Nazionalità etniche Una Birmania pacifica e democratica richiede un coesistenza armoniosa tra i diversi gruppi etnici del paese. Se non si fornisce una soluzione stabile al problema delle autonomie locali e della loro partecipazione al governo nazionale, le ribellioni che si sono succedute lungo le frontiere della Birmania durante quasi cinque decenni, non potranno essere fermate. E senza la pace vi sono ben poche possibilità di gettare le basi per uno sviluppo economico che permetta la riduzione della produzione di oppio e il traffico d'eroina presenti in molte aree impoverite. La mancanza di un censimento affidabile rende impossibile una valutazione, altrimenti grossolana, della composizione del mosaico etnico e dell'intera popolazione della Birmania. Alcuni esperti suggeriscono che i dati esistenti riguardanti le diverse etnie sono stati modificati per aumentare l’entità della popolazione Birmana, che costituisce il gruppo etnico maggioritario. Secondo le statistiche disponibili essa costituisce i due terzi circa della popolazione totale (circa 50 milioni di persone) ed è dominante nella composizione dell'esercito e del governo. La maggior parte delle minoranze etniche della Birmania popolano le zone montagnose lungo le frontiere. I gruppi Karen e Shan costituiscono, ognuno di essi, circa il 10% della popolazione, mentre invece, altri gruppi come Akha, Chin, Cinesi, Danu, Palaung, Pao, Rakhine, Rohingya, Tavoyan e Wa, rappresentano ognuno di essi il 5% o meno della popolazione. La Birmania ha sperimentato una lunga storia di migrazioni e di conflitti tra i vari gruppi etnici, lungo frontiere instabili, che furono definitivamente fissate durante la dominazione dell'Impero Britannico, avvenuta tra il 1820 e il 1948. Sotto il dominio Inglese, le diverse popolazioni che si trovavano lontano da Rangoon furono poste sotto il controllo, almeno nominale, di un'amministrazione centrale. Molte aree rimasero di fatto auto-governate, con un'apparente controllo da parte dei Britannici. Durante la Seconda Guerra Mondiale, molti birmani si unirono alle truppe giapponesi, mentre invece, molti dei gruppi etnici minoritari rimasero fedeli alla Gran Bretagna. Ciò rifletteva un intenso desiderio d'indipendenza da ambedue le parti: i birmani desideravano fortemente liberarsi del giogo coloniale Britannico, le minoranze etniche desideravano invece sfuggire dalla dominazione birmana. L'Unione Birmana divenne indipendente nel 1948, soltanto dopo lunghe negoziazioni condotte Generale Aung San, il quale convinse i gruppi di minoranza ad aderire alla nuova Unione. Gli Accordi di Panglong del 1947 schematizzavano i diritti delle minoranze e, in modo specifico, conferivano alle popolazioni Shan e Karenni la facoltà di staccarsi dall'Unione dieci anni dopo l'indipendenza. Ma queste garanzie costituzionali non vennero mai completamente rispettate. Quasi subito dopo aver ottenuto l'indipendenza, la Birmania fu gettata in una serie di brutali guerre etniche che si sono succedute, con diversa intensità, fino ai nostri giorni. Le principali rivendicazioni delle minoranze etniche consistono nel conseguimento di una vera autonomia delle loro regioni e l'avere voce in capitolo sugli affari dell'intera nazione. Poche desiderano veramente l'indipendenza totale come meta ultima. Dal colpo di stato del 1988, il Consiglio di Stato per la Restaurazione dell'Ordine e della Legge (SLORC) (rinominato Consiglio di Stato per la Pace e per lo Sviluppo, nel novembre del 1997), ha negoziato tregue con molti gruppi etnici armati e intrapreso feroci guerre nei confronti di altre. La popolazione mussulmana Rohingya della Birmania Sudorientale fu presa di mira nel 1991 e oltre 250.000 dovettero fuggire nel vicino Bangladesh. Una nuova ondata di attacchi è stata registrata alla fine del 2000. Almeno 140.000 persone, in gran parte Karen, Karenni e Mon, provenienti dalla Birmania orientale, sono rifugiate in Thailandia in seguito all’intensa offensiva militare da parte dell’esercito birmano, iniziata nel 1984. Anche molte persone Shan sono state costrette a sfuggire agli attacchi dell’esercito. In numerose aree vivono Internally Displaced People (IDP’s – persone internamente ridislocate), principalmente contadini che hanno abbandonato le loro case per sfuggire al reclutamento come portatori militari o ad atri tipi di abuso. La sofferenza degli IDP (ne sono stimati circa 600.000) è spesso di gran lunga peggiore di quella dei rifugiati nei paesi confinanti, che almeno ricevono un qualche tipo di aiuto dall’esterno. In molte aree sussistono tregue precarie. I primi "cessate il fuoco" furono conclusi con i gruppi etnici armati Wa e Kokang che fino al 1987 avevano militato nel Partito Comunista Birmano. Gli accordi sottoscritti dall'esercito birmano con questi gruppi etnici, consente loro la coltivazione dell'oppio e il commercio senza interferenze da parte birmana. Il risultato è stato un'importante incremento della produzione e del traffico di eroina dalla Birmania, con un'impennata a livello mondiale del consumo e dipendenza da questa droga. Tali gruppi hanno inoltre intrapreso la produzione illegale su vasta scale di metanfetamine. Altre organizzazioni dei gruppi etnici all'opposizione, in particolare l'Organizzazione per l'Indipendenza Kachin e l'Unione Nazionale Karen, hanno invece preso ferme posizioni contro la produzione e il traffico delle droghe. L’attuale giunta ha sfruttato le divisioni all’interno dei gruppi etnici per rafforzare il suo regime. Nel 2000 la rilocazione di migliaia di contadini Wa in aree tradizionalmente Shan ha causato tensioni e scontri tra i due gruppi. La United Nationalities League for Democracy (Lega delle Nazionalità Unite per la Democrazia), un gruppo che raccoglie i partiti politici non-birmani formata dopo il movimento democratico del 1988, è stata ripristinata nel gennaio 2001 da politici in esilio. Una bozza della costituzione è stata ratificata e sono stati eletti i membri esecutivi. Tali partiti hanno vinto 65 seggi nelle elezioni del 1990 e richiedono fortemente legittimità politica. Il Fronte Nazionale Democratico (NDF), un’altra coalizione di gruppi etnici, è ugualmente impegnato per promuovere posizioni comuni tra le minoranze entiche. Le prospettive per una Birmania democratica, prospera e pacifica si affievoliscono in mancanza di una soluzione giusta e amichevole dei conflitti etnici della nazione. La nuova costituzione proposta dalla giunta non contiene proposte sufficienti a ridurre il malcontento dei gruppi etnici. L'opposizione democratica birmana ha insistito sulla necessità di compiere importanti sforzi per risolvere questi