Economia http://www.birmaniademocratica.org/ViewCategory.aspx?lang=it&catid=b3ddd797e4e84c6e9281410916d99133 332109785d1347e4be6d309da2b0e16c La Giunta spinge le esportazioni e le imprese commerciali 2008-03-15T13:45:15.0700000+01:00 La Birmania chiede con urgenza che le imprese commerciali funzionino al massimo. le autorità commerciali della Birmania hanno fatto pressioni sulle imprese private del paese perchè spingano al massimo il commercio estero,così sostiene un settimanale locale. “Ci sono solo da 2,000 a 3,000 aziende commerciali private o un quinto impegnate in attività di import export su circa 10.000 registrate con la Direzione del commercio, hanno dichiarato fonti del dipartimento riportate dal Khit Myanmar . Secondo tali fonti, la maggior parte di queste imprese si trova a Rangoon e un piccolo nmero a Mandalay, la seconda città più grande. recentemente la Birmania ha chiesto che si esportassero materie prime con alto valore aggiunto così da raggiungere l'obiettivo del volume totale di 5 miliardi di US$ nell'anno fiscale 2005/2006 che si conclude a marzo. funzionari del Commercio hanno sottolineato come prodotti primari come cipolle, riso fagioli dovrebbero essere lavorati prima di essere esportati in modo da accrescerne il valore. le esportazioni birmane si aspetta raggiungano i 3 miliardi di US$ nell'anno fiscale 2005/2006, una cifra leggermente superiore ai 2.9 billion dell'anno fiscale precedente su un volume totale di esportazioni pari a 4.9 miliardi di $, con un surplus commerciale di 949 milioni. La Birmania esporta principalmente gas naturale, prodotti ittici e forestali, come prodotti agricoli . il settore privato ha giocato un ruolo importante nelle importazioni ed esportazioni. Nel 2004-05, til settore privato ha interessato più dell' h 85 % delle esportazioni e più dell' 80 % del prodotto interno lordo. la Birmania ha posto come obiettivo quello di arrivare a 1.5 miliardo di dollari di commercio bilaterale con la cina, 1 miliardo di dollari con l'India e 50 milioi con il Vietnam nel 2005/2006. http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=b3ddd797e4e84c6e9281410916d99133&docid=332109785d1347e4be6d309da2b0e16c Sat, 15 Mar 2008 12:45:15 GMT 5f7d1dee498d439298c02f34ddd2b456 IMPORTANTE - Ecco le imprese italiane che importano ed esportano ancora con la Birmania Ecco la lista delle imprese resa nota dalla CISL. Imprese che hanno esportato ed importato dalla Birmania negli anni 2008 e 2009. La Cisl chiede al governo di porre in atto tutte le necessarie verifiche perchè le sanzioni europee vengano pienamente rispettate e chiede alle imprese, anche quelle dei settori non inclusi nella Posizione Comune UE, di fare un passo indietro e di non fare affari in Birmania, fino a quando non vi saranno profondi cambiamenti ed una vera transizione verso la democrazia. La CISL chiede che queste imprese interrompano i loro affari che contribuiscono solo a mantenere al potere la giunta militare. Puoi trovare la lista completa delle imprese che ancora importano ed esportano con la Birmania (e relativo importo fatturazioni) nei seguenti file allegati: Lista delle imprese italiane che esportano in Birmania (2008). Lista delle imprese italiane che esportano in Birmania (2009). Lista delle imprese italiane che importano dalla Birmania (Marzo 2008 - 2009).Puoi infine trovare un documento di sintesi di poche pagine con tutte le imprese italiane che hanno fatto affari con la Birmania negli ultimi due anni. 2010-11-17T17:51:06.2400000+01:00 http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=b3ddd797e4e84c6e9281410916d99133&docid=5f7d1dee498d439298c02f34ddd2b456 Wed, 17 Nov 2010 16:51:06 GMT 83e64f66c06a4c6f854d3a009281ab1a Burma economic prospects 2008-03-15T15:29:58.9600000+01:00 http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=b3ddd797e4e84c6e9281410916d99133&docid=83e64f66c06a4c6f854d3a009281ab1a Sat, 15 Mar 2008 14:29:58 GMT a2e2a634094546e49978c118e516715f Contadini birmani patiscono la fame a causa dei progetti governativi 2014-02-17T16:04:47.1830000+01:00 Contadini birmani di patiscono la fame a causa dei progetti governativi. i contadini della provincia di Meikhtila nella divisione di Mandalay , al centro della Birmania stanno affrontando moltissime difficoltà e muoiono di fame a causa delle interferenze e dei progetti agricoli inutili imposti loro dalle autorità del governo militare (SPDC). meltre moltissimi contadini affrontano perdite pesanti e la rovinacon la piantagione forzata del cosidetto riso per le stagioni secche, le autorità stanno aumentando il peso su di loro forzandoli a coltivare girasoli. Inoltre i contadini devono comprare le sementi di girasoli ad un prezzo maggiore dagli agenti governativi con la minaccia che le fattorie potrebbero essere confiscate. . Le autorità stanno minacciando di denunciare coloro che non obbediscono agliordini e di confiscare le loro fattoria. Un contadino ha dichiarato a DVB che se il governo continua ad interferire con le attività agricole dei contadini, loro potrebbero correre il rischio di morire di fame, poichè dovrebbero vendere il loro bestiame e le fattorie per ripagare i debiti che la giunta gli impone. aluni contadini non sono più in grado di mandare i propri figli a scuolaperchè devono aiutare i propri genitori nei campi e lavorare per la sopravvivenza delle proprie famiglie. prima che il governo militare prendesse il potere nel 1962, la Birmania era conosciuta come la ciotola di riso dell'Asia. e esportava ilriso in tutto il mondo. ora la Birmania è uno degli importatori di riso che potrebbe diventare la questuante di riso dell'Asia a causa della cattiva gestione della economia del paese e degli affari da parte dei governi militari che si sono succeduti in tutti questi anni. http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=b3ddd797e4e84c6e9281410916d99133&docid=a2e2a634094546e49978c118e516715f Mon, 17 Feb 2014 15:04:47 GMT 96f8a61719e44ceba90004d69b1defcd Cronistoria della crisi delle banche private 2008-03-15T15:45:40.3830000+01:00 Burma’s Private Banking Crisis - a Chronology December 06, 2003 By Irrawaddy Feb 01, 2003—Burma’s Finance and Revenue Minister Khin Maung Thein is permitted to retire, but no further explanations are offered by the military regime. In the first week of February, rumors of demonetizations of certain numbered currencies began to circulate in cities and towns. Private service companies, which are independent investment houses, begin to look increasingly unstable as more than dozen have collapsed since late last year. Rumors that the major banks are also on the