DOSSIER http://www.birmaniademocratica.org/section.aspx/it/forced_labour_myanmar?lang=it c7fa8ff1a3a04c7f8a0e326ad89dd4b3 Silenzi Colpevoli: Il caso Danieli spa: Rapporto presentato alla Sala Conf. della camera dei Deputati 2024-03-29T17:49:41.8830000+01:00 Il Rapporto, elaborato con il contributo della Pa-O Youth Organization (PYO) e della Confederation of Trade Unions of Myanmar (CTUM), con la collaborazione di FIM CISL e Atlante delle Guerre, mette evidenza, con dati di fatto, la scelta da parte del gruppo DANIELI & Co S.P. A, di continuare a collaborare con la violenta dittatura birmana, accusata di crimini di guerra e contro l’umanità, nonché di violazione delle libertà sindacali, della confisca delle terre, del lavoro forzato. Dal colpo di stato del febbraio 2021, gli investimenti della giunta nel settore siderurgico pongono seri interrogativi, sull’utilizzo finale dell’acciaio, per la produzione armi e munizioni, necessarie a continuare i bombardamenti nei confronti delle popolazioni civili in tutto il paese. Pertanto, la collaborazione del gruppo DANIELI con la giunta, tenutasi nella massima segretezza, potrebbe aver comportato la reiterata violazione degli standard internazionali sui diritti umani e delle misure restrittive adottate dalla Unione Europea. Il Rapporto si interroga anche sul ruolo delle autorità italiane, che avrebbero consentito, negli anni alla DANIELI, di continuare a operare in Birmania, nonostante le misure restrittive internazionali ed europee per i crimini commessi dalla giunta militare. http://www.birmaniademocratica.org/document.aspx/it/silenzi_colpevoli_il_caso_danieli_spa_rapporto_presentato_alla_sala_conf_della_camera_dei_deputati/forced_labour_myanmar?lang=it Fri, 29 Mar 2024 16:49:41 GMT fd960800f3a44db68dd97ab9de9034c8 2.12.23 Gli sviluppi della resistenza democratica 2023-12-03T18:21:49.2500000+01:00 Tracciare il mutevole equilibrio di potere sui campi di battaglia del Myanmar Ye Myo Hein 2 dicembre 2023 The Irrawaddy Nel silenzio prima dell’alba del 27 ottobre, un silenzioso gruppo di uomini armati ha sfruttato il manto dell’oscurità per sgattaiolare verso il ponte Chin Shwe Haw, nel nord dello Stato Shan, al confine tra Myanmar e Cina. All'avamposto militare vicino al ponte una guardia di sicurezza annuiva sonnolenta, ignara del pericolo incombente. Un’improvvisa raffica di fucili automatici, seguita da esplosioni di mortaio, ha annunciato un attacco a sorpresa da parte dell’Esercito dell’Alleanza Nazionale Democratica del Myanmar (MNDAA), un gruppo ribelle del Kokang intento a prendere il controllo di un importante accesso per il commercio transfrontaliero del Myanmar con la Cina. Ma l’MNDAA non è stato il solo ad attaccare le posizioni del regime militare il 27 ottobre, né il ponte Chin Shwe Haw è stato l’unico obiettivo dell’assalto. In realtà, l’attacco del MNDAA è stato solo l’inizio di una strategia coordinata sviluppata lo scorso anno dai principali elementi armati del movimento anti-colpo di stato del Myanmar per organizzare un assalto a 360 gradi contro i militari da est a ovest e da nord a sud. La decennale strategia militare dei generali del Myanmar di mantenere i vari gruppi armati etnici del paese impegnati in battaglie separate con l’esercito – e, a volte, tra loro – è stata finalmente contrastata. l primo di una serie in due parti, questo pezzo illustrerà lo stato attuale del campo di battaglia in Myanmar come modellato dall'Operazione 1027. La seconda parte, che seguirà a breve, analizzerà le implicazioni del conflitto in espansione e le sfide che ci attendono. Coordinamento e preparazione. Nonostante varie affermazioni secondo cui la Cina avrebbe svolto un ruolo chiave nell’Operazione 1027, a sostegno del suo obiettivo di eliminare i centri truffa a Kokang, che depredano i cittadini cinesi, in realtà questo non è stato il fattore trainante. Piuttosto, l’offensiva a cui stiamo assistendo è l’inizio di una strategia coordinata sviluppata nell’ultimo anno tra i principali gruppi di resistenza con l’obiettivo di impegnare i militari del Consiglio di Amministrazione Statale (SAC, come si definisce la giunta) su tutti i fronti. Gli osservatori che monitoravano da vicino il conflitto post-colpo di stato erano probabilmente consapevoli che il movimento anti-colpo di stato aveva formato diversi meccanismi di coordinamento per condurre la battaglia di terra contro i militari, vale a dire il Comitato Centrale di Comando e Coordinamento (C3C) e il Comando e Coordinamento Congiunto (J2C) , costituiti per coordinare il lavoro delle PDF e delle alleate organizzazioni armate etniche (EAO). Il governo civile di unità nazionale (NUG) ha anche formato un Comitato per le relazioni dell'Alleanza (ARC) per mantenere i contatti con i gruppi etnici armati che erano rimasti nominalmente indipendenti, inclusa l'Alleanza della Fratellanza tra il MNDAA, l'Esercito Arakan (AA) e il Ta'ang National Liberation. Esercito (TNLA). Dalla metà del 2022, i membri del NUG ARC si sono incontrati frequentemente con la Brotherhood Alliance, che forniva addestramento militare ai PDF e ad altri gruppi armati con obiettivi comuni. I negoziati per una strategia militare congiunta tra il NUG e la Brotherhood Alliance sembrano essere iniziati sul serio all’inizio del 2023, quando i membri della Brotherhood Alliance iniziarono a divulgare apertamente informazioni sul loro sostegno ai gruppi di resistenza. Secondo fonti interne, il ministro della Difesa della NUG, U Yee Mon, ha visitato la parte settentrionale del paese per impegnarsi direttamente con l’Alleanza della Fratellanza per diversi mesi su una strategia coordinata. Altri gruppi di resistenza, come l’Esercito popolare di liberazione della Birmania (BPLA) e l’Esercito popolare di liberazione (PLA), che hanno ricevuto addestramento militare dall’Alleanza della Fratellanza, hanno svolto un ruolo chiave nell’allineare gli obiettivi strategici dell’alleanza con il movimento di resistenza anti-colpo di stato. La preparazione per l'operazione 1027 iniziò un anno prima, quando l'MNDAA formò ed equipaggiò una nuova brigata militare nota come Brigata 611 composta da soldati di diverse etnie, tra cui Bamar, e diversi gruppi come AA, NUG PDF e Karenni National Defense Forces. (KNDF), BPLA, PLA e altri, tutti sotto il comando del MNDAA. La Brigata 611 è stata schierata principalmente tra Lashio e Muse e Lashio e Chin Shwe Haw/Laukkai per bloccare le rotte strategiche militari verso Kokang al confine con la Cina. Dal 2022 nello Stato Shan erano presenti anche esperti di droni provenienti da gruppi di resistenza di altre aree. Senza analizzare esplicitamente i progressi delle tendenze militari post-colpo di stato, alcuni hanno prontamente concluso che l’Operazione 1027 non è un attacco coordinato, ma guidato principalmente dall’Alleanza della Fratellanza senza previa consultazione con il NUG. La portata del coordinamento, tuttavia, è stata chiaramente rivelata dal segretario generale del TNLA quando ha ammesso ampie consultazioni con il NUG e l’inclusione di forze sotto il comando del Ministero della Difesa del NUG nell’operazione 1027, chiarendo che l’offensiva non fu un evento spontaneo, ma emerse da preparativi durati un anno coordinati con il più ampio movimento di resistenza. Operazione 1027 L’attacco alla roccaforte militare di Kokang al confine cinese, nome in codice Operazione 1027 dalla data in cui iniziò, fu condotto dall’Alleanza della Fratellanza in coordinamento con una serie di altre forze di resistenza. L’assalto a Chin Shwe Haw è stato seguito rapidamente da attacchi a