2/9/2014
La leader dell’NLD appoggia il nuovo organismo per la revisione della costituzione
Nuovo comitato parlamentare ristretto per la definizione dei cambiamenti costituzionali

   09 febbraio 2014
Daw Aung San Suu Kyi ha appoggiato la formazione di un nuovo comitato per la stesura di un disegno di legge sui cambiamenti costituzionali, nonostante le proteste dei partiti più piccoli che non hanno una rappresentanza. Il 3 febbraio scorso i parlamentari hanno deciso di formare un comitato composto da 31 membri. Il portavoce della
Pyidaungsu Hluttaw, U Shwe Mann, ha proposto il nuovo organismo per la attuazione dei risultati presentati dal comitato di revisione costituzionale, che ha presentato il 31 gennaio, le proprie conclusioni al parlamento. L’USDP ha 11 posti in tale comitato, mentre i militari ne hanno 7, l’NLD ne ha 2. Un posto è stato assegnato a ciascun altro partito ovvero: il National Unity Party, il National Democratic Force, Rakhine Nationalities Development Party, Chin Progessive Party, Phalon-Sawaw Democratic Party e Shan Nationalities Democratic Party.

“E’ preferibile formare un comitato ristretto. Penso anche che sarebbe meglio  un comitato ancora più ristreto (di quello con 31 componenti). La cosa più importante è che il comitato funzioni, non da quante persone è composto” ha dichiarato Daw Aung San Suu Kyi. Alla fine tutti i parlamentari decideranno. Quando questo avverrà ognuno dovrebbe essere in grado di discutere apertamente la propria posizione in parlamento”. Comunque  U Paw Hlyan Lwin del  Chin Progressive Party ha criticato la proposta del comitato, sottolineando gli svantaggi per i partiti più piccoli. “ sono 21  i partiti in parlamento, quindi riteniamo che ciascun partito dovrebbe avere un proprio rappresentante.” Ha dichiarato. Lo speaker ha risposto affermando che ai nove partiti senza rappresentanza verrà concesso di partecipare alle riunioni e di avanzare le proprie proposte sulla riforma costituzionale. Ha dichiarato inoltre che il numero dei posti assegnati nel comitato dipende dal numero di parlamentari che hanno. Se questo organismo fosse più grande si rallenterebbero i lavori sugli emendamenti.