opposizione Aung San Suu Kyi, che ha un ampio sostegno tra la Birmania e che può vincere il suo collegio elettorale a Kawhmu, a sud di Rangoon. Il Partito Democratico di Myanmar è un membro della fraterna alleanza democratica dei partiti birmani, che ha scelto 19 candidati. Il suo presidente, Gio Wei, ha dichiarato che il gruppo si è riunito ieri per analizzare a fondo le strategie per il voto del 1 aprile, aggiungendo che i 10 partiti "dovranno competere con la NLD democraticamente". Le elezioni possono essere momento caldo per i partiti che costituiscono i cosiddetti partiti della 'terza forza, come Partito Democratico e gli altri membri dell'alleanza, tra cui il Partito delle nazionalità Shan democratico e il partito Rakhine per lo Sviluppo, che sono arrivati terzo e il quarto nel 2010. Suu Kyi si candiderà contro l'ex sindaco di Rangoon Aung Thein Linn in Kawhmu, che è stata gravemente danneggiata dal ciclone Nargis nel 2008, i cui residenti si ricordano bene la assenza di risposta da parte del governo al disastro. Tra i candidati della LND c’ è Phyo Min Thein, che avrebbe dovuto candidarsi nelle elezioni del 2010 per il Partito dell’ Unione Democratica, ma che successivamente aveva annunciato che avrebbe boicottato le elezioni, a causa delle intimidazioni del governo nei confronti degli elettori. Suu Kyi ha sottolineato il suo desiderio di vedere più donne competere nel mese di aprile. Solo una manciata di oltre 1.000 parlamentari in Birmania sono donne, e nessuno sono stati eletti a incarichi di gabinetto. Phyu Phyu Thin, la popolare attivista sull’ HIV / AIDS, si candiderà a Mingalar Taungnyunt una borgata di Rangoon, una delle circa 12 donne candidate al voto da parte del NLD. Quanta influenza il partito sarà in grado di esercitare in Parlamento resta da vedere, data la dominanza di militari e del partito di governo Unione Solidarietà e Sviluppo, che ha vinto circa l'80 per cento dei voti nel 2010. http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=136d5fb8fc3b4634b37d4dcd66543d33&docid=3d14da6296f14266ae6e07df0f266ffe Wed, 18 Jan 2012 19:25:37 GMT 607c76f9c0e94a61b7613e65ba1a5a5b Campagna di informazione multimediale nei confronti di coloro che violano i diritti umani e del lavoro in Birmania Presentiamo il nuovo progetto ISCOS (Istituto Sindacale per la Cooperazione allo Sviluppo) per la promozione dal basso di una cultura dei diritti umani e dei diritti del lavoro in Birmania. L'obiettivo è rendere partecipi i militari birmani del significato e delle conseguenze giuridiche dei crimini di guerra e dei crimini contro l'umanità, mostrare loro un'alternativa e cercare di innescare un processo di responsabilizzazione costruttiva delle loro azioni, attraverso un percorso multimediale. Se vuoi dare un contributo, puoi fare una donazione: BANCA POPOLARE ETICA Intestato a: ISCOS SOLIDARIETA’ c/c IT48 J050 1803 2000 0000 101 547 Causale: BIRMANIA – informazione multimediale Al fine di consentire una corretta e tempestiva verifica della causale e dell’effettiva ricezione delle vostre donazioni ti invitiamo ad inviare una mail al seguente indirizzo: comunicazione@iscos-cisl.org (in cc a amministrazione@iscos-cisl.org) Descrizione del progetto Localizzazione: Thailandia – Birmania. Durata del progetto: 12 mesi. Giustificazione dell’intervento: I diritti umani e del lavoro in Birmania sono violati quotidianamente in modo brutale dalla Giunta militare. Ne sono un esempio le recenti condanne ad oltre 65 anni di carcere inflitte ad attivisti che hanno promosso o partecipato alle manifestazioni della cosiddetta Rivoluzione Zafferano e a attivisti sindacali che hanno osato denunciare il lavoro forzato e le continue violazioni dei più elementari diritti. La Giunta militare birmana continua la violenta repressione delle minoranze etniche con stupri, uccisioni, incendi di interi villaggi, deportazioni forzate, collocazione di migliaia e migliaia di mine antiuomo intorno ai villaggi che sono stati sgombrati con la forza. Obiettivi del progetto: La campagna per i diritti umani e del lavoro in Birmania si pone l’obiettivo di insegnare a coloro che violano i diritti umani e dei lavoratori che tali violazioni sono dei crimini immorali e inaccettabili. Spesso coloro che nel territorio perpetrano questi crimini agiscono in questo modo ritenendo semplicemente di eseguire degli ordini. 2012-01-09T17:46:20.0230000+01:00 Descrizione delle attività previste: La campagna nei confronti dei soggetti che perpetrano tali crimini si sviluppa attraverso la produzione e diffusione di una serie di CD della durata di 90 minuti che illustra in modo dettagliato con informazioni circostanziate la qualità e la tipologia delle violazioni dei diritti umani e del lavoro da parte del regime. Mensilmente verrà prodotto un nuovo CD. I CD verranno distribuiti all’interno del paese e verranno utilizzati anche nei programmi radiofonici delle radio gestite dall’FTUB, la Federazione dei Sindacati Birmani, che sono trasmessi in Birmania da stazioni radio FM collocate lungo il confine birmano/thailandese. I programmi saranno anche trasmessi nell’ambito delle comunità birmane utilizzando lettori mp3 e microtrasmettitori FM. Breve esempio di come verranno strutturati i programmi: Programma radiofonico per organizzare le persone che lavorano per l’esercito. Obiettivo: Far comprendere ai militari di base che le loro stesse vite sono sfruttate dai militari di grado che si impadroniscono di tutti i privilegi alle spese dei loro sacrifici. Formare le persone ordinarie nelle file dell’esercito, i militari di base, alla disobbedienza verso le leggi ingiuste per schierarsi - se necessario - dalla parte del popolo. A chi si rivolge il progetto: Ai militari di base. Programma: Ciascun programma sarà della durata di 90 minuti. 1) Analisi degli slogan che i militari recitano quotidianamente all’inizio del turno - 10 minuti. Per esempio, nello slogan solenne si dice “saremo leali a coloro che hanno sacrificato le loro vite in battaglia” il narratore spiegherà cosa significa essere leali a coloro che sono morti in azione e quale è il modo migliore per essere leali. 2) Canzoni popolari 3) Intervista con U Pannya Vamsa del “Sangha Moli” sul peccato di uccidere monaci da parte di civili a prescindere dalle cause - 10 minuti 4) Approfondimento su: omicidio; sterminio; messa in schiavitù; deportazione o trasferimento forzato della popolazione; tortura; stupro o schiavitù sessuale, prostituzione forzata, gravidanza forzata, sterilizzazione forzata o ogni altra forma di violenza sessuale di comparabile gravità; persecuzione contro un gruppo identificabile o una collettività con motivazione politica, razziale, nazionale, etnica, culturale, religiosa, di genere o su altre basi che sono universalmente riconosciute come inaccettabili dalle norme internazionali; sparizioni forzate di persone; crimini di apartheid altri atti inumani o di carattere simile che causano grandi sofferenze o serie ferite alla salute fisica o mentale delle persone. Le Nazioni Unite sono state attive nella denuncia di crimini contro l’umanità dal 1948 ovunque tali crimini sono avvenuti. La Corte Penale Internazionale è stata recentemente costituita con lo Statuto di Roma e l’ONU è stata attiva nel denunciare numerosi crimini alla Corte Penale. Poiché tali crimini sono stati denunciati alla Corte Penale da parte dell’ONU, la Corte ha una ampia autorità e giurisdizione su questi casi. 5) Alcuni casi di denuncie alla Corte Penale Internazionale Il 7 marzo 2003 è stata presentata la prima denuncia. Tredici persone sono state indiziate per crimini di guerra, crimini contro l’umanità e altre violazioni della legislazione umanitaria internazionale. Dei 10 indiziati nove sono sotto custodia della Corte Speciale. Se ritenuti colpevoli possono essere condannati al carcere o alla confisca dei propri beni. 6) Il caso dell’ex Presidente della Liberia Charles Taylor. Un caso particolare è quello dell’ex Presidente della Liberia, Charles Taylor che è stato pesantemente coinvolto nella guerra civile nella vicina Sierra Leone. Taylor è stato accusato inizialmente nel 2003, è fuggito dagli arresti domiciliari in Nigeria e arrestato al confine. E’ stato estradato alla Corte speciale a seguito della richiesta da parte del governo liberiano. Citiamo infine il Presidente Sudanese Opar al Bashir accusato di genocidio, un crimine contro l’umanità e per crimini di guerra -10 minuti 7) Canzoni popolari Fine del programma Impatti previsiti, metodologia, motivazioni: Spesso i criminali che commettono questi atti credono di stare eseguendo solamente degli ordini e per questo ritengono di essere immuni da denunce per le loro azioni. I programmi audio sono costruiti in modo da far si che coloro che compiono tali crimini si rendano conto delle loro azioni e che queste sono profonde violazioni dei diritti umani e del lavoro e che i crimini e gli ordini dati sono illegali e criminali. Pertanto non vi è alcuna impunità da denunce future secondo i vari statuti nazionali e internazionali per la effettuazione di ordini illegali. I programmi audio che verranno prodotti e distribuiti o trasmessi in Birmania servono: 1) ad educare i membri dell’esercito, la polizia e il pubblico su cosa sono i comportamenti illegali e criminali secondo gli standard e le norme definite dalla legislazione internazionale. 2) ad educare i membri dell’esercito, della polizia e del pubblico sui casi avvenuti in altri paesi dove coloro che hanno commesso i crimini pensando di godere della impunità sono stati perseguiti e condannati; educare i militari la polizia e il pubblico in generale sulle esperienze delle vittime degli abusi del regime e chiedere loro di riflettere su come reagirebbero se tali atti fossero vissuti da loro stessi o da loro familiari. La motivazione per la distribuzione dei CD e la trasmissione di questi programmi in Birmania è quella di ridurre le violazioni dei diritti umani e del lavoro da parte di coloro che effettuano tali violazioni direttamente nel territorio. I programmi sono costruiti in modo tale da far comprendere che non esiste alcuna impunità per le loro azioni personalizzando le esperienze delle vittime e creando in questo modo una empatia per le vittime da parte dei perpetratori delle violenze. Monitoraggio e valutazione: Il progetto presenterà un rapporto semestrale sullo stato di avanzamento del progetto e un rapporto finale di monitoraggio delle attività realizzate ed un rapporto finanziario attestante le spese effettivamente sostenute. Il progetto inoltre prevede due riunioni di monitoraggio da parte dei referenti di progetto: il project manajer ed i coordinatori organizzativi. Infine, entro il termine delle attività, il coordinatore Iscos effettuerà una visita di monitoraggio per verificare lo stato di avanzamento e per esaminare la gestione amministrativa del progetto. http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=136d5fb8fc3b4634b37d4dcd66543d33&docid=607c76f9c0e94a61b7613e65ba1a5a5b Mon, 09 Jan 2012 16:46:20 GMT 158fe277e9e24643a857fcbafce57e37 Suu Kyi racconta all’Associated Press: l'esercito l’esercito birmano potrebbe bloccare le riforme 2012-01-14T19:52:30.6800000+01:00 Suu Kyi racconta all’AP: esercito l’esercito birmano potrebbe bloccare le riforme da The Associated Press RANGOON, Birmania 5 gennaio, 2012, 4:10 ET Rangoon (Ap) - Giovedi la leader dell'opposizione Aung San Suu Kyi ha avvertito che le riforme democratiche iniziate dal governo nominalmente civile del Birmania non sono "inarrestabili" e avranno successo solo se il potente esercito accetta i cambiamenti..Il premio Nobel per la Pace ha dichiarato di essere cautamente ottimista sul fatto che possano essere fatti maggiori progressi. I suoi commenti in un'intervista con l'Associated Press sono stati chiaramente orientati a mettere in guardia l'Occidente a non farsi travolgere dalle riforme e per ricordargli che l’esercito della Birmania (a lungo al potere) esercita ancora un potere enorme, nonostante una patina di democrazia fornita dalle elezioni. "Non direi che ci sono molti pericoli, ma non direi nemmeno che i progressi siano inarrestabili. Penso che ci siano ostacoli, e ci sono alcuni pericoli che dobbiamo evidenziare," ha detto Suu Kyi. "Sono preoccupata per quanto sostegno verso i cambiamenti ci sia in campo militare. Alla fine questo è il fattore più importante, fino a che punto i militari sono disposti a cooperare con i principi di riforma". Ha parlato di come lei e la sua Lega Nazionale per la Democrazia hanno deciso la piena partecipazione politica elettorale. Il governo ha approvato la registrazione del partito giovedi, e la NLD può ora scegliere i candidati per le elezioni del 1° aprile. Il partito ha deciso di candidarsi alle elezioni politiche dopo che il governo, sostenuto dai militari, ma eletto si è insediato nel mese di marzo, sostituendo la giunta militare e ha cercato un allentamento dopo anni di repressione. I suoi cambiamenti includono la legalizzazione dei sindacati, l’aumento della libertà di stampa e l'apertura di un dialogo con Suu Kyi. I critici hanno indicato la decisione dell’NLD di ritornare alle elezioni come una capitolazione dopo anni di resistenza al regime militare. Il partito ha vinto le elezioni generali del 1990, ma gli fù negato il potere dopo che i militari avevano impedito al parlamento di insediarsi. Nel 2010, i militari hanno indetto un'altra elezione generale, ma l’ NLD ha ritenuto le regole ingiuste e ha rifiutato di partecipare, con la conseguenza di essere eliminati dalla lista dei partiti politici legali. I critici affermano che la partecipazione dell’NLD aiuta il governo a mantenere una parvenza di legittimità per ciò che è effettivamente - per statuto costituzionale, così come la maggioranza detenuta da legislatori pro-militari - continua il dominio della politica con l'esercito. "Credo che quest'anno scopriremo se stiamo facendo progressi verso la democrazia", ​​ ha detto Suu Kyi, aggiungendo che i punti di riferimento da considerare sono "la liberazione di tutti prigionieri politici, ... come si svolgeranno le elezioni suppletive, ... quanto maggiore libertà di informazione sarà permessa e se verranno prese misure forti per stabilire lo stato di diritto. "Il rilascio dei prigionieri politici – stimati in un numero compreso tra 600 e 1700 - è una pietra di paragone per i riformatori e gli attivisti di massa all’estero. Alcune amnistie per i detenuti hanno portato alla liberazione di oltre 200 detenuti politici, ma molti prigionieri di alto profilo stanno ancora scontando lunghe pene. L'ultimo rilascio di martedì ha suscitato particolare disappunto, perché le speranze che erano state sollevate dal maggiore impegno del governo con il NLD e con i paesi stranieri critici sui militari, sono stati evidenziati in particolare dalla visita dicembre del Segretario di Stato americano Hillary Rodham Clinton. Il Ministro degli esteri britannico William Hague è in visita questa settimana, portando lo stesso messaggio di incoraggiamento delle riforme. Hague è il primo ministro degli esteri britannico a visitare il Birmania dal 1955. Negli incontri con il presidente Thein Sein ed altri funzionari del governo a Naypyitaw giovedi, ha sottolineato "l'importanza che il governo britannico attribuisce alle riforme che il governo birmano ha intrapreso negli ultimi sei mesi", ha detto in una dichiarazione rilasciata a Londra. La Gran Bretagna continua a chiamare Birmania con il suo nome sotto il dominio britannico, piuttosto che con la designazione ufficiale del governo locale. Sebbene la visita di due giorni diHague segnali un cambiamento nelle relazioni, la Gran Bretagna non ha promesso alcun cambiamento immediato nelle sanzioni dell'Unione europea sulla vendita di armi, il congelamento dei beni e divieti di viaggio - o di cambiare una politica che scoraggia le imprese del Regno Unito dal commercio con Birmania. Ha aggiunto che la Gran Bretagna "si aspetta di vedere il rilascio di tutti i prigionieri politici, elezioni suppletive credibili in aprile, e una riduzione vera delle sofferenze nelle aree etniche". Suu Kyi ha convenuto che la mancata liberazione di più detenuti politici è stata "deludente", ma vede i prigionieri come la manifestazione di un problema più grande, la "mancanza di stato di diritto", che significa che gli attivisti potrebbero essere arrestati di nuovo per la più debole delle ragioni. Ha detto che sente che ci sono differenze tra le autorità su chi possa effettivamente rappresentare un pericolo per la società, optando per il scontro e provocando disordini. "Ho sempre detto che sarebbe meglio rilasciare tutti nello stesso momento. Mantenere alcuni indietro(in prigione) non aiuta. Nessuno è riconoscente, tutti sono delusi se ne rilasciano solo alcuni", ha detto. Suu Kyi ha dichiarato che la risoluzione dei conflitti etnici che durano da molto tempo nel Paese è probabilmente la questione più importante nel corso del tempo, perché "se non c'è armonia etnica sarà molto difficile per noi costruire una democrazia forte". Le consistenti minoranze etniche del paese per decenni hanno lottato per una maggiore autonomia, portando a cicli di brutale guerra di contro-insurrezione. Anche se il precedente regime militare ha stipulato il cessate il fuoco con molti dei gruppi, gli accordi sono precari e alcuni dei più grandi eserciti etnici non li hanno sottoscritti. Nonostante un ordine di Thein Sein di cessare le ostilità, l'esercito è impegnato in una lotta sanguinosa contro la minoranza Kachin nel nord, spesso trascurata a causa della sua ubicazione remota e degli sviluppi positivi a livello nazionale. "La situazione Kachin è importante a causa delle ostilità e del destino dei profughi e della popolazione locale ", ha detto Suu Kyi. Ma il conflitto è anche indicativo delle relazioni tra il governo e le nazionalità etniche in tutto il paese, un problema che dovrebbe essere risolto con una soluzione politica, ha detto. Si prevede che Suu Kyi si candidi per un seggio parlamentare, una decisione che il suo partito formalizzerà a fine mese. Alla domanda circa il rischio che lei potrebbe essere co-optata, specialmente se fosse guadagnata una piccola minoranza di seggi, ha detto che il partito continuerà a lavorare al di fuori del parlamento. "Non dobbiamo dimenticare che abbiamo fatto il nostro lavoro al di fuori del parlamento, anche quando non c'era nessun parlamento, ovvero per gli ultimi 20 anni. Continueremo con la nostra attività extra-parlamentare e l’attività in cui ci impegneremo all'interno del governo è solo in aggiunta al lavoro politico che abbiamo fatto negli ultimi 23 anni, "ha detto. Ha difeso la sua decisione di seguire il percorso elettorale: "Penso che sia molto pericoloso se i politici cosiddetti democratici pensano di essere al di sopra del processo elettorale" http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=136d5fb8fc3b4634b37d4dcd66543d33&docid=158fe277e9e24643a857fcbafce57e37 Sat, 14 Jan 2012 18:52:30 GMT 1b80773c71a14bccba7067800311f318 arrestati attivisto mentre filmava una manifestazione di contadini contro l'esproprio delle terre. In precedenza, hanno sequestrato circa tre ettari di terreno e ora circa 800 altri stanno per essere confiscati. Ci hanno ancora permesso di lavorare la terra, per ora, ma siamo preoccupati per il futuro ", ha detto uno dei contadini che protestavano e che aveva troppa paura di dire il suo nome. 2012-01-09T17:13:37.6970000+01:00 La polizia ha arrestato un attivista con l'accusa di aver filmato due mesi fa una protesta da parte degli agricoltori senza terra nella divisione dell'Irrawaddy. Lunedi scorso, in un raid prime ore del mattino la Casa di Myint Naing nella capitale della divisione di Bassein è circondata da circa 30 agenti. Il leader del Network del Garante dei diritti umani si svolge in una stazione di polizia locale. Il suo avvocato, Phyo Phyu, ha detto che Myint Naing è stato portato in tribunale il giorno del suo arresto e gli è stata negata la cauzione. "Circa 30 poliziotti tra cui il loro comandante hanno circondato la casa di Myint Naing e lo hanno accusato ... ai sensi della legge per la distribuzione di video di aver esibito un video che non è stato legalmente approvato", ha detto il legale. Quasi 200 agricoltori a settembre avevano protestato a Bassein, nella città capitale della Divisione di Irrawaddy, contro un piano del governo di confisca della loro terra vicino alla località della spiaggia di Ngwesaung A partire dal 2000, il Dipartimento della Pesca del governo ha aumentato la confisca dei terreni agricoli, tra Ngwesaung e un altro resort sulla spiaggia della cittadina di Chaungtha, appartenenti agli abitanti dei villaggi locali, senza dare alcun compenso ai contadini che hanno messo in scena la protesta dopo aver appreso dal Dipartimento del Catasto che altri 800 ettari di terra erano stati previsti per l’esproprio. "In precedenza, hanno sequestrato circa tre ettari di terreno e ora circa 800 altri stanno per essere confiscati. Ci hanno ancora permesso di lavorare la terra, per ora, ma siamo preoccupati per il futuro ", ha detto uno dei contadini che protestavano e che aveva troppa paura di dire il suo nome. "Stiamo solo chiedendo alle autorità di annullare il piano", ha aggiunto. Alle 10 di mattina del 21 settembre, i manifestanti avevano iniziato una marcia attraverso la città Bassein fino all’ Ufficio Regionale [Divisione] del ministro e avevano consegnato una lettera chiedendo che la loro terra fosse rimossa dalla lista delle confische. La protesta ha anticipato una manifestazione simile a Rangoon il 27 ottobre che si è conclusa con l’arresto di otto persone. Uno di questi era stato Pho Phyu, che ora è a piede libero. Nonostante alcuni segni che le restrizioni alla libertà di espressione in Birmania sono in calo, l'intolleranza del governo nei confronti di manifestazioni pubbliche rimane. Nel mese di settembre la polizia ha arrestato un uomo per aver attuato da solo una protesta contro i la diga Myitosne che avrebbe dovuto essere costruita dai cinesi ed hanno bloccato un'altra manifestazione contro il progetto, che fu poi sospeso dalle autorità, in una rara risposta positiva all'opinione pubblica. Pho Phyu è inoltre accusato dalla polizia di guidare la protesta degli agricoltori a Rangoon, che ha anche chiesto la restituzione delle terre confiscate. Pho Phyu sostiene di essere stato drogato durante le 12 ore di interrogatorio. I manifestanti sono tra i circa 1.000 agricoltori in tre comuni della divisione di Rangoon che dal 1989 hanno visto più di 60.000 acri di terra coltivabile preso dai militari birmani che usano il territorio per i progetti infrastrutturali. Nonostante la presenza dell'Organizzazione Internazionale del Lavoro, che ha il mandato di indagare su casi di confisca delle terre in Birmania, le leggi che regolano la proprietà della terra sono manipolabili. Più del 60 % della popolazione birmana dipende dall'agricoltura come fonte primaria di reddito. http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=136d5fb8fc3b4634b37d4dcd66543d33&docid=1b80773c71a14bccba7067800311f318 Mon, 09 Jan 2012 16:13:37 GMT 961af87d3bfc413ab8b9fe541c21093c Hillary Clinton incontra Aung San Suu Kyi Il segretario di Stato americano, Hillary Clinton, nel terzo e ultimo giorno della sua visita in Birmania ha incontrato la leader dell'opposizione, Aung San Suu Kyi. 2011-12-02T22:35:01.5370000+01:00 (Per vedere la galleria di foto clicca qui) http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=136d5fb8fc3b4634b37d4dcd66543d33&docid=961af87d3bfc413ab8b9fe541c21093c Fri, 02 Dec 2011 21:35:01 GMT af8337fa552a45ab893d3a6e8b8bc72a Riunione storica dell'NLD il 18 novembre per decidere se registrarsi come partito politico e presentarsi alle elezioni per 50 seggi al Parlamento 2011-11-14T18:16:12.4000000+01:00 La Lega nazionale per la democrazia (NLD), guidata dalla leader dell'opposizione Aung San Suu Kyi fu ufficialmente disciolta dal governo per non essersi registrata alle elezioni generali del 2010-ha annunciato che il 18 novembre terrà una conferenza storica per decidere se ri-registrarsi come partito politico e presentarsi alle elezioni al Parlamento nazionale. L’ NLD ha dichiarato che ha boicottato le elezioni del 2010, perché la Costituzione del 2008 redatta dai militari non era democratica e la legge sulla registrazione dei partiti non era equa. Il governo birmano ha recentemente modificato la legge sulla registrazione dei partiti modificando alcune disposizioni che la NLD aveva contestato, in modo da permettere al partito di registrarsi e a Suu Kyi di candidarsi al Parlamento. Dopo una serie di aperture del governo nei confronti dell'opposizione in generale e della LND, in particolare, compreso un incontro tra il presidente Thein Sein e Suu Kyi e le modifiche recenti alla legge sulla registrazione dei partiti, vi sono crescenti segnali che indicano che i vertici della LND sono attualmente a favore di una ri-registrazione del partito che potrebbe partecipare al processo politico formale. Secondo Ohn Kyaing, portavoce della' NLD, il Comitato Esecutivo Centrale dell’ NLD ha tenuto una riunione martedì mattina nella residenza di Suu Kyi a Rangoon per discutere il tema della ri-registrazione. Durante tale riunione si è deciso di convocare una conferenza presso la sede di Rangoon dell’ NLD il 18 novembre invitando tutti i membri del Comitato Centrale nazionale, composto da oltre 100 persone provenienti da tutto il paese, a partecipare al processo decisionale. Nel marzo del 2010, i leader NLD hanno tenuto una riunione simile per votare sulla registrazione del partito, quando Suu Kyi è ancora agli arresti domiciliari. Al momento, la maggioranza dei membri del Nld del Comitato centrale ha votato contro la registrazione e per il boicottaggio delle elezioni, che alla fine si sono dimostrate pesantemente truccate tanto che hanno portato ad una vittoria schiacciante del Partito USDP, sostenuto dal governo , che ha vinto oltre l’ 80 per cento dei seggi. La decisione dell' NLD di non registrarsi ha la scissione del partito e la costituzione dell’NDF, che ora è rappresentato in Parlamento. Prima del voto del Comitato Centrale nel 2010, Suu Kyi ha espresso chiaramente la sua convinzione personale che la NLD non avrebbe dovuto registrarsi. Mentre lei non ha dichiarato ai singoli membri del partito come votare, il suo parere svolge una grande influenza con i membri del partito. Per quanto riguarda la decisione imminente, Suu Kyi deve ancora esprimere pubblicamente un parere sulla necessità o meno per la LND di registrarsi nuovamente. Se l' LND decidesse di registrarsi nuovamente e di candidarsi alle elezioni in futuro, fornirebbe una spinta fortissima, sia a livello nazionale e internazionale, allo sforzo dell’attuale governo semi civile della Birmania al miglioramento della propria immagine, guadagnando nuova legittimità. Per soddisfare Suu Kyi e l'NLD far si che si uniscano al quadro politico formale, non solo nel Parlamento Birmano non è stata solo modificata la legge sulla registrazione dei partiti, che in precedenza ha impedito a chiunque era stato condannato per un reato di appartenenza a un partito politico, di presentarsi, ma il presidente della Camera Bassa, l'ex ufficiale dell'esercito Khin Aung Myint, ha recentemente preso l'insolita iniziativa di riconoscere pubblicamente la vittoria schiacciante della LND nelle elezioni del 1990, vittoria che non fu mai accettata dal precedente regime militare. Una richiesta principale di Suu Kyi e dell'NLD che non è stato soddisfatta riguarda il rilascio di tutti i prigionieri politici. Tuttavia, ci si aspetta che il governo annuncerà un altro giro di amnistia per i prigionieri politici nelle prossime settimane. Alcuni membri dell’ala dura dell’ NLD hanno organizzato un movimento tra le fila partito per opporsi alla ri-registrazione a meno che tutti i prigionieri politici nel paese non vengano liberati senza condizioni. Tuttavia, per bloccare una nuova registrazione da parte del partito, dovranno convincere la maggioranza dei membri del Comitato Centrale dell’ Nld. "Si andrà avanti con la decisione della maggioranza dei membri del Comitato Centrale", ha detto Ohn Kyaing. Win Tin, uno dei membri più influenti del principale partito di opposizione birmano, la Lega Nazionale per la Democrazia (NLD), ha promesso di garantire il suo sostegno alla leader del partito Aung San Suu Kyi quando l'NLD prenderà una decisione entro questa settimana circa la candidatura nelle prossime le elezioni suppletive. "Io sono per la ri-registrazione del nostro partito, ma direi che è troppo presto per noi per partecipare al quadro politico formale sotto una costituzione militare", ha detto l’ ottantaduenne- Win Tin, che è stato uno dei co- fondatori della LND con Suu Kyi. I suoi commenti sono arrivati il giorno dopo che il portavoce della Nld Nyan Win, ha dato la notizia. Egli ha anche detto che è probabile che Suu Kyi, che a cui è stato precedentemente impedito di partecipare che potrebbe candidarsi per uno dei 50 seggi per i quali sono previste elezioni. Dal suo rilascio dal carcere nel 2009 dopo più di 19 anni dietro le sbarre come prigioniero politico, Win Tin ha svolto un ruolo chiave negli affari del NLD, tra cui la sua decisione di boicottare le elezioni parlamentari del 2007, che si sono tenute una settimana prima della liberazione di Suu Kyi dagli arresti domiciliari. "Le ragioni per cui abbiamo boicottato le elezioni dello scorso anno si basano sul fatto che non accettiamo l'attuale costituzione redatta dai militari. Non vi è ancora alcun cambiamento in questa Costituzione, " ha dichiarato Win Tin a The Irrawaddy Lunedi. In contrasto con il punto di vista di Win Tin, tuttavia, Suu Kyi sembra essere più ottimistica circa la direzione politica della Birmania sotto il nuovo governo dell’ex-generale dell'esercito Presidente Thein Sein, che dopo un incontro con lui nel mese di agosto, ha descritto come "onesto, aperto e diretto". Parlando ai birmani in esilio dalla stazione radio domenica, il portavoce della Nld Nyan Win ha fatto capire che la maggior parte dei leader di partito, tra cui Suu Kyi, hanno già preso una decisione prima della riunione di Venerdì. "Coloro che si oppongono alla ri-registrazione dell’ NLD e alla candidatura al Parlamento affermano che prima che lo facciamo la Costituzione deve cambiare. Se è il governo e il Parlamento che può cambiare la Costituzione, allora dobbiamo aspettare che loro compiano questi passi? Dobbiamo aspettare fino a quando prima che si possa fare politica? Dobbiamo essere in Parlamento ", ha detto Nyan Win. Nyan Win riconosciuto, tuttavia, che alcuni membri del partito popolare si oppongono alla decisione, che hanno detto non deve essere presa fino a quando tutti i prigionieri politici non siano rilasciati e fino a quando non siano apportate modifiche significative alla Costituzione, che garantisce all'esercito il potere di porre fine legalmente governo civile "in caso di emergenza nazionale". Nonostante queste differenze interne, tuttavia, Win Tin, ha affermato "Abbiamo delle differenze . Ma lavoreremo con l'unità del partito in mente. Quanto a me, io sono troppo vecchio e non penso in alcun modo di candidarmi alle elezioni ", ha detto. Le dichiarazioni di Win Tin contraddicono un articolo sul quotidiano Guardian pubblicato la domenica in cui si dichiarava che il leader si opporrebbe sia alla registrazione del partitoche l'adesione alle elezioni. http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=136d5fb8fc3b4634b37d4dcd66543d33&docid=af8337fa552a45ab893d3a6e8b8bc72a Mon, 14 Nov 2011 17:16:12 GMT c81e2d588aa74704b14b4b663e9520bd seminario sulla situazione dei diritti umani in Birmania a Roma Mercoledì 26 ottobre, alle ore 18.00, presso la Cit tà dell'Altra Economia, largo Dino Frisullo snc (Testaccio), in occasione dell'anteprima mondiale del 27 ott., al Festival di Roma, del film "The lady", di Luc Besson, ritratto di Aung San Suu Kyi, premio Nobel per la Pace, viene proposto,ad ingresso libero, un seminario workshop sui diritti umani in Birmania tenuto da Cecilia Brighi, responsabile per l'Asia e le istituzioni internazionali della Cisl e tra le massime esperte internazionali della materia, con la proiezione di alcuni cortometraggi e fotografie molto rari. Cura l’incontro il giornalista e documentarista Umberto Rondi 2011-10-24T13:13:57.9970000+02:00 Mercoledì 26 ottobre, alle ore 18.00, presso la Cit tà dell'Altra Economia, largo Dino Frisullo snc (Testaccio), in occasione dell'anteprima mondiale del 27 ott., al Festival di Roma, del film "The lady", di Luc Besson, ritratto di Aung San Suu Kyi, premio Nobel per la Pace, viene proposto,ad ingresso libero, un seminario workshop sui diritti umani in Birmania tenuto da Cecilia Brighi, responsabile per l'Asia e le istituzioni internazionali della Cisl e tra le massime esperte internazionali della materia, con la proiezione di alcuni cortometraggi e fotografie molto rari. Cura l’incontro il giornalista e documentarista Umberto Rondi http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=136d5fb8fc3b4634b37d4dcd66543d33&docid=c81e2d588aa74704b14b4b663e9520bd Mon, 24 Oct 2011 11:13:57 GMT 11a3d53147be46ee9415b2f34de659d6 Sacerdote cattolico birmano costretto a trasportare materiale militare denuncia uso delle armi e saccheggio di una chiesa da parte dei militari Circa trecento soldati della brigata di fanteria dell’esercito n° 438 e della brigata di fanteria leggera n° 121 sono entrati nel piccolo villaggio di Nam San Yang nello Stato Kachin dove i separatisti sono in lotta per la costituzione di uno Stato tribale Kachin indipendente. Le truppe hanno aperto il fuoco letteralmente sopra le teste dei fedeli della Chiesa cattolica.... 2011-10-24T13:12:35.1330000+02:00 Sacerdote cattolico birmano costretto a trasportare materiale militare denuncia uso delle armi e saccheggio di una chiesa da parte dei militari Domenica 23 ottobre 2011 È possibile che la democrazia faccia il suo ritorno in Birmania? Dopo quasi mezzo secolo di brutale regime militare, i cristiani del paese nutrono speranze. “La Birmania sembra sul punto di voltare pagina”, secondo Mission Network News. “Il brutale regime militare ha lasciato il passo ad un governo civile. Il capo del nuovo governo ha avviato una serie di riforme che sembrano andare oltre le semplici manovre di facciata. È per questo che il popolo birmano osa sperare”. Tuttavia il regime militare ha governato usando la mano pesante per decenni, lasciando dietro di sé il proprio marchio su tanti aspetti della vita del paese (ad esempio cambiandone il nome in Myanmar), aspetti che numerosi cittadini ancora non hanno accettato. Inoltre un recente incidente solleva dubbi sull’autenticità del cambiamento tra i militari. Circa trecento soldati della brigata di fanteria dell’esercito n° 438 e della brigata di fanteria leggera n° 121 sono entrati nel piccolo villaggio di Nam San Yang nello Stato Kachin dove i separatisti sono in lotta per la costituzione di uno Stato tribale Kachin indipendente. Le truppe hanno aperto il fuoco letteralmente sopra le teste dei fedeli della Chiesa cattolica, secondo quanto dichiarato da Padre Jan Ma Aung Li, 49 anni, a un giornalista di nome Panida che lavora per l’agenzia stampa Mizzima. “Nella giornata di domenica” racconta Padre Jan, “avevamo previsto di cominciare la preghiera alle otto del mattino, ma avendo udito degli spari in lontananza abbiamo deciso di cominciare la messa alle nove. Intorno alle 9:30 le truppe del governo hanno cominciato a sparare verso di noi. Quando abbiamo visto le armi puntate ci siamo stesi al suolo dichiarando di essere semplicemente dei civili. Se non ci fossimo stesi a terra immediatamente avremmo potuto rimanere colpiti. I bambini presenti e una donna anziana piangevano. “Successivamente i militari hanno ordinato a cinque uomini, tra cui me stesso, di sedersi per essere interrogati. Secondo i militari tutti i maschi del villaggio facevano parte della milizia del popolo. Successivamente ci hanno chiesto dove fossero le armi, ci hanno colpiti alla schiena con le impugnature delle armi e ci hanno preso a calci. Continuavano a chiederci dove fosse il magazzino delle armi e dove avessimo nascosto le bombe. Avevo molta paura. Se le truppe del KIA, l’esercito per l’indipendenza del Kachin, fossero arrivate in quel momento avrebbero cominciato a sparare e saremmo potuti morire. È una fortuna che le truppe del KIA non siano arrivate”. I militari “hanno poi saccheggiato la Chiesa”, prosegue Padre Jan. “Ci hanno presi a calci e ci hanno malmenato con i calci dei fucili, dopodiché ci hanno legati con del filo metallico e ci hanno trascinati via. Dopo aver camminato per qualche isolato ci hanno ordinato di trasportare alcuni zaini. Abbiamo risposto che non potevamo farlo, dato che avevamo le mani legate. Ci hanno slegato le mani intimandoci di non scappare. Abbiamo cominciato a trasportare gli zaini camminando con pause frequenti. Abbiamo camminato per circa tre ore, dopodiché ci siamo fermati al Monastero di Lawkathama a Nam San Yang. Una volta giunti al Monastero di Lawkathama, ci siamo accorti che membri del KIO – l’Organizzazione per l’indipendenza del Kachin – ci avevano seguiti; è quindi cominciato uno scontro a fuoco”. Fortunatamente nessuno è rimasto colpito e il sacerdote insieme ad altri quattro uomini – Mali Naw Taung, Mali Tu Khay, Ah Wu e Shan man Laung Lu – hanno proseguito la marcia insieme ai soldati. “Quando siamo arrivati alla chiesa battista, ci hanno chiesto se volessimo tornare al villaggio o accompagnarli. Ci hanno detto che se li avessimo accompagnati ci avrebbero rilasciato una volta giunti in un’area sicura”. Tuttavia secondo i soldati se i cinque fossero stati rilasciati nella chiesa avrebbero potuto essere intercettati da altre unità militari, “molto più violente, non potendo quindi garantire cosa sarebbe potuto succedere”. Secondo i militari, “ufficiali militari superiori del governo hanno ordinato l’uccisione di tutti gli uomini di Nam San Yang in quanto informatori e l’arresto delle donne”. I cinque hanno scelto di essere rilasciati nonostante il rischio e di “tornare al nostro villaggio, evitando di percorrere la strada principale. Abbiamo seguito un percorso nella giungla. Quando stavamo per arrivare presso la mia abitazione appena fuori del villaggio abbiamo visto le nostre case in fiamme. Abbiamo cercato di radunare tutti i cattolici”, ha proseguito il sacerdote, “per evitare che altre unità militari del governo li uccidessero, dopodiché siamo fuggiti verso Laiza. In quel momento erano più di dieci le case date alle fiamme”. “Un membro del battaglione di fanteria leggera n° 121 ha incendiato la casa del pastore Aung San. La casa era stata verniciata utilizzando olio esausto, per cui le fiamme hanno preso immediatamente. Non so come abbiano dato alle fiamme le altre case”. I soldati “ci hanno ordinato di consegnare un messaggio al KIO”, ha proseguito il sacerdote. “Sono arrivati lì come avamposto militare, per spianare la strada alle truppe. Se il KIO non spara, nemmeno loro sparano, ma se il KIO apre il fuoco sparano anche loro. Sei battaglioni marceranno prendendo la strada da Bhamo, mentre altri tre marceranno da Myitkyina. In totale arriveranno nove battaglioni, con veicoli per il trasporto delle armi per attaccare Laiza, secondo il colonnello Aung Naing Oo, che non ha tuttavia reso noto quando avrà luogo l’attacco”. A fine settembre il nuovo governo della Birmania ha rilasciato numerosi prigionieri politici, tra cui il Premio Nobel per la pace e leader dell’opposizione Aung San Suu Kyi, negli ultimi decenni costretta in carcere o agli arresti domiciliari. Il regime sembra avere un’influenza molto minore e Patrick Klein di Vision Beyond Borders, riferendo le parole di un leader cristiano, dice: “crede veramente che le cose stiano cambiando; c’è davvero tanta speranza. Credo che il regime abbia compreso di non poter andare avanti isolatamente, ma di avere bisogno del resto del mondo e di doversi aprire”. Klein riconosce le numerose sfide ancora aperte. “Bisogna pregare affinché Dio condanni questi uomini e li rimuova da queste posizioni di autorità, che il Signore faccia sì che la Sua chiesa si sollevi sempre di più per evangelizzare e per sfruttare le opportunità che Dio le ha dato all’interno del paese per raggiungere il suo popolo”. http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=136d5fb8fc3b4634b37d4dcd66543d33&docid=11a3d53147be46ee9415b2f34de659d6 Mon, 24 Oct 2011 11:12:35 GMT 0b386699e4364d7d88621b7a18f3af1e Dichiarazione del portavoce di Catherine Ashton, Alto Rappresentante dell'UE sulla liberazione dei prigionieri politici in Birmania L'UE continua a sostenere il rilascio incondizionato di tutti i prigionieri politici e incoraggia il governo di Myanmar a continuare questo processo di cambiamento positivo. In questo contesto, l'UE ribadisce l'importanza essenziale di un autentico processo di dialogo e di riconciliazione nazionale per una transizione verso la democrazia. 2011-10-13T17:20:09.4870000+02:00 Dichiarazione del portavoce di Catherine Ashton, Alto Rappresentante dell'UE sulla liberazione dei prigionieri politici in Birmania / Myanmar Unione Europea | 12 Ottobre 2011 Il portavoce di Catherine Ashton, Alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza e Vice Presidente della Commissione, ha rilasciato la seguente dichiarazione: "Accogliamo con favore la decisione del presidente del Myanmar (Birmania) di concedere l'amnistia ad un numero significativo di prigionieri. Siamo lieti di apprendere che un certo numero di prigionieri politici sono inclusi in questa amnistia e sono stati liberati. La loro liberazione è un segno che il nuovo governo è impegnato a onorare la promessa del presidente di rispettare lo Stato di diritto e la salvaguardia delle libertà fondamentali. È una tra una serie di iniziative che le autorità hanno assunto di recente, che aiutano a rendere le promesse di riforma più credibili. Ma, abbiamo bisogno di vedere prima il quadro completo. L'UE continua a sostenere il rilascio incondizionato di tutti i prigionieri politici e incoraggia il governo di Myanmar a continuare questo processo di cambiamento positivo. In questo contesto, l'UE ribadisce l'importanza essenziale di un autentico processo di dialogo e di riconciliazione nazionale per una transizione verso la democrazia. http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=136d5fb8fc3b4634b37d4dcd66543d33&docid=0b386699e4364d7d88621b7a18f3af1e Thu, 13 Oct 2011 15:20:09 GMT 19c5e17aa57b4cc3b7e38f9130857b4e liberazione dei prigioneri politici insufficente e volta solo a ridurre la pressione internazionale dichiara L'Associazione per la Assistenza dei Prigionieri Politici birmani Questo rilascio non è soddisfacente. La tempistica degli eventi di ieri è stata ben scelta per coincidere con altre preoccupazioni quali la riduzione della pressione internazionale, in particolare la Presidenza ASEAN, l' Assemblea Generale ONU e la sospensione delle sanzioni. In queste condizioni il rilascio dei prigionieri politici non può essere considerato un atto leale.... 2011-10-13T14:49:31.7730000+02:00 Ieri l’amministrazione di U Thein Sein ha cercato di compiacere la comunità internazionale offrendo la sua seconda cosiddetta amnistia. Nonostante l’annuncio fatto l’11 ottobre sul rilascio di 6359 prigionieri, non è stata data alcuna informazionone sul reale numero di coloro che sono stati rilasciati. L’AAPP ha monitorato il rilascio dei prigionieri sino ad ora e ha appreso che sino ad ora sono stati rilasciati solo 207 prigionieri politici . Molti altri importanti prigionieri politici come Min Ko Naing, U Khun Tun Oo, U Gambira etc. non sono inclusi nella lista di coloro che sono stati liberati. Questo rilascio non è soddisfacente. La tempistica degli eventi di ieri è stata ben scelta per coincidere con altre preoccupazioni relative all’ammorbidimento della pressione internazionale, in particolare la Presidenza dell’ASEAN, la Assemblea Generale ONU e la sospensione delle sanzioni. Date queste condizioni il rilascio dei prigionieri politici non può essere considerato come un atto leale. Le amnistie da parte dei precedenti regimi sono state effettuate nei periodi nei quali vi era un aumento della pressione internazionale e sono state usate come merce di scambio, piuttosto che come cambiamento sostanziale. Il rilascio di prigionieri avvenuto questa settimana non suggerisce nulla di diverso dalle precedenti amnistie. Il regime di Thein Sein non riconosce in alcun modo pubblicamente l’esistenza di prigionieri politici. Questa non è una questione puramente semantica, piuttosto un punto che mostra quanta onestà e trasparenza il regime di U Thein Sein vuole mostrare. Con il rilascio di prigionieri politici senza che siano riconosciuti come tali, il governo pseudo civile rifiuta di dare dignità al loro rilascio e esonera se stesso da accuse considerate illegittime. Invece questo è un tentativo disonesto di evitare un approccio genuino alle riforme democratiche. Un approccio più dignitoso avrebbe dovuto coinvolgere l’effettivo riconoscimento della esistenza di prigionieri politici offrendo una specifica incondizionata amnistia e non permettendo nuovi arresti arbitrari di tali prigionieri.. Oltre al riconoscimento e al rilascio incondizionato di tutti i prigionieri politici è necessario cancellare le sentenze ditutti i prigionieri politici, in modo da consentire loro di partecipare alla transizione democratica e alla riconciliazione nazionale. Se non verranno riconosciuti come prigionieri politici e senza la cancellazione delle condanne, continueranno ad essere perseguitati attraverso una repressione continua. Mentre l’AAPP accoglie positivamente il rilascio dei prigionieri politici è troppo presto per essere euforici. Non dobbiamo confondere il rilasciodi pochi prigionieri politici , senza il loro riconoscimento, con il rilascio generalizzato di prigionieri, come fosse la stessa cosa per una azione irreversibile verso la democrazia piena. Gli avvenimenti concomitanti al rilascio di pochi prigionieri politici sottolinea la natura falsa delle azioni del regime e come risultato questi rilasci rimangono una barriera critica per una fase necessaria di costruzione della fiducia necessaria per la riconciliazione nazionale e la transizione democratica. Chiediamo con urgenza alla comunità internazionale di persuadere il governo di U Thein perché riconosca l’esistenza dei prigionieri politici e attui il rilascio incondizionato di tutti i prigionieri politici in modo dignitoso. Sein government for the recognition of the existence of political Assistance Association for Political Prisoners (Burma) For more information: Tate Naing (Secretary): +66 (0) 81 287 8751 Bo Kyi (Joint Secretary): +66 (0) 81 962 8713 http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=136d5fb8fc3b4634b37d4dcd66543d33&docid=19c5e17aa57b4cc3b7e38f9130857b4e Thu, 13 Oct 2011 12:49:31 GMT 71d4385ba0d447858575e0d2c4290a83 Rilasciati oltre 100 prigionieri politici. L'Associazione per l'Assistenza ai Prigionieri Politici birmana ha diffuso la prima lista (all. )dei prigionieri politici rilasciati questa mattina Il regista e attore comico Zarganar ha dichiarato: Se si parla del cambiamento in corso in Birmania, quello che posso dire è che ancora non credo che la Birmania sia in realtà sulla strada giusta. Dico questo in base alla mia esperienza. Quello che voglio dire è che solo alcuni prigionieri politici sono inclusi tra le persone rilasciate oggi ". 2011-10-12T18:33:21.3730000+02:00 L’Amministrazione di U Thein Sein, in seguito a un'amnistia generale, ha annunciato l’ 11 ottobre, il rilascio di 6359 detenuti. A partire da oggi, 12 ottobre 2011, il primo gruppo di detenuti è stato rilasciato. L’ AAPP (associazione per i Prigionieri Politici) ha ricevuto informazioni che alcuni dei detenuti liberati sono prigionieri politici. Finora, l’AAPP è stata in grado di confermare il rilascio di oltre 80 prigionieri politici. Anche se i prigionieri politici di primo piano come Gen. Hso Ten e Zarganar sono stati rilasciati, molti altri leader di primo piano come Min Ko Naing, Ko Ko Gyi, Min Zeya, Htay Kywe e leader etnici, come U Khun Tun Oo non sono stati rilasciati.Il noto comico Zarganar, (alias) Thura, rilasciato questa mattina ha commentato gli eventi, "Se si parla del cambiamento in corso in Birmania, quello che posso dire è che ancora non credo che la Birmania sia in realtà sulla strada giusta. Dico questo in base alla mia esperienza. Quello che voglio dire è che solo alcuni prigionieri politici sono inclusi tra le persone rilasciate oggi ".In allegato un elenco di prigionieri politici inclusi nel comunicato di oggi. Ci potrebbero essere più prigionieri politici liberati da questa mattina di cui l’ AAPP non ha ancora ricevuto alcuna informazione. Continueremo a monitorare e pubblicare nuovi aggiornamenti prigioniero politico.Associazione Assistenza ai Prigionieri Politici (Birmania) http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=136d5fb8fc3b4634b37d4dcd66543d33&docid=71d4385ba0d447858575e0d2c4290a83 Wed, 12 Oct 2011 16:33:21 GMT f9e7ba8770544ce0b37665e6127c531c Rilasciati 8 sindacalisti birmani tra cui Myo Aung Thant, condannato all'ergastolo nel 1997 per attività sindacali tra gli 8 sindacalisti e sindacaliste liberate spicca il nome di Myo Aung Thant insignito dalla CISL nel 2006 del Premio internazionale per i diritti umani Giulio Pastore. Con lui era stata arrestata anche la moglie sindacalista anche lei e condannata a 7 anni di carcere. Myo Aung Thant, membro del Comitato Esecutivo dell'FTUB, è stato imprigionato nel carcere di Insein, nei sobborghi di Rangoon, fino alla seconda metà del 1998, quando è stato trasferito nel carcere di Myitkyina, nel lontano stato Kachin, all’estremo nord della Birmania. 2011-10-12T18:32:41.4370000+02:00 Myo Aung Thant, Membro del Comitato Esecutivo Centrale, FTUB Al momento del suo arresto il 13 giugno 1997 presso l’aeroporto Mingaladon di Rangoon al rientro da una missione sindacale della Federazione dei Sindacati Birmani (FTUB) in Tailandia, Myo Aung Thant era membro sindacale della società petrolchimica birmana All Burma Petro-Chemical Corporation, con tessera numero 029. Nel 1995 divenne membro del Comitato Esecutivo Centrale della Federazione dei sindacati birmani (FTUB). Myo Aung Thant è un sindacalista dedicato alla causa del ripristino del diritto dei lavoratori di associarsi e di organizzarsi in Birmania. Nel corso di una conferenza stampa presieduta dal Generale Khin Nyunt (capo dei servizi di intelligence militare dello SLORC, il Consiglio di Stato per il ripristino della legge e dell’ordine) tenutasi a Rangoon il 27 giugno 1997, Myo Aung Thant è stato accusato di alto tradimento per presunte attività terroristiche, tra cui il contrabbando di esplosivi. Si tratta di un’accusa priva di fondamento, dato che lo FTUB ed il movimento sindacale birmano ricorrono esclusivamente a tattiche non violente per il ripristino della democrazia in Birmania. La presunta prova fornita dall’intelligence militare birmana era costituita da esplosivi rinvenuti dallo SLORC presso l’area portuale di Kawthaung, a centinaia di chilometri di distanza da Rangoon, dove Myo Aung Thant veniva arrestato. In effetti, la reale motivazione dell’arresto di Myo Aung Thant va ricercata nell’utilizzo di un telefono satellitare non registrato, utilizzato per lo scambio di informazioni con FTUB ed altri movimenti democratici in esilio considerati come organizzazioni illegali da parte della giunta militare birmana. Il Generale Khin Nyunt lo aveva inoltre accusato di mantenere contatti con la Lega Nazionale per la Democrazia (NLD), il partito politico che si è aggiudicato le elezioni del 1990 e che dal 1991 è presieduto dal Premio Nobel per la pace Aung San Suu Kyi. Nonostante il fatto che la Birmania abbia ratificato la Convenzione 87 dell’OIL che garantisce il diritto della libertà di associazione, Myo Aung Thant è stato anche accusato di reclutamento di nuovi iscritti al sindacato come se ciò costituisse un crimine. Tra gli altri “atti pericolosi” di cui è stato accusato da parte del SPDC, il Consiglio di Stato per la pace e lo sviluppo, vanno citati l’assistenza ai sindacalisti internazionali durante le visite a Rangoon, la redazione di rapporti sulla piaga dei “lavoratori a basso reddito” e le “lamentele e rimostranze sull’elevato costo della vita”, oltre ad aver preso accordi per la produzione di un video su Aung San Suu Kyi. Il 15 agosto 1997, dopo un processo farsa durante il quale gli è stata negata la possibilità di ricorrere ad un legale, Myo Aung Thant è stato condannato all’ergastolo per l’accusa di tradimento, oltre ad un’ulteriore condanna a sette anni (sezione 5 della Legge del 1950 sugli atti di emergenza). Evidentemente, la giunta militare non ha ritenuto sufficiente la pena dell’ergastolo. Lo SLORC ha fornito un legale l’ufficio, legale che però si è rifiutato di fornire una linea di difesa nel corso del processo, essendo apparso evidente che il verdetto era già stato scritto. Il tribunale militare speciale dello SLORC che ha pronunciato la sentenza ha fatto ricorso ad una confessione dello stesso Myo Aung Thant strappatagli tramite tortura fisica ed abusi psicologici durante il periodo di detenzione. L’immagine del volto di Myo Aung Thant in una foto scattata durante il periodo di detenzione e pubblicata su un quotidiano controllato dal governo evidenzia segni di edema probabilmente causati da violenze fisiche. Il processo è durato solamente tre giorni e non ha fatto altro che confermare il verdetto di colpevolezza di Myo Aung Thant già scritto dallo SLORC. Myo Aung Thant è stato relegato nel carcere di Insein, nei sobborghi di Rangoon, fino alla seconda metà del 1998, quando è stato trasferito nel carcere di Myitkyina, nel lontano stato del Kachin, all’estremo nord della Birmania. Durante il periodo di detenzione a Insein ai fratelli è stato concesso di fargli visita una volta al mese, ma dopo il trasferimento nello stato del Kachin la possibilità di fargli visita si è ridotta ad una volta ogni tre mesi in ragione del costo da sostenere per recarsi presso il lontano carcere. Aye Ma Gyi, moglie di Myo Aung Thant, è stata anch’essa arrestata dai militari in concomitanza con l’arresto del marito. Aye Ma Gyi è stata processata e condannata dallo stesso tribunale militare in qualità di complice del marito e condannata ad una pena di dieci anni di detenzione. Attualmente dopo aver scontato cinque anni di carcere nella prigione di Insein è fuggita in Tailandia con le figlie. Nella conferenza stampa del 27 giugno del 1997 Aye Ma Gyi è stata accusata di complicità nelle attività del marito e di avere fornito a gruppi in esilio un elenco di numeri di fax di ministri del governo birmano. http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=136d5fb8fc3b4634b37d4dcd66543d33&docid=f9e7ba8770544ce0b37665e6127c531c Wed, 12 Oct 2011 16:32:41 GMT de1bd21411ae495a9d91607a7a0bc5b4 La TV di stato birmana annuncia la liberazione di 6.359 detenuti. Ma non ha specificato se tra questi vi siano detenuti politici In un comunicato diffuso dal canale MRTV 4 si spiega che gli oltre 6mila carcerati interessati dal provvedimento di grazia sono “anziani, disabili o in precarie condizioni di salute, quelli la cui morale e comportamento sono migliorati dopo aver trascorso un adeguato periodo di tempo” in cella. E in quest’ultima categoria potrebbe rientrare una parte -ma non ci sono conferme- degli oltre 2mila detenuti politici birmani. 2011-10-11T19:23:10.0330000+02:00 TMNews) - La tv di Stato in Birmania ha annunciato oggi la liberazione di più di 6.359 "prigionieri", ”per ragioni umanitarie”, Non è ancora chiaro se tra di loro ci sono prigionieri politici, come aveva dichiarato ieri un funzionario del governo. La Commissione nazionale per i diritti dell'Uomo, istituita lo scorso mese dal governo birmano, aveva richiesto poche ore prima, attraverso un quotidiano ufficiale, la liberazione dei "prigionieri di coscienza", per rispondere alle richieste in questo senso da parte della comunità internazionale. Ieri, altri responsabili governativi avevano già indicato all'Afp che sarebbe stata concessa a breve un'amnistia, estesa anche a prigionieri politici. Gli Stati Uniti, l'Unione Europea e l'opposizione democratica birmana hanno chiesto la liberazione degli oltre 2.000 prigionieri politici quale gesto per dimostrare la sincerità delle riforme politiche che si stanno attuando in Birmania. La liberazione dei detenuti politici è considerata una conditio sine qua non per la revoca di alcune sanzioni economiche e politiche applicate dalla comunità internazionale dalla fine degli anni Novanta. Le prime scarcerazioni avverranno domani, mercoledì. Poche ore prima dell’annuncio, la Commissione nazionale per i diritti dell’Uomo, istituita lo scorso mese dal governo birmano, aveva richiesto la liberazione dei ”prigionieri di coscienza”, per rispondere alle richieste giunte in questo senso da parte della comunità internazionale. In un comunicato diffuso dal canale MRTV 4 si spiega che gli oltre 6mila carcerati interessati dal provvedimento di grazia sono “anziani, disabili o in precarie condizioni di salute, quelli la cui morale e comportamento sono migliorati dopo aver trascorso un adeguato periodo di tempo” in cella. E in quest’ultima categoria potrebbe rientrare una parte -ma non ci sono conferme- degli oltre 2mila detenuti politici birmani.Anche se i media non hanno fornito informazioni più dettagliate circa il 6.359 prigionieri ad essere liberati, le fonti dalle famiglie di alcuni prigionieri politici, ha detto a The Irrawaddy che essi credono che ci saranno tra le persone che verranno rilasciate, circa 600 prigionieri politici, tra cui importanti figure Min Ko Naing, Ko Ko Gyi, Htay Kywe e Pyone Cho,. Un funzionario del Ministero degli Affari Interni, che ha parlato a The Irrawaddy, in condizione di anonimato, ha detto che egli era stato informato che meno di 1.000 prigionieri politici saranno rilasciati. Win Maung, il padre uno dei leader degli studenti della Generazione 88, Pyone Cho, ha detto che non molti prigionieri politici saranno liberati, ma che pensa che molti dissidenti ben noti, come suo figlio, saranno liberato. Parlando a The Irrawaddy il Martedì, Win Maung ha dichiarato: "Anche se le autorità non ci hanno informato, siamo in trepidante attesa per lui [Pyone Cho]. Egli è un prigioniero politico e riteniamo che il suo rilascio sia una questione molto sensibile per le autorità. Nella mia esperienza, a volte le autorità carcerarie non informano nessuno quando un prigioniero verrà rilasciato. Quindi mio figlio potrebbe essere lasciato fuori qualsiasi momento. " Pyone Cho sta attualmente scontando una pena di 65 anni di carcere Kawthaung nella remota divisione Taninthariyi per il suo coinvolgimento nella rivolta contro il governo nel 2007, conosciuta anche come la Rivoluzione Zafferano. Il rilascio dei prigionieri politici è stato richiesto dai gruppi per i diritti umani di molti paesi occidentali come una condizione per il miglioramento dei rapporti e per ottenere l'allentamento delle sanzioni economiche. Secondo i dati della Associazione di Assistenza Prigionieri Politici- della Birmania (AAPP), circa 2.000 i prigionieri politici sono attualmente scontando la loro pena nelle carceri di tutto il paese. Bo Kyi, segretario aggiunto della AAPP, ha dichiarato a The Irrawaddy che l'annuncio è molto chiaro, ma che le autorità non hanno affrontato la questione dei prigionieri politici e criminali, molti saranno tra quelli rilasciati. "La comunità internazionale e noi stessi chiediamo la liberazione dei prigionieri politici. Vogliamo che il governo li identifichi come prigionieri di coscienza e li rilasci. Il governo birmano ha sempre detto che non ci sono prigionieri politici in Birmania ", ha detto Bo Kyi. http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=136d5fb8fc3b4634b37d4dcd66543d33&docid=de1bd21411ae495a9d91607a7a0bc5b4 Tue, 11 Oct 2011 17:23:10 GMT 7d2775fbc06147df8f666886e8128351 La Commissione per i diritti umani della Birmania ha chiesto al Presidente della Birmania di liberare i prigionieri di coscienza. oltre 2000 prigionieri politici tra cui, sindacalisti e attivisti del lavoro, giornalisti, monaci, monache buddiste, blogger stanno scontando decine di anni di carcere, spesso sotto tortura e in condizioni precarie di salute, senza lcuna possibilità di una vera difesa. 2011-10-11T12:41:36.2230000+02:00 La Commissione birmana per i diritti umani, recentemente istituita, ha sollecitato il Presidente birmano di liberare i "prigionieri di coscienza", in una mossa vista come una conferma dei recenti rapporti che indicano come il governo stia progettando di liberare un numero significativo di prigionieri politici. In una lettera aperta pubblicata martedì sul quotidiano ufficiale: The New Light of Myanmar, il Presidente della Commissione Nazionale per i diritti umani della Birmania, Win Mra, ha dichiarato che il Presidente Thein Sein dovrebbe rilasciare i prigionieri che non rappresentano "una minaccia per la stabilità dello Stato e della quiete pubblica "come" una attestazione della sua magnanimità ". La mossa arriva pochi giorni dopo che secondo un rapporto della NRK, l’ emittente pubblica norvegese il Presidente della Camera bassa del Parlamento, Shwe Mann, ha diciarato nel corso della visita ufficiale a Naypyidaw del vice ministro degli esteri norvegese, Espen Barth Eide, che i prigionieri politici saranno liberati "entro pochi giorni",. Ci sono circa 2.000 attivisti politici all'interno delle carceri birmane, tra cui monaci, suore, giornalisti e blogger. La loro liberazione è una richiesta chiave della comunità internazionale, con gli Stati Uniti e Unione europea che affermano che le sanzioni imposte in risposta alle violazioni dei diritti umani non saranno revocate fino a quando questa condizione non sarà soddisfatta. Nel frattempo, lunedì, un alto diplomatico americano ha dichiarato che Washington reagirà con misure reciproche alle mosse da parte del governo sostenuto dai militari Birmania militare verso una Birmania più libera e più democratica. Il vice Segretario di Stato Kurt Campbell ha dichiarato che le elezioni che hanno portato un governo civile al potere nel marzo erano state una farsa e che gli Stati Uniti hanno ancora molte preoccupazioni su molte questioni in Birmania ", ma è anche innegabile che vi siano drammatici sviluppi in corso. " Campbell, parlando ad una conferenza a Bangkok, ha detto che il Presidente della Birmania sembra essere anche aperto a un allentamento dei limiti alla libertà di parola ad un dialogo con i ribelli etnici. Il Dipartimento di Stato americano ha invitato in precedenza il governo birmano a porre fine al conflitto armato con i gruppi etnici armati nelle sue zone di confine. http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=136d5fb8fc3b4634b37d4dcd66543d33&docid=7d2775fbc06147df8f666886e8128351 Tue, 11 Oct 2011 10:41:36 GMT cf4ee2b9cfcf46249fa3cbd23678d8b3 Il governo dittatoriale birmano si gioca il tutto per tutto Le tensioni tra i militari e il nuovo governo, la gravissima situazione economica, l'obiettivo di ottenere la presidenza dell'ASEAN nel 2014 nonchè la apertura imminente della Assemblea Generale ONU con la possibilità che venga discussa ed approvata la costituzione di una Commissione di inchiesta sui crimini di guerra e contro l'umanità, convinceranno il governo dittatoriale a rilasciare tutti i detenuti politici e ad aprire un vero dialogo per la democrazia? il dato di fatto è che nonostante gli incontri con la leader birmana Aung San Suu Kyi, come sottolineato dal Relatore Speciale ONU Quintana permangono ancora gravi abusi dei diritti umani. 2011-08-30T19:40:37.4930000+02:00 La Birmania si gioca il tutto per tutto Kavi Chongkittavorn 29 agosto 2011 Nelle ultime settimane, per la prima volta dal 1988 la Birmania ha dovuto far fronte alle sanzioni e all’isolamento imposti dalla comunità internazionale in termini estremamente concreti. Mentre prosegue senza sosta il dibattito sui pro e i contro delle misure internazionali, il governo “semicivile” di Nayphidaw sembra sapere esattamente cosa fare nel perseguire la propria politica del “tutto per tutto”. Resta da vedere se questo approccio avrà successo o meno.Tutto sembra condurre alle attività frenetiche in corso nella nuova capitale birmana in questi giorni. Le notizie trasmesse continuano a concentrarsi sulla dinamicità delle riunioni e delle discussioni a porte chiuse tra Dawn Aung San Suu Kyi e funzionari di alto rango del paese, tra cui lo stesso Presidente Thein Sein, il Ministro del lavoro e del welfare sociale Aung Kyi e altre importanti cariche del paese. Almeno per il momento, le parti hanno trasmesso messaggi positivi in merito alla possibilità di una collaborazione. L’altro ieri Suu Kyi ha ribadito che la Birmania vuole il cambiamento. Ulteriori attività sono già previste con l’obiettivo di rafforzare la fiducia reciproca tra le parti interessate, conferendo all’attuale governo un’immagine e una credibilità rafforzate, in particolare nei confronti di Stati Uniti, Unione Europea e Nazioni Unite. Per quanto riguarda i rapporti con gli Stati confinanti, la Birmania sta cercando di guadagnarsi la fiducia dei paesi dell’Asean. In precedenza Nayphidaw ha reso nota per la prima volta la situazione del deficit di bilancio, per un importo pari a 3,2 miliardi di dollari. In futuro la Birmania avrà bisogno di prestiti internazionali da parte di diverse istituzioni creditizie per conseguire il pareggio di bilancio e per produrre strategie di sviluppo nazionale. Per ottenere concessioni di questo tipo, la Birmania dovrà fare di più in ambiti quale il rilascio dei prigionieri politici, un maggiore impegno verso la non proliferazione nucleare e la coesistenza pacifica con le minoranze. Se necessario, la più volte preannunciata riunione con lo sfuggente uomo forte birmano, il generale Than Shwe, e relativa consorte, potrebbe finalmente svolgersi. Ciò nonostante non vi è nessuna garanzia che la Birmania possa ottenere ciò di cui ha bisogno. Le costanti pressioni a favore della costituzione di una commissione internazionale di inchiesta che indaghi sui trascorsi dei leader della giunta in materia di diritti umani stanno rivelandosi sempre più fruttuose. È ormai ampiamente noto che il Presidente Thein Sein voglia assolutamente ottenere la presidenza dell’Asean per il 2014. Nel 1997, quando la Birmania fu ammessa in qualità di membro, la procedura venne completata in tutta fretta, con i leader dell’Asean che in modo assai singolare ritenevano che l’ingresso della Birmania avrebbe frenato l’espansione a sud degli interessi cinesi, presupposto che successivamente si sarebbe rivelato errato. In questa fase la situazione è addirittura più complessa, dato che l’Asean ha ora una sua carta e un maggiore riconoscimento internazionale. Al pari del Generale Than Shwe, il Presidente Thein Sein conosce benissimo i meccanismi politici dell’Asean. Per dimostrare di avere un qualche controllo sulla gestione quotidiana, si è incontrato con Suu Kyi, evitandole vessazioni di qualunque genere. Ciò ha comportato reazioni positive, almeno temporaneamente, tra i birmani in esilio e nella comunità internazionale. Per gli osservatori esterni, almeno per il momento, tutto questo dimostra come Thein Sein stia avendo la meglio sul suo rivale, il Vicepresidente Thin Aung Minh Oo, noto falco del regime. Parte delle riforme e del dialogo attualmente in corso con le opposizioni - e presto anche con i gruppi etnici - sono dovuti all’ascesa politica di Thein Sein e all’influenza di cui gode all’interno come all’esterno del partito. Il suo contendente si oppone a questa piattaforma. Le tendenze a favore delle riforme dovranno essere di una certa durata per poter condurre al risultato necessario: un ulteriore indebolimento delle sanzioni in vigore fino a suscitare divisioni tra i paesi dell’Occidente che ancora le sostengono, in vista di una loro totale revoca. Nel corso del fine settimana Tomas Ojea Quintana, Relatore speciale per i diritti umani delle Nazioni Unite, ha concluso un viaggio di cinque giorni durante i quali ha potuto contare su una positiva collaborazione da parte dei funzionari del regime sul tema dei diritti umani. Il Relatore ha sottolineato come permangano ancora gravi abusi dei diritti umani, sebbene le autorità abbiano compiuto alcuni positivi passi avanti. Qualunque intervento da parte delle Nazioni Unite sarebbe particolarmente gradito da Nayphidaw, dato che l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite dovrebbe riunirsi la seconda settimana di settembre. La Birmania cercherà di sfruttare questa opportunità, come peraltro fa già da due decenni. L’Assemblea Generale di norma costituisce un’ottima vetrina affinché gli Stati membri facciano sfoggio dei progressi compiuti nei rispettivi paesi. A tale proposito, è prevista una riunione informale dei Ministri degli esteri dell’Asean per il 27 settembre, in concomitanza con la loro partecipazione all’Assemblea Generale. A margine, si incontreranno anche con il Segretario Generale Ban Ki-moon, il quale ha espresso ripetuti appelli alla Birmania affinché compia sforzi più ampi e di più vasta portata. Dalle prossime quattro settimane dovrebbe quindi scaturire un rafforzamento delle iniziative e degli impegni. La Birmania può ottenere i classici “due piccioni con una fava”, sempre che si dimostri in grado di affrontare contemporaneamente i temi sollevati da Asean e Nazioni Unite. Non vi sono dubbi sul fatto che questa volta il mondo presterà attenzione a quanto lascerà intendere Suu Kyi, tuttora la personalità più credibile per conferire legittimità a Nayphidaw. Fino ad ora tutti i suoi commenti sull’amministrazione di Thein Sein sono andati nella direzione giusta. Eventuali commenti negativi da parte sua potrebbero indebolire rapidamente la posizione del paese. Tuttavia, in mancanza di un rapporto soddisfacente sulla situazione birmana nel corso della riunione di New York, sarebbe assai difficile per il Ministro degli esteri indonesiano Marty Natalegawa raccomandare ai rispettivi leader di accettare la presidenza birmana. La principale insidia sta nel fatto che nel corso degli ultimi due decenni la Birmania più volte non ha rispettato gli impegni assunti, peraltro sempre impunemente. Il paese gode di una credibilità estremamente bassa. L’esempio più eclatante di mancato rispetto degli impegni si è registrato a seguito delle elezioni del maggio 1990, quando la Lega Nazionale per la Democrazia (NLD) si aggiudicò una maggioranza schiacciante. L’allora primo ministro birmano Khint Nyunt promise ulteriori riforme e il rilascio di Suu Kyi nel corso del Vertice dell’Asean tenutosi nel dicembre 2003 a Phnom Penh, promesse che non furono mai rispettate, causando una situazione di incertezza e di imbarazzo all’interno dell’Asean. Probabilmente un atteggiamento di pari disonestà da parte del governo di Thein Sein non sorprenderebbe nessuno. Potrebbe far arrestare Suu Kyi limitandone così le attività, rafforzando al tempo stesso gli attacchi contro l’opposizione o le minoranze; è pur vero che tali iniziative potrebbero seriamente minare gli sforzi compiuti per ottenere una qualche legittimità. Tutto ciò spiega per quale ragione Nayphidaw ha deciso di giocarsi la carta dell’Asean e del consenso internazionale. Se questa carta sarà vincente dipenderà dalla situazione politica del paese e dalla misura in cui l’attuale amministrazione potrà effettivamente dirigere i giochi. Ad esempio, qualora Thein Sein dovesse decidere di includere Suu Kyi, in qualsivoglia incarico, nella delegazione birmana ufficiale che parteciperà al prossimo Vertice di Bali, vi sono buone possibilità che la Birmania venga a trovarsi in una situazione ideale. Da un lato, verrà dimostrata la volontà di Suu Kyi di sostenere l’amministrazione nella sua ricerca di un riconoscimento internazionale. Dall’altro, Nayphidaw potrà trionfalmente fare sfoggio della collaborazione con Suu Kyi. Più importante ancora, Suu Kyi avrà la possibilità di intrattenersi con altri leader mondiali, tra cui il Presidente statunitense Barack Obama, che dovrebbe incontrare i leader dell’Asean nel quadro del Terzo Vertice dei leader Asean-USA. Se questo incontro effettivamente andrà in porto, Obama potrà impartire una spinta possitiva alla situazione. In caso contrario, se la decisione di assegnare la presidenza venisse annunciata al vertice sarebbe un duro colpo per l’Asean. (La Malesia ha informato l’Asean della sua richiesta di presidenza per il 2015 in modo da presiedere durante il primo anno della Comunità dell’Asean, mentre il Laos ha optato per il 2016). Allo stato attuale, dati i rapidi cambiamenti della politica globale e del panorama strategico, qualunque trasformazione positiva, per quanto piccola e con tutti gli ostacoli già emersi in passato, verrebbe accolta con entusiasmo. La Birmania può cogliere questa opportunità e cambiare le cose per sempre. http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=136d5fb8fc3b4634b37d4dcd66543d33&docid=cf4ee2b9cfcf46249fa3cbd23678d8b3 Tue, 30 Aug 2011 17:40:37 GMT 3da22cd50b8d492cba7780e4d47704b0 Richiesta di amnistia generale da parte di alcuni parlamentari birmani Alcuni membri del Parlamento birmano, controllato dall’esercito, hanno richiesto un’amnistia generale. 2011-08-30T19:39:02.0870000+02:00 Parlamentari birmani propongono l’amnistia per i prigionieri Domenica, 28 agosto 2011 Rangoon. Alcuni membri del Parlamento birmano, controllato dall’esercito, hanno richiesto un’amnistia generale, secondo quanto riferito dai media statali nella giornata di sabato, dopo che un inviato delle Nazioni Unite aveva richiesto il rilascio dei prigionieri di coscienza. La proposta di amnistia generale è stata presentata alla Camera bassa del Parlamento nella giornata di venerdì, secondo quanto pubblicato dal quotidiano New Light of Myanmar. “I parlamentari auspicano che il presidente valuti la situazione e decreti un’ordinanza di amnistia”, secondo il quotidiano, che però non ha fornito ulteriori dettagli su chi sarebbero i destinatari del provvedimento. Le condizioni dei circa 2100 prigionieri politici, molti dei quali devono scontare pene detentive a doppia cifra, sono fonte di notevole preoccupazione per la comunità internazionale, al pari di altri abusi dei diritti umani e delle riforme democratiche. È la prima volta che militari in servizio membri del Parlamento partecipano ad una discussione su un’amnistia generale, da quando un governo teoricamente civile ha assunto la guida del paese lo scorso mese di marzo. Il 25% dei seggi del Parlamento sono riservati all’esercito. http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=136d5fb8fc3b4634b37d4dcd66543d33&docid=3da22cd50b8d492cba7780e4d47704b0 Tue, 30 Aug 2011 17:39:02 GMT ed06343c7ba54893897e00615b3a3bd7 Costituzione di una Commissione di inchiesta ONU sui crimini di guerra e contro l'umanità in Birmania FIRMA LA PETIZIONE CHE VERRA' INVIATA AL MINISTRO DEGLI ESTERI ON. FRANCO FRATTINI E AL PARLAMENTO ITALIANO. l’Italia e la UE si devono fare parte attiva per sostenere la raccomandazione del Relatore speciale ONU sulla Birmania che ha chiesto la costituzione di una Commissione d'inchiesta ONU sulle violazioni dei diritti umani in Birmania. Il tempo stringe!! L'Unione Europea sta mettendo a punto il progetto di risoluzione dell'Assemblea Generale ONU sulla Birmania. E’ pertanto fondamentale che l’Italia dichiari rapidamente il suo sostegno all’inserimento nel progetto di risoluzione di tale Commissione di Inchiesta e si impegni a sostenere tale risoluzione alla prossima l'Assemblea Generale. 2011-08-05T12:43:02.5430000+02:00 www.birmaniademocratica.org ON FRANCO FRATTINI MINISTRO AFFARI ESTERI ROMA Caro Ministro, Le scrivo in relazione alla continuazione della gravissima violazione dei diritti umani e del lavoro in Birmania. Nel 2010 il governo italiano ha votato a favore di una Risoluzione dell’Assemblea Generale ONU sulla Birmania, che ancora una volta ha richiesto con urgenza al governo birmano di rispettare le norme internazionali. La Risoluzione afferma che l'Assemblea Generale “esprime grave preoccupazione per la continuazione della pratica delle tedenzioni arbitrarie, delle sparizioni forzate, degli stupri e di altre forme di violenza sessuale, di tortura e di trattamenti arbirari e punizioni degradanti punitive ed esorta il governo birmano a intraprendere senza ulteriore ritardo un'indagine completa, trasparente, efficace, imparziale e indipendente su tutte le denunce relative alle violazioni dei diritti umani, per assicurare alla giustizia i responsabili, per porre fine all'impunità per le violazioni dei diritti umani e, deplorando il fatto che i precedenti appelli in tal senso sono rimasti ascoltati, invita il governo a farlo in modo prioritario e, se necessario, avvalendosi dell'assistenza delle Nazioni Unite ". Tale risoluzione dell'Assemblea Generale ONU, è stata la ventesima Risoluzione ONU sulla Birmania ed è la la diciottesima volta che l’ONU richiede al governo birmano di indagare sulle violazioni dei diritti umani. Ma come sempre. il governo birmano ha ignorato queste richieste. Nel febbraio 2011, nel quadro della Revisione Periodica Universale, il governo birmano ha respinto 16 richieste di indagini avanzate dal Consiglio delle Nazioni Unite per i Diritti Umani. Inoltre vi sono state più di 40 missioni in Birmania di inviati ONU e di relatori speciali sui diritti umani, i cui appelli per il cambiamento e la fine delle violazioni dei diritti umani sono state ignorate. Per il bene del popolo birmano e per la legittimità del sistema internazionale queste inadempienze devono essere fermate. Nel marzo 2010, il Relatore speciale ONU sulla situazione dei diritti umani in Birmania ha richiesto la costituzione di una Commissione di Inchiesta dell'ONU (COI) sui possibili crimini di guerra e contro l'umanità commessi in Birmania. L'istituzione di una COI è l'unico modo perchè questi crimini commessi dallo Stato possano finalmente essere oggetto di indagini approfonditecontribuendo a sviluppare una roadmap per garantire che tali violazioni non si ripetano di nuovo. La richiesta per la istituzione di una Commissione di Inchiesta ONU è sostenuta dalla leader del movimento democratico birmano, Aung San Suu Kyi, dalla Confederazione Sindacale Internazionale (CSI), che rappresenta 175 milioni i lavoratori in 151 paesi, così come dai governi di sedici paesi: Australia, Regno Unito, Stati Uniti. Canada, Nuova Zelanda, Belgio, Repubblica Ceca, Danimarca, Estonia, Francia, Ungheria, Irlanda, Lettonia, Lituania, Paesi Bassi, Slovacchia, Nulla è sostanzialmente cambiato dale elezioni di novembre, visto che molte importanti organizzazioni dei diritti umani e l’ILO dimostrano che a tutt’oggi continano gravissime violazioni dei diritti uman e del lavoro come pure gli attacchi contro le minoranze etniche. L'esercito ha preso di mira diverse comunità etniche sottoponendo gli abitanti ad uccisioni extragiudiziali, lavoro forzato, coscrizione forzata di minori nell’esercito torture e stupri. Le chiedo pertanto che l’Italia e la UE si facciano parte attiva per sostenere la raccomandazione del Relatore speciale ONU sulla Birmania per la costituzione di una Commissione d'inchiesta ONU sulle violazioni dei diritti umani in Birmania. Il tempo stringe. L'Unione Europea sta mettendo a punto il progetto di risoluzione dell'Assemblea Generale dell'ONU sulla Birmania. E’ pertanto fondamentale che l’Italia dichiari rapidamente il suo sostegno all’inserimento nel progetto di risoluzione di tale Commissione di Inchiesta e si impegni a sostenere tale risoluzione alla prossima l'Assemblea Generale. Cordiali saluti FIRMA LA PETIZIONE http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=136d5fb8fc3b4634b37d4dcd66543d33&docid=ed06343c7ba54893897e00615b3a3bd7 Fri, 05 Aug 2011 10:43:02 GMT f6560a3becaf46b3a1ace2489e319e07 Confisca di terra o furto? Una linea che scompare – Articolo di U Myo Mizzima – Per generazioni, la struttura della proprietà terriera in Birmania è stata caratterizzata da ineguaglianze e ingiustizie. Nell’era feudale, il Re possedeva la maggior parte delle terre, dove servi erano costretti a lavorare. Durante l’epoca coloniale, grandi proprietari terrieri sfruttavano le differenze di classe e etniche per difendere gli interessi britannici. Disgraziatamente, dopo sei decadi di indipendenza, simili ineguaglianze in tema di accesso alla terra continuano a persistere per il popolo birmano. Una delle ragioni per cui i piccoli agricoltori e proprietari vivono nell’insicurezza sono proprio le confische arbitrarie della terra da parte del governo centrale. Tali confische avvengono in larga parta senza nessuna forma di compensazione o possibilità di ricorrere in appello, attraverso il sistema giudiziario. Questa situazione ha fatto sì che le opportunità di vita di molti piccoli proprietari e agricoltori siano diventate più fragili. Il governo ha operato confische con lo scopo di riempire le tasche dei propri ufficiali e dei lori alleati con i soldi degli investitori stranieri. Abbiamo già documento questo fenomeno nell’articolo “L’accaparramento delle terre da parte del governo birmano: agricoltori senza diritti” (Più in basso sono tradotte alcune parti in italiano). Il governo ha continuato a confiscare terreni nella piena impunità in parte per l’inadeguata protezione della proprietà privata nella legislazione nazionale. Ad esempio, la Law Safeguarding Peasent Rights afferma che la Corte Civile “non emanerà un decreto o un ordine (…) di confisca di (…) terreno agricolo (…) né di prodotti agricoli”, mentre il paragrafo successivo permette tale confisca laddove l’azione governativo venga presa per “ottenere un reddito per il governo” o per “motivi di ordine pubblico” (n.d.r. "for the obtaining of government revenue or for law and order"). Ugualmente, la legge che dà ai proprietari terrieri il diritto di essere ricompensati in seguito alla confisca delle terre o all’esproprio lascia ampi margini al governo birmano. Per esempio, il Land Nationalisation Act del 1953, che sostituì il Land Nationalization Act del 1948, afferma che l’indennizzo dovrà essere assicurato “tranne laddove i terreni agricoli possono rientrare nel demanio statale per inadempienze o altre condizioni definite sotto qualsiasi altra legge vigente”. Se la legislazione nazionale in molti Paesi conferisce poteri simili ai governi nazionali, in Birmania nè un sistema elettorale democratico legittimo nè uno stato di diritto compiuto impediscono ai funzionari del governo di riempirsi le tasche alle spese dei piccoli proprietari. In un governo caratterizzato dall’autoritarismo e dalla corruzione, questo è in realtà e troppo spesso quello che accade. Le già menzionate clausole, che permettono ogni abuso da parte dei funzionari birmani, sono in contrasto con i sistemi di altri Paesi, che hanno leggi tese precisamente ad evitare ogni tipo di abuso di potere da parte del governo. Gli Stati Uniti, per esempio, includono l’idea che la proprietà privata non possa essere presa dal governo per uso pubblico “senza giusta compensazione” nel quinto emendamento della loro Costituzione. In Canada, ai sensi degli Exproriation Acts, una compensazione adeguata deve essere garantita dal governo per ogni esproprio di pubblica utilità. In Germania, l’esproprio è permesso solo per il raggiungimento di un fine pubblico, e in ogni caso deve essere specificatamente regolato da uno statuto che regoli natura e dimensione della compensazione. Inoltre, il diritto di ricorrere è garantito dalla Costituzione nazionale. Mentre tutti questi Paesi permettono allo Stato di confiscare terreni ai privati, gli stessi Paesi hanno istituzionalizzato e posto l’enfasi sulla salvaguardia dei diritti dei proprietari, inclusi i proprietari di semplici case o di piccoli terreni, rispetto ai privilegi del governo. Inoltre, c’è una garanzia, in tutti questi sistemi, sulla compensazione adeguata. In Birmania, a causa delle zone oscure nella legislazione, come quelle citate del Land Nationalisation Act del 1953, non esistono queste garanzie. Né c’è un enfasi sui diritti dei singoli proprietari, e invece il governo ha la licenza di usare il potere dello Stato per sfrattare arbitrariamente le persone fuori dalle loro terre senza un giusto processo né alcuna salvaguardia giuridica. Anche quando i proprietari terrieri hanno provato a ricorrere per vie giudiziarie, i membri della magistratura sostengono i militari e devono i loro incarichi – e la permanenza nel loro incarico – ai generali birmani. Il risultato è che non sono capaci o non vogliono agire in modo indipendente nelle dispute tra singoli proprietari e il governo. In un Paese democratico, i rappresentanti eletti sviluppano e approvano frequentemente leggi che hanno un impatto sulla proprietà terriera. Quando la legge produce l’effetto di confiscare o espropriare la terra, i proprietari sono compensati. In Birmania, tuttavia, l’elite al potere e i suoi soci arrivati al potere attraverso le elezioni farsa del 2010, prendono decisioni in modo unilaterale su questo tema. L’inadeguata protezione della proprietà privata nella legislazione nazionale permette loro di prendere la terra senza adeguate compensazioni. Non c’è dubbio che gli agricoltori e i proprietari in Birmania stanno soffrendo una crisi fondiaria. La terra può essere confiscata in qualsiasi momento da parte del governo. Non c’è nessuna genuina possibilità di ricorso da parte dei proprietari colpiti. Per cambiare la situazione sarebbe necessario inserire nella legislazione nazionale misure che garantiscano adeguata compensazione per la confisca delle terre. Tuttavia, rafforzare semplicemente queste misure non impedirebbe necessariamente al governo di continuare a prendere la terra a proprio piacimento. Solo un governo legittimo, democraticamente eletto, che risponda all’elettorato birmano, potrebbe porre fine alle confische arbitrarie nel Paese. (Puoi leggere l'articolo in originale su Mizzima) (29 Luglio 2011) 2011-07-31T09:38:25.1870000+02:00 * * * Qui sotto uno stralcio dell'articolo: "Accaparramento delle terre da parte del governo: agricoltori senza diritti" di U Myo e Lane Weir, apparso su Mizzima il 23 Maggio 2011. Le autorità birmane stanno vendendo i terreni birmani al miglior offerente. Nel 2002, i terreni agricoli della provincia di Saytoktaya sono stati occupati illegalmente per costruire un’industria militare. I campi e i raccolti sono stati presi d’assalto dai bulldozer e nessuna compensazione è stata concessa. Nel Maggio del 2009, le autorità dello stato del’Arakan hanno confiscato delle fattorie per la costruzione del gasdotto cinese dall’Oceano Indiano alla Cina. Le promesse misure di compensazione non si sono mai realizzate. Nel Dicemembre del 2010, il governo ha concesso ad un’importante impresa cinese, la Two Diamond Dragon, di confiscare centinaia di acri di terreno agricolo alle comunità locali dello Stato Kachin. Questi sono solo alcuni esempi della corsa degli ultimi dieci anni da parte delle autorità birmane nell’accaparrarsi le terre degli agricoltori per incassare i soldi delle opere, ignorando le difficoltà create agli agricoltori, ai contadini e alle loro famiglie, che si sono ritrovati di colpo senza i mezzi per sopravvivere. Come risultati, a molti braccianti e molti agricoltori non è rimasto che lasciare la Birmania per cercare lavoro da immigrati nei Paesi vicini, in particolare la Thailandia. Jackie Pollock, direttore della MAP Foundation di Chiang Mai, in Thailandia, racconta che per i lavoratori migranti “lasciare le proprie case, famiglie ed amici per lavorare in Thailandia è una decisione significativa. Ma c’è sempre il conforto, per questa categoria di migranti, di spostarsi sapendo che c’è una casa dove ritornare”. Ma come Pollock afferma, “per coloro che migrano perché le loro terre sono state confiscate, anche questo frammento di sicurezza è rubato, rendendo la migrazione un’esperienza traumatica”. Un’analisi della legislazione nazionale birmana mostra chiaramente l’illegittimità di queste confische, che non fanno altro che aumentare la vulnerabilità e l’insicurezza dei lavoratori e degli agricoltori birmani. […] (Puoi leggere l'intero articolo in originale su Mizzima) (23 Maggio 2011) http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=136d5fb8fc3b4634b37d4dcd66543d33&docid=f6560a3becaf46b3a1ace2489e319e07 Sun, 31 Jul 2011 07:38:25 GMT 4291c84125d247348d6be5561f11646a Nuovo rapporto lega investimenti stranieri e conflitto in Birmania – Articolo di AFP Democratic Voice of Burma – I gruppi ambientalisti hanno chiesto con urgenza la fine degli investimenti stranieri nei progetti di sfruttamento delle risorse naturali birmane, accusando queste attività di alimentare il conflitto nelle aree delle minoranze etniche. Secondo quanto affermato, mentre gli investimenti diretti stranieri sono schizzati verso il cielo, per esempio attraverso le grandi dighe finanziate dalle vicine Cina, India e Thailandia, non c’è un quadro legislativo decente per proteggere l’ambiente e le comunità locali nel Paese. Gli investimenti sono “concentrati nei settori dell’energia e dell’estrazione e spesso risultano nella militarizzazione della zona e nello sfollamento delle comunità locali”, secondo le parole del nuovo rapporto del Burma Environmental Working Group (BEWG), un network di organizzazioni attiviste. “Il controllo sopra le risorse naturali è la causa maggiore del conflitto nelle aree etniche, dove si trova la maggioranza delle risorse del Paese” afferma il rapporto. I duri combattimenti nell’area del Kachin dell’ultimo mese, nel nord del Paese, attorno alla diga finanziata dalla Cina, dove le autorità hanno dichiarato di difendere l’infrastruttura dagli attacchi”. “La rinnovata guerra nello Stato Kachin è un esempio di cosa la Birmania può continuare ad aspettarsi se gli investimenti stranieri diretti aumentano” ha dichiarato Paul Sein Twa del BEWG. Il rapporto del gruppo afferma che 48 progetti idroelettrici sono in questo momento pianificati, costruiti o già esistenti sui fiumi birmani. Ma il 90% dell’energia generata da questi progetti è destinata ad altri Paese “invece che alla popolazione locale che vive con seri problemi di approvvigionamento energetico”. Gli attivisti chiedono lo stop degli investimenti – nuovi ed esistenti – nei settori che sfruttano l’ambiente, fino a quando nuove misure non vengano istituite per assicurare uno sviluppo sostenibile e la partecipazione delle varie etnie. Il nuovo governo del Presidente Thein Sein “sta fallendo nel fare progressi su questo fronte” ha detto Paul Sein Twa. La giunta militare birmana ha lasciato il potere ad una presunta amministrazione civile (n.d.r. nominally civilian administration) quest’anno dopo le elezioni di Novembre, che gli uomini dell’esercito hanno vinto in mezzo ad accuse di frode e brogli. Il Paese è piegato da decadi di guerra civile dall’indipendenza del 1948. (Puoi leggere l'articolo in originale su Democratic Voice of Burma) (26 Luglio 2011) 2011-07-26T09:52:27.9570000+02:00 http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=136d5fb8fc3b4634b37d4dcd66543d33&docid=4291c84125d247348d6be5561f11646a Tue, 26 Jul 2011 07:52:27 GMT c8ae664c97c04380b5bb065fbe413527 Cittadino birmano con cittadinanza australiana ammette di aver commesso crimini di guerra. L'ho fatto. Sono un criminale di guerra", ha detto Han. "Per tanto tempo ho vissuto come un animale. "Ora voglio far conoscere ciò che mi porto dentro da 20 anni. Voglio chiedere scusa alle madri e padri delle persone che ho ucciso". Han dice di aver lavorato come agente sotto copertura dell'intelligence militare birmano dal 1987 fino al 1992, guidando un gruppo il cui ruolo principale è stato quello di individuare gli obiettivi e ucciderli. 