Un'inchiesta di Justice For Myanmar pubblicata il 29.8.24 fornisce nuovi dettagli sull'acquisizione e uso da parte dell'esercito birmano di velivoli turboelica ATR, che coinvolge una rete globale di aziende. Secondo tale indagine, tra le aziende che dopo il colpo di stato militare, in violazione delle misure restrittive per la esportazione di prodotti dual-use ci sarebbe anche l’azienda franco-italiana che produce gli aerei ATR.
Justice For Myanmar chiede ai governi di
impedire urgentemente all'aeronautica militare del Myanmar e ai suoi broker di accedere a pezzi di ricambio e pezzi di ricambio, di ricevere addestramento per l'equipaggio di volo e la manutenzione e di accedere alle istruzioni necessarie per la continua aeronavigabilità dei suoi velivoli ATR. Le sanzioni mirate dovrebbero essere estese a tutte le aziende del Myanmar che supportano la flotta ATR dell'esercito.
Secondo Justice for Myanmar nel 2021-2022 sono state fornite parti di ricambio per ATR per importi notevoli. US$19 milioni in parti di ricambio per la flotta degli ATR. Di questi, 11,96 milioni di dollari erano per l'aereo ATR 42 e 6,97 milioni di dollari erano per l'aereo ATR 72. Le parti includevano computer multifunzione, unità di controllo elettronico del motore, carrello di atterraggio e unità radar. Questo è un problema perché non si avrebbero dovute vendere queste parti.
Il secondo dato ,ripreso da Justice for Myanmar, riguarda il comunicato del Dipartimento di Stato USA del 26 gennaio 2024 sui rischi per le " aziende e gli individui esposti a entità responsabili di indebolire i processi democratici, facilitare la corruzione e commettere violazioni dei diritti umani e dei diritti del lavoro in Birmania (Myanmar)". Il comunicato del Dipartimento di Stato USA informa sui rischi per le aziende anche del settore aeronautico e del carburante.
La nota del Dipartimento di Stato USA afferma: "Oltre ai 20 velivoli ad ala fissa ATR che compongono la flotta aerea commerciale birmana, l'esercito gestisce circa dieci velivoli ATR per spostare personale e attrezzature in tutto il paese. Le aziende e gli individui statunitensi che forniscono pezzi di ricambio per velivoli ATR in Birmania, o per modelli comuni di velivoli rotanti Bell, Alouette e PZL-Swidnik, dovrebbero essere consapevoli del potenziale di dirottamento di tali pezzi di ricambio per l'uso da parte dell'esercito e dovrebbero considerare i rischi reputazionali e normativi associati a tale potenziale dirottamento.
Tali aziende e individui potrebbero voler considerare di limitare la quantità di componenti e parti spedite a entità in Birmania e se gli aeromobili rotanti e ad ala fissa possano essere riparati al di fuori della Birmania per limitare tali spedizioni. Infine, dato il rischio di dirottamento tramite società di comodo che utilizzano la gestione proxy o personale affiliato a entità e persone in Birmania, le aziende e gli individui che conducono transazioni di beni e parti militari attraverso Singapore e Thailandia dovrebbero anche condurre la due diligence per garantire che non si verifichi alcun dirottamento verso l'esercito birmano. Secondo il Dipartimento di Stato, “L'esercito gestisce un'ampia rete di affiliate aziendali che sono spesso registrate in Thailandia, Singapore, India ed Emirati Arabi Uniti, oltre che in Birmania. Le aziende e gli individui che forniscono parti e servizi aeronautici alla Birmania, compresi quelli apparentemente destinati a operatori commerciali, dovrebbero condurre un'adeguata due diligence per limitare sia i rischi normativi che quelli reputazionali. L'ambasciata degli Stati Uniti in Birmania e il Dipartimento di Stato a Washington, DC, possono aiutare se un'azienda o un individuo ha una domanda su un prodotto o servizio aeronautico destinato alla Birmania o a un'entità birmana”.
il comunicato stampa del18.12.21 di Italia-Birmania.Insieme, Amnesty International, Rete Italiana Pace e Disarmo e Atlante delle Guerre, ricordava che nei confronti della Birmania/Myanmar è tuttora in vigore l'embargo stabilito nel 1996 da parte dell'Unione Europea della esportazione di “armi e munizioni” e che tale embargo comprende anche “le parti di ricambio, le riparazioni, la manutenzione e il trasferimento di tecnologia militare” e, dal 26 aprile 2018 include anche “il divieto di esportazione di beni a duplice uso per gli utenti finali militari.