ECONOMIA https://www.birmaniademocratica.org/ViewCategory.aspx?lang=en&catid=7566c1b8e992461bb8fe2640f203de29 f85b365d8fa74c2b8efaa9870712b41c Birmania. la politica delle riforme economiche Il documento analizza le problematiche aperte dalla transizione in atto e dall’ ambizioso programma di profonde riforme intraprese dal governo birmano per mettere fine al suo isolamento ed integrare la sua economia nel sistema globale. Strettamente collegato alla transizione politica, alla fine delle sanzioni economiche occidentali il processo di riforma, se ben strutturato potrà portare benefici a tutti coloro che hanno sofferto durante il lungo regime. Pertanto le riforme politiche ed economiche risulteranno vincenti se saranno strettamente collegate come pure intrecciate al processo di pace che dovrà produrre un dividendo di pace negli stati etnici e nelle zone più povere e remote del paese. Sarà impossibile assicurare una stabilità macroeconomica e uno sviluppo sostenuto nelle vite della gente ordinaria, così come sarà difficile immaginare una riforma economica di successo, senza una stabilità politica e un allontanamento dal passato autoritario. 2014-02-17T16:16:15.4430000+01:00 https://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=en&catid=7566c1b8e992461bb8fe2640f203de29&docid=f85b365d8fa74c2b8efaa9870712b41c Mon, 17 Feb 2014 15:16:15 GMT 30dfb921cc364b89b09a32d1cebe5a1a Amartya Sen chiude alla politica birmana dell'India Il premio Nobel Amartya Sen ha criticato l’India per la sua politica birmana, dicendo che il Paese ha “completamente abdicato” le sue responsabilità morali dopo aver preso “un po’ di potere” e chiesto uno scrutinio globale nelle elezioni generali sotto la giunta militare. Sen, una delle voci più critiche del regime militare in Birmania, ha definito le politiche di India, Cina e Thailandia verso la Birmania sono “eccezionalmente approssimative e estremamente gravi”. La politica birmana dell’India “è in parte un’imitazione della Cina, sempre più dominata da miope preoccupazioni nazionali lontane da quelle che muovevano Gandhi, Nehru e Tagore” queste le parole di Sen, che ha speso parte della sua infanzia in Birmania, durante un discorso in una conferenza sulla Birmania alla prestigiosa John Hopkins University. “Quando il nostro potere d’influenzare il mondo era zero, noi spendevamo il nostro tempo nell’insegnare al mondo cosa fosse la moralità. E appena abbiamo un po’ di potere, sebbene non quanto la Cina, abbiamo completamente rinunciato alle nostre responsabilità” ha dichiarato il 76enne Sen. Dopo aver duramente criticato l’India per aver accolto la leadership militare birmana a Nuova Delhi, ha poi aggiunto “Devo dire che come fedele cittadino indiano, mi spezza il cuore vedere il Primo Minstro del mio Paese democratico – e uno dei più umani e compassioneveli leader del mondo – darsi da fare ad accogliere i macellai dalla Birmania, ed essere fotograti in uno stato di vicina cordialità”. Sen ha detto di essere anche preoccupato dal fatto che il dibattito pubblico in India sulla situazione birmano è stato pressoché assente. “E questo non è a causa di una qualche restrizione del governo su questo tema”, ha aggiunto. “Il problema è da leggere piuttosto nel cambio del clima politico in India in cui vengono perseguiti interessi nazionali sempre più miopi – o almeno ciò che viene preso come interessi nazionali – e in cui la storica propensione dell’India di insegnare al mondo la moralità politica viene visto come un triste costume dell’era di Nerhu”, ha concluso Sen. Il Premio Nobel ha chiesto l’apertura immediata di un’inchiesta delle Nazioni Unite sui presunti crimini contro l’umanità commessi dalla Giunta, che viene chiesta da un numero di stati occidentali, inclusi gli Stati Uniti, la Gran Bretagna e la Francia. (…) Niente forse è più importante ora che il giorno delle elezioni farse si avvicina della discussione pubblica globale sulla natura reale di elezioni fraudolente” ha detto. “Le espressioni di ipocrita speranza che le cose possono cambiare dopo le elezioni sono totalmente contrary ad un’analisi ragionata su quello che sta succedeno in Birmania”, ha detto Sen. (Puoi leggere l'articolo in originale su OutlookIndia) (21 Ottobre 2010) 2010-11-11T22:41:02.9430000+01:00 https://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=en&catid=7566c1b8e992461bb8fe2640f203de29&docid=30dfb921cc364b89b09a32d1cebe5a1a Thu, 11 Nov 2010 21:41:02 GMT 97ef38a8660f447b8e8d03d0883c9d2e A che punto sono i progetti minerari per l’estrazione di Nikel nella zona di Mandalay e di oro nello Stato Kachine e nello Stato Sha molti i problemi legati agli impatti sull'ambiente e sulle popolazioni 2013-10-22T08:23:20.7470000+02:00 A che punto sono i progetti minerari per l’estrazione di Nikel nella zona di Mandalay e di oro nello Stato Kachine e nello Stato Shan Secondo alcuni rapporti, dopo un lungo ritardo, il progetto minerario per l'estrazione di nikel, a nord di Mandalay sta per essere avviato. Il progetto, per un totale di 800 milioni di dollari, è finanziato da imprese statali cinesi. Il Ministero delle Miniere ha dichiarato che il suo partner principale, la Cina Metalli non Ferrosi Mining Company (CNMC), aveva già effettuando i test nella zona Tagaung nella divisione di Sagaing. Secondo il giornale Eleven, il progetto, in discussione dal 2004 e che avrebbe un impatto negativo sulle foreste pluviali incontaminate e su numerosi villaggi della zona, mira a produrre sino a 85.000 tonnellate di ferro-nichel l' anno. Il progetto avrà la durata di 20 anni e comporterà la costruzione di una fonderia, molto probabilmente alimentata a carbone o coke, per separare il nichel estratto dal minerale di roccia. La produzione di Oro aumenta, nonostante Nonostante i problemi e le tensioni nello Stato Kachin. E nello Karen Il settore minerario birmano parzialmente bloccato dovrebbe comunque produrre quest'anno circa 500 chili di prezioso metallo, il doppio del 2012 ,ha dichiarato un funzionario governativo. L'aumento e' dovuto ad un incremento della produzione di Yamaethin, nella divisione di Mandalay, ha dichiarato Aye Zaw, uno dei direttori del ministero delle miniere. La produzione sarebbe molto maggiore se il conflitto negli stati Kachin e Karen non avesse costretto alla chiusura di circa 350 miniere, ha dichiarato Aye Zaw, secondo quanto riportato dal Myanmar Times. Aye Zaw ha affermato che 190 miniere sono state chiuse nello stato Kachin e circa 150 nello Stato Karen. https://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=en&catid=7566c1b8e992461bb8fe2640f203de29&docid=97ef38a8660f447b8e8d03d0883c9d2e Tue, 22 Oct 2013 06:23:20 GMT e77e2518854a40cd9ff5139c155fb2ac Affidata ad un ex signore della droga, grande amico dei generali, la costruzione del più grande porto industriale birmano e la prima zona industriale per le esportazione articolo tratto da Irrawaddy. 29 novembre 2010. Affidata ad un ex signore della droga, amico dei generali, la costruzione del più grande porto industriale della Birmania e della prima zona industriale per l'esportazione. Grandissime le preoccupazioni per l'impatto sociale e ambientale 2010-11-30T07:55:59.9900000+01:00 Zaw Zaw, un amico intimo della giunta birmana, -sanzionato dagli USA, ha ottenuto una grande commessa per la costruzione del porto in acque profonde di Dawei. Un progetto per 8,6 miliardi dollari, finanziato principalmente dalla vicina Thailandia. Fonti imprenditoriali di Rangoon hanno dichiarato che la Max Myanmar Group di proprietà di Zaw Zaw ha ottenuto il via libera dalla giunta militare per costruire il più grande porto della Birmania e una zona industriale, in quanto socio in affari favorito del capo della giunta Snr-Gen Than Shwe e di una manciata di altri alti generali . "Anche il grande magnate, Tay Za, ha dichiarato che Zaw Zaw forse è più ricco di lui", ha svelato una fonte, aggiungendo che Zaw Zaw è diventato molto vicino a Than Shwe e agli altri alti generali, e il capo della giunta lo chiama affettuosamente "Phoe Zaw ", un soprannome usato per un membro della famiglia. Le foto nei media statali birmani hanno mostrato che Zaw Zaw ha accompagnato Than Shwe nella sua recente visita di Stato in Cina nel mese di settembre, insieme ai membri della famiglia Than Shwe e agli alti funzionari della giunta. Durante il viaggio Than Shwe ha visitato la zona economica di Shenzhen. L'International Herald Tribune ha citato il presidente dell’Ital-Thai Development che ha affermato che Than Shwe vorrebbe che il progetto del porto Dawei sia simile alla zona economica di Shenzhen, Il progetto del Port Dawei è stato approvato dalla giunta il 2 novembre a Naypyidaw. L’ex Gen. Tin Aung Myint Oo ha assistito alla cerimonia della firma tra l’Ital-Thai Development Co Ltd e la Autorità Portuale birmana. Tuttavia, The New Light of Myanmar ha riferito che al momento i due paesi si sono messi d’accordo sul porto Dawei profondo,la zona industriale e il nodo stradale e ferroviario in Thailandia nel corso di una riunione dei ministri degli Esteri dell'Associazione delle Nazioni del Sudest Asiatico il 19 maggio 2008, poco dopo il disastro del ciclone Nargis. Il progetto, che coprirà 250 chilometri quadrati, verrà attuato in tre fasi su un periodo di 10 anni e sarà "la prima zona economica speciale in Myanmar", secondo quanto riportato dai media birmani. Alcuni rapporti della stampa internazionale hanno espresso la preoccupazione che il progetto comporti danni all'ambiente e porti alla deportazione forzata nella zona del progetto. L'International Herald Tribune, venerdì ha riportato la dichiarazione del primo ministro thailandese Abhisit Vejjajiva: "Alcune industrie non sono adatte ad essere collocate in Thailandia. Per questo motivo hanno deciso di collocarsi lì. " I giornalisti a Rangoon hanno provato a scrivere articoli sulla Myanmar Max Group, ma secondo loro il consiglio della censura birmana, la PSRD, ha respinto gli articoli. Zaw Zaw Max Myanmar e il suo gruppo di aziende sono stati coinvolti anche nella costruzione della nuova capitale Naypyidaw a metà degli anni 2000. Zaw Zaw è anche vicino alla ex-Gen Tin Aung Myint Oo. Zaw Zaw e il suo cosiddetto "business figlio adottivo", Zaw Win Shine, sono stati con Tin Aung Myint Oo quando arrivò a Singapore Changi International Airport in aprile per un viaggio medico, ha detto un cittadino birmano a Singapore, che ha assistito Tin Aung Myint arrivo Oo. Zaw Zaw e le sue reti aziendali insieme ad altri soci d'affari giunta, sono stati aggiunte alla lista americana sulle sanzioni mirate approvata nel gennaio 2009. "Zaw Zaw è l'amministratore delegato di Max Myanmar Group of Companies, un ente birmano con interessi nei settori delle pietre preziose, del legno, dell’edilizia, dell’ industria e del turismo". Il Dipartimento del Tesoro in un comunicato ha descritto Zaw Zaw:"Max Myanmar ha fornito importanti servizi a sostegno della giunta birmana, in particolare nei progetti edili". https://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=en&catid=7566c1b8e992461bb8fe2640f203de29&docid=e77e2518854a40cd9ff5139c155fb2ac Tue, 30 Nov 2010 06:55:59 GMT fd4b49a8d26443a9b51c224020527251 A che punto sono i progetti minerari? 2019-07-15T15:42:38.0730000+02:00 A che punto sono i progetti minerari per l’estrazione di nikel nella zona di Mandalay e di oro nello Stato Kachine e nello Stato Shan. Secondo alcuni rapporti, dopo un lungo ritardo, il progetto minerario per l'estrazione di nikel, a nord di Mandalay sta per essere avviato. Il progetto, per un totale di 800 milioni di dollari, è finanziato da imprese statali cinesi. Il Ministero delle Miniere ha dichiarato che il suo partner principale, la Cina Metalli non Ferrosi Mining Company (CNMC), aveva già effettuando i test nella zona Tagaung nella divisione di Sagaing. Secondo il giornale Eleven, il progetto, in discussione dal 2004 e che avrebbe un impatto negativo sulle foreste pluviali incontaminate e su numerosi villaggi della zona, mira a produrre sino a 85.000 tonnellate di ferro-nichel l' anno. Il progetto avrà la durata di 20 anni e comporterà la costruzione di una fonderia, molto probabilmente alimentata a carbone o coke, per separare il nichel estratto dal minerale di roccia. La produzione di Oro aumenta, nonostante i problemi e le tensioni nello Stato Kachine e nello Stato Karen. Il settore minerario birmano parzialmente chiuso dovrebbe comunque produrre quest'anno circa 500 chili di prezioso metallo, il doppio del 2012 ,ha dichiarato un funzionario governativo. L'aumento e' dovuto ad un incremento della produzione di Yamaethin, nella divisione di Mandalay, ha .a di circa 350 miniere, ha dichiarato Aye Zaw, secondo quanto riportato dal Myanmar Times. Aye Zaw ha affermato che 190 miniere sono state chiuse nello stato Kachin e circa 150 nello Stato Karen. https://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=en&catid=7566c1b8e992461bb8fe2640f203de29&docid=fd4b49a8d26443a9b51c224020527251 Mon, 15 Jul 2019 13:42:38 GMT 50a84f81dda5469087c84ffcc69f71a3 Ambizioni nucleari birmane: la produzione di gas naturale serve per il programma nucleare segreto della Giunta? EarthRightsInternational – Martedì 22 Giugno, Paul Donowitz di EarthRightsInternational e Robert Kelley, ex Direttore dell’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (IAEA) ha discusso al National Endowment for Democracy sulle recenti rivelazioni in merito al programma per la produzione di armi nucleari portato avanti dalla Giunta birmana. Co-autore del recente Rapporto pubblicato da Democratic Voice of Burma e diffuse da Al-Jazeera, Kelley ha presentato le prove fotografiche e altro materiale sensibile portato fuori dalla Birmania e reso noto dal Maggiore Sai Thein Win, ex vice-comandante di un complesso industriale militare top-secret nella citta di Myaing che ha abbandonato l’esercito e il regime. Prima di scappare dalla Birmania, Sai Thein Win ha collezionato migliaia di file dettagliati sul programma segreto attuato dai Generali per costruire armi nucleari, documenti poi analizzati da Kelley nel suo rapporto. Kelley ha spiegato che il programma nucleare Birmano sembra ancora rudimnetale e ai primi passi, con scienziati che apparentemente sperimentano con il laser i processi di separazione degli isotopi e la tecnologia di centrifuga per l’arricchimento dell’uranio. Kelley ha concluso che, pur essendo una questione seria e un serio motivo di preoccupazione internazionale, il programma nucleare birmano non è ancora capace di produrre armi vere e proprie. Nel suo commento, Paul Donowits, Direttore delle Campagne di ERI ha spiegato come la Birmania, uno dei Paesi più poveri d’Asia, è stato capace di finanziare il programma nucleare grazie alla vendita del gas natural dei progetti Yadana e Yetagun alla Thailandia. Donowitz ha esaminato i rapporti recenti prodotti dalla stessa EarthRightsInternational secondo i quali i miliardi provenienti dal gas che arrivano alla Giunta, in pratica non entrano mai in Birmania, ma rimangono su conti off-shore a Singapore, Dubai e, con ogni probabilità, in altri Paesi. Queste riserve in valuta straniere danno abbastanza dollari alla Giunta per comprare tecnologia nucleare, insieme ad altri acquisti non necessari e dannosi, compresa la recente acquisizione di caccia Mig-29 dalla Russia (Dicembre 2009) per circa 570 milioni di dollari americani, la costruzione da zero di una nuova capitale, Naypyidaw, e l’acquisto di armi d’attacco dalla Cina, usate contro il suo stesso popolo. Donowitz ha poi illustrato gli sforzi recenti nel convincere le imprese petrolifere straniere che operano in Birmania, compresa la Chevron (US), la Total (Francia) e la PTTEP (Thailandia) nel rendere pubblici i pagamenti alla Giunta, ma queste compagnie si sono rifiutate (Puoi leggere il discorso di Donowitz nel .PDF in allegato). (Puoi leggere l'articolo in originale su EarthRightsInternational) (26 Giugno 2010) 2010-06-26T11:20:35.7400000+02:00 https://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=en&catid=7566c1b8e992461bb8fe2640f203de29&docid=50a84f81dda5469087c84ffcc69f71a3 Sat, 26 Jun 2010 09:20:35 GMT c6549d48f6ff4f2ebb9f93daa9075d58 BULGARI si ritira dalla Birmania e chiede certificato pietre preziose BIRMANIA/ BULGARI CHIEDE CERTIFICATO ORIGINE DI PIETRE PREZIOSE Per evitare l'utilizzo di quelle provenienti dal paese asiatico Milano, 12 ott. (Apcom) - L'azienda produttrice di gioielli Bulgari ha deciso di chiedere ai propri fornitori i certificati di origine delle pietre preziosi al fine di evitare l'utilizzo di quelle provenienti dalla Birmania. "Sebbene l'impresa non abbia mai acquistato pietre preziose direttamente in Birmania, ma soltanto sui mercati internazionali, ha espressamente chiesto ai suoi fornitori di fornire garanzie sulla provenienza geografica delle loro pietre preziose", si legge nel comunicato diffuso oggi da Bulgari. Stando alla lista diffusa dalla Cisl delle imprese italiane che importano dalla Birmania, Bulgari avrebbe registrato importazioni dal paese asiatico per oltre 385.000 euro. La regione di Mogok, nel nord-est della Birmana, è nota come "la valle dei rubini", dove da 700 anni si estraggono zaffiri e altre gemme preziose, tra cui i rubini colore rosso "sangue di piccione", ritenuti i più belli del mondo. La decisione di Bulgari, terzo gioielliere mondiale, segue quella simile di Cartier, filiale del gruppo svizzero Richemont, e quella dell'americana Tiffany, che ha messo fine a ogni fornitura di pietre dalla Birmania dal 2003. Ieri, il quotidiano ufficiale birmano "New light of Myanmar" ha annunciato la prossima vendita all'asta di pietre preziose, la quinta dall'inizio dell'anno, che si terrà dal 7 al 19 novembre. 2008-03-23T01:35:52.3130000+01:00 https://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=en&catid=7566c1b8e992461bb8fe2640f203de29&docid=c6549d48f6ff4f2ebb9f93daa9075d58 Sun, 23 Mar 2008 00:35:52 GMT 6c1ff25f34b54c0893d67e27ab17ec92 Bhamo: le estrazioni minerarie avvelenano la popolazione. articolo di Asia News La ricerca senza freni di oro e regole, lungo il fiume Kachin causa il riversamento di mercurio e arsenico nelle acque. Gli abitanti denunciano la moria di pesci e la tossicità del fiume. A rischio l’ecosistema lungo l’Irrawaddy. Gruppo ambientalista denuncia: mai interrotti i lavori alla diga di Myistone. 2011-11-13T15:24:08.0830000+01:00 Rangoon (AsiaNews/Agenzie) – I danni ambientali causati dalle estrazioni minerarie intensive lungo il fiume Irrawaddy in territorio Kachin – nel nord della Birmania – mettono a repentaglio la salute degli abitanti della zona, in particolare nella città di Bhamo. Le autorità birmane consentono un’attività estrattiva “senza limiti e regole", che rischia di mettere in pericolo il delicato ecosistema di una regione già segnata dai lavori di costruzione della gigantesca diga di Myitsone. Ufficialmente l’opera è bloccata dal 30 settembre, in seguito alla decisione del presidente Thein Sein di “interrompere” la realizzazione; tuttavia, gruppi di attivisti denunciano che “non vi sono prove” secondo cui “il progetto della diga è davvero sospeso”. Il sottosuolo della Birmania è ricco di minerali, gemme e combustibili, il cui sfruttamento richiama gli interessi di compagnie birmane e multinazionali straniere. Nel territorio Kachin, lungo il fiume Irrawaddy, vera e propria spina dorsale del Paese, vi sono ingenti giacimenti di oro e preziosi. Tuttavia, gli elevati quantitativi di mercurio e cianuro usati per le estrazioni finiscono per inquinare le acque. A questo si somma la perdita di olio e carburante delle oltre 300 imbarcazioni che viaggiano lungo il suo corso, giorno e notte, causando danni ambientali enormi soprattutto nella città di Bhamo. Un abitante denuncia che “non ci sono più pesci nel fiume” e, considerato che “la maggior parte della gente beve direttamente dal fiume”, insorgono con crescente frequenza casi di “malesseri che danno origine a fenomeni di nausea e vomito”. E la rottura degli argini ha dato un “colorito scuro” alle acque del fiume, che certo non tranquillizza la popolazione. “Non ci sono più delfini – aggiunge un altro cittadino – e spesso capita di assistere a morie di pesci”. Intanto la diga di Myitsone torna al centro del dibattito in Birmania: a cinque giorni di distanza dal decreto presidenziale che imponeva lo stop ai lavori – il 30 settembre scorso – le autorità locali avrebbero ordinato lo sgombero di alcuni villaggi della zona per consentire i lavori di estrazione ad un’azienda mineraria legata al governo centrale. Il Kachin Development Networking Group (KDNG) ha ottenuto un comando ufficiale delle autorità di Myitkina, che risale al 5 ottobre, che intima lo sgombero del villaggio di Tang Hpre entro cinque giorni, altrimenti “vi saranno pene esemplari in accordo con le leggi vigenti”. Gli attivisti di KDNG denunciano anche il proseguimento dei lavori della diga, dove l’attività degli operai dediti alla costruzione “non si è mai fermata”. https://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=en&catid=7566c1b8e992461bb8fe2640f203de29&docid=6c1ff25f34b54c0893d67e27ab17ec92 Sun, 13 Nov 2011 14:24:08 GMT 8caa2eaa2cd2427dbd28dfe2ceee02b9 Banca dati delle imprese con interessi in Birmania Banca dati delle imprese con interessi in Birmania elaborata dalla CISL Internazionale e aggiornata periodicamente 2008-03-15T14:34:10.9600000+01:00 La Birmania è retta da un regime militare, tra i più violenti al mondo. Un regime che viola costantemente i diritti umani e sindacali fondamentali. Non vi è solo un costante e diffusissimo utilizzo del lavoro forzato ma anche una seria violazione dei diritti umani e sindacali fondamentali. Non esiste la libertà di associazione sindacale e non vi è democrazia. Il movimento sindacale internazionale e il sindacato birmano ritengono che non sia possibile promuovere il commercio o sviluppare alcuna iniziativa economica o produttiva con la Birmania, senza fornire direttamente od indirettamente un sostegno, soprattutto finanziario alla giunta militare. Le imprese elencate hanno rapporti commerciali , investimenti o iniziative e contatti con ufficiali del regime o promuovono il turismo in questo paese. oltre 650 imprese sono state contattate dalla CISL Internazionale per chiedergli di rivedere i loro rapporti con questo paese; più di 100 hanno risposto alcuni negando il loro coinvolgimento, altri ammettendo la loro presenza , alcuni chiedendo di aprire un confronto con il sindacato. Altre imprese hanno informato la CISL Internazionale del loro ritiro dal paese e per tanto sono state rimosse dalla lista. 3M - Minnesota Mining and Manufacturing Company Aalborg Træ og Finér A/S Abercrombie and Kent Acer Inc. Aditya Birla Group Adventures abroad Agrocorp International Pte AHE Ceilings Sdn Bhd Air Canada Air China Air France Airbus Alcatel - Alcatel Shanghai Bell (reply from company available) All Nippon Airways All-Asia Touristic Gmbh Altius houtagenturen (reply from company available) Amer Group - Wilson American Express Andaman Club Co Andrew Brock Travel (reply from company available) APL logistics Aptech Worldwide Arab Bangladesh Bank Ltd. Aragan Toys Sdn Bhd Arnold Laver Timberworld Asean Explorer Asean Focus Group Asia Business Center Co Asia Insurance Company Asia Optical Asia Voyages Asian Pacific Adventures Asiatours.net Astraco Asia Trading (Thailand) Company Audley Travel Austrex (Australian Rural Export Pty Ltd) Austrian Airlines - Lauda Air (reply from company available) Avanca Technologies Baiyoke Hotels Group Bales Worldwide Ban Hock Hin Co. Bangkok Airways Bangkok Bank Bank of Tokyo - Mitsubishi Ltd. Barudan Bedeschi Belgacom Ben Line Berli Jucker Best Tours Beximco Pharmaceuticals Ltd Biman - Bangladesh Airlines BJ Services Blue Scope Steel (reply from company available) Bok Seng Holdings Pte Boustead Holdings Berhad Bruynzeel Multipanel B.V. Bumiputra-Commerce Bank Berhad Business Focus Sdn Bhd C. Melchers GmbH & Co. Cable Accessories Cambrian Group Caterpillar Cathay Pacific Celio CFA Investments (reply from company available) Charoen Pokphand Group CHC Helicopter Corporation Chengda Chemical Engineering Corporation of China Chevalier Group Chia Khim Lee China Airlines - Mandarin Airlines China Export and Credit Insurance Corporation China Export-Import Bank China Huanqiu Contracting & Engineering Corp (HQCEC) China International Trust and Investment Corporation China Metallurgical Construction (Group) Corporation China National Building Material Equipment Corporation China National Constructional and Agricultural Machinery Import and Export Co (CAMC) China National Electronics Import and Export Corporation China National Machinery & Equipment Import & Export Corp China National Petroleum Corp (CNPC) China PetroChemical Corp. (Sinopec) China Telecom China Textile Machinery China Yunnan Airlines Chiyoda Coda International Tours Coe Marketing Ltd Coles Myer Ltd Compagnie des Bois et Meubles - YWIL Compagnie Générale de Géophysique (CGG) Cosco Holdings Cosmopolit Reisen Credit Agricole Indosuez Crown Group of Companies - Crown Relocations (reply from company available) Cummings Engine Inc. CW Singapore Pte Daewoo International Corporation Dalhoff Larsen & Hornemann A/S (DLH) (reply from company available) Danske Trælast A/S - M&S Hindenburg A/S Datang Telecom Technology & Industry Group Davis Langdon & Seah International DBS Holdings Group Ltd - DBS Bank Delcom Deutsche Bank Deutz DHL Worldwide Express Diethelm Keller Holding Dong Feng Motor Corporation Dopharma International Downer Edi - CPG Druk Air Dusit Hotels and Resorts Dyned International (reply from company available) East Asia Gold Corp East Asiatic Company (reply from company available) Eastravel Ebait - Barrington Foods International Electricité et Eaux de Madagascar Emo-Trans ENI spa - Snamprogetti Equatorial Hotel (reply from company available) Esri EURASIA Trade ltd - Indotoxic Eva Air Exim bank of India Export Packers Company Limited Export-Import Bank of China Far Holidays International First cabin First Choice Airways First Commercial Bank (reply from company available) FME Inc. 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Dauelsberg GmbH & Co Hermes Kreditversicherungs-AG Highbury Columbus Travel Publishing Ltd - Columbus guides Himalayan Travel Hitachi Hitchins Group Limited Houthandel Boogaerdt bv Houthandel Van de Stadt BV HT Wandelreizen Hutchison Whampoa Limited (reply from company available) Hyosung Hyundai Corporation IHC Caland (reply from company available) Incento Reisbureau Indian Airlines Indian Oil Corporation Limited Indochina Services Inetol Headwear Company Informatics Holding Ltd. Ingersoll-Rand Intergraph Corporation - Intergraph Systems South East Asia International Finérhandel International Hardwood, IHT International SOS Invest-Import IRIS Technologies Italian-Thai Development Plc Itochu Ivanhoe Mines (reply from company available) Japan Air Lines - Nikko Hotels International Jardine Matheson Jensen World Travel (reply from company available) Jet Gold Corp. Jewoo Corporation JFE Holdings - JFE Engineering Co. Jiangxi Copper Co. John Wiley and Sons Publishing - Frommer's guides (reply from company available) Jong Lih Plastic Enterprise JVK Movers Kajima Corporation Kansai Electric Power Co. Kayjet Promotions Kepro K-Mart Australia Ltd. Known-you Seed Company (reply from company available) Koning Aap Korea Electric Power (KEPCO) Korea Gas Company Korea United Pharm Lamborghini Tractors Läs och Res Le Routard Leeward Capital Corp. Leica - Leica Geosystems Leo Burnett company Let's Go Publications Lexmark LG Electronics Lightpointe Lion Mining Finance Ltd Lloyd's of London Lonely Planet (reply from company available) Louis Dreyfus Trading Ltd (reply from company available) Loxley Public Company LSG Lufthansa Service Holding - LSG Skychefs Lufthansa Lynden - Lynden International Majuko Malaysia Airlines Mamee-Double Decker Berhad MAN AG - Fritz Werner (reply from company available) Man Roland -Intergrafica Print & Pack GmbH Mani Inc. 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Mitsubishi Corporation (reply from company available) Mitsui Mitsui OSK Lines Mizuho Corporate Bank Ltd MMC Engineering Group Bhd - Tepat Teknik Mountain Travel Sobek MSC Trustgate Multimedia Development Corporation (MDC) Natexis National Hydroelectric Power Corporation Natsteel - Soon Douglas Pte Nelles Verlag GmbH Nera ASA - Nera Telecommunications Singapore Nestlé (reply from company available) Net.com New horizons travels and tours Nikkeisha Nippon Koei (reply from company available) Nippon Oil Corporation Nishimatsu Construction Company (reply from company available) Nissei Corporation Noble Caledonia O&K Corporation Oiltools International Okaya ONGC Videsh Ltd OOCL Logistics Orient-Express Trains & Cruises Ostasiatischer Verein- Johannes Schuback Otis Elevator Company Outsight Travel Oversea - Chinese Banking Corp. Ltd. 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Sea containers Ltd. Seasia Sedona Hotels international Segye Corporation SembCorp Logistics Senao International SGS Société Générale de Surveillance SA Shandong Agricultural Industry and Commerce Group Shanghai Bell Co Ltd Shangri-La Hotels Shin Corporations - Shin Satellite Plc Siam Canadian Siam City Bank Ltd Sichuan Machinery and Equipment Import and Export Siemens (reply from company available) Silverbird Travel Sineximco Singapore Airlines - Silk Air Singapore Petroleum Sinindo Fisheries SMT Woods Software Park Sojitz Holdings Soli-Ltd Solvay S.A. - Solvay Pharmaceuticals Sompo Japan Insurance SPSS SriLankan Airlines State Bank of India Steppes Travel Group Stevens paper & Board (reply from company available) Strike Engineering Sumitomo Corporation Sumitomo Mitsui Banking Corporation Summun reizen Sun Furniture (reply from company available) Sun Wah Group Sunwood Group - Santi Forestry Group Suppiah Tourconsult Sutech Engineering Sutl Corporation Suzuki Swatch Group - Omega (reply from company available) SWIFT (reply from company available) Swiss Singapore Overseas Enterprises Synetcom International Taegeuk Corporation Tai Foong International Ltd Taiga Consultants Ltd Tai-Pan Taisei Tasaki Shinju Co. Ltd Teledata Telekom Malaysia Telrad Networks TEN Network Holdings - Eyecorp Tennyson Travel Texchem Group of Companies TG World Energy Corp Thai Airways (reply from company available) Thai Bae International The Printers House Thomas Cook Tianjin Machinery Import and Export Corporation (Group) Timbnet Group - C. Leary & Co Ltd Tokai Kyowa company Tokiwa Corporation Tomen Corporation Tomiya Apparel Co Toseva trading company Total (reply from company available) Toyota Tsusho Trailblazer guides Trans Indus Transocean Trimark Athletic Supplies Tristate Holdings Limited - Hwa Fuh TrustAsia TÜV Rheinland Berlin Brandenburg U Freight UBS Software UkrSpetsExport UMW United Bank of India United Overseas Bank (UOB) United Overseas Land United Technologies Corporation - Otis Univan Unocal Corporation UTi Worldwide Utopia Tours Verisign Viktors Farmor VNC Travel Voigt & Co. Voyages to Asia Waagner-Biro - PT. Waagner-Biro Indonesia (reply from company available) Wah Loong Ltd (reply from company available) Wah Seong Walter Emmermann GMBH Wickstrøm Reiser Willis Group Holdings Ltd Wilson Impex Pte Ltd Winbergs Worldwide Journeys & Expeditions Worldwood BV Xanté Corporation XJ Group Corporation Yangtzekiang Garment Manufacturing Company YKK Corporation Yunnan Machinery and Equipment Import and Export Corporation Zhejiang Sifang Group of China Zippo Manufacturing Co. ZTE Corporation (reply from company available) Total companies on list is 41 https://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=en&catid=7566c1b8e992461bb8fe2640f203de29&docid=8caa2eaa2cd2427dbd28dfe2ceee02b9 Sat, 15 Mar 2008 13:34:10 GMT 83e64f66c06a4c6f854d3a009281ab1a Burma economic prospects 2008-03-15T15:29:58.9600000+01:00 https://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=en&catid=7566c1b8e992461bb8fe2640f203de29&docid=83e64f66c06a4c6f854d3a009281ab1a Sat, 15 Mar 2008 14:29:58 GMT f6560a3becaf46b3a1ace2489e319e07 Confisca di terra o furto? Una linea che scompare – Articolo di U Myo Mizzima – Per generazioni, la struttura della proprietà terriera in Birmania è stata caratterizzata da ineguaglianze e ingiustizie. Nell’era feudale, il Re possedeva la maggior parte delle terre, dove servi erano costretti a lavorare. Durante l’epoca coloniale, grandi proprietari terrieri sfruttavano le differenze di classe e etniche per difendere gli interessi britannici. Disgraziatamente, dopo sei decadi di indipendenza, simili ineguaglianze in tema di accesso alla terra continuano a persistere per il popolo birmano. Una delle ragioni per cui i piccoli agricoltori e proprietari vivono nell’insicurezza sono proprio le confische arbitrarie della terra da parte del governo centrale. Tali confische avvengono in larga parta senza nessuna forma di compensazione o possibilità di ricorrere in appello, attraverso il sistema giudiziario. Questa situazione ha fatto sì che le opportunità di vita di molti piccoli proprietari e agricoltori siano diventate più fragili. Il governo ha operato confische con lo scopo di riempire le tasche dei propri ufficiali e dei lori alleati con i soldi degli investitori stranieri. Abbiamo già documento questo fenomeno nell’articolo “L’accaparramento delle terre da parte del governo birmano: agricoltori senza diritti” (Più in basso sono tradotte alcune parti in italiano). Il governo ha continuato a confiscare terreni nella piena impunità in parte per l’inadeguata protezione della proprietà privata nella legislazione nazionale. Ad esempio, la Law Safeguarding Peasent Rights afferma che la Corte Civile “non emanerà un decreto o un ordine (…) di confisca di (…) terreno agricolo (…) né di prodotti agricoli”, mentre il paragrafo successivo permette tale confisca laddove l’azione governativo venga presa per “ottenere un reddito per il governo” o per “motivi di ordine pubblico” (n.d.r. "for the obtaining of government revenue or for law and order"). Ugualmente, la legge che dà ai proprietari terrieri il diritto di essere ricompensati in seguito alla confisca delle terre o all’esproprio lascia ampi margini al governo birmano. Per esempio, il Land Nationalisation Act del 1953, che sostituì il Land Nationalization Act del 1948, afferma che l’indennizzo dovrà essere assicurato “tranne laddove i terreni agricoli possono rientrare nel demanio statale per inadempienze o altre condizioni definite sotto qualsiasi altra legge vigente”. Se la legislazione nazionale in molti Paesi conferisce poteri simili ai governi nazionali, in Birmania nè un sistema elettorale democratico legittimo nè uno stato di diritto compiuto impediscono ai funzionari del governo di riempirsi le tasche alle spese dei piccoli proprietari. In un governo caratterizzato dall’autoritarismo e dalla corruzione, questo è in realtà e troppo spesso quello che accade. Le già menzionate clausole, che permettono ogni abuso da parte dei funzionari birmani, sono in contrasto con i sistemi di altri Paesi, che hanno leggi tese precisamente ad evitare ogni tipo di abuso di potere da parte del governo. Gli Stati Uniti, per esempio, includono l’idea che la proprietà privata non possa essere presa dal governo per uso pubblico “senza giusta compensazione” nel quinto emendamento della loro Costituzione. In Canada, ai sensi degli Exproriation Acts, una compensazione adeguata deve essere garantita dal governo per ogni esproprio di pubblica utilità. In Germania, l’esproprio è permesso solo per il raggiungimento di un fine pubblico, e in ogni caso deve essere specificatamente regolato da uno statuto che regoli natura e dimensione della compensazione. Inoltre, il diritto di ricorrere è garantito dalla Costituzione nazionale. Mentre tutti questi Paesi permettono allo Stato di confiscare terreni ai privati, gli stessi Paesi hanno istituzionalizzato e posto l’enfasi sulla salvaguardia dei diritti dei proprietari, inclusi i proprietari di semplici case o di piccoli terreni, rispetto ai privilegi del governo. Inoltre, c’è una garanzia, in tutti questi sistemi, sulla compensazione adeguata. In Birmania, a causa delle zone oscure nella legislazione, come quelle citate del Land Nationalisation Act del 1953, non esistono queste garanzie. Né c’è un enfasi sui diritti dei singoli proprietari, e invece il governo ha la licenza di usare il potere dello Stato per sfrattare arbitrariamente le persone fuori dalle loro terre senza un giusto processo né alcuna salvaguardia giuridica. Anche quando i proprietari terrieri hanno provato a ricorrere per vie giudiziarie, i membri della magistratura sostengono i militari e devono i loro incarichi – e la permanenza nel loro incarico – ai generali birmani. Il risultato è che non sono capaci o non vogliono agire in modo indipendente nelle dispute tra singoli proprietari e il governo. In un Paese democratico, i rappresentanti eletti sviluppano e approvano frequentemente leggi che hanno un impatto sulla proprietà terriera. Quando la legge produce l’effetto di confiscare o espropriare la terra, i proprietari sono compensati. In Birmania, tuttavia, l’elite al potere e i suoi soci arrivati al potere attraverso le elezioni farsa del 2010, prendono decisioni in modo unilaterale su questo tema. L’inadeguata protezione della proprietà privata nella legislazione nazionale permette loro di prendere la terra senza adeguate compensazioni. Non c’è dubbio che gli agricoltori e i proprietari in Birmania stanno soffrendo una crisi fondiaria. La terra può essere confiscata in qualsiasi momento da parte del governo. Non c’è nessuna genuina possibilità di ricorso da parte dei proprietari colpiti. Per cambiare la situazione sarebbe necessario inserire nella legislazione nazionale misure che garantiscano adeguata compensazione per la confisca delle terre. Tuttavia, rafforzare semplicemente queste misure non impedirebbe necessariamente al governo di continuare a prendere la terra a proprio piacimento. Solo un governo legittimo, democraticamente eletto, che risponda all’elettorato birmano, potrebbe porre fine alle confische arbitrarie nel Paese. (Puoi leggere l'articolo in originale su Mizzima) (29 Luglio 2011) 2011-07-31T09:38:25.1870000+02:00 * * * Qui sotto uno stralcio dell'articolo: "Accaparramento delle terre da parte del governo: agricoltori senza diritti" di U Myo e Lane Weir, apparso su Mizzima il 23 Maggio 2011. Le autorità birmane stanno vendendo i terreni birmani al miglior offerente. Nel 2002, i terreni agricoli della provincia di Saytoktaya sono stati occupati illegalmente per costruire un’industria militare. I campi e i raccolti sono stati presi d’assalto dai bulldozer e nessuna compensazione è stata concessa. Nel Maggio del 2009, le autorità dello stato del’Arakan hanno confiscato delle fattorie per la costruzione del gasdotto cinese dall’Oceano Indiano alla Cina. Le promesse misure di compensazione non si sono mai realizzate. Nel Dicemembre del 2010, il governo ha concesso ad un’importante impresa cinese, la Two Diamond Dragon, di confiscare centinaia di acri di terreno agricolo alle comunità locali dello Stato Kachin. Questi sono solo alcuni esempi della corsa degli ultimi dieci anni da parte delle autorità birmane nell’accaparrarsi le terre degli agricoltori per incassare i soldi delle opere, ignorando le difficoltà create agli agricoltori, ai contadini e alle loro famiglie, che si sono ritrovati di colpo senza i mezzi per sopravvivere. Come risultati, a molti braccianti e molti agricoltori non è rimasto che lasciare la Birmania per cercare lavoro da immigrati nei Paesi vicini, in particolare la Thailandia. Jackie Pollock, direttore della MAP Foundation di Chiang Mai, in Thailandia, racconta che per i lavoratori migranti “lasciare le proprie case, famiglie ed amici per lavorare in Thailandia è una decisione significativa. Ma c’è sempre il conforto, per questa categoria di migranti, di spostarsi sapendo che c’è una casa dove ritornare”. Ma come Pollock afferma, “per coloro che migrano perché le loro terre sono state confiscate, anche questo frammento di sicurezza è rubato, rendendo la migrazione un’esperienza traumatica”. Un’analisi della legislazione nazionale birmana mostra chiaramente l’illegittimità di queste confische, che non fanno altro che aumentare la vulnerabilità e l’insicurezza dei lavoratori e degli agricoltori birmani. […] (Puoi leggere l'intero articolo in originale su Mizzima) (23 Maggio 2011) https://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=en&catid=7566c1b8e992461bb8fe2640f203de29&docid=f6560a3becaf46b3a1ace2489e319e07 Sun, 31 Jul 2011 07:38:25 GMT a2e2a634094546e49978c118e516715f Contadini birmani patiscono la fame a causa dei progetti governativi 2014-02-17T16:04:47.1830000+01:00 Contadini birmani di patiscono la fame a causa dei progetti governativi. i contadini della provincia di Meikhtila nella divisione di Mandalay , al centro della Birmania stanno affrontando moltissime difficoltà e muoiono di fame a causa delle interferenze e dei progetti agricoli inutili imposti loro dalle autorità del governo militare (SPDC). meltre moltissimi contadini affrontano perdite pesanti e la rovinacon la piantagione forzata del cosidetto riso per le stagioni secche, le autorità stanno aumentando il peso su di loro forzandoli a coltivare girasoli. Inoltre i contadini devono comprare le sementi di girasoli ad un prezzo maggiore dagli agenti governativi con la minaccia che le fattorie potrebbero essere confiscate. . Le autorità stanno minacciando di denunciare coloro che non obbediscono agliordini e di confiscare le loro fattoria. Un contadino ha dichiarato a DVB che se il governo continua ad interferire con le attività agricole dei contadini, loro potrebbero correre il rischio di morire di fame, poichè dovrebbero vendere il loro bestiame e le fattorie per ripagare i debiti che la giunta gli impone. aluni contadini non sono più in grado di mandare i propri figli a scuolaperchè devono aiutare i propri genitori nei campi e lavorare per la sopravvivenza delle proprie famiglie. prima che il governo militare prendesse il potere nel 1962, la Birmania era conosciuta come la ciotola di riso dell'Asia. e esportava ilriso in tutto il mondo. ora la Birmania è uno degli importatori di riso che potrebbe diventare la questuante di riso dell'Asia a causa della cattiva gestione della economia del paese e degli affari da parte dei governi militari che si sono succeduti in tutti questi anni. https://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=en&catid=7566c1b8e992461bb8fe2640f203de29&docid=a2e2a634094546e49978c118e516715f Mon, 17 Feb 2014 15:04:47 GMT 53930cd046924feb901c868275dac397 Contadini contro la miniera di rame di proprietà dei militari e di una azienda cinese chiedono i danni per 'inquinamento, la confisca delle terre e la ricollocazione fozata Un migliaio di contadini provenienti da 26 villaggi della zona di Letpadaung nella Sagaing Division hanno preparato una denuncia contro i proprietari di una miniera per l'uso della forza contro i manifestanti che avevano protestato chiedendo la chiusura del progetto. "Li abbiamo denunciati per la distruzione dei nostri monasteri, per essersi appropriati della nostra terra e per le minacce nei nostri confronti" . Ha dichiarato Thwae Thwae Win, uno dei leader del gruppo "se non lo facessimo, dovremmo affrontare ulteriori maggiori ingiustizie in futuro" I contadini hanno dichiarato che nonostante le ripetute richieste nei confronti dei proprietari delle miniere, di interrompere il versamento dei rifiuti nei loro campi, le uniche risposte da parte dell'azienda sono state insulti e minacce nei confronti dei contadini.. Vi sono stati anche rapporti sul fatto che la Union of Myanmar Economic Holdings, Ltd. (UMEHL) un conglomerato imprenditoriale di proprietà dei militi litri , comproprietario insieme alla azienda cinese Wan Bao Company, sta pianificando di denunciare per diffamazione 16 leader dei manifestanti compreso Thwae Thwae Win. “Abbiamo sentito alla radio UMEHL sta preparando una denuncia nei nostri confronti ma ad oggi non abbiamo ricevuto alcun avviso da parte della polizia o del tribunale" ha dichiarato Thwae Win. “Non abbiamo fatto nulla di male per questo abbiamo deciso di presentarecuna contro denuncia per ottenere il rispetto dei nostri diritti. faremo tutto quanto ci e' possibile per fermare il progetto e proteggere l'ambiente." Secondo i contadini la polizia ha permesso a solo Tre rappresentanti di ciascun villaggio di registrarsi come denuncianti nel caso contro l'UMEHL mentre altri abitanti si sono potuti registrare solo come testimoni. I contadini chiedono un adeguato indennizzo per i danni subiti dall'inizio del progetto minerario. Il recupero della terra, la fine dellaricollocazione forzata, una interruzione completa del progetto che secondo i contadini ha provocato un immenso danno all'ambiente. Una delle accuse principali riguarda la distruzione delle montagne di Sabae e Kyay Sin, come pure l'inquinamento dei terreni agricoli Le proteste che sono iniziate il 2 luglio e si sono intensificate il mese seguente, quando molti leader sono stati portati in prigione per un breve periodo di tempo,hanno avuto un crescente sostegno degli abitanti dei villaggi e degli attivisti per i i diritti. Come il movimento conto la diga progettata dai cinesi di Myitsone nello stato Kachin, le proteste di Letpadaung sono cresciute e si sono trasformate da espressione di malcontento locale in una questione nazionale molti in Birmania stanno chiedendo la sospensione della miniera di rame per problemi ambientali. Le opere azioni minerarie nella sona sono iniziate nel 1980 con alcune joint venture tra l'ex ministro delle miniere e vari investitori compresa l'azienda canadese Ivanhoe. . 