Unione Europea https://www.birmaniademocratica.org/section.aspx/it/unione_europea?lang=it ddeb8b6c70a94a7c928af7c7f3568a88 Settimo Round di misure restrittive UE 2023-07-25T13:14:59.3870000+02:00 Il Consiglio UE ha imposto un settimo ciclo di misure restrittive in considerazione della situazione in Myanmar/Birmania nei confronti di sei persone e un'entità in risposta alla continua escalation della violenza, alle gravi violazioni dei diritti umani e alle minacce alla pace, alla sicurezza e alla stabilità in Myanmar/Birmania. Gli elenchi includono tre ministri dell'Unione per l'immigrazione e la popolazione, il lavoro, la salute e lo sport, due membri del Consiglio dell'amministrazione statale (SAC), il quartiermastro generale, nonché l'impresa mineraria n. 2 (ME 2), un'impresa statale che è controllata e genera entrate per le forze armate del Myanmar (Tatmadaw). Le misure restrittive si applicano attualmente a un totale di 99 persone fisiche e 19 entità. Le persone designate sono soggette al congelamento dei beni e al divieto di viaggio, che impedisce loro di entrare o transitare nel territorio dell'UE. Inoltre, alle persone ed entità dell'UE è vietato mettere fondi a disposizione delle persone elencate. Rimangono in vigore altre misure restrittive dell'UE: l'embargo su armi e attrezzature e le restrizioni all'esportazione di apparecchiature per il monitoraggio delle comunicazioni che potrebbero essere utilizzate per la repressione interna, il divieto di esportazione di beni a duplice uso per l'uso da parte della polizia militare e della guardia di frontiera e il divieto di addestramento militare e cooperazione con il Tatmadaw. Le misure restrittive si aggiungono alla sospensione dell'assistenza finanziaria dell'UE che va direttamente al governo e al congelamento di tutta l'assistenza dell'UE che può essere vista come una legittimazione della giunta. L'UE rimane profondamente preoccupata per la continua escalation della violenza e l'evoluzione verso un conflitto prolungato con implicazioni regionali. L'Unione condanna le continue gravi violazioni dei diritti umani, tra cui la tortura, la violenza sessuale e di genere, la persecuzione della società civile, dei difensori dei diritti umani e dei giornalisti, gli attacchi indiscriminati contro la popolazione civile, compreso un attacco aereo mortale che ha ucciso almeno 171 persone il 10 aprile 2023, da parte delle forze armate del Myanmar. Lo scioglimento di 40 partiti politici il 28 marzo 2023 è stata un'altra dimostrazione della palese mancanza di rispetto da parte del regime militare per la democrazia e per i diritti e i desideri della popolazione del Myanmar. Tutte le ostilità devono cessare immediatamente. Le autorità militari devono rispettare pienamente il diritto internazionale umanitario e porre fine all'uso indiscriminato della forza. Gli atti giuridici pertinenti sono stati pubblicati nella Gazzetta ufficiale dell'Unione europea. https://www.birmaniademocratica.org/document.aspx/it/settimo_round_di_misure_restrittive_ue/unione_europea?lang=it Tue, 25 Jul 2023 11:14:59 GMT 05fa8fa8913d442a9d7d390eab249065 Risoluzione parlamento Europeo 10.5.2023 Crimini di guerra e contro l'umanità commessi dalla giunta 2023-07-01T08:08:36.6630000+02:00 https://www.birmaniademocratica.org/document.aspx/it/risoluzione_parlamento_europeo_10_3_2023/unione_europea?lang=it Sat, 01 Jul 2023 06:08:36 GMT 6183d7feb983405bbda1c404184b47e4 Risoluzione del Parlamento Europeo 10.6.2022 Crimini di guerra e contro l'umanità commessi dalla giunta 2023-07-01T08:09:15.4800000+02:00 Il Parlamento condanna la diffusa risposta violenta dell'esercito birmano (Tatmadaw) a qualsiasi tipo di protesta e le gravi violazioni dei diritti umani che continua a commettere contro il popolo del Myanmar, a seguito del colpo di stato del 1° febbraio di quest'anno. I deputati affermano che questi continui abusi e azioni equivalgono a crimini contro l'umanità. Denunciano inoltre in modo specifico la presa di mira delle minoranze etniche e religiose nel Paese, con frequenti attacchi a chiese, moschee, scuole e strutture mediche e l'arresto di leader religiosi. Inoltre, i deputati sono sconvolti dagli attacchi, le molestie, la detenzione e la tortura degli operatori sanitari in Myanmar ed esprimono timori per come la crisi umanitaria sia stata esacerbata da una terza ondata di COVID-19 nel Paese. La risoluzione chiede il rilascio immediato e incondizionato del presidente Win Myint, del consigliere di Stato Aung San Suu Kyi e di tutti gli altri arrestati dal Tatmadaw con accuse infondate durante e dopo il golpe. Esorta infine i paesi dell'UE, attraverso il Consiglio, a continuare a imporre sanzioni mirate e solide dell'UE, con l'obiettivo di interrompere le linee di vita economiche della giunta birmana, nonché a chiedere agli Stati membri di portare avanti misure restrittive mirate nei confronti dei responsabili del colpo di stato. https://www.birmaniademocratica.org/document.aspx/it/risoluzione_del_parlamento_europeo_2_6_2023/unione_europea?lang=it Sat, 01 Jul 2023 06:09:15 GMT 41e59889b0814bbb8a0d0ad0cafa5be2 impoortazione di teak in Italia Principale aziende italiane 2022-03-14T11:49:07.2870000+01:00 https://www.birmaniademocratica.org/document.aspx/it/impoortazione_di_teak_in_italia/unione_europea?lang=it Mon, 14 Mar 2022 10:49:07 GMT 14ed40857d424fb0b6922244b5699e5f Nota informativa sul regolamento UE sul legname e sull'approvvigionamento di materie prime libere dalla deforestazione aprile – settembre 2021 Principale aziende italiane 2022-03-14T11:51:02.8030000+01:00 https://www.birmaniademocratica.org/document.aspx/it/nota_informativa_sul_regolamento_ue_sul_legname_e_sull_approvvigionamento_di_materie_prime_libere_dalla_deforestazione_aprile_settembre_2021/unione_europea?lang=it Mon, 14 Mar 2022 10:51:02 GMT 1755cad1d221484db51437cc2cce5b53 EU paper on Myanmar country reviewo 2018 Quadro normativo e struttura produzione legname in Birmania 2022-03-14T11:52:49.5130000+01:00 https://www.birmaniademocratica.org/document.aspx/it/eu_paper_on_myanmar_country_reviewo_2018/unione_europea?lang=it Mon, 14 Mar 2022 10:52:49 GMT f3efa3ea649648e2a268861b74eebb56 Audizione informale di ITALIA-BIRMANIA.INSIEME alla Commissione Esteri del senato 2022-07-06T13:21:12.5800000+02:00 ieri Audizione informale di ITALIA-BIRMANIA.INSIEME presso la Commissione Esteri del Senato, sulla gravissima situazione in Birmania. L'audizione è visibile su: https://www.youtube.com/watch?v=lr5ssna9xIk Il Presidente dell'Associazione Enzo Scotti e la Segretaria Generale Cecilia Brighi hanno illustrato in un documento le violenze genocide della giunta, le strategie politiche di Cina e Russia che sostengono il colpo di stato e proposte di azione per il Parlamento e il governo Italiano. Al termine della audizione la Senatrice Stefania Craxi, Presidente della Commissione Esteri ha dichiarato: DICHIARAZIONE SEN. STEFANIA CRAXI "Oggi l'Ufficio di Presidenza integrato della Commissione Esteri del Senato della Repubblica ha tenuto l'audizione informale del Presidente e del Segretario generale della 'Associazione Italia Birmania. Insieme Aps', a testimonianza della grande attenzione che, personalmente e come presidente della Commissione, continuo a rivolgere nei confronti di una realtà che necessita del sostegno e dell'azione concreta della comunità internazionale. All'interno del Paese si consuma un vero e proprio dramma umanitario, i venti di crisi che soffiano su altri versanti non devono farci distogliere lo sguardo da una violazione sistematica di ogni diritto umano perpetrata ai danni di una popolazione civile inerme, preda della fame e della disperazione, come rappresentato con puntualità nel Rapporto del Consiglio per i Diritti Umani dell'ONU. Continueremo, nei limiti delle nostre possibilità, a mantenere un faro acceso sulla realtà birmana, non mancando di denunciare il protrarsi di crimini e violenze" https://www.birmaniademocratica.org/document.aspx/it/audizione_informale_di_italia-birmania_insieme_alla_commissione_esteri_del_senato/unione_europea?lang=it Wed, 06 Jul 2022 11:21:12 GMT 94eecbd4bb6f4b76aefdc29144fb1ff8 Lettera aperta a Joseph Borrell perché il Summit UE CINA discuta di Ucraina e Birmania 10 proposte di Italia.-Birmania.insieme 2022-03-30T09:42:09.0430000+02:00 In vista del vertice UE-Cina che si terrà il 1 aprile prossimo, ITALIA-BIRMANIA.INSIEME, profondamente preoccupata per l'attacco e l'invasione dell'Ucraina, e per i conseguenti crimini genocidi contro la popolazione ucraina da parte del Regime Putin, sottolinea una serie di profonde somiglianze tra l'invasione criminale di Putin e il colpo di stato militare in Birmania/Myanmar. Sia il dittatore russo che quelli birmani basano le loro strategie sulla prevaricazione, la violenza e la negazione del diritto internazionale, utilizzando le popolazioni locali come armi di ricatto e dominio. Sia Putin che Min Aung Hlaing sono alleati storici della Cina. È noto che Russia e Cina hanno continuato a fornire armamenti alla giunta militare birmana, anche dopo l'invasione dell'Ucraina, per schiacciare definitivamente la resistenza del popolo birmano. Pertanto, leggiamo con grande preoccupazione la dichiarazione congiunta di Cina e Russia del 4 febbraio. Una dichiarazione che mira a minare l'universalità dei principi di democrazia e diritti umani, a partire da Myanmar e Ucraina, e costruendo un fronte unito per rimodellare a loro immagine le dinamiche mondiali. Entrambi i paesi, come dimostrano i più recenti voti dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite sulle risoluzioni Ucraina e Myanmar, proclamano un'alleanza inaccettabile che dovrebbe essere sconfitta prima che sia troppo tardi. Per questo motivo, sosteniamo pienamente le decisioni dell'UE volte a sostenere il governo ucraino e la sua resistenza contro l'invasione. Ricordando le nostre 10 richieste all'UE sul colpo di stato in Myanmar (in allegato), riteniamo di eccezionale importanza che il vertice UE-Cina del 1 aprile dibattiti non solo sull'inaccettabile invasione dell'Ucraina, ma anche sull'organizzazione di una consultazione diplomatica urgente tra attori chiave, tra cui UE, ASEAN, Cina, USA, India e governo di unità nazionale, al fine di superare il prevedibile stallo del ruolo negoziale dell'ASEAN e identificare un ruolo coordinato congiunto per portare a una conclusione positiva il colpo di stato militare genocida . https://www.birmaniademocratica.org/document.aspx/it/lettera_aperta_a_joseph_borrell_perche_il_summit_ue_cina_discuta_di_ucraina_e_birmania/unione_europea?lang=it Wed, 30 Mar 2022 07:42:09 GMT 304e808a512248b79fa0ee2672bdf51c La risposta all'Ucraina sottolinea il ritardo e la riluttanza a prendere posizione sulla crisi in Birmania due pesi e due misure 2022-03-30T09:33:37.4170000+02:00 FrontierMentre il popolo birmano esprime solidarietà all'Ucraina in attesa del aiuto nei suoi confronti, la risposta della comunità internazionale all'invasione della Russia mostra che si può intraprendere un'azione concertata quando lo desidera. Di JOE FREEMAN Dipingersi i volti con i colori della bandiera ucraina, alzare cartelli con la scritta "Salvate l'Ucraina" e incorporare questi messaggi in coraggiose dimostrazioni pubbliche e post sui social media: queste scene potrebbero provenire dalle città ucraine assediate di Mariupol, Irpin o Kharkiv. Ma sono accadute a migliaia di chilometri di distanza, in Birmania. Pochi giorni dopo l'invasione della Russia, la comunità internazionale si è radunata attorno al popolo ucraino in una potente e fulminea dimostrazione di solidarietà. Dalle persone comuni che offrono supporto finanziario prenotando Airbnb in Ucraina senza alcuna intenzione di utilizzarli, ai governi che adottano rapidamente severe sanzioni contro la Russia, la crisi ha dimostrato quanto velocemente possiamo unirci per opporci ad atti violenti di aggressione. Ma in Myanmar, dove i militari hanno preso il potere con un colpo di stato più di un anno fa, le espressioni di sostegno al popolo ucraino sono tanto più commoventi a causa dei terrificanti rischi impliciti nell'atto stesso del raduno - essere fucilati da soldati o polizia ufficiali, o arresto arbitrario, tortura e morte in custodia. I manifestanti del Myanmar mettono a rischio la propria vita ogni volta che scendono in strada. Più di 1.600 persone sono state uccise dalle forze di sicurezza dal colpo di stato del febbraio 2021, secondo l'Associazione di assistenza ai prigionieri politici. Un rapporto del 15 marzo dell'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani ha definito questa brutale repressione un "flagrante disprezzo per la vita umana". I parallelismi tra Russia e Myanmar abbondano, andando oltre le tattiche militari condivise e la repressione interna dei manifestanti e dei media per stringere legami militari sempre più stretti. Sebbene le due situazioni siano molto diverse per contesto, portata e implicazioni geopolitiche, c'è ancora molto da fare in Myanmar. La reazione rapida e decisa all'invasione dell'Ucraina mostra che la comunità internazionale quando lo desidera, può intraprendere azioni significative. L’indecisione che ha caratterizzato la risposta del mondo alla crisi politica del Myanmar e le estreme violazioni dei diritti umani che i militari hanno inflitto al popolo del Myanmar, sono strazianti in confronto. In uno screenshot condiviso online in Myanmar poco dopo l'invasione russa, un uomo ucraino sta rilasciando un'intervista a ABC News. Alla domanda sull'essere separato dalla sua famiglia mentre si preparava a difendere il Paese, dice: "Andrà tutto bene". Queste parole sono state tatuate nel cuore della resistenza anti-golpe del Myanmar dalla morte della manifestante 19enne Ma Kyal Sin. Conosciuta anche come Angel, indossava una maglietta con la stessa espressione quando è stata colpita alla testa e uccisa durante una protesta a Mandalay, la seconda città più grande del Myanmar, il 3 marzo 2021, esattamente un anno prima della messa in onda dell'intervista alla ABC . Mentre la Russia colpisce le città ucraine con missili, artiglieria e razzi, uccidendo civili in attacchi indiscriminati, l'esercito del Myanmar sta intensificando una campagna di punizioni collettive contro qualsiasi forma di resistenza, pacifica o meno. Le immagini satellitari esaminate da Amnesty International hanno mostrato case rase al suolo in diverse parti della regione nord-occidentale di Sagaing, dove i blackout di Internet sono la norma e le segnalazioni di violazioni dei diritti umani emergono quasi quotidianamente, mentre i militari tentano di schiacciare le forze di difesa del popolo scarsamente armate, formate per resistere al colpo di stato militare. Entrambi i paesi hanno anche seguito lo stesso schema nel sopprimere verità scomode che sfidano la loro disinformazione e propaganda. La Russia ha vietato l'uso della parola "assalto" e "invasione" nella copertura mediatica, mentre il Myanmar ha incaricato i media di non usare "colpo di stato" e altre "parole sbagliate". Le autorità di entrambi i paesi sono state accusate di aver perquisito telefoni cellulari e di aver arrestato persone per detenzione di contenuti di dissenso. Ma i parallelismi vanno più a fondo delle tattiche oppressive: l'arsenale militare del Myanmar include armi fornite dalla Russia. Secondo un nuovo rapporto del Relatore speciale delle Nazioni Unite sulla situazione dei diritti umani in Myanmar, la Russia ha fornito caccia Yak-130, missili, veicoli corazzati per il trasporto di personale e sorveglianza aerea senza pilota a un esercito che ha “attaccato ripetutamente i civili usando questi stessi tipi di armi ". I trasferimenti di armi sono continuati dal colpo di stato, secondo il rapporto, anche se Relatore Speciale ONU avverte che l'esercito del Myanmar ha probabilmente commesso nuovi crimini di guerra e crimini contro l'umanità durante quel periodo. L'esercito birmano ha restituito il favore. Mentre la condanna internazionale si riversava sulla Russia in seguito all'invasione, un portavoce dell'esercito del Myanmar ha tentato di giustificarla. Poiché la maggior parte dei governi ha cercato di isolare la Russia, una delegazione militare del Myanmar si è recata a San Pietroburgo il 16 marzo per una mostra in cui hanno potuto osservare "tecnologia e prodotti" e "la dimostrazione di capacità avanzate di antiterrorismo e di sicurezza". Hanno anche incontrato i rappresentanti dell'esportatore di armi di proprietà statale russo. La Russia non è la sola a fornire armi al paese, ma è emersa come un sostenitore chiave di armi poiché l'esercito del Myanmar sta attuando un regno di terrore dal colpo di stato, simile alla violenza subita dalle minoranze etniche in tutto il paese per decenni. In risposta alla repressione, Amnesty International ha ripetutamente chiesto al Consiglio di Sicurezza ONU di adottare urgentemente sanzioni mirate e un embargo globale sulle armi per impedire l'afflusso di armi nel paese. Deve inoltre deferire la situazione nel Paese alla Corte penale internazionale. La dura realtà, tuttavia, è che molte persone del Myanmar hanno perso fiducia nei meccanismi internazionali, poiché il potere di veto cinese e russo ostacola l'azione tanto necessaria. Gli Stati membri devono trovare modi più creativi per