2011-07-18T19:24:15.3930000+02:00 Cittadino birmano con cittadinanza australiana ammette di aver commesso crimini di guerra. Mike Hedge 18 Lug 2011 – AAP Un profugo birmano che vive in Australia, ha confessato di aver commesso 24 esecuzioni durante il lavoro sotto copertura per il regime militare birmano e dice di essere stato coinvolto in almeno altri 100 omicidi. Htoo Htoo Han, ora cittadino australiano, dice di aver eseguito le esecuzioni durante la sollevazione anti-governativa del 1988 che ha spazzato la Birmania, provocando migliaia di morti. "L'ho fatto. Sono un criminale di guerra", ha detto Han. Per tanto tempo ho vissuto come un animale. "Ora voglio far conoscere ciò che mi porto dentro da 20 anni. Voglio chiedere scusa alle madri e padri delle persone che ho ucciso". Han detto che ha guidato un gruppo di infiltrati tra i gruppi di studenti, mascherato da manifestanti. Come leader del gruppo di infiltrati è stato anche indirettamente coinvolto in almeno 100 altri omicidi. "Li abbiamo distrutti ... distruggere significa uccidere", ha detto Han.Ha dichiarato che ha ucciso le sue vittime con una pallottola nella parte posteriore della testa, ma è a conoscenza di altri che sono stati sepolti vivi ei loro corpi inceneriti. "Solo bang! molto veloce. Non li ho torturati ", ha detto Han.Han, 44 anni, ora padre di tre bambini piccoli, si è fatto avanti, perché lui dice che non può più vivere con il suo senso di colpa.Egli si aspetta da trattare ed è pronto a consegnare se stesso alle autorità australiane. Han dice di aver lavorato come agente sotto copertura dell'intelligence militare birmano dal 1987 fino al 1992, guidando un gruppo il cui ruolo principale è stato quello di individuare gli obiettivi e ucciderli. Un cittadino australiano da oltre un decennio, Han dice di aver voltato le spalle ai sui ex padroni birmani prima di venire in questo paese, una decisione per la quale afferma ha subito un attentato alla sua vita. Da quando è arrivato in Australia ha fatto una campagna diffusa contro il suo precedente governo, parlando nelle scuole e con le sue doti artistiche si è concentrato sulla repressione e sulle violazioni dei diritti umani in tutto il mondo. Egli insiste che non si è impegnato in attività criminali in Australia.Nel 2003, la SBS TV ha realizzato un documentario su di una campagna che ha condotto in Australia per sensibilizzare la gente sulle violazioni dei diritti umani in Birmania. Han dice di essere pronto ad affrontare qualunque la giustizia che merita, tra cui una lunga pena detentiva. Egli riconosce che anche lui potrebbe non vedere mai i suoi figli ancora una volta, ma spera arriveranno a capire quello che ha fatto."Sono pronto a questo. Penso che mia moglie ei bambini di sicuro piangeranno molto," ha detto. "Ma in Birmania un migliaio di madri continuano a piangere". Han detto che ha scelto di avvicinarsi ai media con la sua storia, temendo che non sarebbe stata raccontata se si fosse rivolto direttamente alle autorità. http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=136d5fb8fc3b4634b37d4dcd66543d33&docid=c8ae664c97c04380b5bb065fbe413527 Mon, 18 Jul 2011 17:24:15 GMT 8652c40866ec4824b8015a8b2c61154c L’India invia in Birmania 52 camion carichi di armi e munizioni Cinquantadue camion militari a pieno carico hanno trasportato armi e munizioni dalla città di Moreh, nello stato di Manipur nel nord-est dell’India, verso il centro della Birmania lungo l’autostrada di Tamu nella divisione di Sagaing in Birmania 2011-07-18T10:11:50.1870000+02:00 11 luglio 2011 Cinquantadue camion militari a pieno carico hanno trasportato armi e munizioni dalla città di Moreh, nello stato di Manipur nel nord-est dell’India, verso il centro della Birmania lungo l’autostrada di Tamu nella divisione di Sagaing in Birmania il 7 luglio. “I camion militari birmani sono entrati nella città di Moreh il 3 luglio, rientrando in Birmania il 7 luglio carichi di armi e munizioni. Tutti i camion erano carichi di casse coperte da teloni”, secondo una fonte di Tamu. Sempre secondo la fonte, un soggetto di nazionalità Chin della città di Moreh avrebbe dichiarato che le armi e le munizioni sarebbero state trasportate dalle autorità militari birmane nella città di Tamu. I camion militari sono partiti dalla città di Tamu la stessa notte, attraversando la città di Gangaw nella divisione di Magwe e quindi il villaggio di Natchaung lungo l’autostrada della divisione di Sagaing. “Apparentemente i camion si dirigevano a Mandalay, seconda capitale della Birmania. I camion erano di proprietà dell’Esercito birmano”, secondo un testimone oculare di Kalemyo. Un residente di Kalemyo ha ipotizzato che le armi e le munizioni fossero destinate allo Stato del Kachin e allo Stato dello Shan in Birmania, dove l’Esercito birmano combatte contro l’Esercito per l’indipendenza del Kachin. L’Esercito per l’indipendenza del Kachin e l’Esercito birmano si combattono dal 9 giugno in seguito alla violazione dell’accordo per il cessate il fuoco, che è rimasto valido per 17 anni, a partire dal 1994. Secondo notizie diffuse dall’agenzia stampa AFP l’1 luglio, la guerra ha causato numerosi rifugiati dell’etnia Kachin, per la maggioranza cristiani, vittime della brutale repressione da parte dei militari birmani. Le truppe hanno portato avanti una politica di “pulizia etnica” nei pressi del confine con la Cina nei confronti della minoranza etnica Kachin prevalentemente cristiana. Sempre secondo le notizie, a tutt’oggi circa 20.000 persone sono state costrette ad abbandonare le proprie abitazioni, ma il numero aumenta giorno dopo giorno. Sembra inoltre che le truppe birmane abbiano ucciso vecchi e bambini, stuprato donne, dato alle fiamme abitazioni e confiscato beni, ricorrendo spietatamente a tutte le tecniche della pulizia etnica. http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=136d5fb8fc3b4634b37d4dcd66543d33&docid=8652c40866ec4824b8015a8b2c61154c Mon, 18 Jul 2011 08:11:50 GMT 6be5259fd3174b4381d9ca5aae8cbf9e Le famiglie dell'esercito di fronte ai tagli delle razioni - Articolo di SAI ZOM HSENG Alcuni battaglioni del Tatmadaw, l'esercito Birmano, smetteranno di fornire riso e altre razioni alle famiglie dei soldati ordinari dal prossimo mese, dando loro, invece, un'indennità di 1000 kyat al mese per il cibo, ossia poco più di un dollaro americano. Questa mossa dovrebbe aumentare notevolmente le difficoltà affrontate dalle famiglie dei soldati di basso rango, che a lungo sono dipesi dalle razioni per compensare i bassi salari ricevuti dalla maggior parte dei membri dell'esercito birmano, che si stima sia formato da circa 400.000 soldati. La retribuzione di base per i soldati è di circa 40.000 kyat (47$US). “Il riso è di scarsa qualità, ma ci aiuta ad arrivare alla fine del mese” dice la moglie di un sergente in servizio in un battaglione sotto il Southwestern Regional Command. “Se dovessimo comprare il riso al mercato sarebbe molto dura perché per noi è molto costoso. Le famiglie dell'esercito per molto tempo hanno ricevuto razioni di riso, zucchero, chili, olio e curry in scatola, tuttavia la quantità è diminuita costantemente durante gli ultimi tre o quattro anni” aggiunge. “Dicono che ci daranno 1.000 kyat al posto delle razioni, ma come ci possiamo sopravvivere per un mese intero?” chiede il membro di un'altra famiglia dell'esercito che chiede di rimanere anonimo. Un ufficiale di stanza a Naypyidaw, anch'esso sotto anonimato, racconta al The Irrawaddy che l'esercito non ha una politica per quanto riguarda il rifornimento di cibo alle famiglie dell'esercito, ma le razioni dei soldati sono generalmente sufficienti per sostenere la loro famiglia. Aggiunge che stanno tagliando le razioni solo in alcuni battaglioni. “Spetta al comandante del battaglione decidere se dare le razioni alle famiglie dei soldati. Se il comandante si preoccupa delle famiglie allora userà i fondi del battaglione (denaro raccolto dai soldati) per promuovere l'agricoltura e l'allevamento in modo che le famiglie dei soldati abbiano cibo a sufficienza” dice l'ufficiale. Un soldato in servizio presso il Southwestern Regional Command afferma che molte famiglie sarebbero colpite dall'improvvisa diminuzione delle razioni. “La vita sarà molto più dura, dal momento che già utilizziamo la maggior parte del nostro denaro per comprare il cibo. Non possiamo neanche mandare i nostri bambini a scuola, perché non possiamo permetterci le tasse scolastiche” dice. Un ufficiale del Northeastern Regional Command afferma che anche alcuni battaglioni nella sua area stanno pianificando il taglio delle reazioni. (2 Maggio 2011) 2011-05-15T10:32:19.9770000+02:00 http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=136d5fb8fc3b4634b37d4dcd66543d33&docid=6be5259fd3174b4381d9ca5aae8cbf9e Sun, 15 May 2011 08:32:19 GMT 1738a5f6c097429ebb452b1a4834692e I costruttori di dighe cinesi rischiano il conflitto – Articolo di Francis Wade Democratic Voice of Burma - Le imprese cinesi stanno ignorando ogni preoccupazione umanitaria e ambientale mentre procedono con i progetti idroelettrici in Africa e Asia. Queste la denuncia degli attivisti, che esprimono una preoccupazione particolare per l’impatto dei progetti in Birmania. Peter Bosshard, Policy Director della californiana International Rivers, questo mercoledì ha descritto i costruttori di dighe cinese come “avventati”. “C’è spesso ancora una completa mancanza di trasparenza e di consultazione, particolarmente con i gruppi della società civile, nei paesi degli impianti” ha dichiarato Bosshard alla Reuters durante una conferenza stampa del Foreign Correspondents Club of China. La domanda energetica cinese sta crescendo al nove per cento l’anno; se questo trend continua inalterato, entro il 2020 richiederà il doppio delle dighe, delle centrali a carbone, degli impianti nucleari e delle altre fonti di energia. La Cina inoltre dovrà fare i conti con l’esaurimento delle proprie risorse naturali, il ché significa che l’internazionalizzazione dei progetti aumenterà. Un paese che ha subito gli effetti di questo processo è la Birmania, le cui norme ambientali sono inesistenti e dove ogni possibile dissenso contro i progetti energetici è soppresso in modo violento dai militari. “Se questi progetti continueranno, l’esercito birmano prenderà possesso e occuperà i villaggi” ha detto Bosshard. “Non c’è dubbio che le popolazioni indigene sono molto scontente di questi progetti che percepiscono come una semplice estensione del regime militare nel Paese, e questo potrebbe portare a conflitti seri”. “La Birmania è uno dei principali destinatari degli 8.5 miliardi dollari che le imprese cinesi hanno già investito all’estero solo quest’anno”. La grande maggioranza dei progetti energetici cinesi risponderà ai bisogni della stessa popolazione cinese, che soffre anche di livelli allarmanti di inquinamento – ulteriore fattore per cui probabilmente Pechino sta guardano ai territori confinanti per sostenere il suo fabbisogno. Nel 2009 la Birmania è stata aggiunta alla special “watch list” dei paesi ricchi in risorse naturali disegnata dal Ministry of Land and Resources di Pechino, e la Cina è entrata con vigore nel settore idroelettrico e gassifero del Paese. La Cina sta ora investendo in più di 100 progetti idroelettrici in circa 40 paesi nel mondo, mentre le sue grandi dighe sul fiume Mekong sono considerate le responsabili della mancanza di acqua nei Paesi confinanti che si trovano a valle. Ciò nonostante Pechno sta progettano altre sei dighe lungo il fiume, e ha iniettato un capitale significativo in progetti in Laos e Cambogia (…). (Puoi leggere l'articolo in originale su Democratic Voice of Burma) (22 Aprile 2011) 2011-04-22T19:40:26.1970000+02:00 http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=136d5fb8fc3b4634b37d4dcd66543d33&docid=1738a5f6c097429ebb452b1a4834692e Fri, 22 Apr 2011 17:40:26 GMT 78728a6b84804c04aa0d2d2af9ee3954 I due rami del Parlamento si preparano all'inizio delle sedute regolari Mizzima – I legislatori birmani avvieranno le procedure di organizzazione dei due rami del nuovo Parlamento martedì prossimo, con la costituzione delle commissioni e con il lavoro preparatorio per la presentazione dei progetti di legge e delle proposte, secondo quanto dichiarato dai legislatori stessi. Nelle ultime due settimane i parlamentari si sono adoperati per la formazione dei nuovi ministeri e per l’approvazione dei ministri e degli organi costituzionali. Il Parlamento sarà chiuso nella giornata di lunedì. Ciascuna camera nominerà commissioni su progetti di legge, bilancio, diritti dell’assemblea e comitati di controllo sulle garanzie e su accordi e trattati, conformemente alle norme e al regolamento parlamentare. I presidenti dei due rami del Parlamento stabiliranno il numero dei membri delle commissioni e nomineranno i presidenti, i segretari e i membri dei rispettivi organismi. Secondo il regolamento, un parlamentare non può essere membro di più di due commissioni parlamentari; le camere di appartenenza devono specificare i doveri, i poteri e i diritti delle commissioni. Secondo quanto dichiarato da un parlamentare, per formulare interrogazioni, presentare proposte o sottoporre progetti di legge i parlamentari devono prima di tutto rivolgersi alla commissione competente. Un parlamentare della Camera Alta ha dichiarato che venerdì scorso il Presidente della Camera Khin Myint ha richiesto ai parlamentari di utilizzare un linguaggio formale nelle procedure ufficiali. Se un parlamentare intende sottoporre una questione a una camera, egli è innanzitutto tenuto a informare il vicedirettore generale dell’ufficio parlamentare di appartenenza almeno 10 giorni prima di presentare un’interrogazione, 15 giorni prima di presentare una proposta e 30 giorni prima di presentare un progetto di legge. L’obiettivo di questa regola consiste nel garantire ai parlamentari che intendono sollevare obiezioni un tempo sufficiente per raccogliere i fatti, secondo quanto dichiarato da un parlamentare. Affinché un legislatore possa presentare una proposta o un progetto di legge in Parlamento, è necessario che la presentazione venga appoggiata da un altro parlamentare. La Camera Bassa conta 434 parlamentari. Di questi, 258 appartengono al Partito dell’unione per la solidarietà e lo sviluppo (USDP), 110 sono parlamentari nominati dai militari e 66 appartengono ad altri partiti. La Camera Alta conta 224 parlamentari. Di questi, 129 appartengono all’USDP, 56 sono nominati dai militari e 39 appartengono ad altri partiti. (6 Marzo 2011) 2011-03-06T21:56:27.7730000+01:00 http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=136d5fb8fc3b4634b37d4dcd66543d33&docid=78728a6b84804c04aa0d2d2af9ee3954 Sun, 06 Mar 2011 20:56:27 GMT 1e974465343d472088d5b1900e76e28c BIRMANIA: STAMATTINA AUNG SAN SUU KYI LUNGA TELEFONATA ALLA CISL – UE MANTENGA SANZIONI O DIRITTI UMANI ANCORA PIU’ A RISCHIO Ufficio Stampa Cisl - “Se le sanzioni economiche dell’Europa verso il Governo Birmano non verranno mantenute, ne risentirebbero fortemente i diritti umani“. E’ quanto ha affermato oggi la leader Birmana Aung San Suu Kyi nel corso di una lunga telefonata con la responsabile Asia per la Cisl, Cecilia Brighi. La leader birmana ha ringraziato la CISL per il grande impegno a sostegno della democrazia, dei diritti del lavoro e del sindacato birmano. Ha apprezzato l’impegno del sindacato e la campagna “adottiamo un sindacalista birmano”, lanciata dal Segretario Generale della Cisl, Raffaele Bonanni. “I diritti dei lavoratori sono negati in Birmania e i lavoratori non hanno voce” ha sottolineato nel corso della conversazione telefonica Aung San Suu Kyi chiedendo anche un impegno della CISL e del sindacato globale nei confronti dell’ILO (Organizzazione internazionale del lavoro), perché il mandato di questa agenzia vada oltre la lotta al lavoro forzato per comprendere la violazione dei diritti dei lavoratori e il divieto di libertà sindacale. Il premio nobel Birmano per la pace ha espresso timore per le iniziative legislative sulla libertà sindacale che la giunta intende attuare nel nuovo parlamento, che non va sostenuto, perché completamente dominato dalla giunta. Aung San Suu Kyi ha affermato di essere molto preoccupata della posizione contraddittoria nell’Unione Europea sulle sanzioni: “E’ importante che il sindacato chieda che l’Unione Europea mantenga le sanzioni economiche e che l’Europa rimanga unita su questa questione. Il ruolo dell’Italia in tal senso è fondamentale”, ha sottolineato la leader Birmana. La Cisl da parte sua ha confermato la richiesta di un monitoraggio effettivo dell’ attuazione delle sanzioni e il rispetto del divieto per i ministri Europei di andare in Birmania. La leader birmana ha ringraziato per le preoccupazioni espresse dalla Cisl per la sua sicurezza, che dopo le recenti minacce della giunta è a serio rischio. La leader birmana ha chiesto alla Cisl di rimanere in contatto perché l’impegno del sindacato è importante e produce grande incoraggiamento per coloro che all’interno della Birmania lavorano per la democrazia. Aung San Suu Kyi ha anche auspicato di poter incontrare presto in Birmania il Segreterio Generale della CISL Raffaele Bonanni, a cui manderà una lettera di ringraziamento. (19 Febbraio 2011) 2011-02-20T22:31:18.8670000+01:00 http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=136d5fb8fc3b4634b37d4dcd66543d33&docid=1e974465343d472088d5b1900e76e28c Sun, 20 Feb 2011 21:31:18 GMT a7af48e19c4c4c79850f7b51e45fd83e La Thailandia vuole espellere 158 boatpeople dalla Birmania - Nessuna reazione da parte della Commissione per i diritti umani dell'ASEAN Associazione per i Popoli Minacciati - L'Associazione per i Popoli Minacciati (APM) si è appellata ai governi europei affinché gli aiuti finanziari concessi all'ASEAN (Associazione delle Nazioni dell'Asia Sud-Orientale) siano vincolati al rispetto dei diritti umani. In particolare l'APM critica l'operato della Commissione per i diritti umani dell'ASEAN, incapace anche di intervenire nei casi di espulsione dei perseguitati politici. La Thailandia ha annunciato lunedì scorso che ricondurrà in patria 158 persone appartenenti alla popolazione musulmana perseguitata dei Rohingya. Fondata in ottobre 2009, la Commissione per i Diritti Umani dell'ASEAN, non si è pronunciata in alcun modo circa il progetto del governo thailandese che mette in pericolo di vita le 158 persone. L'APM chiede quindi all'Europa non continuare a finanziare una simile farsa. Dopo dodici giorni di navigazione lo scorso sabato 91 boatpeople della Birmania appartenenti alla minoranza dei Rohingya sono sbarcati stremati sulle coste della Thailandia meridionale. Un'altra barca con 67 profughi Rohingya ha raggiunto le coste thailandesi lo scorso lunedì mentre si pensa che altre sei imbarcazioni piene di profughi si trovino ancora in alto mare. I Rohingya di fede musulmana fuggono dalle pesanti persecuzioni di cui sono vittime in Birmania, stato membro dell'ASEAN. L'ASEAN non può continuare a ignorare le gravi violazioni in corso in Birmania e deve garantire un'efficace tutela ai profughi. La Thailandia ha ripetutamente espulso profughi verso il Laos e la Birmania. Nonostante i profughi ricondotti in patria rischino di essere fustigati e condannati a lunghe pene detentive, la Commissione per i Diritti Umani dell'ASEAN non si è mai pronunciata al riguardo. I Rohingya vivono perlopiù nello stato federale birmano di Arakhan e subiscono la sistematica violazione dei loro diritti civili. Così, ad esempio, viene loro impedito di sposarsi, non possono chiedere un passaporto e sono sistematicamente vittime di lavori forzati, persecuzione, dislocamenti forzati e discriminazione da parte dello stato. L'Europa deve vincolare i finanziamenti all'ASEAN al rispetto dei diritti umani (Leggi il comunicato in originale sul sito dell'Associazione per i Popoli Minacciati) (26 Gennaio 2011) 2011-01-29T19:34:56.3770000+01:00 http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=136d5fb8fc3b4634b37d4dcd66543d33&docid=a7af48e19c4c4c79850f7b51e45fd83e Sat, 29 Jan 2011 18:34:56 GMT d4702222d17947b7b04616262eb5216b Suu Kyi combatte per l’esistenza del partito Agence France-Presse – L’icona democratica Aung San Suu Kyi ha fatto appello alla Suprema Corte questo giovedì, l’ultimo dopo una serie di schermaglie legali sopra la dissoluzione del suo partito politico prima delle elezioni dell’anno scorso. Il partito della National League for Democracy (NLD) del Premio Nobel della Pace è stato reso illegal per aver boicottato le elezioni della giunta, le prime in 20 anni, in risposta a regole che impedivano alla leader di prendervi parte. “Abbiamo consegnato il nostro appello special alla Corte Suprema nella capital Naypyidaw questo pomeriggio. Aspettiamo la loro risposta” ha detto Nyan Win, uno degli avvocati di Suu Kyi e portavoce del partito. Suu Kyi, cofondatrice del NLD è stata rilasciata dopo più di 7 anni di arresti questo 13 Novembre, pochi giorni dopo le elezioni in cui i partiti della giunta dicono di aver vinto. Poco dopo il suo rilascio, la corte si è rifiutata di ascoltare le sue denunce contro la giunta per aver dissolto l’NLD. Aveva in precedenza e senza successo tentato di denunciare tutto alla Corte Suprema, nel tentativo di evitare l’abolizione. I verdetti della corte nel Paese governato dalla giunta raremente hanno favorito gli attivisti all’opposizione, una serie di appelli fatti da Suu Kyi, per esempio, contro i suoi arresti domiciliari – prima che scadessero a Novembre – sono sempre stati rigettati. L’NLD è stato fondato nel 1988 dopo una rivolta popolare contro la giunta militare che lasciò migliaia di morti tra gli attivisti. Due anni dopo il partito vinse le elezioni a valanga ma i risultati non furono mai riconosciuti dal regime. (Puoi leggere l'articolo in originale su Democratic Voice of Burma) (15 Gennaio 2010) 2011-01-15T11:15:58.0570000+01:00 http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=136d5fb8fc3b4634b37d4dcd66543d33&docid=d4702222d17947b7b04616262eb5216b Sat, 15 Jan 2011 10:15:58 GMT 82b9ddafd7aa414499c4842cefc77d12 La giunta potenzia le forze militari - Articolo di Wai Moe La giunta militare birmana avrebbe stabilito l’insediamento di due nuovi comandi militari regionali (RMC) nel quadro di un intenso programma di espansione militare che porterà a 15 il numero di RMC nel paese. Secondo fonti militari birmane, è prevista la costituzione di almeno due nuovi RMC nella parte orientale e nord-occidentale della Birmania, con l’obiettivo di mantenere la sicurezza in aree strategiche nei pressi del confine con Tailandia e India. Nonostante manchi una conferma ufficiale sulla costituzione dei nuovi comandi militari regionali, fonti militari hanno affermato che un nuovo RMC verrà insediato nell’area di Lo ikaw, nello stato del Kareni, in un’area strategica che permette un tempo di percorrenza più breve dal confine orientale alla nuova capitale Naypyidaw. Un secondo nuovo RMC dovrebbe essere insediato a Tanaing, nello Stato di Kachin, nei pressi delle aree occupate dai gruppi etnici al confine tra India e Birmania. Secondo una fonte, “l’obiettivo consiste nel trasformare i comandi delle operazioni regionali (ROC) già esistenti in comandi militari regionali in aree importanti”. La stessa fonte aggiunge anche che i nuovi comandi comporteranno l’istituzione di nuove cariche militari di comando da assegnare a generali più giovani.Sembra che alla carica di comandanti degli RMC di nuova costituzione siano stati nominati il Generale Mya Tun Oo, comandante dell’Accademia dei Servizi della Difesa, e il Generale Ko Ko Naing, comandante dell’Accademia dei Servizi Medici della Difesa. Mya Tun Oo e Ko Ko Naing sono stati promossi dal grado di colonnello a quello di generale e quindi nominati a capo di due scuole militari di alto grado nel quadro del più consistente rimpasto delle cariche militari degli ultimi anni, avvenuto il 27 agosto. Prima del rimpasto Mya Tun Oo ricopriva la carica di comandante della Divisione Fanteria Leggera 101, mentre Ko Ko Naing era ufficiale assistente di comando su questioni tattiche presso il Comando Operazioni Militari 8.In nome di Mya Tun Oo è stato citato due volte dai media statali nel mese di dicembre in occasione della partecipazione del capo della giunta, Generale Than Shwe, alle cerimonie di conferimento dei diplomi dell’Accademia dei Servizi della Difesa e dell’Accademia dei Servizi Tecnologici della Difesa, tenutesi nei giorni 10 e 17 dicembre a Maymyo, città che la giunta ha recentemente rinominato Pyin U Lwin. Insieme ad altri rappresentanti della gerarchia militare, Ko Ko Naing è comparso recentemente in servizi mandati in onda dai media statali in occasione della partecipazione del Generale Than Shwe alle cerimonie di conferimento dei diplomi dell’Accademia dei Servizi Medici della Difesa a Rangoon nella giornata di venerdì. Con un bilancio militare in costante crescita, la giunta ha proceduto ad un notevole rafforzamento dei contingenti militari dopo il colpo di stato militare del 1988. Secondo esperti della situazione militare birmana, e in particolare di Maung Aung Myoe, l’esercito birmano si è rafforzato passando dai 168 battaglioni di fanteria del 1988 ai 504 del 2007. Nel 1990 un nuovo RMC, il Comando Militare Regionale Nord-occidentale, è stato costituito a Monywa, Divisione di Sagaing, mentre il già esistente Comando Regionale Nord-occidentale di Mandalay è stato ridenominato Comando Centrale e il Comando Centrale di Taungoo ha cambiato la propria denominazione in Comando Meridionale. Nel 1996 sono stati costituiti due ulteriori RMC a Myeik in Birmania meridionale e a Kengtung nello stato Shan, rispettivamente denominati Comando Costiero e Comando del Triangolo. Nel mese di dicembre del 2005 la giunta ha inoltre costituito un nuovo comando regionale presso la nuova capitale, il Comando di Naypyidaw. Dal 1998 la giunta ha inoltre costituito due nuove divisioni di fanteria leggera (LID). La LID 11 è stata costituita nel dicembre 1988, mentre la LID 101 è stata formata nel 1991.Da ultimo, la giunta anche introdotto ulteriori significativi meccanismi di comando militare a partire dal 1988, quali ad esempio i sei Comandi Operativi Regionali (ROC) e i 20 Comandi Operativi Militari (MOC), dotati di potenzialità simili alle LID. Come queste ultime, un MOC ha ai propri ordini 10 battaglioni, mentre i ROC comandano sei battaglioni. (28 Dicembre 2010) 2011-01-05T21:54:00.8500000+01:00 http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=136d5fb8fc3b4634b37d4dcd66543d33&docid=82b9ddafd7aa414499c4842cefc77d12 Wed, 05 Jan 2011 20:54:00 GMT dd81a96f8faa4490b08e1345c3430e0f Gruppi democratici birmani chiedono il rilascio dei prigionieri politici – Articolo di Aung Myat Soe Mizzima – Undici organizzazioni democratiche hanno rilasciato un comunicato congiunto oggi chiedendo l’immediato e incondizionato rilascio dei più di 2,200 prigionieri politici nel Paese. La continua detenzione degli attivisti è considerata un crimine, afferma in comunicato. “Il rilascio incondizionato dei prigionieri politici condurrebbe alla riconciliazione nazionale e alla rimozione delle sanzioni contro la Birmania”. All’alba del giorno dell’indipendenza che celebra 63 anni di indipendenza dalla dominazione britannica “solo la giunta e i suoi compari possono festeggiare”, aggiunge il comunicato. Un portavoce dei gruppi, Zarni, ha detto che voleva vedere la Croce Rossa Internazionale incontrare le famiglie dei prigionieri e dare assistenza in modo più effettivo. I delegati della Croce Rossa Internazionale non sono riusciti a visitare i detenuti da quando nel 2006 ha dovuto ridurre le sue attività in seguito a dure restrizioni da parte del governo. Secondo il sito web della Croce Rossa Internazionale, le autorità birmane “non hanno concesso all’organizzazione di continuare il proprio lavoro secondo le procedure applicate in tutto il mondo”. Il comunicato ha anche chiesto con urgenza alla comunità birmana di usare nuovi modi per fare pressioni alla comunità internazionale per la libertà dei prigionieri e per finanziare la fondazione dell’NLD nata per sostenere i prigionieri politici. Secondo la Assistance Association for Political Prisoners (Burma) che ha sede in Thailandia ci sono 2,189 prigionieri politici in Birmania – di cui 255 monaci, 282 studenti e 399 membri dell’NLD. Il comunicato è stato emesso da All Burma Monks Alliance, 88 Generation Students, All Burma Federation of Student Unions, la Arakanese Student Organisation, Rakkha Ray of Light, Rangoon Division Pro-democracy Student Organisation, 2007 Generation Student Union, Student Union (High Schools), Midland Student Organisation, All Burma Young People Union e la Saffron Generation. (Puoi leggere l'articolo in originale su Mizzima) (3 Gennaio 2010) 2011-01-03T19:15:07.9500000+01:00 http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=136d5fb8fc3b4634b37d4dcd66543d33&docid=dd81a96f8faa4490b08e1345c3430e0f Mon, 03 Jan 2011 18:15:07 GMT be2d413915f54eec8b6900eb95015bb3 Documenti descrivono la crescente cooperazione nucleare tra Corea del Nord e Birmania – Articolo di Chico Harlan Washington Post – Un gruppo di documenti diplomatici americani rilasciati questa settimana confermano la cooperazione nucleare tra Corea del Nord e Birmania, da lungo sospettata, suggerendo che centinaia di Nordcoreani sono stati impiegati presso una sito militare nella giungla birmana (come già ampiamente descritto nei mesi scorsi). I documenti dell’Ambasciata americana a Rangoon, rilasciati giovedì da WIkileaks, non sono ancora definitivi, dal momento che riferiscono informazioni raccolte da osservatori terzi, imprenditori, lavoratori. Ma nutrono le crescenti paure di una partnership tra due dei paesi più opachi al mondo, con una Corea del Nord sull’orlo della bancarotta che vende tecnologia nucleare alla Birmania – che ora include la capacità di arricchire l’uranio – in aperto contrasto con le sanzioni delle Nazioni Unite disegnate proprio a questo scopo. I sospetti sono circolati per parecchi anni circa le ambizioni nucleari birmane. Come gli analisti di non-proliferazioni pensavano, queste ambizioni avrebbe determinato l’aiuto di Pyongyang. Il Segretario di Stato Hillary Clinton ha da tempo portato all’attenzione internazionale la possibile cooperazione nucleare tra la Corea del Nord e la Birmania. Un memo dell’Agosto del 2004 cita informazioni da un funzionario birmano che riferisce che 300 nordcoreani stavano lavorando su missili terra-area in un sito militare segreto, presso la città di Mimbu. Contestualmente si stava “costruendo una struttura sotterranea 500 piedi dalla sommità della cava alla sommità della collina sovrastante”. La fonte, viene riconosciuta dal memo come non prova definitive della cooperazione militare e nucleare. Il documento afferma anche l’informatore ha sovrastimato il numero di nordcoreani sul sito. “Questa notizia” dichiara il memo “deve essere considerato insieme a tutte le altre informazioni di varia origine per indicare che birmani e nordcoreani stanno comunque lavorando a qualcosa”. (Per leggere la continuazione dell'articolo visita il sito del Washington Post) (Altre informazioni sui documenti rilasciati da Wikileaks si trovano sul New York Times, sul Wall Street Journal e su The Irrawaddy, tra gli altri) (11 Dicembre 2010) 2010-12-12T12:40:27.6230000+01:00 http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=136d5fb8fc3b4634b37d4dcd66543d33&docid=be2d413915f54eec8b6900eb95015bb3 Sun, 12 Dec 2010 11:40:27 GMT 7329c1d61170489c8c81ab2b32fa71de Affidata ad un ex signore della droga, grande amico dei generali, la costruzione del più grande porto industriale birmano e la prima zona industriale per le esportazione 2010-11-30T07:59:34.9970000+01:00 Irrawaddy. 29.11.2010 AD UN EX SIGNORE DELLA DROGA AMICO DEI GENERALI LA COSTRUZIONE DI DEL PIU’ GRANDE PORTO INDUSTRIALE DELLA BIRMANIA E DELLA PRIMA ZONA INDUSTRIALE PER L’ESPORTAZIONE Zaw Zaw, un amico intimo della giunta birmana, -sanzionato dagli USA, ha ottenuto una grande commessa per la costruzione del porto in acque profonde di Dawei. Un progetto per 8,6 miliardi dollari, finanziato principalmente dalla vicina Thailandia. Fonti imprenditoriali di Rangoon hanno dichiarato che la Max Myanmar Group di proprietà di Zaw Zaw ha ottenuto il via libera dalla giunta militare per costruire il più grande porto della Birmania e una zona industriale, in quanto socio in affari favorito del capo della giunta Snr-Gen Than Shwe e di una manciata di altri alti generali . "Anche il grande magnate, Tay Za, ha dichiarato che Zaw Zaw forse è più ricco di lui", ha svelato una fonte, aggiungendo che Zaw Zaw è diventato molto vicino a Than Shwe e agli altri alti generali, e il capo della giunta lo chiama affettuosamente "Phoe Zaw ", un soprannome usato per un membro della famiglia. Le foto nei media statali birmani hanno mostrato che Zaw Zaw ha accompagnato Than Shwe nella sua recente visita di Stato in Cina nel mese di settembre, insieme ai membri della famiglia Than Shwe e agli alti funzionari della giunta. Durante il viaggio Than Shwe ha visitato la zona economica di Shenzhen. L'International Herald Tribune ha citato il presidente dell’Ital-Thai Development che ha affermato che Than Shwe vorrebbe che il progetto del porto Dawei sia simile alla zona economica di Shenzhen, Il progetto del Port Dawei è stato approvato dalla giunta il 2 novembre a Naypyidaw. L’ex Gen. Tin Aung Myint Oo ha assistito alla cerimonia della firma tra l’Ital-Thai Development Co Ltd e la Autorità Portuale birmana. Tuttavia, The New Light of Myanmar ha riferito che al momento i due paesi si sono messi d’accordo sul porto Dawei profondo,la zona industriale e il nodo stradale e ferroviario in Thailandia nel corso di una riunione dei ministri degli Esteri dell'Associazione delle Nazioni del Sudest Asiatico il 19 maggio 2008, poco dopo il disastro del ciclone Nargis. Il progetto, che coprirà 250 chilometri quadrati, verrà attuato in tre fasi su un periodo di 10 anni e sarà "la prima zona economica speciale in Myanmar", secondo quanto riportato dai media birmani. Alcuni rapporti della stampa internazionale hanno espresso la preoccupazione che il progetto comporti danni all'ambiente e porti alla deportazione forzata nella zona del progetto. L'International Herald Tribune, venerdì ha riportato la dichiarazione del primo ministro thailandese Abhisit Vejjajiva : "Alcune industrie non sono adatte ad essere collocate in Thailandia. Per questo motivo hanno deciso di collocarsi lì. " I giornalisti a Rangoon hanno provato a scrivere articoli sulla Myanmar Max Group, ma secondo loro il consiglio della censura birmana, la PSRD, ha respinto gli articoli. Zaw Zaw Max Myanmar e il suo gruppo di aziende sono stati coinvolti anche nella costruzione della nuova capitale Naypyidaw a metà degli anni 2000. Zaw Zaw è anche vicino alla ex-Gen Tin Aung Myint Oo. Zaw Zaw e il suo cosiddetto "business figlio adottivo", Zaw Win Shine, sono stati con Tin Aung Myint Oo quando arrivò a Singapore Changi International Airport in aprile per un viaggio medico, ha detto un cittadino birmano a Singapore, che ha assistito Tin Aung Myint arrivo Oo. Zaw Zaw e le sue reti aziendali insieme ad altri soci d'affari giunta, sono stati aggiunte alla lista americana sulle sanzioni mirate approvata nel gennaio 2009. "Zaw Zaw è l'amministratore delegato di Max Myanmar Group of Companies, un ente birmano con interessi nei settori delle pietre preziose, del legno, dell’edilizia, dell’ industria e del turismo". Il Dipartimento del Tesoro in un comunicato ha descritto Zaw Zaw:"Max Myanmar ha fornito importanti servizi a sostegno della giunta birmana, in particolare nei progetti edili". http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=136d5fb8fc3b4634b37d4dcd66543d33&docid=7329c1d61170489c8c81ab2b32fa71de Tue, 30 Nov 2010 06:59:34 GMT a8029be7a83043b2852fad37edeb3654 soltanto Than Shwe può far si che gli occidentali tolgano le sanzioni le associazioni degli imprenditori occidentali sperano che Aung San Suu kyi dopo lasua liberazione possa chiedere un allentamento dellecrsanzioni, mentre i itici insistono sul fatto che un afflusso di capitale straniero solleverebbe gli standard di vita della gente, l’evidenza suggerisce il contrario. Il massiccio flusso di liquidità che entra nel paese da tutta l'Asia non ha fatto nulla per alleviare la povertà disperata dei birmani, e non c'è motivo di credere che il denaro occidentale avrebbe un effetto più benefico. 2010-11-29T23:13:57.2800000+01:00 Recentemente, The Irrawaddy News ha pubblicato un pezzo dal titolo "l’Occidente aspetta segnali da parte di Suu Kyi sulle sanzioni ". " Dopo la liberazione di Aung San Suu Kyi, le organizzazioni imprenditoriali americane ed europee stanno rivedendo la loro posizione sulla Birmania ", dice l'articolo, riportando il crescente senso di attesa rispetto al fatto che il rilascio del l'icona birmana per la democrazia, avvenuto il 13 novembre, potrebbe porre fine a un divieto decennale di fare affari con i militari al potere del paese. "E 'abbastanza chiaro che le sanzioni non hanno portato cambiamenti politici, ma invece hanno esternalizzato il lavoro dalle aziende statunitensi ai loro concorrenti di altri paesi che fanno liberamente affari con la Birmania]", l'articolo cita una dichiarazione di Tami Overby, vice presidente per l'Asia della Camera del Commercio statunitense, al Wall Street Journal. "Le imprese americane inviterebbero il Congresso e l’ amministrazione Obama a prendere in considerazione un allentamento delle sanzioni se la signora Suu Kyi e l'opposizione indicassero una apertura alla revisione del regime delle sanzioni", ha aggiunto Overby. Queste osservazioni tradiscono, ancora una volta la visione fuorviante di molti occidentali che ritengono che Suu Kyi abbia le chiavi per rimuovere le sanzioni contro la giunta birmana. Invece di attribuire questa responsabilità alla leader dell'opposizione democratica birmana, i critici delle sanzioni dovrebbero chiedersi cosa ha fatto il regime per fornire ai paesi occidentali un motivo per modificare le loro politiche. La risposta, naturalmente, è: ben poco. Suu Kyi è stata liberata ma vi sono ancora più di 2.000 altri prigionieri politici che languono nei gulag della Birmania. Se il regime avesse avuto un qualche interesse a ottenere che l'Occidente abbandonasse le sue sanzioni, avrebbe dovuto , quanto meno, liberare incondizionatamente tutti di questi detenuti. I denigratori delle sanzioni-di tanto in tanto, a parole, parlano della difficile situazione dei detenuti politici in Birmania, ma la loro vera preoccupazione è chiaramente quella relativa alla perdita di opportunità di investimento a vantaggio della Cina e degli altri avidi partner regionali amici della giunta. " Mentre i critici insistono sul fatto che un afflusso di capitale straniero solleverebbe gli standard di vita della gente, l’evidenza suggerisce il contrario. Il massiccio flusso di liquidità che entra nel paese da tutta l'Asia non ha fatto nulla per alleviare la povertà disperata dei birmani, e non c'è motivo di credere che il denaro occidentale avrebbe un effetto più benefico. Sempre più, tuttavia, le imprese occidentali hanno la sensazione di aver perso la loro occasione in Birmania, e quindi stanno rispolverando vecchi argomenti su come la loro presenza nel paese potrebbe in qualche modo illuminare i generali, introducendoli alle maniere occidentali. Da una prospettiva prettamente orientata al profitto, è difficile biasimarli perche vogliono un pezzo di torta. Cina, Thailandia, India, Singapore e Corea del Sud hanno investito pesantemente in industrie primarie bimane, mentre si aprono nuove opportunità in altri settoricompreso nel settore manifatturiero. Secondo un rapporto della Reuters preparato sulla base di statistiche ufficiali birmane, nei primi sei mesi di quest'anno le aziende cinesi da sole hanno investito 8 miliardi di dollari in Birmania, per lo più nel settore del gas, del petrolio e in progetti di sviluppo idroelettrico.E la vicina Thailandia ha ambizioni ancora più grandi, con progetti per lo sviluppo di un porto in acque profonde e una zona industriale a Tavoy, nel sud della Birmania nella Divisione di Tenasserim, pari a 64.000 ettari. L'accordo quadro per la concessione, firmato tra l’azienda di Bangkok Ital-Thai development e l’Autorità Portuale Birmana, vale 13,4 miliardi dollari e prevede di trasformare l'area in un hub per i principali mezzi di trasporto e di produzione. "Abbiamo bisogno di tonnellate di lavoratori", ha detto il presidente dell’ Ital-thai, Premchai Karnasuta, in un recente articolo del New York Times. "Siamo in grado di mobilitare milioni di birmani". A questo manca, però, una discussione su come tali investimenti possano migliorare le vite della gente in un paese una volta tra i più sviluppati della regione, e che da allora è stato ridotto al disastro dai suoi governanti inetti e avari. Così come non si preoccupano del fatto che la gente non può esprimere le proprie opinioni, in Birmania i governanti non sembrano troppo preoccupati per la mancanza per la maggior parte dei cittadini 'di accesso alle cure sanitarie di base e all'istruzione. Fintanto che ciò rimane uguale, non vi è alcun motivo di ritenere che la sospensione delle sanzioni servirà per scopi diversi da quelli di arricchire le imprese occidentali e, naturalmente, i generali. E allora perché si ritiene Suu Kyi responsabile della politica di sanzioni? Anche se lei è ampiamente considerata come la voce del suo popolo, lei non è la coscienza dell'Occidente imprigionato dai propri valori , e non è il punto di vista di una donna che obbliga ad insistere sul fatto che i governanti della Birmania rispettino i diritti della propria gente http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=136d5fb8fc3b4634b37d4dcd66543d33&docid=a8029be7a83043b2852fad37edeb3654 Mon, 29 Nov 2010 22:13:57 GMT a37db56ce0b74fa596284c02a590b39b Gli investimenti in Birmania nel 2010 toccano quota 30 miliardi di $. Corea del Sud e Cina accrescono gli utili della giunta la giunta incamera grandi risorse dagli investimenti cinesi nel settore energetico, dalla Corea del Sud e dalla Thailandia. 2010-11-28T18:37:19.7400000+01:00 Di FRANCIS WADE 25 Novembre 2010 Il settore dell’energia birmano ha generato la maggioranza del capitale per la giunta militare. Come mostrato dale cifre, il totale degli investimenti esteri nel paese ha raggiunto i 30 miliardi di $. Circa 13.5 miliardi di $ sono stati prodotti dal settore del gas e del petrolio, che derivano dai quasi 31.957 miliardi di $ rastrellati dalla giunta da quando ha aperto agli investimenti nel 1988ha dichiarato la rivista Biweekly Eleven. Il gas e il petrolio producono energia elettrica che ha attratto 11.3 miliardi di $ seguita da 2.4 miliardi di $ dal settore minerario e 1.6 miliardi del settore manifatturiero. Nonostante una campagna per il boicottaggio del turismo in Birmania, l’industria turistica ha raccolto 1 miliardo di $. La prima metà del 2010 ha visto la crescita maggiore degli investimenti stranieri attribuibili per larga parte a 8 miliardi di $ da parte della Cina, di cui 5 miliardi di $ nel settore idroelettrico e la restante maggioranza nel petrolio e gas. Questa cifra rappresenta circa i due terzi del totale che Pechino ha pompato in Birmania negli ultimi due decenni, e nonostante la Thailandia sia il più grande investitore ad oggi, la centrale elettrica a nord sta rapidamente diventando una stampella economica chiave della giunta. L'economia cinese è cresciuta del 9,6 per cento nel terzo trimestre del 2010, e nel settembre Pechino ha aperto la fine del gasdotto e dell’oleodotto di 770 km Shwe, che trasporterà petrolio e gas dalla costa occidentale della Birmania nella provincia di Yunnan. Il progetto produrrà un utile netto per la giunta birmana di $ US30 miliardi nei prossimi 30 anni, e può trasportare fino a 22 milioni di tonnellate di petrolio africano e medio orientale trasportati dal golfo del Bengala alla provincia in sviluppo. Questi consistenti investimenti, secondo gli analisti, servono a ridurre l'impatto delle sanzioni occidentali sulla Birmania che hanno raggiunto scarsi obiettivi di fronte all’aumento delle relazioni economiche tra la giunta ei suoi vicini. Anche la Corea del Sud è in salita nella classifica, e ora si ritiene sia il quarto investitore più grande del paese. Di recente ha investito circa 62 milioni di dollari in una piantagione di caucciù nello stato di Arakan occidentale della Birmania, il primo investimento che ha fatto nel settore agricolo del Paese in questo decennio. Nonostante la Birmania, vanti la più grande produzione mondiale di riso, che ha raggiunto un picco 3,4 milioni di tonnellate nel 1934, ha esportato solo 250.000 tonnellate di riso nei primi sei mesi di quest'anno. Il settore agricolo è costantemente diminuito da quando è salito al potere il governo militare nel 1962, e ha attratto solo 96.35 milioni di $ dal 1988. Autore: Francis Wade Categoria: Notizie Economia, http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=136d5fb8fc3b4634b37d4dcd66543d33&docid=a37db56ce0b74fa596284c02a590b39b Sun, 28 Nov 2010 17:37:19 GMT b2166f2c929d4e268a082395122b0cd1 Rinnovato il permesso al Centro che ospita malati di HIV/Aids, I residenti di un centro per persone malate di HIV/AIDS gestito dall’NLD hanno vinto la battaglia con le autorità che avevano imposto lo sgombero dell’edificio. Subito dopo il suo rilascio, Suu Kyi aveva visitato il centro alla periferia di Rangoon promettendo l’aiuto necessario e I farmaci. 2010-11-27T19:21:02.0870000+01:00 residenti di un centro per persone malate di HIV/AIDS gestito dall’NLD hanno vinto la battaglia con le autorità che avevano imposto lo sgombero dell’edificio. Subito dopo il suo rilascio, Suu Kyi, ha visitato il centro alla periferia di Rangoon promettendo l’aiuto necessario e I farmaci. Aveva anche parlato ad una folla di oltre 6.000 persone. Il giorno dopo la sua visita alcuni funzionari governativi avevano comunicato ai pazienti che avrebbero dovuto lasciare il centro la settimana successiva, o avrebbero potuto incorrere in azioni legali poiché il permesso del centro non era stato rinnovato. Secondo la legge tali strutture devono rinnovare il permesso governativo ogni due settimane per consentire ai visitatori di rimanere la notte. " Nel passato ci è stato consentito di rinnovare il permesso. Io credo che le autorità vogliano fare pressioni su di noi perché la visita di Suu Kyi al centro. “ ha dichiarato Zeyar, un membro dell’NLD ed uno degli organizzatori del centro. Il centro che comprende una piccolo casa di legno e un edificio di due piani ospita attualmente 82 pazienti compresi dei bambini, offrendo loro un tetto, cibo, medicinali e istruzione. Zeyar ha detto che le autorità sanitarie hanno offerto di spostare i pazienti nel loro centro per l’HIV. In un altro incidente, la nota rivista sportiva First Eleven è stata chiusa come punizione per aver aver pubblicato in prima pagina una storia di pallone che titolava in questo modo:"Sunderland Freeze Chelsea United Stunned By Villa & Arsenal Advance To Grab Their Hope." Alcune lettere del titolo erano colorate in modo diverso dal resto così’ da far apparire la scritta "Su Free, Unite & Advance To Grab The Hope." Ora uno dei pazienti che era andato insieme a due rappresentanti dell’NLD a rinovare il permesso per una settimana, ha dichiarato: “le autorità della township ci hanno pregato e hanno detto che hanno agito secondo istruzioni. Credo che ci rinnoveranno il permesso anche per la prossima settimana. Un noto attivista ha dichiarato a Irrawaddy venerdì ch ele autorità si sono scusate personalmente. “ secondo me le autorità sono tornate sui loro passi visto che I media sia nel paese che all’estero avevano criticato tale decisione. http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=136d5fb8fc3b4634b37d4dcd66543d33&docid=b2166f2c929d4e268a082395122b0cd1 Sat, 27 Nov 2010 18:21:02 GMT ecd197097d0c41e0ae2527f50eb89012 Le esplosioni di Mandalay aggravano i timori per la sicurezza di Suu Kyi LE ESPLOSIONI A MANDALAY AGGRAVANO I TIMORI PER LA SICUREZZA DI SUU KYI Due persone sono state ferite dopo l’esplosione di una bomba al tempio di Mandalai sabato scorso. Questo fa crescere le preoccupazioni per la sicurezza della leader birmana Aung San SuuKyi che ha in programma di visitare la città nel prossimo futuro. Secondo fonti di polizia a Mandalay l’esplosione è avvenuta nel compound del tempio buddista di Eaidawyar nella Township di Chan Aye Tharzan alle 7 di mattina. La polizia ritiene che la bomba sia di tipo artigianale. A seguito dell’esplosione le autorità hanno chiuso il tempio che era molto affollato a causa delle preparazioni per una importante festa buddista. L’esplosione avviene dopo le voci che la leader birmana stava pianificando di andare a Mandalay come destinazione del suo primo viaggio fuori da Rangoon. Alcuni sostengono che questa esplosione è un avvertimento contro eventuali manifestazioni politiche. Giovedì scorso, sempre a Mandalay, un’altra bomba ha ferito due persone . lo stesso giorno quattro bombe sono state scoperte vicino al City Star Hotel al centro di Rangoon e sono state disinnescate dalle autorità. Anche se non vi è alcuna indicazione di chi fosse dietro agli incidenti, i sostenitori di Suu Ky hanno dichiarato che questo aumenta i timori per la sicurezza della leader. “ la sua sicurezza è una grave preoccupazione per noi” ha dichiarato un leader della NLD. “dal suo rilascio le guardie della sicurezza che hanno circondato la casa di Aung San Suu Kyi durante i suoi arresti domiciliari sono spariti.” Aung San Suu Kyi ha dichiarato che la sua sicurezza, come quella di tutti i cittadini è compito delle autorità birmane. La sicurezza, soprattutto dopo il massacro di Depayin del 2003 è sempre stata una grande preoccupazione per I sostenitori della leader. Le fonti di intelligence all’epoca comandate dal Gen Than Shwe hanno dato la luce verde per l’attacco, che è stato sostenuto dall’esercito e dall’USDA e dal sui soggetti più estremisti come il Gen Soe Win e Aung Thaung ma eseguito senza l’appoggio del Gen Khin Nyunt.~ Si sostiene anche che Than Shwe segua ancora I consigli dell’ideologo del massacre di Depayin Aung Thaung, che è responsabile del partito Union Solidarity and Development Party (USDP) nel nord della Birmania. L’USDP è stato formato dall’USDA all’inizio di quest’anno per candidarsi alle elezioni del 7 novembre in cui ha ottenuto l’ 80 dei seggi.. h“una fazione dell’ USDP ha suggerito di far vincere l’opposizione con un terzo dei seggi in modo da poter ottenere il riconoscimento internazionale, ma Than Shwe ha sostenuto l’idea di una vittoria totale per l’USPD”. Fonti di intelligence hanno dichiarato che fino a quando l’ala dura capeggiata da Aung Thaung rimane vicino a Than Shwe, potrebbe succedere un altro Depayin e la sicurezza di Suu Kyi’s rimane un rischio. 2010-11-27T19:06:07.1530000+01:00 http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=136d5fb8fc3b4634b37d4dcd66543d33&docid=ecd197097d0c41e0ae2527f50eb89012 Sat, 27 Nov 2010 18:06:07 GMT 3293bfb1dd8b4369a04210ec2169b741 NUOVE NORME LIMITANO LA LIBERTA' DI PAROLA NEL PARLAMENTO BIRMANO Nuove norme limitano la libertà di parola nel parlamento birmano. (associated Press) 27, Novembre 2010 la libertà di parola per i membri del parlamento in Birmania sarà limitata secondo la legge che regola il funzionamento del parlamento. In una gazzetta ufficiale pubblicata venerdì vengono stabiliti due anni di carcere per qualsiasi protesta effettuata nell’ambito del compound del parlamento. Le leggi firmate dal capo della giunta il Generale Than Shwe, stabiliscono che i parlamentari avranno libertà di espressione a meno che i loro interventi non mettano a rischio la sicurezza nazionale, l’unità del paese o violino la Costituzione. Prevedono inoltre due anni di carcere per coloro che inscenano proteste nel compound del parlamento o assalgono fisicamente un parlamentare. Qualsiasi persona che non sia un parlamentare che entra nel parlamento quando è in sessione rischia un anno di carcere ed una multa. La commissiOne elettorale ha corretto ripetutamente i risultati elettorali che mostravano andare oltre il 100 % in alcune sezioni e quando due candidati pro giunta sono stati dichiarati vincitori in due zone dello Stato Kachin, dove le elezioni erano state cancellate. I risultati assicurano ch ei militari rimangano al potere dietro la scena e nel parlamento che diventerà un organismo potente. Il presidente che verrà eletto tra le fila del partito vincente nominerà i ministri e può chiedere l’intervento militare in caso di emergenza nazionale. 2010-11-27T18:47:27.3970000+01:00 http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=136d5fb8fc3b4634b37d4dcd66543d33&docid=3293bfb1dd8b4369a04210ec2169b741 Sat, 27 Nov 2010 17:47:27 GMT d9a4bd6f800d4581941c4f5594e41546 Che succederà dopo le elezioni? - Un'analisi Dopo le elezioni, la dittatura militare sceglierà alcuni membri del Parlamento che formeranno il Collegio elettorale composto da tre gruppi. Ciascuno dei quali sceglierà un candidato per la Vice Presidenza. Un gruppo è composto dai parlamentari delle regioni e degli stati, un gruppo da parlamentari dalle township e delle popolazioni ed il terzo di membri dell’esercito che sono in Parlamento. (Puoi scaricare questo stesso articolo nel file in allegato). * * * I Portavoce e i Vice della Camera bassa e alta decidono successivamente se i candidati hanno i necessari requisiti per diventare Presidente e Vicepresidenti e in seguito vi sarà un voto in entrambi i rami del Parlamento per scegliere il Presidente. I due perdenti saranno vice Presidenti. Poiché i militari e i partiti alleati domineranno i rami del Parlamento avranno mano libera nella selezione dei loro candidati. Il Presidente e i Vice Presienti NON hanno bisogno di essere rappresentanti eletti o anche rappresentanti dei militari in Parlamento. Se ricoprono dei seggi in Parlamento, devono dimettersi. Il Presidente poi formerà il nuovo governo. Il Presidente ed i Vice Presidenti devono provenire dall’esercito anche se potrebbero essere ex militari. Il sistema di governo è un sistema presidenziale, non parlamentare. Quasi tutti i poteri di governo risiedono nelle mani del Presidente. A meno che non violi le leggi, il Presidente non è responsabile di fronte al Parlamento. Il Presidente sceglie i ministri del governo. I ministri non devono necessariamente essere membri del Parlamento. Il Parlamento non ha alcun diritto di mettere in discussione il Presidente sulle sue politiche. Il Presidente sceglie se o no desidera riferire al Parlamento. I PARLAMENTARI NON AVRANNO LIBERTA’ DI PAROLA Ai Parlamentari non sarà permesso criticare la Costituzione, invece la devono difendere. Così se chiedono un cambiamento democratico, che richiede cambiamenti alla Costituzione, rischiano di essere messi in carcere. Se un parlamentare fa affermazioni che si ritiengono siano contrarie alla legge, quanto detto verrà rimosso dagli atti parlamentari. Tutte le leggi repressive esistenti rimanogno in funzione, compresa la censura. Così se un parlamentare fa delle critiche è molto improbabile che queste vengano riprese dalla stampa. I MILITARI RIMANGONO AL DI SOPRA DEL PRESIDENTE E DEL PARLAMENTO I militari sono indipendenti su tutte le questioni, compreso il loro bilancio, e la gestione delle imprese di proprietà delle forze armate. Il capo delle forze armate decide chi sarà il ministro degli affari interni, il ministro degli affari di confine e il ministro della difesa. Questa prerogativa si attua sia per il Parlamento dello Stato che per quelli regionali. Le forze armate hanno un diritto di veto su tutte le leggi che vengono approvate in Parlamento, se si ritengono possano rappresentare una minaccia alla sicurezza nazionale o alla solidarietà nazionale. (L’uso della parola “solidarietà” si ritiene si riferisca a qualsiasi azione delle rappresentanze delle nazionalità etniche nei parlamenti regionali volte a promuovere e proteggere le loro culture o ad aumentare il livello di autonomia). I militari possono assumere il controllo del governo in ogni momento se si ritiene vi sia una minaccia all’unità o alla solidarietà nazionale. I militari possono indipendentemente assumere l’iniziativa nell’ambito del paese senza l’approvazione del Parlamento o del Presidente. I POTERI RISIEDONO NEL NUOVO CONSIGLIO PER LA SICUREZZA NAZIONALE E LA DIFESA, NON NEL PARLAMENTO Il potere reale risiede nell’ambito del NDSC (National Defence and Security Council) composto da 11 membri, compreso il Presidente ed il Comandante in Capo dei Servizi di difsa. Questa è una transizione dallo SLORC (State Law and Order Restoration Council) che ha preso il potere nel 1988 dopo le rivolte democratiche. Lo SLORC poi, dietro suggerimento di una società di relazioni pubbliche americana, di ha preso il nome di SPDC (State Peace and Development Council), ed ora si chiamerà NDSC. Membri: il Presidente, che deve avere una esperienza militare. I vice presidenti che devono avere una esperienza militare. Il Portavoce della Camera Bassa (Pyithu Hluttaw). Il Portavoce della camera Alta Amyotha Hluttaw. Il Comandante in capo dei servizi di Difesa (dell’esercito). Il Vice Comandante in capo dei Servizi di difesa (dall’esercito). Il Ministro della Difesa (scelto dai militari). Il Ministro degli Interni (scelto dai militari). Il Ministro degli affari esteri. Il Ministro degli affari di Confine (scelto dai militari). Otto delle 11 posizioni saranno occupate da persone attualmente nell’esercito o che sono state nell’esercito, o scelte dai militari. Due verranno scelte dal Parlamento controllato dai militari e la posizione finale verrà scelta da un militare in servizio o in pensione. UN SISTEMA NON EQUO IMPOSSIBILE CAMBIARE SENZA L’ACCORDO DELLE FORZE ARMATE Poiché è necessaria una maggioranza di olte il 75% per cambiare la costituzione è impossibile promuovere un cambiamento democratico senza l’accordo dell’esercito. Qualcuno osserva che mentre l’attuale Parlamento potrebbe essere pieno di partiti pro regime e di militari, nelle future elezioni nei prossimi 5-15 anni questa situazione potrebbe modificarsi. Anche se per ipotesi si accettasse che per i prossimi 15 anni o più il popolo birmano possa continuare a soffrire straordinarie violazioni dei diritti umani, compreso gli stupri, le torture, le esecuzioni arbitrarie e algri atti che costituiscono crimini di guerra e contro l’umanità, questo argomento ignora la realtà della situazione in Birmania. I militari hanno un veto costituzionale sulle riforme democratiche ora e nei prossimi 15 anni. Anche se per miracolo le prossime elezioni del 2015 o del 2020 fossero libere ed eque e i partiti proregime perdessero tutti i loro seggi, i militari avend il 25% dei seggi del Parlamento ancora avrebbero diritto di veto sui cambiamenti democratici. Anche se i miracoli diventassero realtà e un gruppo di militari volesse votare con tutti i parlamentari per riformare la costituzione e quei militari non fossero sostituiti dall’esercito prima del voto, il Comandante in Capo dei Servizi di Sicurezza puù per diritto costituzionale, prendere il pieno controllo del paese se decidesse che tali riforme siano una minaccia alla sicurezza o alla solidarietà nazionale. È impossibile per il Parlamento diventare un forum per fornire un cambiamento democratico a meno che i militari non siano d’accordo. Coloro che affermano che nel lungo periodo il Parlamento potrebbe essere un forum per il cambiamento politico si possono appigliare solo ad una ipotesi, ovvero che il Comandante in Capo dei Servizi di Difesa decida di cedere il potere. Una strategia che dipenda solo dalla fortuna e dall’auspicio che ad un certo punto un militare liberale ad un certo punto diventi Comandante in capo, non è semplicemente credibile. Per questo Aung San Suu Kyi e la Lega Nazionale per la Democrazia hanno deciso che il futuro dei diritti umani e della democrazia in Birmania risieda fuori del Parlamento e non al suo interno. Per molti anni il Consiglio di Sicurezza , la Assemblea Generale dell’ONU il Consiglio ONU per i Diritti Umani, il Segretario Generale dell’ONU, la Unione Europea, l’Assean, gli Usa e anche la Cina hano dichiarato che la strada per un cambiamento genuino sia rappresentata dal dialogo tra il movimento democratico, compresa l’NLD, i rappresentanti etnici e la dittatura: Un dialogo tripartito che dovrebbe portare alla riconciliazione nazionale e alla transizione verso la democrazia. Un rilancio dell’impegno ONU per assicurare la realizzazione di tale dialogo con un forte sostegno da parte dei leader del mondo e del Consiglio Di sicurezza ONU, rappresenta una prospettiva maggiore e più veloce per il cambiamento invece delle elezioni farsa e di una costituzione costruita ad arte per mantenere la dittatura. (Puoi scaricare l'articolo nel file in allegato) (12 Novembre 2010) 2010-11-13T16:55:19.2470000+01:00 http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=136d5fb8fc3b4634b37d4dcd66543d33&docid=d9a4bd6f800d4581941c4f5594e41546 Sat, 13 Nov 2010 15:55:19 GMT 30dfb921cc364b89b09a32d1cebe5a1a Amartya Sen chiude alla politica birmana dell'India Il premio Nobel Amartya Sen ha criticato l’India per la sua politica birmana, dicendo che il Paese ha “completamente abdicato” le sue responsabilità morali dopo aver preso “un po’ di potere” e chiesto uno scrutinio globale nelle elezioni generali sotto la giunta militare. Sen, una delle voci più critiche del regime militare in Birmania, ha definito le politiche di India, Cina e Thailandia verso la Birmania sono “eccezionalmente approssimative e estremamente gravi”. La politica birmana dell’India “è in parte un’imitazione della Cina, sempre più dominata da miope preoccupazioni nazionali lontane da quelle che muovevano Gandhi, Nehru e Tagore” queste le parole di Sen, che ha speso parte della sua infanzia in Birmania, durante un discorso in una conferenza sulla Birmania alla prestigiosa John Hopkins University. “Quando il nostro potere d’influenzare il mondo era zero, noi spendevamo il nostro tempo nell’insegnare al mondo cosa fosse la moralità. E appena abbiamo un po’ di potere, sebbene non quanto la Cina, abbiamo completamente rinunciato alle nostre responsabilità” ha dichiarato il 76enne Sen. Dopo aver duramente criticato l’India per aver accolto la leadership militare birmana a Nuova Delhi, ha poi aggiunto “Devo dire che come fedele cittadino indiano, mi spezza il cuore vedere il Primo Minstro del mio Paese democratico – e uno dei più umani e compassioneveli leader del mondo – darsi da fare ad accogliere i macellai dalla Birmania, ed essere fotograti in uno stato di vicina cordialità”. Sen ha detto di essere anche preoccupato dal fatto che il dibattito pubblico in India sulla situazione birmano è stato pressoché assente. “E questo non è a causa di una qualche restrizione del governo su questo tema”, ha aggiunto. “Il problema è da leggere piuttosto nel cambio del clima politico in India in cui vengono perseguiti interessi nazionali sempre più miopi – o almeno ciò che viene preso come interessi nazionali – e in cui la storica propensione dell’India di insegnare al mondo la moralità politica viene visto come un triste costume dell’era di Nerhu”, ha concluso Sen. Il Premio Nobel ha chiesto l’apertura immediata di un’inchiesta delle Nazioni Unite sui presunti crimini contro l’umanità commessi dalla Giunta, che viene chiesta da un numero di stati occidentali, inclusi gli Stati Uniti, la Gran Bretagna e la Francia. (…) Niente forse è più importante ora che il giorno delle elezioni farse si avvicina della discussione pubblica globale sulla natura reale di elezioni fraudolente” ha detto. “Le espressioni di ipocrita speranza che le cose possono cambiare dopo le elezioni sono totalmente contrary ad un’analisi ragionata su quello che sta succedeno in Birmania”, ha detto Sen. (Puoi leggere l'articolo in originale su OutlookIndia) (21 Ottobre 2010) 2010-11-11T22:41:02.9430000+01:00 http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=136d5fb8fc3b4634b37d4dcd66543d33&docid=30dfb921cc364b89b09a32d1cebe5a1a Thu, 11 Nov 2010 21:41:02 GMT b94f04a531fd47cd8ff1fef1d3436a61 Rilasciata Aung San Suu Kyi - Un ritratto della leader democratica Rilasciata Aung San Suu Kyi. Grande gioia ma non si deve abbassare la guardia. La comunitá internazionale deve vigilare, non cadere nelle solite trappole della giunta. Giá in precedenza rilasci non hanno cambiato la situazione interna. Si deve chiedere un dialogo. Tripartito e inclusivo. E mantenere le sanzioni. Cecilia Brighi Aung San Suu Kyi - Un ritratto Per una ritratto del Premio Nobel per la Pace e per capire più in profondità le scelte di fondo della leader democratica birmana puoi leggere il racconto "Aung San Suu Kyi, la signora di University Avenure" scritto nel 2006, seguendo il link o scaricando il file in allegato. (13 Novembre 2010) 2010-11-13T16:55:46.4500000+01:00 http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=136d5fb8fc3b4634b37d4dcd66543d33&docid=b94f04a531fd47cd8ff1fef1d3436a61 Sat, 13 Nov 2010 15:55:46 GMT 44d95b1aea2446efb1bbafd5376b3ada Vaclav Havel: "La farsa delle elezioni birmane" "Il 7 novembre non porrà fine alla dittatura o agli abusi dei diritti umani in Birmania. Non è necessario attendere lo svolgimento delle elezioni per averne certezza. Non c’è quindi nulla che giustifichi l’inerzia. È giunto il momento che il mondo si unisca nel sostegno al popolo birmano, portandogli finalmente pace e dignità." Vaclav Havel. clicca sul titolo per continuare.. 2010-10-02T16:31:41.5500000+02:00 La farsa democratica birmana Vaclav Havel 28 settembre 2010 http://www.project-syndicate.org/commentary/havel41/English PRAGA – Quando il 7 novembre si terranno in Birmania le prime elezioni politiche dopo quasi venti anni verrà recitato un copione provato nei minimi dettagli. I generali al governo del paese non faranno altro che distorcere quello che dovrebbe essere un processo democratico, in cui il popolo ha facoltà di esprimere la propria volontà, trasformandolo in una beffa nei confronti della libertà di espressione, in cui il popolo voterà per paura e nell’assenza di qualunque speranza. La comunità internazionale deve giudicare i generali birmani per le loro azioni, e non in base a parole e promesse. In Birmania la realtà dei fatti mette in risalto la verità con un vigore molto maggiore di qualunque proclama pronunciato dai generali su elezioni libere e transizioni democratiche. Sono oltre 2100 i prigionieri politici ancora nelle carceri birmane; molti sono stati torturati, costretti a vivere in condizioni orribili e senza possibilità di accedere all’assistenza medica. Proseguono gli attacchi contro le minoranze etniche del paese, mentre i civili e gli stessi bambini continuano a essere oggetto di attacchi intenzionali da parte della polizia e dei militari birmani. I media del paese sono soggetti a censura, la libertà di espressione viene negata e il partito politico con il maggiore consenso nel paese, la Lega Nazionale per la Democrazia (NLD), vincitore delle elezioni del 1990, è stato ridotto alla smobilitazione, avendo rifiutato di partecipare alle elezioni di novembre. In tali condizioni, elezioni libere e trasparenti sono letteralmente impossibili. Questa cosiddetta transizione democratica, un processo progettato esclusivamente dai dittatori e che prevede come partecipanti esclusivi i seguaci del regime, non farà altro che sancire la prosecuzione della dittatura. Prima che il destino della Birmania venga cristallizzato in una dittatura di nuovo stampo, è assolutamente necessario che le Nazioni Unite avviino immediatamente e con rinnovato vigore un nuovo processo che conduca questo tormentato paese alla riconciliazione nazionale e alla democrazia. La comunità internazionale, a Oriente come a Occidente, deve unirsi a sostegno di un’iniziativa condotta dalle Nazioni Unite per l’avvio di un dialogo effettivo. Tuttavia, affinché un tale dialogo goda di una legittimità reale, non potrà prescindere dal premio Nobel per la Pace Daw Aung San Suu Kyi, costretta per decenni agli arresti domiciliari, come pure dal suo partito, la NLD. È inoltre necessario che altri gruppi dell’opposizione democratica e rappresentanti autentici delle minoranze etniche possano avere voce in tale processo. Va inoltre esercitata pressione affinché i generali birmani si siedano a un tavolo negoziale in cui possano svolgersi negoziati reali. A tale scopo sarà necessario fare ricorso a tutti gli strumenti a disposizione della comunità internazionale. Tuttavia la responsabilità di sostenere la Birmania non può essere lasciata nelle sole mani dell’ONU. La pressione nei confronti dei generali birmani dovrà essere anche di natura bilaterale e multilaterale e dovrà trarre rinforzo da misure di carattere economico attentamente calibrate, tra cui sanzioni mirate di natura finanziaria e bancaria. Dovranno inoltre essere intraprese misure per porre fine all’impunità di cui hanno goduto i generali birmani al governo. La dittatura deve rispondere delle accuse di crimini di guerra e di crimini contro l’umanità, commessi principalmente contro le minoranze etniche del paese, sfinite da decenni di oppressione, ostracismo e malgoverno militare. È importante che l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite segua la raccomandazione formulata dal Relatore Speciale dell’ONU relativa all’istituzione di una Commissione d’Inchiesta sui crimini di guerra e sui crimini contro l’umanità in Birmania. Il Consiglio di Sicurezza dell’ONU dovrà inoltre imporre un embargo sugli armamenti nei confronti della Birmania, come peraltro è già avvenuto con altri paesi similmente dilaniati da conflitti e da gravi abusi dei diritti umani. I paesi che forniscono armamenti alla Birmania si espongono all’accusa di complicità nei crimini di guerra e nei crimini contro l’umanità commessi dal regime. Il 7 novembre non porrà fine alla dittatura o agli abusi dei diritti umani in Birmania. Non è necessario attendere lo svolgimento delle elezioni per averne certezza. Non c’è quindi nulla che giustifichi l’inerzia. È giunto il momento che il mondo si unisca nel sostegno al popolo birmano, portandogli finalmente pace e dignità. Václav Havel, ex Presidente della Repubblica Ceca, Sua Santità il Dalai Lama, leader spirituale del Buddhismo Tibetano, Sua Altezza Reale El Hassan Bin Talal, Presidente dell’Arab Thought Forum, André Glucksmann, saggista e filosofo francese, Vartan Gregorian, Presidente della Carnegie Corporation, Michael Novak, filosofo cattolico-romano e diplomatico, Karel Schwarzenberg, Ministro degli Esteri della Repubblica Ceca, Desmond Tutu, Premio Nobel per la Pace, Grigory Yavlinsky, Presidente di Yabloko, Partito Democratico Unificato Russo. http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=136d5fb8fc3b4634b37d4dcd66543d33&docid=44d95b1aea2446efb1bbafd5376b3ada Sat, 02 Oct 2010 14:31:41 GMT 486d93a95446479eb20778d82d73a216 Commissione Esteri Senato approva Petizione CISL sulla Birmania Il 15 settembre pomeriggio, su invito del Presidente del Senato, la Commissione Esteri del Senato ha discusso e approvato la Petizione lanciata alcuni mesi fa dalla CISL, sulla Birmania il cui primo firmatario è stato Raffaele Bonanni, Segretario Generale CISL. Ora secondo il regolamento del Senato la Petizione approvata, verrà inviata al governo, con invito a provvedere nel merito. La Petizione era stata ufficialmente consegnata alla Presidenza del Senato, rappresentato dal Senatore Benedetto Adragna, il 17 giugno nella Serata d'onore promossa dalla CISL all'Auditorium della Musica di Roma, in occasione del compleanno della Premio Nobel birmana Aung San Suu Kyi. La petizione, che ha raccolto oltre 7.000 firme chiedeva al Ministro degli Esteri, al rappresentante Speciale UE Piero Fassino, al Parlamento Italiano di raccogliere l'appello dell'opposizione democratica e sindacale birmana e di condizionare la accettazione delle prossime elezioni imposte dalla giunta militare alla attuazione di tre condizioni quali: l' immediata liberazione di Aung San Suu Kyi e degli altri detenuti politici, la garanzia del diritto per tutti loro di partecipare ed essere candidati alle elezioni; la cessazione di tutti gli attacchi contro le comunità etniche e gli attivisti democratici;l'apertura immediata di un dialogo genuino ed inclusivo tra la giunta, le organizzazioni democratiche e le nazionalità etniche, che comprenda la revisione della costituzione. La petizione CISL chiedeva inoltre che il governo italiano si impegni perché la UE decida un rafforzamento delle sanzioni economiche mirate, attuate in modo flessibile, con l’inclusione dei settori finanziari ed assicurativi, il divieto di nuovi investimenti e procedure di controllo certe ed efficaci. La petizione CISL ha anche chiesto che la UE si impegni affinché il Consiglio di Sicurezza ONU approvi un embargo globale sugli armamenti verso la Birmania e la prossima Assemblea Generale ONU si esprima a favore della costituzione di una Commissione d’Inchiesta ONU sui crimini di guerra e contro l’umanità perpetrati dalla giunta. Nel Dibattito alla Commissione sono intervenuti, tra l'altro, a sostegno della Petizione il Senatore Franco Marini ex Presidente della Camera, il Senatore Pietro Marcenaro che è Presidente della Commissione Diritti Umani ed il Senatore Giorgio Tonini, che ha anche chiesto e ottenuto che la delegazione del Senato Italiano che andrà alla Assemblea Generale ONU rappresenti in quella sede le richieste della CISL. (17 Settembre 2010) 2010-09-17T16:57:47.8230000+02:00 http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=136d5fb8fc3b4634b37d4dcd66543d33&docid=486d93a95446479eb20778d82d73a216 Fri, 17 Sep 2010 14:57:47 GMT af83eb9d535e4ca8ad333579885b0f16 Stati Uniti e ONU rispondono alla data delle elezioni birmane - Articolo di Lalit K Jha The Irrawaddy – In seguito all’annuncio del regime militare birmano che le elezioni si terranno il 7 Novembre, l’Amministrazione Obama ha criticato il processo elettorale e il Segretario Generale delle Nazioni Unite ha reiterate la sua richiesta di elezioni inclusive, libere e corrette, ed entrambi hanno chiesto che tutti i prigionieri politici vengano rilasciati. “Le elezioni non possono essere inclusive o credibili con le condizioni attuali” ha detto il portavoce del Dipartimento di Stato americano Mark Toner a The Irrawaddy “Rimaniamo preoccupati per la mancanza di regole e possibilità uguali per tutti e per l’oppressione politica in Birmania”. “Il regime reprime i diritti basilari e le libertà del popolo birmano” ha detto Toner. “Chiediamo con urgenza che la giunta rilasci immediatamente tutti i prigionieri politici e di dare inizio ad un dialogo genuino con tutti gli attori in campo come primo passo verso la riconciliazione nazionale” ha dichiarato Toner rispondendo alle domande. Ban Ki-Moon questo venerdì ha chiesto con urgenza alla giunta di rilasciare tutti i prigionieri politici cosicché possano partecipare liberamente alla vita politica del Paese”. “Il Segretario Generale ha reiterate la sua rischiesta alle autorità del Paese di onorare l’impegno preso pubblicamente per elezioni inclusive, libere e corrette con lo scopo di avanzare le prospettive di pace, democrazia e sviluppo” ha detto il portavoce Martin Nesirky ai giornalisti presso i quartier generali delle Nazioni Unite a New York. “Come passo essenziale per ogni processo di riconciliazione nazionale e transizione democratic, il Segretario Generale raccomanda con forza che le autorità facciano in modo che le libertà fondamentali siano garantire per tutti i cittadini della Birmania e che si rilascino tutti i prigionieri politici senza ulteriori ritardi, cosicché possano liberamente partecipare alla vita politica del Paese” ha detto Nesirky. Rispondendo ad una domanda sul votare alle elezioni, il portavoce ha detto che Ban Ki-Moon è stato molto chiaro nell’esprimere le preoccupazioni delle Nazioni Unite e della comunità internazionale, le aspettative e gli incoraggiamenti circa il processo elettorale, compresa la necessità per le autorità birmane di fare passi per assicurare che le prime elezioni nel Paese da vent’anni a questa parte siano credibili e inclusive. “E’ stato anche molto chiaro sul fatto che le Nazioni Unite rispettano le decisioni di tutti i partiti in merito alle elezioni” ha continuato il portavoce. Nesirky ha detto che il Segretario Generale e il suo Consigliere Speciale rimangono in contatto con le autorità birmane. “Ma entrambi sentono che il processo ha bisogno di più collaborazione da parte della Birmania” ha detto, aggiungendo che il Segretario Generale presenterà più dettagliatamente la sua posizione quando farà rapporto all’Assemblea Generale. Nel frattempo, un avvocato e Senatore repubblicano negli Stati Uniti ha definite le elezioni della giunta una parodia della democrazia. “Sebbene la giunta birmana descriverà la farsa annunciate oggi come una elezione – un esercizaio che sola la giunta considera significativo – il 7 Novembre 2010 sarà solo un altro giorno in Birmania segnato dall’oppressione del governo e dalla sofferenza del suo popolo” ha detto il Senatore Mitch McConnell. “Chiedo al Presidente Obama di rinnovare il suo sostegno ad Aung San Suu Kyi e alle forze democratiche nel Paese e di lavorare per assicurare che nessuno nella comunità internazionale sia tentato nel considerare questa farsa come un processo democratico” ha detto. “Dal momento che gli Stati Uniti e l’ONU hanno fallito nell’esercitare una pressione efficace sul regime, i Generali in Birmania sono ora sicuri che la comunità internazionale non potrà a non farà nulla al di là di qualche comunicato per fermare i crimini contro l’umanità e pianificare una dittatura militare permanente nel Paese” ha detto Aung Din della US Campaign for Burma. “Questo perchè stanno procedendo perso delle elezioni finte. Anche se non potranno fermare le trame del regime e le sue atrocità, almeno gli Stati Uniti e l’ONU dovrebbero denunciare e rigettare le elezioni del regime” ha dichiarato Aung Din a The Irrawaddy. (Puoi leggere l'articolo in originale su The Irrawaddy) (15 Agosto 2010) 2010-08-15T10:53:31.8670000+02:00 http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=136d5fb8fc3b4634b37d4dcd66543d33&docid=af83eb9d535e4ca8ad333579885b0f16 Sun, 15 Aug 2010 08:53:31 GMT 50a84f81dda5469087c84ffcc69f71a3 Ambizioni nucleari birmane: la produzione di gas naturale serve per il programma nucleare segreto della Giunta? EarthRightsInternational – Martedì 22 Giugno, Paul Donowitz di EarthRightsInternational e Robert Kelley, ex Direttore dell’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (IAEA) ha discusso al National Endowment for Democracy sulle recenti rivelazioni in merito al programma per la produzione di armi nucleari portato avanti dalla Giunta birmana. Co-autore del recente Rapporto pubblicato da Democratic Voice of Burma e diffuse da Al-Jazeera, Kelley ha presentato le prove fotografiche e altro materiale sensibile portato fuori dalla Birmania e reso noto dal Maggiore Sai Thein Win, ex vice-comandante di un complesso industriale militare top-secret nella citta di Myaing che ha abbandonato l’esercito e il regime. Prima di scappare dalla Birmania, Sai Thein Win ha collezionato migliaia di file dettagliati sul programma segreto attuato dai Generali per costruire armi nucleari, documenti poi analizzati da Kelley nel suo rapporto. Kelley ha spiegato che il programma nucleare Birmano sembra ancora rudimnetale e ai primi passi, con scienziati che apparentemente sperimentano con il laser i processi di separazione degli isotopi e la tecnologia di centrifuga per l’arricchimento dell’uranio. Kelley ha concluso che, pur essendo una questione seria e un serio motivo di preoccupazione internazionale, il programma nucleare birmano non è ancora capace di produrre armi vere e proprie. Nel suo commento, Paul Donowits, Direttore delle Campagne di ERI ha spiegato come la Birmania, uno dei Paesi più poveri d’Asia, è stato capace di finanziare il programma nucleare grazie alla vendita del gas natural dei progetti Yadana e Yetagun alla Thailandia. Donowitz ha esaminato i rapporti recenti prodotti dalla stessa EarthRightsInternational secondo i quali i miliardi provenienti dal gas che arrivano alla Giunta, in pratica non entrano mai in Birmania, ma rimangono su conti off-shore a Singapore, Dubai e, con ogni probabilità, in altri Paesi. Queste riserve in valuta straniere danno abbastanza dollari alla Giunta per comprare tecnologia nucleare, insieme ad altri acquisti non necessari e dannosi, compresa la recente acquisizione di caccia Mig-29 dalla Russia (Dicembre 2009) per circa 570 milioni di dollari americani, la costruzione da zero di una nuova capitale, Naypyidaw, e l’acquisto di armi d’attacco dalla Cina, usate contro il suo stesso popolo. Donowitz ha poi illustrato gli sforzi recenti nel convincere le imprese petrolifere straniere che operano in Birmania, compresa la Chevron (US), la Total (Francia) e la PTTEP (Thailandia) nel rendere pubblici i pagamenti alla Giunta, ma queste compagnie si sono rifiutate (Puoi leggere il discorso di Donowitz nel .PDF in allegato). (Puoi leggere l'articolo in originale su EarthRightsInternational) (26 Giugno 2010) 2010-06-26T11:20:35.7400000+02:00 http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=136d5fb8fc3b4634b37d4dcd66543d33&docid=50a84f81dda5469087c84ffcc69f71a3 Sat, 26 Jun 2010 09:20:35 GMT f9d8d60486e74cc69e72391eed02cb25 Ragazzo di 15 anni colpito ed ucciso e il corpo nascosto sotto un ponte da un soldato birmano. La colpa essersi rifiutato di entrare nell’esercito. Democratic Voice of Burma – Per la prima volta un bambino soldato è stato ucciso per essersi rifiutata di entrare nell’esercito. L’uso di bambino soldati nell’esercito è illegale nella legge birmana, ma il regime militare rimane uno dei primi regimi al mondo in quanto a reclute minorenni. 