Sabato
5 febbraio la giunta militare birmana ha annunciato che terrà a maggio
prossimo un referendum sulla nuova costituzione ed elezioni generali
nel 2010.
la nuova costituzione è
stata elaborata dopo la sanguinosa repressione delle manifestazioni per
la democrazia, da una ristretta cerchia di 54 persone selezionate dalla
giunta militare in totale spregio delle raccomandazioni e delle
richieste fatte dal Segretario generale dell'ONU Ban Ki- moon e dal suo
rappresentante speciale Ibrahim Gambari. L'ONU, la UE che si sono
svegliati come da un sonno decennale dopo la sanguinosa repressione
delle manifestazioni pacifiche di agosto e settembre, come molti
governi, chiedevano l'apertura immediata di un dialogo negoziale
tripartito con la partecipazione della leader birmana Aung San Suu kyi
e dei rappresentanti delle nazionalità etniche. Dopo la repressione
sanguinosa, le decine di morti, gli arresti e le torture di centinaia
di persone, la giunta militare ha cercato di gettare fumo negli occhi
delle istituzioni internazionali e dei governi sperando di prendere
tempo e di far dimenticare i drammatici avvenimenti di settembre
scorso. Le organizzazioni della opposizione democratica avevano
cercato, invano, di mettere in guardia i negoziatori internazionali,
perchè chi conosce profondamente da anni i comportamenti dei macellai
di Rangoon, sa che le tattiche di "addormentamento" delle diplomazie
attraverso promesse, illusioni e piccoli gesti superficiali hanno
sempre funzionato. Dal 1988 abbiamo registrato un andirivieni ad
elastico di promesse, liberazioni di detenuti e di nuove
incarcerazioni. Di finti negoziati. Tutto per mantenere la situazione
inalterata. E fino all’autunno scorso il gioco aveva pagato bene. La
giunta era riuscita ad evitare a gennaio 2007 la approvazione di una
risoluzione del Consiglio di Sicurezza. Grazie al veto di Cina e
Russia. Ha sempre evitato dure condanne all’ILO per il continuo
utilizzo di centinaia di migliaia di lavoratori forzati, di bambini
soldato. E’ sempre riuscita a comprare il silenzio complice di Cina,
India, Russia e degli altri paesi asiatici interessati ad evitare che
gli sguardi indiscreti delle istituzioni internazionali potessero
mettere il naso anche sulle violazioni dei diritti umani e del lavoro
nei loro paesi. Cosi per anni con la logica della non interferenza
negli affari di un altro paese, tutti hanno chiuso gli occhi sulle
durissime condizioni di vita del popolo birmano, sugli stupri, sul
genocidio in atto del popolo kareno, sul lavoro forzato, sui bambini
soldato, sul traffico di oppio e metanfetamine, sulle distruzioni
dell’ambiente.
Anche molti dei governi
europei, che a novembre scorso sono stati costretti, "ob torto collo"
ad approvare finalmente e per la prima volta sanzioni serie ma marziali
nei confronti della giunta militare, non vedono l’ora di riprendere
indisturbati a fare affari con la giunta alla luce del sole. Infatti
ancora nel mese di dicembre molte imprese europee, quatte quatte, hanno
continuato ad importare teak dalla Birmania e hanno addirittura
costituito società finte per evitare di apparire nelle liste di coloro
che si macchiano di sangue facendo affari con la giunta. E’ in questo
clima che la giunta militare si permette di osare tanto da approvare
una costituzione farsa e di poter credere che la comunità
internazionale si berrà anche un altrettanto farsesco referendum.
Anche i 4 incontri tra
la leader birmana, ancora oggi agli arresti domiciliari , ed un
ministro della giunta, le missioni a Rangoon del rappresentante
dell’ONU Gambari e del rappresentante ONU per i diritti Umani Pineiro
sono serviti dare l’illusione che qualche cosa si stesse muovendo.
La nuova costituzione
farsa è stata definita sulla base di linee guida approvate da una
Convenzione riconvocata nel 2004 dopo anni di interruzione dei lavori.
La giunta aveva nominato 1.100 rappresentanti selezionati appositamente
per poter lavorare indisturbati senza la partecipazione della
opposizione. Con la apertura della Convenzione è stata approvata anche
una legge speciale che prevede la condanna fino a 20 anni di carcere
nei confronti di chiunque osi criticare il processo costituente.
I lavori della
Convenzione, guarda caso, sono stati chiusi il 3 settembre scorso nel
bel mezzo delle manifestazioni. con la approvazione di linee guida per
la stesura della costituzione. Subito dopo la giunta militare ha
nominato, altrettanto arbitrariamente una commissione di 54 persone che
ha definito la nuova costituzione farsa.
Secondo le linee guida
approvate dalla convenzione, i militari avrebbero continuato a
controllare i maggiori ministeri, a mantenere un blocco di
rappresentanti in ogni organismo legislativo, il diritto di dichiarare
lo stato di emergenza e di riprendere il potere in qualsiasi momento.