2012-10-09T15:59:24.3300000+02:00 https://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=en&catid=7566c1b8e992461bb8fe2640f203de29&docid=53930cd046924feb901c868275dac397 Tue, 09 Oct 2012 13:59:24 GMT be2d413915f54eec8b6900eb95015bb3 Documenti descrivono la crescente cooperazione nucleare tra Corea del Nord e Birmania – Articolo di Chico Harlan Washington Post – Un gruppo di documenti diplomatici americani rilasciati questa settimana confermano la cooperazione nucleare tra Corea del Nord e Birmania, da lungo sospettata, suggerendo che centinaia di Nordcoreani sono stati impiegati presso una sito militare nella giungla birmana (come già ampiamente descritto nei mesi scorsi). I documenti dell’Ambasciata americana a Rangoon, rilasciati giovedì da WIkileaks, non sono ancora definitivi, dal momento che riferiscono informazioni raccolte da osservatori terzi, imprenditori, lavoratori. Ma nutrono le crescenti paure di una partnership tra due dei paesi più opachi al mondo, con una Corea del Nord sull’orlo della bancarotta che vende tecnologia nucleare alla Birmania – che ora include la capacità di arricchire l’uranio – in aperto contrasto con le sanzioni delle Nazioni Unite disegnate proprio a questo scopo. I sospetti sono circolati per parecchi anni circa le ambizioni nucleari birmane. Come gli analisti di non-proliferazioni pensavano, queste ambizioni avrebbe determinato l’aiuto di Pyongyang. Il Segretario di Stato Hillary Clinton ha da tempo portato all’attenzione internazionale la possibile cooperazione nucleare tra la Corea del Nord e la Birmania. Un memo dell’Agosto del 2004 cita informazioni da un funzionario birmano che riferisce che 300 nordcoreani stavano lavorando su missili terra-area in un sito militare segreto, presso la città di Mimbu. Contestualmente si stava “costruendo una struttura sotterranea 500 piedi dalla sommità della cava alla sommità della collina sovrastante”. La fonte, viene riconosciuta dal memo come non prova definitive della cooperazione militare e nucleare. Il documento afferma anche l’informatore ha sovrastimato il numero di nordcoreani sul sito. “Questa notizia” dichiara il memo “deve essere considerato insieme a tutte le altre informazioni di varia origine per indicare che birmani e nordcoreani stanno comunque lavorando a qualcosa”. (Per leggere la continuazione dell'articolo visita il sito del Washington Post) (Altre informazioni sui documenti rilasciati da Wikileaks si trovano sul New York Times, sul Wall Street Journal e su The Irrawaddy, tra gli altri) (11 Dicembre 2010) 2010-12-12T12:40:27.6230000+01:00 https://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=en&catid=7566c1b8e992461bb8fe2640f203de29&docid=be2d413915f54eec8b6900eb95015bb3 Sun, 12 Dec 2010 11:40:27 GMT 5130600b16554044b07df843a8bbbb1f Dighe sul Selween e lavoro forzato 2008-03-15T12:56:47.1170000+01:00 28 FEBBRAIO 2007 MOBILITAZIONE INTERNAZIONALE CONTRO LA COSTRUZIONE DELLE DIGHE SUL SALWEEN IN BIRMANIA Mobilitiamoci a sostengo delle vittime birmane delle pesantissime e sistematiche violazioni dei diritti umani e la distruzione dell’ambiente. Protestiamo contro I programmi del governo tailandese e della giunta militare birmana per la costruzione delle dighe sul fiume Salween in Birmania CHIEDI ANCHE TU alla ambasciata o al consolato Thailandese l’interruzione dei progetti di dighe sul fiume Salween in Birmania: - La guerra civile sta esplodendo nell’’area intorno al sito della diga e centinaia di migliaia di persone sono stati cacciati sotto la minaccia delle - Le dighe sono utilizzate come una strategia militare contro le popolazioni etniche - La Tortura, gli stupri e le uccisioni degli abitanti dei villaggi continuano con l’arrivo di ulteriori militari nella zona e l’utilizzo delle mine - Le dighe forniranno ulteriore sostegno finanziario alla giunta militare. - Una corruzione diffusa è inevitabile vista la totale assenza di trasparenza - Le dighe produrranno un degrade permamente del piu’ lungo fiume del Sud Est teak asiatico, della pesca, delle foreste e dell’habitat allagando villaggi e terre fertilissime Cosa si puo’ fare - Scrivere alla ambasciata Thailandese o al consolato protestando - Sottoscrivere la petizione nel sito http://www.petitiononline.com/nodams/petition.html https://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=en&catid=7566c1b8e992461bb8fe2640f203de29&docid=5130600b16554044b07df843a8bbbb1f Sat, 15 Mar 2008 11:56:47 GMT 6bb535d7646847bb97d0ba524e7de5ad Diga Salween 2008-03-15T17:58:17.6000000+01:00 https://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=en&catid=7566c1b8e992461bb8fe2640f203de29&docid=6bb535d7646847bb97d0ba524e7de5ad Sat, 15 Mar 2008 16:58:17 GMT 96f8a61719e44ceba90004d69b1defcd Cronistoria della crisi delle banche private 2008-03-15T15:45:40.3830000+01:00 Burma’s Private Banking Crisis - a Chronology December 06, 2003 By Irrawaddy Feb 01, 2003—Burma’s Finance and Revenue Minister Khin Maung Thein is permitted to retire, but no further explanations are offered by the military regime. In the first week of February, rumors of demonetizations of certain numbered currencies began to circulate in cities and towns. Private service companies, which are independent investment houses, begin to look increasingly unstable as more than dozen have collapsed since late last year. Rumors that the major banks are also on the verge of collapse force depositors to rush to bank branches to withdraw their savings. Living Color, a Rangoon-based Business magazine, runs a report in February alleging that Burma’s three largest private banks have been dispensing loans well beyond their capital. The article charges that Asia Wealth Bank has outstanding loans 50 times greater than its capital, while Yoma Bank has loans out 30 times greater than its reserves. Kanbawza Bank also reportedly has loans out totaling eight times more than its available reserves. Feb 10—The governor of Burma’s Central Bank, the country’s primary monetary authority, holds a press conference in Rangoon in hopes of quelling consumer unrest. Kyaw Kyaw Maung guarantees that the 20 private banks have solid financial standing as well as the backing of the Central Bank. He urges investors to avoid private service companies, who do not have the support of the Central Bank, and ignore rumors and speculation regarding the private banks. Details from the press conference are carried in the state-run press, including the New Light of Myanmar. After a huge run on the banks by depositors, banks begin denying withdrawal requests, and advise account holders to return after Feb 18. Feb 12—Asia Wealth Bank, Burma’s largest financial institution, asks the Central Bank for a security bond of 30 billion kyat (US $30 million) to boost its dwindling reserves. Feb 14—Editors in Rangoon say the junta has become extra sensitive concerning business reporting, and ordered the country’s Press Scrutiny Board to impose a news blackout on the crisis in an effort to ease public concerns. Feb 15—Yoma Bank, one of Burma’s largest commercial banks, suspends its credit card services. Yoma Bank is one of only three banks in Burma to offer credit card services. Feb 16—The state-run Kyemon newspaper says Secretary-One Gen Khin Nyunt blames dissidents in exile for the bank crisis. He says "destructive elements" have spread false rumors, which caused depositors to withdraw their money. He said the country would suffer losses because of the rumors. Feb 17—Banks impose limits on withdrawals and ban account transfers. Individual customers are only allowed to withdraw 500,000 kyat (US $500) per week. Asia Wealth Bank suspends its credit card services, while Kanbawza Bank says it plans to issue a similar announcement. Feb 18—As financial panic increases, crowds begin gathering in front of banks demanding withdrawals. Traffic police are called in to disperse huge crowds outside Asia Wealth Bank’s Olympic Tower branch in Rangoon, while security forces, including riot police, are beefed up to guard banks in both Rangoon and Mandalay after a bank in Rangoon’s Thingangyun suburb was stoned by angry account holders. In addition, some businesses report that they do not have the cash to pay daily wages to staff, as significant withdrawals still remain restricted. Some banks tighten withdrawal limits further to 200,000 kyat. Feb 19—Wint Kyaw, managing director of Universal Bank, tells The Irrawaddy: "I can’t say anything for now, because the situation is very perplexing." Meanwhile, Asia Wealth Bank posts signs at their branches saying the bank is working under normal operating procedures, despite the maintaining of restrictions on withdrawals. Feb 20—With a shortage of kyat in circulation, the currency strengthens against the dollar. Rates fall from 1,000 kyat at the end of last week to today’s black market rate of 900 kyat. Some banks drop the weekly limit on withdrawals even further to 100,000 kyat per account. Several banks order investors with outstanding loans to repay between 20 and 25 percent of their debts within a few days. Feb 21—The Central Bank pledges to assist private banks with a 25 billion kyat (US $25 million) bailout. The money is shared between Asia Wealth Bank, Kanbawza Bank and Yoma Bank. Other banks, including Universal Bank, drop the cap on withdrawals to just 50,000 kyat (US $50) per customer per week. Gen Khin Nyunt addresses an annual meeting of the Ministry of Commerce and says Burma’s banks are safe. "For the people who have unnecessarily withdrawn money, there is no safer place for them to keep money than in the banks." Feb 22—The Singapore-based Business Times reports that Singaporean companies are watching the crisis with concern and that one trading firm has already closed down operations in Rangoon. Feb 23—Sr-Gen Than Shwe ostensibly cancels a trip to Kuala Lumpur for health reasons, where he was to attend the Non-Aligned Summit. Analysts, however, feel the cancellation is in response to the ongoing banking crisis at home. Foreign Minister Win Aung represents Burma at the summit. Feb 24—The Myanmar Times carries a story quoting Gen Khin Nyunt’s address to the Ministry of Commerce. The weekly journal also quotes Brig-Gen David Abel, minister for the Office of the Chairman of the State Peace and Development Council, saying some banks had not operated within the boundaries of Burma’s finance laws and had loaned more money than was allowed. In the article, Zaw Win Naing, managing director of Kanbawza Bank, says: "The problem we face can be worked out soon, and it is a temporary problem." Feb 25—A five-day fishery and livestock fair scheduled to start today is cancelled due to the banking crisis. Banks again call on customers with outstanding loans to repay their debt, and revise earlier demands for a 25 percent repayment to 50 percent. Feb 26—The SPDC officially orders banks to cease account transfers. Feb 28—After the government bailout, some business account holders are permitted to make larger withdrawals to pay salary to staff, but most small accounts and personal investments are still restricted. Some traders also say that they have been unable to repay debts to other merchants, as their money remains tied up in the banks. March 01—Traders along the Thai-Burma border in Thailand’s Tak Province are not affected by the ongoing crisis, the Bangkok Post reports. The Tak Chamber of Commerce says impacts would be minimal as importers and exporters on the border did not rely on Burmese banks. March 02—The New Delhi-based Mizzima News Service reports that last week’s closure of the Burma Economic Bank in Tamu, Sagaing Division, close to the India-Burma border, has resulted in large losses for both Indian and Burmese traders. Indian exporters complain of pending dues from Burmese buyers. "The Burmese traders are also worried over the developments but they are prevented from protesting," the vice-president of the Indo-Myanmar Traders Union said. March 04—Burma’s former Finance and Revenue Minister, Khin Maung Thein, whose retirement immediately preceded the run on banks, is reportedly being investigated by military intelligence for his connection to the crisis. March 13—A group of border traders from both India and Burma plan a meeting to discuss possible solutions to ongoing financial problems in the town of Tamu. March 14—People in Rangoon begin selling luxury items, including automobiles, as investors are forced to repay loans. But with fewer people in a position to buy such items, the price of used cars, for example, drops by as much as 50 percent. Financial problems are also linked to an increase in the number of robberies. March 18—The scarcity of currency continues to strengthen the kyat. Moneychangers in Rangoon say the greenback is trading for as little as 850 kyat. March 29—A day before the first deadline for loan repayments, Gen Khin Nyunt holds a meeting in Rangoon. He says that condition for banks were improving, but customers still needed to repay outstanding loans. "I would like to urge those who have taken loans from the banks to strive to repay their debts speedily in consideration of those who have deposited money in the banks, and to ensure the long-term interest of the banks and to strengthen the national economy," Khin Nyunt said. March 30—Time is up for the first lot of repayments on bank loans. An official from the Asia Wealth Bank said that at least 50 percent of loan debts were due today and warned that there would be reprisals, to be detailed on the weekend, for those who did not. Kanbawza Bank, meanwhile, called for 30 percent of debts to be repaid by today. All the banks have their own duties to report to the Finance and Revenue Ministry on the progress of the loan recall. Nov 19, 2003—The US Treasury Department names two Burmese commercial banks, Myanmar Mayflower Bank and Asia Wealth Bank, to be of "primary money laundering concern" under Section 311 of the USA Patriot Act, enacted to fight terrorism. The Treasury’s report reads that the two banks have been linked to narcotics trafficking organizations in Southeast Asia and the military government failed to remedy serious deficiencies in its anti-money laundering system. It also announced plans to impose a ban on US financial institutions having correspondent accounts with Burmese banks, allowing exemptions in certain cases. Shortly after, an Asia Wealth Bank official denies the bank is laundering money. Nov 21, 2003—Burma’s military government releases a statement denouncing US government sanctions against its banking industry, saying any financial sector problems were partly the fault of developed nations that failed to provide aid. The statement read, "The US government has been criticizing and condemning almost every institution in existence in Myanmar [Burma], and now is the time and the turn for Myanmar financial institutions to be accused of wrong doing." Dec 4, 2003—Burma’s Ministry of Home Affairs issues the Control of Money Laundering Rules to implement the provisions of the Control of Money Laundering Law that was enacted on June 17, 2002. Dec 5, 2003—Burma’s military government sets up an investigation body, under Central Control Board of Ministry of Home Affairs, to determine whether money and property were obtained by illegal means by the Asia Wealth and Myanmar Mayflower banks. It also launches an investigation into private banks Myanmar Mayflower and Asia Wealth to determine if they have links to drug trafficking organizations. Finance Minister Maj-Gen Hla Tun says the investigation would take three months and would be carried out under new regulations for controlling money laundering. Irrawaddy.org http://www.irrawaddy.org/ https://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=en&catid=7566c1b8e992461bb8fe2640f203de29&docid=96f8a61719e44ceba90004d69b1defcd Sat, 15 Mar 2008 14:45:40 GMT b76d140931f24eaf8c7052f8392c70c5 I dittatori non dovrebbero giocare con il nuclerare. Birmania accordo con la Russia per la costruzione di un reattore nucleare I dittatori non dovrebbero giocare con il nuclerare. Birmania accordo con la Russia per la costruzione Reattore nucleare in Birmania: preoccupazioni per la sicurezza e le prospettive della megalomania dei dittatori. Nessun provvedimento per la attuazione dell' ”accordo di salvaguardia” previsto secondo il Trattato di non Proliferazione Nucleare è stato preso dalla giunta militare birmana a seguito dell’annuncio formale di un progetto di costruzione di un reattore nucleare in Birmania. L’accordo è stato firmato dal Ministro per la scienza e la tecnologia U Thaung - Il reattore nucleare verrà costruito attraverso un accordo con la Russia, dalla società Atomstroyexport che si occuperà della costruzione del reattore in una zona del paese ancora tenuta segreta. L’accordo è stato siglato il 15 maggio 2007 e il centro comprenderà un reattore ad acqua leggera per la ricerca con la capacità di 10 Megawatts alimentato da uranio arricchito 235 al 20%. Apparentemente il reattore dovrebbe servire per ricerche mediche ed agricole . Nel corso degli ultimi 6 anni più di 1.000 scienziati e tecnici e personale militare sono stati formati in Russia. A seguito di un accordo sottoscritto tra i due governi nel 2002, la Russia avrebbe dovuto costruire un reattore nucleare in Birmania, ma successivamente a causa della assenza di fondi il progetto si era fermato. Mosca aveva informato l’AIEA nel 2003 del programma di formazione in tecnologie nucleari che avrebbe riguardato ogni anno 300 cittadini birmani. Secondo i funzionari russi la costruzione del reattore dovrebbe avvenire sotto la supervisione dell’AIEA. Ma purtroppo l’agenzia atomica ha ripetutamente sottolineato il proprio stupore poiché la Birmana avrebbe dovuto informare preventivamente l’Agenzia, secondo le regole di salvaguardia. Sottoscritte dalla Birmania molti anni fa. In un articolo sull’Asia Times[1], Larry Jagan riporta che le motivazioni addotte dalla giunta per la costruzione di un reattore nucleare hanno vacillato sin da subito. A Gennaio 2002 il Ministro degli esteri Wing Aung ha dichiarato ad un diplomatico occidentale che la Birmania è impegnata a sviluppare un reattore nucleare per scopi medici con la possibilità di generare energia nucleare ed aveva dichiarato che nonostante non fosse stato ancora siglato alcun accordo in tal senso, ricerche iniziali erano state intraprese. A settembre 2001 il Ministro degli esteri aveva comunicato all’AIEA i propri piani ed aveva richiesto il sostegno della agenzia. Due mesi dopo un team ispettivo dell’AIEA si era recato in Birmania per valutare il grado di preparazione del paese nell’utilizzo e nel mantenimento in sicurezza del reattore. il Team concluse che gli standard di sicurezza in essere erano ben al di sotto dei livelli minimi che si ritengono sufficienti. Allo stesso tempo la Birmania non aveva dato risposte al rapporto AIEA e i funzionari di Vienna avevano conseguentemente espresso il timore che la Birmania stesse pianificando le proprie ambizioni nucleare senza i necessari provvedimenti di sicurezza. Tali timori dovrebbero includere i rischi di danni ambientali o di proliferazione a causa di furti o rimozione del fluido nucleare , per la assenza di adeguate misure di sicurezza. In seguito la giunta militare aveva sviluppato intensi contatti con il Pakistan e diffuse voci hanno confermato che due scienziati nucleari pakistani accusati di proliferazione nucleare erano stati accolti in Birmania nel 2003. la Birmania ha poi rafforzato anche i rapporti con la Corea del Nord con cui ad aprile 2007 ha ristabilito rapporti ufficiali. Da questo paese sono arrivate molte navi con spedizioni sospette nel corso degli ultimi 6 mesi. Sempre Larry Jagan riporta che lo scorso anno tali spedizioni hanno irritato la Cina poiché ne Pyonyang ne Rangoon avevano informato il governo cinese della loro rafforzata cooperazione militare .le autorità cinesi sono convinte che la Birmania ha ricevuto attrezzature militari compresi missili dalla Corea del Nord, ma a quanto sembra non materiali nucleari. L’ultima spedizione militare di maggio è stata scaricata nei porti birmani sotto misure di sicurezza estremamente restrittive. A quanto pare inoltre tale decisione non è stata commentata dall’ASEAN i cui Commisari dell’ASEAN Nucleare weapon Free zone avrebbero dovuto monitorare attentamente gli sviluppo sul nucleare in questa parte del mondo per assicurare ai paesi membri che non si stiano fabbricando o utilizzando armi atomiche . l’art. 11 del tratato obbliga le parti firmatarie di riferire ogni evento significativo in tal senso ma non vi sono dati sulla informazione da parte delle autorità birmane prima delle dichiarazioni del partner russo Atomstroyexport[2]. Secondo il sito Wise Uranium.org, la giunta militare sta procedendo alla esplorazione di quattro siti in Birmania negli stati Shan e Chin, ed ha scoperto 5 depositi di uranio in varie zone della Birmania centrale e del nord. la cosa non promette certo bene per un possibile futuro democratico. Cecilia Brighi [1] Asia Times 24 maggio 2007 Myanmar drops a nuclear “bombshell” Radio Singapore International July 2 2007-07-09 .. Economist.com Myanmar and the nuclear club.Do you want to be in my gang? May 16th 2007 [2] David Full Brook 27 maggio 2007 Opinion Asia 2008-03-23T02:31:46.9070000+01:00 https://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=en&catid=7566c1b8e992461bb8fe2640f203de29&docid=b76d140931f24eaf8c7052f8392c70c5 Sun, 23 Mar 2008 01:31:46 GMT 2df58895fe654a1eab407a4c242ab33d I fondi pensione danesi vendono le azioni TOTAL Il fondo di previdenza complementare danese ATP che è il più importante fondo pensioni della daimarca con 58 miliardi di euro in portafoglio (più della somma di tutti i fondi pensione italiani) ha deciso di vendere le azioi di TOTAL e delle altre compagnie petrolifere che lavorano direttamente con Myanmar OIL, la compagnia governativa locale. la partecipazione della ATP nella Total ammonta a circa 128 milioni di Euro su una capitalizzazione di 130 miliardi di euro alla Borsa di Parigi. 2008-03-23T01:26:13.3430000+01:00 https://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=en&catid=7566c1b8e992461bb8fe2640f203de29&docid=2df58895fe654a1eab407a4c242ab33d Sun, 23 Mar 2008 00:26:13 GMT 80de7c8218fc446fbe41b4022cfc2e62 GSM East west economic corridor Il documento illustra le strategie progettuali del GMS strategic Framework e il coinvolgimento della giunta birmana 2008-03-15T17:27:50.8670000+01:00 Summary Rationale The flagship initiative for the East-West Economic Corridor (EWEC) directly supports three of the five strategic thrusts of the Greater Mekong subregion (GMS) Strategic Framework: (i) strengthening connectivity through a multisectoral approach, (ii) facilitating cross-border trade and investment, and (iii) enhancing private sector participation in development and improving its competitiveness. The goal is to develop a highly efficient transport system, which will allow goods and people to move around the Greater Mekong subregion without significant impediment or excessive cost or delay. Improvement in the transportation network plays a key role in promoting economic growth and regional development, thereby reducing poverty. In an effort to improve intraregional transport and maximize benefits derived, GMS countries have begun to adopt a holistic approach to development, in the form of economic corridors . In developing these growth corridors, investments in priority infrastructure sectors such as transport, energy, telecommunications, and tourism will focus on the same geographic space to maximize development impact while minimizing development costs. The initiative will also involve carefully planning and managing policy, regulatory, and infrastructure initiatives in support of selected business opportunities. The central component of the EWEC flagship is the 1,450-km long road connecting Da Nang in Viet Nam on the eastern-end, with Mawlamyine in Myanmar on the western-end, cutting across central Lao PDR and north and northeastern Thailand. When completed, this transport corridor would be the only link that will traverse mainland Southeast Asia on an east-west axis. It would also connect the Pacific Ocean and the Indian Ocean. Flagship Objectives The objectives of the East-West Economic Corridor flagship initiative are: (i) to further strengthen economic cooperation and facilitate trade, investment, and development between and among Lao PDR, Myanmar, Thailand and Viet Nam; (ii) to reduce transport costs in the project influence area, and make the movement of goods and passengers more efficient; and (iii) to reduce poverty, support development of rural and border areas, increase the earnings of low-income groups, provide employment opportunities for women, and promote tourism. The EWEC is also expected to provide focused support for development opportunities, including in agro-industry and tourism. Achievements Major infrastructure components of EWEC have been completed, or are nearing completion. The 1,450-km road corridor is expected to be completed in 2006/07, including the eastern terminus sea port in Da Nang. The establishment of the Mawlamyine port, which has generated some interest from foreign private sector organizations, or the Yangon port could act as the western terminus of the EWEC. Adequate provisions for power along the EWEC have been made in Thailand and Viet GMS Flagship Initiative EAST-WEST ECONOMIC CORRIDOR 2 Nam, and new rural electrification initiatives are required for Lao PDR and possibly Myanmar. The proposed Nam Theun 2 Hydropower Project and associated transmission lines to Thailand will also provide needed power for Lao PDR, along the EWEC, which is currently being imported from Viet Nam and Thailand. The GMS Phase I Telecommunications Backbone Optical Fiber Network connecting, among others, the EWEC areas has been completed, and now Myanmar needs integration by the establishment of the Phase II Western Loop. The mitigation of nonphysical barriers to the cross-border movement of goods and people is a key initiative in transforming the East - West transport corridor into an economic corridor. The GMS Cross-Border Transport Agreement as well as bilateral land transport agreements between Lao PDR and Thailand, and between Lao PDR and Viet Nam are now in force, but have yet to be fully implemented. Preparations are being made for the implementation of single-stop customs inspection (SSCI), initially at the Dansavanh (Lao PDR) – Lao Bao (Viet Nam) border, and then at Savannakhet (Lao PDR) – Mukdahan (Thailand) border. Plans are being formulated to establish selected industrial estates and special economic zones at border and gateway locations, which would promote private sector investment in the EWEC in manufacturing, trade and agriculture. The diverse tourism resources in the EWEC, particularly in Viet Nam and Myanmar, are being promoted, and could utilize the increased connectivity that the corridor would provide to facilitate the development of multi-country and circuit tours. The sustained competitiveness and efficiency of the GMS countries would depend on the development of the corridor’s human resources and skills competencies, which is being addressed on a GMS-wide basis under a separate flagship program. Key Components As a result of consultations with EWEC Governments and Provincial Authorities held in February-March 2004, a total of 77 projects/subprojects were identified to comprise the updated EWEC development matrix (DM). These projects fall under the following sectors: (i) Transportation; (ii) Energy; (iii) Telecommunications; (iv) Tourism; (v) Trade Facilitation; (vi) Agriculture; and (vii) Private Investment and Industrial Estates1. In transportation, financing has been secured for the entire road corridor, except for a section in Myanmar. A 140-km expressway from the new Hai Van Tunnel in Da Nang Province to Cam Lo in Quang Tri Province, which would run in parallel with the existing Highway 1, has been proposed to accommodate the expected increase in traffic to the Viet Nam ports. Projects that would rehabilitate Route 9 from Savannakhet to Seno, and construct feeder roads, which would ensure improved access to markets and social services for affected rural communities, have also been included in the DM. The development of the Savannakhet airport for joint use with Thailand, and upgrading of Phu Bai airport in Hue, Viet Nam have been proposed by the respective Governments. In addition to the Da Nang and Mawlamyine ports, two additional sea ports in Viet Nam are being considered to accommodate national and subregional demand. 1 Six volume of Preinvestment Study for the Mekong Subregion East West Economic Corridor covering agro-industry, industry and industry zones, infrastructure, tourism, and trade and investment with possible projects are also available. GMS Flagship Initiative EAST-WEST ECONOMIC CORRIDOR 3 In energy, Phase I of the GMS Regional Power Interconnection Project (Nam Theun 2-Savannakhet-Roi Et) is expected to provide electricity to the EWEC areas. The extension of rural electrification along Route 9 and distribution to 71 villages in six districts has been recommended. Viet Nam recommended the inclusion in the EWEC DM of oil and gas pipeline projects from the Chan May Port-Highway 1-Route 9 to Lao PDR and Thailand for possible public-private sector financing, which would need prefeasibility studies to determine their viability. While the status of provision of reliable energy supply in the Myanmar section of the EWEC needs to be determined, a feasibility study for a transmission line linking the Thai border town of Mae Sot to Thaton in Myanmar has been included in the DM. In telecommunications, a project to improve telecommunications services in the Myanmar section of the EWEC has been included in the DM. In tourism, a comprehensive tourism study has been recommended for the EWEC that will cover areas to promote tourism in the EWEC as a single tourist destination. The study will look into potential tourism infrastructure projects in the Lao and Vietnamese sections of the EWEC, which have been identified by the respective Governments and provisionally included in the DM. In trade facilitation, seven projects have been included in the DM to support the planned implementation of single-stop customs inspection at the EWEC border crossings, which include electronic data interchange and standardization of trade documents. The implementation of SSCI remains as a high priority initiative for the EWEC. Viet Nam recommended the inclusion of road station in Dong Ha, the concept of which is being promoted by the Japan Bank for International Cooperation. In agriculture, projects on regularizing raw material supplies in from Lao PDR and Myanmar for processing in Thailand have been recommended for inclusion in the EWEC DM2. A project on fish processing in Mawlamyine, Myanmar has likewise been included. The establishment of industrial estates and special economic zones has been proposed to promote private investment in the EWEC, specifically, in Myawaddy in Myanmar, Mae Sot and Mukdahan in Thailand, Savan-Seno and Dansavanh in Lao PDR, Lao Bao, Lien Chieu and Hoa Khanh, and Phu Bai. A study on harmonizing industrial zone management policies and rationalizing industrial zones has been recommended to be undertaken, and will be complemented by Thailand’s offer of sharing best practices for industrial estate development. Sequencing Priorities A specific sequencing and prioritization strategy for all the project components needs to be formulated and agreed upon by the four participating governments. The eastern section of the East-West Corridor transport infrastructure is scheduled to be completed by 2006/07. The implementation period for other infrastructure components, notably, the Mawlamyine Port and the industrial estates development, is not yet firm. The cross-border land transport facilitation agreement, including its annexes and protocols, is expected to be final and complete by 2005, and implemented by 2007/08. Project Financing 2 Myanmar has expressed reservations about the inclusion of the project in the DM. GMS Flagship Initiative EAST-WEST ECONOMIC CORRIDOR 4 Estimated total cost of all the projects and initiatives under the EWEC is US$2.5 billion. Of this amount, an estimated US$1.2 billion worth of financing has been identified, mostly related to the ADB tentative investment pipeline, and some committed funds from the governments concerned. There appears to be a financing gap of US$1.4 billion, for which financing may be sought. Several major potential sources of funding have been identified for the various proposals: (i) government, (ii) multilateral development agencies and international lending agencies, (iii) foreign and local direct private investment, (iv) international private equity funds, and (v) international and domestic capital markets. Public sector funds will play a key role in project financing, given the nature of the project components for the East-West Economic Corridor, particularly in the early stages of project development. The four participating governments will have to shoulder a significant share of project development costs. This is especially the case with policy and program formulation and implementation, and institutional development. In several cases, implementation of various programs and institutions will require multicountry support, and cost-sharing will have to be established on a case-by-case basis, in line with anticipated benefits. https://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=en&catid=7566c1b8e992461bb8fe2640f203de29&docid=80de7c8218fc446fbe41b4022cfc2e62 Sat, 15 Mar 2008 16:27:50 GMT 9b406004621646578aca5f55d86c56ce Gli Stati Uniti monitorano la Birmania sulle sanzioni contro la Corea del Nord Agence France Press - Un diplomatico americano ha detto venerdì che Washington sta tenendo d’occhio l’impegno preso dalla Birmania di mettere in atto le sanzioni dell’ONU contro la Corea del Nord, dopo il resoconto di una possibile cooperazione nucleare tra le due nazioni asiatiche. Il mese scorso il Segretario di Stato degli Stati Uniti Hillary Clinton ha salutato la promessa del regime di attenersi alla risoluzione ONU sulle sanzioni, in seguito ad uno dei rari incontri tra gli Stati Uniti e i funzionari birmani ad un summit asiatico. 2009-08-23T17:46:34.5300000+02:00 Ma i resoconti che nelle ultime settimane avevano detto che Pyongyang stesse aiutando la Birmania a costruire un reattore nucleare segreto e un sito d’estrazione di plutonio, e a costruire una bomba in cinque anni, avevano provocato le preoccupazioni dell’intera regione. “Il governo birmano ha firmato un impegno durante l’ASEAN Regional Forum a Phukhet per mettere in atto la risoluzione” ha affermato a Bangkok l’Ambasciatore Philip Goldberg, coordinatore statunitense per l’attuazione delle recenti sanzioni ONU contro la Corea del Nord. “Speriamo e ci attendiamo che così sarà, ma è qualcosa che ha bisogno di un ulteriore discussione” ha detto ai giornalisti. I funzionari statunitensi hanno parlato della Birmania usando il nome di Burma. Goldberg si trovava a Bangkok come tappa di un giro dell’Asia che puntava a rafforzare il sostegno alla risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell’ONU approvata in Luglio in risposta al test nucleare sotterraneo della Corea del Nord del 25 maggio e i successivi lanci missilistici. Le sanzioni più dure includono ispezioni più severe ai cargo sospettati di contenere materiale sensibile, un embargo sulle armi più stretto e nuove disposizioni finanziarie per tagliare tutti i redditi dei settori nucleare e missilistico che fanno a capo a Pyongyang. Goldberg ha detto anche che la Birmania ha l’obbligo di aderire alla risoluzione sulle sanzioni in quanto membro delle Nazioni Unite. “Continueremo a verificare che ognuno si attenga agli obblighi” ha detto Goldberg. Sospetti sulla Birmania e la Corea del Nord sono aumentati nel mese di Giugno dopo che un cacciatorpediniere americano ha cominciato a tracciare una nave sospetta nordcoreana che si diceva puntare verso la Birmania. La nave alla fine è tornata indietro in Corea del Nord. Goldberg ha anche riconfermato i commenti fatti a Singapore richiedendo alle istituzioni finanziarie dell’Asia sud-orientale di monitorare le transazioni che potrebbero aiutare i programmi nucleari e balistici della Corea del Nord. Nei prossimi giorni l’Ambasciatore raggiungerà la Corea del Sud e il Giappone, mentre ha già visitato Malesia, Cina, Russia e Nazioni Unite per coordinare l’impegno globale nei confronti delle sanzioni. (Puoi leggere l'articolo su Burmanet) (23 Agosto 2009) https://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=en&catid=7566c1b8e992461bb8fe2640f203de29&docid=9b406004621646578aca5f55d86c56ce Sun, 23 Aug 2009 15:46:34 GMT a37db56ce0b74fa596284c02a590b39b Gli investimenti in Birmania nel 2010 toccano quota 30 miliardi di $. Corea del Sud e Cina accrescono gli utili della giunta la giunta incamera grandi risorse dagli investimenti cinesi nel settore energetico, dalla Corea del Sud e dalla Thailandia. 2010-11-28T18:37:19.7400000+01:00 Di FRANCIS WADE 25 Novembre 2010 Il settore dell’energia birmano ha generato la maggioranza del capitale per la giunta militare. Come mostrato dale cifre, il totale degli investimenti esteri nel paese ha raggiunto i 30 miliardi di $. Circa 13.5 miliardi di $ sono stati prodotti dal settore del gas e del petrolio, che derivano dai quasi 31.957 miliardi di $ rastrellati dalla giunta da quando ha aperto agli investimenti nel 1988ha dichiarato la rivista Biweekly Eleven. Il gas e il petrolio producono energia elettrica che ha attratto 11.3 miliardi di $ seguita da 2.4 miliardi di $ dal settore minerario e 1.6 miliardi del settore manifatturiero. Nonostante una campagna per il boicottaggio del turismo in Birmania, l’industria turistica ha raccolto 1 miliardo di $. La prima metà del 2010 ha visto la crescita maggiore degli investimenti stranieri attribuibili per larga parte a 8 miliardi di $ da parte della Cina, di cui 5 miliardi di $ nel settore idroelettrico e la restante maggioranza nel petrolio e gas. Questa cifra rappresenta circa i due terzi del totale che Pechino ha pompato in Birmania negli ultimi due decenni, e nonostante la Thailandia sia il più grande investitore ad oggi, la centrale elettrica a nord sta rapidamente diventando una stampella economica chiave della giunta. L'economia cinese è cresciuta del 9,6 per cento nel terzo trimestre del 2010, e nel settembre Pechino ha aperto la fine del gasdotto e dell’oleodotto di 770 km Shwe, che trasporterà petrolio e gas dalla costa occidentale della Birmania nella provincia di Yunnan. Il progetto produrrà un utile netto per la giunta birmana di $ US30 miliardi nei prossimi 30 anni, e può trasportare fino a 22 milioni di tonnellate di petrolio africano e medio orientale trasportati dal golfo del Bengala alla provincia in sviluppo. Questi consistenti investimenti, secondo gli analisti, servono a ridurre l'impatto delle sanzioni occidentali sulla Birmania che hanno raggiunto scarsi obiettivi di fronte all’aumento delle relazioni economiche tra la giunta ei suoi vicini. Anche la Corea del Sud è in salita nella classifica, e ora si ritiene sia il quarto investitore più grande del paese. Di recente ha investito circa 62 milioni di dollari in una piantagione di caucciù nello stato di Arakan occidentale della Birmania, il primo investimento che ha fatto nel settore agricolo del Paese in questo decennio. Nonostante la Birmania, vanti la più grande produzione mondiale di riso, che ha raggiunto un picco 3,4 milioni di tonnellate nel 1934, ha esportato solo 250.000 tonnellate di riso nei primi sei mesi di quest'anno. Il settore agricolo è costantemente diminuito da quando è salito al potere il governo militare nel 1962, e ha attratto solo 96.35 milioni di $ dal 1988. Autore: Francis Wade Categoria: Notizie Economia, https://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=en&catid=7566c1b8e992461bb8fe2640f203de29&docid=a37db56ce0b74fa596284c02a590b39b Sun, 28 Nov 2010 17:37:19 GMT e50031b12d814d619b1c40e13cc535a1 Gli abitanti dei villaggi nell'area di Dawei denunciano le aziende minerarie presenti nella zona per danni da inquinamento anni di denunce inascoltate per i danni subiti dalla grande miniera di stagno e tungsteno nella zona di Dawei 2014-03-18T10:02:56.9870000+01:00 Gli abitanti dei villaggi della Divisione di Tenasserim nel distretto di Dawei hanno annunciato che presenteranno una denuncia contro l’azienda tailandese ed una azienda del governo birmano che operano nella miniera di stagno per chiedere l’indennizzo dei danni ambientali sulle loro fattorie causate dalle acque di risulta della miniera. In un comunicato stampa emesso domenica 16 marzo, e diffuso da Earth Right International i residenti del villaggio di Myaung Pyo hanno dichiarato che protesteranno presso la corte del distretto di Dawei per le attività della azienda tailandese Pongpipat e di quella di proprietà pubblica birmana Mining Enterprise 2, controllata dal Ministero delle miniere. Gli abitanti del villaggio etnico di Dawei hanno dichiarato che le loro terre sono state inquinate da un crescente aumento delle acque di scarico da quando la birmana di Pongpipat aveva rilevato la miniera di Heinda. La azienda tailandese aveva firmato un accordo di coproduzione con la Mining Enterprise 2 nel 1999 e detiene i diritti per il 65% della produzione di stagno e tungsteno che è trasportato nella vicina Tailandia per la lavorazione.” Gli stagni e i fiumi sono stati inquinati e molte specie di piante e animali si sono estinti e molte delle nostre piantagioni, case, pozzi e edifici religiosi sono stati distrutti a causa dei rifiuti e dei sedimenti” hanno dichiarato nel comunicato gli abitanti. “nel 2012 si sono registrati maggiori allagamenti a causa della ulteriore distruzione di case, piantagioni e risorse acquatiche lungo lo stagno di Myaung Pyo, che è ora pieno di rifiuti e sedimenti derivanti dal progetto minerario!. Myaung Pyo è la zona maggiormente colpita dei 10 villaggi che soffrono degli impatti ambientali diretti dalla enorme miniera di stagno, a circa 25 chilometri ad est della città di Dawei nella Township di Myitta. Il villaggio di circa 100 famiglie si trova in una valle tra le colline del Tenasserim e le attività minerarie a Heinda, che si trova in una sona montagnosa a due chilometri di distanza producono un continuo flusso di acqua fangosa che confluisce in un torrente che attraversa il villaggio di Myaung Pyo. Nel corso di una visita di giornalisti dell’Irrawaddy si è riscontrato come gli stagni delle fattorie sono stati coperti da uno strato di fango largo circa un chilometro che aveva raggiunto i bordi del villaggio dove era stato costruito un muro di terra per proteggere le case. Ma il flusso dalla miniera aveva scavalcato il muro e i residenti avevano dovuto scavare una rete di trincee per incanalare le acque nere e putride intorno alle loro case di bambo. Le famiglie impoverite avevano denunciato un drastico calo dei loro redditi a causa della perdita delle terre, mentre la loro salute risentiva della carenza di acque potabili visto che i pozzi erano stati contaminati dalle acque di risulta. Gli abitanti dei villaggi avevano dichiarato di aver presentato numerose proteste alla azienda tailandese, alle autorità locali e alla karen National Union, un gruppo ribelle che controlla il territorio montagnoso intorno alla miniera, ma le loro richieste di porre fine all’inquinamento e di ottenimento di un risarcimento sono state ignorate. Domenica scorsa gli abitanti dei villaggi avevano dichiarato che avrebbero chiesto giustizia e avrebbero chiesto di far rispettare i loro diritti attraverso la denuncia delle aziende responsabili dei danni. Thant Zin, un coordinatore della Dawei Development Association (DDA), una ONG locale che sostiene le iniziative delle comunità per i diritti ha dichiarato che un avvocato rappresentante degli abitanti aveva avuto un primo contatto con l’azienda tailandese a luglio dello scorso anno, ma che l’azienda aveva inviato le denunce alle autorità locali. “quindi gli abitanti hanno deciso di denunciare l’azienda e la Mining Enterprise 2 perché è il modo migliore per chiedere gli indennizzi visto che il governo e l’azienda per molti anni non hanno risposto alle loro denunce. Bisognerà vedere cosa succederà anche se il sistema giudiziario birmano è stato spesso criticato per l’assenza di indipendenza e per la corruzione. Il Tenasserim che corre da nord a sud lungo il confine tra Birmania e Tailandia è ricco ed i minerali, e depositi di stagno e tungsteno che sono stati oggetto di attività minerarie a Heinda ed in altri siti, sin dai tempi della presenza Britannica, fino alla firma del cessate il fuoco del 2012, il KNU aveva guidato per decenni l’insurrezione nella intensa zona forestale lasciando l’area intoccata ed inaccessibile. Dalla apertura della Birmania sotto il governo riformista nel 2011, numerose imprese minerarie hanno mostrato un interesse nello sfruttamento delle regioni remote, comprese le colline del Tenasserim, anche in assenza di una riforma della legge mineraria del 1994 e di fronte alle lunghe procedure per la approvazione delle licenze minerarie, che hanno raffreddato gli entusiasmi degli investitori. La divisione della Camera di Commercio e industria del Tenasserim ha dichiarato che oltre 50 aziende minerarie hanno chiesto al governo la approvazione di licenze di esplorazione di riserve di stagno, tungsteno, carbone e oro nella zona sud. Attualmente 10 aziende hanno ottenuto licenze minerarie e per attività esplorative nell’area. il gigante indonesiano di proprietà pubblica PT Timah ha dichiarato ai media lo scorso gennaio che si aspetta di iniziare il prossimo giungo le attività esplorative su circa 10.000 ettari di concessioni minerarie nella Divisione del Tenasserim e le attività minerarie agli inizi del 2015. https://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=en&catid=7566c1b8e992461bb8fe2640f203de29&docid=e50031b12d814d619b1c40e13cc535a1 Tue, 18 Mar 2014 09:02:56 GMT 183ea6282a4e46ad904071c6d97ecc0a Gli investimenti in Birmania toccano quota 30 miliardi di $. Corea del Sud e Cina accrescono gli utili della giunta Straordinaria crescita degli investimenti stranieri, soprattutto asiatici in Birmania. la giunta incamera oltre 30 miliardi di $ di cui una gran parte nel settore petrolifero e del gas. la cenerentola rimane l'agricoltura. la Birmania, prima della dittatura era il primo esportatore di riso al mondo 2010-11-28T18:34:46.8430000+01:00 Di FRANCIS WADE 25 Novembre 2010 Il settore dell’energia birmano ha generato la maggioranza del capitale per la giunta militare. Come mostrato dale cifre, il totale degli investimenti esteri nel paese ha raggiunto i 30 miliardi di $. Circa 13.5 miliardi di $ sono stati prodotti dal settore del gas e del petrolio, che derivano dai quasi 31.957 miliardi di $ rastrellati dalla giunta da quando ha aperto agli investimenti nel 1988ha dichiarato la rivista Biweekly Eleven. Il gas e il petrolio producono energia elettrica che ha attratto 11.3 miliardi di $ seguita da 2.4 miliardi di $ dal settore minerario e 1.6 miliardi del settore manifatturiero. Nonostante una campagna per il boicottaggio del turismo in Birmania, l’industria turistica ha raccolto 1 miliardo di $. La prima metà del 2010 ha visto la crescita maggiore degli investimenti stranieri attribuibili per larga parte a 8 miliardi di $ da parte della Cina, di cui 5 miliardi di $ nel settore idroelettrico e la restante maggioranza nel petrolio e gas. Questa cifra rappresenta circa i due terzi del totale che Pechino ha pompato in Birmania negli ultimi due decenni, e nonostante la Thailandia sia il più grande investitore ad oggi, la centrale elettrica a nord sta rapidamente diventando una stampella economica chiave della giunta. L'economia cinese è cresciuta del 9,6 per cento nel terzo trimestre del 2010, e nel settembre Pechino ha aperto la fine del gasdotto e dell’oleodotto di 770 km Shwe, che trasporterà petrolio e gas dalla costa occidentale della Birmania nella provincia di Yunnan. Il progetto produrrà un utile netto per la giunta birmana di $ US30 miliardi nei prossimi 30 anni, e può trasportare fino a 22 milioni di tonnellate di petrolio africano e medio orientale trasportati dal golfo del Bengala alla provincia in sviluppo. Questi consistenti investimenti, secondo gli analisti, servono a ridurre l'impatto delle sanzioni occidentali sulla Birmania che hanno raggiunto scarsi obiettivi di fronte all’aumento delle relazioni economiche tra la giunta ei suoi vicini. Anche la Corea del Sud è in salita nella classifica, e ora si ritiene sia il quarto investitore più grande del paese. Di recente ha investito circa 62 milioni di dollari in una piantagione di caucciù nello stato di Arakan occidentale della Birmania, il primo investimento che ha fatto nel settore agricolo del Paese in questo decennio. Nonostante la Birmania, vanti la più grande produzione mondiale di riso, che ha raggiunto un picco 3,4 milioni di tonnellate nel 1934, ha esportato solo 250.000 tonnellate di riso nei primi sei mesi di quest'anno. Il settore agricolo è costantemente diminuito da quando è salito al potere il governo militare nel 1962, e ha attratto solo 96.35 milioni di $ dal 1988. Autore: Francis Wade Categoria: Notizie Economia, https://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=en&catid=7566c1b8e992461bb8fe2640f203de29&docid=183ea6282a4e46ad904071c6d97ecc0a Sun, 28 Nov 2010 17:34:46 GMT 159af7c1d9c1467092ce0c4d9c4815b8 Gli Usa congelano le poprietà di due uomini di afari birmani e delle loro aziende per aver aiutato la giunta 2009-01-21T12:18:14.2800000+01:00 il Congresso USA ha adottato delle norme che proibiscono ai cittadini USA di fare affari con aziende birmane che hanno legami con la giunta militare. L'Ufficio del Dipartimento del Tesoro sul Controllo degli assets stranieri il 15 gennaio ha dichiarato di aver congelato le prorpeità di due imprenditori birmani Wing Aung e Zaw Zaw e le loro imprese che riguardano 14 aziende. l'OFAC ha dichiarato che entrambi gli imprenditori sono i sostenitori finanziari chiave della giunt amilitare e li ha aggiunti alla lista nera definita dalla legge Tom Lantos Block Burmese Junta's antidemocratic efforts (Jade) del 2008. il direttore dell'Ufficio del Tesoro americano ha dichiarato che il Congresso e l'Amministrazione adotteranno ulteriori misure drastiche e sanzioni contro la giunta militare fino a quando continuerà ad opprimere i dissidenti politici. Win Aung è un imprenditore dell'ediizisa e ha fatto ampie donazioni alla giutna militare e fornito servizi a sostegno del regime in molti progetti edili. Zaw Zaw è il direttore esecutivo di Max Myanmar Group of companies che ha una serie di holding nel settore del legno, delle pietre preziose di resort e di alberghi. la decisione del Tesoro ha colpito otto aziende della Max Myanmar Group e l'azienda che ha sede a Singapore. l'OFAC ha anche ampliato le sanzioni contro la rete finanziaria di Tay Za che è un trafficante di armi dieci aziende di Singapore di Cecilia NG e di suo marito Steven Law e la Myanmar Ivanhoe Copper proprietaria della miniera di rame più grande del paese. in tutto sono 100 le imprese che sono state colpite da sanzioni . https://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=en&catid=7566c1b8e992461bb8fe2640f203de29&docid=159af7c1d9c1467092ce0c4d9c4815b8 Wed, 21 Jan 2009 11:18:14 GMT 9050dc48a0b14c90aa2823d51a2b7370 Gli Usa hanno lanciato una collaborazione per la conservazione del patrimonio culturale birmano. Siglato l’accordo di collaborazione tra USA e Birmania per laa conservazione del patrimonio culturale di Mandalay. L'ha annunciato l’Ambasciatore USA Derek Mitchell 2014-02-18T07:20:48.3270000+01:00 La storica cooperazione è iniziata formalmente presso il monastero di Shwe Nan-Daw Monastery (Shwe Kyaung) a Mandalay, venerdì scorso ha pubblicato Xinhua citando il comunicato dell’ambasciata americana. Nei prossimi due anni esperti finanziati dagli USA formeranno lavoratori locali e esperti governativi nelle tecniche di conservazione per preservare questo importante monastero di Mandalay. Ha sottolineato il comunicato. Nel corso della cerimonia, l’ambasciatore Mitchell ha dichiarato:” iniziamo formalmente una iniziativa che rappresenta un capitolo importante nelle relazioni trai due paesi, lavorare per conservare un opera cos’ importante per la cultura birmana che sottolinea la ricchezza della tradizione del paese. Il progetto è sostenuto dal fondo degli ambasciatori per la conservazione culturale AFCP, un Ufficio del Dipartimento di Stato per i programmi degli affari culturali che sostiene la conservazione dei siti culturali, opere e forme e espressioni culturali tradizionali in più di 100 paesi. Il monastero di Shwe Nan Daw è uno dei più belli e maggiormente visitati del paese, costruito da artigiani intagliatori durante il periodo di Re Mingdon che è stato il fondatore della antica città di Mandalay e dei suoi dintorni. Gli intagli di teak sono estremamente significativi ed artistici e riflettono lo stile tradizionale Birmano. https://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=en&catid=7566c1b8e992461bb8fe2640f203de29&docid=9050dc48a0b14c90aa2823d51a2b7370 Tue, 18 Feb 2014 06:20:48 GMT 22e68b6c76ac48e7b29a33600f02125e GSM North south Economic Corridor, Flagship initiative 2008-03-15T17:28:52.3970000+01:00 Summary Rationale The flagship initiative for the North-South Economic Corridor directly supports three of the five strategic thrusts of the Greater Mekong subregion strategic framework: (i) strengthening infrastructure linkages through a multisectoral