2010-06-13T00:35:32.2470000+02:00 La morte del ragazzo, Tin Min Naing, è stata raccontata da un’amico, Kyaw Win Aung, che è stato allo stesso modo costretto dai soldati, ma che è stato rilasciato il giorno seguente dopo chgli effetti del il trauma sono divenuti apparenti agli ufficiali della base militare locale Thantada. Il ragazzo sopravvissuto ha aggiunto che i due stavano scappando quando Tin Min Naing è stato colpito due volte nella schiena. (…) “Questo caso è disumano. Il salario guadagnato dai soldati non è abbastanza per coprire i loro bisogni cosicché l’esercito cerca bambini da reclutare (in cambio di cibo e soldi). La pratica assomiglia sempre più ad un rapimento o un furto”. Un rapporto delle Nazioni Unite rilasciato la settimana scorsa ha descritto l’uso di bambini soldati da parte della Birmania come “persistente”, e ha fatto il nome di un numero di gruppi armati etnici ugualmente colpevoli. L’esercito birmano è anche conosciuto per usare bambini come sminatori, forzandoli a camminare davanti alle truppe come scudi umani. Un rapporto di Human Rights Watch del 2002 affermava che almeno 70,000 minori potrebbero trovarsi nell’esercito. (Se vuoi leggere l'articolo per intero vai su Democratic Voice of Burma) (8 Giugno 2010) http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=136d5fb8fc3b4634b37d4dcd66543d33&docid=f9d8d60486e74cc69e72391eed02cb25 Sat, 12 Jun 2010 22:35:32 GMT d45c4bbedeca4605b8ed6d76aeda7714 Prodi consegna a Moses Onlus il Premio per la Pace Giuseppe Dossetti 2010 Romano Prodi ha consegnato a Moses Onlus il Premio per la Pace Giuseppe Dossetti 2010, per le "Scuole nella giungla", una delle iniziative più importanti tra quelle promosse dal gruppo in Birmania. Il progetto consiste nel promuovere l'accesso all'istruzione per 220 bambini rifugiati a causa della pulizia etnica perpetrata dal regime in vaste aree del Paese. Come descritto dal comunicato stampa allegato: "Il funzionamento delle Scuole è garantito dai Volontari di Moses che direttamente seguono l’avanzamento delle attività e provvedono a un piccolo salario per gliinsegnanti, al materiale didattico, al vestiario, al nutrimento e alle cure sanitarie. Per una cinquantina di loro, che sono senza famiglia, è funzionante in un ostello protetto dove una personadel campo si prende cura di loro". Puoi scoprire il lavoro di Moses Onlus - che è stata costituita 5 anni fa a Madonna di Campiglio da un gruppo di persone sopravvissute allo Tsunami - su www.moses.it o su www.salvaunbimbo.it. 2010-06-07T00:55:40.8700000+02:00 http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=136d5fb8fc3b4634b37d4dcd66543d33&docid=d45c4bbedeca4605b8ed6d76aeda7714 Sun, 06 Jun 2010 22:55:40 GMT 285c26dbbb724f18b310ada11841317a Il Senatore Webb visiterà di nuovo la Birmania Agence France Press – L’influente senatore ha annunciato questo martedì che in settimana avrebbe visitato Corea del Sud, Thailandia e Birmania, accusando la Cina di fallire nel dimostrare di essere una potenza responsabile in una regione in crescente subbuglio. “E’ tempo per gli Stati Uniti, insieme ai propri alleati e partner, di chiedere alla Cina di agire in maniere responsabile per aumentare la stabilità e la proseprtià della regione” ha detto il Senatore democratic Jim Webb. Webb, Presidente della Sotto-Commissione del Senato di Politica Estera sugli Affari in Asia e nel Pacifico, ha dichiarato che si incontrerà con dirigenti e imprenditori locali e americani durante il suo viaggio (29 Maggio – 6 Giugno). Il democratico, un forte sostenitore del coinvolgimento americano nella regione, ha detto che l’attacco nordcoreano alla nave da guerra sudcoreana, gli scontri violenti in Thailandia e la situazione in Birmania “hanno sottolineato il bisogno di un maggior coinvolgimento degli Stati Uniti nell’area”. “L’influenza cinese è cresciuta rapidamente e largamente in tutta l’Asia. Sfortunatamente, il comportamento della Cina non si è dimostrato quello di una potenza responsabile come ci si aspetta da un leader regionale e globale” ha aggiunto. L’avvocato della Virgina ha espresso le proprie preoccupazione che gli sforzi americani in Asia non trovino supporto finanziario, mettendo così a rischio la capacità di Washington di difendere i propri interessi nella regione. “L’Asia orientale sta vivendo un periodo di grande subbuglio, e allo stesso tempo la Cina sta fortemente espandendo la propria influenza. Se siamo seri nell’intendo di creare una politica estera attiva e intelligente, dobbiamo iniziare a dare ai nostri diplomatici i necessari strumenti e le necessarie risorse” ha detto in un comunicato. (Puoi leggere l'articolo in orginale su Democratic Voice of Burma) (26 Maggio 2010) 2010-05-27T01:33:15.0370000+02:00 http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=136d5fb8fc3b4634b37d4dcd66543d33&docid=285c26dbbb724f18b310ada11841317a Wed, 26 May 2010 23:33:15 GMT 94eda993438045b9b6e0c98c2679e4ac La giunta rifiuta gli osservatori internazionali alle elezioni farse Secondo fonti di agenzia di stampa i leader della giunta militare birmana hanno rifiutato di accettare la presenza di osservatori internazionali alle prossime elezioni che si terranno in una data non ancora fissata ma hanno chiesto una cooperazione non specificata agli stati Uniti a sostegno del voto. 2010-05-17T22:32:52.9430000+02:00 Un funzionario ha chiesto con urgenza agli USA di "mostrare un atteggiamento positivo" rispetto alle elezioni anche se l'inviato americano Kurt Campbell ha già espresso profonde preoccupazioni sulle elezioni subito dopo la sua visita in Birmania. Nel corso del suo viaggio Campbell ha dichiarato che sino ad ora il percorso elettorale porta gli USA a ritenere che le elezioni"mancheranno di legittimità internazionale". "Noi sollecitiamo il regime a adottare misure immediate per aprire il processo nel periodo rimanente prima delle elezioni" ha dichiarato. Campbell ha chiesto se verranno accettati ossevatori internazionali possibilmente dall'ASEAN, ma è stato rintuzzato. "La nazione ha un mare di esperienza con le elezioni, non abbiamo bisogno di cani da guardia elettorali che vengano qui" ha dichiarato il capo della Commissione Elettorale Thein Soe. "Sono state adottate misure per garantire elezioni libere ed eque" a quanto pare quanto sono state le parole del capo della Commissione a Campbell. Campbell che si è fermato in Birmania per una visita di due giorni si è incontrato con molti ministri della giunta e con la leader Aung San Suu Kyi. Alcuni dettagli di tali colloqui con i rappresentanti della giunta sono stati pubblicati dai giornali di stato mercoledì scorso. "Vorremmo ricevere la vostra cortese collaborazione in modo che le elezioni possano tenersi in modo pacifico e positivo" ha dichiarato il Ministro per l'informazione Kyaw Hsan a Campbell. Kyaw Hsan ha anche dichiarato di apprezzare la nuova politica di Washington di impegno diretto con la Birmania e ha sollecitato gli USA ad "mostrare un atteggiamento positivo". (16 Maggio 2010) http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=136d5fb8fc3b4634b37d4dcd66543d33&docid=94eda993438045b9b6e0c98c2679e4ac Mon, 17 May 2010 20:32:52 GMT c0c098d46ded43bfac0538e984efedf9 Le leggi della giunta rendono impossibili elezioni libere: così il Parlamento Europeo Mizzima – Il Parlamento Europeo questo giovedì ha approvato una risoluzione che condanna il piano del regime di tenere elezioni nazionali “sotto condizioni che non sono democratiche e sulla base di regole che escludono la maggiore opposizione democratica” ha dichiarato il portavoce del Parlamento a Strasburgo. La risoluzione fortemente voluta e votata da una maggioranza di 736 membri chiede anche che vengano cambiate le leggi elettorali perché “rendono impossibili elezioni libere e trasparenti”. La risoluzione critica la nuova Costituzione birmana, ratificata con infamia nel Maggio del 2008 in quello che viene comunemente definito come referendum della vergogna, perché tenuto sulle macerie provocate dal Ciclone Nargis. La risoluzione “deplora il fatto che, sotto la nuova Costituzione, i militari si siano garantiti il venticinque per cento dei seggi in parlamento e avranno il potere di sospendere le libertà civili e l’autorità legislativa nell’interesse della sicurezza nazionale”. Questo passaggio della risoluzione è visto da molti osservatori come un’importante vittoria per il gruppo di advocacy Burma Campaign UK, di Londra, che ha lavorato con attivisti e gruppi democratici in tutta Europa con lo scopo di spostare la politica europea verso una posizione più dura nei confronti della nuova costituzione birmana e dei suoi piani elettorali. (Puoi leggere la seconda parte dell'articolo qui) (Puoi leggere il testo della Risoluzione del Paramento sulla Birmania qui) (23 Maggio 2010) 2010-05-23T22:57:45.0070000+02:00 http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=136d5fb8fc3b4634b37d4dcd66543d33&docid=c0c098d46ded43bfac0538e984efedf9 Sun, 23 May 2010 20:57:45 GMT 8a2f926120564ccf8fa098c35c32c6cb Rapporto del Tribunale internazionale sui crimini contro le donne birmane In allegato il rapporto del Tribunale internazionale sui crimini contro le donne birmane. Il rapporto documenta i temi presentati da dodici testimoni sulal violenza sessuale contro le donne, sulle violazioni dei diritti politici e civili, sulla violazione dei diritti umani economici e culturali in Birmania. Il rapporto fornisce anche i dati raccolti dai giudici del Tribunale e sottolinea le raccomandazioni nei confronti del regime militare birmano, della regione asiatica, della comunità internazionale e delle Nazioni Unite e ulteriori raccomandazioni per la società civile. 2010-05-15T21:16:03.6730000+02:00 (Puoi scaricare il rapporto su questo sito o trovarlo in allegato a fondo pagina) (16 Maggio 2010) http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=136d5fb8fc3b4634b37d4dcd66543d33&docid=8a2f926120564ccf8fa098c35c32c6cb Sat, 15 May 2010 19:16:03 GMT 0a358110525d48958ab5436a4ba2e50b Un inviato degli Stati Uniti incontra la leader dell’opposizione Suu Kyi Uno dei più importanti diplomatici americano doveva incontrare la leader dell’opposizione Aung San Suu Kyi questo lunedì nel momento in cui la giunta è criticata in merito alla preparazione delle prime elezioni dopo due decenni. L’amministrazione Obama ha fatto del dialogo con gli avversari la firma della propria politica e ha lanciato il dialogo con la Birmania dopo aver concluso che i tentativi occidentali di isolare il regime non hanno portati grandi frutti. Kurt Campbell, Assistente Segretario per East Asian and Pacific Affairs, si doveva incontrare Suu Kyi e i membri dei partiti politici come parte della due giorni nel Paese, ha detto un ufficiale del governo birmano. 2010-05-10T21:51:57.6930000+02:00 Campbell è arrivato nella capitale della Birmania, Naypyidaw, questa domenica e ha avuto modo di parlare con vari ufficiali, tra cui il Ministro dell’Informazione Kyaw Hsan. La National League for Democracy (NLD) è stata smobilitata con la forza la settimana scorsa per le leggi, ampiamente criticate, che regolano le elezioni che sono programmate per la fine di quest’anno. Il Premio Nobel per la Pace (64 anni) è stata agli arresti per 14 degli ultimi 20 anni. Campbell l’ha incontrata a Yangon lo scorso Novembre, diventando cosi il più alto ufficiale a visitare la Birmania in 14 anni. Prima della sua ultima visita, Campbell ha detto di essere preoccupato per la preparazione delle elezioni in Birmania, Paese governato dai militari dal 1962. “Siamo preoccupati da molto di quello che abbiamo visto e abbiamo reali preoccupazioni sulla legge elettorale e sull’atmosfera che è stata creata” ha detto Campbell questa domenica. Era in programma per il massimo inviato di Obama in Estremo Oriente un colloquio con i membri del vecchio NLD, compreso un incontro con Suu Kyi e una conferenza stampa (...). (Puoi leggere la seconda parte dell'articolo qui) (10 Maggio 2010) http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=136d5fb8fc3b4634b37d4dcd66543d33&docid=0a358110525d48958ab5436a4ba2e50b Mon, 10 May 2010 19:51:57 GMT 1415383aceff493a87656816fa221b88 Birmania: Appello contro le elezioni della dittatura ADERISCI ALLA CAMPAGNA GLOBALE CONTRO LE ELEZIONI MILITARI 2010 IN BIRMANIA - FIRMA ANCHE TU! - Ecco l'appello contro le elezioni farsa in Birmania. L'appello urgente - primo firmatario Raffaele Bonanni - è diretto al governo italiano e alla Unione Europea, affinchè diano ascolto alle richieste del sindacato e di tutte le organizzazioni democratiche birmane. Come sottoscrivere l'appello Leggi l'appello qui sotto. Se vuoi anche tu sostenere la battaglia delle forze democratiche birmane e fare pressioni su Italia e Unione Europea puoi sottoscrivere l'appello riempiendo i campi a fondo pagina. Ogni firma è un contributo importante. CAMPAGNA GLOBALE CONTRO LE ELEZIONI MILITARI 2010 IN BIRMANIA APPELLO Al Ministro degli Esteri On. Franco Frattini Ai Presidenti Commissioni Esteri Camera dei Deputati e Senato della Repubblica Al Rappresentante Speciale UE On. Piero Fassino Condanno duramente la giunta militare birmana, la Costituzione farsa e le inaccettabili leggi elettorali, che impediscono alla eroina Aung San Suu Kyi e agli altri oltre 2.100 detenuti politici di candidarsi e di votare alle prossime elezioni, mentre i partiti politici per continuare ad esistere dovranno espellere Aung San Suu Kyi e tutti gli altri prigionieri politici e dovranno giurare di proteggere e rispettare la “Costituzione farsa”. Queste leggi elettorali rappresentano la tragica conferma della totale non credibilità delle prossime elezioni e l’assoluta non volontà della giunta militare di avviare una rapida ed effettiva transizione alla democrazia. Tali leggi seguono l’imposizione di una Costituzione farsa. Tale Costituzione perpetua anche nel futuro il potere militare, impedisce la libertà di organizzazione politica e sindacale, prevede la possibilità di continuare ad utilizzare il lavoro forzato e la violazione dei diritti umani fondamentali e l’impunibilità dei militari responsabili dei crimini contro di guerra e contro l’umanità. Denuncio, a fianco del sindacato birmano FTUB e delle organizzazioni democratiche birmane, che queste elezioni sono una ulteriore manovra della giunta militare per rimanere saldamente al potere, ma in abiti civili e in modo autoritario e repressivo, mentre lo stato di diritto rimarrà un illusione ad uso di quei governi che vogliono continuare a depauperare le risorse naturali, sociali e umane del paese. Denuncio l’aumento drammatico della repressione dei diritti umani fondamentali, delle uccisioni, degli stupri, degli arresti arbitrari, del lavoro forzato, dell’utilizzo dei bambini soldato e un spaventoso peggioramento delle condizioni di vita e di lavoro, che hanno portato migliaia di lavoratrici a scioperare nelle zone industriali di Rangoon, mettendo a rischio la loro libertà. Sostengo le richieste del sindacato clandestino e di tutte le organizzazioni democratiche birmane che chiedono alla comunità internazionale di condizionare l’accettazione delle elezioni alle seguenti condizioni: Immediata e incondizionata liberazione di Aung San Suu Kyi e degli altri detenuti politici, e la garanzia del diritto per tutti loro di partecipare ed essere candidati alle elezioni; Cessazione di tutti gli attacchi contro le comunità etniche e gli attivisti democratici; Apertura immediata di un dialogo genuino ed inclusivo tra la giunta, le organizzazioni democratiche e le nazionalità etniche, che comprenda la revisione della costituzione. Chiedo: Che il governo italiano, il Parlamento, il Rappresentante Speciale UE assumano queste tre richieste e condizionino la accettazione delle elezioni alla loro attuazione, avviando una consultazione urgente con le organizzazioni sindacali e democratiche birmane. Che il governo italiano si impegni perché la UE decida un rafforzamento delle sanzioni economiche mirate, con l’inclusione dei settori finanziari ed assicurativi, con il divieto di nuovi investimenti e con procedure di controllo certe ed efficaci. Tali sanzioni saranno applicate secondo modalità flessibili, a seconda degli sviluppi positivi o negativi del processo politico. Che la UE promuova tali legittime richieste nei negoziati con i paesi asiatici. Che la UE si adoperi attivamente perché il Consiglio di Sicurezza ONU approvi un embargo globale sugli armamenti verso la Birmania. Che la UE appoggi la raccomandazione del Relatore Speciale ONU per i Diritti Umani in Birmania, per la costituzione di una Commissione d’Inchiesta ONU sui crimini di guerra e contro l’umanità perpetrati dalla giunta. L’Italia non può restare silenziosa. 2010-05-05T22:34:25.6500000+02:00 * * * Per partecipare alla campagna con la tua firma basta sottoscrivere i campi qui sotto. Partecipa anche tu! (16 Aprile 2010) http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=136d5fb8fc3b4634b37d4dcd66543d33&docid=1415383aceff493a87656816fa221b88 Wed, 05 May 2010 20:34:25 GMT 01884874641d43069683e6177bcba6b5 adesioni all'appello per un impegno contro le elezioni farsa. oltre alle adesioni individuali hanno aderito le associazioni di giornalisti LETTERA22 e ARTICOLO21, L'appello chiede al governo italiano, al Parlamento e all'Unione Europea di condizionare il riconoscimento delle elezioni alla attuazione delle richieste avanzate dalla opposizione democratica. Firma anche tu 2010-04-19T13:43:19.1230000+02:00 http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=136d5fb8fc3b4634b37d4dcd66543d33&docid=01884874641d43069683e6177bcba6b5 Mon, 19 Apr 2010 11:43:19 GMT 016d2bc30003493b86c57291a41db8a6 Società francese ha lavorato segretamente sul sistema internet della giunta The Irrawaddy – Il gigante delle telecomunicazioni di Parigi Alcatel-Lucent ha ammesso che ha aiutato segretamente la giunta birmana a costruire l’infrastruttura informatica che le permette di monitorare il traffico Internet. Questo secondo il rapporto di un quotidiano francese. La società ha confermato i suoi legami – che contravvengono le sanzioni imposte dall’Unione Europea – questa settimana dopo che la notizia delle attività è stata rivelata da Canal Plus e dal magazine Les Inrockuptibles. Il megazine presume che l’Alcatel-Lucent ha costruito un sistema che permetta alla giunta di controllare il traffico di e-mail private. La miliardaria Alcatel-Lucent ha detto che ha sviluppato un sistema di telecomunicazioni “per aiutare lo sviluppo economico e culturale della Birmania” che “contribuirà alla sua crescita democratica”. (Puoi trovare l'articolo in originale su The Irrawaddy) (2 Aprile 2010) 2010-04-02T23:50:34.2130000+02:00 http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=136d5fb8fc3b4634b37d4dcd66543d33&docid=016d2bc30003493b86c57291a41db8a6 Fri, 02 Apr 2010 21:50:34 GMT 4fffe2d2aa2a42f29884253f93423ec5 Appello internazionale FIDH, ITUC, ALTSEAN e BLC Pubblichiamo l'urgente appello, tradotto in italiano da Birmaniademocratica, fatto da quattro importanti organizzazioni internazionali, a sostegno della relazione di Quintana - Rappresentante Speciale ONU per i diritti umani in Birmania - e per l'istituzione di una Commissione d'Inchiesta- da parte del Consiglio per i Diritti Umani dell'ONU - sulle violazioni dei diritti umani commesse in Birmania. Federazione Internazionale dei Diritti Umani (FIDH) Confederazione Internazionale dei Sindacati (ITUC-CIS) Burma Lawyer's Council (BLC) Alternative ASEAN Network on Burma (ALTSEAN-Burma) Agli Stati Membri del Consiglio per i Diritti Umani delle Nazioni Unite Parigi – Bruxelles, Bangkok, 23 marzo 2010 Appello al Consiglio per i Diritti Umani affinché appoggi il rapporto e le raccomandazioni del Relatore Speciale in merito alla situazione dei diritti umani in Myanmar/Birmania Eccellenze, La Federazione Internazionale dei Diritti Umani (FIDH), la Confederazione Internazionale dei Sindacati (ITUC-CIS), il Burma Lawyer's Council (BLC) e l’Alternative Asean Network on Burma (ALTSEAN-Burma) lanciano un forte appello al Consiglio per i Diritti Umani affinché appoggi le conclusioni e le raccomandazioni presentate al Consiglio del 15 marzo 2010 dal Professor Tomas Quintana, Relatore Speciale delle Nazioni Unite sui diritti umani in Myanmar, nel suo ultimo rapporto. Le nostre organizzazioni appoggiano fermamente le conclusioni del Relatore Speciale, in cui si fa riferimento a “violazioni palesi e sistematiche dei diritti umani che si susseguono ormai da anni e sono tuttora in corso”. Concordiamo inoltre con quanto sostenuto dal relatore quando afferma che la mancata individuazione delle responsabilità e le violazioni diffuse e sistematiche dei diritti umani non sono altro che “il risultato di una politica statale” che vede coinvolti gli organismi dello Stato a tutti i livelli. FIDH, ALTSEAN-Burma e BLC hanno già sottolineato come alcune di queste presunte violazioni possano costituire crimini internazionali; per questa ragione il governo birmano è tenuto a indagare, perseguire i responsabili e riparare al danno arrecato alle vittime. Il fatto che non siano mai state svolte indagini in merito alle responsabilità di tali presunte violazioni commesse in tutto il paese giustifica che le Nazioni Unite “stiano vagliando la possibilità di costituire una commissione di inchiesta con uno specifico mandato inquirente in modo da intervenire sulla questione dei crimini internazionali”, come indicato nel rapporto del Relatore Speciale. Le organizzazioni firmatarie richiedono da tempo la costituzione di una Commissione d’Inchiesta che indaghi sulle accuse di crimini internazionali commessi in Birmania. Come enunciato nell’ultimo rapporto e nei precedenti, così come in quelli redatti in base ad altri meccanismi e procedure speciali dell’ONU, la distruzione di oltre 3000 villaggi abitati dalle minoranze etniche, il dilagante ricorso al lavoro forzato in determinate aree, l’arruolamento di decine di migliaia di bambini soldato, lo sfollamento forzato di oltre un milione di profughi e sfollati interni e lo stupro dilagante e sistematico di donne delle regioni in cui vivono le minoranze etniche sono alcuni dei crimini ripetutamente perpetrati dai militari birmani. In merito a tali crimini è già più volte stata espressa la condanna dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, dell’allora Commissione per i Diritti Umani dell’ONU, dell’ILO e del Consiglio per i Diritti Umani. L’ufficio dell’ILO di Rangoon ha ricevuto numerose denunce di casi di lavoro forzato, ma proseguono le rappresaglie nei confronti dei soggetti collegati a tali denunce. Come sostenuto dal Relatore Speciale, ciò costituisce una palese violazione dello spirito e della lettera delle misure di protezione stabilite dal Protocollo d’Intesa ILO-Birmania. Sosteniamo anche l’auspicio espresso dal Relatore Speciale per un rafforzamento della presenza dell’ILO nel paese, oltre al significativo collegamento identificato tra settore estrattivo e casi di lavoro forzato denunciati nel rapporto. L’imposizione del lavoro forzato si verifica in un contesto di crescita costante delle iniziative di sciopero in Birmania. La ITUC-CIS e la sua affiliata Federation of Trade Unions – Burma sostengono da tempo che la libertà di associazione e il diritto di organizzazione in Birmania costituiscono parte integrante dello sviluppo di una vera democrazia nel paese. Se continueranno le violazioni orchestrate e appoggiate dallo Stato senza che vi sia posto rimedio, le elezioni politiche previste per l’anno in corso non potranno portare né ad una vera democrazia, né ad un’effettiva riconciliazione nazionale nel paese. Le leggi elettorali non democratiche recentemente annunciate e il mancato intervento del governo birmano sui criteri di riferimento chiave stabiliti dalla comunità internazionale costituiscono altrettante chiare indicazioni della riluttanza del governo ad avviare un’effettiva riforma politica. È giunto il momento che le nostre Organizzazioni passino all’azione. Non è più possibile attendere in silenzio mentre il governo birmano segue spavaldamente un percorso che condurrà al consolidamento del governo militare e a un’ulteriore repressione dell’opposizione politica, dei gruppi etnici e dei lavoratori. È necessario che il Consiglio appoggi il rapporto del Relatore Speciale e invii un chiaro segnale alle autorità birmane in merito al permanere di un enorme vuoto di responsabilità e ai vizi di fondo della posizione sulla riconciliazione nazionale. Ciò permetterà anche di ribadire il sostegno della comunità internazionale ai quattro elementi fondamentali in tema di diritti umani proposti dal Relatore Speciale, a tutt’oggi non realizzati dal regime militare birmano. Vi ringraziamo dell’attenzione con la quale vorrete esaminare la nostra richiesta. Souhayr Belhassen, Presidente FIDH Guy Ryder, Segretario Generale CIS-ITUC Thein Oo, Presidente BLC Debbie Sothard, Coordinatore ALTSEAN - Burma (Traduzione fatta da Birmaniademocratica.org. Puoi trovare lo stesso testo in allegato) (28 Marzo 2010) 2010-03-28T12:36:04.1070000+02:00 http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=136d5fb8fc3b4634b37d4dcd66543d33&docid=4fffe2d2aa2a42f29884253f93423ec5 Sun, 28 Mar 2010 10:36:04 GMT e3affeb5fa2d45799b334364a4d06870 Le istituzioni finanziarie internazionali discutono la situazione economica birmana – Articolo di Theinka Mizzima – La situazione economica birmana verrà discussa quando le istituzioni finanziarie internazionali (IFI) che sostengono progetti di sviluppo nel Sud-est asiatico si incontreranno a Bangkok, il prossimo 27 gennaio. Le IFI avranno una discussione a porta chiusa, condivideranno i propri punti di vista sulle relazioni internazionali del Paese e sulla sua attuale situazione. 2010-01-14T22:19:47.4930000+01:00 Ms. Noily Grece Mercede, incaricata del Sud-Est asiatico e del Mekong per la Bank Information Center ha affermato “L’incontro è per discutere il sostegno alla Birmania da parte delle Multinational Development Banks, l’Asian Development Bank e la World Bank”. L’incontro è organizzato congiuntamente dalla BIC e dall’Open Society Institute-SEA. All’incontro parteciperà anche il Professore Sean Turnell della Macquaire University (Australia), da lungo tempo esperto del Paese. “Abbiamo invitato rappresentanti dalla ADB, dalla Banca Mondiale e dalle ONG. Il Prof. Sean Turnell parteciperà all’evento. Abbiamo anche invitato persone dall’interno della Birmania”, ha aggiunto Mercedo. L’incontro non è legato alla visita del Nobel per l’Economia Prof. Stiglitz dello scorso Dicembre, e coprirà temi relative al ruolo delle IFI nello sviluppo economic birmano. Inoltre, durante l’incontro si discuterà dello scenario post-elezioni 2010 e dei problem che si potranno presentare. Mercedo ha anche detto che si parlerà della possibile assistenza al settore agricolo birmano da parte del Fondo Monetario Internazionale e della Banca Mondiale, che da tempo hanno interrotto i programmi nel Paese. “Attualmente queste istituzioni trovano difficile entrare in Birmania e cominciare a lavorare. Ma dopo le elezioni, potrebbe essere possibile che per alcune di loro diventi possibile muoversi nel Paese. Penso che con le elezioni il FMI e la Banca Mondiale potrebbero iniziare una ricerca per analizzare la situazione e iniziare a cooperare. Anche se alla Birmania fossero accordati dei prestiti, sarebbero necessari due o tre anni” queste le parole di un attivista per l’opposizione, anche lui invitato al meeting. “Sono preoccupati per gli investimenti cinesi in Birmania. Il fatto che la Cina sta dando assistenza finanziaria ufficiale e informale fa sì che i membri della Banca Mondiale vogliano entrare in Birmania, per non rimanere indietro. Ma al momento è molto difficile per loro dal momneto che non ci sono stati cambiamenti nel Paese” ha aggiunto. A metà Dicembre, il Premio Nobel per l’Economia Joseph Stiglitz, insienme al Segretario del UNESCAP, Dr. Noeleen Heyzer, ha partecipato ad un incontro con i generali a Naypytaw e discusso dello sviluppo agricolo, dell’economia rurale e di possibili misure per alleviare la povertà. (Puoi leggere l'articolo in originale su Mizzima) (14 Gennaio 2010) http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=136d5fb8fc3b4634b37d4dcd66543d33&docid=e3affeb5fa2d45799b334364a4d06870 Thu, 14 Jan 2010 21:19:47 GMT 4f1a8c826c454d208ad93b65bde3d9c7 Una città sul confine cinese crocevia del traffico di essere umani – Articolo di Keith B. Richburg Washington Post – Questa piccola città in crescita nella provincia cinese delle Yunnan, dove la prosperità cinese è separata dalla desolazione birmana da nulla più di una debole, rozza recinzione di metallo, è diventata la nuova linea del fronte nella battaglia al traffico degli esseri umani. Ogni pomeriggio, un flusso incessante di persone valica la recinzione di due metri, senza preoccuparsi delle guardie di frontiera cinese situate a poche centinaia di metri. In mezzo a uomini birmani in cerca di lavoro giornaliero, donne venute per vendere verdura nella più ricca Cina, il traffico è decisamente meno benigno. Donne birmane trafficate per matrimoni con uomini cinesi – alcune forzati, altri volontariamente arrangiati tramite “matchmakers” (n.d.r. chi combina il matrimonio). Bambini portati in Cina per essere venduti. E donne cinesi dalle aree povere del Paese che si muovono nella direzione opposta, spesso finendo nell’industria del sesso dell’Asia sud-orientale. 2009-12-27T22:40:29.6030000+01:00 Nel torbido mondo del traffico di essere umani, dicono gli ufficiali governativi e i consiglieri delle agenzie umanitarie, la Cina è diventata contemporaneamente un Paese di origine, di destinazione e di transito. “Alcune delle donne e delle ragazze dello Yunnan e pensano che troveranno un lavoro migliore in Thailandia” ha detto Kathleen Speake, Chief technical adviser dell’ILO a Pechino. I Birmani “stanno arrivando in Cina. Per il traffico delle adozioni e dei matrimoni”. Non ci sono numeri certi per misurare il traffico. Kirsten di Martino, funzionario dell’UNICEF di Pechino, afferma che tra il 2000 e il 2007, il dipartimento per la sicurezza pubblica cinese ha documentato 44,000 casi di traffico, salvando circa 130,000 donne e bambini. Ma, ha aggiunto, “questa è solo la punta dell’iceberg”. La Cina, ha detto, “è molto grande, ed ha lunghissimi confini – insieme a tutta un’altra serie di problemi”. Qui a Ruili, due gang criminali sono state sgominate e solo nella prima metà dell'anno 14 donne sono state salvate. Queste le parole di Meng Yilian, che lavora per il gruppo China-Burma Cooperation Against Human Trafficking. Una vocazione poco raccomandabile “Nei villaggi che confinano con la Birmania, ci sono alcune persone che lavorano come “matchmakers” ha detto “e alcuni di loro trafficano esseri umani. E’ difficile dire chi è matchmaker e chi è un vero e proprio trafficante. “Il Matchmaking (n.d.r. combinare matrimoni), pratica che ricade in un terreno piuttosto scivoloso dal punto di vista legale, è radicato nella tradizione cinese, che permette ad un uomo di fare un dono alla famiglia della donna in cambio del matrimonio. In questa area di confine, i matchmakers non sono difficile da trovare. Da Ruili, una strada di ghiaia porta ad occidente, correndo parallela al confine birmano, vicino alle comunità di etnia Dai che lavorano nelle risaie. Nel villaggio di Mang Sai, la matchmaker è un donnone di 28 anni che dice di essere dentro a questo business da 7 o 8 anni e di aver già combinato con successo 20 coppie, tra compratori cinesi e ragazze birmane. La matchmaker – che ha chiesto di rimanere anonima perchè la sua professione è legalmente “sospetta” – ha detto che una ragazza cinese locale costa 50,000 renminbi, circa 7,300 dollari americani. Ma una ragazza birmana costa 20,000 renminbi, circa 3,000 dollari americani. Ha anche detto che la sua ricompensa è di circa 3000 renminbi, circa 440 dollari. “Io seguo questo principio: solo se due persone si piacciono si combina” ha aggiunto. Più a sud, nella città di Jie Xiang, un farmacista ha detto che spesso è difficile dire chi tra le ragazze birmane che arrivano viene per sposare un cinese e scappare dalla povertà e chi è vittima dei trafficanti. Il farmacista, che ha parlato in condizione di anonimità per paura di rappresaglie da parte dei trafficanti, ha detto “Per le donne tra i 25 e i 30 anni vengono volontariamente. Per quelle più giovani dei 25 anni è molto difficile stabilirlo”. Il farmacista (43 anni) ha detto che parla spesso con le clienti del negozio prima che vadano via con i mariti verso la Cina. “Sono forzate dalla loro condizione economica” ha detto in farmacista “Non hanno altra scelta”. Il farmacista ha detto anche di conoscere un trafficante in città che sta cercando di trovare un compratore per una bambina birmana di 8 anni dopo che già la madre è stata venduta. “Il confine è così lungo, e ci sono molti canali. Non si possono controllare tutti i sentieri. E’ veramente facile per la gente di passare da una parte all’altra. Non c’è un vero e proprio confine qui”. Un confine lungo e poroso Poche ore al confine hanno confermato quanto detto dal giornalista. Mentre il confine ufficiale presso la dogana di Jie Gao era relativamente calmo – solo poche macchine e un paio di persone a piedi – c’era un flusso sostenuto sopra la vicina recinzione, appena fuori dal campo visivo delle guardie di confine. Un donna birmana, Zei Nan (51 anni), si è arrampicata sopra la recinzione portando un sacco pieno di verdure che sperava vendere. Un giovane, Zaw Aung (29 anni), ha confidato di valicare il confine quasi tutti i giorni nella speranza di trovare un lavoro a giornata. Un’altra donna, Huang Shuguo (30 anni) è arrivata alla barriera per portare un cambio di vestiti per il marito, che conduce un taxi sul lato cinese. Il punto è molto conosciuto come zona di passaggio ed è difficile definirlo segreto. Taxi rossi e motociclette si avventurano su e giù lungo la stradina, sperano di tirar su manodopera birmana. Altri si fermano per lasciar scendere passeggeri. Parecchie persone hanno detto che in rare occasioni quando la polizia interviene per fermare la gente, la pena è una multa e un giorno in prigione. Ma Zaw Aung ha rivelato, “Raramente siamo stati presi. Ma la polizia sa che scavalchiamo”. Il governo, in ogni caso, ha recentemente lanciato un’offensiva contro i “matchmakers” come primo passo per combattere il traffico di essere umani. E ci sono i primi segnali che questa scelta sta portando i primi frutti. Nel villaggio di Huo Sai – un posto identificato dai residenti come uno dei punti chiave di transito per trafficare le donne birmane – non c’è stato modo di trovare il matchmaker. Gli abitanti del posto hanno detto che si è nascosto perché i controlli della polizia sono aumentati. Wang Juan ha contributio a questo articolo (Puoi leggere l'articolo nell'inglese orginale su Burmanet) (27 Dicembre 2009) http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=136d5fb8fc3b4634b37d4dcd66543d33&docid=4f1a8c826c454d208ad93b65bde3d9c7 Sun, 27 Dec 2009 21:40:29 GMT ecd24fbf1e1849ac97a4eddc3752ae12 Stiglitz consiglia al regime di usare i proventi di petrolio e gas più saggiamente – Articolo di Ba Kaung Pubblichiamo un articolo apparso qualche giorno fa su The Irrawaddy sulla visita in Birmania del Premio Nobel per l’Economia e ex Presidente della Banca Mondiale Joseph Stiglitz. I consigli dell’esperto per riavviare un sistema economico messo volutamente in ginocchio dalla Giunta hanno acceso un bel dibattito sui più importanti giornali democratici del Paese e hanno ispirato una vignetta sullo stesso The Irrawaddy. "It's in a good shape - Just needs some fine tuning" - Harn Lay "E' in buona forma - Ha solo bisogno di una sistematina" - Vignetta di Harn Lay, apparsa il 14 Dicembre su The Irrawaddy * * * 2009-12-25T17:41:34.5530000+01:00 THE IRRAWADDY - l Premio Nobel per l’Economia Joseph Stiglitz ha dichiarato, durante un incontro presso la capitale birmana Naypydaw che i proventi di petrolio e gas, se ben usati, potrebbero aprire una nuova fase per il Paese. Se non valorizzate, queste importanti opportunità andranno sprecate, ha detto il famoso economista all’incontro “Rifare della Birmani a la coppa di riso dell’Asia”. L’incontro è stato organizzato dal United Nations Economic and Social Commission for Asia and the Pacific (ESCAP) e i Ministri birmani dell’Agricoltura e Irrigazione e il Ministro per la Pianificazione Nazionale e lo Sviluppo Economico. Un comunicato delle Nazioni Unite riferisce l’ex capo della Banca Mondiale ha sottolineato come politica ed economia siano inseparabili. Prima della sua visita, alcuni analisti si sono interrogati sul valore di fare consigli economici ai Generali che hanno una reputazione pessima in fatto di capacità di ignorare gli input degli esperti. Affinchè la Birmania assuma un ruolo a livello mondiale e possa raggiungere piena stabilità e sicurezza ci devono essere partecipazione diffusa e processi inclusivi, ha detto Stiglitz. L’economista ha anche chiesto con urgenza al governo birmano di promuovere l’accesso al credito agricolo, incrementare l’accesso a semenze e fertilizzanti, aumentare in modo drastico la spesa nella sanità e nell’educazione e creare posti di lavoro ben pagati in agricoltura per stimolare lo sviluppo, aumentare i salari e dare una scossa ai consumi. I media di stato non hanno fatto menzione delle parole di Stiglitz sul rapporto tra economia e politica. Un rapporto ufficiale da Naypydaw ha citato il Generale Htay Oo, Ministro dell’Agricoltura e Irrigazione, che affermava che la Birmania sta sperimentando gli effetti del cambiamento climatico, dei disastri naturali e di un sistema commerciale internazionale ingiusto. Gli economisti hanno individuato un’ampia gamma di criticità affrontate dagli agricoltori birmani e dell’intera economia rurale. Gli agricoltori birmani sono costretti a vendere quote stabilite di riso al governo. Un economista birmano, basato in Thailandia, ha detto che sebbene il regime abbia annunciato l’abolizione di questo sistema di quote nel 2003 e la possibilità per gli agricoltori di commerciare i propri prodotti liberamente, tutto è stato riconfermato appena un anno dopo. Gli agricoltori devono ancora vendere quota stabilite di riso al governo e all’esercito, ha continuato l’economista. “Il governo forza inoltre gli agricoltori a coltivare zucchero di canna e arachidi che sono spesso incompatibili con quello che la terra può produrre” ha aggiunto. Mentre gli agricoltori non hanno accesso ad un vero e proprio sistema di credito che gli renda possibile l’acquisto di strumenti critici come i fertilizzanti o i trattori, subiscano anche la confisca di terre da parte dell’esercito e la mancanza di acqua, continua l’economista. “Il governo sta costruendo dighe. Ma loro sono soprattutto per l’elettricità, e quell’elettricità ora va per la maggior parte a Naypidaw” ha aggiunto. Un analista ha detto che negli ultimo tempi alcune società legate al governo stanno entrando nel settore agricolo. Sebbene queste compagnie siano libere di esportare soffrono per la mancanza di capacità, che restringe grandemente i possibili profitti. “Queste società stanno trasformando paludi in terre coltivabili, specialmente vicino a Rangoon. Assumono agricoltori per produrre riso, ma i risultati sono scarsi perché non ci sono le capacità” ha continuato l’esperto. I proventi di circa 3 miliardi di dollari che si aspettano per il 2010 dalle vendite di petrolio e gas potrebbero essere usati per mettere in piedi un sistema di credito per gli agricoltori, second l’opinione di Sean Tumell, un esparto australiano di economia birmana. L’agricoltura rimane il settore principale dell’economia birmana, contribuendo a circa il 44% del PIL. Circa 2/3 della popolazione vive nelle aree rurali, spesso lavorando in piccole fattorie o come manovalanza, soprattutto nelle divisione Irrawaddy, Pegu e Rangoon. Gli analisti dicono che per i iniziare un programma di microcredito in Birmania, il governo birmano ha bisogno di garantire lo stato di diritto, la protezione della proprietà privata e un sistema meno corrotto di quello attuale. Durante la sua visita di una settimana nel Paese, Stiglitz ha anche viaggiate nelle secche terre della Birmania settentrionale e si è incontrato con persone del posto e alcuni ufficiali. Ha anche speso una mezza giornata vicino a Pagan, secondo quanto è stato riferito dal Responsabile Comunicazione dell’ESCAP Bentley Jenson. (Puoi leggere l'articolo in originale su The Irrawaddy) (14 Dicembre 2009) http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=136d5fb8fc3b4634b37d4dcd66543d33&docid=ecd24fbf1e1849ac97a4eddc3752ae12 Fri, 25 Dec 2009 16:41:34 GMT d5f62e798d1a4bd1b90d16dc8435ae86 Il Vicepresidente cinese Xi visita la Birmania e conclude una serie di accordi Mizzima – Il Presidente cinese Xi Jinping ha concluso la sua visita birmana questa domenica avendo assicurato parecchi progetti in materia di commercio, finanza, le pipeline di petrolio e gas e la stabilità lungo il confine comune. Secondo il giornale di stato New Light of Myanmar, Xi e la sua controparte birmana il Generale Maung Aye hanno assistito alla firma di 16 Memorandum of Understanding, compresi cinque accordi sullo sviluppo dei commerci, dell’economia, delle infrastrutture, sulla cooperazione tecnologica e sull’acquisto di macchinari; sette accordi in materia finanziaria, tre accordi di energia idro-eletrica e un accord in material energetica. 2009-12-22T00:15:58.0900000+01:00 Tra gli accordi, c’è un’intesa che concede alla China National Petroleum Corporation (CNPC) i diritti esclusivi di costruire e rendere operativa l’oleodotto tra i due Paesi. L’accordo dà alla controllata della CNPC, la Southeast Crude Oil Pipeline Company, la garanzia politica per procedure con il progetto. Secondo il comunicato stampa della CNPC – rilasciato questo lunedì – l’accordo siglato in presenza del Vice Presidente Xi Jinping e il Vice Presidente birmano Generale Maung Aye, permetterà alla controllata del CNPC di godere dell’abbattimento delle tasse, di infrastrutture e altre facilitazioni fiscali. “L’accordo stabilisce inoltre che la Birmania assicurerà alla società cinese la proprietà e i diritti esclusivi sulla pipeline e la garanzia della sua sicurezza” ha detto il comunicato postato sul sito della CNPC. La CNPC ha iniziato a costruire il porto che riceverà petrolio grezzo in Birmania già dal 31 ottobre come parte della pipeline di 771 km che punta a tagliare il lungo giro che molte navi cinesi devono fare nei congestionati stretti di Malacca. Infine, Xi ha anche riferito di aver ricevuto rassicurazione dal generale Than Shwe della stabilità lungo con i confini. La Birmania inizierà a lavorare con la Cina per preservare pace e stabilità lungo i confini. Queste le parole che sono state attribuite al Ministro degli Esteri cinese. Than Shwe ha aggiunto che un confine sicuro e stabile è estremamente importante per entrambi i Paesi. Than Shwe promesse arrivano alla fine di un conflitto armato tra le truppe del governo e i ribelli Kokang in Agosto nello Stato Shan. Il conflitto ha portato più di 30,000 rifugiati in Cina. Mentre gli scambi di visite di alto livello tra Cina e Birmania non sono molto comuni, la visita di Xi è considerata estremamente significativa perchè proprio Xi viene da molti visto come il probabile successore di Hu Jintao, nel 2012. “Scegliere la Birmania come uno dei quattro Paesi asiatici che sta visitando è significativo e vuol dire che la Cina considera la Birmania un alleato importante” ha dichiarato Bo Bo kyaw Nyien, un osservatore birmano basato in Thailandia. Ha aggiunto che la visita è una indicazione che la Cina e la Birmania non solo continueranno ma rafforzeranno i loro legami e lavoreranno per una strategia comune per il confine, che è la maggiore preoccupazione di Pechino. (Puoi leggere l'articolo in originale su Mizzima) (20 Dicembre 2009) http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=136d5fb8fc3b4634b37d4dcd66543d33&docid=d5f62e798d1a4bd1b90d16dc8435ae86 Mon, 21 Dec 2009 23:15:58 GMT c7d1f73594914ba9a335ecf5baa1ad39 La Russia vende 20 caccia Mig-29 alla Birmania Mosca (AFP) – La Russia ha siglato un accordo per trasferire 20 caccia Mig-29 alla Birmania. Il contratto è stato segnato poche settimane fa e vale 400 milioni di euro (570 milioni di dollari), secondo una fonte vicina alla società di vendita dell’esercito russo Rosoboronexport. 2009-12-23T21:21:20.0730000+01:00 Il Paese del Sud-asiatico è sotto sanzioni occidentali ma gli attivisti per i diritti umani denunciano il fatto che la Giunta ha ricevuto armi da Cina e India, oltre cheda dalla Russia. Una fonte vicina alla Rosoboronexport ha detto che la proposta russa ha superato quella della Cina che aveva offerto alla Birmania “ultra-moderni” caccia J-10 e FC-1 “a condizioni molto vantaggiose”. Le fonti ricordano anche la Russia ha già venduto 12 Mig-29 alla Birmania nel 2001. “E’ il contratto più consistente su caccia di questo tipo dopo la trattativa con l’Algeria nel 2007”, continua il giornale russo Kommersant. L’Algeria ha cancellato quell’ordine di 34 Mig-29, per un valore di 987 milioni di euro, perchè la loro qualità era minore delle attese e ha restituito parecchi velivoli alla Russia già nel 2008. (23 Dicembre 2009) http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=136d5fb8fc3b4634b37d4dcd66543d33&docid=c7d1f73594914ba9a335ecf5baa1ad39 Wed, 23 Dec 2009 20:21:20 GMT 9d36c8e77fba4d809109805509a956af Elezioni in Birmania fissate per il 10 Ottobre 2010 – Asahi Shimbun Le elezioni nazionali che si terranno quest’anno come parte del processo di transizione verso un governo civile della giunta (la cosiddetta Roadmap for democracy) sono state fissate per il 10 Ottobre, secondo delle fonti interne all’esercito del 6 Gennaio. A causa del voto prossimo, molti ministri pianificano di rinunciare ai propri incarichi per potersi candidare entro aprile, avendo così il tempo necessario – 6 mesi – per fare campagna elettorale, sulla base proprio della convinzione che le elezioni si terranno in Ottobre. Secondo fonte interne all’esercito, le elezioni della Camera Bassa (440 seggi) e del Senato (224 seggi) avverranno lo stesso giorno, mentre la legge elettorale e la legge sui partiti dovrebbero essere promulgate verso Aprile. Oltre ad alcuni ministri del SPDC che stanno rassegnando le dimissioni, ci si attende che l’organizzazione fantoccio del SPDC, la “Union Solidarity and Development Association (USDA)” formerà 2 o 3 partiti favorevoli alla Giunta. Nella Costituzione approvata nel Maggio del 2008, un quarto dei seggi tanto al Senato quanto alla Camera Bassa saranno assegnati ai militari, mentre gli altri verranno decisi in base alle elezioni. Portando dentro al governo molti sostenitori della giunta, già sotto la sua influenza, i generali puntano a perpeturare il proprio potere anche dopo le elezioni. Alcuni giochetti elettorali sono cominciati. L’SPDC ha deciso di aumentare i salari di circa 100,000 funzionari statali di circa 20,000 Kyat entro la fine di questo mese, una misura che punta a conquistare il voto della burocrazia. Secondo fonti diplomatiche, la partecipazione alle elezioni della National League for Democracy (NLD), guidata dalla leader del movimento democratico Aung San Suu Kyi e da altri gruppi d’opposizione, è probabile che venga riconosciuta. Sotto la facciata delle elezioni democratiche, il nuovo governo punta a guadagnare l’approvazione della comunità internazionale. In ogni caso, l’idea che gira tra le fonti diplomatiche è che sotto l’oppresione della giunta, l’NLD è stato indebolito e che l’SPDC ha rifiutato di allentare le restrizioni, compreso il rilascio di Suu Kyi dagli arresti domiciliair. Se a Suu Kyi non è concesso di operare liberamente, è certo che la partecipazione alle elezioni forzerà l’NLD ad una dura battaglia, e che il partito dovrà quindi valutare con attenzione i pro e i contro di una eventuale partecipazione. (8 Gennaio 2010) 2010-01-10T23:24:01.9730000+01:00 http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=136d5fb8fc3b4634b37d4dcd66543d33&docid=9d36c8e77fba4d809109805509a956af Sun, 10 Jan 2010 22:24:01 GMT b8a3eb8aeb7a407d95efe8562410bf5a I leader etnici rigettano le elezioni – Articolo di Ba Kaung Irrawaddy – Molti leader etnici, eletti durante le elezioni del 1990, hanno riaffermato questa settimana che non parteciperanno alle elezioni pianificate per quest’anno senza una revisione della Costituzione del 2008 e il rilascio di tutti i prigionieri politici – due delle istanze che proprio da loro sono state portate avanti con più frequenza dall’inizio dell’anno scorso. “Non fonderemo nessun partito se la Costituzione del 2008 non ci garantisce uguaglianza e autonomia” ha detto il 76enne Than Ban, Presidente dell’Arakan League for Democracy. Pu Cin Sian Thang, portavoce dell’United Nationalities Alliance (UNA) - una coalizione di 12 partiti etnici che vinse 67 seggi alle elezioni del 1990 - ha dichiarato che l’atteggiamento dell’alleanza verso le elezioni pianificate non è tanto differente da quella espressa dalla National League for Democracy con la Dichiarazione di Shwegondaing. 2010-01-16T20:47:33.9230000+01:00 La Dichiarazione di Shwegondaing rilasciata dal NLD nell’Aprile del 2009, chiedendo con urgenza una revisione della controversa Costituzione, dialogo politico e il rilascio incondizionato di tutti i prigionieri politici, compreso il leader del partito, Aung San Suu Kyi. “Le ragioni di questa posizione sono da ricercare nel fatto che noi abbiamo contribuito alla Dichiarazione di Shwegondaing anche se non è stato reso noto” ha detto Pu Cin Sian Thang, che è anche Presidente dello Zomi National Congress, un partito politico a etnia Chin. Molti dei 12 partiti che formavano l’UNA sono stati aboliti dopo le elezioni del 1990 dal regime militare, per varie ragioni – tra le quali la mancanza di membri dei Comitati Esecutivi Centrali. Nello scorso febbraio, l’UNA ha emesso un comunicato condannando la Costituzione in quanto strumento per sottomettere le minoranze etniche alla maggioranza birmana e perché lascia il potere supremo al comandante delle forze militari. “La nostra partecipazione nelle elezioni senzache prima vengano cambiati gli elementi non democratici della Costituzione darebbe sostegno alla Costituzione stessa con l’insediarsi del nuovo parlamento” ha detto Pu Cin Sian Thang in un intervista telefonica con The Irrawaddy. Pu Cin ha anche aggiunto che lo Zomi National Congress baserà la sua decisione su come risponderà l’NLD. In ogni caso, non appena il regime annuncerà la legge elettorale, molti gruppi politici compresi l’NLD e l’UNA dovranno annunciare la decisione finale circa la loro eventuale partecipazione. “Non seguiremo esattamente quello che fa l’NLD” ha aggiunto “Ma dobbiamo guardare alle sue risposte dal momento che rappresenta la maggioranza delle persone. “In ogni caso se la Costituzione rimarrà invariata, non in nessun modo parteciperemo alle elezioni”. Un altro leader etnico, Naing Ngwe Thein, che è il Presidente del Mon National Democratic Front, ha detto che la posizione politica del partito sulle elezioni è la stessa dell’UNA. Ma mentre una situazione di stallo rimane tra il regime e i gruppi che hanno firmato il cessate-il-fuoco, come la United Wa State Army e la Kachin Independence Army, riguardo alla Border Guard Force, altri leader etnici come Tuja - l’ex vicepresidente della Kachin Indipendence Organization - hanno espresso la loro volontà di partecipare alle elezioni. “Non abbiamo nessuna obiezione se qualcuno vuole prender parte alle elezioni” ha detto Naing Ngwe Thein “ma la storia giudicherà chi è dal lato giusto e chi da quello sbagliato”. (Puoi leggere l'articolo in originale su Burmanet) (16 Gennario 2010) http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=136d5fb8fc3b4634b37d4dcd66543d33&docid=b8a3eb8aeb7a407d95efe8562410bf5a Sat, 16 Jan 2010 19:47:33 GMT 5197d8d26d4843149fbb147940642947 Suu Kyi sarà rilasciata: Maung Oo, Ministro degli Interni birmano Pubblichiamo la notizia secondo la quale Aung San Suu Kyi verrà liberata a Novembre, all’indomani delle elezioni programmate per Ottobre 2010. La notizia perciò non modificherebbe politicamente il contesto interno birmano alla vigilia delle elezioni ma sembra arrivare per ammorbidire la posizione della comunità internazionale. The Irrawaddy – La leader ora agli arresti del principale partito dell’opposizione del Paese - la National League for Democracy (NLD) – Aung San Suu Kyi e il suo vice, Tin Oo, sarà rilasciata quest’anno. Queste le parole attribuite al Ministro degli Interni il Generale Maung Oo in un discorso agli ufficiali della città di Kyaukpadaung la settimana scorsa. Secondo un rapporto della Reuters, Maung Oo ha fatto l’annuncio il 21 di questo mese in un incontro nella città al centro del Paese. 2010-01-25T21:56:02.9570000+01:00 “Abbiamo sentito che Suu Kyi verrà rilasciata a Novembre di quest’anno e U Tin Oo il 13 Febbraio” ha dichiarato il portavoce dell’NLD Khin Maung Swe, “Maung Oo ha anche aggiunto che l’NLD non è poi così male e dovrebbe essere ascoltato”. “Accogliamo con favore queste notizie. Ma il fatto non è politicamente significativo dal momento che le elezioni saranno già finite quando Aung San Suu Kyi verrà rilasciata” ha detto Win Tin, uno dei leader NLD, aggiungendo che se Suu Kyi non verrà rilasciata se non dopo le elezioni, le chance che il partito partecipi al processo politico attuale diminuiscono decisamente. Secondo fonti della città di Kyaukpaduang nella provincia Mandalay, Maung Oo ha dichiarato che le elezioni saranno libere e regolari e il conteggio delle schede non sarà pilotato. Sia Aung San Suu Kyi che Tin Oo, il vice presidente dell’NLD, sono attualmente agli arresti domiciliari. Il Premio Nobel per la Pace Suu Kyi ha avuto gli arresti domiciliari prolungati ad Agosto per aver ospitato brevemente un cittadino americano che aveva nuotato – senza essere stato invitato – verso la sua casa sui bordi del lago a Rangoon. Maung Oo ha giocato un ruolo importante alla fine del processo contro Suu Kyi, entrando in aula in modo teatrale per leggere ad alta voce un comunicato del Capo della giunta, Than Shwe che commutava la sentenza contro Suu Kyi da tre anni di lavoro forzato a 18 mesi di arresti domiciliari – da maggio 2009 a novembre 2010. Tin Oo è stata agli arresti domiciliari dal maggio 2003 quando lei e molti dei membri del suo partito sono stati attaccati da un’azione sponsorizzata dal governo nel villaggio di Depayin nella Provincia di Sagaing. Il Capo della giunta, il generale Than Shwe ha riaffermato all’inizio di questo mese che le elezioni si terranno quest’anno. Il giornale giapponese Asahi Shimbun ha recentemente riportato che le elezioni verranno fatte il 10 ottobre, citando una fonte dell’esercito. Alcuni osservatori hanno detto che la data del 10 ottobre fornita da Asahi è plausibile, considerate le superstizioni della giunta circa i numeri. Tenendo le elezioni il 10 del decimo mese, i leader del regime credono di assicurarsi la vittoria. (Puoi leggere l'articolo in originale su The Irrawaddy) (25 Gennaio 2009) http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=136d5fb8fc3b4634b37d4dcd66543d33&docid=5197d8d26d4843149fbb147940642947 Mon, 25 Jan 2010 20:56:02 GMT 8b70b64cda214d9e8320ebedf4e11bf7 Obama chiede a Thein Sein di rilasciare Suu Kyi – Articolo di Simon Roughneen The Irrawaddy - Il Presidente americano Barack Obama ha richiesto personalmente alla Giunta birmana di rilasciare Aung San Suu Kyi e tutti i prigionieri politici, sottolineando perciò la differenza di vedute tra l’ASEAN e gli Stati Uniti. Parlando ai media dopo l’incontro inaugurale Stati Uniti – ASEAN a Singapore di oggi Obama ha dichiarato “Confermo la posizione sulla Birmania che ho già espresso ieri a Tokyo”. 2009-11-15T19:08:15.9670000+01:00 Sabato scorso (n.d.r 14 Novembre), Obama aveva offerto alla Birmania un miglioramento delle relazioni bilaterali qualora il Paese avesse intrapreso la strada delle riforme democratiche e avesse liberato i prigionieri politici, compresa Aung San Suu Kyi. Robert Gibbs, Capo Ufficio Stampa della Casa Bianca ha detto ai giornalisti che Obama ha sollevato la questione “direttamente” con il Primo Ministro Gen. Thein Sein. L’incontro rappresenta la prima volta che un Presidente americano si è seduto con un leader birmano dal 1966, e va letto come parte della nuova politica statunitense sulla Birmania, che comprende dialogo ma anche il perdurare delle sanzioni. D'altra parte però, nel comunicato congiunto Stati Uniti-ASEAN di 27 punti, rilasciato dopo l’incontro, non viene richiesto espressamente il rilascio di Suu Kyi.. La Birmania viene citata sotto la voce “Enhanced Partnership for Enduring Peace and Prosperity”. Il comunicato menziona “l’importanza di raggiungere la riconciliazione nazionale” e afferma che “le elezioni da tenersi in Birmania nel 2010 devono essere condotte in una maniera libera, giusta e trasparente”. Nelle ultime settimane alti funzionari statunitensi hanno più volte richiesto l'avvio di un dialogo nazionale capace di coinvolgere tutte le parti in causa, specialmente l’opposizione democratica guidata da Suu Kyi e dai gruppi etnici. Il comunicato congiunto Stati Uniti-ASEAN si è limitato a chiedere che la giunta “inizi un dialogo con tutte le parti per assicurare che il processo sia pienamente inclusivo”. Il Primo Ministro di Singapore Lee Hsien Loong ha dichiarato ai media, dopo la chiusura dell’ASEAN e dell'Asia-Pacific Economic Cooperation Forum, “l'incontro Stati Uniti-ASEAN è importante in primo luogo perché è avvenuto e in secondo luogo, perché entrambe le parti sono state d’accordo che l’incontro era necessario e prezioso”. Senza entrare nei dettaglio dell’incontro, PM Lee ha sottolienato le differenze tra la prospettiva ASEAN e quella statunitense in tema di Birmania, dicendo che “l’incontro è stato significativo nonostante le difficoltà che Washington ha con la Birmania”. In quanto membro dell’ASEAN, la Birmania ha ostacolato il coinvolgimento degli Stati Uniti con l’ASEAN nel passato. Tuttavia Obama è desideroso di rivedere i rapporti con una regione che cresce tanto velocemente quanto l’influenza cinese. Obama ha definito l’incontro Stati Uniti-ASEAN come “storico” e ha ricordato di essere il primo Presidente Americano ad avere un legame personale con l’Asia sud-orientale. Obama ha anche ricordato la recente riorganizzazione istituzionale dell’ASEAN dicendo “Ho espresso il mio più vivo sostegno all’obiettivo ambizioso, posto dall’ASEAN, di creare una comunità entro il 2015. Il Presidente americano ha, infine, concluso dicendo di aspettare con interesse il secondo incontro tra i leader di Stati Uniti e ASEAN che si terrà il prossimo anno. (Puoi leggere l'articolo in originale su The Irrawaddy) (15 Novembre 2009) http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=136d5fb8fc3b4634b37d4dcd66543d33&docid=8b70b64cda214d9e8320ebedf4e11bf7 Sun, 15 Nov 2009 18:08:15 GMT bdf4277d1abf4e278f47f61d9646e126 Premi Nobel della Pace pronte ad ospitare un Tribunale delle Donne sulla Birmania Sotto la leadership delle donne insignite del Premio Nobel della Pace e di un'organizzazione partner, la Women’s League of Burma, la Nobel Women’s Initiative sta progettando un Tribunale Internazionale sui Crimini di Genere e contro le Donne in Birmania. Il Tribunale si terrà a New York il 2 Marzo 2010 e coinciderà con l’incontro della Commission on the Status of Women delle Nazioni Unite. Giudici eminenti – tra cui i Premi Nobel per la Pace – ascolteranno la testimonianza personale di molte donne birmane che condivideranno le loro storie di vita quotidiana, in balia delle violazioni dei diritti umani perpetrate dal regime militare nel Paese. Il Tribunale chiederà ai colpevoli di prendersi le proprie responsabilità e sfiderà l’attuale clima di impunità dei leader militari birmani. Partner internazionali, regionali e locali giocheranno un ruolo importante, insieme ad altre organizzazioni che lavorano per promuovere giustizia, democrazia e pace per il popolo birmano. La Nobel Women’s Initiative spera che le testimonianze raccolte nel Tribunale saranno capaci di sostenere gli appelli per la costituzione di una Commissione d’Inchiesta - da parte del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite – su crimini di guerra e crimini contro l’umanità in Birmania. Il Tribunale punta inoltre a coinvolgere membri della comunità internazionale nel diffondere l’idea che ci sia una responsabilità di proteggere coloro i cui governi non sono in grado di proteggere. Il Tribunale cerca anche di aumentare la consapevolezza della crisi birmana in vista delle prossime elezioni nazionali. (Puoi trovare più informazioni su questo sito) (6 Febbraio 2010) 2010-02-07T20:12:05.0900000+01:00 http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=136d5fb8fc3b4634b37d4dcd66543d33&docid=bdf4277d1abf4e278f47f61d9646e126 Sun, 07 Feb 2010 19:12:05 GMT 0d834601cbe948b4aa579d80ba5531ac L'AAPP pubblica il Rapporto 2009 sui prigionieri politici in Birmania Pubblichiamo il Rapporto del 2009 dell'Assistance Association for Political Prisoners (AAPP). Il rapporto dà un quadro esauriente sui 2,177 prigionieri politici nel Paese, descrivendo il trattamento ricevuto da loro e dalle loro famiglie, e la situazione di alcuni gruppi particolarmente colpiti dal regime militare: la National League for Democracy, gli studenti, i monaci, i gruppi etnici, le donne, gli attivisti del lavoro - ancora 44 sindacalisti sono in carcere - i ragazzi della Generazione 88, giornalisti, blogger e scrittori, i difensori dei diritti umani e i volontari che hanno lavorato nel Paese dopo il Ciclone Nargis, ed infine gli avvocati. Puoi scaricare il rapporto cliccando qui, o a fondo pagina. Qui sotto un estratto del sommario esecutivo, che introduce il Rapporto. 2010-01-29T23:05:38.9500000+01:00 (29 Gennaio 2009) http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=136d5fb8fc3b4634b37d4dcd66543d33&docid=0d834601cbe948b4aa579d80ba5531ac Fri, 29 Jan 2010 22:05:38 GMT 631c9a88797747ae8d62f8463776590a La tortura in Birmania ora più diffusa - Articolo di Joseph Allchin Democratic Voice of Burma – La tortura in Burma è oggi “più diffusa che mai” secondo una lettera aperta inviata da un gruppo di difesa dei diritti umani al Inviato dell’ONU per la tortura. La lettera firmata dal direttore esecutivo dell’Asian Human Rights Commission (AHRC), basata a Hong Kong, afferma che la diffusione della tortura è dovuta in parte al fatto che la Corte Suprema che ha fatto eccezioni alla regola che avrebbero impedito le testimonianze ottenute con l’uso della tortura, quindi permettendo di fatto la pratica. 2010-01-20T22:49:28.3270000+01:00 “L’attuale Corte Suprema della birmana ha permesso l’uso e quindi ha incoraggiato la pratica della tortura attraverso un numero di ordini” ha detto il direttore esecutivo Basil Fernando. La lettera, indirizzata al Dr. Manfred Novak, l’inviato speciale dell’ONU sulla tortura, descrive con dettagli le pratiche usate, parlando di tortura grave ed estrema. Ne è stata vittima il Dr. Wint Thu e otto altri che pregavano per la democrazia. La lettera racconta anche il trattamento shoccante riservato ad un monaco, che è stato “forzato a inginocchiarsi su pietre appuntite mentre un poliziotto saltava su e giù sui polpacci. Se non dava le risposte che loro volevano, lo colpivano sulla testa con un bastone di legno”. Bo Kyi, il Segretario della Assistance Association for Political Prisoner-Burma (AAPP) non crede tuttavia nel ruolo della Corte Suprema nell’incoraggiare la tortura. “Le due cose non sono correlate perché la Corte Suprema non ha potere, tutto è sotto il controllo dell’intelligence militare. Non c’è stato di diritto, non c’è separazione di potere”. Bo Kyi ha anche detto che la tortura non serve tanto per avere prove, quanto per vendetta” (…). Fernando condivide anche la valutazione di Bo Kyi secondo cui questa è “la punizione del governo per quello che il popolo fa. Le corti birmane non sono corti, certificano semplicemente e legittimano quello che il governo fa (…)”. La lettera conclude che la magistratura “dovrebbe essere considerata complice negli abusi e dovrebbero essere soggetti allo scrutinio e alla censura internazionale tanto quanto i torturatori”. Con preoccupazione, Fernando ha anche aggiunto che la tortura è difficile da rimuovere da un sistema una volta che diventa pratica comune, e che qualsiasi cosa capiti alla Birmania nei prossimi anni, l’uso della tortura rimarrà endemico”. (Puoi leggere l'articolo in originale su Democratic Voice of Burma) (20 Gennaio 2009) http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=136d5fb8fc3b4634b37d4dcd66543d33&docid=631c9a88797747ae8d62f8463776590a Wed, 20 Jan 2010 21:49:28 GMT ef60a057c03c421595c9857e16841f55 Prigione per i giornalisti: Birmania tra i 5 Paesi peggiori al mondo – Articolo di Salai Pi Pi La giunta militare birmana è il quinto peggior paese la mondo in quanto a numero di giornalisti incarcerati, mentre il suo più vicino alleato, la Cina, è la prima, secondo un nuovo rapporto di Press Freedom Watchdog. L’organizzazione di base a New York, Committee to Protect Journalists (CPJ), nel suo studio del 2009 intitolato “Freelance Journalists under Fire” rilasciato questo giovedì, ha affermato che con nove giornalisti free-lance detenuti , la Birmania è la il quinto peggior paese al mondo nell’arresto e la detenzione di giornalisti, dopo Cina, Iran, Cuba e Eritrea. 2009-12-13T14:58:46.1470000+01:00 Tra i giornalisti freelance birmani in carcere, c’è anche un giornalista di Democratic Voice of Burma – di base a Oslo – che ha contribuito nella realizzazione del film-documentario pluripremiato “Orphans of the Burmese Cyclone”. “Il giornalismo è così pericolo in Birmania, uno dei Paesi più duri al mondo in termine di censura, che i reporter sottocopertura sono diventati cruciali per comunicare con il mondo” aggiunge il rapporto. Maung Maung Myint, Presidente della Burma Media Association (BMA) in esilio, un gruppo che monitora la libertà di stampa in Birmania, ha detto che la graduatoria stilata da CPJ descrive chiaramente il livello di restrizioni imposte dalla giunta militare sulla stampa e i giornalisti. “In molti Paesi, sebbene non ci sia libertà di stampa, le autorità spesso non osano imprigionare e perseguitare giornalisti. Ma nel caso della Birmania, i giornalisti sono soggetti a detenzione e persecuzione” ha aggiunto Maung Maung Myint. Inoltre le autorità, secondo le parole di Maung Maung Myint, anche dopo aver rilasciato i giornalisti dalla prigione, si assicurano che non vengano riassunti dai precedenti editori, per impedirgli di lavoro. Il Presidente del BMA ha detto che le autorità hanno ulteriormente stretto la morsa sulla libertà di stampa in Birmania, perché sempre più giornalisti stanno dimostrando coraggio nel loro lavoro. “La censura delle notizie e degli articoli nei giornali e nei settimanali sta aumentando. Se c’è un piccolo errore da parte degli autori, c’è subito il licenziamento o la corte” ha aggiunto. Il rapporto del CPJ afferma che con il giornalismo on-line che sta prendendo piede, i giornalisti hanno cominciato a lavorare in modo indipendente. Ma data la vulnerabilità della loro posizione, gli arresti dei giornalisti stanno aumentando ugualmente. Il CPJ ha detto che la ricerca ha rivelato che almeno 60 giornalisti free-lance sono in prigione nel mondo, circa il doppio di quanti erano solo tre anni fa. “I giornalisti freelance sono vulnerabili in modo particolare perché spesso non hanno il sostegno legale e finanziario che un editore o un giornale offrono ai dipendenti” ha aggiunto il rapporto. Dei nove giornalisti in prigione in Birmania, cinque sono freelance. Maung Maung Myint ha detto che con le elezioni pianificate dalla giunta nel 2010 “ci saranno più restrizioni contro la stampa”. Secondo il CPJ, ci sono 136 reporter, editori e fotogiornalisti detenuti nel mondo in questo momento. 11 in più dell’anno scorso. (Puoi leggere l'articolo in originale su Mizzima) (13 Dicembre 2009) http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=136d5fb8fc3b4634b37d4dcd66543d33&docid=ef60a057c03c421595c9857e16841f55 Sun, 13 Dec 2009 13:58:46 GMT 2e9f478765484982a908db6a4228bf31 Suu Kyi pronta a cercare un incontro con Than Shwe The Irrawaddy – Aung San Suu Kyi ha proposto ai leader del suo partito un suo incontro con il leader della giunta Generale Than Shwe per un colloquio diretto su come rimuovere le sanzioni economiche internazionali contro la Birmania, questo secondo fonti vicine alla National League for Democracy (NLD). Questo mercoledì, Suu Kyi ha incontrato Nyan Win, il portavoce del NLD e chiesto a lui di informare il comitato esecutivo del partito di “importanti” proposte. Nyan Win ha rifiutato di parlare piu a fondo la natura delle sue proposte. 2009-11-14T13:48:54.1900000+01:00 Quando The Irrawaddy ha chiesto a Nyan Win, questo venerdì, se Su Kyi abbia già discusso di un possibile incontro con Than Shwe per parlare di sanzioni economiche, il portavoce ha detto: “Le sanzioni sarebbero il tema più idoneo per iniziare dei colloqui di questo livello”. In ogni caso, ha poi declinato di dare ulteriori informazioni dicendo: “Aspettate fino a Martedì”. Ha anche aggiunto che il comitato esecutivo centrale del NLD discuterla proposta di Suu Kyi lunedì e probabilmente emetterà un comunicato per martedì. Presumibilmente, se avrà il parere favorevole del suo partito, Suu Kyi scriverà una lettera a Than Shwe cercando un incontro diretto o farà una proposta attraverso Aung Kyi, che è il funzionario di collegamento tra lei e il generale Secondo le nostre fonti, Suu Kyi cercherà anche di chiedere al regime il permesso per incontrare gli altri leader del partito e di visitare a casa tre membri dell’esecutivo del partito, che si trovano a casa in precarie condizioni di salute – il PresidenteAung Shwe, il Segretario U Lwin e Lun Tin. Nel passato, Suu Kyi ha infastidito la giunta per il suo sostegno alle sanzioni economiche, ma negli ultimi mesi ha dichiarato che è ora pronta a cooperare con il regime per lavorare alla loro rimozione. Questo cambiamento di posizione è arrivato con l’inizio del diretto coinvolgimento degli Stati Uniti con la Birmania e ha condotto a parecchi incontri esplorativi con i generali. In Agosto, Suu Kyi ha inviato una lettera a Than Shwe, offrendo di cooperare con il governo e richiedendo un incontro con i diplomatici occidentali per discutere l’impatto e la severità delle sanzioni. Da allora lei ha incontrato due volte il funzionario di collegamento Aung Kyi. Poco dopo, le è stato concesso di incontrare i diplomatici, di base a Rangoon, di Gran Bretagna, Australia e Stati Uniti per raccogliere più informazioni sull’impatto delle sanzioni. Le aspettative che Suu Kyi possa presto essere rilasciata dai suoi arresti domiciliari o che le venga concessa qualche forma di libertà stanno crescendo a Rangoon, soprattutto in seguito ad una dichiarazione di Min Lwin, il Direttore generale del Ministero degli Affari Esteri, concessa a The Associated Press a Manila questo lunedì, in cui veniva detto “C’è un piano per rilasciare Aung San Suu Kyi subito”. Nel frattempo, gli avvocati di Suu Kyi stanno completando l’appello alla Corte Suprema che chiama in causa la legalità dei suoi arresti domiciliari. Gli Stati Uniti hanno dichiarato giovedì che qualora ad Aung San Suu Kyi non venga concesso di partecipare alle elezioni birmane del 2010, la comunità internazione non potrebbe considerare le elezioni credibili. Il Segretario di Stato americano Hillary Rodham Clinton ha richiesto questa settimana il rilascio incondizionato di Suu Kyi, per far sì che le elezioni siano libere e giuste. (Puoi leggere l'articolo in originale su The Irrawaddy) (14 Novembre 2009) http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=136d5fb8fc3b4634b37d4dcd66543d33&docid=2e9f478765484982a908db6a4228bf31 Sat, 14 Nov 2009 12:48:54 GMT cef9c9018f2a4e76ae9a041a38154f41 Continua la mano pesante della giunta – Articolo di Lawi Weng The Irrawaddy - Quarantuno persone, compresi giornalisti, artisti e operatori umanitari, sono stati arrestati dalle autorità birmane a Rangoon nel mese di Ottobre e sono ora detenute in luoghi non noti, secondo quanto dichiarato dal gruppo Assistance Association for Political Prisoners – Burma (AAPP). Bo Kyi, Segretario aggiunto del gruppo basato in Thailandia, ha detto questo giovedì a The Irrawaddy “Abbiamo avuto conferma che 41 persone sono state arrestate in Ottobre, ma non conosciamo per tutti l’identità né dove sono stati portati. Non sappiamo nemmeno la ragione degli arresti. Siamo venuti a conoscenza anche del fatto che molte altre persone sono sparite dalla circolazione”. 2009-11-05T22:39:30.6230000+01:00 I detenuti includono Khan Min Htet, scrittore, Paing Soe Opo, giornalista, Thant Zin Soe e Nyu Nyu Tun, editori, Min Satta, cantautore e Nyi Paing, un cantante. Questo secondo l’AAPP. Le famiglie dei detenuti stanno cercando di individuare i loro cari. La madre di un detenuto, Khant Min Htet, ha dichiarato, “Hanno preso mio figlio due settimane fa e non ho nessuna notizia su dove si trovi ora. Sono veramente preoccupato perché è stato male a lungo quando si trovava a casa”. Ha anche riferito che le autorità hanno preso suo figlio dalla sua casa, le hanno detto che sarebbe stato interrogato e, quindi, rilasciato. Bo Kyi ha detto “Le autorità birmane al momento dell’arresto non trattano le persone secondo le regole dello stato di diritto. Non informano le famiglie. Li portano nei campi d’interrogazione dove li picchiano e li torturano per avere la confessione che desiderano” Secondo l’AAPP, 2119 prigionieri politici sono in prigione in Birmania in questo momento. Nel frattempo, Ni Mo Hlang, un membro della National League for Democracy è stato ricoverato a Thayet Prison, secondo la sua famiglia. La sorella di Ni Mo Hlaing ha detto a The Irrawaddy che Ni Mo Hlaing è molto malata e che non si sta alimentando come dovrebbe. Ni Mo Hlaing è stata arrestata nel 2008 in seguito alle manifestazioni ed è stata condannata a sette anni e mezzo di prigione. Secondo l’AAPP. 138 prigionieri politici sono morti nelle prigioni birmane dal 1988 e almeno 115 si trovano in questo momento in precarie condizioni di salute. (Puoi leggere l'articolo in originale su The Irrawaddy) (5 Novembre 2009) http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=136d5fb8fc3b4634b37d4dcd66543d33&docid=cef9c9018f2a4e76ae9a041a38154f41 Thu, 05 Nov 2009 21:39:30 GMT fede80a1c57e4fab9d392e0de3011210 Satira e pena di morte – Articolo di Ahunt Phone Myat Democratic Voice of Burma – Attori comici e cabarettisti che ridono della giunta militare birmana rischiano di essere condannati a morte. Secondo un articolo recentemente pubblicato nel Crime News Journal, gli spettacoli che potrebbero incitare “al pubblico odio contro il governo" sono proibiti secondo la legge vigente. Il giornale è il portavoce del Criminal Investigation Department dello Stato. 2009-10-31T10:23:04.4100000+01:00 “L’allestimento usato durante la performance verrà confiscato mentre coloro che violano la legge possono incorrere nell’arresto ed essere condannati da un minimo di 3 anni all’ergastolo, fino alla pena di morte” continua l’articolo. Secondo l’Avvocato Generale dello Stato Khin Maung Shein, questa possibilità è relativa all’Act 124 (A) del Codice Penale, che si esprime in materia di diffamazione del governo. “In Birmania, comici ed attori hanno criticato i governanti dai tempi della monarchia e nessuno è stato punito secondo questa Legge” ha aggiunto “Il governo sta cambiando le cose (n.d.r. l’interpretazione della legge) nel senso che vuole”. Il famoso attore birmano, Zarganar - qui sotto in una foto - è, al momento, in prigione, dove sconta una pena a 35 anni emessa nel 2008 per “offese all’ordine pubblico”. La sentenza era arrivata dopo che Zarganar aveva concesso un’intervista ai media internazionali in cui si mostrava critico della lenta reazione del governo al Ciclone Nargis. Zarganar (regista, comico, attore satirico) Zarganar ha ricevuto recentemente il prestigioso Premio Pinter/PEN, che celebra a livello internazionale “gli scrittori imprigionati per il loro coraggio” (n.d.r. e anche degli importanti Freedom to Create Prize e Lillian Hellman and Dashiel Hammet Award) In questo momento, lo scrittore si trova nel carcere di Myantkyina nello Stato Kachin, nella Birmania orientale, e, secondo quanto riferito gli sono state negate all’inizio di quest’anno adeguate cure mediche, nonostante soffra di ipertensione e itterizia. La satira politica è diffusa in Birmania, dove la critica diretta del governo porta a dure condanne. “Noi attori comici facciamo satira per portare alcuni temi all’attenzione del governo, perchè agisca per il nostro popolo”, ha detto Lu Maw, della compagnia teatrale Moustache Bros, di Mandalay. E’ probabile che il governo usi la mano pesante contro i dissidenti nei mesi che procedono le elezioni dell’anno prossimo, mentre sale il timore diffuso per ulteriori arresti di attivisti. (Puoi leggere l'articolo in originale su Democratic Voice of Burma) (31 Ottobre 2009) http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=136d5fb8fc3b4634b37d4dcd66543d33&docid=fede80a1c57e4fab9d392e0de3011210 Sat, 31 Oct 2009 09:23:04 GMT 9a09795848bd4e438a35c1252570f6dc L'ostruzionismo nella Costituzione Nargis – L'opinione di Ngun Cung Lian Mizzima – Il 10 Maggio del 2008 il regime militare birmano ha tenuto un referendum costituzionale per approvare una nuova costituzione. Forse i risultati del referendum erano già decisi, rendendo i risultati stessi una conclusione prevista, ma questo non giustifica la giunta per aver tenuto il referendum all’indomani del Ciclone Nargis, che aveva portato distruzione nel Paese, lasciando dietro sé 140.000 tra morti e dispersi e milioni di vite distrutte. Il referendum portò all’approvazione della costituzione, perché chi doveva andare a votare era affamato avendo la giunta negato l’accesso alle organizzazioni umanitarie internazionali. Non dovrebbe essere una sorpresa che la nuova costituzione, “approvata” dal popolo, funzionerà solamente per solidificare ulteriormente l’oppressivo e violento regime militare, piuttosto che creare la democrazia, come annunciato. 2009-10-28T20:54:02.0900000+01:00 Non ho dubbio che chi ha offerto la propria consulenza legale ai generali birmani durante la convenzione nazionale per l’elaborazione della nuova costituzione birmana (la chiameremo da qui in avanti la Costituzione Nargis) fosse ben conscio del potere di ostruzionismo esercitato nel Senato americano (n.d.r. filibustering, la pratica per cui per ritardare o impedire l’approvazione di un atto parlamentare si estende a dismisura il dibattito ad esso relativo). Diversamente dal sistema di filibustering americano, tuttavia, gli specialisti del diritto birmano hanno affinato il meccanismo con l'obiettivo di proteggere la leadership militare e i loro familiari. Per ragioni che spiego più sotto, ho definito questo meccanismo “la via birmana all’ostruzionismo parlamentare” (n.d.r. "Burmese Way of Filibuster”). Chi ha disegnato la nuova costituzione, che entrerà in vigore dopo le elezioni nazionali del 2010, ha capovolto il tradizionale esercizio dell’ostruzionismo e ha adottato un nuovo meccanismo tutto birmano. Per capire questa nuova via, è necessario esaminare la composizione del Parlamento e i regolamenti parlamentari secondo la nuova costituzione. Chiave del sistema è il meccanismo di nomina che prevede l’assegnazione del 25% dei seggi - in entrambi i rami del parlamento - ai militari. Questa norma, che va letta insieme alla norma costituzionale per cui ogni legge costituzionale e ogni legge importante deve essere approvata con una maggioranza del 75%, è al centro della via birmana all’ostruzionismo. Sarebbe opportuno qui definire la natura del regime militare birmano. La natura delle linee di comando in Birmania è, e non sorprende, dall’alto verso il basso. Inoltre, la relazione tra chi è in alto e chi è in basso è più rigida di quella esistente in altre armi nel mondo. La natura di questa relazione si può cogliere con facilità da un motto popolare che si usa nell’esercito: “Quello che ti do da mangiare, mangialo; quello che ti comando, fallo, ma mai, in nessun caso, fammi domande”. Con questi valori profondamente radicati nella cultura militare birmana, non ci sono dubbi che nessuno, tra chi siederà tra i banchi del Parlamento, voterà - o potrà votare - contro il volere del Comandante in Capo. Aggiungete l’abilità del Comandante in Capo di rimuovere o licenziare chiunque dall’esercito in ogni momento e la dimensione del controllo militare incomincerà ad apparirvi evidente. Ora si può cominciare a capire qual è la via birmana all’ostruzionismo: se il Comandante in Capo nomina il 25% dei membri del Parlamento, i quali devono la loro posizione al loro Capo, e se tutti i loro voti seguono le istruzioni date dall’alto, e se, infine, una maggioranza del 75% è necessaria per modificare le leggi, allora né la costituzione né la legislazione ordinaria potranno essere modificate senza il pieno sostegno dei militari. Storicamente, il filibustering americano opera come metodo per cui una minoranza tiene in ostaggio (la parola filibuster significa letteralmente “pirata”) il processo legislativo e impedisce il voto. Ma questo va confrontato con l'attuale meccanismo di filibustering del Senato americano, nel quale bastano solo 60 senatori, su 100 - tutti tenuti a rispondere ai propri elettori - per rompere l'ostruzionismo e forzare una votazione. Si capisce bene come la via birmana all’ostruzionismo sia una decisa regressione verso una “tirannia della minoranza”. Apparentemente immemori di questi enormi difetti, le Nazioni Unite, insieme ad un numero di Stati e a numerosi personaggi della politica internazionale, si sono concentrate sul chiedere alla giunta di rilasciare tutti i prigionieri politici e dare il via ad elezioni libere e in regola. C’è un senso generale che questo rappresenti un passo verso la piena democratizzazione della Birmania. Ma questa è una speranza sbagliata. Non importa quando “libere e in regola” saranno le elezioni, il Parlamento non potrà mai superare "la via birmana all’ostruzionismo” così intrinseco nella costituzione di recente adozione. Il mio maestro e collega Professor David C. Williams ha testimoniato recentemente di fronte alla Commissione Affari Esteri del Senato USA affermando che “Elezioni libere e in regola non porteranno i civili al potere in Birmania”. Questo a causa della norma, da me definita “via birmana all’ostruzionismo”, presenta nella Costituzione Nargis. La costituzione è stata adottata in modo fraudolento, e nonostante questo entrerà in vigore dopo quelle che senza dubbio saranno elezioni controverse. Il Ciclone Nargis ha ucciso 140.000 vite e ha devastato milioni di persone, tra cui alcuni miei familiari. Non posso immaginare, come essere umano, quante vite e quanta devastazione arriverà con la Costituzione Nargis. La Storia, senza dubbio, ci renderà il conto di tutto questo, ma non sarà forse troppo tardi? Dr. Salai Ngun Cung Lian è Assistant Director e Post-doctoral Fellow al Center for Constituional Democracy in Indiana University Maurer School of Law. (Puoi leggere l'articolo in originale su Mizzima) (28 Ottobre 2009) http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=136d5fb8fc3b4634b37d4dcd66543d33&docid=9a09795848bd4e438a35c1252570f6dc Wed, 28 Oct 2009 19:54:02 GMT efe41d4a12074855869d79c857f70ac4 L’ASEAN inaugura la Commissione Diritti Umani - Articolo di Salai Pi Pi In questa settimana, particolare attenzione ha ricevuto la creazione di un organismo per i diritti umani in seno all'ASEAN. L'importante novità è stata discussa tanto da testate e agenzie internazionali quanto dalla stampa democratica birmana. Molti sono i punti critici sollevati. Come al solito, in questi casi, è necessario capire la composizione della Commissione e il grado di autonomia dei commissari, l'effettiva capacità giuridica dell'organismo, le garanzie procedurali, i meccanismi di accesso da parte di diversi soggetti - compresa la società civile - e i meccanismi di monitoraggio, la capacità di enforcement e, infine, ma soprattutto, la volontà politica che dovrebbe dare forza al lavoro della Commissione. Ne hanno parlato in settimana, tra gli altri, il Wall Street Journal, il New York Times e Associated Press. Noi pubblichiamo di seguito l'articolo apparso su Mizzima, con l'intervento della coordinatrice di ALTSEAN, Debbie Stothars. Mizzima – I leader degli Stati dell’Asia sud orientale questo venerdì hanno inaugurato un nuovo organismo regionale per i diritti umani durante l’inizio dei lavori del quindicesimo ASEAN summit a Hua Hin, in Thailandia. I capi dei governi dell’ASEAN hanno annunciato la Dichiarazione di “Cha-am-Hua-Hin” sull’inaugurazione della Commissione intergovernativa sui Diritti Umani dell’ASEAN (AICHR) che punta a promuovere e proteggere i diritti umani nella regione. 2009-10-26T23:40:53.2870000+01:00 Secondo un comunicato stampa, la creazione dell’AICHR è un “ulteriore passo significativo” nello sviluppo del’organizzazione regionale e “dà voce concreta all’Art. 14 della Carta dell’ASEAN che chiede di costruire un’ASEAN più vicina alle persone. Tuttavia Debbia Stothars, coordinatrice di ALTSEAN, ha dichiarato che un simile organismo dovrebbe tener conto degli standard internazionali in materia di diritti umani se vuole promuovere e proteggere i diritti umani nella regione. “La Commissione dovrebbe nascere per essere efficace e imparziale” ha aggiunto la Stothard. La AICHR è composta da rappresentanti nominati dagli Stati membri dell’ASEAN, e dovrà essere presieduta dal rappresentante del Paese che detiene la Presidenza dell’ASEAN. “Non c’e trasparenza nella selezione dei rappresentanti dei Paesi membri tranne che per Thailandia e Indonesia” ha riferito la Stothars. Altri membri scelgono semplicemente i propri rappresentanti come commissari del la Commissione ha aggiunto. Debbie ha inoltre chiesto con urgenza all’ASEAN di rifiutare la partecipazione al nuovo organismo della Birmania, governata da una giunta militare e conosciuta per la violazione dei diritti umani e la repressione degli attivisti democratici nel Paese. “Un Paese come la Birmania non dovrebbe essere incluso nell’organizzazione perché il regime continua a violare i diritti umani nel Paese. (Puoi leggere l'articolo in originale su Mizzima) (26 Ottobre 2009) http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=136d5fb8fc3b4634b37d4dcd66543d33&docid=efe41d4a12074855869d79c857f70ac4 Mon, 26 Oct 2009 22:40:53 GMT d005e13bed154bbaa31ba0eab44f138a Min Ko Naing compie 47 anni. In carcere – Articolo di Ko Htwe The Irrawaddy – Uno dei maggiori attivisti birmani, Min Ko Naing (aka Paw Oo Tun) questa domenica ha festeggiato il suo 47° compleanno nella prigione di Kengtung, nello Stato Shan. L’ex Presidente della All Burma Federation of Student Unions (ABFSU) e uno dei leader del gruppo studentesco Generazione 88, Min Ko Naing, venne arrestato nel 1989 per aver partecipato alla rivolta guidata dagli studenti e venne condannato a 16 anni di carcere. 2009-10-20T23:53:15.1470000+02:00 Sebbene rilasciato nel 2004, è stato nuovamente arrestato il 21 Agosto del 2007, con l’accusa di aver organizzato la dimostrazione che diede il via alla “Rivoluzione Zafferano” e con una pena di 65 anni di carcere. Parlando a The Irrawaddy questo lunedì, un portavoce dell’ABSFU, Zar Ni, ha affermato “A Rangoon abbiamo riorganizzato la Basic Education Student Union o BESU, per celebrare il compleanno di Min Ko Naing. Gli studenti hanno distribuito pamphlets nei mercati e nelle scuole, che affermano che la BESU è già stata riorganizzata. Zar Ni ha raccontato che i membri dell'organizzazione questa domenica hanno preso parte ad una “campagna bianca”, che ebbe originariamente inizio con Min Ko Naing e il suo compagno attivista Ko Ko Gyi, con studenti che distribuiscono e vestono magliette bianche e camminano insieme per la città. A Mae Sot, sul confine tra Thailandia e Birmania, studenti da sette scuole hanno organizzato una festa di compleanno per Min Ko Naing. Un membro della Commissione Affari Esteri dell’ABFSU, Min Naing, ha dichiarato che l’evento è culminato con una rappresentazione teatrale della vita di Min Ko Naing. Min Naing ha dichiarato “La ABFSU è un'organizzazione autonoma dai tempi dell’epoca coloniale fino all'impegno politico nella Birmania attuale. La ABFSU è un potente movimento studentesco perché è organizzato sotto questa bandiera”. Nell’ambito delle celebrazioni per il compleanno di Mon Ko Naing, l’organizzazione basata in Thailandia, Association for Political Prisoners-Burma (AAPP) ha pubblicato il racconto “Naut Kyi Man” (“Back View Mirrors”). Bo Kyi, il Segretario aggiunto dell’AAPP, ha dichiarato “Rispettiamo il valore della sua creazione artistica. I giovani dovrebbero leggere questo libro. E’ un buon leader. Quando io, con Min Ko Naing e Bo Bo siamo stati arrestati nel 1989, Min Ko Naing era preoccupato solo per noi, non per se stesso. Lui ha guardato (n.d.r. face down) i soldati e li ha persuasi con calma ad abbassare i fucili e puntarli a terra”. “La sua leadership, il coraggio e la sua capacità di essere decisivo sono i tratti distintivi che ricordo di lui” ha detto Zar Ni “Ma ama anche il suo Paese e rispetta la democrazia e i diritti umani”. Min Ko Naing è nato il 18 Ottobre del 1962, terzo figlio di Thet Nyunt e Hla Kyi, due artisti. Fin da giovane, si è interessato di politica. Ha studiato zoologia alla Rangoon Arts and Science University, prima di riformare e guidare la ABFSU. Min Ko Naing ha vinto il John Humphrey Freedom Award nel 1999, lo Student Peace Prize nel 2001, il Civil Courage Prize nel 2005, l’Homo Homini Award by People in Need Foundation, e il South Korean Gwangju Human Rights Award nel 2009. (Puoi leggere l'articolo in originale su The Irrawaddy) (18 Ottobre 2009) http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=136d5fb8fc3b4634b37d4dcd66543d33&docid=d005e13bed154bbaa31ba0eab44f138a Tue, 20 Oct 2009 21:53:15 GMT e26611047cfa44508323771e3ab541eb Impresa australiana di moda si ritira dalla Birmania - Articolo di Francis Wade Democratic Voice of Burma – Una delle catene di moda australiane di punta ha confermato che interromperà l'acquisto di prodotti dalla Birmania, dopo che è stato fatto il suo nome durante una Campagna contro le imprese australiane che hanno legami economici con il Paese asiatico. In una lettera a Burma Campaign Australia (BCA), il Segretario dello Speciality Fashion Group, Howard Herman, ha citato “la continua repressione del popolo birmano e la persistente presenza del regime militare” come la causa dell'interruzione delle relazioni economiche. 