Il documento limita
severamente il diritti e gli spazi dei partiti politici, i diritti
umani e le attività politiche sulla base di cosiddette "preoccupazioni
per la sicurezza nazionale". Le linee approvate dalla Convenzione
prevedono inoltre procedure limitative per le attività dell’opposizione
che sembrano essere ritagliate apposta per impedire qualsiasi agibilità
politica ad Aung San Suu Kyi. Da ultimo vengono negate ancora una volta
le legittime aspettative delle nazionalità etniche che chiedono da
sempre il rispetto della autonomia dei singoli stati attraverso un
forte federalismo, il rispetto delle diversità culturali, tanto da
creare il rischio di riarmo di gruppi del cessate il fuoco. Questa
arroganza mette a serio rischio la stabilità e l’unità del paese e
minaccia una ulteriore violazione dei diritti umani .
La nuova costituzione
farsa, elaborata senza la partecipazione dei legittimi rappresentanti
del popolo birmano, perpetrerà il potere della giunta e dei suoi amici.
Il 25% dei seggi del parlamento andranno ai rappresentanti dei militari
e questi avranno il potere di veto sulle decisioni del parlamento. Con
questa scelta la giunta militare continuando nella sua strada per la
attuazione della cosiddetta Road Map, da un calcio alle richieste delle
istituzioni internazionali e del popolo birmano e va nella direzione
opposta a qualsiasi tentativo di ripristinare la democrazia. Con il
referendum i militari cercano di gettare fumo negli occhi dei governi
facendo credere che si sta adottando un percorso democratico. Inoltre
si tenta di far credere che il processo del referendum sia un processo
democratico. in Birmania non esistono vere e credibili liste elettorali
e si pensa che la giunta possa forzare le persone, come nel passato a
partecipare a manifestazioni di massa per poi affermare che queste
hanno dato il mandato alla giunta per approvare la costituzione.
inoltre non solo in Birmania non vi è la libertà politica e i partiti e
le organizzazioni sindacali e della società civile non hanno il diritto
di organizzarsi, ma è vietato criticare anche la bozza di costituzione
e coloro che lo fanno sono passibili di condanna fino a 20 anni di
carcere.
L’Italia, la UE devono rifiutare di riconoscere il
processo illegittimo iniziato con la approvazione della costituzione
farsa e il futuro referendum e devono chiedere una riunione di
emergenza del Consiglio di sicurezza perchè assuma decisioni efficaci
per impedire che si attui un altro inaccettabile insulto alla
democrazia. Anche a livello UE il consiglio dovrebbe tenere un incontro
urgente ed adottare nuove e rafforzate sanzioni economiche,
introducendo i settori del gas, il settore delle banche e quello
finanziario tra i settori nei quali è vietato fare affari con la
Birmania prevedendo inoltre procedure di controllo e monitoraggio della
attuazione della posizione comune. Sarà perchè le decisioni non sono
retroattive, o sarà il caso ma dai dati provenienti dalla Birmania
risulta che Italia, Francia e Germania hanno continuato ad importare
grandi quantità di teak anche nel mese di dicembre 2007, ovvero dopo
l'inasprimento delle sanzioni. E’ solo una fase di transizione o non
esistono controlli?
In vista di questo
nuovo passaggio i macellai di Rangoon stanno testando anche le capacità
di reazione dei media internazionali. Sanno infatti che non solo i
governi, ma anche la stampa ha la memoria corta e che si dimentica
presto delle cose che scrive. Sei sindacalisti stati recentemente
condannati definitivamente a 28 e 20 anni di carcere per aver indetto
un seminario sui diritti del lavoro, e nessuno ne ha parlato.
Recentemente, come denunciato dal sito Irrawaddy un giovane di nom Nay
Phone Latt è stato arrestato per aver tenuto aperto un blog.
Potrebbe essere
condannato, secondo la legge sullo stato di emergenza a sette anni di
carcere. "Le forze di sicurezza hanno anche aumentato la sorveglianza
sugli internet cafè a Rangoon, controllando tutti coloro che li
visitano sulla base anche delle foto scattate durante le
manifestazioni. "il regime deve lottare contro nuovi nemici: i cyber
dissidenti. I cittadini reporters armati di cellulari, macchine
digitali e memory sticks". Le organizzazioni democratiche birmane
stanno chiedendo aiuto perchè tali strumenti vengano rafforzati. Perchè
possano essere tenute in piedi le radio che trasmettono in Birmania le
informazioni dall’esterno, facendo al tempo stesso circolare le notizie
delle manifestazioni e delle iniziative di protesta interne.
I media, i giornalisti
democratici, le grandi reti televisive e radiofoniche hanno il dovere
di fare la loro parte non solo contribuendo a stimolare la
partecipazione della società civile democratica e della politica, ma
anche direttamente a sostenere i giornalisti in carcere, il
rafforzamento degli strumenti di informazione democratica per far si
che si possa definitivamente promuovere il cambiamento democratico.