verge of collapse force depositors to rush to bank branches to withdraw their savings. Living Color, a Rangoon-based Business magazine, runs a report in February alleging that Burma’s three largest private banks have been dispensing loans well beyond their capital. The article charges that Asia Wealth Bank has outstanding loans 50 times greater than its capital, while Yoma Bank has loans out 30 times greater than its reserves. Kanbawza Bank also reportedly has loans out totaling eight times more than its available reserves. Feb 10—The governor of Burma’s Central Bank, the country’s primary monetary authority, holds a press conference in Rangoon in hopes of quelling consumer unrest. Kyaw Kyaw Maung guarantees that the 20 private banks have solid financial standing as well as the backing of the Central Bank. He urges investors to avoid private service companies, who do not have the support of the Central Bank, and ignore rumors and speculation regarding the private banks. Details from the press conference are carried in the state-run press, including the New Light of Myanmar. After a huge run on the banks by depositors, banks begin denying withdrawal requests, and advise account holders to return after Feb 18. Feb 12—Asia Wealth Bank, Burma’s largest financial institution, asks the Central Bank for a security bond of 30 billion kyat (US $30 million) to boost its dwindling reserves. Feb 14—Editors in Rangoon say the junta has become extra sensitive concerning business reporting, and ordered the country’s Press Scrutiny Board to impose a news blackout on the crisis in an effort to ease public concerns. Feb 15—Yoma Bank, one of Burma’s largest commercial banks, suspends its credit card services. Yoma Bank is one of only three banks in Burma to offer credit card services. Feb 16—The state-run Kyemon newspaper says Secretary-One Gen Khin Nyunt blames dissidents in exile for the bank crisis. He says "destructive elements" have spread false rumors, which caused depositors to withdraw their money. He said the country would suffer losses because of the rumors. Feb 17—Banks impose limits on withdrawals and ban account transfers. Individual customers are only allowed to withdraw 500,000 kyat (US $500) per week. Asia Wealth Bank suspends its credit card services, while Kanbawza Bank says it plans to issue a similar announcement. Feb 18—As financial panic increases, crowds begin gathering in front of banks demanding withdrawals. Traffic police are called in to disperse huge crowds outside Asia Wealth Bank’s Olympic Tower branch in Rangoon, while security forces, including riot police, are beefed up to guard banks in both Rangoon and Mandalay after a bank in Rangoon’s Thingangyun suburb was stoned by angry account holders. In addition, some businesses report that they do not have the cash to pay daily wages to staff, as significant withdrawals still remain restricted. Some banks tighten withdrawal limits further to 200,000 kyat. Feb 19—Wint Kyaw, managing director of Universal Bank, tells The Irrawaddy: "I can’t say anything for now, because the situation is very perplexing." Meanwhile, Asia Wealth Bank posts signs at their branches saying the bank is working under normal operating procedures, despite the maintaining of restrictions on withdrawals. Feb 20—With a shortage of kyat in circulation, the currency strengthens against the dollar. Rates fall from 1,000 kyat at the end of last week to today’s black market rate of 900 kyat. Some banks drop the weekly limit on withdrawals even further to 100,000 kyat per account. Several banks order investors with outstanding loans to repay between 20 and 25 percent of their debts within a few days. Feb 21—The Central Bank pledges to assist private banks with a 25 billion kyat (US $25 million) bailout. The money is shared between Asia Wealth Bank, Kanbawza Bank and Yoma Bank. Other banks, including Universal Bank, drop the cap on withdrawals to just 50,000 kyat (US $50) per customer per week. Gen Khin Nyunt addresses an annual meeting of the Ministry of Commerce and says Burma’s banks are safe. "For the people who have unnecessarily withdrawn money, there is no safer place for them to keep money than in the banks." Feb 22—The Singapore-based Business Times reports that Singaporean companies are watching the crisis with concern and that one trading firm has already closed down operations in Rangoon. Feb 23—Sr-Gen Than Shwe ostensibly cancels a trip to Kuala Lumpur for health reasons, where he was to attend the Non-Aligned Summit. Analysts, however, feel the cancellation is in response to the ongoing banking crisis at home. Foreign Minister Win Aung represents Burma at the summit. Feb 24—The Myanmar Times carries a story quoting Gen Khin Nyunt’s address to the Ministry of Commerce. The weekly journal also quotes Brig-Gen David Abel, minister for the Office of the Chairman of the State Peace and Development Council, saying some banks had not operated within the boundaries of Burma’s finance laws and had loaned more money than was allowed. In the article, Zaw Win Naing, managing director of Kanbawza Bank, says: "The problem we face can be worked out soon, and it is a temporary problem." Feb 25—A five-day fishery and livestock fair scheduled to start today is cancelled due to the banking crisis. Banks again call on customers with outstanding loans to repay their debt, and revise earlier demands for a 25 percent repayment to 50 percent. Feb 26—The SPDC officially orders banks to cease account transfers. Feb 28—After the government bailout, some business account holders are permitted to make larger withdrawals to pay salary to staff, but most small accounts and personal investments are still restricted. Some traders also say that they have been unable to repay debts to other merchants, as their money remains tied up in the banks. March 01—Traders along the Thai-Burma border in Thailand’s Tak Province are not affected by the ongoing crisis, the Bangkok Post reports. The Tak Chamber of Commerce says impacts would be minimal as importers and exporters on the border did not rely on Burmese banks. March 02—The New Delhi-based Mizzima News Service reports that last week’s closure of the Burma Economic Bank in Tamu, Sagaing Division, close to the India-Burma border, has resulted in large losses for both Indian and Burmese traders. Indian exporters complain of pending dues from Burmese buyers. "The Burmese traders are also worried over the developments but they are prevented from protesting," the vice-president of the Indo-Myanmar Traders Union said. March 04—Burma’s