Sindacato https://www.birmaniademocratica.org/section.aspx/it/sindacato?lang=it 3ff16b63e9524ef19a1e45abfbf0b7ff Myanmar labour movement’s economic and political challenges to the military junta After shortly describing the political reasons at the basis of the military coup of February 1st 2021, and the international dynamics that facilitated it, the paper of Khaing Zar Aung President of IWFM and Cecilia Brighi General Secretary ITALIA-BIRMANIA.INSIEME will analyze the crucial role of women, youth and labour organizations in the construction of the Civil Disobedience Movement, the role of the general strikes of the first months; the role of public service, university school professors, teachers, doctors, railway and energy workers and other staff; the widespread internal boycotting campaign of products from factories linked to the junta with the aim of paralyzing the economy and strangling the junta power; the role of trade, economic and political restrictive measures decided by some governments and the EU, and the obstacles behind similar decisions at the UN ole; The elaboration of the labour movement strategies toward the definition of a new federal democratic Constitution; The reasons behind the Labour Alliance and other 183 organizations request for Comprehensive Economic Sanctions. That should include the financial, insurance and reinsurance sectors, the garment supply chain, and the impossible negotiations to save jobs and decent working conditions. The role of the CDM to support the NUG request for their recognition, and for the SAC credential withdrawal, starting from the WHO, the ILO the FAO and finally at the UN, and the consequent refusal of the SAC and of its proposal for new elections in 2023. 2022-03-12T18:11:55.8370000+01:00 https://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=652e4b2aa75949e3a974c63a7438daee&docid=3ff16b63e9524ef19a1e45abfbf0b7ff Sat, 12 Mar 2022 17:11:55 GMT 9ff69ee7479b421bb2b15e0683699958 Arrestata sindacalista dei contadini Su Su Nway era impegnata a sostegno dei contadini per la restituzione delle terre confiscate 2015-07-25T17:34:50.0700000+02:00 I Gruppi per i diritti umani hanno espresso forti preoccupazioni per l’arresto arbitrario di Daw Su Su Nway, una tra le leader della Myanmar Farmers Union. L'Osservatorio per la protezione dei difensori dei diritti umani, un programma congiunto della Federazione internazionale dei diritti umani (FIDH) e dell'Organizzazione Mondiale contro la Tortura (OMCT), hanno chiesto un intervento urgente su questo evento. Secondo le informazioni, il 23 luglio, Daw Su Su Nway è stato arrestata dalla polizia di Intagaw, Pegu Township, mentre stava rientrando a Yanngon dopo un incontro con gli agricoltori impegnati controversia sulla confisca delle terre. L'incontro con gli agricoltori mirava a chiedere la restituzione delle terre che i militari avevano confiscato loro nella Township di Nyaunglebin nel 2003. Lo stesso giorno, un tribunale della Divisione di Pegu ha accusato Daw Su Su Nway ai sensi dell'articolo 447 del codice penale (violazione di domicilio), l’ha inviata nella prigione di Pegu. Daw Su Su Nway ha negato le accuse e ha respinto la cauzione, che le era stata concessa dal tribunale. Ai primi di giugno, la polizia di Intagaw aveva informata Daw Su Su Nway che un comandante del locale dell'esercito, il capitano Hein Zaw, aveva sporto denuncia contro di lei per violazione di domicilio. Il suo processo è dovrebbe iniziare il 29 luglio. Daw Su Su Nway è già stata arrestata in varie occasioni tra il 2005 e il 2007. Finalmente è stata rilasciata insieme a centinaia di altri prigionieri politici durante l'amnistia presidenziale 12 ott 2011. L'Osservatorio ha dichiarato che la condanna l'arresto e la persecuzione giudiziaria nei confronti di Daw Su Su Nway, sembra voler minare le sue attività pacifiche a sostegno dei diritti umani, e invita le autorità birmane a rilasciarla immediatamente e senza condizioni. vedi http://www.mizzima.com/news-domestic/farmers%E2%80%99-union-leader-arrest-sparks-concern#sthash.hJpPhmVO.dpuf https://www.birmaniademocratica.org/document.aspx/it/arrestata_attivista_dei_diritti_del_lavoro_su_su_nway/sindacato?lang=it Sat, 25 Jul 2015 15:34:50 GMT e18795eec9894800a9de4e8f6952d7d4 le imprese dell'abbigliamento minacciano la chiusura se il governo approverà il salariominimo di 3,25 $ al giorno le imprese propongono un salario di fame pari a 2,5 $ al giorno. 2015-07-04T19:01:22.0270000+02:00 In Birmania gli imprenditori del settore tessile abbigliamento minacciano di chiudere i battenti se il governo birmano adotterà il salario minimo di 3.20 $ al giorno, per imprese con oltre 15 dipendenti. Dopo una consultazione durata un anno con imprenditori e sindacati birmani, il governo ha annunciato questa decisione. In una riunione tra degli imprenditori del settore tessile abbigliamento che ha visto la partecipazione di oltre 200 irappresentanti del Myanmar Garment Manufacturers association,che includono imprenditori Sud Coreani, cinesii rappresentanti delle imprese di settore minacciano di chiudere i battenti se il governo approverà questa decisione. Gli imprenditori propongono un salario minimo di 2.5$ al giorno e la riduzione della percentuale di salario straordinario, che è la più alta di tutto il sudest asiatico. Le imprese del settore occupano circa 230.000 lavoratori e rappresentano uno dei settori più ampi del paese. Il sindacato Birmano CTUM terrà una conferenza stampa contro le minacce delle imprese. Sharan Barrow Segretario Generale dell'ITUC ha dichiarato " il salario minimo proposto pone i lavoratori birmani appena sopra la soglia minima di povertà che è di 1.25$ al giorno. imitando la campagna dell'American Chamber of Commerce che mira a ridurre il salario minimo e il lavoro dignitoso alcune imprese birmane stanno cercando di impedire che i lavoratori birmani possano ottenere un salario minimo che neanche permetta la loro sopravvivenza. Questo non è che un ulteriore esempio di come il modello di catena di fornitura globale sia corrotto e di come impoverisca le condizioni di vita dei lavoratori creando al contepmpo un aumento dei profitti delle imprese. https://www.birmaniademocratica.org/document.aspx/it/le_imprese_dell_abbigliamento_minacciano_la_chiusura_se_il_governo_approvera_il_salariominimo_di_3_25_al_giorno/sindacato?lang=it Sat, 04 Jul 2015 17:01:22 GMT bbd178fa75ba4bc78ce486ac1f91acbc Sindacato birmano i successi di una strategia che viene da lontano e che ha puntato alla solidarietà e dialogo 2015-07-23T15:56:58.1900000+02:00 Finalmente dopo l’approvazione della legge sulle organizzazioni de lavoro nel novembre 2011, il governo birmano a approvato la registrazione della Confederazione dei Sindacati Birmani CTUM. Questo è un grande successo che premia il lungo e difficile lavoro, iniziato nel 1992 in clandestinità dalla Tailandia e proseguito poi in Birmania, dopo l’accordo con il governo per il rientro nel paese di tutta la leadership sindacale ad ottobre 2012. La Confederation of Trade Unions of Myanmar CTUM raccoglie al suo interno le Federazioni nazionali dei vari settori produttivi, è affiliata alla ITUC e il suo Presidente Maung Maung è membro del Consiglio di Amministrazione dell’ILO, l’unica agenzia ONU tripatita. Il lungo lavoro di formazione della nuova classe dirigente ha portato alla definizione di relazioni costruttive con gli imprenditori, al dialogo con il governo su temi importanti quali il salario minimo, le misure di protezione sociale, la tutela dei contadini e la salvaguardia del diritto alla terra. Un recente grande successo è decisione sul salario minimo. Infatti, dopo 18 mesi di negoziati tra governo, imprenditori e sindacati è stato raggiunto l’accordo per un salario minimo giornaliero di 3.600 Kyats. (3.6$). Un aumento importante, che va coniugato con lo sviluppo della contrattazione collettiva a livello di impresa. Su 1000 imprenditori solo 200, soprattutto nel settore dell’abbigliamento hanno minacciato la chiusura delle imprese, se la norma fosse approvata. Le loro posizioni sono state sconfitte sul loro stesso terreno. Inoltre finalmente il 23 luglio è stato formalmente costituito il Comitato Tripartito dell’ILO con la partecipazione paritaria di rappresentanti del governo, degli imprenditori e delle organizzazioni sindacali. Il comitato discuterà delle politiche del mercato del lavoro, delle strategie e della attuazione dei programmi ILO nel paese e delle dinamiche internazionali per quanto riguarda i temi connessi con il lavoro e la promozione della occupazione. https://www.birmaniademocratica.org/document.aspx/it/sindacato_birmano_i_successi_di_una_strategia_che_viene_da_lontano_e_che_ha_puntato_alla_solidarieta_e_dialogo/sindacato?lang=it Thu, 23 Jul 2015 13:56:58 GMT 7cb8107a2d394935bb3851fbbcf7fd96 10 anni di carcere ad attivista del lavoro per aver presentato una denuncia all'ILO 2009-02-04T15:37:34.0630000+01:00 10 anni di carcere ad un attivista sindacale birmano per aver aiutato i contadini di Magwe a presentare una denuncia all’ILO Il tribunale di Nat Mauk ha comminato 10 anni di carcere all’attivista sindacale Zaw Htay per aver diffuso informazioni sensibili. Zaw Thay ha lavorato con i contadini nella provincia di Nat Mauk al fine di presentare un rapporto all’ILO che denuncia la confisca di 5000 acri di terreni agricoli da parte dei militari. Il giudice ha ritenuto che Zaw Htay abbia trasmesso informazioni nazionali sensibili per aver fotografato i terreni confiscati dall’esercito, in modo da compilare il rapportodi denuncia all’ILO. Lo scorso anno circa 50 contadini della zona hanno infatti presentato una denuncia all’ILO sulla confisca delle terre agricole da parte dell’esercito. Steve Marshal, Rappresentante ILO in Birmania ha dichiarato che l’organizzazione dell’ONU, con grande preoccupazione, stava facendo tutto il possibile per risolvere positivamente questo caso. “sono in corso negoziati con il governo birmano su questo” ha dichiarato. “questa è una questione molto sensibile per noi ed è difficile pronunciarsi ora” ha aggiunto. “ la priorità dell’ILO in Birmania è porre fine al lavoro forzato nel paese e ai bambini soldato. Altre questioni sono al di fuori del nostro mandato, ma faremo del nostro meglio per risolvere questo caso” https://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=652e4b2aa75949e3a974c63a7438daee&docid=7cb8107a2d394935bb3851fbbcf7fd96 Wed, 04 Feb 2009 14:37:34 GMT b5aa56fe46fc4eeb9d3be77ad0600c46 Adottiamo un/a attivista del lavoro birmano/a la recente nuova legge birmana sulla organizzazioni sindacali dovrebbe permettere, se verranno approvati i regolamenti attuativi, la formazione di organizzazioni sindacali, che se il governo accetterà la loro registrazione potrebbero costituirsi nei luoghi di lavoro. per cambiare profondamente le terribili condizioni di lavoro nelle fabbriche, nelle scuole, negli uffici e nelle campagne c'è bisogno di un forte impulso organizzativo e formativo. C'è bisogno di far si che i sindacalisti possano lavorare in condizioni di sicurezza per eliminare il drammatico sfruttamento esistente: oltre 10 ore di lavoro al giorno per 7 giorni alla settimana per un salario di fame che si aggira intorno ai 30/40 Euro al mese. Dobbiamo mobilitarci per aiutarli a costruire il sindacato e permettere loro di promuovere la contrattazione con i datori di lavoro. 