Kunlong, Mongko, Lashio, Hopang e Namkham lungo il confine del Myanmar con la Cina. In poche settimane, l’alleanza è riiuscita a catturare oltre 200 posizioni militari, comprese basi strategicamente significative in queste città e oltre, chiudendo di fatto il confine al commercio tra i due paesi. Un mese dopo il lancio dell’Operazione 1027, l’Alleanza della Fratellanza aveva dichiarato che l’operazione era passata alla fase successiva: una battaglia a livello nazionale contro i militari. Altri gruppi armati etnici insieme ai PDF stavano attaccando gli accampamenti militari nello stato di Kachin a nord, nelle regioni di Sagaing, Magwe e Bago nel cuore del paese, negli stati di Chin e Rakhine a ovest, Karenni (Kayah) a est, e nello stato di Karen e Tanintharyi. Regione a sud. Per la prima volta nella storia, l’esercito si trova ora ad affrontare attacchi simultanei da parte della resistenza armata di vario tipo, che va dalla guerra convenzionale alle tattiche di guerriglia e dalle operazioni palesi a quelle segrete, in 12 dei 14 stati e regioni del Myanmar. La prova di un’offensiva coordinata a livello nazionale da parte delle forze combinate che si oppongono allo sfortunato regime golpista è diventata inequivocabile. Penetrazione a Mandalay: il primo gruppo a sfruttare l'opportunità creata dall'operazione 1027 è stato il Mandalay PDF sotto il comando del NUG, con sette battaglioni addestrati ed equipaggiati dal TNLA dal 2021. Operante principalmente nelle aree Kyaukme e Nawnghkio della parte settentrionale dello Stato Shan, miravano ad occupare la regione di Mandalay da est. Hanno unito le forze con il TNLA nell'operazione 1027 per attaccare le posizioni militari nelle loro aree di operazione e bloccare i rinforzi militari nello Stato Shan settentrionale, penetrando allo stesso tempo nelle aree bersaglio a Mandalay. Pur continuando a bloccare l'accesso militare lungo l'autostrada Lashio-Mandalay verso lo Stato Shan settentrionale, il PDF della Regione di Mandalay ha iniziato a infiltrarsi in parti della regione di Mandalay fortemente difese dai militari, a Madaya. Recentemente il PDF ha annunciato la sua “Operazione Shwe Pyi Soe” con l’ambizione di occupare Mandalay. Karen: Il giorno in cui è iniziata l'operazione 1027, le forze dell'Esercito di liberazione nazionale Karen (KNLA) e i PDF hanno avviato attacchi contro Kawkareik nello stato Karen. Con armi e munizioni limitate nelle aree meridionali rispetto a quelle settentrionali, le forze della resistenza non hanno mirato a conquistare le città e le principali basi militari. Invece, hanno circondato le città, controllato le principali vie di rifornimento e tagliato i rifornimenti e i rinforzi militari. Pur non dichiarando il sequestro delle città, le forze di resistenza nelle regioni di Karen e Tanintharyi hanno comunque acquisito un controllo sostanziale sulle città e sulle aree vicine, come Kawkareik e Hpapun, oltre a dominare rotte strategiche, come Kawkareik-Myawaddy e Ye-Dawei. autostrade. Nonostante i lenti progressi, è improbabile che l’KNLA rinunci all’opportunità di portare avanti le proprie conquiste militari in mezzo al caos che travolge l’esercito. Bago: Anche nel teatro meridionale, il KNLA e le PDF hanno cercato con insistenza di infiltrarsi nella regione di Bago, attraversando il fiume Sittaung. L'esercito ha stabilito tre linee di difesa per contrastare l'avanzata delle forze di resistenza nelle aree di Bago, ma nonostante gli attacchi dei Sit-Tat (l'esercito del Myanmar), le forze di resistenza sono riuscite a superare in astuzia i pesanti attacchi aerei e l'artiglieria dell'esercito per penetrare la seconda linea di difesa, operando liberamente tra la vecchia autostrada Yangon-Mandalay e il fiume Sittaung, dando loro il potenziale per minacciare e isolare l’una dall’altra le città di Yangon e Naypyitaw. Nonostante una difesa militare solida e pesantemente fortificata tra la vecchia e la nuova autostrada tra Yangon e Naypyitaw, le forze della resistenza sembrano ora pronte a intensificare presto gli attacchi in quella regione, allineandosi con l’Operazione 1027. Kachin: prima dell'operazione 1027, l'esercito del SAC aveva intensificato la sua offensiva contro l'Esercito per l'indipendenza Kachin (KIA) per interdire la fornitura e l'assistenza del KIA ai PDF nel nord. Quando lo scoppio dell’Operazione 1027 costrinse l’esercito a reindirizzare le sue limitate risorse verso nuove aree di conflitto, il 31 ottobre il KIA si trasferì nella base militare di Mongton, nel nord dello Stato Shan, e in una base sulla Gangdau-Bhamo Road, continuando la sua offensive militari nella regione dell'alto Sagaing. Sagaing e Magwe: il 2 e 3 novembre, i NUG PDF, collaborando con le forze di difesa locali e gli EAO alleati, hanno eseguito attacchi coordinati contro posizioni militari, stazioni di polizia e campi di prigionia a Sagaing e Magwe, completando l'operazione 1027. Il 6 novembre, i Il Ministero della Difesa del NUG ha annunciato di avere il controllo su Kawlin nell'alto Sagaing e, il 7 novembre, su Khampet al confine indiano. Se le forze della resistenza riuscissero a prendere Tamu insieme a Khampet, ciò darebbe loro il controllo completo della valle di Kabaw al confine indiano. Mirano anche a consolidare il controllo dell’area delle “3 K” (Kawlin, Katha e Kantbalu), dove hanno già stabilito roccaforti nella maggior parte delle aree rurali, ma non ancora in tutte le basi militari. Da qui, è probabile che la resistenza coordinata si concentri sulla conquista delle aree urbane e delle basi militari chiave nel cuore del paese. Chin: il 30 ottobre, il Fronte nazionale Chin (CNF) ha annunciato che avrebbe seguito l'esempio dell'operazione 1027 per affrontare i militari in diverse regioni dello Stato Chin. Il 7 novembre, le forze di resistenza Chin sono riuscite a conquistare Rihkwanda, una città al confine con l'India, e hanno proceduto a catturare basi militari e altre città come Lailenpi e Rezua a Matupi. Il terreno montuoso e la lontananza dello Stato Chin hanno rappresentato sfide significative per i militari, dando al movimento di resistenza maggiore libertà di ottenere il controllo sullo stato, circondando e isolando basi militari fortemente difese. Lo slancio contro i militari in altre aree del paese non farà altro che rafforzare il vantaggio del CNF. Rakhine: il 13 novembre, il potente esercito Arakan, dopo aver ottenuto vittorie sui militari al confine cinese come membro dell'Alleanza della Fratellanza, ha iniziato a lanciare offensive sulle posizioni militari nello stato di Rakhine, al confine occidentale del Myanmar con il Bangladesh, segnando la fine di un cessate il fuoco della durata di un anno in quello Stato. Concentrando i suoi attacchi contro le postazioni militari e di polizia al confine, l'AA ha catturato con successo diversi avamposti a Rathedaung e Maungdaw, una strategia che sembra progettata per aprire le porte ai paesi vicini del Bangladesh e dell'India per l'accesso al cibo per la popolazione di Rakhine, in per sventare i prevedibili blocchi militari delle vie di accesso all’interno del Rakhine. Le operazioni dell’AA si stanno già espandendo rapidamente in altre parti degli stati di Rakhine e Chin, con la recente escalation dei combattimenti a Pauktaw, Myebon e Paletwa. Karenni: A sud dello Stato Shan, l'Operazione 1027 ha anche acceso le forze combinate di resistenza Karenni, comprendenti l'Esercito Karenni (KA), il Fronte di Liberazione Nazionale Karenni (KNLF), le Forze di Difesa Nazionale Karenni (KNDF), PDF e altri gruppi alleati, per avviare operazioni contro i militari, ottenendo