approach, (ii) facilitating cross-border trade and investment, and (iii) enhancing private sector participation in development and improving its competitiveness. The goal is to develop a highly efficient transport system, which allows goods and people to circulate or move around the subregion without significant impediment or excessive cost/delay. Improvement in the transportation network will promote economic growth and regional development, thereby reducing poverty. In an effort to improve intraregional transport and maximize benefits, GMS countries have begun to adopt a holistic approach to development, in the form of economic corridors. Investments in priority infrastructure sectors such as transport, energy, telecommunications, and tourism, will focus on the same geographic space to maximize development impact while minimizing development costs. This flagship initiative will also involve careful planning and management of policy and regulatory and infrastructure initiatives in support of selected business opportunities. Two different routes along the north-south axis are involved in the North-South Economic Corridor initiative: (i) the Kunming-Chiang Rai-Bangkok via Lao PDR and Myanmar route, and (ii) Kunming-Hanoi-Haiphong route. These major routes, together with the existing Highway No. 1 running from the northern to the southern part of Viet Nam and the Southern Economic Corridor that links Bangkok to Ho Chi Minh City, form a large 'loop' or 'ring road' that covers the major cities and towns of the GMS. The North- South Economic Corridor will, therefore, play a critical role in providing Yunnan Province and northern Lao PDR access to important seaports. The North-South Corridor intersects the East-West Corridor at key 'junction points' in Thailand and Viet Nam. Potential market coverage is extensive, given the excellent state of the existing road network from Singapore via Malaysia to Chiang Rai, and from Kunming to Beijing. The North-South Corridor also includes a riverine component as a result of agreement among PRC, Lao PDR, Myanmar and Thailand to cooperate on the joint use of the Upper Mekong River. Flagship Objectives The objectives of the North-South Economic Corridor flagship initiative are: (i) to facilitate trade and development between and among Cambodia, Lao PDR, Myanmar, Thailand, Viet Nam, and Yunnan Province, PRC; (ii) to reduce transport costs in the project influence area, and move goods and passengers more efficiently; and (iii) to reduce poverty, support development of rural and border areas, increase earnings of low-income groups, provide employment opportunities for women, and promote tourism in its influence area. GMS Flagship Initiative NORTH-SOUTH ECONOMIC CORRIDOR 2 Key Components Fifteen (15) projects form the North-South Economic Corridor initiative: Core Transport a) Chiang Rai-Kunming via Lao PDR Road Improvement Project b) Chiang Rai-Kunming via Myanmar Road Improvement Project c) Huay Goan (Nan)-Phak Bang (Lao PDR)-Udom Chai-Boten-Chiang Rung (PRC)-Kunming Road Improvement Project d) Kunming-Hanoi-Haiphong Expressway Project e) Kunming-Jinhong-Boten-Luang Prabang-Vientiane-Pakse-Stung Treng- Phnom Penh-Sihanukville Road Improvement Project f) Railway Development Project g) Air Transport Development Project h) Lancang/Mekong River Inland Waterway Project i) Cross-border facilitation in the movement of goods and people Other Infrastructure j) Electric Power Grid Development Project k) Promotion of regional energy cooperation arrangements l) Telecommunications Backbone Development Project m) Mekong Tourism Project n) Preinvestment Study for the North-South Economic Corridor o) Establishment of a special border economic zone in Chiang Rai Province, Thailand Most of these projects are included in GMS forums and working group work programs, and are in varying stages of development. The North-South Economic Corridor initiative requires road, rail, water transport, and air transport linkages. The first two road component projects, the Chiang Rai- Kunming via Lao PDR and via Myanmar, are considered high-priority. Upgrading of large sections of this connection in the PRC territory is either completed or underway. Sections in Thailand are in good condition, while sections in Myanmar have been upgraded by the Myanmar Government with some private sector participation. The section in Lao PDR from Boten to Houayxay will be improved with loan assistance from ADB and the Governments of PRC and Thailand in the amount of about US$30 million each. An alternative north-south road connection originating from Nan in Thailand has been proposed by the Government of Thailand as part of the ASEAN-Mekong Basin Development Cooperation (AMBDC), and is included in this flagship initiative. For the Kunming-Hanoi-Haiphong Corridor, which is another high priority GMS transport project, ADB technical assistance is under way to (i) examine the viability of improvements in roads, railways, or inland waterways and recommend appropriate transport mode, and (ii) carry out a feasibility study for the selected transport mode. The projects for the selected transport mode are included in ADB's indicative lending pipeline to Viet Nam in 2005-2007. GMS Flagship Initiative NORTH-SOUTH ECONOMIC CORRIDOR 3 Three railway projects are included in this flagship initiative, one of which forms part of the priority routing of the ASEAN-initiated Singapore-Kunming Rail Link Project. The other two are railway projects to connect Thailand with Yunnan Province through Lao PDR and have been proposed by the Government of Thailand as part of the AMBDC initiative. The three projects have a combined estimated cost of US$2.1 billion. Lao PDR has proposed the inclusion of projects to improve Louang Namtha and Houayxay airports in the North-South Economic Corridor flagship program. These projects will allow the two airports in the northern part of Lao PDR to accommodate medium-size aircraft. At the suggestion of the PRC, a separate component concerning developments related to the Upper Lancang/Mekong River Commercial Navigation Agreement, which was signed by PRC, Lao PDR, Myanmar, and Thailand in April 2000, has been proposed to form part of the North-South Flagship Initiative. Subcomponents include international navigation and related issues, as well as training. Equally important in developing this economic corridor are the 'soft' aspects – that is, policies and regulations that play a vital role in determining the form, level, and use of infrastructure investments. In this regard, a separate flagship initiative on Facilitating Cross-border Trade and Investment is included in the GMS Strategic Framework. As with other GMS economic corridor initiatives, implementing a crossborder land transport facilitation agreement is integral to North-South Economic Corridor development. This is expected to simplify customs procedures, facilitate cross-border travel, and minimize the need for transshipment, among many other advantages. A preinvestment study for the North-South Economic Corridor will be prepared in 2004/2005 to determine the feasibility of creating a viable economic corridor, and to identify priority projects, policies, institutions, and financing needed to realize the potential benefits of better transportation linkages. The North-South Corridor Initiative also includes recommendations from a study prepared by the Government of Thailand to establish a special border economic zone in Chiang Rai Province. Under this study, a framework for development for the next 20 years (2002-2021) has been developed, involving 35 programs and 112 projects. Power transmission interconnection options are also included in the North-South Economic Corridor flagship initiative. These form part of the Regional Power Interconnection and Power Trade Arrangements Flagship Initiative. Five options are situated in the North-South Economic Corridor: (i) the 500-kilovolt (kV) transmission line interconnection project to connect Na Bon in Lao PDR and Udon Thani in Thailand, (ii) two 500 kV transmission lines from the Tasang Hydropower Project in Myanmar to Mae Moh and Tha Tako in Thailand, (iii) 500 kV direct current interconnection projects from the Jinghong Hydropower Project in Yunnan Province, PRC to Thailand, (iv) the 230-kV transmission line from Malutang in Yunnan Province to Soc Son in Viet Nam, and (v) 110 kV transmission lines from Yunnan to northern provinces in Lao PDR. Three proposals from PRC for power interconnection arrangements involve PRC, Lao PDR, and Thailand. Developing fiber optic transmission links is also part of the Telecommunications Backbone Flagship Initiative of the North South Economic Corridor. Telecommunications GMS Flagship Initiative NORTH-SOUTH ECONOMIC CORRIDOR 4 Backbone Project – Phase I has largely been completed. Development of the Telecommunications Backbone Project - Phase II and possible provision of basic services in the rural areas using the Information and Communications Technology is currently under considerations. Tourism holds promising potentials in the North-South Economic Corridor. For this reason, some projects and activities under the GMS Tourism Development Flagship Initiative will be designed to directly impact on tourism potentials of this Corridor. Initiatives identified by the Yunnan Provincial Government to develop tourism infrastructure in Yunnan Province as well as a cross-border visa policy study have been included. Sequencing Priorities The five participating governments will soon develop and agree on a sequencing and prioritization strategy for all components of the flagship initiative. For the Kunming- Chiang Rai road connection, developing the missing link in Lao PDR, including a bridge crossing the Mekong River from Chiang Khong in Thailand to Houayxay in Lao PDR, is of highest priority. The financial and technical arrangements for this subproject were agreed upon in 2002, enabling construction to begin in 2003 and to be completed by 2006/2007. Upgrading of the road and railway components of the Kunming-Haiphong Transport Corridor is scheduled to commence in 2005-2007. The Cross-Border Land Transport Facilitation Agreement, including the annexes and protocols, is expected to be finalized and signed by 2005. Project Financing Estimated total cost of projects and initiatives, which have cost estimates, is not less than US$4.5 billion. The amount excludes projects already included in other flagship programs (telecommunication, energy and tourism), as well as cost of the railway subprojects that form part of the Singapore-Kunming Rail Link. Certain major initiatives are also not included, such as economic activities expected to be established by the private sector. Of the US$4.5 billion, an estimated US$2.8 billion in financing has been identified, mostly from the ADB tentative investment pipeline and some funds committed by the governments concerned. The project has a financing gap of some US$1.7 billion. There are several major potential sources of funding for the various proposals: (i) governments, (ii) multilateral development agencies and international lending agencies, (iii) foreign and local direct private investment, (iv) international private equity funds, and (v) international and domestic capital markets. Public sector funds are expected to play a key role in project financing, particularly in the early development stage. Several of those projects will be financed under the Ayeyarwady-Chao Phraya- Mekong Economic Cooperation Strategy. The five participating governments will have to shoulder a significant share of the development costs, especially in the case of policy and program formulation and implementation, and institutional development. In several cases, implementation of various programs and institutions will require multicountry support; and cost sharing will have to be established on a case-by-case basis in line with expected benefits. https://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=en&catid=7566c1b8e992461bb8fe2640f203de29&docid=22e68b6c76ac48e7b29a33600f02125e Sat, 15 Mar 2008 16:28:52 GMT e62cddf50c3c41b88c927819713303b1 GSM facilitating cross border trade and investment 2008-03-15T17:37:19.5530000+01:00 Summary Rationale Since its inception in 1992, the GMS Program has made significant strides in developing the transportation, energy, and telecommunications infrastructure of the subregion. To complement investments in infrastructure, GMS countries have entered into agreements to facilitate the cross-border movement of goods and peoples in the GMS. GMS trade and investment have benefited from these initiatives and have contributed to the opening of the GMS economies. The People's Republic of China, as well as Cambodia's accession to the World Trade Organization are expected to bring unprecedented opportunities for further expanding trade in the region. As the GMS countries become gradually integrated into the regional and global trading environments, they have recognized the need to fast track improvements in trade, initially applying improved trade measures among countries in the subregion as well as other trading partners. The growing openness of the GMS economies is creating opportunities for enterprise in the Greater Mekong to become part of larger regional production networks. These region-wide production networks are generally on the rise in Southeast Asia from advantages of locating in the region and integrating with ASEAN through the ASEAN Free Trade Area and the ASEAN Investment Area or AIA. In the GMS, small and medium enterprises (SMEs), the basic production units, could benefit from these developments if they are made more competitive. Efforts to develop SMEs through an enabling policy environment, access to credit and long-term finance, and training in product development and marketing assistance are essential to helping SMEs participate in global production networks, thus expanding production capacities and trade. Flagship Objectives The flagship program on facilitating cross-border trade and investment aims to: (i) promote the competitiveness of the subregion by facilitating cross-border trade and investment in the GMS, (ii) implement measures to facilitate trade, initially focusing on customs procedures, followed by the upgrading of standards framework, the development of trade finance, integration of freight forwarding and the introduction of electronic data interchange (EDI), (iii) overcome existing inadequacies in information on trade and investment to stimulate business expansion in GMS border areas, and (iv) support small and medium enterprises and make them competitive in global markets. These objectives are closely linked with those of enhancing private sector participation and competitiveness. Flagship Initiative FACILITATING CROSS-BORDER TRADE AND INVESTMENT 2 2 Key Components and Priorities The Program has the following key components: i) Development and maintenance of a cross-border trade and investment information system; ii) Development of products and services to support SMEs; iii) Trade and customs facilitation, initially focusing on single-stop and single- window inspection and expanding to modern border management systems; iv) Standards framework upgrading; v) Facilitation of cross-border movement of goods and peoples in the GMS vi) Development and integration of freight forwarding; vii) Industrial development; viii) Coordination of policies and regulation on trade-related financial and insurance services; ix) Development of market information networks to facilitate trade linkages (including market access mechanisms, export promotion programs, access to international trading companies); and x) Development of e-commerce systems to improve the integration of the trade transaction process (between sellers, shippers, bankers and purchasers). The component on cross-border trade and investment information aims to develop and maintain cross-border trade data and information, and make them accessible to private business in a timely and useful manner. The trade information data base will be developed in parallel with the implementation of Single-Stop Customs Inspection (SSCI) at the eight border pilot sites in the GMS. Training and capacity building will be provided to border area public sector personnel and a consultation mechanism developed with the private sector in order to ensure responsiveness of the data base to private sector requirements (exporter, freight forwarder, banker). Products and services to support SMEs include guides for business planning and development, organization of trade and investment missions, market encounters to promote matching of business opportunities, assistance in formulating business development plans, and building networks with multinational enterprises. Subregional cooperation will entail establishing mechanisms by which SMEs can access these products and services to expand or generate new production capacities. Networking among SMEs, especially those located in contiguous areas, as well as with multinational companies, is crucial in enabling these enterprises to enter into subcontracting arrangements, especially geared towards the export market. Consistent with the holistic approach of the 10-Year Strategy Framework, trade facilitation will focus on complementing efforts to reduce nonphysical barriers to trade. The Third Trade Facilitation Working Group Meeting, held on December 2 and 3, 2003 in Manila, agreed on the following stages of trade facilitation: (i) modern border management systems (i.e. single-stop and single window), customs transit transport regimes, multimodal transport operations and improving the proficiency of exporters; (ii) the development of supportive structures for GMS exporters to meet international Flagship Initiative FACILITATING CROSS-BORDER TRADE AND INVESTMENT 3 3 purchase orders (which includes the development of a quality standards compliance program, trade finance and insurance schemes); (iii) the development of market information networks to facilitate trade linkages (including market access mechanisms, export promotion programs, access to international trading companies); and (iv) the development of e-commerce systems to improve the integration of the trade transaction process (between sellers, shippers, bankers and purchasers). The first phase of cooperation in trade facilitation covers modern border management systems, i.e. single-stop and single window customs inspection, the harmonization of cross-border customs procedures, the development of legal mechanisms to facilitate the implementation of common control areas at the initially at the cross-border pilot areas of Mukdahan in Thailand and Savannakhet in Lao PDR, Dan Savanh in Lao PDR, and Lao Bao in Viet Nam, Poipet in Cambodia and Aranyaprathet in Thailand, and Moc Bai in Cambodia and Bavet in Viet Nam. Pilot sites are strategically located along the economic corridors. The Framework Agreement to Facilitate the Cross Border Movement of Goods and Peoples in the GMS has been signed and ratified by all GMS countries (Cambodia, the PRC, the Lao PDR, Myanmar, Thailand, Vietnam). The purpose of the Agreement is to promote regional trade and transport in the GMS by reducing the friction in crossborder transport by road. The Agreement has the objectives of: (i) facilitating crossborder transport of goods and people; (ii) simplifying and harmonizing institutional procedures relating to cross-border transport; and (iii) promoting multimodal transport. ADB has developed in the Agreement a general set of principles and procedures for inspection formalities (Part II and Annex 4) and for entry and exit of people (Part III and Annex 5 with Protocol 1), goods (Part IV and Annexes 1, 3 and 6) and vehicles (Part V and Annex 2, 7 and 8). - Ten out of the 20 annexes and protocols that will provide the implementation arrangements for the GMS Agreement have been finalized, and Stage 1 annexes was signed in April 2004. The remaining annexes and protocols will be negotiated in 2004 and 2005. By the end of 2005, all the annexes and protocols are expected to have been finalized and signed. Full implementation of the Agreement and its annexes and protocols is expected by 2006/2007. Industrial promotion in the context of the GMS Program will focus on developing cross-border production facilities, especially those located along economic corridors. The area offers considerable potential for trade and tourism development, agricultural processing, and industrial development. Processing zones along the North-South Corridor covering the districts of Mae Sai, Chiang Saen, and Chang Kong in Thailand have initially been identified and will be the subject of feasibility studies. The Third Trade Facilitation Working Group Meeting (TFWG-3) agreed on the need to study the constraints in the supply chain of the trade logistics system in the GMS in order to develop a trade facilitation strategy for individual countries. A study planned for 2004 will review the constraints in the following areas: (i) market access and business linkages; (ii) access to trade finance for export production; (iii) trade documents and procedures; (iv) modern border management; (v) international freight forwarding development; (vi) intermodal integration. The GMS governments as well as the private sector have highlighted the critical role of the financial sector in promoting cross-border trade and investment. The need for a reliable payments system and harmonized banking Flagship Initiative FACILITATING CROSS-BORDER TRADE AND INVESTMENT 4 4 regulations, as well as streamlined trade documentation procedures are issues that have been raised by government officials in the TFWG-3. A study on these and other impediments to trade-finance is planned for 2004 to help identify the magnitude of the problem and the appropriate response through subregional cooperation. Sequencing Priorities Sequencing projects and activities implies their relative priority. In trade facilitation, two high priority activities are approval and implementation of the Framework Agreement on Cross-Border Facilitation targeted for 2005, and pilot-testing the concept of single-stop customs inspection, a requisite step before the scheme can be applied region-wide. Transparency of customs procedures crucial to customs operations could be implemented immediately after the pilot-tests, for region-wide application of customs facilitation measures to proceed effectively. As regards investment promotion, support services and systems for helping SMEs become more competitive are high priority. Activities listed for these three priorities in the development matrix are currently supported by ADB and the Mekong Project Development Fund Facility. Financing Seventeen projects and activities have been identified to support the seven components described above, of which 12 have estimated costs. It is not appropriate however, to add up these cost estimates since in a number of cases, several activities are closely linked and are funded under one project. Moreover, some of the projects listed are preparatory in nature and do not reflect the cost to implement full-scale activities. https://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=en&catid=7566c1b8e992461bb8fe2640f203de29&docid=e62cddf50c3c41b88c927819713303b1 Sat, 15 Mar 2008 16:37:19 GMT c8be051dfb6f43b4bab03d4ff478cf25 I dittatori non dovrebbero giocare con il nuclerare. Birmania accordo con la Russia per la costruzione di un reattore nucleare I dittatori non dovrebbero giocare con il nuclerare. Birmania accordo con la Russia per la costruzione Reattore nucleare in Birmania: preoccupazioni per la sicurezza e le prospettive della megalomania dei dittatori. Nessun provvedimento per la attuazione dell' ”accordo di salvaguardia” previsto secondo il Trattato di non Proliferazione Nucleare è stato preso dalla giunta militare birmana a seguito dell’annuncio formale di un progetto di costruzione di un reattore nucleare in Birmania. L’accordo è stato firmato dal Ministro per la scienza e la tecnologia U Thaung - Il reattore nucleare verrà costruito attraverso un accordo con la Russia, dalla società Atomstroyexport che si occuperà della costruzione del reattore in una zona del paese ancora tenuta segreta. L’accordo è stato siglato il 15 maggio 2007 e il centro comprenderà un reattore ad acqua leggera per la ricerca con la capacità di 10 Megawatts alimentato da uranio arricchito 235 al 20%. Apparentemente il reattore dovrebbe servire per ricerche mediche ed agricole . Nel corso degli ultimi 6 anni più di 1.000 scienziati e tecnici e personale militare sono stati formati in Russia. A seguito di un accordo sottoscritto tra i due governi nel 2002, la Russia avrebbe dovuto costruire un reattore nucleare in Birmania, ma successivamente a causa della assenza di fondi il progetto si era fermato. Mosca aveva informato l’AIEA nel 2003 del programma di formazione in tecnologie nucleari che avrebbe riguardato ogni anno 300 cittadini birmani. Secondo i funzionari russi la costruzione del reattore dovrebbe avvenire sotto la supervisione dell’AIEA. Ma purtroppo l’agenzia atomica ha ripetutamente sottolineato il proprio stupore poiché la Birmana avrebbe dovuto informare preventivamente l’Agenzia, secondo le regole di salvaguardia. Sottoscritte dalla Birmania molti anni fa. In un articolo sull’Asia Times[1], Larry Jagan riporta che le motivazioni addotte dalla giunta per la costruzione di un reattore nucleare hanno vacillato sin da subito. A Gennaio 2002 il Ministro degli esteri Wing Aung ha dichiarato ad un diplomatico occidentale che la Birmania è impegnata a sviluppare un reattore nucleare per scopi medici con la possibilità di generare energia nucleare ed aveva dichiarato che nonostante non fosse stato ancora siglato alcun accordo in tal senso, ricerche iniziali erano state intraprese. A settembre 2001 il Ministro degli esteri aveva comunicato all’AIEA i propri piani ed aveva richiesto il sostegno della agenzia. Due mesi dopo un team ispettivo dell’AIEA si era recato in Birmania per valutare il grado di preparazione del paese nell’utilizzo e nel mantenimento in sicurezza del reattore. il Team concluse che gli standard di sicurezza in essere erano ben al di sotto dei livelli minimi che si ritengono sufficienti. Allo stesso tempo la Birmania non aveva dato risposte al rapporto AIEA e i funzionari di Vienna avevano conseguentemente espresso il timore che la Birmania stesse pianificando le proprie ambizioni nucleare senza i necessari provvedimenti di sicurezza. Tali timori dovrebbero includere i rischi di danni ambientali o di proliferazione a causa di furti o rimozione del fluido nucleare , per la assenza di adeguate misure di sicurezza. In seguito la giunta militare aveva sviluppato intensi contatti con il Pakistan e diffuse voci hanno confermato che due scienziati nucleari pakistani accusati di proliferazione nucleare erano stati accolti in Birmania nel 2003. la Birmania ha poi rafforzato anche i rapporti con la Corea del Nord con cui ad aprile 2007 ha ristabilito rapporti ufficiali. Da questo paese sono arrivate molte navi con spedizioni sospette nel corso degli ultimi 6 mesi. Sempre Larry Jagan riporta che lo scorso anno tali spedizioni hanno irritato la Cina poiché ne Pyonyang ne Rangoon avevano informato il governo cinese della loro rafforzata cooperazione militare .le autorità cinesi sono convinte che la Birmania ha ricevuto attrezzature militari compresi missili dalla Corea del Nord, ma a quanto sembra non materiali nucleari. L’ultima spedizione militare di maggio è stata scaricata nei porti birmani sotto misure di sicurezza estremamente restrittive. A quanto pare inoltre tale decisione non è stata commentata dall’ASEAN i cui Commisari dell’ASEAN Nucleare weapon Free zone avrebbero dovuto monitorare attentamente gli sviluppo sul nucleare in questa parte del mondo per assicurare ai paesi membri che non si stiano fabbricando o utilizzando armi atomiche . l’art. 11 del tratato obbliga le parti firmatarie di riferire ogni evento significativo in tal senso ma non vi sono dati sulla informazione da parte delle autorità birmane prima delle dichiarazioni del partner russo Atomstroyexport[2]. Secondo il sito Wise Uranium.org, la giunta militare sta procedendo alla esplorazione di quattro siti in Birmania negli stati Shan e Chin, ed ha scoperto 5 depositi di uranio in varie zone della Birmania centrale e del nord. la cosa non promette certo bene per un possibile futuro democratico. Cecilia Brighi [1] Asia Times 24 maggio 2007 Myanmar drops a nuclear “bombshell” Radio Singapore International July 2 2007-07-09 .. Economist.com Myanmar and the nuclear club.Do you want to be in my gang? May 16th 2007 [2] David Full Brook 27 maggio 2007 Opinion Asia 2008-03-23T02:31:03.1700000+01:00 https://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=en&catid=7566c1b8e992461bb8fe2640f203de29&docid=c8be051dfb6f43b4bab03d4ff478cf25 Sun, 23 Mar 2008 01:31:03 GMT d5f62e798d1a4bd1b90d16dc8435ae86 Il Vicepresidente cinese Xi visita la Birmania e conclude una serie di accordi Mizzima – Il Presidente cinese Xi Jinping ha concluso la sua visita birmana questa domenica avendo assicurato parecchi progetti in materia di commercio, finanza, le pipeline di petrolio e gas e la stabilità lungo il confine comune. Secondo il giornale di stato New Light of Myanmar, Xi e la sua controparte birmana il Generale Maung Aye hanno assistito alla firma di 16 Memorandum of Understanding, compresi cinque accordi sullo sviluppo dei commerci, dell’economia, delle infrastrutture, sulla cooperazione tecnologica e sull’acquisto di macchinari; sette accordi in materia finanziaria, tre accordi di energia idro-eletrica e un accord in material energetica. 2009-12-22T00:15:58.0900000+01:00 Tra gli accordi, c’è un’intesa che concede alla China National Petroleum Corporation (CNPC) i diritti esclusivi di costruire e rendere operativa l’oleodotto tra i due Paesi. L’accordo dà alla controllata della CNPC, la Southeast Crude Oil Pipeline Company, la garanzia politica per procedure con il progetto. Secondo il comunicato stampa della CNPC – rilasciato questo lunedì – l’accordo siglato in presenza del Vice Presidente Xi Jinping e il Vice Presidente birmano Generale Maung Aye, permetterà alla controllata del CNPC di godere dell’abbattimento delle tasse, di infrastrutture e altre facilitazioni fiscali. “L’accordo stabilisce inoltre che la Birmania assicurerà alla società cinese la proprietà e i diritti esclusivi sulla pipeline e la garanzia della sua sicurezza” ha detto il comunicato postato sul sito della CNPC. La CNPC ha iniziato a costruire il porto che riceverà petrolio grezzo in Birmania già dal 31 ottobre come parte della pipeline di 771 km che punta a tagliare il lungo giro che molte navi cinesi devono fare nei congestionati stretti di Malacca. Infine, Xi ha anche riferito di aver ricevuto rassicurazione dal generale Than Shwe della stabilità lungo con i confini. La Birmania inizierà a lavorare con la Cina per preservare pace e stabilità lungo i confini. Queste le parole che sono state attribuite al Ministro degli Esteri cinese. Than Shwe ha aggiunto che un confine sicuro e stabile è estremamente importante per entrambi i Paesi. Than Shwe promesse arrivano alla fine di un conflitto armato tra le truppe del governo e i ribelli Kokang in Agosto nello Stato Shan. Il conflitto ha portato più di 30,000 rifugiati in Cina. Mentre gli scambi di visite di alto livello tra Cina e Birmania non sono molto comuni, la visita di Xi è considerata estremamente significativa perchè proprio Xi viene da molti visto come il probabile successore di Hu Jintao, nel 2012. “Scegliere la Birmania come uno dei quattro Paesi asiatici che sta visitando è significativo e vuol dire che la Cina considera la Birmania un alleato importante” ha dichiarato Bo Bo kyaw Nyien, un osservatore birmano basato in Thailandia. Ha aggiunto che la visita è una indicazione che la Cina e la Birmania non solo continueranno ma rafforzeranno i loro legami e lavoreranno per una strategia comune per il confine, che è la maggiore preoccupazione di Pechino. (Puoi leggere l'articolo in originale su Mizzima) (20 Dicembre 2009) https://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=en&catid=7566c1b8e992461bb8fe2640f203de29&docid=d5f62e798d1a4bd1b90d16dc8435ae86 Mon, 21 Dec 2009 23:15:58 GMT 27fe38f6ca3846aabec7f90f6e3d3497 Il settore delle telecomunicazioni attrarrà la gran parte degli investimenti diretti esteri. nell'anno fiscale 2014/15 gli investimenti raggiungeranno i 4 miliardi di $ 2014-03-20T09:47:36.2330000+01:00 Nell’anno fiscale 2014/2015 sarà il settore delle telecomunicazioni ad attrarre il maggior numero degli investimenti esteri. Lo ha dichiarato U Aung Naing Oo, direttore generale della Direzione dell’ Investment and Company Administration (DICA), che è parte del Ministero della Pianificazione e dello sviluppo economico. Gli IDE dovrebbero raggiungere nell’anno fiscale 2014/15 circa 4 miliardi di $ rispetto ai 3.5 miliardi di $ del precedente anno fiscale, e il settore industriale farà la parte del leone con una quota pari a 1.7miliardi di $. Gli investimenti esteri stanno aumentando in modo considerevole. Nel 2001/12 avevano raggiunto solo i 300 milioni di $ e nel 2012/13 sono arrivati a 1.419 miliardi di $. Gli investimenti esteri nel settore delle telecomunicazioni sorpasseranno quelli del settore industriale. “le imprese straniere stanno negoziando il sostegno agli operatori delle comunicazioni birmano. Questo include aziende americane, di Singapore e giapponesi. L’Ericsson è una di loro” ha dichiarato U Aung Naing Oo. https://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=en&catid=7566c1b8e992461bb8fe2640f203de29&docid=27fe38f6ca3846aabec7f90f6e3d3497 Thu, 20 Mar 2014 08:47:36 GMT 465fbf7145744a6495ecb6079f87f25a l’UE sta lavorando per valorizzare i legami economico commerciali con la Birmania Secondo i dati ufficiali gli investimenti europei in Birmania da parte di Gran Bretagna, Francia, Olanda, Austria, Germania, Danimarca, Cipro e Lussemburgo ha toccato i 3.966 miliardi di dollari alla fine del 2013 2014-04-01T18:51:40.4600000+02:00 La Birmania e l’Unione Europea stanno lavorando per il rafforzamento dei rapporti economici, compresa la promozione del commercio e degli investimenti. Il commissario europeo per il commercio Karel De Gucht, recentemente ha visitato per la prima volta la Birmania ha avviato il dialogo con il Presidente U Thein Sein sull’aumento delle esportazioni verso l’UE, e sulla promozione dei legami commerciali e lo sviluppo socio-economico. I due leader hanno anche discusso della firma di un accordo commerciale e l’offerta di assistenza tecnica alla Birmania per l’aumento delle sue esportazioni secondo gli standard europei e incoraggiando un numero maggiore di imprenditori ad investire nel paese del sudest asiatico. Karel ha concordato con il ministro birmano per la pianificazione nazionale e lo sviluppo economico Dr. Kan Zaw di negoziare un accordo per la tutela degli investimenti tra la UE e la Birmania. Il vociferato impegno a lavorare congiuntamente verso un accordo per la protezione degli investimenti favorevole ad entrambi che dovrebbe migliorare la tutela degli investitori di entrambe le parti e attrarre investimenti verso la Birmania e la UE assicurando un trattamento corretto e su basi eque con gli altri investitori. La UE, secondo una dichiarazione, ha espresso la sua disponibilità a continuare il sostegno alla Birmania, sia come partner commerciale che per lo sviluppo e sperando di seguitare a lavorare con le autorità birmane e il settore privato per il rafforzamento delle relazioni commerciali. La UE ha avviato inoltre il processo di selezione delle proposte per la costituzione di una Camera di Commercio Europea i Birmania che sosterrà la attività di sensibilizzazione degli imprenditori europei nel paese. Nel 2013 il commercio bilaterale in merci con la Birmania ha raggiunto i 569 milioni di euro rispetto ai 403 milioni del 2012. Un aumento del 41%. Le esportazioni birmane verso l’Europa è aumentata del 35% nel 2013 a 223 milioni di Euro rapportati ai 165 milioni del 2012. Il commercio europeo e nel settore privato verso la Birmania è di 15 milioni di euro. Con il reinserimento delle preferenze commerciali, a giugno del 2013, le imprese birmane ora hanno un accesso ai mercati europei con oltre 500 milioni di consumatori, duty-free e quota-free per tutti i prodotti ad eccezione di armi e munizioni. Il reinserimento dell’iniziativa Tutto tranne le armi (EBA) prevista dal Sistema di Preferenze Generalizzate è è stata decisa in risposta al processo di riforme politiche ed economiche avviate nel 2011 e in particolare a fronte dei progressi nei diritti del lavoro e ha fatto seguito alla decisione del 2012 da parte della Conferenza dell’ILO di sospendere la risoluzione restrittiva sulla Birmania. L’UE ha fornito assistenza allo sviluppo alla Birmania dal 1996 con oltre 400 milioni di $. A seguito delle aperture politiche del paese, la commissione ha annunciato un pacchetto di sostegni di 200 milioni di dollari per l’anno fiscale 2012/2013 da utilizzare nei settori della istruzione, salute e condizioni di vita. Secondo i dati ufficiali gli investimenti europei in Birmania da parte di Gran Bretagna, Francia, Olanda, Austria, Germania, Danimarca, Cipro e Lussemburgo ha toccato i 3.966 miliardi di dollari alla fine del 2013, mentre il commercio con i maggiori partner commerciali europei come Gran Bretagna e Germania ha toccato i 135,64 milioni di dollari nei primi tre quarti del 2013/14. Inoltre la UE sta cercando di rafforzare la collaborazione con la Birmania nel processo di riforme per costruire una partnership robusta e per aumentare l’impegno verso le riforme del paese. https://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=en&catid=7566c1b8e992461bb8fe2640f203de29&docid=465fbf7145744a6495ecb6079f87f25a Tue, 01 Apr 2014 16:51:40 GMT 7728145ddf334256a03e34d7582b9e0a L’Unione Europea e la Birmania negozieranno un accordo per la tutela degli investimenti 2014-04-30T15:55:44.0970000+02:00 Con la sospensione delle sanzioni, da parte della UE, grazie ai progressi nella attuazione delle norme internazionali ILO sul lavoro forzato e le libertà fondamentali e al lancio delle riforme politiche,la UE apre un negoziato per un accordo sugli investimenti e commercio. Sarà fondamentale che tale accordo definisca chiaramente impegni e procedure di monitoraggio per lo sviluppo sostenibile e la promozione di una condotta responsabile delle imprese, in linea con i principi e le linee guida riconosciuti a livello internazionale." L’Unione Europea e la Birmania negozieranno un accordo per la tutela degli investimenti Comunicato Stampa Dopo la reintroduzione nel luglio 2013, del Sistema di Preferenze commerciali da parte della UE nei confronti della Birmania/Myanmar, il Commissario Europeo Karel De Gucht ha lanciato oggi a Napyitaw i negoziati per la definizione di un accordo sulla protezione degli investimenti tra l’Unione Europea e Myanmar/Birmania con il Ministro della Programmazione Economica e dello Sviluppo della Birmania Dr. Kan Zaw. Gli stati membri della EU hanno dato semaforo verde al mandato negoziale all’inizio della settimana il 18 ottobre a Bruxelles. L’accordo sugli investimenti migliorerà la protezione ed il trattamento equo degli investitori da entrambe le parti e quindi contribuirà alla attrazione degli investimenti verso Myanmar/Birmania e la UE. "Questo accordo sugli investimenti potrebbe funzionare da importante acceleratore per il processo di riforma in Myanmar/Birmania” ha dichiarato il Commissario al Commercio De Gucht. “L’esperienza mostra che il miglioramento delle certezze legali e della predittibilità degli investimenti è un elemento chiave per fornire opportunità di investimento e del tanto necessario sviluppo per questa economia in crescita. Io spero che noi potremo concludere velocemente i negoziati per aprire la porta ad un maggiore flusso di investimenti positivi per entrambi. L’ UE appoggia pienamente il processo di riforme ed è pronta ad ulteriori sostegni in questa direzione. Attualmente, non vi è alcun trattato bilaterale sugli investimenti tra la Birmania/Myanmar e gli stati membri della EU. Un accordo sulla tutela degli investimenti tra l’ UE e la Birmania/Myanmar offrirebbe agli investitori le garanzie chiave nei loro rapporti con la Birmania come: Tutela contro ogni discriminazione; Tutela contro gli espropri senza compensazione; Tutela contro trattamenti scorretti e diseguali; Tutela della possibilità di trasferire capitali. Questi provvedimenti forniscono garanzie alle imprese che i loro investimenti saranno trattati correttamente e su basi eguali agli altri investitori. La creazione della certezza legale e della predittività per le imprese contribuirà ad attrarre e mantenere gli investimenti diretti esteri (IDE) per sostenere lo sviluppo della Birmania/Myanmar. L’accordo potrebbe avere un impatto positivo a lungo termine sul processo di riforma in Birmania/Myanmar poiché sarebbe coerente con alcuni cambiamenti legislativi in atto, come le leggi sulle fusioni d’investimenti esteri e interni. Allo stesso tempo l’accordo sugli investimenti non interferirà con il diritto dello stato di regolare per il raggiungimento degli obiettivi di politica pubblica e di lavorare per lo sviluppo del paese e della sua gente, poiché assicurerà un equilibrio tra il diritto di regolare e di raggiungere obiettivi legittimi di politica pubblica e il bisogno di tutelare gli investitori. L’accordo offrirà inoltre una opportunità per la UE e la Birmania/Myanmar di continuare a sostenere i loro forti impegni per lo sviluppo sostenibile e la promozione di una condotta responsabile delle imprese in linea con i principi e le linee guida riconosciuti a livello internazionale. Relazioni commerciali e di investimento tra UE e EU-Myanmar In risposta al processo di riforme politiche ed economiche iniziate nel 2011 e dopo la decisione del giugno 2012 da parte della Conferenza internazionale dell’Organizzazione Internazionale del lavoro (ILO) di sospendere la risoluzione restrittiva sulla Birmania/Myanmar la UE ha reintrodotto lo Schema di Preferenze Generalizzate e le preferenze tariffarie il 19 luglio 2013 con una applicazione retroattiva a partire dal 13 giugno 2012. La UE aveva temporaneamente sospeso tali preferenze a partire dal 1997 a causa delle violazioni dei principi della Convenzione ILO sul lavoro forzato. In seguito a ciò nel 2013 l’interscambio commerciale in merci con la Birmania/Myanmar era pari a €569 milioni un aumento del 41% rispetto al 2012 (€403 milioni). Le esportazioni della Birmania/Myanmar verso la UE sono aumentate del 35% nel 2013 fino a €223 milioni (rispetto ai €165 milioni del 2012). Mentre in passato, le esportazioni si limitavano all’abbigliamento (66,9%), prodotti della pesca (8%), riso (4,4%) e cereali (4.3%), le esportazioni della Birmania nel 2013 hanno visto la quota dell’abbigliamento ridursi al 58,2% ed un aumento delle esportazioni di pietre preziose (11,7%) e prodotti del legname (7,8%). Le esportazioni UE verso il paese sono aumentate del 45% nel 2013 ed hanno raggiunto quota €346 milioni (paragonati ai €239 milioni del 2012). Le esportazioni chiave della UE sono state aerei, prodotti farmaceutici, macchinari elettrici e attrezzature. Gli investimenti UE in Birmania /Myanmar sono stati limitati, fino ad oggi, a causa delle precedenti sanzioni Europee. Secondo i dati ufficiali della Birmania/Myanmar gli investimenti esistenti totali della UE ammontavano nel 2013 a circa 3.1 miliardi di USD (9% dei FDI della Birmania/Myanmar) Per ulteriori informazioni Joint communiqué on the launch of EU-Myanmar investment relations Rapporti commerciali tra UE e Myanmar/Birmania http://ec.europa.eu/trade/policy/countries-and-regions/countries/myanmar/ Press Release (IP/13/695): EU re-opens its market to Myanmar/Burma, 18 July 2013 Press Release (IP/14/271): EU Trade Commissioner De Gucht travels to South East Asia to boost trade ties with Vietnam, Cambodia and Myanmar, 14 March 2014 Sulle politiche degli investimenti UE /Myanmar http://ec.europa.eu/trade/policy/accessing-markets/investment/ https://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=en&catid=7566c1b8e992461bb8fe2640f203de29&docid=7728145ddf334256a03e34d7582b9e0a Wed, 30 Apr 2014 13:55:44 GMT b62cfaa203144e9190ce34044edfcb68 investimenti cinesi nei settori del gas, minerario e petrolifero. gravi preoccupazioni sociali e ambientali 2008-10-03T12:08:00.7330000+02:00 Gravi preoccupazioni sociali e ambientali per gli investimenti cinesi nel settore energetico e minerario La Birmania ha attratto 69 imprese cinesi nei settori minerario e energetico, sollevando problemi ambientali e di sicurezza per le popolazioni locali ha dichiarato Earth Rights International. Secondo uno studio condotto da questa organizzazione ci sono oggi 69 imprese cinesi coinvolte nei settori idroelettrico, del gas e del petrolio e nel settore minerario. Questo aumento è più del doppio rispetto alle 26 imprese di cui si aveva notizia nel 2007. Le imprese cinesi hanno investito in 90 progetti completati o in corso. Il rapporto si basa su dichiarazioni governative, su rapporti in lingua inglese e cinese e su comunicati stampa delle imprese. Mentre la maggior parte delle multinazionali americane ed europee hanno evitato di investire in Birmania, che è sottoposta a sanzioni economiche, le multinazionali asiatiche come India, Thailandia, Corea, Singapore, e Cina sono tra i paesi con i maggiori investimenti nel settore idroelettrico, del petrolio e del gas naturale e nei settori minerari. Gli investimenti nel settore del petrolio e del gas è più che triplicato tra il 2006 e il 2007 raggiungendo 474.3 milioni di dollari e rappresenta circa il 90 % di tutti gli investimenti diretti esteri del 2007. Gli investimenti nel settore energetico forniscono miliardi di dollari in sostegno finanziario alla giunta che alloca oltre il 40% del suo bilancio alle spese militari. Secondo Ka Hsaw Wa direttore esecutivo di ERI, è difficile raccogliere informazioni sulla situazione locale a causa della repressione. Ad esempio il progetto più grosso come la diga di Tasang di 7.100 Megawatt sul fiume Salwin è estremamente controverso poiché non ha effettuato una valutazione di impatto ambientale sulla base dei criteri accettati internazionalmente. La diga verrà costruita nello stato Kareno e si prevede lo spostamento forzato di migliaia di persone di questa etnia, già sottoposta da anni a una violenta repressione. Almeno 16 imprese cinesi multinazionali comprese le tre maggiori imprese del settore del gas e petrolifero come la Sinopec, la China National Petroleoum Corporation e la China Offshore OIL corporation hanno fatto investimenti in 21 progetti onshore e offshore in Birmania. https://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=en&catid=7566c1b8e992461bb8fe2640f203de29&docid=b62cfaa203144e9190ce34044edfcb68 Fri, 03 Oct 2008 10:08:00 GMT e26611047cfa44508323771e3ab541eb Impresa australiana di moda si ritira dalla Birmania - Articolo di Francis Wade Democratic Voice of Burma – Una delle catene di moda australiane di punta ha confermato che interromperà l'acquisto di prodotti dalla Birmania, dopo che è stato fatto il suo nome durante una Campagna contro le imprese australiane che hanno legami economici con il Paese asiatico. In una lettera a Burma Campaign Australia (BCA), il Segretario dello Speciality Fashion Group, Howard Herman, ha citato “la continua repressione del popolo birmano e la persistente presenza del regime militare” come la causa dell'interruzione delle relazioni economiche. 