2012-01-09T16:52:02.4670000+01:00 ad oggi sono stati giàa dottati 24 attivisti del lavoro, che operano clandestinamente in Birmania. Adottiamo un sindacalista o una sindacalista birmana" è la campagna promossa dalla CISL con l'ISCOS per creare solidarietà e gemellaggio con l'FTUB, la Federazione del sindacato birmano. Per aderire, con un impegno mensile pari a € 100 utilizzare il c/c intestato a: ISCOS ADOTTA UN SINDACALISTA BIRMANO (BANCA POPOLARE ETICA) IBAN: IT 46N 05018 03200 000000136597 --> https://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=652e4b2aa75949e3a974c63a7438daee&docid=b5aa56fe46fc4eeb9d3be77ad0600c46 Mon, 09 Jan 2012 15:52:02 GMT db04e9901185427da6aca5c8a6943d35 al via la legge sulle organizzazioni sindacali. 2012-03-13T15:55:07.6030000+01:00 Sabato scorso il giornale ufficiale New Light of Myanmar pubblica la legge che da il via alla attuazione della legge sulle organizzazioni sindacali e la norma che istituisce il "Registar", ovvero l'autorità che dovrà vagliare le richieste di registrazione dei nuovi sindacati. nello stesso giorno si è tenuta la conferenza stampa dei leader del nuovo sindacato non ufficiale (per ora) del calzaturificio Tai Yi factory della zona industriale di Rangoon. Un primo passo importante per organizzare le oltre 50.000 lavoratrici e lavoratori della più grande zona industriale birmania , situata vicino a Rangoon. L'inizio di questo lavoro nella zona industriale di Rangoon si deve alla iniziativa della FIBA - Cisl del Veneto che ha sostenuto ormai anni fa, con un piccolo progetto, il lavoro clandestino degli attivisti dell'FTUB . Oggi il sindacato ancora non ufficiale ha cominciato i suoi primi passi entusiasti e la sfida riguarda il rafforzamento di questi embrioni di sindacato, la formazione alla leadership e alla contrattazione collettiva. Si stanno aprendo infatti piccoli spazi di lavoro sindacale. quello più eclatante riguarda proprio il calzaturificio Tai Yi , in una delle zone industriali vicino Rangoon. La Zona Industriale è la zona più importante della Birmania, che nonostante non sia più la capitale della Birmania, continua ad essere l’hub commerciale e logistico per il commercio internazionale, con la più alta concentrazione di imprese industriali del paese. La zona industriale con 511 imprese suddivise tra investimenti diretti esteri, joint venture, aziende private locali e aziende locali di proprietà del governo. Le imprese producono generalmente per il settore dell’abbigliamento, alimentare e prodotti per la casa. La zona occupa 43,354 addetti di cui 13,631 uomini e 29,723 donne. La maggior parte dei lavoratori e delle lavoratrici vive condizioni di lavoro pesantissime e ha scarsa professionalità. le 1863 lavoratrici sono scese in sciopero il 6 febbraio e hanno chiesto dopo giorni l'intervento del tribunale il quale ha dato ragione alle lavoratrici e ha imposto all'azienda di aumentare i salari da 75 kyat (7 centesimi di Euro) l'ora a 150 kyat (15 centesimi di Euro) a e un bonus per continuità di presenze da 6,000 kyat a 8,000 kyat (da 5,59 Euro a 7,46 Euro al mese), ma l'imprenditore ha offerto 100 kyat (9 centesimi) l'ora e un bonus mensile di 7,000 kyat (6,53 Euro). le lavoratrici hanno pertanto richiesto l'intervento del tribunale arbitrale che ha deciso che i lavoratori dovessero essere pagati almeno 11 centesimi di Euro l'ora.Le lavoratrici partiranno da questo successo per chiedere ulteriori aumenti. hanno formato il sindacato e procederanno alla sua registrazione. Anche i sindacati dei tessili di Bago, delle zone industriali, dei giornalisti, dei lavoratori agricoli chiederanno di registrarsi per poter inizare a lavorare alla luce del sole. In questa zona industriale sono iniziate da alcuni mesi alcune adozioni, nel quadro della campagna lanciata dal segreterio Generale della CISL Raffaele Bonanni "adottiamo un sindacalista birmano" e gestita insieme da ISCOS e CISL. Un successo importante che segnerà la storia della nascita di un sindacato alla cui costruzione stanno contribuendo enormemente oltre 25 adozioni promosse dalla CISL. https://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=652e4b2aa75949e3a974c63a7438daee&docid=db04e9901185427da6aca5c8a6943d35 Tue, 13 Mar 2012 14:55:07 GMT 8406b0fd7a244cdd8e6be2d5d06b9b00 Appello dell'FTUB a sostegno delle manifestazioni in Birmania 2008-03-14T17:56:01.6330000+01:00 https://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=652e4b2aa75949e3a974c63a7438daee&docid=8406b0fd7a244cdd8e6be2d5d06b9b00 Fri, 14 Mar 2008 16:56:01 GMT 6edded85fa27446b9820f68579ab4dec Comunicato stampa congiunto FTUB-FTUK e rapporto sul lavoro forzato Pubblichiamo - in italiano - due documenti significativi in tema di lavoro forzato e diritti del lavoro violati in Birmania: qui sotto, e in allegato, il comunicato stampa congiunto di FTUB e FTUK di condanna al continuo uso del lavoro forzato in Birmania. In allegato è possibile invece trovare il "Rapporto su tortura, lavoro forzato e altri abusi dei diritti umani dei lavoratori nello Stato Karen" pubblicato dalla Federation of Trade Unions Kawthoolei (FTUK). * * * 2010-03-05T00:28:09.2970000+01:00 Comunicato stampa congiunto FTUB-FTUK Data: 28 febbraio 2010 Federation of Trade Unions-Burma (FTUB) e Federation of Trade Unions-Kawthoolei (FTUK) esprimono la propria forte condanna del Consiglio di Stato per la Pace e lo Sviluppo (SPDC), dell’esercito birmano e delle autorità locali per il continuo ricorso al lavoro forzato in tutto il paese in violazione della Convenzione 29 dell’OIL e dell’accordo SPDC/OIL. FTUB e FTUK sottolineano l’esistenza di prove recenti della più totale inosservanza della Convenzione da parte dell’SPDC, come nel caso di oltre 400 persone nell’area compresa tra Tavoy e Taungoo obbligate al lavoro forzato per i militari o nel caso dell’uccisione di sindacalisti attivi contro il lavoro forzato. FTUB e FTUK denunciano un ultimo caso, prima del 17 gennaio del 2010, provato dall’esistenza di ordini ufficiali dell’SPDC, i quali obbligano la popolazione al lavoro forzato nel villaggio di Kyauk Kyi. La strategia avviata dai due Battaglioni Fanteria Leggera 367 e 346 agli ordini del Generale Kaung Myint nella divisione Pegu (est) ha portato a quanto segue: Esecuzione di Saw Aye Mu, membro del KAWU [comunità di KyaukKyi, distretto di Nyaunglaybin]Esecuzione di Saw Mya Kaw Htoo, membro del KEWU [comunità di KyaukKyi, distretto di Nyaunglaybin]85 case in 3 villaggi date alle fiamme [comunità di Kyauk Kyi, distretto di Nyaunglaybin]Chiusura di 13 scuole che garantivano l’istruzione a 531 bambini [comunità di Kyauk Kyi, distretto di Nyaunglaybin]Un ospedale con 20 posti letto costruito dal dipartimento della sanità del Karen National Union dato alle fiamme, con conseguente distruzione di tutte le attrezzature e le dotazioni essenziali [comunità di Kyauk Kyi, distretto di Nyaunglaybin.Oltre 470 persone di 12 villaggi costretti al lavoro forzato [comunità di Htantabin, distretto di Taungoo. Non si conosce la sorte degli abitanti dei villaggi fuggiti nella giungla vicina per timore di ulteriori rappresaglie dell’SPDC. Insieme ai numerosi casi simili già noti agli uffici dell’OIL, queste prove sono più che sufficienti affinché l’OIL assuma ulteriori forti misure. Sono stati concessi tempo, denaro e pazienza più che sufficienti affinché l’SPDC sradicasse il lavoro forzato. Il progetto dell’OIL nell’area colpita dal ciclone Nargis ha costituito un’operazione volta al miglioramento dei rapporti e utile per la popolazione di Mawlamyaing; tuttavia la priorità dell’OIL consiste nel dare attuazione alle raccomandazioni della Commissione d’Inchiesta. Facciamo appello a UNDP, Croce Rossa francese, FAO e WFP affinché collaborino con l’EIIP (il programma infrastrutturale ad alta intensità di manodopera dell’OIL) e accettino di far parte del sistema di vigilanza dell’OIL sul lavoro forzato e i bambini soldato. FTUB e FTUK fanno appello alla Confederazione Internazionale dei Sindacati (ITUC-CIS) e ai suoi membri, alle Federazioni Sindacali Internazionali, agli Stati membri e alle organizzazioni datoriali del Consiglio di Amministrazione dell’OIL e alle istituzioni internazionali affinché venga data piena attuazione alla Risoluzione dell’OIL n° 2001/6 e affinché la giunta venga deferita alla Corte Internazionale di Giustizia senza ulteriori indugi, richiedendo un Parere Consultivo urgente sulla violazione di questa fondamentale convenzione sui diritti umani. Persone di contatto U Maung Maung – Tel. 66 860905672 Saw Dot Lay Mu – Tel. 66 878481491 (4 Marzo 2010) https://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=652e4b2aa75949e3a974c63a7438daee&docid=6edded85fa27446b9820f68579ab4dec Thu, 04 Mar 2010 23:28:09 GMT 486d93a95446479eb20778d82d73a216 Commissione Esteri Senato approva Petizione CISL sulla Birmania Il 15 settembre pomeriggio, su invito del Presidente del Senato, la Commissione Esteri del Senato ha discusso e approvato la Petizione lanciata alcuni mesi fa dalla CISL, sulla Birmania il cui primo firmatario è stato Raffaele Bonanni, Segretario Generale CISL. Ora secondo il regolamento del Senato la Petizione approvata, verrà inviata al governo, con invito a provvedere nel merito. La Petizione era stata ufficialmente consegnata alla Presidenza del Senato, rappresentato dal Senatore Benedetto Adragna, il 17 giugno nella Serata d'onore promossa dalla CISL all'Auditorium della Musica di Roma, in occasione del compleanno della Premio Nobel birmana Aung San Suu Kyi. La petizione, che ha raccolto oltre 7.000 firme chiedeva al Ministro degli Esteri, al rappresentante Speciale UE Piero Fassino, al Parlamento Italiano di raccogliere l'appello dell'opposizione democratica e sindacale birmana e di condizionare la accettazione delle prossime elezioni imposte dalla giunta militare alla attuazione di tre condizioni quali: l' immediata liberazione di Aung San Suu Kyi e degli altri detenuti politici, la garanzia del diritto per tutti loro di partecipare ed essere candidati alle elezioni; la cessazione di tutti gli attacchi contro le comunità etniche e gli attivisti democratici;l'apertura immediata di un dialogo genuino ed inclusivo tra la giunta, le organizzazioni democratiche e le nazionalità etniche, che comprenda la revisione della costituzione. La petizione CISL chiedeva inoltre che il governo italiano si impegni perché la UE decida un rafforzamento delle sanzioni economiche mirate, attuate in modo flessibile, con l’inclusione dei settori finanziari ed assicurativi, il divieto di nuovi investimenti e procedure di controllo certe ed efficaci. La petizione CISL ha anche chiesto che la UE si impegni affinché il Consiglio di Sicurezza ONU approvi un embargo globale sugli armamenti verso la Birmania e la prossima Assemblea Generale ONU si esprima a favore della costituzione di una Commissione d’Inchiesta ONU sui crimini di guerra e contro l’umanità perpetrati dalla giunta. Nel Dibattito alla Commissione sono intervenuti, tra l'altro, a sostegno della Petizione il Senatore Franco Marini ex Presidente della Camera, il Senatore Pietro Marcenaro che è Presidente della Commissione Diritti Umani ed il Senatore Giorgio Tonini, che ha anche chiesto e ottenuto che la delegazione del Senato Italiano che andrà alla Assemblea Generale ONU rappresenti in quella sede le richieste della CISL. (17 Settembre 2010) 2010-09-17T16:57:47.8230000+02:00 https://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=652e4b2aa75949e3a974c63a7438daee&docid=486d93a95446479eb20778d82d73a216 Fri, 17 Sep 2010 14:57:47 GMT 220cc346e9654a94a59ba5bbe87a935f CISL: Lettera sulla Birmania - di Cecilia Brighi Carissimi/e, in vista della riunione dei Ministri degli Esteri della Unione Europea, dell''8 dicembre prossimo, in allegato: 1) l'appello urgente (in italiano) - sostenuto anche dall'NCUB - che chiede ai governi di mantenere la pressione sulla giunta militare birmana perchè, prima delle elezioni, si liberino i prigionieri politici e Aung San Suu Kyi, si avvii un dialogo inclusivo che preveda anche il cambiamento della costituzione e si interrompano le violazioni dei diritti umani. 