inizialmente il pieno controllo di Mese, al confine con la Thailandia. L’11 novembre hanno annunciato l’operazione 11.11 volta a completare la cattura di Loikaw, la capitale Karenni situata a soli 110 km circa dalla capitale del Myanmar Naypyitaw, che darebbe alla resistenza un facile accesso alla base del potere della giunta. La cattura delle posizioni militari a Loikaw, Demoso e Mobye da parte delle forze Karenni ha costretto la giunta a destinare le sue risorse in diminuzione alla difesa di Loikaw, impedendo un ridispiegamento su larga scala nello Stato Shan settentrionale in risposta all'operazione 1027. Con le sue truppe di terra a Karenni Dopo aver disertato in gran numero e rifiutandosi di combattere, la giunta sta ora colpendo Loikaw con assalti aerei, provocando movimenti di massa di popolazione nello Stato Shan e attraverso il confine tailandese. Sebbene le forze Karenni non abbiano ancora raggiunto il pieno controllo di Loikaw, continuano a fare progressi costanti. A causa della sua posizione strategica, la presa di Loikaw potrebbe alterare l’intera dinamica del conflitto post-colpo di stato. L’analisi del conflitto nazionale innescato dall’Operazione 1027 rivela tre osservazioni chiave. Innanzitutto, le operazioni nei diversi teatri sono interconnesse. In secondo luogo, l’attacco sincronizzato a 360 gradi contro i militari da molte località del paese fornisce una prova inequivocabile di un sostanziale grado di coordinamento preventivo tra le forze di resistenza. E in terzo luogo, l’esercito del SAC deve ora concentrare le rimanenti risorse limitate in alcuni teatri di conflitto chiave. Un giorno la storia potrebbe concludere che il colpo di stato militare del febbraio 2021 si è rivelato fatale per il monopolio decennale del potere da parte dell’esercito birmano, stimolando l’ampia gamma di gruppi armati non statali del paese a trovare finalmente una causa comune per abbattere la dittatura militare che ha ha afflitto la popolazione per così tanto tempo. Tuttavia, la battaglia non è finita e molte sfide attendono ancora il movimento anti-colpo di stato. Ye Myo Hein è un membro globale del Wilson Center con sede a Washington DC. Le opinioni qui espresse sono sue e potrebbero non riflettere quelle del centro o del governo degli Stati Uniti. http://www.birmaniademocratica.org/document.aspx/it/gli_sviluppi_della_resistenza_democratica/forced_labour_myanmar?lang=it Sun, 03 Dec 2023 17:21:49 GMT 7bd8c1f546274a2dac0b4b5fa404a667 8.11.23 Decisione del Consiglio di Amministrazione ILO sulla violazione della libertà di organizzazione sindacale e sul lavoro forzato in Myanmar 2023-11-13T04:30:45.8530000+01:00 Decisione riguardante il rapporto della Commissione d'Inchiesta istituita ai sensi dell'articolo 26 della Costituzione dell'ILO riguardante la mancata osservanza da parte del Myanmar della Convenzione sulla libertà di associazione e sulla protezione del diritto di organizzazione sindacale, del 1948 (n. 87), e la Convenzione sul lavoro forzato, 1930 (n. 29) Il Consiglio di Amministrazione: (a) ha preso atto del rapporto della Commissione d'inchiesta istituita ai sensi dell'articolo 26 della Costituzione, riguardante la mancata osservanza da parte del Myanmar della Convenzione sulla libertà di associazione e sulla protezione del diritto di organizzarsi, 1948 (n. 87), e la Convenzione sul lavoro forzato del 1930 (n. 29), nonché della risposta delle autorità militari; (b) ha esortato le autorità militari a desistere da qualsiasi atto di ritorsione contro qualsiasi individuo od organizzazione che abbia fornito informazioni alla Commissione d'inchiesta; (c) in preparazione di una discussione in occasione della prossima 350a Sessione del Consiglio di Amministrazione (marzo 2024), ha invitato il Direttore Generale a preparare un rapporto comprendente opzioni per possibili ulteriori misure, comprese quelle previste nella Costituzione dell'ILO, per garantire il rispetto da parte Myanmar delle raccomandazioni della Commissione d'inchiesta, nel caso in cui le autorità militari non accettino le raccomandazioni della Commissione d'inchiesta e non si impegnino ad attuarle pienamente e tempestivamente. http://www.birmaniademocratica.org/document.aspx/it/8_11_23/forced_labour_myanmar?lang=it Mon, 13 Nov 2023 03:30:45 GMT 8bfffae579da4f1fbcce84f9c4fa6a6e Le montagne avvelenate dalla estrazione di terre rare in Birmania indagine di Global Witness sull'impatto della produzione di terre rare in Myanmar 2022-08-16T18:58:36.3530000+02:00 L'industria mineraria tossica delle terre rare al centro della transizione globale all'energia verde. La Cina domina da tempo la fornitura mondiale di terre rare pesanti, minerali necessari per costruire veicoli elettrici e turbine eoliche. La domanda di questi prodotti è alle stelle mentre ci affrettiamo a raggiungere gli obiettivi climatici, ma c'è un problema alla radice della catena di approvvigionamento. I processi utilizzati per estrarre le pesanti terre rare sono altamente inquinanti, devastano i paesaggi e avvelenano i corsi d'acqua. Con l'aumento delle preoccupazioni per il costo ambientale dell'estrazione in Cina negli ultimi dieci anni, un numero sempre maggiore di miniere domestiche sono state chiuse. Eppure la domanda globale sta crescendo rapidamente e la Cina rimane il più grande processore del mondo. Mi piace Commenta Condividi http://www.birmaniademocratica.org/document.aspx/it/le_montagne_avvelenate_dalla_estrazione_di_terre_rare_in_birmania/forced_labour_myanmar?lang=it Tue, 16 Aug 2022 16:58:36 GMT fd4b49a8d26443a9b51c224020527251 A che punto sono i progetti minerari? 2019-07-15T15:42:38.0730000+02:00 A che punto sono i progetti minerari per l’estrazione di nikel nella zona di Mandalay e di oro nello Stato Kachine e nello Stato Shan. Secondo alcuni rapporti, dopo un lungo ritardo, il progetto minerario per l'estrazione di nikel, a nord di Mandalay sta per essere avviato. Il progetto, per un totale di 800 milioni di dollari, è finanziato da imprese statali cinesi. Il Ministero delle Miniere ha dichiarato che il suo partner principale, la Cina Metalli non Ferrosi Mining Company (CNMC), aveva già effettuando i test nella zona Tagaung nella divisione di Sagaing. Secondo il giornale Eleven, il progetto, in discussione dal 2004 e che avrebbe un impatto negativo sulle foreste pluviali incontaminate e su numerosi villaggi della zona, mira a produrre sino a 85.000 tonnellate di ferro-nichel l' anno. Il progetto avrà la durata di 20 anni e comporterà la costruzione di una fonderia, molto probabilmente alimentata a carbone o coke, per separare il nichel estratto dal minerale di roccia. La produzione di Oro aumenta, nonostante i problemi e le tensioni nello Stato Kachine e nello Stato Karen. Il settore minerario birmano parzialmente chiuso dovrebbe comunque produrre quest'anno circa 500 chili di prezioso metallo, il doppio del 2012 ,ha dichiarato un funzionario governativo. L'aumento e' dovuto ad un incremento della produzione di Yamaethin, nella divisione di Mandalay, ha .a di circa 350 miniere, ha dichiarato Aye Zaw, secondo quanto riportato dal Myanmar Times. Aye Zaw ha affermato che 190 miniere sono state chiuse nello stato Kachin e circa 150 nello Stato Karen. http://www.birmaniademocratica.org/document.aspx/it/a_che_punto_sono_i_progetti_minerarii_per_l_estrazione_di_nikel_nella_zona_di_mandalay_e_di_oro_nello_stato_kachine_e_nello_stato_shan/forced_labour_myanmar?lang=it Mon, 15 Jul 2019 13:42:38 GMT 355f3cc827be49b9a692b1f29f038301 Il censimento previsto per la fine di marzo fonte di potenziali violenze etnico religiose