sostenere il Myanmar. Alcuni hanno chiesto di fermare la vendita di carburante per aviogetti che potrebbe ostacolare la capacità degli aerei da combattimento di portare a termine i loro micidiali bombardamenti. Altri hanno esortato con successo grandi aziende come Chevron e Total a ritirarsi dal paese in modo da negare le risorse militari che consentono atrocità. Qualsiasi azione deve bilanciare attentamente la necessità di fermare gli attacchi e promuovere la responsabilità per le violazioni dei diritti umani evitando gli effetti a catena sui civili in Myanmar, dove milioni di persone devono affrontare la fame, la povertà e le devastazioni in corso della pandemia di coronavirus. Se riusciamo a riunirci in Ucraina, possiamo riunirci in Myanmar e in qualsiasi luogo in cui si verificano gravi violazioni dei diritti umani in tutto il mondo. Joe Freeman lavora alle comunicazioni regionali per Amnesty International. In precedenza ha lavorato in Myanmar come giornalista. https://www.birmaniademocratica.org/document.aspx/it/la_risposta_internazionale_alla_crisi_ucraina_e_i_tentennamenti_sulla_crisi_birmania/unione_europea?lang=it Wed, 30 Mar 2022 07:33:37 GMT 7874386027d344eb9e7b92174613a54c EU Briefing note on the EU timber regulation and on sourcing of deforastation free commodities EUROPEAN COMMISSION PUBLISHES STUDY ON CERTIFICATION AND VERIFICATION SCHEMES IN THE FOREST SECTOR AND FOR WOOD- BASED PRODUCTS (SEPTEMBER 2021) 2021-12-22T08:26:54.1870000+01:00 https://www.birmaniademocratica.org/document.aspx/it/eu_briefing_note_on_the_eu_timber_regulation_and_on_sourcing_of_deforastation_free_commodities/unione_europea?lang=it Wed, 22 Dec 2021 07:26:54 GMT 9cf401b09e174f41b60f4bad5fc30f27 Il CTUM si mobilita a Yangon a sostegno dell'Ucraina 2022-02-27T09:32:22.4730000+01:00 https://www.birmaniademocratica.org/document.aspx/it/il_ctum_si_mobilita_a_yangon_a_sostegno_dell_ucraina/unione_europea?lang=it Sun, 27 Feb 2022 08:32:22 GMT ce3bafd9c1b34015a03777d6d9d8ca96 Positive le nuove sanzioni UE - gravissima la decisione dell'ICJ In allegato comunicato stampa 2022-02-22T16:07:06.7430000+01:00 https://www.birmaniademocratica.org/document.aspx/it/ue_approva_sanzioni_e_la_corte_internazionale_di_giustizia_riconosce_la_giunta/unione_europea?lang=it Tue, 22 Feb 2022 15:07:06 GMT 7eb0f9307fd24527aa7857d7357fff84 10 proposte per una forte azione UE a sostegno della opposizione democratica ITALIA-BIRMANIA.INSIEME in vista della discussione nel Parlamento Europeo di una risoluzione ad un anno dal colpo di Stato 2022-03-10T14:48:31.1570000+01:00 https://www.birmaniademocratica.org/document.aspx/it/10_proposte_per_una_forte_azione_della_ue_per_strangolare_la_giunta_militare/unione_europea?lang=it Thu, 10 Mar 2022 13:48:31 GMT 050b5576101b4da7a5bc9e0cf7291c85 Risoluzione approvata dal Parlamento Europeo In allegato Intervento dell'On. Patrizia Toia e la Risoluzione approvata dal Parlamento Europeo ad un anno dal colpo di Stato Militare. 2022-03-14T11:04:36.9170000+01:00 Punti principali della Risoluzione : La risoluzione denuncia il ruolo di Cina e Russia nel sostegno alla giunta militare anche attraverso l'invio di armi e sottolinea come Cina e Russia "hanno compiuto numerosi sforzi politici, militari ed economici volti a legittimare la giunta; che entrambe hanno legami con le forze armate del Myanmar/Birmania, in quanto principali fornitori di armi nel paese; che entrambi i paesi hanno ripetutamente bloccato i tentativi del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite di trovare un accordo in merito alle dichiarazioni sulla situazione in Myanmar/Birmania"; La risoluzione evidenzia come "la giunta del Myanmar/Birmania ha espresso il proprio sostegno alla guerra di Putin contro l'Ucraina"; che gli attacchi della giunta militare "possono costituire crimini contro l'umanità e crimini di guerra ai sensi del diritto internazionale"; Ricorda come "la Commissione non ha ancora avviato un'indagine a norma dell'articolo 19, paragrafo 1, lettera a), del regolamento SPG11 al fine di sospendere le preferenze commerciali di cui beneficia il Myanmar/Birmania, come formalmente richiesto dal Parlamento a larghissima maggioranza nel giugno 2018, nel settembre 2018, nel settembre 2019, nel febbraio 2021 e nell'ottobre 2021"; ribadisce la sua condanna di tali violazioni dei diritti umani e degli attacchi sistematici e diffusi contro la popolazione Rohingya; condanna la persecuzione dei cristiani nel paese; esorta il Tatmadaw a porre fine alle uccisioni e agli arresti di cristiani nonché ai bombardamenti e ai saccheggi nelle chiese; condanna qualsiasi ricorso alla violenza da parte della giunta e respinge tutte le violenze sessuali e di genere ;l'aumento delle violazioni dei diritti dei lavoratori, in particolare nel settore dell'abbigliamento, nonché le aggressioni e le violenze nei confronti dei sindacati e dei difensori dei diritti dei lavoratori; condanna gli attacchi perpetrati dalle autorità militari ai danni di professionisti del settore sanitario e delle strutture mediche,condanna fermamente la fornitura di armi e attrezzature militari al Tatmadaw da parte di Cina, Russia e Serbia; sottolinea che i paesi come Cina, Russia e Serbia, fornendo armi alla giunta del Myanmar/Birmania, sono direttamente responsabili delle atrocità commesse con tali armi; condanna fermamente il sostegno della giunta del Myanmar/Birmania alla guerra illegale in Ucraina condotta dalla Russia; E' del parere che il consenso in cinque punti dell'ASEAN non abbia ancora sortito alcun risultato; esorta tutte le parti coinvolte nella crisi in Myanmar/Birmania ad agevolare l'accesso sicuro e senza restrizioni all'assistenza umanitaria e a concedere l'accesso agli operatori umanitari; invita la Commissione a disimpegnarsi dalle relazioni di lavoro con la giunta per quanto riguarda la fornitura di assistenza umanitaria, impedendole in questo modo di utilizzarla come ricatto per gli aiuti umanitari; invita la Commissione a riorientare e intensificare gli aiuti umanitari, compreso il sostegno sanitario, attraverso canali transfrontalieri, reti umanitarie locali, fornitori di servizi etnici nonché organizzazioni di tipo comunitario e della società civile; chiede che la Commissione valuti come realizzare progetti di sviluppo con tali gruppi e orientare l'assistenza allo sviluppo di conseguenza; esorta il Consiglio a inserire il Consiglio di amministrazione dello Stato quale entità, invece dei suoi singoli membri, nell'elenco delle persone fisiche e giuridiche, delle entità o degli organismi soggetti a misure restrittive; invita il Consiglio, in un ulteriore ciclo di sanzioni, a concentrarsi anche sulle riserve della banca centrale; sottolinea che ciò richiederebbe il congelamento delle attività e il divieto di trasferimenti finanziari internazionali alle due banche statali, la Banca per il commercio estero del Myanmar e la Banca per gli investimenti e il commercio del Myanmar; esorta l'UE e i suoi Stati membri a esplorare tutti i canali giudiziari e l'assunzione di responsabilità per i gravi crimini internazionali commessi dalle forze di sicurezza, compresi i crimini contro l'umanità a seguito del colpo di Stato, nonché i crimini contro l'umanità, i crimini di guerra e gli atti di genocidio commessi a Rakhine e in altri Stati etnici;i Invita la Commissione a monitorare attentamente l'opportunità di avviare un'indagine sul ritiro del regime "Tutto tranne le armi", al fine di sospendere le preferenze commerciali a favore del Myanmar/Birmania in settori specifici,- https://www.birmaniademocratica.org/document.aspx/it/risoluzione_approvata_dal_parlamento_europeo/unione_europea?lang=it Mon, 14 Mar 2022 10:04:36 GMT 7dd6115f1fab49099ad892b1b732d5dd The importance and political positive impact of the international and EU economic and political sanctions issued in the case of Burma/Myanmar in the last 21 years Are sanctions or, as the EU calls them, “Restrictive Measures”, the right means to counteract violation of international obligations, or not? Are they a helpful tool or are contributing to the humanitarian disaster of affected populations? Are sanctions the cause of poverty, forced displacement of populations, trafficking in women, child labour, and health crises? Or the policies of governments, that violate international human rights norms, cause all such negative impacts, often in countries that are potentially rich, but who lack a shred of democratic governance and respect of fundamental human rights? 2022-03-10T15:09:52.3130000+01:00 https://www.birmaniademocratica.org/document.aspx/it/the_importance_and_political_positive_impact_of_the_international_and_eu_economic_and_political_sanctions_issued_in_the_case_of_burma_myanmar_in_the_last_21_years/unione_europea?lang=it Thu, 10 Mar 2022 14:09:52 GMT 1c45a832e246430ba92f4adf4b7b5b31 Why it is important for the EU to suspend the Everything But Arms in Myanmar The EU is the 3rd largest trading partner of Myanmar (after China and Thailand) and the 3rd largest export market (following China and Thailand), absorbing 18.6% of its total exports. Total EU imports from Myanmar in 2018 increased by 46.8% (compared to +56.7% in 2017), totaling around €2.3 billion. The EBA resulted in around €250 million import duty savings. The strong growth of imports from the country continued in the first seven months of 2019 (+35.5%). This growth is mainly driven by garments and footwear. Imports of garment and footwear from Myanmar increased by 50.6% and made up nearly 80% of exports to the EU in 2018. In the first seven months of 2019, this growth continued at a similar rate (+44.3%) and the share of garment and footwear in the import basket is now nearly 85% of total imports from Myanmar. [1] [1] Report on EU Enhanced Engagement with three Everything But Arms beneficiary countries: Bangladesh, Cambodia and Myanmar Brussels 10.2.2020 SWD(2020) 19 final 2022-01-20T18:13:35.4070000+01:00 Specific human and labour rights violations collected by CTUM trade union representatives in the last months. · According to verified data collected among workers by the CTUM, the Confederation of Trade Unions Myanmar that are at disposal of the EU officials, during this year: all rights to freedom of association and collective bargaining, which are among the fundamental human rights standards at work have been totally cancelled. · 130.000 teachers and 11.000 university professors have been suspended from their jobs due to their participation to the Civil Disobedience Movement. · 400.000 civil staffs had been dismissed form their jobs, becoming jobless and homeless and 70 percent of business had broken down since the February coup. · At least 250.000 workers of the garment and shoe sector lost their jobs due to the military coup · According to the ILO report, about 500.000 building workers remained jobless and working hours decreased of 64%, due to the coup impact on the economy. In the tourism sector about 65.000 persons lost their jobs. · The military raided charity and health facilities, destroying, damaging or confiscating medical equipment, while abducting, beating, and arbitrarily detaining doctors, nurses and other colleagues. · The SAC closed universities and hospitals, searched civilian homes, carried out roadblocks, random killings and attacked healthcare workers or facilities in at least hundreds separate incidents. · The junta issued arrest warrants for 600 healthcare workers, forcing them into hiding. · The military continues to carry out workplaces, and door-to-door searches in hostels and in workers' homes. · 16 labour organizations were declared illegal. For this reason, all union leaders were forced to work from hiding. · Company managers provide telephones, addresses and photos of union leaders to both military and police. · Since the coup, 28 union activists have been killed, and 116 male and female workers and trade unionists have been arrested with the aim to kill the labour movement. · Factories announced that labour unions has been dissolved. There is also a pre-employment warning, that workers will be fired if they join union or participate in union/ labour support activities. · All collective agreements have been cancelled, and social dialogue is not possible since trade unions are banned. · Workers have no employment contracts as well as no extension of the EC. · The Mandalay and 6 Yangon industrial zones: Hlaing Thar Yar, Shwe Pyi Thar, South Dagon, North Dagon, Dagon Seikkan and North Okklapa are subjected to martial law. Judicial power has been transferred to the military. Workers can be sentenced to many years of jail and hard labour. Those who still work in factories or private sector jobs, cannot speak because they are threatened. · If workers take part to protests, the employer send someone to take photos to gather information about who attended the event. Those who were involved are threatened by the employer, that in case of any interrogation by military, there would be no protection. · In many factories, wages payment are delayed, with the excuse of political instability and impossibility to withdraw cash from banks. · Child laborers are also being recruited. The minimum wage is not paid, and no appropriate medical certificates. · Although COVID-19 third wave, many factories have no protective measures, nor safety guidelines and no tests have been implemented. Workers have to do their job without PPE, or masks, or safety equipment’s. · In many Chinese companies, working for international brands, workers are hired as daily wage workers, and are not recognized as permanent workers after three probation months. · Workers now receive only the minimum wage. Due to inflation, they earn less than €2 a day and are forced to unpaid overtime and to work Sundays without double pay. Paid leaves are not allowed. There are cases where management called or threaten to call the military and to arrest them, if they talk to people outside the workplace, about the factory's problems. · Workers cannot enjoy social security benefits. · Cases of sexual harassment have increased exponentially · Many factories now pay soldiers and police to ensure factory peace. · Former collective agreement between unions and employers have been abolished by employers. They publish new workplace rules, without consulting with workers representatives, or unions. · Workers are obliged to work excessive hours and during Sundays or in official holidays, without overtime payment as in the labour laws. · Factories temporary closure without notice and not informing workers when to reopen. When factories reopen, the management hire only non-union members or verbally pledge not to get involved or form union inside factory. and factories permanent closure without compensation. · More than 400.000 public employees have been dismissed from their jobs due to the opposition to military coup. · The ILO denounces widespread use of forced labor by the military. URGENT REQUESTS TO THE EU TO DECIDE FOR THE EBA SUSPENSION: For all the above mentioned reasons, it is time for the EU to start the procedures for EBA suspension,. There is no more time for a wait and see approach. No reason to continue to delay such decision. The people of Burma/Myanmar is starving due to the military coup and the situation will not deteriorate for the EBA suspension, but for the lack of decisions by the EU. This request has been also presented by 200 Myanmar organizations: “including workers, farmers, students, teachers, medical professionals, lawyers, youth and women organizations request the international governments, including the Governments of Europe and the United States of America, to promptly implement the Comprehensive Economic Sanctions CES on the Myanmar Economy. The Generalised System of Preferences (GSP), including in particular the Everything But Arms (EBA) instrument, must be immediately suspended for Myanmar. The requested Comprehensive Economic Sanction calls for the stopping of international financial services (international bank transfers and bank credits), stopping the insurance and reinsurance services, effectively stopping arms and weapon selling and related support goods trading and dealing, oil and gas exploring, excavation, exporting and trading of natural resources of Myanmar such as gems, woods and other forest products”. https://www.birmaniademocratica.org/document.aspx/it/why_it_is_important_for_the_eu_to_suspend_the_everything_but_arms_in_myanmar/unione_europea?lang=it Thu, 20 Jan 2022 17:13:35 GMT 9003b5e1c0874d9ebd8c098dcf67a33a Nuove sanzioni UE contro 22 personalità e 4 società tra cui il MOGE 2022-02-22T16:21:27.2270000+01:00 La UE ha finalmente dopo otto mesi, approvato nuove misure restrittive nei confronti della giunta militare. Le misure riguardano 22 soggetti tra ministri, membri della commissione Elettorale e 4 società tra cui Htoo, azienda privata gestita dal faccendiere Tai Za, che ha stretti legami con la giunta e opera nel settore del commercio, delle banche, minerario, turismo e aviazione. Mining Enterpise, impresa di proprietà dello Stato che opera sotto il controllo del ministero delle Risorse naturali e della conservazione ambientale (MONREC) e che funge anche da autorità di regolamentazione per il settore