2) la dichiarazione congiunta (in italiano) sottoscritta dall'NCUB, e da altre organizzazioni democratiche - tra cui la lega delle donne, il congresso degli studenti e il Forum per la democrazia. 3) stralci delle dichiarazioni (in italiano) del 5 novembre sulla nuova politica USA dell'Ambasciatore Scot Marciel (Deputy Assistant Secretary, Bureau of East Asian and Pacific Affairs). 4) stralci delle dichiarazioni (in italiano) di Kurt M. Campbell, alla Commissione Affari Esteri del Parlamento degli Stati Uniti il 21 ottobre. Tali dichiarazioni sono importanti in quanto, ad oggi, sia la sottovalutazione dell'attuale gravissima situazione interna del Paese che una erronea interpretazione della politica degli USA verso la Birmania stanno portando alcuni governi europei a spingere per un allentamento delle sanzioni europee. Al contrario la posizione americana è profondamente diversa da coloro che ritengono che si stiano registrando aperture incoraggianti in Birmania. Dato il permanere degli arresti della leader Birmana Aung San Suu Kyi e degli altri prigionieri politici, data la assenza di un dialogo sostanziale con l'opposizione e il continuo incremento della violazione dei diritti umani, data la presenza del lavoro forzato, di stupri e uccisioni, il governo italiano non può non chiedere che la posizione della UE rimanga inalterata e che al contrario venga monitorata in modo efficace, rafforzando al contempo il dialogo con i paesi chiave. Cecilia Brighi CISL Dipartimento Politiche Internazionali Responsabile Asia e Istituzioni Internazionali (A fondo pagina è possibile trovare anche l'appello di Birmaniademocratica.org) (2 Dicembre 2009) 2009-12-03T00:04:48.1970000+01:00 https://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=652e4b2aa75949e3a974c63a7438daee&docid=220cc346e9654a94a59ba5bbe87a935f Wed, 02 Dec 2009 23:04:48 GMT 5f38b3e3af374860ad170fcc2717760c CGIL CISL UIL APPROVANO UN ORDINE DEL GIORNO PER LA LIBERAZIONE DEI SINDACALISTI CONDANNATI A PESANTISSIME PENE DETENTIVE ORDINE DEL GIORNO DEI TRE ORGANISMI UNITARI CGIL CISL UIL DEL 12 SETTEMBRE 2007 PER LA LIBERAZIONE DEI SINDACALISTI CONDANNATI A OLTRE 20 ANNI DI CARCERE IN BIRMANIA I tre organismi unitari di CGIL CISL UIL riuniti a Roma il 12 settembre 2007 deplorano fermamente le pesantissime condanne a 28 e 20 anni di carcere, inflitte dalla giunta militare birmana contro sei attivisti sindacali, con l’accusa di aver organizzato un seminario sui diritti del lavoro in occasione del 1° Maggio a Rangoon. Queste inaccettabili condanne si sommano alla durissima repressione e alle centinaia di arresti che la giunta militare ha effettuato a seguito delle decine di manifestazioni pacifiche che si susseguono ormai da quasi un mese in moltissime città della Birmania, contro gli aumenti del 500 % del prezzo del diesel e del 100% del gasolio, che stanno rendendo ancora più drammatiche le già precarie condizioni di vita del popolo birmano oppresso da oltre 50 anni da una durissima dittatura militare. Una dittatura sanguinaria basata sul lavoro forzato, sugli stupri, sulle deportazioni di massa, sul traffico di oppio e meta-anfetamine, sui bambini soldato. CGIL CISL UIL chiedono un intervento urgente del governo italiano per: · la liberazione incondizionata dei sei sindacalisti ed il pieno rispetto delle norme fondamentali dell’ILO, a partire dalla libertà sindacale. · · La liberazione degli altri detenuti politici , del Premio Nobel per la Pace Aung San Suu Kyi e del sindacalista Myo Aung Thant che da dieci anni sta scontando l’ergastolo per il solo fatto di essere sindacalista. · il rafforzamento della Posizione Comune Europea inserendo tra le sanzioni economiche già in atto, il divieto di accordi con le imprese di proprietà dei militari e di importazione/esportazione da e per questo paese, così come richiesto dal governo in esilio e dal sindacato birmano FTUB. · La piena attuazione in Italia della Risoluzione OIL del 2000 contro il lavoro forzato attraverso un tavolo di monitoraggio con le organizzazioni sindacali e le imprese · la adozione in seno al Consiglio di Sicurezza ONU di una Risoluzione vincolante, che costringa la giunta ad un tavolo negoziale con la Lega Nazionale Per la Democrazia e le organizzazioni dei gruppi etnici. Roma 12 settembre 2007 2008-03-23T02:13:16.5770000+01:00 https://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=652e4b2aa75949e3a974c63a7438daee&docid=5f38b3e3af374860ad170fcc2717760c Sun, 23 Mar 2008 01:13:16 GMT 596e82870a2c43d4b831b7560a99829c Campagna Birmania Appello per raccolta firme lanciato da CISL, WWF, GREENPEACE, LEGAMBIENTE 2008-03-16T19:15:04.1170000+01:00 CISL - LEGAMBIENTE – WWF - GREENPEACE “CAMPAGNA BIRMANIA” contro il lavoro forzato, per la democrazia, i diritti, l’ambiente in Birmania, la liberazione di Aung San Suu Kyi la Birmania è un paese martoriato da decenni di violenta dittatura, che ha imposto l’arbitrio come legge e come modalità di governo. Un paese che ha raggiunto il triste primato di essere il primo produttore di metanfetamine al mondo, il secondo per produzione di oppio, il primo per bambini soldato e per la presenza di lavoro forzato. Inoltre il Nobel per la Pace Aung San Suu Kyi, da ormai 12 anni, è costretta a durissimi arresti domiciliari, mentre oltre mille prigionieri politici, sono vittime di torture ed abusi durante la detenzione, a causa dei quali molti hanno perso la vita. Il regime militare inoltre si rifiuta di avviare un serio dialogo tripartito con procedure e scadenze condivise con tutte le parti interessate, a partire dalla Lega Nazionale per la Democrazia e le organizzazioni delle nazionalità etniche, ed ha lanciato un inaccettabile processo di "Convenzione Nazionale" per una costituzione, che manterrebbe il potere nelle mani dei militari. Centinaia di migliaia di uomini, donne e bambini sono tutt’ora costretti al lavoro forzato, da parte sia dei militari, sia delle autorità locali, e sono spesso obbligati alle deportazioni forzate, mentre sono comuni la detenzione e le esecuzioni, torture, stupri, utilizzati come mezzo di potere Continua la repressione di tutti i fondamentali diritti umani e sindacali. Gli attivisti del lavoro, le loro famiglie, amici e conoscenti vengono costantemente arrestati, torturati e condannati a pesanti pene detentive, mentre Il regime militare ha dichiarato il sindacato birmano FTUB una organizzazione terroristica. Accanto alle violazioni dei fondamentali diritti umani e del lavoro si aggiungono la gravissima violazione dei diritti ambientali con la distruzione ed il taglio illegale delle foreste di teak, il dissennato sfruttamento minerario, la costruzione delle dighe sul fiume Salween, che ridurranno alla povertà oltre 500.000 contadini e pescatori danneggiando irrimediabilmente il delicato ecosistema locale. Poiché tutte le principali attività economiche e produttive sono in mano o sono controllate dal regime militare o dallo stato, l’ ILO ha approvato nel 2000 una Risoluzione che chiede a tutti i governi, agli imprenditori e alle organizzazioni sindacali: “ di rivedere i loro rapporti con la Birmania e di adottare le misure appropriate affinché tale paese Membro, non possa trarre profitto da questi rapporti, per perpetuare o sviluppare il sistema di lavoro forzato. A causa della persistenza del lavoro forzato, tale risoluzione è stata integrata dalla richiesta ai governi di introdurre ulteriori misure, ivi compreso nei confronti degli investimenti diretti esteri e dei rapporti con le imprese birmane statali o di proprietà di militari. Chiediamo: - alle imprese italiane: · che hanno rapporti commerciali con la Birmania e alle multinazionali, a partire da quelle impegnate nel settore forestale, petrolifero, del gas e minerario, nei progetti di costruzione di dighe ed infrastrutture - che comportano ingenti profitti per il regime, la violazione dei diritti umani, sindacali, ambientali - di sospendere i loro rapporti con questo paese, per non contribuire a rafforzare il potere della giunta, che continua ad utilizzare il lavoro forzato e la devastazione ambientale come fonte di potere . - Agli enti locali, alle Regioni, al governo Italiano : di impegnarsi attivamente per la attuazione della Risoluzione ILO nei confronti delle imprese e di istituire un sistema di disincentivi e di monitoraggio e rapporto regolare all’ILO, sul comportamento delle imprese. · di sostenere il rafforzamento della Posizione Comune dell’UE, inserendo nell’elenco delle imprese con le quali è proibito oggi promuovere accordi e collaborazioni economiche, anche le imprese di proprietà dello stato e dei militari, così come richiesto dal governo birmano in esilio e dall’ILO, a partire dai i prodotti del settore del legno. di sostenere attivamente le organizzazioni democratiche e sindacali birmane e il governo in esilio. Di continuare a fare pressione per il rilascio immediato e senza condizioni del Premio Nobel per la Pace Aung San Suu Kyi e di tutti gli altri prigionieri politici, in particolare di Myo Aung Thant; sindacalista dell’FTUB, condannato all’ergastolo. di rifiutare il riconoscimento del processo di “Convenzione Nazionale” e la costituzione illegittima, predisposta dal regime, sostenendo invece l’impegno del movimento di opposizione democratica, per la promozione di una costituzione democratica e federale. · di sostenere attivamente il dialogo specifico nelle istituzioni EU, ASEAN[1], ASEM[2] e SAARC[3], e con i paesi più interessati, per spingere