10/5/2021
Le richieste di Italia-Birmania.Insieme al Parlamento Europeo
per una Risoluzione del Parlamento Europeo sui diritti umani in Myanmar

PROPOSTE IN VISTA DELLA APPROVAZIONE AL PARLAMENTO EUROPEO DI UNA RISOLUZIONE SULLA VIOLAZIONE DEI DIRITTI UMANI IN BIRMANIA/MYANMAR

4.10.21

ITALIA-BIRMANIA.INSIEME CHIEDE AL PARLAMENTO EUROPEO:

1.   di riconoscere il Governo di Unità Nazionale e di sostenere la approvazione delle sue credenziali alla 76° Assemblea Generale ONU, poiché il NUG è il rappresentante legittimo del popolo birmano e, poiché risponde a tutti i tre principali criteri previsti dall’ONU per tale riconoscimento.

2.   di attivarsi, per la formazione di: Una Coalizione di Emergenza per il Popolo del Myanmar,, che attraverso un'azione significativa e coordinata, imponga costi significativi alla giunta , riducendo la capacità della giunta di attaccare i suoi cittadini, attivando una leva politica affinché la crisi in Myanmar possa giungere a una conclusione giusta e permanente”, [1]così come proposto dal Relatore Speciale ONU Tom Andrews, al fine di “ridurre in modo significativo le entrate (anche da petrolio e gas) di cui la giunta ha bisogno per continuare il suo regno del terrore.

3.   Di indagare sui crimini in corso e futuri e di denunciare alla ICJ i crimini commessi dagli alti ufficiali militari del Myanmar, gli alti funzionari di polizia e gli alti funzionari del Ministero degli Interni.

 4.   di adottare ulteriori misure restrittive urgenti e generalizzate, contro il personale della giunta militare, gli interessi finanziari ed economici del regime, comprese le compagnie di assicurazione e riassicurazione e la rapida sospensione dei codici SWIFT,  al fine di bloccare tutti gli interessi finanziari ed economici dei militari. Così da ottenere un impatto diretto, rapido ed efficace sulle attività economiche di proprietà di famiglie e dei cronies amici dei militari, tentacoli che forniscono supporto finanziario ai militari e, chiede di definire un efficace sistema di monitoraggio sull'attuazione delle sanzioni contro coloro che violano tali misure, sia in Myanmar che all'interno degli Stati membri dell'UE.

5.   di rafforzare il ruolo dell'UE all'interno delle istituzioni internazionali e nei confronti dell'ASEAN, organizzazione debole, scarsamente democratica e divisa e,  che si è dimostrata sino non in grado di gestire un negoziato così complesso.

 6.   Di lavorare con l’ONU e il Consiglio di Sicurezza ONU per  l’approvazione di una no flight zone sul paese e il rispetto della risoluzione sull'embargo sulle armi e le altre misure restrittive, per fermare le violenze in corso.

7.   Di condizionare l’avvio di ogni negoziato per il ripristino della legalità democratica, come evidenziato dall'Alto Rappresentante Ue Borrell il 3 giugno 2021, alla partecipazione di tutte le parti coinvolte, a partire dal Presidente U Win Myint, e la Consigliera di Stato Aung San Suu Kyi, i rappresentanti del NUG e del NUCC.

 8.   Di monitorare, in sinergia con la delegazione dell'Unione Europea e degli Stati membri, i procedimenti giudiziari in corso, contro la Consigliera di Stato Aung San Suu Kyi, il Presidente U Win Myint e tutte le altre persone detenute in relazione al golpe, assistere ai loro processi e visitarli in carcere o nella casa in cui sono tenuti agli arresti;

9.   Fornire aiuti umanitari, utilizzando canali non della giunta per assicurare che gli aiuti vadano dove devono: al popolo del Myanmar.

Non c’è più tempo da perdere se si vuole impedire una catastrofe umanitaria e politica e il consolidamento di una dittatura genocida.

L’Europa non può più delegare ad altre istituzioni il proprio ruolo di promozione e tutela della democrazia nel mondo.