della produzione e commercializzazione di metalli non ferrosi. IGE che ha legami molto stretti con i vertici delle forze armate del Myanmar (Tatmadaw).IGE che opera nei settori chiave l’energia, delle telecomunicazioni nonché nei settori dell’agricoltura e della ricettività. ed infine MOGE Myanmar Oil and Gas Enterprise che opera nel settore Gas e petrolio , sovraintende alla estrazione e produzione e rilascia le autorizzazioni e della riscossione di parte delle imposte sugli utili realizzati da società private che hanno sottoscritto contratti o costituito joint venture con il MOGE. le misure restrittive prevedono una deroga per consentire alle imprese europee un decommissioning in sicurezza. https://www.birmaniademocratica.org/document.aspx/it/nuove_sanzioni_ue_contro_22_personalita_e_4_societa_tra_cui_il_moge/unione_europea?lang=it Tue, 22 Feb 2022 15:21:27 GMT f63c0fa406534cf68f72308b0f93a246 Dichiarazione Del Rappresentante UE Borrell condanna dei crimini commessi dalla giunta 2022-01-10T11:14:01.3870000+01:00 La dichiarazione dell'Alto Rappresentante UE Borrell, condanna i gravissimi attacchi contro civili in molte parti della Birmania e in particolare negli Stati Kayah e Karen che hanno prodotto migliaia di nuovi rifugiati, sottolineano la necessità di condannare i responsabili. La UE, ha dichiarato Borrell è pronta a imporre ulteriori sanzioni contro il regime militare. La UE nel corso di questo anno ha allocato 24.5 milioni di € per aiuti umanitari e 65 miooni a sostegno dei bisogni primari della popolazione civile compresi l'istruzine e i mezzi di sussistenza. https://www.birmaniademocratica.org/document.aspx/it/dichiarazione_del_rappresentante_ue_borrell/unione_europea?lang=it Mon, 10 Jan 2022 10:14:01 GMT d63715e2294b471189fa322bd04415f6 COUNCIL IMPLEMENTING REGULATION (EU) 2021/638 of 19 April 2021 implementing Regulation (EU) No 401/2013 concerning restrictive measures in view of the situation in Myanmar/Burma 2021-12-22T08:12:54.4970000+01:00 https://www.birmaniademocratica.org/document.aspx/it/council_implementing_regulation_eu_2021_638_of_19_april_2021_implementing_regulation_eu_no_401_2013_concerning_restrictive_measures_in_view_of_the_situation_in_myanmar_burma/unione_europea?lang=it Wed, 22 Dec 2021 07:12:54 GMT 27791b64ef6c4ee6acf43a736a36608b UE Council Regulation( EU) 2021/479 22 March 2021 restrictive measures 2021-12-22T08:06:24.1970000+01:00 https://www.birmaniademocratica.org/document.aspx/it/ue/unione_europea?lang=it Wed, 22 Dec 2021 07:06:24 GMT 138d7145d20c4010a43fb564106559df UE terzo ciclo di sanzioni contro la giunta 2021-12-22T07:59:58.0400000+01:00 https://www.birmaniademocratica.org/document.aspx/it/ue_sanzioni_contro_la_giunta/unione_europea?lang=it Wed, 22 Dec 2021 06:59:58 GMT d320ee27c87c4813b6a06c392601f83f Risoluzione del Parlamento Europeo sulla situazione dei diritti umani dopo il colpo di Stato militare importante risoluzione del Parlamento Europeo. 2021-12-22T07:56:21.4770000+01:00 https://www.birmaniademocratica.org/document.aspx/it/risoluzione_del_parlamento_europeo_sulla_situazione_dei_diritti_umani_dopo_il_colpo_di_stato_militare/unione_europea?lang=it Wed, 22 Dec 2021 06:56:21 GMT 77ad13f9ff334aa49ff7797cdfb674ed Dichiarazione dell'Ambasciatore UE all'ONU in occasione della Riunione speciale su Birmania dell' Assemblea Generale 2021-05-02T12:23:15.6870000+02:00 https://www.birmaniademocratica.org/document.aspx/it/dichiarazione_dell_ambasciatore_ue_all_onu_in_occasione_della_riunione_speciale_su_birmania_dell_assemblea_generale/unione_europea?lang=it Sun, 02 May 2021 10:23:15 GMT dafc1ebf2ea94c19a60dec69a51d0a1c Dichiarazione UE al Consiglio per i Diritti Umani 2021-05-02T12:20:02.4300000+02:00 https://www.birmaniademocratica.org/document.aspx/it/dichiarazione_ue/unione_europea?lang=it Sun, 02 May 2021 10:20:02 GMT 3a58553c901e4c108a282b345c6b9aaf Conclusioni del Consiglio Europeo UE del 23 aprile 2012 Le conclusioni del consiglio Europeo sottolineano i grandi passi avanti compiuti dalla Birmania nel percorso verso la democrazia. Si riconosce che tali riforme richiederanno tempo per essere attuate e portare i necessari frutti. Il Consiglio sottolinea l'importanza della correttezza delle elezioni suppletive che hanno visto la vittoria di Aung San Suu Kyi; i progressi nel cambiamento delle leggi che garantiscono la libertà di associazione e la proibizione del lavoro forzato; gli sforzi del governo nel raggiungimento del cessate il fuoco e della pace negli stati etnici. a seguito di questi fatti la EU sospende le misure restrittive nei confronti del governo eccetto il commercio di armi e riattiva il sistema di preferenze generalizzate. Ma contemporaneamente sottolinea la necessità di un impegno per il rilascio incondizionato dei prigionieri politici ancora in carcere e la eliminazine delle restrizioni per coloro che sono già stati liberati; 2014-02-17T15:40:11.7500000+01:00 https://www.birmaniademocratica.org/document.aspx/it/conclusioni_del_consiglio_europeo_ue/unione_europea?lang=it Mon, 17 Feb 2014 14:40:11 GMT d3c4557a327e41e295399b9d0497ff78 Quadro complessivo per la politica della UE e per il sostegno alla Birmania/Myanmar Le conclusioni del Consiglio Europeo approvate il 22 luglio 2013 rappresentano un importante impegno su temi fondamentali in vista delle elezioni del 2015 . un percorso fondametnale per la transizione. La UE si pone come obiettivo il sostegno allo sviluppo politico , sociale ed economico, al rispetto dei diritti umani e alla assistenza al governo nel riprendere il proprio posto nella comunità internazionale. . l'impegno complessivo che coinvolgerà le azioni degli Stati membri e delle Istituzioni europee si concentra sulle seguenti aree: PACE DEMOCRAZIA SVILUPPO E COMMERCIO IMPEGNO DELLA BIRMANIA/MYANMAR CON LA COMUNITA' INTERNAZIONALE Su ciascun punto il documento illustra in modo puntuale gli impegni necessari. 2014-02-17T15:39:25.7600000+01:00 https://www.birmaniademocratica.org/document.aspx/it/quadro_complessivo_per_la_politica_della_ue_e_per_il_sostegno_alla_birmania_myanmar/unione_europea?lang=it Mon, 17 Feb 2014 14:39:25 GMT 3c1108b4ccb24f51acc8c4a79b5b3dd2 Dichiarazione Presidenza UE contro attacchi a villaggi kareni da parte dell'esercito birmano La UE condanna duramente i recenti attacchi e incendi dei villaggi kareni e chiede l'avvio con urgenza di un dialogo per il cessate il fuoco 2008-03-15T17:49:44.1330000+01:00 EU Presidency calls for ceasefire talks in Burma/Myanmar Vienna, 3 May 2006 - The EU Presidency is very concerned by the fact that the Myanmar/Burmese Army has recently stepped up its campaign against the Karen National Union (KNU). The fighting is reported to have created a significant number of displaced persons in northern Karen state, and contributed to a further significant movement of refugees to Thailand. The EU Presidency calls upon the Burmese leadership to cease abuses and dislocations of civilians in the zones of conflict and urges both sides to strictly adhere to international humanitarian law. The EU supports the territorial integrity of Myanmar/Burma and the protection of human rights of all citizens and groups in the country regardless of ethnicity or religion. The EU Presidency strongly believes that the country’s inter-ethnic conflicts should be resolved by peaceful political and democratic means. The EU Presidency therefore calls upon the Government of Burma/Myanmar and the KNU to pursue talks leading to a genuine and lasting ceasefire and to a sustainable political settlement. https://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=5e48ea926b6a4d9c8b8a307f0540e40d&docid=3c1108b4ccb24f51acc8c4a79b5b3dd2 Sat, 15 Mar 2008 16:49:44 GMT ef1e5f497f434d5fb8b182cd7bab959c Dichiarazione della Rete Europea per la Birmania, approvata a Praga A conclusione di due giorni di riunione della European Burma Network, la rete europea delle organizzazioni che sostengono la democrazia in Birmania, di cui la CISL fa parte, alleghiamo il testo della dichiarazione approvata, a sostegno della posizione dell'NLD sulle sanzioni europee. Cecilia Brighi, che ha partecipato per la CISL ai lavori dell'EBN ha dichiarato che la posizione ambigua dei governi UE e della Commissione sulle sanzioni, il mancato sostegno alla Lega Nazionale della Democrazia e alla sua leader Aung San Suu Kyi, rischiano, oggettivamente di lanciare un segnale sbagliato alla dittatura birmana, mettendo a serio rischio anche la sicurezza di Aung San Suu Kyi. Non è un caso che il giornale ufficiale della giunta ha dichiarato domenica che lAung San Suu Kyi "rischia di fare una brutta fine". 2011-02-17T18:46:36.7430000+01:00 La EBN chiede con forza alla UE di non modificare le attuali sanzioni, anzi di inserire nel divieto dei visti anche i membri del nuovo governo sino a quando non si arriverà a un vero e proprio cambiamento. L'EBN chiede inoltre che la UE attui un programma di monitoraggio per la verifica della attuazione efficace delle sanzioni. L'EBN rifiuta i risultati elettorali e la formazione del parlamento e del governo birmano, denuncia la continua violazione dei diritti umani e del lavoro e gli attacchi militari nelle zone etniche e chiede un sostegno pieno della UE alla costituzione di una Commissione di inchiesta ONU sui crimini di guerra e contro l'umanità. Al termine dei lavori si è svolto anche la conferenza, promossa dall' European Parlamentary Caucus on Burma, conferenza presieduta dall'ex Presidente Vaclav Havel, che ha approvato una risoluzione sulla situazione in Birmania nel dopo elezioni e la politica europea. https://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=5e48ea926b6a4d9c8b8a307f0540e40d&docid=ef1e5f497f434d5fb8b182cd7bab959c Thu, 17 Feb 2011 17:46:36 GMT 0b386699e4364d7d88621b7a18f3af1e Dichiarazione del portavoce di Catherine Ashton, Alto Rappresentante dell'UE sulla liberazione dei prigionieri politici in Birmania L'UE continua a sostenere il rilascio incondizionato di tutti i prigionieri politici e incoraggia il governo di Myanmar a continuare questo processo di cambiamento positivo. In questo contesto, l'UE ribadisce l'importanza essenziale di un autentico processo di dialogo e di riconciliazione nazionale per una transizione verso la democrazia. 2011-10-13T17:20:09.4870000+02:00 Dichiarazione del portavoce di Catherine Ashton, Alto Rappresentante dell'UE sulla liberazione dei prigionieri politici in Birmania / Myanmar Unione Europea | 12 Ottobre 2011 Il portavoce di Catherine Ashton, Alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza e Vice Presidente della Commissione, ha rilasciato la seguente dichiarazione: "Accogliamo con favore la decisione del presidente del Myanmar (Birmania) di concedere l'amnistia ad un numero significativo di prigionieri. Siamo lieti di apprendere che un certo numero di prigionieri politici sono inclusi in questa amnistia e sono stati liberati. La loro liberazione è un segno che il nuovo governo è impegnato a onorare la promessa del presidente di rispettare lo Stato di diritto e la salvaguardia delle libertà fondamentali. È una tra una serie di iniziative che le autorità hanno assunto di recente, che aiutano a rendere le promesse di riforma più credibili. Ma, abbiamo bisogno di vedere prima il quadro completo. L'UE continua a sostenere il rilascio incondizionato di tutti i prigionieri politici e incoraggia il governo di Myanmar a continuare questo processo di cambiamento positivo. In questo contesto, l'UE ribadisce l'importanza essenziale di un autentico processo di dialogo e di riconciliazione nazionale per una transizione verso la democrazia. https://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=5e48ea926b6a4d9c8b8a307f0540e40d&docid=0b386699e4364d7d88621b7a18f3af1e Thu, 13 Oct 2011 15:20:09 GMT 5412cd725ea84404b05e0dfa1e56f586 Dichiarazione del Consiglio Europeo sulla Birmania - 19 Giugno 2009 Il Consiglio europeo chiede il rilascio immediato e incondizionato di Aung San Suu Kyi, che ha difeso instancabilmente i valori universali di libertà e democrazia. Se essa non sarà rilasciata, assieme a tutti gli altri prigionieri politici, la credibilità delle elezioni del 2010 sarà ulteriormente compromessa. L'UE risponderà con ulteriori misure mirate. Esortiamo la Birmania/Myanmar ad avviare un'autentica transizione verso la democrazia che apporti pace e prosperità al suo popolo. Al riguardo il Consiglio europeo esprime soddisfazione per le chiare richieste dei paesi limitrofi volte ad ottenere un processo politico libero, regolare e inclusivo. Inoltre l'UE ribadisce il forte sostegno alla Missione di buoni uffici delle Nazioni Unite e all'impegno personale del Segretario generale Ban Ki Moon, compresa la sua visita sollecita alla Birmania/Myanmar. 2009-06-21T20:10:35.1400000+02:00 Segue la versione in inglese: DECLARATION ON BURMA/MYANMAR The European Council calls for the immediate unconditional release of Aung San Suu Kyi, who has tirelessly defended universal values of freedom and democracy. Unless she is released, with all other political prisoners, the credibility of the 2010 elections will be further undermined. The EU will respond with additional targeted measures. We urge Burma/Myanmar to embark on a genuine transition to democracy bringing peace and prosperity to its people. In this regard the European Council welcomes the clear calls from neighbouring countries for a free, fair and inclusive political process. Moreover, the EU reiterates its strong support for the UN Good Offices Mission and for the personal engagement of the Secretary General Ban Ki Moon, including his early visit to Burma/Myanmar. (In allegato puoi trovare le Coclusioni della Presidenza 18-19 giugno 2009. Scarica il file e vai a pag. 29) 21 giugno 2009 https://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=5e48ea926b6a4d9c8b8a307f0540e40d&docid=5412cd725ea84404b05e0dfa1e56f586 Sun, 21 Jun 2009 18:10:35 GMT 44937e93158a4611a6641486501f3c62 Il Parlamento Europeo approva una Risoluzione sullo svolgimento delle elezioni e la liberazione di Aung San Suu Kyi Il testo della Risoluzione approvata il 25 novembre scorso, "deplora che la nuova costituzione garantisca all'esercito birmano almeno un quarto del totale dei seggi in parlamento, quanto basta a consentirgli di porre il veto a qualsiasi modifica costituzionale e di sospendere tutte le libertà civili e il parlamento ogniqualvolta lo ritenga necessario;"condanna con forza le violazioni in atto delle libertà fondamentali e dei diritti democratici basilari della popolazione della Birmania per mano della giunta militare birmana;sollecita con urgenza il regime birmano ad avviare discussioni con Aung San Suu Kyi e la Lega nazionale per la democrazia nonché con rappresentanti delle popolazioni minoritarie; accoglie con favore a tal riguardo gli sforzi di mediazione intrapresi dal Segretario generale dell'ONU e dal suo relatore speciale sulla Birmania; 2010-11-27T19:31:32.7470000+01:00 https://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=5e48ea926b6a4d9c8b8a307f0540e40d&docid=44937e93158a4611a6641486501f3c62 Sat, 27 Nov 2010 18:31:32 GMT d51d5aff37684491a8ecd4a6b6a0b7a4 Il Parlamento Europeo rigetta le elezioni birmane – Porre fine allo sfollamento sistematico Burma Campaign UK – Il Parlamento Europeo ha emesso oggi (n.d.r. 11 Febbraio) una nuova risoluzione sulla Birmania, che afferma che ad oggi le elezioni pianificate in Birmania non possono essere libere e trasparenti. Poiché migliaia di Kareni stanno abbandonando le proprie case e le proprie terre a causa dell’offensiva militare nello Stato kareno, il Parlamento ha chiesto alla Birmania di porre fine allo sfollamento forzato sistematico e all’impunità per crimini come lo stupro e la violenza sessuale, la tortura e i desaparecidos. 