il regime militare ad avviare un efficace dialogo politico con la partecipazione di tutte le parti interessate: i gruppi etnici e la Lega Nazionale per la Democrazia, come condizioni indispensabili per l'istituzione di una vera e propria democrazia e dello stato di diritto. · Di richiedere il pieno rispetto delle foreste della Birmania e delle comunità che le abitano. · di richiedere alle organizzazioni internazionali e regionali, comprese le istituzioni finanziarie, di interrompere i prestiti e qualunque altro progetto che coinvolga la Birmania, ad eccezione di quei casi specificamente previsti per la attuazione delle raccomandazioni dell’OIL e per la lotta contro HIV/AIDS, malaria e tubercolosi. · di lavorare per la adozione al Consiglio di Sicurezza ONU, di una Risoluzione, che costringa la giunta ad un tavolo negoziale per la democrazia con tutte le parti interessate a partire dall’NLD e dalle organizzazioni dei gruppi etnici. FIRMA ANCHE TU L’APPELLO SUI SITI: www.cisl .it www.birmaniademocratica.org [1] Association of South East Asian Nations – Associazione delle Nazioni dell'Asia Sud-Orientale [2] Asia-European Meeting. [3] South Asian Association for Regional Cooperation – Associazione per la cooperazione regionale dell'Asia del Sud. https://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=652e4b2aa75949e3a974c63a7438daee&docid=596e82870a2c43d4b831b7560a99829c Sun, 16 Mar 2008 18:15:04 GMT be0143c0f34a4fbebc2aa00bd0464952 Consiglio di Amministrazione ILO e Birmania - Conclusioni e contributo del Gruppo Lavoratori Nel corso del Consiglio di Amministrazione ILO che si è concluso giovedì 19 novembre a Ginevra si è avuta una sessione specifica sulla violazione della convenzione 29 sul lavoro forzato in Birmania. A questa sessione è chiamata a rispondere la rappresentanza diplomatica della giunta. Le conclusioni, approvate dopo un negoziato durato un giorno e mezzo tra i presidenti dei tre gruppi (lavoratori, imprenditori, governi e Ufficio ILO) riprendono, seppur nel linguaggio diplomatico, le principali proposte del Gruppo Lavoratori e della CISL. Il Consiglio di Amministrazione infatti: Riconferma la validità delle precedenti conclusioni del Consiglio e delle Conferenze Internazionali sul Lavoro. Richiama la necessità dell’attuazione delle raccomandazioni della Commissione di Inchiesta e della completa eliminazione del ricorso al lavoro forzato. Ribadisce la necessità di rafforzare la capacità dell’ILO di gestire le denunce in tutto il paese e che i responsabili del lavoro forzato vengano perseguiti e condannati. Chiede il monitoraggio dei progetti infrastrutturali, tra cui quelli relativi alla costruzione di oleodotti e gasdotti per evitare l’uso di lavoro forzato. Esprime preoccupazione per la detenzione di coloro che hanno denunciato di essere stati obbligati al lavoro forzato o che sono stati associati a tali denunce. Dà mandato all’Ufficio di proseguire l’esame delle potenziali conseguenze giuridiche del mancato rispetto della Convenzione n° 29. (leggasi Corte Internazionale di Giustizia). Chiede l’immediata liberazione di tutti coloro in carcere per avere sporto denunce o per averle agevolate, e di coloro che hanno utilizzato il meccanismo di denuncia e chiede il rilascio senza condizioni di tutti i prigionieri politici e gli attivisti del lavoro. Ribadisce la necessità di un aumento del personale dell’Ufficio del Funzionario di Collegamento. Dopo la lettura delle conclusioni il Presidente del Gruppo Lavoratori, ha chiesto alla Presidente del Consiglio di amministrazione di chiarire in modo esplicito la decisione in merito alla richiesta di deferire la giunta alla Corte Internazionale di Giustizia. La Presidente ha fatto mettere agli atti che “nel marzo 2007 il Consiglio di amministrazione ha deciso: “di rinviare la questione di un parere consultivo da parte della Corte Internazionale di Giustizia, restando inteso che la o le questioni necessarie avrebbero continuato a essere studiate e preparate dall’Ufficio di concerto con i costituenti e utilizzando i consulenti giuridici, in modo da essere pronti in qualsivoglia momento ciò si rendesse necessario. Questa decisione rimane in vigore e sarà seguita dall’Ufficio come dovuto”. Ribadendo così un impegno dell’Ufficio a lavorare in tal senso per presentare una proposta a marzo. 2014-02-17T15:47:13.5270000+01:00 In allegato è possibile trovare alcuni documenti chiave: - Contributo CISL alla discussione - Conclusioni della sessione 306 - ILO - Documento ILO per la discussione (Birmania e la Convenzione sul Lavoro Forzato). (24 Novembre 2009) https://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=652e4b2aa75949e3a974c63a7438daee&docid=be0143c0f34a4fbebc2aa00bd0464952 Mon, 17 Feb 2014 14:47:13 GMT 1d87f1e0da304d1f952d7bf94f92f1f8 Cecilia Brighi CISL:intervento a Conferenza OIL, su Conv. 87. Violazione della Libertà di organizzazione sindacale Un quadro esaustivo della legislazione birmana che viola il diritto alla libertà di organizzazione politica e sindacale, e i più recenti attacchi da parte della giunta militare. 2014-02-17T15:46:50.7670000+01:00 Burma Violation of Convention 87 on Freedom of association Cecilia Brighi Italian Worker representative ILO Conference 2005 Committee on Application of Standards Thank you Chair, It is frankly more than embarrassing, that such issue is once again discussed in this Committee. Last year the committee decided to set aside the conclusions once again in a Special paragraph on continued failure to apply the Convention. Reading the Report of the Committee of Expert, it appears clear that the government of Burma has no willingness at all to adopt any of the changes requested. In fact the Expert report highlights that "the government did not send any of the requested information particularly on the concrete means adopted to ensure improved conformity with the Convention". Still the Government declares that the Trade Union Act is still in force and that no restrictions have been imposed on workers freedom organisation. Unfortunately this is not the case. Sorry to say for the people of Burma, but the situation is completely different. Still, the 1964 legislation and other laws and orders examined by this Committee for many years, and the following military decrees and orders are in force. Such laws and orders prohibits and punish brutally, those who try to organise any form of democratic organisation. I just want to briefly summarise once again the key legislative element: 1) on 18 September 1988, the date of the military coup, the SLORC issued the Order n. 2/88 . which prohibits any activity by five persons or more, such as “gathering, waking or marching in procession, chanting slogans, delivering speeches… regardless of whether the act is with the intention of creating disturbances of committing crime or not”. 2) this is even more severe when read in conjunction with the 1908 Unlawful Association Act which states in Section 17.1 that “whoever is a member of an unlawful association, or takes part in meetings… shall be punished with imprisonment of non less than 2 years”. 3) On 30 September 1988 the military regime issued Order 6/88, known as the “law on the Formation of Associations and Organisations”. This Order has been at the attention of the Conference Committee on Application of Standards for many years. This order states that to operate, all ”organisations shall apply for permissions to the Ministry of Home and Religious Affairs” and provides in Section 3 (c), that “organisations that are not permitted shall not form or continue to exist and pursue activities”. 4) Section 2 (b) defines the organisations subject to such procedure: “an association, society, union, party, committee, federation, group of associations,.. and similar organisation that is formed with a group of people for an objective or a program either with or without a particular name” This Order applies also to workers’ and employers’ organisations. More over, no mechanism is foreseen for appeal against the decision, denying permission for an organisation to be established. Section 6 provides that persons who violate the order “shall be punished with imprisonment for a term which may extend to five years” while persons who are “found guilty of being a member of, or aiding an and abetting or using the paraphernalia of organisations that are not permitted to for under section 3 (c) or Section 5 can be jailed up to three years”. The government is also reporting once again, that there are several associations of workers in Burma. Again we have to recall what the Committee on Freedom of Association has already stated: that such associations " are not substitute for free and independent trade unions" and that they "have none of the attribute characteristics of free and independent workers organisation". The reality is that the legitimate trade union organisation: the FTUB is impeded to exist freely, and the workers are not allowed to form and join union of their choice. On the contrary they are persecuted or arbitrarily arrested. More over, the General Secretary of the FTUB: Maung Maung has been repeatedly accused of terrorism even in these august room. The FTUB, on the contrary, obliged by the existing law, to operate in a clandestine manner, nevertheless has succeeded to organise workers on large scale, inside the country, both in agriculture and in the industrial and service sector. It has formed clandestine trade unions which try to protect workers from the continuous deep violation of fundamental human and workers rights, by the junta. It is time that the junta stops accusations and threatening against the General Secretary of FTUB Maung Maung and the other trade union leaders. Only few days ago, we have discussed in the special sitting the still existing accusations against Shwe Man, the trade union leader arrested last year with the false accusation of high treason for his contact with the ILO and the FTUB. Notwithstanding his final release, after been condemned to death penalty, subsequently reduced to life imprisonment, still such inconceivable accusation is still pending. Such requests have been done already in the previous discussions, but the reality has remained unchanged. The legislation has not being modified and is still strictly implemented against those trade unionists and workers, who try to organise and to respond to the very dreadful exploitative conditions in which they are obliged to work. this was the case at the Myanmar Guston Moline Co. Ltd, a French owned factory, located in the Hlaing Thar Yar industrial zone 3. On 9 April, a factory representative told the workers that the 5.000 kyats annual bonus for the Burmese New Year could not be paid . the 450 workers went on strike and asked to negotiate with the owner of the company. Such request was refused. The chairman of Township Peace and Development Council of Hlaing Tharyar intervened and both workers and the owner came to an