former Finance and Revenue Minister, Khin Maung Thein, whose retirement immediately preceded the run on banks, is reportedly being investigated by military intelligence for his connection to the crisis. March 13—A group of border traders from both India and Burma plan a meeting to discuss possible solutions to ongoing financial problems in the town of Tamu. March 14—People in Rangoon begin selling luxury items, including automobiles, as investors are forced to repay loans. But with fewer people in a position to buy such items, the price of used cars, for example, drops by as much as 50 percent. Financial problems are also linked to an increase in the number of robberies. March 18—The scarcity of currency continues to strengthen the kyat. Moneychangers in Rangoon say the greenback is trading for as little as 850 kyat. March 29—A day before the first deadline for loan repayments, Gen Khin Nyunt holds a meeting in Rangoon. He says that condition for banks were improving, but customers still needed to repay outstanding loans. "I would like to urge those who have taken loans from the banks to strive to repay their debts speedily in consideration of those who have deposited money in the banks, and to ensure the long-term interest of the banks and to strengthen the national economy," Khin Nyunt said. March 30—Time is up for the first lot of repayments on bank loans. An official from the Asia Wealth Bank said that at least 50 percent of loan debts were due today and warned that there would be reprisals, to be detailed on the weekend, for those who did not. Kanbawza Bank, meanwhile, called for 30 percent of debts to be repaid by today. All the banks have their own duties to report to the Finance and Revenue Ministry on the progress of the loan recall. Nov 19, 2003—The US Treasury Department names two Burmese commercial banks, Myanmar Mayflower Bank and Asia Wealth Bank, to be of "primary money laundering concern" under Section 311 of the USA Patriot Act, enacted to fight terrorism. The Treasury’s report reads that the two banks have been linked to narcotics trafficking organizations in Southeast Asia and the military government failed to remedy serious deficiencies in its anti-money laundering system. It also announced plans to impose a ban on US financial institutions having correspondent accounts with Burmese banks, allowing exemptions in certain cases. Shortly after, an Asia Wealth Bank official denies the bank is laundering money. Nov 21, 2003—Burma’s military government releases a statement denouncing US government sanctions against its banking industry, saying any financial sector problems were partly the fault of developed nations that failed to provide aid. The statement read, "The US government has been criticizing and condemning almost every institution in existence in Myanmar [Burma], and now is the time and the turn for Myanmar financial institutions to be accused of wrong doing." Dec 4, 2003—Burma’s Ministry of Home Affairs issues the Control of Money Laundering Rules to implement the provisions of the Control of Money Laundering Law that was enacted on June 17, 2002. Dec 5, 2003—Burma’s military government sets up an investigation body, under Central Control Board of Ministry of Home Affairs, to determine whether money and property were obtained by illegal means by the Asia Wealth and Myanmar Mayflower banks. It also launches an investigation into private banks Myanmar Mayflower and Asia Wealth to determine if they have links to drug trafficking organizations. Finance Minister Maj-Gen Hla Tun says the investigation would take three months and would be carried out under new regulations for controlling money laundering. Irrawaddy.org http://www.irrawaddy.org/ http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=b3ddd797e4e84c6e9281410916d99133&docid=96f8a61719e44ceba90004d69b1defcd Sat, 15 Mar 2008 14:45:40 GMT cd601afe5352438e81fbd72706e21917 Economia 2008-03-15T15:38:30.3970000+01:00 La Birmania è un paese ricco di risorse, ma oppresso dal controllo totale dell’economia da parte della giunta militare che monopolizza tutta la produzione industriale e agricola . Il sistema economico in mano alla giunta militare raggiunge così tutti i livelli e tutti i settori. E’ impossibile fare affari in Birmania senza produrre profitti per la dittatura. L’ intera economia è controllata da imprese statali e quelle private dai militari del regime o dai loro famigliari e amici. Il governo continua a creare ministeri e organizzazioni civili sotto il suo controllo. La legge sulle imprese di proprietà statale del 1989, dà al governo il diritto di controllare almeno 12 aree chiave dei settori economici. Il regime militare ha avviato, in quel periodo, alcune misure per la liberalizzazione dell’economia, dopo decenni di fallimenti della “via birmana al socialismo”, ma questi sforzi si sono arenati. L’esercito controlla imprese industriali, commerciali e finanziarie. Imprese private possono esportare solo previa autorizzazione dell’Union of Myanmar Economic Holding (UMEH) o del Myanmar Agriculture Produce training, che riceve l’11% di commissione sulle transazioni. Tali imprese sono gestite dal Ministero della Difesa. La tendenza prevalente è quella di aumentare le esportazioni, soprattutto di Gas verso la Tailandia. L’UMEH ha investimenti in tutti i principali settori: turismo, banche, pietre preziose proprietà immobiliari, settore del legno, distribuzione, fondi pensione per i membri dell’esercito etc…. . La Birmania non è stata in grado di conseguire la stabilità monetaria e fiscale, con la conseguenza che il sistema economico soffre di seri squilibri macroeconomici, tra cui un elevatissimo tasso di inflazione e un tasso di cambio ufficiale che sopravvaluta il kyat valutandolo a oltre 100 volte il tasso di mercato. Inoltre l’assistenza allo sviluppo proveniente dall’estero si è in buona parte interrotta dopo la soppressione del movimento democratico del 1988 ad opera del regime militare, il quale ha successivamente ignorato i risultati delle elezioni del 1990. La crisi nel settore bancario privato all’inizio del 2003 seguita dall’intervento economico sanzionatorio da parte di Stati Uniti, Unione Europea e in qualche modo anche del Giappone (tra cui il divieto americano di importazione dalla Birmania ed il congelamento da parte del Giappone di nuovi aiuti economici bilaterali) hanno ulteriormente indebolito l’economia birmana. La Birmania è, a dir poco, cauta nel rendere noti i dati sul paese e le statistiche ufficiali sono spesso obsolete ed imprecise. Le stime pubblicate in materia di commercio