2010-02-19T23:18:36.1230000+01:00 Burma Campaign UK ha accolto con favore la risoluzione, che sostiene anche il dialogo a tre, chiede alla Thailandia di non rimpatriare forzatamente i rifugiati kareni in Birmania, e chiede alla Commissione Europea di riconsiderare il taglio degli aiuti ai rifugiati sul confine tra Thailandia e Birmania. “Il Parlamento Europeo continua a sostenere il movimento democratico birmano” ha dichiarato Zoya Phan, Coordinatore Internazionale di Burma Campaign UK. “Poiché l’esercito birmano ha lanciato una nuova offensiva contro i civili nello Stato Karen, noi accogliamo con favore la richiesta di porre fine allo sfollamento forzato e all’impunità. E’ anche scioccante che la Commissione Europea stia considerando di tagliare i fondi per i rifugiati senza fare nulla sulle cause per cui i rifugiati sono costretti a lasciare le loro case. Noi accogliamo con estremo favore il sostegno del Parlamento Europeo, e chiediamo ai funzionari della Commissione di smettere di ignorare queste Risoluzioni, e invece di costruire su di loro”. E' possibile leggere risoluzione del Parlamento Europeo sul sito di Burma Compaign UK. (19 Febbraio 2010) https://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=5e48ea926b6a4d9c8b8a307f0540e40d&docid=d51d5aff37684491a8ecd4a6b6a0b7a4 Fri, 19 Feb 2010 22:18:36 GMT 614de7a0e8b24305867edcd59c5dd75a I parlamentari europei chiedono all'UE di sostenere una Commission d'inchiesta ONU sulla Birmania Comunicato stampa del Caucus dei Parlamentari Europei sulla Birmania - Il gruppo dei parlamentari europei sulla Birmania (EPCB), che rappresenta i parlamentari di 15 paesi europei ha chiesto agli stati membri della UE di sostenere ufficialmente la costituzione di una Commissione di Inchiesta ONU sulla Birmania. La richiesta viene appena alcuni giorni dopo che gli USA sono diventati il quinto paese a sostenere pubblicamente una commissione di inchiesta. la UE sta elaborando la prossima risuluzione sulla birmania alla Assemblea Generale ONU, che dovrebbe includere la costituzione di tale Commissione di inchiesta. Il regime militare in Birmania e' responsabile per la violazione dei diritti umani e delle liberta' nel paese in modo sistematico, pianificato diffuso. Tali abusi includono stupri e violenze sessuali, la deportazione e il trasferimento forzato di civili, il reclutamento di bambini soldato, la persecuzione delle minoranze etniche, l'utilizzo della tortura e di altri crimini contro l'umanit' tra cui il lavoro forzato. Il Gruppo dei parlamentari Europei ritiene che una commissione di Inchiesta ONU che permetta una indagine complessiva e la documentazioni di tali crimini, insieme alla definizione di raccomandazioni sulle azioni e sulle politiche future, sia un passo cruciale che la comunita' internazionale dvorebbe sostenere. Nel marzo 2010 il Relatore speciale ONU sui diritti umani in Birmania, Tomás Ojea Quintana, ha incluso nel suo rapporto presentato al Consiglio ONU per i diritti Umani, la nomina di una Commissione di inchiesta, sottolineando “la natura sistematica e enorme" degli abusi che avvengono in Birmania. A giugno 2010 un nuovo rapporto: Crimini contro l'Umanità nella Birmania Occidentale: la situazione dei Rohingyas: e' stato pubblicato dall' Irish Centre for Human Rights ed ha raccomandato che il Consiglio di Sicurezza ONU costituisca una Commissione di inchiesta sui crimini presentati nel rapporto. “Le atrocita' in atto nel paese dimostrano il bisogno e l'urgenza di una azione rafforzata da parte della comunita' internazionale. I singoli stati e la UE devono prendere l'iniziativa e sostenere ufficialmente la costituzione di una Commissione di Inchiesta ONU che sarebbe un passo preliminare cruciale ed efficace per porre fine alla costante attuazione di gravi abusi e di crimini in Birmania" ha dichiarato Silver Melkar, membro esecutivo dell' EPCB. (19 Agosto 2010) 2010-08-22T15:17:39.1170000+02:00 https://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=5e48ea926b6a4d9c8b8a307f0540e40d&docid=614de7a0e8b24305867edcd59c5dd75a Sun, 22 Aug 2010 13:17:39 GMT ee691501e5ca4da0a6a204f333e15c6a Piero Fassino incontra a Pechino il responsabile Internazionale del partito comunista cinese. L’agenzia di stampa cinese Xinhua ha dichiarato che il capo del Dipartimento Internazionale del Partito Comunista cinese Wang Jiarui, ha incontrato il Rappresentante speciale della UE Piero Fassino a Pechino mercoledì scorso. Secondo l’agenzia di stampa Wang ha dichiarato la sua volontà a promuovere un impegno costruttivo per la stabilità, la democrazia e la riconciliazione in Birmania, mentre Fassino ha apprezzato il contributo cinese per la stabilità in Birmania. Ma non sembra esserci alcuna conferma da parte della UE circa il rapporto della agenzia di stampa cinese. Piero Fassino ha dichiarato prima degli incontri di Pechino che la Cina, quale potenza mondiale emergente ha una opportunità di giocare un ruolo nel miglioramento della situazione in Birmania. Il rappresentante UE dopo aver incontrato i rappresentanti cinesi ha in programma incontri in Tailandia, Malesia, Vietnam India, Indonesia. 2008-03-23T01:04:06.5470000+01:00 https://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=5e48ea926b6a4d9c8b8a307f0540e40d&docid=ee691501e5ca4da0a6a204f333e15c6a Sun, 23 Mar 2008 00:04:06 GMT d81f532de52b4d37ac5ba46d133e6752 Risoluzione Parlamento Europeo European Parliament resolution of 6 September 2007 on Burma The European Parliament , – having regard to the first formal session of the United Nations Security Council on Burma, held on 29 September 2006, – having regard to the statement of UN Secretary-General Ban Ki-moon of 18 July 2007 and to the letter addressed to him signed by 92 Burmese MPs-Elect, of 1 August 2007, which included a proposal for national reconciliation and democratisation in Burma, – having regard to the unprecedented denunciation by the President of the International Committee of the Red Cross Jakob Kellenberger, of 28 June 2007, of violations of international humanitarian law committed against civilians and detainees by the Government of Burma, and his demand that the Government of Burma take urgent action to end these violations and prevent them from recurring, – having regard to Commission Regulation (EC) No 481/2007 of 27 April 2007(1) , renewing restrictive measures against Burma, – having regard to the US Government's decision of 1 August 2007 to renew import restrictions contained in the Burmese Freedom and Democracy Act of 2003, – having regard to the public request of 23 August 2007 by the Head of the Inter-Parliamentary Caucus of the Association of Southeast Asian Nation (ASEAN), Zaid Ibrahim, that China use its influence to resolve the crisis in Burma, – having regard to the eighth Asia Europe Meeting (ASEM) Foreign Ministers" meeting held in Germany on 28 to 29 May 2007, – having regard to the 88 Generation Students' Announcement of 8 August 2007, to mark the 17th anniversary of the victory of the National League for Democracy (NLD) in the parliamentary elections of 27 May 1990, condemning the constitutional proposals being made by the National Convention, which entered its last phase on 18 July 2007, – having regard to the earlier report of 18 July 2007 by Human Rights Watch that the proposed new constitution for Burma would maintain a repressive system of military rule, – having regard to its resolutions of 12 May 2005(2) , 17 November 2005(3) , 14 December 2006(4) and 21 June 2007 on Burma(5) , – having regard to the Declaration by the Presidency on behalf of the European Union of 28 August 2007 on the arrests of democracy activists in Burma, – having regard to the Asia-Pacific Economic Cooperation (APEC) Summit of 8 and 9 September 2007, – having regard to Rule 115(5) of its Rules of Procedure, A. whereas the NLD leader, Nobel Peace Prize Laureate and Sakharov Prize winner Aung San Suu Kyi has spent 11 of the last 17 years under house arrest, B. whereas on 15 August 2007 the Government of Burma withdrew fuel subsidies without warning, leading to an increase in fuel prices estimated at 500 %, doubling transport costs and inflating the cost of essential goods and services, C. whereas the Burmese Assistance Association for Political Prisoners estimates that over 100 human rights activists and peaceful protesters were arrested in the immediate wake of the protests over the fuel price-increase of 15 August 2007, D. whereas the so-called National Convention of Burma has concluded the drafting of the basic principles for a new constitution, which lacks credibility due to the absence of democratically elected representatives, E. whereas the State Peace and Development Council (SPDC) continues to subject the people of Burma to appalling human rights abuses, such as forced labour, persecution of dissidents, conscription of child soldiers, and forced relocation, F. whereas about 90 % of the Burmese population are living below or near the poverty line of USD 1 a day, more than 30 % of children under five suffer from malnutrition, mortality rates for malaria and tuberculosis remain very high, the HIV/AIDS epidemic has spread across the general population and nearly half of school-age children never enrol, G. whereas ASEAN has started to take a more robust stance against the abuses by the military regime in Burma insisting that Burma improve its human rights record and embrace democracy, H. whereas, for the first time since 1988, Buddhist monks have recently participated in demonstrations against the regime, in spite of the night-time curfew which has been imposed in Thanlyin since 19 August 2007, 1. Deplores the SPDC's crackdown on peaceful protestors against the fuel price increase of 15 August 2007, the arrest of over 100 people and the violent attacks on civilians with particular brutality against women; 2. Demands the immediate and unconditional release of all those who have been arrested since the protests began on 19 August 2007, including the leaders of the 88 Generation Students, such as Min Ko Naing, who has already spent 16 years in prison, and Ko Ko Gyi, who has spent 15 years in prison; 3. Expresses its grave concern about the adverse effect which the extraordinary price increase for basic commodities is having on the Burmese population and the fact that the Burmese junta is clearly incapable of utilising the country's extraordinary natural resources for the benefit of the people of Burma; 4. Expresses deep concern about the military build-up in Rangoon and the violent attacks by security forces and proxy civilian organisations; 5. Strongly condemns the SPDC's use of civilian mobs such as the Union Solidarity and Development Association (USDA) and the Swan Ahr Shin (SAS) to arrest, attack, intimidate and threaten protestors and activists, and calls for the immediate disbanding of these and similar groups; 6. Demands the immediate and unconditional release of Aung San Suu Kyi; 7. Condemns the SPDC's unremitting oppression of the Burmese people and its persistent persecution and imprisonment of pro-democracy activists; draws particular attention to the case of U Win Tin, a 77-year old journalist detained as a political prisoner for almost two decades now for writing a letter to the UN on the ill-treatment of political prisoners and the poor conditions in which they are held; 8. Deplores the fact that, despite the condition of the country, regional and international criticism and forty-five years of rule, the SPDC has failed to respect even the most basic human rights or to make any substantial progress towards democracy; 9. Urges cessation of the current illegitimate constitutional process, and its replacement by a fully representative National Convention including the NLD and other political parties and groups, taking account of the recommendations made by the UN Secretary-General to transform it into an inclusive and democratic constitution-formulating process; 10. Applauds the unprecedented intervention by the Head of ASEAN's Inter-Parliamentary Caucus, urging China actively to engage in bringing about change for the better in Burma; 11. Reiterates its regret that the Burmese Foreign Minister, Nyan Win, banned from travelling to the EU, was permitted to attend the eighth ASEM Foreign Ministers" meeting in Germany this year, only days after the military junta in Burma had extended the illegal house arrest of Aung San Suu Kyi for another year; 12. Insists that the night-time curfew imposed on the monks of Thanlyin and other restrictions on the free expression of opposition to the regime and its methods be removed; 13. Urges China and India, as well as Russia, to use their considerable economic and political leverage over the Burmese regime in order to bring about substantial improvements in the country and, in any case, to cease the supply of weaponry and other strategic resources; 14. Calls again on businesses which invest in Burma to ensure that, in carrying out their projects, human rights are genuinely respected and, if human rights abuses do occur, to suspend their activities in Burma; expresses disappointment that some countries have seen fit substantially to increase their investments in Burma, regardless of the dire human rights situation there; 15. Welcomes the renewal of EU targeted sanctions, but recognises that they have failed to achieve the desired impact on those directly responsible for the suffering of the Burmese people, and calls therefore on the Council to analyse the weaknesses in the present sanctions system and to introduce further measures as may be necessary in order to guarantee a greater degree of effectiveness; 16. Insists, in this context, that all Member States rigorously apply the restrictive measures already agreed; 17. Notes that, in accordance with the restrictive measures against Burma, support is limited to humanitarian aid and assistance for those most in need; 18. Calls on the Member States' Foreign Ministers to discuss measures for strengthening the Council Common Position renewing restrictive measures against Burma/Myanmar at the next General Affairs and External Relations Council on 7 to 8 September 2007; 19. Urges the governments of the UK, France, Belgium, Italy and Slovakia, that are all members of the UN Security Council, to make a concerted effort to introduce, and obtain unanimous backing for, a binding resolution in regard to Burma, including the release of Aung San Suu Kyi; notes that a similar resolution was passed in January 2007 but vetoed by China and Russia and opposed by South Africa; calls for an emergency meeting of the UN Security Council to address the current situation in Burma; 20. Urges the governments of all the Member States that are members of the United Nations Human Rights Council to make a concerted effort to introduce and obtain support for a resolution on Burma at the next session of the Council in September 2007; 21. Urges leaders at the APEC Summit in Sydney on 8 and 9 September 2007 to address the recent human rights abuses in Burma and to agree on action to induce change in that country; 22. Calls on Ibrahim Gambari, appointed as Special Advisor to the UN Secretary-General on Burma in May, to visit Rangoon and other parts of Burma as a matter of urgency, ensuring that he has the opportunity to meet Aung San Suu Kyi and other leading members of the opposition, as well as regime figures; 23. Instructs its President to forward this resolution to the Council, the Commission, the governments of the Member States, the governments of the ASEAN member countries, the National League for Democracy, the State Peace and Development Council, the Government of the People's Republic of China, the Government of India, the Government of Russia, the Government of the United States of America, the Director General of the International Atomic Energy Agency and the Secretary-General of the United Nations. (1) OJ L 111, 28.4.2007, p. 50. (2) OJ C 92 E, 20.4.2006, p. 410. (3) OJ C 280 E, 18.11.2006, p. 473. (4) Texts adopted, P6_TA(2006)0607. (5) Texts adopted, P6_TA(2007)0290. 2008-03-23T02:10:33.1870000+01:00 https://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=5e48ea926b6a4d9c8b8a307f0540e40d&docid=d81f532de52b4d37ac5ba46d133e6752 Sun, 23 Mar 2008 01:10:33 GMT 442fb10f539449e2bdd6f9b52b92034c Unione Europea conclusa la visita della Taskforce della UE in Birmania la UE sottolinea l'importanza di un lavoro di partnership con il paese per la democrazia, ma non dimentica le preoccupazioni per le violenze interetniche e i rapporti e gli arresti di attivisti dei diritti umani. 