2009-10-12T23:45:08.5830000+02:00 “La violazione da parte della Birmania del Codice sui Diritti Umani e Sociali del Gruppo significa che noi non possiamo più avere rapporti con alcuna compagnia che commercia in Birmania” ha detto. L’ultimo mese la BCA ha lanciato una campagna “Niente più accordi con la Birmania”, per cui un marchio appartenente allo Speciality Fashion Groups - Miller - era stato legato a prodotti di origine birmana. Secondo la BCA, la catena incassa dalle sole vendite più di 500 milioni di dollari australiani. Zetty Blake, portavoce della BCA, ha accolto con favore il passo indietro da parte della catena e ha chiesto con urgenza che anche altre società seguano l’esempio. “Le imprese australiane con interessi economici in Birmania aiutano a finanziare uno delle dittature militari più brutali al mondo che viola sistematicamente i diritti umani” ha dichiarato. “Le imprese in Australia devono mettere le persone davanti ai profitti e fare la cosa giusta per il popolo birmano e ritirarsi”. Gli attivisti australiani il mese scorso hanno puntato il dito contro la compagnia aerea Jetstar che ha quattro voli a settimana per la Birmania. Jetstar ha reagito dicendo che i soldi generati dai suoi voli servono per il mantenimento dell’aeroporto di Rangoon, e che il taglio delle relazioni economiche colpirebbe solamente il popolo birmano. Secondo la BCA, le società australiane “starebbero passando alla dittatura birmana l’equivalente di 2.8 miliardi di dollari americani”. Due altre società australiane, Downer EDI e QBE, hanno recentemente fermato operazioni secondarie in Birmania. (Puoi leggere l'articolo in originale su Democratic Voice of Burma) (12 Ottobre 2009) https://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=en&catid=7566c1b8e992461bb8fe2640f203de29&docid=e26611047cfa44508323771e3ab541eb Mon, 12 Oct 2009 21:45:08 GMT 5f7d1dee498d439298c02f34ddd2b456 IMPORTANTE - Ecco le imprese italiane che importano ed esportano ancora con la Birmania Ecco la lista delle imprese resa nota dalla CISL. Imprese che hanno esportato ed importato dalla Birmania negli anni 2008 e 2009. La Cisl chiede al governo di porre in atto tutte le necessarie verifiche perchè le sanzioni europee vengano pienamente rispettate e chiede alle imprese, anche quelle dei settori non inclusi nella Posizione Comune UE, di fare un passo indietro e di non fare affari in Birmania, fino a quando non vi saranno profondi cambiamenti ed una vera transizione verso la democrazia. La CISL chiede che queste imprese interrompano i loro affari che contribuiscono solo a mantenere al potere la giunta militare. Puoi trovare la lista completa delle imprese che ancora importano ed esportano con la Birmania (e relativo importo fatturazioni) nei seguenti file allegati: Lista delle imprese italiane che esportano in Birmania (2008). Lista delle imprese italiane che esportano in Birmania (2009). Lista delle imprese italiane che importano dalla Birmania (Marzo 2008 - 2009).Puoi infine trovare un documento di sintesi di poche pagine con tutte le imprese italiane che hanno fatto affari con la Birmania negli ultimi due anni. 2010-11-17T17:51:06.2400000+01:00 https://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=en&catid=7566c1b8e992461bb8fe2640f203de29&docid=5f7d1dee498d439298c02f34ddd2b456 Wed, 17 Nov 2010 16:51:06 GMT 3a2dd7a8269e45b69f464c423ccce340 IMPORTANTE - Lista imprese che esportano in Birmania - 2008 e 2009 Alleghiamo alcuni documenti rilevanti presentati dalla CISL in data 26 maggio 2009. Si tratta de: La lista delle imprese italiane che esportano in Birmania per l'anno 2008. La lista delle imprese italiane che esportano in Birmania per l'anno 2009. La lista delle aziende che hanno importato dalla Birmania dal marzo del 2008 ad oggi. 2009-05-26T23:01:02.1930000+02:00 https://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=en&catid=7566c1b8e992461bb8fe2640f203de29&docid=3a2dd7a8269e45b69f464c423ccce340 Tue, 26 May 2009 21:01:02 GMT 6c9baf0b962c42c88f6872b214264712 La fine delle sanzioni dipenderà solo la fine delle sanzioni economiche occidentali dipende dal grado di progresso politico e dei diritti umani del quasi governo civile paese C'è stato qualche progresso nel corso dell'ultimo anno, ma non ancora abbastanza," ha detto. "Una questione cruciale è lo stato di diritto, senza il quale non possiamo fare progressi su questioni quali i diritti umani, la liberazione dei prigionieri politici, gli sforzi per una pace interna o lo sviluppo 2011-11-14T18:25:51.5230000+01:00 https://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=en&catid=7566c1b8e992461bb8fe2640f203de29&docid=6c9baf0b962c42c88f6872b214264712 Mon, 14 Nov 2011 17:25:51 GMT 7710065ee2e2459690b759c91a748506 La Cina diventa il secondo partner commerciale della Birmania, dopo la Thailandia La Cina diventa il secondo partner commerciale della Birmania, dopo la Thailandia L’interscambio tra Cina e Birmania è aumentato del 38% nei primi nove mesi del 2007. le importazioni dalla Cina verso la Birmania sono state di 1.43 miliardi di $ secondo l’agenzia ufficiale Xinhua, mentre le importazioni di prodotti birmani arriva a 220 milioni di $. Gli analisti notano che per la prima volta la Cina sembra riconoscere che importa ancora legname dalla Birmania nonostante il divieto tra la frontiera e la provincia dello Yunnan. “ le esportazioni verso la Birmania riguardano prodotti ad alto valore aggiunto prevalentemente del settore tessile, prodotti del settore siderurgico e di petrolio raffinato. Mentre le importazioni sono di prodotti primari come legname grezzo, legname lavorato, gomma naturale canna da zucchero” ha dichiarato Xinhua affermando anche che le imprese di engineering cinesi hanno giocato un ruolo positivo nello sviluppo economico birmano. La Thailandia rimane il primo partner commerciale grazie all’acquisto di gas birmano. La Cina invece ha soppiantato Singapore che rimane con un interscambio commerciale pari a 1.21 miliardi di dollari. 2008-03-22T16:39:08.8270000+01:00 https://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=en&catid=7566c1b8e992461bb8fe2640f203de29&docid=7710065ee2e2459690b759c91a748506 Sat, 22 Mar 2008 15:39:08 GMT 1a2a3944f3bf433499e1442fa7c77d73 la carenza di manodopera nella Zona Economica Speciale di Tilawa è una delle maggiori preoccupazioni degli investitori giapponesi al completamento della costruzione della nuova Zona Economica specialeverrebbero promossi oltre 1.000 posti di lavoro 2014-03-20T09:44:28.3000000+01:00 Secondo un alto funzionario della Japan External Trade Organization, gli investitori giapponesi sono preoccupati per la carenza di manodopera nella Zona Economica Speciale di Thilawa. Lo ha dichiarato nel corso di un forum per la promozione degli investimenti nella Zona Economica speciale, tenutosi il 18 marzo all’ hotel Sedona. Circa 1.000 posti di lavoro verrebbero creati al completamento della Zona Economica, ma gli imprenditori sono preoccupati dalla carenza di manodopera, ha dichiarato Masaki Takahara, il direttore esecutivo dell’ufficio dei Rangoon della Jetro. Il presidente della Myanmar-Japan Thilawa Development Company, Mr Takashi Yani ha aggiunto che il problema della carenza di manodopera, è oltre alla assenza di infrastrutture e alla carenza di energia e acqua, rappresenta la maggiore preoccupazione dei potenziali investitori nella zona industriale. “dovremmo avviare un negoziato col governo nel caso in cui incontrassimo questo problema” ha dichiarato Yani. In una conferenza stampa al termine del forum, Takahara ha dichiarato che 100 imprese giapponesi sarebbero interessate ad investire nella ZES, soprattutto nei settori della trasformazione alimentare e dell’auto. I potenziali investitori hanno effettuato una visita alla Zona Economica Speciale e al porto di Thilawa prima di partecipare al forum. https://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=en&catid=7566c1b8e992461bb8fe2640f203de29&docid=1a2a3944f3bf433499e1442fa7c77d73 Thu, 20 Mar 2014 08:44:28 GMT 287848e4b15949b3963ff72daa303c22 La maledizione dei rubini insanguinati: Lavoro minorile, lavoro forzato, stupri, deportazioni di massa: viaggio nel brutale mondo del commercio delle pietre preziose in Birmania Articolo di Dan MacDougall - Sono le pietre preziose dal più alto costo per carato sulla terra e la Birmania ne è riccamente dotata. Il commercio di rubini birmani è vietato ma, come ha scoperto un’indagine di Live, la corrotta giunta militare del paese si arricchisce costringendo il popolo a lavorare nell’estrazione delle pietre preziose in condizioni di schiavitù. Un business in pieno boom. Improvvisamente, nei pressi di un’ansa del fiume notiamo appena in lontananza il chiarore appena percepibile di decine di lampade al kerosene. Sullo sfondo del cielo notturno percepiamo le ombre di uomini, donne e bambini che in silenzio scavano la roccia smossa a mani nude o tutt’al più con utensili metallici spuntati. Accovacciati lungo la banchina rocciosa corrono rischi incalcolabili, rimediando nel pericolo appena qualche briciola sottratta al banchetto della giunta militare. È a tutti gli effetti una missione suicida, ma è come se negli occhi degli abitanti di questi villaggi rilucesse il fuoco nascosto sotto quelle pietre scure dall’aspetto sinistro: perlustrano la terra alla ricerca dei rubini. Noti per la pronunciata fluorescenza, i rubini birmani – le pietre preziose dal più alto costo per carato sulla terra – sono ricercatissimi in tutto il mondo per il loro splendore, la qualità e soprattutto per il particolarissimo e intenso tono di rosso definito “sangue di piccione”. Rubini così non esistono da nessun’altra parte al mondo. Nell’arco dell’ultimo decennio le campagne di Amnesty International e di Global Witness, oltre alle interpretazioni in famosi film hollywoodiani di stelle quali Leonardo DiCaprio e Nicolas Cage, hanno portato alla conoscenza del grande pubblico questi “diamanti insanguinati”, in pratica pietre preziose estratte da miniere localizzate in zone di conflitto e vendute nel segreto per finanziare insurrezioni o eserciti dei baroni della guerra. Si tratta tuttavia anche di pietre preziose estratte per finanziare regimi militari, un commercio che per il momento sembra essere sfuggito a un pari livello di attenzione internazionale. Secondo gli attivisti, questa omissione sarebbe particolarmente evidente in Birmania, paese in cui i rubini più famosi al mondo continuano ad essere estratti in condizioni di schiavitù. Quasi ogni pietra strappata al terreno non fa altro che contribuire a rafforzare la posizione della giunta militare al potere. Secondo il Dipartimento di Stato americano, l’estrazione dei rubini, al pari di quella della giada, non soltanto sostiene finanziariamente la giunta militare birmana, ma è anche al centro di innumerevoli quanto ben documentati crimini contro l’umanità, quali il lavoro forzato nelle miniere, lo stupro sistematico di donne e ragazze e la pulizia etnica nei confronti di quelle minoranze all’opposizione che vivono nei pressi delle fonti di questa ricchezza mineraria. Il mese scorso la pressione internazionale contro la Birmania si è rafforzata quando l’amministrazione di Barack Obama ha deciso di sostenere l’istituzione di una commissione delle Nazioni Unite incaricata di indagare su presunti crimini contro l’umanità e crimini di guerra commessi nel paese. La mossa del presidente Obama è arrivata nel momento in cui la giunta militare birmana annunciava che le prime elezioni libere nel paese da 20 anni a questa parte si sarebbero tenute il 7 novembre. Secondo i critici questa mossa verso la democrazia non costituisce null’altro che una farsa progettata per perpetuare il potere politico dei militari e ridurre al silenzio buona parte dell’opposizione, tra cui la leader pro-democratica Aung San Suu Kyi attualmente agli arresti domiciliari. Si è trattato dell’ultima di una serie di iniziative avviate dagli Stati Uniti al fine di esercitare una qualche pressione. Nel 2008 il Governo americano ha introdotto l’embargo contro l’importazione di rubini e di giada birmani negli Usa. Un’iniziativa simile è stata successivamente adottata dall’UE. E tuttavia, secondo i critici degli embarghi economici, la possibilità che le sanzioni occidentali contro il commercio di pietre preziose costringano i militari birmani a rinunciare al potere sono praticamente pari a zero. Come scoperto da Live, grazie ad una missione segreta in Birmania, il commercio di rubini ha in effetti raggiunto massimi storici; davanti agli occhi della comunità internazionale le pietre preziose vengono vendute nella capitale birmana Yangon nel corso di aste che permettono di raccogliere quella valuta forte così disperatamente necessaria all’establishment militare. Negli ultimi cinquant’anni le miniere sono state nazionalizzate a tutti gli effetti e oggi sono sotto il brutale controllo dei militari birmani. Lungo la strada che conduce alla città, l’impronta del governo militare è visibile ovunque, dai segnali stradali che ammoniscono i viaggiatori a non spingersi oltre, all’abbondanza delle pattuglie dell’esercito. “A Mogok ci sono rubini grandi come un pugno, ma addentrarsi nella valle è impossibile”, ci dice il nostro autista mentre si rifiuta decisamente di procedere. “Mogok è chiusa, signore. È chiusa da 10 anni”. La valle del Nampai: è da qui che parte la strada dei rubini. Sotto i nostri piedi scorre un’intricata rete di pozzi e gallerie che conducono ai rubini di maggior pregio mai scoperti dall’uomo. In questa valle strappare pietre preziose al terreno è un lavoro incredibilmente duro. Enormi bulldozer scavano in profondità nel terreno, ma anche oggi è la semplice manodopera che permette di raggiungere l’obiettivo. Il metodo più comune per raccogliere pietre preziose è quello delle miniere a cielo aperto. L’estrazione richiede cannoni ad acqua ad alta pressione, talvolta quattro che gettano acqua in contemporanea. L’acqua lava la sabbia che contiene le pietre preziose; la sabbia viene quindi pompata in pozzi circolari, dove il materiale pesante viene intrappolato in una serie di lunghi canali delimitati da chiuse dai quali i rubini vengono recuperati a mano. Il materiale più leggero viene lavato nella valle sottostante, dove i residui vengono ulteriormente selezionati sempre a mano. Raggiungiamo quindi a piedi un crinale nei pressi del pozzo minerario con la maggiore produttività di pietre preziose di Mogok, la miniera denominata Safari, la cui produzione sembra essere di circa 800 grammi (4000 carati) al giorno. Più avanti lungo la strada incontriamo una famiglia composta da sei persone, tra cui quattro bambini di meno di 14 anni. Con i volti macchiati di fango e di terra grigia ritornano da una piccola miniera ricavata artigianalmente ai margini della miniera principale. Dietro di loro, appaiono dai boschi uno dopo l’altro decine e decine di altri minatori che cercano di stare alla larga dalla strada evitando il nostro sguardo. “Alcuni soldati ci permettono di lottare per accaparrarci qualche brandello nelle miniere abbandonate”, dice Kywa, il padre che riporta i bambini a casa dalle miniere. “Ma la notte vengono a perquisire le nostre case e a intimidirci. Se abbiamo trovato qualche pietra più grande non possiamo far altro che consegnarla. Quelle pietre appartengono al governo. Nel villaggio vicino al nostro alcuni ragazzini un po’ più grandicelli e tutti i giovani sono stati portati via con la forza. Forse stanno lavorando nelle miniere più a valle. Ogni giorno le loro madri si accampano fuori dalle caserme dell’esercito chiedendo la restituzione dei loro figli”. E aggiunge: “non mi hanno mai messo in galera, ma ho lavorato in una delle miniere più grandi, di proprietà di un consorzio gestito dai militari, e le condizioni erano terribili. Lavori nell’acqua tutto il giorno bagnando il minerale e alla fine la pelle diventa grigia e comincia a staccarsi. L’acqua è sudicia e nella stagione delle piogge molti contraggono polmoniti o altre malattie terribili. Venivo pagato meno di cinque dollari al mese. Più a valle ci sono accampamenti dell’esercito in cui i prigionieri, tra cui numerosi bambini, lavorano per conto dei soldati nelle miniere più piccole – è per questo che hanno bisogno dei più giovani. Di quanto viene estratto nulla finisce al mercato nero, nulla. In passato c’era un qualche fugace commercio qui. Ogni tanto arrivavano alcuni turisti, ma ora la valle è chiusa. Non sappiamo che cosa nascondano nella valle, ma è probabile che non si tratti soltanto di rubini. Dalle miniere estraggono anche altri metalli, o così si dice”. Mentre attraversiamo il villaggio le voci che alludono all’estrazione del’uranio si moltiplicano. Il Ministro dell’Energia di Myanmar (Birmania) ha recentemente elencato cinque aree chiave del paese che presentano potenzialità di estrazione dell’uranio: due delle aree identificate, Kyaukphygon e Paongpyin, sono nella valle di Mogok. Dalle nostre ricerche nella Valle di Mogok appare evidente che la giunta militare controlla le remunerative attività minerarie grazie all’intimidazione e al terrore, lasciando nella povertà la maggioranza del popolo birmano, sempre di fronte alla minaccia della prigionia e del lavoro forzato. Oggi la giunta vanta la proprietà diretta di numerose miniere, in alcuni casi attraverso joint‑ventures con imprenditori privati, spesso parenti di generali. Secondo le organizzazioni dei diritti umani i generali organizzano la vendita privata delle pietre preziose migliori, trattenendo il ricavato grazie alla corruzione. Con il calare delle prime ombre a Yangon, migliaia di uomini d’affari provenienti da Cina, Thailandia e Singapore si raccolgono per brindare celebrando l’apertura di un’ulteriore asta di pietre preziose e giada bandita dal governo presso il Centro Congressi di Myanmar. Qui migliaia di zaffiri, diamanti, smeraldi, giade e altre pietre preziose risplendono in una lunga successione di vetrine, mentre funzionari del governo si preparano a trattare con gli acquirenti professionali riuniti nel Centro. È da qui che i rubini di Mogok raggiungono il mondo. Partecipiamo all’asta fingendoci potenziali acquirenti. Ci viene richiesta una cauzione di € 2000 in contanti solo per entrare. Veniamo scambiati per uomini d’affari russi e la nostra presenza, perlomeno nell’atrio principale, non viene praticamente notata. Secondo i critici queste aste, che si tengono fino a quattro volte all’anno per permettere alla giunta di raccogliere valuta pregiata, mostrano non soltanto l’audacia della giunta militare birmana, ma anche il fallimento delle sanzioni economiche occidentali. “Oggi i principali partner commerciali della Birmania sono Thailandia, Malesia e Singapore, insieme a India e Cina”, secondo Debbie Stothard della Alternative Association of Southeast Asian Nations Network on Burma, gruppo per i diritti umani. “Se questi paesi non si uniranno agli sforzi degli Stati Uniti e dell’Unione Europea, le sanzioni non serviranno a nulla”. Il commercio internazionale in pietre preziose è dominato dalla Union Of Myanmar Economic Holdings Limited, un consorzio di cui sono comproprietari il ministro della difesa e alcuni ufficiali militari che detengono la maggioranza del capitale azionario. L’anno scorso la Myanmar Gems Enterprise, impresa statale del settore, ha confermato tacitamente di avere venduto nel corso delle aste pietre preziose per circa 400 milioni di sterline, principalmente giada e rubini. Si tratta di una cifra che fa di questa impresa la terza del paese per valore delle esportazioni. Secondo l’organizzazione britannica Free Burma Campaign, il ricavato della vendita di pietre preziose fluisce direttamente nei conti correnti dei generali presso banche estere attraverso imprese come la Union Of Myanmar Economic Holdings Limited, oppure attraverso società di proprietà dei componenti delle famiglie della giunta. Il contante viene investito all’estero in Gran Bretagna, Svizzera, Germania, Stati Uniti, Russia e Cina. “Gli acquirenti provengono quasi tutti da Cina, Russia, paesi del Golfo, Thailandia e India”, dice a Live un uomo d’affari di Bangkok. “L’embargo americano non preoccupa nessuno. Guardatevi attorno: il business è in pieno boom”. Il sole ormai di una fioca luce color zafferano scende dietro i pendii di Sagyin, a nord di Mandalay. All’esterno di una cava un segnale avverte: “Sagyin – Zona Militare Sorvegliata”. La ragione del ben visibile cordone militare è sotto i nostri piedi. Nelle miniere e nelle gallerie a 30 metri sotto la superficie si riesce a distinguere il chiarore degli occhi dei minatori appena illuminati dalle candele. All’esterno decine di bambini raschiano fori e fessurazioni ripiene di argilla nel calcare cristallino, le mani incallite e sanguinanti. All’ingresso della cava alcune sentinelle verificano costantemente l’eventuale arrivo di soldati. “Qui ci sono rubini”, ci dice Myint, che non avrà più di 12 anni. “Lavoriamo uniti, è un lavoro illegale. Quando arrivano le pattuglie le sentinelle ci avvertono e ci nascondiamo nel sottosuolo“. A mano a mano che otteniamo sempre più informazioni dagli adulti che controllano i bambini minatori, comprendiamo come le centinaia di persone che lavorano in queste cave e in altre più a nord non sono altro che i sopravvissuti dei tristemente noti campi di lavoro della Birmania. Nell’ultimo decennio fino a un milione di persone in Birmania sono state esiliate e spedite a lavorare nelle miniere gestite dai militari, nelle cosiddette “zone satellite” e nei campi di lavoro per costruire ponti, campi militari, impianti di irrigazione, oleodotti e gasdotti. Da sempre impegnata a negare il problema dei campi di schiavitù, la giunta birmana ha annunciato l’anno scorso un “patto storico” con l’ Organizzazione Internazionale del Lavoro, in base al quale chiunque abbia trascorso un periodo di prigionia nei campi nell’arco degli ultimi quarant’anni poteva richiedere un risarcimento senza dover temere rappresaglie. Il terrore delle possibili conseguenze ha avuto la meglio su chi avrebbe potuto accettare una tale offerta. “Perché in Birmania abusi dei diritti umani come ad esempio l’esistenza di campi di lavoro forzato continuano a verificarsi con frequenza crescente?”, chiede David Mathieson di Human Rights Watch. “Perché i generali sono diventati maestri nel trasformare i ricavati delle miniere e dell’energia in un sistema caratterizzato dalla corruzione. Dove finisce questo denaro? Certamente non a finanziare programmi in materia di sanità o di istruzione; il denaro finisce nelle mani dei militari per creare migliori centri di comando militare nelle montagne e reprimere la popolazione”. “L’anno scorso abbiamo costruito un campo per l’esercito”, dice uno degli adulti che abbiamo intervistato a Sagyin. “Ci hanno radunati dalle miniere e ci hanno semplicemente informati che da quel momento avremmo lavorato per i militari. Siamo anche stati obbligati a costruire caserme e stazioni di polizia, il tutto per un pasto al giorno. Ora siamo qui nelle gallerie delle miniere più vecchie cercando di guadagnarci da vivere, tentando di ricostruire le nostre vite. Non c’è nessuno di noi che non sogni di trovare un rubino grande quanto il nostro pugno e di riuscire a fuggire oltre il confine con la Thailandia. È questo che ci fa andare avanti. Se ci prendono qui ci spediscono in un altro campo, se addirittura non ci ammazzano, ma cos’altro potremmo fare?”. (22 Settembre 2010) 2010-09-24T22:47:31.8130000+02:00 https://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=en&catid=7566c1b8e992461bb8fe2640f203de29&docid=287848e4b15949b3963ff72daa303c22 Fri, 24 Sep 2010 20:47:31 GMT e3affeb5fa2d45799b334364a4d06870 Le istituzioni finanziarie internazionali discutono la situazione economica birmana – Articolo di Theinka Mizzima – La situazione economica birmana verrà discussa quando le istituzioni finanziarie internazionali (IFI) che sostengono progetti di sviluppo nel Sud-est asiatico si incontreranno a Bangkok, il prossimo 27 gennaio. Le IFI avranno una discussione a porta chiusa, condivideranno i propri punti di vista sulle relazioni internazionali del Paese e sulla sua attuale situazione. 2010-01-14T22:19:47.4930000+01:00 Ms. Noily Grece Mercede, incaricata del Sud-Est asiatico e del Mekong per la Bank Information Center ha affermato “L’incontro è per discutere il sostegno alla Birmania da parte delle Multinational Development Banks, l’Asian Development Bank e la World Bank”. L’incontro è organizzato congiuntamente dalla BIC e dall’Open Society Institute-SEA. All’incontro parteciperà anche il Professore Sean Turnell della Macquaire University (Australia), da lungo tempo esperto del Paese. “Abbiamo invitato rappresentanti dalla ADB, dalla Banca Mondiale e dalle ONG. Il Prof. Sean Turnell parteciperà all’evento. Abbiamo anche invitato persone dall’interno della Birmania”, ha aggiunto Mercedo. L’incontro non è legato alla visita del Nobel per l’Economia Prof. Stiglitz dello scorso Dicembre, e coprirà temi relative al ruolo delle IFI nello sviluppo economic birmano. Inoltre, durante l’incontro si discuterà dello scenario post-elezioni 2010 e dei problem che si potranno presentare. Mercedo ha anche detto che si parlerà della possibile assistenza al settore agricolo birmano da parte del Fondo Monetario Internazionale e della Banca Mondiale, che da tempo hanno interrotto i programmi nel Paese. “Attualmente queste istituzioni trovano difficile entrare in Birmania e cominciare a lavorare. Ma dopo le elezioni, potrebbe essere possibile che per alcune di loro diventi possibile muoversi nel Paese. Penso che con le elezioni il FMI e la Banca Mondiale potrebbero iniziare una ricerca per analizzare la situazione e iniziare a cooperare. Anche se alla Birmania fossero accordati dei prestiti, sarebbero necessari due o tre anni” queste le parole di un attivista per l’opposizione, anche lui invitato al meeting. “Sono preoccupati per gli investimenti cinesi in Birmania. Il fatto che la Cina sta dando assistenza finanziaria ufficiale e informale fa sì che i membri della Banca Mondiale vogliano entrare in Birmania, per non rimanere indietro. Ma al momento è molto difficile per loro dal momneto che non ci sono stati cambiamenti nel Paese” ha aggiunto. A metà Dicembre, il Premio Nobel per l’Economia Joseph Stiglitz, insienme al Segretario del UNESCAP, Dr. Noeleen Heyzer, ha partecipato ad un incontro con i generali a Naypytaw e discusso dello sviluppo agricolo, dell’economia rurale e di possibili misure per alleviare la povertà. (Puoi leggere l'articolo in originale su Mizzima) (14 Gennaio 2010) https://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=en&catid=7566c1b8e992461bb8fe2640f203de29&docid=e3affeb5fa2d45799b334364a4d06870 Thu, 14 Jan 2010 21:19:47 GMT 49d9516cb9874d60b4ffe3b5267a1a28 La Total e la Chevron fanno guadagnare 5 miliardi di dollari alla Giunta – Articolo di Francis Wade Democratic Voice of Burma – I 5 miliardi di dollari generati per la Giunta militare birmana da due delle più grandi società petrolifere del mondo ha indebolito l’impatto delle sanzioni contro il regime, secondo quanto detto da un rapporto rilasciato oggi. Questi elementi sembrano andare contro ai tentativi delle potenze occidentali di boicottare il regime birmano, che si dice abbia dirottato il denaro nelle banche di Singapore, nonostante il regime governi su una economia in sgretolamento. 2009-09-12T16:00:53.0330000+02:00 Le due società, il colosso francese Total e l’americana Chevron, continuano ad operare su progetto Yadana, anche se entrambi i Paesi (n.d.r. Francia e Stati Uniti) hanno imposto sanzioni al regime. Il gruppo di advocacy Earth Rights International (ERI) ha rilasciato nella giornata di oggi due rapporti che rendono pubblici i profitti legati ad un progetto che si presume responsabile di lavoro forzato, uccisione e forti restrizioni alla libertà di movimento di chi vive nei pressi dei cantieri. “L’elite militare sta nascondendo a Singapore miliardi di dollari del popolo, mentre il Paese ha la più bassa spesa sociale dell’Asia” ha detto il coordinato dell’ERI Burma Project, Matthew Smith. “Il reddito dalla pipeline è l’ancora di salvezza del regime, ed è una leva decisiva che la comunità internazionale potrebbe usare per sostenere il popolo birmano”. Dei 4.83 miliardi di dollari guadagnati fino a questo momento dal progetto “il regime ne avrebbe occultati almeno 4.80 miliardi dal budget nazionale”, dichiara il rapporto, Total Impact. Se ERI non chiede la fine degli investimenti in Birmania, in un comunicato stampa chiede invece alle due società di pubblicare tutti i pagamenti effettuati al governo e chiarire se il progetto è stato complice di abusi di diritti umani. Nonostante le recenti conferme nelle sanzioni statunitensi e europee contro la giunta birmana, queste sanzioni non coprono il settore del petrolio e del gas. La Birmania è nota per avere una vasta riserva di gas offshore, che viene aggressivamente sviluppata da società straniere, compresi cinesi e sudcoreane. E’ il sostegno delle società estere, soprattutto nel settore del petrolio e del gas, che viene comunemente considerata la ragione principale per la quale le sanzioni non hanno funzionato nel mettere pressioni al regime. Il reddito significa che Total e Chevron “sono due fattori esterni decisivi nel contribuire all’intransigenza del regime” riferisce ERI. Un secondo rapporto dell’ERI, Getting it Wrong, accusa le due società di ripulire la loro immagine pubblica nascondendo le prove degli abusi dei diritti umani connessi al progetto Yadana, che sono iniziati nel lontano 1992. “ERI presenta prove che la Total ha mentito al pubblico quando ha detto che l’Internationale Labour Organisation (ILO) ha certificato che la società aveva sradicato il lavoro forzato nell’area dei cantieri” dice il rapporto, aggiungendo che l’ILO ha negato che queste parole siano mai state pronunciate. (Puoi leggere l'articolo in originale su Democratic Voice of Burma) (10 Settembre 2009) https://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=en&catid=7566c1b8e992461bb8fe2640f203de29&docid=49d9516cb9874d60b4ffe3b5267a1a28 Sat, 12 Sep 2009 14:00:53 GMT 8c7e304623a8471584b257c4d452f8fe La politica cinese sulla Birmania potrebbe ritorcersi contro la Cina, ha dichiarato Win Tin, leader dell’opposizione democratica birmana The Irrawaddy - Secondo quanto sostenuto venerdì scorso da un importante leader dell’opposizione birmana, il sostegno di Pechino a favore della giunta birmana potrebbe influenzare negativamente gli interessi di lungo termine della Cina in Birmania e la percezione della Cina in qualità di “attore responsabile” da parte della comunità internazionale. Win Tin, leader della Lega Nazionale per la Democrazia (NLD) che ha trascorso 19 anni in carcere, ha dichiarato a The Irrawaddy nella giornata di venerdì che la Cina, una tra le nazioni più potenti al mondo e che vanta la seconda economia mondiale, deve assumere un ruolo di maggiore responsabilità sulle questioni birmane in relazione a temi quali stabilità, democratizzazione e diritti delle minoranze etniche. “Se i leader cinesi elogiano il regime non dimostrando maggiore attenzione nei confronti dei problemi del popolo birmano, la Cina non riuscirà a conquistare il cuore della gente, ciò che potrebbe influenzare gli interessi cinesi in Birmania nel lungo termine. Quanto sopra potrebbe anche minare la speranza da parte della comunità internazionale che la Cina divenga un attore sensibile alle questioni internazionali”, ha sostenuto Win Tin. Sempre secondo il leader dell’opposizione, il sostegno espresso dalla Cina a favore del regime repressivo birmano e delle elezioni farsa che si svolgeranno attraverso un processo politico non inclusivo potrebbero innescare tra il popolo birmano un forte sentimento anticinese, ciò che a sua volta potrebbe minacciare la stabilità degli investimenti cinesi in Birmania. La politica cinese sulla Birmania si concentra primariamente sulla stabilità, ma un processo politico incentrato su elezioni che non siano libere, eque e inclusive comporterebbe instabilità nel paese, influenzando negativamente gli interessi cinesi in Birmania, ha sostenuto Win Tin. Nel frattempo in coincidenza con la visita del capo della Giunta birmana Generale Than Shwe a Pechino il 7 settembre, la portavoce del governo cinese Jiang Yu ha affermato nel corso di una conferenza stampa che i leader cinesi non intendono esprimersi sulle elezioni birmane nel corso degli incontri che si terranno con il Generale. “Le elezioni politiche in Birmania costituiscono una questione interna. La Cina sostiene sempre il principio della non interferenza negli affari interni degli altri Stati”, ha affermato la portavoce, aggiungendo che la Cina auspica che la comunità internazionale fornisca un aiuto costruttivo alle elezioni birmane astenendosi dall’intraprendere qualsivoglia misura che possa comportare “un impatto negativo sul processo politico interno [birmano], come pure sulla pace e sulla stabilità regionale”. La portavoce ha proseguito affermando che una Birmania pacifica, stabile e in crescita va a vantaggio non solamente del popolo birmano, ma anche degli altri paesi della regione, aggiungendo che le questioni interne della Birmania “devono essere risolte in via indipendente” dal regime e dal popolo birmano. Secondo quanto riportato dall’agenzia stampa cinese Xinhua, leader cinesi, quali ad esempio il Presidente Hu Jintao, il numero due cinese Wu Bangguo e il Primo Ministro Wen Jiabao non avrebbero trattato direttamente il tema delle elezioni in Birmania durante gli incontri con Than Shwe e la delegazione birmana tenutisi in data 8 e 9 settembre, mentre si sarebbe parlato più concretamente dei legami tra i due paesi. “La politica birmana non verrà modificata, indipendentemente dai cambiamenti della situazione internazionale”, ha sostenuto Hu, il quale ha inoltre aggiunto che è salda intenzione politica della Cina quella di rafforzare e di sviluppare una positiva cooperazione di vicinato con la Birmania. Giovedì Than Shwe ha ribadito ai leader cinesi il proprio impegno volto a “sviluppare relazioni strategiche con la Cina” nel periodo post-elettorale, anche nella formazione del nuovo governo. Bates Gill, esperto di Cina e direttore dell’Istituto Internazionale di Ricerca sulla Pace di Stoccolma, ha affermato nel suo articolo intitolato “La Cina diventa un attore responsabile” che la tendenza intrapresa dalla Cina che dovrebbe condurla a divenire un attore responsabile dovrebbe proseguire nel breve-medio termine, rientrando chiaramente negli interessi della Cina il mantenimento e il rafforzamento di una tale posizione. “L’approccio più responsabile che la Cina ha assunto sulle questioni internazionali da ormai oltre un decennio può essere attribuito a tre motivazioni il cui conseguimento riveste particolare rilevanza per la leadership cinese: (1) attenuare le tensioni esterne in modo da intervenire con maggiore efficacia sulle sfide interne; (2) rassicurare gli Stati vicini sulle intenzioni pacifiche di una Cina in crescita, disinnescando l’emergere di una tendenza a interventi di contenimento morbido o di altre misure di contrasto nei confronti della Cina; (3) adoperarsi per giungere ad una posizione bilanciata con gli Stati Uniti evitando il confronto”. Sempre secondo Gill, “sul tema dei diritti umani, e in particolare sul sostegno fornito da Pechino a governi abusivi di tutto il mondo, la tanto auspicata accettazione da parte della Cina del ruolo di “grande potenza responsabile” viene pesantemente meno. Lo sviluppo di relazioni strette e di sostegno con paesi quali Birmania e Zimbabwe, pur attraversando attualmente una fase di ripensamento da parte cinese, non risultano tuttavia coerenti con il concetto di attore responsabile”. (10 Settembre 2010) 2014-02-13T12:49:49.3970000+01:00 https://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=en&catid=7566c1b8e992461bb8fe2640f203de29&docid=8c7e304623a8471584b257c4d452f8fe Thu, 13 Feb 2014 11:49:49 GMT 9459ee45e4a84080972842e344a00650 la nuova legge sui media ha aspetti positivi ma alcuni elementi sono preoccupanti la Federazione Internazionale dei Giornalisti apprezza le nuove leggi ma critica alcuni controlli non necessari e penalizzanti 2014-03-20T09:05:34.1430000+01:00 La Federazione internazionale dei giornalisti ha dato il benvenuto all'approvazione delle prime leggi sulla stampa ma ha sollevato preoccupazioni su alcuni elementi della legge in quanto produce “controlli non necessari”. La Federazione ha chiesto al governo del presidente Thein Sein di continuare il suo dialogo con i giornalisti in modo da promuovere un sistema di media robusto e libero. La dichiarazione arriva dopo l’approvazione il 4 marzo da parte del palamento di due leggi sui media la legge sui media e la legge sulla registrazione per gli stampatori ed editori, Thein Sein ora deve soltanto firmare le leggi e farle attuare. La Federazione internazionale dei giornalisti rappresenta circa 600.000 iscritti in oltre 100 paesi e mira a promuovere azioni internazionali per difendere la libertà di stampa e la giustizia sociale attraverso un sindacato dei giornalisti indipendente, libero e forte. Dal 2011 il governo quasi civile ha allentato i controlli sui media, tollerando ampliamente le dozzine di nuove organizzazioni dei media che sono fiorite nel paese. La IFJ ha apprezzato il governo birmano per i progressi sulla libertà dei media con l’approvazione della legge sui media. “queste nuovi leggi sostituiscono efficacemente la legge draconiana sulla registrazione degli editori e stampatori del 1962, l’attuazione di questi cambiamenti sostanziali per l’ambiente dei media birmani è di per se una vittoria. Noi apprezziamo la perseveranza che i giornalisti birmani hanno avuto negli ultimi anni per assicurare la tutela e il rispetto della libertà di stampa, come parte del dialogo in atto tra il governo di Thein Sein e i media del paese.” La Federazione dei giornalisti ha sollevato alcune preoccupazioni sulla seconda legge, quella sulla registrazione degli editori e stampatori che, secondo la federazione, è stata approvata senza una consultazione dei giornalisti. “La Legge del ministero della informazione prevede sanzioni per coloro che minano la sicurezza o disturbano la tranquillità con pubblicazioni e prevede multe o la sospensione della pubblicazione. La legge richiede inoltre che le imprese dei media si debbano registrare presso il governo” “La legge sui media definisce un codice e stabilisce un sistema di denuncia. Il non rispetto delle norme può portare a multe per i singoli e la legislazione include anche misure penali per “incitamento all’odio”. La dichiarazione della Federazione dei giornalisti ha sottolineato come il panorama dei media in Birmania sta cambiando come pure le pressioni a cui sono soggetti i giornalisti. “con la eliminazione del consiglio sulla censura abbiamo sperimentato una crescita di azioni di diffamazione contro i giornalisti e vi è il timore che questi possano effettuare una autocensura se non si sentono adeguatamente protetti”. Il governo birmano ha mostrato recentemente la tendenza ad arrestare i giornalisti. A gennaio Khine Khine Aye Cho giornalista del gruppo Eleven è stato condannato a tre mesi di prigione dopo essere stato accusato di “diffamazione ed uso di linguaggio oltraggioso, sentenza che ha prodotto la manifestazione dei giornalisti a sostegno della sua liberazione. Alla fine del mese di gennaio e nel giro di tre giorni il governo ha arrestato cinque giornalisti del Unity Journal dopo la pubblicazione di un rapporto che denunciava la presunta costituzione di una fabbrica per la produzione di armi chimiche nella Township di Pauk. I giornalisti sono stati accusati della violazione della legge sul segreto di stato del 1923. La Federazione ha dichiarato che il Ministero dell’Informazione attualmente sta scrivendo una serie di disegni di legge sui media che prevedono la regolamentazione delle proiezioni, i film e l’uso di biblioteche. https://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=en&catid=7566c1b8e992461bb8fe2640f203de29&docid=9459ee45e4a84080972842e344a00650 Thu, 20 Mar 2014 08:05:34 GMT 2d178c8d536542bb88ca36e662d643fb Miniere di Ferro potrebbero distruggere 7000 abitazioni Shan - Democratic Voice of Burma Democratic Voice of Burma – Imprese italiane e russe potrebbero essere coinvolte nello sviluppo di imponenti miniere di ferro nello Stato Shan, nella Birmania orientale, per le quali più di 7000 case potrebbero essere confiscate e demolite. Nello Stato Shan si trova il secondo più vasto giacimento del Paese, più precisamente sul Monte Pinpet. Il primo cantiere è stato aperto nel 2004. Il progetto comprende la conversione di circa 11.000 acri di terra in un impianto di lavorazione del ferro e in un'industria del cemento. La Pa-O Youth Organisation (PYO), in un rapporto rilasciato oggi "Robbing the Future", afferma che più di 25 villaggi, nel quale abitano più di 7000 persone, di etnia Pa-O potrebbero essere distrutti a causa del Pinpet Mining Project. 2009-06-30T15:34:47.0730000+02:00 “50 persone sono già state costrette a trasferirsi e non sono state adeguatamente compensate” afferma il rapporto "Robbing the Future". “La confisca di terre vitali per la sopravvivenza delle persone ha lasciato più di 100 famiglie senza la loro fonte primaria di sussistenza”. Un portavoce del PYO ha detto che gli abitanti del posto hanno avuto un ruolo minimo, se non nullo nella progettazione dell’impianto. “Il governo non parla con la gente, non ha negoziato con gli abitanti del posto riguardo ai piani per la miniera e non ha veramente discusso in anticipo cosa sarebbe accaduto” ha detto Khun Ko Wein. Il rapporto afferma che la Società russa Tyazhpromexport costituisce il principale investitore straniero del sito dell’acciaio a Pinpet, con 150 milioni di dollari immessi fin ora nel progetto. La Russia mantiene forti legami con la Birmania nonostante la giunta militare sia sotto crescenti pressioni internazionali a causadel processo ad Aung San Suu Kyi, e nonostante in Birmania siano diffuse le violazioni dei diritti umani. La società italiana Danieli, che afferma di essere una dei maggiori fornitori di strumentazioni per l’industria del metallo al mondo, è ugualmente citata nel rapporto. La società, che nel 2007 ha confermato di operare in Birmania, non si è resa disponibile per un commento. Un’altra preoccupazione espressa dal PYO è il legame tra la miniera di Pinpet e le voci secondo le quali la Birmania stia già estraendo uranio, elemento chiave per la produzione di armi nucleari. Secondo quanto riferito dal Rapporto "Robbing the Future", il Ministro dell’Energia birmano ha ufficialmente annunciato la presenza di cinque giacimenti di uranio nel Paese, sebbene non abbia ufficialmente dichiarato che questi giacimenti verranno esplorati. I rumours sull’uranio vicino al Monte Pinpet hanno contribuito ad alimentare queste voci, tanto che la gente del posto teme che la miniera sia in realtà una copertura per lo sfruttamento e la raffinazione dell’importante materia prima. Queste ipotesi hanno inoltre consolidato la tesi secondo la quale la Birmania sta rafforzando i propri legami con la Corea del Nord, che nell’ultimo mese ha condotto con successo dei test nucleari. (Puoi leggere l'articolo in originale su Democratic Voice of Burma) (Puoi leggere l'intero rapporto "Robbing the Future" sul sito della Pa-O Youth Organization oppure scaricandolo in allegao qui, a fondo pagina) (29 Giugno 2009) https://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=en&catid=7566c1b8e992461bb8fe2640f203de29&docid=2d178c8d536542bb88ca36e662d643fb Tue, 30 Jun 2009 13:34:47 GMT ef3887658b6248ac91873018f6d2d2f3 Lo scandalo della Barclays in Birmania mostra la necessita' di rafforzare le sanzioni Secondo l'ITUC, la Confederazione Internazionale dei Sindacati , che rappresenta 176 milioni di lavoratori e lavoratrici in 156 paesi e ha 312 organizzazioni affiliate, l'annuncio che la Barclays Bank ha concordato con il Dipartimento di Giustizia USA di pagare 298 milioni di $ di multa per aver violato le sanzioni sulla Birmania, mostra ancora una volta che le sanzioni internazionali sulla Birmania devono essere rese piu' vincolanti e complessive. La Federazione dei sindacati birmani FTUB, affiliata all'ITUC ha dichiarato che l'annuncio della giunta militare birmana di indire le cosidette elezioni per il 7 novembre prossimo e' stato fatto principalmente per distrarre l'attenzione internazionale dalla gravissima crisi economica e sociale che sta crescendo nel paese,.mentre lo scontento e le divisioni tra i militari continuano a lievitare su molte questioni incluso i problemi finanziari. Il Segretario Generale dell'FTUB Maung Maung ha sottolineato come tutt'oggi vi sono gravissime violazioni dei diritti umani fondamentali e dei diritti del lavoro e che la giunta continua a fomentare le divisioni etniche. "Il regime usa il lavoro schiavo, gli stupri, la tortura per rimanere al potere. I sindacati continuano ad essere proibiti e le prigioni sono piene di coloro che hanno osato alzare la voce contro tali violazioni. E' arrivata l'ora che i responsabili di questi inaccettabili crimini siano puniti. Invece di imbarcarsi in politiche di coinvolgimento acritico che potrebbero rafforzare il regime, i governi devono finalmente costringere la giunta ad attuare le raccomandazioni approvate 12 anni fa dalla Commissione di Inchiesta ILO sul lavoro forzato." La Segretaria Generale dell'ITUC Sharan Burrow ha aggiunto:" con la crescente campagna di propaganda in vista delle elezioni farsa della giunta e' di particolare importanza che la comunita' internazionale si mostri risoluta nel denunciare a gran voce gli ultimi assalti nei confronti delle legittime aspirazioni democratiche del popolo birmano. E' inconcepibile che i goveni rimangano silenziosi mentre permettono alle imprese di fare affari come sempre con il regime. I governi devono mandare un messaggio chiaro e rafforzare ora le sanzioni, inserendo i settori finanziari e assicurativi. in particolare la UE dovrebbe alzare la pressione". (4 Settembre 2010) 2010-09-05T09:52:32.9900000+02:00 https://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=en&catid=7566c1b8e992461bb8fe2640f203de29&docid=ef3887658b6248ac91873018f6d2d2f3 Sun, 05 Sep 2010 07:52:32 GMT 8175f2a6669242b48e4cb187f2025184 L'India vende un elicottero militare con componenti fabbricate in Italia e Europa alla giunta birmana Rapporto di alcune ONG sulla vendita di un elicottero alla giunta militare rompendo le sanzioni europee 2008-03-16T18:56:23.4130000+01:00 https://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=en&catid=7566c1b8e992461bb8fe2640f203de29&docid=8175f2a6669242b48e4cb187f2025184 Sun, 16 Mar 2008 17:56:23 GMT dd980809ef264daaaff8c3b57e03c246 Petizione contro le dighe sul Salween 2008-03-15T12:58:19.4600000+01:00 https://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=en&catid=7566c1b8e992461bb8fe2640f203de29&docid=dd980809ef264daaaff8c3b57e03c246 Sat, 15 Mar 2008 11:58:19 GMT 49256b064a12448c932bacd42e21da9a Peccato Birmania! rimangono improbabili i prestiti delle grandi banche. Il paese è classificato 180° su 183 nazioni, secondo l’ ultima indagine di Transparency International sulla percezione della corruzione in tutto il mondo. I finanziatori multilaterali non sono ancora in possesso di dati significativi sullo stato di salute dell'economia e delle istituzioni finanziarie birmane, dati di cui necessitano, prima di poter impegnare grosse somme nel paese. 2012-02-09T15:18:21.7630000+01:00 Ora che gli Stati Uniti ha accettato di cancellare alcune delle restrizioni che impediscono alla Banca Mondiale e alle altre istituzioni multilaterali di lavorare in Birmania, dovrebbe essere solo una questione di tempo prima che si inizi a trasferire nel paese, giusto? Non esattamente. Il mondo delle cosiddette istituzioni finanziarie internazionali (IFI) istituite decenni fa, in parte per aiutare le nazioni più povere come la Birmania, sono state bloccate per anni dall’intervenire nel paese del sud-est asiatico in gran parte a causa della opposizione dei paesi occidentali, compresi gli Stati Uniti, che esercitano una notevole influenza presso tali istituzioni. Lunedi 6 febbraio, però, il Segretario di Stato americano Hillary Clinton ha firmato una revoca parziale delle restrizioni che consente ufficialmente agli Stati Uniti di sostenere le "missioni di valutazione ed una limitata assistenza tecnica" da parte della Banca Mondiale e di altre organizzazioni simili, compresa la Banca Asiatica di Sviluppo e il Fondo Monetario Internazionale. l’offerta di forti prestiti per lo sviluppo, del genere di quelli che la Banca mondiale e altri gruppi offrono ai paesi in via di sviluppo per finanziare le infrastrutture, la riduzione della povertà e gli altri progetti tanto necessari, sono un'altra cosa, e richiederebbero un ulteriore semaforo verde dagli Stati Uniti. Sebbene i leader in Stati Uniti e l'Europa hanno adottato delle prime misure per riprendere le relazioni con la Birmania, da parte sua il governo birmano ha avviato nel corso dell'anno passato, importanti riforme economiche e politiche, deve ancora oggi dimostrare i risultati delle prossime elezioni suppletive previste per il 1 aprile prima che USA e UE decidano di abolire ulteriori sanzioni. Poi c'è la questione dei circa 11 miliardi dollari che la Birmania deve alla Banca mondiale, alla ADB, e a vari governi stranieri, e che devono essere rimborsati o ristrutturati prima di poter cominciare ad ottenere un prestito più ampio. La maggior parte dei debiti sono contratti decenni fa, prima che le banche si tirassero fuori, con debiti pari a circa $ 8,4 miliardi, accumulati durante il regime militare socialista guidato da forte Gen. Ne Win tra il 1962 e il 1988. La Birmania deve 489 milioni dollari alla ADB e diverse centinaia di milioni di dollari alla Banca Mondiale. Il paese deve, inoltre, almeno 6,4 miliardi dollari al Giappone, $ 2,1 miliardi alla Cina e 580 milioni dollari alla Germania, secondo il governo birmano. Anche se Birmania ha dichiarato di essersi impegnata in colloqui con alcuni dei suoi creditori per cancellare tali debiti, pagare il tutto non sarà facile. La Birmania ha vaste riserve di risorse naturali e un'economia in crescita, ma ha anche solo circa $ 7 miliardi di dollari in riserve valutarie. Anche se i debiti fossero pagati e i governi occidentali spianassero la strada per una piena ripresa dei prestiti, ci vorrà probabilmente molto tempo prima che il denaro potrebbe fluire nel paese. Gli azionisti delle istituzioni vogliono essere sicuri che il loro fondi saranno spesi con saggezza, e che i ministeri birmani abbiano un controllo sufficiente per garantire che una parte del denaro non scompaia - Questa è una grande preoccupazione per un paese classificato 180° su 183 nazioni secondo l’ ultima indagine di Transparency International sulla percezione della corruzione in tutto il mondo. I finanziatori multilaterali non sono ancora in possesso ancora i dati robusti sullo stato di salute dell'economia e delle istituzioni finanziarie birmane, dati di cui necessitano, prima di poter impegnare grosse somme nel paese. E ' possibile che le banche debbano affrontare le pressioni delle aziende che vorrebbero rientrare nel paese dopo essere stati assenti per anni a causa delle sanzioni, pressioni che puntano a far si che le banche offrano entro la fine dell'anno, del denaro, come un gesto di buona volontà verso la Birmania e le sue riforme. Ora i leader delle principali istituzioni multilaterali stanno pianificando incontri per discutere le loro opzioni future, soprattutto alla luce della più recente mossa della Signora Clinton. Ma coloro che hanno familiarità con la strategia delle banche affermano che il risultato più probabile, anche se le loro mani fossero libere per quanto riguarda i prestiti, potrebbe essere quello di continuare a inviare delegazioni di alto livello per studiare le condizioni sul terreno, prendendo tempo prima di dover mettere i soldi sul tavolo. Qualunque cosa accada, gli economisti dello sviluppo concordano in generale sul fatto che il ritorno di ADB, Banca Mondiale e di altri gruppi simili in Birmania potrebbe contribuire a elevare il tenore di vita e aiutare il paese a modernizzare il suo antiquato sistema economico, che ha lasciato i suoi abitanti con alcuni tra i più bassi standard di vita in Asia . Gli analisti stimano che la Birmania ha bisogno di miliardi di dollari di fondi stranieri per contribuire a pagare per nuove strade, ponti, centrali elettriche, ferrovie e altri beni - tutti i tipi di cose che le istituzioni multilaterali possono aiutare a finanziare, anche se paesi, come il Giappone e la Cina potrebbero anche fornire una parte di tali risorse. Il FMI, da parte sua, recentemente ha tenuto riunioni con i funzionari birmani con l’obiettivo di semplificare il complesso sistema di cambi di valuta, con tassi di cambio multipli, sistema a lungo citato dalle imprese straniere, come deterrente importante per gli investimenti. L'ADB ha detto in una dichiarazione al Wall Street Journal che non è stato chiesto dai suoi governi degli Stati membri di espandere le sue attività di valutazione in Birmania ancora, anche se è opinione diffusa che una tale richiesta arriverà presto a seguito della recente mossa signora Clinton. "Qualsiasi lavoro di analisi della ADB sulla Birmania sarà oggetto di consultazioni con i membri dell’ ADB, e di uno stretto coordinamento con le altre istituzioni multilaterali e i partner per lo sviluppo", ha dichiarato la banca, che ha rilevato che qualsiasi ripresa dei prestiti richiederebbe ulteriori progressi nel coinvolgimento del paese con il mondo esterno - e una soluzione al problema degli arretrati". Gli sforzi si raggiungere funzionari della Banca Mondiale hanno avuto successo. In una dichiarazione pubblicata nel mese di dicembre sul suo sito web, la Banca Mondiale ha dichiarato che "molto deve essere fatto per aprire e migliorare l'economia e le condizioni di vita del popolo birmano" e che "la Banca Mondiale è in grado di fornire esempi di altri paesi che hanno realizzato con successo questa transizione. "Ma, ha aggiunto, che dovrebbero essere individuate le modalità per ripianare i debiti nei confronti della banca prima che si possano prevedere ulteriori prestiti. https://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=en&catid=7566c1b8e992461bb8fe2640f203de29&docid=49256b064a12448c932bacd42e21da9a Thu, 09 Feb 2012 14:18:21 GMT 3a467c207e564cf7822cb300ac07b5e6 Nave Nord Coreana forse diretta verso la Birmania - United Press International Birmaniademocratica.org continua a seguire con interesse l'evolversi delle relazioni tra Corea del Nord e giunta militare birmana. Pochi giorni fa avevamo pubblicato il lungo Articolo di Bertil Lintner che mostrava le foto di alcuni tecnici nordcoreani in Birmania, impegnati probabilmente nella costruzione di tunnel e bunker nel Paese (Vedi "Tecnici nordcoreani aiutano la giunta"). Riportiamo ora una notizia della United Press International che rafforza la tesi secondo la quale si sta consolidando una pericolosa alleanza tra i due regimi. 