01/02/2022
BIRMANIA: 365 GIORNI DI CRIMINI CONTRO IL POPOLO BIRMANO. BASTA “BLA, BLA, BLA”
1° febbraio, anniversario del colpo di stato piangiamo gli eroi e le eroine birmane che hanno sacrificato  la loro vita per la democrazia. Non bisogna dimenticarli. Bisogna scuotere le istituzioni internazionali, europee ed italiane  e le forze politiche perché contribuiscano a porre fine ad una ennesima violenta e criminale dittatura!

Oggi, 1° febbraio, i media saranno pieni di dichiarazioni di condanna per i crimini di guerra e contro l’umanità, commessi dalla giunta militare birmana, dopo il colpo di stato militare del 1° febbraio 2021.

 

 Non c’è più tempo da perdere. E’ ora di assumere decisioni forti sul piano diplomatico, politico ed economico.

 Basta attendismi. I governi del mondo, l’Italia e la UE hanno la responsabilità di fermare la catastrofe umanitaria, sociale ed economica prodotta dal colpo di Stato. Lo possono e devono fare ora.

 

I dati nelle mani delle istituzioni internazionali e dei governi non lasciano altre via di uscita.

 

Dall’inizio del golpe militare ad oggi, si contano: 1.503 civili uccisi, torturati fino alla morte, altri bruciati vivi, oltre 11.800 civili arrestati, decine di villaggi bombardati e distrutti, compresi i luoghi di culto; 1.600.000 posti di lavoro persi. A causa dei bombardamenti e degli attacchi militari, vi sono oltre 800.000 nuovi rifugiati interni con un aumento del 27%  solo nell’ultimo mese.

 

Nonostante la risoluzione ONU sull’ embargo delle armi, Cina, Russia e molti altri paesi continuano a foraggiare l’esercito con armi, elicotteri, aerei militari, mentre  una nave cargo  russa e aerei iraniani hanno scaricato nelle settimane scorse, carri armati e artiglieria pesante, armi e munizioni.

 

L’inflazione è al 60%. L’economia è crollata. Gli esperti prevedono un aumento del commercio illegale e una crescita zero nel 2022.

Nel corso di questo anno i militari e le loro imprese hanno continuato ad incamerare i profitti delle attività legate alle loro holding e alle loro imprese satellite.

Nel 2020 la Birmania ha fornito il 74% di terre rare alla Cina, così come è crescita esponenzialmente l’esportazione illegale di giada, teak e metanfetamine, che arricchiscono i militari.

Nelle zone industriali del paese è stata imposta la legge marziale, milioni di lavoratori e lavoratrici sono minacciati, e licenziati per aver cercato di difendere i diritti umani e la democrazia, il che impedisce alle multinazionali presenti di garantire il rispetto dei diritti fondamentali sanciti da lLO e ONU e la conseguente due diligence.

 

Ė tempo che le istituzioni internazionali e la UE prendano decisioni vincolanti e urgenti quali:

 

· L’embargo sulle armi e una no flight zone su tutto il paese, ad eccezione dei voli umanitari.

· La adozione di Sanzioni Economiche Generalizzate: blocco delle banche, delle assicurazioni e riassicurazioni, del settore oil e gas, sospensione delle agevolazioni previste dall’EBA, come richiesto da 200 organizzazioni birmane.  

· Il rinvio della giunta militare alla Corte Penale Internazionale, per crimini di guerra e contro l’umanità perpetrati in tutto il paese o da parte del Consiglio di Sicurezza ONU, o attraverso il riconoscimento formale della Corte, da parte del Governo di Unità Nazionale birmano (NUG).

· Il riconoscimento del NUG e il sostegno finanziario alle organizzazioni democratiche come il CDM, per evitare che la resistenza non violenta non muoia per esaurimento di energie.

· L’apertura di un tavolo di confronto a Ginevra con Cina, Russia, ASEAN, India, UE, USA e Governo di Unità Nazionale birmano, per discutere e adottare le vie di uscita alla crisi in tempi brevi.

· La nomina di un Inviato Speciale UE per la Birmania/Myanmar in modo da superare gli stalli attuali dovuti alle numerose emergenze internazionali che la UE deve affrontare.