problemi . II conseguimento della riconciliazione e della cooperazione tra le etnie costituisce un'importante sfida per qualsiasi governo futuro della Birmania. http://www.birmaniademocratica.org/ViewCategory.aspx?lang=it&catid=d742ad992d20402d9d3c2405b7fa9ff9 9b7e7d5d20f84710b12343ee6c0ef4a2 La giunta militare forza gli Arakan a partecipare a riunione di massa a sostegno della Convenzione Nazionale Le autorità militari birmane hanno costretto un gran numero di persone delle provincie di Rathidaung, Pauktaw, Ponnans Kyunt, che sono vicine a Sittwe, a partecipare ad una riunione di massa a sostegno della Convenzione nazionale. L'evento è stato organizzato dalla Associazione di solidarietà e sviluppo dello stato Arakan nella capitale dello stato a Sittwe. Secondo fonti sicure, le autorità militari vogliono mostrare alla comunità internazionale, la volontà del popolo Arakan di sostenere la Convenzione Nazionale che si tiene a Hmawbi a Rangoon. Hanno pertanto obbligato le autorità locali ad inviare almeno una persona per ciascuna abitazione a tale riunione di massa, in totale sono state radunate 25.000 persone. Non solo le autorità costringono la gente a partecipare ma hanno imposto l'utilizzo delle proprie barche o mezzi per portare nel luogo del raduno anche altre persone da altre città, senza dare alcun rimborso ai proprietari dei mezzi. 2008-03-14T13:55:36.3030000+01:00 http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=d742ad992d20402d9d3c2405b7fa9ff9&docid=9b7e7d5d20f84710b12343ee6c0ef4a2 Fri, 14 Mar 2008 12:55:36 GMT 4725ff24175b4fa18368bc2c4c639ab4 L'esercito costringe gli abitanti di 3 villaggi nello stato Chin a spostarsi Spostamento forzato di tre villaggi nella provincia di Thantlang dello stato Chin, stanno per essere deportati da parte dello SPDC. Gli abitanti di tre villaggi ovvero di Tluangram (A) Tluangram (B) e Belhar sono stati costretti a spostarsi nel villaggio di Vuagntu. non è stata ancora fissata una scadenza per la conclusione dello spostamento, mentre l'esercito ha attrezzato un campo nel villaggiuo di Vuangtu. Gli abitanti avrebbero preferito spostarsi nello stato del Mizoram, in India, piuttosto che sopravvivere vicino ad un campo dell'esercito. "Avremmo serie difficoltà nel trasferirci a Mizoram, ma le preferiremmo alla soluzione obbligata". Il Maggiore Kyaw Kyaw dell'esercito ha dichiarato che se gli abitanti del villaggio garantiranno che l'esercito Nazionale Chin non attaccherà il campo militare, avrebbe potuto anche cancellare l'ordine di deportazione. I villaggi da spostare hanno circa 60 abitazioni ciascuno e nella nuova zona non vi sarebbero adeguati campi da coltivare per nessuno e non vi sono risorse per effettuare lo spostamento. attualmente gli abitanti sono sfruttati regolarmente come lavoratori forzati dall'esercito. Se lo spostamento avvenisse sarebbe il primo nello stato Chin. 2008-03-14T13:55:54.8970000+01:00 http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=d742ad992d20402d9d3c2405b7fa9ff9&docid=4725ff24175b4fa18368bc2c4c639ab4 Fri, 14 Mar 2008 12:55:54 GMT 52e72ab6b1a04041ab7973f98b762519 il popolo Arakan costretto al lavoro forzato 2008-03-16T22:45:44.0870000+01:00 Gli Arakan costretti a lavorare come portatori militari. Con l’esercito che continua a utilizzare I civili come portatori militari per il trasporto di armi nel Nord Arakan, la gente lotta per sopravvivere poiché non trovano il tempo per lavorare, ha dichiarato un monaco di un villaggio. I civili da numerosi villaggi sono stati forzati a trasportare merci e materie prime dal mercato di Taung Baza al Campo di Sai Din Army Camp dove stazionano per lo meno tre battaglioni. La distanza tra Taung Baza e Sai Din Army Camp è di 23 oltre 38 chilometri ) e ci vogliono oltre 7 ore di cammino. Molti abitanti di villaggi di Pado Para, Pi Yuat, Mai Zari, Taung Gri Run, Pyin Kaung, Sun Zwera, Wra Thaya, Yin Baung Laung Chaung, Baho Byin, Pangon Ma Inn Chaung and Pauk Kyaing Aouk nella provincia di Buthidaung ad 80 miglia a Nord di Akyab, la capitale dello stato Arakan hanno lavorato come portatori. In genere I portatori trasportano riso, nocciole, olio per cucinare, carburante per l’esercito Solo nella provincia di Buthidaung ci sono nove battaglioni dell’esercito.. Un abitante ha dichiarato che se una famiglia si rifiuta di lavorare come portatori devono pagare per lo meno 500 kyats. L’esercito utilizza da 20 a 30 persone per villaggio e le sceglie a rotazione. Alcune volte I contadini sono costretti a portare I carichi per lunghe distanze vicine al confine. Se un portatore cade malato nel percorso non gli viene permesso di riposare, al contrario viene picchiato. L’esercito non solo costringe la gente a lavorare come portatore ma impiega le persone per lavorare come guardiani intorno ai villaggi per assicurarsi che nessun estraneo entri di notte soprattutto nei villaggi al confine con il Bangladesh. Molti contadini pertanto impauriti fuggono pertanto in Bangladesh per paura di essere costretti al lavoro forzato. Gli agenti interrogano e controllano strettamente I leader della opposizione. Gli agenti dei servizi di intellligence della giunta militare e il Consiglio di Stato Per lo Sviluppo e la Pace, hanno ricomicniato a controllare strettamente I membri del Comitato dei Parlamentari del Popolo CRPP ed altri leader politici e li interrogano intensamente. Secondo qualcuno vicino ai circoli politici di Ranoggon, agenti della Sezione special 2, una unità speciale della polizia hanno pedinato alcuni leader politici e li sottopongono spesso ad interrogatori. Ma le domande poste non riguardano più le attività tra I partiti, le informazioni su riunioni ed altre notizie politiche, ma se hanno rapporti e contatti con le ambasciate. http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=d742ad992d20402d9d3c2405b7fa9ff9&docid=52e72ab6b1a04041ab7973f98b762519 Sun, 16 Mar 2008 21:45:44 GMT ae1e2069edf24373be4d0993b7b0796b Militari torturano dei civili nello Stato Shan - Articolo di Saw Yan Naing Irrawaddy - Martedì 19 l’esercito birmano ha arrestato e torturato alcuni civili nella città di Hsi Hseng, nello Stato Shan, compresi uno dei leader della comunità locale e alcuni insegnanti della scuola, accusati di aver legami con i ribelli. Così riferiscono alcune fonti del posto. 