2009-06-21T20:30:09.2330000+02:00 Cacciatorpediniere segue nave coreana Seul - Un cacciatorpediniere americano questa domenica è rimasto in attesa di ordini in merito alla possibile scelta di intercettare un cargo nord coreano che si riteneva fosse diretto in Birmania. Secondo il New York Times, il Cacciatorpediniere McCain aveva iniziato a tracciare il cargo Kang Nam già mercoledì, nel primo test della nuova risoluzione delle Nazioni Unite che chiede ai Paesi di intercettare le imbarcazioni nordcoreane che sono sospettate di trasportare armi. Il Times riferisce inoltre che un Ufficiale statunitense, non arrivando a dire che la nave stesse trasportando armi, ha affermato semplicemente che la nave rappresentava "un soggetto di interesse". La Nord Corea aveva dichiarato che avrebbe considerato un'intercettazione un vero e proprio un atto di guerra. Le autorità statunitensi sospettano che il Kang Nam stia portando componenti missilistiche in Birmania (n.d.r. Myanmar), che è stata sospettata a lungo di comprare armi da Pyongyang, riferisce il Times. La risoluzione del 12 Giugno del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite chiede alle navi battenti bandiera nordcoreana di dare via libera e collaborare con le ispezioni. La risoluzione afferma che qualora l'equipaggio rifiuti l'ispezione, la Nord Corea deve dirigere le navi verso un porto per permettere alle autorità locali di procedere all'ispezione. Sempre secondo il Times, è difficile che la giunta militare cooperarà in tal senso. Le parole della Risoluzione delle Nazioni Unite sono state indebolite da Cina e Russia, lasciando molti dubbi sulla loro efficacia, ha concluso il quotidiano di New York. (Segue la versione in inglese) Naval Destroyer following N. Korean Ship SEOUL (UPI) -- A U.S. Navy destroyer Sunday awaited orders on whether to intercept a North Korean cargo ship reportedly headed to Myanmar, sources said. The destroyer USS John McCain began tracking the Kang Nam Wednesday in the first test of a new United Nations resolution that calls upon countries to intercept North Korean ships suspected of carrying weapons, The New York Times reported Sunday. Stopping short of saying the ship was carrying weapons, a U.S. official only said it was "a subject of interest," the Times said. North Korea has said it would consider interception an act of war. U.S. authorities suspect the Kang Nam is carrying missile parts to Myanmar, formerly known as Burma, which has been suspected of buying weapons from North Korea, the Times reported. The June 12 U.N. Security Council resolution calls for North Korean ships to be searched with consent. The resolution says if the crew rejects a search, North Korea must direct the ship to a port for inspection by local authorities. It is unlikely Myanmar would cooperate with such an inspection, the Times reported. The wording of the U.N. resolution was weakened by China and Russia, leaving doubts as to its effectiveness, the Times said. (Puoi leggere l'articolo in originale su http://www.upi.com/Top_News/2009/06/21/Naval-destroyer-following-N-Korean-ship/UPI-23561245586018/) (21 Giugno 2009) https://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=en&catid=7566c1b8e992461bb8fe2640f203de29&docid=3a467c207e564cf7822cb300ac07b5e6 Sun, 21 Jun 2009 18:30:09 GMT e405913206de472988ddcb8f696e9948 Si rafforza la presenza delle imprese dei paesi asiatici in Birmania per la costruzione di grandi dighe e la produzione di energia 2008-09-22T13:34:34.8970000+02:00 Un’impresa statale indiana ha sottoscritto un accordo per la partecipazione alla costruzione di due dighe per centrali idroelettriche nella zona nord-occidentale di Birmania, secondo quanto dichiarato venerdì scorso dalle agenzie di informazione statali. Secondo il quotidiano The New Light of Birmania, il Dipartimento per l’energia idroelettrica del paese ha sottoscritto un memorandum d’intesa con la National Hydroelectric Power Corporation Ltd. indiana per l’avvio di progetti per la produzione di 1200 megawatt di energia idroelettrica a Htamanthi e di 600 megawatt a Shwesaya, nello stato del Chin nel nord-ovest del paese. Secondo l’articolo pubblicato sul quotidiano, l’accordo è stato sottoscritto martedì a Naypyidaw, capitale di Birmania. L’articolo non fornisce ulteriori dettagli. L’India è il vicino occidentale di Birmania ed è in concorrenza con la Cina, il più stretto alleato e sostenitore diplomatico della giunta al potere, per l’influenza nella regione.L’India, la più grande democrazia del mondo, aveva duramente criticato la giunta immediatamente dopo la repressione delle sommosse pro-democratiche del 1988. Tuttavia la preoccupazione riguardo alla crescente influenza cinese su Birmania ha portato a un cambiamento di rotta diplomatico, con conseguente miglioramento delle relazioni dopo il 2000 e con scambi di visite tra i leader dei due paesi.Maung Aye, Vice Generale e seconda carica della giunta del paese, si è recato in visita in India lo scorso mese di aprile per presenziare alla firma di un progetto del valore di 120 milioni di dollari per l’ammodernamento della rete autostradale e idroviaria lungo il fiume Kaladan e per lo sviluppo del porto di Sittwe nella parte occidentale di Birmania. Nel corso della visita in Birmania da parte di un ministro indiano lo scorso mese di giugno, l’India ha accettato di concedere a Birmania prestiti e crediti per un valore di 84 milioni di dollari per la costruzione di linee per la distribuzione dell’elettricità e di un impianto per la produzione di alluminio. I principali progetti che vedono la partecipazione della Tailandia riguardano la costruzione di sette centrali idroelettriche da 110 megawatt nel quadro del progetto Tar-hsan sul fiume Thanlwin a Tachilek nello stato orientale dello Shan, avviata nell’aprile 2007 da Birmania e dal gruppo tailandese MDX Group Co Ltd in base a un contratto da 6 miliardi di dollari sottoscritto nel mese di aprile del 2006. Secondo il contratto, la centrale idroelettrica produrrà 35.446 miliardi di kwh all’anno. Con l’investimento tailandese da 6 miliardi di dollari nel progetto idroelettrico Tar-hsan l’investimento estero in Birmania è notevolmente cresciuto, raggiungendo i 14.736 miliardi di dollari a fine 2007, cifra record dalla fine del 1988. Un ulteriore progetto per la costruzione di centrali idroelettriche con la partecipazione della Tailandia riguarda la produzione di 600 MW nel quadro del progetto Hutgyi sul fiume Thanlwin, gestito dalla Electricity Generating Authority of Thailand (EGAT, l’Autorità per la generazione dell’elettricità della Tailandia) in base all’accordo sottoscritto nel dicembre 2005. La centrale è in grado di produrre 3,82 miliardi di chilowattore (kwh) all’anno. Il progetto rientra nel quadro delle opere previste lungo i fiumi Thanlwin e Tanintharyi, già oggetto di accordo tra i due paesi dal giugno 2005. L’energia generata grazie a questi progetti dovrebbe essere parzialmente esportata in Tailandia. Inoltre Birmania ha sottoscritto cinque contratti con altrettante società cinesi già dal 2004 per l’attuazione di un progetto per la costruzione di centrali idroelettriche sul fiume Mytinge per un totale di 790 MW. Una volta completate, le centrali permetteranno una capacità di generazione di 3,55 miliardi di kwh di elettricità all’anno.Ulteriori progetti nello stesso settore che prevedono la partecipazione della Cina riguardano la parte alta del Paunglaung, con la società Yunnan Machinery and Equipment Import and Export Co Ltd (YMEC) e la parte alta del Thanlwin, con la partecipazione di Farsighted Investment Group Co Ltd e Gold Water Resources Ltd.Un’altra impresa, la China Power Investment Corporation (CPI), dovrebbe avviare la costruzione di sette centrali idroelettriche per Birmania alla confluenza dei fiumi Ayeyawaddy, Maykha e Malikha nello Stato del Kachin per una capacità totale di 13.360 megawatt. Nell’ambito di un progetto per lo sviluppo del settore in collaborazione con la Corea del sud, nel luglio del 2006 Birmania ha sottoscritto un accordo con la Korean International Cooperation Agency (KOICA) e con la Korea Electric Power Corporation (KEPCO) per lo sviluppo della rete elettrica del paese, in particolare per quanto riguarda la gestione e il funzionamento. Secondo fonti ufficiali, il progetto di rete, del valore di 1,4 milioni di dollari Usa, prevede il trasferimento della tecnologia e dell’esperienza della Corea del sud per la protezione e la gestione delle reti elettriche, collaudi generali delle strutture, analisi dei guasti e fornitura di relè industriali. Più di recente, Birmania e Bangladesh hanno avviato sforzi per il rafforzamento della cooperazione con l’obiettivo di costruire centrali idroelettriche in Birmania per l’esportazione di elettricità verso il Bangladesh. Secondo fonti locali, l’indagine esplorativa ha identificato siti di potenziale interesse per il progetto in alcune aree in due Stati nella zona occidentale e nord-occidentale del paese. Secondo la Commissione governativa nazionale per gli investimenti, il settore dell’elettricità è stato il principale beneficiario di investimenti esteri in Birmania, con 6311 miliardi di dollari americani a fine 2007. Secondo le statistiche, al mese di aprile 2008 Birmania poteva contare su un totale di oltre 1690 megawatt di capacità di generazione installata, mentre l’energia generata si collocava a 6603 miliardi di kwh nel periodo 2007-2008, con un incremento dai 6172 miliardi di kwh del biennio 2006-2007. Grazie alle ingenti risorse idriche, Birmania ha un grande potenziale per lo sviluppo del settore idroelettrico, con la possibilità di risolvere le carenze energetiche del paese https://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=en&catid=7566c1b8e992461bb8fe2640f203de29&docid=e405913206de472988ddcb8f696e9948 Mon, 22 Sep 2008 11:34:34 GMT 54aad43aa15e472bb0d66e8709741691 Si comincia a confiscare la terra per l’oleodotto – Articolo di Khaing Su & Mungpi Mizzima – I residenti della provincia di Kyuakphya, nello Stato dell’Arakan, nella Birmania Occidentale, hanno riferito che le autorità non hanno pagato alcuna compensazione, nonostante le assicurazioni in tal senso, per i 150 acri di terra coltivabile sequestrati a Maggio. Un residente del villaggio di Malakyum ha detto a Mizzima che la terra è stata sequestrata dalle autorità con la scusa del cantiere per il Terminal petrolifero, con la promessa di ricevere sostanziosa compensazione. 2009-11-11T11:57:50.4530000+01:00 "Si chiamano danni collaterali" - Vignetta di Harn Lay (apparsa su The Irrawaddy il 4 Settembre 2009) “Le autorità ci hanno fatto firmare un accordo. L’accordo stabiliva nei dettagli le forme di compensazione che avremmo ricevuto. Ma da quel momento non c’è stata traccia di nessuna forma di compensazione” ha detto un altro abitante del posto a Mizzima. Secondo lo stesso abitante, le autorità hanno cominciato a gettare le fondamenta del Terminal sui terreni in cui gli abitanti del posto erano soliti coltivare il cocco. “Per alcuni di noi, la terra significa tutto, dal momento che non c’è altra terra da coltivare” ha continuato l’intervistato. Mentre la gente del posto potrebbe vedere la confisca della terra come un’altra pratica normale nella Birmania comandata da un regime militare, la China National Petroleum Corporation (CNPC) il 3 Novembre ha annunciato di avere iniziato nell’area i lavori di costruzione per l’oleodotto e il gasdotto. Lo Shwe Gas Movement, un gruppo di attivisti che monitora le attività di esplorazione di gas e petrolio nello Stato dell’Arakan, conferma che la CNPC è pronta a costruire un terminal per il gas e il petrolio proprio nella provincia di Kyuakphyu. La progettata doppia pipeline (gas e petrolio) verrà connessa con i Terminal. Mentre il gasdotto trasporterà il Gas dal bacino Shwe, un’area offshore di fronte allo Stato dell’Arakan, l’oledotto trasporterà il petrolio che arriverà dal Medio Oriente e dall’Africa verso la provincia cinese dello Yunnan. “Molte persone sono disperate per la loro terra confiscata ma altri sperano che l’energia arrivi anche qui e ci porti l’elettricità”, ha detto a Mizzima un funzionario governativo. Tuttavia, lo Shwe Gas Movement ha dichiarato che la CNPC ha ottenuto i diritti esclusivi per il gas prodotto dal bacino Shwe, rendendo di fatto vane le speranze degli abitanti del posto. Alla società che opera nel bacino Shwe, partecipano le coreane Daewoo e Korea Gas Corporation (KOGAS), le indiane Oil and Natural Gas Corporation (ONGC) e Gas Authority of India Limited (GAIL) e la birmana Myanmar Oil and Gas Enterprise (MOGE). Ad oggi, la provincia di Kyaukphyu riceve elettricità dalle 6 alle 9 di sera per sei giorni consecutivi. Il settimo giorno niente fornitura. Gli attivisti dicono che i Terminal e le pipeline non aiuteranno gli abitanti del posto, perché il regime ha accettato di vendere gas alla Cina per i prossimi 30 anni con un ritorno totale di 30 miliardi di dollari americani. Wong Aung, un membro dello Shwe Gas Movement, ha detto: “Il progetto non beneficerà in alcun modo la gente del posto, perché non creerà posti di lavoro. Nonostante vari abusi, le imprese tessili possono dare lavoro, ma un progetto energetico non offre niente di tutto questo” Wong Aung ha anche aggiunto che la progettata pipeline, che si stima percorrerà 900 km dentro la Birmania, porterà con sé numerose violazioni dei diritti umani. “Ci saranno ancora confische di terre, lavoro forzato, e molte altre gravi violazioni dei diritti umani a mano a mano che la Giunta prepara il terreno per la pipeline” ha aggiunto Wong Aung. Prevedendo queste terribili violazioni, il gruppo di Wong Aung insieme a parecchie altre organizzazioni ambientaliste ha inviato un appello a Hu Jintao, Presidente cinese, per fermare il progetto. (Puoi leggere l'articolo in originale su Mizzima) (10 Novembre 2009) https://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=en&catid=7566c1b8e992461bb8fe2640f203de29&docid=54aad43aa15e472bb0d66e8709741691 Wed, 11 Nov 2009 10:57:50 GMT b88e26404bdd4b0785123c71ebf9b3ba Sette nuove zone industriali speciali approvate dal governo birmano 2012-10-04T13:39:59.3530000+02:00 Le zone industriali saranno collocate Tatkon nella provincial di Naypyitaw, Yadanarbon vicino Mandalay, Hpa-an, Myawaddy e Phayathonzu nello Stato Kareno, Ponnagyun nello Stato Rakhine e a Namoum nello Stato Shan, ha annunciato il Ministero dell’industria. tale espansione porterà il numero delle zone a 25 e questo dovrebbe generale molti posti di lavoro per gli abitanti delle zone coinvolte. la Birmania ha anche altri progetti di zone economiche speciali come il progetto di Thilawa nel porto di Yangon, quella di Dawei a sud della regione di Taninthayi e a Kyaukphyu nella zona occidentale dello Stato Rakhine. a settembre è stato raggiunto un accordo tra il governo e tre grandi gruppi industriali ed economici giapponesi per promuovere il progetto della zona speciale di Thilawat. Secondo l’accordo la Japan's Mitsuibishi Corporation, la Marubeni Corporation e Sumitomo Corporation otterranno il 49% delle quote per gestire i 2,400 ettari della zona economica speciale di Thilawa e gli imprenditori birmani sotto forma di public company deterranno il 56% delle quote ha dichiarato la Camera di ommercio birmana. Il governo ha invitato altri investitori stranieri di paesi come Corea, Cina, Singapore, Thailandia e Malesia ad investire in questo progetto. Il governo sta lavorando per la costruzione delle zone industriali di Myawaddy Hpa-an in collaborazione con la Thailandia. https://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=en&catid=7566c1b8e992461bb8fe2640f203de29&docid=b88e26404bdd4b0785123c71ebf9b3ba Thu, 04 Oct 2012 11:39:59 GMT 37107956241d4d3c9c46fff94d51f0fd sei editori brmani minacciati dalla giunta 2008-09-04T15:05:54.9630000+02:00 gli editori di perlo meno sei giornali di Rangoon hanno ricevuto la visita delle autorità e sono stati avvisati di evitare contatti con i media birmani in esilio e con le organizzazioni internazionali, come in un ulteriore giro di vite sui media birmani. L'avvertimento segue l'arresto del capo reporte di The Flower News Journal, Saw Myint Than, che è stato accusato di tre reati compreso la violazione della sezione della legge sull'elettronica che proibisce i contatti con organizzazioni fuori legge. . lavoratori di una libreria espongono i giornali al mercato. .(Photo: AFP) Saw Myint Than è sstato interrogato dalla polizia la scorsa settimana dopo aver scritto di un caso di omicidio a Rangoon. I media birmani in esilio, compreso Irrawaddy hanno riferito del suo interrogatorio, durante il quale ilgiornalista è stato accusato ripetutamente di diffondere notizie infondate. Lunedì , una settimana dopo il suo interrogatorio è stato arrestato. le autorità sono andate negli uffici di per lo meno altri 6 giornali di Rangoon compreso 7 Days e The Voice, e hanno avvisato gli editori di evitare contatti con i media in esilio e con le organizzazioni della stampa internazionale. L'editore di The Irrawaddy’, Aung Zaw, ha dichiarato che Saw Myint Than non lavorava per il suo giornale. "Il regime è nervoso e fortemente preoccupato per l'anniversario delle dimostrazioni dello scorso settempre" ha dichiarato Aung Zaw ," . " sa molto bene che i bloggers e i reporters hanno avuto un ruolo importante nelle manifestazioni di settembre. per questo stanno monitorando i media molto attentamente." Aung Zaw ha condannato l'arresto di Saw Myint Than, affermando che "è una grande minaccia alla libertà di espressione in Birmania. https://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=en&catid=7566c1b8e992461bb8fe2640f203de29&docid=37107956241d4d3c9c46fff94d51f0fd Thu, 04 Sep 2008 13:05:54 GMT 8059c2df93184914b2f657dacef100f4 Sanzioni economiche mirate 2008-03-16T19:07:42.1930000+01:00 Il sistema economico birmano è strettamente controllato dalla giunta militare e tale controllo raggiunge tutti i livelli dell’economia. E’ impossibile fare affari in Birmania senza produrre profitti per il governo.L’economia è controllata da imprese statali e quelle private da militari del regime. Il governo continua a creare ministeri e organizzazioni civili sotto il suo controllo. La legge sulle imprese di proprietà statale del 1989 dà al governo il diritto di controllare almeno 12 aree chiave dei settori economici.L’esercito controlla imprese industriali, commerciali e finanziarie. Imprese private possono esportare solo previa autorizzazione dell’Union of Myanmar Economic Holding o Myanmar Agriculture Produce training, che riceve l’11% di commissione sulle transazioni. Tali imprese sono gestite dal Ministero della Difesa.La tendenza prevalente è quella di aumentare le esportazioni, soprattutto di Gas verso la Tailandia. UTILIZZO DELLE RISORSE PROVENIENTI DA INVESTIMENTI Sostegno dell’esercito. L’esercito è raddoppiato durante gli anni 90. vi è il più alto tasso di bambini soldato al mondo: 130.000 e l’esercito ha le maggiori responsabilità per il lavoro forzato., lo spostamento forzato, gli arresti arbitrari. . Corruzione: la Birmania è al 142° posto su 145 paesi. DROGA: la Birmania è IL 2° PRODUTTORE D’OPPIO ed il 1° PRODUTTORE D’ANFETAMINE SANZIONI ECONOMICHE QUADRO DELLA SITUAZIONE: LAVAGGIO DEL DENARO SPORCO. IL SETTORE ABBIGLIAMENTO è il primo settore per il lavaggio di denaro sporco. E per trasporto clandestino di droga. ( signori della droga legati alla giunta e investitori nel tessile/abbigliamento). LEGNO: Legnami scavati per nascondere droga. CINA: LA Cina ha forti legami politici ed economici.: credito per 200 milioni $ per costruzione centrale idroelettrica di Yeywa. Progetto costruzione gasdotto. 2003 un miliardo di $. Esportazioni verso la Cina 170 milioni. Tailandia: primo Ministro e Shin Satellite Public Co. Firmato accordo per 12 milioni di $ per rete telefonica in Birmania. IPSTAR satellite a banda larga per 350 milioni di $ di proprietà per il 53% del primo ministro. Malesia: Razali, nviato speciale ONU,presiede IRIS Technologies e con involto nella vendita di tecnologie per passaporto elettronico. Il 75% del redditto nazionale proviene dall'agricoltura. i lavoratori sono concentrati generalmente nella economia informale. Il salario medio è di 4/5 $ al mese e l’orario di lavoro settimanale è di circa 48 ore più altre 12/15 di straordinario medio settimanale al costo di 0,02 $ l’ora. In molti casi i lavoratori devono corrompere i militari per lavorare nelle multinazionali o possono essere assunti in quanto sono legati a membri dell’esercito. la giunta militare birmana continua a perpetrare una costante violazione dei fondamentali diritti umani e del lavoro, in spregio alle raccomandazioni e risoluzioni politiche assunte da governi e istituzioni internazionali. E questo grazie anche al fatto che sino ad oggi si sono attuate prevalentemente sanzioni di carattere politico e non economico, che permetterebbero di strangolare il potere politico ed economico su cui si regge la giunta militare birmana. Tutte le più importanti organizzazioni e istituzioni internazionali e moltissimi governi concordano con il fatto che in questi sei mesi la giunta non ha mostrato alcun segnale credibile d’apertura, che indicasse la volontà di un dialogo costruttivo con tutte le parti interessate, per l’avvio di un processo di democratizzazione del paese. Al contrario, siamo di fronte ad una costante pesantissima violazione dei diritti umani, a violenze quotidiane sulla popolazione inerme ed al diffuso utilizzo del lavoro forzato. 1) L’impostazione totalmente inaccettabile del lavoro della Convenzione nazionale per la nuova costituzione, che non prevede la partecipazione di tutti i gruppi e i partiti democratici a partire dall’NLD. la permanenza agli arresti domiciliari della leader birmana Aung San Suu Kyi, e di migliaia di prigionieri politici le conclusioni negative cui è pervenuto il Consiglio d’Amministrazione dell’OIL, la Risoluzione adottata solo pochi giorni fa dalla Commissione ONU sui diritti umani, dimostrano che è tempo di assumere forti sanzioni economiche mirate, ma efficaci. Valore scambio nei primi 4 mesi del 2004 v registra importazioni per 13 milioni d’euro ed esportato per 0,6 milioni. RICHIESTE AL GOVERNO ITALIANO POSIZIONE COMUNE E E ITALIA: il governo deve definire le necessarie azioni politiche e operative per dare seguito in Italia alla Posizione comune. Verifica delle importazioni: al fine di valutare la qualità dei rapporti economici e commerciali è necessario avviare una analisi della quantità e qualità delle importazioni, in stretta collaborazione con l’ufficio dogane; una valutazione dei flussi turistici verso la Birmania, dei rapporti economici e delle joint venture con imprese birmane. E’ inoltre necessario fare una valutazione delle possibili triangolazioni e delle contraffazioni di etichette. Infatti molti prodotti vengono rietichettati con marchi e etichette europee e esportati via Tailandia, Singapore HK, corea, Messico. Altri prodotti come il legno e i prodotti ittici surgelati sono senza etichetta. Iniziative bilaterali attraverso le Ambasciate: è importante che le reappresntanze diplomatiche svolgano una iniziativa proficua a sostegno della identificazione di azioni forti e dell’ampliamento della Posizione comune Europea: In Europa: soprattutto in Francia, Germania, Austria. In Asia : ed in particolare in India, Tailandia, Malesia, Giappone, Filippine, Vietnam per convincere questi paesi a cambiare posizione sostenendo attivamente il lavoro all’OIL e dell’ONU per un serio processo di democratizzazione e per evitare che la Presidenza ASEAN nel 2006 venga conferita alla giunta militare. Giugno Conferenza OIL: SOSTENERE il RAFFORZAMENTO delle SANZIONI ECONOMICHE e perché l’>OIL possa chiedere ai governi di: Sostenere all’OMC, la modifica dei rapporti commerciali con la Birmania e in modo da adottare le misure relative all’art XX lett. A) protezione morale pubblica e b) protezione della la vita o la salute umana e delle piante e animali d) prodotti di lavoro di prigionieri. Sostenere il rafforzamento degli uffici OIL in Birmania (contributo finanziario anche italiano) e lettera Somavia ai governi e imprenditori di interrompere gli investimenti privati con la giunta e alle istituzioni e banche regionali di fare lo stesso. Banca Asiatica di Sviluppo interrompere finanziamenti ai programmi infrastrutturali che coinvolgono la Birmania: corridoio economico 2.8 miliardi $; corridoio economico Est/ovest: 2.5 miliardi $; telecomunicazioni 137 milioni $; commercio, investimenti, competitività; aviazione civile 4 milioni $. ADB CREDITI PER 530 MILIONI A DICEMBRE 2003. OCSE : UTILIZZO LINEE GUIDA OCSE ECOSOC sostenere inclusione della questione birmania nella prossima sessione e ottenere una risoluzione , come primo passo per il Consiglio di sicurezza. Valutare richiesta di opinione consultiva alla Corte internazionale di Giustizia. Costituzione democratica: sostegno alle iniziative delle organizzazioni democratiche. (invito a Roma e seminario di lavoro riservato). Cooperazione allo sviluppo: Tsunami. birmani in Tailandia. (progetto ISCOS) necessità di finanziare un progetto per la formazione di leadership democratica. Aziende italiane: legname, tessile abbigliamento, pesca: Eni SNAM Progetti Margaritelli, Bedeschi La CISL E LA POSIZIONE COMUNE DELLA UNIONE EUROPEA La CISL ha ribadito al governo la necessità di un rafforzamento della Posizione Comune, e di un bando generalizzato degli investimenti in Birmania di tutte le imprese europee e delle loro filiali e consociate superando le omissioni presenti nella attuale Posizione Comune. In particolare: Si deve prevedere una proibizione generalizzata degli investimenti in questo paese da parte di tutte le imprese europee e delle loro consociate, come pure da parte dei cittadini europei, proibizione che si dovrebbe attuare sia ai nuovi investimenti che a quelli già in atto, prevedendo un obbligo a disinvestire. Tale divieto avrebbe dovuto essere rivolto a tutte le imprese europee in tutte le imprese di proprietà dello stato birmano. Oltre ad un obbligo generalizzato, dovevano essere incluse nell’allegato alla Posizione Comune, alcune delle più importanti imprese di proprietà statale, attualmente escluse ed in particolare il MOGE (Myanmar Oil and Gas Enterprise) che è una straordinaria risorsa economica per la giunta militare; le quattro banche di proprietà dello stato (Centrali Bank of Burma, la Myanmar Foreign Trave Bank, la Myanmar Investment and Commercial Bank e la Myanmar Economica Bank) come pure la Myanmar Timber Enterprise e l’azienda di poste e telecomunicazioni. La posizione Comune attuale inoltre permette alle imprese europee che operano ora in Birmania, di continuare ad operare, “se l’estensione è obbligatoria secondo gli accordi conclusi con le imprese di proprietà dello stato… prima della entrata in vigore della Posizione comune”. Chiediamo pertanto che tale condizione sia finalmente superata. Chiediamo inoltre una proibizione di tutte le importazioni verso l’Europa di tutte le merci o i servizi prodotti in Birmania e con particolare urgenza, la proibizione della importazione di merci prodotte da entità gestite o di proprietà dell’esercito, o ad esso legate o di proprietà di familiari e di personale militare, compreso prodotti di legname e pietre preziose, che sono gestiti da un monopolio statale. 4) Altrettanto importante è il divieto di trasferimenti finanziari internazionali e di transazioni da o verso la Birmania effettuati da cittadini, imprese o enti appartenenti alla Unione Europea. 5) Si deve inoltre garantire che armi prodotte in Europa non siano vendute in Birmania attraverso paesi terzi, come già in passato è avvenuto attraverso la Bulgaria, la Cina, l’India,m la Corea del Nord, il Pakistan, la Russia, la Serbia, Singapore, e l’Ucraina. https://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=en&catid=7566c1b8e992461bb8fe2640f203de29&docid=8059c2df93184914b2f657dacef100f4 Sun, 16 Mar 2008 18:07:42 GMT 90228f917e4a42a09445256a9e2459d9 TOTAL OIL: fuelling the oppression in Burma Il doc illustra il ruolo e le responsabilità della TOTAL in Birmania 2008-03-15T14:29:24.1930000+01:00 About the Burma Campaign UK The Burma Campaign UK (BCUK) is the only national organisation in the UK dedicated to campaigning for human rights and democracy in Burma. BCUK aims to increase pressure on the regime for reform through economic and political pressure. To increase economic pressure on the regime we discourage tourism and investment, while pushing for economic sanctions. To increase political pressure on the regime we lobby British and European government, and key international organisations such as the European Union, United Nations and others. Burma Campaign UK 28 Charles Square London N1 6HT Tel 020 7324 4710 Fax 020 7324 4717 info@burmacampaign.org.uk www.burmacampaign.org.uk Registered in England No. 3804730 Acknowledgements Many thanks to Co-operative Financial Services (CFS) for its support in the production of this report. CFS was formed in 2002 to bring The Co-operative Bank and Co-operative Insurance Society (CIS) under common leadership. CFS is one of the larger .nancial services organisations in the UK, with more than seven million customers and over £30 billion of assets. However, the report re.ects the views of the authors and responsibility for any error rests with the authors alone. February 2005 "To observe businessmen who come to Burma with the intention of enriching themselves is somewhat like watching passers-by in an orchard roughly stripping off blossoms for their fragile beauty, blind to the ugliness of despoiled branches, oblivious of the fact that by their action they are imperilling future fruitfulness and committing an injustice against the rightful owners of the trees." Aung San Suu Kyi Letters from Burma "Total has become the main supporter of the Burmese military regime." Aung San Suu Kyi Le Monde Contents An Investor’s Perspective 5 Executive Summary 6 Background on Burma 8 Business and the Dictatorship 9 TOTAL: a short pro.le TOTAL Oil in Burma: a brief history Human Rights Abuses The Lawsuits Fatal Transaction TOTAL and French foreign policy TOTAL in the United Kingdom TOTAL’s Investors The international campaign on TOTAL Who is in the coalition? Take Action! Frequently used arguments defending TOTAL Appendix Footnotes 38 37 34 33 32 32 31 30 27 24 22 13 11 10 5 An Investor’s Perspective Co-operative Financial Services (CFS) was formed in 2002 to bring The Co-operative Bank and Co-operative Insurance Society (CIS) under common leadership. CFS is one of the larger .nancial services organisations in the UK, with more than seven million customers and over £30 billion of assets. Via regular customer consultation, the bank and CIS aim to build up a picture of what matters to customers in terms of ethics and sustainability, and re.ect this in how they manage and provide products and services. The bank screens business applications against a customer driven Ethical Policy, whilst CIS engages with the companies in which it invests, and seeks to change behaviour via dialogue and a process of shareholder activism. Both the bank and CIS, via their Sustainable Procurement and Supplier Policy, seek to avoid relationships with suppliers that have a signi.cant involvement in Burma. CFS is happy to support the production of this report, and looks forward to a progressive response from TOTAL and others involved in Burma. With the support of 98% of customers, the bank’s Ethical Policy includes a commitment not to invest in regimes where there is a systematic abuse of human rights. In 2000, faced with a continuing unacceptable situation in Burma and the call for the severing of business relations by a range of organisations, governments and the Burmese democratic community, this Policy was extended to exclude businesses with operations in Burma. In line with this, the bank screens all .nance applications against this commitment and has declined to fund any business with operations in Burma. This has resulted in .nance worth millions of pounds being denied to such businesses. The bank is proud to have supported The Burma Campaign UK (BCUK) in its campaigns and has been a part of the Burma sanctions coalition for a number of years. Since 2001, CIS has called upon companies investing in Burma to justify their involvement in light of the extraordinary business risks that such activity imposes upon shareholders. Subsequently, many large businesses have withdrawn from the country; however, some remain. Companies such as TOTAL have cited a policy of constructive engagement as a justi.cation for their continued presence. However, to date, they have been unable to demonstrate how this has made a decisive impact upon the regime. TOTAL’s investors are concerned about the legal challenges faced in Europe, the outcome of the court case involving TOTAL’s business partner, Unocal, and the material contingent liabilities these may present. These could serve to undermine TOTAL’s license to operate, tarnish its reputation, and ultimately impact long-term shareholder value. CIS is also concerned about the degree to which companies such as TOTAL can in.uence the political process in favour of single company interests, e.g. with regard to the position of the French government on Burma, and the potential for this to undermine economic and social revival. In correspondence with TOTAL, CIS has questioned the degree to which the company’s current approach is commercially sustainable or meets society’s expectations in relation to corporate responsibility. CIS has asked the company to explore avenues to end its’ direct .nancing of the regime and to outline any legal and practical implications relating to this. Barry Clavin Jo Allen Ethical Policies Manager Head of Engagement Strategy 6 Executive Summary Burma is ruled by a military dictatorship renowned for both oppressing and impoverishing its people, while enriching itself and the foreign businesses that work with it. TOTAL Oil, the fourth largest oil company in the world, is in business with Burma’s dictatorship. It has been in Burma since 1992 against the wishes of Burma’s elected leaders, many of whom are being detained by the Junta. Aung San Suu Kyi, Burma’s pro-democracy leader, has said that "Total has become the main supporter of the Burmese military regime." 1 She told the French weekly Le Nouvel Observateur that "TOTAL knew what it was doing when it invested massively in Burma while others withdrew from the market for ethical reasons." She added, "the company must accept the consequences. The country will not always be governed by dictators."2 The National League for Democracy (NLD), led by Aung San Suu Kyi, won 82 percent of the seats in Burma’s 1990 election. It has called on foreign companies not to invest in Burma because of the role investment plays in perpetuating dictatorship in that country. All the major ethnic leaderships from Burma have whole-heartedly supported this position too. Therefore, the mandate from which companies are asked not to invest in Burma comes from within the country. This report gathers together much of the available evidence relating to TOTAL’s role in fuelling the oppressive dictatorship in Burma. Broadly, it covers human rights abuses associated with TOTAL’s gas pipeline, TOTAL’s .nancing of Burma’s dictatorship and TOTAL’s in.uence on French foreign policy and therefore on European Burma policy as a whole. TOTAL’s presence in Burma has consequences far beyond its 63-kilometre pipeline across Burmese territory. Its destructive in.uence goes to the heart of international policy towards one of the world’s most brutal regimes. For that reason, it is essential for all those who want change in Burma to deal with the problem of TOTAL Oil. As long as TOTAL remains in Burma, the dictatorship will be satis.ed that the chances of real pressure against it are unlikely. This report has been produced to coincide with the launch of a new international campaign calling for TOTAL’s withdrawal from Burma. The campaign comprises 29 organisations across 18 countries.3 7 The report’s .ndings: French foreign policy: One of the most signi.cant consequences of TOTAL’s presence in Burma is its in.uence on French foreign policy. In order to protect TOTAL’s interests, the French government has become an obstacle to any strengthening of the EU’s Common Position4 on Burma – particularly with regard to economic sanctions. TOTAL’s in.uence on the French government ensures an EU policy that is devoid of any serious sanction against Burma’s dictators. Financing dictatorship: TOTAL’s project provides signi.cant annual revenue to the regime. Some sources estimate as much as $450million.5 Natural gas is now Burma’s largest single source of export revenue, accounting for around 30% of export earnings in 2002/03. TOTAL’s investment in Burma has helped the regime to build its military capacity and therefore its control of the country’s population. It has therefore impeded the prospect of democratic change. Human rights abuse: TOTAL was fully aware of the dangers inherent in deploying Burmese Army troops in an area where civilian families were living. The company was equally aware of its clear civil responsibility to protect the villagers in the pipeline area from these dangers. Despite this, the company opted to employ, through MOGE (Myanmar Oil and Gas Enterprise), the services of an Army internationally renowned for its extreme and unrelenting brutality. In doing so it unleashed a terrible and lasting devastation on the communities of the region and for this, TOTAL must bear responsibility. Legal challenges: TOTAL’s pipeline partner Unocal’s decision (December 2004) to settle out of court rather than to go before a jury to defend itself against allegations of human rights abuses should worry TOTAL. A similar case has been accepted for investigation by a French court for allegations against TOTAL. In the US the evidence was strong enough to go trial, this could well prove to be the case in France too. Drugs, guns and money laundering: There are serious allegations that TOTAL’s money has been used by the regime to cover its money laundering activities through MOGE in order to purchase arms. Failure of constructive engagement: The ‘constructive engagement’ that TOTAL claims to have been carrying out in Burma over the last decade has not resulted in a single democratic reform by the regime. Bene.ts of TOTAL’s withdrawal from Burma: A withdrawal by TOTAL would end the company’s support for the regime, deter future foreign investment in Burma and open the way to a French foreign policy that no longer undermines Burma’s pro-democracy movement. Taking action! The report recommends that civil society organisations concerned with making corporations accountable for their actions join the international coalition on TOTAL. It recommends that individuals visit www.burmacampaign.org.uk or email info@burmacampaign.org.uk to request TOTAL campaign postcards and materials. Background on Burma Burma, situated between India, China, Tibet, Laos, Bangladesh and Thailand, is one of the largest countries in Southeast Asia. For the last forty-three years it has been ruled by a military dictatorship with a reputation for brutality. In 1990 the National League for Democracy (NLD) won a landslide election victory in Burma. But the result has never been honoured. The NLD, led by Nobel Peace laureate Aung San Suu Kyi, has called on foreign companies not to invest in Burma. TOTAL Oil is Burma’s largest foreign investor and one of the military dictatorship’s greatest sources of support. A new international coalition across 18 countries is calling for TOTAL’s withdrawal from Burma. This report explains why. The Problem Burma’s ruling military has an appalling record: · Rape as a weapon of war against ethnic women and children;6 · Widespread use of forced labour described by the International Labour Organisation (ILO) as a ‘crime against humanity’;7 · More than 1,350 political prisoners, many of whom are routinely tortured;8 · Between 600,000 and one million internally displaced people forced from their lands;9 · A continuous exodus of Burmese to neighbouring countries. Thailand alone absorbs an estimated million or more Burmese in search of better life opportunities; · One of the largest armies in Asia despite having no external enemies;10 · Nearly half of the regime’s budget spent on the military while only two to four percent spent on health;11 · The death of one in ten babies before their .fth birthday.12 Alain Evrard/Impact Photos 8 9 Business and the Dictatorship Though foreign trade and investment can often be of crucial importance to the people and economies of developing countries, in Burma the reverse is true. A regime responsible for the impoverishment and oppression of a whole nation survives through foreign investment, revenue from exports and illegal narcotics.13 It is clear that .fteen years of constructive engagement, whereby businesses and governments cooperated with the regime in the hope that reform would result, have been a failure. The pro-investment advocates have ignored the uncompromising nature of the regime, the connection between the military’s economic base and its political support, and the leverage that economic pressure provides the NLD in its negotiations with the military.14 One of the most worrying consequences of investment and trade with Burma is the way it has enabled the regime to expand the armed forces. In 1988 there were 200,000 personnel, there are now an estimated 400,000. The regime’s ultimate target is half a million military personnel.15 Military spending .uctuated between a third and a half of the regime’s budget during the 1990s. A country of around 50 million people has one of the largest armies in Asia, and yet has no external enemies. The high proportion of the state budget spent on the military has resulted in an allocation to education and health that ignores the needs of Burma’s people. In 2000, the World Health Organisation ranked Burma near rock bottom, 190 out of 191 countries, in health care delivery. The people of this resource-rich country are slipping further into poverty. UNICEF reports that 36 percent of children under .ve years old in Burma are moderately to severely underweight,16 while the United Nations Development Programme (UNDP) reports that one in ten babies die before their .fth birthday.17 There can be no doubt that the greatest obstacle to peace and prosperity in Burma is the military dictatorship itself. The NLD has asked the world to cut the lifelines that keep the regime alive. Like Nelson Mandela and the ANC during the Apartheid regime in South Africa, Aung San Suu Kyi and the NLD have called for economic sanctions and for foreign companies to stay away. The regime depends on foreign investment and foreign trade for a substantial part of its income. It is essential to cut those lifelines in order to force the regime to the negotiating table. As long as the regime and its associates are .nancially secure, they have no incentive to reform. When the regime .nds it dif.cult to satisfy the political constituency that supports it, it will have to consider change. The Economist Intelligence Unit (EIU) reports that total revenue from gas exports since the Yetagun and Yadana gas .elds commenced operations in 1998 has risen dramatically from zero in 1997/8 to US$921 million in 2002/03. 18 Natural gas is now Burma’s largest single source of export revenue since the Yadana and Yetagun gas .elds came online, accounting for just under 30% of export earnings in 2002/03. 19 Natural gas is now Burma’s largest single source of export revenue 10 TOTAL: a short pro.le TOTAL and French foreign policy have always been closely intertwined. TOTAL was born out of the aftermath of World War I. WWI was the .rst war fought with large-scale use of oil. Tanks, armoured vehicles, and trucks replaced cavalry on horseback, horse and carts. Oil began to replace coal as fuel for the Navy and merchant .eets. Speaking days after the end of WWI, Senator Berenger, who was in charge of France’s oil policy, described oil as "the blood of victory."20 Oil was now vital for the projection of international power. Compagnie des Pétroles (CFP) – now TOTAL – was established as France’s vehicle for securing the oil it needed to project international power. Compagnie des Pétroles (CFP) was formed in 1924 at the instigation of the French government. It was initially privately owned, although the government approved all members of its board. Its .rst oil production project was as a partner in the Iraqi Petroleum Company, which began producing crude oil near Kirkuk in 1927. Following a parliamentary review in 1928, it was decided further steps had to be taken to ensure CFP prioritised French interests. Many foreign shareholders were forced out of the company and the state took 25 percent ownership. Following these reforms, one French political deputy described CFP as being ready to become "the industrial arm of government action."21 War again spurred the creation of another constituent part of TOTAL, this time Elf. In the aftermath of World War II, French president Charles de Gaulle decreed that French oil production should be equal to that of France’s oil consumption. CFP was already over-stretched in the Middle-East, so two new bodies were set up, the Bureau de Recherches Pétroliers (BRP), and Régie Autonome des Pétroles (RAP). Their mission was to .nd oil away from the Middle East, preferably within the French empire. They were very successful, securing major oil reserves in Algeria. BRP and RAP were merged in 1965, and later became Elf. The TOTAL brand name was launched in 1954 as the marketing name used for its petrol stations. In 1985 CFP changed its name to Total CFP, and in 1991 the company dropped CFP from its name. In 1999 TOTAL merged with Petro.na to become Total.na, and a year later Total.na and Elf merged to become TotalFinaElf. In 2003 the company reverted to being called simply TOTAL. In 2003, TOTAL was at the centre of France’s largest-ever corporate corruption scandal. Thirty-seven defendants were put on trial for illegally siphoning 350 million euros (£245m) from Elf in illegal kickbacks. Based on a seven-year investigation by the French authorities, the trial exposed that in the early 1990s Elf had been paying millions to French political parties to buy their support. Bribes were paid to smooth Elf’s operations around the world, ranging from £10 million to the president of Gabon, right through to £3.2 million to the ex-wife of Elf’s former Chairman to buy her silence about the widespread corruption. Bribes were paid to several other African leaders, and business and political .gures around the world. TOTAL today TOTAL is now the world’s fourth-largest oil and gas company, ranking only behind Exxon, BP and Shell. TOTAL operates in more than 130 countries and has over 110,000 employees. In 2003 Total reported net income (pro.t) of £4.8 billion (7billion euros). Its chemicals division is also one of the world’s largest chemical companies, with reported sales of 17.3 billion euros in 2003.22 TOTAL operates a network of almost 16,000 service stations worldwide. Its exploration and production division has activities in 43 countries with production in 27 of these countries. It is the largest oil re.ner in Europe, selling 3.7 million barrels of petroleum products per day.23 The company has around 540,000 shareholders. 