1. QUADRO MACROECONOMICO FONTE ICE
Le informazioni di cui al presente rapporto sono
state acquisite a seguito della periodica visita a Yangon del Fondo
Monetario Internazionale, integrata da rappresentanti della Banca
Mondiale e dalla Banca Asiatica di Sviluppo, che ha avuto luogo lo
scorso mese di dicembre. Mancanza di trasparenza, reticenza da parte
delle autorita’ locali a fornire elementi conoscitivi e l’assenza di
dati statistici attendibili, non ha consentito ai rappresentanti delle
IFI in questione di delineare un quadro chiaro dell’attuale condizione
economico-finanaziaria del paese. Dalla missione e’ emerso quanto segue.
La
crescita economica e’ largamente impedita dalle disastrose politiche
gover native, da tecnologie ed attrezzature industriali ampiamente
obsolete, insufficienti infrastrutture e dalla bassa qualita’
dell’istruzione. Tuttavia, le abbondanti risorse naturali di cui
dispone il paese possono offrire un notevole contributo allo sviluppo
economico, sebbene attualmente vengono sfruttate ad un livello molto al
di sotto delle effettive potenzialita’. Attualmente, le prospettive di
crescita appaiono essere influenzate dall’impatto delle sanzioni
americane (ed in particolare, dal divieto di esportazione verso gli
USA) e dalle gravi ripercussioni della crisi bancaria dello scorso
febbraio sulle attivita’ economiche. La concomitanza di questi ed altri
fattori determinera’ nel 2004 un tasso di crescita, rispetto all’anno
precedente, pari a zero, a dispetto delle stime governative del 10%.
Sempre
nell’anno in corso, e’ prevista una diminuzione del tasso di inflazione
che dovrebbe passare dall’attuale 60% al 40%. Tale risultato sara’
conseguenza delle minori attivita’ e degli effetti della contenuta
domanda di moneta, determinata dalla crisi bancaria, e non quale
effetto di interventi di politica economica. La posizione esterna
rimane fragile nonostante il surplus della bilancia commerciale, reso
possibile dall’ulteriore compressione elle importazioni edall’aumento
dei proventi derivanti dalle aumentate esportazioni di gas naturale.
Causa
le distorsioni strutturali provocate dal regime del doppio tasso di
cambio, dai pervasivi controlli amministrativi e dalle politiche
attualmente adottate, la prospettiva di medio termine e’per un
bassissimo tasso di crescita ed elevato tasso di inflazione, connubio
foriero di produrre gravi conseguenze sul piano sociale. La condizione
del sistema bancario permane critica. Le attivita’ di sei delle
principali banche private (insieme totalizzano il 60% della raccolta)
sono paralizzate, determinando forti limitazioni nel livello degli
investimenti e negative ripercussioni in settori particolarmente
dinamici dell’economia birmana quali quello commerciale e delle
costruzioni. A poco e’ servito l’apporto di liquidita’ della Banca
Centrale e di altre banche pubbliche, nel tentativo di arginare le
conseguenze della crisi, dato che i beneficiari non sono stati sinora
in condizione di restituire nemmeno parte di quanto mutuato.
La
crisi del sistema, il conseguente collasso del credito e la mancanza di
fiducia dei risparmiatori, minacciano pesantemente gli investimenti e
la crescita economica. L’esigenza di definire ed applicare urgentemente
un pacchetto di riforme per stabilizzare l’economia non e’ piu’
procrastinabile. Nella situazione corrente, gli obiettivi governativi,
tra i quali aumento del tasso di crescita e riduzione dell’inflazione,
non sembrano realisticamente perseguibili. Istituto nazionale per il
Commercio Estero
Rapporti Paese congiunti Ambasciate/Uffici Ice estero 2^ sem. 2003
Nelle more della determinazione di interventi
strutturali di piu’ lungo periodo, sono auspicabili alcune misure ad
effetto immediato, quali l’aumento delle entrate fiscali (attualmente
al 3% del PIL) ed unificazione del tasso di cambio.
Il paese e’
governato da una dittatura militare, al potere da oltre 40 anni, che
controlla rigidamente ogni aspetto della vita del paese, ivi compresa
l’economia. Le decisioni vengono assunte in base alle esigenze ed
interessi (anche personali) della giunta e dei generali, nonche’
tenendo conto della cronica carenza di valuta estera che affligge il
paese e del timore delle interferenze occidentali. Il numero uno del
regime, generale Than Shwe, ed il suo vice, generale Maung Aye,
svolgono un ruolo preminente della definizione delle politiche
economiche. In particolare, Maung Aye presiede il Trade Policy Council,
comitato extraministeriale, che ha il prevalente compito di determinare
le politiche commerciali. In aggiunta, due imprese di stato (MEC e
UMEHL) hanno un ruolo chiave in tutti i settori economici e della
produzione, sia autonomamente che in joint-venture. Si tratta, in
definitiva, di un ambiente poco favorevole alle imprese straniere, reso
ancor piu’ torbido da una burocrazia lenta e da una corruzione diffusa.