2013-11-22T09:09:04.2300000+01:00 La UE ha concluso l’importante incontro con le autorità della Birmania, un paese che sta uscendo da una lunga dittatura e dall’isolamento internazionale. La Taskforce della UE si è riunita per tre giorni in Birmania allo scopo di rafforzare i legami e aiutare la transizione democratica del paese. “ Sono qui per incoraggiarvi ad investire nel modo corretto e veramente responsabile, prendendo in considerazione le dimensioni politiche e legali degli investimenti” ha dichiarato Aung San Suu Kyi incontrando la delegazione europea. “Dobbiamo lavorare in partnership con voi . Ciò non significa venire ad imporre qualche cosa, ma significa comunicarvi cosa sappiamo. I paesi qui rappresentati, le imprese qui presenti da tutta l’Europa sanno bene quale percorso deve essere intrapreso da un paese per uscire dall’oppressione e andare verso la libertà e vogliono sostenere il paese in questo percorso” ha dichiarato il capo della diplomazia europea Catherine Ashton. “L’Unione Europea sostiene i progressi fatti dal paese e vuole rafforzare i legami della cooperazione economica e politica, ma questa visita vuole anche sottolineare le preoccupazioni connesse alle violenze interetniche e ai nuovi rapporti di arresti degli attivisti per i diritti umani” ha detto a Euronews Isabel Marques da Silva. La Birmania ha fatto enormi progressi ma ci sono ancora molte sfide per il paese asiatico ha dichiarato il Commissario Europeo allo sviluppo Andris Piebalgs. " Gli sviluppi in atto in Birmania sono senza precedenti ed hanno bisogno di essere riconosciuti. Ma non dobbiamo dimenticare le sfide rispetto alle quali l’Unione Europea, uno dei principali donatori, continuerà a sostenere le necessarie riforme future nel paese” Piebalgs ha partecipato al primo dialogo bilaterale della task force che ha l’obiettivo di incoraggiare gli sviluppi a livello nazionale. Piebalgs ha confermato che il sostegno ai temi della istruzione, della promozione della pace e dello sviluppo rurale postrebbe raggiungere i 120 milioni di $ annui. I gruppi a sostegno dei diritti umani hanno espresso la loro preoccupazione per quanto riguarda la qualità delle aperture dichiarando che sono state le sanzioni economiche messe in atto nei confronti della precedente giunta militare ad incoraggiare la attuazine delle riforme in Birmania. Bart Vermeiren, vice direttore del Comitato della Croce Rossa Internazionale ha dichiarato che il permanere delle tensioni religiose nello stato Rakhine stanno contribuendo alla crisi umanitaria in atto. "le condizioni di vita sono state seriamente danneggiate e l’accesso all’acqua pulita e ai servizi sanitari sono stati significativamente ridotti" ha dichiarato. . https://www.birmaniademocratica.org/document.aspx/it/unione_europea_conclusa_la_visita_della_taskforce_della_ue_in_birmania/unione_europea?lang=it Fri, 22 Nov 2013 08:09:04 GMT efbdab0accb04065aafb559093c5d79e EU Multiannual Indicative Programme 2014-2020 Myanmar EU Development Cooperation Instrument 2015-07-22T14:54:19.8900000+02:00 Il documento presenta le priorità politiche e progettuali della UE in Birmania e indica i temi principali e gli impegni finanziari nel paese su ciascun tema. https://www.birmaniademocratica.org/document.aspx/it/eu_multiannual_indicative_program/unione_europea?lang=it Wed, 22 Jul 2015 12:54:19 GMT 186682b004464f4fbdc8cb1a390611a4 Conclusioni del Consiglio UE sulle prossime elezioni politiche in Birmania la UE auspica elezioni democratiche, inclusive, credibili, trasparenti ed eque 2015-07-22T15:23:51.5070000+02:00 Il documento fissa la posizione della Unione Europea sulle prossime elezioni previste per l'8 novembre 2015. Le elezioni afferma il Consiglio saranno un punto importante nella transiione verso la democraiza ed una opportunità per confermare che le riforme sono irreversibili. La UE seguirà attentamente i negoziati tra il governo e le nazionalità etniche per il raggiungimento di un accordo nazionale sul cessate il fuoco e incoraggia tutti i leader a lavorare insieme verso la pace e la riconciliazione nazionale. Il Consiglio riafferma la sua richiesta perchè le elezioni siano democratiche, inclusive, eque, credibili e trasparenti e che tutte le persone, comprese quelle appartenenti alle minoranze possano esercitare appieno i loro diritti politici e di voto e perchè si assicuri gli stessi diritti per tutti i candidati. la Ue sottolinea ancora una volta la necessità che si realizzino strumenti per garantire il diritto di voto a tutti coloro che erano in possesso della Carta di Registrazione Temporanea e perchè si incoraggi la partecipazione delle donne al voto. la UE ringrazia la Commissione elettorale per l'invito ad osservare l'andamento delle elezioni. https://www.birmaniademocratica.org/document.aspx/it/conclusioni_del_consiglio_ue_sulle_prossime_elezioni_politiche_in_birmania/unione_europea?lang=it Wed, 22 Jul 2015 13:23:51 GMT c34505d2554b4a7d8fc5497d9d5718d6 Concerto di Opera Lirica conclude il programma culturale 2016 dell'Ambasciata di Italia. 2019-07-15T15:38:44.6370000+02:00 Yangon, 10 dicembre – “L’opera lirica è una delle più riuscite celebrazioni dell’italiano, che non a caso è conosciuto come la lingua della musica e dell’amore, due messaggi dal valore universale che avvicinano popoli e culture diverse. E’ con questo spirito che vogliamo festeggiare il consolidamento delle relazioni politiche, culturali e commerciali tra Italia e Myanmar”, così si e’ espresso l’Ambasciatore a Yangon Pier Giorgio Aliberti introducendo “I Love Opera”, concerto organizzato dall’Ambasciata d’Italia nel suggestivo contesto dello Strand Hotel, antico albergo d’epoca inglese recentemente restaurato, dove il tenore Roberto Cresca e il pianista Gianfranco Pappalardo Fiumara si sono esibiti con arie tratte dal più celebre repertorio della tradizione musicale italiana. Con questo concerto si conclude “Italy in Myanmar 2016”, il programma culturale organizzato dall’Ambasciata d’Italia a Yangon per promuovere l’Italia in Myanmar attraverso numerose iniziative che, nel corso dell’anno che sta per terminare, hanno introdotto il pubblico birmano all’arte, alla cinematografia, alla musica, alla moda, al design e alla cucina del nostro Paese. https://www.birmaniademocratica.org/document.aspx/it/concerto_di_opera_lirica_conclude_il_programma_culturale_2016_dell_ambasciata_d_italia_/unione_europea?lang=it Mon, 15 Jul 2019 13:38:44 GMT 79326cf40b4f4484937b8671b8f8eec7 Invito alla presentazione 2016-11-21T23:29:42.4700000+01:00 https://www.birmaniademocratica.org/document.aspx/it/ad_un_anno_dalla_storica_vittoria_di_aung_san_suu_kyi_un_libro_per_capire_gli_ultimi_eventi_/unione_europea?lang=it Mon, 21 Nov 2016 22:29:42 GMT 1aa2e1526c154877b8c8e42a384d0bab Il Ministro Gentiloni incontra il nuovo Presidente birmano e la Leader Aung San Suu Kyi Forte sostegno dell'Italia al processo di democratizzazione 2016-04-08T12:08:55.7630000+02:00 Il Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale Paolo Gentiloni è giunto l'altro ieri in Myanmar per una visita ufficiale di due giorni nel Paese. Il Ministro, primo membro di governo occidentale a visitare il Myanmar all’indomani dell’insediamento del nuovo esecutivo, ha incontrato i principali esponenti del neo-eletto governo a guida NLD, tra cui il Ministro degli Affari Esteri, Aung San Suu Kyi, il Presidente della Repubblica, U Htin Kyaw, e il Comandante in Capo delle Forze Armate birmane, Gen. Min Aung Hlaing. La visita rappresenta un forte segnale politico di sostegno dell’Italia al primo governo democraticamente eletto del Paese negli ultimi cinquant’anni e, allo stesso tempo, un gesto di particolare amicizia della nuova leadership birmana che accoglie oggi il Ministro Gentiloni. “Ringrazio il Ministro italiano per la sua visita a soli sei giorni dal mio insediamento. Gentiloni rappresenta l’Italia perché è stato eletto democraticamente in libere elezioni e quindi nessuno più di lui può apprezzare il valore del processo democratico in corso in Birmania” ha detto Aung San Suu Kyi. “L’Italia - ha sottolineato Gentiloni - ha creduto nel processo democratico che sotto la guida di Aung San Suu Kyi ha portato a libere elezioni e appoggerà ogni sforzo del nuovo governo finalizzato al conseguimento della pace e dell'unitàdel Paese”. “La mia presenza oggi - ha proseguito il titolare della Farnesina - conferma l'impegno italiano a sostenere lo sviluppo del Paese, a promuovere un’attiva presenza delle nostre imprese e dei nostri operatori economici, rafforzando ulteriormente le già ottime relazioni bilaterali”. "Sono grata all’Italia per il suo sostegno e la disponibilità a collaborare per lo sviluppo del mio Paese. È importante -ha aggiunto il Ministro birmano - che questo impegno si traduca in progetti sostenibili con il pieno coinvolgimento della società birmana". Il Ministro Gentiloni ha poi incontrato il Presidente della Repubblica U Htin Kyaw che ha chiesto la collaborazione dell'Italia per il rilancio del turismo, per il recupero e la valorizzazione dell'importante patrimonio culturalelocale e per la produzione di energia rinnovabile di elevato valore tecnologico . Nel corso della visita è stato firmato un accordo bilaterale di cooperazione culturale, scientifica e tecnologica , che potrà contribuire alla valorizzazione del patrimonio culturale birmano e allo sviluppo delle attività turistiche ad esso connesse. https://www.birmaniademocratica.org/document.aspx/it/il_ministro_gentiloni_incontra_il_presidente_birmano_e_la_leader_aung_san_suu_kyi/unione_europea?lang=it Fri, 08 Apr 2016 10:08:55 GMT 05ed56195dea414e96c5239c789430f7 L'Italia riconferma il pieno sostegno alle istituzioni democratiche birmane L'Ambasciatore Aliberti incontra i neo Presidenti delle due Camere 2016-02-19T13:01:14.2770000+01:00 L’ITALIA RICONFERMA IL PROPRIO PIENO SOSTEGNO ALLE ISTITUZIONI DEMOCRATICHE DEL MYANMAR YANGON, 19 FEBBRAIO 2016 - L’Ambasciatore italiano a Yangon Pier Giorgio Aliberti ha incontrato oggi a Nay Pyi Taw nel corso di due incontri separati i neo-eletti Presidenti delle due Camere del Parlamento birmano, U Win Myint (Camera bassa) e U Mahn Win Khaing Than (Camera alta). Dopo aver convenuto sull'eccellente andamento delle relazioni bilaterali tra Italia e Myanmar, soprattutto a partire dal 2011, l'Ambasciatore e i due Speaker hanno avuto un proficuo scambio di vedute sul ruolo estremamente importante del Parlamento, organo propulsore delle riforme portate avanti negli ultimi anni e fulcro della vita politica della giovane democrazia birmana. In proposito, da entrambi i colloqui e’ emerso un condiviso auspicio per un’intensificazione dei rapporti parlamentari e degli scambi people-to-people tra i due Paesi. "In questo passaggio storico di transizione democratica" ha sottolineato l'Amb. Aliberti "si aprono straordinarie opportunità per rendere ancora più solido e proficuo il rapporto bilaterale". Espressa gratitudine verso l’Italia per il crescente impegno profuso negli ultimi cinque anni a sostegno della transizione democratica e dello sviluppo socio-economico del Paese, attraverso le attivita’ della cooperazione italiana. https://www.birmaniademocratica.org/document.aspx/it/l_italia_riconferma_il_pieno_sostegno_alle_istituzioni_democratiche_birmane/unione_europea?lang=it Fri, 19 Feb 2016 12:01:14 GMT dde75efc96d841aeb4a5a00c9d830ce5 L'Italia sostiene il processo di evoluzione delle forze amate birmane e verso il progressivo abbandono della politica L'Ambasciatore Italiano Aliberti incontra il Capo delle Forze Armate Birmane 2016-02-18T08:32:51.5530000+01:00 L’ITALIA SOSTIENE IL PROCESSO DI EVOLUZIONE DELLE FORZE ARMATE BIRMANE VERSO UN ESERCITO MODERNO E PROFESSIONALE, CON IL PROGRESSIVO ABBANDONO DELLA SCENA POLITICA E UN RIENTRO NELLE CASERME. YANGON, 18 FEBBRAIO 2016 - L’Ambasciatore italiano a Yangon Pier Giorgio Aliberti ha incontrato ieri a Nay Pyi Taw il Comandante in Capo delle Forze Armate, Sen. Gen. Min Aung Hlaing, con cui ha convenuto circa l’eccellente stato delle relazioni bilaterali tra i due Paesi. Il Generale, assistito dal Vice Comandante in Capo Gen. Soe Win, si e' infatti espresso in termini molto positivi nei confronti dell'Italia. Nel richiamare come le relazioni diplomatiche, stabilite nel 1950, si fossero raffreddate a seguito della repressione dei moti di piazza del 1988 che avevano portato alla caduta del Gen. Ne Win e all'instaurazione della giunta militare, il Senior General ha rilevato come dal 2011 i rapporti bilaterali abbiano registrato un significativo miglioramento. In merito all’attuale contesto politico, Min Aung Hlaing ha riconfermato il sostegno delle Forze Armate ad ogni futuro governo che continui le riforme democratiche “nel rispetto delle leggi vigenti”. In proposito, l’Ambasciatore Aliberti ha infine sottolineato l’importanza di una convinta adesione delle Forze Armate al disegno di progressivo sviluppo democratico del Paese con la graduale trasformazione del Tatmadaw in esercito moderno e professionale che torni a svolgere il proprio ruolo nelle caserme, abbandonando la scena politica, seguendo l’esempio di altri Paesi della Regione come l’Indonesia. https://www.birmaniademocratica.org/document.aspx/it/l_italia_sostiene_il_processo_di_evoluzione_delle_forze_amate_birmane/unione_europea?lang=it Thu, 18 Feb 2016 07:32:51 GMT 9aa29e02d6ee4bb782f1e1120f6967ba L'Italia sostiene pienamente la transizione democratica in Myanmar e conferma le priorità di cooperazione 2016-05-03T12:27:16.9130000+02:00 L'Italia sostiene pienamente la transizione democratica in Myanmar e conferma le priorità di cooperazione Yangon, 2 dicembre 2015 - La transizione democratica in Myanmar e le prospettive delle relazioni bilaterali italo-birmane sono state al centro dell'incontro avvenuto ieri a Nay Pyi Taw tra l'Ambasciatore italiano a Yangon, Pier Giorgio Aliberti, e la leader della Lega Nazionale per la Democrazia, Aung San Suu Kyi. Nel corso del cordiale colloquio il Premio Nobel per la pace ha confermato l'intenzione di formare nei prossimi mesi un governo inclusivo, la cui azione sara' improntata ad uno spirito di sincera riconciliazione nazionale. L’Amb. Aliberti ha, dal canto suo, richiamato i settori prioritari di cooperazione in cui l’Italia si è impegnata nell’ambito della programmazione congiunta dell’UE, quali lo sviluppo rurale, la governance e il sostegno al settore privato, con particolare attenzione al turismo e alla salvaguardia del patrimonio culturale, manifestando piena disponibilità a concordare con il futuro governo le modalità di attuazione dei progetti in corso. “Lo straordinario successo del partito di Aung San Suu Kyi alle elezioni dello scorso 8 novembre offre potenzialità enormi per una transizione verso una reale democrazia in Myanmar” ha affermato l’Amb. Aliberti, “e l’Italia intende rafforzare il suo sostegno allo storico processo di progressiva democratizzazione in corso”. tradotto da GIUSEPPE DE GREGORIO https://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=5e48ea926b6a4d9c8b8a307f0540e40d&docid=9aa29e02d6ee4bb782f1e1120f6967ba Tue, 03 May 2016 10:27:16 GMT aab21d41acac428e90fafdb2ea80081c L'ITALIA PROSEGUE IL SUO SOSTEGNO ALLA CONSERVAZIONE DEL PATRIMONIO CULTURALE IN BIRMANIA 2015-10-27T08:11:51.3130000+01:00 Yangon, 26 ottobre 2015 – L'Ambasciatore d'Italia in Myanmar Pier Giorgio Aliberti si è oggi unito al Vice Ministro alla Cultura Sanda Khin e al Direttore dell'Ufficio UNESCO di Yangon Sardar Umar Alam in una visita a Bagan per verificare l'attuale stato di avanzamento degli interventi di conservazione di vari siti dell'area archeologica. “Siamo lieti di unirci a UNESCO e al Ministero della Cultura”, ha dichiarato l'Ambasciatore Aliberti “nel prendere parte a questo sforzo comune per preservare il Patrimonio Culturale del Myanmar. L'Italia e il Myanmar sono due paesi molto diversi tra loro, ma che allo stesso tempo presentano importanti somiglianze, primo fra tutti il loro antico passato. Il nostro Paese intende continuare a sostenere il Myanmar nei suoi sforzi di preservazione della sua enorme e meravigliosa ricchezza di monumenti storici. Grazie a quanto raggiunto finora sono state gettate le basi per la nomina di Bagan a Patrimonio dell'Umanità. Questo sarà quindi il punto di partenza di un nuovo progetto, attualmente in fase di valutazione”. Il contributo italiano al Patrimonio Culturale del Myanmar ha avuto inizio nel 2011 e ammonta a USD 1,4 milioni. I progetti finora realizzati, attuati da UNESCO, hanno consentito al Ministero della Cultura di preservare importanti siti del proprio patrimonio culturale (le Antiche Città di Pyu e l'area archeologica di Bagan). Queste operazioni sono state rese possibili anche grazie all'expertise di due rinomate organizzazioni italiane quali l'ICCROM e la Fondazione Lerici. L'impegno italiano nel sostenere il patrimonio culturale del Myanmar e il suo utilizzo sostenibile è in linea con le priorità della Cooperazione Italiana allo Sviluppo nel Paese e rafforza gli sforzi dell'Italia nella promozione dello sviluppo delle aree rurali, dove vive il 76% della popolazione più svantaggiata del Paese. https://www.birmaniademocratica.org/document.aspx/it/l_italia_prosegue_il_suo_sostegno_alla_conservazione_del_patrimonio_culturale_in_birmania/unione_europea?lang=it Tue, 27 Oct 2015 07:11:51 GMT c279d649bf4a4123921bc2dd9452cea4 EU: L’inviato Speciale dell’ONU dovrebbe tornare in Birmania per ottenere la liberazione di Aung San Suu Kyi L’Unione Europea afferma che la Birmania dovrebbe permettere all’inviato Speciale dell’ONU Ibrahim Gambari di tornare nel paese al piu’ presto pssibile.. L’inviato speciale della UE on. Fassino ha dichiarato che Gambari dovrebbe concentrarsi nel raggiungere risultati concreti come il rilascio della leader democratica Aung San Suu Kyi. Piero Fassino, ha dichiarato che l’Europa rivedrà la sua politica sulla Birmania, comprese le sanzioni, dopo aver verificato I risultati che la visita di Gambari raggiungerà. 