11/28/2005
Prorogati per altri 12 mesi gli arresti domiciliari di Aung San Suu Kyi
La CISL esprime il suo sdegno, denuncia le imprese italiane che fanno
affari con la Birmania e critica il governo italiano per scarsa coerenza
"La
Cisl esprime sdegno e ferma condanna per la decisione della giunta
militare birmana di prorogare gli arresti domiciliari per altri dodici
mesi al premio Nobel per la pace Aung San Suu Kyi".Lo afferma il
segretario generale, Savino Pezzotta, che così prosegue:"E' un fatto
vergognoso che fa seguito ai recenti arresti di sindacalisti, che
avevano la sola colpa di aver preso contatti con il rappresentate
dell’OIL, e alla minaccia del ministro del Lavoro birmano dopo la
risoluzione approvata nel giugno scorso dall’ OIL di abbandonare
l’Organizzazione Internazionale del Lavoro". "La risoluzione- ricorda
Pezzotta- chiedeva ai governi e agli imprenditori di sospendere i
rapporti con la giunta, compresi gli investimenti diretti esteri a
causa del continuo utilizzo del lavoro forzato". Pezzotta osserva che
"in questo quadro è gravissimo che il governo italiano non abbia
attuato nella sostanza la risoluzione approvata dall’OIL ed ha mandato
il proprio rappresentante a Rangoon ad incontrare la giunta con
l’obiettivo di riaprire un improbabile dialogo per la democrazia. In
violazione delle decisioni assunte a livello di OIL e di Unione Europea
il Governo italiano ha, inoltre, finanziato attraverso l’Ice un
programma di collaborazione industriale"."La Cisl -prosegue Pezzotta-
sollecita tutte le imprese ad interrompere, da subito, ogni rapporto
con questo paese". Ed aggiunge: " Dopo questi recenti avvenimenti
sollecitiamo il Governo e le imprese a mettere in atto un’iniziativa
attiva per riportare la democrazia in questo paese, rispettando le
decisioni assunte sul piano internazionale, e chiediamo che il
Ministero degli Esteri convochi un incontro urgente con le
Organizzazioni imprenditoriali e sindacali". "La Cisl- conclude
Pezzotta- chiede inoltre che il Governo si faccia parte attiva con gli
altri paesi per far si che la questione birmana venga messa all’ordine
del giorno del Consiglio di Sicurezza ONU e chiede alle forze politiche
e a tutti i cittadini di sottoscrivere l’appello che ha lanciato
recentemente e che può essere sottoscritto sul sito www.
Birmaniademocratica.org"