2009-10-12T23:45:08.5830000+02:00 “La violazione da parte della Birmania del Codice sui Diritti Umani e Sociali del Gruppo significa che noi non possiamo più avere rapporti con alcuna compagnia che commercia in Birmania” ha detto. L’ultimo mese la BCA ha lanciato una campagna “Niente più accordi con la Birmania”, per cui un marchio appartenente allo Speciality Fashion Groups - Miller - era stato legato a prodotti di origine birmana. Secondo la BCA, la catena incassa dalle sole vendite più di 500 milioni di dollari australiani. Zetty Blake, portavoce della BCA, ha accolto con favore il passo indietro da parte della catena e ha chiesto con urgenza che anche altre società seguano l’esempio. “Le imprese australiane con interessi economici in Birmania aiutano a finanziare uno delle dittature militari più brutali al mondo che viola sistematicamente i diritti umani” ha dichiarato. “Le imprese in Australia devono mettere le persone davanti ai profitti e fare la cosa giusta per il popolo birmano e ritirarsi”. Gli attivisti australiani il mese scorso hanno puntato il dito contro la compagnia aerea Jetstar che ha quattro voli a settimana per la Birmania. Jetstar ha reagito dicendo che i soldi generati dai suoi voli servono per il mantenimento dell’aeroporto di Rangoon, e che il taglio delle relazioni economiche colpirebbe solamente il popolo birmano. Secondo la BCA, le società australiane “starebbero passando alla dittatura birmana l’equivalente di 2.8 miliardi di dollari americani”. Due altre società australiane, Downer EDI e QBE, hanno recentemente fermato operazioni secondarie in Birmania. (Puoi leggere l'articolo in originale su Democratic Voice of Burma) (12 Ottobre 2009) http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=136d5fb8fc3b4634b37d4dcd66543d33&docid=e26611047cfa44508323771e3ab541eb Mon, 12 Oct 2009 21:45:08 GMT fec439f19c2d4f4c87a20f1267fbecc2 Alcune note critiche sulla nuova Costituzione birmana del 2008 - A cura di Cecilia Brighi Una costituzione che vieta alla leader e Premio Nobel per la Pace Aung San Suu Kyi, e ai prigionieri politici, di votare e di candidarsi alle elezioni inficia di per sé le prossime elezioni, anche se queste si terranno in presenza di migliaia di osservatori internazionali. 2009-10-06T19:43:29.8300000+02:00 (L'analisi che segue è basata su approfondimenti e note di esperti costituzionalisti birmani) I. Eliggibilità La nuova Costituzione prevede che una persona non sia eleggibile o possa essere candidata se è stata condannata da una corte per alcuni crimini è sta scontando una pena detentiva. Quindi AUNG SAN SUU KYI e tutti i prigionieri politici non possono votare nè essere eletti. Secondo la Costituzione, i militari continueranno a controllare i maggiori ministeri, a mantenere un blocco di rappresentanti in ogni organismo legislativo, il diritto di dichiarare lo stato di emergenza e di riprendere il potere in qualsiasi momento. II. Il concetto di sovranità stabile La comunità internazionale ha fatto pressione sugli stati perché limitino la sovranità nazionale e accettino l’autorità delle Nazioni Unite affinché possano intervenire per risolvere pacificamente eventuali tensioni che possono minacciare la pace e la stabilità della regione. Inoltre, gli stati stanno via via accettando il concetto di giurisdizione universale, e in pratica della giurisdizione della Corte Penale Internazionale nel caso in cui fossero responsabili di crimini di guerra, come genocidio, crimini contro l’umanità o crimini di aggressione. Per questo la sovranità nazionale non può più fare da scudo alla impunità per qualsiasi crimine commesso nel territorio nazionale. Il concetto moderno di costituzionalismo è che la sovranità deriva dal popolo e non dallo stato. Ovvero si parla di “sovranità popolare”. Una iniezione di sovranità militare in Birmania è totalmente inaccettabile e nega il principio della “sovranità popolare”. III. Garanzie costituzionali a tutela dei crimini commessi dalla giunta Nella Costituzione vi è la garanzia costituzionale al fine di tutelare il governo militare da ogni azione legale per le sue violazioni dei diritti umani come uccisioni estragiudiziali, sparizioni, detenzione arbitraria, come l’arresto e la detenzione di Aung San Suu Kyi. La sezione 445 della Costituzione afferma: “nessuna azione legale può essere iniziata contro i detti Consigli (SPDC e il suo precedente State and Law Order Restauration Council) o alcun loro membro o membro del governo in riferimento ad atti effettuati in attuazione dei loro rispettivi obblighi”. Dopo le elezioni del 2010, la Costituzione entrerà in vigore alla prima sessione del Pyidaungsu Hluttaw (il Parlamento) in ogni caso secondo la sezione 442 delle misure transitorie: il SPDC “continuerà ad esercitare la sovranità dello Stato prima della entrata in vigore della costituzione”. Inoltre, l’Ordine n. 1/90 non è stato ritirato. Quest'ordine afferma: “le norme esistenti, i regolamenti, le leggi, le notifiche, gli ordini, le direttive e le procedure rimarranno in vigore a meno che non siano contrarie a questa costituzione fino e a meno che non siano abrogate o emendate dal Governo dell’Unione”. L’ordine 1/90 afferma inoltre che “deve essere chiarito il fatto che un partito politico non può automaticamente ottenere i tre livelli dei poteri dello stato: potere legislativo, esecutivo e giudiziario solo in quanto il Parlamento è entrato in funzione”. Sembra per cui, secondo gli esperti, che l’SPDC manterrà il potere sovrano sino alla elezione del Presidente e la formazione di tutte le istituzioni esecutive e giudiziarie in tutto il paese. IV. Sviluppo di un sistema multipartitico La Costituzione dovrebbe proteggere tre principi di fondo: il diritto alla libertà di associazione di espressione e di assemblea. Nonostante il fatto che la Costituzione preveda l’esistenza di una associazione, questa non può funzionare bene senza il diritto alla libertà di assemblea. E se il diritto alla libertà di espressione è negato, qualsiasi sistema multi partito sarebbe ridicolo. Nella Costituzione il concetto di democrazia è totalmente assente dai tre organi istituzionali più importanti: l’esecutivo - la Presidenza - il legislativo e il giudiziario. La Costituzione parla di un sistema di Unione ma non vi è una definizione (federale? Semifederale?) e non si definiscono le competenze esclusive dei poteri dello stato mentre ci si concentra su questioni procedurali formali.Anche se può sembrare un sistema multi livello non sono previste regole istituzionali. Gli stati sono marginali e hanno solo un ruolo di agenzia di sviluppo del centro. Non viene risolto il problema dell'uguaglianza di tutte le nazionalità etniche e della loro richiesta di federalismo V. Parlamento La presenza di militari non eletti nel sistema legislativo in entrambe le camere è contro i principi della democrazia. Sono severamente violati i diritti e gli spazi dei partiti politici, i diritti umani e le attività politiche sulla base di cosiddette “preoccupazioni per la sicurezza nazionale”. La Costituzione prevede inoltre procedure limitative per le attività dell’opposizione che sembrano essere ritagliate apposta per impedire qualsiasi agibilità politica ad Aung San Suu Kyi. La Costituzione è stata costruita sulla base della teoria della “democrazia disciplinata” con il 25% del parlamento bicamerale composto da rappresentanti dei militari, così da evitare possibili risultati simili alle elezioni del 1990. Composizione dell'Assemblea Popolare - L’Assemblea Popolare sarà composta di un massimo di 440 rappresentanti. Ai militari vengono garantiti 110 seggi su 440 nominati dal Capo dello Staff delle Forze di difesa. Solo 330 saranno i rappresentanti eletti dalla popolazione. Composizione della Assemblea delle Nazionalità - 224 membri di cui: 168 membri eletti sulla base di 12 per regione, compresi i territori dell'Unione, e 12 per Stato, tra cui ci dovrà essere un rappresentante per ogni Divisione Autonoma o Provincia; 56 militari che il Capo dello Staff delle Forze di Difesa nomina e presenta come rappresentanti: 4 per regione compresi i territori dell'Unione e 4 per Stato. I militari avranno garantite le stesse percentuali di rappresentanza nelle Assemblee statali e regionali e nelle istituzioni delle aree autonome. Quindi i militari, anche con una rappresentanza del 25% diventano il blocco dominante nel processo legislativo. Per approvare o respingere un emendamento costituzionale o un disegno di legge c’è bisogno di più del 75% dei voti del parlamento. Inoltre la Costituzione stabilisce che i militari non hanno bisogno dell'approvazione parlamentare per la legislazione connessa alla difesa o alle questioni della sicurezza (sez. 20/b stabilisce che “i Servizi della Difesa hanno il diritto di amministrare indipendentemente e di aggiudicare tutti gli affari delle forze armate”. Secondo la sezione 115 e 147 i comitati del parlamento, le commissioni e gli organismi per la difesa e la sicurezza devono comprendere una maggioranza di membri nominati dall’esercito. VI. I militari intendono mantenere un ruolo di guida nella amministrazione pubblica. In Birmania, politici e partiti politici hanno giocato un ruolo dominante nella lotta per l’indipendenza, che è stata coordinata da Aung San un civile che ha formato il Burma Independence Army, quindi anche dal punto di vista storico l’esercito non può imporre un ruolo privilegiato. Vengono negate le legittime aspettative delle nazionalità etniche che chiedono da sempre il rispetto della autonomia dei singoli stati, attraverso un forte federalismo, il rispetto delle diversità culturali, tanto da creare il rischio di riarmo di gruppi del cessate il fuoco. Questa arroganza mette a serio rischio la stabilità e l’unità del paese e minaccia una ulteriore violazione dei diritti umani. In Birmania non esistono vere e credibili liste elettorali e si pensa che la giunta possa forzare le persone, inoltre non solo in Birmania non vi è la libertà politica e i partiti e le organizzazioni sindacali e della società civile non hanno il diritto di organizzarsi, tanto è vero che è stato vietato criticare anche la bozza di costituzione e coloro che lo hanno fatto sono stati passibili di condanna fino a 20 anni di carcere. VII. Capo di Stato e potere esecutivo Il candidato alla Presidenza , secondo l’articolo 59/d della costituzione deve avere una conoscenza approfondita degli affari militari, in altre parole personale non militare non è certo privilegiato nel diventare presidente. Per questa piccola possibilità che un candidato non proveniente dall’esercito possa diventare presidente, i poteri presidenziali in materia di difesa e di sicurezza sono estremamente limitati. Inoltre il potenziale presidente deve aver vissuto continuamente nel paese per almeno 20 anni. Il collegio elettorale previsto dalla clausola 60 è formato da tre gruppi uno per ogni ramo parlamentare e una terza entità di rappresentanti nominati dall’esercito e provenienti da entrambi i rami del parlamento. I gruppi nomineranno tre candidati presidenziali e i militari nomineranno un candidato. VIII. Consiglio per la Sicurezza e la Difesa Nazionale: UN POTERE SUPREMO L’organismo più potente previsto dalla costituzione è il Consiglio per la Difesa Nazionale e la Sicurezza. Composto da 11 membri di cui 6 di estrazione militare. Che si assicurano che tutte le questioni importanti rimangano sotto il diretto controllo dei militari. Il NDSC ha quattro compiti principali: 1) il presidente deve “nominare il comandante in capo dei servizi militari" come previsto nella se. 342. 2) in caso di dichiarazione dello stato di emergenza il presidente deve trasferire “il potere legislativo, esecutivo, e giudiziario al comandante in capo” come previsto dalla sez. 417 e 418. 3) il comandante in capo può guidare il paese per un massimo di due anni come presidente (sez. 421,427, 431) 4) la sez. 429 prevede che il NDSC convocherà elezioni generali secondo la Costituzione entro sei mesi dal giorno di ritiro dello stato di emergenza. Un'ulteriore clausola della sezione 20/f: "I Servizi della Difesa sono responsabili principalmente della salvaguardia della Costituzione" Traduzione: in ogni momento la Birmania può ritornare sotto il completo potere militare se i Generali ritengono che ci sia una minaccia alla Costituzione. IX. Revisione della Costituzione secondo l’ILO La Commissione Norme dell’ILO ha chiesto al regime militare birmano di modificare l’attuale legislazione e di operare su tutti i difetti della Costituzione - che entrerà in vigore l’anno prossimo - con l’obiettivo di eliminare il lavoro forzato dal Paese. Con riferimento alla Convenzione sul Lavoro Forzato del 1930, la Commissione di esperti dell’ILO ha affermato che il lavoro forzato continua ad essere praticato in almeno 13 dei 14 stati del Paese – a causa della mancanza di volontà politica nell’affrontare il problema da parte delle autorità. La Commissione ha dichiarato che il governo deve modificare legislazione vigente e la nuova Costituzione e deve proibire in modo efficace il lavoro forzato. Bisogna rendere pubblico tale bando e punire tutti coloro che lo contravvengono – contestualmente la Commissione si appella al governo affinché raddoppi i propri sforzi nel recuperare il ritardo accumulato e metta in campo i passi necessari per eliminare il lavoro forzato dalla Birmania una volta per tutte. In disaccordo con l’interpretazione della Costituzione del 2008 data dalla giunta, la Commissione ha concluso che il testo permette il lavoro forzato, specialmente in riferimento ai “compiti assegnati dallo Stato secondo la legge e nell’interesse del popolo” (n.d.r."duties assigned there upon by the State in accord with the law in the interests of the people."). Inoltre, la Commissione ha espresso l’opinione che “anche quelle norme costituzionali che esplicitamente proibiscono il lavoro forzato o obbligatorio possono diventare non operative quando il lavoro forzato o obbligatorio è imposto dalla legge stessa” (n.d.r. "even those constitutional provisions which expressly prohibit forced or compulsory labour may become inoperative where forced or compulsory labour is imposed by legislation itself"). Cecilia Brighi (5 Ottobre 2009) http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=136d5fb8fc3b4634b37d4dcd66543d33&docid=fec439f19c2d4f4c87a20f1267fbecc2 Tue, 06 Oct 2009 17:43:29 GMT 33c9f3e91cee4c0d9b2441904506e7e8 Un’elezione che non serve al popolo birmano – Articolo di Win Tin Washington Post – Grande attenzione è stata data alla recente visita del Senatore James Webb nel mio Paese e ai suoi incontri con il Generale Than Shwe e il Premio Nobel per la Pace, in carcere, Aung San Suu Kyi. Comprendo il desiderio di Webb di cercare un dialogo significativo (n.d.r. meaningful dialogue) con le autorità birmane. Sfortunatamente, i suoi tentativi hanno danneggiato il nostro movimento democratico e mostrato attenzione per un tema sbagliato – il potenziale per un' “elezione” rispetto alla quale Webb ci chiede di considerare una partecipazione, come parte di una strategia politica di lungo termine. Ma l’elezione di vetrina pianificata dal regime militare deride la libertà perseguita dal nostro popolo e renderebbe la dittatura militare permanente. 2009-09-09T19:49:39.0070000+02:00 Nelle ultime elezioni libere, il popolo birmano ha rigettato il regime militare con una valanga di voti, premiando la nostra National League for Democracy com più dell’80% dei seggi in Parlamento. Tuttavia i militari si sono rifiutati di permettere all’NLD di formare un governo. Nei 19 anni successivi a quelle elezioni, gli attivisti democratici birmani hanno affrontato arresti, intimidazioni, torture e morte ogni volta che pacificamente hanno chiesto giustizia, diritti per le persone e i gruppi etnici, e una forma democratica di governo che rappresenti tutto il popolo della Birmania. Senza mai fermare la nostra lotta per la democrazia, l’NLD ha continuamente cercato di entrare in contatto (n.d.r. engage) con il regime e aprire un dialogo – basato sulla pace e il rispetto reciproco – che potesse affrontare tanto i fondamentali problemi politici quanto quelli sociali della Birmania. Non inganniamoci – questi due temi sono interconnessi. La Birmania era un tempo la coppa (n.d.r. bowl) di riso dell’Asia. Ora a causa delle disastrose politiche economiche del regime e l’uso dell’oppressione per mantenere il regime militare, la Birmania è a pezzi e malata di povertà (n.d.r. Burma is a shattered, poverty-stricken country). Il regime sta cercano di mettere una vernice di legittimità su sé stesso con queste “elezioni” di vetrina e dicendo che una “democrazia disciplinata” (n.d.r. “disciplined democracy”) verrà istituita l’anno prossimo. Tuttavia nel Maggio del 2008, solo pochi giorni dopo che un enorme ciclone aveva devastato la Birmania, uccidendo più di 100.000 persone, il regime ha usato un processo ridicolo (n.d.r. farcical process) per dichiarare che il 93% dei votanti avevano scelto di adottare una costituzione che in modo permanente garantisce il potere dei militari e impedisce a coloro con non meglio definiti “legami stranieri” (n.d.r. “foreign ties”) di assumere incarichi pubblici – norma che impedirà a Suu Kyi e gli attivisti democratici di correre per un incarico. Alcuni osservatori internazionali vedono nelle elezioni pianificate per l’anno prossimo un’opportunità. Ma sotto le condizioni imposte dalla costituzione dei militari, le elezioni saranno una vergogna. Non sacrificheremo i principi democratici per i quali milioni di birmani hanno marciato, sono stati arrestati, sono stati torturati e sono morti per partecipare ad un processo senza la minima speranza di portare la libertà nel nostro Paese. Le richieste dell’NLD sono ragionevoli. In Aprile abbiamo emesso un’altra dichiarazione per incoraggiare il dialogo con i militari, richiedendo il rilascio di tutti i prigionieri politici, una piena revisione della Costituzione, la riapertura degli uffici dell’NLD e il diritto di organizzarsi liberamente. La risposta del regime è stata continuare a tenere in prigione Suu Kyi e 2.000 altri attivisti, grandi operazioni militari contro i gruppi etnici e l’adozione di misure per imbavagliare la democrazia. Come può la comunità internazionale giocare un ruolo importante? Primo, funzionari come Webb dovrebbero smettere di avere paura della Cina. Le sue parole sul contenere la Cina, e lavorare con il regime birmano, per raggiungere questo obiettivo, sono basate su una tesi sorpassata e non realistica. Suu Kyi ha rifiutato questa visione informando Webb che “noi non lavoreremo con nessuno con paure e insicurezze. Noi avremo a che fare con tutti, Cina, Stati Uniti, India, in modo eguale e amichevole. Non potendo scegliere i nostri vicini, sappiamo che dobbiamo avere buone relazioni con la Cina”. Secondo, l’NLD incoraggia altri Paesi e le organizzazioni internazionali a dialogare con la Giunta affinchè essa dialoghi con noi e con i gruppi etnici birmani. Gli Stati Uniti e molte altre nazioni hanno imposto sanzioni sulla Birmania. Questa è stata una loro decisione, basata sulla loro giustificata solidarietà con i valori democratici che noi abbiamo così a cuore. Se il regime sinceramente si aprirà al dialogo con l’NLD e i rappresentanti etnici, rilascerà i prigionieri politici, porrà fine agli attacchi contro le minoranze etniche e compirà ulteriori passi per costruire un vero stato democratico, queste sanzioni saranno abrogate al tempo giusto. Nel frattempo, non lasciamo che qualcuno dubiti della nostra risolutezza. L’NLD è il riflesso della società birmana. Noi non saremo soggiogati o forzati a partecipare in un processo politico fatalmente scorretto che ruba al popolo birmano la libertà per la quale noi lottiamo. Siamo pronti a dialogare, ma siamo più che desiderosi di continuare la nostra lotta per i valori democratici per cui così tanti hanno sacrificato la loro vita e la loro libertà. U Win Tin è un membro del Comitato Esecutivo Centrale e fondatore della National League for Democracy. E’ stato un prigioniero politico dal 1989 al 2008. (L'articolo è una traduzione dell'originale apparso in lingua inglese sul Washington Post) (9 Settembre 2009) http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=136d5fb8fc3b4634b37d4dcd66543d33&docid=33c9f3e91cee4c0d9b2441904506e7e8 Wed, 09 Sep 2009 17:49:39 GMT 9b406004621646578aca5f55d86c56ce Gli Stati Uniti monitorano la Birmania sulle sanzioni contro la Corea del Nord Agence France Press - Un diplomatico americano ha detto venerdì che Washington sta tenendo d’occhio l’impegno preso dalla Birmania di mettere in atto le sanzioni dell’ONU contro la Corea del Nord, dopo il resoconto di una possibile cooperazione nucleare tra le due nazioni asiatiche. Il mese scorso il Segretario di Stato degli Stati Uniti Hillary Clinton ha salutato la promessa del regime di attenersi alla risoluzione ONU sulle sanzioni, in seguito ad uno dei rari incontri tra gli Stati Uniti e i funzionari birmani ad un summit asiatico. 2009-08-23T17:46:34.5300000+02:00 Ma i resoconti che nelle ultime settimane avevano detto che Pyongyang stesse aiutando la Birmania a costruire un reattore nucleare segreto e un sito d’estrazione di plutonio, e a costruire una bomba in cinque anni, avevano provocato le preoccupazioni dell’intera regione. “Il governo birmano ha firmato un impegno durante l’ASEAN Regional Forum a Phukhet per mettere in atto la risoluzione” ha affermato a Bangkok l’Ambasciatore Philip Goldberg, coordinatore statunitense per l’attuazione delle recenti sanzioni ONU contro la Corea del Nord. “Speriamo e ci attendiamo che così sarà, ma è qualcosa che ha bisogno di un ulteriore discussione” ha detto ai giornalisti. I funzionari statunitensi hanno parlato della Birmania usando il nome di Burma. Goldberg si trovava a Bangkok come tappa di un giro dell’Asia che puntava a rafforzare il sostegno alla risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell’ONU approvata in Luglio in risposta al test nucleare sotterraneo della Corea del Nord del 25 maggio e i successivi lanci missilistici. Le sanzioni più dure includono ispezioni più severe ai cargo sospettati di contenere materiale sensibile, un embargo sulle armi più stretto e nuove disposizioni finanziarie per tagliare tutti i redditi dei settori nucleare e missilistico che fanno a capo a Pyongyang. Goldberg ha detto anche che la Birmania ha l’obbligo di aderire alla risoluzione sulle sanzioni in quanto membro delle Nazioni Unite. “Continueremo a verificare che ognuno si attenga agli obblighi” ha detto Goldberg. Sospetti sulla Birmania e la Corea del Nord sono aumentati nel mese di Giugno dopo che un cacciatorpediniere americano ha cominciato a tracciare una nave sospetta nordcoreana che si diceva puntare verso la Birmania. La nave alla fine è tornata indietro in Corea del Nord. Goldberg ha anche riconfermato i commenti fatti a Singapore richiedendo alle istituzioni finanziarie dell’Asia sud-orientale di monitorare le transazioni che potrebbero aiutare i programmi nucleari e balistici della Corea del Nord. Nei prossimi giorni l’Ambasciatore raggiungerà la Corea del Sud e il Giappone, mentre ha già visitato Malesia, Cina, Russia e Nazioni Unite per coordinare l’impegno globale nei confronti delle sanzioni. (Puoi leggere l'articolo su Burmanet) (23 Agosto 2009) http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=136d5fb8fc3b4634b37d4dcd66543d33&docid=9b406004621646578aca5f55d86c56ce Sun, 23 Aug 2009 15:46:34 GMT 532541c734264909be00adf5922080b6 Commenti sulla visita di Webb - Articolo di Aung Zaw A pochi giorni dalla visita del Senatore Webb in Birmania sono numerose le analisi dei giornali e dei gruppi democratici birmani che si occupano della vicenda e molte di queste si dimostrano preoccupate. In ogni caso, sembra ancora difficile capire a pieno il significato politico della visita e le conseguenze che arriveranno nel prossimo futuro. Durante la visita, il Senatore Webb ha avuto un incontro con il Generale della giunta Than Shwe e con la leader dell’opposizione Aung San Suu Kyi, recentemente condannata ad altri 18 mesi di arresti domiciliari, condanna che impedirà alla leader dell’opposizione democratica del Paese e Premio Nobel per la Pace di partecipare alle elezioni programmate per l’anno prossimo. Con il Senatore torna negli Stati Uniti John Yettaw, l’americano condannato a 7 anni per aver nuotato sino alla residenza di Aung San Suu Kyi. L’analisi di Aung Zaw apparsa su The Irrawaddy descrive alcune delle diverse opinioni circa la visita del Senatore democratico. 2009-08-17T13:05:06.1930000+02:00 Il dietro le quinte della visita di Webb – Articolo di Aung Zaw THE IRRAWADDY - La tempestiva visita del Senatore americano Jim Webb ha assicurato il rilascio dell’intruso americano John William Yettaw, ma la missione, nel complesso, è stata accolta da reazioni contrastanti da parte degli osservatori e dei gruppi di attivisti. La visita non comporta nessuna legittimazione per la violenta dittatura e ancora maggiore pressione deve essere esercitata sui Generali, dicono i gruppi all’opposizione. Debbie Stothard, coordinatrice di ALTSEAN, ha dichiarato che i leader della giunta hanno concesso a Webb di incontrare faccia a faccia il Generale Than Shwe e Aung San Suu Kyi solo a causa di una pressione internazionale e regionale senza precedenti. “E’ ironico che al Senatore Jim Webb è stato concesso di incontrare Aung San Suu Kyi e Than Shwe per le pressioni e le sanzioni” ha detto la Stothard, mentre lo stesso Webb si è dimostrato contrario alla politica di sanzioni statunitensi. Il Senatore Webb è Presidente della sotto-commissione East Asia e Pacific Affairs della Senate Foreign Relations Committee. (Puoi leggere l'intervento della Stothard, qui) Fonti ben informate hanno riferito a The Irrawaddy che prima della visita non ufficiale di Webb, il Generale Than Shwe aveva autorizzato l'avvio di un dialogo informale tra rappresentanti birmani e statunitensi, secondo un’attenta manovra diplomatica tesa a distrarre la pressione internazionale scaturita dalla condanna contro Suu Kyi. La parte birmana ha dato luce verde alla visita del Senatore poco dopo la fine del bizzarro processo contro la leader democratica. Webb è arrivato pochi giorni dopo il verdetto, e il rilascio di Yettaw è arrivato poco dopo. Nel passato, il regime ha usato le stesse manovre tattiche tese a diluire la pressione internazionale. Gli osservatori ricordano come nel Febbraio 1994, al Repubblicano Bill Richardson era stato concesso di incontrare Aung San Suu Kyi per più di cinque ore nella sua residenza. Questo nuovo gesto avviene nel momento in cui l’Amministrazione Obama è sul punto di annunciare una nuova politica birmana, dopo che crescenti segnali dicono che gli Stati Uniti sono pronti ad aprirsi a nuovi approcci nei confronti della Birmania, compreso, forse come primo passo, la fine del bando sui visti per i funzionari birmani e la ricostituzione di un’Ambasciata nel Paese. Il rilascio di Yettaw rappresenta un segnale distensivo nei confronti degli Stati Uniti e dell’Unione Europea e potenzialmente può evitare sanzioni più dure. Gli Stati Uniti hanno aumentato le proprie sanzioni solo il mese scorso. Than Shwe, che ha concesso a Webb un incontro personale nella capitale-fortezza di Naypyidaw, ha anche concesso un suo incontro con Suu Kyi, il Premio Nobel per la Pace detenuto, che la settimana scorsa ha ricevuto altri 18 mesi di arresti domiciliari e che ora è agli arresti domiciliari nella sua residenza sul lago. Gli osservatori avvertono che il rilascio di Yettaw è puramente cosmetico, visto che Suu Kyi e gli altri 2.100 prigionieri politici rimangono in prigione. C’è bisogno di qualcosa di sostanzioso ora per giustificare il cambiamento politico degli Stati Uniti (o internazionale), e tuttavia c’è il pericolo che il regime possa manipolare la vicenda a suo vantaggio. Il Senatore democratico, che ha specificato di aver richiesto il rilascio di Suu Kyi, ha detto in una conferenza stampa: “La mia speranza è che possiamo partire da questi gesti per gettare le basi per la buona volontà e la costruzione di fiducia (n.d.r confidence building) nel futuro”. Un ufficiale della difesa statunitense aveva dichiarato la settimana scorsa che Webb non portava nessun messaggio da parte dell'Amministrazione Americana, ma la Casa Bianca ha seguito la visita da vicino e l’ha accolta con favore. “E’ importante per la leadership birmana ascoltare la forte posizione dei leader politici americani in merito al percorso che dovrebbe portare verso la democrazia, il buon governo e una genuina riconciliazione nazionale” ha detto Mike Hammer, un portavoce del National Security Council. Questo sabato, Fred C. Lash, un portavoce del Dipartimento di Stato, ha riconfermato che il rilascio di Yettaw è stato un buon passo ma c’è bisogno di molto altro (n.d.r. but more is needed). “Noi chiediamo anche alle autorità birmane di rilasciare incondizionatamente Aung San Suu Kyi e gli oltre 2.100 prigionieri politici per iniziare una processo di riconciliazione nazionale e un dialogo politico inclusivo” ha aggiunto. Un analista della Birmania, basato a Chiang Mai, Bertil Lintner, giornalista svedese e autore di parecchi libri sulla Birmania, ha detto “E’ naif aspettarsi che i generali ascoltino gli Stati Uniti e cambino il loro corso” Gli osservatori hanno anche notato che durante la visita di Webb si stava anche aprendo, nel dietro le quinte, un piccolo dramma tra Birmania e Cina. L’incontestata influenza economica della Cina sta crescendo e la maggiore potenza asiatica gode di un evidente vantaggio strategico in questa relazione indiscussa (n.d.r. unchallenged relationship). Webb affermava in un precedente comunicato “Più gli Stati Uniti cercano di isolare la Birmania per le sue politiche sui diritti umani o il suo regime militare, e più l’influenza cinese cresce esponenzialmente”. Tuttavia, secondo Lintner “Non c’è possibilità che la Birmania lasci la Cina per gli Stati Uniti”. La più grande preoccupazione birmana, continua il famoso giornalista, è di mantenere buoni rapporti con Cina e India, i suoi due potenti vicini, e poi con l’ASEAN e quindi avere buone relazioni con il resto del mondo, compresi Stati Uniti e Unione Europea. Un veterano del giornalismo birmano ha detto a The Irrawaddy che la relazione del regime con la Cina è profondamente radicata, ma anche così Than Shwe e altri top leader non sono contenti che la Cina offra il proprio supporto politico a gruppi etnici sul confine sino-birmano, nella paura che le truppe del regime e quelle etniche possano determinare un’ondata di rifugiati in cerca di protezione in Cina, più o meno quello che è avvenuto sul confine tra Thailandia e Birmania. Solo questo mese, circa 10.000 persone, compresi migranti cinesi e Kokang, hanno cercato rifugio in Cina dopo che sono cresciute le tensioni tra le truppe governative e la Burma National Democratic Alliance Army, un gruppo Kokang che ha firmato il cessate il fuoco. “Than Shwe è uno scaltro giocatore di scacchi, e potrebbe voler mandare un segnale alla Cina sul fatto che lui può avere migliori relazioni con l’America” ha detto invece un giornalista di Rangoon. In ogni caso, considerando la grande dipendenza del regime sulla Cina in quanto a hardware militare, commercio e investimenti, più la già pianificata gas pipeline verso la Provincia dello Yunnan, continua il giornalista, “La ventenne Birmania è ora incinta, e non lascerà il marito (la Cina) così presto”. (Puoi leggere l'articolo in originale su The Irrawaddy) (La foto dell'incontro tra il Senatore Webb e il Premio Nobel Aung San Suu Kyi è della Reuters - 15 Agosto) (17 Agosto 2009) http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=136d5fb8fc3b4634b37d4dcd66543d33&docid=532541c734264909be00adf5922080b6 Mon, 17 Aug 2009 11:05:06 GMT 0ff6958d1fc2426abb8d4b9dfb25a9ca Verdetto del processo contro Aung San Suu Kyi posticipato all'11 Agosto Queste le parole dell'avvocato del Premio Nobel per la Pace, Nyan Win. Nel frattempo le forze di polizia continuano ad aumentare nei pressi della Prigione di Insein e sei membri della National League for Democracy sono stati arrestati nella notte, sempre secondo fonti vicine all'opposizione birmana. 2009-08-09T19:18:02.3630000+02:00 http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=136d5fb8fc3b4634b37d4dcd66543d33&docid=0ff6958d1fc2426abb8d4b9dfb25a9ca Sun, 09 Aug 2009 17:18:02 GMT 2702cf3b2a6c46569dc67d32b554d38f Arrestati ieri notte dieci membri della National League for Democracy Nella notte di ieri sono stati arrestati dieci membri della National League for Democracy. Si tratta, per la maggior parte, di giovani membri. Ecco la lista degli arrestati, con città e stato di appartenza. 2009-07-31T21:30:03.5170000+02:00 Myint Wai (Yaynan Chaung, Magwe Division) Tint Lwin (Yaynan Chaung, Magwe Division) Than Aung (Yaynan Chaung, Magwe Division) U Soe (Taungdwin Gyi, Magwe Division) Ko Par Lay (Taungdwin Gyi, Magwe Division) Kyaw Naing (Taungdwin Gyi, Magwe Division) Htay Win (Kan Ma, Magwe Division) NayMyo Kyaw (Saku, Magwe Division) Nay Linn Soe (Thaketa, Rangoon Division) Khin Myat Thu (Mingalardon, Rangoon Division) http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=136d5fb8fc3b4634b37d4dcd66543d33&docid=2702cf3b2a6c46569dc67d32b554d38f Fri, 31 Jul 2009 19:30:03 GMT 0427ddf6dcf944a893df9c9e3f1fb0f5 Gli Stati Uniti rinnovano le sanzioni contro la giunta - Articolo di Francis Wade Democratic Voice of Burma – Il Senato americano ha approvato il rinnovo annuale delle sanzioni che bandiscono le importazioni di beni birmani negli Stati Uniti, e ora attende il parere del Congresso su un possible prolungamento della decisione. La decisione e’ stata presa dalla Senate Finance Committee, che negli Stati Uniti ha il potere di esprimersi in materia di commercio internazionale. 2009-07-25T12:59:31.1930000+02:00 L'attuale risoluzione sulla Birmania, contenuta nel Burmese Freedom and Democracy Act del 2003, autorizza il Congresso a rinnovare le sanzioni anno per anno fino al 2012. “Fintanto che la giunta birmana continuera' a rendersi responsabile di estese ed evidenti (n.d.r gross) violazioni dei diritti umani e a governare il suo popolo con il pugno di ferro, gli Stati Uniti dovranno continuare a sostenere i diritti umani, in nome del popolo birmano” ha detto il Senate Finance Chairman Max Baucus. “Queste sanzioni sul commercio internazionale, insieme alle sanzioni imposte da molti nostri partner economici, impongono sulla giunta la presssione necessaria affinche’ essa metta la parola fine alle ingiustizie contro la propria gente”. La decisione del rinnovo delle sanzioni USA appariva gia’ verosimile da Maggio, quando Aung San Suu Kyi, leader dell’opposizione democratica, era stata portata in tribunale con l’accusa di aver violato le condizioni dei propri arresti domiciliari. Il processo ha segnato il ritorno alla tradizionale posizione americana nei confronti della Birmania, che in parte sembrava essere stata superata, stando alle parole del Segretario di Stato Hillary Clinton che a Febbraio aveva detto che a Washington c’era bisogno di ripensare la propria politica birmana, alla luce del fallimento delle sanzioni. Mercoledi tuttavia la Clinton ha fatto presagire che si sta passando ad una nuova fase delle relazioni tra i due Paesi, parlando della possibilita’ per Washington di impegnarsi con la Birmania, anche in termini di investimenti economici, qualora Aung San Suu Kyi venisse liberata. Gli Stati Uniti hanno anche espresso la propria preoccupazione circa la possibilita’ che Birmania e Corea del Nord commercino in materiale nucleare e scambino informazioni sensibili, da quando le relazioni tra i due regimi si sono intensificate. Intervenendo a margine dell’ASEAN Regional Forum, che finisce oggi in Thailandia, il Ministro degli Esteri birmano Nyan Win avrebbe detto al Segretario di Stato americano che la Birmania potrebbe aderire alla risoluzione ONU che richiede agli Stati membri di ispezionare i cargo nordcoreani sospetti. Nei giorni scorsi, Hillary Clinton aveva chiesto con urgenza ai 10 Paesi dell’ASEAN, che tradizionalmente non interferiscono negli affari interni degli Stati membri, di espellere la Birmania se questa non mettera' in atto le necessarie riforme democratiche. (Puoi leggere l'articolo in originale su Democratic Voice of Burma) (25 Luglio 2009) http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=136d5fb8fc3b4634b37d4dcd66543d33&docid=0427ddf6dcf944a893df9c9e3f1fb0f5 Sat, 25 Jul 2009 10:59:31 GMT 7e634915a349438cbba6bdbc7a092a79 Stati Uniti preoccupati per la cooperazione militare tra Birmania e Corea del Nord – Art. di Mark Landler Pubblichiamo l’articolo del New York Times nel quale si riportano le preoccupazioni espresse dal Segretario di Stato americano, Hillary Clinton, in merito alla crescente cooperazione militare tra il regime di Pyongyang e la giunta birmana. Quest’asse, sempre secondo la Clinton, potrebbe destabilizzare l’intera regione ed in particolare i Paesi del Sud-est asiatico, prima fra tutti la Thailandia. Sullo sfondo rimane lo spettro di un programma militare di cooperazione nucleare. E’ molto probabile che questo tema dominerà il Forum per la Sicurezza Regionale che inizierà domani, mercoledì 22 Luglio, a Phukhet. Da tempo l’Amministrazione Obama ha annunciato di voler procedere ad una profonda revisione della sua politica nei confronti della Birmania, partendo dalla considerazione che le sanzioni attuali si sono dimostrate inefficaci. Molti pensano che solo quando questa nuova linea prenderà corpo, si potranno verificare dei cambiamenti nell’atteggiamento della giunta militare. Nel frattempo, in questi giorni, Hillary Clinton ha avuto modo di parlare più volte del Paese asiatico, condannando le violazioni dei diritti umani e le persistenti violenze contro le donne attribuite all’esercito regolare. Il Segretario di Stato americano ha espresso inoltre le proprie preoccupazioni per il processo contro Aung San Suu Kyi, i cui capi d’accusa sono stati definiti dalla stessa Clinton come “senza fondamento e totalmente inaccettabili”. Puoi leggere l'articolo in originale sul New York Times 2009-07-22T00:18:41.7270000+02:00 U.S. worried over Myanmar-N. Korea arms links Mark Landler New York Times - Secretary of State Hillary Rodham Clinton, arriving here for a meeting of Southeast Asian nations, expressed concern on Tuesday about what she called growing evidence of military cooperation between North Korea and Myanmar, which she said could destabilize the region. Declaring that she takes the reports such cooperation “very seriously,” Mrs. Clinton said that expanded military ties between the countries would “pose a direct threat” to Myanmar’s neighbors. She singled out Thailand, an ally of the United States and the host of the regional meeting, as being vulnerable to a heavily armed Myanmar, a reclusive dictatorship also known as Burma. Suspicions about North Korea’s relationship with Myanmar deepened recently when a North Korea freighter appeared to be steaming toward Myanmar. American officials, believing the ship might be carrying weapons or other illicit cargo, tracked it until it reversed course. North Korea is already suspected of supplying Myanmar with small arms and ammunition, but some intelligence analysts contend that North Korea is also helping Myanmar pursue a nuclear weapons program. They cite as possible evidence newly published photos circulated by Burmese dissident groups of what some analysts assert are a network of giant tunnels outside Myanmar’s jungle capital, Naypyidaw, built with help from North Korean engineers. Mrs. Clinton did not say whether the Obama administration shares suspicions about any nuclear cooperation. But another senior administration official said the United States had not discounted the possibility. “North Korea has a history of proliferating,” said the official, who spoke on condition of anonymity because only Mrs. Clinton was authorized to speak publicly in advance of the conference. Even without these links, Myanmar and North Korea are likely to dominate the meeting of the Association of Southeast Nations, or ASEAN, which begins Wednesday on the resort island of Phuket. Mrs. Clinton plans to meet with the foreign ministers of several countries to firm up support for the latest United Nations resolution against North Korea, adopted after Pyongyang’s nuclear and missile tests. Although the United States is putting most of its emphasis on enforcing the sanctions in that resolution, it has begun discussing possible incentives that the countries could offer North Korea, if its regime agreed to abandon its nuclear ambitions and return to the bargaining table. Officials declined to say what might be on the table, though they said it would be a mix of familiar and new elements. In the past, the United States and other counties have offered Pyongyang shipments of fuel. “There are obviously a list of incentives, offers that could be made if the North Koreans evidence any willingness to take a different path,” Mrs. Clinton said at a news conference here, after arriving from New Delhi. “As of this moment in time, we haven’t seen that evidence.” The administration’s decision to broach the possibility of incentives, officials said, will make it easier to persuade countries like China, which have previously resisted sanctions against North Korea, from agreeing to implement the tougher measures in the United Nations resolution. North Korea is expected to send a delegate to the ASEAN conference, but Mrs. Clinton did not plan to meet that person. American officials said there was always the possibility of a chance encounter of a North Korean diplomat and one of Mrs. Clinton’s lieutenants on the sidelines. Mrs. Clinton also has no plans to meet with a representative of Myanmar. On Tuesday, she used unusually tough language in discussing the country’s human rights record and its treatment of Aung Sang Suu Kyi, the pro-democracy leader on trial for violating her house arrest by sheltering an American man who swam across a lake to her bungalow last May. “We are deeply concerned by the reports of continuing human rights abuses within Burma,” she said, “and particularly by actions that are attributed to the Burmese military, concerning the mistreatment and abuse of young girls.” The Obama administration has been reviewing American policy toward Myanmar since February, when Mrs. Clinton declared that the existing sanctions against its military regime had been ineffective. But the United States will not announce a new policy at this meeting, largely because repeated delays in the trial of Mrs. Aung Sang Suu Kyi have made it difficult for the administration to develop a response. Mrs. Clinton repeated her demand that Mrs. Aung San Suu Kyi be treated fairly, and dismissed the charges against her as “baseless and totally unacceptable.” “Our position is that we are willing to have a more productive partnership with Burma if they take steps that are self-evident,” she said. She called on the regime to release political prisoners and to “end the violence” against its own people, including ethnic minorities. In recent months, the military has launched a fierce offensive against the Karen minority, driving refugees across the border into Thailand. Both Chinese and American officials have pressed Myanmar to adhere to the anti-proliferation measures in the sanctions against North Korea, which it has pledged to do. Analysts say there is evidence, in the aborted voyage of the North Korean freighter, that the regime got the message. Without a new American policy to announce, however, the United States and Asian nations are unlikely to break much ground in trying to bring the generals who run Myanmar back into the fold. Appearing with Mrs. Clinton, one of Thailand’s deputy prime ministers, Korbsak Sabhavasu, said, “I think we basically almost just about share the same thoughts and ideas on how to solve this problem.” (21 Luglio 2009) http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=136d5fb8fc3b4634b37d4dcd66543d33&docid=7e634915a349438cbba6bdbc7a092a79 Tue, 21 Jul 2009 22:18:41 GMT 6f2f27dfdeac47f68388a58ef969aaf4 Nuovo Policy Brief di ALTSEAN - "Action Needed: Burmese Junta Threatens Comprehensive Regional Security" Segnaliamo l'uscita del nuovo Policy Brief di ALTSEAN - il Network di informazione dei Paesi ASEAN che si occupa di Birmania - pubblicato alla vigilia dell'atteso Forum sulla Sicurezza Regionale che si terrà a Phukhet, in Thailandia. Il Policy Brief affronta molti dei principali temi sul tappeto, inserendo la questione birmana all'interno del contesto regionale, proponendo indirettamente un'agenda per il meeting. Puoi scaricare il documento in .pdf da questa pagina: http://www.altsean.org/Reports/ARF.php I paragrafi del Policy Brief sono: 1. Dalla Birmania con amore, Kim Jong II 2. Tecnologia missilistica 3. Cina e Singapore coinvolte? 4. Tunnel sotterranei: prestiti stranieri, nordcoreani e compari 5. Tracciare i soldi per fermare la minaccia (19 Luglio 2009) 2009-07-20T19:51:25.7770000+02:00 http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=136d5fb8fc3b4634b37d4dcd66543d33&docid=6f2f27dfdeac47f68388a58ef969aaf4 Mon, 20 Jul 2009 17:51:25 GMT 1fd0b66f7a284ad6af53246958c838e8 La Corea del Nord starebbe esportando armi via terra verso la Birmania – Articolo di Francis Wade Democratic Voice of Burma – La Corea del Nord è sospettata di esportare illegalmente armi in Birmania via terra attraverso la Cina, per evitare di essere intercettata via mare, secondo quanto riferito da un giornale sudcoreano ieri. Il quotidiano riferisce anche che il cargo nordcoreano Kang Nam 1 sospettato pochi giorni fa dalla marina statunitense di trasportare armi, in aperta violazione delle sanzioni ONU, è tornato indietro. La Corea del Nord, come molti Paesi, tradizionalmente usa le rotte marittime per le sue esportazioni. 2009-07-04T00:01:07.1170000+02:00 Secondo il quotidiano Chosun Ilbo, a seguito della serie di sanzioni sul regime che, dal 2006, hanno progressivamente colpito l’esportazione di armi, il governo pare abbia usato rotte di terra che sono più difficili da individuare. Usando questo metodo, Pyangyang ha esportato armi in Iran, Syria, Laos e Birmania per un totale di 800 milioni di dollari, continua il quotidiano sudcoreano, citando le agenzie di intelligence americane. “(La Corea del Nord) esporta armi anche costruendo industrie dove assemblare le componenti nei Paesi importatori” dice il report. “Per aggirare il bando che proibisce l’ingresso delle sue navi nei porti, la Corea del Nord registra le navi sotto nomi stranieri, falsificando il nome del Paese d’origine, o facendo business con un Paese terzo. Questo è in pratica il modo in cui ha potuto esportare in Iran, Syria, Birmania e Laos”. Secondo quanto detto dall’esperto di Corea del Nord, Leonid Petrov, queste metodo è stato usato in passato per esportare materiale sensibile. “Ce ne è in abbondanza di cooperative, non veramente private, ma neanche propriamente del governo, che operano nel mercato su basi commerciale, così possono andare dove vogliono e prendere qualsiasi cargo” ha aggiunto. La Birmania si dice si sia rifiutata di accogliere la nave Kang Nam, sebbene non è chiaro quale sia la ragione precisa. Poco prima, ufficiali americani avevano detto che la nave era stata tracciata dalla marina statunitense a circa 250 miglia a sud di Hong Kong, sebbene non ci sono stati commenti sulla possibile destinazione. La nuova risoluzione ONU sulla Corea del Nord permette ai Paesi di richiedere un’indagine delle imbarcazioni nordcoreani sospettate di trasportare armi o materiale sospetto, tuttavia gli Stati Uniti non hanno abbordato la Kang Nam. “E’ semplicemente impossibile monitorare la maggioranza delle rotte di terra e di aria, e probabilmente solo i cargo via mare possono essere fermati e perquisiti, ma c’è un’alta probabilità di creare un incidente o una battaglia, perciò, ad ogni modo, non penso che la risoluzione funzionerà” ha detto Petrov. (Puoi leggere l'articolo in originale su Democratic Voice of Burma) (3 Luglio 2009) http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=136d5fb8fc3b4634b37d4dcd66543d33&docid=1fd0b66f7a284ad6af53246958c838e8 Fri, 03 Jul 2009 22:01:07 GMT 4caf18a2a69f4d31bb9af2af49b9f415 Prigionieri politici puniti nel carcere di Insein – Comunicato dell’AAPP Pubblichiamo un recente comunicato dell’Assistance Association for Political Prisoners (AAPP) sulle condizioni di 5 prigionieri politici che si trovano nel carcere di Insein a Rangoon. Nell'occasione ricordiamo che in Birmania ci sono attualmente più di 2000 prigionieri politici. 2009-06-14T22:26:36.1900000+02:00 MAE SOT, Thailand – L’Assistance Association for Political Prisoners ha appreso che cinque prigionieri politici della Prigione Insein di Rangoon sono stati trattenuti in celle di punizione (n.d.r. military dog cells) e non hanno potuto ricevere visite dei familiari dall’11 maggio 2009. La ragione della punizione non è nota. I prigionieri sono U Naing Naing (parlamentare della National League for Democracy), U Soe Han (membro del NLD e avvocato), Aung Naing (membro del NLD), Lwin Ko Latt (studente e membro dell’All Burma Federation of Student Unions), e U Sandimar (monaco e abate). U Naing Naing soffre di ernia e ipertensione. U Soe Han ha problemi agli occhi. Ai loro familiari è stato impedito di vederli e di fornire loro medicine essenziali. Le loro famiglie sono ora molto preoccupate per la loro salute. A causa delle cure inadeguate offerte dalle prigioni birmane, i prigionieri politici fanno affidamento sulle proprie famiglie per ricevere medicine e altri prodotti essenziali. Il regime ha impedito alla Croce Rossa Internazionale di entrare nelle carceri dal Novembre del 2005. La sicurezza nella prigione di Insein, in questi giorni, è estremamente severa, a causa del processo di Aung San Suu Kyi, dei suoi compagni di partito Daw Khin Khin Win e Daw Win Ma Ma e del cittadino statunitense John William Yettaw. Storia dei 5 prigionieri politici: U Naing Naing, membro del NLD e conosciuto come Saw Naing Naing, è stato arrestato il 14 Settembre del 2000. E’ stato condannato a 21 anni sulla base del Section 5 del Emergency Provision Act del 1950 e della Section 17/20 del Printers and Publishers Registration Act del 1962. U Soe Han, membro NLD, è stato anche lui condannato a 21 anni sulla base del Section 5 dell'Emergency Provision Act del 1950 e della Section 17/20 del Printers and Publishers Registration Act del 1962. Aung Naing, membro NLD, è stato arrestato l’11 Giugno del 2005. Le accuse contro di lui non sono state rese note, ma è stato condannato a 20 anni di carcere. Lwin Ko Latt, studente e membro dell’All Burma Federation of Student Unions, è stato arrestato il 26 settembre del 2003. E’ accusato in base al Section 5(j) dell’Emergency Provisions Act del 1950 e la Section 17/1 dell’Unlawful Association Act del 1908. E’ stato condannato a 20 anni. U Sandimar, monaco e abate superior del monastero di Kyar, nella città di Pazandaung, Rangoon, è stato arrestato il 7 Settembre del 2007. E’ stato condannato in base alle Sections 17/1 e 17/2 dell’Unlawful Association Act del 1908 e alla Sections 5 e 6 della Law Relating to the Forming of Organisations del 1988 (State Law and Order Restoration Council Law No. 6/88 30 September 1988). Il 14 Novembre del 2008 è stato condannato a 8 anni di detenzione. Per ulteriori informazioni, contattare: Tate Naing, AAPP Secretary, +66(0)812878751 Bo Kyi, AAPP Joint-Secretary, +66(0)81-3248935 (Puoi leggere il comunicato anche su http://www.aappb.org/) 14 Giugno 2009 http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=136d5fb8fc3b4634b37d4dcd66543d33&docid=4caf18a2a69f4d31bb9af2af49b9f415 Sun, 14 Jun 2009 20:26:36 GMT 3d0631e1afab446abe0b84387009b9a1 Peggiorano le relazioni tra giunta e Unione Europea – Articolo di Wai Moe IRRAWADDY – I rapporti del governo birmano con l’Unione Europea sono peggiorati durante la scorsa settimana quando la giunta ha ufficialmente rifiutato la nomina di un inviato speciale UE in Birmania durante il meeting UE-ASEAN di Phnom Penh. Secondo i giornali di stato di martedì, il Vice Ministro degli Esteri della giunta ha detto alle delegazioni presenti al meeting ministeriale che la Birmania non riconosceva “né la nomina di un rappresentante UE né le sue attività”. 2009-06-03T17:47:30.5100000+02:00 L’Inviato Speciale Piero Fassino (ndr “an Italian diplomat”) ha ricevuto l’incarico dall’Unione Europea il 7 Novembre 2007, in seguito alla stretta del regime sui manifestanti durante il Settembre di quello stesso anno. Il mandato di Fassino è di coordinare gli sforzi dell’Unione Europea nel portare un cambiamento positivo in Birmania, incoraggiando la riconciliazione democratica, i diritti umani e lo sviluppo economico. I giornali birmani hanno riferito martedì che durante il pranzo dell’Asean-EU Meeting ministeriale a Phnom Penh del 28 maggio, i rappresentanti di “Gran Bretagna, Commissione Europea, Slovacchia, Francia, Norvegia e Repubblica Ceca hanno fatto sentire le proprie preoccupazioni” sulla situazione politica in Birmania e sul processo contro la leader democratica Aung San Suu Kyi. E’ stato anche riportato che il delegato olandese avrebbe detto durante il meeting di credere che il processo di Aung San Suu Kyi fosse una questione interna, così come sostenuto dal governo birmano, e che non ci sarebbe dovuta essere interferenza. I commenti, così come riportati dagli organi di stampa della giunta, hanno creato un contraccolpo in Olanda, dove attivisti birmani hanno espresso la propria sorpresa alle parole del delegato olandese, perché proprio l’Olanda è uno dei Paesi UE più esplicite sul tema della democrazia e dei diritti umani in Birmania. Un funzionario del Ministero degli Affari Esteri olandese ha negato la dichiarazione attribuita al delegato olandese sui giornali della giunta, affermando che è “assolutamente non vera”. In una e-mail a Irrawaddy, il funzionario ha affermato: “L’Olanda non ha cambiato la propria posizione, né lo ha fatto l’Unione Europea”. “Tanto durante gli incontri ASEM quanto in quelli UE-ASEAN, l’Olanda ha tenuto una posizione forte sulla Birmania, è intervenuta nella sessione plenaria e ha parlato direttamente con la delegazione birmana, per esprimere il proprio sgomento per l’arresto di Aung San Suu Kyi e ponendo l’attenzione sul rilascio degli altri prigionieri politici” ha detto. Anche prima che il processo di Aung San Suu Kyi iniziasse a metà maggio, l’Unione Europea ha espresso il proprio disappunto nei confronti della mancanza di progressi della giunta nel recepire i richiami della comunità internazionali per una riconciliazione nazionale. Il 27 Aprile, l’Unione Europea ha esteso la sua Posizione Comune sulla Birmania per un altro anno. Dal 1996, questa Posizione Comune, include sanzioni economiche, un embargo di armi e un bando per i visti degli ufficiali militari del Paese, più un bando alle visite di alto livello istituzionali dei membri UE in Birmania. Un diplomatico europeo in Bangkok, che va spesso in Birmania ha detto che sebbene l’Unione Europea ha tentato di coinvolgere il regime, in particolare sul tema delle missioni umanitarie dopo il Ciclone Nargis, il regime ha chiuso le porte ai diplomatici europei. Il diplomatico ha detto che ufficiali dell’Unione Europea, uno dei principali donatori per chi è sopravvissuto al ciclone, può raggiungere solo ufficiali di basso rango. Nei primi mesi dell’anno, riferiscono i giornali del governo, un funzionario di uno dei Paesi dell’Unione Europea, Ulla Toraes, che lavora presso il Ministro per lo Sviluppo danese, ha visitato la Birmania. Tuttavia, ha avuto solo un incontro con la Myanmar Red Cross Society, organizzazione sostenuta dalla giunta militare. (Puoi leggere l’articolo in originale su http://www.irrawaddy.org/article.php?art_id=15826) 3 Giugno 2009 http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=136d5fb8fc3b4634b37d4dcd66543d33&docid=3d0631e1afab446abe0b84387009b9a1 Wed, 03 Jun 2009 15:47:30 GMT 247a166fde1e49f18255961581ebaa76 La rete dà voce alla protesta - 64ForSuu.org C’è un nuovo sito web in rete. Nato da una coalizione di organizzazioni che fanno campagna per la liberazione di Aung San Suu Kyi e per la democrazia in Birmania. Tra di loro Amnesty International, Human Rights Watch e The Burma Campaign Uk. Il sito è un contenitore libero dove chiunque può lasciare un messaggio di sostegno per la leader democratica e per tutti i prigionieri politici della Birmania. 2009-05-31T13:13:10.4900000+02:00 L’obiettivo è raccogliere migliaia di messaggi in vista del 64° compleanno di Aung San Suu Kyi, il 19 giugno 2009 e dare voce allo sdegno della comunità internazionale e della società civile mondiale per tutto quello che continua a succedere in Birmania. Puoi vedere video, parole, messaggi di Twitter lasciati da celebrità, personalità e politici di tutto il mondo per sostenere pubblicamente Aung San Suu Kyi. Lo hanno già fatto George Clooney, Magdalaine Albright, Drew Barrymore, David Beckham, Robert De Niro, Nicole Kidman, Scarlett Johansson, Orhan Pamuk, Brad Pitt e molti altri. Queste le 64 parole del Primo Ministro Britannico, Gordon Brown: “I add my voice to the growing chorus of those demanding your release. For too long the world has failed to act in the face of this intolerable injustice. That is now changing. The clamour for your release is growing across Europe, Asia, and the entire world. We must do all we can to make this Birthday the last you spend without your freedom.” Visita il sito e lascia anche tu un messaggio. Vai su http://www.64forsuu.org/index.php ! http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=136d5fb8fc3b4634b37d4dcd66543d33&docid=247a166fde1e49f18255961581ebaa76 Sun, 31 May 2009 11:13:10 GMT 413590370ea142f48f4d7610ee7da9ee Allontanati nuovamente i diplomatici dal processo a Aung San Suu Kyi BBC NEWS - Le autorità birmane hanno impedito nuovamente agli osservatori internazionali di assistere al processo di Aung San Suu Kyi, il giorno dopo aver concesso loro di partecipare. Il regime aveva aperto le aule a diplomatici e giornalisti mercoledì, dando l’impressione di rispondere alle crescente critiche. Ma un funzionario birmano ha detto che questa scelta è stata “solo per un giorno”. 2009-05-24T20:19:09.3200000+02:00 La leader del movimento democratico Aung San Suu Kyi è accusata di avere infranto i termini del proprio arresto, dopo l’ingresso dell’americano nella sua residenza. Gli avvocati della difesa hanno affermato che Suu Kyi non ha invitato l’americano, John Yettaw, a invitarla e che ha solo permesso a lui di stare perché lui ha detto che era esausto. Ms. Suu Kyi, 63 anni è stata agli arresti per più di 13 degli ultimi 19 anni. Il suo ultimo periodo di detenzione a casa sarebbe dovuto terminare il 27 maggio e molti osservatori considerano questo caso contro di lei come un pretesto per assicurarsi che la leader democratica sia ancora agli arresti durante le prossime elezioni. Mercoledì, ad Aung San Suu Kyi è stato concesso di parlare con tre diplomatici stranieri. A molti altri, insieme a 10 giornalisti, è stato concesso di assistere ai lavori della corte nella Prigione di Insein. Ma un funzionario Birmano ha detto che la corte non sarebbe stata aperta agli osservatori internazionali questo giovedì. “Solo per un giorno diplomatici e stampa hanno potuto accedere”, ha detto il funzionario non identificato a AFp News. Ma l’Ambasciatore inglese in Birmania, Mark Canning, a cui era stato concesso di assistere al processo mercoledì, ha ditto alla BBC che le autorità potrebbero essere preparati a lasciare entrare osservatori stranieri presso la corte di nuovo. “Ci è stato descritto come evento unico, ma loro hanno anche ditto che se l’esperimento funzionava loro avrebbero potuto essere pronti per rifarlo”. “E’ una tattica che hanno già adottato in altre circostanze; all’inizio del ciclone l’anno scorso per esempio abbiamo visto il regime essere preso in contropiede dalla forza delle condanne internazionali, e li abbiamo visti fare marcia indietro e fare una seri di concessioni allo scopo di comprarsi il silenzio di quelle condanne. Comunque Mr. Canning ha anche detto che lui non pensa che Suu Kyi riceverà un giusto processo e che la conclusione della storia “è già stata scritta". Il regime dice che loro terranno un’elezione con più partiti nel 2010. La Lega Nazionale per la Democrazia di Aung San Suu Kyi vince le ultime elezioni, nel 1990 ma non gli fu mai concesso di prendere il potere. (Puoi leggere l'articolo su http://news.bbc.co.uk/nol/ukfs_news/hi/newsid_8060000/newsid_8060700/8060715.stm) http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=136d5fb8fc3b4634b37d4dcd66543d33&docid=413590370ea142f48f4d7610ee7da9ee Sun, 24 May 2009 18:19:09 GMT ae1e2069edf24373be4d0993b7b0796b Militari torturano dei civili nello Stato Shan - Articolo di Saw Yan Naing Irrawaddy - Martedì 19 l’esercito birmano ha arrestato e torturato alcuni civili nella città di Hsi Hseng, nello Stato Shan, compresi uno dei leader della comunità locale e alcuni insegnanti della scuola, accusati di aver legami con i ribelli. Così riferiscono alcune fonti del posto. 2009-05-22T20:05:18.7600000+02:00 Il 14 maggio, una ragazza di 15 anni è stata violentata da un gruppo di 12 soldati birmani guidati da Mying Oo, mentre lei era nel proprio giardino, così riferiscono gli abitanti. La ragazza si trova ora nell’ospedale Taunggyi nello Stato Shan. I soldati birmani hanno anche tagliato le mani ad uno degli abitanti del villaggio chiamato U Lono, così ci ha detto Khun Joi Hto, uno dei portavoce della Pa-O National Liberation Organization (PNLO). Gli incidenti sono seguiti allo scontro, del 3 maggio, nel quale i soldati della PNLA e della Karen National Liberation Army (KNLA) avevano attaccato le truppe birmane presso His Hseng. La PNLA è il braccio militare del PA-O National Liberation Organization (PNLO). Dodici militari birmani, tutti del Light Infantry Battalion 426, comandati da Myo Aung, sono stati uccisi, continuano le nostre fonti. Martedì, l’esercito birmano è tornato nel villaggio. “Hanno picchiato gli abitanti, chiedendo loro dove si trovavano i ribelli” ha affermato Khun Joi Hto. Il PNLO è nato come scissione del gruppo conosciuto come Shan State Nationalities Peoples’ Liberation Organisation (SSNPLO) ha seguito del cessate il fuoco siglato da questa organizzazione nel tardo 2007. Alcuni abitanti del posto riportano di essere stati picchiati e torturati dall’esercito birmano, per vendetta. Alcuni abitanti si stanno ancora nascondendo nella giungla, mentre altri hanno varcato il confine con la Thailandia. L’esercito ha anche minacciato i villaggi dell’area che sarebbero stati devastati (ndr bum). Le fonti dicono inoltre che il Comandante birmano Bri-Gen Myo Aye, che guida il Military Operation Command 7, ha detto al gruppo per il cessate il fuoco Pa-O, il Pa-O National Organization (PNO), che avrebbe sequestrato la regione perché il gruppo stesso non era stato in grado di controllare la regione. Il PNO, guidato da Aung Kham Hti, siglò l’accordo per il cessate il fuoco con il regime birmano nell’Aprile 1991. (Puoi leggere l'articolo in originale su http://www.irrawaddy.org/article.php?art_id=15712) http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=136d5fb8fc3b4634b37d4dcd66543d33&docid=ae1e2069edf24373be4d0993b7b0796b Fri, 22 May 2009 18:05:18 GMT c171e4dc3ce84178a61efa0fe0d3800b Win Tin: “Noi non riconosciamo il processo” – Intervista a Irrawaddy Win Tin, uno dei leader della Lega Nazionale per la Democrazia (NLD) viene intervistato da Irrawaddy sul processo contro Aung San Suu Kyi, che si sta tenendo in questi giorni presso la prigione di Insein. (Segue la traduzione dall’originale) 2009-05-20T00:14:34.7870000+02:00 D: Le autorità hanno qualche ragione contro Aung San Suu Kyi? A: Non credo. Questa è una cospirazione. La questione della sua sicurezza è totalmente nelle loro mani. Se le autorità non danno accesso al compound, nessuno può entrare. A questo punto, loro hanno rigettato il suo appello e addirittura le hanno mosso altre imputazioni. Io credo che questa sia una cospirazione. Credo che sia perché non vogliono rilasciarla. Loro vogliono impedirle di fare politica in futuro. Q: Quale sarà l’esito del processo? A: Idealmente, loro vogliono metterla in prigione. Ma politicamente, loro non possono farlo. La comunità internazionale incomincia a fare rumore e a chiederne anche il rilascio. Noi (l’NLD) neanche accettiamo le accuse e chiediamo che venga rilasciata. Se il caso procede, noi domandiamo giustizia durante i lavori della corte. La corte deve aprirsi al pubblico cosìcchè la gente possa vedere con i propri occhi il processo. Devono permettere ad un numero adeguato di avvocati di difenderla nella corte. Questo significa che il numero di avvocati non deve essere adeguato solo nella difesa, ma anche nella preparazione, per raccogliere dati e informazioni. Un processo giusto permetterebbe alle famiglie e al pubblico di essere presenti. Daw Aung San Suu Kyi ha i figli in Inghilterra. Loro dovrebbero emettere i visti perché vengano in Birmania. Allo stesso modo, la famiglia di Daw Khin Khin Win vive all’estero. Le autorità devo permettere loro di venire qui se lo vogliono. Anche se i membri della famiglia sono stranieri, loro devono emettere i visti. Ai media deve essere concesso di seguire il caso. I giornalisti devono avere il diritto di porre domande agli avvocati difensori e alla pubblica accusa. Dovrebbero anche poter fare domande anche alle persone che vengono a vedere il processo. Un altro punto è la sicurezza. Non possiamo dire che la sicurezza è buona e che loro non la minacceranno anche nella corte all’interno della prigione. Loro devono garantire la sicurezza di Aung San Suu Kyi. Devono inoltre garantire la sicurezza dei suoi avvocati. Q: Negli ultimi 20 anni, Aung San Suu Kyi è stata attaccata e detenuta per molti anni. E’ stata agli arresti domiciliari per più di 13 anni. Qual è il suo stato mentale? A: Io non l’ho vista, ma il suo avvocato, U Kyi Win, l’ha vista. Quello che voglio dire innanzitutto è ripetere il commento di U Kyi Wi: Daw Suu è mentalmente forte e ferma nella sua posizione. Riguardo al caso in questione, lei ha chiaramente detto all’avvocato di non aver infranto alcuna legge. Su queste basi, la posizione di Suu Kyi, è forte e ferma. Sebbene io non l’abbia vista ormai da anni, sulla base della nostra esperienza passata, della sua caratura politica e del sacrificio degli ultimi 20 anni, posso dire che lei non si sentirà mai depressa o abbandonerà o cambierà la propria posizione politica. Q: Perché pensa che il governa vuole continuare a tenerla prigioniera? A: La verità è che ciò accade a causa della fama personale di Daw Suu e del riconoscimento che il mondo tributa al suo ruolo. Lei è diventata il nemico maggiore per il regime militare. Non considerano la fama personale e guardando alle cose dal punto di vista della politica attuale, la situazione è largamente cambiata. Nel passato noi chiedevamo un Parlamento per disegnare una costituzione in continuità con le elezioni del 1990, che noi avevamo consistentemente sostenuto. Ora, abbiamo recentemente chiesto per un Parlamento che riveda la costituzione e per instaurare un dialogo con i militari. Noi abbiamo cambiato la nostra posizione per essere più flessibili e raggiungere il dialogo. Daw Suu è stata in un posizione molto importante nel risolvere i problemi politici con il dialogo già dal 1988. Il generale Saw Maung sottolineò l’importanza di costruire un dialogo quando ci sono molte parti coinvolte. Molti partiti diedero mandato a Daw Suu per predisporre il dialogo con i militari. Anche l’NLD le diede il suo mandato. Anche oggi, se noi avessimo un dialogo con la giunta, penso che tutti i gruppi etnici le chiederebbero di parlare a nome loro. Daw Suu ha un ruolo chiave se noi vogliamo risolvere la situazione attuale attraverso il dialogo. Quindi, le accuse odierne contro Daw Suu significano che la vogliano eliminare dalla scena. Sento che loro stanno cercando di distruggere ogni possibilità di dialogo politico e di riconciliazione nazionale. Q: Il Dottor Tin Myo Win, il dottore di famiglia di Aung San Suu Kyi, è stato detenuto per quasi una settimana. Come si collega questo con quello che sta succedendo ora? A: All’inizio, noi avevano avuto notizia che il Dott. Tin Myo Win era stato anche lui portato presso la corte e che ci sarebbero state cinque persone nel caso. Ma lui non era nella lista. Forse, è stato interrogato e torturato. Ha già passato queste esperienze in passato. Temo che loro abbiano fatto pressioni sul Dott. Tin Myo Win affinchè dicesse le cose che loro volevano sentirsi dire. Oppure lo stanno giudicando per altre accuse perché questo caso può portare al massimo a cinque anni di prigione. Un’altra opzione è che loro possano mettere il Dott. Tin Myo Win nella lista dei testimoni. Se così fosse, noi non siamo preoccupati perché lui non è una persone che si fa persuadere facilmente a dire cose che altri vogliono. Noi conosciamo il suo credo politico e le sue opinioni e la sua storia. Noi lo rispettiamo. Non siamo preoccupati di questo. Se viene portato alla corte come testimone, lui dirà quello che è successo veramente. Quello che ha fatto non è molto; Daw Aung San Suu Kyi gli aveva detto di riferire l’arrivo di Yettaw dell’anno scorso alle autorità, e lui andò al Ministero dell’Interno a riferire. Non ha nulla da dire in più. Non ci aspettiamo che lui possa dire di aver avuto un incontro personale con Yettaw. (Puoi leggere l’articolo in originale su: http://www.irrawaddy.org/article.php?art_id=15674&page=2) http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=136d5fb8fc3b4634b37d4dcd66543d33&docid=c171e4dc3ce84178a61efa0fe0d3800b Tue, 19 May 2009 22:14:34 GMT 87d57df7853d4b1ebaa69f858a7523e5 Generazione 88, Monaci e Student Unions condannano duramente la detenzione di Aung San Suu Kyi In un comunicato ufficiale l’All Burma Monks Alliace (ABMA), gli Studenti di Generazione 88 e la All Burma Federation of Student Unions (ABFSU) condannano la giunta militare per aver imprigionato Daw Aung San Suu Kyi e dichiarono che si opporranno con qualsiasi mezzo, comprese manifestazioni di massa. 2009-05-17T23:01:06.6400000+02:00 (Segue il Comunicato Ufficiale in inglese, tratto da The Burma Campaign UK) 1. The six-year term of house arrest of Daw Aung San Suu Kyi is to end on May 27, 2009. Not only the Burmese people but also the international community have been aware of this fact and that the Burmese military regime does not have any possible legal grounds to extending the terms of her house arrest under Article 10 (B) of the Act of “Protection the State from Danger of Subversive Elements”. Therefore, the junta had no choice but to release her. 2. The military regime no doubt felt that if Daw Aung San Suu Kyi was released, she would inevitably become the vanguard challenger to the junta’s campaign plan and the strongest opposition to the 2010 Elections and the unilaterally enacted 2008 Constitution which ultimately entrenches permanent military rule in Burma. 3. Thus the military government has made an attempt to hush its biggest obstacle and made a political plot against Daw Aung San Suu Kyi by charging her under Article 22 relating to the case of a foreigner invading into her home. It is clear that she did not make any effort to break her house arrest, and why would she, when she was so close to completing the terms of her house arrest. If there is any fault to be had in the situation, the total responsibility lies with the military regime failure to take the necessary security precautions. 4. Instead of taking full responsibility for their security breach, the regime is now trying to jail Daw Aung San Suu Kyi and is finding a ploy to detain her without just cause. This is the latest exemplification of the regime’s complete disregard to international law and respect for fundamental freedoms. 5. Furthermore, it is clearly indicative of the military junta’s rejection of holding genuine political dialogue and national reconciliation with the National League for Democracy (NLD) that Daw Aung San Suu Kyi and various international bodies such as the United Nations, European Union, The United States, and the Association of Southeast Asian Nations have consistently asked for. This latest action on the regime’s part is also an obvious and deliberate attempt by the military regime to refrain from the “Shwe-gone-dine Declaration” released by the NLD after its two-day meeting on April 28 and 29, 2009. 6. We stand united with the world leaders who have expressed concern over the case of Daw Aung San Suu Kyi and demand for her release. However, our past 20 years of experience in dealing with the military regime has taught us one thing: it does not respond to any verbal and/or written statements. Therefore, we seriously urge the international community along with the United Nations to act immediately with concrete measures on the Burmese military junta for the release of Daw Aung San Suu Kyi. 7. We call all political forces for Free Aung San Suu Kyi to mobilize all over Burma, by holding praying sessions in homes, places of worship for her release, and holding silent peaceful rallies in front of Insein Prison each day until she is released from now on to the court hearing. 8. We, the All Burma Monks Alliance (ABMA), 88 Generation Students and All Burma Federation of Student Unions (ABFSU) strongly condemn the military government for its bullying over Daw Aung San Suu Kyi and will oppose this latest atrocity using any means until Daw Aung San Suu Kyi is freed. All Burma Monks’ Alliance (ABMA) The 88 Generation Students All Burma Federation of Student Unions (ABFSU) (Puoi leggere il comunicato su http://www.burmacampaign.org.uk/index.php/burma/news/abma-88-generation-students-abfsu-condemn-burmas-military-for-imprisonment-) http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=136d5fb8fc3b4634b37d4dcd66543d33&docid=87d57df7853d4b1ebaa69f858a7523e5 Sun, 17 May 2009 21:01:06 GMT fea8ad5122e047658eab3a67c9db9b6b Arrestati e torturati 5 sindacalisti che avevano partecipato al 1° Congresso del sindacato birmano clandestino (FTUB) 5 sindacalisti che avevano partecipato al 1° Congresso dell'FTUB, dopo essere rientrati a Rangoon, sono stati arrestati il 1 aprile scorso nelle loro case, portati in centri di interrogatorio, probabilmente torturati. 2009-05-12T14:43:44.1700000+02:00 Non si sa quale capo di accusa gli viene loro contestato. Due di questi lavorano in aziende tessili della zona industriale di Rangoon. Il sindacato FTUB ha inoltre comunicato che anche alcuni familiari di questi cinque sindacalisti sono stati arrestati, minacciati e messi sotto pressione da parte delle autorità militari allo scopo di ottenere la collaborazione dei cinque sindacalisti. Questi i loro nomi: 1. U Zaw Myint Aung (49 anni, insegnante, Okkalapa, Rangoon) 2. U Soe Oo (37 anni, lavoratore della fabbrica tessile Shwe Pyi Thar, Rangoon) 3. Maung Tun Nyein (22 anni, lavoratore della fabbrica tessile, Shwe Hninsi, Hlaing Thayar, Rangoon) 4. Ms. Khine Lin Myat (22 anni, lavoratrice della fabbrica tessile, UMH) 5. Ms. Shwe Yi Nyunt (25 anni, aiuto infermiera all’Università Western di Rangoon e membro del Comitato donne dell’ FTUB ). L'FTUB ha scritto al Direttore Generale dell'ILO Juan Somavia per chiedere un suo intervento urgente nei confronti della giunta, al fine di ottenere una immediata linberazione degli arrestati. Anche la CISL in una lettera ha chiesto alla Sottosegretaria Craxi, all'Ambasciatore Italiano in Birmania e all'inviato speciale UE per la Birmania On. Piero Fassino un intervento urgente sulla giunta militare birmana per la immediata liberazione di tutti i sindacalisti arrestati e il rafforzamento delle sanzioni economiche mirate, a fronte della assenza dell'attuazione delle misure richieste dalla comunità internazionale ovvero la liberazione di tutti prigionieri politici e l'apertura di un dialogo con tutte le organizzazioni . http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=136d5fb8fc3b4634b37d4dcd66543d33&docid=fea8ad5122e047658eab3a67c9db9b6b Tue, 12 May 2009 12:43:44 GMT 7f019e05703f451f848c9b4e04a8a536 Fassino: "Liberate Aung San Suu Kyi" Il Premio Nobel per la Pace sta male, è disidratata e viene alimentata per endovenosa. Arrestato il suo medico. Appello di Nyan Win: "Siamo molto preoccupati per la situazione" . E Fassino, inviato speciale dell'Unione Europea: "Non si può più accettare che la leader dell'opposizione politica birmana continui ad essere in una condizione di restrizione che pregiudica anche il suo diritto a curarsi". 2009-05-10T10:34:03.5900000+02:00 Da Corriere della Sera.it (9 maggio 2009) RANGOON - La leader dell'opposizione della ex Birmania e premio Nobel per la Pace, Aung San Suu Kyi, «non sta bene, si nutre ma è debole e disidratata. Lo ha detto il portavoce del suo partito, la Lega per la democrazia, Nyan Win, che ha aggiunto: «Siamo molto preoccupati per la sua salute. ARRESTO - Nyan Win ha quindi spiegato che alla donna è stata fatta una flebo e che il suo medico curante è stato arrestato dalle autorità del Myanmar senza alcuna spiegazione. Fonti ufficiali avevano indicato due giorni fa che il dottor Tim Myo Win, dopo una attesa di alcune ore, non era stato autorizzato a visitare Aung San Suu Kyi. DITTATURA - Il giorno precedente era stato arrestato un cittadino americano, il 53enne John Willian Yeatta, che aveva attraversato a nuoto il lago Inya, vicino Yangon, per raggiungere l'abitazione della leader dell'opposizione costretta dalla dittatura militare al potere dal 1962 al carcere, o agli arresti domiciliari, per oltre 13 degli ultimi 19 anni. FASSINO - Sulla vicenda è intervenuto Piero Fassino, l'inviato speciale dell'Unione Europea per la Birmania/ Myanmar: «Si liberi Aung San Suu Kyi dagli arresti domiciliari a cui è costretta da troppi anni e le si consenta di essere curata in modo adeguato. «Le notizie di uno stato di salute precario e infermo di Aung San Suu Kyi - prosegue - non possono che destare preoccupazione e allarme e non può più essere accettato che la leader dell'opposizione politica birmana continui ad essere in una condizione di restrizione che pregiudica anche il suo diritto a curarsi (Puoi leggere l'intervento di Fassino sul sito: http://www.pierofassino.it/gw/producer/dettaglio.aspx?ID_DOC=45823). Normal 0 14 false false false IT X-NONE X-NONE MicrosoftInternetExplorer4 Normal 0 14 false false false IT X-NONE X-NONE MicrosoftInternetExplorer4 (Puoi leggere l’articolo su http://www.corriere.it/esteri/09_maggio_09) Da BBC News (9 maggio 2009) Burma's Suu Kyi 'in poor health' Burma's detained opposition leader Aung San Suu Kyi is suffering from low blood pressure and dehydration and is barely eating, her party spokesman says. Nyan Win said they were extremely worried about the 63-year-old Nobel Laureate's health. A medical assistant has placed Ms Suu Kyi on an intravenous drip. Her own doctor was reportedly detained after visiting her earlier this week. Ms Suu Kyi She has been under almost permanent house arrest since 1990. It followed the victory of her National League for Democracy (NLD) in a general election in 1990. The junta has refused to allow the party to assume power. Ms Suu Kyi's latest period of detention is due to expire at the end of May but the authorities have not yet said if it will be extended. Break-in. "We are very concerned about her health and security conditions," Nyan Win of the NLD told the BBC. He said Ms Suu Kyi had suffered a loss of appetite and had gone three to four days without eating. As a result, her blood pressure had dropped and she was showing symptoms of dehydration. Nyan Win said the party was closely monitoring the situation, and would decide next week whether to press for greater medical treatment for Ms Suu Kyi. Nyan Win said it was not clear why physician Tin Myo Win had been arrested last Thursday. He speculated that it could be linked to the arrest on Tuesday of a man carrying a US passport who swam across a lake to the property. About 20 police are reported to have entered Ms Suu Kyi's house on Thursday morning. It followed reports that an American, identified as John William Yeattaw, had managed to breach tight security to swim across Inya Lake and enter Ms Suu Kyi's house secretly on Sunday. He was arrested after swimming back across the lake late on Tuesday. Such an incident would be the first time someone has broken into Ms Suu Kyi's compound. Normal 0 14 false false false IT X-NONE X-NONE MicrosoftInternetExplorer4 Normal 0 14 false false false IT X-NONE X-NONE MicrosoftInternetExplorer4 (Puoi leggere l’articolo su http://news.bbc.co.uk/2/hi/asia-pacific/8041825.stm) http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=136d5fb8fc3b4634b37d4dcd66543d33&docid=7f019e05703f451f848c9b4e04a8a536 Sun, 10 May 2009 08:34:03 GMT 7b353a36b34043a5b4888a6005a65465 Le forze democratiche ed etniche birmane in una dichiarazione congiunta si impegnano contro le elezioni del 2010 2009-04-09T10:34:10.3870000+02:00 DICHIARAZIONE DELLA 12° RIUNIONE DI CONSULTAZIONE STRATEGICA DELLE FORZE DEMOCRATICHE BIRMANE E ETNICHE "Impegno all’opposizione collettiva alle Elezioni del 2010" Le forze democratiche ed etniche hanno tenuto dal 2 al 4 aprile scorso in una zona liberata della Birmania, la 12° Riunione strategica . 58 sono stati i partecipanti delle principali alleanze politiche e dei partiti che hanno discusso ed hanno raggiunto una posizione comune e individuato le strategie per affrontare le sfide politiche attuali. In particolare la riunione si è concentrata sulla costruzione di una leadership dinamica e collettiva del movimento, sulla costituzione del 2008 e sulle elezioni del 2010. Si è concordato: di costituire un fronte unito con tutte le alleanze strategiche come l’NCUB, il Governo in esilio NCGUB, il Consiglio delle Nazionalità etniche, la Lega delle Donne Birmane WLB, il Forum per la Democrazia FDB, il Congresso degli studenti e dei Giovani Birmani SYCB e il Forum della gioventù etnica NYF. Di formare un comitato composto dai rappresentanti di tutte queste organizzazioni. Le posizioni comuni di tutte le organizzazioni politiche in esilio e ndelle zone liberate sono: - Considera che la costituzione del 2008 non puo superare le crisi politiche economiche e sociali del paese ma consolida il potere militre. Abolire la costituzione del 2008 è ertanto fondamentale nella costruzione di una transizione democratica ed uno dei più immmediati compiti del movimento democratico. -Riafferma la posizione di non riconoscere le elezioni del 2010 che renderanno concreta la costituzione del 2008 - Si impegnano ad opporsi collettivamente alle elezioni del 2010 se il regime continua ad ignorare le propsote e le raccomandazioni delle forze politiche compresa la NLD e la comunità internazionale. le proposte includiono il rilascio incondizionato di tutti i prigionieri politici, compresa Aung san Suu Kyi e U Khun Htun OO e da seguente dialogo sostanziale e revisione collettiva della costituzione per portare ad un processo politico inclusivo nel paese. NCUB, NCGUB, WLB, FDB, SYCB, NYF 6 aprile 2009 http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=136d5fb8fc3b4634b37d4dcd66543d33&docid=7b353a36b34043a5b4888a6005a65465 Thu, 09 Apr 2009 08:34:10 GMT ae99df138f64438d80084b9e24acc7c4 Rapporto sulla situazione dei diritti umani in Birmania del Relatore speciali per i diritti umani Quintana 2009-04-03T15:55:17.0430000+02:00 http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=136d5fb8fc3b4634b37d4dcd66543d33&docid=ae99df138f64438d80084b9e24acc7c4 Fri, 03 Apr 2009 13:55:17 GMT 3dc2c70ac5094ddb99bfa848603bb1ef Quinto arrresto in un mese di un rappresentante dell’NLD in . La giunta intende sradicare tutta l’opposizione prima delle elezioni del 2010 2009-03-19T11:54:39.7730000+01:00 Quinto arrresto in un mese di un rappresentante dell’NLD in . La giunta intende sradicare tutta l’opposizione prima delle elezioni del 2010. Mar. 17, 2009 (DVB) un membro dell’NLD è stato arrestato in quello che un esparto di prigionieri politici ritiene un tentative da parte delle autorità birmane di distruggere l’opposizione politica prima delle elezioni del 2010. Rangoon's South Dagon Myothit township il membro dell’NLD Kyi Lwin è stato arrestato e portato via dale autorità alle 1.30 del mattino il 16 marzo ha dichiarato il portavoce del partito Nyan Win. "mi è stato comunicato che circa 30 poliziotti sono andati a casa sua e lo hanno arrestato. La sua salute non è buona. Ha oltre 50 anni ed ha avuto un infarto” ha dichiarato. Nyan Win ha dichiarato che Kyi Lwin è stato membro del comitato esecutivo e a causa della sua salute non lo è più. Kyi Lwin è la quinta persona aderente all’ NLD ad essere arrestata questo mese insieme a Myint Myint San (noto anche come Ma Cho), Sein Hlaing, Shwe Gyo e Thein Lwin. Il Presidente NLD della divisione di Bago, Paungde township Saw Maung è stato anche interrogato e intimidito il 15 marzo dalla polizia locale per aver partecipato ad una riunione plenaria del partito."le autorità hanno dichiarato che terranno le elezioni del 2010 e sembrano voler sradicare e distruggere tutti coloro che sono attivi politicamente prima delle elezioni” “l’NLD è un partito legale in Birmania e ha il diritto di manifestare liberamente ha dichiarato il rappresentante della associazione per I prigionieri politici AAPP http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=136d5fb8fc3b4634b37d4dcd66543d33&docid=3dc2c70ac5094ddb99bfa848603bb1ef Thu, 19 Mar 2009 10:54:39 GMT f2fe2a07a6d347d09050bdd0c28c7e21 Il governo Norvegese mette sulla lista nera del Fondo pensioni pubblico l'azienda cinese Dongfeng Ltd per vendita di attrezzature militari alla giunta birmana 2009-03-16T10:53:42.1070000+01:00 OSLO Il Ministro delle finanze ha annunciato di aver inserito sulla lista nera del fondo di investimenti dei profitti petroliferi la azienda Cinese Dongfeng Motor Group Co. Ltd. Per motivi etici in quanto vende forniture di armi alla dittatura militare birmana Il ministro delle finanze aveva annunciato ad ottobre che avrebbe proibito al fondo di detenere azioni di compagnie che vendono armi o forniture militari alla Birmania.L’annuncio dato venerdì scorso è il primo provvedimento secondo conseguenza di tale decisione. "Non possiamo finanziare aziende che sostengono la dittatura militare in Birmania attraverso la vendita di materiali militari” ha dichiarato il ministro delle finanze e Kristin Halvorsen. Un comunicato stampa ha precisato che Dongfeng ha confermato che la sua filiale ha venduto circa 900 camion militari alla Birmania nella prima metà del 2008. La Norvegia un forte esportatore di gas accantona i profitti del governo centrale le Fondo pensionistico, precedentemente fondo petrolifero, che ora detiene circa 2.2 trilioni di corone ($319). Nel 2004 il governo ha imposto degli standard per i fondi di investimento e ha creato il Consiglio nazionale Dell’Etica per verificare i comportamenti delle aziende per quanto riguarda i diritti del lavoro, le questioni ambientali e i diritti umani e la produzione di armi nucleari e bombe cluster. Il Consiglio per l’Etica ha dichiarato che I camion cinesi sono stati adattati per scopi militari e pertanto coperti dalla proibizione. Il governo ha venduto segretamente 30 milioni di corone di azioni (4.3 milioni $)della Dongfeng prima di annunciare il divieto. http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=136d5fb8fc3b4634b37d4dcd66543d33&docid=f2fe2a07a6d347d09050bdd0c28c7e21 Mon, 16 Mar 2009 09:53:42 GMT 48d3bb407438449ab7f503bca280f5df l'Alleanza delle Nazionalita' etniche si oppone alle elezioni farsa del 2010 e chiede la modifica della costituzione 2009-02-25T05:28:32.8300000+01:00 1) la dichiarazione dell'United Nationalities Alliance, una coalizione di 12 partiti etnici birmani che ha ottenuto 67 seggi nelle elezioni del 1990. la dichiarazione sottolinea come l'attuale crisi politica,sociale ed economica possa risolversi unicamente atraverso un effettivo dialogo tra la Lega Nazionale per la Democrazia, l'SPDC e i rappresentanti delle nazionalita' etniche. la dichiarazione sottolinea che la nuova costituzione decisa dalla giunta garantisce, non solo che il 25% dei seggi nel parlamento ai militari, ma anche a tutti i livelli amministrativi e che l'esecutivo, il sistema legislativo, giudiziario saranno decisi dai militari. La costituzione nega tutti i diritti fondamentali e rendera' le minoranze etniche subalterne alla maggioranza birmana. Quando la costituzione verra' attuata con le elezioni del 2010 non portera' alcun cambiamento positivo, ma portera' il paese verso il caos totale. la dichiarazione appoggia le richieste dell'NLD per il rilascio di tutti i prigionieri politici, il dialogo per la revisione e modifica della costituzione,e d e' a favore di un dialogo costruttivo e in tempi precisi e senza ulteriori ritardi tra l'SPDC e i rappresentanti etnici e i partiti che hanno vinto le elezioni del 1990. e conferma che fino a quando il regime non mostra una volonta' sincera per attuare cambiamenti positivi e non inizia un processo inclusivo per la democratizzazione del paese e la riconciliazione non paarteciperanno alle elezioni e non riconosceranno le elezioni come legittime. http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=136d5fb8fc3b4634b37d4dcd66543d33&docid=48d3bb407438449ab7f503bca280f5df Wed, 25 Feb 2009 04:28:32 GMT bca448c120d140649e4046d3e43fb1f9 la giunta libera 6.000 detenuti, tra questi solo 19 sono prigionieri politici 2009-02-25T04:33:50.8600000+01:00 La giunta militare annuncia il rilascio di oltre 6.000 detenuti. Solo 19 sono i prigionieri politici Diciannove prigionieri politici, tra cui alleati della leader democratica Daw Aung San Suu Kyi e cinque monaci buddisti sono stati liberati dal governo birmano nel quadro di una amnistia generale. L’annuncio della liberazione di oltre 6.000 detenuti e’ stato fatto venerdi’ dopo la vistita del rappresentante speciale dell’ONU , Tomás Ojea Quintana, nel corso della qale ha chiesto il rilascio dei prigionieri di coscienza. Sabato 16 detenuti politici sono stati liberati dalla prigione di Insein e tre dauna prigione dello stato Kachin secondo quanto dichiarato dall’organizzazione Assistance Association for Political Prisoners (Burma) sul suo sito www.aappb.org. Il gruppo della prigione di Insein include cinque monaci buddisti arestati nel 2003 e alcuni membri dell’NLDe di altri gruppi politici. Il governo militare rifiuta l’esistenza di prigionieri politici e dichiara che tutti I detenuti hanno commesso dei crimini. La televisione di stato ha dichiarato che i detenuti sono stati rilasciati per le considerazioni sociali rispetto alle loro famiglie e per prendere parte alle elezioni del 210., nel quadro della road ma per la democrazia. I governi occidentali considerano la roadmap come una buffonata. Tribunali speciali hanno condannato decine di dissidenti fino a 65 anni di carcere. Tra coloro che sono stati rilasciati vi e’ Thet Wai, un funzionario della National League for Democracy di Rangoon che era stato condannato a due anni di carcere per aver denunciato all’ ILO International Labor Organization casi di lavoro forzato. http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=136d5fb8fc3b4634b37d4dcd66543d33&docid=bca448c120d140649e4046d3e43fb1f9 Wed, 25 Feb 2009 03:33:50 GMT 6382c0eca6884cd7a30b78c8e8fd8b38 condanna a 105 anni di carcere rappresentante della associazione degli studenti 2009-01-21T12:17:51.8270000+01:00 http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=136d5fb8fc3b4634b37d4dcd66543d33&docid=6382c0eca6884cd7a30b78c8e8fd8b38 Wed, 21 Jan 2009 11:17:51 GMT 3db7b4b244b4417eb310662348b28821 alla Ricerca della Giustizia per la Birmania 2008-10-27T11:45:27.2900000+01:00 il testo presentato per conto dell'Unione dei Parlamentari Birmani, del Consiglio Nazionale dell'Unione Birmana da parte di Michael Newton Professore di diritto alla Vasnderbilt University Law School illustra i crimini contro l'umanità da parte della Giunta militare birmana e la necessità che la comunità internazionale si impegni per ristabilire un governo democraticamente eletto, la democraziea e la giustizia per il popolo birmano. il documento analizza inoltre il ruolo della Corte Internazionale di Giustizia e la Responzabilità di proteggere. http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=136d5fb8fc3b4634b37d4dcd66543d33&docid=3db7b4b244b4417eb310662348b28821 Mon, 27 Oct 2008 10:45:27 GMT 327f61b958a142d485dbe4c287078cc8 investimenti cinesi nei settori del gas, minerario e petrolifero. gravi preoccupazioni sociali e ambientali La Birmania ha attratto 69 imprese cinesi nei settori minerario e enegetico, sollevando problemi ambientali e di sicurezza per le popolazioni locali . rGli investimenti nel settore del petrolio e del gas è più che triplicato tra il 2006 e il 2007 raggiungendo 474.3 milioni di dollari e rappresenta circa il 90 % di tutti gli investimenti diretti esteri del 2007. 