2008-03-22T17:10:41.2970000+01:00 https://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=5e48ea926b6a4d9c8b8a307f0540e40d&docid=c279d649bf4a4123921bc2dd9452cea4 Sat, 22 Mar 2008 16:10:41 GMT ebdec20985fc42c7aec5d16ea672c37d La Birmania deve rimanere una priorità. Lo ha dichiarato la UE. A seguito di incontri con il Segretario Generale dell'ONU Bank Ki-moon e il suo inviato in Birmania Ibrahim Gambari, Piero Fassino ha dichiarato che si è trovato un terreno comune in particolare rispetto al bisogno di ottenere il sostegno di tutti i paesi asiatici chiave per le pressioni diplomatiche al fine di assicurare un dialogo politico tra il regime e l'opposizione. il diplomatico italiano ha sottolineato il rischio che la crisi birmana sia eclissata dalle crisi emergenti in altre parti del mondo, come il Pakistan e il Kenya. "questa è una situazione che vorremmo evitare ha dichiarato" "vogliamo mantenere la Birmania al centro della agenda della comunità internazionale... il nostro comune obiettivo è di sbloccare la situazione che oggi appare in stallo". Fassino ex ministro della giustizia italiano che è stato nominato come inviato speciale per la Birmania il novembre scorso, ha dichiarato che la sua azione si svolge in coordinamento con Ban Ki-moon. ha aggiunto inoltre che uno degliobiettivi chiave rimane la liberazione della leader birmana Aung San Suu Kyi e degli altri prigionieri politici e che intende visitare l'India, l'Indonesia, la Tailandia, il Vietnam nei prossimi due mesi dopo il viaggio a dicembre in Cina per sostenere una pressione coordinata nei confronti della giunta militare. Anche Gambari ha programmato un viaggio a breve a Delhi e a Pechino prima della visita programmata in Birmania. Nel corso di una recente missione in Asia Gambari ha dichiarato che il mondo sta perdendo la pazienza a seguito degli scarsi progressi verso la democrazia in Birmania 2008-03-22T16:47:16.5470000+01:00 https://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=5e48ea926b6a4d9c8b8a307f0540e40d&docid=ebdec20985fc42c7aec5d16ea672c37d Sat, 22 Mar 2008 15:47:16 GMT 3e6f30d0cbbb4dd9966369626b082526 L'inviato Speciale della Ue On. Piero Fassino incontra a Parigi il Ministro degli esteri Francese Piero Fassino, inviato speciale dell'Unione Europea per la Birmania, è oggi a Parigi dove sarà ricevuto dal ministro degli Esteri francese Bernard Kouchner per consultazioni sulla crisi birmana e i suoi più recenti sviluppi. la Francia ha sino a giugno prossimo la presidenza della UE. Lo comunica una nota dell'Ufficio stampa dell'inviato speciale dell'Ue per la Birmania 2008-03-22T19:13:12.8600000+01:00 https://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=5e48ea926b6a4d9c8b8a307f0540e40d&docid=3e6f30d0cbbb4dd9966369626b082526 Sat, 22 Mar 2008 18:13:12 GMT d66807f65a7b4791adc48ab3e854b03a Nuove risorse dalla UE per aiuti umanitari in Birmania e Tailandia La commissione Europea decide aiuti umanitari per la Birmania. Mercoledì la Commisisone europea ha deciso di allocare altri 18 milioni di Euro per programmi di assistenza umanitaria per la Birmania. Le ulteriori risorse arrivano dopo la brutale repressione delle proteste pacifiche che hanno prodotto la decisione di ulteriori sanzioni economiche da parte della UE e degli USA. La UE ha dichiarato che i suoi programmi non vanno a sostegno del governo ma cercano di affrontare la crisi umanitaria nel paese. "I recenti avvenimenti suggerisono che la gravissima situazione in cui versa la popolazione birmana non sia al termine. ha dichiarato Luis Louis Michel, affermando anche che c'è bisogno di ulteriori risorse da parte di organizzazioni come la Croce Rossa Internazionale e le ONG per salvare le vite, ridurre le sofferenze e tutelare le persone vulnerabili. i maggiori beneficiari dei programmi europei saranno gli oltre un milione di persone vulnerabili nelle campagne delle zone remote di frontiera che non hanno accesso ai servizi sociali di base come gli stati Sakhine, Shan, Mon eKayin e le divisioni di , Sagaing eThanintaryi . l'altro gruppo obiettivo riguarda gli oltre 138.000 birmani rifugiati nei campi in Tailandia. la UE ha destinato dal 2000 oltre 100 milioni di euro in aiuti umanitari. dpa 2008-03-23T00:23:51.8600000+01:00 https://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=5e48ea926b6a4d9c8b8a307f0540e40d&docid=d66807f65a7b4791adc48ab3e854b03a Sat, 22 Mar 2008 23:23:51 GMT d88bc427ec1d48239cd0843364b8f392 Sanzioni UE rafforzate, ma ad esclusione del settore del gas BIRMANIA// D'ALEMA: SANZIONI UE "DI UNA CERTA EFFICACIA" DA SUBITO 'Sconfitto' fronte attendista, ma possono essere riviste Lussemburgo, 15 ott. (Apcom) - L'Unione europea applicherà immediatamente il nuovo pacchetto di sanzioni commerciali elaborato nelle ultime settimane contro la Birmania senza aspettare l'esito della nuova missione del rappresentante speciale Onu, Ibrahim Gambari. Lo ha annunciato il ministro degli Esteri, Massimo D'Alema, a margine della riunione a Lussemburgo con i colleghi. "Sono misure di una certa efficacia", ha commentato il titolare della Farnesina. "Abbiamo raggiunto un accordo su una serie di misure selettive" che riguardano il legno pregiato, le pietre preziose e semi-preziose e l'estrazione dei minerali e dei metalli, ha spiegato D'Alema. "Non c'è dubbio che toccano gli aspetti più importanti del commercio internazionale con la Birmania e anche gli interessi personali delle famiglie dei capi della giunta militare", ha aggiunto. E' stato così sconfitto il fronte 'attendista', capitanato da Francia, Belgio e Irlanda, che voleva dare tempo a Gambari prima di inasprire le sanzioni Ue. L'Italia, insieme a Gran Bretagna e Svezia, premeva per un approccio più rigoroso contro il regime birmano. D'Alema ha comunque precisato che le misure restrittive potranno essere riviste alla luce degli sviluppi della missione dell'inviato Onu. 2008-03-23T01:29:02.3600000+01:00 https://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=5e48ea926b6a4d9c8b8a307f0540e40d&docid=d88bc427ec1d48239cd0843364b8f392 Sun, 23 Mar 2008 00:29:02 GMT e89b236299164e778134fea64b56c4d5 Rafforzamento della Posizione Comune UE. saranno sufficientemente decisi i Ministri UE? Sarà oggi al Consiglio dei Ministri Europei il tema forse più in vista della riunione, quello del rafforzamento delle sanzioni contro il regime militare in Birmania, per protestare contro la repressione delle manifestazioni della popolazione civile che chiede più democrazia. Sul punto non c'è ancora accordo fra i Ventisette, con la Svezia in particolare che insiste per evitare un passo concreto che possa essere controproducente nei confronti della mediazione Onu dell'inviato Ibrahim Gambari. Le nuove sanzioni non includeranno quasi sicuramente il settore del gas ma si fermeranno all'embargo sull'importazione di legname e pietre preziose, divieti d'ingresso e blocco dei beni per ulteriori membri del regime oltre a quelli già colpiti dalle misure attuali. I rappresentanti diplomatici dei Ventisette si riuniscono stamattina per discutere prima dei ministri e cercare una soluzione di compromesso, che potrebbe essere quella di minacciare l'attuazione delle nuove misure a meno che il regime mostri segnali di distensione. Un'ipotesi questa che non sembra però molto probabile, a giudicare dai nuovi arresti operati dalla giunta al potere in Birmania negli ultimi giorni. LONDRA CHIEDERA' NUOVE SANZIONI DELL'UE Lo ha dichiarato il premier Gordon Brown Londra, 15 ott. (Apcom) - Il primo ministro britannico Gordon Brown ha assicurato oggi che Londra chiederà nuove sanzioni dell'Unione Europea contro la Birmania. Brown si è detto tuttavia sicuro che ci saranno incentivi finanziari da parte della comunità internazionale in caso di progresso in materia di democrazia. In una dichiarazione resa pubblica prima della riunione odierna dei ministri degli esteri dell'Unione Europea a Lussemburgo, Brown ha riferito che la Gran Bretagna chiederà un aumento delle sanzioni dell'Ue contro il regime militare birmano. Secondo Brown, i progressi in materia di democrazia dovranno essere verificati dal Consiglio di sicurezza dell'Onu che dovrà prevedere "nuove misure" se il ritmo delle riforme appaia troppo lento. A Lussemburgo, Londra chiederà l'adozione "di sanzioni severe, che tocchino gli individui e merci come il legno, le pietre preziose e i metalli" oltre che un divieto degli investimenti la cui portata sarebbe condizionata a "progressi nei negoziati di riconciliazione" con l'opposizione. Secondo diplomatici europei, l'Ue dovrebbe dare oggi il suo via libera a nuove sanzioni economiche verso la Birmania colpendo in particolare le esportazioni di legno tek e di giada birmana. Dovrebbe anche allungare la lista degli esponenti birmani a cui vietare il visto d'ingresso nell'Ue 2008-03-23T01:32:09.8270000+01:00 https://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=5e48ea926b6a4d9c8b8a307f0540e40d&docid=e89b236299164e778134fea64b56c4d5 Sun, 23 Mar 2008 00:32:09 GMT c3572d02fe374370be5e12475c258e0f Il sindacato chiede forti sanzioni europee PROPOSTA DI MISURE DA ADOTTARE DA PARTE DELL’UNIONE EUROPEA 1. Divieto generalizzato di investire in Birmania da parte di tutte le imprese dell’UE, di tutte le rispettive consociate e di tutti i cittadini dell’Unione Europea. Oltre a riguardare i nuovi investimenti, la misura dovrebbe anche prevedere la richiesta di disinvestimento dalle operazioni commerciali già in essere. La misura deve anche comprendere gli investimenti tramite joint-ventures, o accordi simili, da parte di aziende dell’UE in tutte le imprese di proprietà dello stato birmano e non soltanto in quelle ufficialmente denominate come tali. 2. Divieto per tutte le aziende dell’UE di costituire joint-venture, di stipulare contratti o di concludere qualsiasi attività commerciale con l’esercito o con aziende statali. 3. Divieto di importazione nell'Unione Europea di merci e servizi dalla Birmania; introduzione urgente di un divieto sull'importazione delle merci fornite da enti di proprietà o comunque gestiti dal regime birmano, oppure prodotte da imprese di proprietà o comunque collegate al regime, al personale militare e/o ai rispettivi parenti. Il divieto deve estendersi anche a merci di importanza strategica prodotte in condizioni di monopolio da parte dello stato birmano, come ad esempio legname e pietre preziose. 4. Divieto di operare transazioni e trasferimenti finanziari internazionali da o verso la Birmania da parte di cittadini, enti ufficiali o imprese dell'Unione Europea. Deve inoltre essere previsto il divieto a carico delle imprese aventi sede nell'Unione Europea di effettuare, approvare, finanziare, facilitare o garantire transazioni finanziarie internazionali con istituti di credito di proprietà del governo birmano. 5. Misure atte a garantire che armi di origine UE non vengano vendute alla Birmania attraverso paesi terzi, come si ritiene sia accaduto in casi che hanno visto il coinvolgimento di Bulgaria, Cina, Corea del Nord, India, Israele, Pakistan, Russia, Serbia, Singapore e Ucraina. 6. Divieto di concessione di crediti all'esportazione da parte di governi dell’UE alle imprese dei rispettivi paesi in rapporto con qualsivoglia operazione commerciale o di investimento in Birmania 2008-03-23T01:38:41.6700000+01:00 https://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=5e48ea926b6a4d9c8b8a307f0540e40d&docid=c3572d02fe374370be5e12475c258e0f Sun, 23 Mar 2008 00:38:41 GMT ac48a126ad0d4458bdd8914c70c0c2f4 La UE estenderà le sanzioni per un altro anno a causa della assenza di progressi sui diritti umani La UE estenderà le sanzioni per un altro anno a causa della assenza di progressi sui diritti umani I Ministri degli esteri europei nella riunione del 28 aprile rivederanno le misure introdotte contro la Birmania in ottobre dello scorso anno, a seguito della brutale repressione nei confronti dei manifestanti e dei monaci buddisti. Queste misure, ratificate da un Regolamento UE approvato a marzo scorso, prevedono tra l’altro il divieto di importazione di pietre preziose, minerali, legname e la esportazione di macchinari connessi a tali settori produttivi. Tali sanzioni dovrebbero essere prorogate per un altro anno. Il segretario di stato per gli affari europei della Slovenia Hanez Lenarcic, ha dichiarato che si aspetta che la UE esorti la giunta militare a iniziare la programmazione per un”governo civile legittimo” e a rilasciare i prigionieri politici compreso la leader Aung San Suu Kyi. Alcune organizzazioni per i diritti hanno dichiarato che non sarà sufficiente prorogare le sanzioni e chede l’estensione ad altri settori tra cui il gas, l’energia, il settore finanziario e la proibizione di transazioni finanziarie nell’ambito UE da parte della giunta militare. Attualmente le esportazioni di petrolio e di gas dalla Birmania non sono toccate dalle sanzioni come pure i contratti firmati dalla Total per lo sfruttamento del gasdotto di Yadana nel sud della Birmania. Per questo si chiede che le sanzioni comprendano le imprese che finanziano la giunta militare come la Myanmar Oil and Gas Enterprise (MOGE). Lotte Leicht direttore di Human Right Watch ha dichiarato: “ la strada per un regime di sanzioni efficace sulla Birmania è di pensare in piccolo e di essere flessibili, andando a colpire i reali responsabili e coloro che si approfittano della giunta militare colpendo la loro abilità di accedere alle reti finanziarie internazionali per nascondere i profitti, per comprare armi e altri strumenti di repressione. Lavorando con costanza e segnalando le imprese che lavorano con il regime. La UE deve collaborare con altri paesi che hanno imposto le sanzioni come gli USA e l’Australia e condividere le informazioni e promuovere una azione coordinata. Se non si farà questo le sanzioni diventano uno strumento inutile . Anche il Parlamento Europeo ha chiesto il rafforzamento delle sanzioni nel corso della discussione tenutasi il 23 aprile scorso e ha denunciato i piani della giunta riguardo al referendum che si terrà il 10 maggio.. La UE estenderà le sanzioni per un altro anno a causa della assenza di progressi sui diritti umani I Ministri degli esteri europei nella riunione del 28 aprile rivederanno le misure introdotte contro la Birmania in ottobre dello scorso anno, a seguito della brutale repressione nei confronti dei manifestanti e dei monaci buddisti. Queste misure, ratificate da un Regolamento UE approvato a marzo scorso, prevedono tra l’altro il divieto di importazione di pietre preziose, minerali, legname e la esportazione di macchinari connessi a tali settori produttivi. Tali sanzioni dovrebbero essere prorogate per un altro anno. Il segretario di stato per gli affari europei della Slovenia Hanez Lenarcic, ha dichiarato che si aspetta che la UE esorti la giunta militare a iniziare la programmazione per un”governo civile legittimo” e a rilasciare i prigionieri politici compreso la leader Aung San Suu Kyi. Alcune organizzazioni per i diritti hanno dichiarato che non sarà sufficiente prorogare le sanzioni e chede l’estensione ad altri settori tra cui il gas, l’energia, il settore finanziario e la proibizione di transazioni finanziarie nell’ambito UE da parte della giunta militare. Attualmente le esportazioni di petrolio e di gas dalla Birmania non sono toccate dalle sanzioni come pure i contratti firmati dalla Total per lo sfruttamento del gasdotto di Yadana nel sud della Birmania. Per questo si chiede che le sanzioni comprendano le imprese che finanziano la giunta militare come la Myanmar Oil and Gas Enterprise (MOGE). Lotte Leicht direttore di Human Right Watch ha dichiarato: “ la strada per un regime di sanzioni efficace sulla Birmania è di pensare in piccolo e di essere flessibili, andando a colpire i reali responsabili e coloro che si approfittano della giunta militare colpendo la loro abilità di accedere alle reti finanziarie internazionali per nascondere i profitti, per comprare armi e altri strumenti di repressione. Lavorando con costanza e segnalando le imprese che lavorano con il regime. La UE deve collaborare con altri paesi che hanno imposto le sanzioni come gli USA e l’Australia e condividere le informazioni e promuovere una azione coordinata. Se non si farà questo le sanzioni diventano uno strumento inutile . Anche il Parlamento Europeo ha chiesto il rafforzamento delle sanzioni nel corso della discussione tenutasi il 23 aprile scorso e ha denunciato i piani della giunta riguardo al referendum che si terrà il 10 maggio. 2008-05-05T19:18:36.8370000+02:00 https://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=5e48ea926b6a4d9c8b8a307f0540e40d&docid=ac48a126ad0d4458bdd8914c70c0c2f4 Mon, 05 May 2008 17:18:36 GMT cd4b827743b84dc8a34433ef3ad21956 Diplomatici dell'UE hanno discusso delle sanzioni alla Birmania con la leader Aung San Suu Kyi e altri leader politici (Rangoon) – Martedì scorso alcuni diplomatici europei ha avuto colloqui con la leader birmana Aung San Suu Kyi e altri attivisti birmani dei partiti di opposizione e delle minoranze etniche. Tema la possibile revoca delle sanzioni occidentali. Circa 25 diplomatici dell'Unione europea da Bangkok, e nove ambasciatori presenti in Birmania, hanno partecipato alla riunione tenutasi a Rangoon presso l'Ambasciata Italiana. "I diplomatici non hanno dichiarato nulla, ma hanno solo preso nota della discussione." ha dichiarato uno dei partecipanti e rappresentante dell'NDF, il partito che si è scisso dall'NLD. Il rilascio di Suu Kyi dagli arresti domiciliari a novembre dopo le elezioni ampiamente criticate, ha riacceso il dibattito sulle sanzioni, applicate in particolare dall'Unione europea e dagli Stati Uniti in risposta alle violazioni dei diritti umani. L'NLD aveva recentemente pubblicato una lunga ed articolata dichiarazione sulla necessità di mantenere le sanzioni, illustrando anche che lo stato di grave povertà in cui si trova il paese non è dovuto alle sanzioni, ma alle scelta inique della giunta militare che preferisce intascare i proventi derivanti dagli investimenti internazionali piutttoscto che promuovere lo sviluppo sociale, l'istruzione e la sanità. L'NLD ha hanche chiesto ai governi che hanno posto le sanzioni di aprire un dialogo con l'NLD per valutare insieme i benchmarks e gli obiettivi che la giunta deve raggiungere perchè le sanzioni possano essere modificate, indicando tra i primi il rilascio di tutti i prigionieri politici. Un portavoce della Nld, Ohn Kyaing, ha detto che il gruppo non aveva nulla da riportare circa l'incontro, ma un diplomatico europeo a Rangoon ha dichiarato che i colloqui sono volti a "creare interazioni" tra i partiti di opposizione del Myanmar. "Tutti hanno mantenuto le loro posizioni", ha detto un diplomatico, rifiutando di essere nominato. " non sono abituati a discutere e negoziare tra di loro cos’ il dialogo non è stato facile. Questo non è nella loro cultura. " Khin Maung Swe ha detto ha dichiarato ai diplomatici che la gente ha sofferto a causa delle sanzioni. I sostenitori delle sanzioni commerciali e finanziarie hanno affermato che queste sono l'unico modo per fare pressione sulla giunta militare, dove ci sono circa 2.200 prigionieri politici. Il partito di Suu Kyi, ha lanciato un appello nel mese di febbraio per i colloqui con l'Occidente sulle sanzioni, ed ha dichiarato che queste i danni all’economia derivano dalla cattiva politica e che le eventuali modifiche devono essere collegati a un miglioramento dei diritti umani. Gli Stati Uniti hanno dichiarato il mese scorso che gli appelli per alleggerire le sanzioni nei confronti della Birmania sono prematuri. (15 Marzo 2011) 2011-03-22T22:21:58.1200000+01:00 https://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=5e48ea926b6a4d9c8b8a307f0540e40d&docid=cd4b827743b84dc8a34433ef3ad21956 Tue, 22 Mar 2011 21:21:58 GMT 0d0d6f0c87bd469499ea6f5bddf45434 La UE sospenderà i divieti di visto su alcuni ministri del come riconoscimento per i passi in avanti nel processo di democratizzazione. 