agreement. On 18th of April, 4 women workers were arrested by the police who were brought to the famous Insein prison. the workers of the Guston Moline factory went on strike demanding the release of their co workers. The day afterwards the strike was continuing when both military and police led by major Tin San arrived announcing the closure of the factory for an indefinite period and threatened the workers of arrest, later on the Commander of the Rangoon Division General Myint Swe arrived with 9 lockup trucks for transporting prisoners, and told the workers to leave the compound immediately or they would ne forcibly removed and arrested. the four workers were released on the 2nd of May. After such strike many workers were dismissed. Now the factory has only 300 workers. We know of some recent cases of arrests or closure of companies, in response to workers unrests because they were asking for improvement of the incredible working conditions and poor salaries. Many workers are still in jail, condemned to rigorous work (which is a polite way to describe forced prison labour). I want to recall the case of Myo Aung Thant condemned to life imprisonment for trade union activities, and of his wife Aye Ma, who after having spent seven years in the terrible Insein Jail, is now not even allowed to write to her husband. On May 21 we have been informed by the Sea Farers Union of Burma: SUB, that one of his organisers Koe Moe Naung has been arrested on May 19th at 8 pm at his residence in Ranong at the border with Burma, by two unidentified men, brought to a Village based Light Infantery Regiment 431 and tortured to death during interrogation. Koe Moe was a trade union leader who was organising Burmese fishermen and migrant workers from Burma in the Ranong province. Gathering on occasion of May the 1st have been repressed, as well as other unrests to protest against the working conditions. For those who are not oblidged to forced labor, avarage salary in Burma reaches 4/5 US$ a month and working time is of 48 hours per week, plus 12/ 15 hours of overtime which would be paid at 0.02 US$ each hour if only the companies would be able to pay. In fact due to strict bank regulations, after the 2003 bank crisis, companies cannot withdraw more than 200.000 Kyats per week, that is 200 US$. In such conditions most of the time salaries as well as overtime cannot be paid. The junta claims that these situation is due to economic sanctions. This is not true. On the contrary, since all the economy is in the hands of the junta, who drains all the profits, only deep changes in the economic structure and in the legislation, could bring real benefit to the life of the Burmese working people and to the economy. On top of that 49% of the national budget is allocated to the military and 30% of the GDP now goes directly to the military. In this regard, to take further time the government has repeatedly declared that Burma is a country in transition and that the issue of freedom of association was going to be examined by the National Convention which should have elaborated the new Constitution. Unfortunately we do not see any transition, but the continuation of a brutal regime, that denies all kind of freedoms and that continue to maintain its power thanks to harsh military control of all the society and the economy. Once again, such justification was already presented by the government in 1989. They said that: “mayor political changes are currently under way in Burma. In particular the former single party system is in the process of being transformed into a multi-party system”. I recall once again that in 1991 after the March 1990 democratic elections, won by the NLD, the government communicated to the Committee that: “even though there has been no formal amendment or repeal made to the Act n.6 of 1964 and Regulation N.5 of 1976 they became automatically defunct.” The government representative declared also that: “ general elections had been recognised as one of the most free and fair elections.” And recognised that “ the provisions of the law concerning the formation of workers’ organisation in his country, restricted the creation of trade unions to a single trade union structure which was contrary to the provisions of articles 2,5 and 6 of the Convention”. We all know what is the true reality. We cannot forget that the leader of the party who won the election: the Nobel Prize Aung San Suu Kyi, is still in house arrest since 9 years and that thousands of political prisoners and trade unionists are in jail since years for the very reason or violating such legislation. Again in 1992 the government indicated that the Trade Union Act is the one among the existing labour law, which have now been redrafted to meet the new trends prevailing in this country with the enactment of these new labour laws trade union rights will prevail” the Government also declared that “ in conformity with Declaration n. 11/92 of 24 April 1992 his government will meet the elected representatives of Parliament to decide on the convocation of a national Convention” and that “ the new constitution will incorporate the rights of all workers to form their own independent trade unions in conformity with the democratic system.” In 1993 the government stated that “ after the emergence of new Constitution various laws would have to be reviewed so as to be brought into line with it. However during the transitional period the workers’ rights were being ensured by legislation still in force” We all know that nothing happened both as far as the legislative changes and in practice. Since more than 16 years, the military government of Burma is promising to adopt a new constitution in which the issue of freedom of association should have been targeted,. but nothing has happened. More than a decade passed since the democratic elections, which has never been recognised by the junta, and still we are listening from the government the same promises, that have not been maintained . The new national Convention started last year, and suspended again in March, has been deeply criticised as unrepresentative and undemocratic not only by the democratic Burmese organisations and the NLD, but also by governments and parliaments from all over the world, including in the region itself by many members of the ASEAN, due to its unrepresentative process and predefined conclusions, which would not put into question the power of the junta. For all the above mentioned reasons we ask for a Special Paragraph on continued failure to apply the Convention. The government of Burma has to put into practice, immediately and without any further delay the conclusions of the Committee on Freedom of Association and of the Committee of Experts, thus using the expertise of the ILO freedom of association branch. Furthermore, in the preparation of the May day celebrations, organized in a clandestine way, due to the total denial of freedom of association, in violation of Convention 87, Saw Thoo Di, a Karen Agriculture Workers Union organizer has been arrested, accused of being the supporter of the KNU, tortured and finally killed on April 28, 2005 at Nah Htee Klo, Kya-Inn Township, Karen State, just before the May Day celebration. On that occasion in the same area, Burmese regimes infantry battalion 308, attacked with heavy artillery a trade union gathering at Pha Pyat https://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=652e4b2aa75949e3a974c63a7438daee&docid=1d87f1e0da304d1f952d7bf94f92f1f8 Mon, 17 Feb 2014 14:46:50 GMT 401aaf9641d34a9bba475173c6620bd4 Cecilia Brighi: intervento alla Sessione speciale sulla violazione della Convenzione 29 sulla Birmania Conferenza OIL2006 Intervento che fa il quadro delle iniziative internazionali sula Birmania e riassume le proposte sindacali 2014-02-17T15:46:01.5500000+01:00 CECILIA BRIGHI ITALIAN WORKER REPRESENTATIVE BURMA SPECIAL SITTING Thank you chair, Many previous speakers have clearly underlined that the situation after the last Conference and the November and March GB meetings, has been getting worst and worst. In November 2005 the GB had requested to the Government to take advantage of the time available before March 2006 to resume an effective dialogue with the office. But unfortunately this appeal once again was not heard by the Burmese government. Small promises from the ambassador cannot be confused with concrete substantial facts . For this reason, the deteriorating political, social and economic situation and the continuous use of forced labor in Burma was taken in due consideration after the last year Conference also by other international bodies, who underlined in various statements the lack of willingness by the Junta to open a serious democratization process to bring to an end the use of forced labor and the deep violation of fundamental human and workers rights all over the country. I would like to mention: 1) in August 2005 the Global Fund against HIV AIDS was oblidged to terminate grants to Burma, due to government restrictions making implementation impossible. Later on other organizations had to take the same decision. 2) the important Report and the call launched in September 2005 by the Nobel Prize Desmond Tutu and the former President of the Check Republic Vaclav Havel asking for an urgent and new diplomatic initiative at the UN Security Council . According to such Report, the situation in Burma, is much more severe than in any other countries in which the Security Council has chosen to act in recent years. It demonstrates that there are all the determinant factors for the Security Council to put on its agenda the question of Burma. Among such determinant factors there are the forced relocations, forced labor and forced recruitment of child soldiers in a number highly superior to any other country. More over the Report clearly states that Burma internal situation is a threat to the stability of the entire region and for the international community, which would clearly justify the intervention of the Security Council under chapter 7 of the UN Charter. 3) The ECOSOC, decision, after the request from the ILO Director General to reactivate its consideration of the item concerning forced labor, due to the heavy situation, to discuss this matter during its session on 26 of July 2006. 