2008-10-03T12:12:55.8470000+02:00 Gravi preoccupazioni sociali e ambientali per gli investimenti cinesi nel settore energetico e minerario La Birmania ha attratto 69 imprese cinesi nei settori minerario e energetico, sollevando problemi ambientali e di sicurezza per le popolazioni locali ha dichiarato Earth Rights International. Secondo uno studio condotto da questa organizzazione ci sono oggi 69 imprese cinesi coinvolte nei settori idroelettrico, del gas e del petrolio e nel settore minerario. Questo aumento è più del doppio rispetto alle 26 imprese di cui si aveva notizia nel 2007. Le imprese cinesi hanno investito in 90 progetti completati o in corso. Il rapporto si basa su dichiarazioni governative, su rapporti in lingua inglese e cinese e su comunicati stampa delle imprese. Mentre la maggior parte delle multinazionali americane ed europee hanno evitato di investire in Birmania, che è sottoposta a sanzioni economiche, le multinazionali asiatiche come India, Thailandia, Corea, Singapore, e Cina sono tra i paesi con i maggiori investimenti nel settore idroelettrico, del petrolio e del gas naturale e nei settori minerari. Gli investimenti nel settore del petrolio e del gas è più che triplicato tra il 2006 e il 2007 raggiungendo 474.3 milioni di dollari e rappresenta circa il 90 % di tutti gli investimenti diretti esteri del 2007. Gli investimenti nel settore energetico forniscono miliardi di dollari in sostegno finanziario alla giunta che alloca oltre il 40% del suo bilancio alle spese militari. Secondo Ka Hsaw Wa direttore esecutivo di ERI, è difficile raccogliere informazioni sulla situazione locale a causa della repressione. Ad esempio il progetto più grosso come la diga di Tasang di 7.100 Megawatt sul fiume Salwin è estremamente controverso poiché non ha effettuato una valutazione di impatto ambientale sulla base dei criteri accettati internazionalmente. La diga verrà costruita nello stato Kareno e si prevede lo spostamento forzato di migliaia di persone di questa etnia, già sottoposta da anni a una violenta repressione. Almeno 16 imprese cinesi multinazionali comprese le tre maggiori imprese del settore del gas e petrolifero come la Sinopec, la China National Petroleoum Corporation e la China Offshore OIL corporation hanno fatto investimenti in 21 progetti onshore e offshore in Birmania. http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=136d5fb8fc3b4634b37d4dcd66543d33&docid=327f61b958a142d485dbe4c287078cc8 Fri, 03 Oct 2008 10:12:55 GMT 2c84e38a78b44318b941f6522f132a1d BIRMANIA UN ANNO DOPO. proposte di lavoro articolo di Cecilia Brighi pubblicato sulla rivista online "articolo21". Un quadro della gravissima situazione politica e sociale in Birmania ad un anno dalla repressione della "rivoluzione zafferano". l'ulteriore deterioramento della situazione politica, la repressione continua, l'arroganza della giunta e l'impotenza interessata di molti paesi, la necessità di un rafforzato ruolo del Segretario generale dell'ONU Ban Ki moon 2008-09-29T13:21:38.6170000+02:00 27.09.2008 Birmania, un anno dopo. Cecilia Brighi 26 settembre 2007. Da giorni una fiumana interminabile di monaci con le loro tonache rosso scuro marciavano insieme alla popolazione di Rangoon e di molte altre città, per protestare contro la dittatura militare. Molti marciavano con le ciotole rivoltate all’ingiù. Avevano deciso di respingere le offerte di cibo dei membri della giunta come segno di grave disaccordo. Le potenti immagini di questa pacifica rivolta hanno inondato gli schermi delle televisioni del mondo e i giornali. La scintilla era scoppiata alla fine di agosto quando la giunta aveva deciso di togliere i sussidi al carburante, al gas e alla benzina, provocando aumenti fino al 500% dei prezzi. L’opposizione aveva colto questo giro di vite per dispiegare il dissenso politico e sociale, così come era avvenuto 20 anni prima: nel 1988. Due sono state però le grandi differenze tra le manifestazioni di allora e quelle dello scorso anno. Il movimento democratico in questi venti anni è riuscito ad organizzarsi pur nella quasi totale assenza di sostegni politici ed economici da parte delle grandi democrazie, che non sono andate molto al di la dei comunicati, delle risoluzioni, delle dichiarazioni. Il secondo elemento di cambiamento è stato prodotto dalla tecnologia. Le manifestazioni del 1988 sono state represse duramente nel sangue con oltre 3.000 morti, senza che il mondo potesse esserne testimone. Lo scorso settembre grazie ai telefonini, ad internet si è potuto sapere e vedere in tempo reale. Oltre 100 furono i morti. Sono caduti sotto il fuoco dei fucili dei militari, mentre manifestavano pacificamente. Uccisi dalla polizia e dall’esercito mandato per colpire e spazzare via nel sangue la protesta pacifica. Li abbiamo visti galleggiare nell’acqua di un fiume, schiacciati dalle ruote di camion militari, uccisi, come è avvenuto il 27 settembre al fotoreporter giapponese Kenji Nagai, armato di sola telecamera. Oltre 6.000 persone furono arrestate, compresi 1.400 monaci. Molte le persone che si sono nascoste e che hanno vissuto quest’anno in clandestinità. Il mondo si è vestito di arancione, ha mostrato il suo sdegno manifestando di fronte alle ambasciate di tutto il mondo, ha chiesto un diverso impegno internazionale Stupì all’epoca di questi avvenimenti che il governo italiano, su indicazioni della nostra diplomazia, durante il dibattito parlamentare su una mozione presentata dalla Senatrice Solian, registrasse sviluppi positivi nel dialogo con le agenzie internazionali in una situazione in cui, invece, il Relatore speciale sulla Birmania del Consiglio per i diritti umani dell'ONU, Paulo Sergio Pinheiro aveva continuato ad esprimere la profonda preoccupazione per la continuazione delle violazioni dei diritti umani. All’epoca durante i tragici avvenimenti ancora in Italia si pensava di invitare i rappresentanti della giunta ad un corso sul diritto umanitario e si riteneva che il rafforzamento della Posizione Comune Europea non fosse accettabile in quanto tale inasprimento difficilmente avrebbe prodotto dei risultati e rischiando invece di rafforzare l’auto isolamento della giunta . In Europa dopo le pressioni generalizzate, e un cambiamento di rotta anche del governo italiano, si poi è finalmente ottenuto l’impegno perché imporre delle vere sanzioni economiche, fino ad allora irrisorie e solo nominali. Sanzioni che sono entrate in vigore solo a marzo 2008 e che non comprendono settori vitali per la giunta come quello del gas, il settore finanziario, le banche e le assicurazioni. Marzo. Solo 6 mesi fa. E già oggi qualche autorevole voce sostiene che le sanzioni non hanno prodotto risultati e che si dovrebbe usare il bastone e la carota e forse più la carota che il bastone. In realtà la giunta militare birmana sino ad oggi ha goduto di molte aperture, sul piano politico ed umanitario. Poi è arrivato propiziamente, per la giunta, il ciclone Nargis. Anche in questa occasione la brutalità della giunta non si è fatta attendere. Gli oltre 440.000 militari, il decimo esercito al mondo, non è stato impiegato da subito in questa tragedia umanitaria, ma è stato mobilitato per mandare avanti i piani della giunta. Si doveva attuare il referendum per la approvazione di una nuova costituzione, che avrebbe garantito per il futuro il potere ai militari, mostrando al contempo una vernice di democrazia, per i governi più esigenti. E così è stato. Il referendum si è tenuto il 10 maggio a solo una settimana dal ciclone, e il 24 maggio nelle zone colpite dalla sciagura. La gente è stata costretta a votare di fronte ai militari e ai funzionari governativi. E’ stata minacciata, ricattata, obbligata. E il risultato è stato scontato. Le organizzazioni umanitarie internazionali hanno dovuto chiedere in ginocchio di aprire le frontiere agli aiuti. Ban Ki moon si è recato in Birmania in missione umanitaria e ha promesso aiuti internazionali chiedendo disperatamente l’apertura delle frontiere ai urgente per cercare di sbloccare la situazione. qualche governo ha chiesto un intervento urgente a fronte di tanta indifferenza della giunta. Tre milioni di persone colpite direttamente circa 200.000 morti. La giunta ha imposto condizioni e controlli rigidissimi ai cooperanti internazionali. Molte delle risorse umanitarie sono state drenate illegittimamente dai militari e dai tassi di cambio imposti. Si dice che la giunta non sia stata mai tanto ricca anche se si è arrivati ad una inflazione pari al 50%. Nello stesso periodo la giunta ha prorogato di un altro anno gli arresti domiciliari della leader birmana Aung San Suu Kyi. L’Onu è intervenuta inviando solo poche settimane fa Ibrahim Gambari a Rangoon. Ma anche questa missione è stata inconcludente. Than Shwe il grande capo si è rifiutato di incontrarlo e questa volta anche la leader birmana non ha incontrato il rappresentante ONU. Anzi. Aung San Suu Kyi dal 16 agosto al 15 settembre ha messo in atto una sorta di sciopero della fame, rifiutando di prendere le scorte alimentari che le venivano recapitate al cancello della sua casa prigione. Solo le pressioni del suo avvocato che aveva riscontrato il grave deperimento del suo stato di salute hanno convinto la Signora a desistere da questa iniziativa di protesta. Oggi di fronte a tutti questi avvenimenti, agli oltre 2130 prigionieri politici ancora in carcere, alla attuazione caparbia da parte della giunta della Road map per la democrazia che avrà il suo culmine con le elezioni del 2010, al lavoro forzato, ai bambini soldato, al fatto che Transparency International indica la Birmania come il paese più corrotto al mondo, oggi l’opposizione birmana chiede al mondo e all’Italia un atto di coraggio: il ritiro delle credenziali della giunta militare all’ONU. Immediatamente arriva la risposta della giunta che conosce bene gli spazi e a volte la superficialità interessata della diplomazia internazionale. Due giorni fa vengono liberati 9002 detenuti civili, molti sono disertori, piccoli ladri, gente in carcere per reati minori. Solo 6 sono i prigionieri politici liberati. Uno dei quali: U Win Htein, 67 anni condannato nel 1996 a 14 anni di carcere è arrestato nuovamente il giorno dopo. A settembre 2007 i detenuti politici erano 1000, oggi sono 2.130. Un segno di apertura, ha dichiarato Ban Ki moon dopo la liberazione dei detenuti ed ha chiesto la liberazione degli altri detenuti politici. Si dice che la richiesta di ritiro delle credenziali sia intempestiva? E quando sarà tempestiva? Quanti il sangue di ulteriori morti bagnerà di nuovo le strade di Rangoon? Quanti prigionieri politici dovranno soffrire il carcere? Quante migliaia di lavoratori forzati dovranno subire quest’ oltraggio? Quanti bambini soldato ancora? Quante ragazze, donne e anziane dovranno essere ancora stuprate per affermare che questa giunta non può rappresentare il popolo birmano nelle sedi internazionali? La giunta punta alle elezioni del 2010, qualcuno afferma che “bisogna lavorare perché le elezioni siano libere e corrette” Ma il governo in esilio, i parlamentari in esilio, il sindacato e le organizzazioni democratiche birmane, l’NLD il partito di Aung San Suu Kyi chiedono un tavolo negoziale per modificar la costituzione arbitraria appena approvata e chiedono di non riconoscere la scandenza elettorale, che legittimerà la giunta militare. Sicuramente la diplomazia e Ban Ki moon che andrà in missione politica a Rangoon devono spingere per la liberazione dei prigionieri politici e la apertura di un tavolo negoziale in tempi certi per rivedere la costituzione. L’ONU, la Ue e i governi devono agire politicamente e la richiesta di ritiro delle credenziali alla giunta militare rappresenta uno strumento importante di pressione, insieme alle sanzioni economiche e al dialogo diplomatico. Il governo in esilio ha appoggiato la richiesta dei parlamentari birmani e ad agosto in un comunicato ha affermato: ..” la cricca militare dell’SPDC non ha la legittimità a rappresentare la Birmania o il popolo del paese come si è reso evidente dai risultati delle elezioni multipartitiche e democratiche del 1990, dai giudizi del popolo di tutte le nazionalità in Birmania e secondo la legislazione internazionale. Poiché la cricca non è niente altro che un gruppo di dittatori militari, che ha usurpato illegalmente il potere dello stato attraverso la forza, qualsiasi atto effettuato per evidenziare l’illegittimità della clicca o per sfidare le sue credenziali alle Nazioni Unite o in ogni altra arena internazionale da parte di qualsiasi organizzazione all’interno del paese o all’estero è giustificatamente corretta e anche diritto di tale organizzazione” Per cui in conclusione, l’NCGUB desidera dichiarare che politicamente ed in principio concorre con e accoglie positivamente la richiesta di impugnare le credenziali della clicca militare birmana alle Nazioni Unite da parte delle forze democratiche guidate dalla International Burmese Monks Organization, la Sasana Moli, e l’ NCUB. ” Chi conosce un pochino la storia dell’Onu sa che la denuncia delle credenziali apre un percorso politico importante. Lo è stato per il caso del Sud Africa. Le credenziali del governo furono rigettate dal Comitato Credenziali ONU nel 1970 e questa decisione fu interpretata dal presidente della Assemblea Generale Onu come un fatto che non impediva al governo di questo paese di partecipare ai lavori ONU e infatti, dal 1970 al 1972 la Assemblea generale non ha accettato ne rigettato le credenziali della delegazione di questo paese, le credenziali furono rigettate nuovamente dal Comitato Credenziali nel 1974. queste furono rigettate anche dalla Assemblea Generale ONU che chiese una decisione da parte del Consiglio di Sicurezza. Che nel 1974 non decise di rifiutare le credenziali del Sud Africa ma decise e impose l’embargo sulle armi nel 1977 e dichiarò poi nel 1984 la costituzione come “nulla e priva di forza legale”. Lo stesso è avvenuto per l’Ungheria dopo i fatti del 1956. le credenziali furono ritirate sino al 1963, quando il regime potè dimostrare il controllo pieno del paese, senza più l’assistenza di forze straniere… Molti altri sono stati i casi: Cambogia, Yemen, Congo, Afghanistan per il quale dal 1996 al 2000 i talibani furono esclusi dalla rappresentanza all’Onu. Haiti quando nel settembre 1991 i militari effettuarono un colpo di stato e il Comitato Credenziali ONU decise di non accettare le credenziali del governo militare. Lo stesso avvenne per il caso di >Sierra Leone nel 1996. La storia di queste decisioni è un dato importante che non può essere sottaciuta. Oggi ad un anno dai tragici avvenimenti la giunta militare cerca ancora una volta di ottenere credito. Sta al mondo non perdere traccia di quanto è successo e agire di conseguenza, spetta ai governi accompagnare il deciso negoziato politico diplomatico diretto e mediato dall’Onu con altrettanta decisione e impegno, soprattutto a sostegno delle legittime decisioni dei rappresentanti del popolo birmano. Quelli eletti nelle uniche libere elezioni del 1990. http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=136d5fb8fc3b4634b37d4dcd66543d33&docid=2c84e38a78b44318b941f6522f132a1d Mon, 29 Sep 2008 11:21:38 GMT 5e86a10544924dd3a723625296e862a6 Nove arresti nel corso dell'anniversario della fondazione dell'NLD, il partito di Aung San Suu Kyi 2008-09-29T13:17:55.1430000+02:00 ARRESTATI 9 ATTIVISTI DELL’ NLD ALLE CELEBRAZIONI DEL SUO 20° ANNIVERSARIO Alla presenza di un forte schieramento di polizia, soldati e carri armati, a Rangoon, tra Shwegondaing road e in tutta l’area intorno alla sede del NLD, circa 500 persone hanno partecipato il 27 settembre alla manifestazione indetta per l’anniversario del 20° anniversario della costituzione dell’ NLD. Purtroppo, come riferito da un esponente, il Dr. Win Naing, 9 membri della Lega Nazionale per la Democrazia sono finite in prigione. Sei persone sono state arrestate prima dell’inizio della cerimonia, nei pressi del quartier generale del NLD mentre per gli altri 3, tra cui Ma Htet Htet Oo e Daw Wai Shan Ma della città di Shwepyitha, la polizia ha atteso la fine delle celebrazioni. Alcuni dimostranti indossavano tee-shirts di colore giallo per commemorare la dura repressione dello scorso anno nell’occasione delle dimostrazioni dei monaci.Di recente la giunta militare ha rilasciato i prigionieri politici U Win Tin e U Khin Maung Swe, che sono stati reinseriti nei loro precedenti ruoli, mentre il dottor Thein Nyein è stato nuovamente nominato vice presidente del NLD di Rangoon. Nel suo discorso ai partecipanti, U Win Tin ha chiesto la liberazione di tutti i prigionieri politici, non solo di alcuni, e ha invitato tutti all'unità tra i gruppi politici. http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=136d5fb8fc3b4634b37d4dcd66543d33&docid=5e86a10544924dd3a723625296e862a6 Mon, 29 Sep 2008 11:17:55 GMT 4a8470282711458eaba1ace9f7e04d5d la giunta militare libera 9002 detenuti comuni e solo 6 detenuti politici tra cui Win Tin il più anziano per età e detenzione. Il Regime rilascia 9.002 criminali, ma tra questi solo 6 detenuti politici, tra i quali, dopo 19 anni di carcere Win Tin, il prigioniero politico più a lungo nelle carceri birmane Ancora oggi vi sono 2.130 i detenuti politici . Solo lo scorso mese sono stati arrestati 39 attivisti, di cui 21 condannati al carcere. La liberazione dei piccoli criminali, già avvenuta altre volte di fronte al crescere della tensione internazionale appare oggi legata alla apertura della Assemblea Generale dell’ONU 2008-09-23T16:25:24.1300000+02:00 Il Regime rilascia 9.002 criminali, ma tra questi solo 6 detenuti politici, tra i quali, dopo 19 anni di carcere Win Tin, il prigioniero politico più a lungo nelle carceri birmane Ancora oggi vi sono 2.130 i detenuti politici . Solo lo scorso mese sono stati arrestati 39 attivisti, di cui 21 condannati al carcere. La liberazione dei piccoli criminali, già avvenuta altre volte di fronte al crescere della tensione internazionale appare oggi legata alla apertura della Assemblea Generale dell’ONU Il prigioniero politico più a lungo nelle carceri birmane Win Tin, di 79 anni è stato rilasciato martedì scorso dopo 19 anni dietro le sbarre. Win Tin era tra I 9.002 detenuti politici rilasciati dalla giunta militare. Tra questi solo un pugno di detenuti è rappresentato dai detenuti politici. I prigionieri politici rilasciati comprendono il noto scrittore Win Tin (Photo: Reuters) Aung Soe Myint, e Quattro membri del partito dell’NLD National League for Democracy —Khin Maung Swe, May Win Myint, Win Htein e Than Nyein. Un amico di Win Tin, Maung Maung Khin, ha dichiarato all’Irrawaddi, che l’anziano prigioniero politico è stato rilasciato incondizionatamente ed in buona salute. “Non ha dovuto sottoscrivere alcuna condizione con le autorità birmane” ha dichiarato Maung Maung Khin. Il giornale di stato New Light of Myanmar, ha confermato martedì che 9.002 prigionieri sono stati rilasciati. Win Tin, ex direttore dell’influente quotidiano Hanthawaddy, vicepresidente dell’Unione degli scrittori e un attivo partecipante alle manifestazioni del 1988 per la democrazia è stato arrestato nel 1989 e condannato a 20 anni di carcere con l’accusa tra l’altro di “propaganda antigovernativa” Win Tin ha vinto riconoscimenti internazionali per il suo coinvolvimento nella lotta per la democrazia e nel 2001 gli è stata assegnata la World Association of Newspapers Golden Pen of Freedom, il premio della associazione mondiale dei giornali, e il Premio Guillermo Cano per la Libertà di Stampa dell’ UNESCO. Win Tin ha sofferto di problemi di cuore e di prostata durante la sua prigionia e due organizzazioni per I diritti umani Reporter senza frontiere e la Burma Media Association, hanno accusato che gli è stato negato il diritto ad un trattamento medico adeguato e la possibilità di scrivere. Dal 2006 gli è stato negato anche il diritto di ricevere visite da parte del Comitato Internazionale della Croce Rossa. Oltre 2.130 detenuti politici sono ancora nelle carceri birmane. Tate Naing, segretario della Associazione Per I Prigionieri Politici, con sede in Thailandia ha chiesto il rilascio di tutti loro, compreso Aung San Suu Kyi che è agli arresti domiciliary da 13 anni . Solo lo scorso mese sono stati arrestati 39 attivisti e 21 di loro condannati al carcere. Osservatori birmani in esilio ritengono che l’amnistia sia collegata all’inizio della 63° sessione della Assemblea dell’ONU a New York e hanno sottolineato che già altre volte i prigionieri sono stati rilasciati in momenti di crescente pressione internazionale. Sul piano degli sviluppi politici l’NLD ha chiesto lunedì una revisione della nuova costituzione da parte di un comitato formato dai parlamentari eletti nelle elezioni generali del 1990, dai rappresentanti del regime, dai rappresentanti dei gruppi etnici e da esperti costituzionalisti. Secondo il giornale Myanma Ahlin “il governo cerca di trasformare questi carcerati in cittadini che possono contribuire a costruire una nuova nazione e in modo che possano partecipare alle elezioni del 2010” _______________________________________________ http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=136d5fb8fc3b4634b37d4dcd66543d33&docid=4a8470282711458eaba1ace9f7e04d5d Tue, 23 Sep 2008 14:25:24 GMT e218de931b00478d98661afd643ca8df la censura birmana colpisce i bambini: nessuna informazione sul latte in polvere cinese contaminato importato in Birmania sono 2 le imprese cinesi di latte in polvere contaminato che importano in Birmania. Ad oggi nessuna informazione ai consumatori birmani. grave che la censura blocchi queste notizie 2008-09-23T16:25:00.6000000+02:00 La censura birmana colpisce anche i bambini: l’opinione pubblica birmana è tenuta all’oscuro dei danni causati dal latte cinese. I giornali birmani, tutti sottoposti a censura non hanno ancora lanciato un avviso pubblico circa I rischi del latte in polvere cinese che ha prodotto molte morti e seri danni ai remi e migliaia di bambini malati in Cina. Secondo il ministero della sanità cinese, circa il 20% delle imprese che producono latte, testate a livello nazionale hanno venduto prodotti inquinati con la melamina, una sostanza chimica proibita che è stata aggiunta al latte per farlo sembrare con maggior presenza di proteine. Il ministro della sanità cinese Chen Zhu told in una conferenza stampa trasmessa per televisione ha dichiarato che 6.244 bambini in cina si sono ammalati dopo aver bevuto il latte in polvere e 158 soffrono di problemi renali gravi. Tre sono morti. Tra le 22 aziende la Yashili e la Suncare hanno esportato la loro formula di latte in polvere in cinque paesi tra cui la Birmania, secondo la struttura di controllo di qualità cinese. The New Light of Myanmar and Kyaymon (The Mirror) ha pubblicato un breve e incomplete riferimento circa il latte in polvere e non ha dato alla storia alcuna rilevanza. The Mirror ha pubblicato una storia la scorsa settimana ma non ha menzionato il fatto che le due aziende hanno esportato il loro prodotto in Birmania, ma hanno riferito che due aziende “hanno dichiarato che I loro prodotti sono stati esportati in cinque paesi africani e in paesi asiatici come il Bangladesh, Yemen, Burundi and Gabon.” Un giornalista di Rangoon ha dichiarato all’Irrawaddy : “stiamo pensando di riferire la notizia nella nostra sezione Business, ma non siamo sicuri che daremo l’informazione che riveli che le imprese esportano I loro prodotti in Birmania. Molto dipende dall’ufficio censura” Un residente di Rangoon che ha 2 bambini ha dichiarato: “non abbiamo sentito nulla circa il latte contaminato dalla Cina. Il governo dovrebbe informarci circa le marche di latte in polvere che non sono sicure. I birmani comprano prevalentemente latte in polvere cinese perche il loro costo è basso.” http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=136d5fb8fc3b4634b37d4dcd66543d33&docid=e218de931b00478d98661afd643ca8df Tue, 23 Sep 2008 14:25:00 GMT e7c29e511789479494f01d0ea317fe86 l'ambasciatore francese all'ONU afferma che non vi sono stati progressi di alcun tipo in Birmania. Dure critiche alla giunta militare L'ambasciatore francese all'ONU respinge anche il referendum tenutosi a maggio, il suo esito e il tentativo della giunta di promuovere le elezioni nel 2010. 2008-09-22T15:40:44.9200000+02:00 L’ONU dovrebbe aumentare la pressione sulla Birmania ha dichiarato l’ambasciatore francese all’ONU Nell’esprimere la totale insoddisfazione per quanto riguarda l’assenza di progressi in Birmania l’ambasciatore fancese all’ONU ha dichiarato che il Segretario Generale dell’ONU Ban Ki-moon dovrebbe fare maggiore pressione sulla giunta militare. Parlando ai giornalisti fuori dal Consiglio di Sicurezza al palazzo dell’ONU, l’ambasciatore francese, Jean Maurice Ripert, ha anche dichiarato che non ha accettato la decisione unilaterale del regime di tenere un referendum sulla bozza di costituzione tenutosi nel maggio di quest’anno per essere seguito poi dale elezioni generali nel 2010. “stanno cercando di metterci di fronte al fatto compiuto: dopo il cyclone andiamo alle elezioni. No. il processo è stato decisio unilateralmente e non (in consultazione) con l’opposizione” ha dichiarato Ripert facendo riferimento al Ciclone Nargis che ha devastato un’ampia aprte del paese una settimana prima del referendum del 10 maggio. Ripert ha anche offerto un sostegno condizionale per gli sforzi di Ibrahim Gambari, il rappresentante speciale dell’ONU sulla Birmania che è andato in missione lo scorso mese nel paese senza ottenere risultati tangibili. Egli ha dichiarato che Gambari dovrebbe continuare I “suoi buoni uffici” per conto del Segretario Generale “ma allo stesso tempo il Segretario Generale dovrebbe fare maggiori pressioni sulle autorità birmane in modo che si impegnio sui cinque punti e sugli obiettivi indicati dal Consiglio di Sicurezza lo scorso anno. Il Consiglio di Sicurezza ha ripetutamente chiesto al regime di rilasciare la leader Aung San Suu Kyi e gli altri prigionieri politici e di cominciare un significativo dialogo con il partito della Aung San Suu KYI: l’NLD e le rappresentanze delle minoranze etniche. Facendo riferimento alla discussione nell’ambito del Consiglio di Sicurezza l’ambasciatore francese ha dichiarato che non concordava con coloro che dichiarano che visono stati dei miglioramenti nella situazione in Birmania. “ sono assolutamente all’oscuro di che tipo di progressi” ha dichiarato Ripert. “Aung San Suu Kyi è ancora agli arresti domiciliary….non vi sono stati rilasci di detenuti politici. Al contrario vi sono segnali che altri arresti stanno avvenendo in Birmania. No vi è alcun progresso circa il dialogo politico” ha dichiarato l’ambasciatore Ripert ha dichiarato che vorrebbe che il Consiglio di Sicurezza ponesse alcune condizioni per quanto riguarda la cooperazione con le autorità birmane e che imponga una scadenza sui progressi politici. Ha comunque convenuto che la sua posizione non ha la maggioranza nel Consiglio. http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=136d5fb8fc3b4634b37d4dcd66543d33&docid=e7c29e511789479494f01d0ea317fe86 Mon, 22 Sep 2008 13:40:44 GMT 4135caff498a481fbc5ec3f6556da398 La giunta militare concede finalmente alla leader birmana di poter ricevere le lettere dei figli.Il Segretario Generale dell'ONU ha dichiarato Non abbiamo visto i progressi politici che auspicavamo”. La leader birmana, estremamente denutrita, che finalmente potrà ricevere le lettere dei suoi figli e alcuni giornali, ha deciso di riprendere ad accettare le consegne di cibo che aveva interrotto dal 16 agosto scorso per protestare contro l'ingiustizia dei suoi arresti domiciliari 2008-09-22T13:33:48.7870000+02:00 La giunta militare permette alla leader birmana agli arresti domiciliari di ricevere le lettere dei figli e alcuni giornali internazionali. Ban Ki moon ha dichiarato: “ Non abbiamo visto i progressi politici che auspicavamo”. La giunta militare birmana permetterà alla leader birmana Aung San Suu Kyi di ricevere lettere dai suoi due figli e di ricevere anche alcuni giornali stranieri alleggerendo leggermente le restrizioni imposte con gli arresti domiciliari, come ha affermato il suo avvocato. U Kyi Win, ha dichiarato anche nel corso del week end che la giunta ha promesso di ridurre le restrizioni sulle sue due governanti I cui movimenti sono stati estremamente limitati. Agence France-Presse ha fatto riferimento ad alcune dichiarazioni del legale della leader birmana fatte lunedì scorso, il quale ha dichiarato che Aung San Suu Kyi dopo aver rifiutato per un mese di ricevere le forniture di cibo lasciate regolarmente di fronte al cancello della sua casa, era ormai in condizioni di malnutrizione. Ha anche dichiarato che la leader birmana è sopravvissuta grazie ad alcune scorte di cibo che aveva in casa. “ anche se Daw Aung San Suu Kyi non era entrata in sciopero della fame, mangiava poco perché non accettava il cibo da fuori dal 16 agosto,”. Aung San Suu Kyi, che ha vinto le elezioni del 1990 e che gli è stato impedito di governare è negli ultimi 19 anni, è agli arresti domiciliari da 13.Dopo il suo ultimo arresto iniziato nel maggio 2003 ha potuto vedere raramente visitatori al di fuori del suo compound controllato dai militari a Rangoon. Non è chiaro se la giunta abbia deciso di ridurre le restrizioni, ma il suo avvocato ha dichiarato che Aung San Suu Kyi accetterà di riprendere a ricevere il cibo dall’esterno. Il suo partito, la Lega Nazionale per la Democrazia ha dichiarato che il suo rifiuto di ricevere cibo dall’esterno intendeva sottolineare “ l’ingiustizia degli arresti che secondo la legge birmana”. A New York la scorsa settimana, il Segretario Generale dell’ONU Ban Ki moon ha reiterato le preoccupazioni che sono state ripetute nel corso degli anni alla giunta. “condivido le frustrazioni di molti nei confronti della situazione in Birmania. “Vogliamo vedere le parti, in particolare il governo della Birmania effettuare passi avanti tangibili verso l’apertura di un processo politico credibile e inclusivo nel paese, che ovviamente deve includere i progressi sui diritti umani.” Tra le altre cose promesse dalla giunta oltre un anno fa, vi era l’interruzione degli arresti di dissidenti dopo le manifestazioni guidate dai monaci, che sono state represse con la perdita di 31 vite. Ma gli arresti sono continuati e la scorsa settimana i membri della opposizione hanno riferito degli arresti di Daw Nilar Thein, di 36 anni, che era stata in fuga per oltre un anno. Nilar Thein fa parte del gruppo degli studenti della Generazione 88 ed è stata attiva nell’organizzare le proteste dello scorso anno, dopo le quali aveva lasciato la sua bambina appena nata alle cure della madre per poter fuggire e nascondersi onde evitare gli arresti. Amnesty International ha dichiarato che la giunta ha arrestato oltre 300 persone per attività pacifiche nel corso di quest’anno. http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=136d5fb8fc3b4634b37d4dcd66543d33&docid=4135caff498a481fbc5ec3f6556da398 Mon, 22 Sep 2008 11:33:48 GMT fcc856910d5042fcba0028d79b42b1c5 I RAPPRESENTANTI DEMOCRATICAMENTE ELETTI RECLAMANO IL SEGGIO DELLA BIRMANIA ALL’ASSEMBLEA GENERALE DELLE NAZIONI UNITE I rappresentanti democraticamente eletti reclamano il seggio della birmania all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite contestando le credenziali del governo militare 9 settembre 2008 Oggi martedì 9 settembre i rappresentanti democraticamente eletti del popolo birmano hanno presentato una contestazione delle credenziali in qualità di pretendenti al seggio della Birmania alle Nazioni Unite attualmente detenuto dal regime militare illegittimo. La delegazione di leader democratici si compone degli unici rappresentanti legali e legittimi del popolo birmano. Facciamo appello a tutti gli Stati membri delle Nazioni Unite affinché sostengano questo tentativo di dare voce al popolo birmano nella comunità internazionale. Mentre il leader democraticamente eletto del popolo birmano, il premio Nobel Aung San Suu Kyi, permane agli arresti domiciliari come prigioniero politico, il regime militare illegittimo intende continuare a rappresentare illegittimamente e illegalmente lo Stato della Birmania presso l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite. Il popolo birmano ha votato con una maggioranza schiacciante a favore della Lega Nazionale per la Democrazia nelle uniche elezioni libere e regolari della storia recente, di cui il regime militare si è però rifiutato di onorare il risultato. Reagendo alla sconfitta, il regime ha arrestato, torturato e assassinato il massimo numero possibile di rappresentanti del popolo. Dopo le elezioni il regime ha esercitato uno stretto controllo sul paese ricorrendo a tattiche di una brutalità inaudita. Il regime si è rifiutato di dare ascolto a qualunque richiesta di riforma della comunità internazionale. Oggi i rappresentanti democraticamente eletti del popolo birmano hanno compiuto il primo passo per ottenere la riparazione alle malefatte del regime reclamando ciò che appartiene loro legalmente e di diritto: il seggio della Birmania all'Assemblea Generale delle Nazioni Unite. La contestazione delle credenziali in qualità di pretendenti al seggio della Birmania costituisce solamente la prima fase di una nuova iniziativa che farà ricorso a tutti i meccanismi politici e legali internazionali disponibili per contestare la legittimità del regime e far luce sugli innumerevoli abusi commessi contro il popolo birmano. Facciamo appello agli Stati affinché sostengano queste nuove iniziative utilizzando tutti i mezzi a loro disposizione per esercitare pressione sul regime e sui suoi membri. Rivendichiamo la democrazia per la Birmania: chiediamo al mondo di schierarsi dalla nostra parte. Contact: Ko Ko Lay: 415 203 0541 2008-09-15T14:53:16.3000000+02:00 I rappresentanti democraticamente eletti reclamano il seggio della birmania all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite contestando le credenziali del governo militare 9 settembre 2008 Oggi martedì 9 settembre i rappresentanti democraticamente eletti del popolo birmano hanno presentato una contestazione delle credenziali in qualità di pretendenti al seggio della Birmania alle Nazioni Unite attualmente detenuto dal regime militare illegittimo. La delegazione di leader democratici si compone degli unici rappresentanti legali e legittimi del popolo birmano. Facciamo appello a tutti gli Stati membri delle Nazioni Unite affinché sostengano questo tentativo di dare voce al popolo birmano nella comunità internazionale. Mentre il leader democraticamente eletto del popolo birmano, il premio Nobel Aung San Suu Kyi, permane agli arresti domiciliari come prigioniero politico, il regime militare illegittimo intende continuare a rappresentare illegittimamente e illegalmente lo Stato della Birmania presso l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite. Il popolo birmano ha votato con una maggioranza schiacciante a favore della Lega Nazionale per la Democrazia nelle uniche elezioni libere e regolari della storia recente, di cui il regime militare si è però rifiutato di onorare il risultato. Reagendo alla sconfitta, il regime ha arrestato, torturato e assassinato il massimo numero possibile di rappresentanti del popolo. Dopo le elezioni il regime ha esercitato uno stretto controllo sul paese ricorrendo a tattiche di una brutalità inaudita. Il regime si è rifiutato di dare ascolto a qualunque richiesta di riforma della comunità internazionale. Oggi i rappresentanti democraticamente eletti del popolo birmano hanno compiuto il primo passo per ottenere la riparazione alle malefatte del regime reclamando ciò che appartiene loro legalmente e di diritto: il seggio della Birmania all'Assemblea Generale delle Nazioni Unite. La contestazione delle credenziali in qualità di pretendenti al seggio della Birmania costituisce solamente la prima fase di una nuova iniziativa che farà ricorso a tutti i meccanismi politici e legali internazionali disponibili per contestare la legittimità del regime e far luce sugli innumerevoli abusi commessi contro il popolo birmano. Facciamo appello agli Stati affinché sostengano queste nuove iniziative utilizzando tutti i mezzi a loro disposizione per esercitare pressione sul regime e sui suoi membri. Rivendichiamo la democrazia per la Birmania: chiediamo al mondo di schierarsi dalla nostra parte. Contact: Ko Ko Lay: 415 203 0541 http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=136d5fb8fc3b4634b37d4dcd66543d33&docid=fcc856910d5042fcba0028d79b42b1c5 Mon, 15 Sep 2008 12:53:16 GMT d42fd134ad114e3885680525db16288a Nuova asta di pietre preziose ad ottobre organizzata dalla giunta militare 2008-08-27T17:07:02.0970000+02:00 La Birmania ha programmato una asta di pietre preziose per il prossimo mese di ottobre, secondo l’Agenzia France Presse (AFP.) Un funzionario della Myanmar Gems Enterprise ha dichiarato alla AFP che la vendita avverrà sulla base di una asta al miglior offerente. Giada, perle e pietre preziose saranno presentate tra i lotti in vendita. L’asta sarà la prima in Birmaniada quando a luglio scorso, il Presidente George W. Bush ha firmato la legge che vieta la importazione di rubini e giada dalla Birmania negli Stati Uniti, anche attraverso altri paesi, a seguito della violazone dei diritti umani da parte della giunta militare. L’associazione dei gioiellieri americani: The Jewelers of America (JA) ha dato il proprio sostegno a tale legge ed è stata sostenuta anche dai principali gioiellieri al dettaglio come Tiffani e Bulgari. La Birmania basa le proprie fonti principali di approvviggionamento di valuta straniera sul commercio delle pietre preziose e contiua a vendere ai paesi vicini come la Thailandia e la Cina. Le aste precedenti tenutesi nei mesi di marzo e giugno scorso hanno portato nelle casse della giunta militare oltre $100 milioni do dollari ciascuna. http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=136d5fb8fc3b4634b37d4dcd66543d33&docid=d42fd134ad114e3885680525db16288a Wed, 27 Aug 2008 15:07:02 GMT da53a56a0c1b4b2193b8941286c3b557 COMUNICATO STAMPA NLD SU DIGIUNO DI AUNG SAN SUU KYI 2008-08-26T15:46:52.7970000+02:00 LEGA NAZIONALE PER LA DEMOCRAZIA (Area Liberata) Comunicato stampa 25 agosto 2008 1. Da nove giorni Daw Aung San Suu Kyi rifiuta cibo e visite. I pasti le vengono recapitati quotidianamente nella sua abitazione, ma l’ultimo giorno in cui Daw Aung San Suu Kyi ha accettato cibo è stato il 15 agosto 2008. Il persistere del rifiuto di accettare il cibo fornitole dai suoi compagni potrebbe seriamente compromettere il suo stato di salute. Altre due persone che vivono con Daw Aung San Suu Kyi rifiutano anch’esse di nutrirsi. È necessario un intervento immediato della comunità internazionale. 2. Nel corso della recente visita di sei giorni in Birmania l’inviato speciale delle Nazioni Unite Ibrahim Gambari ha incontrato autorità del Consiglio di Stato per la Pace e lo Sviluppo (SPDC), diplomatici, personale di organizzazioni complici dell’SPDC e leader della Lega nazionale per la democrazia (NLD). Tuttavia Gambari non ha incontrato nessun alto funzionario dell’SPDC, né la stessa Daw Aung San Suu Kyi. 3. Nel corso degli ultimi vent’anni i Segretari Generali delle Nazioni Unite succedutisi nell’incarico hanno prodigato sforzi per la risoluzione della crisi birmana, sforzi che tuttavia non hanno comportato nessun miglioramento tangibile per il paese. Ciò dimostra l’inadeguatezza della strategia dell’ONU per la risoluzione della crisi birmana. 4. Durante la Rivoluzione dello zafferano del 2007 Gambari è caduto facile preda della trappola politica dell’SPDC, nel tentativo di instaurare un dialogo tra Daw Aung San Suu Kyi e i funzionari dell’SPDC che sostenevano la “road-map per la democrazia in sette punti”. Daw Aung San Suu Kyi ha riscontrato enormi difficoltà nella ricerca di una soluzione pacifica alla crisi nazionale stante un tale dialogo unilaterale. 5. Fonti attendibili affermano che secondo Daw Aung San Suu Kyi devono esservi dei limiti, in particolare di natura temporale, alla tolleranza verso l’atteggiamento unilaterale dell’SPDC, sostenendo inoltre la necessità di sacrificare la propria vita come martiri per il popolo birmano per sostenere con successo la libertà del paese. 6. La Lega nazionale per la democrazia – Area Liberata fa quindi appello alla comunità internazionale affinché sostenga Daw Aung San Suu Kyi per la soluzione della crisi birmana utilizzando tutti i mezzi necessari. Nello specifico, facciamo appello al Segretario Generale delle Nazioni Unite affinché si rechi in Birmania al più presto possibile con l’obiettivo di risolvere la crisi. Lega Nazionale per la Democrazia (Area Liberata) Comitato Centrale Contatti: U Nyo Ohn Myint Cell.: (66) 897003432 e-mail: nyomyint@hotmail.com http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=136d5fb8fc3b4634b37d4dcd66543d33&docid=da53a56a0c1b4b2193b8941286c3b557 Tue, 26 Aug 2008 13:46:52 GMT b22a22234408401bae62f3fcd36c891e la giunta militare continua la campagna e la disinformazione in vista del referendum Aprile 30, 2008 L’ SPDC continua a mettere in atto azioni coercitive e propaganda falsa nella sua campagna di Vota SI. L’ SPDC continua a mettere in atto azioni coercitive e propaganda falsa nella sua campagna di Vota Siutilizzando mezzi di coercizione per promuovere il voto a favore della bozza di costituzione. Il 27 aprile 2008 alle ore 4 circa del pomeriggio i residenti della Township di Hlinethaya sono stati obbligati a partecipare ad una manifestazione a favore del Voto SI da parte dei rappresentanti dell’SPDC alla scuola elementare n. $! Della città. Quando i funzionari dell’SPDC sono arrivati vi erano circa 30 persone, ma i funzionari non soddisfatti della scarsa partecipazione i funzionari hanno detto ai cittadini” voi dovete votare SI al referendum se non lo sosterrete il paese sarà dominato dai militari per altri 20 anni. Solo il 25% dei militari farà parte degli organismi decisionali e voi cittadini avrete maggiori opportunità dei militari per governare il vostro paese. Altrimenti perderete una opportunità per la democrazia”: Il 27 aprile lo stesso funzionario dell’<SPDC ha convocato gli imprenditori perché partecipassero ad una riunione. In quell’incontro i funzionari della giunta hanno distribuito volantini con la foto di Aung San Suu Kyi e i monaci mentre votavano a favore del referendum. Lo scopo dei volantini è chiaramente quello di confondere i cittadini birmani che hanno uno scarso accesso alla informazione sul referendum. Il 27 aprile 2008 a Kansaung quartire di Mingala Taungnyunt Township, l’associazione dei veterani locali ha effettuato una riunione per organizzare i veterani come parte della campagna dell’SPDC per il Vota SI.the local veterans association conducted a meeting to organize the military veterans as part of the SPDC's "Vote Yes" campaign. Ai membri delle famiglie dei veterani, che possono votare è stato detto che riceveranno 300 Kyats se voteranno a favore della bozza di costituzione. 4. Vota Si e verrai promosso-. Gli insegnanti del liceo n. 2 del quartiere di Insein sono stati obbligati dai funzionari della giunta per far si che i propri studenti sostenessero la bozza di costituzione e sono stati obbligati a dire agli studenti che hanno 18 anni che solo coloro che voteranno Si al referendum verranno promossi. 2008-05-05T16:56:49.7770000+02:00 http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=136d5fb8fc3b4634b37d4dcd66543d33&docid=b22a22234408401bae62f3fcd36c891e Mon, 05 May 2008 14:56:49 GMT cd10c80122cc47b38d695c14d13dcfda La Croce Rossa Internazionale denuncia gravissime violazioni deile norme umanitarie internazionali e accusa il governo birmano IL PRESIDENTE DELLA CROCE ROSSA INTERNAZIONALE HA PESANTEMENTE DENUNCIATO LE GRAVISSIME VIOLAZIONI DELLE NORME UMANITARIE INTERNAZIONALI DA PARTE DELLA GIUNTA MILITARE BIRMANA NEI CONFRONTI DI CIVILI E DETENUTI. Con una rara decisione - considerata la tradizionale riservatezza diplomatica - il Presidente del Comitato Internazionale della Croce Rossa (ICRC), Jakob Kellenberger ha condannato duramente le violazioni delle norme umanitarie internazionali, l’utilizzo di detenuti come lavoratori e portatori forzati per le forze armate, gli arresti arbitrari le uccisioni, le deportazioni e la distruzione in larga scala di scorte alimentari da parte dell'esercito birmano e altri abusi gravissimi commessi da parte del governo birmano contro i civili e i detenuti e ha chiesto che il governo assuma misure urgenti per porre fine a tali violazioni e prevenga la loro recrudescenza. “l’utilizzo persistente di detenuti come portatori per le forze armate è una questione di grave preoccupazione umanitaria. Le azioni delle autorità hanno prodotto immense sofferenze per migliaia di persone nelle aree di conflitto” ha dichiarato. Kellenberger. “ la Croce Rossa ha ripetutamente attirato l’attenzione su questi abusi ma le autorità non le hanno fermate.” I risultati sottolineati di seguito si basano su osservazioni fatte dai delegati della Croce Rossa e numerose prove di abusi raccolte dalla Croce rossa nel corso di interviste private con migliaia di civili e detenuti prevalentemente tra il 2000 e il 2005. abusi sistematici contro detenuti e civili sono la fonte primaria di grave preoccupazione. Abusi contro detenuti Con il vigente regime carcerario messo in piedi dal governo, ogni anno migliaia di detenuti sono stati obbligati a “sostenere” l’esercito come portatori.. questa pratica istituzionalizzata e diffusissima ha portato frequentemente ad abusi dei prigionieri e li ha esposti ai pericoli di un conflitto armato. Motli detenuti utilizzati come portatori forzati hanno sofferto di esaurimento delle forze fisiche e malnutrizione e sono stati vittime di trattamenti degradanti. Alcuni sono stati uccisi. “la pratica nota come lavoro forzato persiste oggi nonostante le numerose denunce fatte dalla ICRC. E costituisce una delle maggiori violazioni delle norme previste dalla legislazione umanitaria internazionale” ha dichiarato Kellenberger. Abusi contro i civili L’esercito birmano ha commesso ripetuti abusi contro uomini, donne e bambini che vivono in comunità soggette al conflitto armato al confine tra Tailandia e Birmania. Questi abusi includono distruzioni in larga scala di scorte alimentari e di mezzi di produzione. Le forze armate hanno ristretto pesanteetne la bertà di movimento in queste aree rendendo impossibile ai contadini di lavorare nei campi. Questo ha prodotto un impatto enorme sulla economia locale aggravando la già precaria situazione umanitaria. Inoltre l’esercito ha commesso numerosi atti di violenza nei confronti delle popolazioni che vivono in queste aree, compreso omicidi e ha sottoposto la gente ad arresti e detenzione arbitrarie. Hanno anche forzato gli abitanti dei villaggi a sostenere le operazioni militari o a lasciare le loro case. Il comportamento e le azioni delle forze armate hanno contribuito a creare un clima di costante paura tra la popolazione ed hanno forzato migliaia di persone ad andare ad ingrossare il numero dei rifugiati interni o a fuggire dal paese. ”gli abusi ripetuti commessi contro uomini, donne e bambini che vivono lungo il confine tra Birmania e Tailandia viola molte delle norme della legislazione umanitaria internazionale” ha dichiarato Kellenberger. Rifiuto del governo ad iniziare un dialogo Nonostante le richieste ripetute da parte del Comitato Internazionale della Croce Rossa, le autorità hanno rifiutato costantemente di aprire una discussione seria su tali abusi al fine di porre fine a tale situazione” ha dichiarato il >Presidente dell’ICRC. Inoltre le crecenti pesanti restrizioni imposte all’ICRC da parte del governo ha reso impossibile la libertà di movimento per i funzionari della organizzazione, nelle aree interessate e ha reso impossibile la consegna degli aiuti dati unicamente per scopi umanitari e apolitici. Dalla fine del 2005 le autorità hanno anche impedito alla ICRC di visitare i luoghi di detenzione, secondo le procedure usuali, che includono la effettuazione di interviste private con i detenuti. “la continuazione di questo stallo con le autorità birmane ha costretto l’ICRC ad adottare misure eccezionali rendendo pubbliche queste preoccupazioni” ha dichiarato il Presidente Kellenberger “ l’organizzazione utilizza un dialogo confidenziale e bilaterale come mezzo preferenziale per raggiungere i risultati. Comunque questo presuppone che le parti di un conflitto vogliano intraprendere una discussione seria e tenere in considerazione le raccomandazioni dell’ICRC. Questo non è stato il caso con le autorità della Birmania e per questo l’ICRC ha deciso di parlare pubblicamente. “ “chiedo con urgenza al governo birmano di interrompere tutte le violazioni della legislazione umanitaria internazionale e di assicurare che tali violazioni non avvengano più. Vorrei anche ricordare a tutti gli stati che hanno ratificato le Convenzioni , che sono tenuti a rispettarle” il ICRC è pronto a fare qualsiasi cosa in suo potere per portare avanti le sue attività umanitarie per il popolo birmano che necessita di assistenza , secondo il mandato riconosciuto internazionalmente secondo le Convenzioni di Ginevra, gli statuti della Croce Rossa Internazionale e il Red Crescent Moviment e le procedure operative di prassi. 2008-03-23T02:34:13.0170000+01:00 http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=136d5fb8fc3b4634b37d4dcd66543d33&docid=cd10c80122cc47b38d695c14d13dcfda Sun, 23 Mar 2008 01:34:13 GMT c8be051dfb6f43b4bab03d4ff478cf25 I dittatori non dovrebbero giocare con il nuclerare. Birmania accordo con la Russia per la costruzione di un reattore nucleare I dittatori non dovrebbero giocare con il nuclerare. Birmania accordo con la Russia per la costruzione Reattore nucleare in Birmania: preoccupazioni per la sicurezza e le prospettive della megalomania dei dittatori. Nessun provvedimento per la attuazione dell' ”accordo di salvaguardia” previsto secondo il Trattato di non Proliferazione Nucleare è stato preso dalla giunta militare birmana a seguito dell’annuncio formale di un progetto di costruzione di un reattore nucleare in Birmania. L’accordo è stato firmato dal Ministro per la scienza e la tecnologia U Thaung - Il reattore nucleare verrà costruito attraverso un accordo con la Russia, dalla società Atomstroyexport che si occuperà della costruzione del reattore in una zona del paese ancora tenuta segreta. L’accordo è stato siglato il 15 maggio 2007 e il centro comprenderà un reattore ad acqua leggera per la ricerca con la capacità di 10 Megawatts alimentato da uranio arricchito 235 al 20%. Apparentemente il reattore dovrebbe servire per ricerche mediche ed agricole . Nel corso degli ultimi 6 anni più di 1.000 scienziati e tecnici e personale militare sono stati formati in Russia. A seguito di un accordo sottoscritto tra i due governi nel 2002, la Russia avrebbe dovuto costruire un reattore nucleare in Birmania, ma successivamente a causa della assenza di fondi il progetto si era fermato. Mosca aveva informato l’AIEA nel 2003 del programma di formazione in tecnologie nucleari che avrebbe riguardato ogni anno 300 cittadini birmani. Secondo i funzionari russi la costruzione del reattore dovrebbe avvenire sotto la supervisione dell’AIEA. Ma purtroppo l’agenzia atomica ha ripetutamente sottolineato il proprio stupore poiché la Birmana avrebbe dovuto informare preventivamente l’Agenzia, secondo le regole di salvaguardia. Sottoscritte dalla Birmania molti anni fa. In un articolo sull’Asia Times[1], Larry Jagan riporta che le motivazioni addotte dalla giunta per la costruzione di un reattore nucleare hanno vacillato sin da subito. A Gennaio 2002 il Ministro degli esteri Wing Aung ha dichiarato ad un diplomatico occidentale che la Birmania è impegnata a sviluppare un reattore nucleare per scopi medici con la possibilità di generare energia nucleare ed aveva dichiarato che nonostante non fosse stato ancora siglato alcun accordo in tal senso, ricerche iniziali erano state intraprese. A settembre 2001 il Ministro degli esteri aveva comunicato all’AIEA i propri piani ed aveva richiesto il sostegno della agenzia. Due mesi dopo un team ispettivo dell’AIEA si era recato in Birmania per valutare il grado di preparazione del paese nell’utilizzo e nel mantenimento in sicurezza del reattore. il Team concluse che gli standard di sicurezza in essere erano ben al di sotto dei livelli minimi che si ritengono sufficienti. Allo stesso tempo la Birmania non aveva dato risposte al rapporto AIEA e i funzionari di Vienna avevano conseguentemente espresso il timore che la Birmania stesse pianificando le proprie ambizioni nucleare senza i necessari provvedimenti di sicurezza. Tali timori dovrebbero includere i rischi di danni ambientali o di proliferazione a causa di furti o rimozione del fluido nucleare , per la assenza di adeguate misure di sicurezza. In seguito la giunta militare aveva sviluppato intensi contatti con il Pakistan e diffuse voci hanno confermato che due scienziati nucleari pakistani accusati di proliferazione nucleare erano stati accolti in Birmania nel 2003. la Birmania ha poi rafforzato anche i rapporti con la Corea del Nord con cui ad aprile 2007 ha ristabilito rapporti ufficiali. Da questo paese sono arrivate molte navi con spedizioni sospette nel corso degli ultimi 6 mesi. Sempre Larry Jagan riporta che lo scorso anno tali spedizioni hanno irritato la Cina poiché ne Pyonyang ne Rangoon avevano informato il governo cinese della loro rafforzata cooperazione militare .le autorità cinesi sono convinte che la Birmania ha ricevuto attrezzature militari compresi missili dalla Corea del Nord, ma a quanto sembra non materiali nucleari. L’ultima spedizione militare di maggio è stata scaricata nei porti birmani sotto misure di sicurezza estremamente restrittive. A quanto pare inoltre tale decisione non è stata commentata dall’ASEAN i cui Commisari dell’ASEAN Nucleare weapon Free zone avrebbero dovuto monitorare attentamente gli sviluppo sul nucleare in questa parte del mondo per assicurare ai paesi membri che non si stiano fabbricando o utilizzando armi atomiche . l’art. 11 del tratato obbliga le parti firmatarie di riferire ogni evento significativo in tal senso ma non vi sono dati sulla informazione da parte delle autorità birmane prima delle dichiarazioni del partner russo Atomstroyexport[2]. Secondo il sito Wise Uranium.org, la giunta militare sta procedendo alla esplorazione di quattro siti in Birmania negli stati Shan e Chin, ed ha scoperto 5 depositi di uranio in varie zone della Birmania centrale e del nord. la cosa non promette certo bene per un possibile futuro democratico. Cecilia Brighi [1] Asia Times 24 maggio 2007 Myanmar drops a nuclear “bombshell” Radio Singapore International July 2 2007-07-09 .. Economist.com Myanmar and the nuclear club.Do you want to be in my gang? May 16th 2007 [2] David Full Brook 27 maggio 2007 Opinion Asia 2008-03-23T02:31:03.1700000+01:00 http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=136d5fb8fc3b4634b37d4dcd66543d33&docid=c8be051dfb6f43b4bab03d4ff478cf25 Sun, 23 Mar 2008 01:31:03 GMT b27af446a84844098677be1422049709 nuova costituzione farsa in due mesi NUOVA COSTITUZIONE FARSA IN DUE MESI ha dichiarato la giunta militare Il ministro della informazione della giunta militare birmana ha aperto la sessione della convenzione farsa con oltre 1000 delegati annunciando che entro due mesi dovrebbe essere terminata e arrivare alla nuova bozza di costituzione. Come sottolineato da IPS questo processo è noto come essere il più lungo esercizio al mondo per la stesura di una costituzione che dura ormai da 14 anni e sei mesi. Questa scelta non significa che si stia avviando un processo di democratizzazione, ne darà alcuna speranza che il pugno di ferro dei militari stiano per terminare. Anche se questo processo arrivasse a termine gli altri 6 punti parte della road map definita dalla giunta per la democrazia verranno attuati. Ha sottolineato Zin Linn, un portavoce del governo in esilio NCGUB ( National Coalition Government of the Union of Burma, governo eletto democraticamente e costretto all’esilio. Questa è una costituzione fantoccio e possono finirla quando vogliono. L’editore di Irrawaddy sostiene che dietro questa accelerazione vi è il governo di Pechino che sarebbe preoccupato che ulteriori ritardi potrebbero causare una instabilità che la Cina non vuole a causa dei suoi interessi in Birmania. I risultati della convenzione nazionale procurerebbero invece instablità lungo i confini dove vivono molti gruppi etnici che vengono repressi duramente dalla giunta. La convenzione infatti assegna ancora una volta un maggior potere alla giunta militare e non garantisce l’autonomia delle nazionalità etniche al contrario esacerberebbe le cause dei conflitti etnici, come sottolineato dall’ Alternative ASEAN Network on Burma (ALTSEAN). L’unico risultato ha dichiarato Khun Mar Ko Ban, membro del parlamento democraticamente eletto nel 1990 e ex delegato alla convenzione in rappresentanza della Organizzazione democratica del Kayan National Unity sarà una ulteriore militarizzazione del paese ed un aumento dei conflitti e del caos. 2008-03-23T02:30:22.3270000+01:00 http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=136d5fb8fc3b4634b37d4dcd66543d33&docid=b27af446a84844098677be1422049709 Sun, 23 Mar 2008 01:30:22 GMT 9bf5ae311d864edab714431994ac4b2b interpellanza On. Boato su misure da parte del governo italiano a favore della democrazia in Birmania Interpellanza Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro degli affari esteri, il Ministro del lavoro e della previdenza sociale e il Ministro della solidarietà sociale, per sapere - premesso che: nel gennaio del 1947, la Birmania ha conquistato l’indipendenza. Dal 1962, a seguito di un colpo di stato del generale Ne Win, si è instaurato un regime di stampo socialista, guidato da un “Consiglio rivoluzionario” di generali dell'esercito. Nel 1988, un altro colpo di stato delle forze armate ha dato vita ad un regime militare che ha come presidente e primo ministro il generale Saw Maung. Successivamente la Birmania assume la denominazione ufficiale di “Myanmar”. Le elezioni politiche indette nel maggio 1990, che avrebbero dovuto legittimare il governo militare, hanno visto la vittoria schiacciante della Lega Nazionale per la Democrazia (NLD), il partito di Aung San Suu Kyi, Premio Nobel per la pace nel 1991 e figlia di Aung San, padre della Birmania indipendente. La giunta militare non ha riconosciuto il risultato elettorale, iniziando una feroce politica di repressione nei confronti degli oppositori politici (Amnesty International per il 2006 denuncia 1.185 prigionieri politici). Il partito NLD è stato messo fuori legge e Aung San Suu Kyi, dopo alcuni brevi periodi di libertà, ancora oggi si trova agli arresti domiciliari. In questi anni poco è cambiato e, nonostante l’embargo dell’Unione europea sul materiale bellico per il Myanmar deciso nel 1988 e confermato nel 2002 e nel 2006, il Consiglio di Stato per la pace e lo sviluppo (SPDC) alla guida del paese non ha compiuto passi significativi verso la democrazia; nel giugno del 2000, con l’88ª sessione, la Conferenza generale dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro (OIL) ha approvato una risoluzione che invita i governi, gli imprenditori e i sindacati a rivedere i loro rapporti con il Myanmar e ad adottare tutte le misure necessarie per evitare che il Paese membro possa trarre profitto da questi rapporti per perpetuare o sviluppare il sistema del lavoro forzato. Negli anni successivi, l’OIL ha riaffermato e sostenuto la stessa linea d’intervento e le stesse misure nei confronti del governo birmano e anche di recente, nel marzo 2007 durante la 298ª sessione del Consiglio Direttivo dell’OIL, la questione dell’osservanza da parte del Myanmar della Convenzione n. 29 del 1930 sul lavoro forzato è stato oggetto di discussione e di dibattito; nel maggio 2007, le organizzazioni Cisl, Legambiente, WWF e Greenpeace hanno promosso la “Campagna Birmania” e lanciato un appello per la liberazione di Aung San Suu Kyi e per la difesa dei diritti umani, sindacali, della democrazia, dell’ambiente di questo paese dove “centinaia di migliaia di uomini, donne e bambini sono tutt’ora costretti al lavoro forzato, da parte sia dei militari, sia delle autorità locali, e sono spesso obbligati alle deportazioni forzate, mentre sono comuni la detenzione e le esecuzioni, torture, stupri, utilizzati come mezzo di potere”. L’appello è rivolto, in particolare “alle imprese italiane che hanno rapporti commerciali con la Birmania e alle multinazionali impegnate nel settore forestale, petrolifero, del gas e minerario, nei progetti di costruzione di dighe ed infrastrutture - che comportano ingenti profitti per il regime, la violazione dei diritti umani, sindacali, ambientali -” affinché provvedano a “sospendere i loro rapporti con questo paese, per non contribuire a rafforzare il potere della giunta, che continua ad utilizzare il lavoro forzato e la devastazione ambientale come fonte di potere”; il 21 giugno 2007, il Parlamento europeo ha approvato una risoluzione sulla Birmania, la 14ª dal 2000 ad oggi, che “condanna la repressione incessante e la persecuzione continua perpetrata dall’SPDC nei confronti del popolo birmano” e “invita le industrie che investono in Birmania ad assicurare che i loro progetti siano realizzati nel rispetto dei diritti umani effettivi e, in caso di abuso di tali diritti, a sospendere l’attività nel paese; esprime il proprio disappunto dinanzi al fatto che taluni paesi abbiano ritenuto opportuno aumentare sostanzialmente gli investimenti in Birmania, nonostante la disastrosa situazione dei diritti umani nel paese”; il 19 luglio 2007, il Presidente del Comitato internazionale della Croce Rossa (Cicr), Jacob Kellenberger, ha denunciato, attraverso diverse agenzie di stampa, gravi violazioni dei diritti umani nell’ex Birmania e in particolare ha fatto riferimento al lavoro forzato a cui migliaia di detenuti sono costretti dalle forze armate birmane. Inoltre il Myanmar dalla fine del 2005 ha vietato al Cicr le visite indipendenti nelle carceri, limitando così l’apporto determinante delle organizzazioni umanitarie negli istituti di pena; Amnesty International, nel rapporto annuale 2007, riporta notizie allarmanti sul Myanmar e denuncia che per il 2006 “ la situazione dei diritti umani si è deteriorata nel corso dell’anno, con l’intensificarsi della repressione messa in atto in tutto il Paese dalle autorità nei confronti sia dell’opposizione armata sia degli oppositori politici pacifici. Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha inserito il Myanmar nella propria agenda. Violazioni diffuse e sistematiche delle norme internazionali sui diritti umani e del diritto internazionale umanitario, equiparabili a possibili a crimini contro l’umanità, sono state perpetrate nel corso di operazioni militari nello Stato del Kayin e nella divisione di Bago. Mentre le autorità continuavano a lavorare a una bozza per una nuova Costituzione, attivisti venivano sottoposti a pressioni al fine di far loro abbandonare il proprio ruolo all’interno dei partiti politici. Decine di arresti di persone impegnate in attività politiche pacifiche sono continuati durante tutto l’anno così come quelli di persone impegnate in altre attività non violente nel contesto del loro esercizio delle libertà di espressione e di associazione. A fine anno, la maggior parte delle figure di primo piano dell’opposizione erano state imprigionate o detenute in via amministrativa, mentre più di altri 1.185 prigionieri politici continuavano a essere detenuti in condizioni carcerarie sempre peggiori. Sono state almeno due le persone condannate a morte”. Nel rapporto di Amnesty International è, inoltre, dedicato un capitolo alla diffusa pratica del lavoro forzato che impone ai prigionieri “di fare da portantini per l’esercito, e gli stessi sarebbero stati sottoposti a torture e ad altre forme di maltrattamenti”; nella puntata di domenica 8 luglio 2007 del programma televisivo “Alle falde del Kilimangiaro” trasmesso su Rai Tre, la vicepresidente del partito LND, Daw San San, in esilio in Thailandia, durante un’intervista ha ribadito e confermato la drammatica situazione politica, sociale e lavorativa della popolazione birmana che per il 30%, circa 15 milioni di persone, vive sotto la soglia di povertà ed è vittima di spaventosi abusi e di inaudite violenze da parte della giunta militare. A tale denuncia Daw San San ha aggiunto un serio invito a tutti i turisti affinché non si rechino in Myanmar, per evitare di fornire con i proventi del turismo un’ulteriore fonte di profitto economico e di rafforzamento politico del regime - : quale siano le valutazioni del Governo sui fatti sopra esposti e quali misure intenda adottare a livello comunitario ed internazionale per la difesa dei diritti umani e sindacali in Myanmar, a sostegno della piena applicazione della risoluzione OIL del giugno 2000 e delle successive risoluzioni del Parlamento europeo. 2008-03-23T02:29:23.3130000+01:00 http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=136d5fb8fc3b4634b37d4dcd66543d33&docid=9bf5ae311d864edab714431994ac4b2b Sun, 23 Mar 2008 01:29:23 GMT 79c566b759a24e2aa100fa472b86ab48 Comunicato di Amnesty International Amnesty International chiede che le autorità birmane liberino con urgenza e senza condizioni tutti coloro che sono stati incarcerati, a meno che non siano stati imputati di offese penalmente perseguibili e che la corte permetta ai dimostranti di esercitare i loro diritti alla libertà di espressione e di assemblea senza timore di essere arrestati o di violenze. Secondo Ammesty gli arrestati sono detenuti in quattro diversi centri. oltre 50 sono nel centro di detenzione di Protestors Kyaikkasan altri al Shwe Pyithar Police Regiment. la maggior parte dei componenti del 88 Generation Students Group sono detenuti nella terribile prigione di Insein , uno nel centro di detenzione di Mingaladon. i familiari non sono stati informati sugli arresti e sulla loro collocazione ne i prigionieri possono incontrare i loro avvocati e tanto meno sanno quali sono le accuse. si teme che possano essere torturati o essere vittime di maltrattamenti come sempre avviene durante gli interrogatori. Ammesty chiede che vengano fornite urgentemente cure medicne a Ye Thein Naing, la cui gamba è stata rotta dai rappresentanti dell'USDA, l'organizzazione paramilitare, durante la manifestazione del 28 agosto. alcuni detenuti continuano per questo lo sciopero della fame nel Kyaikkasan Detention Centre a Rangoon . 2008-03-23T02:21:34.9530000+01:00 http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=136d5fb8fc3b4634b37d4dcd66543d33&docid=79c566b759a24e2aa100fa472b86ab48 Sun, 23 Mar 2008 01:21:34 GMT ddac71cb4bf4472e8b77ce5546c32b61 Relatore speciale Pinheiro denuncia torture arrestati e la First Lady americana chiede con urgenza liberazione arrestati e intervento Segretario Generale ONU e UNSC Venerdi scorso la First Lady americana Laura Bush, ha chiesto con urgenza al Segretario Generale dell'ONU Ban Ki-moon di condividere la posizione degli USA nella condanna della repressione brutale da parte del regime e a chiesto all'ONU di lavorare per prevenire ulteriori violenze contro le manifestazioni pacifiche, attraverso un ruolo del Consiglio di Sicurezza. Il Dipartimento di Stato ha dichiarato che i funzionari ONU solleveranno l'argomento Birmania nel corso della Assemblea Generale ONU di settembre. Nello stesso tempo il Relatore speciale sulla Birmania del Consiglio per i diritti umani dell'ONU Paulo Sergio Pinheiro, ha dichiarato venerdiì , la sua profonda preoccupazione rispetto airapporti sullo sciopero della fame da parte di alcuni dimostranti arrestati e ha chiesto al regime di rilasciare i manifestanti . Egli ha anche ricevuto rapporti che denunciano come i detenuti siano stati duramente picchiati e torturati 2008-03-23T02:20:31.3600000+01:00 http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=136d5fb8fc3b4634b37d4dcd66543d33&docid=ddac71cb4bf4472e8b77ce5546c32b61 Sun, 23 Mar 2008 01:20:31 GMT 00594e25fe6c4d308fcea75e6f8135c1 monaci buddisti prendono in ostaggio 20 militari (AGI/AFP) - Rangoon 6 set. - Centinaia di monaci buddhisti hanno preso in ostaggio nel loro monastero una ventina di membri delle forze di sicurezza del Myanmar, all'indomani di una protesta contro la giunta militare che governa l'a Birmania repressa dai soldati. Gli agenti si erano recati nel monastero per scusarsi per il ferimento di tre monaci ma sono stati rinchiusi in una stanza e le loro cinque auto sono state date alle fiamme. Il sequestro e' avvenuto a Pakokku, 500 chilometri a nord della capitale Rangoon, poche ore dopo che i militari avevano sparato colpi in aria per disperdere 300 monaci che contestavano il vertiginoso aumento dei prezzi del carburante con una preghiera nel mercato cittadino. Diversi religiosi e molti passanti fermatisi a guardare sono stati picchiati con i manganelli. Una decina di monaci sono stati arrestati. Era la prima volta che i soldati in uniforme venivano impiegati per reprimere le proteste contro il governo che si susseguono in tutto il Paese dal 19 agosto. I monaci hanno chiesto alla gente di non partecipare alla protesta perche' intendono risolvere la questione da soli. 2008-03-23T02:19:41.3130000+01:00 http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=136d5fb8fc3b4634b37d4dcd66543d33&docid=00594e25fe6c4d308fcea75e6f8135c1 Sun, 23 Mar 2008 01:19:41 GMT 8ef9785cceea466d81f4b1921fc9e3af PREMIO PADRE PUGLISI A SINDACATO BIRMANO IN UNA CERIMONIA CON OLTRE 1000 PERSONE A PALERMO Di fronte ad oltre mille ospiti è’ stato assegnato a Palermo, al sindacato birmano FTUB il premio Internazionale Padre Pino Puglisi 2007. Il premio Padre Pino Puglisi 2007 promosso dalla CISL di Palermo, dalla organizzazione "Jus Vitae", e dalla Fondazione “the Brass Group” è stato dedicato quest’anno alla promozione dei diritti dei bambini della Birmania e di ogni parte delo Mondo. Venerdì sera 7 settembre, nel bellissimo Complesso di Santa Maria dello Spasimo, questo importante riconoscimento è stato assegnato dal Vice Presidente del Senato Gavino Angius al sindacalista birmano Zaw Tun, che lo ha ritirato a nome del sindacato birmano FTUB. Zaw Tun ha fatto parte del movimento degli studenti che nel 1988 è sceso in piazza a Rangoon sfidando la violenza cieca della giunta militare e per questo dopo le migliaia di uccisioni che l’esercito ha perpetrato in questa occasione, è dovuto fuggire in Tailandia. Si è imbarcato su di una nave come marittimo e ha contribuito alla costituzione del sindacato birmano dei lavoratori marittimi. Attualmente lavora nel sindacato birmano come Responsabile per i progetti di cooperazione internazionale. Avrebbe dovuto ritirare il premio Il segretario Generale dell’ FTUB Maung Maung, ma a causa delle manifestazioni di protesta in atto in questi giorni in tutta la Birmania, e a causa degli arresti e delle condanne da 20 a 28 anni di carcere di 6 sindacalisti per sedizione, gli è stato impossibile venire. L’importantissima onoreficenza che intende ricordare l’ importantissimo impegno sociale di Padre Pino Puglisi, ucciso barbaramente dalla mafia, ha voluto assegnare questo premio al sindacato birmano per la sua attività per la promozione dei diritti umani, del lavoro, contro il lavoro forzato e per la democrazia . I motori di questo premio internazionale sono Padre Garau, Giuseppe Lupo Segretario Generale della CISL di Palermo e il Maestro Ignazio Garsia . Alla cerimonia hanno partecipato oltre 1000 persone tra cui il Vice Presidente del Senato Gavino Angius, il Vice Ministro per lo sviluppo economico Sergio D’Antoni, il Sotto Segretario agli interni Sergio Paino, il Prefetto di Palermo Giousè Marino, il Vce Presidente della Commissione Nazionale Antimafia Giuseppe Lumia, il vescovo Monsignor Carmelo Cuttitta, il Sindaco Diego Cammarata, dal Segretario Nazionale della CISL Nino Sergi. Il sindacalista birmano Zaw Tun in occasione della premiazione, accompagnato dal Segretario Generale della CISL Palermo Giuseppe Lupo, (anima della iniziativa insieme a Padre Garau) da Cecilia Brighi, del Dipartimento Internazionale della CISL Nazionale, nella mattina di venerdì ha avuto un incontro con il Presidente della Regione Sicilia Salvatore Cuffaro. Cuffaro ha impegnato il governo della Regione a fornire tutto il suo appoggio possibile al sindacato birmano. Zaw Tun ha poi incontrato separatamente il Vice Ministro per lo Sviluppo Sergio D’Antoni per discutere del necessario impegno del governo italiano nella attuazione della Risoluzione dell’OIL del 2000 (che chiede ai governi, alle istituzioni internazionali, alle imprese di rivedere i propri rapporti con la giunta) e per il rafforzamento della posizione comune UE introducendo sanzioni economiche mirte efficaci. Zaw Tun ha inoltre avuto un incontro con il Vice Presidente del Parlamento Europeo On. Luigi Cocilovo a cui ha chiesto un maggior eimpegno dell’Europa. Subito prima dell’inizio della manifestazione per l’assegnazione del Premio Padre Puglisi, Zaw Tun ha avuto un incontro con il Vice Presidente del Senato Angius, che la mattina stessa aveva fatto un comunicato stampa di sostegno alle lotte per la democrazia. Il Senatore Angius ha annunciato una Mozione del Parlamento italiano che dovrebbe esesre approvata la prossima settimana e si è impegnato a promuovere la collaborazione con i parlamentari in esilio e con il sindacato birmano contro le conclusioni della Convenzione voluta dalla giunta per ripristinare al più presto la democrazia e per arrivare ad una risoluzione del Consiglio di Sicurezza ONU. 2008-03-23T02:16:31.7670000+01:00 http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=136d5fb8fc3b4634b37d4dcd66543d33&docid=8ef9785cceea466d81f4b1921fc9e3af Sun, 23 Mar 2008 01:16:31 GMT f40a799d1fdd4ef18a99bba2fed1ee4c Interrogazione On. Marco Boato su gravissima situazione in Birmania Atto Camera Interrogazione a risposta immediata in Assemblea 3-01194 presentata da MARCO BOATO martedì 11 settembre 2007 nella seduta n.202 BOATO. - Al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che: nelle ultime due settimane, come riportato da tutti gli organi di stampa internazionali, sempre più numerose e diffuse sono le manifestazioni di protesta in Myanmar (ex Birmania), a favore dei diritti umani e contro la situazione economica del Paese, represse in modo brutale e illegale da bande armate cui l'esercito «delega il compito di porre sotto silenzio ogni forma di dissenso nei confronti del regime; fra gli appelli alla comunità internazionale anche in questi giorni assumono particolare rilievo le lettere dal Myanmar del premio Nobel per la pace, signora Aung San Suu Kyi, agli arresti domiciliari presso la propria abitazione, da oltre diciassette anni isolata dal mondo, nei confronti della quale, - scrive Federico Rampini su La Repubblica del 6 settembre 2007 - la sorveglianza della giunta militare è stata inasprita, impedendole qualsiasi possibilità di incontro; il caso del Myanmar è in primo piano sia presso gli organismi internazionali, in primo luogo l'Organizzazione delle nazioni unite, sia nel Parlamento italiano, in cui numerose sono le sollecitazioni al Governo affinché assuma ulteriori iniziative; nella puntata di domenica 8 luglio 2007 del programma televisivo «alle falde del Kilimangiaro trasmesso su Rai tre, la vicepresidente del partito lega nazionale per la democrazia, Daw San San, in esilio in Thailandia, durante un'intervista ha ribadito e confermato la drammatica situazione politica, sociale e lavorativa della popolazione birmana che per il 30 per cento, circa 15 milioni di persone, vive sotto la soglia di povertà ed è vittima di spaventosi abusi e di inaudite violenze da parte della giunta militare. A tale denuncia Daw San San ha aggiunto un serio invito a tutti i turisti affinché non si rechino in Myanmar, per evitare di fornire con i proventi del turismo un'ulteriore fonte di profitto economico e di rafforzamento politico del regime; nel gennaio del 1947, la Birmania ha conquistato l'indipendenza. Dal 1962, a seguito di un colpo di Stato del generale Ne Win, si è instaurato un regime di stampo socialista, guidato da un «consiglio rivoluzionario di generali dell'esercito. Nel 1988, un altro colpo di Stato delle forze armate ha dato vita ad un regime militare che ha come presidente e primo ministro il generale Saw Maung. Successivamente la Birmania assume la denominazione ufficiale di «Myanmar. Le elezioni politiche indette nel maggio 1990, che avrebbero dovuto legittimare il governo militare, hanno visto la vittoria schiacciante della lega nazionale per la democrazia, il partito di Aung San Suu Kyi, premio Nobel per la pace nel 1991 e figlia di Aung San, padre della Birmania indipendente. La giunta militare non ha riconosciuto il risultato elettorale, iniziando una feroce politica di repressione nei confronti degli oppositori politici (Amnesty international per il 2006 denuncia 1.185 prigionieri politici). Il partito della lega nazionale per la democrazia è stato messo fuori legge e Aung San Suu Kyi, dopo alcuni brevi periodi di libertà, ancora oggi si trova agli arresti domiciliari. In questi anni poco è cambiato e, nonostante l'embargo dell'Unione europea sul materiale bellico per il Myanmar deciso nel 1988 e confermato nel 2002 e nel 2006, il Consiglio di stato per la pace e lo sviluppo alla guida del Paese non ha compiuto passi significativi verso la democrazia; nel giugno del 2000, con l'ottantottesima sessione, la conferenza generale dell'organizzazione internazionale del lavoro ha approvato una risoluzione che invita i governi, gli imprenditori e i sindacati a rivedere i loro rapporti con il Myanmar e ad adottare tutte le misure necessarie per evitare che il Paese membro possa trarre profitto da questi rapporti per perpetuare o sviluppare il sistema del lavoro forzato. Negli anni successivi, l'organizzazione internazionale del lavoro ha riaffermato e sostenuto la stessa linea d'intervento e le stesse misure nei confronti del Governo birmano e anche di recente, nel marzo 2007 durante la duecentonovantottesima sessione del consiglio direttivo dell'organizzazione internazionale del lavoro, la questione dell'osservanza da parte del Myanmar della convenzione n. 29 del 1930 sul lavoro forzato è stato oggetto di discussione e di dibattito; nel maggio 2007, le organizzazioni Cisl, Legambiente, Wwf e Greenpeace hanno promosso la «campagna Birmania e lanciato un appello per la liberazione di Aung San Suu Kyi e per la difesa dei diritti umani, sindacali, della democrazia, dell'ambiente di questo Paese dove «centinaia di migliaia di uomini, donne e bambini sono tutt'ora costretti al lavoro forzato, da parte sia dei militari, sia delle autorità locali e sono spesso obbligati alle deportazioni forzate, mentre sono comuni la detenzione e le esecuzioni, torture, stupri, utilizzati come mezzo di potere. L'appello è rivolto, in particolare «alle imprese italiane che hanno rapporti commerciali con la Birmania e alle multinazionali impegnate nel settore forestale, petrolifero, del gas e minerario, nei progetti di costruzione di dighe ed infrastrutture, che comportano ingenti profitti per il regime, la violazione dei diritti umani, sindacali, ambientali affinché provvedano a «sospendere i loro rapporti con questo Paese, per non contribuire a rafforzare il potere della giunta, che continua ad utilizzare il lavoro forzato e la devastazione ambientale come fonte di potere; il 21 giugno 2007, il Parlamento europeo ha approvato una risoluzione sulla Birmania, la quattordicesima dal 2000 ad oggi, che «condanna la repressione incessante e la persecuzione continua perpetrata dallo State Peace and Development Council nei confronti del popolo birmano e «invita le industrie che investono in Birmania ad assicurare che i loro progetti siano realizzati nel rispetto dei diritti umani effettivi e, in caso di abuso di tali diritti, a sospendere l'attività nel Paese; esprime il proprio disappunto dinanzi al fatto che taluni Paesi abbiano ritenuto opportuno aumentare sostanzialmente gli investimenti in Birmania, nonostante la disastrosa situazione dei diritti umani nel Paese; il 19 luglio 2007, il presidente del comitato internazionale della Croce rossa, Jacob Kellenberger, ha denunciato, attraverso diverse agenzie di stampa, gravi violazioni dei diritti umani nell'ex Birmania e in particolare ha fatto riferimento al lavoro forzato a cui migliaia di detenuti sono costretti dalle forze armate birmane. Inoltre il Myanmar dalla fine del 2005 ha vietato al comitato internazionale della Croce rossa le visite indipendenti nelle carceri, limitando così l'apporto determinante delle organizzazioni umanitarie negli istituti di pena; Amnesty international, nel rapporto annuale 2007, riporta notizie allarmanti sul Myanmar e denuncia che per il 2006 «la situazione dei diritti umani si è deteriorata nel corso dell'anno, con l'intensificarsi della repressione messa in atto in tutto il Paese dalle autorità nei confronti sia dell'opposizione armata sia degli oppositori politici pacifici. Il Consiglio di sicurezza dell'Organizzazione delle nazioni unite ha inserito il Myanmar nella propria agenda. Violazioni diffuse e sistematiche delle norme internazionali sui diritti umani e del diritto internazionale umanitario, equiparabili a possibili crimini contro l'umanità, sono state perpetrate nel corso di operazioni militari nello stato del Kayin e nella divisione di Bago. Mentre le autorità continuavano a lavorare a una bozza per una nuova costituzione, attivisti venivano sottoposti a pressioni al fine di far loro abbandonare il proprio ruolo all'interno dei partiti politici. Decine di arresti di persone impegnate in attività politiche pacifiche sono continuati durante tutto l'anno così come quelli di persone impegnate in altre attività non violente nel contesto del loro esercizio delle libertà di espressione e di associazione. A fine anno, la maggior parte delle figure di primo piano dell'opposizione erano state imprigionate o detenute in via amministrativa, mentre più di altri 1.185 prigionieri politici continuavano a essere detenuti in condizioni carcerarie sempre peggiori. Sono state almeno due le persone condannate a morte. Nel rapporto di Amnesty international è, inoltre, dedicato un capitolo alla diffusa pratica del lavoro forzato che impone ai prigionieri «di fare da portantini per l'esercito, e gli stessi sarebbero stati sottoposti a torture e ad altre forme di maltrattamenti -: quale siano le valutazioni del Governo sui fatti sopra esposti e quali misure intenda adottare a livello comunitario ed internazionale per la difesa dei diritti umani e sindacali in Myanmar, a sostegno della piena applicazione della risoluzione dell'organizzazione internazionale del lavoro del giugno 2000 e delle successive risoluzioni del Parlamento europeo.