2009-05-22T20:05:18.7600000+02:00 Il 14 maggio, una ragazza di 15 anni è stata violentata da un gruppo di 12 soldati birmani guidati da Mying Oo, mentre lei era nel proprio giardino, così riferiscono gli abitanti. La ragazza si trova ora nell’ospedale Taunggyi nello Stato Shan. I soldati birmani hanno anche tagliato le mani ad uno degli abitanti del villaggio chiamato U Lono, così ci ha detto Khun Joi Hto, uno dei portavoce della Pa-O National Liberation Organization (PNLO). Gli incidenti sono seguiti allo scontro, del 3 maggio, nel quale i soldati della PNLA e della Karen National Liberation Army (KNLA) avevano attaccato le truppe birmane presso His Hseng. La PNLA è il braccio militare del PA-O National Liberation Organization (PNLO). Dodici militari birmani, tutti del Light Infantry Battalion 426, comandati da Myo Aung, sono stati uccisi, continuano le nostre fonti. Martedì, l’esercito birmano è tornato nel villaggio. “Hanno picchiato gli abitanti, chiedendo loro dove si trovavano i ribelli” ha affermato Khun Joi Hto. Il PNLO è nato come scissione del gruppo conosciuto come Shan State Nationalities Peoples’ Liberation Organisation (SSNPLO) ha seguito del cessate il fuoco siglato da questa organizzazione nel tardo 2007. Alcuni abitanti del posto riportano di essere stati picchiati e torturati dall’esercito birmano, per vendetta. Alcuni abitanti si stanno ancora nascondendo nella giungla, mentre altri hanno varcato il confine con la Thailandia. L’esercito ha anche minacciato i villaggi dell’area che sarebbero stati devastati (ndr bum). Le fonti dicono inoltre che il Comandante birmano Bri-Gen Myo Aye, che guida il Military Operation Command 7, ha detto al gruppo per il cessate il fuoco Pa-O, il Pa-O National Organization (PNO), che avrebbe sequestrato la regione perché il gruppo stesso non era stato in grado di controllare la regione. Il PNO, guidato da Aung Kham Hti, siglò l’accordo per il cessate il fuoco con il regime birmano nell’Aprile 1991. (Puoi leggere l'articolo in originale su http://www.irrawaddy.org/article.php?art_id=15712) http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=d742ad992d20402d9d3c2405b7fa9ff9&docid=ae1e2069edf24373be4d0993b7b0796b Fri, 22 May 2009 18:05:18 GMT 05f3cb71cb764bb58835ac0cd9851ff8 La Giunta rigetta le preoccupazioni UE sui rifugiati kareni – Associated Press Rangoon – La Birmania ha rigettato le preoccupazioni espresse dall’Unione Europea sulle operazioni militari contro i ribelli kareni bollandole come intromissione politica, anche dopo che migliaia di persone, appartenenti alla minoranza, hanno lasciato il Paese per fuggire la violenza dei combattimenti. 2009-06-16T08:22:54.6300000+02:00 L’offensiva contro i ribelli nella Birmania orientale ha forzato più di 4.000 kareni ad abbandonare le proprie case e rifugiarsi in Thailandia questo mese, secondo il Thailand Burma Border Consortium, la principale organizzazione che gestisce gli aiuti ai rifugiati. L’Unione Europea la settimana scorsa aveva espresso seria preoccupazione (n.d.r. “serious concern”) in merito alla crescente offensiva nel Paese governato dalla Giunta militare e l’esodo di rifugiati, chiedendo una tregua immediata. Un comunicato del Ministro degli Esteri birmano pubblicato sul giornale di Stato ha detto che le critiche da parte dell’UE sono ingiustificate, meramente politiche e basate su informazioni inaccurate provenienti dai gruppi ribelli e da media faziosi (n.d.r. “ "unwarranted," ''politically motivated" and based on "inaccurate information originating from the insurgent groups and biased media reports"). Il Ministro ha definito il conflitto come “tafferugli” (n.d.r “scuffles”) e ha accusato i ribelli, basati in Thailandia, perché starebbero tentando di impedire ad una delle fazioni karene di deporre le armi e passare con il governo. La Karen National Union ha combattuto per più di 60 anni per una maggiore autonomia nei confronti del governo centrale. E’ il maggiore gruppo di ribelli su base etnica e l’unico, tra i più importanti, che non ha ancora siglato il cessate il fuoco con la giunta. I rifugiati kareni hanno trovato rifugio in parecchi punti a circa 100 km a nord di Mae Sot, una città Thailandese sul confine che si trova a circa 380 km a nord ovest di Bangkok. Le organizzazione di assistenza umanitaria stanno fornendo ai rifugiati cibo di emergenza, rifugio e altri beni essenziali. L’Alto Commissariato per i Rifugiati delle Nazioni Unite ha detto venerdì che molti dei rifugiati sono abitanti kareni che sono partiti per paura della coscrizione e del lavoro forzato come portatore per l’esercito birmano. Qualcosa come 100.000 rifugiati, per lo più kareni, hanno già trovato protezione nei campi in Thailandia, dopo esser fuggite alle operazioni contro i ribelli, mentre le agenzie per gli aiuti dicono che circa mezzo milione di altri sono sfollati interni nella Birmania orientale. (Puoi leggere l'articolo in originale su http://www.irrawaddy.org/article.php?art_id=15973) (Puoi leggere il comunicato della Presidenza UE qui) 15 Giugno 2009 http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=d742ad992d20402d9d3c2405b7fa9ff9&docid=05f3cb71cb764bb58835ac0cd9851ff8 Tue, 16 Jun 2009 06:22:54 GMT f77531bd18ea4bafbc79593db3a98626 Giovani donne karene violentate e uccise dall’esercito birmano – Burma Campaign UK Riportiamo la notizia, pubblicata su Burma Campaign UK, dell’ennesimo episodio di violenza di genere commesso in Birmania. Facciamo nostro l’appello rivolto al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite in occasione del dibattito che si terrà il 26 giugno prossimo sulla protezione dei civili durante i conflitti armati. 2014-02-17T15:53:26.0570000+01:00 Burma Campaign UK chiede al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite di discutere la situazione in Birmania orientale - compresi i nuovi casi di due giovani donne (una incinta di otto mesi) violentate e uccise dall’esercito birmano – nel dibattito sulla protezione dei civili durante i conflitti armati che si terrà il 26 giugno di questo mese. Secondo fonti karene, e i Free Burma Rangers, le due donne sono state violentate e uccise lo scorso 12 giugno da soldati dell’esercito regolare birmano che prendevano parte alla nuova offensiva militare nell’area che ha spinto più di 6.000 persone a lasciare le proprie case. L’esercito birmano e il suo alleato, la Democratic Karen Buddhist Army, hanno iniziato l’attacco ad inizio giugno. Nay Pay aveva 18 anni ed era incinta di 8 mesi. Naw Wah Lah aveva invece 17 anni e un bambino di 6 mesi. Entrambe venivano dal villaggio di Kwee Law Plo nella provincia di Lu Pleh. “Sono furiosa del silenzio delle Nazioni Unite in merito a questi attacchi”, ha detto Zoya Phan, Coordinatore Internazionale di Burma Campaign Uk e già rifugiata, che a suo tempo è dovuta scappare dal proprio villaggio quando era sotto attacco dell’esercito birmano. “Questi sono crimini di guerra e crimini contro l’umanità. Le Nazioni Unite devono fare in modo che i generali debbano