4) On 16 December 2005, the UN Security Council held a briefing on the situation in Burma, which included the situation of forced labor. A second discussion took place just few days ago. 5) The 7th of February report of the UN Special Rapporteur on human Rights Paulo Sergio Pinheiro underlines the widespread and systematic forced labor practices and forced recruitment by State actors including allegation of child labor. Such report concludes that despite early indications from the government that it was willing to address these problems, the Special Rapporteur who was not authorized to visit the country regrets that all such willingness appears to have disappeared and that recommendations from the UN General Secretary have not been implemented. He underlined the refusal of the government to acknowledge and address the declining socio economic conditions, the deep rooted and worsening poverty and lack of economic reform, which are moving the country towards an humanitarian crisis. The Special Rapporteur has furthermore issued a statement on the situation of human rights in Burma focusing on the political prisoners and their treatment, which reveals much about the human right situation and lack of progress toward democrac . He said that it is time for the international community to urge the establishment of an independent enquiry into the rapidly escalating number of death of political prisoners in Burma” that should lead to establish the accountability of those responsible. 6) In March 2006 the International Committee of the Red Cross decides to drastically reduce its activities in Burma due to lack of willingness of the junta to cooperate in the protection activity. 7) from the 18 to the 20 the UN Under Secretary Mr. Gambari, visited the country under the General Secretary mandate to seek a fruitful dialogue with the junta. We are deeply concerned for the little of success of such high level talks with the junta. In fact despite the hopes deriving from the possibility given to the UN representative to meet with Aung San Suu Kyi, only a week after such important visit, the junta confirmed the house arrest of Aung San Suu Kyi for another year. In any case even a possible release of the NLD leader, or the today proposal, if not accompanied by concrete reforms and actions to implement the Commission of Enquiry recommendations, the interruption of prosecution against the forced labor complainants, the liberation of all the deteinees and the possibility for trade unions and NLD to operate, would be just smoke in the eyes of the world and another way to try to avoid an international clear action. 8) On the 26th of May, the Presidency of the EU Union expressed deep concern for the junta stepping up of pressure over the ethnic groups. A further statement Austria on behalf of the EU condemned the decision by the SPDC to extend ASSK house arrests. “ this decision is another sign that the Burmese government is unwilling to compromise and move in the direction of an all inclusive democracy” . Chair, considering the constant unwillingness of the junta to adopt relevant measures to address, once for all, the issue of forced labor, and given the fact that its arrogant silence derives also from inconsistent behavior of many governments, but also from the deaf conduct of many multinationals, who continue to do business with the junta, despite the ILO Director General appeal to revise their relations with Burma, we urge governments regional financial organizations and institutions, such as the EU to address in a wider and consistent way the issue of foreign direct investments thus considering all kind of economic relations both with the military and with the state. It is important to reiterate that any business even though not connected with forced labor, because is strengthening the dictatorship economic power is indirectly contributing to the perpetuation of forced labor. Such business as usual is in fact leading in Burma to the proliferation of industrial zones, which now reached the number of 19, with 8.000 private industries, while the new Thilawa zone is being created to absorb inflow of new foreign investments. Companies should be obliged to avoid business with state or military owned enterprises and we urge at national levels that monitoring and custom control systems should be set up with the ILO constituents participation. We finally would like more over to reiterate our request that the Conference mandates the Officers of the Governing Body to address the next ECOSOC session. And that in light of the lack of consistent commitment from the junta to eradicate forced labor, it is the time for the ILO to refer the matter formally to the Security Council and the International Court of Justice for an urgent advisory opinion. Finally we want to recall to the members of this Committee, to the governments and to the employers once again, that the use of forced labor, as underlined by the Commission of Inquiry, if committed in a widespread or systematic manner, as it happen to be in Burma is also to be considered a crime against humanity and should be treated consequently. Therefore we urge the Committee to adopt strong and operative conclusions that would pave the way to the Selection Committee discussion. It is not any more time for a “wait and see option. After 30 years it is time to give a hope to the Burmese people. https://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=652e4b2aa75949e3a974c63a7438daee&docid=401aaf9641d34a9bba475173c6620bd4 Mon, 17 Feb 2014 14:46:01 GMT 6d8d42eda52b487693f4167011d2cd48 CONDANNA A OLTRE 20 ANNI DI CARCERE PER SINDACALISTI Rangoon- La giunta militare al potere in Birmania) ha emesso condanne che vanno dai 20 ai 28 anni di prigione per sei giovani attivisti per la difesa dei diritti dei lavoratori, a conclusione di un processo a porte chiuse che si e' tenuto nella prigione di Rangoon) nota per la durezza delle condizioni in cui versano i detenuti. Lo ha riferito oggi un ex legale dei condannati. I sei sono di eta' compresa tra i 20 e i 30 anni ed erano stati arrestati perche' avevano aiutato ad organizzare un seminario sui diritti dei lavoratori presso l''American Center' di Myanmar durante manifestazioni per la festa dei lavoratori. Sei sindacalisti birmani sono stati condannatida 20 a 28 anni dicarcere in un processo a porte chiuse nel famoso carcere di Insein aRangoon.I sindacalisti che hanno circa 30 anni sono stati arrestati per averorganizzato un seminario sui diritti dei lavoratori in occasione delprimo maggio all’American Center, struttura collegata all'Ambasciataamericana.. I sindacalisti Thurein Aung, Wai Lin, Kyaw Min and Myo Min, sonostati condannati a 20 anni di carcere per sedizioine, cinque inattuazione della legge per associazione e tre anni per offese allaemigrazione ha dichiarato il loro legale Aung Thein.Gli altri due , Nyi Nyi Zaw and Kyaw Kyaw, soo stati condannati persedizione e hanno avuto 20 anni di carcere piu una multa di 1,000kyats -- circa 75 U.S.."la corte non ha trovato alcun documento che li potesseincriminare o nessuna evidenza contro di loro "quello che hanno fatto nella cerimonia del Primo maggio è statodi spiegare I diritti dei lavoratori “ha dichiarato Aung Thein,."niente a che fare con la sedizione."Il processo a porte chiuse è iniziato il 23 luglio e le sentenze, ilMassimo per sedizione, sono state depositate venerdì sera.i familiaridelle vittime hanno potuto assistere alla lettura della sentenza inassenza però dell’avvocato difensore..Il giornale ufficiale birmano The New light of Myanmar ha affermato" terroristi espatriati stanno complottando in vario modo e convari mezzi per minare la pace e la stabilità a livello nazionale eilprevalere della leggee dell’ordine con elementi distruttiviall’interno. La Maggior parte dei gruppi menzionati sono in India o in Tailandiadove vivono da quando l’esercito ha cercato di reprimere lemanifestazioni del 1988 nelle quail oltre 3000 persone sono stateuccise d.Il giornale ha fatto appello alla pubblica opinione perchè tenga gliocchi aperti sui “sabotatori” dichiarando che è vitale per ilgoverno, il popolo e l’esercito di rimanere uniti per distruggere Inemici interni e esterni. In aprile un giornale aveva accusato l’American Center di“danneggiare I cervelli dei giovani Birmani” e di diffonderepropaganda Americana attraverso un corso di “inglese per giornalismo”che insegna a scrivere e etica giornalistica. Il centro è gestitodalla ambasciata Americana a Rangoon e offer corsi di variotipo,libreria, film e alter infrastrutture 2014-02-17T15:47:26.8670000+01:00 https://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=652e4b2aa75949e3a974c63a7438daee&docid=6d8d42eda52b487693f4167011d2cd48 Mon, 17 Feb 2014 14:47:26 GMT 462ea1623f5a4c359526a08f107dbe6d Cecilia Brighi - CISL- intervento a Conferenza OIL 2005 ILO CONFERENCE, SPECIAL SITTING ON BURMA CECILIA BRIGHI WORKERS DELEGATE ITALY 4.6.2005 Thank you chair, The world is aware, since long time, that the people of Burma are suffering under one of the world's most brutal and repressive regimes. Business as usual cannot continue. You know that the basis of forced labour lays in the economic structure of this criminal- forced labour economy. The junta continues to heavily control and command Burmese economy, failing to address fundamental problems, such as a highly centralized decision-making structure; substantial restrictions on private commercial activity; a disproportionate expenditure in the military sector, which reaches over 49.9% of the public expenditure, so that in the last ten years it has become the largest army in South East Asia. Corruption puts Burma at the 142nd place in a list of 145 countries. Thanks to these conditions, Burma can remain the first producer of methamphetamine in the world and the second producer of opium, after Afghanistan. In this connection the garment and textile sector is the most important, for money laundering and clandestine export of drug, thanks to the fact that the drug lords, connected to the junta are the main investors in this sector. You know that it is impossible to do business without producing profits for the junta. You know that the law on state owned enterprises of 1989, gives the junta and the army the right to control all the key economic sectors. You know that the Union of Myanmar Economic Holdings and its branch: the Myanmar Economic Corporation detain the monopoly of productive economy. The activities of UMEH and MEC are intended mainly to build the military's resource base – enabling privileged economic treatment of army officers and their families. You know that the junta has promoted companies in the gas sector, turism, banks gems, real estate, and logging. Joint ventures become the main logistics and economic support for the military junta. As an example, in March 2004, EU's FDI represented 30.37 % of the total FDI, mostly investing in Oil & Gas sector (32.37% of Total FDI in Burma), which is the major funding for the military regime, which export was about 986.5 $/million. In 2003/04, Burma's export was 2431.49 million US dollar, among them garment export only, was 334.76 $/million (13.76% of total export) and EU's garment import from Burma share was about 66%, so it was about 220 $/m in 2003/04. As of March 2004, five ASEAN countries (Singapore, Thailand, Malaysia, Indonesia & Philippines) are investing in Burma, and have committed US$ 3933.84 million in 170 projects, realizing 51.08% of the total permitted amount of FDI. The junta's get-rich-quick economic plans, are based on forced labour perpetuation, brutal exploitation