4/18/2018
Amnistia in Birmania per oltre 8.000 detenuti tra cui 36 prigionieri politici.
Il Presidente della Birmania Win Myint approva l’amnistia per oltre 8.500 detenuti, comprese almeno tre dozzine di prigionieri politici.
L’amnistia, annunciata martedì scorso, ha coinciso con il capodanno birmano. E ha riguardato 8.490 cittadini birmani e 51 cittadini stranieri. Coloro che sono stati rilasciati includono persone anziane, malate d persone coinvolte con fatti di droga.
36 tra le persone liberate sono i detenuti politici. Secondo l’ Associazione dei Prigionieri Politici AAPP, vi sono 54 prigionieri politici che stanno scontando varie pene detentive, mentre 74 sono in carcere in attesa di giudizio e altri 120 sono a piede libero in attesa di giudizio. Il rilascio dei prigionieri politici era una priorità per l’NLD, il partito di Aung San Suu , infatti appena nominata, nel giro di un mese sono stati liberati 200 prigionieri politici. Molti familiari si sono affollati di fronte ai cancelli di molte carceri in attesa del rilascio dei propri congiunti. Tra le persone rilasciate vi era Saw War Lay, membro dell’organizzazione etnica Karen National Union.
Saw War Lay ha dichiarato : “ vorrei ringraziare vivamente il presidente e mi auguro che abbia successo negli sforzi che il governo sta facendo per raggiungere un accordo con tutte le minoranze etniche per porre fine a decenni di conflitto. Ma sono anche molto triste per quei prigionieri che sono ancora in carcere”.
Due religiosi cristiani della minoranza Kachin sono stati rilasciati dalla prigione di Lashio nel Nord del paese e avevano rappresentato un caso molto discusso. Lo scorso anno il pastore Dumdaw Nawng Lat di 65 anni era stato condannato a 4 anni e tre mesi e il coordinatore dei giovani Langjaw Gam Seng di 35 anni era stato condannato a 2 anni e 3 mesi per aver fornito aiuto ai gruppi ribelli e per aver diffamato i militari. A seguito dell’offensiva nel nord del paese i due avevano aiutato i giornalisti a riferire sulla distruzione di una chiesa a seguito di un attacco aereo avvenuto a novembre 2016.
L’avvocato che li tutela ha dichiarato: “siamo qui con entrambi loro e tutta la comunità Battista e siamo felici che siano tornati. Tutti pregano per loro e li incoraggiano”.
Nonostante la decisione del Presidente venga chiamata amnistia in realtà sembra essere più un perdono di massa per quei prigionieri che avevano già subito una condanna.