estero della Birmania sono in larga misura sottostimate data la dimensione del mercato nero e del commercio alle frontiere, che spesso viene stimato di dimensioni pari o addirittura doppie rispetto all’economia ufficiale. Per promuovere l’investimento estero, le esportazioni ed il turismo sono necessarie migliori relazioni con i paesi esteri ed un allentamento dei controlli all’interno del paese. Nel febbraio del 2003 una grave crisi bancaria ha colpito le 20 banche private del paese, con la conseguente chiusura degli sportelli e la disgregazione del sistema economico. Nel luglio e nell’agosto del 2003 gli Stati Uniti hanno imposto un divieto su tutte le importazioni dalla Birmania, oltre al divieto di fornitura di servizi finanziari, mettendo in pericolo la capacità della Birmania di approvvigionarsi in valuta estera. Al gennaio del 2004 le principali banche private sono ancora in una situazione precaria con conseguente scarso accesso formale al credito da parte del settore privato, la cui pressoché unica risorsa è costituita dagli appalti pubblici. Il 75% del reddito nazionale deriva dall’agricoltura. I lavoratori sono principalmente nell’economia informale. Il salario medio è di 4/5 US$ al mese e l’orario di lavoro settimanale è di circa 48 ore, più altre 12/15 di straordinario medio settimanale al costo di 0,02 US$ l’ora. In molti casi i lavoratori sono costretti a corrompere i militari per poter lavorare nelle multinazionali o possono essere assunti, solo in quanto sono legati a membri dell’esercito. la giunta militare birmana continua a perpetrare una costante violazione dei fondamentali diritti umani e del lavoro, in spregio alle raccomandazioni e risoluzioni politiche assunte da governi e istituzioni internazionali. E questo grazie anche al fatto che sino ad oggi si sono attuate prevalentemente sanzioni di carattere politico e non economico, che permetterebbero di strangolare il potere politico ed economico su cui si regge la giunta militare birmana. Tutte le più importanti organizzazioni e istituzioni internazionali e moltissimi governi, ad eccezione della maggior parte di quelli asiatici, concordano con il fatto che sino ad oggi la giunta non ha mostrato alcun segnale credibile d’apertura, che indicasse la volontà di un dialogo costruttivo con tutte le parti interessate, per l’avvio di un processo di democratizzazione del paese. Al contrario, siamo di fronte ad una costante pesantissima violazione dei diritti umani, a violenze quotidiane sulla popolazione inerme ed al diffuso utilizzo del lavoro forzato. Tasso ufficiale di cambio: Kyat per dollaro Usa: 6,0764 (2003); nel 2003 i tassi di cambio non ufficiali variavano da 100 kyat a quasi 1000 kyat per dollaro americano. UTILIZZO DELLE RISORSE PROVENIENTI DAGLI INVESTIMENTI Sostegno dell’esercito. L’esercito è raddoppiato durante gli anni 90. vi è uno dei più alti tassi di bambini soldato al mondo: 130.000. L’esercito è il responsabile principale del lavoro forzato, della deportazione forzata, degli arresti arbitrari. . Corruzione: la Birmania è al 142° posto su 145 paesi. DROGA: la Birmania è il 2° produttore di oppio al mondo ed il 1° produttore di anfetamine. LAVAGGIO DEL DENARO SPORCO. Il settore dell’abbigliamento è il primo settore per il lavaggio di denaro sporco e per trasporto clandestino di droga. (signori della droga legati alla giunta e investitori nel tessile/abbigliamento). LEGNO: anche la esportazione di legnami scavati, serve per nascondere droga. CINA: LA Cina ha forti legami politici ed economici.: ha concesso un credito per 200 milioni US$ per la costruzione della centrale idroelettrica di Yeywa ed ha in progetto la costruzione di un. Nel 2003 si è registrato 1 miliardo di US$ di esportazioni di cui verso la Cina 170 milioni di US$. Tailandia: il Primo Ministro attraverso la Shin Satellite Public Co. Ha firmato un accordo per 12 milioni di UUS$ per la rete telefonica in Birmania. Con l’ IPSTAR, satellite a banda larga, un accordo per 350 milioni di US$ di proprietà per il 53% del primo ministro. Numero di stabilimenti produttivi nelle Zone Industriali Zone industriali secondo il MIDC - Comitato per lo sviluppo industriale di Birmania Redatto dal DHSHD - Dipartimento per l’edilizia e gli insediamenti N° Zona Industriale MIDC Stato/Divisione Denominazione della Zona Anno di creazione Area (acri) N° di insediamenti 1 Distretto Est di Yangon Divisione di Yangon (a) Zona Industriale Dagon Sud – 1 1992 475.354 128 (b) Zona Industriale di Dagon Sud – 2 1992 203.784 525 (c) Zona Industriale di Dagon Sud – 3 1995 35.280 371 (d) Nord Okkalapa 1999 109.789 115 (e) Sud Okkalapa 1999 25.000 98 (f) Shwe Paukkan 1992 94.640 72 (g) Thakayta 1999 200.000 82 (h) Dagon Seikkan 2000 1208.695 24 2 Distretto Ovest di Yangon Divisione di Yangon Zona Industrriale del Distretto Ovest di Yangon 3 Distretto Nord di Yangon Divisione di Yangon (a) Hlaing Thayar 1995 986.540 219 (b) Shwe Pyithar 1990 306.976 101 4 Distretto Sud di Yangon Divisione di Yangon Zona Industriale del Distretto Sud di Yangon 1075 5 Mandalay Divisione di Mandalay (a) Zona Industriale – 1 1990 809.510 661 (b) Zona Industriale – 2 1997 137.000 333 6 Myingyan Divisione di Mandalay Zona Industriale di Myingyan 163.590 306 7 Meiktila Divisione di Mandalay Zona Industriale di Meiktila 1997 385.450 81 8 Monywa Divisione di Sagaing Zona Industriale di Monywa 1992 296.700 490 9 Yenangyaung Divisione di Magwe Zona Industriale di Yenangyaung 1998 98.810 137 10 Pakokku Divisione di Magwe Zona Industriale di Pakokku 321.000 448 11 Bago Divisione di Bago Zona Industriale di Bago 35 12 Pyay Divisione di Bago Zona Industriale di Pyay 124 13 Pathein Divisione di Pathein Zona Industriale di Pathein 1993 326 14 Myaungmya Divisione di Pathein Zona Industriale di Myaungmya 101.650 58 15 Hinthada Divisione di Pathein Zona Industriale di Hinthada 482 16 Myeik Zona Industriale di Myeik 153 17 Taunggyi Stato dello Shan meridionale Zona Industriale di AyeTharyar 1999 287.000 342 18 Mawlamyine Zona Industriale di Mawlamyine 162.400 326 http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=b3ddd797e4e84c6e9281410916d99133&docid=cd601afe5352438e81fbd72706e21917 Sat, 15 Mar 2008 14:38:30 GMT c143eb7fe27647cd8e2641e5bbbd6020 I dittatori non dovrebbero giocare con il nuclerare. L'accordo sottoscritto con la Russia, le relazioni ufficiali ristabilite con la Corea del nord e i legami con scienziati pakistani sono elementi di grande preoccupazione per la sicurezza della regione. 