36% in France, 41% in the rest of Europe, 21% in the USA, and 2% in the rest of the world.24 Total is the largest company in France, with a market capitalisation of £69bn (100bn euros).25 Française Française 11 TOTAL Oil in Burma: a brief history In 1988, Burma’s regime launched a bid for tenders for the development of the Burmese gas .elds. On July 9, 1992, TOTAL signed a contract for shared production with the State Company, MOGE (Myanmar Oil and Gas Enterprise) to exploit and develop the Yadana .eld in the Gulf of Martaban. At .rst the holder of all the shares in the project, TOTAL then ceded some of them to various partners – in 1993 to American company, Unocal (28.26 % of the shares), in 1995 to the Thai company PTT-EP (Petroleum Authority of Thailand exploration and production public Co. Ltd. 25.5%), and then in 1997 to MOGE (15%), maintaining 31.24% of the shares as operator of the project. After tests revealed the presence of signi.cant gas reserves, the consortium signed a thirty-year take-or-pay sales contract with the Petroleum Authority of Thailand (PTT) in 1995. This meant that PTT were committed contractually to paying for Yadana gas even if they later found themselves unable to take it. The gas was contracted to be sold on to EGAT (the Electricity Generating Authority of Thailand). A pipeline crossing the Tenasserim region of Burma for a distance of 63 kilometers (about 40 miles) was built in order to carry the gas to Thailand. A separate company, the Moattama Gas Transportation Company (MGTC) - owned in the same proportionate amounts by Total, Unocal PTT-EP and MOGE - built both this and the 346-kilometre sub-sea pipeline bringing the gas from the offshore platform to land. 12 Today TOTAL’s project provides signi.cant annual revenue to the regime. Some sources estimate as much as $450million annually.26 Whilst TOTAL claims that the Yadana project provides it with less than 1% of its own overall pro.ts, although this is hard to verify due to lack of transparency, it is clear that the company is one of the regime’s main pillars of .nancial support. The TOTAL pipeline has been closely associated with serious human rights abuses - including forced labour, forced relocation, forced portering (carrying of munitions), beatings, torture, rape and the use of civilians as human mine sweepers.27 The revenue from the pipeline has also been associated with weapons purchases by the military. In particular, the acquisition of Russian MIG .ghter planes and helicopters. Despite this, TOTAL maintains it plays a positive role in Burma – making the case for constructive engagement with the regime and attempting to spotlight its humanitarian work in the area of the pipeline. The company claims to have ‘concern’ for the plight of Aung San Suu Kyi and the national reconciliation process in Burma. TOTAL is, however, contractually bound not to engage in any "political activities" judged unsuitable by the military authorities: "The Contract shall be terminated in its entirety by MOGE if irrefutable evidence is brought that (TOTAL) is involved willingly with political activities detrimental to the Government of the Union of Myanmar." 28 The Oil and Gas Journal in April 2003 indicated that the TOTAL-led consortium is now also involved in a further project in Burma. The consortium has been working on the development of Sein and Badamyar .elds in the Gulf of Martaban adjacent to the Yadana .eld and will be drilling wells at Sein and Badamyar over the next 4-5 years. The $40 million cost of developing Sein .eld is said to include a platform and an inter-.eld pipeline. 29 TOTAL’s presence in Burma continues to in.uence French foreign policy, which in turn has affected the foreign policy of the EU as a whole towards Burma. The effect has been a weaker EU Common Position towards Burma’s military dictatorship. It is likely that the French government will block UN Security Council and EU action on Burma for as long as TOTAL remains in the country. TOTAL Oil in Burma: a brief history (continued) One of TOTAL’s gas rigs in Burma. The TOTAL pipeline has been closely associated with serious human rights abuses - including forced labour, torture and rape 13 Human Rights Abuses Securing the pipeline After the oil companies signed contracts with Burma’s military in the early 1990s, life changed dramatically for the people inhabiting what’s become known as the pipeline region. In 1991, to ‘secure’ the area for TOTAL and other foreign oil companies, the entire pipeline region was militarized; thousands of troops renowned for their extreme brutality were drafted into an area where the civilian families of farmers, plantation workers and .shing communities were living. In all, at least 16 battalions have either been stationed in the area or patrolled the pipeline corridor at one time or another since 1991. 30 TOTAL and other oil companies active in the pipeline region have long denied any contractual arrangement with the Burmese military to provide security for their projects. TOTAL’s own website makes this plain: "TOTAL has…never had a contractual relationship, either direct or indirect, with the Army, and has not provided it with .nancial or logistical support. Neither MGTC (Moattama Gas Transportation Company - responsible for piping gas from the offshore Yadana production platform to the Thai border) nor its operator, TOTAL, has ever had any authority over the Army or given it instructions."31 Other reports, however, dramatically contradict this, suggesting that not only was security identi.ed as a key concern by the Yadana consortium, but that it made requests and payment for security services to partner MOGE, who then deployed the Burmese Army. The Production Sharing Contract (PSC) between TOTAL and MOGE signed on July 9, 1992 makes direct reference to the security issue. Under "Rights And Obligations of MOGE and Contractor" it reads: "MOGE shall: assist and expedite (TOTAL’s) execution of the Work Programme by providing at cost…security protection and rights of way and easements as may be requested by (TOTAL)." 32 It is made explicit (in the PSC contract) that security personnel were to be "made available from resources under MOGE’s control"33 – i.e. the Burmese Army. A US Department of State unclassi.ed cable, obtained by the Thailand-based organisation Earthrights International (ERI), details a 1995 meeting between US Embassy personnel and Unocal’s Manager for Special Projects, Joel Robinson. In this meeting, Robinson states that Unocal and TOTAL did hire and pay the Army for pipeline security through MOGE. He also admits that the companies not only directed military activities in the region but also gave the Army responsibility for building helipads for the project. Photo: EarthRights International Workers lay the Yadana Gas Pipeline through the Tenasserim region in Burma 14 Robinson states that TOTAL/Unocal foreign staff were not permitted access to these helipad sites until after they were completed, indicating that no monitoring of the Army’s labour practices can have been carried out in this instance. As improbable as it might seem that a foreign company would entrust the Burmese military regime with such responsibilities, given its long and well-known practices of forced labour, forced portering and violence, it appears that this is exactly what happened. "He stated forthrightly that the companies have hired the Burmese military to provide security for the project and pay for this through the Myanmar Oil and Gas Enterprise (MOGE)." 34 US Embassy Cable "It would hardly be surprising for the Burmese military to have access to the company’s aerial photos, precision surveys, and topography maps since TOTAL and Unocal used these to show the military where they need helipads built and facilities secured." 35 US Embassy Cable A letter to Unocal dated 1st February 1996 (uncovered by the American Unocal lawsuit) written by TOTAL’s Business Development Manager, Hervé Chagnoux, also appears to con.rm that the companies did employ the Army as security for their project and further suggests that TOTAL accepted that accusations of forced labour by the troops could not simply be dismissed: "As far as forced labour used by the soldiers in charge of security on our gas pipeline project is concerned, we must admit between ourselves, TOTAL and Unocal, that we’re probably in a grey area."36 Other statements from TOTAL and its partners, and from soldiers employed to work on the Yadana project, further suggest that security was provided by the Army for the bene.t of the Consortium. Some statements make clear that the companies knew only too well what the consequences of this security arrangement were likely to be: "Military presence in the region was reinforced to ensure protection of the area." 37 Mr. Thierry Desmarest, TOTAL CEO "Obviously the government has told us they will make the area safe." 38 Herve Madeo, TOTAL, Director Total Myanmar Exploration Production 1992-1999 "Unless the area is paci.ed, the pipeline won’t last for its thirty-year duration." 39 TOTAL Executive "All indirect aid to the army will have to go through MOGE." 40 Yetagun project impact assessment, 1996 "The strategic commander told us we had to take security of the gas pipeline in June 1993. He said we had to make sure the whole area was safe from the rebel group because the foreigners are going to come into this area and start to survey the pipeline very soon." 41 Soldier providing security for the pipeline "[An] immediate issue for the project is the fact that military security will … have to be increased or relocated to enable the pipeline to be built. There is a potential for any continuation of the past harsh policies of the army to be blamed on companies involved… It is impossible to provide guarantees…It needs to be recognized that the local people have been and probably will continue to be subject to heavy levies of money and food from the military." 42 Yetagun project impact assessment, 1996 Human Rights Abuses (continued) 15 What is certain is that security was prioritized for the viability and success of the project by the companies involved. Equally certain is that TOTAL was fully aware of the implications for local people of importing a heavy military presence into the area. Again, their own website con.rms this: "TOTAL was well aware that the Army’s presence in the region could have negative consequences for villages in the area. 43 Although the heightened Army presence provided some reassurance for the construction team as far as security was concerned, it was aware of the burden that the troops’ presence might put on the villages near the pipeline." 44 Given the company’s knowledge of the consequences of militarisation, the evidence that TOTAL/Unocal made requests and payments to MOGE for security provided, and the fact that the company itself stresses in its own materials the need to ensure "that the security measures implemented do not negatively impact the local population"it is clear that TOTAL must bear responsibility for the terrible consequences of militarisation for the people of the pipeline region in Burma. The consequences of militarisation As a direct consequence of the militarisation of the pipeline region, countless human rights violations against the local population have occurred over the years. First hand testimony from victims, witnesses and Army defectors from the area testify to a litany of abuses including forced labour, forced relocation, torture and rape carried out by pipeline security troops - some of which have become known to local communities as the ‘TOTAL battalions’ (Light Infantry brigades 273 and 282 who set up barracks around 1995-1996). Forced Labour The accusation that the Yadana project has bene.ted from the heavy use of forced labour by Burmese citizens, including children, the elderly, and the in.rm, is well-documented. There are countless reports that Burmese soldiers in the pipeline region conscripted thousands of civilians to perform forced labour for the bene.t of the pipeline. As onshore work commenced, the military directed the construction of service roads and helipads, as well as their own camps and barracks, through the use of forced labour. Typically the Army called on village heads to send forced labourers on a rotational basis. Each group coming for one to two weeks leaving only when a replacement group arrived. Hundreds of acres of land were cleared, bamboo and trees cut down, stumps dug out and ground levelled. Villagers dug wells and trenches, built fences, cut thatch and made posts and boards to build barracks. Villagers had to supply their own shelter in which to sleep during conscription and their own food and water. They worked through the heat of the day under threat of punishment and ill treatment. Testimonials from villagers paint a grim picture: "They did not give us any food… they even did not allow us to make huts for ourselves. Most of us used plastic sheets or sacks for our beds so many got malaria, colds and coughs…We had about 10 people who were 60 to 70 years old…if you had headache, coughing, cold and a little fever they did not let us take a rest." 46 Villager from the pipeline region "For three weeks we had to dig the mound with only seven people… At that time we were beaten by soldiers…(Because the soldiers thought we were not working, they) called all of us and punished us… They asked us to jump like frogs." 47 Villager from the pipeline region "They kicked us when we did not have enough strength to take out the stumps. At that time I wanted to take revenge against them in my heart, but I dared not." 48 Villager from the pipeline region 45, 16 "The mountain (on Heinze Island) that we had to carry sand up had 345 steps. When we were carrying the sand I saw a teenager from Paung Htaw village take a break to eat during the work, and he was beaten four times." 49 Villager from the pipeline region Forced labour also included the widespread practice of forced ‘portering’, by which villagers were forced not only to carry heavy loads - arms and supplies for soldiers patrolling the pipeline route - but also in extreme cases to act as human minesweepers: "In 2001, I had to go porter about ten times. Most of the portering we did was for battalion 282 and battalion 273. They are patrolling for pipeline security, and we had to carry their food and supplies whenever they needed us." 50 Villager from the pipeline region "When he came [home], he had lost his left eye, and his arms and legs were wounded and swollen. His back was bruised and swollen severely. I saw the scar from the rope on both of his arms and legs." 51 Villager from the pipeline region "Before our village was relocated, the soldiers killed many villagers in my village. Even though they were civilians, the soldiers did not trust them, so they were killed. One person from every house had to go to clear mines. The villagers had to go all over the place to .nd out whether the land mines were set up or not. We were very frightened of the land mines." 52 Villager from the pipeline region "When we were patrolling for the safety of the pipeline, we always used the villagers as porters. Even in one company, we separated into many groups to split up all over the area that we had to take responsibility for securing the project. Therefore we needed the villagers to porter. Each separate group took six or seven porters." 53 Soldier providing security for the pipeline "When I saw the porters working very hard, and they were yelled at by the sergeants I wondered, ‘why didn’t the foreigners use equipment or vehicles to make their heliports, so the civilians and the soldiers would not be tired or suffer from that?’" 54 Soldier providing security for the pipeline That TOTAL was aware of forced labour in the vicinity of the pipeline is absolutely clear. However, the company has consistently played down both the frequency of occurrence and the link with their project: "Certain incidents" they grudgingly admit on their website "may have escaped TOTAL’s attention in the very early phases of the project." 55 Human Rights Abuses (continued) Photo: EarthRights International A villager who was forced to become a porter for the Burmese military regime. After being injured, he managed to escape but did not dare return home for fear of being punished, kidnapped or killed 17 "I know that in the early days of the execution of this project, military units in the area of the project were using conscripted labor." 56 John Imle, former President of Unocal "What I know is that in the very early stages of the project, in the very .rst months, we learnt about the use of forced labor by the army… and we decided voluntarily to pay the people who had been conscripted." 57 Michel Viallard, head of TOTAL Myanmar "Military housing and local infrastructure is provided by underpaid or unpaid labour. The harsh conditions of those carrying out such labour – including young children – and the testimony of local people who will go to extremes to avoid it, belie the government claim that such work is voluntary." 58 Yetagun project impact assessment, 1996 However, a French parliamentary mission in 1999 investigating evidence of abuse in the pipeline region points to TOTAL’s integral role in fostering the use of forced labour and other abuses: "the link between the military presence, the acts of violence against the populations and the forced labour is established as a fact. TOTAL had to be aware of that." 59 United States courts have also registered suf.cient evidence to show that forced labour and other abuses occurred in the construction of the Yadana pipeline. According to the 2000 District Court opinion in Doe v. Unocal Corp: "Unocal knew that the military had a record of committing human rights abuses; that the project hired the military to provide security for the Project; that the military, while forcing villagers to work and relocate, committed numerous acts of violence; and that Unocal knew or should have known that the military did commit, was committing, and would continue to commit these tortuous acts." 60 Forced Relocation As a key part of the effort to secure the pipeline region for TOTAL and other oil companies, villages had to be moved. Through early 1993 Karen communities that lay east of the Ye-Tavoy road were particularly targeted for relocation to create a secure corridor for the pipelines. Karen villages 15 to 20 miles both north and south of the pipeline routes were forced to move to the Ye-Tavoy road – closer to military outposts – to create a labour pool and eliminate threats from armed ethnic groups. This relocation area became the pipeline corridor and the timing of the relocations coincided with the negotiation of the pipeline deals and an attack on Nat-E-Taung in late 1991. The pattern of relocations further suggests that the impending pipelines were related directly to the relocations and gave the regime further pretext to control the population in this particular area. 61 Bullets enclosed with written relocation orders were sometimes sent to village heads as a stark symbol of what would happen to those who refused to leave. Villagers were not compensated for their losses. The relocations and evictions devastated communities. Those who did not .ee to Thailand or escape into the jungle have since endured routine and systematic forced labour and a life de.ned by fear. The companies active in the pipeline region have consistently denied that any relocations took place for the bene.t of their projects. Reports from villagers consistently contradict this denial. The US Department of Labour reported in 1998 that "in preparation for clearing the pipeline route …on a recent visit to the pipeline (a US Embassy) of.cer was told by villagers that relocations did occur."62 The Electricity Generating Authority of Thailand (EGAT), the major purchaser of Yadana gas, has also publicly acknowledged that people were relocated to facilitate pipeline construction. A half-page advertisement in the Bangkok post on April 17, 1995, paid for by EGAT, unequivocally con.rms this: "The Myanmar government aims to complete its part of the gas pipeline system by 1996. The pipeline will pass through Karen villages in Laydoozoo district, Mergui-Tavoy province and in Mon villages, Ye-Tawai province. Myanmar has recently cleared the way by relocating a total of 11 Karen villages that would otherwise obstruct the passage of the gas resource development project." 63 18 Further abuses In addition to rampant forced labour and relocations, abuses such as extrajudicial killings, torture, rape and extortion by pipeline security forces dramatically increased after the Yadana Project began. Documentation of human rights abuses in the pipeline region has been rigorous. Since 1995, EarthRights International (ERI) .eld staff have collected .rst hand testimonies from several hundred victims, witnesses and Army defectors interviewed from the pipeline corridor. The testimony of villagers who have encountered pipeline security forces and from soldiers themselves is compelling: "[O]n the way back from the video shop, four men wearing uniforms grabbed [a woman] and took her to the side of the road. And these four men covered her face with clothes and stripped her and rapidly raped her one by one." 64 Villager from the pipeline region "They killed my brother.... He had seven children. He was 28 years old. He also owned land and was a farmer. He was not rich or poor, just average.... [The military] ordered him to come, but he did not know why. They told him to come with the village headman, and two others. At that time, my husband and I were on the farm. And we heard the sound of automatic gun.re.... He was a normal villager, just working very hard for his family." 65 Villager from the pipeline region Amnesty International released a report in June 2001 documenting serious human rights abuses committed by at least two Light Infantry Battalions (LIBs) who have regularly provided pipeline security (LIB 273 and 282) and are known locally as the ‘TOTAL battalions’. Amnesty reports the testimony of one villager abused by ten soldiers from LIB 273: "I was tied with a rope…beaten on my back, hit with a ri.e butt and cane stick…I was forced to lie on my stomach while they put two wooden rods on my back while a soldier stood on each side of the rods. They dug a hole and put me in it… I was kept under the hot sun all day." 66 Inadequate safeguards Despite openly recognizing the likely consequences of militarisation, TOTAL continues to deny responsibility for any of the abuses that have occurred as a consequence of the Yadana project. The company claims instead that it has made all efforts possible to prevent abuses occurring, and lobbied the Army to prevent forced labour being used in the pipeline region. They say they did this through Village Communication Committees which were set up, according to the company’s website, so TOTAL could "stay constantly and directly informed of the situation in the .eld so that it could respond very quickly if an incident occurred." 67 "Since .eldwork commenced in 1994", TOTAL maintains, "(it) has always monitored the Army’s actions very closely to prevent forced labor." 68 In fact, TOTAL actually claims that far from its presence proving damaging to the communities of the region "(its) actions protected the villagers from the risks associated with a temporarily heightened military presence." 69 In this regard, it’s worth referring to a photograph displayed on page 17 of a TOTAL brochure – The Yadana Gas Development, published in November 1995. This photo clearly shows members of one of TOTAL’s Village Communication Committees (VCC) standing outside an of.ce. The of.ce belongs to the Union Solidarity Development Association (USDA) – a pro-government militia/political group who provide a civilian front for the regime. USDA were responsible for the brutal attack/assassination attempt on Aung San Suu Kyi and her supporters in May 2003. Senior General Than Shwe is USDA President and members of his family are heavily involved in the organisation. Human Rights Abuses (continued) 19 This photograph was either taken in error – in that the USDA signboard and of.ce formed an unintentional backdrop to the photo. Or TOTAL had – in this instance – used USDA personnel as a conduit through which villagers were supposed to pass information concerning the use of forced labour. Either way, the photograph is extremely worrying. USDA clearly had a major presence within this village. If the VCC was based anywhere in the vicinity of this USDA of.ce or its staff, doubt has to be cast on this Committee’s ability to provide a safe channel of communication for villagers. That the photograph was published and distributed widely by TOTAL (and Unocal) in various publications is more worrying still; indicating as it does either complete ignorance of who and what USDA were (giving strength to the proposition that USDA formed the foundations of this VCC) or conscious disregard. If TOTAL intended to make use of the USDA network in this village (whether in ignorance or full knowledge of who and what USDA represented), then this was a grave error on the company’s part for which it must be held accountable. If the choice was made in full knowledge, then it was TOTAL’s clear intention to ensure no incidents of abuses in this area were reported. If carried out in ignorance, then the company was negligent in its duty to protect the people in this area of operation. Either way, far from protecting villagers from the excesses of the Army in this village, TOTAL will have achieved no more than forti.cation of the regime’s informer network; guaranteeing that reports of abuses were not passed on. This incident renders highly questionable TOTAL’s claims of effective monitoring of the Army’s actions in the pipeline region. A hasty, and otherwise utterly unnecessary, re-print by TOTAL of The Yadana Gas Development brochure took place in July 1996. Having compared the two documents carefully, the only amendment to the original document, of any substance whatsoever, is the replacement of the USDA photograph with an innocuous one. Clearly, TOTAL realised their error and attempted, belatedly, to cover it up. Compensation TOTAL has actually taken some action to compensate victims of forced labour in the pipeline region: "When cases of forced labor were brought to light", TOTAL explain on their website "(TOTAL) provided assistance to the victims or their families, in the form of cash or other contributions, and made sure that the money was received by the intended bene.ciary." 70 "When a case of forced labour is brought to our attention, we make every effort to offer compensation." 71 Jean-Pierre Cordier, President of TOTALFinaElf’s Ethics Committee Despite this, the company still pointedly refuses to admit any responsibility for these abuses: "MGTC, which was building the pipeline, provided victims of forced labor whose cases were reported by the villages, with support in kind or in cash, calculated as if the people concerned had been employed, not conscripted. The same process was applied when equipment such as boats or buffalo carts were requisitioned. These humanitarian gestures were not compensation, since neither TOTAL nor MGTC was even indirectly the cause or bene.ciary of the forced labor." TOTAL Oil website 20 The French parliamentary mission investigating abuses in the pipeline region in 1999, however, has judged otherwise, .nding that the partnership - the absolute interdependence of the companies and the military - rendered corporate attempts at separation and line-drawing arbitrary and misleading. Their investigation concluded that this security relationship was the fundamental cause of human rights abuses in the region. "It seems arti.cial to separate the construction of the pipeline… from the measures taken by the Burmese regime to ensure its safety… These security measures were what generated forced labor and population displacements in the area." 72 French Parliamentary Mission "The mission considers that TOTAL and Unocal did not deliberately use forced labor for the construction of the pipeline but indirectly bene.ted from it due to the militarisation of the area. For this reason, the delegation is not in favor of TOTAL’s establishment in Burma... The presence of the world’s 4th biggest oil company in Burma is currently damaging to France’s image as well as to the company worldwide." 73 French Parliamentary Mission Culpability According to the 1992 TOTAL-MOGE Production Sharing Contract (PSC), Total contracted MOGE to "assist and expedite (its) execution of the Work Programme by providing at cost…security protection and rights of way and easements as may be requested by (TOTAL)." 74 For this purpose MOGE, being a creature of the military dictators, secured the services of the Burmese Army – with what proved to be devastating consequences for the people of the region. TOTAL had to have known that the security protection it requested - provided to them at cost by MOGE – would come in the form of the Burmese Army. Denials of any direct or indirect contract with the Burmese Army are meaningless when it is irrefutable that TOTAL contracted MOGE to provide them security, and when it is made explicit (in the PSC contract) that security personnel were to be "made available from resources under MOGE’s control."75 There was only one organisation which could have ful.lled the contractual obligations, namely the Burmese Army. There can be no doubt either that TOTAL was fully aware of the Army’s reputation for brutality when they contracted MOGE to provide security. The wealth of information and human rights reports, dating back into the 1980s and detailing explicit atrocities routinely carried out by the Army, stand as testament that TOTAL knew the nature of the beast that would be providing the security. An Amnesty report, for example, released in August 1991 provides evidence that in 1991 the Burmese Army were "continu(ing) to seize arbitrarily, ill-treat and extrajudicially execute members of ethnic and religious minorities in rural areas of the country."76 The report refers to the "Army’s de facto power to detain arbitrarily, torture or ill-treat and even kill people in its custody with impunity."77 TOTAL has frequently sought to de.ect blame and responsibility for abuses occurring in the pipeline region by arguing that: "it did everything possible to avoid abuses by the military" 78 and that it "always monitored the Army’s actions very closely to prevent forced labor." 79 "Aware of the risk that the Army might requisition villagers for forced labor, we provided effective protection for inhabitants… TOTAL made it very clear to government of.cials that forced labor was unacceptable and ensured that the Army did not resort to this practice in the pipeline region."80 One of its key "imperatives" the company stresses when operating in "challenging areas" like Burma has always been to ensure that "security measures implemented do not negatively impact the local population." 81 Human Rights Abuses (continued) The presence of the world’s 4th biggest oil company in Burma is currently damaging to France’s image as well as to the company worldwide 21 In more recent years, TOTAL has admitted that it was "well aware that the Army’s presence in the region could have negative consequences for villages",82 and that some "incidents" of forced labour and other abuses would be "inevitable in this fairly challenging political and cultural environment."83 Contradicting its claims of having "ensured" a forced labour free pipeline region, TOTAL has acknowledged that "victims of forced labor"84 did exist in the pipeline region, and that its "teams knew immediately what was happening in the .eld and were able to intercede in cases of abuse."85 In a letter written by TOTAL’s Business Development Manager, Hervé Chagnoux, to UNOCAL on February 1, 1996 the company acknowledges that: "as far as forced labour used by the soldiers in charge of security on our gas pipeline project is concerned, we must admit… we’re probably in a grey area."86 In 2003, TOTAL grudgingly admitted "Certain incidents may have escaped TOTAL’s attention in the very early phases of the project." 87 Some eleven years after some of these acknowledged incidents took place, one might have expected some greater admission of responsibility and willingness to recompense from a company of TOTAL’s standing. Recorded payments though, made by TOTAL to villagers it acknowledges as having been forcibly hired by the Army in 95/96, and on other occasions since that time, do not, the company stresses, constitute compensation but merely "assistance" as TOTAL "was neither the cause nor bene.ciary of the forced labor."88 There is a vast wealth of evidence that human rights abuses occurred on a massive scale at the hands of the battalions drafted in to provide security for TOTAL’s pipeline. One of the world’s largest and most in.uential oil companies; in direct partnership with the Burmese state; with access "at all appropriate levels" 89 to the military authorities (which in the case of a military dictatorship, means the Head of State), failed absolutely in its civil duty to protect the people of the pipeline region from abuse. Whilst TOTAL may suggest that some villages, where its Programme staff had a presence, escaped the worst excesses of a marauding Burmese Army, villagers in the broader vicinity of the pipeline certainly did not. Proud claims by TOTAL of its "careful monitoring"90 appear disingenuous, once it’s understood that such monitoring as there was, was selective, limited and restricted. The monitoring has been restricted to a selected number of villages "near the pipeline"91 which fall within what TOTAL chooses to identify as its zone of responsibility. For TOTAL, the "pipeline region" seems almost to be de.ned as that area immediately under the pipe. TOTAL was fully aware of the dangers inherent in deploying Burmese Army troops in an area where civilian families were living. The company was equally aware of its clear civil responsibility to protect the villagers in the pipeline area from these dangers. Despite this, the company opted to employ, through MOGE, the services of an Army internationally renowned for its extreme and unrelenting brutality. In doing so it unleashed a terrible and lasting devastation on the communities of the region and for this, TOTAL must bear responsibility. Domestic pipeline A domestic pipeline built and operated by MOGE and carrying gas from the Yadana .eld - from Kanbauk to MyaingKalay - is currently also proving a heavy burden on the people of the region. The pipeline supplies gas to a new cement factory in MyaingKalay. A litany of recent human rights violations associated with this development project have been reported. Although the pipeline itself is not operated by the Yadana consortium, the consortium is bene.ting and generating revenue through use of the regime’s infrastructure – infrastructure blatantly built using forced labour. "Over the past year, our villagers have had to do many forms of forced labour for the soldiers. We’ve had to build the military outpost, porter for the soldiers, construct the railway, and dig the route for the Kanbauk-Myi Ka Lay gas pipeline. Currently we are forced to porter, maintain the Kanbauk-Myi Ka Lay gas pipeline, serve as people militia, build the roads and bridges, and sometime clean bushes around the military camp and pagoda." 92 Villager on the Kanbauk-MyaingKalay pipeline 22 The Lawsuits Human rights abuses associated with TOTAL’s Yadana pipeline are currently being examined in unprecedented legal cases. There were four lawsuits related to the Yadana pipeline consortium members until December 2004; two against TOTAL (in France and Belgium) and two against Unocal (in the US at both state and federal court level). However, in December 2004, Unocal decided to settle out of court with plaintiffs who had suffered human rights abuses in the 1990s. Various commentators consider that Unocal’s decision to settle out of court was in order to avoid facing trial. It is thought that Unocal must have concluded that there was a high risk that the court would decide against it. The TOTAL Case in France In August 2002, Burmese citizens brought a judicial action before French courts for acts constituting the crime of ‘illegal con.nement’. The case is against Thierry Desmarest, President Director General of TOTAL, and Mr. Hervé Madeo. Mr Desmarest was in charge of the Yadana project when acts of forced labour occurred, and Mr Madeo was Director of the On-Site Operator, TOTAL Myanmar Exploration Production (TMEP), from 1992 to 1999. It is the .rst time TOTAL, the fourth largest oil company in the world, has faced a formal complaint about its Burma operation in its home country.93 The complaint has been brought by two Burmese who were forced to work on the pipeline construction site begun by TOTAL in 1994. One of them was 13 at the time of the events, in 1995-96.94 The plaintiffs explain in their testimony the circumstances in which they were forced to evacuate their villages and live in the jungle, on the pipeline construction site, and then to work there. They describe the behaviour of the Burmese Army battalions in the .eld, nicknamed by these workers as the ‘TOTAL battalions’. They describe how death threats and physical and verbal violence by the military resulted in a climate of fear. And also how they were deprived of food and medical care, which constitutes aggravating circumstance in the crime of illegal detention. The plaintiffs maintain that ‘foreigners’, that is, TOTAL executives, were present at the site, and therefore could not be unaware of what was going on.95 There are several charges against the executives of TOTAL and its local subsidiary: recruiting and paying battalions of the Burmese Army, promoting a situation of forced labour on the construction site with full knowledge of the facts, and continuing to do so despite the repeated criticism of widespread forced labour in Burma by bodies such as the International Labour Organisation. In October 2002, a French examining magistrate began investigating possible charges of illegal con.nement during the building of the gas pipeline in Burma. The complaint speci.cally named the oil giant’s chief executive, Thierry Desmarest, and the former head of TOTAL’s operations in Burma, Hervé Madeo but the Prosecutor’s of.ce has not yet decided who should be answerable to the allegations. The .rst witnesses have been heard and eight new victims have subsequently joined the proceedings. In October 2003, the operations director of the project, and one of the named defendants, was heard by the instructing judge. This was the .rst time that a representative from TOTAL had been called to provide an explanation in this matter before French justice. In May 2004, an important step was taken when Sherpa, a French non-governmental organisation, organised the trip to France of a witness and a plaintiff involved in the case. These two Burmese refugees in Thailand then had, for the .rst time, the opportunity to con.rm before the examining judge their previous statements. On January 11th 2005, the court in Nanterre presided over by a panel of three judges, decided that on the initial instruction of the investigating judge, the case should proceed. 23 The TOTAL Case in Belgium TOTAL is also facing prosecution in Belgium. A civil action for crimes against humanity and complicity in crimes against humanity was lodged in April 2002 by four Burmese plaintiffs, each a former victim of human rights abuses. Torture suffered by the plaintiffs includes cigarette burns, ‘the iron road’ (having a steel bar rolled up and down the shins until the skin and .esh is torn off), and blows to the head leading to damage to the optical nerve. The plaintiffs accuse TOTAL, Thierry Desmarest and Hervé Madeo of complicity in crimes against humanity. They want to demonstrate that TOTAL provided moral and .nancial support to Burma’s ruling military, in full knowledge of the consequences of this support with respect to massive human rights violations by the regime. They speci.cally claim that TOTAL and its managers provided logistical and .nancial support to Burmese battalions in the area of TOTAL’s gas project, and that these battalions were known as ‘TOTAL Battalions’. They also accuse TOTAL of knowing about the systematic and generalised use of forced labour by its Burmese partners related to the pipeline, and allege that TOTAL’s internal mail and documents prove this knowledge. The plaintiffs also argue that TOTAL’s provision of ‘compensation’ to 463 victims of forced labour in 1996 is evidence of its knowledge of the practice at the time.96 The only precedent with regard to crimes against humanity, judged by the Belgian courts applying the Law of universal competence (which allows cases against non-Belgian citizens for particular crimes even if committed outside of Belgium), is the case of the four Rwandan citizens from Butare. They were found guilty of crimes against humanity and given sentences between 12 – 20 years imprisonment. Unocal pays to avoid trial Unocal, a US oil company and consortium partner of TOTAL’s, has been facing similar charges to TOTAL – for human rights abuses connected with the Yadana pipeline in Burma. The original lawsuit was brought on behalf of .fteen Burmese villagers who were victims of human rights abuses in the pipeline area. In Doe v. Unocal, the story of one plaintiff illustrates the tragic consequences of Burmese ‘security’ in the pipeline area: In December 1994, Jane Doe I, a young Burmese mother whose identity must remain secret for her own safety, was cooking by a .re in her village while holding her 2-month old baby. Burmese soldiers came to her house looking for her husband, who had .ed forced labour orders given by the military to work on the gas pipeline project. The soldiers were also angry that Jane Doe I had not moved to the prescribed area after the forced relocation of her village for the pipeline project.97 In retaliation, the soldiers kicked Jane Doe I so hard that she fell into the .re with her baby in her arms. She was knocked unconscious, and her baby was badly burned. Jane Doe I then tried for days to get medical attention for her baby, but the baby later died from her wounds.98 When confronted with these and other accounts of human rights abuse in the pipeline area, Unocal’s President at the time, John Imle, said: "If you threaten the pipeline, there’s gonna be more military. If forced labour goes hand in glove with the military, yes, there will be more forced labour. For every threat to the pipeline there will be a reaction."99 Unocal’s decision in December 2004 to negotiate an out-of-court settlement has serious consequences for TOTAL. TOTAL and Unocal are inextricably linked on this issue, and therefore if Unocal lacked con.dence in its defence, one can assume that TOTAL is in an extremely dif.cult position too. In fact, TOTAL, as operator of the pipeline project, has had a greater degree of control than Unocal over what has happened in the pipeline region. The risk to TOTAL following Unocal’s decision must now seem even greater. 24 Fatal Transaction What was paid Clear .nancial .gures have been impossible to obtain regarding the company’s investment in, and returns from the Yadana project due to lack of transparency. TOTAL and project partners are subject to a gagging clause in their Contract which rules against release of relevant data and information.100 However, according to various press reports, the consortium has invested around US$1.2 billion in the project since 1992 (shared pro-rata by all four partners). MOGE took up its 15% stake in the project in 1997 – having contracted a loan in order to do so. This loan was seemingly obtained from project partners, although there is also some suggestion a Japanese company was involved.101 The Production Sharing Contract (PSC) between TOTAL and MOGE, dated July 9, 1992, makes clear that a series of additional payments have been made to MOGE since the project began: · TOTAL was required to make a minimum spend of US$10 million during the Appraisal period of the project (during which it was determined that the discoveries had commercial viability). Any de.ciency in this commitment was paid to MOGE in cash.102 · A US$15 million signatory bonus was paid by TOTAL to the military authorities in 1992. Partners later reimbursed a percentage - equal to their interest share. 103 · Income tax is now being paid at 30% after a three-year no-payment period.104 · Undisclosed Royalties have been paid regularly for Natural Gas produced.105 · Production bonuses have been paid when average daily production of gas has reached certain levels. US$5 million was paid by TOTAL to MOGE on approval of its Development plan for the Yadana .eld. A further US$2 million was paid to MOGE when average daily Natural Gas Production hit 150 million cubic feet per day (for 90 consecutive days). US$3 million was paid when it hit 300 million cubic feet. US$4 million when it hit 600 million cubic feet. Escalating bonuses are still due once daily averages of 900 and 1200 million cubic feet are reached.106 · TOTAL contracted to make payments of US$50,000 per year during the Appraisal period for training and education of MOGE personnel. This has increased to US$100,000 per year during the Development and Production stages of the project.107 · The PSC refers to a sum of US$40 million to be reimbursed by TOTAL to MOGE once MOGE took up its 15% stake (which it did in 1997). This sum represents "costs incurred" by MOGE in relation to the Contract Area and has been paid by way of "payment out of production" to MOGE since commercial production commenced. What these costs consist of is not speci.ed.108 What they’ve made The Yadana pipeline came online in 1998. The export production threshold of 525 million cubic feet per day was reached in early 2001 and output was averaging 611 million cubic feet of gas per day in 2002, (with PTT taking 587 million cubic feet per day and Burma the balance for domestic consumption). Contractually, Burma is entitled to up to 20% of Yadana’s production for domestic consumption.109 Although .nancial details have not been made public, cumulative cash .ow has been positive for all project partners since 2001-2002. Because MOGE took up its 15% stakeholding in 1997, investing US$150 million to join the consortium – and then needed to fully reimburse the loan contracted 25 for this purpose - this delayed pro.t taking for the military authorities for a few years. In addition, revenues in cash to the regime - in the form of bonuses, tax revenues and royalties - were reduced by the value of domestic gas deliveries from the Yadana .eld so for this reason cash .ow for the regime didn’t become positive until 2002. Since then, however, the Yadana project has provided substantial revenues to the Burmese authorities and project partners. Low estimates have placed annual government revenues from the project at US$ 200 million. 110 However, others have put it closer to US$ 450 million111 once taxes and reduced import costs are taken into account. The Economist Intelligence Unit (EIU) reports that total revenue from gas exports since the Yetagun and Yadana gas .elds commenced operations in 1998 has risen dramatically from zero in 1997/8 to US$921 million in 2002/03. 112 The Oil and Gas Journal reported in 2003 that the Yadana consortium’s recent installation of a medium compression platform will now ramp up maximum gas delivery to 850 million cubic feet per day increasing revenue still further. 113 What is clear is that the Yadana .eld - with a proven recoverable reserve of 6.5 trillion cubic feet - promises to be a key ongoing source of hard currency for the regime over the next three decades. Natural gas is now Burma’s largest single source of export revenue since Yadana and Yetagun came online, accounting for around 30% of export earnings in 2002/03. 