DATI RECENTI:

-il 1° febbraio 2021 l’esercito birmano, guidato dal Comandante in Capo delle forze armate, Generale Min Aung Hlaing, ha attuato un colpo di stato impedendo l’insediamento del nuovo Parlamento democraticamente eletto, ha arrestato il Presidente della Repubblica U Win Myint, la Consigliera di Stato Aung San Suu Kyi, tutti i ministri del governo uscente, molti parlamentari e i ministri dei governi delle Regioni e degli Stati, avocando a se il controllo della magistratura e di tutte le strutture amministrative nazionali e locali;

-  Il 2 febbraio i 27 stati membri della UE hanno condannato fermamente il colpo di Stato militare e hanno invitato i militari a rilasciare immediatamente e incondizionatamente tutti gli arrestati e a ripristinare il governo legittimo.

-Il 2 febbraio l’esercito ha destituito la Commissione Elettorale UEC, sostituendone i componenti con soggetti legati al regime, tra cui il Capo della precedente Commissione Elettorale, responsabile dei brogli nelle elezioni del 2010 e ha sottoposto a procedimento penale la Consigliera di Stato Aung San Suu Kyi, e il Presidente U Win Myint.

-il 4 febbraio 2021, 90 parlamentari democraticamente eletti nelle elezioni dell’8 novembre 2020, hanno formato il Comitato di rappresentanza del Parlamento CRPH (Committee Representing the Pittangdsu-Hluttaw), che il 31 marzo ha abolito la Costituzione imposta dai militari nel 2008.

- Il 16 aprile 2021 è stato nominato il Governo di Unità Nazionale (NUG) composto da parlamentari dell’NLD, da rappresentanti delle Organizzazioni Etniche Armate e da rappresentanti della società civile;

-il 30 aprile l’Alto Rappresentante UE a nome dell'UE in relazione ai risultati della riunione dei leader dell'ASEAN e alla definizione dell’accordo in 5 punti: “accoglie con favore gli sforzi del Comitato di Rappresentanza della Pittangdsu-Hluttaw (CRPH), nonché del Governo di Unità Nazionale (NUG) e di altre forze favorevoli alla democrazia, che si adoperano per una soluzione pacifica dell'attuale crisi. Le loro voci rappresentano le aspirazioni democratiche della popolazione del Myanmar/Birmania e devono rivestire un ruolo centrale in qualsiasi dialogo politico autentico e inclusivo. L'UE sottolinea la necessità di rispettare i risultati delle elezioni dell'8 novembre 2020.

- il 6 maggio 2021 il G7 dei Ministri degli Esteri e l’alto Rappresentante UE Borrell hanno condannato con la massima fermezza il colpo di stato militare; hanno chiesto la immediata fine dello stato di emergenza, il ripristino del parlamento democraticamente eletto, il rilascio tutti i detenuti arbitrariamente ed hanno ribadito “la solidarietà a tutti coloro che sostengono e lavorano per una democrazia inclusiva. Ciò include gli sforzi del Comitato che rappresenta il Parlamento (CRPH) e altri leader pro-democrazia, insieme al Governo di Unità Nazionale (NUG);”

- alla 76 Assemblea Generale ONU si è deciso di spostare a novembre l’esame delle credenziali da parte Commissione Credenziali presentate dal Governo di Unità Nazionale (NUG) e dallo State Administration Council (SAC), presieduto dal Comandante in capo delle forze armate Min Aung Hlaing

DIRITTI UMANI:

E’ noto che l’esercito birmano sia strutturato come uno Stato nello Stato. E come sottolineato dall’ISPI, in un recente studio[2] “Molte reclute sono spesso bambini provenienti da monasteri buddisti, dove migliaia di minori orfani – o provenienti da famiglie indigenti – vengono cresciuti secondo i dettami religiosi. L'arruolamento nei ranghi dell'esercito avviene intorno ai 10 anni, e da allora i legami con il mondo esterno sono ridotti al minimo..

I militari vivono lontano dalla gente. Hanno le loro regole e un sistema che consente a chi fa carriera di godere di enormi privilegi economici.