C'è ancora il tempo per modificare le parti più contestate relative all'appartenenza etnica e religiosa 2014-04-30T16:04:06.2000000+02:00 Ci si dovrebbe stupire per il fatto che la Birmania intenda veramente effettuare il censimento nazionale, sapendo che questo rischia di infiammare la violenza etnico religiosa in un momento così critico. Il paese ha avviato il processo di pace con i gruppi etnici armati, la transizione democratica ma sta per attuare un censimento con domande che potrebbero mettere a rischio queste attività. C’è infatti il timore che il censimento possa essere la scintilla per tali violenze, come sottolinea l’International Crisis Group ma tali preoccupazioni sono state sollevate anche dalla comunità internazionale. Facendo ciò il governo, l’ONU e i donatori possono dimostrare che sono sensibili ai seri rischi che scaturiscono dalla struttura attuale e che vogliono rispondere alle profonde riserve espresse da importanti gruppi del paese. Mentre la raccolta accurata di dati demografici è cruciale per la programmazione dello sviluppo, visto che l’ultimo censimento si è tenuto 30 anni fa, l’attuale questionario con 41 domande è eccessivamente complicato e fonte di rischi. Si dovrebbe pertanto apportare rapidamente dei tagli per concentrarsi solo sulle domande demografiche, rinviando quelle che sono divisive o creano senza alcun bisogno conflitti. Ovvero quelle sulla religione, etnicità, status della cittadinanza. La Birmania è uno dei paesi con le maggiori diversità e l’etnicità è una questione complessa, contestata e politicamente sensibile, in un contesto nel quale le comunità etniche hanno a lungo creduto che il governo manipola le categorie etniche a scopo politico. Inoltre la Birmania nella sua transizione politica da uno stato militare e autoritario alla governance democratica, sta lottando per porre fine a conflitti multipli e interconnessi in atto da decenni nelle zone di confine. Nello stesso tempo nei mesi recenti è nato un movimento nazionalista virulento di Buddhisti birmani che ha guidato gli assalti alle comunità mussulmane. Un censo che rischia di aumentare queste tensioni è poco consigliabile. Ci sono molti problemi nella classificazione etnica usata dal censimento, che si basa su una vecchia e molto criticata lista di 135 gruppi messa a punto negli anni 80. In alcuni casi il piccolo Gruppo etnico Chin è diviso in 53 categorie , molti villaggi o nomi di gruppi che non hanno giustificazione alcuna di tipo etno-linguistica. In altri i gruppi sono accorpati mentre hanno identità etniche separate. Per esempio molti gruppi nello Stato Shan come i Palaung, Lahu e Intha sono inseriti come suddivisioni dell’etnia Shan, ma invece non sono correlati in alcun modo dal punto di vista etnico o linguistico. Alcuni di questi gruppi, compreso i partiti politici ed etnici e organizzazioni armate hanno emesso dei comunicati molto critici sul censimento chiedendo di rimandarlo o riclassificarlo sulla base della consultazione con le comunità etniche. La classificazione è correlata a altri fattori oltre l’identità culturale perché avrà degli impatti politici. La costituzione e le leggi elettorali stabiliscono una serie di norme relative alle circoscrizioni elettorali costruite in base alle etnie per quei gruppi che raggiungono delle soglie di popolazione, con rappresentanti nominati come ministri nei governi locali. I gruppi temono che se le loro comunità saranno suddivise o classificate erroneamente, potrebbero non venire riconosciuti i diritti di rappresentanza politica. Non c’è alcuna possibilità di riportare etnie miste, ciò costringerebbe la gente a classificarsi con una identità soltanto, con impatti negativi sui gruppi più piccoli. La religione aggiunge un altro elemento alla controversa questione. Il crescente nazionalismo buddhista tra l’etnia dominante birmana caratterizzato dal movimento 969 (vedere il rapporto The Dark Side of Transition: Violence Against Muslims in Myanmar, prefigura una narrativa fantastica che la Birmania e la religione maggioritaria buddhista saranno surclassati dai mussulmani. Il censimento potrebbe servire non volendo a sostenere questa tesi. Attualmente si ritiene che la popolazione mussulmana in Birmania sia del 4%, dato riportato dal censimento del 1983. Comunque vi sono chiari segnali che il dato reale fosse del 10% ma che fosse stata presa una decisione politica di pubblicare il dato più accettabile del 4%. I risultati del prossimo censimento potrebbero per tanto essere interpretati erroneamente fornendo l’evidenza di un aumento nel corso degli ultimi trent’anni, di tre volte della popolazione mussulmana nel paese. Una chiamata alle armi potenzialmente molto pericolosa per i movimenti estremisti. La questioni della etnicità, religione, e cittadinanza, formano una miscela particolarmente potente nello Stato Arakan, luogo di pesanti scontri violenti anche recenti. Molti nella comunità buddhista Rakhine ritengono di stare lottando per la loro sopravvivenza etnica e religiosa di fronte ad una popolazione mussulmana Rohingya che è percepita in forte crescita, ma a cui attualmente viene negata la cittadinanza e i diritti umani fondamentali. L’accusa è che molti Rohingya sono immigrati di recente dal Bangladesh, una storia che viene ripetuta da decenni, nonostante l’evidenza del contrario. In aggiunta alle tensioni che potrebbero innescarsi dopo la pubblicazione dei dati sulla popolazione Mussulmana, alcuni politici estremisti Rakhine temono indubbiamente che il censimento fisserà una quadro relativo alla popolazione mussulmana sfatando il mito della loro recente immigraizone. I politici Rakhine stanno già denunciando che attualmente si stanno infiltrando nello Stato Rakhine dei mussulmani bengalesi in modo da poter essere inclusi nel censimento. Questi politici chiedono di poter formare delle milizie armate Rakhine per prevenire tale immigrazione. Vedi ICG http://www.crisisgroup.org/en/publication-type/alerts/2014/myanmar-conflict-alert-a-risky-census.aspx http://www.birmaniademocratica.org/document.aspx/it/il_censimento_previsto_per_la_fine_di_marzo_fonte_di_potenziali_violenze_etnico_religiose/forced_labour_myanmar?lang=it Wed, 30 Apr 2014 14:04:06 GMT c707503bd40f4755ae354f78ad476f87 Nuovo rapporto ILO sulle sue attività in Birmania Pubblicato l’aggiornamento periodico sulle attività dell’ILO che verrà discusso al prossimo Consiglio di Amministrazione ILO di marzo 2014,sulle attività ILO in Birmania per la attuazione dei principi fondamentali e dei diritti del lavoro. Il documento fornisce un aggiornamento delle attività ILO in Birmania, come richiesto dalla risoluzione adottata dalla 102° Sessione della Conferenza Internazionale del Lavoro del giugno 2013. 