(3-01194) Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata. (Misure di livello comunitario e internazionale per la difesa dei diritti umani e sindacali in Myanmar - n. 3-001194) PRESIDENTE. Il deputato Boato ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-001194, concernente misure di livello comunitario e internazionale per la difesa dei diritti umani e sindacali in Myanmar MARCO BOATO. Signor Presidente, signor Ministro, la situazione politica e sindacale dei diritti umani nell'ex Birmania, oggi denominata Myanmar, è sempre più grave e drammatica. Tutti conoscono la vera e propria persecuzione contro Aung San Suu Kyi, premio Nobel per la pace, da diciassette anni agli arresti domiciliari. Sempre più pesante è, in generale, la feroce repressione contro i dissidenti e gli oppositori politici. I diritti politici e civili sono ogni giorno calpestati, le risoluzioni dell'ONU e del Parlamento europeo vengono ignorate e nell'ex Birmania si pratica sistematicamente il lavoro forzato. Pochi giorni fa sei giovani sindacalisti sono stati condannati a scontare dai venti ai ventotto anni di carcere per un seminario sui diritti del lavoratore. È quindi necessario che tutta la comunità internazionale, e il Governo italiano in particolare, intervengano in ogni modo in tutte le sedi per garantire il rispetto dei diritti umani, dei diritti dei lavoratori e per il ripristino della democrazia nell'ex Birmania. PRESIDENTE. Il Ministro per rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali, Vannino Chiti, ha facoltà di rispondere. VANNINO CHITI, Ministro per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali. Onorevole Boato, il Governo condivide il suo richiamo all'attenzione e alla preoccupazione. L'Italia sta seguendo con grande attenzione ed apprensione gli sviluppi della vicenda, anche alla luce dei disordine delle ultime settimane e degli arresti di numerosi esponenti dell'opposizione, da lei ricordati. La Presidenza dell'Unione europea ha diramato, a nome nostro e di tutti i partners europei, un comunicato di condanna che sollecita il rilascio degli attivisti e l'avvio di un dialogo con tutte le componenti della società civile. Abbiamo anche effettuato, come Governo italiano, proprio in questi giorni, un passo presso l'ambasciata del Myanmar a Roma per esprimere questa preoccupazione e il disappunto per il fallimento della Convenzione nazionale che era stata convocata in agosto. Le attese della comunità internazionale sulla questione birmana sono, in questa fase, legate al mandato del consigliere speciale del Segretario generale delle Nazioni Unite Ibrahim Gambari. L'Italia sostiene il mandato di Gambari, di cui condivide l'approccio complessivo che abbraccia tutti gli aspetti della problematica, inclusi i temi dell'aiuto umanitario, dei bambini, dei conflitti armati, della lotta alla droga, dell'educazione, del lavoro forzato e della sanità. La missione di Gambari, del resto, si ispira agli stessi presupposti dell'iniziativa italiana Friends of the Bangkok Process improntata al dialogo critico con la Birmania. Riteniamo, infatti, che formule come «dialogo critico possano costituire lo strumento più efficace per tentare di sollecitare la promozione di sviluppi democratici in Myanmar. L'Italia, inoltre, si è costantemente adoperata nell'ambito dell'Unione europea e nelle altre sedi internazionali per la liberazione della signora Aung San Suu Kyi alla vigilia del rinnovo degli arresti domiciliari del marzo scorso e, all'indomani della proroga, l'Unione europea ha espresso la sua condanna invitando il Governo birmano a rilasciare la leader della Lega nazionale per la democrazia e gli altri prigionieri politici. Nell'ambito delle Nazioni Unite, lo scorso anno, l'Italia ha attivamente concorso alla presentazione da parte dell'Unione europea di una risoluzione su Myanmar, nella quale era stato ottenuto l'inserimento di un esplicito richiamo al lavoro forzato. Come lei credo sappia, purtroppo, il veto di Russia e Cina nel Consiglio di sicurezza impedirono a questa mozione l'effettiva attuazione. Nel dialogo, infine, con le agenzie internazionali registriamo il confortante esito delle missioni compiute nei mesi scorsi daPag. 65alti funzionari ONU competenti in materia di bambini soldato e aiuto umanitario, nonché gli sviluppi relativi alla cooperazione con l'Organizzazione internazionale del lavoro e, in particolare, la firma, il 27 febbraio scorso, del protocollo di intesa istitutivo di un meccanismo di denuncia che auspichiamo possa costituire un valido strumento nella lotta al lavoro forzato. Siamo d'accordo con lei perché l'Italia e l'Unione europea vogliono aumentare gli sforzi per lenire le sofferenze del popolo birmano e, quindi, è unanime l'obiettivo di intensificare l'aiuto rivolto alla popolazione. Le assicuro che il Governo continuerà ad impegnarsi per la ricerca di soluzioni che inneschino una dinamica positiva nella questione birmana e favoriscano l'avvio di un autentico processo democratico. PRESIDENTE. Il deputato Boato ha facoltà di replicare. MARCO BOATO. Signor Presidente, noi del gruppo dei Verdi ringraziamo il Ministro Chiti, che rappresenta in questa sede il Ministero degli esteri, per le valutazioni che ci ha prospettato e per la ricognizione che ha potuto svolgere anche più estesamente riguardo a tutti i drammatici problemi di carattere politico e istituzionale relativi ai lavoratori, al lavoro forzato, alla situazione dei bambini, agli oppositori politici, ai sindacalisti che io stesso sinteticamente avevo ricordato. Mi permetta solo, signor Ministro, di farle osservare che, a mio parere, l'espressione «dialogo critico da lei usata - forse per comprensibili ragioni diplomatiche - è tuttavia, da un punto di vista politico, inadeguata. Devo tuttavia riconoscere che i contenuti di quanto lei ha dichiarato sono sicuramente molto forti e condivisibili; del resto, essi riprendono, giustamente, temi già posti da varie organizzazioni: già dal 2000, con una serie di risoluzioni, l'Organizzazione internazionale del lavoro ha posto con assoluta forza tali questioni, poste anche dal Parlamento europeo con le quattordici risoluzioni che si sono succedute in questi anni (l'ultima del 21 giugno 2007); ma mi riferisco anche alle denunce gravissime che il Comitato internazionale della Croce rossa, attraverso il suo Presidente Jacob Kellenberger, ha presentato ancora recentemente, il 19 luglio 2007, nonché alle denunce che sono contenute, da ultimo, nel rapporto internazionale per il 2007 dell'organizzazione Amnesty International che ha denunciato l'intensificarsi della repressione messa in atto in Myanmar, ex Birmania. Credo, inoltre, che vadano anche ricordate le iniziative non solo politiche e governative, ma anche della società civile assunte in Italia; iniziative che, dal maggio 2007, stanno portando avanti CISL, Legambiente, WWF e Greenpeace lanciando una vera e propria campagna per la Birmania; da ultimo, è intervenuta al riguardo anche la trasmissione Alle falde del Kilimangiaro su Raitre. PRESIDENTE. Deputato Boato, concluda. MARCO BOATO. Concludo, Presidente. Ho voluto citare anche queste iniziative politiche, sociali e culturali perché l'impegno politico e umano deve essere assunto a tutti i livelli, al fine di ripristinare la democrazia in Myanmar (Applausi dei deputati dei gruppi Verdi e La Rosa nel Pugno). Atto Camera Interrogazione a risposta immediata in Assemblea 3-01194 presentata da MARCO BOATO martedì 11 settembre 2007 nella seduta n.202 BOATO. - Al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che: nelle ultime due settimane, come riportato da tutti gli organi di stampa internazionali, sempre più numerose e diffuse sono le manifestazioni di protesta in Myanmar (ex Birmania), a favore dei diritti umani e contro la situazione economica del Paese, represse in modo brutale e illegale da bande armate cui l'esercito «delega il compito di porre sotto silenzio ogni forma di dissenso nei confronti del regime; fra gli appelli alla comunità internazionale anche in questi giorni assumono particolare rilievo le lettere dal Myanmar del premio Nobel per la pace, signora Aung San Suu Kyi, agli arresti domiciliari presso la propria abitazione, da oltre diciassette anni isolata dal mondo, nei confronti della quale, - scrive Federico Rampini su La Repubblica del 6 settembre 2007 - la sorveglianza della giunta militare è stata inasprita, impedendole qualsiasi possibilità di incontro; il caso del Myanmar è in primo piano sia presso gli organismi internazionali, in primo luogo l'Organizzazione delle nazioni unite, sia nel Parlamento italiano, in cui numerose sono le sollecitazioni al Governo affinché assuma ulteriori iniziative; nella puntata di domenica 8 luglio 2007 del programma televisivo «alle falde del Kilimangiaro trasmesso su Rai tre, la vicepresidente del partito lega nazionale per la democrazia, Daw San San, in esilio in Thailandia, durante un'intervista ha ribadito e confermato la drammatica situazione politica, sociale e lavorativa della popolazione birmana che per il 30 per cento, circa 15 milioni di persone, vive sotto la soglia di povertà ed è vittima di spaventosi abusi e di inaudite violenze da parte della giunta militare. A tale denuncia Daw San San ha aggiunto un serio invito a tutti i turisti affinché non si rechino in Myanmar, per evitare di fornire con i proventi del turismo un'ulteriore fonte di profitto economico e di rafforzamento politico del regime; nel gennaio del 1947, la Birmania ha conquistato l'indipendenza. Dal 1962, a seguito di un colpo di Stato del generale Ne Win, si è instaurato un regime di stampo socialista, guidato da un «consiglio rivoluzionario di generali dell'esercito. Nel 1988, un altro colpo di Stato delle forze armate ha dato vita ad un regime militare che ha come presidente e primo ministro il generale Saw Maung. Successivamente la Birmania assume la denominazione ufficiale di «Myanmar. Le elezioni politiche indette nel maggio 1990, che avrebbero dovuto legittimare il governo militare, hanno visto la vittoria schiacciante della lega nazionale per la democrazia, il partito di Aung San Suu Kyi, premio Nobel per la pace nel 1991 e figlia di Aung San, padre della Birmania indipendente. La giunta militare non ha riconosciuto il risultato elettorale, iniziando una feroce politica di repressione nei confronti degli oppositori politici (Amnesty international per il 2006 denuncia 1.185 prigionieri politici). Il partito della lega nazionale per la democrazia è stato messo fuori legge e Aung San Suu Kyi, dopo alcuni brevi periodi di libertà, ancora oggi si trova agli arresti domiciliari. In questi anni poco è cambiato e, nonostante l'embargo dell'Unione europea sul materiale bellico per il Myanmar deciso nel 1988 e confermato nel 2002 e nel 2006, il Consiglio di stato per la pace e lo sviluppo alla guida del Paese non ha compiuto passi significativi verso la democrazia; nel giugno del 2000, con l'ottantottesima sessione, la conferenza generale dell'organizzazione internazionale del lavoro ha approvato una risoluzione che invita i governi, gli imprenditori e i sindacati a rivedere i loro rapporti con il Myanmar e ad adottare tutte le misure necessarie per evitare che il Paese membro possa trarre profitto da questi rapporti per perpetuare o sviluppare il sistema del lavoro forzato. Negli anni successivi, l'organizzazione internazionale del lavoro ha riaffermato e sostenuto la stessa linea d'intervento e le stesse misure nei confronti del Governo birmano e anche di recente, nel marzo 2007 durante la duecentonovantottesima sessione del consiglio direttivo dell'organizzazione internazionale del lavoro, la questione dell'osservanza da parte del Myanmar della convenzione n. 29 del 1930 sul lavoro forzato è stato oggetto di discussione e di dibattito; nel maggio 2007, le organizzazioni Cisl, Legambiente, Wwf e Greenpeace hanno promosso la «campagna Birmania e lanciato un appello per la liberazione di Aung San Suu Kyi e per la difesa dei diritti umani, sindacali, della democrazia, dell'ambiente di questo Paese dove «centinaia di migliaia di uomini, donne e bambini sono tutt'ora costretti al lavoro forzato, da parte sia dei militari, sia delle autorità locali e sono spesso obbligati alle deportazioni forzate, mentre sono comuni la detenzione e le esecuzioni, torture, stupri, utilizzati come mezzo di potere. L'appello è rivolto, in particolare «alle imprese italiane che hanno rapporti commerciali con la Birmania e alle multinazionali impegnate nel settore forestale, petrolifero, del gas e minerario, nei progetti di costruzione di dighe ed infrastrutture, che comportano ingenti profitti per il regime, la violazione dei diritti umani, sindacali, ambientali affinché provvedano a «sospendere i loro rapporti con questo Paese, per non contribuire a rafforzare il potere della giunta, che continua ad utilizzare il lavoro forzato e la devastazione ambientale come fonte di potere; il 21 giugno 2007, il Parlamento europeo ha approvato una risoluzione sulla Birmania, la quattordicesima dal 2000 ad oggi, che «condanna la repressione incessante e la persecuzione continua perpetrata dallo State Peace and Development Council nei confronti del popolo birmano e «invita le industrie che investono in Birmania ad assicurare che i loro progetti siano realizzati nel rispetto dei diritti umani effettivi e, in caso di abuso di tali diritti, a sospendere l'attività nel Paese; esprime il proprio disappunto dinanzi al fatto che taluni Paesi abbiano ritenuto opportuno aumentare sostanzialmente gli investimenti in Birmania, nonostante la disastrosa situazione dei diritti umani nel Paese; il 19 luglio 2007, il presidente del comitato internazionale della Croce rossa, Jacob Kellenberger, ha denunciato, attraverso diverse agenzie di stampa, gravi violazioni dei diritti umani nell'ex Birmania e in particolare ha fatto riferimento al lavoro forzato a cui migliaia di detenuti sono costretti dalle forze armate birmane. Inoltre il Myanmar dalla fine del 2005 ha vietato al comitato internazionale della Croce rossa le visite indipendenti nelle carceri, limitando così l'apporto determinante delle organizzazioni umanitarie negli istituti di pena; Amnesty international, nel rapporto annuale 2007, riporta notizie allarmanti sul Myanmar e denuncia che per il 2006 «la situazione dei diritti umani si è deteriorata nel corso dell'anno, con l'intensificarsi della repressione messa in atto in tutto il Paese dalle autorità nei confronti sia dell'opposizione armata sia degli oppositori politici pacifici. Il Consiglio di sicurezza dell'Organizzazione delle nazioni unite ha inserito il Myanmar nella propria agenda. Violazioni diffuse e sistematiche delle norme internazionali sui diritti umani e del diritto internazionale umanitario, equiparabili a possibili crimini contro l'umanità, sono state perpetrate nel corso di operazioni militari nello stato del Kayin e nella divisione di Bago. Mentre le autorità continuavano a lavorare a una bozza per una nuova costituzione, attivisti venivano sottoposti a pressioni al fine di far loro abbandonare il proprio ruolo all'interno dei partiti politici. Decine di arresti di persone impegnate in attività politiche pacifiche sono continuati durante tutto l'anno così come quelli di persone impegnate in altre attività non violente nel contesto del loro esercizio delle libertà di espressione e di associazione. A fine anno, la maggior parte delle figure di primo piano dell'opposizione erano state imprigionate o detenute in via amministrativa, mentre più di altri 1.185 prigionieri politici continuavano a essere detenuti in condizioni carcerarie sempre peggiori. Sono state almeno due le persone condannate a morte. Nel rapporto di Amnesty international è, inoltre, dedicato un capitolo alla diffusa pratica del lavoro forzato che impone ai prigionieri «di fare da portantini per l'esercito, e gli stessi sarebbero stati sottoposti a torture e ad altre forme di maltrattamenti -: quale siano le valutazioni del Governo sui fatti sopra esposti e quali misure intenda adottare a livello comunitario ed internazionale per la difesa dei diritti umani e sindacali in Myanmar, a sostegno della piena applicazione della risoluzione dell'organizzazione internazionale del lavoro del giugno 2000 e delle successive risoluzioni del Parlamento europeo.(3-01194) Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata. (Misure di livello comunitario e internazionale per la difesa dei diritti umani e sindacali in Myanmar - n. 3-001194) PRESIDENTE. Il deputato Boato ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-001194, concernente misure di livello comunitario e internazionale per la difesa dei diritti umani e sindacali in Myanmar MARCO BOATO. Signor Presidente, signor Ministro, la situazione politica e sindacale dei diritti umani nell'ex Birmania, oggi denominata Myanmar, è sempre più grave e drammatica. Tutti conoscono la vera e propria persecuzione contro Aung San Suu Kyi, premio Nobel per la pace, da diciassette anni agli arresti domiciliari. Sempre più pesante è, in generale, la feroce repressione contro i dissidenti e gli oppositori politici. I diritti politici e civili sono ogni giorno calpestati, le risoluzioni dell'ONU e del Parlamento europeo vengono ignorate e nell'ex Birmania si pratica sistematicamente il lavoro forzato. Pochi giorni fa sei giovani sindacalisti sono stati condannati a scontare dai venti ai ventotto anni di carcere per un seminario sui diritti del lavoratore. È quindi necessario che tutta la comunità internazionale, e il Governo italiano in particolare, intervengano in ogni modo in tutte le sedi per garantire il rispetto dei diritti umani, dei diritti dei lavoratori e per il ripristino della democrazia nell'ex Birmania. PRESIDENTE. Il Ministro per rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali, Vannino Chiti, ha facoltà di rispondere. VANNINO CHITI, Ministro per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali. Onorevole Boato, il Governo condivide il suo richiamo all'attenzione e alla preoccupazione. L'Italia sta seguendo con grande attenzione ed apprensione gli sviluppi della vicenda, anche alla luce dei disordine delle ultime settimane e degli arresti di numerosi esponenti dell'opposizione, da lei ricordati. La Presidenza dell'Unione europea ha diramato, a nome nostro e di tutti i partners europei, un comunicato di condanna che sollecita il rilascio degli attivisti e l'avvio di un dialogo con tutte le componenti della società civile. Abbiamo anche effettuato, come Governo italiano, proprio in questi giorni, un passo presso l'ambasciata del Myanmar a Roma per esprimere questa preoccupazione e il disappunto per il fallimento della Convenzione nazionale che era stata convocata in agosto. Le attese della comunità internazionale sulla questione birmana sono, in questa fase, legate al mandato del consigliere speciale del Segretario generale delle Nazioni Unite Ibrahim Gambari. L'Italia sostiene il mandato di Gambari, di cui condivide l'approccio complessivo che abbraccia tutti gli aspetti della problematica, inclusi i temi dell'aiuto umanitario, dei bambini, dei conflitti armati, della lotta alla droga, dell'educazione, del lavoro forzato e della sanità. La missione di Gambari, del resto, si ispira agli stessi presupposti dell'iniziativa italiana Friends of the Bangkok Process improntata al dialogo critico con la Birmania. Riteniamo, infatti, che formule come «dialogo critico possano costituire lo strumento più efficace per tentare di sollecitare la promozione di sviluppi democratici in Myanmar. L'Italia, inoltre, si è costantemente adoperata nell'ambito dell'Unione europea e nelle altre sedi internazionali per la liberazione della signora Aung San Suu Kyi alla vigilia del rinnovo degli arresti domiciliari del marzo scorso e, all'indomani della proroga, l'Unione europea ha espresso la sua condanna invitando il Governo birmano a rilasciare la leader della Lega nazionale per la democrazia e gli altri prigionieri politici. Nell'ambito delle Nazioni Unite, lo scorso anno, l'Italia ha attivamente concorso alla presentazione da parte dell'Unione europea di una risoluzione su Myanmar, nella quale era stato ottenuto l'inserimento di un esplicito richiamo al lavoro forzato. Come lei credo sappia, purtroppo, il veto di Russia e Cina nel Consiglio di sicurezza impedirono a questa mozione l'effettiva attuazione. Nel dialogo, infine, con le agenzie internazionali registriamo il confortante esito delle missioni compiute nei mesi scorsi daPag. 65alti funzionari ONU competenti in materia di bambini soldato e aiuto umanitario, nonché gli sviluppi relativi alla cooperazione con l'Organizzazione internazionale del lavoro e, in particolare, la firma, il 27 febbraio scorso, del protocollo di intesa istitutivo di un meccanismo di denuncia che auspichiamo possa costituire un valido strumento nella lotta al lavoro forzato. Siamo d'accordo con lei perché l'Italia e l'Unione europea vogliono aumentare gli sforzi per lenire le sofferenze del popolo birmano e, quindi, è unanime l'obiettivo di intensificare l'aiuto rivolto alla popolazione. Le assicuro che il Governo continuerà ad impegnarsi per la ricerca di soluzioni che inneschino una dinamica positiva nella questione birmana e favoriscano l'avvio di un autentico processo democratico. PRESIDENTE. Il deputato Boato ha facoltà di replicare. MARCO BOATO. Signor Presidente, noi del gruppo dei Verdi ringraziamo il Ministro Chiti, che rappresenta in questa sede il Ministero degli esteri, per le valutazioni che ci ha prospettato e per la ricognizione che ha potuto svolgere anche più estesamente riguardo a tutti i drammatici problemi di carattere politico e istituzionale relativi ai lavoratori, al lavoro forzato, alla situazione dei bambini, agli oppositori politici, ai sindacalisti che io stesso sinteticamente avevo ricordato. Mi permetta solo, signor Ministro, di farle osservare che, a mio parere, l'espressione «dialogo critico da lei usata - forse per comprensibili ragioni diplomatiche - è tuttavia, da un punto di vista politico, inadeguata. Devo tuttavia riconoscere che i contenuti di quanto lei ha dichiarato sono sicuramente molto forti e condivisibili; del resto, essi riprendono, giustamente, temi già posti da varie organizzazioni: già dal 2000, con una serie di risoluzioni, l'Organizzazione internazionale del lavoro ha posto con assoluta forza tali questioni, poste anche dal Parlamento europeo con le quattordici risoluzioni che si sono succedute in questi anni (l'ultima del 21 giugno 2007); ma mi riferisco anche alle denunce gravissime che il Comitato internazionale della Croce rossa, attraverso il suo Presidente Jacob Kellenberger, ha presentato ancora recentemente, il 19 luglio 2007, nonché alle denunce che sono contenute, da ultimo, nel rapporto internazionale per il 2007 dell'organizzazione Amnesty International che ha denunciato l'intensificarsi della repressione messa in atto in Myanmar, ex Birmania. Credo, inoltre, che vadano anche ricordate le iniziative non solo politiche e governative, ma anche della società civile assunte in Italia; iniziative che, dal maggio 2007, stanno portando avanti CISL, Legambiente, WWF e Greenpeace lanciando una vera e propria campagna per la Birmania; da ultimo, è intervenuta al riguardo anche la trasmissione Alle falde del Kilimangiaro su Raitre. PRESIDENTE. Deputato Boato, concluda. MARCO BOATO. Concludo, Presidente. Ho voluto citare anche queste iniziative politiche, sociali e culturali perché l'impegno politico e umano deve essere assunto a tutti i livelli, al fine di ripristinare la democrazia in Myanmar (Applausi dei deputati dei gruppi Verdi e La Rosa nel Pugno). 2008-03-23T02:12:33.1870000+01:00 http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=136d5fb8fc3b4634b37d4dcd66543d33&docid=f40a799d1fdd4ef18a99bba2fed1ee4c Sun, 23 Mar 2008 01:12:33 GMT c443e68208554013bd85787cf55f4524 ARRESTI A RANGOON E MANDALAY , L'ESERCITO SI SCHIERA NELLE PIAZZE Rangoon; mattina presto— le autorità birmane hanno arrestato molte persone chiave che hanno sostenuto le manifestazioni pacifiche e fatto offerte ai monaci. Alle due della mattina di Rangoon, le autorità hanno arrestato Amyotheryei Win Naing, uno dei leader del National Politicians group di Rangoon. E un noto attore Zarganar. Anche il famoso attore Kyaw Thu è dovuto nascondersi quando le autorità hanno cominciato a cercarlo. Il governo militare ha ordinato il coprifuoco a cominciare da questa notte e molti soldati si sono scierati nelle strade di Rangoon compreso vicino alla Sule Pagoda.. Mandalay; mattina presto le autorità birmane hanno arrestato almeno quattro persone la scorsa notte second un abitante vicino all’NLD. Tre membri dell’NLD e altri come il famoso commmediografo Pa Pa Lay. I membri dell’NLD sono Tin Aung, parlamentare eletto (1990) funzionario della Northwest Township e della Mandalay Division; Khin Maung Thaung, parlamentare eletto (1990) per la Sowthwest Township; e Myo Naing, membro della Mandalay Division. I quatro sono stati arrestati dopo aver guidato un gruppo di 17 membri dell’NLD che hanno portato offerte ai monaci. Le autorità hanno perquisito la stanza di Kyaw Zwa Oo, ungiovane membro della NLD di mandalay e confiscato dei documenti. , I soldati si sono schierati in varie parti della città e le autorità hanno messo il coprifuoco. 2008-03-23T01:52:30.3430000+01:00 http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=136d5fb8fc3b4634b37d4dcd66543d33&docid=c443e68208554013bd85787cf55f4524 Sun, 23 Mar 2008 00:52:30 GMT c90d43b0276341e9b52d951473387720 Birmania, cremate le vittime delle stragi» Secondo le testimonianze, il fumo si è levato per giorni dalle ciminiere di Rangoon «Birmania, cremate le vittime delle stragi I dissidenti denunciano: «Almeno duecento cadaveri bruciati in segreto BANGKOK (THAILANDIA) — La speranza della pacifica rivoluzione zafferano si è perduta, prima, nella violenza e nella crudeltà della repressione. E, ora, nell'orrore inimmaginabile dell'ultima rivelazione uscita dalla Birmania grazie al coraggio dei dissidenti. I militari starebbero utilizzando il crematorio pubblico che si trova a nordest di Rangoon per far sparire i corpi delle vittime della repressione, così da impedire ogni futura «conta del male. «Ho visto personalmente bruciare 71 cadaveri , ha rivelato un testimone oculare alle fonti del Corriere. La notizia è stata confermata, dall'ex capitale birmana, anche da un giornalista del Sunday Times, anonimo per evidenti ragioni di sicurezza, dato che la giunta militare è pronta ad arrestare qualunque reporter che sia entrato nel Paese con l'unico stratagemma possibile: un visto turistico. La descrizione di quanto avvenuto è raggelante ma non consente di stimare un bilancio, neppure approssimativo, di quante siano effettivamente le vittime della repressione. La giunta è ferma a dieci uccisi «ufficiali. Mentre per l'opposizione democratica i morti sarebbero «almeno duecento . Secondo il settimanale britannico, fonti differenti hanno riferito a diplomatici e volontari di organizzazioni internazionali come, sin dalla notte del 28 settembre, ovvero a 24 ore dall'inizio delle violenze nei monasteri e della sparatorie nelle città, camion militari coperti da teloni verdi siano stati osservati mentre si dirigevano nell'area del crematorio pubblico. Le strade che portavano verso l'edificio erano guardate a vista da soldati in assetto di guerra, pronti a minacciare di morte chiunque si fosse solamente affacciato alle finestre di casa. «Non c'è stato alcun tentativo di identificare i corpi — ha spiegato al reporter del Sunday Times un diplomatico occidentale —. Nessuno si è preoccupato di restituire i resti alle famiglie o semplicemente garantire un minimo rito funebre secondo la tradizione buddista. Sandar Win, una dissidente esule a Mae Sot, lungo la frontiera birmano-thailandese, pochi giorni fa aveva confermato al Corriere: «Mio marito era rimasto in Birmania, era uno dei leader della rivolta. È stato prelevato dalla polizia politica per essere "interrogato". Pochi giorni più tardi i miei figli mi hanno telefonato per informarmi della sua morte, "accidentale" secondo le autorità. Abbiamo chiesto il corpo indietro: non abbiamo nemmeno avuto una risposta. La pratica di bruciare i cadaveri per impedire un bilancio ufficiale della repressione non è nuova, in Asia. Anche l'esercito cinese fece sparire nello stesso modo i resti di molti degli uccisi a piazza Tienanmen, nel giugno 1989. Allora i camini del crematorio di Babaoshan, il «cimitero degli eroi a Pechino, emisero un lugubre fumo grigio per giorni: adesso lo stesso agghiacciante spettacolo è visibile nell'ex capitale birmana. A Rangoon, oltre a queste notizie, autentiche secondo la locale comunità diplomatica perché confermate da fonti diverse, si sono diffuse voci — anche queste credibili, purtroppo — che negli ospedali si registrano ancora decessi nonostante la calma apparente nelle strade ormai perduri da giorni. La ragione? «Ai medici — ha fatto sapere un volontario straniero — non è stato consentito di curare i feriti: ordini precisi dei militari. Senza alcun tipo di trattamento, è inevitabile che molti tra coloro che hanno subito ferite possano essere morti nel giro di pochi giorni. C'è da aggiungere che continuano gli arresti di civili e monaci, con continui raid nei monasteri. Le autorità affermano che sarebbero state sequestrate «armi e munizioni. E i media di regime ammoniscono: «I monaci devono aderire alle leggi di Dio e del governo, se violano tali leggi commettono reati. Paolo Salom 2008-03-23T01:37:44.5000000+01:00 http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=136d5fb8fc3b4634b37d4dcd66543d33&docid=c90d43b0276341e9b52d951473387720 Sun, 23 Mar 2008 00:37:44 GMT b2b7b567c7d94bf58733f64b72068a79 Muore il Primo ministro birmano Il Primo Ministro birmano Gen Soe Win, che è stato accusato di aver prodotto l'attacco di Depayin del 2003 contro la leader birmana Aung San Suu Kyi, e contro masse di persone in attesa del suo arrivo, causando la morte di un centinaio di persone e il riarresto della leader birmana è morto venerdì all'età di 59 anni dopo una lunga malattia. Soe Win Il numero 4 della giunta sembra sia morto di leucemia. era rientrato il 30 settembre da Singapore dove aveva ricevuto cure mediche. Soe Win's death on Friday came as the junta continued its crackdown on democracy advocates, following more than a month of street protests in the tightly controlled country. La sua morte non causerà nessun cambiamento profondo nella giunta il generale Thain Sein, che dal maggio scorso è il primo ministro ad interim dovrebbe succedere a Soe Win ed è noto come un seguace del generale -Gen Than Shwe, capo della giunta. Soe Win era soprannominato il macellaio di Depayin per il suo attacco alla Suu Kyi e ai suoi seguaci nella città del nord di Depayin. 2008-03-23T01:34:22.5000000+01:00 http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=136d5fb8fc3b4634b37d4dcd66543d33&docid=b2b7b567c7d94bf58733f64b72068a79 Sun, 23 Mar 2008 00:34:22 GMT 04f1cba30be14cb28a7e9826c6bfe28e Il generale Soe Win nominato primo ministro Il generale Thein Sein è stato ufficialmente nominato primo ministro della bBirmania dopo che la orte del precedente primo ministro. Lt-Gen Sein, che al 5° posto nella giunta militare ha già assunto l'incarico come primo ministro ad interim dal mese di maggio scorso, a seguito della malattia del generale Soe Win primo ministro decedto il 12 ottobre scorso . Soe Win era un militare della linea dura noto per aver orchestrato l'attacco alla leader birmana Aung San Suu Kyi nel 2003 a Depayin. 2008-03-23T01:27:29.1700000+01:00 http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=136d5fb8fc3b4634b37d4dcd66543d33&docid=04f1cba30be14cb28a7e9826c6bfe28e Sun, 23 Mar 2008 00:27:29 GMT 434375dfbc68482482f3db1d7608c4ec Manifestazione di donne a Rangoon in occasione della giornata mondiale contro la violenza sulle donne Un gruppo di più di 25 donne attiviste hanno sfilato al centro di Rangoon domenica nella prima iniziativa pubblica contro il regime militare dopo la repressione di settembre. La dimostrazione ha coinciso con le commemorazioni della giornata internazionale per la eliminazione della violenza contro le donne. Il gruppo che era composto da casalinghe e studentesse che hanno sfilato dalla pagoda di Sule alla Pagoda di Botataung, dove hanno pregato per i monaci e gli altri dimostranti uccisi nelle manifestazioni di settembre e per il rilascio dei detenuti. Le donne sono state seguite da membri della USDA, l’associazione del governo e dalla associazione paramilitare Swan Ah Shin , che però non hanno attaccato il corteo. Radio Free Asia ha riportato la dichiarazione di una delle manifestanti: “ non abbiamo paura di esser arrestate siamo pronte al sacrificio delle nostre vite per il popolo e il nostro paese”. I gruppi di attiviste in esilio hanno dichiarato che 106 donne, comprese sei monache sono tenute in carcere a Rangoon dopo essere state arrestate in collegamento alle dimostrazioni di settembre. I gruppi chiedono per il loro rilascio insieme alla leader della opposizione Aung San Suu Kyi. La lega delle Donne per la Birmania ha rilasciato una dichiarazione venerdì accusando il regime di condurre una campagna di denigrazione contro le donne attiviste costringendole ad ammettere di fronte alle telecamere che hanno avuto rapporti sessuali con i monaci. The Thailand-based Women’s League for Burma released a statement on Friday accusing the regime of conducting a smear campaign against women activists, forcing some to admit on camera that they had had sexual relations with monks. Anche se le misure di sicurezza sono state rafforzate intorno a Rangoon, piccole iniziative della opposizione hanno ancora luogo. Volantini contro il regime vengono distribuiti e slogan vengono dipinti sui muri. 2008-03-23T01:19:29.0300000+01:00 http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=136d5fb8fc3b4634b37d4dcd66543d33&docid=434375dfbc68482482f3db1d7608c4ec Sun, 23 Mar 2008 00:19:29 GMT 2a70fd5cf93944e59d44e7fc8190f6d3 La Rivoluzione Zafferano non è finita A seguito di una missione congiunta tra la Federazione internazionale per i Diritti Umani FIDH e l'Ituc, la Confederazione Internazionale dei Sindacati, è stato messo a punt un documento che fa il punto sulla attuale situazione in birmania, il fallimento della posizione attendista e le proposte e raccomandazioni per una agenda internazionale. il documento è scaricabile dal sito alla voce "diritti umani". 2008-03-23T01:07:57.8130000+01:00 http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=136d5fb8fc3b4634b37d4dcd66543d33&docid=2a70fd5cf93944e59d44e7fc8190f6d3 Sun, 23 Mar 2008 00:07:57 GMT 019d5537cd524400973f8f14556d7806 Lavoro forzato nelle zone rurali in Birmania. Dicembre mese cruciale che vede l'intensificazione dello sfruttamento da parte dei militari. LAVORO FORZATO NELLE ZONE RURALI IN BIRMANIA. DICEMBRE MESE CRUCIALE CHE VEDE L'INTENSIFICAZIONE DELLO SFRUTTAMENTO DA PARTE DEI MILITARI. Dicembre è UN mese importante per la comunita’ cristiana DI TUTTO IL MONDO. ma per i contadini dello stato Kareno, che rappresentano una fortissima comunità cristiana, questo mese presenta una prospettiva molto diversa e dura. Significa un aumento della imposizione del lavoro forzato da parte dell’esercito birmano. In un rapporto rilasciato due giorni fa il Karen Human Rights Group (KHRG) dichiara che il ritorno della stagione secca significa un fortissimo aumento della requisizione del lavoro forzato da parte della giunta ed anche il cosidetto ritorno a quella normalità e allo status quo, che ha preceduto la repressione delle manifestazioni, di cui parla la giunta. "la continuazione del lavoro forzato nelle zone agricoli serve come una dichiarazione chiara alla comunità internazionale del modo con cui la giunta considera la condizione di normalità nel paese. " tipici esempi di lavoro forzato nello stato kareno comprendono la riparazione delle strade, la ristrutturazione di edifici militari, il trasporto di vettovaglie e equipaggiamento militare. " quando le strade si asciugano sufficientemente gli ufficiali locali dell’esercito costringono gli abitanti dei villaggi al lavoro forzato e a ricominciare a sostenere il programma regionale di militarizazione. Si chiede il taglio dei bamboo, la pulizia delle strade e la riparazione dei campi militari la pulizia e il taglio delle foreste cresciute durante la stagione delle piogge e l’invio delle scorte. Per tutti questi lavori l’esercito impone il lavoro forzato agli abitanti. A detto il KHRG. Novembre segna la fine della stagione delle piogge a seguito della quale i militari impongono il lavoro forzato in misura maggiore . Il KHRG riconrda alla comunità internazionale che mentre l’attenzione dei media è puntata su rangoon, la Birmania rurale continua a soffrire sotto le grinfie della giunta. I Kareni sono il 7% della popolazione birmana e tre quarti di tutti i birmani vivono nelle comuntà rurali. 2008-03-23T01:06:43.4530000+01:00 http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=136d5fb8fc3b4634b37d4dcd66543d33&docid=019d5537cd524400973f8f14556d7806 Sun, 23 Mar 2008 00:06:43 GMT 310f185e9fd1422e9ab538fdbdacd53f L'associazione della giunta si prepara a organizzare il referendum L’USDA (Union Solidarity and Development Association) associazione creata dalla giunta a cui sono iscritti forzosamente milioni di cittadini organizzerà il referendum e le elezioni generali nel 2010, compresa la selezione di alcuni candidati attraverso il paese ha dichiarato una fonte interna all’organizzazione. Fonti vicine alla USDA hanno dichiarato lunedì all’Irrawaddy che i membri dell’USDA a livello di township e distretto formeranno delle commissioni locali per supervisionare il voto del referendum e il processo elettorale. L’USDA recluterà personalità rispettabili a livello locale per servire come commissioni referendarie ed elettorali e giocherà un ruolo nella selezione dei candidati sostenuti dallo stato nelle elezioni. “Alcune persone saranno selezionate come commissari,” ha dichiarato un membro dell’ USDA. “ alcuni verranno selezionati come candidate nelle elezioni 2010.” “la associazione sta cercando persone istruite, rispettate, benestanti come candidate alle elezioni.” Ha aggiunto. Secondo Khin Maung Gyi, il segretario del National Unity Party (NUP), l’organizzazione pro giunta USDA si trasformerà in partito in tempo per le elezioni del 2010 . Secondo documenti ufficiali l’USDA costituita nel 1993 ha 24 milioni di iscritti o almeno metà della popolazione. Birmana. I militari ritengono di poter vincere il referendum e che I voti dell’USDA da soli potranno tenere in piedi la giunta. In quello che sembra un privilegio, le autorità hanno dato l’autorizzazione all’acquisto di licenze per cellulari dap arte degli iscritti all’USDA. L’USDA è stato attiva in progetti per la fornitura di acqua e nel processo per la diffusione di carte di identità nel paese. L’organizzazione ha potuto avere 633 posti ovvero il 58% dei posti alla convenzione nazionale che è iniziata nel 1993 e che si è conclusa a settembre scorso con la approvazione delle linee guida per la nuova costituzione. I gruppi di opposizione affermano che la maggior parte dei membri dell’USDA sono funzionari pubblici, insegnanti, studenti, reclutati con le minacce e le intimidazioni e attivisti politici e uomini di affari,. Questa organizzazione è vista principalmente come strumento del regime che pone in atto atti violenti contro gli attivisti dell’opposizione e i civili. Il gruppo ha membri paramilitari che si occupano della sorveglianza e della ricerca dei dissidenti clandestini. I Membri dell’USDA hanno giocato un ruolo importante durante la sanguinosa repressione del 2007 e gli attacchi che hanno portato al massacro di Depayin nel maggio 2003, in cui è stata coinvolta Aung San Suu Kyi e che ha causato circa 100 morti. 2008-03-22T19:15:59.7670000+01:00 http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=136d5fb8fc3b4634b37d4dcd66543d33&docid=310f185e9fd1422e9ab538fdbdacd53f Sat, 22 Mar 2008 18:15:59 GMT 734bf67cad094338b763bf0f59351725 La costituzione farsa e il referendum imbroglio. Quello che bisognerebbe sapere per non cadere nella trappola dei militari birmani Sabato 5 febbraio la giunta militare birmana ha annunciato che terrà a maggio prossimo un referendum sulla nuova costituzione ed elezioni generali nel 2010. la nuova costituzione è stata elaborata dopo la sanguinosa repressione delle manifestazioni per la democrazia, da una ristretta cerchia di 54 persone selezionate dalla giunta militare in totale spregio delle raccomandazioni e delle richieste fatte dal Segretario generale dell'ONU Ban Ki- moon e dal suo rappresentante speciale Ibrahim Gambari. L'ONU, la UE che si sono svegliati come da un sonno decennale dopo la sanguinosa repressione delle manifestazioni pacifiche di agosto e settembre, come molti governi, chiedevano l'apertura immediata di un dialogo negoziale tripartito con la partecipazione della leader birmana Aung San Suu kyi e dei rappresentanti delle nazionalità etniche. Dopo la repressione sanguinosa, le decine di morti, gli arresti e le torture di centinaia di persone, la giunta militare ha cercato di gettare fumo negli occhi delle istituzioni internazionali e dei governi sperando di prendere tempo e di far dimenticare i drammatici avvenimenti di settembre scorso. Le organizzazioni della opposizione democratica avevano cercato, invano, di mettere in guardia i negoziatori internazionali, perchè chi conosce profondamente da anni i comportamenti dei macellai di Rangoon, sa che le tattiche di "addormentamento" delle diplomazie attraverso promesse, illusioni e piccoli gesti superficiali hanno sempre funzionato. Dal 1988 abbiamo registrato un andirivieni ad elastico di promesse, liberazioni di detenuti e di nuove incarcerazioni. Di finti negoziati. Tutto per mantenere la situazione inalterata. E fino all’autunno scorso il gioco aveva pagato bene. La giunta era riuscita ad evitare a gennaio 2007 la approvazione di una risoluzione del Consiglio di Sicurezza. Grazie al veto di Cina e Russia. Ha sempre evitato dure condanne all’ILO per il continuo utilizzo di centinaia di migliaia di lavoratori forzati, di bambini soldato. E’ sempre riuscita a comprare il silenzio complice di Cina, India, Russia e degli altri paesi asiatici interessati ad evitare che gli sguardi indiscreti delle istituzioni internazionali potessero mettere il naso anche sulle violazioni dei diritti umani e del lavoro nei loro paesi. Cosi per anni con la logica della non interferenza negli affari di un altro paese, tutti hanno chiuso gli occhi sulle durissime condizioni di vita del popolo birmano, sugli stupri, sul genocidio in atto del popolo kareno, sul lavoro forzato, sui bambini soldato, sul traffico di oppio e metanfetamine, sulle distruzioni dell’ambiente. Anche molti dei governi europei, che a novembre scorso sono stati costretti, "ob torto collo" ad approvare finalmente e per la prima volta sanzioni serie ma marziali nei confronti della giunta militare, non vedono l’ora di riprendere indisturbati a fare affari con la giunta alla luce del sole. Infatti ancora nel mese di dicembre molte imprese europee, quatte quatte, hanno continuato ad importare teak dalla Birmania e hanno addirittura costituito società finte per evitare di apparire nelle liste di coloro che si macchiano di sangue facendo affari con la giunta. E’ in questo clima che la giunta militare si permette di osare tanto da approvare una costituzione farsa e di poter credere che la comunità internazionale si berrà anche un altrettanto farsesco referendum. Anche i 4 incontri tra la leader birmana, ancora oggi agli arresti domiciliari , ed un ministro della giunta, le missioni a Rangoon del rappresentante dell’ONU Gambari e del rappresentante ONU per i diritti Umani Pineiro sono serviti dare l’illusione che qualche cosa si stesse muovendo. La nuova costituzione farsa è stata definita sulla base di linee guida approvate da una Convenzione riconvocata nel 2004 dopo anni di interruzione dei lavori. La giunta aveva nominato 1.100 rappresentanti selezionati appositamente per poter lavorare indisturbati senza la partecipazione della opposizione. Con la apertura della Convenzione è stata approvata anche una legge speciale che prevede la condanna fino a 20 anni di carcere nei confronti di chiunque osi criticare il processo costituente. I lavori della Convenzione, guarda caso, sono stati chiusi il 3 settembre scorso nel bel mezzo delle manifestazioni. con la approvazione di linee guida per la stesura della costituzione. Subito dopo la giunta militare ha nominato, altrettanto arbitrariamente una commissione di 54 persone che ha definito la nuova costituzione farsa. Secondo le linee guida approvate dalla convenzione, i militari avrebbero continuato a controllare i maggiori ministeri, a mantenere un blocco di rappresentanti in ogni organismo legislativo, il diritto di dichiarare lo stato di emergenza e di riprendere il potere in qualsiasi momento. Il documento limita severamente il diritti e gli spazi dei partiti politici, i diritti umani e le attività politiche sulla base di cosiddette "preoccupazioni per la sicurezza nazionale". Le linee approvate dalla Convenzione prevedono inoltre procedure limitative per le attività dell’opposizione che sembrano essere ritagliate apposta per impedire qualsiasi agibilità politica ad Aung San Suu Kyi. Da ultimo vengono negate ancora una volta le legittime aspettative delle nazionalità etniche che chiedono da sempre il rispetto della autonomia dei singoli stati attraverso un forte federalismo, il rispetto delle diversità culturali, tanto da creare il rischio di riarmo di gruppi del cessate il fuoco. Questa arroganza mette a serio rischio la stabilità e l’unità del paese e minaccia una ulteriore violazione dei diritti umani . La nuova costituzione farsa, elaborata senza la partecipazione dei legittimi rappresentanti del popolo birmano, perpetrerà il potere della giunta e dei suoi amici. Il 25% dei seggi del parlamento andranno ai rappresentanti dei militari e questi avranno il potere di veto sulle decisioni del parlamento. Con questa scelta la giunta militare continuando nella sua strada per la attuazione della cosiddetta Road Map, da un calcio alle richieste delle istituzioni internazionali e del popolo birmano e va nella direzione opposta a qualsiasi tentativo di ripristinare la democrazia. Con il referendum i militari cercano di gettare fumo negli occhi dei governi facendo credere che si sta adottando un percorso democratico. Inoltre si tenta di far credere che il processo del referendum sia un processo democratico. in Birmania non esistono vere e credibili liste elettorali e si pensa che la giunta possa forzare le persone, come nel passato a partecipare a manifestazioni di massa per poi affermare che queste hanno dato il mandato alla giunta per approvare la costituzione. inoltre non solo in Birmania non vi è la libertà politica e i partiti e le organizzazioni sindacali e della società civile non hanno il diritto di organizzarsi, ma è vietato criticare anche la bozza di costituzione e coloro che lo fanno sono passibili di condanna fino a 20 anni di carcere. L’Italia, la UE devono rifiutare di riconoscere il processo illegittimo iniziato con la approvazione della costituzione farsa e il futuro referendum e devono chiedere una riunione di emergenza del Consiglio di sicurezza perchè assuma decisioni efficaci per impedire che si attui un altro inaccettabile insulto alla democrazia. Anche a livello UE il consiglio dovrebbe tenere un incontro urgente ed adottare nuove e rafforzate sanzioni economiche, introducendo i settori del gas, il settore delle banche e quello finanziario tra i settori nei quali è vietato fare affari con la Birmania prevedendo inoltre procedure di controllo e monitoraggio della attuazione della posizione comune. Sarà perchè le decisioni non sono retroattive, o sarà il caso ma dai dati provenienti dalla Birmania risulta che Italia, Francia e Germania hanno continuato ad importare grandi quantità di teak anche nel mese di dicembre 2007, ovvero dopo l'inasprimento delle sanzioni. E’ solo una fase di transizione o non esistono controlli? In vista di questo nuovo passaggio i macellai di Rangoon stanno testando anche le capacità di reazione dei media internazionali. Sanno infatti che non solo i governi, ma anche la stampa ha la memoria corta e che si dimentica presto delle cose che scrive. Sei sindacalisti stati recentemente condannati definitivamente a 28 e 20 anni di carcere per aver indetto un seminario sui diritti del lavoro, e nessuno ne ha parlato. Recentemente, come denunciato dal sito Irrawaddy un giovane di nom Nay Phone Latt è stato arrestato per aver tenuto aperto un blog. Potrebbe essere condannato, secondo la legge sullo stato di emergenza a sette anni di carcere. "Le forze di sicurezza hanno anche aumentato la sorveglianza sugli internet cafè a Rangoon, controllando tutti coloro che li visitano sulla base anche delle foto scattate durante le manifestazioni. "il regime deve lottare contro nuovi nemici: i cyber dissidenti. I cittadini reporters armati di cellulari, macchine digitali e memory sticks". Le organizzazioni democratiche birmane stanno chiedendo aiuto perchè tali strumenti vengano rafforzati. Perchè possano essere tenute in piedi le radio che trasmettono in Birmania le informazioni dall’esterno, facendo al tempo stesso circolare le notizie delle manifestazioni e delle iniziative di protesta interne. I media, i giornalisti democratici, le grandi reti televisive e radiofoniche hanno il dovere di fare la loro parte non solo contribuendo a stimolare la partecipazione della società civile democratica e della politica, ma anche direttamente a sostenere i giornalisti in carcere, il rafforzamento degli strumenti di informazione democratica per far si che si possa definitivamente promuovere il cambiamento democratico. Cecilia Brighi. 2008-03-22T17:42:43.8900000+01:00 http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=136d5fb8fc3b4634b37d4dcd66543d33&docid=734bf67cad094338b763bf0f59351725 Sat, 22 Mar 2008 16:42:43 GMT bfcb174d08864391b8e0abb01ebea7fc Birmania, la giunta militare indice, in assenza di ogni libertà democratica, il referendum sulla Costituzione farsa a maggio e promette elezioni nel 2010 La giunta militare della Birmania ha deciso di indire per maggio di quest'anno un referendum sulla nuova Costituzione, cui seguiranno elezioni multipartitiche nel 2010. L'annuncio è contenuto in un comunicato ufficiale letto in televisione. Nel 2003 il regime indicò la sua Road Map per una cosidetta "democrazia controllata" che prevedeva sette fasi per chiudere oltre quarant'anni di governo dei militari, ma finora si era rifiutato di indicare le date. "Il referendum sulla nuova Costituzione si terrà a maggio del 2008 - è scritto nel comunicato - le elezioni multipartitiche si terranno nel 2010, in accordo con la nuova Costituzione farsa. E' opportuno cambiare l'amministrazione militare in un sistema democratico e civile, in considerazione dei buoni fondamenti finora posti". E ancora: "Sono state costruite le infrastrutture base del Paese, sebbene vi sia ancora molto da fare sul fronte della previdenza". I lavori per la nuova Costituzione, voluta dai militari, sono inziati nel '93 con la convocazione di una Convenzione nazionale , sono stati interrotti nel 1996 con la fuoriuscita dei rappresentanti della lega Nazionale per la Democrazia e sono ripresi nel 2003. le persone selezionate sono state scelte dalla ginta, senza alcuna partecipazione dell'opposizione e delle organizzazioni etniche e si sono svolti in gran segreto. Si sono conclusi il 3 settembre dell'anno scorso. nel corso delle grandi manifestazioni non violente represse nel sangue. 2008-03-22T17:41:11.3600000+01:00 http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=136d5fb8fc3b4634b37d4dcd66543d33&docid=bfcb174d08864391b8e0abb01ebea7fc Sat, 22 Mar 2008 16:41:11 GMT 439ea61b795d40ed9c36cf3ea1fc5067 La giunta militare birmana aumenta pesantemente le tasse annuali per la televisione satellitare, nel tentativo di bloccare i canali di informazione stranieri La giunta militare birmana aumenta pesantemente le tasse annuali per la televisione satellitare, nel tentativo di bloccare i canali di informazione stranieri Le tasse di abbonamento sono state aumentate da 5 a 800 $, una cifra proibitiva per la maggior parte della gene in Birmania. L’equivalente a tre volte il salario annuo di un insegnante di scuola pubblica. Le nuove tasse sono state imposte senza alcun preavviso e sono state scoperte da coloro che erano andati a rinnovare l’abbonamento. La maggior parte delle case della classe media e dei negozi utilizzano le parabole per vedere le televisioni straniere, gli avvenimenti sportivi, le soap opera e per evitare i media birmani strettamente controllati dal regime. Gli uffici postali che detengono il pagamento delle tasse televisive hanno informato i residenti che la data di scadenza per il pagamento è il 30 gennaio. 2008-03-22T16:36:33.5630000+01:00 http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=136d5fb8fc3b4634b37d4dcd66543d33&docid=439ea61b795d40ed9c36cf3ea1fc5067 Sat, 22 Mar 2008 15:36:33 GMT 1eaeab3fb23a4eae92aecc8717067e26 Il dialogo mancato: due anni di cronologia Cronologia dei tentatividi dialogo messi in atto dai rappresentanti speciali dell'ONU, OIL, UE etc. 2008-03-16T21:37:04.1000000+01:00 The Talks: A Two-Year Chronology Compiled By Tony Broadmoor April 2000—EU adopts a stronger position against Burma’s military regime. April 4, 2000—UN Sec-Gen Kofi Annan appoints Razali Ismail as the UN special envoy to Burma, replacing Alvaro de Soto. Razali Ismail was formerly the Malaysian permanent representative to the UN. June 14, 2000—The International Labor Organization (ILO) levies unprecedented sanctions against Burma’s military government. The ILO censure comes in response to the regime’s repeated refusal to eradicate forced labor. The ILO orders all member countries to review their polices towards Burma. Although hard hitting, Burmese analysts feel the sanctions will be difficult to implement. June 30, 2000—Razali Ismail makes his first visit to Burma. The visit lasts four days. He meets with officials from the ruling State Peace and Development Council (SPDC), leaders from the opposition National League for Democracy (NLD), and foreign diplomats. Despite Aung San Suu Kyi not being under house arrest at this time, Razali does not meet with her. September 22, 2000—Aung San Suu Kyi is placed under house arrest again in Rangoon after attempting to travel outside of Rangoon. The regime had placed travel restrictions on her that forbade her from leaving the capital. October 2000—Aung San Suu Kyi reportedly meets with SPDC members, including Maj-Gen Kyaw Win from the SPDC’s Office of Strategic Studies. The content of the discussion is unknown. The "secret talks" officially begin in Rangoon at this time. However, no news of the talks is released. October 9, 2000—Razali’s second trip to Burma begins and lasts three days. He is able to meet with Sr-Gen Than Shwe and Aung San Suu Kyi, marking the first time any special envoy has been able to meet with both leaders. Razali’s first two trips are seen only as fact-finding missions. October 21, 2000—A five-member delegation from the ILO travels to Burma to meet with government officials. Their agenda is to discuss the regime’s compliance with the ILO’s earlier recommendations about forced labor December 12, 2000—During an Asean ministerial meeting in Vientiane, Laos, Asean leaders and EU members express support for Razali’s efforts to bring reconciliation to Burma. January 5, 2001—Razali returns to Burma for a five-day visit. The regime assures him that he will have access to Aung San Suu Kyi. Observers, still unaware that talks have already begun, say they hope that Razali can persuade the generals to agree to some sort of dialogue with the opposition. Malaysian PM Mahathir Mohammed leaves Rangoon just as Razali arrives. Analysts believe Mahathir was in Rangoon to persuade SPDC officials to clean up their reputation by involving the opposition in politics. Razali meets with Aung San Suu Kyi, Lt-Gen Khin Nyunt, Foreign Minister Win Aung and a leader of the Karen ethnic group. Upon completion of the trip, Razali says he is satisfied with the visit. January 15, 2001—The regime allows The Myanmar Times, an English-language weekly with ties to the government, to announce that talks between the government and the NLD have been underway since October. The announcement marks the first news of the talks. The story is released on the heels of Razali’s third visit to Burma. Despite the breaking news, reports of the talks in Burmese are not released for another six months. January 24, 2001—The regime frees 84 NLD members from detention. This is the first major release of political prisoners since the talks began in October. January 28, 2001—During a press conference after returning home from Burma, Malaysian PM Mahathir hints at a possible transition to democracy. In reference to Burma’s Sr-Gen Than Shwe, Mahathir says: "He is willing to hold elections eventually. When elections are held, people must understand that elections have limits. And not to use elections to undermine authority." Mahathir also defends Burma against allegations of forced labor by saying, "For a government that is poor it is a way of taxing the people—contributing the labor instead of money." A Troika delegation from the European Union visits Burma for the second time to see if any progress has been made that would allow the EU to ease its sanctions. The EU delegation is comprised of senior officials representing the President of the EU as well as the European Commission. The group meets with senior members of the SPDC, senior opposition figures including Aung San Suu Kyi, religious leaders and representatives from Burma’s ethnic minorities. The first Troika mission occurred in July 1999. March 1, 2001—Razali meets US Secretary of State Colin Powell in Washington, DC, where the two discuss Burma’s reconciliation process. A US State Dept press release says that, "[Powell] is encouraged by Razali’s reports that dialogue is moving forward but [the US government] is mindful that the Burmese regime continues to systematically violate the fundamental, basic human rights of its citizens." April 3, 2001— Paolo Sergio Pinheiro, the UN’s special rapporteur on human rights in Burma, makes his first visit to the country since taking the post. This is the first time in six years that the regime has authorized a visit by a UN special rapporteur on human rights. The visit is three days long and Pinheiro meets with both Aung San Suu Kyi and the generals. Observers feel the regime allowed the visit in hopes of polishing its tarnished international image. Pinherio says there is a "cautious optimism" in Burma surrounding the talks. April 2001—The EU renews its sanctions against Burma, citing a lack of progress in the country’s reconciliation process. The EU has renewed sanctions every six months since first establishing them in 1996. April 9, 2001—Japan tells visiting Deputy Defense Minister Brig-Gen Khin Maung Win that Japan is considering resuming aid to Burma to reward the regime for its national reconciliation efforts. Human rights activists and international governments condemn Japan for prematurely providing relief to the regime. June 1, 2001—Razali’s fourth visit to Burma begins and lasts for four days. Razali is able to meet with Aung San Suu Kyi twice. He also meets with Lt-Gen Khin Nyunt and Foreign Minister Win Aung. Late June 2001—News of the talks is finally released in Burmese, six months after it first appeared in foreign-language media outlets around the world, including the Rangoon-based English-language Myanmar Times. July 19, 2001—Aung San Suu Kyi does not attend a Martyrs’ Day celebration at Rangoon’s Shwedagon Pagoda, setting off rumors that the talks have collapsed. Suu Kyi is barred from issuing a statement, but Foreign Minister Win Aung says that all is well with the talks. August 24, 2001—Three Burmese pro-democracy groups issue a letter calling on Razali to begin mediating in the dialogue instead of simply facilitating the talks as he had been doing. Razali does not comment on the letter. The All Burma Students’ Democratic Front (ABSDF), the Democratic Party for a New Society (DPNS) and the Network for Democracy and Development (NDD) all sign the letter. August 26, 2001—NLD senior party leaders U Aung Shwe and U Tin Oo are released from house arrest after nearly a year. The move comes just one day before UN special envoy Razali returns to Burma for his fifth visit. Aung San Suu Kyi expresses "great satisfaction in seeing that Aung Shwe and Tin Oo and the rest of the members will now be able to be active in their party affairs." August 27, 2001—Razali returns for his fifth trip to Burma. He is able to meet with Aung San Suu Kyi twice during the visit but is unable to meet with SPDC ruler Than Shwe. Razali claims at the time that the talks have entered into a new phase but refuses to elaborate. August 31, 2001—Britain’s Foreign Secretary Jack Straw comments after Razali’s fifth visit that Britain hopes the UN special envoy can "inject even greater urgency into a process leading to national reconciliation". Journalist Roger Mitton releases an article, "Remember Where You Read It First: Yes, there is going to be a settlement in Myanmar" in Asiaweek magazine, predicting that Aung San Suu Kyi and the regime will come to an agreement on a political transition by year’s end. Late August 2001—Seven ethnic groups from Burma form the Ethnic Nationalities Solidarity Cooperation Committee (ENSCC) in hopes of joining the talks in Rangoon. Saw Ba Thin, chairman of the Karen National Union (KNU), heads the seven-member committee. Saw Ba Thin says: "We welcome and support the current talks between the SPDC and Daw Aung San Suu Kyi. Although we definitely want unity and peace in our country, we will fight together if the junta does not recognize our needs and attempts to crack down on us." September 5, 2001—Thai Deputy Prime Minster Chavalit Yongchaiyudh claims a breakthrough in the talks is imminent after Burma’s Lt-Gen Khin Nyunt completes a visit to Thailand. Chavalit says the military has made an offer to Aung San Suu Kyi and the NLD and that "We hope to hear good news soon if the other side accepts the proposal." Chavalit also says Khin Nyunt has been meeting Aung San Suu Kyi every two weeks for some time. NLD spokesman U Lwin disputes all of these claims and tells the BBC that "there is in fact no dialogue process going on at present," and that "[The NLD is] waiting for the military to make an offer." October 2001—The EU decides to renew its sanctions against Burma but says it will relax them if the reconciliation talks begin to yield positive results. The EU also agrees to allocate US $2 million for HIV/AIDS assistance in Burma. October 18, 2001—UN human rights rapporteur Pinheiro cuts his second trip to Burma short due to an unspecified ailment. He says he hopes to return soon to wrap up the trip. November 5, 2001—UN Sec-Gen Kofi Annan calls on the regime to continue releasing prisoners and says that, "The national reconciliation process in Burma is at a crossroads" and "more much needs to be done to make the process irreversible". November 8, 2001—After completing a thorough investigation of the alleged continued use of forced labor in Burma, the ILO dismisses claims from Burma’s government that the practice has been eradicated. November 27, 2001—Razali returns to Burma for the 6th time in 18 months. Diplomats say this is a significant number of visits and will not be kept up unless Razali is confident he can resolve the deadlock. Razali has separate visits with Aung San Suu Kyi and Lt-Gen Khin Nyunt as well as other senior NLD leaders. December 3, 2001—The UN releases a statement after Razali’s sixth trip has commenced. The statement says Razali is hopeful that "significant progress" towards democracy is coming and that Razali reportedly asked the regime to continue releasing political prisoners. December 2001—International Non-Governmental Organization workers (INGO) in Burma tell The Irrawaddy that they have also been meeting with Razali during his visits. According to the INGO workers in Rangoon, Razali is looking for a project that the two sides can collaborate on in order to build mutual confidence. No news of this is reported. December 2001—NLD leaders in Rangoon insist the talks are still only in the confidence-building stages due to the large number of political prisoners that are still incarcerated. December 31, 2001—A total of 219 political prisoners have been released as of the end of the year. However, activists note that most of the prisoners had already completed their sentences or had never been officially charged. January 9, 2002—Burmese Foreign Minister Win Aung says that opposition members and foreign observers need to be patient regarding the reconciliation process. He also tells the BBC that the prisoner releases are proof that the process is continuing. He claims the military government will free all political prisoners when the time is right and that the time would come for Aung San Suu Kyi to be released from house arrest. He says the government does not want to be pushed from behind. January 10, 2002—UN human rights rapporteur Pinheiro releases a 50-page report to the UN on his findings in Burma. Pinheiro is set to return to Burma the following month for another trip. Late January 2002—Razali’s 7th trip to Burma is cancelled for unknown reasons but is reportedly rescheduled for March 3. February 10, 2002—Pinheiro returns for an eight-day trip. He meets with Aung San Suu Kyi and Lt-Gen Khin Nyunt and also spends nine hours in Rangoon’s infamous Insein Prison, where he meets with aging imprisoned Burmese journalist U Win Tin and former university professor Dr Salai Tun Than, who was arrested in November for holding a one-man pro-democracy demonstration in Rangoon for which he was sentenced to seven years in prison. The human rights rapporteur also visits Mytkyina Prison in the Kachin State. Pinheiro is preparing to submit a report to the UN High Commission on Human Rights in April. February 18, 2002—The ILO returns to Burma to see how the regime is responding to an ILO report from November 2001 that again condemned the regime for refusing to eradicate forced labor. The ILO body is blocked from visiting Aung San Suu Kyi during the visit. ILO officials are extremely critical of the regime upon returning to the ILO headquarters in Geneva. March 13, 2002—The EU’s third Troika delegation arrives in Rangoon. The EU is in Burma to assess the country’s reconciliation process before reviewing its sanctions against Burma in April. The EU meets with Aung San Suu Kyi, Lt-Gen Khin Nyunt and Maj-Gen Kyaw Win, among others. March 18, 2002—The UN announces that Razali’s seventh trip has again been postponed. The cancellation was first attributed to a heart attack suffered by Burma’s Deputy Foreign Minister U Khin Maung Win. The regime, however, releases a statement claiming the government was still too busy resolving the previous week’s alleged coup attempt by relatives of former Burmese strongman Ne Win. March 21, 2002—Burma’s military government allows the ILO to post a liaison officer in Rangoon. The move comes roughly one month after the regime again denied a request by the ILO to establish a full presence in the country in order to better monitor forced labor in Burma. The decision to allow the liaison officer comes two months before the ILO is set to reviews its sanctions against Burma. March 24, 2002—During an interview with the Washington-based Radio Free Asia (RFA), NLD secretary U Lwin says that 142 NLD members have been released from detention since the talks began. March 28, 2002—UN human rights rapporteur Pinheiro addresses the UN Commission on Human Rights. Pinheiro says the international community must work with the regime in pushing for a democratic transition. He calls for the release of political prisoners and specifically the release of Burmese student leader Min Ko Naing. He tells the UN that serious consideration needs to be given to an amnesty agreement for the country’s leaders. Forty-four political prisoners have been released so far this year. Again, most if not all had completed their sentences or had never been officially charged. Burmese activists say the regime doesn’t deserve praise simply for releasing individuals who have completed their sentences. April 2, 2002—The Brussels-based International Crisis Group (ICG) releases two new reports urging policy makers to reconsider their respective positions on aid to Burma. ICG says the reports are not motivated by the reconciliation talks in Rangoon. April 4, 2002—The regime says it is considering releasing Aung San Suu Kyi from house arrest. Foreign Minister Win Aung tells Reuters, "Oh yes, if possible, of course we will do that…. Suu Kyi will not be in her house for the rest of her life." Today marks the second anniversary of Razali’s appointment to the special envoy post. Analysts feel the special envoy’s efforts have yielded little. April 8, 2002—NLD leader U Lwin says the recent coup allegations in Rangoon have kept the reconciliation talks from moving beyond the confidence-building stages and into a real political transition. April 11, 2002—The European Parliament calls for tougher sanctions to be levied against Burma by the EU if the reconciliation process does not show signs of progress in the next six months. The EU is set to review its sanctions against Burma later this month. Australia forces a UN resolution to take a softer stance against the regime. The EU had been pushing for harsher sanctions against Burma, but Australia refuses to go along. Burmese activists in Australia condemn Alexander Downer’s government for "sticking their neck out for a rogue state". April 19, 2002—UN Sec-Gen Kofi Annan says he hopes that Razali’s upcoming visit "will provide the [reconciliation] process with a fresh momentum to assist the two sides to develop their confidence-building talks into a more substantive dialogue in the near future." Razali refuses to say whether he is satisfied with the reconciliation talks or not. He does say that national reconciliation will include releasing Aung San Suu Kyi and other political prisoners. Meanwhile, human rights rapporteur Pinheiro states that Razali’s trip will "provide much-needed momentum" to the talks. Pinheiro goes on to say that, "Concrete results in this process are needed, moreover, if real and sustainable progress in the area of human rights is to be achieved." He also notes that since the talks began 263 political prisoners have been released. April 22, 2002—Two foreign journalists claim that Aung San Suu Kyi has come to an agreement with the generals. Cathy Scott-Clark and Adrian Levy report in The Australian that Aung San Suu Kyi has agreed to abandon the 1990 election results and that she has joined an emergency committee alongside the generals. Burmese analysts describe the article as "Mittonesque", in reference to journalist Roger Mitton, who nearly a year earlier had incorrectly predicted an imminent breakthrough in the talks. Japan resumes Overseas Development Aid (ODA) to Burma. Japan donates US $6.1 million for medical supplies. Japanese Ambassador to Burma Shigeru Tsumori and Burma’s Health Minister Maj-Gen Ket Sein sign the agreement. Analysts say the ODA is an attempt to secure future business deals with the regime. April 23, 2002—Razali arrives in Rangoon for a four-day visit—his 7th visit since taking over as special envoy to Burma. International governments say that tangible results need to be evident after this visit. Observers say that international sanctions against the regime could be stepped up again if no visible progress is forthcoming. Possible punitive actions include the passage of US Senate Bill 926, which seeks to cut all imports from Burma to the US. Trade with the US accounts for over 25% of Burma’s total exports. Razali is scheduled to meet with Aung San Suu Kyi twice during the visit as well military leaders and NLD party leaders. April 25, 2002—Razali says, after meeting with Aung San Suu Kyi and Lt-Gen Khin Nyunt, that, "I’m hopeful there should be progress but I can’t promise when it will be." Razali also meets with NLD Secretary U Lwin, who says his meeting with Razali was beneficial. U Lwin tells reporters that: "[Razali] said there will surely be a new development very soon but said we have to go step by step. [Razali said] we have many good friends around the world." The UN Commission on Human Rights accuses the SPDC of gross human rights violations and stalling on political progress. The BBC reports that Razali has hinted he might resign if he leaves the country empty-handed this time. May 6, 2002—Aung San Suu Kyi is released from house arrest. The regime invites news correspondents from around the globe to cover the event. However, Burma's state-run press does not mention her release. The regime does allow The Myanmar Times to report on the release. Suu Kyi was detained in her home for 19 months. May 10, 2002—Ethnic leaders in Rangoon tell The Irrawaddy they doubt the generals are any more sincere this time concerning national reconciliation than they have been in the past. "If they were sincere this time they would have announced the release in the papers. We don't know who to believe or trust," says U Khun Tun Oo, leader of the Shan National League for Democracy. May 13, 2002—NLD spokesperson U Lwin says the NLD must be careful in their dealings with the regime this time so as not to prolong the reconciliation process. Regarding the continued dialogue, U Lwin tells The Irrawaddy, "We have been invited to the table, but we haven't received our invitation yet." May 17, 2002—When asked whether an element of sincerity could be detected from the generals, or if there has been a noticeable change in the generals' attitudes during the 20 months of secert talks, Aung San Suu Kyi tells The Irrawaddy, "I think you have to say there is a change in their attitude; otherwise we wouldn’t be where we are. And as to the matter of sincerity, this is for time to give the answer." May 20, 2002—Thailand's ambassador to Burma, Oum Maolanon, meets with Aung San Suu Kyi along with the Malaysian ambassador to Burma. Details of the discussion are not released. May 22, 2002—The SPDC seals all borders with Thailand after bilateral relations take a nose-dive following a brief clash between Thai troops and soldiers from the UWSA and the Burmese military. Observers see this as the beginning of a campaign by the SPDC to steer attention away from the opposition and the country's reconciliation process. June 15, 2002—Aung San Suu Kyi makes her first visit outside of Rangoon since being released from house arrest. She travels to Burma's Mon State on a religious pilgrimage to meet with Tha Myin Nya, a highly revered monk. Although not a politically oriented trip, analysts still see it as a test of Suu Kyi's "unconditional release". June 19, 2002—Aung San Suu Kyi turns 57 today. However, there have still been no political breakthroughs or new political developments since her May release. Observers feel the regime has changed tactics for dealing with Suu Kyi. They feel the regime has now decided to simply ignore her, instead of persecuting her in the press as they did for years. June 21, 2002—The first true test of Suu Kyi's political freedom begins today, as she embarks on a political organizing trip in upper Burma that is scheduled to culminate in a visit to Mandalay, Burma's second largest city. In Mandalay Suu Kyi is scheduled to meet with the SPDC's regional commander. The visit will mark the first time Burma's military government has allowed her to visit Mandalay since the NLD won a landslide victory in the 1990 election. June 28, 2002—At the last minute, Suu Kyi's meeting with Mandalay Central Military Commander Maj-Gen Ye Myint is canceled. The SPDC does not give a reason as to why the meeting was called off. July 1, 2002—Upon Suu Kyi's return from Mandalay, NLD leaders appear frustrated with the lack of developments since her release. NLD spokesperson U Lwin tells reporters, in reference to the political dialogue between the NLD and the junta, "It has not stalled because it hasn't even started yet." July 20, 2002—Another political organizing trip by the NLD begins. Suu Kyi and other NLD representatives set out on a four-day tour of Burma's Mon State. Late July 2002—The regime opposes attempts by Brunei to recognize Suu Kyi's release from house arrest at an upcoming Asean Regional Forum Ministerial Meeting, to be held in Brunei's capital. Brunei refuses to bow to the junta and the reference stays. The meeting is scheduled to begin July 29. Burmese democracy activists are hoping that diplomats from the EU, the US as well as other Asean countries will press the junta on recent allegations of systematic rape as well as what appears to be a non-existent dialogue between the regime and the opposition. July 26, 2002—The regime frees 32 political prisoners from detention. This is the first major release since Suu Kyi gained her own freedom in May. August 1, 2002—The human rights record of Burma's military regime goes unchallenged at the 9th Asean Regional Forum Ministerial Meeting. Critics of the regime had hoped that diplomats could help jump-start the country's stalled dialogue process, while pressing the regime on recent allegations of human rights abuses. After the meeting Burma's Foreign Minister Win Aung says, "Everybody seemed to appreciate what we are doing. I don't see any negative attitude toward us." August 2, 2002—UN special envoy to Burma Razali Ismail returns to Rangoon for his eighth visit, and his first since Suu Kyi's May release. He is scheduled to meet with Suu Kyi, Sec-1 Lt Gen Khin Nyunt, Burmese Foreign Minister Win Aung and ethnic minority leaders as well as foreign ambassadors in Rangoon. The visit is to last for five days. August 5, 2002—Japan's Foreign Minister Yoriko Kawaguchi ends a three-day visit to Rangoon. During her visit she meets with Sr-Gen Than Shwe, Khin Nyunt and Suu Kyi. Kawaguchi is the highest-ranking government official from an industrialized nation to meet with Suu Kyi since being freed in May, and the first Japanese foreign minister to come to Burma in nearly 20 years. Kawaguchi advises Sr-Gen Than Shwe and the regime to promote dialogue with the opposition. Than Shwe vows to do his best but says he can't give "any concrete response at this point". Khin Nyunt tells Kawaguchi that relations with Suu Kyi have improved considerably over the last 18 months. He also reportedly tells her that the NLD had "taken a very confrontational stand" for years but things had "changed for the better since talks began in 2000". Although analysts are not surprised that the Japanese diplomat met with Suu Kyi, they feel it is a significant show of support for the democracy leader and the opposition movement. August 6, 2002—At the conclusion of his visit, Razali tells reporters that his trip has been productive, and he expects reconciliation talks to begin within the next few months. He also says he will return in a couple of months. Reuters quotes Razali as saying that both the government and Suu Kyi are making efforts "to try to discuss the necessary political and constitutional issues". Agence France-Presse reports that Suu Kyi told Razali that her recent political organizing trips throughout the country convinced her to cooperate with the regime. Razali tells AFP, "[Suu Kyi] told me to make known that she is willing to cooperate with the government in any way that directly benefits all the people of Myanmar and in any way that would be conducive to the evolution of a democratic state." August 7, 2002—Suu Kyi tells the BBC that dialogue with the junta would resume within weeks. She also says nothing would be ruled out before entering into negotiations. Suu Kyi says, "I don't have anything fixed in my own mind as to whether I would share or not share. We are not going to go into this dialogue with pre-conceived ideas." However, she also says the opposition has become worried over the dialogue's slow pace and namely the slow release of political prisoners. In a videotape distributed in Bangkok by Altsean-Burma today, Suu Kyi says, "The release of political prisoners is the most important thing for all those who truly wish to bring about change in Burma." And later adds, "We insist that the release of political prisoners is necessary if the process of reconciliation is to go forward to a point where it becomes truly irreversible." August 12, 2002—The Karen National Union (KNU) calls on Rangoon to restart a stalled peace process that began in 1996. KNU Commander Gen Bo Mya urges the SPDC to enter into dialogue with Suu Kyi. However, he adds that reconciliation is doubtful if the SPDC and the NLD did not include the minorities in the talks. August 16, 2002—Six NLD members are released from prison—including U Aye Thar Aung, secretary of the Committee Representing the People's Parliament (CRPP)—ahead of a two-day visit to Burma by Malaysian Prime Minister Mahathir Mohamad. August 17, 2002—An editorial in the Bangkok-based English language newspaper The Nation criticizes UN special envoy to Burma Razali Ismail for his involvement in business activities with the regime, while trying to facilitate the country's reconciliation process. The editorial reads: "Razali should have the courage to choose one or the other job….The UN's reputation is also at stake when the Rangoon junta makes use of him." August 18, 2002—Malaysian Prime Minister Mahathir Mohamad arrives in Rangoon for a two-day visit. Despite requests by Aung San Suu Kyi to meet with him, Mahathir says he has no plan to do so. NLD spokesperson U Lwin reiterates Suu Kyi's desire to see the Malaysian leader, and also says there is a possibility that she will meet with Malaysian Foreign Minister Syed Hamid Albar; neither visit takes place. Rangoon-based diplomats, however, report that Mahathir was willing to meet Suu Kyi, but that the Burmese junta vetoed the idea. August 19, 2002—Mahathir's visit ends after meetings with Sr-Gen Than Shwe as well as Lt-Gen Khin Nyunt. Mahathir and his 300-person entourage also hold extensive business meetings while in Rangoon. Mahathir tells reporters in Rangoon: "While we uphold democracy and would like to see democracy practiced in a country, we are also aware the process must be gradual. We know from experience it is not easy to handle democracy. If we do not know how to handle it we will end up with anarchy." Burma's military leaders also take the opportunity during Mahathir's visit to stress the need for gradual change. Lt-Gen Khin Nyunt says, "Such a transition cannot be done in haste and in a haphazard manner. The world is full of examples where a hasty transition from one system to another have led to instability and even failed states." August 20, 2002—Aung San Suu Kyi tells The Irrawaddy that comments made by Mahathir Mohamad during his trip to Burma are unacceptable, and that the NLD is under the impression that the SPDC did in fact veto attempts by her to meet with Mahathir. "We cannot accept the notion that if democracy is not tackled properly it could become anarchy," says Aung San Suu Kyi. "I think that sort of comment is patronizing to the people of Burma." Opposition leaders inside and outside Burma echo the same sentiment, saying Mahathir is only interfering with the reconciliation process. Prominent Shan intellect and academic Chao-Tzang Yawnghwe says, "I think Mahathir is pushing for change or dialogue in Burma in his way, but his definition for democracy is not ours." Suu Kyi also notes discrepancies between the SPDC, Razali and Mahathir regarding when the reconciliation process is set to begin again. Suu Kyi tells The Irrawaddy: "During his last visit, Mr Razali said he thinks the changes may take place faster, and that the negotiations may begin within weeks or within a month. There were some discrepancies between what Mr Razali said and what Prime Minister Mahathir and Sec-1 [Lt-Gen Khin Nyunt] told the press." September 6, 2002—Thai Senate Foreign Affairs Committee Chairman Kraisak Choonhavan berates the Burmese junta in front of the Thai Senate for their treatment of ethnic minorities. Kraisak cites the report "License to Rape" and says, "Children and adults were tortured and killed without a reason….We have the names of the victims and Burmese soldiers responsible." Kraisak also blames Thai Prime Minister Thaksin Shinawatra for trying too hard to appease the junta. He says Burma would be a much more developed country without the regime. Burmese Labor Minister Tin Win denies the claims saying Kraisak hates Burma and supports the Shan State Army. September 8, 2002—An EU mission arrives in Rangoon for a three-day assessment of the dialogue process between the regime and the opposition, and to see if EU sanctions should again be extended. Carsten Nilaus Pederson, a regional director at the Danish Foreign Ministry, heads the four-member team. The group meets with Aung San Suu Kyi, NGO representatives and junta officials. This is the fourth official EU trip to Burma since 1999 and the first since Aung San Suu Kyi was released in May from house arrest. Details of their meetings are not disclosed. September 15, 2002—Thai newspapers report that the Burmese regime is content on maintaining tensions with Thailand in order to slow the country’s reconciliation process. The report in The Bangkok Post cites a joint meeting between the army, the Supreme Command and the National Security Council where this opinion was offered. One source said, "The Burmese government doesn’t want peace. They are afraid of change, which can bring them down. So they have to picture Thailand as a threat to maintain their status." September 18, 2002—Today marks the 14th anniversary of the junta’s 1988 coup. The US government releases a statement coinciding with the day and accuses the regime of failing to press forward with change. US State Department spokesperson Richard Boucher says: "Today is the 14th anniversary of the suppression of the people’s hopes for democracy, and the establishment of the military regime in Burma….We are disappointed that the regime has failed to follow through on steps toward national reconciliation after releasing Aung San Suu Kyi from house arrest in May of this year. We encourage the regime to pursue substantive dialogue with the democratic opposition and to release all of the many remaining political prisoners unconditionally." September 23, 2002—The junta announces it as released 18 more political prisoners, ten of whom are NLD members. It was the largest group to be freed since last year. Analysts note that the release was timed to coincide with Burmese Foreign Minister Win Aung’s visit to the UN General Assembly in New York. A regime spokesman says: "The government of Myanmar will continue to release more individuals who will cause no harm to the community nor threaten the existing peace, stability and union of the nation." September 27, 2002—Aung San Suu Kyi marks the 14th anniversary of the NLD by saying that she is willing to cooperate and work together with the regime to improve the lives of ordinary Burmese people. In front of 400 plus party members at the NLD headquarters she says, "We will never hesitate to cooperate with the armed forces based on sincere goodwill….It is high