Dall’inizio del colpo di stato, secondo anche quanto denunciato dal Rapporto dell’Alto Commissario per i Diritti Umani in Myanmar, il SAC ha perpetrato crimini come torture, arresti arbitrari di massa, uccisioni e sparizioni, che sono a tutti gli effetti crimini contro l’umanità e perseguibili secondo la Corte Penale Internazionale.  L’ONU ha documentato: “vari casi di uso sproporzionato della forza contro i manifestanti, compreso l'uso di armi di tipo militare, il dispiegamento di soldati e cecchini nelle aree urbane e le uccisioni extragiudiziali, con donne e bambini tra le vittime”.[3] Il SAC ha modificato il codice penale, consentendo perquisizioni, sequestri, arresti, sorveglianza e intercettazione di comunicazioni senza alcun mandato. Ha istituito la legge marziale e i tribunali militari i in alcune aree del paese, e i militari sono stati autorizzati a gestire i casi in modo sommario imponendo le pene più severe per ogni crimine, compresa la pena di morte, senza diritto all’appello. Il SAC ha bloccato con blackout periodici le telecomunicazioni e le linee fisse e mobili, incluso internet con le interruzioni durante la notte. L’Associazione AAPP[4] denuncia l’arresto arbitrario (al 4 ottobre 2021) di 8.743 persone, il saccheggio e la distruzione e l’incendio delle loro proprietà e l’uccisione di 1.158 civili innocenti. Molti dei prigionieri rilasciati sono stati vittime di torture e, come denunciato dalla Rappresentante Speciale ONU nei conflitti Patten[5], diffuse sono le violenze sessuali nei confronti di donne di gruppi religiosi o etnici, e di m individui sulla base dei loro orientamenti sessuali, soprattutto, ma non solo durante la detenzione. Come sottolineato dal Governo di Unità Nazionale persone LGBT sono particolarmente vulnerabili alle violenze sessuali. Lo stesso dicasi per le lavoratrici nelle fabbriche, vittime dei ricatti e delle violenze da parte dei datori di lavoro.

La repressione è aumentata nei confronti delle minoranze religiose del paese. Le minoranze religiose sono state vittima di ulteriore repressione e attacchi violenti. Molte chiese e conventi sono stati attaccati e incendiati soprattutto negli Stati Chin, Karenni e molti religiosi cristiani sono stati arrestati. Negli Stati Kachin, Kayah, Karen Chin e Shan sono stati vittime di repressione.  Anche la ICC International Christian Concern nel suo ultimo rapporto ha chiesto l’adozione di sanzioni e dell’embargo sulle armi per bloccare gli attacchi della giunta. Sempre il rapporto ONU sottolinea come “i Rohingya e altre minoranze etniche, in particolare le donne e le ragazze, sono rimaste a rischio significativo di violenza sessuale, in particolare nel contesto del lungo conflitto tra il Tatmadaw e l'esercito dell'Arakan. Il rischio di matrimonio e gravidanza forzati, sfruttamento sessuale, detenzione e lavoro forzato sono comuni tra le donne e le ragazze che vivono nei campi per sfollati interni e nelle aree di conflitto.

Nel Rakhine, 600.000 Rohingya apolidi rimangono in gran parte segregati e discriminati nell'accesso alla cittadinanza e ad altri diritti fondamentali. 126.000 Rohingya rimangono confinati in campi senza libertà di movimento e con accesso fortemente limitato ai servizi di base, compresa l'assistenza sanitaria e l'istruzione, nonché i mezzi di sussistenza. La libertà di movimento rimane estremamente limitata.[6]

-Dal 1° febbraio 2021, sono stati chiusi 5 giornali e revocato le licenze di 8 aziende di media. A fine luglio sono stati arrestati almeno 98 giornalisti e alcuni corrispondenti stranieri. Altri 33 hanno ricevuto mandati di arresto. 46 giornalisti rimangono in carcere. Il 27 marzo il giornale ALIN legato al SAC ha pubblicato un avviso ai giovani “imparate dalle morti che sono avvenute ad oggi, rischiate di essere colpiti alla testa e alla schiena”. [7]

Il 27 marzo scorso, in occasione della giornata delle forze armate in un solo giorno, sono state uccise con colpi alla testa o alla schiena 130 persone e, per lo meno 17 bambini.