rispondere del loro comportamento. Queste donne sono state violentate e assassinate perché i generali birmani sanno che le Nazioni Unite li lasceranno impuniti, così come è successo per le migliaia di altri stupri e omicidi contro le donne e i bambini nel Paese”. I soldati che hanno commesso lo stupro appartengono al Light Infantry Battalion 205, comandato dal Lieyutenant Colonel Than Hteh e dal Capitano Kyi Myo Thant. Burma Campaign Uk chiede l’intervento del governo britannico nel sostenere una Commissione di Inchiesta presso l’ONU sui crimini di guerra e i crimini contro l’umanità commessi dal regime in Birmania. Per maggiori informazioni contattare Zoya Phan al numero + 44 (0)207 324 4710. (Puoi leggere l'articolo in originale qui) (22 Giugno 2009) http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=d742ad992d20402d9d3c2405b7fa9ff9&docid=f77531bd18ea4bafbc79593db3a98626 Mon, 17 Feb 2014 14:53:26 GMT e2a42afe6abd4f6383f2865744de479c Soldati stuprano una donna nello Stato Karen, così denunciano gli abitanti del luogo – Articolo di Saw Yan Naing IRRAWADDY - Uno stupro di gruppo contro una donna di etnia Karena è stato commesso dai soldati dell’esercito birmano nello Stato Karen nella Birmania orientale: così denunciano gli abitanti del posto. La Karen Information Center - un’organizzazione karena – riporta quanto affermato dagli abitanti della città di Kawkareik che denunciano che una donna karena di 30 anni è stata presa dalla sua fattoria e portata nella giungla e lì violentata da soldati dell’ Infantry Battalion 283, comandato dal Capitano Htay Win, il giorno 25 maggio. 2009-06-01T17:40:42.4500000+02:00 Nel suo articolo sul New York Times, il 27 maggio, uno dei precedenti Relatori Speciali delle Nazioni Unite per i Diritti Umani in Birmania, Sergio Pinheiro, ha chiesto con urgenza al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite di procedere ad un’inchiesta sui crimini contro l’umanità in Birmania commessi dall’esercito del regime. Pinherio ha detto che negli ultimi vent’anni, le minoranze etniche in Birmania – più di un terzo della popolazione – non hanno ricevuto abbastanza attenzione dal mondo, aggiungendo che “Affinché il processo di riconciliazione nazionale avvenga un successo, la questione delle minoranze deve essere affrontata”. Nel 2007, la Karen Women’s Organization (KWO) ha rilasciato il dossier: “State of Terror”, sottolineando la campagna di abusi contro le donne nello stato kareno, compresi stupro, tortura e lavoro forzato. Il KWO ha riferito di aver documentato più di 4000 casi di abusi, tra cui stupri, assassino, tortura e lavoro forzato negli ultimi anni in più di 190 villaggi ad opera delle truppe di più di 40 diversi battaglioni dell’esercito. La maggior parte delle violazioni dei diritti umani si situa tra la fine del 2005 e il 2006. Molti degli abusi sono avvenuti durante l’offensiva militare nella Birmania orientale a partire dai primi mesi del 2006, quando sono state sfollate più di 25.000 persone e in migliaia sono stati costretti a cercare salvezza sul confine con la Thailandia. Il passato Relatore delle Nazioni Unite per i diritti umani ha anche chiesto al Consiglio di Sicurezza di costituire una commissione di inchiesta per i crimini contro l’umanità e la diffusa impunità che c’è in Birmania. Nel frattempo, Zipporah Sein, Segretario genearle della Karen National Union, ha ditto che è tempo perchè il COnsiglio di Sicurezza compia un’azione contro l’uso sistematico da parte del regime birmano dello stupor nell’aree delle minoranze etniche. Pinherio ha anche detto di aver ricevuto un dossier nel 2000 che stimava in 625 il numero di donne violentate nello Stato Shan in un periodo di 5 anni. Tuttavia, in nessun caso c’è stata una condanna. Il passato Relatore Speciale delle Nazioni Unite ha detto che nel Dicembre 2008 un soldato è andato in un stato di etnia karen nella Birmania orientale, rapendo, violentando e uccidendo un bambina di 7 anni. Le autorità si sono rifiutate di arrestare il soldato; gli ufficiali hanno invece minacciato i genitori di venir puniti qualora non avessero accettato una ricompensa in denaro per calmare la faccenda. Durante gli ultimi quindici anni, l’esercito birmani ha distrutto più di 3.300 villaggi in una sistematica e diffusa campagna per soggiogare i gruppi etnici, ha detto Pinheiro. I report delle Nazioni Unite indicano che i soldati birmani hanno arruolato bambini soldato, usato i civili come sminatori e forzato migliaia di persone a lavorare come schiavi, ha concluso. (Puoi leggere l'articolo in originale su http://www.irrawaddy.org/article.php?art_id=15799) 1 giugno 2009 http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=d742ad992d20402d9d3c2405b7fa9ff9&docid=e2a42afe6abd4f6383f2865744de479c Mon, 01 Jun 2009 15:40:42 GMT 01a061f929cd488098359dfd4f370866 Rifugiati kareni appena giunti in Thailandia saranno trasferiti in un altro campo Mizzima – Circa 3000 rifugiati, che hanno lasciato la Thailandia per scappare dall’offensiva dell’esercito birmano nella Birmania orientale, verranno trasferiti in un altro campo – “Tee Nu Koh” sul confine tra Thailandia e Birmania - nella prima settimana di Luglio, ha detto il Karen Human Rights Group (KHRG). “Le autorità pianificano di spostare i rifugiati appena arrivati in un nuovo campo. Decideranno questa settimana. Il campo si chiama “Tee Nu Koh” e si dice sia un vecchio campo” ha affermato Naw Eh Paw Htoo, portavoce del KHRG. 2009-07-02T21:52:58.6430000+02:00 “Un comunicato ufficiale deve ancora essere fatto. L’annuncio dovrebbe essere fatto il 7 Luglio” ha aggiunto il portavoce. La decisione di spostare i nuovi rifugiati kareni è stata presa in un incontro del 23 Giugno, al quale hanno partecipato i rappresentanti di un’organizzazione per la conservazione della foresta thailandese, chiamati Black Ranger, l’UNHCR, una Organizzazione Non Governativa (ONG), l’esercito thailandese e altre autorità. I rifugiati kareni sono fuggiti dalla Birmania e hanno cercato rifugio nella città di Thasaungvang nella Provincia di Tak in Thailandia, dopo che la Democratic Karen Buddhist Army (DBKA), sostenuta dall’esercito birmano, hanno attaccato la Karen National Liberated Army (KNLA) nello Stato Karen, nella Birmania orientale all’inizio di Giugno. Ai rifugiati sarà concesso di stare solo per due o tre mesi nel nuovo campo. Se non sarà diventato sicuro il luogo da cui sono fuggiti, i rifugiati saranno presi dal campo Mae La. In ogni caso, non c’è nessuna conferma ufficiale che ai rifugiati verrà richiesto di tornare al campo di Mae La se la situazione nello Stato Karen fosse ancora tesa, ha riferito il responsabile