2008-03-15T15:48:47.6000000+01:00 Birmania - accordo con la Russia per la costruzione Reattore nucleare in Birmania Nessun provvedimento per la attuazione dell' ”accordo di salvaguardia” previsto secondo il Trattato di non Proliferazione Nucleare è stato preso dalla giunta militare birmana a seguito dell’annuncio formale di un progetto di costruzione di un reattore nucleare in Birmania. L’accordo è stato firmato dal Ministro per la scienza e la tecnologia U Thaung - Il reattore nucleare verrà costruito attraverso un accordo con la Russia, dalla società Atomstroyexport che si occuperà della costruzione del reattore in una zona del paese ancora tenuta segreta. L’accordo è stato siglato il 15 maggio 2007 e il centro comprenderà un reattore ad acqua leggera per la ricerca con la capacità di 10 Megawatts alimentato da uranio arricchito 235 al 20%. Apparentemente il reattore dovrebbe servire per ricerche mediche ed agricole . Nel corso degli ultimi 6 anni più di 1.000 scienziati e tecnici e personale militare sono stati formati in Russia. A seguito di un accordo sottoscritto tra i due governi nel 2002, la Russia avrebbe dovuto costruire un reattore nucleare in Birmania, ma successivamente a causa della assenza di fondi il progetto si era fermato. Mosca aveva informato l’AIEA nel 2003 del programma di formazione in tecnologie nucleari che avrebbe riguardato ogni anno 300 cittadini birmani. Secondo i funzionari russi la costruzione del reattore dovrebbe avvenire sotto la supervisione dell’AIEA. Ma purtroppo l’agenzia atomica ha ripetutamente sottolineato il proprio stupore poiché la Birmana avrebbe dovuto informare preventivamente l’Agenzia, secondo le regole di salvaguardia. Sottoscritte dalla Birmania molti anni fa. In un articolo sull’Asia Times[1], Larry Jagan riporta che le motivazioni addotte dalla giunta per la costruzione di un reattore nucleare hanno vacillato sin da subito. A Gennaio 2002 il Ministro degli esteri Wing Aung ha dichiarato ad un diplomatico occidentale che la Birmania è impegnata a sviluppare un reattore nucleare per scopi medici con la possibilità di generare energia nucleare ed aveva dichiarato che nonostante non fosse stato ancora siglato alcun accordo in tal senso, ricerche iniziali erano state intraprese. A settembre 2001 il Ministro degli esteri aveva comunicato all’AIEA i propri piani ed aveva richiesto il sostegno della agenzia. Due mesi dopo un team ispettivo dell’AIEA si era recato in Birmania per valutare il grado di preparazione del paese nell’utilizzo e nel mantenimento in sicurezza del reattore. il Team concluse che gli standard di sicurezza in essere erano ben al di sotto dei livelli minimi che si ritengono sufficienti. Allo stesso tempo la Birmania non aveva dato risposte al rapporto AIEA e i funzionari di Vienna avevano conseguentemente espresso il timore che la Birmania stesse pianificando le proprie ambizioni nucleare senza i necessari provvedimenti di sicurezza. Tali timori dovrebbero includere i rischi di danni ambientali o di proliferazione a causa di furti o rimozione del fluido nucleare , per la assenza di adeguate misure di sicurezza. In seguito la giunta militare aveva sviluppato intensi contatti con il Pakistan e diffuse voci hanno confermato che due scienziati nucleari pakistani accusati di proliferazione nucleare erano stati accolti in Birmania nel 2003. la Birmania ha poi rafforzato anche i rapporti con la Corea del Nord con cui ad aprile 2007 ha ristabilito rapporti ufficiali. Da questo paese sono arrivate molte navi con spedizioni sospette nel corso degli ultimi 6 mesi. Sempre Larry Jagan riporta che lo scorso anno tali spedizioni hanno irritato la Cina poiché ne Pyonyang ne Rangoon avevano informato il governo cinese della loro rafforzata cooperazione militare .le autorità cinesi sono convinte che la Birmania ha ricevuto attrezzature militari compresi missili dalla Corea del Nord, ma a quanto sembra non materiali nucleari. L’ultima spedizione militare di maggio è stata scaricata nei porti birmani sotto misure di sicurezza estremamente restrittive. A quanto pare inoltre tale decisione non è stata commentata dall’ASEAN i cui Commisari dell’ASEAN Nucleare weapon Free zone avrebbero dovuto monitorare attentamente gli sviluppo sul nucleare in questa parte del mondo per assicurare ai paesi membri che non si stiano fabbricando o utilizzando armi atomiche . l’art. 11 del tratato obbliga le parti firmatarie di riferire ogni evento significativo in tal senso ma non vi sono dati sulla informazione da parte delle autorità birmane prima delle dichiarazioni del partner russo Atomstroyexport[2]. Cecilia Brighi [1] Asia Times 24 maggio 2007 Myanmar drops a nuclear “bombshell” Radio Singapore International July 2 2007-07-09 .. Economist.com Myanmar and the nuclear club.Do you want to be in my gang? May 16th 2007 [2] David Full Brook 27 maggio 2007 Opinion Asia http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=b3ddd797e4e84c6e9281410916d99133&docid=c143eb7fe27647cd8e2641e5bbbd6020 Sat, 15 Mar 2008 14:48:47 GMT 2249672fa4414a3eb0b9a3a9b10f13b6 Turning the treasure into tears. Miniere dighe deforestazione. 2008-03-15T15:31:09.7100000+01:00 http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=b3ddd797e4e84c6e9281410916d99133&docid=2249672fa4414a3eb0b9a3a9b10f13b6 Sat, 15 Mar 2008 14:31:09 GMT f4d9c182de6943f5abca7573a5cac586 The mineral industry of Burma 2008-03-15T15:48:20.6000000+01:00 http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=b3ddd797e4e84c6e9281410916d99133&docid=f4d9c182de6943f5abca7573a5cac586 Sat, 15 Mar 2008 14:48:20 GMT 7694c1fd016b4097a9718aa69c2bcbb3 Quadro macroeconomico 2008-03-15T15:39:42.1000000+01:00 1. QUADRO MACROECONOMICO FONTE ICE Le informazioni di cui al presente rapporto sono state acquisite a seguito della periodica visita a Yangon del Fondo Monetario Internazionale, integrata da rappresentanti della Banca Mondiale e dalla Banca Asiatica di Sviluppo, che ha avuto luogo lo scorso mese di dicembre. Mancanza di trasparenza, reticenza da parte delle autorita’ locali a fornire elementi conoscitivi e l’assenza di dati statistici attendibili, non ha consentito ai rappresentanti delle IFI in questione di delineare un quadro chiaro dell’attuale condizione economico-finanaziaria del paese. Dalla missione e’ emerso quanto segue. La crescita economica e’ largamente impedita dalle disastrose politiche gover native, da tecnologie ed attrezzature industriali ampiamente obsolete, insufficienti infrastrutture e dalla bassa qualita’ dell’istruzione. Tuttavia, le abbondanti risorse naturali di cui dispone il paese possono offrire un notevole contributo allo sviluppo economico, sebbene attualmente vengono sfruttate ad un