-La giunta sta usando punizioni collettive, compreso il rapimento dei familiari di coloro a cui sono stati emessi mandati di cattura, ma che la polizia e le forze militari non sono in grado di individuare.

-  L'ONU stima che agli oltre 1.6 milioni di sfollati interni e rifugiati, a causa del conflitto negli Stati Chin, Kachin, Rakhine e Shan in Myanmar, e quelli in Bangladesh, Malesia e Tailandia, dal 1° febbraio vi siano altri  241.000 sfollati, che si sono aggiunti a questo elevatissimo numero.

-   La giunta utilizza la pandemia di Covid19 come strumento di repressione, soprattutto nei luoghi di lavoro. ECHO ha dichiarato che la situazione del Covid 19 in Myanmar: “è probabilmente la peggiore di tutto il Sud Est Asiatico” e si ritiene degenererà ulteriormente: “Il sequestro da parte dell'esercito di strutture e attrezzature mediche, lo stato generale di agitazione in Myanmar, il collasso dell'economia e l'isolamento del Paese hanno portato a una delle peggiori catastrofi umanitarie al mondo, ora aggravata dal COVID-19”.  Inoltre “L'assistenza umanitaria alle agli sfollati e alle persone altrimenti colpite rimane ostacolata”.

L’esercito, dal colpo di Stato, ha licenziato e buttato sul lastrico, centinaia di migliaia tra dipendenti ministeriali, insegnanti e professori universitari; lavoratori edili, lavoratrici del settore industriale, medici e personale paramedico,  ha chiuso università e ospedali, imposto la legge marziale, perquisito abitazioni civili,  effettuato blocchi stradali, uccisioni casuali di civili, devastando luoghi religiosi e conventi, accusati di accogliere gli oppositori, piazzando mine antiuomo persino sotto i cadaveri delle persone assassinate,  bombardando chiese e villaggi. Per contrastare la fuga degli oppositori verso gli Stati Karen, Kachin, Cin e Kayah, la giunta ha lanciato attacchi aerei sui villaggi.

La Confederazione sindacale Birmana CTUM, con oltre 100.000 iscritti in tutti i settori produttivi denuncia le violenze quotidiane e la caccia al sindacalista e nei confronti delle lavoratrici e dei lavoratori che si stanno opponendo alla dittatura militare.  Centinaia di migliaia sono stati licenziati e migliaia sono stati obbligati a lasciare le abitazioni di proprietà del governo.

La giunta militare utilizza inoltre la produzione di oppio e metanfetamine come fonte di finanziamento. Il  Myanmar rimane il maggior produttore mondiale di metanfetamine. Nel 2020, il volume della droga sequestrata in Myanmar è stato il doppio rispetto al 2019. "Siamo preoccupati che aumenteranno livelli già molto elevati di produzione e traffico di droga", ha affermato Jeremy Douglas, rappresentante regionale per il Sud-est asiatico e il Pacifico presso l'Ufficio delle Nazioni Unite per la droga e il crimine. Anche le agenzie dei Paesi vicini "si aspettano un salto".

ITALIA-BIRMANIA.INSIEME SOTTOLINEA CHE:

Le istituzioni internazionali a partire dalla Assemblea Generale ONU, nella risoluzione del 18 giugno 2021, il Consiglio per i Diritti Umani ONU, il Parlamento Europeo e la UE hanno fermamente stigmatizzato il colpo di Stato, richiesto il ripristino del parlamento democraticamente eletto e la liberazione di tutti i prigionieri politici, a partire dal Presidente del Myanmar e la Consigliera di Stato Aung San Suu Kyi e chiesto un dialogo inclusivo con tutte le parti, a partire dal CRPH e dal Governo di Unità Nazionale;