del campo Mae La. “L’UNHCR, il MOI e l’esercito thailandese non hanno ancora informato il campo. Dal mio punto di vista, se il campo è sovraffollato, ci saranno problemi in merito alle razioni e ai posti dove dormire. Dal momento che prima vivevano nella foresta, penso che loro possano arrangiarsi” così ha detto a Mizzima Saw Auku, segretario aggiunto al campo di Mae La. Ora, i rifugiati appena arrivati hanno trovato riparo in tre villaggi Thailandesi – Nophaw, Mae Usu e U Tutha nella provincia di Thasaungyang, circa 70 km a nord di Mae Sot. La clinica di Mae Taw del Dr. Cin Tia Maung, il Thai-Burma Border Consortium (TBBC), la Karen Women’s Group e altre NGOs, in cooperazione con le autorità thailandesi hanno fornito aiuto, come cibo e medicinali ai rifugiati kareni. Per peggiorare le cose, i rifugiati stanno affrontando carenza di acqua, secondo i responsabili del campo. (Puoi leggere l'articolo in originale su Mizzima) (1 Luglio 2009) http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=d742ad992d20402d9d3c2405b7fa9ff9&docid=01a061f929cd488098359dfd4f370866 Thu, 02 Jul 2009 19:52:58 GMT 745c62dcfa544a1eb6c22d3164ae6824 Nuovi sfollati kareni in fuga dal conflitto – Articolo di Saw Yan Naing The Irrawaddy – Secondo alcuni gruppi umanitari, più di cinquecento kareni della provincia Mon, nel Distretto Nyaunglebin, nello Stato Karen sono ormai sfollati - n.d.r. internally displaced persons (IDPs) - dopo esser stati costretti ad allontanarsi dalle proprie case e nascondersi nella giungla a causa dei nuovi attacchi dell’esercito birmano. I Free Burma Rangers (FBR), un gruppo umanitario che opera nell’area, ha riferito il 7 luglio che i cinquecento abitanti, comprese donne e bambini, stanno soffrendo la fame per la mancanza di cibo, perché non sono stati in grado di portarlo con sé durante la fuga. 2009-07-13T21:24:49.9770000+02:00 I neonati si sono ammalati per le pesanti piogge e la mancanza di un trattamento medico adeguato nella giungla. Tre uomini sono stati uccisi durante gli attacchi, sempre secondo il resoconto dei FBR. Fonti karene dicono inoltre che le forze dell’esercito birmano e le truppe dei battaglioni 333 e 555 della Democratic Karen Buddhist Army (DKBA) – gruppo che ha firmato il cessate il fuoco – sono ora molto più attive nell’area della Quinta Brigata della Karen National Liberation Army (KNLA), dopo che nel Karen meridionale si è conclusa l’offensiva di una settimana contro la Settima Brigata KNLA. A causa dell’offensiva lanciata dale forze congiunte dell’esercito birmano e delle truppe della DKBA a Giugno, nell’area della Settima Brigata KNLA, circa 4.000 civili kareni nel Distretto Pa-an sono dovuti scappare in Thailandia per salvarsi. Circa 20 scontri hanno avuto luogo nell’area della Quinta Brigata nel mese di Giugno, e 16 soldati birmani sono stati uccisi e 39 feriti, secondo le stime della Kwe Ka Lu, un’agenzia di stampa karena. Saw Steve, uno dei leader del gruppo umanitario kareno Committee for Internally Displaced Karen People (CIDKP) ha dichiarato “Abbiamo sentito che l’esercito birmano si sta rafforzando nella provincia di Mon, nel Distretto Nyaunglebin, e che ora c’è un’attività più intensa in quell’area". Fonti dal confine e gli osservatori dicono che dopo la caduta della Settima brigata KNLA, la DKBA e l’esercito muoveranno contro la Quinta e la Sesta brigata. Le forze congiunte vogliono liberare le aree sul confine Birmania-Thailandia dalla presenza della KNLA, prima che il regime tenga le elezioni del 2010, così dicono le fonti. La DKBA sta arruolando nuovi membri per completare il proprio compito e mettere in piedi una guardia di confine con 326 soldati per ogni battaglione, sempre secondo le fonti. La DKBA scelse la scissione dall’organizzazione madre, la KNU, e firmò un accordo per il cessate il fuoco con l’esercito birmano e il regime nel 1995. (Puoi leggere l'articolo in originale su The Irrawaddy) (13 Luglio 2009) http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=d742ad992d20402d9d3c2405b7fa9ff9&docid=745c62dcfa544a1eb6c22d3164ae6824 Mon, 13 Jul 2009 19:24:49 GMT 66d3e9be0882435bb11e56b4af2376b4 CNC contro i gruppi armati etnici trasformati in Border Guards Pubblichiamo un articolo, apparso pochi giorni fa, sul tentativo da parte della Giunta di trasformare i gruppi etnici armati, che aveva firmato il cessate il fuoco, in Border Guard Force. L’articolo riprende la poizione del Chin National Council (CNC) che si oppone fermamente alla mossa del governo centrale ed esprime solidarietà nei confronti di Aung San Suu Kyi. Segue l'articolo in originale. 2009-09-08T20:58:49.9800000+02:00 CNC against ethnic armed forces transforming to border guards September 1, 2009: (Khonumthung News) - The Chin National Council (CNC) has urged cease fire groups to stop transforming their armed wings to a border guard force under Burmese Army control as desired by the military junta. A CNC statement on August 28 said that the military government has been trying to persuade armed groups of national ethnicity, which had ceasefire pacts with the junta, to change to a border guard force. This will break the unity among national ethnic groups. Therefore, during the four-day council meeting from August 25 to 28, somewhere in the border area near India, it totally rejected the proposal of the military regime. In the meeting all four representative parties of the CNC were present. They chalked out nine projects in order to provide relief to Chin people, who are suffering the impact of famine in Chin state. On the junta’s proposal of transforming ethnic armed forces to a border guard force, Mr. Ralnghin, general secretary of CNC said, “It is their way based on their priorities but it cannot usher unity among national ethic groups. It can erode the unity we have now.” “Now we are in the final and the most important stage in our country, so firstly we have to fight for equality and self-determination with other national ethnic groups, which we have already started. The national road map and the forthcoming 2010 general elections are meaningless to us. We have rejected it. If someone desires to contest the election he has to first think of the fundamental rights of the state,” he added. The meeting highlighted that the junta had framed Daw Aung San Suu Kyi, leader of the Burmese National League of Democracy, so that she cannot participate in the election because she has to spend 18 months under house arrest. The CNC condemned the regime for further detaining Aung San Suu Kyi. The Chin National Council was established by the Chin National Democracy group, the Zomi National Congress, Mara People’s Party and