of workers, and more over are devastating Burma's environment, damaging the regional ecological balance, as well as the country's long-term economic prospects. You know that fifteen years of constructive engagement with the regime and the threats of political sanctions have failed to bring about a single democratic reform, aimed at the end of forced labour. This approach has not managed to shake the core power of the junta, thus impeding any real commitment to eradicate forced labor. This situation has to be stopped. The fact that still today we are here to discuss on violation of Convention 29, shows the uncompromising nature of the regime, the connection between the military’s economic base and its political support. Only a coordinated international action, that tackle the economic power of the junta, can really bring effective changes. It is time that the ILO constituents, the international Financial Institutions, including the ADB, the Great Mekong Subregion and the connected Trade and Investment Flagship Program, take effective measures, as regards any projects implying direct or indirect involvement with the Burmese state and military companies. Such request is not limited to International Financial Institutions, but targets also those international organizations and NGOs, which maintain any form of economic relations with the junta. They should reconsider any cooperation they may engage in, with Burma and assess and report to the ILO, on the effects of any forms of material or financial assistance to such government, which could directly or indirectly support the practice of forced labor. Governments, employers and workers – should commit themselves to review, their relations with Burma and take suitable measures, be it legislative, administrative or judicial, including a recourse to International Court of Justice, as a further mean to ensure that the junta cannot take advantage of such relations to continue or extend the system of forced labour. We ask them to ensure that no foreign direct or indirect investment, imports from or exports to Burma, grants, loans or credits to State or military-owned enterprises, including those operated by international private equity funds, contribute directly or indirectly to such a continuation or extension of forced labor. More over, we appeal once again to governments and the EU to implement art XX of the GATT, which refers to measures relating to the protection of human health and measures and to the product of prison labour. It is more than compatible for governments to take trade measures against the government of Burma without fear of ill effect. Finally we call on all those governments and companies which not withstanding such harsh reality, continue to close their eyes in the name of business, to take a stand to contribute to the necessary change, which will pave the way for democracy development and a stable economy in which safely invest. 2014-02-17T15:45:39.7870000+01:00 https://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=652e4b2aa75949e3a974c63a7438daee&docid=462ea1623f5a4c359526a08f107dbe6d Mon, 17 Feb 2014 14:45:39 GMT d4b0175ccbf44aa49f0b2b8f77e47bbf Casi di lavoro forzato avvenuti dopo la Conferenza OIL di gugno 2006 In allegato elenco casi di lavoro forzato avvenuti dopo la Conferenza OIL di giugno 2007. l'elenco dimostra come il lavoro forzato non si sia assolutamente interrotto nonostante la giunta militare continui a negare questa profonda violazione dei diritti umani fondamentali 2014-02-17T15:45:13.8300000+01:00 https://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=652e4b2aa75949e3a974c63a7438daee&docid=d4b0175ccbf44aa49f0b2b8f77e47bbf Mon, 17 Feb 2014 14:45:13 GMT 5c0e5ef1c0ab4f7fa79c47064ceaf050 conclusioni della Commissione di indagine ILO in allegato le conclusioni della Commissione di inchiesta ILO nominata secondo l'art. 26 della Costituzione dell'Organizzazione Internazionale del Lavoro per esaminare l'osservanza da parte della Birmania della Convenzione ILO n. 29 del 1930 sul divieto di lavoro forzato 2014-02-17T15:48:13.6670000+01:00 https://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=652e4b2aa75949e3a974c63a7438daee&docid=5c0e5ef1c0ab4f7fa79c47064ceaf050 Mon, 17 Feb 2014 14:48:13 GMT 9d529462d4834f17a39620ea6bbff40d Conclusione Comitato Selezione della Conferenza OIL sulla violazione della Convenzione 29 da parte della Birmania Conclusioni approvate dal Comitato Selezione della Conferenza OIL 2006 2014-02-17T15:43:53.8800000+01:00 https://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=652e4b2aa75949e3a974c63a7438daee&docid=9d529462d4834f17a39620ea6bbff40d Mon, 17 Feb 2014 14:43:53 GMT b2d1ac82e4cb422496ef1bb4849f2200 U Maung Maung Segretario generale FTUM è stato insignito al Parlamento Europeo del Silver Rose Award 2013 attribuitogli da Solidar Solidar,l’0rganizzazione europea che si occupa di promozione dei diritti umani e del lavoro nel mondo ha insignito del Silver Rose Awards il 16 ottobre in una cerimonia al Parlamento Europeo U Maung Maung, Segretario Generale della Federazione dei sindacati birmani FTUM. Motivazione: da olatre 20 anni U Maung Maung gioca un ruolo essenziale per la sopravvivenza ed ora la crescita del movimento sindacale in Birmania. Nel 2012 U Maung Maung attraverso negoziati diretti con il governo ha ottenuto la possibilità di far rientrare la Federazione dei Sindacati Birmani FTUM in Birmania. Ora sono state approvate una serie di leggi che consentono la nascita e crescita del sindacato, ma molto si deve ancora fare per garantire il lavoro dignitoso per le lavoratirci e lavoratori birmani. “Questo riconoscimento appartiene a tutto l’FTUB e al movimento dei lavoratori che si è mantenuto vivo nel corso di questi ultimi 24 anni e anche alle organizzazioni sindacali internazionali che ci hanno sostenuto nel corso di questi anni”. Ha dichiarato U Maung Maung nel ricevere il premio. E ha poi aggiunto: “noi stiamo assistendo ora all’arrivo di molti investitori nel nostro paese. l’Unione Europea e gli stati membri dovrebbero richiedere che quelle imprese europee che vogliono fare affari in Birmania debbano rispettare i diritti umani e i diritti dei lavoratori, e una equa distribuzione degli utili. In questo modo crediamo che la Birmania possa diventare un modello per tutta la regione asiatica”. Solidar ha assegnato il Silver Rose Award anche a : Migrants Rights Centre Ireland (MRCI) and Mohammed Younis, Migrant Leader Islamic Community of Tapada das Mercês and Mem Martins (ACITM), Portugal Guatemalan indigenous Ixil communities represented by Center for Human Rights Legal Action (CALDH) Richard Wilkinson and Kate Pickett, UK 2013-10-18T16:43:51.4630000+02:00 https://www.birmaniademocratica.org/document.aspx/it/u_maung_maung_segretario_generale_ftum_e_stato_insignito_al_parlamento_europeo_del_silver_rose_award_2013_attribuitogli_da_solidar/sindacato?lang=it Fri, 18 Oct 2013 14:43:51 GMT bd8f0739baaf471ab583bebc6ff07b24 Il sindacato birmano clandestino FTUB chiede al Presidente birmano la approvazione di una legge che dichiari l'area in cui avrebbe dovuto essere costruita la diga di Myistone, parco lazionale Normal.dotm 0 0 1 363 2072 17 4 2544 12.0 0 false 18 pt 18 pt 0 0 false false false Federation of Trade Unions – Burma Responsabilità e diritti Richiesta di approvazione di una legge che dichiari l’area di Irrawady Myitsone quale Parco Nazionale, con eventuale intervento di sostegno in caso di controversie legali internazionali Data: 6 ottobre 2011 In data 23 agosto 2011 la FTUB – Federation of Trade Unions Burma – ha reso nota una dichiarazione a sostegno della richiesta formulata da Daw Aung San Suu kyi per interrompere i lavori di costruzione della diga di Myitsone alla confluenza dei fiumi Mali e N’Mai alla sorgente del fiume Irrawaddy. La FTUB rammenta come il Presidente U Thein Sein abbia inviato una lettera al Parlamento nella quale sottolineava come, per motivazioni varie, il progetto della diga di Myitsone non sarebbe stato realizzato nel corso del suo mandato. Per interrompere effettivamente il progetto di costruzione della diga di Myitsone la FTUB richiede che la stessa regione e le aree circostanti vengano dichiarate Parco nazionale attraverso un apposito intervento normativo del Parlamento. La FTUB ricorda inoltre a coloro che avevano richiesto l’interruzione dei lavori di costruzione della diga di Myitsone che in ragione dell’arresto delle opere di costruzione del progetto il governo potrebbe dover far fronte ad un’azione legale internazionale da parte degli investitori internazionali. È quindi necessario che tutti forniscano il proprio sostegno e appoggio al governo che ha agito sulla base delle nostre richieste. Lo State Peace and Deveopment Council già capeggiato da U Than Shwe aveva assunto tutte le decisioni relative al progetto di Myitsone senza un processo aperto e trasparente che prevedesse la partecipazione del popolo. Il paese e il popolo potrebbero ora dover far fronte a durissime conseguenze negative in ragione di queste decisioni, delle quali U Than Shwe è responsabile. Per evitare il ripetersi di simili errori in futuro è necessario che il Presidente U Thein Sein ricordi quanto è accaduto e preveda un adeguato spazio di partecipazione popolare. La FTUB ringrazia il Presidente U Thein Sein per avere dato ascolto alla voce del popolo e per avere interrotto il progetto Myitsone. Qualora dovessero emergere problematiche che necessitino di una soluzione in un quadro giuridico internazionale, quale tema di carattere nazionale la FTUB e i suoi membri forniranno il proprio sostegno ad una soluzione di tali problematiche di concerto con i cittadini del paese. Contatti: U Maung Maung 1 571 234 9258 Dr. Zaw Win Aung 91 987 157 8569 2011-10-09T17:04:01.8170000+02:00 https://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=652e4b2aa75949e3a974c63a7438daee&docid=bd8f0739baaf471ab583bebc6ff07b24 Sun, 09 Oct 2011 15:04:01 GMT 72e3615ee6c54778a7559fea79792d5b La Confederation of Trade Unions of Myanmar ottiene la registrazione dal governo. Sindacato birmano i successi di una strategia che viene da lontano e che ha puntato al dialogo 2015-07-23T16:06:22.4300000+02:00 Finalmente a tre anni dall’approvazione della legge sulle organizzazioni de lavoro nel novembre 2011, il governo birmano a approvato la registrazione della Confederazione dei Sindacati Birmani CTUM. Questo è un grande successo che premia il lungo e difficile lavoro, iniziato nel 1992 in clandestinità dalla Tailandia e proseguito poi in Birmania, dopo l’accordo con il governo per il rientro nel paese di tutta la leadership sindacale ad ottobre 2012. La Confederation of Trade Unions of Myanmar CTUM raccoglie al suo interno le Federazioni nazionali dei vari settori produttivi, è affiliata alla ITUC e il suo Presidente Maung Maung è membro del Consiglio di Amministrazione dell’ILO, l’unica agenzia ONU tripatita. Il lungo lavoro di formazione della nuova classe dirigente ha