2014-04-30T16:01:24.3800000+02:00 Pubblicato l’aggiornamento periodico sulle attività dell’ILO in Birmania per la attuazione dei principi fondamentali e dei diritti del lavoro. Il rapporto verrà discusso al prossimo Consiglio di Amministrazione di marzo 2014. Il documento fornisce un aggiornamento delle attività ILO nel paese, come richiesto dalla risoluzione adottata dalla 102° Sessione della Conferenza Internazionale del Lavoro del giugno 2013 e fa un quadro della situazione generale attuale sottolineando come la transizione da un “lungo periodo di regime militare autoritario e isolato verso una democrazia più ampia ed inclusiva, anche se disciplinata, coinvolga la revisione di ogni elemento della politica, la ristrutturazione e la costruzione di nuove istituzioni di governance, l’apertura economica e cambiamenti sociali. Il rapporto sottolinea le priorità del governo quali la costruzione di una pace sostenibile con i gruppi etnici, lo sviluppo rurale e la riduzione della povertà ed elenca tre aree di rischi potenziali per il processo di cambiamento. La prima fa riferimento alla stabilità della situazione politica interna in vista delle elezioni e la discussione sugli emendamenti alla costituzione. La seconda area di rischio riguarda il raggiungimento di una pace sostenibile e i rischi derivanti dal fallimento dei dialoghi di pace ed il ritorno al conflitto armato nelle regioni etniche che avrebbe serie implicazioni sul processo di riforma in corso. La terza area di rischio riguarda l’emergenza di un movimento estremista nazionalista unitamente ad un serio aumento della intolleranza contro ogni sorta di diversità. Il documento illustra le attività dell’ILO di Rangoon per quanto riguarda la strategia per la eliminazione del lavoro forzato, ancora presente in molte aree del paese anche nel settore privato sia per quanto riguarda i contadini ma anche per quanto riguarda il reclutamento forzato di minori nell’esercito. Per quanto riguarda la libertà di associazione il documento riporta che nel corso del 2013 si sono registrate 911 organizzazioni sindacali di base e 23 a livello di Township, rispetto alle sole 40 organizzazioni di base presenti nel giugno 2012. Metà dei sindacati registrati sono sindacati di contadini. Ci sono inoltre 21 organizzazioni di base degli imprenditori. Ciò nonostante nessuna federazione nazionale si è potuta registrare. Ciò a causa delle complesse procedure previste dalla legge. Nonostante gli importanti progressi fatti, son molte ancora le sfide secondo un rapporto di una commissione parlamentare, che ha attirato l’attenzione su: la mancanza di conoscenza dei diritti fondamentali del lavoro (contratti, orari, ferie etc) le azioni punitive intraprese contro lavoratori che cercano di formare i sindacati.. le resistenze da parte di alcuni imprenditori alla creazione di organizzazioni dei lavoratori ele azioni punitive assunte contro i lavoratori he cercano di formare sindacati. Il fallimento nella costituzione di efficacicomitati di coordinamento dei luoghi di lavoro come richiesto dalla legge per la risoluzione dei conflitti. In allegato il testo del documento in lingua inglese. http://www.birmaniademocratica.org/document.aspx/it/rapporto_ilo_sulle_sue_attivita_in_birmania/forced_labour_myanmar?lang=it Wed, 30 Apr 2014 14:01:24 GMT e6a0644ebc5c4ccba826f915cb942067 La Conferenza Internazionale sul turismo di Singapore si concentrerà sulla Birmania come nuova meta turistica. 2019-07-15T15:31:38.9500000+02:00 La Birmania sta diventando una nuova affascinante destinazione turistica. Questo e' quanto emergerà dalla importante conferenza internazionale sul turismo di Singapore. Più di 8.000 visitatori legati al settore turistico prenderanno parte ai tre giorni di incontri che si svolgeranno dal 23 al 25 ottobre prossimo ha dichiarato il settimanale di Bangkok TTR. Uno dei maggiori partecipanti sarà la Pacific Asia Travel Association (PATA), che gestirà alcuni workshop sui mercati emergenti chiave in Asia, come Cina e Birmania. "Come un melting pot globale per il settore turistico, sottolineammo l'importanza dell’assunzione della guida nell'offrire il meglio al settore e far si che i nostri partner rimangano all'avanguardia dell’organizzazione dei viaggi" ha dichiarato il direttore esecutivo dell’organizzazione che ha promosso la conferenza: Nino Gruettke. I visitatori in Birmania hanno raggiunto per la prima volta il milione nel 2012, ma il Ministero dei trasporti e il Dipartimento dell’ Aviazione Civile prevede in aumento sino a 16 milioni nel 2017. Il Piano integrato per il turismo adottato dal governo birmano impegna le autorità a lavorare per la promozione di un turismo sostenibile e la inclusione sociale e lavorativa delle popolazioni degli stati etnici. Molte sono le preoccupazioni per i potenziali impatti sull'ambiente di programmi di sviluppo turistico incontrollato. L'ILO denuncia tra l'altro il rischio della crescita del lavoro minorile in questo settore, in assenza di programmi di control http://www.birmaniademocratica.org/document.aspx/it/la_conferenza_internazionale_sul_turismo_di_singapore_si_concentrera_sulla_birmania_come_nuova_meta_turistica_/forced_labour_myanmar?lang=it Mon, 15 Jul 2019 13:31:38 GMT 3c64d6ef1f58479eb9e954efe4b9cc60 ASEAN Voice of America in Birmania Il Consiglio dei Ministri degli Esteri Wunna Maung Lwin conclude la prima riunione dell'incontro 2014-02-11T16:24:04.0930000+01:00 Il Ministro degli Esteri Wunna Maung Lwin ha dichiarato ai giornalisti che l’incontro, tenutosi a Bagan, ha affrontato questioni di importanza regionale. “Per quanto riguarda le questioni internazionali e regionali, i ministri hanno sottolineato l’importanza di mantenere la pace e la stabilità a livello regionale e l’importanza della solidarietà tra paesi ASEAn sulle questioni regionali, compreso questioni prioritarie che includono il Mar della Cina e la Penisola coreana.” Per la prima volta da quando è entrata nella ASEAN nel 1997, la Birmania ha ospitato la riunione dei ministri degli esteri della organizzazione. L'incontro ha affrontato tra l’altro il tema dei rapporti tra i paesi ASEAN Vietnam , Brunei , Malaysia e Filippine e la Cina per quanto riguarda le dispute sugli spazi e i rapporti marittimi. I membri non hanno voluto discutere la situazione politica in Tailandia e in Cambogia, evitando le questioni interne. L'incontro è stato possibile dopo le riforme politiche in Birmania che hanno portato alla revoca della maggior parte delle sanzioni internazionali . Voci critiche comunque hanno dichiarato che il paese non fa fatto abbastanza per quanto riguarda i temi delle riforme politiche, sottolineando che si assiste ancora a violenze settarie contro i mussulmani e che vi sono ancora oggi molti prigionieri politici i carcere. http://www.birmaniademocratica.org/document.aspx/it/asean_voice_of_america_in_birmania/forced_labour_myanmar?lang=it Tue, 11 Feb 2014 15:24:04 GMT 8de590a1f81c40fca5e825713d750152 Aung San Suu Kyi presidente potrebbe riconciliare la Birmania Nei prossimi mesi la giunta militare che da anni guida la Birmania (ribattezzata Myanmar per volere dei generali al potere dopo il colpo di stato del 1990) deciderà se Aung San Suu Kyi, leader dell'opposizione, potrà candidarsi alle elezioni presidenziali del 2015. Questo sarà possibile solo se verrà cambiata la Costituzione voluta dai militari e approvata nel 2008. Il primo ministro Thein Sein sembra orientato verso questa soluzione. Una soluzione che finalmente permetterebbe di pacificare il paese. E che aprirebbe con molta probabilità le porte del palazzo presidenziale a The Lady, Nobel per la pace, la Signora della resistenza gentile alla giunta militare, per anni costretta agli arresti domiciliari, leader della riconciliazione. U Win Tin, 83 anni, grande giornalista e politico, dirigente della Lega Nazionale per la Democrazia, è tra i principali consiglieri politici di Aung San Suu Kyi. Arrestato nel luglio del 1989 ha passato 19 anni in carcere, in una cella progettata per di Sandra Zampa* - Il Sole 24 Ore - leggi su http://24o.it/nHBweAu 2014-02-11T16:18:48.9730000+01:00 http://www.birmaniademocratica.org/document.aspx/it/aung_san_suu_kyi_presidente_potrebbe_riconciliare_la_birmania/forced_labour_myanmar?lang=it Tue, 11 Feb 2014 15:18:48 GMT fb7fb977300b4b6a81827e967162b322 Eradicare il lavoro forzato: la sfida dell'OIL in Birmania Tesi di Laurea in Politics of contemporary Asia 2017-10-01T11:59:37.4470000+02:00 