114 Drugs, Guns and Gas The gas pipeline has also been associated with weapons purchases by the military. In particular, the acquisition of Russian MIG .ghter planes. Jane’s Defence Weekly reported in July 2001115 that Rangoon was buying 10 MiG-29 jet .ghters from the Russian Aircraft-building Corporation for US$130 million and that the money was coming from Thai gas purchases. The down-payment for the MIGs (30 percent of the total) came in the same week that the state-owned Petroleum Authority of Thailand paid Burma US$100 million in royalties for gas due to be piped ashore from .elds in the Gulf of Martaban. Before the Thais made this payment under the terms of its 1995 contract, Burma had almost depleted its foreign exchange reserves. According to Robert Karniol, Asia editor of Jane’s Defence Weekly, the Russians had been unwilling to sell aircraft to Burma until revenue began to .ow from the Martaban gas .eld.116 There have also been reports that TOTAL and other oil companies were linked to the junta’s narcotics network. 117 Francois Casanier has investigated the connection between TOTAL, the junta and arms purchases for l’Observatoire Geopolitique des Drogues.118 He suggests that the regime accelerated the production of heroin in the early 1990s in order to pay for weapons. The regime laundered heroin money through seemingly legitimate operations, and for this purpose used MOGE. 119 One example of these operations, according to Casanier, was the huge cash credits received from banks in the Northern Thai city of Mai Sai into MOGE’s bank accounts, held in Singapore. Mai Sai is situated on Thailand’s border with Burma and is connected by bridge to the Burmese town of Tachilek. Casanier explains that Burmese of.cers made regular .ights to Tachilek from Rangoon, bringing parcels of bank notes, received from heroin sales, to be deposited in Mae Sai banks. 120 In 1992, in the year that TOTAL paid its US$15million signatory bonus to MOGE, Burma was able to purchase 24 Soviet-era helicopters from the Polish company PZL. A Bangkok based Polish diplomat at that time said, "the Burmese paid us with TOTAL money." 121 26 Casanier suggests that TOTAL’s payment to MOGE in 1992 was used to hide the regime’s revenue from illegal narcotics, which was being deposited in MOGE accounts on a regular basis. He suggests that it is distinctly possible that the regime used TOTAL’s signature bonus payments as part payment for the Polish helicopters. The suggestion is that they did this in part to make the additional funds necessary for the helicopters, which amounted to far more than TOTAL’s US$15 million, look legitimate.122 The implication of Casanier’s investigation is that TOTAL’s .nance to MOGE was used to cover up a money-laundering operation involving heroin revenue for arms purchases. A Rangoon based company called Setraco, headed by French businessman Jean Pichon, a former military attaché in France’s Bangkok embassy,123 was implicated in the brokering of this PZL deal for Burma in 1992124 (although PZL denies this).125 Thanks to a favour to him by Burma’s former dictator, Ne Win, he is thought to be the only foreigner living in Burma with a Burmese passport; he has reportedly been in the good books of the junta since undisclosed services rendered during his previous activities as military attaché to the French embassy in Bangkok.126 Setraco is a subsidiary/af.liate of the better known Brenco International. Brenco, headed by Franco-Brazilian businessman Pierre Falcone, was the company at the heart of the international arms scandal involving the son of former French president Mitterrand in 2000. Falcone and his colleagues were arrested in 2000 for assisting in the completion in 93/94 of Russian arms sales worth more than US$500 million to the Angolan regime of Jose Eduardo dos Santos for his campaign against Jonas Savimbi’s anti-Marxist UNITA opposition.127 Fatal Transaction (continued) Yuzo/The Irrawaddy Burma has bought MiG-29s from Russia 27 TOTAL and French foreign policy One of the most signi.cant consequences of TOTAL’s presence in Burma is its in.uence on French foreign policy. In order to protect TOTAL’s interests, the French government has become an obstacle to any strengthening of the EU’s Common Position128 on Burma. It could be argued that TOTAL, through the French government, is ensuring that Burma’s dictators are protected from any signi.cant EU sanction. Chirac and Desmarest have been travel companions on numerous of.cial foreign trips since the mid-1990s. Recently, they travelled together to Algeria129 (2003) and Libya130 (2004). In June 2004, President Chirac awarded Thierry Desmarest one of France’s highest accolades, the Legion of Honour, for distinguished service to France. The closeness of the two men, and of the French state and TOTAL Oil, is widely reported. The Economist has raised concerns over the Chirac-Desmarest relationship. In April 2003 it asked: "what of the fairness of mentioning President Chirac and Mr Desmarest in the same breath? The French government has no stake in Total, but the company is still a "national champion" in the classic French manner. It is deeply cosy with the government…" 131 President Chirac has twice publicly expressed support for the Burmese regime. Once at the Asia-Paci.c summit in Bangkok in 1996 (where he was accompanied by Desmarest), and again in an interview to the Far Eastern Economic Review in April 1997. 132 In contradiction with European decisions, and opposing the views of most other democracies, Mr Chirac declared that he favoured the immediate and unconditional admission of the Burmese military dictatorship into ASEAN.133 As Le Monde Diplomatique put it: "…Jacques Chirac supported Burma’s application to join Asean in a statement to the Far Eastern Economic Review in May 1997. Here again support for economic interests took precedence over full consideration for the human rights situation. It seems that some dictatorships are more acceptable than others - providing of course that their presence facilitates international investment." 134 In 1996 Burma’s regime launched ‘Visit Myanmar’ year; a major push to attract tourism and bring in much needed foreign currency. The regime used millions of Burmese as forced labourers in its push to build tourist infrastructure. This mass conscription was described by the International Labour Organisation in 1998 as a ‘crime against humanity’. However, France’s ambassador to Burma at the time, Bernard Pottier, was supportive of the regime’s new initiative. Writing in Le Figaro with a series of articles he praised the "new look" of the Burmese generals, who "set the country on the right path to economic liberalism." 135 In 1996 the World Tourism Fair was held in Paris and the regime’s tourism minister at the time, General Kyaw Ba, was invited as a guest of honour at the instigation of Mr Pottier. 136 Incredibly, the organisers awarded the newly created Gulliver prize for cultural discovery to a programme in Burma. When TOTAL was threatened with a lawsuit in the United States for human rights abuses connected to its Burma pipeline, the French government’s intervention made clear TOTAL’s place within French foreign policy. In a brie.ng (amicus curiae) to the US court, the Republic of France said that it: "respectfully objects to the exercise of personal jurisdiction by this court over TOTAL, a corporate citizen of France, on the ground that it would con.ict with the sovereignty and laws of France…" It continued, "Maintenance of this action against TOTAL in the United States courts will con.ict with France’s foreign policy interests." 28 More recently, the French government’s efforts to protect TOTAL and the dictatorship’s interests have been unabashed. During the summer of 2004, in both EU negotiations over Burma’s acceptance into the Asia Europe Meeting (ASEM), and on negotiations to strengthen the EU Common Position on Burma, France worked hard for decisions that will have delighted the generals in Rangoon. Capitulation on ASEM (Asia Europe Meeting) ASEM is a regular forum of summits between Asia and Europe. Prior to October 2004, the grouping comprised 15 European Union states, seven countries from the Association of South East Asian Nations137 (ASEAN - excluding Burma, Laos and Cambodia); the Republic of Korea, Japan and China. During 2004 plans for ASEM expansion were made. The ten new EU states, Cambodia, Laos and controversially Burma, were all candidate countries for ASEM membership. The EU had insisted for a number of years that Burma could not be a member of ASEM due to its human rights record and lack of political reform. Asia, however, insisted that if Burma were refused membership, Asia would veto the membership of the ten new EU states. Countries such as the UK, Denmark and Czech Republic argued for a tough position on ASEM. The EU threatened that if Burma did not meet certain conditions, then the EU would not attend the ASEM enlargement summit in Vietnam in October 2004. The ten new EU states wanted to be part of ASEM. However, some also understood that rewarding the regime with ASEM membership, when it continued to .out the opinion of the UN, and of European and Asian governments, was the wrong signal to send. They feared this would strengthen the regime and would seriously undermine Burma’s pro-democracy movement. The French position, however, appeared to amount to a willingness to break from the collective decision-making norms on policy toward Burma, in order to support Burma’s entry to ASEM. It is reported that Mr Chirac stated that even if all the other 24 member states of the EU decided to boycott the ASEM summit in Vietnam, he intended to go. 138 There were other countries who were also willing to support Burma’s dictators in their application to join ASEM, but it is widely thought that France led the block of sympathisers, and that France’s agenda was clear from the beginning. The EU, divided publicly – with France leading the call for an EU backdown - eventually capitulated to Asia’s demand that Burma be allowed into ASEM. Weakened EU Common Position In October 2004, the EU considered for the .rst time a targeted investment ban against the dictatorship in Burma. A key reason for considering a strengthened Common Position was to send a clear message to the regime that, despite its acceptance into ASEM, the EU was not ‘going soft’. By the end of the negotiations on the extent of the new measures, France had successfully emasculated them. The measures, as they currently stand, have no real impact and can legitimately be described as meaningless. The most pro.table sector for Burma’s dictators, oil and gas, was entirely omitted from the sanctions imposed. Press reports and the views of diplomats at the time point to the determination of the French government to protect TOTAL’s interests in Burma by weakening the EU measures agreed. Here are just a few examples: Le Monde "One European diplomat said that very meticulous work had been done on the terms of these sanctions, particularly because the French were anxious not to harm the activities of the oil giant Total."139 TOTAL and French foreign policy (continued) 29 The Observer "Last Sunday, Burmese pro-democracy leader, Aung San Suu Kyi, began her tenth year incarcerated by the brutal Burmese military regime. Last week the European Union set out a list of sanctions covering every Burmese industry other than its money-spinners - oil, gas and timber. For this egregious dilution, blame the French. It’s French oil .rm Total that stands to gain from the rich reserves that will be extracted in coming years. And it’s been the French who have been vetoing strong sanctions." 140 The Financial Times "After pressure from France, EU Ambassadors have now decided to make clear that the ban on such investments does not refer to arrangements already in place, which can even be extended or prolonged. Paris was particularly concerned about investment in Burma’s oil and gas sector."141 Guardian "France’s president, Jacques Chirac, said in Hanoi he hoped additional EU sanctions would not be necessary because they ‘will hurt the poorest people’. But France fears its investments in Burma, including those of Total Oil, may also be hurt. Measures announced by EU foreign ministers in Brussels yesterday appear signi.cantly weaker as a result of French lobbying."142 BBC on line "There were harsh exchanges, and just two days later the 25 EU states formally announced they would extend their sanctions on Burma’s generals, to ban any new investments in Burmese state-owned .rms. But international critics say those new sanctions are full of loopholes. French President Jacques Chirac seemed to cast doubt on their effectiveness, saying he hoped the EU’s sanctions policy would not damage the operations of the French oil .rm Total, which has large investments in Burma."143 Other attempts to reduce pressure on Burma TOTAL has also been trying to in.uence American government policy on Burma. The USA is the only country in the world that has imposed effective economic sanctions against Burma. In 1997, it introduced a ban on new investment in Burma, and in 2003 sanctions were strengthened to include imports and .nancial transactions. TOTAL is a member of the American Petroleum Institute (API). The API is lobbying the US government to drop unilateral sanctions against Burma.144 The API is also a key member of USA*Engage, a corporate lobbying group set up to stop the USA using unilateral sanctions. USA*Engage is also .ghting for the repeal of the Alien Tort Claims Act – the law under which Unocal, TOTAL’s partner in the Yadana gas .eld, was taken to court to face charges of complicity with human rights abuses.145 It’s clear that as long as TOTAL remains in Burma, the French government will provide succour to Burma’s dictators, irrespective of the appalling consequences this has for Burma’s people. There has been a view, held in some quarters, that attacks on TOTAL’s Burma operation are part of an Anglo-Saxon conspiracy to undermine France’s business interests. This is ironic, given that the UK has called for its own companies to withdraw from Burma, 146 and the US has banned its companies from investing in Burma. 147 It is also the case that the international coalition calling for TOTAL’s withdrawal from Burma has been involved for a decade in campaigns against companies throughout the EU and US, irrespective of nationality. The criteria for such campaigns has always been to target those companies who have supported Burma’s dictatorship. Despite this, the French government continues to protect and work for TOTAL’s best interests at the expense of the people of Burma. 30 TOTAL in the United Kingdom The fourth largest oil company in the UK Supplies 11 percent of petrol, other fuels and lubricants used in the UK Processes 15 percent of gas used in the UK Biggest supplier of plastics in the UK Brands include TOTAL petrol stations, Bostik glues and Spontex cleaning products TOTAL has several subsidiaries operating in the UK. Its oil and gas subsidiary, TOTAL UK is the fourth largest oil company in the UK. It has an annual UK turnover of £2.2bn – equivalent to every person in the UK spending £36.66 per year on TOTAL fuel products. It is active at all levels of the oil, gas and chemicals market. It has over 900 petrol service stations, selling 3.5 billion litres of fuel and lubricants a year - equivalent to 11 percent of the UK market.148 Over 1 million people in the UK have a TOTAL tops loyalty card. TOTAL UK is also the fourth-largest oil company in terms of North Sea production and reserves. It has two re.neries; at Milford Haven (South Wales) and Killingholme (Lincolnshire), as well as a lubricant blending plant at Ferrybridge (West Yorkshire) and a bitumen plant at Preston (Lancashire). TOTAL operates the St Fergus Gas Terminal in Scotland, which processes around 15 per cent of the UK’s daily gas requirements from some 20 .elds. TOTAL BUTLER is another subsidiary operating in the UK. It is one of the largest suppliers of domestic fuel oil in the UK. It also supplies oil to schools, hospitals and commercial businesses. TOTAL’s chemical subsidiary, ATOFINA UK is one of the largest suppliers of plastics materials in the UK and a major supplier of chemicals for use in industry. Its brands include Bostik Findley - now the largest adhesives & sealants company in the UK, Spontex cleaning products and Mapa professional cleaning products. 31 TOTAL’s Investors In December 2001, eight of the largest UK and continental European investors joined forces to put pressure on companies with interests in Burma, amid continuing evidence of human rights abuses. The funds, which manage global assets with a combined value of around £400 billion, released a statement on investment principles and Burma. They stated that their "concerns have been raised by the continuing presence of a military dictatorship, which came to power as a result of a military takeover, and the continuing scale of .agrant human rights and other abuses. We are mindful of the in.uence of foreign direct and indirect investment provided by companies, whose shares we own, and are concerned that this may play a role in sustaining the current military regime." Since then, a number of institutional investment funds have been involved in a process of engagement with TOTAL over its presence in Burma. TOTAL’s responses to investors’ concerns have often been vague or simply failed to address the fundamental issues. Some examples include: · No explanation as to what political reform has resulted from TOTAL’s constructive engagement with the regime. · No response to the concern that TOTAL has helped the regime .nance its military build up and maintain power over Burma’s people. · The continued denial that abuses - linked to their pipeline - have taken place. There is considerable evidence that the Company was aware that pipeline security forces were committing such abuses. TOTAL’s main defence has been that as long as there are no legal restrictions placed on it by the EU or UN, it will remain in Burma. This is a particularly convenient stance, given TOTAL’s in.uence on French foreign policy, which ensures that such restrictions will not emerge from either the EU or the UN. Its second key argument is that it looks after its staff well and funds a variety of community programmes in Burma. Neither of these arguments address the company’s support for the dictatorship, its association with human rights abuses, the lack of redress for villagers affected and its lobby activities which bene.t Burma’s dictatorship. Shareholders are paying renewed attention to the signi.cant material risk posed by operating under this repressive regime. Some investors, such as the Co-operative Insurance Society (CIS) in the UK, have said that TOTAL needs to reconsider the case for withdrawal from Burma in order to remain attractive in the capital markets. Its sister business, The Co-operative Bank, has been a part of the Burma sanctions coalition for a number of years, and refuses to .nance business with a strategic involvement in the country. Both the bank and CIS, via their Sustainable Procurement and Supplier Policy, seek to avoid relationships with suppliers that have a signi.cant involvement in Burma. Two court cases against TOTAL (in France and Belgium) together with a major international campaign against the company, serve to further damage the company’s reputation, heighten public mistrust and undermine its license to operate. Important, but as yet unanswered, questions that investors should be asking now are: · Whether and how TOTAL is exploring avenues to end its direct .nancing of the regime. · Why it is upholding its current strategy of constructive engagement with the Burmese military given the absence of positive, tangible outcomes. · How its policy on Burma relates to its overall business strategy and squares with its stated commitment to corporate responsibility. 32 The international campaign on TOTAL The international campaign on TOTAL Oil aims to force the company to withdraw from Burma in order to end the company’s support for the regime, deter future foreign investment in Burma and open the way to a French foreign policy that no longer undermines Burma’s pro-democracy movement. The political fallout from the withdrawal of Burma’s largest European investor would be greater than any other company withdrawal so far. It would represent the greatest deterrent to potential investors in Burma to date. In the long term, it would reduce investment and therefore revenue to the regime. It would also end TOTAL’s in.uence on French government policy, which weakens the EU position on Burma. TOTAL’s withdrawal could open the way to a tougher French position and therefore a tougher EU policy against Burma. Who is in the coalition? The coalition on TOTAL Oil is represented in 18 countries and comprises the following organisations: Actions Birmanie (Belgium) Afrika Azsia Forum (Hungary) Asienhaus Burma Initiative (Germany) Assistenza Birmania (Italy) Australia Burma Council Burma Action Ireland Burma Bureau (Germany) Burma Campaign South Africa Burma Campaign UK Burma Center Netherlands Campaign for Democracy in Burma (Finland) Christian Solidarity Worldwide (UK) Danish Burma Committee Finnish Burma Committee Karen Service Team (Germany) Federation of Trade Unions – Burma (FTUB) Friends of the Earth (England, Wales, Northern Ireland) Friends of the Earth Scotland Future in our hands (Norway) Info-Birmanie (France) International Federation for Human Rights (FIDH) (France) Ligue des Droits de l’Homme (France) Norwegian Burma Committee The Peace People (Ireland) Polish Burma Solidarity Swedish Burma Committee Swiss Burma Association US Campaign for Burma World Development Movement (UK) We are encouraging as many civil society organisations that support the cause of democracy in Burma or the cause of corporate accountability to join the coalition. To join or to see a current list of coalition members please visit www.burmacampaign.org.uk 33 Take Action! The campaign against TOTAL Oil is the largest international campaign ever launched against a company in Burma. You can support the campaign by contacting TOTAL Oil and asking them to pull out of Burma now. You can send an email to TOTAL via our website: www.burmacampaign.org.uk Or you can post a campaign postcard. To request TOTAL campaign postcards and materials: e-mail info@burmacampaign.org.uk call 020 7324 4710 or write to: The Burma Campaign UK 28 Charles Square London N1 6HT 34 Frequently used arguments defending TOTAL 1. If TOTAL leaves Burma, an Asian company will take its place, or the regime will simply get a bigger share of the project and therefore more revenue. It is often reported that the majority of investment in Burma comes from the Asian region. However, this is only true in terms of commitments to invest, with Asian countries committing approximately US$ 4.26 billion, or about 60 percent of total commitments since 1990. In the last ten years Western countries only committed about US$ 2.89 billion. However, Western countries disbursed more than 80 percent of the investments that they committed. Asian countries only disbursed about 31 percent of committed investment.149 While European investments have been some of the strategically most important to the regime, the recent exodus of companies, as well as the decision of many not to invest in Burma, provides an opportunity to further undermine the regime’s support base. Asian investors have not .ooded into the investment gap. Instead many have taken a cautious approach to investment in Burma as a result of the regime’s mismanagement of the economy. However, their attitude may well change and this is why Europe must, in addition to applying an EU investment ban, push for UN mandatory sanctions on Burma. Until such UN sanctions can be put in place, the EU must ensure that no major European company tips the economic balance of power yet further in the regime’s favour. The major bene.t of TOTAL’s withdrawal would be to remove the main obstacle to a more progressive French foreign policy that would be supportive of such a sanctions policy - foreign policy that supports Burma’s democrats and not its dictators. The blow to political and economic con.dence in the regime and in Burma of Europe’s largest investor withdrawing will prevent much more investment revenue from going to Burma in the future. According to the argument (1) above, TOTAL would have invested and remained in Nazi Germany, just to prevent an Italian company possibly taking its place. The company says that the only restriction on investment it would accept is a legal one. Ethics and morality seem not to have any place. 2. If TOTAL leaves, the regime will buy its share of the project and may bene.t. A withdrawal from Burma by TOTAL would likely mean the sale of its assets to another party, possibly the regime itself. In the short term, this would, at a minimum, have no negative impact on the regime’s .nances and at worse increase the regime’s revenue from the project (if it buys TOTAL’s share in the venture). However, the political fallout from the withdrawal of Burma’s largest European investor would be greater than any other company withdrawal so far. It would represent the greatest deterrent to potential investors in Burma to date. In the long term, it would reduce investment and therefore revenue to the regime. It would also end TOTAL’s in.uence on French government policy, which weakens the EU position on Burma. TOTAL’s withdrawal could open the way to a tougher French position and therefore a tougher EU policy against Burma. 3. TOTAL has community projects directly helping ordinary Burmese. If TOTAL is genuinely concerned about ordinary Burmese, it can afford to continue to pay for the programmes when it leaves Burma. It is, after all, the 4th largest oil company in the world. It could see this continued funding as reparations for those who have suffered because of the investment it has made in Burma. In the same way that Unocal is accepting they have a responsibility to those who suffered atrocious human rights abuses as a consequence of their investments. 4. TOTAL is not political but it does believe in constructive engagement. There is a general confusion in TOTAL’s statements regarding the ‘apolitical’ nature of the company, the positive political role it can play, and its policy of constructive engagement. If TOTAL is not political, it simply cannot carry out the ‘constructive engagement’ it claims to be 35 involved in with regime. Unless, such engagement has nothing to do with democratic reform or other political matters - in which case it is not what most would understand as ‘engagement’. TOTAL is actually contractually bound not to engage in any "political activities" judged unsuitable by the military authorities: "The Contract shall be terminated in its entirety by MOGE if irrefutable evidence is brought that (TOTAL) is involved willingly with political activities detrimental to the Government of the Union of Myanmar." 150 It is clear that after more than a decade in the country not one single democratic reform has resulted from the company’s presence in Burma. The policy of constructive engagement has been tried and has failed. The regime has been more ‘engaged’ by the international community in the last two years than ever before, and the result has been the ousting of all the regime’s ‘pragmatists’; the attack on Aung San Suu Kyi’s convoy; her arrest and extended detention; and the refusal to allow the NLD any real participation in a process of national reconciliation. Engagement, as practiced by companies and governments, has made the regime more con.dent in carrying out its oppression of Burma’s people. Despite what TOTAL says, it has clearly acted politically in pursuit of its own interests because it insists on remaining in Burma against the wishes of the party elected by Burma’s people - to the delight of the dictatorship that oppresses that party. It also continues to have political in.uence over French foreign policy toward Burma, which protects Burma’s oil and gas sector, protects the dictatorship and therefore undermines the chances of democratic change. 5. With economic development comes political reform. The regime spends 50% of its budget on the military. Revenue from TOTAL’s gas project fuels this expenditure. The regime spends less on health than any other country in the world.151 Public services in Burma are collapsing. Burma’s people are getting poorer. TOTAL’s presence does not contribute to ‘economic development’, but instead the perpetuation of a dictatorship that holds back such development. After 15 years of foreign investment the situation remains dire: · Burma spends half its budget on the military and just 19p per person per year on health152 · 43 percent of children in Burma suffer from malnutrition153 · 60 percent of children do not complete primary education154 · Under 5 mortality rates, at over 10 percent of children, and more than double the east Asian and Paci.c average155 · Public expenditure on health as a percentage of GDP is 0.3 percent, the lowest in the world156 While the regime and its associates grow richer, they see no need to reform; the system is working for them. As long as they can continue to bene.t from investment such as TOTAL’s, while maintaining a tight control on Burmese society, they have no incentive to reform. 6. TOTAL has neither been the cause nor the bene.ciary of abuses that have occurred in the pipeline region. The company bears no responsibility for the actions of the Army. TOTAL has admitted it was fully aware of the dangers inherent in deploying Burmese Army troops in an area where civilian families were living. Despite this, TOTAL entered into a contract with MOGE, giving the green light to the employment of an Army renowned for its extreme and unrelenting brutality. In doing so it unleashed a terrible and lasting devastation on the communities of the region and for this, TOTAL clearly bears responsibility. There are countless reports that Burmese soldiers providing security in the pipeline region conscripted thousands of civilians to perform forced labour for the bene.t of the pipeline. As onshore work commenced, the military directed the construction of service roads and helipads for the pipeline project, as well as their own camps and barracks, through the use of forced labour. 36 A French parliamentary mission in 1999 investigating evidence of abuse in the pipeline corridor emphasised TOTAL’s integral role in fostering the use of forced labour and other abuses: "the link between the military presence, the acts of violence against the populations and the forced labour is established as a fact. TOTAL had to be aware of that." 157 The mission judged that the partnership - the absolute interdependence of the companies and the military - rendered corporate attempts at separation and line-drawing arbitrary and misleading. Their investigation concluded that this security relationship was the fundamental cause of human rights abuses in the region. TOTAL has itself admitted that abuses have taken place, committed by pipeline security forces. The company has indeed compensated people who were forced to work by the regime’s security forces in the region, though it continues to deny responsibility. It is also testimony to the strength of evidence provided in the case against Unocal, TOTAL’s consortium partner in Burma, that the case was accepted despite every appeal made by Unocal to stop it. A similar process is taking place against TOTAL in the French court, where it has been accepted that the case should be investigated. As operator of the project, TOTAL carries greater responsibility than Unocal for events that have taken place in the region. 7. TOTAL has met with Aung San Suu Kyi and she is happy for them to be in Burma. In January 2003, the Burma Campaign UK met with Aung San Suu Kyi to discuss this claim by TOTAL and established that it is untrue. 8. TOTAL’s withdrawal will impact on ordinary people in Burma. Three quarters of Burma’s people live off the land and an extremely tiny proportion of the population works for TOTAL. It is clear, therefore, that relatively few of Burma’s 50 million people will be affected if TOTAL withdraws from Burma. Those who work for TOTAL do matter, but we are faced with a stark choice: allow the regime to obtain .nance that will ensure its survival, thereby condemning Burma to continued violence and impoverishment; or make a concerted effort to cut the regime’s .nancial lifelines while limiting the effects on ordinary people. The call for companies not to invest in Burma comes from Burma. The NLD, led by Aung San Suu Kyi, won 82 percent of the seats in Burma’s 1990 election. The NLD has called for international sanctions against the regime. All the major ethnic leaderships from Burma have whole-heartedly supported the case for sanctions and a ban on investment. The mandate for such sanctions comes from within Burma and could not be clearer or more legitimate. TOTAL and the regime export Burma’s energy while the people of Burma live with severe energy shortages. Even on this level, the project does nothing for the country; it only enriches the dictatorship and its business partners. 9. How will TOTAL’s withdrawal in.uence the generals? The regime depends on foreign investment and foreign trade for a substantial part of its income. It is essential to cut those lifelines in order to force the regime to the negotiating table. As long as the regime and its associates are .nancially secure, they have no incentive to reform. When the regime .nds it dif.cult to satisfy the political constituency that supports it, it will have to consider change. Frequently used arguments defending TOTAL (contd.) 37 Appendix BRIEF AMICUS CURIAE OF THE REPUBLIC OF FRANCE The Republic of France, by undersigned counsel, respectfully submits this brief as amicus curiae in support of the motion to dismiss of defendant TOTAL. France submits this brief pursuant to the mandate of the Supreme Court in Asahi Metal Industry v Superior Court, 480 U.S 102 (1987), that the courts of the United States consider in determining whether to exercise personal jurisdiction over a foreign defendant such as TOTAL the effect of such assertion of jurisdiction on the procedural and substantive policies of the foreign country, in this case France. France respectfully objects to the exercise of personal jurisdiction by this court over TOTAL, a corporate citizen of France, on the ground that it would con.ict with the sovereignty and laws of France. (...) "Maintenance of this action against TOTAL in the United States courts will con.ict with France’s foreign policy interests. France supports human rights and is a signatory to numerous human rights treaties and conventions. France believes that economic development inter alia, through regional cooperation projects such as the Yadana gas pipeline, will contribute to the liberalization and democratization process of countries like Burma. Total’s investment in Burma does not contradict French foreign policy. Civil litigation against TOTAL based on its investments in Burma would jeopardize TOTAL’s investment in Burma and thereby interfere with the views of the French government who considers that the economic isolation of Burma would be counterproductive." 38 Footnotes 1 "La .rme TOTAL est devenue le principal soutien du militaire birman", a Mme Aung San Suu Kyi, chef de .le de l’opposition et Prix Nobel de la Paix au journal Le Monde (20/7/96). 2 AFP, Paris, May 17 2000. 3 For current list of members visit: www.burmacampaign.org.uk 4 The EU agrees a Common Position on Burma. Because a consensus is needed to establish the Common Position, countries that choose to, have a de facto veto on measures they disagree with. 5 Impe, Anne-Marie (2001) Silence TOTAL, Vivant univers no. 452 , March-April. EIU, Burma Country report, 4th quarter 1996 estimates $400 million. 6 Shan Women’s Action Network and Shan Human Rights Foundation. May 2002. Licence to Rape. Chiang Mai: SWAN and SHRF. Online at www.shanwomen.org and www.ibiblio.org/obl/docs/License_to_rape.pdf 7 ILO Commission of Inquiry. July 1998. Forced Labour in Myanmar (Burma). Report by the Commission of Inquiry appointed under article 26 of the International Labour Organization to examine the observance by Myanmar of the Forced Labour Convention, 1930 (No. 29). Online at www.ilo.org/public/english/standards/relm/gb/docs/gb273/myanmar.htm For updated information on the practice of forced labour in Burma, please see CEACR 2002. Observations Concerning ILO Convention No. 29, Forced Labour (1930) – Myanmar. 8 Amnesty International. 22 December 2003. Public Statement: Amnesty International’s Second Visit to Myanmar. AI Index: 16/037/2003. Online at web.amnesty.org/library/Index/ENGASA160372003?open&of=ENG-MMR 9 Global IDP Database. Updated November 2003. Available online at http://www.db.idpproject.org/Sites/idpSurvey.nsf/wCountries/Myanmar+(Burma) 10 The junta has expanded the military from 200,000 in 1988 to about 400,000 today. See Andrew Selth. 2002. Burma’s Armed Forces: Power without Glory. Norwalk: Eastbridge, pp. 77-79. 11 Figures from UNICEF cited in Oehlers, Alfred and Alice Khin Saw Win. November 2003. "The Crisis in Burma’s Public Health System". Unpublished document. 12 United National Development Programme: Human Development Report 2003. Online at www.undp.org/hfr2003/ 13 The Ministry of Defence is likely to account for a signi.cant proportion of the central government’s consumption of imported goods and services, without this being accounted for in national accounts. See Andrew Selth. 2002. Burma’s Armed Forces: Power Without Glory. Norwalk: EastBridge, pp. 136-137. 14 Philip S. Robertson: "Sanctions Are Working in Burma". Online commentary, Irrawaddy, 26 August 2003. Online at www.irrawaddy.org/com/2003/com31.html 15 Andrew Selth. 2002. Burma’s Armed Forces: Power Without Glory. Norwalk: EastBridge, pp.77-79. 16 UNICEF: At a Glance: Myanmar. Online at www.unicef.org/infobycountry/myanmar.html 17 United National Development Programme: Human Development Report 2003. 18 Personal communication, EIU December 2004. 19 EIU Country report, August 2003. 20 The Prize, Daniel Yergin, Page 183, Pocket Books 1991. 21 The Prize, Daniel Yergin, Page 190, Pocket Books 1991. 22 Total.com 23 Total.com 24 Total annual report 2003 page 10. 25 Finance.yahoo.com 21 January 2005. déclaré française système 39 26 Impe, Anne-Marie (2001) Silence TOTAL, Vivant univers no. 452 , March-April. EIU, Burma Country report, 4th quarter 1996 estimates $400 million. 27 A practice whereby civilians are forced to walk ahead of soldiers in areas that are mined. 28 Total Contract, page 85. PSC TOTAL-MOGE, 9 July1992. 29 Oil and Gas Journal, BANGKOK, April 2003. 30 Total Denial, July 1996. ERI .eld data on .le with authors. 31 Total in Myanmar – a sustained commitment, 2003. 32 Total Contract, page 70. PSC – TOTAL-MOGE, 9 July, 1992. 33 Total Contract, page 70. PSC – TOTAL-MOGE, 9 July, 1992. 34 US Department of State Unclassi.ed cable. US Embassy Rangoon. Cable 002067. 35 US Department of State Unclassi.ed cable. US Embassy Rangoon. Cable 002067. 36 Le Monde, Kouchner, Total, and Burma. Erich Inciyan and Jean-Claude Pomonti. 3713 octobre 1999 - Rapport de la Mission d’information parlementaire sur le des compagnies dans la politique internationale http://www.reseauvoltaire.net/Imprimer8490.html 38 Brunnstrom, TOTAL’s Burma Gas Venture, Reuters Financial Report. October 1992. 39 Bardake, Burma’s Pipeline rouses opposition, Financial Times, January 24, 1996. 40 Le Provost Dames & Moore, Yetagun Development Project Environmental and Cultural Impact Assessment and Socio-cultural report. August 1996. 41 Earthrights International Total Denial Continues, page 66. 42 Le Provost Dames & Moore, Yetagun Development Project Environmental and Cultural Impact Assessment and Socio-cultural report. August 1996. 43 Total in Myanmar – a sustained commitment, 2003. 44 Total in Myanmar – a sustained commitment, 2003. 45 Total in Myanmar – a sustained commitment, 2003. 46 ERI, Total Denial Continues, May 2000, page 27. 47 ERI Total Denial Continues, May 2000, page 28. 48 ERI Total Denial Continues, May 2000, page 28. 49 ERI Total Denial Continues, May 2000, page 31. 50 ERI Fueling Abuse, September 16, 2002. 51 ERI Fueling Abuse, September 16, 2002. 52 ERI Fueling Abuse, September 16, 2002. 53 ERI Total Denial Continues, May 2000, page 54. 54 ERI Total Denial Continues, May 2000, page 71. 55 Total in Myanmar – a sustained commitment, 2003. 56 ABC News/Nightline, March 28, 2000. ERI page 64. 57 Canal+ 90 Minutes, 2000. ERI page 82. 58 Le Provost Dames & Moore, Yetagun Development Project Environmental and Cultural Impact Assessment and Socio-cultural report. August 1996. 59 Report of French Parliamentary mission, translated by Info-Birmanie. 60 Doe v. Unocal Corp., 110 F. Supp. 2d 1294 (C.D. Cal 2000). 61 ERI, Total Denial Continues, May 2000, page 39. 62 US Dept of Labour, Bureau of International Labour Affairs, Report on Labour practices in Burma, Sept 1998. 63 Bangkok Post, April 17, 1995; Myanmar Gas for Ratchburi Power Plant. 64 ERI Fueling Abuse, September 16, 2002. 65 ERI Fueling Abuse, September 16, 2002. rôle pétrolières 40 66 Myanmar – Ethnic Minorities. Targets of Repression, Amnesty, 13 June 2001. 67 Total in Myanmar - a sustained commitment, 2003. 68 Total in Myanmar – a sustained commitment, 2003. 69 Total in Myanmar – a sustained commitment, 2003. 70 Total in Myanmar – a sustained commitment, 2003. 71 Total Corporate Social Responsibility report, 2003. 72 French Parliamentary Mission investigating Yadana Project, October 1999. 73 French Parliamentary Mission investigating Yadana Project, October 1999. 74 Total Contract, page 70. PSC – TOTAL-MOGE, 9 July, 1992. 75 Total Contract, page 70. PSC – TOTAL-MOGE, 9 July, 1992. 76 Amnesty International - Continuing killings and ill-treatment of minority peoples, August 1991. 77 Amnesty International - Continuing killings and ill-treatment of minority peoples, August 1991. 78 Total in Myanmar – a sustained commitment, 2003. 79 Total in Myanmar – a sustained commitment, 2003. 80 Total in Burma: The Yadana Pipeline Project. Frequently Asked Questions. 81 Total in Myanmar – a sustained commitment, 2003. 82 Total in Myanmar – a sustained commitment, 2003. 83 Total in Myanmar – a sustained commitment, 2003. 84 Total in Myanmar – a sustained commitment, 2003. 85 Total in Burma: The Yadana Pipeline Project. Frequently Asked Questions. 86 Le Monde, Kouchner, Total, and Burma. Erich Inciyan and Jean-Claude Pomonti. 87 Total in Myanmar – a sustained commitment, 2003. 88 Total in Myanmar – a sustained commitment, 2003. 89 Total in Myanmar – a sustained commitment, 2003. 90 Total in Myanmar – a sustained commitment, 2003. 91 Total in Myanmar – a sustained commitment, 2003. 92 ERI 2003. 93 Sherpa report, June 2004, ii) a). 94 Ibid. 95 Ibid. 96 Revue de presse, April 26 2002: http://www.birmanie.net/birma/redir.html?menu11.html&ab112_ab290502.html 97 Earthrights International 2004: http://earthrights.org/unocal/index.shtml 98 Ibid. 99 Ibid. 100 Total contract, page 88 PSC, TOTAL-MOGE. 9 July, 1992. Memorandum of Understanding (MOU) page 403. 101 13 Octobre 1999 - Rapport de la Mission d’information parlementaire sur le des compagnies dans la politique internationalehttp://www.reseauvoltaire.net/imprimer8490.html 102 Total contract, page 39 PSC, TOTAL-MOGE. 9 July, 1992. 103 Total contract, page 57 PSC, TOTAL-MOGE. 9 July, 1992. 104 Side Letter, MOGE, 9 July 1992. 105 Total contract page 56. PSC TOTAL-MOGE, 9 July1992. 106 Total contract, page 58. PSC, TOTAL-MOGE, 9 July, 1992. 107 Total contract, page 66. PSC, TOTAL-MOGE, 9 July 1992. 108 Total Contract, page 77. Also referred to in Memorandum of Understanding, page 133. Footnotes (continued) rôle pétrolières 41 109 Total in Myanmar - a sustained commitment, 2003. 110 Bray, John (2001) "Myanmar: Companies, NGOs and the New Diplomacy". RIIA, Energy and Environment Programme. EIU Country Report 1996. 111 Impe, Anne-Marie (2001) Silence TOTAL, Vivant univers no. 452 , March-April. EIU, Burma Country report, 4th quarter 1996 also gives upper estimate of $400 million. 112 Personal communication, EIU December 2004. 113 Oil and Gas Journal, BANGKOK, April 2004. 114 EIU Country report, August 2003. 115 Jane’s Defense Weekly July 11, 2001, reprinted in BurmaNet News, July 13, 2001. 116 Bertil Lintner. Rangoon free to spend gas money on anything it wants; purchase of MIGs a total separate deal. Bangkok Post, 17 July, 2001. 117 Francois Casanier, Digipresse, Paris, November 5, 1996. 118 Observatoire Géopolitique des Drogues (OGD), or Geopolitical Drug Watch, used analysts, journalists and scholars to produce information on geopolitical phenomena linked to the drug trade. 119 Francois Casanier, Digipresse, Paris, November 5, 1996. 120 Francois Casanier, Digipresse, Paris, November 5, 1996. 121 Communication with Francis Christophe. 122 Francois Casanier, Digipresse, Paris, November 5, 1996. 123 AFP Warsaw January 4, 2001. 124 reseauvoltaire.net. Setraco et le Burmagate. January 2001. 125 Francis Casanier, ‘TotalFina-Elf Merger: Starting over with a clean slate’, Golias Magazine; October 1999. 126 Francis Casanier in "Birmanie, Mode d’emploi". 127 National Post, 30 Dec 2000, Billionaire takes shelter in Israel from arms scandal. 128 The EU agrees a Common Position on Burma. Because a consensus is needed to establish the Common Position, countries that choose to, have a de facto veto on measures they disagree with. 129Un programme chargé, 2 mars 2003, par El Watan. http://66.102.9.104/search?q=cache:BTEyADRgsNsJ:www.net-sun.net/revuedepresse/article.php3%3Fid_article%3D24+Chirac+Desmarest&hl=en&ie=UTF-8 130http://66.102.9.104/search?q=cache:lBdVkwhuPEUJ:fr.news.yahoo.com/041125/5/45njy.html+Chirac+Desmarest&hl=en&ie=UTF-8 131 The Economist. Apr 3rd 2003. 132 Birmanie, Mode d’emploi" by Francis Christophe, Editions Balland, Paris. 133 Ibid. 134 Le Monde Diplomatique, Thailand Taps Burma’s Rivers, André Boucaud, Louis Boucaud http://MondeDiplo.com/2000/02/10boucaud 135 Francois Casanier, Digipresse, Paris, November 5, 1996. 136 Francois Casanier, Digipresse, Paris, November 5, 1996. 137 ASEAN comprises: Brunei, Indonesia, Malaysia, the Philippines, Singapore, Thailand, Vietnam, Cambodia, Laos and Myanmar. 138 Conversations between Burma Campaign UK and EU diplomats. 139 "Les modalités de ces restrictions ont donné lieu à « un vrai travail de dentelle , selon un diplomate européen, en raison notamment du souci des Français de ne pas gêner les activités du géant pétrolier Total." Le Monde 13 October 2004. 140 Nick Mathiason, Ethics boys, Observer 31 October 2004. 141 Daniel Dombey and Amy Kazmin, Financial Times, 9 October 2004. 42 142 Simon Tisdall, The Guardian, 12 October 2004. 143 William Horsley, Dilemma of Dealing with Burma, BBC On-line, http://news.bbc.co.uk/1/hi/world/asia-paci.c/3761022.stm 144 American Petroleum Institute, Policy Issues, Sanctions: http://api-ec.api.org/policy/index.cfm?bitmask=001001007000000000 145 USA*Engage Media Release, October 6th 2003. http://www.usaengage.org/press_releases/2003/20031006%20supreme%20amicus%20.ling%20sosa.html 146 The UK government speci.cally requested that Premier Oil and British American Tobacco leave Burma. 147 Since July 1997 the US has banned is companies and citizens from any new investment in Burma. 148 Total service stations fast facts CC4, January 2004. 149 Burma Economic Watch. June 2001. Foreign Direct Investment and the Garments Industry in Burma. Online at www.ibiblio.org/obl/docs/FDI_&_Garments_Industry_in_Burma.htm 150 Total Contract, page 85. PSC TOTAL-MOGE, 9 July 1992. 151 Based on .gures from the United National Development Programme: Human Development Report 2003 and Asian Development Bank 2004. Online at www.undp.org/hdr2003/ 152 Based on .gures from Asian Development Bank 2004, Federation of Trade Unions - Burma, and the Economist Intelligence Unit. 153 World Bank Development Indicators 2003. 154 World Bank Development Indicators 2003. 155 World Bank Development Indicators 2003. 156 Based on Asian Development Bank 2004 Development Report and UNDP Human Development Report 2004. 