7/11/2009
Un futuro desolato per i bambini birmani apolidi
Irrawaddy – Ai bambini birmani apolidi in Thailandia sono ancora negati diritti fondamentali quali l’accesso all’educazione e all’assistenza sanitaria, situazione che li rende vulnerabili a molte forme di sfruttamento e abuso. Così dicono gli esperti.           

Viene stimato che in Thailandia vive quasi un milione di questi bambini senza cittadinanza, di cui circa due terzi si pensa sia nato da migranti birmani giunti per cercare una vita migliore.
“I bambini senza cittadinanza”  ha detto Kanchana Di-Ut, Program Officer della MAP Foundation “non possono accedere ai diritti umani basilari da quando sono nati”.           

“Viene loro negato la registrazione alla nascita e i relativi certificati, che sono essenziali per accedere a scuola e sanità” riferisca Kanchana.              

Il governo thailandese, che ha ratificato nel 1989 la Convenzione sui Diritti del Bambino (CRC), ha dato istruzioni agli ospedali pubblici di emettere un certificato di nascita per ogni bambino nato da ogni genitore, indipendentemente dalle origini. Tuttavia, in pratica e quanto si dice, lo staff di molti ospedali non procede in questo senso nel caso degli immigrati.          

La maggior parte delle donne birmane che non sono regolari non osa andare negli ospedali pubblici al momento del parto , per la paura di essere arrestate e deportate, qualora l’ospedale si rendesse conto di avere a che fare con dei clandestini. Il risultato è che il parto avviene sul posto di lavoro, con l’aiuto di levatrici locali.         
I genitori birmani clandestini non comprendono l’importanza dei certificate di nascita per I loro bambini, né sanno dove e come possono averli per i loro figli.         

A rendere la situazione peggiore c’è la possibilità di arresto arbitrario e di deportazione che rischiano i clandestini. Questa situazione scoraggia i genitori dal portare i  propri bambini alle strutture sanitarie locali, col rischio che i bambini non siano coperti da vaccinazioni essenziali, come l’antipolio.         

I bambini apolidi non godono degli stessi diritti nel sistema scolastico.        
 
In Thailandia, secondo la Peace Way Foundation, un bambino migrante può andare a scuola solo se l’insegnante accetta di farlo e se la famiglia può permetterselo. In alcune aree, i bambini possono frequentare, ma con poche speranza di ottenere un certificato thailandese per i loro studi, che è essenziale per procedere nella carriera scolastica.         

Nel 2005, il governo ha adottatto una politica chiamata “Educazione per tutti”, che intendeva dare a tutti i bambini presenti in Thailandia eguale accesso alla scuola. La pratica non riflette questa politica, purtroppo.         

Anche il Vice Ministro dell’Istruzione thailandese, Chaiwut Bannawat, ha ammesso che rimane un gran numero di bambini che non riesce a ricevere un’istruzione, anche se il regno ha cercato di garantire opportunità di studio per tutti i bambini.        

Mentre alcuni bambini hanno dei problemi di lingua nell’entrare nelle scuole thailandesi, altri devono lavorare per contribuire al sostentamento delle loro famiglie.          

L’incapacità di acquisire dei certificati di studio thailandesi è un’altra ragione, secondo gli esperti, per cui i bambini birmani non continuano gli studi una volta arrivati in Thailandia.          

Una percentuale molto bassa di bambini apolidi ha la possibilità di continuare gli studi nelle scuole thailandesi e di andare all’estero con qualche borsa di studio.        

Aye Aye Mar, il fondatore della Social Action for Women (SAW), ha detto “Se i bambini non hanno opportunità per il futuro, prendono un lavoro qualsiasi nella loro comunità, il ché non li aiuta a migliorare le proprie condizioni” SAW è una ONG che procura rifugio, formazione e centri di apprendimento per donne e bimbi birmani.        

Aye Aye Mar ha anche notato che molti adolescenti vanno in città per cercare un lavoro migliore, con l’aiuto di agenti, che spesso li fanno cadere in un giro di prostituzione, sfruttamento e abusi.         

Ci sono molti casi di traffico di essere umani nei quali adolescenti vengono illegalmente trasferiti in città.        

Tattiya Likitwong, un coordinatore di progetto della Child Development Foundation, viene citato nel dire che la situazione del lavoro minorile in Thailandia non è migliorata perché i bambini, compresi i bambini apolidi di Birmania, Laos e Cambogia, riescono a trovare lavoro nelle grandi città.

I datori di lavoro hanno registrato più di 200.000 migranti minori (n.d.r. migrant children), tra i 15 e i 18 anni, nelle loro attività, mentre moltissimi altri non sono mai stati registrati, ha concluso Tattiya Likitwong. 


(Puoi leggere l'articolo in originale su The Irrawaddy)


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