3/7/2014
Thein Sein ordina ad una commissione e alla Corte Suprema di metter a punto un disegno di legge per “tutelare la Religione”
Il disegno di legge, richiesto da un gruppo di importanti monaci buddhisti, dovrebbe tutelare la razza e la religione, regolare le unioni interreligiose, limitare il numero delle nascite e vietare ancora una volta la monogamia. Legge mira a tutelare i Buddhisti.

Il presidente Thein Sein ha ordinato una nuova commissione e alla più alta corte del paese di stendere una proposta di legge denominata “ protezione e tutela della razza e della religione”, che dovrebbe includere misure controverse, che secondo i legislatori dovrebbero limitare i matrimoni interreligiosi. Una petizione sottoscritta da 1.3 milioni di persone ha chiesto al presidente di trasformare in legge una bozza di legge definita da legislatori per conto di un gruppo di leader monaci, del movimento nazionalista 969. Se attuata senza emendamenti, il disegno di legge che si ritiene sia stato pensato per i mussulmani birmani, prevede che le donne buddhiste debbano richiedere l’autorizzazione dei loro genitori e di funzionari del governo locale  prima di poter sposare un uomo di altra religione. La legge includerebbe restrizioni sulla possibilità di convertirsi ad altre religioni, un limite al numero dei figli che si possono avere e misure per fermare la poligamia, che è già oggi illegale in Birmania. Il mese scorso Thein Sein, senza esprimere un sostegno formale al disegno di legge, ha inviato la bozza  in parlamento per la discussione,  ma lo speaker Shwe Mann ha annunciato in parlamento di aver rimandato indietro la bozza affermando che è responsabilità dell’esecutivo di definire le bozze di legge per poi sottoporle al dibattito parlamentare. Venerdì 3 marzo,  secondo Pe Than un parlamentare del Rakhine Nationalities Development Party, Shwe Man ha annunciato in parlamento di aver ricevuto una nuova lettera concernente la bozza di disegno di legge. “ ha informato il parlamento che il suo governo formerà una commissione per la stesura della legge (sulla tutela della razza e della religione)” ha dichiarato. Comunque con una mossa che ha spiazzato i parlamentari, Thein Sein ha dichiarato di aver deciso che le parti della legge che toccano alcune questioni saranno definite dalla Corte Suprema dell’Unione.  “la sua commissione affronterà due questioni: che un uomo potrà avere solo una moglie  e il problema delle conversioni, mentre le altre due questioni quali i matrimoni interreligiosi e  le restrizioni nei confronti delle popolazioni saranno definite dalla Corte Suprema” ha dichiarato Pe Than. Inoltre che la decisione di affidare ad una parte del sistema giudiziario la stesura di una bozza di legge è un caso senza precedenti e che non capiva le motivazioni che hanno portato il presidente a questa scelta.

Pe Than ha dichiarato che la legge affronterebbe i timori di molti buddhisti birmani che vedono minacciata la religione dominante da parte dei mussulmani. Le tensioni tra buddhisti e mussulmani sono aumentate da quando a metà 2012 sono iniziate le violenze nello stato Rakhine che si sono allargate al resto del paese.

“ Per quanto mi riguarda io non bloccherò questa legge perché abbiamo bisogno di proteggere la nostra razza. Ma sula tutela della razza va detto che mentre abbiamo bisogno di tutelare le nostre frontiere, non dovremmo disturbare quelle di altre persone”.

Mi Myint Than,  legislatore del partito Mon Regional Democracy Party,  ha confermato le decisioni del presidente. “in genere, la maggior parte delle bozze di legge provengono dalle amministrazioni governative. Ma su questo punto è stato il presidente ha inviarla direttamente al parlamento” ha dichiarato aggiungendo che sarebbe stato più appropriato che fosse un ministro del governo a definire la bozza di legge”. “E’ un po’ strano  e non capisco il perché” ha aggiunto. Il portavoce del presidente Ye Htut, a latere di un incontro a Napyidaw il primo marzo, ha commentato a The Irrawaddy, l’invio della proposta in parlamento, affermando che con quest’atto  il presidente  ha desiderato  che il parlamento considerasse la questione visto che un così gran numero di persone  aveva espresso il sostegno a tale ipotesi e non per ottenere alcun vantaggio politico.”  “Secondo la nostra Costituzione nessuno di qualsiasi partito politico può trarre vantaggio politico da una questione religiosa”