livello molto al di sotto delle effettive potenzialita’. Attualmente, le prospettive di crescita appaiono essere influenzate dall’impatto delle sanzioni americane (ed in particolare, dal divieto di esportazione verso gli USA) e dalle gravi ripercussioni della crisi bancaria dello scorso febbraio sulle attivita’ economiche. La concomitanza di questi ed altri fattori determinera’ nel 2004 un tasso di crescita, rispetto all’anno precedente, pari a zero, a dispetto delle stime governative del 10%. Sempre nell’anno in corso, e’ prevista una diminuzione del tasso di inflazione che dovrebbe passare dall’attuale 60% al 40%. Tale risultato sara’ conseguenza delle minori attivita’ e degli effetti della contenuta domanda di moneta, determinata dalla crisi bancaria, e non quale effetto di interventi di politica economica. La posizione esterna rimane fragile nonostante il surplus della bilancia commerciale, reso possibile dall’ulteriore compressione elle importazioni edall’aumento dei proventi derivanti dalle aumentate esportazioni di gas naturale. Causa le distorsioni strutturali provocate dal regime del doppio tasso di cambio, dai pervasivi controlli amministrativi e dalle politiche attualmente adottate, la prospettiva di medio termine e’per un bassissimo tasso di crescita ed elevato tasso di inflazione, connubio foriero di produrre gravi conseguenze sul piano sociale. La condizione del sistema bancario permane critica. Le attivita’ di sei delle principali banche private (insieme totalizzano il 60% della raccolta) sono paralizzate, determinando forti limitazioni nel livello degli investimenti e negative ripercussioni in settori particolarmente dinamici dell’economia birmana quali quello commerciale e delle costruzioni. A poco e’ servito l’apporto di liquidita’ della Banca Centrale e di altre banche pubbliche, nel tentativo di arginare le conseguenze della crisi, dato che i beneficiari non sono stati sinora in condizione di restituire nemmeno parte di quanto mutuato. La crisi del sistema, il conseguente collasso del credito e la mancanza di fiducia dei risparmiatori, minacciano pesantemente gli investimenti e la crescita economica. L’esigenza di definire ed applicare urgentemente un pacchetto di riforme per stabilizzare l’economia non e’ piu’ procrastinabile. Nella situazione corrente, gli obiettivi governativi, tra i quali aumento del tasso di crescita e riduzione dell’inflazione, non sembrano realisticamente perseguibili. Istituto nazionale per il Commercio Estero Rapporti Paese congiunti Ambasciate/Uffici Ice estero 2^ sem. 2003 Nelle more della determinazione di interventi strutturali di piu’ lungo periodo, sono auspicabili alcune misure ad effetto immediato, quali l’aumento delle entrate fiscali (attualmente al 3% del PIL) ed unificazione del tasso di cambio. Il paese e’ governato da una dittatura militare, al potere da oltre 40 anni, che controlla rigidamente ogni aspetto della vita del paese, ivi compresa l’economia. Le decisioni vengono assunte in base alle esigenze ed interessi (anche personali) della giunta e dei generali, nonche’ tenendo conto della cronica carenza di valuta estera che affligge il paese e del timore delle interferenze occidentali. Il numero uno del regime, generale Than Shwe, ed il suo vice, generale Maung Aye, svolgono un ruolo preminente della definizione delle politiche economiche. In particolare, Maung Aye presiede il Trade Policy Council, comitato extraministeriale, che ha il prevalente compito di determinare le politiche commerciali. In aggiunta, due imprese di stato (MEC e UMEHL) hanno un ruolo chiave in tutti i settori economici e della produzione, sia autonomamente che in joint-venture. Si tratta, in definitiva, di un ambiente poco favorevole alle imprese straniere, reso ancor piu’ torbido da una burocrazia lenta e da una corruzione diffusa. Principali partner commerciali del Myanmar sono Singapore, Tailandia, Cina, Malesia, Corea, India, Giappone, Indonesia, Hong Kong. Svizzera. I principali paesi investitori sono Singapore, Tailandia, Giappone, Corea, Hong Kong, Malesia, Cina, Regno Unito, Isole Vergini Britanniche, Canada. Il valore dell’interscambio con l’Italia e’ molto modesto: nei primi sei mesi del 2003 abbiamo importato merci per un valore di circa 18 milioni di euro ed esportato per circa 3,5 milioni di euro. 2. INDIVIDUAZIONE DELLE AREE DI INTEVENTO La penetrazione del mercato locale deve necessariamente tenere conto di un clima politico ostile all’occidente per naturale reazione alla posizione UE (e USA) nei confronti del regime di Yangon. Le imprese italiane dovranno tenere conto di tali condizionamenti, ai quali si aggiunga la difficolta’ di poter ricorrere a coperture SACE, l’assenza di progetti finanziati dalla nostra Cooperazione ed il divieto di finanziamenti da parte delle IFI. Una favorevole evoluzione della situazione politica potrebbe dischiudere interessanti opportunita’ per una nostra decisiva partecipazione al processo di ammodernamento e di sviluppo del paese in particolare nei settori petrolifero e degli idrocarburi, delle telecomunicazioni, delle infrastrutture di base, dei trasporti, del turismo, etc.. 3. POLITICA COMMERCIALE E DI ACCESSO AL MERCATO Nonostante alcune leggi promulgate nel 1990 incoraggino nella forma il commercio estero e gli investimenti, nei fatti si e’ in presenza di notevoli restrizioni che spaziano dalla difficolta’ di ottenere le previste licenze per svolgere attivita’ commerciali e di import-export, il cui rilascio e’ soggetto a procedure tutt’altro che trasparenti, all’applicazione di norme arbitrarie e non scritte aventi lo scopo di generare corruzione, alle limitazioni imposte da taluni provvedimenti, anche recenti. Istituto nazionale per il Commercio Estero Rapporti Paese congiunti Ambasciate/Uffici Ice estero 2^ sem. 2003 Alcuni esempi delle politiche restrittive: - dal 2003 non vengono rilasciate, e nemmeno rinnovate, licenze commerciali a societa’straniere; - il valore delle importazioni non deve eccedere quello dei proventi derivanti da attivita’ di export; - tassa sulle esportazioni pari al 10%; - classificazione, da parte del governo, dei beni importati tra “bene essenziale” o “benenon essenziale”. Almeno l’80% delle merci importate devono appartenere alla prima categoria. Nel 2003 la giunta al potere ha rafforzato i limiti di tale norma disponendo un’ulteriore classificazione in “beni di non urgente necessita’ per lo Stato” e “beni non necessari allo Stato”. - limitazioni all’esportazione di capitali; Un ulteriore ostacolo e’ rappresentato dalla mancanza di infrastrutture per la distribuzione di beni e servizi. La possibilita’ di un agevole accesso al mercato e’, come sopra accennato, largamente dipendente dall’attuazione di riforme di tipo politico. Il Myanmar non dispone di una adeguata legislazione sulla tutela della proprieta’ intellettuale, dei brevetti e dei marchi. Numerose merci contraffatte, provenienti principalmente da Cina e Tailandia, vengono regolarmente vendute nei diversi punti vendita della capitale e delle maggiori citta’. Un disegno di legge risalente al 1994 e’ ancora in attesa di approvazione, mentre delle norme indiane del 1911, applicate in Myanmar dall’allora governo coloniale britannico, disciplinano tuttora la registrazione di brevetti e marchi nel paese. 