the Chin National Front in 2006. (5 Settembre 2009) http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=d742ad992d20402d9d3c2405b7fa9ff9&docid=66d3e9be0882435bb11e56b4af2376b4 Tue, 08 Sep 2009 18:58:49 GMT 2890bcfde486452899222906de01dbdd Birmania: il conflitto etnico continuerà – Articolo di Nehginpao Kipgen Pubblichiamo l’articolo apparso pochi giorni fa sul China Post (Taiwan) a firma di Nehginpao Kipgen, studioso dei conflitti politici nella Birmania contemporanea e Segretario Generale del Kuki International Forum, con base negli Stati Uniti. Nell’articolo, l’autore analizza il recente conflitto etnico di frontiera che vede la Giunta contro un gruppo armato a base etnica Kokang. Il conflitto ha costretto tra le 10.000 e le 30.000 persone a cercare rifugio in Cina (UNHCR) facendo salire per la prima volta la tensione tra la Birmania e il suo più potente alleato. Il gruppo armato, che aveva firmato il cessate il fuoco con la Giunta, non è però disposto a trasformarsi in Border Guard Force e chiede autonomia. Se si è arrivati ad un richiamo ufficiale è perché a Pechino si ha paura che l’instabilità arrivi nello Yunnan e perché la maggior parte degli sfollati è di etnia o cittadinanza cinese. Secondo Kipgen, tuttavia, il conflitto sul confine non cambierà la politica birmana di Pechino. Gli ultimi sviluppi sono da leggere come il riacutizzarsi della questione etnica mai risolta nel Paese. Infine, in vista delle elezioni del 2010, la Giunta vuole reprimere ogni possibile opposizione. Se non ci sarà un deciso coinvolgimento della comunità internazionale, Cina e Stati Uniti in testa, questi conflitti sono destinati a continuare. Segue l'articolo in originale. 2009-09-07T22:53:28.7730000+02:00 Burma - the Conflict Will Continue Without addressing the root cause of the problems, the Burmese military junta is intensifying attacks against its own citizens. The latest tension erupted between the Burmese army and the Myanmar National Democratic Alliance Army (MNDAA), an ethnic Kokang armed group. The United Nations High Commissioner for Refugees estimated that 10,000 to 30,000 people have fled to China since the tension flared up on August 8, when the Burmese army raided the home of Peng Jiashen, the Kokang armed leader, in northern Shan state. The consequence of confrontation between the two groups spills over the international border. The affected country is none other than the military junta’s closest ally, China, a country that maintains robust economic ties with Burma. China hopes Burma “properly deal with its domestic issue to safeguard the regional stability in the China-Myanmar border area,” said the Chinese foreign ministry spokeswoman, Jiang Yu, on August 28. The statement is unusual for China that usually defended Burma in the face of international criticisms. There are two important concerns for the Beijing government. First, the victims who have fled to the Yunnan province are mostly ethnic Chinese origin or Chinese nationals; second, Beijing sees skirmishes along the border are threatening the harmony and stability of Yunnan province. The statement, however, should not be taken as a change of China’s foreign policy toward Burma. Beijing will continue to maintain its bilateral relationship with Naypyidaw intact. The Burmese military junta is also unlikely to part ways with communist China because of such border skirmishes. The MNDAA, which demands autonomy, rejected the military junta’s proposal to transform its armed cadres to Border Guard Force. The proposal has been rejected by many other ceasefire groups, and the issue becomes a political headache for the Burmese military junta. The latest development is a consequence of the unresolved longstanding ethno-political conflicts in the Union of Burma. The nature of conflict is an evidence of the existence of two different sets of movement in Burma: democracy and democracy that guarantees the rights of ethnic minorities. The Union of Burma had gained independence from the British in 1948, but its ethno-political problems have not been settled. Though more than a dozen armed groups have signed ceasefire agreements with the junta, the simmering tensions still linger. Ethnic problems in Burma had started long before independence. The mistrust exacerbated when the spirit of Panglong agreement was not honoured. One fundamental principle of the agreement was to establish a federal government. With the assassination of Aung San, who headed negotiation for Burma’s independence from the British, the dream of establishing a federal society was shattered. The latest tension is a consequence of the military’s attempt to silence the voice of opposition in the run up to the 2010 general election. Unless the military junta can persuade the different ceasefire groups to its own terms, it is likely that similar confrontations will occur. Despite international criticisms, the Burmese military junta is determined to move forward with the 2010 general election. Under the guidelines of the 2008 constitution, it is by and large a forgone conclusion that the military will stay onto power after election. Burma will see a transitional government with a military-dominated multi-party democracy. The military junta’s official name ‘State Peace and Development Council’ will either be abolished or renamed. If the United States of America and the Peoples’ Republic of China can lead a coordinated international strategy, there still is a chance for the success of international community’s engagement. Otherwise, one thing is clear that the ethno-political conflicts in Burma will continue to remain in post 2010 election. Nehginpao Kipgen is a researcher on the rise of political conflicts in modern Burma (1947-2004) and general secretary of the US-based Kuki International Forum. (7 Settembre 2009) http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=d742ad992d20402d9d3c2405b7fa9ff9&docid=2890bcfde486452899222906de01dbdd Mon, 07 Sep 2009 20:53:28 GMT 528b0bad9d494258a917863c280f0917 La KNU si esprime sulle Elezioni del 2010 con un Comunicato Ufficiale Pubblichiamo il documento approvato dalla KNU - Unione Nazionale Karena (Karen National Union) sulle Elezioni del 2010. Il documento prende le distanze da una recente lettera dell'Ethnic Nationalities Council e rigetta con forza le Elezioni programmate dalla Giunta per il 2010. 