portato alla definizione di relazioni costruttive con gli imprenditori, al dialogo con il governo su temi importanti quali il salario minimo, le misure di protezione sociale, la tutela dei contadini e la salvaguardia del diritto alla terra. Un recente grande successo è decisione sul salario minimo. Infatti, dopo 18 mesi di negoziati tra governo, imprenditori e sindacati è stato raggiunto l’accordo per un salario minimo giornaliero di 3.600 Kyats. (3.6$). Un aumento importante, che va coniugato con lo sviluppo della contrattazione collettiva a livello di impresa. Su 1000 imprenditori solo 200, soprattutto nel settore dell’abbigliamento hanno minacciato la chiusura delle imprese, se la norma fosse approvata. Le loro posizioni sono state sconfitte sul loro stesso terreno. Inoltre finalmente il 23 luglio è stato formalmente costituito il Comitato Tripartito dell’ILO con la partecipazione paritaria di rappresentanti del governo, degli imprenditori e delle organizzazioni sindacali. Il comitato discuterà delle politiche del mercato del lavoro, delle strategie e della attuazione dei programmi ILO nel paese e delle dinamiche internazionali per quanto riguarda i temi connessi con il lavoro e la promozione della occupazione. https://www.birmaniademocratica.org/document.aspx/it/la_confederation_of_trade_unions_of_myanmar_ottiene_la_registrazione_dal_governo_/sindacato?lang=it Thu, 23 Jul 2015 14:06:22 GMT 9367e125920e4a44b3097e955d7a7967 La Confederzione Sindacale birmana CTUM accetta la proposta di salario minimo e chiede agli imprenditori di lavorare per un aumento della produttività 30 imprese dell'abbigliamento a Rangoon pronte a chiudere e a lasciare a casa 70.000 lavoratori 2015-07-07T15:04:30.5800000+02:00 La confederazione dei Sindacati Birmani, CTUM, ha sollecitato gli imprenditori ad accettare la proposta del salario minimo emersa da un lungo lavoro di confronto tripartito, suggerendo loro che nella definizione del salario si prenda in considerazione le opportunità economiche dei prossimi due o tre anni. Lanciando agli imprenditori un appello alla collaborazione con i lavoratori per un incremento della produttività invece di opporsi alla proposta di salario minimo, la CTUM ha sottolineato che questa decisione faciliterebbe l’adattamento del paese alla situazione in evoluzione nei prossimi anni. Cinque federazioni dei lavoratori birmani, venerdì scorso hanno espresso parere positivo sulla proposta di salario minimo avanzata dal governo, rifiutandosi di accettare ulteriori negoziati. Le federazioni sindacali hanno chiesto la formazione di un comitato socio-economico che dovrebbe includere i rappresentanti del governo, degli imprenditori e dei sindacati. Il 29 giugno il governo, dopo una consultazione durata oltre un anno, con imprenditori e sindacati, aveva deciso di fissare il salario minimo a 3.600 Kyats al giorno (circa 3.27$)per tutti i lavoratori del paese. Ciò nonostante i rappresentanti delle imprese dell’abbigliamento si sono opposti a tale proposta affermando che in caso questa fosse accettata le imprese sarebbero costrette a dover chiudere a settembre prossimo. Secondo l’Associazione degli Imprenditori dell’Abbigliamento, oltre 30 imprese di Rangoon con capitale straniero hanno espresso la volontà di chiudere i battenti a settembre, se passasse tale proposta. La chiusura di queste aziende creerebbe circa 70.000 disoccupati. In un messaggio alla radio il Presidente della Repubblica Thein Sein ha avvisato che un salario minimo troppo alto avrebbe come conseguenza l’aumento dei costi di produzione e conseguentemente un blocco degli investimenti esteri. Se, al contrario, fosse troppo basso i lavoratori che stanno lottando per la sopravvivenza scenderebbero inevitabilmente per le strade per protestare. https://www.birmaniademocratica.org/document.aspx/it/la_confederzione_sindacale_birmana_ctum_accetta_la_proposta_di_salario_minimo_e_chiede_agli_imprenditori_di_lavorare_per_un_aumento_della_produttivita/sindacato?lang=it Tue, 07 Jul 2015 13:04:30 GMT b8ec059bbc7d44fb87c110e56723b9eb Maung Maung, leader sindacale birmano può rientrare liberamente dopo 24 anni in Birmania 2012-10-04T13:37:07.7070000+02:00 Il mese di settembre si apre con il rientro in Birmania del Segretario Generale dell’FTUB Maung Maung dopo 24 anni di esilio nel corso dei quali il leader sindacale e centinaia di altri sindacalisti sono stati accusati di terrorismo e di attività sovversive contro la dittatura militare. Anni nei quali le loro famiglie sono state sottoposte a ritorsioni, arresti, minacce e pedinamenti quotidiani da parte di agenti dei servizi segreti. Il rientro in Birmania è stato consentito grazie alla decisione del Presidente della Repubblica birmana di togliere circa 2000 dissidenti in esilio da una lista di persone “non grate” al fine di poter promuovere un dialogo finalizzato alla pacificazione e allo sviluppo democratico del paese. “Siamo estremamente felici per la decisione assunta dal governo birmano di permettere il ritorno in Birmania di Maung Maung, Segretario Generale del sindacato birmano FTUB. Ha dichiarato il Segretario Generale della CISL Raffaele Bonanni. “Tale decisione è una vittoria del sindacato mondiale e della CISL che da anni ha impegnato tutta l’ organizzazione a sostegno della democrazia, i diritti umani e del lavoro in questo importantissimo paese asiatico ed è un ulteriore passo , seppur con ancora numerosi limiti e dopo oltre cinquanta anni, per la realizzazione della libertà sindacale e dei diritti del lavoro in Birmania”. “Oggi è una giornata di grande gioia per il sindacato birmano e per la CISL . Per la realizzazione di questo obiettivo, immense sono state e sono tutt’ora le rinunce e i sacrifici che i sindacalisti e le sindacaliste birmane hanno fatto con anni e anni di carcere o di esilio in condizioni di grandi difficoltà e di privazioni sul piano delle libertà personali, degli affetti e dei sogni di vita, per la promozione della democrazia e dei diritti del lavoro. In questa delicatissima fase di transizione e di nuove sfide per un corretto sviluppo democratico, sociale, economico del paese si dovrà porre le basi, direttamente in Birmania, per la costruzione di un forte movimento sindacale, democratico e indipendente. Ora il governo italiano, la UE e l’ILO dovranno impegnarsi con il contributo sindacale, per far si che si realizzi la piena libertà sindacale, la promozione del lavoro dignitoso, e la garanzia che gli investimenti delle imprese europee ed italiane si sviluppino nel pieno rispetto dei diritti umani, del lavoro e dell’ambiente. Altri sindacalisti dell’FTUB si preparano a rientrare per poter lavorare alla costruzione del sindacato. Al suo rientro in Birmania, Maung Maung è stato accolto all’aeroporto da una delegazione di sindacalisti birmani, dal Responsabile ILO e dalla sua famiglia che non vedeva da 24 anni. https://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=652e4b2aa75949e3a974c63a7438daee&docid=b8ec059bbc7d44fb87c110e56723b9eb Thu, 04 Oct 2012 11:37:07 GMT 5fb3a0e8850949d2aee031a9456a4abb La CIS , Confederazione internazionale dei sindacati, chiede che le sanzioni alla Birmania siano abrogate gradualmente solo dopo la attuazione di cambiamenti stabili e sostanziali Il lavoro forzato è ancora largamente praticato, le organizzazioni sindacali sono tuttora illegali e centinaia di prigionieri politici sono ancora in carcere. tra le condizioni: porre termine con urgenza al lavoro forzato, liberare tutti i prigionieri politici in modo incondizionato, abrogando le leggi draconiane che li hanno portati in carcere, interrompere la violazione di tutti i diritti umani e degli attacchi contro le nazionalità etniche. Garanzia della libertà di organizzazione sindacale etc. 2012-02-20T17:26:22.1730000+01:00 La Birmania deve intervenire sugli abusi cronici dei diritti umani prima che le sanzioni vengano revocate, secondo un nuovo Rapporto della Confederazione Internazionale dei Sindacati (ITUC‑CIS). Nonostante alcuni segnali positivi di cambiamento, in Birmania il lavoro forzato è ancora largamente praticato, le organizzazioni sindacali sono tuttora illegali e centinaia di prigionieri politici sono ancora in carcere. Di conseguenza, come si legge nel rapporto, “riteniamo che i tempi non siano ancora maturi per procedere ad una revisione sostanziale delle sanzioni”. Secondo il rapporto, le sanzioni dovrebbero essere revocate solamente una volta che il governo della Birmania abbia: - Eliminato il lavoro forzato: crimine ancora ampliamente diffuso da parte di autorità civili e militari in quasi tutti gli Stati e le divisioni del paese. Il governo birmano non attuato nessuna delle misure le raccomandazioni dell’ILO del 1998 sull’eliminazione del lavoro forzato nel paese. - Ammesso sindacati indipendenti e democratici: nonostante la recente approvazione della Legge sulle Organizzazioni del Lavoro, il governo non è ancora passato alla fase attuativa. La legge contiene inoltre alcune problemi significativi, oltre ad essere indebolita da altre leggi tutt’ora in vigore. Inoltre la Federation of Trade Unions - Burma (FTUB), organizzazione sindacale affiliata alla CIS, è ancora considerata una organizzazione fuorilegge. È necessario che governo birmano, sindacati, datori di lavoro e ILO modifichino la legge appena approvata e ne verifichino l’effettiva attuazione. - Liberato tutti i prigionieri politici: il governo ha rilasciato centinaia di prigionieri politici, ma sono oltre 1.000 quelli che rimangono ancora in carcere, mentre molti altri dissidenti sono tuttora in esilio. I prigionieri politici devono essere rilasciati senza condizioni, garantendone il reinserimento sociale. Le norme di legge che hanno portato alla loro incarcerazione devono essere abrogate. Il rapporto fa inoltre appello alle autorità birmane affinché pongano fine a tutti gli altri gravi abusi dei diritti umani, avviino un cessate il fuoco a livello nazionale e intervengano sulle cause alla radice del conflitto, celebrino elezioni libere ed eque, tra l’altro emendando l’iniqua costituzione del 2008, e limitino il ruolo dei militari nel governo e nell’economia. Il rapporto richiede inoltre “un allentamento graduale e misurato delle sanzioni a mano a mano che il governo birmano compirà progressi sull’insieme di questa lista”. Il rapporto è stato sviluppato in stretta collaborazione con l’ FTUB in risposta ai crescenti appelli da parte di UE, USA, Canada e Australia per una revoca delle sanzioni nei confronti della Birmania. Il rapporto della CIS si concentra principalmente sui diritti del lavoro, ma al tempo stesso fa appello ai “governi a fare riferimento anche alle raccomandazioni di altre organizzazioni della società civile che sollevano ulteriori e urgenti preoccupazioni in materia di diritti umani”. VEDI DOC. ALLEGATO https://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=it&catid=652e4b2aa75949e3a974c63a7438daee&docid=5fb3a0e8850949d2aee031a9456a4abb Mon, 20 Feb 2012 16:26:22 GMT