4. POLITICA PROMOZIONALE E PROPOSTE OPERATIVE DI INTERVENTO Non sono presenti in Myanmar uffici dell’ICE o di altre istituzioni italiane. Si segnala un contenuto evento promozionale organizzato dall’Ambasciata nel mese di novembre 2003, denominato “Italian Food Festival”, sponsorizzato nella quasi totalita’ dalle aziende italiane partecipanti e da alcuni operatori locali. http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=b3ddd797e4e84c6e9281410916d99133&docid=7694c1fd016b4097a9718aa69c2bcbb3 Sat, 15 Mar 2008 14:39:42 GMT 3be8a58d6e324401b7a83754d06606d0 The multilateral banks and Burma 2008-03-15T15:36:02.1800000+01:00 http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=b3ddd797e4e84c6e9281410916d99133&docid=3be8a58d6e324401b7a83754d06606d0 Sat, 15 Mar 2008 14:36:02 GMT bffde09564914293b0d9ae8e0267ce38 Working day and night La situazione dei lavoratori clandestini birmani in Tailandia 2008-03-15T15:30:39.7400000+01:00 http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=b3ddd797e4e84c6e9281410916d99133&docid=bffde09564914293b0d9ae8e0267ce38 Sat, 15 Mar 2008 14:30:39 GMT f1cef7d0b6b34a5da824abb1b3228245 Il Fund Crunch dell'economia globale minaccia la produzione di riso in Birmania - WFP Ecco un articolo tratto da Mizzima in tema di food insecurity e produzione di riso in Birmania. L’articolo, basato sulla posizione del WFP di Rangoon, sottolinea con forza il ruolo di una calamità naturale – il Ciclone Nargis – e di un fattore esterno – la recessione globale – nella crisi alimentare che si sta abbattendo sul delta dell’Irrawaddy. Se c’è del vero in questo, è però anche vero che una crisi alimentare è spesso una crisi politica. Le carestie non arrivano solo perché non c’è abbastanza cibo, ma perché le persone non hanno accesso al cibo che c’è (o a tutto ciò che serve per produrlo, conservarlo o comprarlo). Già Amartya Sen ci aveva detto che l’accesso al cibo è in primo luogo una questione sociale e politica (1981). Una questione che attiene alla distribuzione dei diritti e che ha la capacità di portare alla luce del sole i rapporti di potere nel Paese colpito dalla crisi. Non solo, in alcuni casi, le crisi alimentari sono state addirittura prodotti intenzionali, risposte (o non-risposte) politiche a fenomeni esterni, come la volatilità dei prezzi internazionali o una calamità naturale. Anche se questi aspetti rischiano di sfuggire all’approccio tecnicista delle Nazioni Unite, si deve pensare politicamente al diritto al cibo, ricordandosi il più ampio contesto del Paese, individuando responsabili e, soprattutto, i potenziali beneficiari della situazione. Come è stato affermato, paradossalmente le crisi alimentari possono essere un vero e proprio “successo politico” per qualcuno (Edkins, 2002). In fondo è già successo in Bangladesh, in Sudan, in Etiopia e in altre parti del mondo. Segue la traduzione dell'articolo "Fund Crunch threatens rice production in Burma: WFP". New Delhi (MIZZIMA) – Secondo il World Food Program, le fattorie delle aree colpite in Birmania dal Ciclone Nargis Birmania hanno urgente bisogno di assistenza al credito per comprare i fattori produttivi necessari per affrontare la stagione della semina. Chris Kaye, Country Director del WFP a Rangoon, ha riferito a Mizzima mercoledì: “La priorità oggi è di assicurarsi che le piccole fattorie abbiano i soldi necessari e il credito per comprare i fattori produttivi e gli input per la stagione della semina” 2014-02-17T15:58:44.2500000+01:00 Mentre il WFP è capace di continuare a lavorare senza grandi problemi nella sua attività di distribuzione, “acqua e cibo rimangono aspetti critici per chi è riuscito a sopravvivere al ciclone, in molte aree del delta dell’Irrawaddy” ha continuato Kaye. Il funzionario ha anche affermato che la priorità oggi è aiutare le fattorie, che erano state inondate e distrutte dal ciclone, a piantare i cereali nella stagione della semina. Il delta dell’Irrawaddy, conosciuto anche come “coppa di riso della Birmania”, è stato devastato dal Ciclone Nargis, lasciando 130.000 morti o dispersi e cambiando in modo irrimediabile la vita di più di 2.4 milioni di persone. Sean Turnell, Professore di Economia presso la Macquarie University in Australia ha detto in una precedente intervista a Mizzima che l’economia rurale in Birmania è sull’orlo del collasso a causa della mancanza di soldi e di un sistema di micro-credito. In precedenza, lo stesso professore aveva anche affermato che la maggior parte degli agricoltori dipendevano da creditori per prestiti e soldi, ma con l’impatto del ciclone, gli agricoltori non possono più fare affidamento sui creditori, perché anche questi ultimi hanno dovuto subire gli effetti del Ciclone. Il Professore aveva anche affermato che gli agricoltori stanno affrontando difficoltà estreme dal momento che non hanno potuto racimolare abbastanza soldi dalla vendita dei loro prodotti l’anno scorso, a causa dei prezzi decrescenti causati dalla recessione economica globale Il Professore ha richiesto che il regime birmano inietti urgentemente denaro nell’economia rurale per aiutare le fattorie. Nel frattempo, gli agricoltori del delta dell’Irrawaddy si lamentano della mancanza di fondi per accedere a prestiti e si dichiarano disperatamente in bisogno di assistenza. “Stiamo affrontando gravi difficoltà nell’iniziare il nostro lavoro a causa dei soldi. E’ molto difficile avere prestiti”, ha detto un fattore che ha potuto coltivare solo metà acro nell’ultima stagione. “Non ho avuto nessun sostegno finanziario o materiale per la produzione, fatta eccezione per dei teloni impermeabili” ha riferito. Come lui, ha continuato, molti degli agricoltori non hanno ancora la possibilità di coltivare le proprie terre perché non hanno abbastanza soldi per acquistare i prodotti necessari per iniziare. Ed alcuni hanno già interrotto ogni attività. La FAO ha detto in precedenza a Mizzima che