2009-10-06T20:20:47.7630000+02:00 UFFICIO DEL QUARTIER GENERALE SUPREMO KAREN NATIONAL UNION KAWTHOOLEI Chiarimento sulla politica della KNU in merito alle elezioni del 2010 La Karen National Union (KNU) è consapevole del fatto che una recente lettera dell’Ethnic Nationalities Council (il Consiglio per le nazionalità etniche – ENC), in base alla quale sembrerebbe che le elezioni previste dall’SPDC per il 2010 potrebbero costituire una qualche opportunità di cambiamento, è stata causa di confusione. Intendiamo riaffermare la nostra dichiarazione del 24 aprile 2009, secondo la quale le elezioni previste per il 2010 non costituiscono in nessun modo un progresso verso la democratizzazione della Birmania. Le prove schiaccianti del fatto che le elezioni previste per il 2010 non offrono nessuna speranza di qualsivoglia cambiamento sono le seguenti: Il referendum del 2008 ha mostrato come non sarà ammessa nessuna campagna elettorale, salvo che sia approvata dall’SPDC e sia in linea con la sua politica; ciò significa che il processo elettorale non creerà nessuno spazio politico autentico. Il referendum del 2008 ha evidenziato la possibilità di frodi elettorali; ciò, oltre a numerose altre limitazioni della libertà, non permetterà in nessun modo la celebrazione di elezioni libere e eque. La Costituzione non solamente perpetua il governo dei militari, ma non concede nessun diritto o protezione ai gruppi etnici. La Costituzione rappresenta una seria minaccia alla molteplicità etnica in Birmania. Il Parlamento sarà una semplice istituzione di facciata. Con il persistere nella nuova Costituzione di articoli che cancellano la libertà di parola e con l’SPDC che sta investendo in un nuovo sistema di censura basato su mezzi informatici, appare chiaro che non potrà esservi nessuna genuina apertura di uno spazio politico dopo le elezioni. La Costituzione del 2008 viola il diritto internazionale e la Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo. Abbiamo già avvertito a più riprese del fatto che le elezioni del 2010 non comporteranno nessun miglioramento della situazione dei diritti umani e umanitaria in Birmania, mentre proseguiranno repressione e instabilità. Ci intristisce il fatto che le nostre previsioni si siano dimostrate corrette e che vi sia stata una drammatica escalation degli attacchi militari, con la dittatura che tenta di schiacciare qualunque forma di opposizione prima delle elezioni. Lo stato di vigile attesa della comunità internazionale in relazione alle elezioni del 2010 non costituisce un’opzione percorribile. Nelle aree etniche della Birmania si sta dispiegando un’enorme crisi dei diritti umani e umanitaria, mentre proseguono gli attacchi contro i gruppi etnici. È questo il risultato dell’agenda elettorale dell’SPDC in previsione delle elezioni del 2010. La comunità internazionale sembra tollerare la sfida che le viene lanciata dall’SPDC e sembra seguire l’agenda per il 2010. Ribadiamo il nostro appello ai governi di tutto il mondo affinché non appoggino le elezioni del 2010 e moltiplichino gli sforzi al fine di persuadere l’SPDC ad avviare un dialogo tripartito autentico. Facciamo appello all’SPDC affinché dia seguito alle richieste dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, dell’Unione Europea, degli Stati Uniti e di altri e avvii un dialogo tripartito autentico che porti a un vero cambiamento del paese. Lavoriamo per una Birmania pacifica, stabile e federale. Siamo pronti in qualunque momento ad avviare un dialogo tripartito autentico agevolato dall’intervento delle Nazioni Unite. Il Comitato Esecutivo Centrale Karen National Union (5 Ottobre 2009) http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=d742ad992d20402d9d3c2405b7fa9ff9&docid=528b0bad9d494258a917863c280f0917 Tue, 06 Oct 2009 18:20:47 GMT 320f154211de49e39eabec6dc4850932 I gruppi etnici sulle elezioni del 2010 - Un aggiornamento Il presidente dell'Ethnic Nationalities Council in esilio, la coalizione delle organizzazioni politiche che rappresentano gli stati etnici chiarisce che il Consiglio non sostiene i programmi per le elezioni del 2010 della giunta e smentisce il contenuto di una lettera inviata al senatore Americano, James Webb prima dell’hearing parlamentare sulla Birmania. Il chiarimento da parte di Khu Hte Bu Phe, Presidente dell’ENC, afferma che questa lettera non rispecchia la posizione dell'organizzazione e quindi smentisce la sua rappresentatività. L’ENC non accetta né la costituzione del 2008 né le elezioni del 2010 anche se “non si opporrà o attaccherà le organizzazioni etniche e gli individui che vogliono partecipare alle elezioni o la gente che andrà a votare” La lettera che è stata contestata affermava che l’ENC non accetta la costituzione del 2008 e le elezioni previste nel 2010, ma poiché i cittadini birmani saranno forzati ad andare a votare, la politica a breve sarebbe dovuta essere quella di sostenere i gruppi etnici che possono essere eletti nel 2010 in modo da assicurare che i gruppi etnici possano avere una voce nella politica birmana e per permettergli di partecipare alla governance e allo sviluppo della loro patria, dice la lettera. Anche il Fronte Democratico Nazionale NDF, una coalizione di gruppi etnici di resistenza armata in una dichiarazione ha affermato la sua posizione di rifiuto espresso delle elezioni del 2010 che si basano sulla costituzione del 2008, adottata con la forza e con mezzi fraudolenti. L’NDF riafferma che le elezioni della giunta non risolveranno la crisi politica che affronta il popolo birmano, né porteranno alla riconciliazione nazionale e alla democrazia, ma è un processo che porterà la Birmania ad essere uno stato fallito e permetteranno la continuazione della giunta. 2009-10-08T22:13:42.3930000+02:00 (Pubblichiamo ora l'articolo e il comunicato ufficiale che descrivono le posizioni di ENC e NDF) Ethnic Nationalities Council chair clarifies groups’ position New Delhi (Mizzima) – The Chairman of the Ethnic Nationalities Council in exile, a coalition of ethnic political organisations, on Monday made it abundantly clear that the Council’s position does not support the Burmese military junta’s 2010 elections plans. The clarification by Khu Hte Bu Phe, Chairman of the ENC, came days after a letter sent in the name of the Council to US Senator James Webb, a strong advocate of engagement with the Burmese regime, before hosting of a Congressional hearing on Burma. The letter, signed by the Secretary General of the ENC and dated September 28, explained to the US Senator of ENC’s position on the Burmese junta’s 2010 election plans saying, in principle the ethnics in Burma do not accept the 2008 constitution and the forthcoming 2010 elections. But since the citizens of Burma will be forced to cast their votes, the ENC’s short-term policy is to support eligible ethnic groups in running for office in the 2010 in order to ensure that ethnics will have a voice