157 Report of French Parliamentary mission, translated by Info-Birmanie. Footnotes (continued) TOTAL Oil: fuelling the oppression in Burma This report investigates the role of French oil giant TOTAL Oil in fuelling the oppressive dictatorship in Burma. TOTAL Oil is the fourth largest oil company in the world and one of the biggest foreign investors in Burma. Its joint venture with Burma’s dictatorship in the Yadana gas project in southern Burma earns the military regime hundreds of millions of dollars every year. Widespread systematic human rights abuses have been associated with the TOTAL pipeline, including forced labour, torture and rape. In addition, tougher European Union sanctions against Burma have been blocked by the French government in its effort to protect TOTAL’s interests in the country. This report has been produced to coincide with the launch of an international campaign calling for TOTAL’s withdrawal from Burma. Published by The Burma Campaign UK, February 2005 The Burma Campaign UK 28 Charles Square, London N1 6HT Tel: 020 7324 4710, Fax: 020 7324 4717 E-mail: info@burmacampaign.org.uk Website: www.burmacampaign.org.uk Registered in England No. 3804730 https://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=en&catid=7566c1b8e992461bb8fe2640f203de29&docid=90228f917e4a42a09445256a9e2459d9 Sat, 15 Mar 2008 13:29:24 GMT f07c9660d4544e3a88de35365abf2c53 Special Economic Measures (Burma) Regulations 2008-08-29T15:19:34.4800000+02:00 la legge introduce una serie di proibizioni tra cui il divieto di importazione ed esportazione di prodotti dalla birmania, il divieto di attracco di navi birmane nei porti canadesi e di navi canadesi nei porti birmani, il divieto di acquisire proprietà in birmania o da birmani etc... https://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=en&catid=7566c1b8e992461bb8fe2640f203de29&docid=f07c9660d4544e3a88de35365abf2c53 Fri, 29 Aug 2008 13:19:34 GMT 463f8faebbfb40d7b9c9a743808c87f9 L'inflazione rimarrà al 9% e la crescita al 7%- il FMI sostiene la necessità di controllare attentamente la attribuzione delle licenze 2014-06-26T14:49:03.8970000+02:00 Nel medio periodo l’inflazione rimarrà al 9%, ha dichiarato una azienda di previsioni economiche specializzata in mercati di frontiera. “Sulla base del deprezzamento della moneta birmana, della crescita dei consumi elettrici, dell’aumento dei salari dei dipendenti pubblici, ci aspettiamo che l’inflazione in Birmania continui a crescere per tutto quest’anno,” ha dichiarato la società Mantis, con sede in Olanda. “l’inflazione dovrebbe stabilizzarsi al 9%. L’inflazione ha cominciato a crescere nel primo quadrimestre di quest’anno anche a causa della riduzione della disponibilità di prodotti alimentari dovuta ai problemi metereologici. Mantis sostiene che gli IDE siano cresciuti di circa il 9% del PIL. Le esportazioni sono diminuite dal 21% del precedente quadrimestre al 12.5% del PIL nel primo quadrimestre 2014, da una media del 15,5% degli ultimi cinque anni. Si prevede che le riforme economiche continuino, che sia gli investimenti esteri che gli aiuti allo sviluppo rimangano elevati, permettendo al paese di accumulare riserve internazionali e una crescita ad ampio spettro del 7% circa nei prossimi 5 anni. In ogni modo Mantis lancia l’allarme rispetto al problema he la transizione economica del paese può prevedere molte incertezze. Secondo il FMI le nuove licenze per le banche straniere dovrebero essere monitorate attentamente da parte del governo Secondo il Fondo Monetario Internazionale, il governo birmano dovrà controllare attentamente la attribuzione finale delle licenze ad alcune banche straniere perché attivino i propri affari bancari. Controlli stringenti saranno necessari per consentire lo sviluppo corretto delle operatività delle banche ha dichiarato Matt Davies, capo della missione del Fondo Monetario in Birmania. La Birmania sta scegliendo quali banche straniere avranno l’autorizzazione ad operare esi ritiene che verranno date dalle 5 alle 10 licenze. Più di 40 banche straniere hanno già aperto uffici di rappresentanza in Birmania, ma possono fornire unicamente servizi di consulenza. Secondo il quotidiano tailandese The Nation. I grandi contendenti comprendono la Tailandia, che ha quattro banche con uffici in Birmania, compresa la grande Bangkok Bank. https://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=en&catid=7566c1b8e992461bb8fe2640f203de29&docid=463f8faebbfb40d7b9c9a743808c87f9 Thu, 26 Jun 2014 12:49:03 GMT 3080d1c5b77a4a9aa3f40845f27301e7 Il miglioramento della produttività e la qualità del riso birmano faciliterebbe le esportazioni in mercati qualificati Nuovo rapporto della Banca Mondiale indica i problemi e le soluzioni possibili per il settore del riso 2014-06-17T17:39:31.0200000+02:00 RANGOON —Un nuovo rapporto della Banca Mondiale afferma che la Birmania può aumentare enormemente la qualità del riso attraverso investimenti nella lavorazione del riso, mentre dovrebbe ridurre i costi di trasporto e formulare politiche a sostegno delle esportazioni di riso e della produzione agricola. Il governo riformista birmano punta a migliorare la produttività e le esportazioni di riso ed si è posta l’ obiettivo di esportare 4 milioni di tonnellate di riso entro il 2020. Il rapporto dal titolo “Capitalizzare le opportunità di esportazione di riso” sottolinea come dall’inizio delle riforme nel 2011 le esportazioni di riso sono aumentate notevolmente, ma negli ultimi due anni i volumi della esportazione si sono fermate a circa 1.3 milioni di tonnellate anno. Si è molto parlato della scarsa qualità del riso birmano che non va bene per la esportazione in mercati che chiedono prodotti di qualità come l’Unione Europea, dove i prodotti birmani sono esenti da tariffe per l’importazione grazie al Sistema di Preferenze Generalizzate, che garantisce un accesso al mercato privilegiato per i paesi meno avanzati. “La strategia attuale favorisce la produzione di riso di bassa qualità, venduto prevalentemente in Africa e Cina. Per questo gli agricoltori ricavano profitti minimi, mentre gli investitori agricoli hanno evitato di fare investimenti” è emerso da un comunicato della Banca Mondiale. “ la situazione sta peggiorando, visto che la domanda globale di prodotti di scasa qualità sta diminuendo.” Il settore agricolo birmano è il maggior imprenditore del paese e il 70% di tutti i birmani vive in aree rurali, ma durante la precedente giunta militare il settore ha visto scarsi miglioramenti nella produttività mentre le esportazioni di riso erano crollate enormemente rispetto al 1960. I raccolti di riso sono i più bassi rispetto al resto del Sud est asiatico pari a 2.5 tonnellate per ettaro e la maggior parte dei mulini utilizzano macchinari vecchi che causano una alta percentuale di chicchi di riso spezzati, impedendone l’esportazione. “il settore della macinatura opera con macchinari obsoleti che causano il 15-20% di perdite nel corso della lavorazione e il governo dovrebbe adottare misure per attrarre investimenti esteri nel settore della lavorazione del riso in modo da migliorare i macchinari e produrre una qualità migliore di riso adatto alla esportazione. Il rapporto afferma che il governo dovrebbe adottare misure per facilitare i prestiti commerciali ai mugnai di riso che hanno bisogno di acquistare scorte di riso per la molatura. “un settore più efficiente darebbe forti incentivi per aumentare la produttività, come illustrato dalla recente esperienza in Cambogia, ma gli investimenti nei beni pubblici sarebbe la chiave per far si che nel lungo periodo si possa promuovere la crescita” sostiene il rapporto. Nel breve le altre misure includono la definizione di politiche commerciali stabili e la riduzione dei costi portuali e delle procedure per la esportazione. “il Porto di Yangon, la porta principale per la esportazione è piccolo, antiquato e con capacità limitate durante i monsoni. I costi delle procedure per la esportazione sono quasi i più alti della regione”. Sottolinea il rapporto. Per aumentare la produzione di riso nel lungo periodo, la Banca Mondiale sostiene che il governo birmano dovrebbe adottare misure tra cui il miglioramento della gestione delle acque, coinvolgendo i contadini nei processi decisionali, fornendo garanzie sulla terra e investendo nel miglioramento delle strade rurali che collegano le fattorie ai mercati. Soe Tun, segretario generale dell’Associazione degli Esportatori di Riso condivide le conclusioni del rapporto di Banca Mondiale e ha dichiarato a The Irrawaddy in una recente intervista che il totale delle esportazioni di riso nel 2013-2014 sono precipitate a 1.2 milioni di tonnellate da 1. 7 milioni dell’anno precedente. Secondo l’associazione, circa il 60% del riso esportato va in Cina e un’altra parte consistente viene inviate in Sud Africa, mentre piccole quantità di riso di alta qualità sono inviate in Unione Europea e Giappone che lo scorso anno ha importato circa 5.000 tonnellate di riso. Sino ad oggi l’agricoltura e la lavorazione del riso non sono riusciti ad attrarre gli investimenti esteri necessari a migliorare la produzione e lavorazione di riso. “ ci sono pochi investimenti esteri in agricoltura e il tasso non aumenta” ha dichiarato Soe Tun, “abbiamo bisogno di sostegno dal governo e dovremmo lavorare insieme settore privato, governo e altre INGO e ONG per migliorare il settore”. https://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=en&catid=7566c1b8e992461bb8fe2640f203de29&docid=3080d1c5b77a4a9aa3f40845f27301e7 Tue, 17 Jun 2014 15:39:31 GMT 4d9cfba078394cfb8421cdcf24fbc609 LEGGE SULLA CONCORRENZA (PYIDAUNGSU HLUTTAW 9/2015) Il 24 febbraio 2015, la Birmania ha approvato la legge sulla concorrenza (Il n ° legge Pyidaungsu Hluttaw 9/2015) ("legge sulla concorrenza"). La legge sulla concorrenza entrerà in vigore in una data stabilita dal presidente ed è attualmente in attesa della scadenza del termine legale di 90 giorni entro i quali il governo della Birmania deve introdurre norme e regolamenti per l'attuazione del diritto alla concorrenza ("Regolamento"). 2015-10-13T15:20:04.9930000+02:00 La legge pone le basi per la creazione di un organismo di regolamentazione con poteri investigativi e aggiudicativi, affronta i tre pilastri standard del diritto della concorrenza (accordi che limitano la concorrenza, abuso di posizione dominante e concentrazioni), le pratiche commerciali sleali, nonché ("UTP"), stabilisce un regime sanzionatorio globale con la possibilità per i danni privati, la convinzione di dirigenti e di una politica di clemenza. Di seguito riassumiamo le principali disposizioni del diritto alla concorrenza e individuiamo alcune aree che riteniamo dovranno essere chiaritenel regolamento, al fine di rendere più efficacemente la attuazione della politica di concorrenza del Myanmar. ASEAN SFONDO Ai sensi dell'articolo 41 delle norme della Comunità economica ASEAN ("Blueprint AEC"), i Paesi membri dell'ASEAN ("AMC"), hanno deciso, tra le altre cose, di impegnarsi per la introduzione della politica della concorrenza entro il 2015. La politica di concorrenza non è definitoa nel Blueprint AEC ; tuttavia una discussione del suo significato può essere trovato sul sito web del gruppo di esperti ASEAN sulla concorrenza: "La politica della concorrenza può essere generalmente definita come una politica governativa che promuove o mantiene il livello di concorrenza nei mercati, e comprende misure governative che interessano direttamente il comportamento delle imprese e della struttura industriale e dei mercati. La politica della concorrenza riguarda fondamentalmente: Il Set di politiche che promuovono la concorrenza nei mercati locali e nazionali, come ad esempio l'introduzione di una politica commerciale rafforzata, l’eliminazione delle pratiche commerciali restrittive, favorendo l'accesso al mercato e di uscita, riducendo gli interventi governativi non necessari e facendo maggiore affidamento sulle forze di mercato; e il Diritto alla concorrenza, che comprende la legislazione, decisioni giudiziarie e normative volte a prevenire le pratiche commerciali anticoncorrenziali, abuso di posizione dominante e anticoncorrenziali fusioni ". Ciò riflette una concezione comune della politica di concorrenza che include entrambe le politiche governative più generali che riguardano la concorrenza, nonché una legge organica generale della concorrenza. E 'quindi un po' sorprendente che l’ AMC, con una sola eccezione, abbia interpretato l'articolo 41 che impone l'attuazione di una legge organica di concorrenza entro il 2015, nonostante questo non sia esplicitamente nel Blueprint AEC. Prima al 24 febbraio 2015, ciascun paese come Indonesia, Malesia, Singapore, Tailandia e Vietnam avevano attuato leggi generali della concorrenza con diversi gradi di efficacia; mentre le Filippine hanno invece perseguito una diversa strategia di promozione politica della concorrenza in assenza di tale legge. I restanti AMC (Brunei, Cambogia, Laos e Birmania) si sapeva stessero per emanare rispettive legislazioni globali sulla concorrenza. Il 24 febbraio, la Birmania è entrata nell'arena del diritto alla concorrenza e si è unito alle circa 127 giurisdizioni con una legge specifica aumentando la pressione sui restanti AMC che non hanno ancora preso l'iniziativa di definire norme simili. E 'interessante notare che, prima della promulgazione della legge sulla concorrenza, la Birmania aveva già un diritto generale della concorrenza, come afferma la sua Costituzione del 1947 ovvero: "Le organizzazioni monopoliste private, come cartelli, sindacati e trust costituiti allo scopo di dettare prezzi o per monopolizzare il mercato o altrimenti definite al fine di danneggiare gli interessi dell'economia nazionale, sono vietati. "Anche se sappiamo che questa disposizione non è mai stata attuata in pratica, è non è stata abrogata dai successivi documenti costituzionali ed è quindi ancora in vigore. Mentre è lodevole che la Birmania abbia fatto questo primo passo essenziale nell’ emanare la legislazione sulla concorrenza, ci vorrà del tempo prima che l'efficacia del diritto della concorrenza e la sua attuazione può essere valutata e, come di seguito, questo dipenderà, in parte, sulla Regole e le decisioni dell'autorità di regolamentazione. COSA PREVEDE LA LEGGE DELLA CONCORRENZA La legge sulla concorrenza copre quattro principali aree sostanziali: Norme di controllo della concorrenza; Monopolio dei Mercati; Fusioni; e UTP. Inoltre, il diritto della concorrenza delinea i obiettivi e principi generali, pone le basi per l'autorità competente per la regolamentazione e l'attuazione del diritto della concorrenza, stabilisce una causa privata di azione, stabilisce i livelli di penali per le infrazioni e delinea alcune misure procedurali, quali il diritto al ricorso e una politica di trattamento favorevole. In altre parole, la legge sulla concorrenza presenta la struttura di base di un regime di concorrenza sofisticati; anche se con particolari significativi da fornire dal Regolamento e l'autorità di regolamentazione. CHI È COPERTO DALLA LEGGE SULLA CONCORRENZA La legge sulla concorrenza non ha una disposizione specifica che indica a cui si applica; in contrasto con la legislazione analoga in Vietnam (che si applica alle "imprese") e Tailandia (che prevede per i tipi di soggetti ai quali la legge non si applica). Più che una dichiarazione generale di applicazione del diritto della concorrenza, ogni divieto di fondo del Diritto della concorrenza stabilisce il tipo di entità a cui si applica: La sezione prevede 13 divieti che si applicano a ciascun soggetto; 1 previsto a partire dall’ ottobre 2013 nella Cooperazione internazionale nel rapporto sulla attuazione della Legge sulla Concorenza presentato al Meeting del Consiglio ministeriale dell'OCSE del 6-07 maggio 2014. la monopolizzazione (sezione 15) e divieti UTP (Sezioni 18-29) si applicano alle persone commerciali; e le disposizioni di fusione si applicano alle imprese. La legge sulla concorrenza definisce due principali tipi di entità ai punti 2 (i) e, rispettivamente, (j): Economico di imprese: qualsiasi imprese impegnate in ogni attività di produzione, distribuzione, l'acquisto, la vendita, l'importazione, l'esportazione e lo scambio nonché le imprese di servizi; e Persona di affari: una persona che si impegna in qualsiasi impresa o servizio economico di impresa. In questa espressione, saranno inclusi anche le organizzazioni che svolgono attività economiche, nonché servizi di rendering. Anche se non esplicito, a quanto pare, in base alle norme di legge, le aziende di Stato saranno regolate dalla legge sulla concorrenza in quanto probabilmente rientrano in queste definizioni, se sono impegnate in una delle attività descritte; tuttavia sembra che le associazioni imprenditoriali o commerciali non possono essere affrontate nel quadro del diritto della concorrenza. Indipendentemente da qualsiasi ulteriore chiarimento che può essere fornita dal Regolamento, sarà interessante notare come saranno applicate sezione 8 (b) e l'impatto che avrà l'applicazione del diritto della concorrenza in quanto fornisce l'autorità di regolamentazione del potere di stabilire deroghe per "imprese essenziali, piccole e medie imprese di scala per gli interessi del Paese". COS'E 'L'autorità di regolamentazione costituiti secondo la legge CONCORSO L'autorità di regolamentazione principale ai sensi della legge della concorrenza sarà la Commissione della concorrenza; con funzioni specifiche per essere effettuata da vari comitati e, in particolare, una commissione d'inchiesta che sarà istituito per indagare comportamenti che possono violare il diritto della concorrenza. Mentre sezione 7 prevede che la Commissione della concorrenza sarà indipendente, molto poco altre informazioni si rimanda al diritto della concorrenza per quanto riguarda la composizione o la dimensione della Commissione della concorrenza o che cosa le qualifiche che il governo richiede per i suoi membri. La Commissione della concorrenza è garantita una vasta gamma di potenze che includono: la introduzione di deroghe alla legge sulla concorrenza per le industrie essenziali e le PMI; fissazione di soglie per determinare quando un progetto di fusione sarà considerata non competitiva; la fissazione di soglie per determinare quando un business sarà considerato monopolizzare; l’indicazione alle aziende a ridurre la loro quota di mercato a una quantità prescritta quando la Commissione della concorrenza stabilisce che la sua quota di mercato danneggia la concorrenza; la limitazione delle quote di mercato e vieta la promozione delle vendite di un'azienda considerata monopolizzata; e l’organizzazione esenzioni dalle punizioni per coloro che ammettono il loro malefatte a corte. Di particolare rilievo sono elementi (d) e (e), come sembrano essere ampi poteri concessi alla Commissione della concorrenza al di fuori del campo di applicazione dei divieti di merito discussi qui di seguito. Ci auguriamo che ulteriori orientamenti saranno fornite nel regolamento in relazione a questi poteri. La commissione d'inchiesta è stato creata ai sensi dell'articolo 9 della legge sulla concorrenza da 5 a 9 membri (il che suggerisce che la Commissione stessa deve avere almeno 5 membri) con ogni membro che ha esperienza e conoscenza in materia di economico, giuridico, il commercio, l'agricoltura o contabile. Nella sezione 11 (c), della legge della concorrenza riguarda la potenziale distorsione della commissione d'inchiesta, vietando membri del Comitato di indagine dalle industrie indagare a cui si riferiscono. I poteri del Comitato sono: interrogare i testimoni e l'esame di prova documentale; e entrino nei locali al fine di condurre qualsiasi indagine o ricerca. Qual è la portata geografica della DIRITTO DELLA CONCORRENZA Si tratta di un settore in cui ci aspettiamo che il regolamento per fornire ulteriori chiarimenti come il diritto della concorrenza non include una guida esplicita sulla sua competenza geografica. Non è quindi chiaro se la legge sulla concorrenza si applica agli enti o comportamenti al di fuori di Myanmar o se un test di effetti o attuazione sarà utilizzato per determinare la competenza. Al contrario, diritto della concorrenza di Malesia e Singapore ogni espressamente incorporano le azioni nel loro ordinamento, che possono aver luogo al di fuori dei rispettivi paesi in cui tali azioni hanno un effetto all'interno del paese in questione. COS'È IL MERCATO RILEVANTE La legge sulla concorrenza definisce "Mercato" nella Sezione 2 (m) come "qualsiasi luogo in cui si svolge transazione tra il venditore e l'acquirente fuori" e "Market Share" nella Sezione 2 (n) come la "percentuale o il rapporto dei beni venduti o servizi per l'uomo d'affari dalla quantità totale di vendita di mercato ". Analisi della concorrenza si riferisce normalmente ad un mercato rilevante definito che include sia un mercato rilevante del prodotto e il mercato geografico rilevante. Nell'analisi tradizionale, questa definizione del mercato è spesso alla base della determinazione della quota di mercato, il potere di mercato e la portata e gli effetti della condotta rilevante. Come "mercato" è un aspetto importante di divieti del diritto della concorrenza, non ci aspettiamo che rimarrà limitata a questa definizione geografica ristretta. Prevediamo che il regolamento attueranno una interpretazione più completa del "mercato" e fornire indicazioni sulla metodologia di come verrà determinato un mercato rilevante. Come esempi, si nota il trattamento estensivo del mercato rilevante nel diritto della concorrenza del Vietnam e le normative di accompagnamento e la definizione del mercato nella legge malese concorrenza che incorpora esplicitamente entrambe le dimensioni del prodotto e geografico. COS'È UN 'IMPRESA di controllare la concorrenza Questo termine è definito sostanzialmente in sezione 2 come "le prestazioni di ridurre o prevenire la competizione tra le imprese verificatosi sul mercato. In questo periodo, gli accordi che controllano il concorso, abuso di posizione dominante sul mercato e monopolizzano individualmente o collettivamente devono essere inclusi anche ". Tuttavia, questo termine è usato anche per identificare Capitolo VII della legge sulla concorrenza, che contiene le sezioni 13 e 14. L'utilizzo di questa rubrica per queste sezioni crea ulteriore incertezza nel modo in cui verrà attuato Sezione 13. Come redatta, la sezione 13 divieti coprono una vasta gamma di attività, tra cui: Fissazione dei prezzi (anche se la lingua incluso "di compromesso" suggerisce che solo le azioni attraverso un accordo sono affrontate); Accettare di controllare o limitare la concorrenza; Abuso di posizione dominante; Agire per controllare o limitare un mercato; Controllo o vietare l'accesso a un mercato o risorse; Limitare o controllare gli investimenti, la produzione, l'acquisto di mercato, tecnologie o ricerca; e Bid-rigging. Purtroppo, l'orientamento significativo sarà necessario interpretare questa sezione come non sembra esserci alcuna distinzione tra: attività orizzontali e verticali; comportamenti collusivi / unilaterale e comune; o Di per sé (fissazione dei prezzi) e potenzialmente regola della ragione (abuso di posizione dominante) condotta. Se la definizione di impresa per il controllo della concorrenza ha lo scopo di guidare l'interpretazione della sezione 13, questo suggerisce che la sezione 13 dovrebbe essere ampiamente interpretata come altri titoli dei capitoli pertinenti sono molto specifiche - il titolo si riferisce al capitolo VIII monopolizations, il capitolo IX in direzione UTP e il capitolo X voce alle fusioni. Probabilmente se Sezione 13 è stato pensato per essere interpretata in modo restrittivo, l'intestazione del capitolo VII sarebbe stato redatto in maniera altrettanto specifica e stretta (ad esempio "accordi anticoncorrenziali"). Mentre sembra ragionevole ritenere che la sezione 13 è destinata a concentrarsi sul comportamento collusivo dato il contesto dei restanti divieti e il riferimento al punto 14 agli accordi che limitano la concorrenza, è richiesta una guida specifica al riguardo. Inoltre, indicazioni su come gli quote di mercato o di effetti soglie saranno applicate in relazione alla condotta consentirà inoltre di migliorare la comprensione dei divieti in questione. Basato esclusivamente sulla lingua di legge, sembra che gli accordi di distribuzione esclusiva, geografiche limitazioni di vendita e anche alcune joint venture potrebbero tutti essere vietato di per sé ai sensi della Sezione 13 indipendentemente dal fatto che fossero vietati a norma più direttamente applicabile sezioni del diritto della concorrenza. Come ulteriore esempio di chiarimenti richiesti, sarà necessario distinguere tra i divieti di cui alla sezione 13, Sezione 15 e la sezione 27 in relazione agli abusi di potere di mercato date le differenze tra potenziali pene detentive e l'esenzione potenziale disponibili nella Sezione 14. One potenziale distinzione può essere se il comportamento censurato sia unilaterale o congiunta. In alternativa, Sezione 13 può essere applicata solo in presenza di un accordo per abuso posizione dominante; considerando Sezione 15 può domandare di abusi congiunti unilaterale e concertata. Anche se questo quadro non affronta una base per distinguere la sezione 27 divieto di abusi sleali. Dato che la sanzione per la violazione della Sezione 13 comprende potenziale di reclusione, non vediamo l'ora di ulteriori orientamenti essendo previsti per determinare la portata della sezione 13 divieti così come i dettagli per quanto riguarda la natura specifica del comportamento vietato in modo che gli enti possano per determinare se il loro comportamento è problematico. Se l'esempio del diritto della concorrenza del Vietnam è considerato, mentre la legge si riferisce esplicitamente al divieto di tipi enumerati di accordi e regolamenti di accompagnamento forniscono significativo dettaglio nella loro interpretazione; non vi è ancora alcuna indicazione esplicita se accordi verticali sono incorporati nelle disposizioni pertinenti e il problema è stato affrontato solo attraverso le dichiarazioni dell'autorità di regolamentazione. CI SONO ESENZIONI ALLA SEZIONE 13 DIVIETI Ai sensi dell'articolo 14, la Commissione della concorrenza deve concedere una deroga per un periodo determinato per eventuali accordi che altrimenti sarebbe vietata, se gli accordi di lavoro a vantaggio dei consumatori: Aumentare l'efficienza; Lo sviluppo della tecnologia; Lo sviluppo di standard tecnologici o aumentare la qualità dei prodotti; Relativamente ai temi della gestione, la distribuzione o il pagamento che non si riferiscono a prezzo; Promozione della competitività delle PMI; e Promuovere la competitività delle imprese Myanmar internazionale. Come la Commissione della concorrenza è stato concesso il potere di determinare le forme necessarie, procedure e regolamenti per l'applicazione di un'approvazione per limitare la concorrenza, ci aspettiamo che una qualche forma di notifica o di approvazione sarà implementata la possibilità di derogare da emettere ai sensi della Sezione 14 . Speriamo che ulteriori orientamenti saranno fornite anche su come queste norme verranno applicate in relazione ad un dato accordo anticoncorrenziale (ad esempio sarà un aumento dell'efficienza essere sufficiente o saranno miglioramenti di efficienza, sarà necessario per superare gli effetti anticoncorrenziali in ordinare una deroga da concedere?). Inoltre, ci auguriamo che il regolamento chiariranno se Sezione 14 agisce solo a prevedere eccezioni in relazione a comportamenti vietati ai sensi della Sezione 13 o se fornisce un potenziale esenzione gli accordi altrimenti vietate ai sensi della legge sulla concorrenza. COM'E 'monopolizzazione affrontata nel quadro delle LEGGE CONCORSO Sezione 15 della legge sulla concorrenza vieta monopolizzare i mercati da un uomo d'affari attraverso: Controllo dei prezzi di beni o servizi; Limitare la disponibilità di un bene o servizio con l'obiettivo di controllare prezzi; Ridurre la disponibilità di un bene o servizio senza motivi adeguati o abbassare la qualità di un bene per ridurre la domanda di mercato; Il controllo o limitare il mercato geografico delle vendite per impedire la quota di ingresso e controllo del mercato; e Interferire nelle operazioni un'altra attività 'in maniera sleale. Con il riferimento di legge a "un uomo d'affari", non è chiaro se la sezione 15 si applica solo ad un comportamento unilaterale o se il comportamento comune è rivolto anche. Anche se non è chiaro come verrà interpretata "monopolizzazione" di un mercato, ci aspettiamo che questo si concentrerà sugli abusi tradizionale di analisi dominanza come la Commissione della concorrenza ha il potere di determinare la quota di mercato, la vendita del volume, la capitale, il numero di azioni e la quantità di attività che sono considerate da monopolizzando. In questa fase, non è chiaro in che modo la Commissione della concorrenza si applica e attuare la Sezione 15 divieti tra cui questioni come se verrà applicata una qualche forma di diminuzione sostanziale del criterio della concorrenza. A tal fine, si nota che una qualche forma di effetti soglia o obiettivi sono espressamente contemplato per quanto riguarda alcuni dei comportamenti vietati (ad esempio, "senza motivi adeguati", "obiettivo del controllo dei prezzi", "in maniera sleale"). Infine, la guida è necessario per le distinzioni nel trattamento di abuso di potere di mercato nelle sezioni 13, 15 e i divieti UTP nel capitolo IX. Questi tipi di problemi avrà un impatto notevolmente l'attuazione del diritto della concorrenza e pertanto anticipare che saranno affrontati nel Regolamento. Un potenziale ulteriore problema con lasciando soglie per poi determinazione da parte della Commissione della concorrenza è illustrato dall'esempio di Thailandia, dove l'abuso di soglie di dominanza sono state introdotte solo circa 8 anni dopo la sua legge sulla concorrenza è stata emanata, lasciando l'abuso della Thailandia di regime dominanza efficacemente implementato in questo periodo . Anche se non sembra essere una deroga espressamente prevista per la sezione 15 divieti, sezione 16, che è l'unica altra sezione del capitolo VIII, afferma che la Commissione della concorrenza può approvare il coordinamento tra le imprese (forse suggerendo che il comportamento comune abusivi è rivolta all'interno Sezione 15) o acquisizioni al fine di sostenere un business o creare un nuovo business. Come questo larghe indirizzi potenza entrambi gli accordi anticoncorrenziali e fusioni, si spera che le regole forniranno ulteriori orientamenti per quanto riguarda l'attuazione della Sezione 16 compreso il processo di richiesta di tale approvazione. ESISTE UN REGIME DI FUSIONE La legge sulla concorrenza prevede un regime di fusione, anche se una serie di questioni sono lasciati per la determinazione successiva. Sezione 30 definisce le fusioni per includere: affiliazioni, fusioni, acquisizioni, joint venture e fusioni con altri mezzi previsti dalla Commissione della concorrenza. La legge sulla concorrenza quindi vieta fusioni dove: la fusione ha lo scopo di portare ad un eccessivo predominio del mercato; la concentrazione ridurrà la concorrenza in un mercato con pochi concorrenti; o la quota di mercato risultante supera le soglie previste dalla Commissione della concorrenza. Tuttavia, la sezione 33 consente una fusione altrimenti vietata se: l'impresa risultante rimane una PMI; uno dei partecipanti alla concentrazione era, o poteva diventare, fallito; o la fusione promuove esportazioni o lo sviluppo di tecnologie, sistemi o innovazione. La Commissione della concorrenza è stato concesso il potere di entrambi: determinare le forme necessarie, procedure e regolamenti per l'applicazione di una approvazione di una fusione; e determinare la quota di mercato, la vendita del volume, la capitale, il numero di azioni e la quantità di beni che possono incidere sulla concorrenza leale a causa di una acquisizione o fusione parziale o totale. Dato probabili preoccupazioni con questioni quali la competenza, la politica industriale, la disponibilità dei dati di mercato, definizione del mercato rilevante, e delle preoccupazioni sollevate dai mercati sottili e aziende di Stato, sarà interessante vedere come il regime di fusione si sviluppa e ci aspettiamo significativi ulteriori dettagli da fornire nel Regolamento. Vietnam fornisce un esempio di come questi tipi di problemi possono avere un impatto sulla realizzazione di un regime di fusione. Un altro confronto utile è la Thailandia, dove la normativa 1999, prevista una notifica di fusione e sistema di approvazione, ma la determinazione di soglie rilevanti di fusione (simili a quelle osservato al punto b precedente) sono stati lasciati per la determinazione da parte dell'autorità di regolamentazione. Ad oggi, non ci sono soglie rilevanti sono state prescritte e il regime di fusione rimane efficace non implementata in Thailandia. Più in contrario, in Malesia, non vi è alcun regime di controllo delle concentrazioni e di Singapore, il regime di notifica delle concentrazioni è volontaria. UTP La maggior parte delle sezioni sostanziali del diritto della concorrenza accordo con UTP che non dovrebbe essere una sorpresa dato l'esempio fornito dal Vietnam, dove UTP esecuzione è stato l'aspetto più efficace del suo regime diritto della concorrenza ad oggi. Sezione 17 della legge sulla concorrenza definisce concorrenza sleale per includere: Clienti ingannevoli; Rivelare segreti commerciali e delle informazioni; Intimidazione altre imprese; Danneggiare la reputazione altre imprese '; Interferire con le attività di altre imprese; Pubblicità e vendite promozioni che costituiscono concorrenza sleale; Discriminazione contro altre imprese; Vendere inferiore al costo di produzione ed è atterrato costi; Abuso di potere le imprese e favorire le violazioni di un business 'contratti con terzi; e Qualsiasi atto prescritto come tale dalla Commissione. Le sezioni 18-28 della legge della concorrenza elaborano sullo svolgimento enumerato fornendo divieti più specifici in relazione a ogni forma definita di UTP. Inoltre, la sezione 29 vieta alle imprese di importazione di merci in modo sleale o vendita di tali prodotti a prezzi di mercato inferiori. Data l'ampiezza di alcuni dei divieti UTP e l'apparente sovrapposizione con altri divieti ai sensi della legge sulla concorrenza, ci auguriamo che il regolamento e la Commissione della concorrenza fornirà più complete di orientamento come molte attività che sembrano vietate può essere favorevole alla concorrenza, o almeno neutrale se praticato in circostanze appropriate. Ad esempio, mentre la sezione 37 sembra concentrarsi il divieto di vendere al di sotto di produzione o costi per situazioni in cui vi è l'intenzione di ridurre la concorrenza atterrato, la guida è necessaria in quanto i costi saranno calcolati (ad esempio media, marginali, totale, etc.) inoltre, se sarà consentito giustificazioni (egtemporary capo perdita, mercanzie antiquato, inventario eccessivo, concorrenti di corrispondenza, ecc.) Quali sono le sanzioni SOTTO IL DIRITTO DELLA CONCORRENZA La legge sulla concorrenza prevede sia sanzioni amministrative e penali. Per quanto riguarda il primo, la Commissione della concorrenza ha il diritto di mettere in guardia, infliggere ammende prescritti o temporaneamente o definitivamente chiudere un business in cui c'è stata una violazione delle restrizioni, stipulazioni, direttive e regolamenti della Commissione della concorrenza. Qualora una multa prescritta non viene pagata, può essere raccolto come un arretrato di entrate terra. Altre sanzioni sono contenute nel capitolo XI come segue: (A) per una violazione delle sezioni 13 (le imprese per controllare la concorrenza), 23 (pubblicità ingannevole), 24 (attività promozionali abusive) o 29 (importazione con mezzi sleali): reclusione fino a 3 anni, una multa fino a 15 milioni Kyat o entrambe; (B) per una violazione delle sezioni 15 (che monopolizzano il mercato), 19 (idonei a rivelare segreti aziendali), 22 (disturbare altre imprese), 26 (vendita al di sotto dei costi), 27 (abusando del potere di mercato ingiustamente), 31 (fusioni vietati) o 32 (fusioni di sopra della quota di mercato prevista): reclusione fino a 2 anni, multa fino a 10 milioni di Kyat o entrambi; (C) per le violazioni di cui ai punti 18 (ingannevoli consumatori), 20 (intimidatorie imprese), 21 (la diffusione di informazioni false), 25 (discriminazione) o 28 (allettanti violazione di contratto): reclusione fino ad un anno, con la multa fino a 5 milioni Kyat o di entrambi; (D) per mancata presentazione di documenti o di comparire come testimone senza motivo sufficiente: reclusione fino a 3 mesi o una multa fino a 100.000 Kyat. Di particolare rilievo, gli individui dirigere un'impresa possono essere condannati insieme con il business relativo a meno che tale persona può dimostrare il reato è stato commesso, nonostante i suoi / sue intenzioni e la dovuta diligenza per evitare tale reato. C'È private enforcement Mentre nessun diritto autonomo per private enforcement sembra essere contemplato nell'ambito del diritto della concorrenza, esiste la possibilità di azioni civili di risarcimento danni nei confronti di qualsiasi persona condannata in base alla legge della concorrenza. ESISTE UN politica di clemenza Anche se non esplicitamente descritto nel diritto della concorrenza, è chiaro che una qualche forma di politica di trattamento favorevole è contemplata come la Commissione della concorrenza ha il potere di lavorare con i tribunali e studi legali per fornire sollievo dal pene per chi confessano di violazione della Sezione 13. è anche un potere di riferimento ai sensi della Sezione 8 (p) per fornire sollievo per i partiti che confessare che non sembra essere limitata sezione 13. A seguito della politica di trattamento favorevole è generalmente accettato come uno degli strumenti più potenti per il rilevamento di anticoncorrenziale accordi, ci aspettiamo ulteriori dettagli sull'applicazione di questi poteri di clemenza da fornire. C'E 'UN DIRITTO DI RICORSO Vi è un diritto di un ultimo appello da un ordine o giudizio della commissione d'inchiesta o di un altro Comitato alla Commissione della concorrenza entro 60 giorni. Non è chiaro come questo funziona in pratica come la commissione d'inchiesta non sembra avere il diritto di effettuare ordini o giudizi, ma invece, ha poteri per indagare e quindi riferire sui risultati alla Commissione della concorrenza. Al contrario, sezione 8 (d), prevede la Commissione della concorrenza con il potere di prendere decisioni in merito a questioni sollevate dai comitati o organismi di lavoro. Speriamo che questo diritto di ricorso sarà affrontato nel regolamento per garantire che sia efficace. COSA SI DEVE SAPERE La legge sulla concorrenza non è attualmente in vigore, ma fornisce il quadro di base di una politica globale della concorrenza nel Myanmar; La legge sulla concorrenza vieta determinati atti anticoncorrenziali, abusi di posizione dominante, fusioni e UTP; Vi è una notevole quantità di dettagli e di orientamento obbligatori prossime norme e la Commissione della concorrenza, al fine di garantire che il diritto della concorrenza efficace attuazione e che le sue disposizioni siano correttamente compreso; La legge sulla concorrenza può cambiare il modo in cui le aziende Myanmar si comportano con un ampio quadro di proibito comportamenti anticoncorrenziali e UTP; Le imprese dovrebbero iniziare presto a controllare il loro comportamento per determinare le attività potenzialmente vietate in modo che siano pronti quando la legge sulla concorrenza entrerà in vigore; Una politica di trattamento favorevole, una volta attuata, cambia la dinamica del rischio di aver partecipato ad accordi anticoncorrenziali e le imprese dovranno tenerne conto prima di concludere o continuare a partecipare a tali accordi; La legge sulla concorrenza avrà denti - ci sono sanzioni forti (ad esempio carcere di dirigere le menti) che sono potenzialmente applicabili. https://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=en&catid=7566c1b8e992461bb8fe2640f203de29&docid=4d9cfba078394cfb8421cdcf24fbc609 Tue, 13 Oct 2015 13:20:04 GMT f58aeec390ee4ed187b96637dcb451c6 Pubblicato il terzo rapporto sulla trasparenza delle imprese birmane la corruzione rimane tra i problemi prioritari 2016-09-20T19:04:40.1630000+02:00 Il Myanmar Centre for Responsible Business ha pubblicato il suo terzo rapporto sulla trasparenza delle imprese birmane: Pwint Thit Sa/Transparency in Myanmar Enterprises (TiME) che utiliza 35 domande per valutare i siti delle 100 imprese maggiori in Birmania per quanto riguarda l’informazione sui programmi anticorruzione, la trasparenza organizzativa, i diritti umani, la salute e sicurezza e l’ambiente. Le imprese con il punteggio maggiore nel 2016 sono: First Myanmar Investment (FMI) che quest’anno è stata calcolata separatamente da SPA, Serge Pun and Associates (SPA) e Max Myanmar. Le 10 migliori sulle 15 imprese più trasparenti nel 2016 sono prevalentemente le stesse dell’anno precedente con solo piccoli cambiamenti nell’ordine ma con complessivi miglioramento nel punteggio. Tra le imprese migliori le aree di maggiore miglioramento includono la pubblicazione dei dati finanziari, meccanismi di risoluzione dei conflitti, le valutazioni di impatto sociale e ambientale. Molte imprese non hanno ancora propri siti (34% di quelle analizzate) o anche li dove esistono, i siti non funzionano pienamente o pubblicano scarse o poche informazioni riguardanti la governance aziendale (circa il 45%). Il rapporto indica anche alcune raccomandazioni alle imprese, al governo, al parlamento e agli investitori istituzionali, alla società civile e ai media. Il nuovo Parlamento ha sottolineato la necessità di affrontare il problema della corruzione, mentre questo implica in primo luogo una leadership del governo, che si fonda sui passi iniziali intrapresi dal nuovo governo, l’attuale regime legale sulla corruzione non è ancora completamente in linea con gli obblighi internazionali secondo la Convenzione ONU sulla Corruzione (UNCAC) per affrontare i problemi della corruzione nel settore privato. L’ UN Office of Drugs and Crime (UNODC) sta sostenndo la Commissione birmana contro la corruzione: Anti-Corruption Commission (ACC) nella attuazine della prima revisione dell’ UNCAC.17 Tale revisione deve identificare gli specifici divari nel quadro legale ed attuativo in rapporto a quanto previsto dall’UNAC e come affrontare i problemi. In particolare l’art. 26 dell’UNCAC prevede che la Birmania definisca la responsabilità delle persone legali per la partecipazione a azioni di corruzione, li dove la Myanmar Anti-Corruption Law (2013), il Codice Penale e il Myanmar Commercial Act (1914) sembrano suggerire che sia le imprese locali che quelle straniere operanti in Birmania non siano responsabili della partecipazione ai reati di corruzione. https://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=en&catid=7566c1b8e992461bb8fe2640f203de29&docid=f58aeec390ee4ed187b96637dcb451c6 Tue, 20 Sep 2016 17:04:40 GMT bcf091bf228f443a982f2372d3698b83 OBAMA CANCELLERA' LE SANZIONI ECONOMICHE VERSO LA BIRMANIA l'annuncio in un incontro tra Obama e Aung San Suu Kyi alla Casa Bianca 2016-09-19T11:52:20.4800000+02:00 In un incontro alla Casa Bianca con il Presidente Barak Obama, Aung San Suu Kyi ha chiesto agli USA di cancellare le sanzioni economiche ancora in vigore nei confronti del suo paese. “E’ il momento giusto per farlo, in modo da garantire che il popolo birmano percepisca un la ricompensa che deriva da un nuovo modo di fare business e da un nuovo governo” ha dichiarato Obama. Dopo la vittoria dell’NLD, Washington ha valutato attentamente se attuare una ulteriore riduzione delle sanzioni e come promuovere una normalizzazione delle relazioni con il paese vittima per decenni di una dittatura militare. “Riteniamo che sia arrivata l’ora di rimuovere tutte le sanzioni che ci penalizzano economicamente” ha sottolineato Suu Kyi, ringraziando anche il Congresso che, attraverso le sanzioni ha sostenuto negli anni la Birmania, così da fare pressione sulla giunta per l’apertura del percorso di democratizzazione. Il presidente Obama e la Consigliere di Stato birmana ASSK, si sono impegnati a collaborare sui seguenti punti: Revoca dell’Emergenza Nazionale e dell’Ordine esecutivo sul programma di sanzioni. Impegno congiunto a proseguire la collaborazione sulle restanti sfide: rafforzamento dello Stato di Diritto, rispetto dei diritti umani, lotta al traffico di esseri umani, alla corruzione, il lavaggio di denaro sporco e contro le attività di narcotraffico. Valorizzazione degli impegni economici bilaterali. Scambio di opinioni su leggi e comportamenti che influiscono sugli investimenti bilaterali e sugli investimenti esteri, sui contenuti un accordo bilaterale di alto livello sugli investimenti. Nel riconoscere il ruolo delle piccole imprese nel sostegno ad una crescita economica inclusiva, gli USA sottoscriveranno un prestito oltre10 milioni di US$ nei confronti di cinque istituzioni del micro-credito per crediti alle piccole imprese birmane impegnate nell’accesso al cibo a promuovere opportunità di lavoro per le comunità locali. Aumento della sicurezza sanitaria. Nel 2017 la Birmania pubblicherà la Joint External Evaluation per la valutazione della capacità nazionale di prevenire, individuare e rispondere alle minacce derivanti dalle malattie infettive. Rafforzamento dell’insegnamento della lingua inglese, con la formazione di 1500 insegnanti l’aumento del 50%del sostegno formativo a studenti che vogliono studiare negli USA e lancio di un nuovo programma di scambio per i leader sui temi della governance democratica. l’arrivo di un primo gruppo di volontari di Peace Corps per la formazione di insegnanti di lingua inglese e l’insegnamento agli studenti delle scuole medie e superiori. In vista della riunione tra i due leader, la Casa Bianca aveva emesso un comunicato nel quale si affermava il reinserimento del paese, a partire dal novembre 2016, nel Sistema di Preferenze Generalizzate (SPG), la cancellazione delle sanzioni nei confronti delle imprese di stato e delle banche di stato. Alcune restrizioni verranno mantenute tra cui la proibizione di visti di ingresso per i militari birmani .[1] La Birmania era stata rimossa dall’ SPG nel 1989, dopo la repressione delle manifestazioni per la democrazia. La cancellazione delle sanzioni e il reinserimento del paese nell’SPG produrrà un incentivo per la promozione di investimenti e di collaborazioni tra imprese organizzazioni no profit . Questa decisione, però, non è stata accolta favorevolmente dalle alcune organizzazioni della società civile, tra cui Human Rights Watch che ha dichiarato come “ fare affari con i militari birmani e le loro imprese, ed i loro amici e i cosiddetti cronies che si sono arricchiti durante i decenni della dittatura, non è la cosa giusta da fare”. Aung San Suu Kyi è stata criticata per aver fatto troppo poco nell’affrontare il problema dei Rohingya. [1] https://www.treasury.gov/resource-center/sanctions/Programs/Documents/burma.pdf https://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=en&catid=7566c1b8e992461bb8fe2640f203de29&docid=bcf091bf228f443a982f2372d3698b83 Mon, 19 Sep 2016 09:52:20 GMT a5814e5fd8604d718184fd8876e5c5db Federica Mogherini interviene al Parlamento Europeo sulla crisi umanitaria dei Rohingya 2017-09-20T12:28:21.3330000+02:00 L'Alto Rappresentante dell'Unione Europea Frederica Mogherini, il 14 settembre, ha partecipato ad un dibattito d'urgenza sulla Birmania al Parlamento europeo di Strasburgo, condannando la violenza e sottolineando gli sforzi dell'Unione Europea per porre fine ai conflitti nello Stato Rakhine e fornire un sostegno urgente ai rifugiati. "I diritti umani devono essere rispettati e gli aiuti umanitari dovrebbero essere urgentemente fatti arrivare a coloro che sono in difficoltà. Nel Rakhine ci sono 350.000 soggetti vulnerabili: devono essere urgentemente raggiunti da operatori dell'aiuto umanitario e per molti di loro è questione di vita e morte ", ha detto Mogherini. Come risposta immediata alla situazione attuale, l'Unione europea ha deciso di aumentare il proprio sostegno al Bangladesh con altri 3 milioni di euro, oltre agli aiuti di 2 milioni di euro già forniti a Birmania e Bangladesh. Questo finanziamento aggiuntivo contribuirà a fornire ai rifugiati appena arrivati in Bangladesh e in Birmania assistenza per l’alloggio, l'acqua, l'assistenza alimentare e l'assistenza sanitaria non appena l'accesso umanitario al Rakhine verrà ripristinata. Questo nuovo finanziamento sarà trasmesso imparzialmente da ONG internazionali, dalle Nazioni Unite o dalla Croce Rossa alle popolazioni colpite. Mogherini ha ricordato che l'UE ha già condannato gli attacchi Arakan Rohingya Salvation Army, ma è anche molto consapevole e preoccupata degli eccessi durante le operazioni di sicurezza condotti dalle forze di sicurezza del Myanmar, che hanno portato ad un massiccio flusso di rifugiati in Bangladesh e che potrebbero destabilizzare la regione. L'UE ha la responsabilità di lavorare sulla scena politica per determinare lo status della minoranza di Rohingya in Birmania e affrontare le questioni strutturali del sottosviluppo del Rakhine. "Continueremo a lavorare con tutti coloro che sono coinvolti per trovare una pace duratura in Myanmar, a beneficio di tutta la popolazione", ha dichiarato Mogherini. L'Alto rappresentante ha sottolineato che nelle sue recenti consultazioni con la leader birmana Aung San Suu Kyi, l'attuazione delle raccomandazioni della Commissione consultiva sullo stato Rakhine, guidata da Kofi Annan, è stata chiaramente menzionata come un punto di riferimento per stabilizzare la situazione nella regione. Mogherini ha affermato che il governo birmano dovrebbe rafforzare la sua cooperazione con le Nazioni Unite, inclusa l'opzione per dispiegare la missione di indagine indipendente del Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite sul terreno. "Durante la lotta della Birmania per la democrazia, la comunità internazionale e l'Europa non hanno mai lasciato il popolo birmano da solo e non li lasceremo da soli" ha dichiarato l'alto rappresentante, concluso il suo discorso a Strasburgo. https://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=en&catid=7566c1b8e992461bb8fe2640f203de29&docid=a5814e5fd8604d718184fd8876e5c5db Wed, 20 Sep 2017 10:28:21 GMT 9cf3098dce8b43998f58ac1a1e2f67f1 Trasmissione sui Rohingya su RSI 6.9.2017 2017-09-06T11:18:14.8170000+02:00 Interessante trasmissione sulla situazione dei Rohingya e il difficile contesto politico in cui si deve muovere Aung San Suu Kyi, trasmessa dalla Radio Svizzera Italiana. ascoltabile su: http://www.rsi.ch/rete-uno/programmi/informazione/modem/ ne hanno parlato: - Cecilia Brighi, Segretario generale dell'Associazione Italia-Birmania, Insieme; - Loretta Dal Pozzo, collaboratrice RSI dal sud-est asiatico; - Francesco Montessoro, Professore di Storia e Istituzioni dell’Asia, Università degli Studi di Milano. Replica su RSI Rete Due alle 19.30 https://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?lang=en&catid=7566c1b8e992461bb8fe2640f203de29&docid=9cf3098dce8b43998f58ac1a1e2f67f1 Wed, 06 Sep 2017 09:18:14 GMT