la mancanza di fondi sta diventando un grosso problema anche per continuare il lavoro di ricostruzione. Shin Imao, il rappresentante FAO in Birmania ha riferito a Mizzima che la produzione di riso è drasticamente crollata e che il ritorno alla normalità e raggiungere una situazione di food security rappresenta ancora una grossa sfida. “La produzione è bassa, perciò abbiamo bisogno di risposte più veloci per assistere gli agricoltori” ha detto Imao. La produzione del riso nel delta è precipitata dopo il Ciclone Nargis “con una produzione del 45% in meno rispetto agli anni precedenti”, ha concluso Imao. (Puoi leggere l'articolo in originale su http://www.mizzima.com/nargis-impact/one-year-after-nargis/2245-fund-crunch-threatens-rice-production-in-burma-wfp.html) 4 giugno 2009 http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=b3ddd797e4e84c6e9281410916d99133&docid=f1cef7d0b6b34a5da824abb1b3228245 Mon, 17 Feb 2014 14:58:44 GMT ecd24fbf1e1849ac97a4eddc3752ae12 Stiglitz consiglia al regime di usare i proventi di petrolio e gas più saggiamente – Articolo di Ba Kaung Pubblichiamo un articolo apparso qualche giorno fa su The Irrawaddy sulla visita in Birmania del Premio Nobel per l’Economia e ex Presidente della Banca Mondiale Joseph Stiglitz. I consigli dell’esperto per riavviare un sistema economico messo volutamente in ginocchio dalla Giunta hanno acceso un bel dibattito sui più importanti giornali democratici del Paese e hanno ispirato una vignetta sullo stesso The Irrawaddy. "It's in a good shape - Just needs some fine tuning" - Harn Lay "E' in buona forma - Ha solo bisogno di una sistematina" - Vignetta di Harn Lay, apparsa il 14 Dicembre su The Irrawaddy * * * 2009-12-25T17:41:34.5530000+01:00 THE IRRAWADDY - l Premio Nobel per l’Economia Joseph Stiglitz ha dichiarato, durante un incontro presso la capitale birmana Naypydaw che i proventi di petrolio e gas, se ben usati, potrebbero aprire una nuova fase per il Paese. Se non valorizzate, queste importanti opportunità andranno sprecate, ha detto il famoso economista all’incontro “Rifare della Birmani a la coppa di riso dell’Asia”. L’incontro è stato organizzato dal United Nations Economic and Social Commission for Asia and the Pacific (ESCAP) e i Ministri birmani dell’Agricoltura e Irrigazione e il Ministro per la Pianificazione Nazionale e lo Sviluppo Economico. Un comunicato delle Nazioni Unite riferisce l’ex capo della Banca Mondiale ha sottolineato come politica ed economia siano inseparabili. Prima della sua visita, alcuni analisti si sono interrogati sul valore di fare consigli economici ai Generali che hanno una reputazione pessima in fatto di capacità di ignorare gli input degli esperti. Affinchè la Birmania assuma un ruolo a livello mondiale e possa raggiungere piena stabilità e sicurezza ci devono essere partecipazione diffusa e processi inclusivi, ha detto Stiglitz. L’economista ha anche chiesto con urgenza al governo birmano di promuovere l’accesso al credito agricolo, incrementare l’accesso a semenze e fertilizzanti, aumentare in modo drastico la spesa nella sanità e nell’educazione e creare posti di lavoro ben pagati in agricoltura per stimolare lo sviluppo, aumentare i salari e dare una scossa ai consumi. I media di stato non hanno fatto menzione delle parole di Stiglitz sul rapporto tra economia e politica. Un rapporto ufficiale da Naypydaw ha citato il Generale Htay Oo, Ministro dell’Agricoltura e Irrigazione, che affermava che la Birmania sta sperimentando gli effetti del cambiamento climatico, dei disastri naturali e di un sistema commerciale internazionale ingiusto. Gli economisti hanno individuato un’ampia gamma di criticità affrontate dagli agricoltori birmani e dell’intera economia rurale. Gli agricoltori birmani sono costretti a vendere quote stabilite di riso al governo. Un economista birmano, basato in Thailandia, ha detto che sebbene il regime abbia annunciato l’abolizione di questo sistema di quote nel 2003 e la possibilità per gli agricoltori di commerciare i propri prodotti liberamente, tutto è stato riconfermato appena un anno dopo. Gli agricoltori devono ancora vendere quota stabilite di riso al governo e all’esercito, ha continuato l’economista. “Il governo forza inoltre gli agricoltori a coltivare zucchero di canna e arachidi che sono spesso incompatibili con quello che la terra può produrre” ha aggiunto. Mentre gli agricoltori non hanno accesso ad un vero e proprio sistema di credito che gli renda possibile l’acquisto di strumenti critici come i fertilizzanti o i trattori, subiscano anche la confisca di terre da parte dell’esercito e la mancanza di acqua, continua l’economista. “Il governo sta costruendo dighe. Ma loro sono soprattutto per l’elettricità, e quell’elettricità ora va per la maggior parte a Naypidaw” ha aggiunto. Un analista ha detto che negli ultimo tempi alcune società legate al governo stanno entrando nel settore agricolo. Sebbene queste compagnie siano libere di esportare soffrono per la mancanza di capacità, che restringe grandemente i possibili profitti. “Queste società stanno trasformando paludi in terre coltivabili, specialmente vicino a Rangoon. Assumono agricoltori per produrre riso, ma i risultati sono scarsi perché non ci sono le capacità” ha continuato l’esperto. I proventi di circa 3 miliardi di dollari che si aspettano per il 2010 dalle vendite di petrolio e gas potrebbero essere usati per mettere in piedi un sistema di credito per gli agricoltori, second l’opinione di Sean Tumell, un esparto australiano di economia birmana. L’agricoltura rimane il settore principale dell’economia birmana, contribuendo a circa il 44% del PIL. Circa 2/3 della popolazione vive nelle aree rurali, spesso lavorando in piccole fattorie o come manovalanza, soprattutto nelle divisione Irrawaddy, Pegu e Rangoon. Gli analisti dicono che per i iniziare un programma di microcredito in Birmania, il governo birmano ha bisogno di garantire lo stato di diritto, la protezione della proprietà privata e un sistema meno corrotto di quello attuale. Durante la sua visita di una settimana nel Paese, Stiglitz ha anche viaggiate nelle secche terre della Birmania settentrionale e si è incontrato con persone del posto e alcuni ufficiali. Ha anche speso una mezza giornata vicino a Pagan, secondo quanto è stato riferito dal Responsabile Comunicazione dell’ESCAP Bentley Jenson. (Puoi leggere l'articolo in originale su The Irrawaddy) (14 Dicembre 2009) http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=b3ddd797e4e84c6e9281410916d99133&docid=ecd24fbf1e1849ac97a4eddc3752ae12 Fri, 25 Dec 2009 16:41:34 GMT