in Burma’s politics and to allow ethnics to participate in governance and development of their homeland, the letter said. In the long-term, the letter said, ENC hopes to work on developing a civil society that could hold an elected government accountable to the people. But the ENC chairman, in his statement on Monday denied knowledge of the letter sent to Senator Webb and said the Council does not accept the junta’s 2008 constitution and 2010 elections. “It [the council] has already adopted a position that it will not oppose or attack ethnic organizations and individuals wanting to contest the elections, or the people who will vote in the elections,” said Khu Hte Bu Phe. “This is, therefore, to let all know that the letter to Senator Webb is not the position of ENC…” Khu Hte Bu Phe said. Meanwhile, on Monday the National Democratic Front, a coalition of ethnic armed resistance groups, in a statement said the group reaffirms its position expressly rejecting the junta’s 2010 elections, which will be based on the 2008 constitution that is adopted by force and fraudulent means. The NDF said, the junta’s elections will neither resolve the political crisis faced by the Burmese people nor will it lead to national reconciliation and democracy but is a process that will turn Burma into a further ‘failed state’ and allow continuance of the junta. “We regard the reactionary political wind blowing at home and abroad, viewing the 2008 constitution and the 2010 elections as 'something that is better than nothing' and promoting the attitude to "take whatever opportunity is available' as merely an attempt to sanitize the SPDC and perpetuate the existence of military dictatorship,” said the NDF, referring to the junta by its official name – State Peace and Development Council (SPDC). The statement also said, the junta’s threat to use force on ceasefire groups, which have rejected their proposal to transform into Border Guard Forces, shows the junta’s unwillingness to solve ethnic issues peacefully. “We the NDF would like to earnestly urge the entire people to explicitly oppose the 2010 elections of the SPDC…,” the statement said. Similarly, the Karen National Union (KNU), the longest surviving insurgent group in Burma, on Monday issued a statement saying the ENC’s letter to Senator Webb, which is “appearing to state that the SPDC's elections due in 2010 could present some kind of opportunity for change, has caused some confusion.” “We would like to reaffirm our statement of April 24, 2009 that elections due in 2010 do not represent any kind of progress towards democratization in Burma,” said the KNU, which is also a member of the NDF. David Takarpaw, Vice-Chairman of the KNU and also holding the Chairmanship of the NDF, in an interview said, the KNU as well as the NDF are in a position to reject the junta’s 2008 constitution and the forthcoming 2010 elections as the junta has made no progress to prove that the elections would be free and fair. “With the 2008 constitution not being amended, political prisoners still remaining behind bars, and no freedom of association and campaigning, the elections cannot bring any progress,” David Takarpaw said. He said, without such conditions being implemented, even if the ethnics join the election, the nature of the 2008 constitution does not guarantee the rights for ethnic groups. The KNU also urged the international community not to be content regarding the junta’s elections plans and not to “wait and see” as the election plan will only escalate repression and instability. (Puoi leggere l'articolo anche in originale su Mizzima) NDF Statement Expressly Rejecting SPDC 2010 Elections October 5, 2009 1. We, the NDF, once again issue our statement reaffirming our position expressly rejecting the SPDC 2010 elections which will implement the 2008 Constitution, adopted by force and fraudulent means. Previously, we have declared our total rejection of every step of the SPDC Road Map, on appropriate occasions. The ethnic political organizations inside the country such as the United Nationalities Alliance (UNA), the Committee Representing People’s Parliament (CRPP) and other similar organizations have already issued statements totally rejecting the SPDC 2008 Constitution and the 2010 elections. 2. The 2010 elections will neither resolve the political crisis faced by the entire people nor will it lead to national reconciliation and democracy. The SPDC Road Map is simply a political process that will turn the country into a “Failed State” and perpetuate the evil existence of SPDC military dictatorship. 3. We regard the reactionary political wind blowing at home and abroad, viewing the 2008 Constitution and the 2010 elections as ‘something that is better than nothing’ and promoting the attitude to “take whatever opportunity is available’ as merely an attempt to sanitize the SPDC and perpetuate the existence of military dictatorship. 4. The long term incarceration of members of the democratic forces, ethnic forces and the political activists such as U Tin Oo, Daw Aung San Suu Kyi, Khun Tun Oo, Gen. Hser Htin, Min Ko Naing etc. can never lead to national reconciliation. Moreover, the arrest and detention, daily, of members of the National League for Democracy (NLD), students, youths and the Buddhist monks, throw light on the disparity between the SPDC propaganda that it will ensure the election to be free and fair, and its actual practice on the ground. 5. Similarly, on allegation of various kinds against the ceasefire organizations, which have rejected the SPDC Border Guard Force plan, the acts of the SPDC to blatantly intrude into their areas and station new troops, and to intimidate them with the use of military force against them, show that the SPDC has no desire to resolve the ethnic issues by peaceful means and it has the policy only of annihilation and escalation of the civil war. The acts of the SPDC will neither bring peace nor democracy, and they are already affecting regional peace and stability. 6. In conclusion, we the NDF would like to earnestly urge the entire people to explicitly oppose the 2010 elections of the SPDC and we solemnly request the International Community, including the UN, to apply more effective pressure upon the SPDC for the resolution of political problems by political means through dialogue and negotiation. “Victory through Alliance” Central Executive Committee National Democratic Front (NDF) October 5, 2009 (8 Ottobre 2009) http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=d742ad992d20402d9d3c2405b7fa9ff9&docid=320f154211de49e39eabec6dc4850932 Thu, 08 Oct 2009 20:13:42 GMT