4/16/2010
Birmania: Appello contro le elezioni della dittatura
ADERISCI ALLA CAMPAGNA GLOBALE CONTRO LE ELEZIONI MILITARI 2010 IN BIRMANIA
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Ecco l'appello contro le elezioni farsa in Birmania. L'appello urgente - primo firmatario Raffaele Bonanni - è diretto al governo italiano e alla Unione Europea, affinchè diano ascolto alle richieste del sindacato e di tutte le organizzazioni democratiche birmane.

Come sottoscrivere l'appello
Leggi l'appello qui sotto. Se vuoi anche tu sostenere la battaglia delle forze democratiche birmane e fare pressioni su Italia e Unione Europea puoi sottoscrivere l'appello riempiendo i campi a fondo pagina. Ogni firma è un contributo importante.



CAMPAGNA GLOBALE CONTRO LE  ELEZIONI MILITARI  2010 IN BIRMANIA
  

APPELLO     
    

Al Ministro degli Esteri On. Franco Frattini                     
Ai Presidenti Commissioni Esteri Camera dei Deputati e Senato della Repubblica                  
Al Rappresentante Speciale UE  On. Piero Fassino               

Condanno duramente la giunta militare birmana, la Costituzione farsa e le inaccettabili leggi elettorali, che impediscono alla eroina Aung San Suu Kyi e agli altri oltre 2.100 detenuti politici di candidarsi e di votare  alle prossime elezioni, mentre i partiti politici  per continuare ad esistere dovranno espellere Aung San Suu Kyi e tutti gli altri prigionieri politici e dovranno giurare di proteggere e rispettare la “Costituzione farsa”.           

Queste leggi elettorali rappresentano la  tragica conferma  della totale non credibilità delle prossime elezioni  e l’assoluta non volontà della giunta militare di avviare una rapida ed effettiva transizione alla democrazia.             

Tali leggi seguono l’imposizione di una Costituzione farsa. Tale Costituzione perpetua anche nel futuro il potere militare, impedisce la libertà di organizzazione politica e sindacale, prevede la possibilità di continuare ad utilizzare il lavoro forzato e la violazione dei diritti umani fondamentali e l’impunibilità dei militari responsabili dei crimini contro di guerra e contro l’umanità.             

Denuncio, a fianco del sindacato birmano FTUB e delle organizzazioni democratiche birmane, che queste elezioni sono una ulteriore manovra della giunta militare per  rimanere saldamente al potere, ma in abiti civili e in modo autoritario e repressivo, mentre lo stato di diritto rimarrà un illusione ad uso di quei governi che vogliono continuare a depauperare le risorse naturali, sociali e umane del paese.             

Denuncio l’aumento drammatico della repressione dei diritti umani fondamentali, delle uccisioni, degli stupri, degli arresti arbitrari, del lavoro forzato, dell’utilizzo dei bambini soldato e un spaventoso peggioramento delle condizioni di vita e di lavoro, che hanno portato migliaia di lavoratrici a scioperare nelle zone industriali  di Rangoon, mettendo a rischio la loro libertà.

Sostengo le richieste del sindacato clandestino e di  tutte le organizzazioni democratiche birmane che chiedono alla comunità internazionale di condizionare l’accettazione delle elezioni alle seguenti condizioni:          

  1. Immediata  e incondizionata liberazione di Aung San Suu Kyi e degli altri detenuti politici, e la garanzia del diritto per tutti loro di partecipare ed essere candidati alle elezioni;      
  2. Cessazione di tutti gli attacchi contro le comunità etniche e gli attivisti democratici;           
  3. Apertura immediata di un dialogo genuino ed inclusivo tra la giunta, le organizzazioni democratiche e le nazionalità etniche, che comprenda la revisione della costituzione.  
    Chiedo:
  • Che il governo italiano, il Parlamento, il Rappresentante Speciale UE assumano queste tre richieste e condizionino la accettazione delle elezioni alla loro attuazione, avviando una consultazione  urgente con le organizzazioni  sindacali e democratiche birmane. 
  • Che il governo italiano si impegni perché la UE decida un rafforzamento delle sanzioni economiche mirate, con l’inclusione dei settori finanziari ed assicurativi, con il divieto di nuovi investimenti e con procedure di controllo certe  ed efficaci. Tali sanzioni saranno applicate secondo modalità flessibili, a seconda degli sviluppi positivi o negativi del processo politico. 
  • Che la UE promuova tali legittime richieste nei negoziati con i paesi asiatici.
  • Che la UE si adoperi attivamente perché il Consiglio di Sicurezza ONU approvi un embargo globale sugli armamenti verso la Birmania.      
  • Che la UE appoggi la raccomandazione del Relatore Speciale ONU per i Diritti Umani in Birmania, per la costituzione di una Commissione d’Inchiesta ONU sui crimini di guerra e contro l’umanità perpetrati dalla giunta.  

L’Italia non può restare silenziosa. 


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(16 Aprile 2010)