9/7/2012
Nuova legge sugli investimenti esteri
Approvata la nuova legge sugli investimenti
Dal 4 al 7 settembre il Parlamento birmano ha tenuto la sua 4° sessione e nonostante gli sforzi della opposizione, il partito di governo e i funzionari politici hanno continuato a bloccare le riforme fondamentali, compresa la abrogazione delle leggi repressive e la adozione sia di leggi democratiche che di quelle sui media che il governo aveva preannunciato.
Dopo molti mesi di dibattito il Parlamento ha adottato una legge sugli investimenti ma il Presidente Thein Sein a seguito di pressioni dai leader degli imprenditori ha dovuto inviare nuovamente il testo del disegno di legge al parlamento.
Il disegno di legge accordava ampi poteri alla commissione per gli investimenti, la restrizione degli investimenti in 11 settori vagamente definiti una base minima di 5 milioni di $ per poter investire in Birmania e un tetto massimo del 50% sulle proprietà. Gli investitori hanno criticato ampiamente il testo che dopo l’approvazione del Parlamento è passato alla firma del Presidente della Repubblica che lo ha rimandato indietro per una ulteriore discussione ed ulteriori emendamenti .
Dopo le modifiche richieste dagli imprenditori birmani, il parlamento ha definitivamente approvato la controversa legge sugli investimenti esteri ma ha cancellato la clausola che prevedeva l’obbligo di una base minima di investimento superiore a 5 milioni di $ e, per proteggere gli investitori locali ha mantenuto altre restrizioni come il divieto di acquisire quote azionarie oltre il 49% da parte di investitori stranieri in settori come l’agricoltura, l’allevamento di bestiame e la pesca offshore. Il livello minimo di investimenti in altri settori è il 35% mentre investimenti esteri in settori che potrebbero danneggiare la cultura, la salute, le risorse naturali o l’ambiente sono proibiti.
La quota di 5 milioni sarebbe stata la quota più alta in tutti I paesi dell’ASEAN , mentre paesi come la Cambogia, il Laos, le Filippine e la Thailandia hanno restrizioni solo per alcuni settori importanti. La legge garantirà il diritto di leasing delle terre per lungi periodi, mentre fino ad oggi tali leasing erano molto limitati e lo Stato era il proprietario esclusivo delle terre più produttive. Gli investitori stranieri potranno avere una sospensione del pagamento delle tasse per 5 anni, altre concessioni fiscali e saranno garantiti contro la nazionalizzazione. Molti affermano che questa legge riflette le continue divisioni nel paese ed è stata fortemente influenzata dalle imprese complici della giunta che per anni hanno dominato in molti settori della economia.
Poiché la Birmania sta vivendo una transizione economica e politica, moltissime sono le persone in cerca di lavoro e per questo motivo molti economisti ritengono che la riduzione delle restrizioni favorirebbe maggiori investimenti esteri e l’arrivo di capitali stranieri. Anche la Camera di Commercio birmana aveva spinto per una riduzione di tali restrizioni in modo da promuovere la crescita e l’occupazione, ma vi è anche il timore che tali restrizioni provocherebbero una serie di frodi sugli assetti proprietari, così come è avvenuto nel settore dell’abbigliamento nel quale la vecchia legge del 1982 che proibisce una presenza straniera al 100% ha prodotto come conseguenza l’utilizzo di prestanome locali per la registrazione delle imprese. Ciò ha comportato una diluizione di responsabilità soprattutto per quanto riguarda la violazione dei diritti dei lavoratori. Le nuove disposizioni di legge prevedono inoltre alcune norme sulla assunzione di lavoratori locali: nel primo anno il 25% almeno dei lavoratori deve essere birmano e nei due anni successivi tale quota deve arrivare al 50 e al 75%. Inoltre gli investitori stranieri dovranno promuovere la formazione professionale attraverso i loro partner locali.