2012-02-09T11:39:33.9670000+01:00 L'Unione Europea in un incontro tra alti funzionari di Bruxelles, ha deciso di iniziare la sospensione delle sanzioni sulla Birmania, come premio per i progressi compiuti dal paese. Sebbene l'UE non è tenuta ufficialmente a rivedere le sue politiche relative alle sanzioni fino ad aprile, i ministri ritengono che la UE dovrebbe rispondere rapidamente ai cambiamenti in atto in Birmania, nel tentativo di stimolare una riforma più incisiva. Il ministro degli Esteri inglese, Hague,aveva dichiarato ai giornalisti, che l'Unione europea "dovrebbe riconoscere i progressi fatti, in questo incontro di oggi". In uncomunicato diffuso dopo la riunione ha dichiarato: "Il Consiglio decide, come primo passo, che le misure restrittive (divieto di visto) per quanto riguarda il Presidente, i Vice Presidenti, i membri del governo e dei Presidenti delle due Camere del Parlamento deve essere sospeso ...". la UE aveva deciso la sospensione di alcuni divieti di visto, compresa quella del ministro degli Esteri Wunna Maung Lwin, l'anno scorso. Catherine Ashton, capo della politica estera europea, in un briefing dopo la riunione.ha descritto i cambiamenti in corso in Birmania come "straordinari" "Stiamo lavorando a stretto contatto con Aung San Suu Kyi - abbiamo fatto tutto in coordinamento con lei - ed io visiterò la Birmania,.probabilmente ad aprile dopo le elezioni e darò il pieno appoggio a quello che ci auguriamo sarà stato un passaggio di grande successo. " Il viaggio di Hague in Birmania è stato il primo di un ministro degli Esteri inglese dopo quello di Anthony Eden nel 1955. E 'stato seguito rapidamente dal suo omologo francese, Alain Juppé, che si è impegnato al momento di partire a che l'UE avrebbe risposto "in termini concreti a fronte di ... gesti significativi" . https://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=5e48ea926b6a4d9c8b8a307f0540e40d&docid=0d0d6f0c87bd469499ea6f5bddf45434 Thu, 09 Feb 2012 10:39:33 GMT ce8ba0425de34eb0a8e018c644c6c954 in vista della revisione delle sanzioni da parte UE il sindacato dichiara che i tempi non sono maturi per procedere ad una revisione sostanziale delle sanzioni qualsivoglia allentamento delle sanzioni dovrà essere introdotto in modo incrementale, collegando alle evidenze di progressi effettivi e sostanziali un proporzionale allentamento delle sanzioni 2012-04-10T14:34:28.0370000+02:00 CONFEDERAZIONE INTERNAZIONALE DEI SINDACATI PARAMETRI PER LE SANZIONI NEI CONFRONTI DELLA BIRMANIA Il movimento sindacale globale ormai da decenni è impegnato per la promozione della democrazia e dei diritti umani in Birmania, in particolare attraverso il sostegno ai sindacati e alle organizzazioni della società civile attive all’interno e all’esterno del paese. Di concerto con queste organizzazioni, siamo intervenuti con azioni di lobbying nei confronti di diversi governi e istituzioni internazionali affinché venissero imposte sanzioni per accelerare il ripristino della democrazia e il rispetto dei diritti umani internazionali. In risposta a ciò, i governi di Stati Uniti, Canada, Unione Europea e Australia hanno imposto, ciascuno, una serie di sanzioni su viaggi, , investimenti, finanza e diplomazia. Sono tuttavia sempre più frequenti le richieste di riesame di queste sanzioni in risposta sia alle misure reali intraprese dal governo birmano che a quelle percepite. Noi non riteniamo che i tempi non siano ancora maturi per procedere ad una revisione sostanziale delle sanzioni. Inoltre qualsivoglia allentamento delle sanzioni dovrà essere introdotto in modo incrementale, collegando alle evidenze di progressi effettivi e sostanziali un proporzionale allentamento delle sanzioni. Questo documento si pone l’obiettivo di delineare le priorità del movimento sindacale, suggerendo inoltre una risposta adeguata che permetta di rispettare i parametri sopra elencati. Va sottolineato che tali parametri non coprono l’intero panorama di problemi sui quali il governo birmano è tenuto ad intervenire; Per questa ragione sollecitiamo i governi a far riferimento anche alle raccomandazioni di altre organizzazioni della società civile che sollevano ulteriori e urgenti preoccupazioni in materia di diritti umani. Contesto Nel periodo tra la fine del 2011 e l’inizio del 2012 in Birmania abbiamo effettivamente constatato alcuni cambiamenti. Nel 2011 il governo ha avviato un dialogo politico con Daw Aung San Suu Kyi (ASSK), dialogo tuttora in corso. La Lega Nazionale per la Democrazia (NLD) è riuscita ad ottenere importanti modifiche della legge elettorale, grazie alle quali ha potuto costituirsi legalmente quale partito politico, permettendo quindi ad ASSK e ad altri attivisti della NLD di candidarsi al Parlamento nelle elezioni suppletive dell’aprile 2012. Recentemente il governo ha rilasciato diversi prigionieri politici, tra cui attivisti sindacali e leader del movimento “Generazione 88”. Di recente è stato inoltre sottoscritto un accordo per il cessate il fuoco con alcuni gruppi etnici, tra cui il Karen National Union (KNU), per quanto su questo accordo permangano ancora alcuni dubbi. È stata inoltre rimossa la censura nei confronti dei media e le restrizioni nei confronti dell’accesso a Internet. Tuttavia, molto resta ancora da fare nei settori nei quali sono stati compiuti alcuni passi in avanti, visto che questi problemi sono ben lungi dall’essere stati risolti e permane la necessità di attuare fondamentali riforme istituzionali e legislative. L’attuale Costituzione presenta vizi di fondo e il Parlamento risulta tuttora dominato da militari e da ex militari. Un vasto numero di prigionieri politici sono tuttora in carcere e il governo sembra disposto a fare poco o nulla a sostegno di coloro che per anni, se non per decenni, sono stati sottoposti a torture e/o a condizioni di detenzione disumane. I sistemi normativo e giudiziario all’origine delle condanne di questi soggetti non sono stati modificati, con la conseguenza che questi attivisti potrebbero ritrovarsi molto presto in carcere. Inoltre, nonostante gli accordi per il cessate il fuoco i militari proseguono nei propri attacchi brutali a danno delle comunità etniche degli Stati Kachin e Shan, mentre non si è affatto intervenuti sulle cause alla base dei conflitti armati di lunga data. Su numerosi altri fronti il governo non ha ancora avviato nessuna iniziativa seria. Nonostante l’istituzione di una Commissione d’Inchiesta dell’ILO nel 1998, il lavoro forzato (inclusa la coscrizione e l’utilizzo di bambini soldato) rimane diffuso in buona parte del paese. Il governo ha fallito completamente dal frenare l’esercito, responsabile di buona parte dei casi di lavoro forzato, né di assicurare che i responsabili vengano perseguiti e condannati alla giusta pena, una volta dichiarati colpevoli. Proseguono in tutto il paese altre gravi violazioni dei diritti umani, i cui responsabili solo di rado vengono chiamati a renderne conto. Non è stata approntata nessuna riforma del sistema giudiziario che garantisca l’indipendenza dall’interferenza militare o politica. Nonostante l’approvazione della nuova legge, i sindacati non sono ancora liberi di registrarsi e di operare, mentre non esiste una norma di legge moderna che regolamenti la contrattazione collettiva e la risoluzione dei conflitti sul lavoro. Sono tuttora in vigore leggi, ordinanze e decreti che frappongono ostacoli invalicabili all’esercizio delle libertà sindacali, mentre la Federation of Trade Unions – Burma (FTUB), organizzazione sindacale affiliata alla CIS, risulta ancora fuorilegge come presunta “organizzazione terroristica”. Lo stesso Segretario Generale è stato falsamente accusato di avere commesso atti terroristici. Ripetute dichiarazioni rese da diversi funzionari di alto rango ci preoccupano enormemente circa il fatto che il governo tenterà di reprimere la costituzione di un movimento sindacale indipendente[1]. In questo processo, sottolineiamo l’importanza del dialogo tra tutte le parti a livello nazionale e internazionale. La CIS, di concerto con i propri affiliati, è pronta e disponibile ad avviare un dialogo franco e aperto con tutte le parti, compresi il governo birmano e le associazioni imprenditoriali del paese, con l’obiettivo di delineare un percorso che permetta la rifondazione del paese sulla base del rispetto per i diritti umani fondamentali, l’inclusione sociale, la protezione dell’ambiente e uno sviluppo economico e sociale sostenibile e ampiamente condiviso. Riteniamo che tale sviluppo si debba basare sulla promozione di lavoro dignitoso, la piena occupazione, la protezione sociale ed investimenti responsabili e seri nel rispetto delle norme dell’ILO, del Quadro di riferimento delle Nazioni Unite su imprese e diritti umani e delle Linee guida dell’OCSE per le imprese multinazionali. PARAMETRI SINDACALI PRIORITARI PER LA BIRMANIA A. Parametri relativi al lavoro 1. Porre fine al lavoro forzato: Nel 2011 il Comitato di Esperti dell’ILO ha dichiarato di avere ricevuto “documentazione esauriente e dettagliata in relazione al persistere di diffuse pratiche di lavoro forzato da parte di autorità civili e militari in quasi tutti gli Stati e le divisioni del paese”[2]. Relazioni pubblicate successivamente da fonti credibili dimostrano come il ricorso diffuso e sistematico al lavoro forzato (compreso il reclutamento forzato di bambini soldato) prosegua senza sosta in tutto il paese. In particolare, i militari continuano ad obbligare gli abitanti dei villaggi a fare da portatori, nella costruzione e riparazione di strade, nella costruzione di campi militari, erezione di fortificazioni e sgombero di strade. In alcuni casi gli abitanti dei villaggi sono anche costretti alla coltivazione di riso e altre colture ad uso dei militari[3]. In alcune regioni, come ad esempio nello Stato Arakan, il ricorso al lavoro forzato è addirittura aumentato nel 2011[4]. Inoltre in numerose regioni chiunque voglia presentare una denuncia è fatto oggetto o di minacce o viene scoraggiato dal farlo. Nel 2011 Human Rights Watch e il Karen Human Rights Group hanno pubblicato un corposo rapporto dal titolo Dead Men Walking: Convict Porters on the Front Lines in Eastern Burma (Condannati a morte: carcerati costretti a fare i portatori sulle linee del fronte in Birmania orientale) sul ricorso a centinaia di carcerati come portatori forzati da parte dei militari, tra l’altro nello Stato Karen settentrionale[5]. Nelle interviste i carcerati hanno dichiarato di essere stati sottoposti a condizioni terribili. I militari hanno giustiziato dei carcerati, hanno inflitto abusi fisici e si sono rifiutati di fornire loro protezione dai pericoli di operazioni militari o di prestare cura ai feriti o ai malati. Ai portatori sono stati negati addirittura cibo e acqua, ed hanno dovuto trasportare carichi estremamente pesanti lungo percorsi pericolosi con riposi ridotti al minimo. Vi sono inoltre continui rapporti sul reclutamento di bambini soldato da parte delle forze armate. Solo pochi responsabili di questi casi sono stati sanzionati, e anche quando ciò è avvenuto si è trattato di sanzioni di carattere amministrativo, come ad esempio misure disciplinari o l’espulsione dall’esercito. Nel 1998 la Commissione d’Inchiesta dell’ILO ha richiesto al governo birmano di introdurre le misure necessarie al fine di garantire: 1) che le norme di legge pertinenti, in particolare la Legge sui villaggi e la Legge sulle città, fossero rese conformi alla Convenzione; 2) che nella pratica non venisse più imposto lavoro obbligatorio o forzato da parte delle autorità, con particolare da parte dei militari; 3) che le sanzioni comminabili ai sensi della sezione 374 del Codice Penale per l’imposizione di lavoro obbligatorio o forzato venissero rigorosamente attuate, a seguito di indagini approfondite, azoni penali e punizioni adeguate per i colpevoli. La Relazione dell’ILO al Consiglio d’Amministrazione del novembre 2011: “Sviluppi relativi alla questione dell’osservanza da parte del governo birmano della Convenzione n.29 sul lavoro forzato, 1930” dimostra come, sebbene siano stati compiuti alcuni piccoli passi avanti, la Birmania non abbia ancora non abbia ancora ottemperato a nessuna delle richieste, ad oltre un decennio dalla costituzione della Commissione[6]. Il governo è tenuto a dare piena attuazione parametri introdotti dalla Commissione d’Inchiesta dell’ILO, garantendo al tempo stesso rimedi efficaci a favore delle vittime[7]. 2. Garanzia delle libertà sindacali e della contrattazione collettiva come previsto dalle Convenzioni 87 e 98 dell’ILO. Ad ottobre 2011, il Governo birmano ha approvato la Legge sulle Organizzazioni del Lavoro (LOL). Si tratta senza dubbio di un passo avanti rispetto alla lunga situazione precedente, nella quale le libertà sindacali erano vietate per legge e nella pratica. Tuttavia permangono due importanti problemi. Innanzitutto, la LOL non è ancora entrata in vigore, poiché il governo ora sostiene di dover prima introdurre le relative norme attuative per poi permettere la registrazione delle organizzazioni sindacali. Questo importante dettaglio non era stato reso noto a nessuno (nemmeno al Consiglio d’Amministrazione dell’ILO di novembre), per cui le organizzazioni sindacali locali hanno tentato di registrarsi ai sensi della nuova legge. In conseguenza di ciò, alcuni leader sindacali sono stati interrogati e minacciati dalla polizia, dalle forze speciali e dalle autorità locali. Tutte le richieste di registrazione sono state respinte. Alla data odierna, non esiste un quadro giuridico vigente che permetta alle organizzazioni sindacali di registrarsi e di operare. In secondo luogo, la LOL non include pienamente i diritti garantiti ai sensi delle Convenzioni 87 e 98 dell’ILO. le future modifiche della LOL, e se necessario, delle norme attuative, dovranno avvenire attraverso un processo tripartito che preveda la partecipazione del governo e dei rappresentanti dei datori di lavoro e delle organizzazioni sindacali, ciò che purtroppo non è accaduto al momento della precedente redazione di entrambe. La LOL è sprovvista quasi del tutto di norme utilizzabili relative alla contrattazione collettiva e alla risoluzione dei conflitti sul lavoro. In mancanza ciò, permane l’ambiguità su quali siano le norme di legge - sempre ammesso che esistano - che regolamentano i conflitti industriali. Anche questo aspetto deve essere risolto con l’approvazione di norme di legge che istituiscano l’obbligo alla contrattazione collettiva in buona fede e rapide procedure per la risoluzione dei conflitti. Da ultimo, le norme di legge sul lavoro (come pure diverse ordinanze e decreti sulle libertà sindacali) adottate negli anni ‘20, ‘60 e ‘80 potrebbero permanere in vigore. In effetti la LOL ha abrogato solamente la Legge sui sindacati del 1926. Preoccupa in particolare la mancata esplicita abrogazione, almeno per quanto a nostra conoscenza, delle seguenti norme di legge: Ordinanza 2/88 (che proibisce gli assembramenti o la possibilità di camminare o marciare in corteo da parte di gruppi di cinque o più persone, indipendentemente dal fatto che l’atto si proponga di creare disturbo o di commettere un reato); Ordinanza 6/88 (secondo la quale “le organizzazioni sono tenute a richiedere l’autorizzazione a costituirsi al Ministero degli affari interni e religiosi”, indicando inoltre che chiunque sia ritenuto colpevole di iscrizione, sostegno o favoreggiamento nei confronti di organizzazioni non autorizzate, o utilizzo di materiali a queste collegati viene punito con una pena detentiva fino ad un massimo di tre anni; Legge sulle associazioni illegali (secondo la quale chiunque sia iscritto ad un’associazione illegale, o partecipi a riunioni di tale associazione, oppure contribuisca, o riceva, o richieda contributi per gli scopi di tale associazione, o in qualsivoglia modalità fornisca assistenza alle attività di tale associazione, viene punito con il carcere per una pena non inferiore ai due anni e non superiore ai tre anni, oltre ad essere passibile di sanzione pecuniaria; Dichiarazione 1/2006 (nella quale