Principali
partner commerciali del Myanmar sono Singapore, Tailandia, Cina,
Malesia, Corea, India, Giappone, Indonesia, Hong Kong. Svizzera. I
principali paesi investitori sono Singapore, Tailandia, Giappone,
Corea, Hong Kong, Malesia, Cina, Regno Unito, Isole Vergini
Britanniche, Canada.
Il valore dell’interscambio con l’Italia e’
molto modesto: nei primi sei mesi del 2003 abbiamo importato merci per
un valore di circa 18 milioni di euro ed esportato per circa 3,5
milioni di euro.
2. INDIVIDUAZIONE DELLE AREE DI INTEVENTO
La
penetrazione del mercato locale deve necessariamente tenere conto di un
clima politico ostile all’occidente per naturale reazione alla
posizione UE (e USA) nei confronti del regime di Yangon. Le imprese
italiane dovranno tenere conto di tali condizionamenti, ai quali si
aggiunga la difficolta’ di poter ricorrere a coperture SACE, l’assenza
di progetti finanziati dalla nostra Cooperazione ed il divieto di
finanziamenti da parte delle IFI.
Una favorevole evoluzione della
situazione politica potrebbe dischiudere interessanti opportunita’ per
una nostra decisiva partecipazione al processo di ammodernamento e di
sviluppo del paese in particolare nei settori petrolifero e degli
idrocarburi, delle telecomunicazioni, delle infrastrutture di base, dei
trasporti, del turismo, etc..
3. POLITICA COMMERCIALE E DI ACCESSO AL MERCATO
Nonostante
alcune leggi promulgate nel 1990 incoraggino nella forma il commercio
estero e gli investimenti, nei fatti si e’ in presenza di notevoli
restrizioni che spaziano dalla difficolta’ di ottenere le previste
licenze per svolgere attivita’ commerciali e di import-export, il cui
rilascio e’ soggetto a procedure tutt’altro che trasparenti,
all’applicazione di norme arbitrarie e non scritte aventi lo scopo di
generare corruzione, alle limitazioni imposte da taluni provvedimenti,
anche recenti.
Istituto nazionale per il Commercio Estero Rapporti Paese congiunti Ambasciate/Uffici Ice estero 2^ sem. 2003
Alcuni esempi delle politiche restrittive:
- dal 2003 non vengono rilasciate, e nemmeno rinnovate, licenze commerciali a societa’straniere;
- il valore delle importazioni non deve eccedere quello dei proventi derivanti da attivita’ di export;
- tassa sulle esportazioni pari al 10%;
-
classificazione, da parte del governo, dei beni importati tra “bene
essenziale” o “benenon essenziale”. Almeno l’80% delle merci importate
devono appartenere alla prima categoria. Nel 2003 la giunta al potere
ha rafforzato i limiti di tale norma disponendo un’ulteriore
classificazione in “beni di non urgente necessita’ per lo Stato” e
“beni non necessari allo Stato”.
- limitazioni all’esportazione di capitali;
Un
ulteriore ostacolo e’ rappresentato dalla mancanza di infrastrutture
per la distribuzione di beni e servizi. La possibilita’ di un agevole
accesso al mercato e’, come sopra accennato, largamente dipendente
dall’attuazione di riforme di tipo politico.
Il Myanmar non dispone
di una adeguata legislazione sulla tutela della proprieta’
intellettuale, dei brevetti e dei marchi. Numerose merci contraffatte,
provenienti principalmente da Cina e Tailandia, vengono regolarmente
vendute nei diversi punti vendita della capitale e delle maggiori
citta’. Un disegno di legge risalente al 1994 e’ ancora in attesa di
approvazione, mentre delle norme indiane del 1911, applicate in Myanmar
dall’allora governo coloniale britannico, disciplinano tuttora la
registrazione di brevetti e marchi nel paese.
4. POLITICA PROMOZIONALE E PROPOSTE OPERATIVE DI INTERVENTO
Non
sono presenti in Myanmar uffici dell’ICE o di altre istituzioni
italiane. Si segnala un contenuto evento promozionale organizzato
dall’Ambasciata nel mese di novembre 2003, denominato “Italian Food
Festival”, sponsorizzato nella quasi totalita’ dalle aziende italiane
partecipanti e da alcuni operatori locali.