5/28/2014
Il Presidente Obama rinnova per un altro anno le sanzioni economiche mirate
La decisione proibisce ad imprese e soggetti americani di fare affari con i militari. Causa le violazioni dei diritti umani e il conflitto in corso in alcuni Stati del paese
Il Presidente americano Barack Obama ha rinnovato per
almeno un altro anno, una serie di sanzioni mirate sugli investimenti in
Birmania, riconoscendo l’esistenza di una emergenza nazionale. La
decisione proibisce ad imprese e soggetti americani singoli di investire
o di fare affari con i militari. In una dichiarazione della Casa
Bianca, Obama ha sottolineato i notevoli progressi fatti dal governo
birmano in alcune arre, ma ha anche affermato che il motivo della
proroga delle sanzioni si riferisce al conflitto in corso e gli abusi
sui diritti umani nelle aree delle minoranze etniche, in particolare
nello Stato Arakan e al continuo ruolo dei militari nelle attività
economiche e politiche della Birmania.
“Il governo birmano ha fatto grandi progressi in una serie di aree
fondamentali, compreso il rilascio di 1.100 prigionieri politici, i
passi in avanti per il raggiungimento di un cessate il fuoco a livello
nazionale, la legalizzazione dei sindacati, l’adozione di misure per il
miglioramento degli standard del lavoro e una maggiore libertà di
associazione e di espressione” ha scritto il 15 maggio, il Presidente al
portavoce del Congresso e al Presidente del Senato“. La Birmania ha
sottoscritto inoltre un Protocollo aggiuntivo all’Accordo di
Salvaguardia con l’AIEA. Un passo avanti significativo a sostegno della
non proliferazione di armi nucleari. Il Presidente ha sottolineato
inoltre che:” nonostante i grandi passi in avanti che la Birmania ha
compiuto nel suo impegno per le riforme, la situazione nel paese
continua a presentare una minaccia straordinaria e inusuale alla
sicurezza nazionale e alla politica estera degli Stati Uniti. Le
aperture politiche rimangono minime e persistono preoccupazioni sul
conflitto in corso e sugli abusi dei diritti umani nelle aree delle
minoranze etniche, in particolare nello Stato Rakhine e sul continuo
ruolo dell’esercito nelle attività politiche ed economiche del paese.
Obama ha dichiarato che gli Stati Uniti continuano ad impegnarsi a
sostegno degli sforzi di riforma per assicurare che la transizione verso
la democrazia sia sostenuta e irreversibile”.
“Nel rinnovare le sanzioni sugli investimenti, il presidente Obama
riconosce la continuazione degli abusi e della corruzione da parte del
governo birmano che minaccia il popolo birmano” ha dichiarato Rachel
Wagley, direttore dell’ONG US Burma Campaign (USCB): “l’amministrazione
americana sta mandando un messaggio forte, ovvero che la persecuzione
delle minoranze etniche da parte del governo birmano e il rallentamento
delle riforme e la messa a punto di nuove leggi repressive non sarà
tollerata”. Gli Usa hanno preso in considerazione i presunti legami
militari con la Corea del Nord e la continua presenza nell’arena
politica, con la nomina del 25% dei seggi in entrambi i rami del
parlamento. Con una maggioranza del 75% necessaria a cancellare o
modificare qualsiasi articolo della Costituzione, i militari controllano
effettivamente il potere di veto su qualsiasi emendamento alla
costituzione e l’approvazione di qualsiasi legge. Gli USA hanno
sostenuto la richiesta della leader del partito di opposizione Aung San
Suu Kyi per la modifica della costituzione, attraverso la quale i
militari non avrebbero più il dominio sul parlamento e sulla
Costituzione. L’UE ha cancellato le sanzioni economiche, tranne
l’embargo sulle armi. La Gran Bretagna lo scorso anno ha annunciato che
avrebbe di aver offerto all’esercito programmi di addestramento per le
forze armate, nonostante la protesta delle ONG inglesi tra cui Burma
Campaign UK. Sino a quando la costituzione non verrà modificata,
addestrare le forze armate al rispetto dei diritti umani avrebbe una
efficacia come addestrare un pescecane a non mangiare pesci.” Ha
dichiarato Mark Farmaner. Ma il governo inglese ha difeso le sue scelte
di impegno con l’esercito: “l’esercito birmano rimane una forza politica
centrale in Birmania e sarà un soggetto chiave nel processo di riforme
politiche. Pertanto è importante impegnare i militari ed incoraggiarli a
sostenere le riforme. Soltanto attraverso l’impegno con tutti gli
attori, compreso i militari, che potremo avere una maggiore democrazia
in Birmania” ha dichiarato il portavoce dell’Ambasciata della Gran
Bretagna Nicola Righini.