time we all worked for the country holding hands together." October 2-3 2002—Australian Foreign Minister Alexander Downer arrives in Rangoon for a two-day visit. This is the first visit by a senior Western politician in years. The trip is billed as a fact-finding mission by the Australian government. Analysts, however, criticize the trip saying it will only unfairly boost the regime’s international image. Downer meets with Aung San Suu Kyi as well as Sr-Gen Than Shwe and Gen Khin Nyunt. The Australian foreign minister quoted Than Shwe as saying, "The military is committed to reform in the democratization process with an increasing role for democracy and a lesser role for the military." Although he says the regime provided him with no time frame for reform. He tells reporters in Bangkok after his visit that he told the generals that they must speed up the reconciliation process if sanctions are to be lifted and aid increased. "They said they are moving forward to democracy but that they need to have constitutional progress and constitutional reform." Downer also asked junta leaders to participate in a human rights workshop that would be sponsored by the Australian government. Aung San Suu Kyi says she doubts the initiative will have any effectiveness. October 4, 2002—In response to a September crackdown on democracy activists inside Burma, Western governments and human rights groups condemn the regime. The US government described the arrests of over thirty activists as a "significant step backwards". The statement goes on to say: "These arrests are inconsistent with the government’s stated commitment of political reform." The US-based Free Burma Coalition, which lobbies businesses to sever ties with the regime, said, "These arrests indicate the generals have absolutely no plans to democratize the country." US Senator Mitch McConnell says such arrests may lead the US into increasing its sanctions. October 18, 2002—UN human rights rapporteur for Burma Sergio Paulo Pinheiro returns to Burma for his fourth trip. The trip is scheduled to last until October 28. Pinheiro is to meet with regime officials, Aung San Suu Kyi, NGO workers and political prisoners. October 22, 2002—Pinheiro was tentatively scheduled to go to Shan State to investigate reports of widespread rape and abuse of ethnic minorities living there, but he abruptly cancels his trip citing time constraints. The regime had invited him to go Shan State, claiming they had nothing to hide. Human rights activists applauded his decision not to go, saying the junta would have made any investigation impossible and would have instead used the trip as a public relations move. Some dissidents, however, said Pinheiro should have taken the opportunity to push the regime harder and called for a legitimate investigation Pinheiro also meets with Aung San Suu Kyi today. He says after the meeting: "The prospect of dialogue is good. I do not want to elaborate on it. In fact, I have to keep everything confidential." He also says he told junta officials they "need to pursue negotiations for national reconciliation". October 23, 2002—The EU agrees to extend its sanctions against Burma. The EU welcomed some steps taken by the regime but said they were unhappy with further efforts. They said the arrest of democracy activists in September was of "grave concern". October 30, 2002—After completing his fourth trip, Pinheiro says it is "absurd" that the international community has chosen not to engage the Burmese regime or donate badly needed aid money until democratic reforms are in place. Pinheiro says once a transition occurs in Burma many current government officials will remain in office—including judges, prosecutors and army officials. "I don’t understand the expectation that Burma would be different, that you would have a brand new state apparatus, brand new people, brand new minds that will be able to deal with human rights issues….Don’t expect instant regime change in Burma." November 4, 2002—The Karenni National Progressive Party (KNPP) begins preliminary talks with the SPDC concerning a failed ceasefire deal from March 1995. The KNPP submits nine demands—including a need to resolve the country’s political stalemate with Aung San Suu Kyi. November 11-12, 2002—The Kuala Lumpur-based Malaysiakini News Service releases two installments of an exclusive interview with UN special envoy to Burma Razali Ismail. Razali speaks candidly about his frustrations with the regime and the possibility that he will step down if immediate reforms are not taken. Yap Mun Ching conducts the interview, which occurred the previous week and comes the day before his ninth mission to Burma begins. Concerning his upcoming visit and the stalled dialogue, he says: "I am hoping to get the momentum moving again, and I want to understand why it has slowed down….They didn't give a time but they said very soon. I have been dealing with dialogues and diplomatic discussions on various issues all over the world for a number of years. In my understanding, ‘very soon’ would be like a couple of weeks or three to four weeks. It has been more than that….I am surprised seeing that. I can find no reason why there should be that much of a delay. There are always reasons, but the lapse is rather prolonged." "If I step down it would be because it takes too much time, and if I think I am not going anywhere with the discussions. If it just goes on and on, I may decide to step down." Razali says Aung San Suu Kyi has not compromised her stance by saying she is willing to cooperate with the SPDC. "The word ‘compromise’ shouldn't be used….She has seen that the Myanmar people are far behind their neighbors in terms of development….I don't think anybody would dispute that Myanmar may be some 30 to 35 years behind Malaysia. She really wants Myanmar to catch up with that and make up for the lost time. She told me that she is prepared to cooperate with the government in anything as long as it brings direct benefit to the people and it promotes the process of democracy." During the second installment of malaysiakini’s interview with Razali, he defends his holdings in Iris Technologies and its investment in Burma saying there is no conflict of interest. Opposition and ethnic leaders have questioned his integrity since news of the joint-venture was announced earlier this year. He says that if people see a conflict of interest he will leave the post. "I would be quite happy not to be special envoy, I have other things to do in my life. I was sort of shanghaied to do this job. If they don’t think that I am the right person to do it then they can always terminate the contract." Razali, while defending Malaysian Prime Minister Mahathir Mohammed, says other Asean countries are not doing enough for Burma’s reconciliation process. "As far as the other Asean leaders are concerned, as a Malaysian or even as a UN special envoy, I am somewhat surprised that they have not expended energy to that extent….In the case of Asean, while respecting the question of non-interference strongly, it is still possible to express your view on a particular situation. After all, we have common borders. There is mobility across borders and people move from one side to the other and there is also [migrant] laborers from Myanmar. There is also the fear of HIV spread, and the fear of the movement of narcotics, whatever their place of origin. So, all Asean countries, particularly the ones physically neighboring Myanmar, have the right to make known their views and hope that there will be peace, reconciliation and economic development." November 12, 2002—Razali Ismail begins his ninth mission to Burma since taking the post in April 2000. Analysts see the five-day visit as a crucial step after Razali threatened to step down if real reforms were not taken. Razali is to meet with Aung San Suu Kyi and opposition party members and is hoping to be granted a meeting with Sr-Gen Than Shwe. November 14, 2002—A meeting takes place between Sr-Gen Than Shwe, Gen Khin Nyunt, Vice-Sr Gen Maung Aye and Razali. The meeting only lasts for 15 minutes, deflating some hopes that Than Shwe would announce some sort of planned reform. A second meeting with Aung San Suu Kyi, who is currently touring Shan State, is canceled after the short meeting with Than Shwe. Razali does not comment on what transpired during the brief meeting. Than Shwe, however, reportedly tells Razali the regime is doing all they can. The short meeting sparks a reaction from Burmese dissidents in exile, who say this shows the regime was never serious about reform. Chao Tzang Yawng-hwe, a Shan scholar, says "We can now see their true colors." November 17, 2002—A government spokesman tells The Myanmar Times that Gen Khin Nyunt had assured Razali of "Myanmar’s earnestness on political evolution." The spokesman also told the weekly: "We feel as though the process is moving forward. Such movement can only occur at a pace with which we are comfortable….Much has been achieved already this year and people have to understand the process may be slow because it is complicated." Razali says that although discussions are taking place they are not equivalent to dialogue. "I am always disappointed when there are no full results, but that’s the nature of my mission. I can’t expect good results all the time." November 18, 2002—Observers blame the continued stalled dialogue on the lack of pressure put on the regime by the international community. Kavi Chongkittavorn, from the Bangkok-based The Nation newspaper, writes in a column that "It should surprise nobody that the junta leaders in Rangoon prefer to drag their feet further….They know full well that the global community, the region in particular, probably cares less about the plight of Aung San Suu Kyi and the lack of democratic reforms in Burma since the war in Iraq and the threats from al-Qaeda networks are now the top agenda. If this trend continues, it is almost certain that the process of political reconciliation will be stalled." "To reinvigorate concerted international pressure, Thailand must take the lead by abandoning the current myopic path of backing the junta leaders…With Thailand showing concern about the political process of its most important neighbor, its friends overseas would probably become less reluctant." November 21, 2002—The regime claims to have released 115 political prisoners, the largest general amnesty since the talks began. Sources say, however, that only half of them were released because some refused to sign a document recognizing provisions of "Section 401 of the Criminal Procedure Code" that states they must serve the remainder of their sentences if rearrested for engaging in political activities. Observers note that during Razali’s last mission to Rangoon, he allegedly urged Than Shwe to release a minimum of 200 political prisoners by year’s end. Meanwhile, as some prisoners are being released, Rangoon law student Khin Maung Win, who was arrested in August for staging a political demonstration in front of Rangoon City Hall, is sentenced to seven years in prison. November 22, 2002—NLD spokesman U Lwin says the release is inadequate and that the NLD "requested that the authorities release 400 political prisoners, including prominent figures, from both the NLD and other groups". He says that 111 party members remain incarcerated, including 16 elected members of parliament. November 23, 2002—US Assistant Secretary of State James Kelly berates the regime for its inadequate attempts at fostering national reconciliation. Kelly says the generals should "hang their heads in shame" over the ongoing economic crisis. Concerning the reconciliation talks he says: "We are at the point where, absent further progress, the process that has begun may well falter, an outcome that will cause the international community to reassess again its approach to the issue of democracy in Burma….If progress remains elusive, Burma must consider the possibility that other countries may join in measures with the US, such as a ban on new investment." December 4, 2002—The Committee Representing the People’s Parliament (CRPP), an umbrella organization for opposition groups inside Burma, accepts two more political parties—including exiled Prime Minister Dr Sein Win’s party. Rangoon-based observers note the expansion of the CRPP is one of the more significant moves taken by the opposition since Burmese pro-democracy leader Aung San Suu Kyi was released from house arrest in May. SNLD leader Khun Htun Oo said the expansion of the CRPP is part of a shifting strategy by the opposition. "It's a new way to break the current political deadlock," says Khun Htun Oo. "We should see the CRPP as a negotiating token." He urges all political parties and independent MPs to join the CRPP in order to gain legal status from the regime. "The allowed expansion of the CRPP means all members are becoming semi-legal even though they were banned by authorities," adds Khun Htun Oo. December 5, 2002—Former Burmese strongman Ne Win dies in Rangoon at 91. Dissidents to diplomats say his death will have no bearing on the country’s fledgling reconciliation process. December 8, 2002—The Military Alliance Group, founded in May 1999, invites other Burmese ethnic groups to join. The group was started by the Restoration Council of Shan State, Karen National Union, Karenni Peoples Progressive Party, Chin National Front and the Arakan Liberation Party. An Alliance spokesperson said they are drawing up new military strategies and that they don’t want to see ethnic armies fighting against one another. December 10, 2002—The BBC’s Lyse Doucet speaks with Aung San Suu Kyi on Talking Point, concerning the reconciliation process and status of the country. "We are confident change will come—not as quickly as most of us would wish, but it will come," Aung San Suu Kyi says on Talking Point. She says she is hopeful that by this time next year progress will have occurred. And that "one of the most important things that has been achieved is that a number of political prisoners have been released. But there are hundreds still imprisoned for their beliefs—prisoners of conscience. Until all of them are released, I don't think we can say that we have made sufficient progress." She tells on one Burmese dissident who calls to the program that: "The important thing is that we should be unwavering in our efforts, however long it takes us and however hard the road, we must be prepared to go all the way because what we are doing is not just for ourselves but for the future generations of Burma." On sanctions: "We have not asked for further sanctions but neither have we withdrawn our support for sanctions because there is not yet political dialogue in place." "If you consider the fact that we have been struggling for 14 years and you think of countries like South Africa where the struggle went on for decades. We can't say that it is taking too long. After all what we've trying to do is to change the whole course of the future of our country and obviously that is a very difficult task and the more difficult the task the longer it tends to take…. We are not at all discouraged. We would like change to come as quickly as possible but we are determined to go on struggling until change comes and we are confident that change will come—not as quickly as most of us would wish it to come—but it will come. And I think the more we all try to make change come instead of wondering when change will come, the quicker it will come." She says that her visit to Shan State in November showed her that the country is committed to change."One of the happiest experiences of my visit to the Shan States was the realization that there is tremendous solidarity there. That although there's many, many different ethnic groups in Burma, we are all united in the desire for change. We are all united in the desire to make Burma a truly democratic union which is fit for all our peoples to live in." December 17, 2002—Sr-Gen Than Shwe, while visiting Bangladesh, allegedly promises a return to democracy, according to Bangladesh Foreign Secretary Shamser Mobin Chowdhury. The foreign secretary quotes Than Shwe as saying, "The military establishment has no intention to deny democracy to the Myanmar people, and state power ultimately belongs to the people. The present set up is a transitional arrangement." January 1, 2003—British Foreign Office Minister Mike O’Brien releases a statement expressing concern about Aung San Suu Kyi’s treatment during her travels and calling on Sr-Gen Than Shwe to enter into a "serious dialogue" with the NLD and other opposition groups. He says "Burma cannot make progress until we see a real will for political reform from the SPDC." January 2, 2003—The US criticizes the harassment of Aung San Suu Kyi by government-affiliated groups. "The United States calls on the Myanmar regime to ensure that all political parties can carry their message to the Myanmar people in safety," says US State Department spokesman Richard Boucher. "Political change is needed in Myanmar." January 4, 2003—The NLD releases a statement on the 55th anniversary of Burma’s Independence Day. It says, "Today is the most auspicious, being Independence Day and is the most appropriate time for a dialogue between NLD and SPDC." In addition to reaffirming the NLD’s commitment to talks, the statement lists conditions that must be met before their commencement. The conditions include the carrying out of the 1990 election results, convening the National Convention, drafting a constitution and monitoring aid donations for transparency. The NLD refuses to take part in an Independence Day flag-raising ceremony at People’s Park in Rangoon, calling the government-sponsored event "undemocratic." A message from Sr-Gen Than Shwe is read but it does not mention the talks between the regime and the NLD. January 8, 2003—Aung San Suu Kyi holds her year-end press conference in Rangoon. She says, "We have clearly stated that there have been no talks to date but it is not because we are not ready. It is the authorities who are not ready." When asked about a government announcement that accused her of resorting to confrontation, she replies, "Regarding your question about the diminishing chances of dialogue, I think it is best not to speculate but to look at the hard facts. How sincere are the authorities in this matter? Judge from the events that have happened." January 31, 2003—Two representatives from Amnesty International arrive in Burma and meet with Aung San Suu Kyi. The ten-day trip is the first official visit by the group. The representatives say they hope to speak to people from the government and opposition. February 6, 2003—Aung San Suu Kyi is chosen by the Freedom Forum to receive the 2002 Al Neuharth Free Spirit of the Year Award. The entire US $1 million award goes to the opposition leader, marking the first time an individual has received the entire prize amount. Suu Kyi meets with Neuharth in Rangoon and records a videotape address to be played at the awards ceremony. She declines an invitation to attend personally, saying, "I will never leave Burma until I can return to this country freely." Her son, Alexander Aris, agrees to represent her at the event. February 10, 2003—Twelve democracy supporters are arrested, including seven members of the NLD. Sai Nyunt Lwin, secretary of the Shan National League for Democracy, is also reportedly arrested for printing anti-government leaflets. February 12, 2003—UN Secretary General Kofi Annan voices his concern at the arrests of the twelve opposition party members. He reiterates his belief that national reconciliation should begin with talks between the regime and Aung San Suu Kyi. A statement released by one of his spokespeople says, "For such a constructive dialogue to move forward, the opposition parties, including NLD, should be able to engage freely in political activities in Myanmar." February 12, 2003—The Committee Representing the People’s Parliament, or CRPP, calls upon the regime to begin a dialogue with the NLD without pre-conditions. The CRPP releases its statement on the occasion of Burma’s 56th anniversary of Union Day. Aung San Suu Kyi comments on the state of the talks during a Union Day ceremony at the NLD headquarters. She says, "We, on our part, are putting all our efforts to start a dialogue for the sake of national reconciliation." She then questions the regime’s commitment to the same goal by asking if they "really want such a dialogue." In a message read during an official Union Day celebration in Rangoon, Sr-Gen Than Shwe urges Burmese to "strive in harmony, for the emergence of a state constitution that would pave the way for the building of a new discipline-flourishing democratic state." He also warns people to be aware of threats from "external and internal elements" who were "using various ways and means to constantly hinder and sabotage our development tasks." February 13, 2003—The US State Department releases a statement calling on the military government to "engage in a real dialogue on constitutional issues." The statement also reaffirms US support of the efforts of UN special envoy Razali Ismail. February 21, 2003—Aung San Suu Kyi faces jail after refusing to pay a 500 kyat (US 50 cents) fine imposed by a Burmese court. The case stems from an incident at her lakeside compound in May 2002 when Suu Kyi’s cousin punched her. The cousin, Soe Aung, filed charges against Suu Kyi because she reacted by kicking him out of the compound, where he also lived. The court ruled in favor of Soe Aung and told the opposition leader she had a choice between a week in jail or the fine. When she refused the fine, court authorities backtracked by postponing the jail sentence. Analysts in Rangoon say the decision is nothing more than an attempted smear campaign by the regime, because the charges were filed some time ago but the case not heard until today. February 24, 2003—NLD spokesperson U Lwin says the talks do not depend on mediation or advice from a third party. He speaks in reference to a statement issued by the regime to the US, which invites the Americans "to join us in open constructive dialogue toward humanitarian, economic and political development." U Lwin responded by saying, "We don’t need anybody, US or whoever, for the talks. What is important is to have a will." February 26, 2003—The Federation of Trade Unions-Burma (FTUB) releases a statement urging international organizations to suspend all forms of aid and assistance to the Burmese military government. It blames the regime for the banking crisis, saying that the "nasty catastrophe is obvious evidence that without political change and reform" the Burmese economy will remain "deplorable." Exiled workers and students who participated in 8-8-88 events formed the FTUB in 1991. March 3, 2003— Paolo Sergio Pinheiro, the UN’s special rapporteur on human rights in Burma, releases a report to be presented at the UN Human Rights Commission in Geneva. He urges the international community to drop its high expectations for transition in Burma, and instead recognize the incremental changes taking place. "The people of the country should not be held hostage to a political transition," he writes. Pinheiro also stresses that "the policy option now should be engagement, not isolation." March 6, 2003—The NLD and an ethnic Mon group in exile express concerns over the health of political prisoners. In separate statements, the groups say that long-term prisoners are suffering from disease due to food shortages and the inadequate treatment and medicine they receive in prison. March 7, 2003— Radio Free Asia’s Burmese service interviews Aung San Suu Kyi. She says the Burmese people must rise above political divisions and work together for political reform. She also reacts coolly to the junta’s recent statement calling upon the US to join talks on the country’s political development, saying "instead of inviting an external country to give advice, it would be better to start negotiations ourselves." Regarding the likelihood of talks between the NLD and the military regime, Suu Kyi asks, "Does the SPDC really have the will to have negotiations with us or not?" March 9, 2003—A piece written by Aung San Suu Kyi appears in Parade Magazine. In the piece, Suu Kyi focuses on the theme of freedom and talks of her interactions with students, women, and farmers, highlighting the desires of each group. She closes with an expression of optimism, saying the opposition is "firm in our faith that the will of the people will ultimately triumph." March 13, 2003—Dissident groups commemorate Human Rights Day of Burma. The Foreign Affairs Committee of the All Burma Federation of Student Unions and Patriotic War Veterans of Burma, both based in Thailand, issue statements urging the military regime to initiate meaningful dialogue with Aung San Suu Kyi. "Burma’s political dilemma will ease with talk," says Sai Win Kyaw of the veterans’ group. "We don’t agree with soldiers as rulers and don’t like the way the Burmese army is used as a tool to crush its own citizens." March 19, 2003—Paolo Sergio Pinheiro arrives in Burma for a week-long trip, his fifth mission since being appointed in 2000. He will reportedly be examining the lack of political prisoner releases as well as pushing for an independent assessment of allegations concerning sexual abuse of women in Shan State by the Burma Army. He is scheduled to meet with government authorities and opposition members, including Aung San Suu Kyi. NLD spokesperson U Lwin says he "is not impressed with [Pinheiro] even a little bit" and adds that the NLD "does not expect anything" from him during the visit. "We don’t see any improvements in the human rights situation since he took the position," he concludes. March 24, 2003—A senior UN official tells the Bangkok Post that the Burmese regime is going to have to provide Pinheiro with some major concessions to avoid him resigning at the end of the month, after he is due to report back to the UN in Geneva. "There is every possibility that this may be professor Pinheiro’s last visit," says the official. March 24, 2003—Pinheiro cuts his visit short after discovering a wireless microphone hidden under his desk as he interviews political prisoners in Rangoon’s Insein Prison. The junta had promised that he could go anywhere he wanted and interview anyone he chose in absolute privacy. After finding the listening device Pinheiro walks out of the prison immediately and lodges an official protest with the Burmese authorities. He tells journalists afterwards, "I think that was a very serious incident and my untimely departure is an expression of my anger and frustration." He was to stay for two more days. UN officials tell the BBC that Pinheiro hopes to return to Rangoon in May to complete his investigation. March 26, 2003—In an interview with the BBC, Pinheiro, speaking from Bangkok, reiterates a UN demand that all of the estimated 1,200 political prisoners in Burma be released by the military regime. "It is unacceptable releasing prisoners drop by drop, because this is a cruelty for the prisoners, some of which are very old," he said. He also commented on the slow pace of the reconciliation process, saying, "I didn’t see any progress. We are in a very delicate position." April 3, 2003—Aung San Suu Kyi leaves for Chin State, on her sixth trip to visit and re-open party offices outside of Rangoon since her release from house arrest in May 2002. The trip is expected to last ten days. NLD spokesperson U Lwin warns, "[Suu Kyi] might face harassment like she did on her last trip." Officials used a fire truck to disperse a crowd at a Suu Kyi speech in Arakan State in December 2002. April 14, 2003—European Union foreign ministers agree to extend sanctions against Burma for another year. They also strengthen the arms embargo and increase the number of people subject to a visa ban, saying they can find no credible reason for the regime not agreeing to a return to democracy. April 15, 2003—Burma’s ruling military government releases a statement hinting that it might be willing to engage in talks with the pro-democracy leadership. The regime says it has "complete trust" in the commitment of Aung San Suu Kyi to the "smooth and stable development" of the country. The statement adds, "It is only by working together and discussing problems in a constructive way, that the people of Myanmar can build a strong, united and developed nation." The NLD responds via spokesperson U Lwin, who says, "It is very encouraging. I really hope it expresses the genuine, sincere goodwill of the government." April 21, 2003—UN special envoy Razali Ismail tells Reuters he is frustrated by the lack of progress in the dialogue in Burma and expresses concern that he has not been invited to the country in five months. April 23, 2003—During a news conference at NLD headquarters Aung San Suu Kyi voices her strongest criticism of the regime since her release from house arrest. "They don’t want change, but change is inevitable," she says. "If the SPDC is truly interested in the welfare of this country, they should cooperate with the NLD. I’d like to ask why the SPDC doesn’t contact the NLD." Suu Kyi also tells the press that she was harassed by officials on her recent visits to supporters outside Rangoon. April 29, 2003—Razali Ismail expresses frustration with the Burmese government’s reluctance to allow him to visit the country in order to jumpstart the dialogue process. "I am perplexed and disappointed," he said during a visit to Bangkok. "I thought I was a good friend to all parties so I really cannot understand why I am being denied access." UN officials say the ruling regime has invented a stream of excuses to rationalize why it is not a convenient time for Razali to visit. Razali also comments on Aung San Suu Kyi’s recent criticisms of the junta, saying, "The dialogue now seems to be with the media, not the diplomats. The exchange should not be in the public domain but behind closed doors." A senior Western diplomat in Rangoon says that the dialogue is "becoming a war of words." May 4, 2003—Two days before the one-year anniversary of Aung San Suu Kyi’s release from house arrest, the military regime releases 18 political prisoners. Dr Salia Tun Than, a prominent retired professor, and 12 NLD members are among those set free. The junta releases a statement saying "health and humanitarian concerns" governed their choice of whom to release. It also says, "The releases are the latest in a series of efforts by the government to move Myanmar closer to multiparty democracy and national reconciliation." Almost all released were told they were prohibited from engaging in future political activities. May 6, 2003—On the occasion of the one-year anniversary of Aung San Suu Kyi’s release from house arrest, the US State Department releases a statement calling on Rangoon to make progress toward national reconciliation. It says, "It is past time for the people of Burma to enjoy basic rights and economic development. We call on the regime to take its own declarations seriously and move on towards the restoration of multiparty democracy." The statement also criticizes the regime’s treatment of prisoners and says the junta "has failed to work in good faith" with UN special envoy Razali Ismail. On the same day, Dr Myint Cho of the National Coalition Government of the Union of Burma is interviewed by Radio Singapore International. He says that the dialogue remains stalled because the regime "has no real commitment to improving human rights or bringing about political change in Burma." He is also critical of the engagement policy of the Association of Southeast Asian Nations, saying, "We believe the only language the military regime can understand is international pressure." May 6, 2003—Aung San Suu Kyi leaves Rangoon for a one-month trip to Kachin State, Mandalay and Sagaing Division. It will be her longest trip since being released from house arrest a year ago and her first visit to Kachin State since 1989. She and NLD chairman U Tin Oo plan to open several NLD offices in Kachin State. May 15, 2003—Burmese government spokesperson Col Hla Min announces that the regime has given Razali Ismail permission to return to the country. He will arrive in Rangoon on June 6 for a four-day visit, his tenth since taking the post in April 2000. May 16, 2003—The NLD convoy encounters nearly 300 members of the pro-junta Union Solidarity Development Association (USDA) just outside the Kachin State capital of Myitkyina. NLD spokesperson U Lwin tells news agencies that the group, armed with catapults and small objects such as bicycle nuts, tried to keep Aung San Suu Kyi’s vehicle from crossing a bridge into Myitkyina. "They were just showing their force, and our people suggested that they open the road," said U Lwin. "Finally they moved away." He calls the stand-off "the most serious incident" of Aung San Suu Kyi’s trip thus far. No injuries are reported. May 17, 2003—The US extends its ban on investment in Burma for another year, and refuses to lift the national emergency designation on Burma. A notice signed by President Bush said that the actions and policies of the Burmese regime "continue to pose an unusual and extraordinary threat to the national security and foreign policy of the United States, the national emergency…must continue." Burma’s military rulers respond by calling US fears of a threat from the Burmese government "odd" and "imaginary" and by asking the US join them in development efforts. May 20, 2003—Sec-1 Gen Khin Nyunt, Burma’s intelligence chief, reportedly tells Thai Foreign Minister Surakiart Sathirathai that talks between the military regime and Aung San Suu Kyi will start within weeks. Surakiart announces the news to reporters after the pair meets on the Thai-Burma border near Tachilek. The Thai minister says that Khin Nyunt told him the date of the start of talks, but he does not disclose the details. May 26, 2003—Burma’s military rulers deny reports of possible talks with the opposition. Military intelligence officer Col Than Tun tells reporters: "It could be an exaggeration by the media. I don’t think the General [Khin Nyunt] himself would have said that." On the same day, NLD spokesperson U Lwin tells the Associated Press that a dozen vehicles full of USDA members came towards Suu Kyi’s car as she was entering a village in Upper Burma, where she planned to meet supporters. According to U Lwin, USDA members shouted at the crowds through loudspeakers: "Run for your lives, or you will have to pick up your own corpses!" He adds: "This is a most serious incident. These people are very rowdy. They bully the public and are extremely unruly." May 30, 2003—The convoy carrying Aung San Suu Kyi and other senior NLD members is attacked by USDA members near Depayin Township in Sagaing Division. The regime reports that four people are killed and 50 injured. Witness accounts suggest that Aung San Suu Kyi and U Tin Oo sustained injuries and that many more people were killed. Suu Kyi and U Tin Oo are taken into what the regime calls "protective custody." All senior NLD officers are placed under house arrest, party offices are closed and the party’s phone lines are cut. June 1-2, 2003—Government leaders around the globe call for the release of Aung San Suu Kyi. Officials from the US, UK, Canada, France, Australia, Japan, Thailand and numerous other nations express concern over the detention of the opposition leader. UN Secretary General Kofi Annan says the recent events "underline the urgent need for national reconciliation" in Burma. June 5, 2003—A new bill to increase sanctions and tighten the visa ban on Burmese military officials is introduced in the US Congress. On the same day, Kyaw Win, Burma’s ambassador to Britain tells the BBC: "There is no evidence we are worried about sanctions. Not that we want them, but we are not afraid of them either because we have lived for 26 years on our own before, and we have very good neighbors around us and we can simply trade and exchange relations with our close, good neighbors. We have the two largest countries of the world on either side who are happily trading and exchanging all kinds of technical, transportation, security measures [with Burma] and we are living in harmony with all of them." June 6, 2003— UN special envoy Razali Ismail arrives in Rangoon, unsure if he will be able to meet Aung San Suu Kyi, who has been kept incommunicado at an undisclosed location since being taken into custody on May 30. June 9, 2003—Razali reports that he is likely to see jailed Burmese democracy leader Aung San Suu Kyi the following day, after intensive talks with the country’s two top junta leaders. Razali says there is a "strong likelihood" that he will be permitted to see the popular opposition leader before he completes his five-day mission to Rangoon. June 10, 2003—Razali meets with Suu Kyi in Rangoon for 30 minutes. The UN special envoy tells reporters the opposition leader was "well and in good spirits" and that there were "no scratches on her face" and that she had "no broken arm." He reports that Suu Kyi gave him her version of the Black Friday clash in Upper Burma on May 30. "Now we have to work for her release from protective custody," he says. June 11, 2003—The US Senate votes 97-1 to approve a new set of sanctions against Burma. If passed by the US House and signed by President Bush, the bill would ban imports of anything mined, made, grown or assembled in Burma; freeze Burmese government assets held in the United States; bar former and present leaders, their families and close associates from traveling to the US; and require the Treasury Department to oppose World Bank or International Monetary Fund loans. June 16, 2003—The Association of Southeast Asian Nations breaks with a longstanding policy of not interfering in the internal affairs of member states and criticizes Burma over Suu Kyi’s detention. "All of us in Asean wish that Aung San Suu Kyi will be free to be able to do what she would like to do," Asean Secretary General Ong Keng Yong told reporters during a two-day meeting of Asean foreign ministers in Phnom Penh. June 18, 2003—Aung San Suu Kyi spends her 58th birthday in detention. British Foreign Officer Mike O’Brien tells the BBC she is being held in the notorious Insein Prison, outside Rangoon. He does not elaborate how he discovered her exact whereabouts. Supporters worldwide mark Suu Kyi’s birthday with protests calling for her release. June 25, 2003—Japan freezes all foreign aid to Burma to punish the military government for its detention of the opposition leader. The move comes two days after Senior Vice Foreign Minister Tetsuro Yano returned from a mission to Rangoon, hoping to secure Suu Kyi’s release. Japan is Burma’s largest aid donor. July 5-8, 2003—The state-run New Light of Myanmar runs a four-part series of articles criticizing Suu Kyi and the NLD. July 15, 2003—The US House of Representatives votes 418-2 to pass its version of the economic sanctions bill on Burma. The military rulers in Rangoon describe the measures as "weapons of mass destruction." Their official statement says sanctions threaten needed jobs and stop the flow of ideas. Mid-July, 2003—Burmese envoys are sent to China, Bangladesh, Pakistan, Thailand, India, Philippines, Brunei, Malaysia and Japan, carrying letters that accuse democracy activists of trying to overthrow the government. July 17, 2003—Thailand proposes a "road map" for democratic change in Burma. No details of the plan are given, but Thai Foreign Minister Surakiart Sathirathai says he proposed the idea during meetings with the junta. Surakiart says Bangkok would "like to see a clear cut plan that Myanmar announces to the world on its process to democracy, when it will release Suu Kyi and when it will have a constitution." Members of the military government do not comment on the plan. July 20, 2003— Malaysian Prime Minister Mahathir Mohamad warns that Burma might have to be expelled from Asean if the junta continues to detain Suu Kyi. Speaking in an interview with Agence France-Presse, Mahathir says: "We will have to examine every avenue before we can take such drastic actions…We are thinking about ourselves as Asean, we are not criticizing Myanmar for doing what is not related to us, but what they have done has affected us, our credibility." July 24, 2003—Foreign ministers from Europe and Asia release a statement saying Burma should release Suu Kyi immediately and resume efforts towards democracy. The statement is issued after the Asia-Europe Meeting in Indonesia. July 26, 2003— A commentary published in all three of Burma’s state-run newspapers says the country was deprived of a parliamentary democracy because Suu Kyi’s National League for Democracy withdrew from a constitution-drafting process in 1995. If the NLD had not walked away, "there would not have been any political conflict, no problem of political prisoners, nor any refugee problem and a new constitution could have emerged since 1995-96 and so would have the parliamentary democratic administration," says the article. July 27, 2003—Burmese Foreign Minister Win Aung tells reporters upon arriving in Indonesia, "I can’t see a timeframe" for releasing the detained opposition leader. July 29, 2003— US President George W Bush signs the Burma Freedom and Democracy Act of 2003, enacting a host of sanctions aimed at promoting democracy in Burma and securing the release of Suu Kyi. The new law bans all Burmese imports to the US and freezes the US assets of Burmese officials and bans remittances to Burma. It also asks US representatives to vote against any major international loans to Burma, and expands visa restrictions to family members of high-ranking government officials and members of the Union Solidarity Development Association. July 31, 2003— UN special rapporteur on human rights to Burma, Paulo Sergio Pinheiro, says his mandate may be in jeopardy unless the junta makes more progress on human rights. Pinheiro makes the comments during an interview with Radio Free Asia’s Burmese service. The continued detention of Suu Kyi and hundreds of other political prisoners complicates his discussions about improving human rights. "If I don’t see any development in the [political prisoner] situation, I will be obliged to revise my commitment to this mandate," Pinheiro says. August 21, 2003—China’s State Councilor Tang Jiaxuan says his country’s leaders believe the domestic situation in Burma is an internal affair and the Chinese disagree with foreign interference in the matter. He makes the comments after meeting with Deputy Sr-Gen Maung Aye. August 25, 2003—The ruling SPDC reshuffles its cabinet positions. Gen Khin Nyunt replaces Sr-Gen Than Shwe as Prime Minister. Than Shwe remains head of the armed forces and the ruling junta. Rangoon-based diplomats say it is unclear what impact the reshuffle will have on the detention of democracy leader Aung San Suu Kyi. August 28, 2003—US sanctions on Burma take effect. August 30, 2003—In his first public speech as Prime Minister, Gen Khin Nyunt spells out "The Road Map of Myanmar" designed by the ruling junta. The seven-point plan calls for reconvening the National Convention, drafting a new constitution and holding free and fair elections. No timetable for its implementation is given, but in his speech he warns, "It is very difficult to change overnight into a democratic state." He also blames the NLD for the collapse of the National Convention in 1996, saying: "The NLD turned away from the political path and took the attitude that it would do whatever it liked. Because of this, democracy, which was almost at hand, has become distant again." August 31, 2003—The US releases a statement saying it has learned that Suu Kyi was on a hunger strike "to protest her illegal detention by [the] military regime." It includes no other details about her condition and does not identify the source of the information, saying only that it came from "credible reporting from our embassy." September 1, 2003—The Burmese Foreign Ministry responds to the hunger strike claim by calling it "groundless." Its statement calls the US claim about Suu Kyi "an attempt to overshadow recent political developments in Burma, in particular the road map to democracy." September 6, 2003—Officials from the International Committee of the Red Cross visit Suu Kyi to verify the US State Department report that she is refusing food. After meeting for about an hour, Red Cross officials confirm that the pro-democracy leader is "well" and not on a hunger strike, but refuse to release details of her location. September 8, 2003—UN special envoy Razali Ismail abandons plans to visit Burma in mid-September. He urges the international community to give the military rulers more time to implement their new road map. Razali’s statement says the plan is the "right thing to do," and adds that Khin Nyunt deserves a chance to accomplish his goals. "We hope that this proposal is the precursor, the beginning of a healing process that will bring about the release of Aung San Suu Kyi and other parties," he says. Information compiled from The Irrawaddy archives, wire services and UN reports. UPDATED IN FEBRUARY 2004 http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=136d5fb8fc3b4634b37d4dcd66543d33&docid=1eaeab3fb23a4eae92aecc8717067e26 Sun, 16 Mar 2008 20:37:04 GMT 9bedaada056245a2819cbd7dca3e4984 Risposta a interrogazione parlamentare da parte del Sottosegretario On. Boniver, su situazione in Birmania 2008-03-16T21:35:16.9430000+01:00 Seguono le interrogazioni 3-01648 , 3-01756 e 3-01949 sulla situazione politica in Birmania. Il rappresentante del Governo ha facoltà di rispondere a tali interrogazioni. BONIVER, sottosegretario di Stato per gli affari esteri. Signor Presidente, sono molto grata al senatore Martone, che mi dà l’opportunità di rispondere in modo spero puntuale ai numerosi quesiti che egli pone (tra l’altro, ho visto che un’interrogazione è addirittura di giugno dell’anno scorso). L’Italia, a livello sia bilaterale che multilaterale, cioè nell’ambito delle Nazioni Unite e dell’Unione Europea, guarda con costante e quotidiana attenzione alla questione birmana, avendo ripetutamente richiesto a quel regime il rispetto dei fondamentali diritti umani ed un reale processo di democratizzazione, nonché, fino a pochi giorni dopo l’ulteriore arresto, avvenuto nel maggio 2003, con forza, la liberazione del Premio Nobel signora Aung San Suu Kyi, agli arresti domiciliari oramai da un decennio. Il Governo italiano ha adottato numerose iniziative internazionali nei confronti della Giunta militare, che, come tutti sanno, governa la Birmania ininterrottamente dagli anni Sessanta. In ambito europeo, l’Italia ha contribuito direttamente, fin dal 1996, all’adozione di quella posizione comune dell’Unione Europea sulla Birmania che è stata ripetutamente modificata, rinnovata e, da ultimo, inasprita con ulteriori misure sanzionatorie in vigore dal 25 ottobre 2004. All’ONU, l’Italia partecipa al Gruppo di lavoro informale sulla Birmania presso il Segretario generale e mantiene regolari contatti con il Rappresentante speciale del Segretario generale per la Birmania, il malesiano ambasciatore Razali Ismail, sostenendo attivamente il suo operato. L’Italia continua a fornire, inoltre, il proprio sostegno all’Organizzazione internazionale del lavoro e a condannare l’uso del lavoro forzato da parte della Giunta birmana. Abbiamo, inoltre, partecipato regolarmente alla redazione della risoluzione sulla Birmania presentata dall’Unione Europea in sede di Commissione dei diritti umani. Anche sul piano bilaterale il Governo svolge un ruolo attivo. Nei contatti che ho avuto, ho sempre inserito nei dialoghi politici la questione birmana, che è sempre stata molto preminente; questi contatti sono, come lei può immaginare, pressoché quotidiani. Nel dicembre 2003 io stessa ho rappresentato l'Italia alla riunione - cui hanno partecipato esponenti del Governo di Yangon - del "Bangkok Process", tentativo di soluzione diplomatica della questione promosso dal Governo tailandese, che purtroppo non ha però avuto alcun successo. Nel 2004, nel corso delle mie missioni nel Sud-Est asiatico, ho avuto numerosi colloqui su tale questione con l'ambasciatore Razali, con i Ministri degli esteri della Thailandia, della Malaysia, del Vietnam e delle Filippine e con esponenti del Parlamento e del Governo in esilio birmano, nonché consultazioni dirette con i miei omologhi europei. Proprio due giorni fa, durante i lavori per l'apertura della sessione della Commissione per i diritti umani di Ginevra, ho parlato della questione in un colloquio con Louise Harbour, Alto commissario per i diritti umani delle Nazioni Unite; ne ho parlato anche ieri con il segretario generale della CISL Pezzotta per vedere cosa ulteriormente si possa immaginare di fare per smuovere una situazione che sembra veramente incancrenita. Relativamente alla questione degli arresti domiciliari del premio Nobel Aung San Suu Kyi, il Governo italiano chiede quotidianamente la liberazione della signora. Come è noto, ella rimane sottoposta ad un intenso regime di custodia e di sorveglianza che la isola praticamente non soltanto dal mondo, ma anche dal suo partito, l'NLD (National League for Democracy), che è stato escluso dal processo di democratizzazione che la Giunta militare del Myanmar ha timidamente riaperto a partire dal 17 febbraio di quest'anno. Le uniche visite che le sono concesse, e che ad ogni modo sono ristrette, sono quelle del suo medico personale. In occasione del Vertice UE-ASEAN di Jakarta del 9-10 marzo 2005, ho personalmente svolto un intervento nel quale ho nuovamente sollecitato l'immediata liberazione della leader politica, ribadendo l'esigenza non più rinviabile di includere nel lento e difficile processo di democratizzazione birmana l'NLD. Questa nostra azione a favore del rispetto dei diritti umani in Birmania si lega strettamente alla costante attenzione con la quale la comunità internazionale nel suo complesso, salvo rarissime eccezioni, continua a seguire la questione. Il 16 novembre scorso, al termine di un processo negoziale condotto dalla Presidenza olandese dell'Unione Europea, è stata adottata all'unanimità dalla Terza Commissione dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite la risoluzione di iniziativa comunitaria sulla situazione dei diritti umani in Myanmar. Constatata l'assenza totale di miglioramenti sul terreno, ma anzi constatando il continuo deterioramento della situazione circa il rispetto dei diritti fondamentali in quel Paese, l'Unione Europea ha deciso di presentare anche quest'anno una risoluzione di condanna del Myanmar alla 61a Commissione per i diritti umani di Ginevra, attualmente in fase di svolgimento. Della situazione dei diritti umani in Myanmar hanno parlato il 3 marzo scorso a Bruxelles Javier Solana e Razali. Il 18 novembre scorso, invece, la Giunta militare del Myanmar ha annunciato l'inizio del rilascio di circa 4.000 detenuti; nessun dettaglio è stato fornito sull'identità degli stessi o sulla data di conclusione dei rilasci. Non è noto, ad esempio, se verranno rilasciati dei detenuti politici. Secondo quanto riferiscono i capi missione dell’Unione Europea accreditati a Yangon (già Rangoon), il perdurante reclutamento ed impiego dei bambini-soldato nelle forze militari e in alcuni gruppi armati continua a costituire un problema di vastissima proporzione nel Paese, come ha sottolineato anche il Comitato per i diritti del fanciullo. Con riferimento al fenomeno dell'utilizzo del lavoro forzato da parte delle autorità civili e militari birmane, il 23 febbraio scorso la delegazione di alto livello della ILO ha deciso di interrompere la visita nel Paese, ritenendo che mancassero le condizioni necessarie per continuare i colloqui con il capo del regime, il generale Than Shwe. In occasione del quinto Vertice dei Capi di Stato e di Governo dell'ASEM di Hanoi, che si è svolto dal 7 al 9 ottobre dell'anno scorso, l'attenzione europea si è concentrata sulla presenza della Birmania, rappresentata - come era stato auspicato dall'Unione Europea - ad un livello inferiore rispetto a quello di Capo di Stato e di Governo. Proprio il problema della presenza del Governo di Yangon al vertice di Hanoi ha acceso un dibattito politico tra i Paesi dell'Unione che ha portato ad un ulteriore inasprimento delle posizioni e quindi delle misure sanzionatorie nei confronti della Birmania, ma senza successo. La perdurante situazione di grave violazione dei diritti umani e la detenzione continuata di Aung San Suu Kyi hanno confermato la grande e crescente preoccupazione europea per l'assenza totale di progressi da parte del regime di Yangon. La Presidenza di turno dell'Unione, pur sottolineando l'importanza del dialogo euroasiatico, ha ricordato come la Birmania non abbia soddisfatto in tempo per il Vertice le condizioni indicate dai Ministri degli esteri europei. Di conseguenza, sono state adottate nuove misure restrittive nei confronti dei militari birmani. Più recentemente, nel corso di un incontro che si è svolto a livello di alti funzionari a Jakarta, la Presidenza lussemburghese ha ribadito la preoccupazione con cui in Europa si guarda agli sviluppi della situazione interna birmana e ha nuovamente invitato le autorità di Yangon ad offrire la massima cooperazione all'inviato speciale Razali, che non può mettere piede in Birmania da molti mesi, nonché alle agenzie dell'ONU impegnate nel Paese. Da parte europea la liberazione del premio Nobel e la piena partecipazione della National League for Democracy alla Convenzione nazionale sono state confermate come la condicio sine qua non per rivedere la politica dell'Unione Europea nei confronti del regime di Yangon. Nel colloquio a livello di alti funzionari, il funzionario che rappresentava il Governo birmano ha definito Aung San Suu Kyi una minaccia per la sicurezza della Birmania. Venendo ai singoli quesiti contenuti nell'interrogazione 3-01756 , desidero far presente quanto segue. In relazione alla posizione della delegazione italiana, ricordo che nella fase preparatoria del vertice ASEM l'Italia si è sempre espressa a favore della prosecuzione del dialogo euroasiatico, compatibilmente con la posizione comune dell'Unione europea. In riferimento all'eventuale coinvolgimento di aziende italiane in Birmania, il Ministero degli esteri non è a conoscenza di alcuna azienda italiana al momento impegnata, direttamente o indirettamente, nel Paese. Affinché la giunta militare birmana adempia alle richieste europee, i Ministri degli affari esteri dell'Unione, nel corso del Consiglio affari generali e relazioni esterne dell'11 ottobre dell'anno scorso, hanno deciso di inasprire le misure sanzionatorie mediante: l'estensione dell'elenco dei membri della Giunta ai quali è oggi negato il visto di ingresso in Europa; il divieto per le imprese europee di finanziarie le imprese birmane di proprietà dello Stato; ulteriori misure per penalizzare l'esportazione illegale di legname dalla Birmania; l'incremento dell'assistenza dell'Unione alla popolazione birmana, con programmi definiti di concerto con la società civile e con gruppi quali la National League for Democracy, gestiti da ONG o agenzie delle Nazioni Unite. Tutte queste decisioni sono state formalizzate nella nuova posizione comune adottata il 25 ottobre dell'anno scorso. Alla luce di quanto sopra indicato, non si ritiene opportuno, al momento, prendere in considerazione l'adozione di ulteriori sanzioni economiche. Da sempre però l'ASEM, compresi i rappresentanti di Paesi asiatici, sostiene l'importanza di un dialogo tra autorità, partiti politici e minoranze birmane, così come ha sempre sostenuto il ruolo dell'inviato speciale di Kofi Annan, l'ambasciatore Razali, nel facilitare il dialogo tra di esse. Non si è a conoscenza di una task force in ambito ASEM per la Birmania, anche perché difficilmente otterrebbe il necessario consenso di tutti gli Stati membri. Si pensa, evidentemente, ad alcuni tra gli Stati membri dell’ASEAN. Nei confronti della Birmania l'Italia ha deciso, fin dal 1996, di coordinarsi con gli altri Paesi dell’Unione Europea per esprimere una politica unitaria, concretizzata in una posizione comune. E' questo il quadro politico-normativo entro il quale l'Italia si muove nei confronti del Paese asiatico. La Presidenza dell'ASEAN è esercitata a rotazione annuale dagli Stati membri dell'Associazione. Non è pertanto facoltà del Governo italiano rifiutarla. Non saranno in ogni caso risparmiate iniziative nei confronti dei Paesi ASEAN affinché questi esercitino pressioni sulla Giunta militare birmana volte ad ottenere cambiamenti sostanziali, prospettando anche possibili conseguenze negative sulle relazioni UE-ASEAN in caso di mancato miglioramento della situazione. E’ stata una piacevole sorpresa vedere che molti dei leaders dei Paesi dell’ASEAN, a ridosso dell’ultimo arresto del premio Nobel Aung San Suu Kyi, avevano espresso la più viva condanna. È una novità assoluta rispetto alla cosiddetta regola della non interferenza negli affari interni dei Paesi membri dell’ASEAN. Anche ciò, purtroppo, non ha ottenuto alcun tipo di reazione positiva. Infine, in sede ONU l'Italia sostiene fermamente la necessità che l'inviato speciale ambasciatore Razali torni ad avere libero accesso in Birmania. Nel caso della riunione del "Bangkok Process" avevo fatto una proposta al rappresentante birmano -che ascoltava con attenzione, anche se naturalmente non ha mai dato una risposta - affinché l’ambasciatore Razali potesse ottenere una sorta di visto permanente di ingresso in Birmania. Anche questo è stato negato. In risposta all'interrogazione 3-01949, desidero sottolineare che non risulta concluso un accordo italo-birmano per importazione diretta di legname pregiato. Quanto riportato dall'agenzia di stampa cinese Xinhua News non trova, infatti, riscontro in intese formali o informali tra i Governi dei due Paesi. L'esportazione di legname da Myanmar verso l'Italia avviene sulla base di regolari trattative commerciali tra privati imprenditori, attività del resto non vietata dalla Posizione comune dell’Unione europea. Le importazioni italiane di legname da Myanmar nel corso del 2003 sono state alquanto modeste, ammontando a circa l’uno per cento del totale del legname importato dal nostro Paese. Nei primi sei mesi del 2004, infine, non risultano importazioni di legname dal Myanmar. Il Governo condivide la preoccupazione della comunità internazionale in merito alla deforestazione indiscriminata in atto in Myanmar; apprensioni sono state recepite dal Consiglio dell’Unione europea, il quale ha a sua volta incaricato la Commissione di predisporre iniziative volte ad assicurare uno sfruttamento sostenibile delle risorse naturali. A tale proposito, la Commissione europea ha messo a punto un piano d'azione nel settore forestale - FLEGT-Forest law enforcement, governance and trade - per combattere più efficacemente il fenomeno del cosiddetto illegal logging. Nel corso della sessione del Consiglio agricoltura e pesca dell’Unione Europea, tenutosi il 24 gennaio 2005, la Presidenza ha espresso l'auspicio di giungere ad un accordo sulla proposta concernente l'importazione di legname nell'Unione Europea (FLEGT), che prevede l'introduzione di un sistema di concessione su base volontaria di licenze per le importazioni. Come vede, senatore Martone, tutto ciò che potesse essere fatto dal punto di vista politico, diplomatico e sanzionatorio, è stato fatto. Rimane, francamente, la frustrazione dell’intera comunità internazionale nei confronti di un Paese, ormai completamente isolato sul piano politico-diplomatico sulla scena internazionale, che persiste tuttavia quotidianamente nella sua durissima politica di repressione dei più fondamentali diritti dei lavoratori, dei cittadini e naturalmente anche di Aung San Suu Kyi. MARTONE (Verdi-Un). Domando di parlare. PRESIDENTE. Ne ha facoltà. MARTONE (Verdi-Un). Ringrazio il sottosegretario Boniver per la sua disponibilità a discutere in Parlamento della posizione italiana nei rapporti tra la Birmania e l’Unione Europea. Questo spiega che spesso e volentieri le interrogazioni non sono intese come avente carattere sanzionatorio e censorio, ma anche quale opportunità di discussione e di dialogo politico, soprattutto su una questione su cui ci sentiamo uniti da una comune preoccupazione. Ricordo che questo Parlamento discusse, ben un anno e mezzo fa, alcune mozioni sulla Birmania, che riguardavano la liberazione di Aung San Suu Kyi, ma stranamente non furono mai poste in votazione. Vorrei quindi esortare la Presidenza e l'Aula a cercare di recuperare questo ritardo abbastanza singolare e mettere all'ordine del giorno la votazione di quelle mozioni. Ritengo sia un fatto veramente importante, perché può veramente contribuire ad appoggiare ciò che il Governo italiano e l'Unione Europea stanno cercando di fare rispetto ad una situazione che, oggi come in passato, di fatto sembra essere senza via d'uscita. La situazione si è andata aggravando ulteriormente dopo il colpo di Stato del 19 ottobre 2004, con l'allontanamento del generale Khin Nyunt, il quale aveva a suo tempo cercato di dare vita ad una Convenzione nazionale, che però, pur essendo stata riconvocata anche di recente, non dà alcuna garanzia di una svolta democratica: l'LND e gli altri partiti prodemocrazia la boicottano, anzi non sono neanche invitati; per la verità, non hanno alcuna voce in capitolo. La bozza di Costituzione che i generali hanno messo insieme, di fatto, esclude ogni obbligo legale nei confronti dei militari, il Parlamento che vorrebbero costituire è nella sostanza limitato. La proposta dell'SPDC non ha alcun limite temporale, gli attori chiave dell'ipotesi di soluzione democratica della crisi birmana sono esclusi, la road map è di fatto fissata unilateralmente dai generali. Risulta, pertanto, evidente, che sia il processo di Bangkok sia questa road map e questa Convenzione nazionale proposte dalla Giunta birmana non hanno alcuna possibilità d'imprimere una svolta alla situazione. Ora è avvenuto un fatto nuovo, poiché qualche settimana fa si è riunita in quel Paese per la prima volta un'ampia coalizione di forze democratiche, che ha messo a punto un programma generale condiviso - fatto singolare, perché in passato c'erano addirittura diverse road map alternative proposte da alcuni gruppi etnici e dalle forze di opposizione democratiche birmane in esilio - e unitario, che ha fissato una serie di processi per promuovere un'unione federale basata su un dialogo tripartito. Riteniamo opportuno che il Governo italiano possa sviluppare iniziative a sostegno di questo processo, che racchiude alcuni princìpi importanti anche per il futuro della Birmania e della sicurezza di tutta la regione. Si parla, infatti, di uguaglianza, di autodeterminazione, dell'ipotesi di uno Stato federale, di riconoscimento di diritti delle minoranze, di democrazia, di parità dei sessi, di rispetto dei diritti umani, del principio della laicità dello Stato e della creazione di un sistema democratico multipartitico. È evidente che questo strumento per essere credibile e praticabile ha bisogno di opportunità e di pressione politica. Aspettiamo, quindi, anche la decisione del Board, del consiglio di amministrazione dell'OIL, che si riunirà la prossima settimana e che aspetterà fino all'ultimo una reazione da parte del Governo birmano rispetto all'inaccettabile limitazione della libertà di movimento della delegazione OIL, che già la sottosegretario Boniver ha ricordato. Auspichiamo ci possa essere, per lo meno, una presa di posizione, come tante altre in passato, che continui a riaffermare la preoccupazione della comunità internazionale, ma anche ad identificare alcune ipotesi alternative. Ricordo, tra l'altro, che c'è anche una discussione in ambito internazionale sulla possibilità che tutta la questione birmana possa essere portata all'attenzione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. Condivido, quindi, le preoccupazioni della sottosegretario Boniver e auspico una svolta che, ad oggi, nei fatti, è veramente molto complicata. Mi auguro, però, anche che vada in porto questo processo innovativo che l'opposizione democratica birmana sta mettendo in campo. Vorrei ricordare che la proposta del National Council of the Union of Burma (NCUB) prevede, grosso modo, anche la partecipazione dei militari in questo negoziato. Si tratta quindi di una dimostrazione di buona volontà e di dialogo, ma la risposta a questa situazione non può continuare ad essere elusa per sempre. Confermo, inoltre, la mia soddisfazione nei confronti dell’operato del Governo italiano ed auspico anche una presa di posizione più dura nel caso l’OIL decidesse un inasprimento delle sanzioni. Per quanto riguarda poi l’importazione di legname, la proposta flegt dell’Unione Europea, sebbene sembri andare verso una direzione giusta, ha dei limiti, poiché di fatto ha un carattere volontario, mentre noi pensiamo che, soprattutto per quanto riguarda l’importazione di legname proveniente da aree di conflitto, quindi legname insanguinato o comunque proveniente da aree in cui i diritti umani vengono violati, essa dovrebbe essere sottoposta a controlli molto più stringenti, non soltanto volontari, ma più vincolanti. È vero anche che l’importazione di legname proveniente dalla Birmania in Italia sta registrando un decremento, però questo non significa certamente abbassare la guardia. http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=136d5fb8fc3b4634b37d4dcd66543d33&docid=9bedaada056245a2819cbd7dca3e4984 Sun, 16 Mar 2008 20:35:16 GMT 5825a5cbbd484f088b286bfbf01f12b2 Dichiarazione NCGUB per sostegno ASEAN Il Governo in esilio accoglie positivamente l'appello dei leader dei paesi ASEAN e la decisione di inviare una delegazione ASEAN 2008-03-16T21:30:40.4300000+01:00 Governo di Coalizione Nazionale dell’Unione Birmana (NCGUB) Comunicato Stampa Il NCGUB esprime il proprio apprezzamento per il sostegno dell’ASEAN nella soluzione della crisi politica in Birmania 12 dicembre 2005 Accogliamo positivamente l’appello dei leader del Sudest Asiatico alla Birmania affinché proceda rapidamente verso le riforme democratiche e rilasci i detenuti. Esprimiamo inoltre apprezzamento per la prevista visita in Birmania da parte della missione dell’ASEAN con l’obiettivo di valutare le misure adottate dal paese verso la democrazia ed il rilascio di Daw Aung San Suu Kyi, come indicato nella dichiarazione del Presidente dell’ASEAN rilasciata a conclusione del vertice annuale ASEAN di Kuala Lumpur. Noi del movimento per la democrazia birmana ci consideriamo da sempre parte della famiglia del Sud-Est Asiatico, ritenendo che il nostro destino si collochi all'interno della comunità delle nazioni del Sud-Est Asiatico, con le quali condividiamo profondi legami storici. Per questa ragione assegniamo un grande valore alla cooperazione regionale come elemento di importanza vitale affinché il paese progredisca verso la democrazia. Siamo quindi grati dell'attenzione speciale rivolta dai leader dell’ASEAN nei confronti della mancanza di progressi nel processo di democratizzazione e riconciliazione nazionale. I paesi dell’ASEAN possono vantare una vasta esperienza di contributi positivi al ristabilimento della pace, alla riconciliazione nazionale e alla costruzione di processi di transizione democratica nei paesi della regione dilaniati da conflitti profondamente radicati. La soluzione politica pacifica in Cambogia ha costituito l'esempio principale del successo della cooperazione regionale con le Nazioni Unite nella soluzione dei conflitti e a favore della pace. La transizione a Timor Est ed il recente successo dell’accordo di pace ad Aceh costituiscono ulteriori e rilevanti esempi di cooperazione tra uno Stato membro e l'organizzazione regionale nella soluzione dei conflitti. Riteniamo che grazie ai suoi importanti successi l’ASEAN possa fornire un importante contributo anche alla soluzione del conflitto in Birmania. A tale proposito esprimiamo soddisfazione per la prevista visita in Birmania del Ministro degli Esteri della Malesia in qualità di Presidente del Comitato Direttivo dell’ASEAN e per l’annunciato incontro con Daw Aung San Suu Kyi. Intendiamo ribadire con forza la nostra convinzione che una Birmania democratica possa costituire un membro affidabile dell’ASEAN nelle sue attività per lo sviluppo della regione, il rafforzamento della sicurezza e la realizzazione della Vision 2020 dell’ASEAN. Cogliamo anche l’occasione per esprimere il nostro apprezzamento nei confronti delle Filippine per lo sforzo compiuto alle Nazioni Unite, in particolare presso il Consiglio di Sicurezza, per favorire la soluzione della crisi politica in Birmania. http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=136d5fb8fc3b4634b37d4dcd66543d33&docid=5825a5cbbd484f088b286bfbf01f12b2 Sun, 16 Mar 2008 20:30:40 GMT d85f7c65ffaa455a94ad1dbc27694e9c Le organizzazioni democratiche birmane approvano la bozza di costituzione federale 2008-03-16T21:14:57.0530000+01:00 Dal 6 all'8 aprile si è tenuta nel Campo di Lawkheela, , sotto il controllo della National karen Union nella Birmania orientale, vicino alla Tailandia, una conferenza per approvare una bozza di costituzione federale che garantisce la democrazia, la parità tra le nazionalità e l'autodeterminazione. La conferenza consultiva ha visto la partecipazione di 101 rappresentanti di 59 organizzazioni per la democrazia in esilio, compresa la United Nationalities League for Democracy, il National Coalitio Government of the Union of Burma, (NCGUB) e il National Council of the Union of Burma (NCUB). il portavoce del Comitato di coordimanentoper la stesura della Costituzione Federale, Dr. Linag H. Sakhong ha dichiarato a DVB che la costituzione è stata scritta poichè le origini della crisi politica e della guerra civile che dura da 50 anni in Birmania sono causate da una crisi costituzionale. I"in particolare i problemi dei gurppi etnici nazionali che prendono le armi, sono collegati alla questione della costituzione del paese. per cui in modo da risolvere questo problema, crediamo che il metodo di stendere una bozza di base della costituzione è molto importante" "noi vogliamo costruire un paese democratico. Vogliamo dare la parità a tutte le nazionalità etniche. dare a tutti gli stati l'autodeterminazione e porre fine alla violazione persistente dei diritti umani nel nostro paese. per cui la costituzione è stata scritta con l'obiettivo che dovrebbe essere di aiuto per la costruzione della democrazia e della pace. "Poichè la bozza di costituzione è stata scritta a beneficio del popolo birmano e del paese, sarà presentata al popolo birmano e alle organizzazioni internazionali utilizzando tutti i mezzi disponbili" ha dichiarato il portavoce. http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=136d5fb8fc3b4634b37d4dcd66543d33&docid=d85f7c65ffaa455a94ad1dbc27694e9c Sun, 16 Mar 2008 20:14:57 GMT 77a8b6cd0bbd4d1aa33e125d019c23d2 Intervento del Primo Ministro del govrno birmano in esilio Dr. Sein Win al Forum di consultazione strategica promosso dalla CISL a Torino 2008-03-16T20:47:50.0230000+01:00 Sostenere la democratizzazione in Birmania Dr. Sein Win Primo Ministro Governo Nazionale di coalizione dell'Unione della Birmania Forum di consultazione strategica con i capi delle organizzazioni democratiche birmane, i capi etnici e i membri del Parlamento dell'Unione della Birmania con il cortese supporto della CISL, Confederazione Italiana Sindacati dei Lavoratori, e L'ISCOS-CISL Piemonte e la Compagnia di San Paolo, Torino 10 Luglio 2006 Onorevole Vicepresidente della Commissioni Affari Esteri del Senato, Sig Mario Scotti, Segretario Generale della CISL Regione Piemonte, e Membri della CISL, Illustri ospiti, Signore e Signori, E' un grande onore per me essere qui con voi oggi all'ILO International Training Center delle Nazioni Unite. Da parte del Governo Nazionale di coalizione dell'unione della Birmania (NCGUB) e dei miei compagni membri del Parlamento in esilio, lasciatemi esprimere il mio profondo apprezzamento alla gente di Torino, e all'Italia in generale, per la loro calorosa ospitalità, al Parlamento Italiano, in particolare a S.E. Senatore Giorgio Tonini, per il leale supporto al movimento per la democrazia in Birmania, e ai nostri amici e membri della CISL, in particolare il Dipartimento Internazionale, (nella persona di) Cecilia Brighi e Lara Santilli, senza cui questa importante conferenza non sarebbe stata possibile . Signore e Signori, permettetemi di illustrare brevemente la situazione attuale in Birmania prima di discutere le attività future del NCGUB finalizzate alla democratizzazione nel mio paese. Attualmente l'economia birmana è in rapido declino, in quanto i generali birmani continuano a perseguire le loro erronee linee di politica. Dal declino economico è derivato un crescente malcontento; il trasferimento nella nuova capitale ha, inoltre, disturbato la vita familiare degli impiegati statali e la popolazione, incluso i giovani ufficiali e i bassi ranghi dei Servizi di Difesa, che sono stati colpiti dall'innalzamento dei prezzi delle materie prime. Al fine di una risoluzione di questo problema, il regime militare, senza nessuna preparazione o precauzione, ha deciso di aumentare i salari di tutto il personale dell'Amministrazione Statale da Aprile 2006. I livelli salariali sono stati aumentati da 5 fino a oltre 12 volte rispetto ai vecchi tassi, con il risultato che il personale dei Servizi della Difesa riceve aumenti più alti dei lavoratori civili. Come conseguenza di questa situazione, i prezzi delle materie prime si sono impennati da 30 al 40 per cento non appena a Marzo si è divulgata la notizia che ci sarebbe stato un aumento dei salari. Il personale dell'Amministrazione Statale, i cui tassi salariali erano ancora quelli vecchi, è stato colpito duramente dal rialzo improvviso dei prezzi. I prezzi, adesso molto più alti rispetto a quando l'aumento delle paghe è stato annunciato, hanno annullato qualsiasi beneficio i lavoratori avessero anticipato dai nuovi livelli salariali. I recenti aumenti salariali hanno, inoltre, escluso sia i pensionati che i reduci di guerra; le loro magre pensioni sono dunque insufficienti a coprire le spese mensili e per sopravvivere devono appoggiarsi ai già vessati membri familiari. Ciò che rende la situazione peggiore, è che dopo l'annuncio dell'aumento dei salari, l'esercito ha interrotto l'erogazione di sussidi a favore del personale dell'Amministrazione Statale, motivando questa scelta con il fatto che con l'incremento dei salari i sussidi non erano più necessari. Il personale dell'Amministrazione Statale non gode più di sussidi quali: riso, olio, tariffe elettriche speciali ed altro. Al fine di alleggerire il peso dell'incremento salariale per il quale il regime spenderà circa 1000 miliardi di kyats mensili, i generali hanno aumentato, inoltre, di otto volte i prezzi del petrolio e le tariffe elettriche di 10 volte, raddoppiando contemporaneamente le tasse e aumentando i prezzi delle licenze di lavoro, tasse per l'acqua, e così via. A tutto il personale dell'Amministrazione Statale è inoltre richiesto di risparmiare obbligatoriamente il 10 o 25 per cento (dipende dai ministeri) dei loro guadagni, somma che viene automaticamente detratta dagli stipendi. Come conseguenza di questo errore grossolano, nella misura in cui si prevede che le spese di bilancio aumentino di tre volte, il disavanzo di bilancio è atteso sostanziale a causa dell'ingente costo che ha comportato lo spostamento della capitale a Pyinmana. Il pieno impatto della inflazione attuale emergerà nel 2006 inoltrato. L'effetto che è risultato da tutto ciò è che un numero crescente d'interruzioni di lavoro, da parte dei lavoratori richiedenti salari più alti, sono stati denunciati in molte fabbriche nelle zone industriali. Oltre a questo fardello aggiuntivo, i generali birmani stanno continuando il loro programma di militarizzazione a spese dei bisogni socioeconomici della popolazione. I generali birmani stanno accrescendo le unità di fanteria e acquistando armamenti militari, incluso tecnologia nucleare e un numero segreto di MiG-29 in aggiunta agli aeroplani da caccia cinesi e a una squadriglia aerei di 12 MiG russi in loro possesso. Stanno inoltre accrescendo le loro le loro forze con lanciarazzi SAM e sistemi di difesa aerea. Molti tecnici e ingegneri sono sottoposti all'addestramento delle armi in Russia e all'addestramento degli elicotteri da trasporto multiuso leggeri Mi-2 che sono usati in Birmania come elicotteri da combattimento. Più di 1.500 ufficiali dell'esercito birmano sono stati mandati alle università in Russia per studiare le tecnologie nucleari e informatiche. Sul fronte politico, più di 1.000 persone, di cui fanno parte i capi della Lega Nazionale per la Democrazia e dei partiti politici etnici, rimangono in prigione per le loro attività politiche di pace. e le loro credenze, in quanto il regime tenta metodicamente di indebolire e decimare la NLD. La situazione di crisi in Birmania è, quindi, sfaccettata ed è dovuta sia al fatto che i generali bloccano il processo di democratizzazione portando avanti uno stato di guerra protratto contro gruppi di resistenza etnici che chiedono un'autonomia maggiore all'interno della struttura federale, sia alla generale cattiva amministrazione dell'economia Contemporaneamente, il regime ha aumentato inoltre il livello di persecuzione delle etnie nazionali. I generali hanno adottato la campagna della terra bruciata nello Stato di Karen, dando alle fiamme villaggi, distruggendo raccolti e animali domestici, trasferendo persone con la forza e perfino minando villaggi e fattorie per privare la gente delle loro case e della fonte di reddito. Di conseguenza, decine di migliaia di abitanti dei villaggi sono dislocati o si nascondono nelle giungle senza cibo e medicine. Queste persone inoltre rischiano di essere uccisi dalle truppe che vagano in queste aree. La Tailandia deve subire l'urto del nuovo influsso di rifugiati. Centinaia di fuggitivi sono già arrivati ai campi profughi lungo il confine birmano-tailandese e molti ancora stanno per arrivare. Le pratiche di lavoro forzato continuano nel paese e i generali sono monitorati attentamente e condannati per queste ingiustizie grazie agli sforzi del movimento sindacale internazionale, come il ICFTU e l'International Labor Organization. I problemi in Birmania stanno avendo un impatto sui paesi della regione. Un rapporto del Centro di Salute Pubblica e dei Diritti Umani, la Scuola di Salute Pubblica John Hopkins Bloomberg, ha confermato la diffusione dell' HIV, della tubercolosi resistente ai farmaci (MRTB) e della malaria, dalla Birmania ai paesi confinanti, quali la Tailandia, Cina e India. Perfino la UNODC ha lanciato l'allarme sul flusso crescente di farmaci illegali che passano nel nord-est dalla vicina Birmania. L'agenzia delle Nazioni Unite, in associazione con il Ministero di Giustizia & Empowerment sociali indiano, ha rilasciato una dichiarazione su questo effetto il 24 Maggio. Scenari Data la situazione attuale in Birmania, si possono prevedere i seguenti scenari: Scenario 1: Crisi Economica, Collasso del Sistema e Caos – uno scenario possibile se i generali non affrontano i seri problemi socioeconomici, alzando il prezzo della benzina, nafta e delle materie prime. I livelli di frustrazione pubblica sono già molto alti e possono sconfinare in agitazioni popolari. I generali non esiteranno a fare ricorso alla forza per calmare il dissenso generale. In questo caso la situazione può o portare al collasso del regime militare, o aggravare la mentalità militare di assedio. Scenario 2: Ripristino del Processo di Dialogo per un Accordo Politico Negoziato: un serio intervento internazionale può ancora portare a un dialogo tra il regime militare e i movimenti democratici e etnici. Considerando, però, che il regime non inizierà facilmente un dialogo politico, sono necessari degli sforzi internazionali concordati sotto il mandato del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite al fine di attivare il dialogo per il cambiamento della situazione in Birmania. Onde per cui, gli sforzi indirizzati a risolvere la crisi della Birmania devono necessariamente includere sia un accordo concertato sponsorizzato internazionalmente, con l'accompagnamento di incentivi e disincentivi, sia l'autorità per influenzare e produrre cambiamenti in Birmania. Scenario 3: Accordo Guidato Nazionale e Adempimento Forzato della “Democrazia Disciplinata” - I generali useranno il loro potere e le loro risorse per legittimare il regolamento militare per mezzo dell'accordo nazionale. Cina e India e parecchi paesi confinanti ne sosterranno verosimilmente l'esito. Anche l'ASEAN, che è tra coloro che desiderano vedere attuarsi un cambiamento di regime in Birmania, potrebbe accettare un regime condotto da militari fin tanto che il processo sia definito “legittimo”. La Convenzione Nazionale potrebbe essere quindi accettabile per loro. Future attività del NCGUB Le condizioni interne ed internazionali pongono una grande sfida al NCGUB per il 2006. E' in crescita, però, il numero dei paesi che stanno diventando ricettivi all'idea di un'azione congiunta da parte della comunità internazionale di coinvolgere il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite in Birmania. Tra chi sostiene l'azione delle Nazioni Unite ci sono i governi, le istituzioni religiose, l'ASEAN, parlamentari di tutto il mondo, premi Nobel, fino ai gruppi attivisti. Dal 1991-1992 il NCGUB ha agito attraverso i meccanismi delle Nazioni Unite per trovare una soluzione ai problemi in Birmania. Negli ultimi 17 anni, la comunità internazionale ha usato tutti i meccanismi disponibili: attraverso l'Assemblea Generale, la Commissione sui Diritti Umani e gli uffici del Segretario Generale delle Nazioni Unite; e i meccanismi regionali quali il Processo di Bangkok per trovare una soluzione alla crisi in Birmania. Questi sforzi non hanno avuto esito positivo perché i generali birmani non accetterebbero altro che un controllo militare totale sul paese. L'unica possibilità per risolvere in maniera pacifica i problemi della Birmania è una risoluzione vincolante adottata all'ordine del giorno formale del Coniglio Nazionale delle Nazioni Unite che costringa i generali birmani alla cooperazione con le Nazioni Unite per iniziare un processo nazionale di riconciliazione e mettere fine alle violazioni dei diritti umani. Continueremo, quindi, a lavorare con i nostri sostenitori per raggiungere questo obiettivo. L' impulso sta crescendo, ma il supporto a livello mondiale per un'azione delle Nazioni Unite non si traduce in un successo immediato a causa delle caratteristiche nelle procedure di lavoro del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Siete sicuramente a conoscenza del fatto che parecchi paesi che fanno parte del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite non sono d'accordo sul fatto che la Birmania rappresenti una minaccia per i paesi confinanti. Abbiamo bisogno di superare questo enorme ostacolo. Per farlo, ci siamo avvicinati a diversi governi che sono membri del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite e molti di loro si sono, inoltre, impegnati con noi. Tuttavia, abbiamo bisogno di ancora maggiore aiuto. Ciò può essere fatto da tutte le persone che simpatizzano con la nostra causa, sia individualmente che in gruppi, per avvicinare e convincere i governi ad aiutare a portare la Birmania all'ordine del giorno del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. I nostri membri del MPU lavoreranno attraverso i parlamenti, i nostri amici dei movimenti sindacali lavoreranno con le organizzazioni sindacali internazionali, le nostre associazioni femminili cercheranno l'aiuto delle organizzazioni femminili internazionali, e così via. Una volta costruito un consenso globale, nessuna nazione metterà a rischio la sua reputazione opponendosi al parere mondiale di risolvere i problemi della Birmania attraverso le Nazioni Unite. L'incontro che si sta tenendo oggi ha lo scopo di promuovere una consulto, sondare le funzioni che le organizzazioni e i singoli possono eseguire e pensare a un programma di azione congiunta. Siamo, quindi, grati che il popolo italiano ci abbia aiutato a tenere questo incontro importante. Il popolo italiano ci può inoltre aiutare a convincere i membri del UNSC e dei paesi asiatici circa la situazione in Birmania attraverso i loro canali diplomatici. In conclusione, vorrei affermare che noi, il movimento democratico della Birmania, non dimenticheremo mai chi sono i veri amici. Grazie http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=136d5fb8fc3b4634b37d4dcd66543d33&docid=77a8b6cd0bbd4d1aa33e125d019c23d2 Sun, 16 Mar 2008 19:47:50 GMT 3220cf297b66484ab8ae578be6a91b58 Quello che bisognerebbe sapere sulla costituzione farsa e sul referendum indetto dalla giunta, per non cadere nella trappola della giunta militare birmana 2008-03-16T20:23:43.2270000+01:00 Sabato 5 febbraio la giunta militare birmana ha annunciato che terrà a maggio prossimo un referendum sulla nuova costituzione ed elezioni generali nel 2010. la nuova costituzione è stata elaborata dopo la sanguinosa repressione delle manifestazioni per la democrazia, da una ristretta cerchia di 54 persone selezionate dalla giunta militare in totale spregio delle raccomandazioni e delle richieste fatte dal Segretario generale dell'ONU Ban Ki- moon e dal suo rappresentante speciale Ibrahim Gambari. L'ONU, la UE che si sono svegliati come da un sonno decennale dopo la sanguinosa repressione delle manifestazioni pacifiche di agosto e settembre, come molti governi, chiedevano l'apertura immediata di un dialogo negoziale tripartito con la partecipazione della leader birmana Aung San Suu kyi e dei rappresentanti delle nazionalità etniche. Dopo la repressione sanguinosa, le decine di morti, gli arresti e le torture di centinaia di persone, la giunta militare ha cercato di gettare fumo negli occhi delle istituzioni internazionali e dei governi sperando di prendere tempo e di far dimenticare i drammatici avvenimenti di settembre scorso. Le organizzazioni della opposizione democratica avevano cercato, invano, di mettere in guardia i negoziatori internazionali, perchè chi conosce profondamente da anni i comportamenti dei macellai di Rangoon, sa che le tattiche di "addormentamento" delle diplomazie attraverso promesse, illusioni e piccoli gesti superficiali hanno sempre funzionato. Dal 1988 abbiamo registrato un andirivieni ad elastico di promesse, liberazioni di detenuti e di nuove incarcerazioni. Di finti negoziati. Tutto per mantenere la situazione inalterata. E fino all’autunno scorso il gioco aveva pagato bene. La giunta era riuscita ad evitare a gennaio 2007 la approvazione di una risoluzione del Consiglio di Sicurezza. Grazie al veto di Cina e Russia. Ha sempre evitato dure condanne all’ILO per il continuo utilizzo di centinaia di migliaia di lavoratori forzati, di bambini soldato. E’ sempre riuscita a comprare il silenzio complice di Cina, India, Russia e degli altri paesi asiatici interessati ad evitare che gli sguardi indiscreti delle istituzioni internazionali potessero mettere il naso anche sulle violazioni dei diritti umani e del lavoro nei loro paesi. Cosi per anni con la logica della non interferenza negli affari di un altro paese, tutti hanno chiuso gli occhi sulle durissime condizioni di vita del popolo birmano, sugli stupri, sul genocidio in atto del popolo kareno, sul lavoro forzato, sui bambini soldato, sul traffico di oppio e metanfetamine, sulle distruzioni dell’ambiente. Anche molti dei governi europei, che a novembre scorso sono stati costretti, "ob torto collo" ad approvare finalmente e per la prima volta sanzioni serie ma marziali nei confronti della giunta militare, non vedono