si asserisce che la Federation of Trade Unions of Burma (FTUB) è una “organizzazione terroristica”, pur essendo effettivamente un’organizzazione sindacale che opera attraverso mezzi non violenti). Tutti questi decreti devono essere abrogati. Desta particolare preoccupazione il fatto che il governo birmano continui a considerare l’ FTUB una organizzazione terroristica e il suo Segretario Generale un terrorista, nonostante le numerose raccomandazioni da parte dell’ILO nelle quali è stato richiesto al governo di riconoscere l’ FTUB come organizzazione sindacale legittima[8]. Fino a quando ciò non avverrà, i dirigenti dell’FTUB saranno obbligati a proseguire la gestione delle attività del sindacato dall’esilio. All’ FTUB deve essere consentito di operare liberamente all’interno del paese quale federazione sindacale regolarmente costituita, e ai suoi leader dovrà essere consentito di rientrare nel paese. A seguito di richiesta ufficiale il governo dovrà emettere i visti a uno o più esperti in materia di libertà sindacali, in modo da permettere loro di lavorare nell’Ufficio ILO di Rangoon, per fornire assistenza tecnica al nascente movimento sindacale. Tale richiesta è stata formulata da tempo dal movimento sindacale internazionale. Inoltre ci aspettiamo l’istituzione di un organismo nazionale tripartito con il compito di presentare regolarmente, nel corso dei prossimi cinque anni, relazioni approfondite al Consiglio d’Amministrazione dell’ILO, per quanto riguarda la registrazione e il riconoscimento dei sindacati, ivi compresi sindacati locali, regionali, le federazioni e le confederazioni. Tale organismo potrebbe anche farsi carico di redigere le necessarie revisioni della LOL. B. Criteri relativi a diritti umani e democrazia 1. Rilascio dei prigionieri politici ancora in carcere e rientro degli esiliati politici: Negli ultimi mesi il governo ha provveduto al rilascio di centinaia di prigionieri politici, tra cui numerosi attivisti sindacali. È tuttavia necessario che il governo completi l’opera, rilasciando senza condizioni tutti i prigionieri politici ancora in carcere e approvando un’amnistia che ne annulli le condanne. Secondo le stime della AAPPB, l’Associazione per l’assistenza ai prigionieri politici (Birmania), sono oltre 1000 i prigionieri politici ancora in carcere, anche dopo il rilascio di 651 prigionieri avvenuto il 16 gennaio 2012[9]. Inoltre il governo si deve assumere la responsabilità degli danni fisici e psicologici derivanti dalla detenzione prolungata di questi prigionieri, come pure di quelli derivanti dalla tortura e da altri trattamenti brutali loro inflitti, adottando un piano complessivo per il loro recupero. Allo stesso modo, a coloro che sono stati costretti all’esilio possibilità deve essere concesso di rientrare nel paese senza la minaccia di arresto a causa di attività politiche svolte in passato. A questo proposito, è necessario che il Parlamento dovrà attivarsi per l’abrogazione delle numerose norme di legge utilizzate per imprigionare di questi attivisti. Nel frattempo il governo dovrebbe interrompere immediatamente il ricorso a queste norme di legge quale strumento per soffocare il dissenso politico. 2. Porre fine ad altri gravi abusi dei diritti umani: Purtroppo il lavoro forzato non costituisce l’unica violazione dei diritti umani commessa dalle autorità civili e militari birmane. Organizzazioni dei diritti umani e Nazioni Unite hanno documentato violazioni diffuse e sistematiche dei diritti umani – ivi compresi crimini di guerra e crimini contro l’umanità – commesse in tutto il paese nel periodo 2011-12. In particolare, nei territori abitati dalle minoranze etniche sono state perpetrate violazioni quali esecuzione di uccisioni extragiudiziarie, torture, stupri, sparizioni di persone, trasferimenti forzati, distruzione degli approvvigionamenti di acqua e cibo e distruzione di villaggi; Ciò ha creato un’enorme crisi di rifugiati, con oltre 450.000 sfollati interni e un numero di gran lunga superiore di rifugiati nei paesi confinanti con la Birmania e in altri. È necessario che il governo ponga fine a questi abusi dei diritti umani commessi dalle forze armate e da funzionari civili . Il governo dovrebbe adottare politiche chiare per il rispetto del diritto internazionale, assicurandone il rispetto e la attuazione attraverso lungo la catena di comando delle forze armate fino alle truppe. In caso di violazione, i responsabili devono essere severamente puniti. quelle Nella misura in cui le norme di legge nazionali non sono conformi alle norme internazionali sui diritti umani, il Parlamento dovrebbe agire rapidamente per far si che dette norme rispettino gli standard internazionali. Quanto sopra dovrà essere attuato da un sistema giudiziario indipendente e professionale. Nel frattempo, è necessario che il governo permetta agli osservatori un accesso senza limitazioni di sorta nelle aree in cui si verificano violazioni dei diritti umani. 3. Proclamazione di un cessate il fuoco a livello nazionale e avvio di un intervento sulle cause alla radice del conflitto: Fino a quando proseguiranno i conflitti etnici la Birmania non potrà avere un futuro sostenibile e pacifico. Il governo deve lavorare per il conseguimento di un cessate il fuoco a livello nazionale, prerequisito per qualsivoglia positivo sviluppo a livello politico, sociale ed economico per il paese. Tuttavia è anche necessario che il governo vada oltre, intervenendo anche sulle problematiche all’origine di conflitti che perdurano ormai da decenni. Qualsivoglia cessate il fuoco deve prevedere l’impegno a negoziare gli obiettivi posti dalle minoranze etniche per un decentramento/federalismo costituzionale, la condivisione dei poteri e un sistema fiscale federale equo, oltre a garantire i diritti delle singole minoranze, ivi compresi quelli religiosi, culturali e linguistici. È questo l’unico modo per garantire una pace sostenibile. 4. Elezioni libere ed eque e limitazione dell’intervento dei militari nel governo e nell’economia: La Birmania deve poter celebrare elezioni libere ed eque alle quali tutti i cittadini e tutti i gruppi etnici possano partecipare liberamente e in cui chiunque soddisfi i necessari prerequisiti potrà candidarsi. Le prossime elezioni suppletive costituiranno un importante banco di prova per determinare se le recenti modifiche apportate alle leggi che regolamentano i partiti politici siano state pienamente attuate. Nelle elezioni future dovrà essere data la possibilità di partecipare ai partiti politici che rappresentano i gruppi etnici di tutta la Birmania. Dovrà essere ammessa la presenza di osservatori internazionali che verifichino il processo elettorale in tutto il paese, al fine di valutare in che misura la Birmania si sia effettivamente impegnata nelle riforme democratiche. Inoltre la Costituzione del 2008 concede un potere rilevante ai militari.La Costituzione dovrebbe essere emendata al più presto possibile in modo da escludere i militari dalla sfera politica. Il governo dovrà inoltre introdurre norme di legge che limitino sostanzialmente la partecipazione dei militari alle imprese economiche e il loro ruolo negli investimenti diretti esteri. Conclusioni: Il movimento sindacale internazionale non suggerisce un approccio all’allentamento delle sanzioni che preveda la semplice corrispondenza tra una specifica sanzione e un determinato parametro. Piuttosto, siamo favorevoli ad un allentamento graduale e misurato delle sanzioni, a mano a mano che il governo birmano compirà progressi sull’insieme di questa lista. Ad esempio, sanzioni mirate “ morbide” potranno essere revocate solamente in presenza di prove di riforme strutturali reali, per quanto parziali (ad esempio nella misura del 50%), con la revoca di ulteriori sanzioni economiche in presenza di progressi più sostanziali (75%) e una revoca totale delle sanzioni (commerciali e sugli investimenti) una volta che i parametri siano stati completamente rispettati. Nel frattempo, governi e istituzioni internazionali potrebbero contribuire alla accelerazione di questo processo, in consultazione con le organizzazioni dei lavoratori e dei datori di lavoro, unitamente ad altre organizzazioni della società civile, fornendo assistenza tecnica in modo da superare i numerosi problemi identificati nel presente documento. La comunità internazionale deve iniziare a prepararsi fin da subito per una Birmania del post-sanzioni. Gli investimenti in Birmania, in particolare provenienti dall’Asia (e soprattutto dalla Cina) sono comunque proseguiti e si stanno ulteriormente intensificando. Con l’allentamento o la revoca delle sanzioni si registrerà senza dubbio una vera e propria “corsa all’oro” degli investimenti internazionali”, nel tentativo di sfruttare le abbondanti risorse naturali del paese, il basso costo del lavoro e l’inesistenza di norme di responsabilità pubblica. La comunità internazionale può - e in realtà deve - evitare che una miseria vada a sostituirne un’altra. È assolutamente essenziale che i nuovi investimenti in Birmania, una volta che le sanzioni saranno finalmente revocate, vadano a sostegno dello sviluppo sociale ed economico di lungo periodo dell’intera nazione. Ciò non si potrà realizzare senza il rispetto dei diritti dei lavoratori, la tutela dell’ambiente e la responsabilità e la trasparenza pubblica. Per raggiungere questi risultati sarà necessario un coordinamento a livello internazionale, e l’impegno di governi, imprese e donatori al pieno rispetto di un pacchetto di principi internazionali sulla responsabilità e l’accountability delle imprese. I principi esistenti – come le Linee guida OCSE sulle multinazionali e i Principi guida su imprese e diritti umani: attuazione del Quadro di riferimento delle Nazioni Unite “Proteggere, rispettare e rimediare” – possono essere utilizzati come regole del gioco. [1] In diverse occasioni alcuni funzionari del governo hanno dichiarato che i sindacati non sarebbero necessari. Lo scorso mese di giugno un funzionario del ministero del lavoro ha dichiarato ai media: “Dei lavoratori si occupa il Ministero, per cui non c’è nessun bisogno di un sindacato… Se verrà loro data la possibilità di costituire un sindacato, questo potrebbe distruggere la stabilità del paese”. Si veda l’articolo Burmese Chamber of Commerce Threatens Crackdown on High-Paying Factories, pubblicato su The Irrawaddy, il 7 giugno e disponibile in linea all’indirizzo http://www.irrawaddy.org/ article.php?art_id=21445 [2]http://www.ilo.org/wcmsp5/groups/public/@ed_norm/@relconf/documents/meetingdocument/wcms_151556.pdf [3] Newsletter di febbraio 2011 disponibile in linea all’indirizzo www.shanhumanrights.org/index.php/newsletter/ 74-2011/305-february-2011.html; Newsletter di marzo 2011 disponibile in linea all’indirizzo www.shanhumanrights.org/ index.php/newsletter/ 74-2011/306-march-2011.html. [4] Si veda The Arakan Project, Forced Labour after the Elections: An Overview of Forced Labour Practices in North Arakan, Burma (Nov. 2010-July 2011). Il rapporto rileva anche come secondo stime di osservatori il 35-40% dei lavoratori forzati siano bambini, alcuni dei quali addirittura di appena 10 anni di età. [5] Il rapporto è disponibile in linea all’indirizzo http://www.hrw.org/reports/2011/07/12/dead-men-walking-0. Un corposo allegato contenente le interviste utilizzate per la stesura del rapporto è disponibile in linea all’indirizzo http://www.khrg.org/ khrg2011/khrg1102.pdf. [6] Disponibile in linea all’indirizzo http://www.ilo.org/wcmsp5/groups/public/---ed_norm/---relconf/documents/meetingdocument/wcms_166958.pdf. [7] Stati Uniti e Unione Europea hanno sospeso i vantaggi derivanti dall’inclusione della Birmania nel Sistema delle Preferenze Generalizzate (GSP) in ragione del costante e diffuso ricorso al lavoro forzato. Appare evidente come l’inclusione della Birmania nel GSP non debba essere rinnovata fino all’eliminazione del lavoro forzato. [8] Si veda tra gli altri Comitato per la libertà sindacale, Caso 2591 (Birmania) 2008, par. 1093. [9] Il numero di prigionieri politici ancora detenuti in Birmania permane ancora nell’incertezza. Appoggiamo la raccomandazione della AAPPB favorevole ad un processo di verifica sostenuto dalle Nazioni Unite al fine di determinare con esattezza il numero di prigionieri politici tuttora detenuti in Birmania. https://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=5e48ea926b6a4d9c8b8a307f0540e40d&docid=ce8ba0425de34eb0a8e018c644c6c954 Tue, 10 Apr 2012 12:34:28 GMT 02d2849f66bb47a7b078709368a7923a la UE interrompe le relazioni con le forze armate birmane. 2017-10-17T08:26:16.0070000+02:00 L'Unione europea lunedì 16 ha dato un colpo a ciò che erano stati dei legami sempre più amichevoli tra il blocco dei paesi UE e l'esercito birmano, affermando che avrebbe sospeso qualsiasi invito ai responsabili del Tatmadaw e avrebbe "esaminato tutta la cooperazione pratica sui temi della difesa", mantenendo inoltre l’attuale embargo sulle armi. La rottura delle relazioni nasce a seguito del conflitto nello Stato Arakan, che il Consiglio dell'Unione ha descritto come uno "sproporzionato di uso delle forze da parte delle forze di sicurezza" contro i musulmani Rohingya. I più alti funzionari delle Nazioni Unite hanno descritto la campagna di contro-insurrezione come un "caso da manuale dipulizia etnica", un'accusa che il consigliere della sicurezza nazionale della Birmania ha negato in una dichiarazione davanti al corpo mondiale il mese scorso. "La situazione umanitaria e dei diritti umani nello Stato Rakhine [Arakan] è estremamente grave", afferma la risoluzione adottata dal Consiglio dell'UE il lunedì. "Ci sono rapporti profondamente preoccupanti su continui incendi e violenze contro le persone e gravi violazioni dei diritti umani, tra cui l’uso indiscriminato delle armi, la presenza di mine terrestri e le violenze sessuali e di genere. Questo non è accettabile e deve terminare immediatamente ". La dichiarazione è stata rilevante in quanto in tre sue parti faceva riferimento alla popolazione "Rohingya, un uso di una terminologia controversa che solo l'anno scorso l'ambasciatore dell'UE in Birmania ha detto non sarebbe stato pronunciata, su richiesta del consigliere di Stato Aung San Suu Kyi. "Quando così tante persone vengono sfollate in modo così rapido, questa indica con forza un'azione deliberata per espellere una minoranza", ha detto la dichiarazione, invitando il governo della Birmania a garantire che i rifugiati Rohingya, di cui oltre 500.000 sono fuggiti in Bangladesh nelle ultime settimane, possano tornare "in sicurezza e dignità". L'esodo di massa è stato indotto da una pesante risposta della sicurezza contro gli attentati militari dell'Arakan Rohingya Salvation Army (ARSA) su alcuni avamposti della polizia il 25 agosto. Un paese europeo, non vincolato dagli impegni di adesione all'Unione europea, però, non sembra essere toccato dalla violenza nello Stato Arakan: Secondo i media dello stato birmano, la Svizzera ha ricevuto lunedì una delegazione che comprendeva il generale n. 2 dell’ Tatmadaw, Soe Win. La risoluzione del Consiglio dell'UE arriva solo poche settimane dopo un tentativo tra il Tatmadaw e la Gran Bretagna, che ha sospeso un programma di formazione per gli ufficiali birmani e gli ex militari mentre i rappresentanti delle forze armate birmane hanno dichiarato di non voler prendere "mai più" in considerazione l’invio di propri uomini nel Regno Unito per qualsiasi tipo di impegno militare bilaterale. La rottura nei rapporti minaccia di indebolire le prospettive di investimento in Birmania da parte delle imprese dell'UE dopo l'abolizione di una serie di sanzioni economiche nel 2013. La Birmania sembra sempre più doversi rivolgere ai vecchi partner economici come la Cina, vista spirale nella situazione dello Stato Arakan: i media statali hanno riferito domenica di una manifestazione a favore del leader cinese, Xi Jinping, del primo ministro indiano Narendra Modi e del presidente russo Vladimir Putin per il loro approccio alla crisi dello stato Arakan. Storie correlate Il Consiglio dell'Unione europea ha invitato altresì la Birmania ad accettare la missione di inchiesta delle Nazioni Unite istituita a marzo per verificare le violazioni dei diritti umani nello Stato Arakan, così come negli stati Kachin e Shan. Il governo ha detto che non permetterà ai membri del team di entrare in Birmania. Tuttavia, quella della UE non è stata una condanna globale. "L'UE ei suoi Stati membri riconfermano il loro forte impegno, sottolineato dalla strategia sul Myanmar [giugno 2016] a sostegno della transizione democratica del Paese, la pace, la riconciliazione nazionale e lo sviluppo socioeconomico", ha sottolineato la risoluzione di lunedì https://www.birmaniademocratica.org/document.aspx/it/a_ue_interrompe_le_relazioni_con_le_forze_armate_birmane_/unione_europea?lang=it Tue, 17 Oct 2017 06:26:16 GMT b759ee8954e34a398d559ea4d7fac3e0 EU COUNCIL DECLARATION ON RAKHINE SITUATION 2017-10-17T08:46:47.8600000+02:00 Attached the EU Council conclusions adopted on the 16th of October on the situation of Rakhine State. https://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=5e48ea926b6a4d9c8b8a307f0540e40d&docid=b759ee8954e34a398d559ea4d7fac3e0 Tue, 17 Oct 2017 06:46:47 GMT