- la UE ha adottato una serie di misure restrittive mirate nei confronti persone fisiche e giuridiche, entità e organismi le cui attività compromettono la democrazia e lo Stato di diritto nel Myanmar/Birmania, società sotto il controllo militare come la Myanmar Economic Holding Public Company Ltd (MEHL) e la Myanmar Economic Corporation Limited (MEC) e di imprese operanti nei settore del legno, delle pietre preziose e della giada; nonché  il divieto di viaggio e il congelamento dei beni; il divieto ai cittadini e alle imprese dell'UE di mettere fondi a disposizione delle persone ed entità inserite nell'elenco. Misure che si aggiungono alle precedenti misure restrittive, tra cui l’embargo sulle armi e sulle attrezzature utilizzabili a fini di repressione interna, un divieto di esportazione di beni a duplice uso;

- l’Alto Rappresentante UE Joseph Borrell, nel suo intervento all’ASEAN a giugno e successivamente il 6 agosto, ha sottolineato come il negoziato ASEAN basato sull’accordo in 5 punti:  ”deve rimanere fedele alla volontà del popolo birmano, espressa nelle elezioni dello scorso novembre”.

-  La Banca Mondiale, a luglio 2021, ha affermato che il combinato disposto del colpo di stato e della pandemia da Covid19 provocherà una caduta del PIL del 30 % nel 2021.

-  L'UNDP ha dichiarato 25 milioni, quasi la metà dei 54 milioni di abitanti, saranno a breve in povertà assoluta.

-  L’ILO ha calcolato che “nella prima metà del 2021 si sono persi almeno 2,2 milioni di lavoratori a tempo pieno.

-  Le donne sono state le più colpite e sono vittime di violenze, stupri, uccisioni e arresti, persino con i propri bambini, quale strumento di ricatto nei confronti dei familiari in clandestinità.

IL GOVERNO DI UNITA’ NAZIONALE

Il Governo di Unità Nazionale del Myanmar, dalla sua istituzione ha assunto decisioni importanti tra cui:

-  la cancellazione della costituzione militare del 2008 e la elaborazione di una Costituzione democratica e federale, con un sistema di difesa e sicurezza sotto il controllo civile;

-  La attuazione delle Raccomandazioni della Commissione Kofi Annan sul Rakhine, tra cui la abrogazione della legge sulla cittadinanza, il ripristino della cittadinanza ai Rohingya e la approvazione di una legge basata sullo jus soli;

-  La ratifica del Trattato di Roma sulla Corte Penale Internazionale (ICC), per il perseguimento dei crimini di guerra commessi dal 2002 ad oggi nel Rakhine (incluso i Rohingya) e in tutto il resto del paese dalla giunta militare.

Il Governo di Unità Nazionale risponde a tutti e tre i criteri principali perché vengano riconosciute le sue credenziali:

1): Il NUG attraverso le sue forze di sicurezza  e le nazionalità etniche gli etnici ha il controllo territoriale di buona parte del paese. Inoltre, il controllo territoriale effettivo totale non dovrebbe essere un criterio determinante per decidere le credenziali.

2) la legittimità democratica del NUG è riconosciuta da tutto il popolo birmano.

3) Il NUG rispetta la Carta dei diritti ONU, l’autorità della Corte Penale Internazionale e della Corte Internazionale di Giustizia, ha riconosciuto i Rohingya, mentre la giunta è denunciata per crimini di guerra e genocidio alla Corte Internazionale di Giustizia.


[1]  Statement by Thomas H. Andrews UN Special Rapporteur on the Situation of Human Rights in Myanmar, United Nations Human Rights Council. 7.7.2021 https://reliefweb.int/report/myanmar

[2] Myanmar Army whatever it takes to hold onto power. Francesca Baronio, 15.7.21

[3] UN 76 Session. A/76/312  Situation of Human Rights of Rohingya Muslims and other minorities in Myanmar Report of the Secretary-General     
[4] https://aappb.org

[5] UN Official Condemns Myanmar Military Over Sexual Violence Voanews 26 June 2021

[6] UN 76 Session. A/76/312  Situation of Human Rights of Rohingya Muslims and other minorities in Myanmar .Report of the Secretary-General  .

[7] Human Rights Council Forty-eighth session 13 September–1 October 2021 Written updates of the Office of the United Nations High Commissioner for Human Rights on the Situation of human rights in Myanmar*