l’ora di riprendere indisturbati a fare affari con la giunta alla luce del sole. Infatti ancora nel mese di dicembre molte imprese europee, quatte quatte, hanno continuato ad importare teak dalla Birmania e hanno addirittura costituito società finte per evitare di apparire nelle liste di coloro che si macchiano di sangue facendo affari con la giunta. E’ in questo clima che la giunta militare si permette di osare tanto da approvare una costituzione farsa e di poter credere che la comunità internazionale si berrà anche un altrettanto farsesco referendum. Anche i 4 incontri tra la leader birmana, ancora oggi agli arresti domiciliari , ed un ministro della giunta, le missioni a Rangoon del rappresentante dell’ONU Gambari e del rappresentante ONU per i diritti Umani Pineiro sono serviti dare l’illusione che qualche cosa si stesse muovendo. La nuova costituzione farsa è stata definita sulla base di linee guida approvate da una Convenzione riconvocata nel 2004 dopo anni di interruzione dei lavori. La giunta aveva nominato 1.100 rappresentanti selezionati appositamente per poter lavorare indisturbati senza la partecipazione della opposizione. Con la apertura della Convenzione è stata approvata anche una legge speciale che prevede la condanna fino a 20 anni di carcere nei confronti di chiunque osi criticare il processo costituente. I lavori della Convenzione, guarda caso, sono stati chiusi il 3 settembre scorso nel bel mezzo delle manifestazioni. con la approvazione di linee guida per la stesura della costituzione. Subito dopo la giunta militare ha nominato, altrettanto arbitrariamente una commissione di 54 persone che ha definito la nuova costituzione farsa. Secondo le linee guida approvate dalla convenzione, i militari avrebbero continuato a controllare i maggiori ministeri, a mantenere un blocco di rappresentanti in ogni organismo legislativo, il diritto di dichiarare lo stato di emergenza e di riprendere il potere in qualsiasi momento. Il documento limita severamente il diritti e gli spazi dei partiti politici, i diritti umani e le attività politiche sulla base di cosiddette "preoccupazioni per la sicurezza nazionale". Le linee approvate dalla Convenzione prevedono inoltre procedure limitative per le attività dell’opposizione che sembrano essere ritagliate apposta per impedire qualsiasi agibilità politica ad Aung San Suu Kyi. Da ultimo vengono negate ancora una volta le legittime aspettative delle nazionalità etniche che chiedono da sempre il rispetto della autonomia dei singoli stati attraverso un forte federalismo, il rispetto delle diversità culturali, tanto da creare il rischio di riarmo di gruppi del cessate il fuoco. Questa arroganza mette a serio rischio la stabilità e l’unità del paese e minaccia una ulteriore violazione dei diritti umani . La nuova costituzione farsa, elaborata senza la partecipazione dei legittimi rappresentanti del popolo birmano, perpetrerà il potere della giunta e dei suoi amici. Il 25% dei seggi del parlamento andranno ai rappresentanti dei militari e questi avranno il potere di veto sulle decisioni del parlamento. Con questa scelta la giunta militare continuando nella sua strada per la attuazione della cosiddetta Road Map, da un calcio alle richieste delle istituzioni internazionali e del popolo birmano e va nella direzione opposta a qualsiasi tentativo di ripristinare la democrazia. Con il referendum i militari cercano di gettare fumo negli occhi dei governi facendo credere che si sta adottando un percorso democratico. Inoltre si tenta di far credere che il processo del referendum sia un processo democratico. in Birmania non esistono vere e credibili liste elettorali e si pensa che la giunta possa forzare le persone, come nel passato a partecipare a manifestazioni di massa per poi affermare che queste hanno dato il mandato alla giunta per approvare la costituzione. inoltre non solo in Birmania non vi è la libertà politica e i partiti e le organizzazioni sindacali e della società civile non hanno il diritto di organizzarsi, ma è vietato criticare anche la bozza di costituzione e coloro che lo fanno sono passibili di condanna fino a 20 anni di carcere. L’Italia, la UE devono rifiutare di riconoscere il processo illegittimo iniziato con la approvazione della costituzione farsa e il futuro referendum e devono chiedere una riunione di emergenza del Consiglio di sicurezza perchè assuma decisioni efficaci per impedire che si attui un altro inaccettabile insulto alla democrazia. Anche a livello UE il consiglio dovrebbe tenere un incontro urgente ed adottare nuove e rafforzate sanzioni economiche, introducendo i settori del gas, il settore delle banche e quello finanziario tra i settori nei quali è vietato fare affari con la Birmania prevedendo inoltre procedure di controllo e monitoraggio della attuazione della posizione comune. Sarà perchè le decisioni non sono retroattive, o sarà il caso ma dai dati provenienti dalla Birmania risulta che Italia, Francia e Germania hanno continuato ad importare grandi quantità di teak anche nel mese di dicembre 2007, ovvero dopo l'inasprimento delle sanzioni. E’ solo una fase di transizione o non esistono controlli? In vista di questo nuovo passaggio i macellai di Rangoon stanno testando anche le capacità di reazione dei media internazionali. Sanno infatti che non solo i governi, ma anche la stampa ha la memoria corta e che si dimentica presto delle cose che scrive. Sei sindacalisti stati recentemente condannati definitivamente a 28 e 20 anni di carcere per aver indetto un seminario sui diritti del lavoro, e nessuno ne ha parlato. Recentemente, come denunciato dal sito Irrawaddy un giovane di nom Nay Phone Latt è stato arrestato per aver tenuto aperto un blog. Potrebbe essere condannato, secondo la legge sullo stato di emergenza a sette anni di carcere. "Le forze di sicurezza hanno anche aumentato la sorveglianza sugli internet cafè a Rangoon, controllando tutti coloro che li visitano sulla base anche delle foto scattate durante le manifestazioni. "il regime deve lottare contro nuovi nemici: i cyber dissidenti. I cittadini reporters armati di cellulari, macchine digitali e memory sticks". Le organizzazioni democratiche birmane stanno chiedendo aiuto perchè tali strumenti vengano rafforzati. Perchè possano essere tenute in piedi le radio che trasmettono in Birmania le informazioni dall’esterno, facendo al tempo stesso circolare le notizie delle manifestazioni e delle iniziative di protesta interne. I media, i giornalisti democratici, le grandi reti televisive e radiofoniche hanno il dovere di fare la loro parte non solo contribuendo a stimolare la partecipazione della società civile democratica e della politica, ma anche direttamente a sostenere i giornalisti in carcere, il rafforzamento degli strumenti di informazione democratica per far si che si possa definitivamente promuovere il cambiamento democratico. http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=136d5fb8fc3b4634b37d4dcd66543d33&docid=3220cf297b66484ab8ae578be6a91b58 Sun, 16 Mar 2008 19:23:43 GMT 7f1f06c258a449f08e7c47e087930711 Speech to a Mass Rally at the Shwedagon Pagoda 2008-03-16T20:10:09.6170000+01:00 The following is the English translation prepared by the author of the speech she delivered in Burmese to a mass rally on the open ground west of the great Shwedagon Pagoda in Rangoon on 26 August 1988. Of the approximately one thousand public addresses she calculated she had given throughout the length and breadth of Burma between August 1988 and July 1989, this was the first and the only one for which she had prepared text to hand. Two days earlier she had made a brief appearance in front of the Rangoon General Hospital, the main focus of popular demonstra­tions at the time, in order to announce her intention to address the rally and to call for discipline and unity. Reverend monks and people! This public rally is aimed at informing the whole world of the will of the people. Therefore at this mass rally the people should be disciplined and united to demonstrate the very fact that they are a people who can be disciplined and united. Our purpose is to show that the entire people entertain the keenest desire for a multi-party democratic system of government. It is the students who have paved the way to the present situation where it is possible to hold such a rally. The occasion has been made possible because the recent demonstrations have been spearheaded by the students and even more because they have shown their willingness to sacrifice their lives. I therefore request you all to observe a minute's silence in order to show our deepest respect for those students who have lost their lives and, even more, in order to share the merit of their deeds among all of us. So while doing this please keep perfect silence for the duration of one minute. I believe that all the people who have assembled here have without exception come with the unshakeable desire to strive for and win a multi-party democratic system. In order to arrive at this objective, all the people should march unitedly in a discip­lined manner towards the goal of democracy. In this connection I would like to explain the part I have played in this movement. This is needed because a fair number of people are not very well acquainted with my personal history. It is only natural and right that those who do not know me would like to know some facts. A number of people are saying that since I have spent most of my time abroad and am married to a foreigner I could not be familiar with the ramifications of this country's politics. I wish to speak from this platform very frankly and openly to the people. It is true that I have lived abroad. It is also true that I am married to a foreigner. These facts have never interfered and will never interfere with or lessen my love and devotion for my country by any measure or degree. Another thing which some people have been saying is that I know nothing of Burmese politics. The trouble is that I know too much. My family knows best how complicated and tricky Burmese politics can be and how much my father had to suffer on this account. He expended much mental and physical effort in the cause of Burma's politics without personal gain. That is why my father said that once Burma's independence was gained he would not want to take part in the kind of power politics that would follow. Since my father had no such desire I too have always wanted to place myself at a distance from this kind of politics. Because of that I have kept away from politics. Some might then ask why, if I wished to stay out of politics, should I now be involved in this movement. The answer is that the present crisis is the concern of the entire nation. I could not as my father's daughter remain indifferent to all that was going on. This national crisis could in fact be called the second struggle for national independence. This great struggle has arisen from the intense and deep desire of the people for a fully democratic parliamentary system of government. I would like to read to you something my father said about democracy. We must make democracy the popular creed. We must try to build up a free Burma in accordance with such a creed. If we should fail to do this, our people are bound to suffer. If democracy should fail the world cannot stand back and just look on, and therefore Burma would one day, like Japan and Germany, be despised. Democracy is the only ideology which is consistent with freedom. It is also an ideology that promotes and strengthens peace. It is therefore the only ideology we should aim for. That is what my father said. It is the reason why I am participating in this struggle for freedom and democracy in the footsteps and traditions of my father. To achieve democracy the people should be united. That is very clear. It is a very plain fact. If there is no unity of purpose we shall be unable to achieve anything at all. If the people are disunited, no ideology or form of government can bring much benefit to the country. This must be firmly fixed in the minds of the people. If there is no discipline, no system can succeed. Therefore our people should always be united and disciplined. While I am talking about the need for unity I would like to say one thing. Some may not like what I am going to say. But I believe that my duty is to tell the people what I believe to be true. Therefore I shall speak my mind. If my words meet with your approval, please support me. If they are not acceptable, it cannot be helped. I am only doing what I believe to be right. What I wish to say is that at this time there is a certain amount of dissension between the people and the army. This rift can lead to future dangers. The present armed forces of Burma were created and nurtured by my father. It is not simply a matter of words to say that my father built up the armed forces. It is a fact. There are papers written in my father's own hand where he lays out in detail how the army should be organized and built up. So what objectives did my father have for the armed forces? Let me read to you one of them: The armed forces are meant for this nation and this people, and it should be such a force having the honour and respect of the people. If instead the armed forces should come to be hated by the people, then the aims with which this army has been built up would have been in vain. Let me speak frankly. I feel strong attachment for the armed forces. Not only were they built up by my father, as a child I was cared for by his soldiers. At the same time I am also aware of the great love and affection which the people have for my father. I am grateful for this love and affection. I would therefore not wish to see any splits and struggles between the army which my father built up and the people who love my father so much. May I also from this platform ask the personnel of the armed forces to reciprocate this kind of understanding and sympathy? May I appeal to the armed forces to become a force in which the people can place their trust and reliance. May the armed forces become one which will uphold the honour and dignity of our country. For their part the people should try to forget what has already taken place, and I would like to appeal to them not to lose their affection for the army. We shall reach our goal of a strong and lasting Union only if we are all able to go forward in unity. We have not yet achieved this goal. Let us not be disunited. Therefore let us resolve to march forward in unity towards our cherished goal. In doing so please use peaceful means. If a people or a nation can reach their objectives by disciplined and peaceful means, it would be a most honourable and admirable achieve­ment. I have a few things to say about the students who have been at the forefront of this nationwide movement. The students are most able. They have already demonstrated their physical courage. I believe that they will now go on to demonstrate their moral and mental ability. May I appeal to the students to continue to march forward with the same kind of unity and resolve? At this moment there are a number of student groups. I would like these groups to come together as a unified body. I understand that they are soon going to call a conference for this purpose. Should this occasion arise may I pray that it will result in an entire cohesion and unity of the students. Some students have asked me which politicians are standing behind me. They are apprehensive that such politicians might manipulate me and then take over the students. I am happy that the students have been so open and honest with me. Young people are frank and free from deviousness. I answered them truthfully. There are no politicans behind me. What I am trying to do is to help achieve the democratic system of government which the people want. For the achievement of this system, there are some veteran politicians who wish to help me in various ways. I have told such politicians that if their object is to obtain positions of political power for themselves, I would not support them in any way. Should these politicians try to obtain positions of political power I promise in front of this assembly of people that I myself will not hesitate to denounce them. There is a sort of gulf between the older and younger genera­tions. This gulf will have to be bridged. There is the feeling that the older and younger generations are quite apart from each other. This is something that should not happen. Whether young or old the entire people should be united. The strength of the people is growing day by day. Such growing strength has to be controlled by discipline. Undisciplined strength or strength which is not in keeping with right principles can never lead to a beneficial fruition. It could lead to danger for many. Therefore please continue to use our strength in accordance with rightful principles. At this juncture when the people's strength is almost at is peak we should take extreme care not to oppress the weaker side. That is the kind of evil practice which would cause the people to lose their dignity and honour. The people should demonstrate clearly and distinctly their capacity to forgive. If we are to examine what it is that we all desire, that is what the people really want at this time, the answer is multi-party democracy. We want to get rid of the one-party system. The President, Dr Maung Maung, has said that he is calling an emergency party congress to decide whether there should be a national referendum. So far as I am concerned I do not think it is necessary to have this referendum. The entire nation's desires and aspirations are very clear. There can be no doubt that everybody wants a multi-party democratic system of government. It is the duty of the present government to bring about such a system as soon as possible. For the people's part they should continue to demonstrate for this through peaceful and disciplined means. May I emphasize again that we have not yet arrived at our cherished goal. Please think in advance of what should be done to bring about a firmly established Union. Please think of the country's future. Unless we consider the future of our country, the changes that are coming into being may not be able to achieve much benefit for the country. My father said there is a great need for the people to be disciplined and this cannot be repeated too often. We do not need to have a referendum. What we do need is a multi-party system. It should be introduced as quickly as possible by means of free and fair elections. Conditions necessary for the holding of free and fair elections should be created throughout the country. The people have lost their confidence in the govern­ment of the day. If the holding of free and fair elections requires an interim government, such a forerunner should be created. The main objective is not to have either the present form of government, nor an interim government, nor to have some other new government, but to have a government that can bring about a strong and prosperous Union of Burma. Please do not lose sight of the main objectives, nor forget the future welfare of the country. Should we lose sight of these, present victories will change to future failures. What stage have we reached now? Well, our cherished aim is clearly within sight. Let us march forward together towards that goal. Let no divisions creep in. It is important that divisions of opinion should not arise among the students. There should be a complete restraint on creating such divisions. Therefore should differences arise between them now the country's future unity will be jeopardized. While I am on the subject of unity may I speak for a while on the union of states of which Burma is composed. The different peoples of Burma should also remain united. The majority people of course remain the Burmese. They must strive with ever-increas­ing efforts to live in this accord and amity. Because the Burmese people form the biggest majority, they should make the greatest efforts to live in this accord and amity and to achieve that much needed unity and friendship among national racial groups. Those who have the greater strength should show restraint and tolerance towards those who have less strength. Here I wish to say one thing regarding those people who are supporting the one-party system. The fact is many members of the Lanzin Party (Burma Socialist Programme Party) have themselves lost faith and confidence in their party. Such party members should resign from the Lanzin Party. They should hand in their party cards. However, those who continue as members of the Lanzin Party out of conviction should not be molested. Democracy is an ideology that allows everyone to stand up according to his beliefs. They should not be threatened or endangered. Each one should go forward towards his own goal. Do not because of your greater strength be vengeful towards those who are of weaker strength. We have gone far beyond the intended time, so I must cut this short. The final remark I wish to make is for our rally to maintain unity and discipline. Our strength should be used for the cause of what is right. Only by observing these requirements shall we be able to find our goal. May the entire people be united and disciplined. May our people always do what is in complete accord with rightful prin­ciples. May the people be free from all harm. To conclude I would like to reiterate our emphatic demands and protests, namely that we have no desire at all for a referendum, that the one-party system should be dismantled, that a multi­party system of government should be established, and we call for free and fair elections to be arranged as quickly as possible. These are our demands. http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=136d5fb8fc3b4634b37d4dcd66543d33&docid=7f1f06c258a449f08e7c47e087930711 Sun, 16 Mar 2008 19:10:09 GMT f6344a6ce7d9458eb529151124401cb1 Lettter from Burma n.4 Thamanya: a place of Peace and Kindness This is one of a yearlong series of letters, the Japanese translation of which appears in the Mainichi Shimbun the same day, or the previous day in some areas. 2008-03-16T20:05:23.4900000+01:00 Letter From Burma (No.4) By Aung San Suu Kyi Thamanya: A Place of Peace and Kindness "At Thamanya (2)" "Love and truth can move people more than coercion" On our second day at Thamanya we rose at three o'clock in the morning: we wanted to serve the Hsayadaw his first meal of the day which he takes at four o'clock. We had expected that we would all be suffering from the aftereffects of the cavortings of the Pajero but in fact we had all slept extremely well and suffered from no aches or pains. When we stepped out into the street it was still dark. Going out before dawn had been a constant feature of the campaign trips I had undertaken between the autumn of 1988 and the time when I was placed under house arrest. But I have never ceased to be moved by the sense of the world lying quiescent and vulnerable, waiting to be awakened by the light of the new day quivering just beyond the horizon. The Hsayadaw had spent the night at his residence on the hill and when we went up he came out of his small bedroom, his face clear and his eyes bright. With a glowing smile he spoke of the importance of looking upon the world with joy and sweetness. After we had served the Hsayadaw his breakfast we went to offer lights at the twin pagodas on the summit of the hill. On the platform around the pagodas were a few people who had spent the whole night there in prayer. There is a beauty about candlelight that cannot be equaled by the most subtle electric lamps; and there is an immense satisfaction about setting the flames dancing on 50 white candles, creating a blazing patch of brightness in the gray of early morning. It was an auspicious start to the working day. I had expressed an interest in seeing the two schools within the domain of Thamanya and after breakfast (another vegetarian banquet) we were greatly surprised and honored to learn that the Hsayadaw himself would be taking us to look at the institutions. He is very conscious of the importance of education and arranges for the pupils to be brought in by bus from the outlying areas. First we went to the middle school at Wekayin Village. It is a big rickety wooden building on stilts and the whole school assembled on the beaten earth floor between the stilts to pay their respects to the Hsayadaw, who distributed roasted beans to everybody. Three hundred and seventy five children are taught by 13 teachers struggling with a dearth of equipment. The headmaster is a young man with an engaging directness of manner who talked, without the slightest trace of self-pity or discouragement, about the difficulties of acquiring even such basic materials as textbooks. Of course the situation of Wekayin middle school is no different from that of schools all over Burma but it seemed especially deserving of assistance because of the dedication of the teachers and the happy family atmosphere. The elementary school is in Thayagone village and on our way there we stopped to pick up some children who sat in our car demurely with suppressed glee on their faces, clutching their bags and lunch boxes. When we reached the school they tumbled out merrily and we followed them along a picturesque lane overhung with flowering climbers. The school itself is a long, low bungalow, smaller than the middle school, and there are only three teachers in charge of 230 pupils. As at Wekayin, roasted beans were distributed and the little ones munched away in silence while the Hsayadaw told us of his plans to replace both schools with more solid brick buildings and we discussed ways and means of providing adequate teaching materials. All too soon it was time for us to leave Thamanya. The Hsayadaw came halfway with us along the road leading out of his domain. Before he turned back we queued up beside his car to take our leave and he blessed each of us individually. There was much for us to think about as we drove away toward Paan. (We were no longer in the Pajero: It had been sent ahead with the heaviest members of our party in it in the hope that their combined weight would help to keep it from plunging too wildly.) The mere contrast between the miles of carelessly constructed and ill maintained roads we had traveled from Rangoon and the smoothness of the roads of Thamanya had shown us that no project could be successfully implemented without the willing cooperation of those concerned. People will contribute both hard work and money cheerfully if they are handled with kindness and care and if they are convinced that their contributions will truly benefit the public. The works of the Hsayadaw are upheld by the donations of devotees who know beyond the shadow of a doubt that everything that is given to him will be used for the good of others. How fine it would be if such a spirit of service were to spread across the land. Some have questioned the appropriateness of talking about such matters as metta (loving kindness) and thissa (truth) in the political context. But politics is about people and what we had seen in Thamanya proved that love and truth can move people more strongly than any form of coercion. http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=136d5fb8fc3b4634b37d4dcd66543d33&docid=f6344a6ce7d9458eb529151124401cb1 Sun, 16 Mar 2008 19:05:23 GMT 90587ffa95ef4a6bab49b16d3ea876bf Letter from Burma n.6. Prison Walls affect thorse on the outside, too This is one of a yearlong series of letters, the Japanese translation of which appears in the Mainichi Shimbun the same day, or the previous day in some areas. 2008-03-16T20:01:02.2270000+01:00 Letter from Burma (No. 6) by Aung San Suu Kyi Mainichi Daily News Sunday, December 31, 1995 PRISON WALLS AFFECT THOSE ON THE OUTSIDE, TOO "Young Birds Outside Cages" There is a well-known book by Ludu U Hla, one of the foremost literary figures of modern Burma, about the heart-rending fate of young prisoners. The title of this book translates literally as Caged Young Birds or Young Birds Inside Cages. During the last seven years many young people have been put into the prisons of Burma for their part in the democracy movement. But it is not about them that I would like to write today, it is about the other young people, those who are left outside when one, or in a few cases both, of their parents are imprisoned for their political beliefs. êThroughout the years of my house arrest my family was living in a freed society and I could rest assures that they were economically secure and safe from any kind of persecution. The vast majority of my colleagues who were imprisoned did not have the comfort of such an assurance. They knew well that their families were in an extremely vulnerable position, in constant danger of interrogations, house searches, general harassment and interference with their means of livelihood. For those prisoners with young children it was particularly difficult. In Burma those who are held to endanger state security can be arrested under a section of the law that allows detention without trials for a maximum period of three years. And prisoners who have not been tried are not entitled to visits from their families. A number of political prisoners who were placed in jail for their part in the democracy movement were kept without trial for more than two years. For more than two years they did not see their families at all. Only after they were tried and sentenced were they allowed family visits: these visits, permitted once a fortnight, lasted for a mere 15 minutes at a time. Two years is a long time in the life of a child. It is long enough to forget a parent who has vanished from sight. It is long enough for boys and girls to grow up into young adolescents. It is long enough to turn a carefree youngster into a troubled human being. Fifteen minutes once a fortnight is not enough to reverse the effects on a child of the sudden absence of one of the two people to whom it has habitually looked for protection and guidance. Nor is it enough to bridge the gap created by a long separation. A political prisoner failed to recognize in the teen-ager who came to see him on the first family visit after more than two years in detention the young son he had left behind. It was a situation that was familiar to me. When I saw my younger son again for the first time after a separation of two years and seven months he had changed from a round faced not-quite-12-year-old into a rather stylish "cool' teen-ager. If I had met him in the street I would not have known him for my little son. Political prisoners have to speak to their families through a double barrier of iron grating and wire netting so that no physical contact is possible. The children of one political prisoner would make small holes in the netting and push their fingers through to touch their father. When the holes got visibly large the jail authorities had them patched up with thin sheets of tin. The children would start all over again trying to bore a hole through to their father: it is not the kind of activity one would wish for any child. I was not the only woman political detainee in Burma: there have been -- and their still remain -- a number of other women imprisoned for their political beliefs. Some of these women had young children who suddenly found themselves in the care of fathers worried sick for their wives and totally unused to running a household. Most of the children, except for those who were too young to understand what was going on, suffered from varying degrees of stress. Some children who went to elitist schools found that their schoolmates avoided them and that even teachers treated them with a certain reserve: it did not do to demonstrate sympathy for the offspring of political prisoners and it was considered particularly shocking if the prisoner was a woman. Some children were never taken on visits to prison as it was thought the experience would be too traumatic for them so for years they were totally deprived of all contact with their mothers. Some children who needed to be reassured that their mothers still existed would be taken on a visit to the prison only to be deeply disturbed by the sight of their mothers looking wan and strange in their white jail garb. When the parents are released from prison it is still not the end of the story. The children suffer from a gnawing anxiety that their fathers and mothers might once again be taken away and placed out of their reach behind several barriers of brick and iron. They have known what it is like to be young birds fluttering helplessly outside the cages that shut their parents away from them. They know that there will be security for their families as long as freedom of thought and freedom of political action are not guaranteed by the law of the land. http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=136d5fb8fc3b4634b37d4dcd66543d33&docid=90587ffa95ef4a6bab49b16d3ea876bf Sun, 16 Mar 2008 19:01:02 GMT b69f496452ab404abf035fe09a2f2bf5 Empowerment for a culture of peace and development 2008-03-16T20:07:33.7730000+01:00 by Aung San Suu Kyi November 21, 1994 address to WCCD in Manila [Address to a meeting of the World Commission on Culture and Development, Manila, 21 November 1994, to be presented on behalf of the author at her request by Mrs Corazon Aquino.] At its third meeting held at San Jose, Costa Rica, 22-26 February 1994, the World Commission on Culture and Development set itself three goals, the third of which was "to promote a new cultural dynamic: the culture of peace and culture of development". The Commission undertook to "endeavour to recommend the concrete measures that could promote, on a national and international scale, a culture of peace" and went on to state that: "a culture of peace, culture of democracy and culture of human rights are indivisible. Their effective implementation must result in a democratic management and ... the prevention of intercultural conflicts." [1] Peace as a goal is an ideal which will not be contested by any government or nation, not even the most belligerent. And the close interdependence of the culture of peace and the culture of development also finds ready acceptance. But it remains a matter of uncertainty how far governments are prepared to concede that democracy and human rights are indivisible from the culture of peace and therefore essential to sustained development. There is ample evidence that culture and development can actually be made to serve as pretexts for resisting calls for democracy and human rights. It is widely known that some governments argue that democracy is a western concept alien to indigenous values; it has also been asserted that economic development often conflicts with political (i.e. democratic) rights and that the second should necessarily give way to the first. In the light of such arguments culture and development need to be carefully examined and defined that they may not be used, or rather, misused, to block the aspirations of peoples for democratic institutions and human rights. The unsatisfactory record of development in many parts of the world and the ensuing need for a definition of development which means more than mere economic growth became a matter of vita concern to economists and international agencies more than a decade ago. [2] In A New Concept of Development, published in 1983, Francois Perroux stated that: "Development has not taken place: it represents a dramatic growth of awareness, a promise, a matter of survival indeed; intellectually, however, it is still only dimly perceived." [3] Later, in the same book, he asserted that: "... personal development, the freedom of persons fulfilling their potential in the context of the values to which they subscribe and which they experience in their actions, is one of the mainsprings of all forms of development." [4] His concept of development therefore gives a firm place to human and cultural values within any scheme for progress, economic or otherwise. The United Nations Development Programme too began to spell out the difference between growth and development in the 1980s.[5] With the beginning of the 1990s the primacy of the human aspect of development was acknowledged by the UNDP with the publication of its first Human Development Report. And the special focus of the 1993 Report was people's participation, seen as "the central issue of our time". [6] While the concept of human development is beginning to assume a dominant position in the thinking of international economists and administrators, the Market Economy, not merely adorned with capital letters but seen in an almost mystic haze, is increasingly regarded by many governments as the quick and certain way to material prosperity. Itis assumed that economic measures can resolve all the problems facing their countries. Economics is described as the "deus ex machina, the most important key to every lock of every door to the new Asia we wish to see"; and "healthy economic development" is seen as "... essential to successfully meeting the challenge of peace security, the challenge of human rights and responsibilities, the challenge of democracy and the rule of law, the challenge of social justice and reform and the challenge of cultural renaissance and pluralism." [7] The view that economic development is essential to peace, human rights, democracy and cultural pluralism, and the view that a culture of peace, democracy and human rights is essential to sustained human development, many seem on the surface to differ only in the matter of approach. But a closer investigation reveals that the difference in approach itself implies differences of a more fundamental order. When economics is regarded as "the most important key to every lock of every door" it is only natural that the worth of man should come to be decided largely, even wholly, by his effectiveness as an economic tool. [8] This is at variance with the vision of a world where economic, political and social institutions work to serve man instead of the other way round; where culture and development coalesce to create an environment in which human potential can be realized to the full. The differing views ultimately reflect differences in how the valuation of the various components of the social and national entity are made; how such basic concepts as poverty, progress, culture, freedom, democracy and human rights are defined and, of crucial importance, who has the power to determine such values and definitions. The value systems of those with access to power and of those far removed from such access cannot be the same. The viewpoint of the privileged is unlike that of the underprivileged. In the matter of power and privilege the difference between the haves and the have-nots is not merely quantitative, for it has far-reaching psychological and ideological implications. And many "economic" concerns are seldom just that, since they are tied up with questions of power and privilege. The problem of poverty provides an example of the inadequacy of a purely economic approach to a human situation. Even those who take a down-to-earth view of basic human needs agree that: "... whatever doctors, nutritionists, and other scientists may say about the objective conditions of deprivation, how the poor themselves perceive their deprivation is also relevant." [9] The alleviation of poverty thus entails setting in motion processes which can change the perceptions of all those concerned. Here power and privilege come into play: "The poor are powerless and have no voice. Power is the responsibility of expressing and imposing one's will in a given social relationship, in the face of any resistance. The poor are incapable of either imposing, coercing or, in many cases, having any influence at all." [10] It is not enough merely to provide the poor with material assistance. They have to be sufficiently empowered to change their perception of themselves as helpless and ineffectual in an uncaring world. The question of empowerment is central to both culture and development. It decides who has the means of imposing on a nation or society their view of what constitutes culture and development and who determines what practical measures can be taken in the name of culture and development. The more totalitarian a system the more power will be concentrated in the hands of the ruling elite and the more culture and development will be used to serve narrow interests. Culture has been defined as "the most recent, the most highly developed means of promoting the security and continuity of life". [11] Culture thus defined is dynamic and broad, the emphasis is on its flexible, non-compelling qualities. But when it is bent to serve narrow interests it becomes static and rigid, its exclusive aspects come to the fore and it assumes coercive overtones. The "national culture" can become a bizarre graft of carefully selected historical incidents and distorted social values intended to justify the policies and actions of those in power.[12] At the same time development is likely to be seen in the now outmoded sense of economic growth. Statistics, often unverifiable, are reeled off to prove the success of official measures. Many authoritarian governments wish to appear in the forefront of modern progress but are reluctant to institute genuine change. Such governments tend to claim that they are taking a uniquely national or indigenous path towards a political system in keeping with the times. In the decades immediately after the Second World War socialism was the popular option. But increasingly since the 1980s democracy has gained ground. The focus on a national or indigenous way to socialism or democracy has: "... the effect of stressing cultural continuity as both process and goals; this in turn obviates the necessity of defining either democracy or socialism in institutionally or procedurally specific terms; and finally, it elevates the existing political elite to the indispensable position of final arbiter and interpreter of what does or does not contribute to the preservation of cultural integrity". [13] It is often in the name of cultural integrity as well as social stability and national security that democratic reforms based on human rights are resisted by authoritarian governments. It is insinuated that some of the worst ills of western society are the result of democracy, which is seen as the progenitor of unbridled freedom and selfish individualism. It is claimed, usually without adequate evidence, that democratic values and human rights run counter to the national culture, and therefore to be beneficial they need to be modified -- perhaps to the extent that they are barely recognizable. The people are said to be as yet unfit for democracy, therefore an indefinite length of time has to pass before democratic reforms can be instituted. The first form of attack is often based on the premise, so universally accepted that it is seldom challenged or even noticed, that the United States of America is the supreme example of democratic culture. What tends to be overlooked is that although the USA is certainly the most important representative of democratic culture, it also represents many other cultures, often intricately enmeshed. Among these are the "I-want- it-all" consumer culture, megacity culture, superpower culture, frontier culture, immigrant culture. There is also a strong media culture which constantly exposes the myriad problems of American society, from large ssues such as street violence and drug abuse to the matrimonial difficulties of minor celebrities. Many of the worst ills of American society, increasingly to be found in varying degrees in other developed countries, can be traced not to the democratic legacy but to the demands of modern materialism. Gross individualism and cut- throat morality arise when political and intellectual freedoms are curbed on the one hand, while on the other, fierce economic competitiveness is encouraged by making material success the measure of prestige and progress. The result is a society where cultural and human values are set aside and money value reigns supreme. No political or social system is perfect. But could such a powerful and powerfully diverse nation as the United States have been prevented from disintegrating if it had not been sustained by democratic institutions guaranteed by a constitution based on the assumption that man's capacity for reason and justice makes free government possible and that his capacity for passion and injustices makes it necessary? [14] It is precisely because of the cultural diversity of the world that it is necessary for different nations and peoples to agree on those basic human values which will act as a unifying factor. When democracy and human rights are said to run counter to non- western culture, such culture is usually defined narrowly and presented as monolithic. In fact the values that democracy and human rights seek to promote can be found in many cultures. Human beings the world over need freedom and security that they may be able to realize their full potential. The longing for a form of governance that provides security without destroying freedom goes back a long way.[15] Support for the desirability of strong government and dictatorship can also be found in all cultures, both eastern and western: the desire to dominate and the tendency to adulate the powerful are also common human traits arising out of a desire for security. A nation may choose a system that leaves the protection of the freedom and security of the many dependent on the inclinations of the empowered few; or it may choose institutions and practices that will sufficiently empower individuals and organizations to protect their own freedom and security. The choice will decide how far a nation will progress along the road to peace and human development. [16] Many of the countries in the third world now striving for meaningful development are multiracial societies where there is one dominant racial group and a number -- sometimes a large number -- of smaller groups: foreign, religious or ethnic minorities. As poverty can no longer be defined satisfactorily in terms of basic economic needs, "minority" can no longer be defined merely in terms of numbers. For example, it has been noted in a study of minorities in Burmese history that: "In the process of nation-building ... the notion of minority in urma changed, as one group defines itself as a nation those outside the group become minorities ... There were, of course, minorities in traditional Burma -- people close to the power elite who considered themselves superior and people estranged from the power elite who were considered inferior. These criteria for establishing majorities (who might in fact be a small portion of the population as, say, white people in South Africa today) were not based on race or even ethnic group, but on access to power. Minorities, thus, are those people with poor access to power." [17] Once again, as in the case of poverty, it is ultimately a question of empowerment. The provision of basic material needs is not sufficient to make minority groups and indigenous peoples feel they are truly part of the greater national entity. For that they have to be confident that they too have an active role to play in shaping the destiny of the state that demands their allegiance. Poverty degrades a whole society and threatens its stability while ethnic conflict and minority discontent are two of the greatest threats to both internal and regional peace. And when the dispossessed "minority" is in fact an overwhelming majority, as happens in countries where power is concentrated in the hands of the few, the threat to peace and stability is ever present even if unperceived. The Commission for a New Asia notes that: " ... the most rapid economic transformation is most likely to succeed within the context of international peace and internal political stability, in the presence of social tranquillity, public order and an enlightened and strong government; and in the absence of societal turbulence and disorder." [18] This comment highlights the link between economic, political and social concerns. But there is a danger that it could be interpreted to imply that peace, stability and public order are desirable only as conditions for facilitating economic transformation rather than as ends in themselves. Such an interpretation would distort the very meaning of peace and security. It could also be used to justify strong, even if unenlightened, government and any authoritarian measures such as a government may take in the name of public order. [19] If material betterment, which is but a means to human happiness, is sought in ways that wound the human spirit, it can in the long run only lead to greater human suffering. The vast possibilities that a market economy can open to developing countries can be realized only if economic reforms are undertaken within a framework that recognizes human needs. The Human Development Report makes the point that markets should serve people instead of people serving markets. Further: "... both state and market should be guided by the people. The two should work in tandem, and people should be sufficiently empowered to exert effective control over both." [20] Again we come back to empowerment. It decides how widespread will be the benefit of actions taken in the name of culture and development. And this in turn will decide the extent of the contribution such actions can make to genuine peace and stability. Democracy as a political system which aims at empowering the people is essential if sustained human development, which is "development of the people for the people by the people", is to be achieved. Thus it has been rightly said that: "National governments must find new ways of enabling their people to participate more in government and to allow them much greater influence on the decisions that affect their lives. Unless this is done, and done in time, the irresistible tide of peoples rising aspirations will inevitably clash with inflexible systems, leading to anarchy and chaos. A rapid democratic transition and a strengthening of the institutions of civil society are the only appropriate responses". [21] The argument that it took long years for the first democratic governments to develop in the west is not a valid excuse for African and Asian countries to drag their feet over democratic reform. The history of the world shows that peoples and societies do not have to pass through a fixed series of stages in the course of development. Moreover, latecomers should be able to capitalize on the experiences of the pioneers and avoid the mistakes and obstacles that impeded early progress. The idea of "making haste slowly" is sometimes used to give backwardness the appearance of measured progress. But in a fast developing world too much emphasis on "slowly" can be a recipe for disaster. There will be as many kinds of democracies as there are nations which accept it as a form of government. No single type of "western democracy" exists; nor is democracy limited to a mere handful of forms such as the American, British, French or Swiss. Each democratic country will have its own individual character- istics. With the spread of democracy to Eastern Europe the variety in the democratic style of government will increase. Similarly there cannot be one form of Asian democracy; in each country the democracy system will develop a character that accords with its social, cultural and economic needs. But the basic requirement of a genuine democracy is that the people should be sufficiently empowered to be able to participate significantly in the governance of their country. The thirty articles of the Universal Declaration of Human Rights are aimed at such empowerment. Without these rights democratic institutions will be but empty shells incapable of reflecting the aspirations of the people and unable to withstand the encroachment of authoritarianism. The democracy process provides for political and social change without violence. The democracy tradition of free discussion and debate allows for the settlement of differences without resort to armed conflict. The culture of democracy and human rights promotes diversity and dynamism without disintegration; it is indivisible from the culture of development and the culture of peace. It is only by giving firm support to movements that seek to empower the people through democratic means that the United Nations and its agencies will truly be able to promote the culture of peace and the culture of development. Let me in conclusion summarize my argument. The true development of human beings involves much more than mere economic growth. At its heart there must be a sense of empowerment and inner fulfillment. This alone will ensure that human and cultural values remain paramount in a world where political leadership is often synonymous with tyranny and the rule of a narrow elite. People's participation in social and political transformation is the central issue of our time. This can only be achieved through the establishment of societies which place human worth above power, and liberation above control. In this paradigm, development requires democracy, the genuine empowerment of the people. When this is achieved, culture and development will naturally coalesce to create an environment in which all are valued, and every kind of human potential can be realised. The alleviation of poverty involves processes which change the way in which the poor perceive themselves and the world. Mere material assistance is not enough; the poor must have the sense that they themselves can shape their own future. Most totalitarian regimes fear change, but the longer they put off genuine democratic reform the more likely it is that even their positive contributions will be vitiated: the success of national policies depends on the willing participation of the people. Democratic values and human rights, it is sometimes claimed, run counter to "national" culture, and all too often the people at large are seen as "unfit" for government. Nothing can be further from the truth. The challenge we now face is for the different nations and peoples of the world to agree on a basic set of human values, which will serve as a unifying force in the development of a genuine global community. True economic transformation can then take place in the context of international peace and internal political stability. A rapid democratic transition and strengthening of the institutions of civil society are the sine qua non for this development. Only then will we be able to look to a future where human beings are valued for what they are rather than for what they produce. If the UN and its agencies wish to assist this development they must support these movements which seek to empower the people, movements which are founded on democracy, and which will one day ensure a culture of peace and of development. FOOTNOTES [1] "Draft Preliminary Outline of the World Report on Culture and Development". UNESCO, CCD-III/94/Doc. 2, Paris, 7 Feb. 1994, p.16. [2] It has been pointed out that the idea of growth not as an end in itself but as a performance test of development was put forward by economists as early as the 1950s; Paul Streeten et al., "First Things First: Meeting Basic Human Needs in the Developing Countries", Oxford, 1982 edn. [3] Francois Perroux, "A New Concept of Development", UNESCO, Paris, 1983, p. 2. [4] Ibid., p. 180. [5] "Growth normally means quantifiable measure of a society's overall level of production or incomes such as GNP or GDP per capita, while development involves qualitative aspects of a society's advancement such as under- and un-employment, income distribution pattern, housing situation, nutritional level, sanitary condition, etc." UNDP Selected Sectoral Reviews: [Burma] December 1988, p. 333. [6] Human Development Report 1993, UNDP, Oxford, 1993, p. 1. [7] "Towards A New Asia", A Report of the Commission for A New Asia, 1994, p. 39. [8] "The logic of an economy governed by solvency and by profit, subject to the increasing value attached to capital and to the power of those who command it is to reject as 'non-economic' everything which cannot be immediately translated into quantities and prices in market terms": Paul-Marc Henry (ed.), "Poverty, Progress and Development", London, 1991, p. 30. [9] Streeten et al., "First Things First", p.19. [10] Henry (ed.), "Poverty, Progress and Development". p. 34. [11] The New Encyclopaedia Britannica, Chicago, 1993 edn., vol. 16, p. 874. [12] Edward Said comments that governments in general use culture as a means of promoting nationalism: "To launder the cultural past and repaint it in garish nationalist colors that irradiate the whole society is now so much a fact of contemporary life as to be considered natural". See Edward Said, "Nationalism, Human Rights, and Interpretation", in Barbara Johnson (ed.), "Freedom and Interpretation": The Oxford Amnesty Lectures, 1992, New York, 1993, p. 191. [13] Harry M. Scoble and Laurie S. Wiseberg (eds.), "Access to Justice: Human Rights Struggles in South East Asia", London, 1985, p. 57. [14] See Clinton Rossiter's introduction to Hamilton, Madison and Jay, "The Federalist Papers", Chicago, 1961. I owe thanks to Lady Patricia Gore-Booth for the original quotation on which Rossiter presumably based his words: "Man's capacity for justice makes democracy possible; but man's inclination to injustice makes democracy necessary", from Reinhold Niebuhr's foreword to his "Children of Light and Children of Darkness: A Vindication of Democracy and a Critique of its Traditional Defence", London, 1945. [15] "The best government is that which governs least" are the words of a westerner, John L. O'Sullivan, but more than a thousand years before O'Sullivan was born it was already written in the Lao Tzu, A Chinese classic, that "the best of all rulers is but a shadowy presence to his subjects". The notion that "In a nation the people are the most important, the State is next and the rulers the least important" is to be found not in the works of a modern western political theorist but in that of Mencius. [16] Ehran Naraghi has shown in his memoirs, "From Palace to Prison: Inside the Iranian Revolution", London, 1994, that a critical attitude towards the monarch, decentralization of power and divisions of responsibilities were part of oriental tadition. His fascinating conversations with Shah Mohammed Reza Pahlavi throw into relief the dangers of cultural and development policies divorced from the aspirations of the people. [17] Ronald D. Renard, "Minorities in Burmese History", in K.M. de Silva et al. (eds.), "Ethnic Conflict in Buddhist Societies: Sri Lanka, Thailand and Burma", London, 1988, p. 79. [18] "Towards New Asia", p. 40. [19] "Practically any human behaviour can be, and historically has been, rationalized as threatening to damage the security of the nation": Scoble and Wiseberg (eds.), "Access to Justice", p. 58. [20] Human Development Report 1993, p. 53. [21] Ibid., p. 5. Scoble and Wiseberg (eds.), "Access to Justice", p. 5, point out the difference between fundamental reform that "involves a redistribution of power, a broadening of participation and influence in the making of authoritative decisions" and contingent reform that "involves a sharing of the benefits of power holding, or the uses of power, in order to avoid the sharing of power itself". http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=136d5fb8fc3b4634b37d4dcd66543d33&docid=b69f496452ab404abf035fe09a2f2bf5 Sun, 16 Mar 2008 19:07:33 GMT 76e8d119f722424fb7f6a2a7f50dca44 La giunta militare estende gli arresti domiciliari alla leader birmana Aung San Suu Kyi 2008-03-16T19:17:42.4130000+01:00 la giunta militare ha esteso sabato gli arresti domiciliari della leader birmana Aung San Suu Kyi per un altro anno,Suu Kyi si era incontrata con il sottosegretario ONU Gambari United Nations la scorsa settimana e alcuni membri dell'NLD si erano dichiarati ottimisti circa la sua liberazione,National League for Democracy (dopo che il Segretario Generale ONU UN Secretary-General Kofi Annan appealed directly . fonti anonime riferiscono che l'incontro tra Suu Kyi e funzionari governativi per discutere i termini del suo rilascio non abbiano portato a conclusioni positive tanto da indurre il governo a imporre un altro anno di arresti. . l'opposizione birmana ha condannato l'estensione degli arresti domiciliari. infatti l'NLD ha denunciato la decisione del governo di esterdere tali arresti per un altro anno e ha dichiarato illegale tale decisione avvisando che questa potrebbe danneggiare il processo di riconciliazione. http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=136d5fb8fc3b4634b37d4dcd66543d33&docid=76e8d119f722424fb7f6a2a7f50dca44 Sun, 16 Mar 2008 18:17:42 GMT 8175f2a6669242b48e4cb187f2025184 L'India vende un elicottero militare con componenti fabbricate in Italia e Europa alla giunta birmana Rapporto di alcune ONG sulla vendita di un elicottero alla giunta militare rompendo le sanzioni europee 2008-03-16T18:56:23.4130000+01:00 http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=136d5fb8fc3b4634b37d4dcd66543d33&docid=8175f2a6669242b48e4cb187f2025184 Sun, 16 Mar 2008 17:56:23 GMT dbad739f9da54595abe6446a09d6250d Dichiarazione di Kunmin Dichiarazione dei capi di stato e di governo di Cambogia, Cina, Laos, Birmania, Tailandia, Vietnam al secondo Vertice del Greater Mekong Subregion 4/5 Luglio 2005, alla presenza del Presidente ADB 2008-03-15T17:38:07.7270000+01:00 Kunming Declaration: 'A Stronger GMS Partnership for Common Prosperity' Second Greater Mekong Subregion Summit Kunming, Yunnan, People's Republic of China 4-5 July 2005 Preamble 1. We, the Heads of Government of the Kingdom of Cambodia, the People's Republic of China, the Lao People's Democratic Republic, the Union of Myanmar, the Kingdom of Thailand and the Socialist Republic of Viet Nam, met in Kunming, China for the Second GMS Summit. We were pleased to be joined in our discussions by the President of the Asian Development Bank (ADB). 2. At the First GMS Summit in Phnom Penh three years ago, we set our vision of an integrated, harmonious and prosperous sub-region, and our vision of a GMS characterized by steady economic growth, social progress and environmental sustainability. With our joint efforts, our vision is gradually being turned into reality. 3. Today, we reaffirm the commitments to our vision. We are determined to carry forward our development agenda that seeks to fulfill its vast potential, lift people from poverty and promote sustainable development for all. And we resolve to achieve that goal by further enhancing connectivity, competitiveness and community building. I. Achievements and Challenges 4. We are encouraged by the success of GMS cooperation over the past 13 years and appreciate the significant progress achieved so far, particularly since the first GMS Summit. We are satisfied with the evolvement of a more integrated, focused and policy-oriented cooperation process, a stronger partnership among member countries and other stakeholders, as well as practical results generated from a wide range of specific projects and initiatives. 5. We acknowledge our individual and collective efforts and achievements obtained in enhancing important infrastructure and reducing non-physical barriers, especially in the energy and transport sectors, in order to create a more desirable and competitive trade and investment environment. We also take note of our expedited and deepened cooperation in such fields as telecommunication, environment, tourism, agriculture and human resources development, all of which are inherent components for advancing the GMS program. In particular, we are pleased with the significant progress in the alleviation of poverty in the GMS. 6. We witness the regional and global situation undergoing profound changes. Threats, old and new, are intertwining. We shall carry forward our future cooperation to tackle the threats confronting us, which include poverty, development gaps and emerging threats to human security, such as terrorism and cross-border crimes, especially drug smuggling and trafficking of human beings. The spread of infectious diseases such as HIV/AIDS, Avian Flu, environmental degradation, and the menace of natural disasters are also serious threats that call for greater surveillance and response preparedness. 7. To meet the challenge, we shall sharpen our vision and redouble our efforts for the future. We shall also consolidate the fundamental principles underpinning our success and reaffirm our commitment to partnership. II. Guiding Principles for GMS Cooperation 8. Throughout the GMS process, some commonly accepted principles have gradually developed from our cooperation. These principles have been playing a catalytic role in maintaining the momentum of the GMS process by laying down the ground rules, shaping our common agenda, and keeping us focused on the most pressing priorities. We highly value and, when moving ahead, shall stand steadfastly by the principles. 9. The principle of equality and mutual respect has constituted the solid foundation for our cooperation since the inception of GMS. GMS members share common aspirations for common prosperity of the sub-region. All members, despite the diversity in geographic and economic conditions, are equal partners in GMS cooperation and can exert concerted and collaborative efforts in the pursuit of common goals. 10. Consensus-building in decision-making has been instrumental in enhancing solidarity in the sub-region. Coupled with flexibility on inter alia, timing and participation, this approach, to the largest possible extent, accommodates the different needs and concerns of different members while reflecting the common interests of all. We have managed to build broad-based support for our common development agenda, and above all, for advancing our process at the project-level by conducting thorough consultations and pooling our comparative advantages and strengths. 11. Pragmatism and an outward-looking orientation are key to bringing about the GMS vision. One of the most important lessons we have learned is that we can only be as successful as we are action-oriented, result-based and need-driven in our approach. By taking this approach, the GMS program has delivered practical results in a wide range of specific areas and brought significant benefits to our people. 12. The step-by-step approach has proven to be pertinent and effective in promoting the GMS cooperation. Given the enormous tasks ahead of us, we should expand and deepen our cooperation gradually, focusing on both short-term urgent priority programs and strategies based on longer-term needs. By doing so, we will cooperate in an orderly and effective manner with tangible results. III. Road Ahead towards Sustainable Development 13. In line with our vision, we reaffirm our commitments in pursuing the Millennium Development Goals (MDGs). We undertake to adopt appropriate policies and measures to accelerate GMS cooperation agenda as reflected in the GMS Strategic Framework. To this end, we will redouble our efforts in the following four key areas. Reinforcing Infrastructure for Development 14. Cross-border infrastructure is key to economic development and prosperity in the region. A well-built, seamless, multi-modal infrastructure is essential to the facilitation of trade, movement of people and the provision of basic services throughout the whole region. We therefore commit ourselves to fully 'connecting GMS'. To that end, we commit to sustained and greater inputs to strengthen the sub-regional infrastructure linkages through a multi-sector and holistic approach. 15. We support the development of a sub-regional transport sector strategy next year that will identify critical transport links not only among the GMS countries but also with our neighbors in South and Southeast Asia. We agree to complete the major transport links along the East-West corridor by 2008 and along the North-South and Southern Coastal corridors by 2010. To promote greater efficiency, we have agreed to expand cooperation in transport infrastructure to include railways, air transport and waterways. 16. We are encouraged by the considerable progress in negotiating the annexes and protocols of the Cross-border Transport Agreement and the commencement of its implementation. We instruct our ministers to complete the negotiations of the remaining annexes and protocols by the end of 2005 and to move with speed and purpose to implement the Agreement at an increasing number of border crossings. We will take all necessary domestic measures to ensure that the Agreement can be implemented starting in 2006. 17. We urge the accelerated completion of the telecommunications fiber optic network. We will work together to harness the power of ICT to transform the digital divide into a digital dividend by using it to empower people and build knowledge-based economies. The implementation of the GMS Information Super Highway will be at the core of this endeavor. 18. We are also committed to move swiftly to complete the work on the power trade operating agreement that will create transparent rules and regulatory framework for regional power trade. We have agreed to ensure sub-regional energy security by expanding energy cooperation to include improvement of energy efficiency and alternative sources of energy especially on biofuel by making use of our agricultural products that are available within the sub-region. Improving Trade and Investment Environment 19. The GMS is committed to creating a conducive and competitive environment for trade, investment and private sector development. To strengthen market fundamentals, we will promote financial efficiency, a sound policy and institutional, legal and regulatory framework, and undertake further facilitation and harmonization of trade and investment regimes. 20. We endorse the GMS Strategic Framework for Action on Trade Facilitation and Investment (SFA-TFI) that commits to time-bound, specific measures to reduce trade and business transaction costs in the sub-region. We direct the ministers and officials to develop and implement concrete plans of actions to give effect to the SFA-TFI in close collaboration with our development partners, including the private sector. 21. We recognize the private sector as the engine of GMS growth and value its contribution. We must make greater efforts to build capacity of the GMS Business Forum and ensure a more active role for it. We welcome the fruitful outcomes from the dialogue between us and the business community on 4 July. To maximize the potential of the private sector, we will ensure that industry and business are involved in the planning and implementation of GMS programs so that these become relevant and responsive to their needs. Strengthening Social and Environmental Infrastructure 22. Social infrastructure holds another key to realizing our vision for reduced disparities and common prosperity because it enables social equity and the harmonization of our community. Hence, we affirm our unyielding commitments to accelerate domestic and sub-regional efforts to create an enabling environment for improving social infrastructure including increasing human and institutional capacity building. 23. We affirm that poverty alleviation remains at the core of our development efforts. Despite the considerable progress made, poverty endures. The levels of poverty are still unacceptable. The high rates of economic growth we have recently witnessed motivate us to further eradicate poverty so that the benefits of growth are equitably distributed. We shall continue to direct our regional initiatives to impact positively on the poor. In order to maximize these efforts, we shall call for more holistic community based actions which integrate all efforts from multi-sectors and stakeholders by providing them with greater opportunities for economic and social infrastructure. 24. We are aware that the agricultural development is essential to poverty reduction since poverty is largely a rural phenomenon across the GMS, Thus, we pledge to accelerate cooperation in the agriculture sector, giving priority to improving farmers' livelihood and ensure food security for the poor through technical assistance such as the launching of the GMS agricultural information website. We will focus on collaborative efforts on the cross-border dimensions of agriculture. We therefore call for the early convening of the meeting of the GMS agricultural ministers. We also agree to take up the issue of prevention and control of animal epidemics among GMS countries. 25. We emphasize the importance of knowledge and technologies in improving our competitiveness. We are also convinced that human resource development represents great potential for development in the sub-region. We are determined to better empower our people and enhance human capacities to face the challenges of globalization. Our public institutions have to be better equipped to design and manage a complex development agenda. We acknowledge the effective role of Phnom Penh Plan in building capacity and urge the expansion of this well-designed program to maximize coverage and to expose our officials to cutting edge development technologies. To bridge the knowledge gap and give us the competitive edge in world markets, we will also step up efforts at building knowledge-based society through expanded cooperation in education and training and by way of developing tertiary education institutions and promoting their networking. 26. In the wake of new health threats such as SARS and avian flu, we will step up cooperation in health programs. In 2005, a communicable disease control program will be established. It will strengthen surveillance and coordination systems at our borders. In this context, we urge the Ministers to consider establishing a continuing mechanism to strengthen health surveillance and coordination. 27. Environmental conservation and sustainable management and use of shared natural resources in the Mekong river basin are vital to the sustainable development in the sub-region. We are determined to protect our natural environment and are committed to use our natural resources wisely. We reaffirm to undertake our commitments to the environmental protection as set out in the Plan of Action to Implement the Kunming Declaration on ASEAN-China Strategic Partnership for Peace and Prosperity adopted on 29 November 2004, Vientiane, Lao PDR. We welcome the recommendations by the ministers on the implementation of core environment program, together with local communities and development partners at their meeting in Shanghai, China in May 2005. We congratulate the GMS Environment Ministers for launching the Biodiversity Conservation Corridors initiative and the three-year action plan. This will conserve our terrestrial biodiversity and protected areas in the economic corridors as they are developed. 28. Tourism is a key job creator in the GMS and brings particular benefits to local communities. It is universally recognized as an area of GMS comparative advantage. We welcome the recommendations of the GMS Tourism Strategy Study to support a more holistic and coordinated approach to tourism development, including the implementation of identified high-priority projects, and the promotion of pro-poor and environment-friendly tourism. We urge the marketing of the GMS as a single tourist destination and encourage further work to develop a GMS visa. 29. The considerable initiatives in physical, environmental and social infrastructure, and in trade and investment, will require strengthened GMS institution capacities, and especially, in the GMS national secretariats. We are committed to strengthening those capacities to better coordinate and manage GMS Program. Mobilizing Resources and Deepening Partnership 30. We have to find the significant financial resources to implement our priority development programs. The development community has become our staunch ally. We greatly value its contribution to our cooperative efforts. We will strengthen and expand our relationships with development partners to draw on their considerable reservoirs of expertise and resources. We will also intensify partnerships with the private sector, academe and civil society organizations. 31. We recognize and highly appreciate the unique and dynamic role that ADB has played in catalyzing and supporting the GMS program. Its task, however, has become more complex and urgent. ADB needs to play an even larger role and to support us at higher levels of resource and knowledge transfers. Its role in bringing the GMS onto the center stage of economic integration in Asia will be crucial. 32. We look forward to meet again at the 3rd GMS Summit in Lao PDR in 2008. 33. In conclusion, we pledge ourselves to a closer and stronger GMS partnership for common prosperity. We are confident that with our concerted effort the vision we embrace here will over time come to full fruition. http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=136d5fb8fc3b4634b37d4dcd66543d33&docid=dbad739f9da54595abe6446a09d6250d Sat, 15 Mar 2008 16:38:07 GMT 5a49e579f0334fc98bbd54862de8de12 La Birmania e il crimine internazionale Rapporto al Congresso USA sulla corruzione, sul traffico di oppio, metanfetamine, esseri umani dalla Birmania. Il rapporto testimonia i profitti e gli interessi miliardari che il crimine transnazionale produce, indicando come la corruzione, il traffico di esseri umani, la pulizia etnica e distruzione ambientale siano alla base del regime. 2008-03-14T17:19:28.5230000+01:00 http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=136d5fb8fc3b4634b37d4dcd66543d33&docid=5a49e579f0334fc98bbd54862de8de12 Fri, 14 Mar 2008 16:19:28 GMT 29571dc1841a4c929cf1025532708036 State of terror Un nuovo rapporto del Karen Women’s Organisation, State of Terror, fornisce le evidenze delle sistematiche tattiche del terrore utilizzate dall'esercito birmano contro le donne Karene. Il rapporto documenta oltre 4000 casi di abusi, stupri, uccisioni, lavoro forzato, in oltre 190 villaggi da parte delle truppe birmane. 2008-03-14T15:40:17.2100000+01:00 http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=136d5fb8fc3b4634b37d4dcd66543d33&docid=29571dc1841a4c929cf1025532708036 Fri, 14 Mar 2008 14:40:17 GMT 4abe8b90864f4b8b92b7542bb0fc9227 Mine anti-uomo e Birmania: nel 2006 la giunta ha continuato ad utilizzarle come strumento di repressione Il Paese del sud-est asiatico è l’unico al mondo che ha utilizzato mine antiuomo per tutto il 2006. I soldati nascondono esplosivi nei pressi delle case e nei campi di riso, e per percorrere strade e sentieri in sicurezza, costringono i civili ad anticipare le truppe in avanscoperta. Bangkok, 9 gennaio 2006 - Il Governo Birmano è l’unico al mondo che ha utilizzato in modo regolare mine antiuomo per tutto il 2006. La denuncia, raccolta dall’associazione per la promozione dei diritti umani Human Rights Watch (HRW), arriva dai superstiti delle popolazioni birmane che continuano a vivere in villaggi situati nelle zone remote del Paese (come i villaggi Mon o Karen) che potrebbero essere distrutti da un giorno all’altro dai militari. La situazione è precipitata nel novembre scorso, stagione del raccolto del riso, principale fonte di sostentamento della popolazione locale. I militari cercano di impedire agli abitanti dei villaggi di raccogliere il riso e per fare questo non solo minano strade e viali che portano ai campi ma incrementano anche l’utilizzo di mine antiuomo intorno ai campi e di fronte alle abitazioni private. Un ordigno esplosivo nascosto nei pressi di un caminetto di una casa privata nella zona di Baw Kwey Day, nella parte nord ovest del Paese, abitata da birmani di etnia Mon, ha provocato la morte di tre uomini e il ferimento di altre 8 persone. “Gli stanno rendendo la vita impossibile, l’unica via di scampo per non perdere la vita o rimanere mutilati è la fuga dalle loro terre”, spiega Brad Adams, direttore della sezione asiatica di HRW. “La giustificazione che il Governo dà a questa terribile campagna – continua - è quella di separare i gruppi armati dalla popolazione civile, ma le mine e gli altri esplosivi uccidono solo persone innocenti”. Negli ultimi 10 anni solo nello stato Karen, nel nord del Paese, decine di persone sono state uccise e ferite da ordigni esplosivi nascosti nei campi o interrati nelle strade e nei sentieri delle giungle. I militari, per evitare “inutili” perdite, sono soliti utilizzare civili per accertare la presenza di mine nelle strade: profughi o persone strappate con la forza dai propri villaggi vengono costrette ad anticipare il passaggio dei militari in una operazione definita “filtraggio del cammino”. Secondo le informazioni di HRW lo scorso dicembre i soldati della 66ma divisione di fanteria leggera per attraversare una zona a rischio hanno costretto 12 abitanti della città di Toungoo, 250 km a nord di Rangoon, a precedere le truppe a piedi o alla guida di trattori fino alla cittadina di Mawchi, a poco più di 8 km da Toungoo. La giunta ha inoltre previsto una sorta di “multa” nel caso un cittadino in avanscoperta faccia scoppiare una mina: in caso di morte, le famiglie sono costrette a pagare una imposta che corrisponde a circa 10 dollari, una somma molto rilevante in Birmania. “Far pagare alle famiglie le ingiustizie che subiscono è la peggiore delle atrocità”, dichiara Adams. “Il Governo – continua - deve terminare al più presto la politica di minare strade e terreni, e deve fornire assistenza a queste vittime innocenti”. Ma l’ipocrisia dei militari lascia poche speranze: soltanto lo scorso 26 ottobre 2006 all’Assemblea generale delle Nazioni Unite il delegato birmano aveva dichiarato: “Ci opponiamo all’uso indiscriminato di mine antiuomo che causano la morte e il ferimento di persone innocenti in tutto il mondo”. Per poi aggiungere che è legittimo l’uso per la difesa personale. (GM) 2008-03-14T15:39:59.9130000+01:00 http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=136d5fb8fc3b4634b37d4dcd66543d33&docid=4abe8b90864f4b8b92b7542bb0fc9227 Fri, 14 Mar 2008 14:39:59 GMT 37bb0a623d3145e9b6cae9cfdc228f5e I generali auspicano che si visiti la Birmania Davao, 24/01/2006 - Nel corso del Tourism Forum dell'ASEAN i delegati del governo militare birmano hanno invitato nel corso di due conferenze stampa, i giornalisti a visitare la Birmania.i delegati del governo e del settore privato hanno sostenuto che le accuse di violazione dei diritti umani contro la giunta sono prive di fondamento. il generale Aye Myint Kyu ha dichiarato "venite a vedere con i vostri occhi la bellezza del nostro paese e della nostra gente" e ha aggiunto che la Birmania vorrebbe ospitare in futuro il Forum del Turismo dei paesi Asean, ma ha balbettato quando gli è stato richiesto come mai si è ritirato dall'ospitare il forum di quest'anno. A quanto pare la Malesia ha bliccato questa eventualità per problemi politici e per altre ragioni. la Malesia inftatti aveva invano spinto la giunta ad accettare la visita del rappresentante ONU in Birmania. Il generale ha sostenuto che come in ogni altro paese, ci sono delle dinamiche politiche anche in Birmania. in un comunicato stampa, Gus Miclat direttore esecutivo e coordinatore regionale dell'Asia Pacific Solidarity Coalition ha dichiarato:" accettiamo la svida di visitare la Birmania. la giunta dovrebbe sapere che la società civile della regione Asean avrebbe voluto visitare la Birmania, ma non ha mai potuto perchè messa sulla lista nera." "aspettiamo l'invito, ma prima di tutto la giunta dovrebbe invitare l'ex presidente filippina Corazon Aquino che voleva andare a far visita a Aung San Suu Kyi tutt'ora agli arresti domiciliari. le organizzazioni democratiche hanno anche chiesto che la giunta permettesse l'ingresso in Birmania del rappresentante ONU, il cui visto è stato posposto sine die. Miclat ha anche affermato che alcuni rappresentanti di organizzazioni democratiche sono stati arrestati in Birania e condannati a 5 anni di prigione, dopo aver cercato di vedere la situazione da vicino! la sua dichiarazione ha anche elecncato una serie di violazioni e di abusi, a partire dalla continuazione degli arresti domiciliari per la Aung San Suu Kyi ed altri prigionieri politici, l'utilizzo del lavoro forzato, gli attacchi contro le nazionalità etniche , l'utilizzo di bambini soldato, l'assenza di media liberi, gli stupri sistematici da parte dell'esercito. 2008-03-14T13:25:51.8970000+01:00 http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=136d5fb8fc3b4634b37d4dcd66543d33&docid=37bb0a623d3145e9b6cae9cfdc228f5e Fri, 14 Mar 2008 12:25:51 GMT 04aeb5f232384a738506146e941cb7e8 Mappe dei risultati delle elezioni politiche 2020 Camera dei rappresentanti e Camera delle nazionalità In allegato la mappa di MIMU relativa ai risultati elettorali delle elezioni politiche dell'8 novembre 2020 2020-12-10T14:42:11.1670000+01:00 http://www.birmaniademocratica.org/document.aspx/it/mappe_dei_risultati_delle_elezioni_politiche_2020_camera_dei_rappresentanti_e_camera_delle_nazionalita/politica?lang=it Thu, 10 Dec 2020 13:42:11 GMT 77e31e2d5a4549e181ead62a2e591726 quadro risultati del voto per i parlamenti degli Stati e delle Regioni 8 novembre 2020 in allegato i risultati elettorali dell'8 novemrbe 2020 per i Parlamenti degli Stati e delle Regioni. 2020-12-10T14:44:41.7270000+01:00 http://www.birmaniademocratica.org/document.aspx/it/quadro_risultati_del_voto_per_i_parlamenti_degli_stati_e_delle_regioni_8_novembre_2020/politica?lang=it Thu, 10 Dec 2020 13:44:41 GMT f9686099d39a488b9de894b41f6d7109 Mappa delle circoscrizioni elettorali cancellate nelle elezioni dell'8 novembre 2020 in allegato la mappa con l'elenco delle circoscrizioni elettorali cancellate a causa dei conflitti armati in alcuni Stati del Myanmar. 2020-12-10T14:46:51.5230000+01:00 http://www.birmaniademocratica.org/document.aspx/it/mappa_delle_circoscrizioni_elettorali_cancellate_nelle_elezioni_dell_8_novembre_2020/politica?lang=it Thu, 10 Dec 2020 13:46:51 GMT aa5085b070b540e792f665554b54a038 69° Compleanno della Leader birmana Aung San Suu Kyi 15 organizzazioni di donne si sono coalizzazzatea sostegno della campagna di Aung San Suu Kyi in vista delle elezioni del 2015 2014-06-25T16:28:52.9770000+02:00 Aung San Suu Kyi ha celebrato il suo compleanno con 140 colleghi nel compound del Parlamento a Nay yi Taw. In un comunicato pubblicato il 19 giugno, l’organizzazione, ‘Women’s Political Action 2015’, nata per dare voce alle donne in vista delle prossime elezioni, che si terranno alla fine del 2015, ha dichiarato che le iscritte alle 15 organizzazioni aderenti lavoreranno a sostegno della campagna di Aung San Suu Kyi.” Abbiamo fiducia nella nostra leader del popolo, se diventerà presidente le organizzazioni delle minoranze etniche si uniranno” ha dichiarato Ma Pyoe Lett Han, quale componente della rete. “Lei ha fatto enormi sacrifici e tutto il possibile per il bene dell’economia del paese e del welfare del popolo birmano. Per questo la sosteniamo.” Daw Aung San Suu Kyi, che ha celebrato il suo compleanno insieme a 140 colleghi, nel compound del Parlamento a Nay Pyi Taw, ha inviato una dichiarazione formale alla celebrazione in suo onore organizzata per questa occasione nella Sede principale dell’NLD a Yangon. “I compleanni rappresentano momenti in cui riflettere sulle azioni dell’anno passato. Come politica, preferisco guardare a quanto è stato ottenuto nell’interesse del mio paese, più di quanto è ottenuto sul piano personale “ ha dichiarato la Presidente dell’NLD. http://www.birmaniademocratica.org/document.aspx/it/69_compleanno_della_leader_birmana_aung_san_suu_kyi/politica?lang=it Wed, 25 Jun 2014 14:28:52 GMT