Il Mondo deve sapere.
L'esercito del Myanmar ha una lunga storia di brutale repressione. Da oltre 70 anni nel Paese infuria la guerra civile. Nonostante i tentativi di dialogo di lunga data con la comunità internazionale, le organizzazioni della società civile e i le Organizzazioni etniche armate, il regime ha costantemente evitato di ascoltare le voci di coloro che vivono al di fuori della sua architettura profondamente imperfetta. La giunta ha violato all'infinito le leggi internazionali e perpetuato atrocità contro le popolazioni civili.

Un anno fa, il 1° febbraio 2021, l'esercito del Myanmar ha rovesciato un governo semi civile I militari hanno arrestato i leader democraticamente eletti  e hanno tentato un colpo di stato sulla base di affermazioni non dimostrate di frode elettorale. Queste azioni erano illegali e riflettevano l'avidità della giunta attraverso un tentativo deliberato di prendere il potere. Subito dopo, la giunta militare ha avviato una campagna di violenza contro civili innocenti e disarmati, commettendo gravi violazioni sistematiche dei diritti umani.

Dopo il fallito colpo di stato, innumerevoli manifestanti sono stati uccisi, civili uccisi nelle loro stesse case e combattenti della resistenza braccati. Milioni di persone sono state spinte sull'orlo della povertà mentre la stabilità economica crolla. Lo stato di diritto e le libertà fondamentali sono state desolate.

Lo stato di Karenni (Kayah) è tra i tanti stati e regioni del Myanmar che è stato travolto dall'espansione delle operazioni militari. Questo documento informativo congiunto è stato prodotto dal Karenni Human Rights Group (KnHRG) e dal Network for Human Rights Documentation – Burma (ND-Birmania), insieme a dati e approfondimenti di un'organizzazione  locale di donne, che preferisce rimanere anonima per motivi di sicurezza, e fornisce un'analisi sintetica della situazione nello stato di Karenni (Kayah). La sinossi degli eventi dall'inizio del 2021 al gennaio 2022 è contestualizzata con le interviste di ND-Birmania condotte con le vittime degli attacchi della giunta.