Alma Mater Studiorum – Università di Bologna Scuola di Scienze Politiche Corso di laurea magistrale in Relazioni Internazionali Tesi di Laurea in Politics of contemporary Asia TITOLO Eradicare il lavoro forzato: la sfida dell'OIL in Birmania CANDIDATO Nicola Puccinelli RELATORE Antonio Fiori Sessione III Anno Accademico 2014/2015 L'obiettivo di questo elaborato è esaminare in dettaglio i motivi e le implicazioni che hanno portato uno dei più oppressivi e chiusi regimi militari al mondo a permettere ad un soggetto giuridico come l'Organizzazione Internazionale del Lavoro di operare nel Paese per eradicare la pratica del lavoro forzato. Gli sforzi dell'OIL, in questo senso, rappresentano un raro esempio di successo che ha portato ad oggi il Myanmar ad essere considerato un Paese ad alto potenziale di crescita. Per arrivare a questo punto, tuttavia, si sono rese necessarie grandi abilità di negoziazione ed una elaborata strategia di pressione per mettere la giunta militare in condizione di fare dei passi in avanti in merito. La trama della vicenda è un'alternanza continua di cooperazione e rottura, farcita in molti punti da minacce e ritorsioni in grado di erodere definitivamente la credibilità di uno dei due attori in gioco. Per l'OIL, il caso del Myanmar è uno dei più interessanti e inusuali nei suoi quasi cent'anni di attività. Ci sono sostanzialmente tre caratteristiche che rendono la situazione in Myanmar così particolare: in primis, la lunga durata del caso. L'OIL ha espresso le sue preoccupazioni riguardo alla pratica del lavoro forzato nel Paese già nel 1964, richiedendo dei cambiamenti nella legislazione nazionale vigente in materia. Cambiamenti avvenuti soltanto sessant'anni dopo. In secondo luogo, la gravità delle accuse. Ci sono migliaia di pagine e documenti che dimostrano quanto la pratica del lavoro forzato nel Paese abbia assunto negli anni una diffusione e una sistematicità preoccupante. Il terzo e ultimo motivo risiede nella constatazione che questa orribile pratica viene imposta dallo Stato, peculiarità che amplifica notevolmente la gravità del fenomeno. Questo caso rappresenta quindi una prova unica della capacità dell'OIL di imporre il rispetto di convenzioni e raccomandazioni da lei adottate. Allo stesso tempo, l'organizzazione ha perseguito notevoli sforzi diplomatici per coinvolgere il regime e cercare di indurre un cambiamento nel suo comportamento. L'obiettivo è stato infine raggiunto attraverso una combinazione giudiziosa di pressione e implacabile coinvolgimento. Fornendo un dettagliato resoconto di questi sforzi, questo elaborato mostra come l'organizzazione è riuscita a combinare i due approcci in modo da rafforzarsi a vicenda. Prima di giungere al caso vero e proprio, tema d'analisi del terzo capitolo, ho tuttavia reputato opportuno cominciare con la trattazione del contesto storico- culturale birmano, requisito fondamentale per la comprensione dell'elaborato nel suo complesso. Nel primo capitolo tratto quindi l'evoluzione politica del Myanmar, dalla quale è possibile rintracciare le cause dello sfruttamento del lavoro forzato nel Paese. Nel secondo capitolo affronto il funzionamento dell'OIL e le sue implicazioni nel panorama globale. Parlo dell'evoluzione dell'organizzazione nel corso degli anni, in particolar modo dall'avvento della globalizzazione e delle multinazionali, due sfide enormi sia per la sua credibilità che per l'efficacia nell'opera di tutela del diritto internazionale del lavoro. http://www.birmaniademocratica.org/document.aspx/it/eradicare_il_lavoro_forzato_la_sfida_dell_oil_in_birmania/forced_labour_myanmar?lang=it Sun, 01 Oct 2017 09:59:37 GMT 7d1b32d59092478b9bb4fbdbdab7deb8 Decifrare il Processo di pace nel Myanmar. Una guida di riferimento 2014 Il quadro puntuale dello stato dei negoziati. Tabelle, immagini sui protagonisti, luoghi, conflitti, oppio, tensioni religiose, gruppi etnici armati. esercito 2014-09-14T09:32:23.7170000+02:00 Nel 2013, il processo di pace ha avuto un andamento altalenante e in alcune aree del paese i conflitti rimangono aperti, anche se sono registrati sviluppi nei dialoghi per la pace. L’impegno alla pace da entrambe le parti e la volontà di accettare i compromessi con l’ammorbidimento delle richieste, ha garantito l’avanzamento dei negoziati e il completamento, quasi definitivo, di un testo di accordo per il cessate il fuoco. Dopo due anni di dialoghi cominciati all’inizio dell’insediamento del nuovo governo, la strategia negoziale ha avuto una maturazione da entrambi i lati, che hanno deciso di iniziare i colloqui a partire dai punti condivisi prima di affrontare questioni più sensibili connesse agli affari politici e militari. La storica conferenza tenutasi agli inizi di novembre a Laiza che ha riunito tutti i gruppi armati (Non State Actor Groups NSAG) per discutere una bozza governativa, ha rappresentato una svolta nel rafforzamento delle posizioni negoziali dei gruppi etnici armati. Il Nationwide Ceasefire Coordination Team (NCCT) è stato creato come gruppo negoziale per la gestione di tutti i negoziati per conto dell’NCA con il team del governo. Invece dei piani governativi iniziali di negoziare il cessate il fuoco singolarmente per ogni gruppo, si è scelto di lavorare per la firma di un unico testo tra tutti i gruppi. Per superare le resistenze da parte di molti gruppi a firmare il cessate il fuoco prima del completamento del dialogo politico i rappresentanti dei gruppi etnici hanno accettato una bozza governativa che include l’agenda dei colloqui politici con l’NCA. Ciò aiuta a garantire la continuazione dei negoziati verso la desiderata autodeterminazione dopo la firma. La risposta positiva presentata alla seconda conferenza a Law Khee Lar (20-25 January 2014) la creazione di un comitato congiunto governo NSAG di elaborazione della bozza di cessate il fuoco e le frequenti riunioni con i rappresentanti del governo segnalano che le due parti si stanno avvicinando alla firma di un accordo nazionale di cessate il fuoco, anche se l’avvicinarsi dell’accordo comporta il continuo rimandare la data della firma. I i punti per il reintegro dei gruppi armati e l’assistenza alle comunità colpite dal conflitto, definiti con l’accordo a livello nazionale e statale della fine del 2011, hanno fatto giù dei passi in avanti sostenendo l’insieme del movimento per la pace, come la legalizzazione dei gruppi armati, la costruzione della fiducia, i diritti delle nazionalità etniche e la ricollocazione. L’assistenza da parte della comunità internazionale ha giocato un ruolo cruciale a sostegno della attuazione di questi ”dividendi di pace ma deve evitare che si ignorino le questioni politiche chiave che continuano a guidare il conflitto. I miglioramenti nella vita quotidiana registrati nelle comunità che hanno vissuto il conflitto è un chiaro segno dei miglioramenti realizzati. Ma se non si risolveranno le questioni politiche connesse con l’autodeterminazione molti rimarranno scettici per quanto riguarda la sincerità del governo e temono il ritorno al conflitto. Nonostante i grandi sviluppi sul fronte dei negoziati di pace, il persistente ed elevato livello di conflitto negli Stati Shan e Kachin sono causa di preoccupazione. I rapporti dei gruppi armati non statali indicano che la continuazione delle politiche aggressive dell’esercito del Myanmar con l’obiettivo spazzarli via produce il mantenimento della sfiducia sia verso il governo che verso l’insieme del processo di pace. La violenza comunale che è iniziata nella parte occidentale dello stato Rakhine nel 2012 si è diffuso in tutto il paese e, come dimostrato dalla crescente popolarità del ha causato una rapida crescita del radicalismo religioso, come dimostrato dall’aumento della popolarità del movimento buddhista 969. La violenza in corso legata al conflitto etnico e comunale ha prodotto solo nuovi rifugiati interni e ha impedito il ritorno di quelli già esistenti ma minaccia di rallentare o di cancellare le riforme positive fatte nel paese. L’aumento della produzione di oppio e del suo commercio è un altro dei risultati contraddittori del processo di pace. Molto deve essere ancora fatto per capire e affrontare alla radice le cause politiche che alimentano questi conflitti. Con l’aumento della integrazione nella comunità internazionale attraverso la presidenza dell’ASEAN nel 2014 il Myanmar è sempre più entusiasta nella volontà di superare i danni provocati da decadi di lunghi conflitti e adeguarsi agli standard internazionali. http://www.birmaniademocratica.org/document.aspx/it/decifrare_il_processo_di_pace_nel_myanmar_una_guida_di_riferimento_2014/forced_labour_myanmar?lang=it Sun, 14 Sep 2014 07:32:23 GMT f6cda36297da418d99037135a2fddb23 Approvata la circolare della Myanmar Industrial Commission sui settori che devono sottostare a restrizioni 2014-09-11T10:53:55.8300000+02:00 La MIC ha recentemente approvato tre circolari riguardanti importanti aspetti connessi agli investimenti esteri: la circolare 49/2014 che indica i settori chiusi o parzialmente aperti agli investimenti esteri. La Circolare 50/2014 che indica in quali settori gli investimenti devono effettuare un Rapporto di valutazione di impatto ambientale, con relativa notifica e la Circolare 51/2014 che indica quai investimenti non usufruiscono di esenzioni dalla tassazione commerciale e doganale . La Circolare 49 del 14 agosto 2014. sostituisce la Circolare 1/2013: Classifica dei tipi di attività economiche e diverrà uno dei documenti che gli investitori dovranno consultare preventivamente in modo da verificare se l'investimento è soggetto ad autorizzazione regolamentare. Nonostante si debba riconoscere che la MIC ha ridotto in modo considerevole la lista, non si deve sopravvalutare l'importanza di tali decisioni perchè, sulla base della vecchia regolamentazione, vi è molta differenza tra quanto si dice di poter fare e la realtà. alcuni investitori in pratica si sono trovati nella situazione in cui i ministeri hanno rifiutato di appoggiare investimenti che in pratica erano considerati approvabili secondo la circolare. http://www.birmaniademocratica.org/document.aspx/it/approvata_la_circolare_della_myanmar_industrial_commission_sui_settori_che_devono_sottostare_a_restrizioni/forced_labour_myanmar?lang=it Thu, 11 Sep 2014 08:53:55 GMT de38da3ad5c64a8d8759c3cbc27e6a4f International Financial Institutions in Myanmar’s Democratic Refo 2015-10-26T08:15:48.0430000+01:00 http://www.birmaniademocratica.org/document.aspx/it/international_financial_institutions_in_myanmar_s_democratic_refo/forced_labour_myanmar?lang=it Mon, 26 Oct 2015 07:15:48 GMT cedb98d6f5804ff1a52a2b7e71eb26d0 Il lavoro minorile in Birmania 2015-10-27T14:03:41.7170000+01:00 Myat Noe è un bambino di 12 anni che corre fra i tavoli di un ristorante, prende ordini e spazza mozziconi di sigaretta per 1$ al giorno. Ci sono milioni di bambini come Myat in Birmania, che è uno dei paesi con la maggior presenza di sfruttamento minorile al mondo. Sta aumentando però la pressione per l’attuazione di un cambiamento radicale. A poche settimane dalle elezioni dell’ 8 novembre, una coalizione di gruppi di attivisti sta chiede l’apertura di un dibattito e sollecita i governanti a fornire alla popolazione un’istruzione universale, obbligatoria e gratuita entro cinque anni. Ci si aspetta grandi miglioramenti dopo le elezioni e la possibile vittoria adella Lega Nazionale per la Democrazia di Aung San Suu Kyi che ha posto l’educazione come punto cardine per la riduzione della povertà tra la popolazione, anche se non ha avuto ancora modo di impegnarsi per tale obbiettivo. Basta dare una rapida occhiata alle strade di Yangon per capire che c’è ancora molto da fare. Le sale da tè per la strada – luoghi affollati di tavoli e sedie di plastica frequentati da fumatori incalliti- sono per lo più gestiti da bambini, alcuni di appena 7 anni. “Io vengo dalla campagna e devo aiutare i miei genitori perché non hanno soldi” queste sono le parole di Myat Noe, il cui nome è stato cambiato per proteggere la sua identità. Come molti dei bambini lavoratori a Yangon, Myat, fa parte di una delle povere minoranze etniche della Birmania e lavora per 1$ al giorno da quando ha nove anni. Questi bambini spesso lavorano 14 ore al giorno, sette giorni su sette e dormono in grandi camerate con altri bambini o su letti improvvisati con tavoli di plastica. Non c’è tempo per studiare e ancora meno per giocare, e questo li costringe a una vida di lavoro manuale e povertà. Stando ai dati del censimento del 2014, Myat Noe è tra i circa 4,4 milioni di minorenni, che non frequentano la scuola nel paese. Nella classifica mondiale sul lavoro minorile la Birmania è al settimo posto, prima di India e Liberia. Le statistiche sembrano destinate a salire di pari passo con il boom economico che da quattro anni ha portato all’apertura di nuovi hotel, bar e fabbriche, che forniscono posti di lavoro, indipendentemente dalla età, nonostante la moltitudine di leggi sul lavoro esistenti. Nel 2013 la Birmania ha ratificato la convenzione ILO 182 che vieta le forme peggiori di lavoro minorile come il lavoro forzato e il lavoro nel settore del sesso e delle armi. Il governo dice di voler affrontare il problema, ma finché non verrà approvata una legge specifica, tutto questo non sarà possibile. Ci sono varie organizzazioni che stanno cercando di far fronte a questa situazione con la realizzazione di progetti, come la MyME(Myanmar Mobile Education) che tiene delle lezioni nelle sale da tè dopo l’orario di lavoro a 600 bambini di Yangon e Mandalay, e la Scholarships for Street Kids, che paga ai genitori dei bambini il reddito che perdono non mandando i propri figli a lavorare. La situazione però resta la stessa e tutti si chiedono quale sia il destino dei bambini birmani. http://www.birmaniademocratica.org/document.aspx/it/il_lavoro_minorile_in_birmania/forced_labour_myanmar?lang=it Tue, 27 Oct 2015 13:03:41 GMT dd70274b3396471db8020c2755fe7caa L'esportazione di giada della Birmania 2015-10-27T11:13:51.5400000+01:00 Il settore minerario, legato in particolare all'estrazione di giada, in Birmania ha un valore stimato intorno ai 31 miliardi di dollari, valore che è molto superiore a quello riportato dai dati dei registri ufficiali. Gran parte di tale valore è destinato alle forze militari anzi che ai fondi statali. Questo reddito fraudolento derivante dal commercio della giada è stato per lungo tempo la causa scatenante dei conflitti in Birmania, minando gli sforzi fatti per stabilizzare la nascente democrazia del paese, in vista delle elezioni del mese prossimo. I dati relativi all'estrazione di giada, sotto lo stretto controllo delle forze militari e delle elites, durante gli ultimi anni di controllo della giunta rimangono ancora oggi opachi, nonostante le riforme varate sotto un governo quasi-civile salito al potere nel 2011. Secondo una stima del valore della giada prodotta nel 2014, questo si aggira intorno ai 31 miliardi di dollari, di gran lunga superiore ai 3,4 miliardi venduti all'esposizione delle pietre preziose che la Birmania ha tenuto l'anno scorso, unico mercato ufficiale che il paese ha per la vendita internazionale di pietre preziose. Il valore stimato del mercato di giada dell'ultimo anno ammontava all'incirca alla metà del PIL del paese. Il commercio di giada potrebbe rappresentare il più grande furto di risorse naturali della storia moderna. Prima delle prossime elezioni dell'8 novembre si è verificato un massiccio aumento dell'estrazione di giada su larga scala. Molta della giadeite di miglior qualità prodotta nel monto viene estratta a Hpakant, una striscia di terra tra le montagne a nord del paese, nello stato del Kachin, al confine con la Cina, che ha un altissima richiesta per questa preziosa pietra. L'oscura natura di questo settore rendo però difficile accertarsi dove le risorse finanziarie vadano realmente a finire. La giada birmana, la cui importazione è proibita negli Stati Uniti, è pagata moltissimo in cina, dove è considerata simbolo di virtù e di potere. i dati ufficiali cinesi sull'importazione di giada nel 2014 indicano più di 12 miliardi di dollari di pietre preziose importate dalla Birmania, la maggior parte delle quali era giada. Questi dati fanno impallidire il paese. http://www.birmaniademocratica.org/document.aspx/it/l_e/forced_labour_myanmar?lang=it Tue, 27 Oct 2015 10:13:51 GMT 41bfc6045a4142d18845b8d083741385 Accelerare l'accesso all'energia per tutti in Birmania Il rapporto esamina la situazione e l'accesso all'energia nel paese e quali meccanismi potrebbero essere messi in atto per superare i limiti e le sfide del paese e i meccanismi da utilizzare. il rapporto da un quadro completo delle risorse energetiche disponibili, le risorse e la consultazione per lo sviluppo di un programma nazionale per l'accesso alla energia rinnovabile soprattutto nelle campagne. 2015-11-01T09:19:41.4570000+01:00 http://www.birmaniademocratica.org/document.aspx/it/accelerare_l_accesso_all_energia_per_tutti_in_birmania/forced_labour_myanmar?lang=it Sun, 01 Nov 2015 08:19:41 GMT c29a468e0e6a40a18544be05ff3eb515 la Produzione di Terre rare: l'impatto ambientale e sociale in Birmania indagine sulla produzione terre rare in Birmania di Global Witness 2022-08-16T18:27:46.2900000+02:00 http://www.birmaniademocratica.org/document.aspx/it/la_produzione_di_terre_rare_l_impatto_ambientale_e_sociale_in_birmania/forced_labour_myanmar?lang=it Tue, 16 Aug 2022 16:27:46 GMT 71efe97853bf45789d465130a6419e41 Le montagne avvelenate del Myanmar indagine sulla produzione terre rare in Birmania di Global Witness 2022-08-16T18:20:26.5330000+02:00 http://www.birmaniademocratica.org/document.aspx/it/le_montagne_avvelenate_del_myanmar/forced_labour_myanmar?lang=it Tue, 16 Aug 2022 16:20:26 GMT 331ec8c7153f476db9b940bece49626b OECD Due Diligence Guidance for Responsible Supply Chains in the Garment and Footwear Sector 2022-08-27T16:34:21.9670000+02:00 The garment and footwear sector is one of the largest consumer goods sectors in the world. Adopted in 2017, the OECD Due Diligence Guidance for Responsible Supply Chains in the Garment and Footwear Sector establishes a common understanding of due diligence in the sector to help companies meet the due diligence expectations laid out in the OECD Guidelines for Multinational Enterprises. Although it represents an important economic driving force, the tragic collapse of the Rana Plaza factory in 2013 brought global attention to the risks of severe adverse impacts both in manufacturing and further upstream. The Guidance, which was developed through a multi-stakeholder process, was approved by all governments adhering to the OECD Guidelines and endorsed by business, trade unions and civil society. It is a direct response to the G7 Leaders’ Declaration on 7-8 June 2015 in Schloss Elmau which welcomed international efforts to promulgate industry-wide due diligence standards in the textile and ready-made garment sector. The Guidance is applicable to all companies – large and small – operating in the global garment and footwear supply chains. http://www.birmaniademocratica.org/document.aspx/it/oecd_due_diligence_guidance_for_responsible_supply_chains_in_the_garment_and_footwear_sector/forced_labour_myanmar?lang=it Sat, 27 Aug 2022 14:34:21 GMT 87a78b2e5b8c4d48befab933fafc9b1d Dall’India all’Australia, il Myanmar sta inondando l’Asia con metanfetamina a buon mercato Il conflitto in Myanmar porta ad un aumento dell’offerta e ad un calo dei prezzi degli stimolanti mortali. 2024-03-29T17:36:51.8930000+01:00 29 MARZO 2024 Gli abitanti di Sailulak, un tranquillo villaggio nell’India nordorientale vicino al confine con il Myanmar, hanno scoperto due cose fuori dall’ordinario nell’estate del 2019.Innanzitutto ci sono state le incessanti piogge monsoniche, anticipate rispetto al solito. E poi c'erano i quattro giovani sconosciuti che cominciavano a frequentare la zona, portando con sé sei grandi borse di nylon. I giovani affermavano di acquistare peperoncini rossi essiccati. Quando gli abitanti sospettosi del villaggio hanno chiamato il dipartimento delle accise della regione, gli agenti hanno trovato – ordinatamente confezionati sotto i peperoni rossi disidratati – 60 pacchi da 10.000 compresse di metanfetamine ciascuno. Gli uomini avevano trascorso ore a trasportare la spedizione attraverso i sentieri fangosi bagnati di pioggia dal villaggio di Dawn in Myanmar a Sailulak in India. Era solo un assaggio dell’incoraggiato traffico di droga che circondava lo stimolante che crea dipendenza, espandendosi verso ovest, est e oltreoceano dal Myanmar mentre la guerra civile da tre ann,i sta rendendo vaste aree del paese praticamente senza legge. Da quando ha orchestrato la presa del potere nel febbraio 2021, il regime militare del Myanmar ha dovuto affrontare sfide nel reprimere la resistenza di gruppi tra cui fazioni pro-democrazia e minoranze etniche armate. La violenza è aumentata a ottobre, quando una coalizione di fazioni appartenenti a minoranze etniche ha avviato un’offensiva nello stato Shan settentrionale, epicentro della produzione di metanfetamine. Nei mesi successivi, il regime ha assistito a una significativa erosione del controllo territoriale, accompagnata da un crollo delle politiche antidroga che già mancavano. Le instabilità politiche causate dai conflitti tra il regime militare del Myanmar e le milizie etniche hanno inaugurato un ambiente favorevole ai cartelli della droga per il traffico di narcotici, in particolare di metanfetamine. “L’attenzione dell’apparato giudiziario è stata spostata dalla lotta alla criminalità alla lotta contro l’opposizione al regime. La corruzione è salita a livelli senza precedenti: le bische della droga e del gioco d’azzardo operano in completa impunità attraverso pesanti tangenti”, ha detto al Nikkei Adrian Rovel, analista di sicurezza con sede a Yangon. “Il collasso economico ha spinto le persone vulnerabili a dedicarsi alla produzione e al traffico di droga”. Tra gli esperti cresce la preoccupazione che l’attuale conflitto possa peggiorare una situazione già critica che sta inondando di metanfetamine le nazioni di tutta l’Asia. Il consumo è in aumento, i prezzi stanno crollando e la metanfetamina scorre in paesi come l’Australia a est e l’Arabia Saudita a ovest. articolo di Francesca Regalado, Adam Saprinsanga, Faisal Mahmud, Thurein Hla Htway E Shaun Turton. Pubblicato da Nikkei Asia il 29.3.24 http://www.birmaniademocratica.org/document.aspx/it/dall_india_all_australia_il_myanmar_sta_inondando_l_asia_con_metanfetamina_a_buon_mercato_il_conflitto_in_myanmar_porta_ad_un_aumento_dell_offerta_e_ad_un_calo_dei_prezzi_degli_stimolanti_mortali_/forced_labour_myanmar?lang=it Fri, 29 Mar 2024 16:36:51 GMT